CAROVIGNO
Antonio a 18 anni sfida tutto e tutti per inseguire il suo sogno
SPECCHIOLLA
E IO PAGO! Lo stato dei ricorsi sulle bollette pazze
TENETELI D'OCCHIO
Concerti, mostre, spettacoli. Il meglio degli appuntamenti estivi
ANNO 1 _ N. 7 LUGLIO 2009 € 1,50
MENSILE DI INFORMAZIONE DI SAN VITO DEI NORMANNI S A N M I C H E L E S A L E N T I N O - C A R O V I G N O - L AT I A N O
L’UOMO NERO gira DI NOTTE La troupe di Sergio Rubini invade il centro storico di San Vito. Strade e cittadini si rifanno il look, tuffandosi negli anni '60
IN QUESTO NUMERO
Politica
• Vado al Massimo
pag. 4
• L’incanto in un ciak • Un regista tra noi
pag. 6 pag. 8
• Ma… la battigia è libera? • Un marchio di qualità • E IO PAGO! diceva Totò
pag. 9 pag. 10 pag. 12
• Alzati e cammina
pag. 15
• Emergenza sangue • Do, re mi… note in libertà
pag. 17 pag. 19
• Sul filo del destino
pag. 20
• Tra vittoria e sconfitta
pag. 22
• Tutti a borgo Sardedda • La notte dei libri… narranti
pag. 24 pag. 25
• Difendersi dagli autovelox
pag. 26
• Sempre sani e belli
pag. 28
• Il grande sonno
pag. 30
• L’estate in chiave ironica
pag. 33
• Appuntamenti cult della stagione estiva
pag. 34
Copertina Inchiesta
Riflessioni
San Vito dei Normanni San Michele Salentino Carovigno Latiano
Attualità Salute
La parola all’esperto Tempi moderni
Teneteli d'Occhio Cultura
• Alle origini di San Michele • Crescere in versi • Indietro nel tempo: rievocazione storica
pag. 37 pag. 38
• Giulietta e un rumeno • Successo A PIEDI SCALZI • La dura legge del Rock • Casting per il Premio Delfino
pag. 39 pag. 40 pag. 41 pag.41
• Ancora insieme volley • Nuoto: che passione • Tra acquisti e riconferme
pag. 44 pag. 45 pag. 46
Teatro
Sport
pag. 38
Riepilogo
nota del direttore Un’estate anomala, questa che stiamo vivendo, ma comunque estate. Pioggia, che permette agli invasi di riempirsi e a noi di evitare gli odiosi servizi giornalistici sul pericolo siccità in Puglia. Forse l’unica nota dolente, nelle scorse settimane, è stata l’impossibilità di recarsi al mare per godere di sole e spiagge, ma i brindisini hanno potuto occupare il tempo curiosando sui set del film di Rubini. San Vito e la sua piazza la fanno da protagonisti, ma anche Mesagne, Oria, ed anche il barese stanno vivendo il loro momento di notorietà. Proprio a questo evento insolito, ma speriamo ripetibile, abbiamo dedicato l’apertura del nostro giornale, dando risalto agli attori di “casa nostra” che sono stati scelti per piccole parti o per semplici comparse. Anche in questo numero del nostro giornale abbiamo dedicato attenzione proprio alle marine, con un’angolazione diversa rispetto alla scorsa volta. A proposito dell’articolo su Amici di Specchiolla (pubblicato sul numero di giugno), urge fare una precisazione: l’avvocato Parisi, nel corso dell’intervista, ha appellato con il termine “furbetti” i proprietari di abitazioni in Specchiolla che non hanno regolarizzato la loro posizione per il pagamento di tasse e tributi dovuti; e non coloro i quali hanno presentato ricorso per le bollette esose notificategli dall’Amministrazione Comunale di Carovigno. Fatta questa doverosa precisazione, abbiamo fatto il punto sullo stato dei ricorsi presentati dagli abitanti della marina, con uno degli avvocati che segue la vicenda, Angela Epifani e con il dirigente dell’Ufficio Contenziosi del Comune di Carovigno a cui abbiamo chiesto lumi su una lettera recapitata ai cittadini proprietari. E per chiudere, un’esortazione: SPECCHIOLLA ALZATI E CAMMINA, fatta dallo stesso Presidente del Comitato “Amici di Specchiolla”. Ma ci siamo spostati di qualche chilometro ed abbiamo esaminato anche la situazione nella spiaggia più amata dai carovignesi: la Mezzaluna. Oltre ai problemi del territorio, però, vi diamo anche qualche consiglio per trascorrere nel modo più piacevole ed interessante le vostre serate estive, si spera calde ed afose come da tradizione! Buona lettura… Doriana Santoro
Direttore Editoriale Vito Valente Direttore Responsabile Doriana Santoro Hanno collaborato Clementina Ancora, Claudio Argentieri, Vito Attorre, Victor Botta, Emanuele Chiariello, Romeo Conte, Cooperativa Città Solidale, Francesco D’Agnano, Fresia Dandi, Giuseppe De Simone, Dario Di Viesto, Giuseppe Di Viesto, Avv. Giuseppe Di Viesto, Giuseppe Fagiano, Marilena Locorotondo, Michelangelo Nigro, Avv. Bartolomeo Parisi, Francesca Presto, Angelo Siciliano Concessonaria per la Pubblicità Artemotive via V. Azzariti, 19 San Vito dei Normanni - tel. 0831.986314 Fotografia foto a cura di Giuseppe Di Viesto, foto set Rubini: Dario Di Viesto, foto Torre Guaceto: Carmen Mancarella Grafica e impaginazione Emanuela Verrienti - Artemotive - info@artemotive.it copertina a cura di Dario Di Viesto Webmaster Emanuele Chiariello, Antonio Passante - www.occhiomagazine.it Edito da Sandei Communication Mediamonitor / via V. Azzariti, 19 - 72019 - San Vito dei N.nni BR - tel. 0831 986314 Stampato da: ERREBI Grafiche RIPESI - Via del Lavoro, 23 - 60015 Falconara Marittima - AN Chiuso il 06.07.2009 Sandei srl - Occhio magazine - Registrato presso il tribunale di Brindisi n. 1/09 del 04.02.09
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OCCHIO Politica
VADO AL MASSIMO
Dopo la vittoria il Presidente Ferrarese si rimbocca le maniche tra Welfare e politiche giovanili di Doriana Santoro
Grandi consensi e fiducia da parte dei cittadini al neo eletto Presidente della Provincia di Brindisi
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assimo Ferrarese esce vincitore dal ballottaggio del 21 e 22 giugno scorsi. A tutti gli effetti, oggi, è il nuovo Presidente della Provincia di Brindisi. Una figura ed una personalità, formatesi nel mondo dell’imprenditoria, che apportano un elemento nuovo all’interno della gestione di un ente, come la Provincia di Brindisi. Al Presidente i nostri più sentiti auguri per il lavoro che lo attende. Occhio magazine gli ha rivolto alcune domande per conoscerlo meglio. Presidente Ferrarese, cosa l’ha spinta a candidarsi? Ho capito che dovevo candidarmi alla Presidenza della Provincia di Brindisi perché la mia terra stava, e tuttora sta, attraversando una fase molto delicata. Aveva bisogno ancora di tanto per emergere e
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ho sentito che potevo aiutarla: l’ho già dimostrato ricoprendo ben altri ruoli, e in diversi ambiti: polo aeronautico, sport, solidarietà. Questa Provincia può e deve crescere: ho sentito di potergli dare una grossa mano. Ed è quello che farò nei prossimi cinque anni. Grande la soddisfazione per la vittoria conseguita. Si aspettava un così largo consenso da parte dei cittadini? Sinceramente nei tre mesi di campagna elettorale ho visto crescere quotidianamente il numero dei miei sostenitori, di coloro che venivano ad ascoltarmi, ad acclamarmi, che in ogni maniera mi hanno dimostrato di essermi accanto e di credere in me. Sapevo di avere un così grande consenso da parte dei cittadini. E questa consapevolezza mi ha aiutato nei momenti più duri di questa campagna elettorale, in cui non sono mancati momenti di stanchezza e di preoccupazione... Quanto ha influito, secondo lei, il suo ruolo di imprenditore nella fiducia accordatale dall’elettorato?
Non credo che sia stato il mio ruolo di imprenditore ciò che ha convinto i cittadini brindisini a scegliermi. Credo che abbiano condiviso tante mie scelte, che abbiano imparato a conoscermi negli anni passati, per ciò che ho effettivamente realizzato, e conquistato, in diversi campi.
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Credo che la gente abbia visto “fatti”, ancor prima che io ricoprissi una carica politica. Brindisi è stata la prima
Provincia dove si è avuta una coalizione mista tra centrosinistra e moderati. Secondo lei questo labo-
ratorio politico potrebbe aprire la strada a nuovi scenari nazionali? Sì, il laboratorio realizzato nella provincia di Brindisi è già diventato una realtà regionale. È stato creato a Bari, Taranto e Foggia. Penso che è una palestra importante per un nuovo modo di interpretare la politica nell’intero Paese. Già giornali nazionali parlano di questo connubio nato a Brindisi tra Udc e Pd. Tra i punti cardine del suo programma vi sono le politiche giovanili ed il welfare, ci spiega come intende sviluppare questi due temi di grande interesse? Un’ampia parte del mio programma parla di proposte di riforma delle politiche del lavoro e dei servizi di welfare coerentemente con lo sviluppo umano. Si tratta di una progettazione che sarà offerta a tutti i cittadini, che si baserà sulla costruzione di un insieme di istituti che abbiano la funzione di tutelare il cittadino dai principali rischi sociali: un supporto non solo per le fasce più deboli, ma anche per migliorare la qualità della vita dei ceti medi.
Tutti i cittadini potranno progettare la propria vita ed esprimere al meglio le proprie capacità, in particolare le donne e le giovani generazioni. Questi avranno diritto a prestazioni non in funzione dell’appartenenza a specifiche categorie, ma in funzione delle condizioni di bisogno. Affinché una proposta di politiche giovanili sia efficace deve incentrarsi sugli effettivi bisogni e sulle reali esigenze dei giovani, ascoltarli e coinvolgerli in tutto ciò che li riguarda, per renderli sempre più protagonisti della loro crescita, attraverso la costruzione, il potenziamento, la valorizzazione di percorsi progettuali. E poi, saranno valorizzate tutte le esperienze culturali, artistiche, di teatro, musica, cinema, pittura, letteratura, che vengono avviate dall’Amministrazione provinciale, come il “Festival internazionale del cinema” e l’“Orchestra giovanile interprovinciale”; e ancora, il Museo e la Biblioteca provinciali. Lavoreremo anche per consolidare i corsi universitari, per organizzare corsi di formazione, efficienti Centri per l’Impiego, etc.
OCCHIO Copertina
L'INCANTO IN UN CIAK
Da cittadina sonnacchiosa a stella del cinema. San Vito con gli occhi di Sergio Rubini
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on so bene da dove provenga l’incanto, ma l’avvento di una troupe cinematografica scon-
di Dario Di Viesto non solo cronologicamente, e da cui escono, a fine cottura, altre pietanze, da gustare solo al cinema: perché il film non esi-
ghi e il tempo, esplorare spazi e ricomporli, sconvolgendoli nel risultato finale. Di sicuro, l’incanto che noi sanvitesi ab-
Sergio Rubini
Comparse sanvitesi
volge sempre la quotidianità cittadina. Forse è la resurrezione carnale dallo schermo di personaggi, così eterei, d’averli considerati finora quasi irreali. Forse è la meraviglia dinanzi al “pentolone magico” della macchina da presa, in cui s’infilano parole e movimenti sconnessi
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ste mai durante le riprese. Forse è la presenza di tanti nostri concittadini che, in piena estate, si travestono di carnevale e diventano comparse, vivendo direttamente e diventando parte del “backstage” produttivo di un film. Forse è la capacità del cinema di sublimare i luo-
biamo vissuto in questi giorni è dovuto ad una proprietà universale del cinema, e non al film in discussione, altrimenti non si spiegherebbe perché, ancora oggi, nessuno dei cittadini sa con chiarezza che razza di film si sta girando a San Vito. E così, arriva “L’uomo nero”,
questo è il titolo (dicono provvisorio) del film che Sergio Rubini sta girando con la produzione Bianca Film in Puglia. Location a Bari, Altamura, Oria, Mesagne, San Vito. Già da un po’ di mesi si vociferava che la storia riguardasse due famiglie: una ricca e una povera, in eterna competizione fra loro. Poi il possibile impiego di un sanvitese nel ruolo di aiuto-capostazione ha fatto capire che la storia potesse parlare di arrivi o partenze. Alcuni dicevano che fosse ambientata nel primo dopoguerra, anzi no, nei primi anni Sessanta. Poi la vicenda è diventata contemporanea, con flashback lontani nel tempo. In effetti, la maggior parte di tali supposizioni avevano un fondo di verità. La vera storia la troviamo, solo ora, scolpita serialmente in alcune pagine internet. La riportiamo. “Gabriele Rossetti torna in Puglia, nel suo paese natale, per la morte del padre. La notte passata nella sua vecchia casa d'infanzia lo riporta indietro nel tempo, a quando era un bambino, negli anni ’60, e viveva tra gli sbalzi d'umore di suo padre Ernesto, capostazione con il sogno della pittura, puntualmente sbeffeggiato dai suoi compaesani, e sua madre Franca, severa insegnante di lettere. Il giorno della sepoltura del padre, Gabriele fa una scoperta
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sulla sua famiglia che cambierà profondamente il modo in cui ha sempre ricordato e pensato a suo padre”. Una vicenda autobiografica, si è detto ancora qui a San Vito. Un pò simile a “Big fish”, sus-
surrano i maligni. Si vocifera ancora che sia la vera vicenda personale del regista e attore Sergio Rubini, simbolo del talento “made in Puglia”, partito giovane per diventare attore e tornato artista di fama. Una vita,
Valeria Golino
la sua, che ben si coniuga con i sogni di ogni giovane e anziano del Sud. Perché il cinema, come ci ha fatto vedere Tornatore ne “L’uomo delle stelle”, ha quella potenza onirica che vive dentro e fuori dal film, nella trama e nelle trame delle nostre vite. Una potenza sviante che ci solleva dalla realtà e ci fa sognare ad occhi aperti. E così, nella nostra piazza truccata in look anni ’60, siamo stati coinvolti in questo sogno al quadrato. Ed abbiamo potuto raccontare dei nostri incontri con divi che ancora chiamiamo per nome. Per un incontro inaspettato ci siamo fatti firmare il tovagliolo di un bar. I più tecnologici e previdenti sono riusciti a congelare un’immagine
attraverso il videofonino. Altri, forse in preda allo sconforto per non esser stati foto-muniti durante l’incontro, hanno deciso addirittura di fotografare gli autografi. Una bella esperienza stare tutti raccolti durante le riprese, esser rimproverati dagli “addetti al silenzio” e borbottare per l’ennesimo ciak andato a cattivo fine. Perché, in attesa del prodotto finale, il vero spettacolo non è in posa dinanzi alla macchina da presa; il vero spettacolo è nella zona non illuminata dai riflettori. Il vero spettacolo siamo noi, cittadini semplici ed un po’ creduloni, che nutriamo ancora il disperato bisogno di sognare.
UN REGISTA TRA NOI
Disponibile e gentile, Rubini spiega il suo amore per il Sud di Francesca Presto se essere immaginata anche da un bambino. Il protagonista del film, infatti, è proprio un bambino, che da grande fa ritorno nel suo paese e ricorda la sua adolescenza. Qui, nalla piazza di San Vito, c’è un ordine che potrebbe essere associato a quello tipico dell’adolescenza. Un ordine in cui le cose sembrano essere ognuna al proprio posto: c’è un sindaco, una chiesa, ci sono tutti gli elementi che mi serivano. Per cui mi sembrava giusto venire a girare qui.
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n un giorno di riprese in piazza Carducci, sotto il sole cocente di un pomeriggio di luglio, abbiamo incontrato Sergio Rubini. Disponibile e gentile, come quasi tutti i meridionali, si concede per un’intervista, comodamente seduto sui gradini degli uffici comunali, diventati per l’occasione sede della Pro Loco. Non potevamo non chiedergli cosa lo avesse attratto tanto della nostra cittadina da sceglierla per girare alcune scene del suo film. Ecco ciò che ha risposto. Cosa l’ha portata a scegliere proprio San Vito come set per il suo nuovo film? Cercavo una piazza che avesse ancora un’autenticità, che potes-
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Ha scelto il brindisino per girare gran parte del suo film. Come ha risposto il territorio ed i suoi abitanti? Io qui mi trovo benissimo. Avevo già girato La Terra da queste parti, precisamente a Mesagne, dove anche questa volta ho girato alcune scene. Qui mi sento a casa mia. Penso di aver manifestato alle popolazioni di questi luoghi la mia stima, il mio affetto, il mio rispetto e sono ricambiato. Questo mi lusinga molto e mi aiuta a sentirmi a casa; però, ciò non vuol dire che metto i piedi sui tavoli. Rispetto molto queste persone e mi sento rispettato. Insomma, mi piace tantissimo questo posto. Quindi, ci potremmo augurare che tornerà presto a San Vito?
Per adesso sto girando questo film e mi auguro per il futuro, di girarne altri. Ogni volta che ho un’idea per un nuovo film penso che sia il caso di girarlo in un paese del Nord: Helsinki, Stoccolma; invece, puntualmente, ricasco al Sud; ricasco in Puglia
e torno sempre nel Salento o, come lo chiamate voi, nel grande Salento. Io sono originario della provincia di Bari, ma frequentemente scelgo per le riprese dei miei film proprio il vostro territorio. Questi luoghi, ripeto, mi piacciono davvero molto.
L’INVITO DI ROMEO CONTE Nel corso della II edizione del Salento Finibus Terrae volevo invitare Sergio Rubini a ritirare il premio del Festival. Questo premio viene attribuito dai Comuni dell’Alto e Basso Salento che patrocinano la rassegna cinematografica. Si tratta di 12 statuette, realizzate dal maestro Carmelo Conte, che rappresentano un angelo che ha un'ala costituita da una pellicola, l'altra tutta in bronzo. Tale opera del maestro Conte viene assegnata a personaggi che hanno veramente nel cuore l’amore e la passione per il nostro territorio. Ho cercato, all’epoca, di contattare il regista ma non vi riuscii. Ora, lui ha deciso di girare una delle sue opere cinematografiche proprio nel mio paese di origine e proprio nel periodo in cui si tiene la manifestazione di cui sono ideatore e direttore artistico. Dunque, se mai Rubini dovesse leggere queste righe, gli porgo ufficialmente l’invito per il prossimo 26 luglio a salire sul palco del Salento Finibus Terrae per ritirare questo premio, che gli spetta di diritto. Romeo Conte
OCCHIO Inchiesta
ANNO 1 N.7 - LUGLIO 2009
Ma… la battigia è libera? Le regole del Demanio in una Mezzaluna che non c’è più. Sul bagnasciuga si può solo passeggiare
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l demanio marittimo, bene pubblico da tutelare e preservare, è ormai oggetto di continui soprusi e inspiegabili
La battigia è destinata esclusivamente al libero transito. A stabilirlo un'ordinanza regionale anomalie. I cittadini di Carovigno criticano la gestione della Mezzaluna ed il gestore del demanio si difende con il rispetto dell’ordinanza regionale. “Noi chiediamo maggiore attenzione da parte della Regione Puglia sulla questione del demanio marittimo, perché ormai la privatizzazione delle spiagge è assoluta e ogni anno guadagna metri. Siamo degli affezionati della Mezzaluna, ma ormai qui non si è più liberi di poggiarsi sul proprio asciugamano perché c’è chi gentilmente ti obbliga a spostarti”. Una coppia carovignese si lamenta, ritenendo che gran parte della spiaggia che l’anno scorso era libera quest’anno non è più fruibile se non sotto pagamento. “È davvero un controsenso. Un bene è demaniale perché si ritiene debba essere a disposizione del pubblico e invece si dà la con-
di Marilena Locorotondo cessione a privati che rendono il bene da formalmente demaniale a sostanzialmente privato. Quello che paghi dovrebbe essere il servizio (ombrellone, lettino ecc.) ma nessuno ti può impedire di stare in riva al mare gratuitamente, ci sono 5 metri di bagnasciuga di cui potremmo usufruire di diritto”. In realtà la questione è molto più complessa e sembra necessario andare a fondo al problema. Il concessionario del demanio sulla Mezzaluna afferma di agire solo nel rispetto dell’ordinanza regionale per il Turismo e le strutture balneari. “Faccio questo lavoro dal 1986 ed ho sempre agito nel totale rispetto delle leggi in vigore – si difende Salvatore Lanzilotti, gestore del demanio - Non posso permettere alla gente di stendere il proprio asciugamano occupando la fascia di spiaggia (battigia), destinata esclusivamente al libero transito, perché infrangerei un divieto che mi costerebbe una multa salata ed il ritiro della Concessione. Quella parte del demanio è riservata esclusivamente al transito, al passeggio, ma la gente è informata poco e male”. Infatti secondo l’Art. 3 ISTITUZIONE REGISTRO INADEMPIENZE, PRESCRIZIONI SULL’USO DEL DEMANIO MARITTIMO del 4 giugno 2009 si evince che: sulle aree demaniali marittime della costa pugliese è assolutamente vietato occupare con ombrelloni, sedie
o sdraio, natanti e/o altre attrezzature mobili ed oggetti di qualsiasi natura la fascia di spiaggia (battigia), ampia non meno di metri 5, destinata esclusivamente al libero transito con divieto di permanenza; il concessionario frontista è tenuto a rispettare e a far osservare la predetta prescrizione, pena decadenza della stessa concessione. Il testo dell’ordinanza è molto chiaro in merito e infrange tutte le speranze di chi vorrebbe in assoluta libertà stazionare su qualsiasi punto della spiaggia, spinto dalla convinzione che la sabbia possa essere comunque svincolata da qualsivoglia legge e fruibile gratuitamente per tutti. E nemmeno i 5 metri di battigia libera possono ospitare i bagnanti e il proprio asciugamano perché su quella parte della spiaggia si può solo passeggiare. Sulla que-
stione che il concessionario ogni anno acquista metri, Lanzilotti risponde “La spiegazione sta nel fatto che la spiaggia è diventata più piccola. Non è colpa mia se grazie al maltempo ¾ di spiaggia e quindi di sabbia non ci sono più. Il laghetto ha guadagnato spazio restringendo quell’arenile un tempo enorme.” Guardando oggi la spiaggia della Mezzaluna, un tempo spaziosa e pronta ad ospitare moltissimi bagnanti, ci si accorge effettivamente di quanti metri abbia guadagnato quel laghetto tanto odiato, che prima era poco più di una pozzanghera. La gente purtroppo deve accettare per legge e per natura questa situazione, accontentandosi dei pochi metri di sabbia ancora disponibili. Della splendida spiaggia di un tempo restano pochi frammenti e qualche bel ricordo.
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OCCHIO Inchiesta
UN MARCHIO DI QUALITÀ
Per la riserva di Torre Guaceto attivate collaborazioni con Università ed enti nazionali
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ome sarà l’estate 2009 di Torre Guaceto? Quali novità, quali iniziative? Per cominciare la Torre si rifà il trucco: entro fine anno dovrebbe essere terminato il restauro, grazie ad un finanziamento POR (Programma Operativo Regionale) da 250 mila euro, portato avanti da una ditta leccese. I lavori prevedono l’utilizzo di soli materiali naturali, evitando elementi chimici che garantirebbero un risultato più duraturo ma non rispetterebbero la composizione originaria della struttura. Passando per la SS 379 si noterà inoltre la comparsa di un laghetto, creato per una duplice finalità: in primo luogo garantire all’avifauna, di passaggio dalla Riserva, un punto di riferimento, dopo che i lavori di bonifica, effettuati nel corso degli anni, avevano eliminato tutti i laghetti presenti; in secondo luogo sarà una porta tagliafuoco contro gli incendi. In questo senso anche il laghetto fa parte del nuovo sistema antincendio in fase di ultimazione che prevede la creazione di due cisterne. Il progetto iniziale era incentrato sulla creazione di pozzi, ma indagini geologiche hanno sconsigliato tale opzione perché avrebbe danneggiato il sottosuolo. Il Consorzio di Gestione prosegue i proficui contatti e le collaborazioni con le università pugliesi, soprattutto con l’Università del Salento, affinchè la Riserva di-
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di Giuseppe De Simone venti un’area di studio e ricerca. L’Università aiuta il Consorzio a realizzare la sua duplice finalità:
Torre Guaceto, unico presidio Slow Food al mondo per i pomodori fiaschetto
tutela dell’Area Protetta (operazione che richiede uno studio e una conoscenza preliminare di
tutti i fattori ambientali in gioco) e promozione di un marketing pubblicitario per il turismo che funga da volano per l’economia locale (pubblicizzando i progetti e le iniziative intraprese). Ora viene da chiedersi, quale sarà di preciso il programma per l’estate 2009 di Torre Guaceto? Nel rivolgere la domanda al presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Vincenzo Epifani, capiamo che c’è qualcosa che non va. “Il programma per l’estate, ad oggi [21/6/2009], non lo abbiamo ancora definito. Possiamo però dire che ci saranno diverse attività teatrali. Spero di riuscire a realizzare sia Naturalia, che la manifestazione con Slow Food. Sarà difficile perchè i finanziamenti dello Stato, quest’anno come l’anno scorso, sono diminuiti (per il 2009 ci sono stati tagli del 30%). Probabilmente riusciremo a fare Naturalia solo a settembre.” Ebbene sì, la crisi economica è giunta anche in questo luogo incontaminato. I posti di lavoro sono i primi ad essere colpiti: “Abbiamo dei grossissimi problemi economici. Abbiamo assunto alcuni ragazzi part-time, ad altri non abbiamo avuto la possibilità di rinnovare il contratto. Al bar non abbiamo messo i sorveglianti notturni. Sono tutti soldi che stiamo cercando di risparmiare per poter ovviare ai tagli”. Il Consorzio, trovatosi davanti al problema dei
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tagli ha dovuto cercare una risposta. La risposta è stata puntare sull’autofinanziamento. “For-
inoltre certificata EMAS II, “La certificazione più importante che si possa avere in un’area marina
sfida più forte è quella che riguarda le colture biologiche e il Marchio di Qualità della Riserva.
comune. Gli agricoltori che collaborano con noi, mentre in partenza erano 8, ora sono 20. Sia-
tunatamente negli ultimi anni abbiamo attivato diverse attività e risorse per l’autofinanziamento, per esempio il bar, il parcheggio, ecc. Sono tutte attività che fanno entrare soldi nelle casse del consorzio: quest’anno speriamo di ricavarne intorno ai 100 mila euro. Grazie ai progetti e alle attività di autofinanziamento, oggi siamo dipendenti dal Ministero solo al 50%”. Ma la riposta alla crisi non si ferma qui, diventa sfida, diventa scommessa sulla qualità. Molti progetti sono stati attivati, in collaborazione con università ed enti nazionali, in grado di garantire e certificare i prodotti e i servizi offerti. Per esempio è stata portata avanti un’esperienza di pesca controllata in grado di valutare l’incidenza del pescato sulla fauna ittica, in modo tale da garantire una pesca che non abbia impatti negativi sull’ecosistema. L’Area Marina Protetta è controllata ogni mese grazie ai rilievi dell’ARPA Puglia ed è
protetta. Questo vuol dire che le acque di Torre Guaceto sono perfettamente pulite”. In questo senso l’assenza della Bandiera Blu non deve preoccupare riguardo alla pulizia delle acque. Il punto è un altro: carenze infrastrutturali e il problema del depuratore. A tale riguardo Vincenzo Epifani continua: “È un problema che ci riguarda da decine di anni e che stiamo affrontando con l’Acquedotto Pugliese. Questo lo stiamo facendo in collaborazione con i tre comuni che usufruiranno dell’impianto di depurazione (San Vito, San Michele e Carovigno)”. Puntare sulla qualità vuol dire anche ripristino dell’ambiente naturale preesistente agli interventi dell’uomo, che ne hanno alterato gli equilibri originari. Ciò prevede l’eliminazione della flora non autoctona (nella misura in cui questa operazione non sia dannosa), la tutela del cordone dunale, ecc.. Ma forse la vera risposta alla crisi economica, la
Pescatori e agricoltori entrano a far parte dell’organizzazione della Riserva producendo i loro prodotti nel rispetto di rigidi disciplinari che ne garantiscano la genuinità. Ciò vale anche per le strutture ricettive. Il rispetto degli standard previsti dal Marchio di Qualità sta portando ad inaspettati vantaggi per gli stessi agricoltori e pescatori: “I pescatori sono felicissimi perchè sono tutelati dal disciplinare che abbiamo richiesto, gli agricoltori chiedono sempre più di partecipare alle nostre attività ed iniziative, perchè hanno capito che solo la qualità può salvare l’agricoltura dalla concorrenza dei colossi europei: spagnoli, greci ecc. Abbiamo quindi commercializzato l’olio biologico di Torre Guaceto e siamo entrati, al primo anno di produzione, nelle guide Slow Food. Quest’olio oggi viene venduto sul mercato a 7 - 7,50 euro al litro contro i 2 - 2,20 euro dell’olio
mo l’unico presidio Slow Food al mondo per i pomodori fiaschetto e l’anno scorso abbiamo prodotto la salsa con il pomodoro fiaschetto che è andata a ruba, pur avendo un prezzo superiore alla media perché è un prodotto biologico. Abbiamo prodotto il farro, il miele, ecc. Anche per il pescato di Torre Guaceto è previsto il Marchio di Qualità (in questo caso si pesca con determinate reti, con una determinata lunghezza, ecc.). Infine è nata la Comunità Slow Food del cibo di Torre Guaceto, che comprende allevatori e caseificatori, pescatori, contadini operanti nella Riserva”. Torre Guaceto può diventare un esempio nella difficile situazione attuale. In questo senso conferma la sua vocazione moderna alla tutela dell’ambiente e alla ricerca. I problemi economici nazionali e mondiali li conosciamo tutti: riuscirà la Riserva a vincere la crisi scommettendo sulla qualità?
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OCCHIO Inchiesta
E IO PAGO! diceva Totò
Lo stato dei ricorsi presentati dai proprietari di case in Specchiolla contro il Comune di Carovigno di Doriana Santoro
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ontinua la vicenda dei ricorsi per i balzelli notificati dal Comune di Carovigno ai proprietari delle abitazioni site nella marina di Specchiolla. Cifre da capogiro, che in alcuni casi hanno sfiorato i 3.000 euro, arrivando ad un massimo di 5.000 euro. I cittadini però non sono rimasti a guardare, ma hanno subito dato mandato a dei legali per fare chiarezza sulla tariffa al metro cubo, lievitata in maniera spropositata, a loro dire. Occhio Magazine ha incontrato uno dei legali che segue la vicenda, l’avvocato Angela Epifani di San Vito dei Normanni, per fare il punto della situazione. Avvocato Epifani ci spiega perché alcuni cittadini si sono rivolti a lei? Diversi proprietari di abitazioni site in Specchiolla si sono rivolti a questo studio legale al fine di verificare la legittimità degli inviti e delle ordinanze notificate dal Comune di Carovigno per il pagamento di esose somme di denaro per lo smaltimento delle
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acque reflue urbane attraverso una vasca di raccolta. Gli inviti di pagamento e le ordinanze riguardano gli anni 2004/2005. In particolare per l’anno 2005 si è evidenziato un aumento delle tariffe applicate: il Comune ha determinato il costo in circa 18,00 euro al metro cubo, oltre IVA al 20%. In primo luogo si è posta l’attenzione sulla legittimità della richiesta, anche alla luce della documentazione richiesta alla Provincia di Brindisi, Settore Ambiente. Quali sono stati gli ulteriori passi legali? Si è passati, poi, a contestare il tipo di calcolo effettuato ai fini della determinazione del quantum, considerato che non tutta l’acqua prelevata dall’Aqp finisce nel sistema fognante (giardini, eccetera). Si è contestata anche l’applicazione dell’IVA, che deve essere applicata nella misura del 10%. Si è lamentato un quantum errato, oltre che l’illegittimità della tariffa.
In vero, dal 01/01/2003, a seguito della convenzione di servizio stipulata con il Commissario straordinario all’emergenza idrica, l’Aqp ha assunto “la gestione unica” del servizio idrico integrato dell’ambito territoriale ottimale della Regione Puglia, con l’applicazione del metodo “tariffario normalizzato”, previsto dal decreto ministeriale dei Lavori Pubblici in data 01/08/1996, ai sensi della legge n. 36 del 1994. Cosa stabilisce la tariffa semplificata? “La tariffa semplificata”, di cui all’art. 22 comma 2 della convenzione, come desumibile dalla delibera Aqp numero 72 del 28/11/2003 pubblicata sul Bollettino della Regione Puglia n. 155 del 05/12/2005, ha stabilito per ogni modulo abitativo sia il costo del servizio di fognatura che quello del servizio di depurazione. Ne consegue, pertanto, che il corrispettivo dovuto ai sensi di legge (e per tutti i cittadini della Puglia) per il servizio di fognatura e depurazione è da determinare
applicando la suddetta tariffa generale e non quella arbitrariamente determinata dal Comune di Carovigno, con gestione autonoma, pari a euro 18,54 oltre IVA al 20%. Il contributo dovuto in applicazione delle tariffe si aggira intorno ad euro 0,50 al metro cubo, somme che i cittadini sono pronti a corrispondere in ragione dei consumi realmente effettuati. Quali sono stati i primi effetti del ricorso? Sia il giudice del Tribunale di Brindisi, sezione distaccata di Ostuni, al quale hanno inoltrato ricorsi coloro i quali hanno ricevuto inviti al pagamento in misura superiore ad euro 2.500 (in due casi superiore addirittura ad euro 5.000), sia il Giudice di Pace di San Vito dei Normanni hanno sospeso l’efficacia esecutiva dell’impugnato provvedimento. Il Giudice del Tribunale di Ostuni ha fissato per la decisione l’udienza il 09/07/2009. Il Giudice di Pace di San Vito dei Normanni ha fissato per la decisione l’udienza il 30/09/2009.
ANNO 1 N.7 - LUGLIO 2009
alla lettera Il 24 marzo 2009 il Comune di Carovigno ha fatto recapitare una lettera ai residenti di Specchiolla da parte dell’Ufficio Contenzioso dello stesso Ente. Oggetto della lettera: contenzioso relativo al servizio di impianto fognante comunale Località Specchiolla anno 2005- Comunicazioni. Di seguito il testo della lettera: Vi informiamo che con delibera n. 25 del 29/01/2009 l’Amministrazione Comunale, considerati gli elevati costi del servizio connesso allo svuotamento della vasca di accumulo liquami di località Specchiolla per gli anni 2005 e 2006 e accogliendo le richieste di riduzione della tariffa avanzate dal Comitato “Amici di Specchiolla”, ha deciso: 1. di compartecipare alla spesa sostenuta, nella misura di € 50.000,00 per l’anno 2005 ed € 50.000,00 per l’anno 2006; 2. che tale compartecipazione venga applicata in sede di determinazione della tariffa relativa all’anno 2006; 3. che usufruiranno di tale riduzione tariffaria unicamente gli utenti che non abbiano attivato contenzioso per l’anno 2005 e che risultino aver pagato per intero la tariffa degli anni precedenti e, in tutto o in parte, quella del 2005. Poiché agli atti di quest’Ufficio risulta che è stato presentato ricorso avverso l’invito
al pagamento della tariffa da Voi dovuta per l’anno 2005 e che l’autorità adita esaminerà la questione non prima del 29/04/2009, si informa che la S.V. potrà beneficiare comunque della minor tariffa per l’anno 2006 se abbandona il contenzioso pendente, provvedendo contestualmente al pagamento - anche a rate - di quanto dovuto per l’anno 2005. In calce la firma del responsabile del servizio: dott. Vito Antonio Maggiore. Alla maggior parte dei cittadini che ha ricevuto tale comunicazione, questo modo di agire dell’Amministrazione ha suscitato dei dubbi. La parte finale della lettera, secondo loro, li inviterebbe a demordere dal loro intento di fare chiarezza su una tassa che non ritengono giusta, al fine di poter usufruire di un contributo da parte della stessa Amministrazione che li ha tassati. Non entriamo nel merito, ma forse l’Amministrazione Comunale di Carovigno avrebbe dovuto essere più chiara, spiegando ai cittadini il perché dovrebbero abbandonare il contenzioso ed anche la relazione - se relazione esiste - tra la data di esame da parte dell’Autorità adita e la possibilità di usufruire del contributo comunale; altrimenti è facile cadere nell’equivoco, in cui peraltro sono incappati anche gli stessi cittadini, di pensare che velatamente l’Amministrazione stesse ponendo agli stessi un out out. D.S.
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Il Comune risponde Dato l’equivoco venutosi a creare tra cittadini e Amministrazione comunale di Carovigno, abbiamo chiesto lumi al responsabile dell’Ufficio contenzioso dello stesso ente. A rispondere è lo stesso autore della lettera riportata nella pagina precedente, il dottor Vito Antonio Maggiore.
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La lettera a cui si fa riferimento è stata inviata ai cittadini per fare chiarezza e per nessun’altra deduzione o congettura si sia potuta fare. Fa riferimento, come è noto, alle somme da pagare per lo smaltimento delle acque reflue per gli anni 2005 e 2006. Quando furono notificate le bollette da pagare, una delegazione del
comitato “Amici di Specchiolla” si recò dagli amministratori del Comune di Carovigno per lamentare le tariffe applicate a metro cubo e chiedere spiegazioni. Gli Uffici comunali preposti prontamente avviarono una verifica, dalla quale emerse che l’anno in questione il depuratore di Ostuni, presso il quale venivano smaltite le acque reflue della marina, aveva avuto dei problemi di funzionamento. Per tale ragione il Sindaco Vittorio Zizza dispose un’ordinanza, che autorizzava il conferimento degli stessi reflui presso altri depuratori fuori provincia, ossia nel leccese o barese. Preso atto delle rimostranze dei cittadini e sapendo che le somme dovute erano gravate da tale situazione verificatasi, per cause non determinate dall’Amministrazione comunale, la stessa ha così deciso di farsi carico delle spese sostenute per il trasporto ed il conferimento in altra provincia dei reflui, stanziando un contributo pari a 50.000 euro per il 2005 ed altri 50.000 euro per il 2006. Le notifiche di pagamento, però, erano già state recapitate ai cittadini e non si poteva procedere alla rettifica degli stessi, in quanto la ditta che si occupava dei conteggi e riparti, nel frattempo, era cambiata. Quindi saremmo potuti incappare in un nuovo contenzioso con la ditta in questione. Per questa ragione l'Amministrazione comunale ha deciso di concentrare nell’anno 2006 l’intero sconto di 100.000 euro (50.000 euro stanziati per il 2005 e 50.000 euro stanziati per il 2006). L’Amministrazione
Comunale nella deliberazione n. 25 del 29.01.2009 ha però subordinato la riduzione della tariffa nell’anno 2006 esclusivamente in favore di quegli utenti che, non solo non abbiano avviato contenzioso per l’applicazione della tariffa per l’anno 2005, ma che - agli atti di ufficio - risultino aver pagato per intero quella degli anni precedenti e, in tutto o in parte, quella degli anni 2005. A tal fine abbiamo inviato la comunicazione ai cittadini per chiarire la situazione e la posizione dell’Ente e per invitarli, qualora lo avessero ritenuto giusto, a ritirare i ricorsi da loro avviati.
Tale situazione incresciosa mortifica territori ed enti locali, ma la soluzione depuratore tanto auspicata pare ricompaia all’orizzonte. Infatti, i lavori all’impianto di depurazione che servirà i Comuni di San Vito dei Normanni, San Michele Salentino, Carovigno e la stessa marina di Specchiolla hanno ripreso il loro corso, dopo la risoluzione di un problema con uno dei Comuni interessati, San Vito dei Normanni, in merito ad una vasca. Gli amministratori si sono anche recati insieme alla Regione Puglia per chiedere lo stanziamento dell’ultima trance del finanziamento per poter completare i lavori e ridare dignità e prospettive al territorio.
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ALZATI E CAMMINA
È l’esortazione fatta dal Presidente del Comitato Amici di Specchiolla all’intera comunità
V
orrei trovare le parole giuste, utili a ricreare l’umore e l’immagine originale proprie dei pionieri che, con coraggio ed abnegazione, scoprirono le grandi risorse di questo sito goduto a pascolo di mandrie di buoi e stormi di gabbiani. Sullo sfondo il mare azzurro: pescoso con il suo profumo salmastro e lo iodio da ispirare a pieni polmoni. La prima topografia fu certamente laboriosa e discussa, ma il contatto creò l’appetibili-
di Bartolomeo Parisi - avvocato tà e fu concorrenza e competitività. Molta acqua è passata sotto i
Noi perdiamo il tempo migliore per esporre al sole di luglio un territorio ricco di bellezze naturali, suggestioni e colore
ponti. Basta ricordare MARZO 1953, ora siamo nel 2009. Il giugno delle elezioni si è chiuso lasciandosi dietro gli aspetti negativi della gestione del potere dove tutti hanno la pretesa di contare non nell’elaborazione dell’attività amministrativa, ma nella richiesta di poter soddisfare la propria clientela. Noi riteniamo che l’Associazione Amici di Specchiolla debba lavorare seriamente e concretamente per la formazione di una mentalità che sappia com-
prendere che il tutto non si esaurisce nell’interesse privato, ma che ogni persona deve operare nel concreto delle problematiche che affliggono la nostra comunità. Ecco perché lanciamo l’esortazione: SPECCHIOLLA ALZATI E CAMMINA! Per chi percorre la via che scorre lungo questo tratto di strada della costa adriatica, Specchiolla nel cuore della Puglia appare quasi una sorta di miraggio di luce e di azzurro. Quelli della “vacanza - evasio-
OCCHIO Riflessioni
ne” trovano su questo lembo di costa grandi proposte per relax e divertimento. Noi siamo sprovvisti di strutture ricettive e complementari moderne e diversificate. Noi perdiamo il tempo, il miglior tempo, ad enfatizzare le nostre carenze in atti giudiziari e guerre di quartiere, anziché esporre al sole di luglio un territorio che per bellezze naturali, suggestioni e colore è in grado di offrire il meglio di tutte le stagioni: feste, tradizio-
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ni, momenti di folclore con un loro epilogo nella seduzione della tavola. Esponiamo, invece, un popolo supino, disteso sulla sabbia a criticare, a demolire se stesso, anziché aprirsi alla collaborazione per recuperare fiducia nel convivere, nel bene e nel male, i momenti e le vicende utili al vivere sociale e temporale alla ricerca del come sostenere una crescita profittevole di valore futuro e innovazione.
SPECCHIOLLA ALZATI E CAMMINA Ci giungono esortazioni a creare organizzazioni basate sul talento, ma noi siamo un’Associazione di volontariato e possiamo incoraggiare solo le aziende a guardare oltre i sistemi di riferimento tradizionali per valutare la propria efficacia nel generare crescita nell’innovazione: cerchiamo di infondere un forte senso di appartenenza per coinvolgere persone più coese e più orientate al nostro territorio; convincere che è proprio il mare la doppia anima che può dare ai nostri Comuni vicini un po’ di respiro, di aria e di svago. Una costa tra baie e calette incantata; scogliere che odorano di profumo salmastro specie alla risacca mattutina, merita la collaborazione di tutta la pluralità stanziale, che ha impegnato la sua ricchezza in un concreto patrimonio, di tutti i teorici delle vacanze e di tutti quelli che remano contro. Reinvestiamo la nostra Specchiolla meritevole di stare al centro di un territorio capace di diventare di diventare moltiplicatore di talenti. E per dirla secondo una rivista di business ad alta performance: “Questo traguardo è essenziale per coloro che vogliono creare ed essere parte di un business ad alta performance”. Noi lo vogliamo e vogliamo dialogare con tutti perché facciamo parte del terzo settore, che mira a rendere un’unica grande proposta sociale la ricchezza di un progetto condiviso da milioni di cittadini,
l’originalità di forme aggregative multiformi e la passione e professionalità di esperienze innovative.
OCCHIO San Vito dei Normanni
ANNO 1 N.7 - LUGLIO 2009
EMERGENZA SANGUE
Conosciamo l’Avis e diventiamo donatori di vita. Un’intervista al Presidente L. De Leonardis
A
rriva l’estate, con il caldo e lo spopolamento delle città, ritorna ad essere attuale la carenza di scorte di sangue. I mesi di gennaio ed agosto detengono la maglia nera delle donazioni, vuoi per le ferie, vuoi per le festività ed influenza invernale. Ci vorrebbe il congelamento del sangue per poterlo trasfondere quando si vuole o nei periodi di carenza: attualmente cosa possibile solo per il sangue del cordone ombelicale. Purtroppo il sangue donato si conserva per un periodo limitato, oltre il quale non può essere trasfuso: i globuli rossi scadono dopo 42 giorni. Il tanto atteso e famoso sangue artificiale, fatto in laboratorio, non è mai arrivato: perciò l’unica fonte di sangue a oggi rimane l’uomo. In Italia ci sono circa 1 milione e 600mila donatori periodici regolari, che donano circa 2 milioni e 600mila unità di sangue. Una delle cause della carenza estiva è da imputare all’aumento delle esigenze da parte delle strutture pubbliche e private: si fanno più operazioni e trapianti; è aumentata
di Giuseppe Fagiano la vita media e con essa i ricoveri ed i potenziali pazienti-fruitori delle trasfusioni. L’estate scorsa alcuni importanti ospedali italiani hanno sospeso gli interventi programmati perché rimasti con poche scorte che dovevano garantire le urgenze: perciò il
indirizzano generalmente le campagne di sensibilizzazione. Dopo questa breve e doverosa premessa ecco di seguito l’intervista al Presidente dell’Avis sezione di San Vito dei Normanni, Leonardo De Leonardis, in carica da sempre, dal lontano 1986, per chiarire alcuni
miglior contenitore per conservare il sangue rimane il corpo umano, ma servono più donatori potenziali da poter chiamare per soddisfare i bisogni. Considerando che i donatori abituali oltre ad invecchiare, possono anche ammalarsi, con il risultato di minori donazioni, servono forze fresche; ed è ai giovani sotto i 35/40 anni che si
concetti importanti sulla donazione di sangue, effettuabile tutti i giorni feriali presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale A. Per-rino, ma anche senza spostarsi da San Vito dei Normanni almeno una volta al mese: con le “raccolte itineranti”, nei posti idonei e pubblicizzati, con il personale che arriva dallo stesso Centro.
Che cosè l’ Avis ? L’Avis è un’Associazione di persone, presente su tutto il territorio nazionale, che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue. E’ costituita da volontari ed è apartitica, aconfessionale, senza fini di lucro e non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione e ideologia politica. Ha lo scopo di promuovere la donazione del sangue (intero o di emocomponenti). Per quale motivo si dona il sangue? Nella vita di tutti i giorni un infortunio sul lavoro, un incidente stradale, un intervento chirurgico, possono rendere necessaria una trasfusione di sangue. E’ importante che chi non ha problemi di salute, spontaneamente e gratuitamente doni un po’ del suo sangue. Donare il sangue è donare la vita. Tutti possono diventare donatori ? Per diventare donatore, bisogna essere una persona sana, di età compresa fra i 18 ed i 65 anni e con un peso non inferiore ai 50 chilogrammi, prima della donazione si può fare una
Note e sapori di un tempo 14 luglio 28 luglio 11 agosto 25 agosto
SERATE ALL'APERTO con musica popolare e cucina casereccia
OCCHIO San Vito dei Normanni
leggera colazione, a scelta tra un caffè o una tazza di tè o una mela o, ancora, con 2 fette biscottate con un velo di marmellata o miele. Sono assolutamente vietati il latte ed i suoi derivati ed alimenti contenenti grassi; bisogna essere sottoposti ad un prelievo di sangue, necessario per eseguire gli esami preliminari di laboratorio e ad una visita medica, sottoporsi ad un E.C.G., se si risulterà idonei, si potrà effettuare la donazione. Quali sono i motivi per cui non si può donare ? Se la condizione per essere donatori è quella di essere in buona salute (soprattutto per quanto riguarda il sistema cardiocircolatorio e quello nervoso centrale) la risposta alla domanda viene di conseguenza. Tuttavia, pur considerando che spetta al medico selezionatore la responsabilità del giudizio, si possono dare degli utili orientamenti generali a uso del candidato donatore. Il divieto assoluto a
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donare riguarda coloro i quali sono interessati da: malattie del sangue o del cuore, gravi malattie infettive, epilessia, tumori maligni, alcolismo o tossico dipendenza. Donare il sangue è dannoso per la salute ? No, lo si può donare regolarmente senza alcun danno, perché l’organismo lo reintegra molto velocemente. Nel giorno della donazione è consigliabile astenersi dal lavoro e non esporsi ai raggi del sole. Quanto sangue viene prelevato e quanto tempo dura il prelievo? Vengono prelevati circa 350 cc di sangue ed il prelievo dura circa 10 minuti. Che significa essere donatore universale ? Il donatore del gruppo 0 Rh negativo è universale, questo vuol dire che può donare il proprio sangue a tutti ed è per questo che lo 0 Rh negativo è il più coccolato in una struttura trasfusionale. Avere a disposizione globuli rossi del tipo 0 Rh negativo consente agli operatori sanitari di fronteggiare ogni tipo di situazione difficile legata sia alla presenza di un ricevente Rh positivo sia al verificarsi di una urgenza che non consente di determinare il gruppo sanguigno del paziente. Quali sono i vantaggi di essere iscritti all’Avis ? Far parte di un’Associazione di volontariato comporta notevoli vantaggi tra cui il controllo periodico medico e laboratoristico gratuito; lo stimolo a salutari stili di vita ed un controllo cardiologico. L’Avis organizza, inoltre, incontri culturali e promozionali dedicati alla donazione in collaborazione con i medici trasfusionisti e anche occasioni di socializzazione quali gite, tornei, gare molto coinvolgenti. A quante sacche ammontano
le donazioni totali effettuate dai Sanvitesi dal momento della fondazione dell’Avis San Vito ad oggi? Si contano circa 9.250 sacche. Come ha risposto San Vito dei Normanni nel 2008 e come va nel 2009? L’anno 2008 per l’Avis di San Vito è stato un anno altamente positivo: n° 924 donazioni rispetto alle 768 del 2007. Per il 2009 i risultati sono soddisfacenti, ma sarà un anno impegnativo perché si cercherà di riconfermare il risultato del 2008 ed eventualmente superarlo. Ogni estate si sente parlare di carenza di sangue, quali sono le vostre iniziative ? I mesi di luglio, agosto e settembre sono i mesi neri dei Centri Trasfusionali. Le donazioni calano sia per il clima molto caldo sia perché la gente va in vacanza e dona di meno. Noi per agosto 2009, come Avis, ci prodighiamo ad organizzare più raccolte itineranti e varie manifestazioni socio-culturali allo scopo di sensibilizzare la gente a donare il proprio sangue, coinvolgendo giovani, meno giovani e turisti. Nonostante ciò il sangue è sempre poco, in quanto in questo periodo gli incidenti e le emergenze sono più numerose. Per incentivare le donazioni mettiamo in palio delle biciclette da sorteggiare e degli omaggi da distribuire a chi effettua una donazione dal 1° luglio al 30 settembre 2009. Dove e quando verrà effettuata la prossima donazione? Sabato 11 luglio 2009 presso l’Aula Consiliare del Comune di San Vito; per il mese critico di agosto l’Avis di San Vito effettuerà due raccolte itineranti: Domenica 23 agosto 2009 presso l’aula consiliare del Comune di San Vito; l’altra domenica 02
agosto 2009 secondo una buona consuetudine, verrà effettuata nel luogo dove generalmente i donatori sanvitesi abituali trascorrono le loro vacanze estive cioè a Specchiolla, presso la Lega Navale. Da poco tempo è attivo il sito web dell’Avis di San Vito il cui indirizzo è www.avis.sanvitodeinormanni.org sul quale si possono acquisire altre informazioni sulla donazione e varie ed interessanti iniziative organizzate. Il presidente Leonardo De Leonardis mette a disposizione anche un numero di cellulare: 338/2633640, a cui rivolgersi per ulteriori informazioni. Questo soprattutto per i potenziali nuovi volontari e proprio a loro è dedicato questo articolo, con l’augurio che nel lettore possa scattare la molla della solidarietà. Ci lasciamo con uno slogan regalatoci dal Presidente: PRIMA DI PARTIRE DONATE IL SANGUE; NON DIMENTICATE CHI RESTA.
Tutte le giornate di donazione 2009 a San Vito
• Domenica 11 luglio Aula Consiliare Comune • Domenica 02 agosto Lega Navale di lido Specchiolla • Domenica 23 agosto Aula Consiliare Comune • Domenica 20 settembre Aula Consiliare Comune • Domenica 18 ottobre Chiesa di Santa Rita • Domenica 15 novembre Aula Consiliare Comune • Sabato 05 dicembre Scuola elementare I° Circolo • Domenica 27 dicembre Aula Consiliare Comune
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DO, RE, MI… note in libertà Una scuola di musica dove imparare a suonare strumenti classici e moderni
L
di Francesca Presto parlato della nascita della Scuola di Musica, che ha iniziato il suo percorso del 2005 grazie, anche, ad un’idea del sindaco Antonello Trizza. Il cammino musicale, aperto inizialmente ai bambini, ha visto successivamente un ampliamento materiale dell’offerta formativa. La scuola, dai 35 alunni che contava all’inizio, vanta oggi ben 115 iscritti. Continua il maestro Carrone dicendo che: “Negli anni abbiamo costruito il dipartimento musica-
promotore per la stessa Accademia”. Durante una delle serate finali si sono esposti numerosi progetti. Tra questi, quello di aprire la scuola di musica anche ai ragazzi non vedenti di diverse fasce d’età. A settembre, inoltre, cominceranno dei corsi di formazione della durata di un mese, distribuiti in fasi diverse e coadiuvati dai docenti dell’Accademia Marziale, in particolare con un sassofonista molto noto di Milano.
La scuola si pone come obiettivo quello di insegnare a giovani e giovanissimi le tecniche di solfeggio e le teorie musicali più importanti. Già da diversi anni, coadiuvati da musicisti esperti e sotto la supervisione del maestro Vito Carrone, direttore della scuola musicale, i ragazzi imparano ad apprezzare la musica e soprattutto a socializzare. In occasione dell’esame finale di solfeggio, abbiamo incontrato il maestro Vito Carrone: ci ha
le per l’infanzia e il dipartimento di musica classica e moderna. Attualmente l’attività si snoda da ottobre a giugno con un impegno costante da parte dei docenti che preparano i ragazzi con dei momenti di ascolto non solo dedicati all’insegnamento. Da quest’anno si è voluta fortemente una convenzione con l’Accademia Marziale di Seveso, che autorizza i docenti all’utilizzo del metodo Io cresco con la musica e li autorizza ad essere un centro
Facciamo, quindi, dopo questa bella esperienza di note, dedicata soprattutto ai giova-
foto Marco De Luca
a scuola di musica Lucia Iurleo di San Vito dei Normanni ha concluso il suo anno scolastico con quattro giorni di saggi. Nelle serate conclusive si sono esibite tutte le classi di musica che vanno dalla chitarra moderna al pianoforte, dalla batteria alla fisarmonica e molti altri strumenti classici e moderni. Inoltre si sono esibiti numerosi cantanti preparati sapientemente dei maestri di musica e di canto.
ni che apprezzano la musica, un augurio di buono ascolto a tutti.
OCCHIO San Michele Salentino
SUL FILO DEL DESTINO
Da Milano a New York l’artista Angelo Filomeno porta nel mondo il nome di San Michele di Michelangelo Nigro Certe vite sembrano così perfettamente scandite da parallelismi e intrecci che si fa fatica a non credere che esista un destino. Angelo Filomeno aveva sette anni quando la madre lo portò da un sarto di San Michele perché il bambino temperasse la sua vivacità infantile imparando a cucire. Ora è un artista affermato, vive e lavora a New York e i suoi quadri sono intarsiati dei ricordi e delle tecniche apprese nell’infanzia. Ago e filo sempre in tasca, a cucire una storia personale costellata di successi e di soddisfazioni. Era proprio destino che fosse l’arte del cucito a dare la fama a chi il filo, oltre che tra le mani, se lo ritrova stampato nelle prime quattro lettere del suo cognome. Dopo la laurea all’Accademia delle Belle Arti di Lecce, Angelo si trasferisce a Milano dove si fa strada nel mondo della moda, arrivando a collaborare con grandi stilisti come Gianni Versace. Contemporaneamente fa il costumista per gli spettacoli teatrali. Come è lavorare nella moda per chi vuole fare l’artista? Ti sentivi realizzato o sminuito? Entrare nel mondo della moda per me è stato naturale. Ho imparato a cucire da piccolo, per cui, avendo deciso di trasferirmi a Milano, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di cercare lavoro come sarto. Cucire era la cosa che sapevo far meglio. Ma ho sempre voluto fare l’artista. La moda è stata un’esperienza straordinaria
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perché mi ha dato l’opportunità di conoscere tanti personaggi famosi. Dopo un po’ di tempo, però, anche Milano comincia a starti stretta e decidi di trasferirti a New York. Perché? Dopo cinque anni mi ero stufato di Milano. Si era creato un cerchio di conoscenze da cui non riuscivo a uscire. E poi volevo fare l’artista. Farlo a Milano voleva dire ripartire da zero e scontrarsi con i pregiudizi di chi mi considerava da anni come un sarto. Per questo ho deciso di cambiare città. Ti sei fatto conoscere nell’ambito dell’arte contemporanea per una tecnica molto particolare… Sì, è la tecnica che è riemersa dopo tanti anni, quella del cucito e del ricamo. I miei quadri li realizzo mettendo insieme fili e stoffe. Come ti è venuta l’idea di applicare l’arte del ricamo alla tela, che è uno spazio tradizionalmente legato alla pittura? Diciamo che è stato il punto d’arrivo di otto anni di sperimentazione, anche in altri campi artistici: ho fatto video, fotografie, disegni e sculture in bronzo. Volevo recuperare i 5 anni di inattività artistica passati a Milano. New York mi ha dato subito stimoli ed energie. Dopo tanti anni di ricerca artistica è arrivata l’idea, in una situazione particolare. Dovevo fare una sciarpa da regalare ad un’amica per Natale; nella sartoria dove lavoravo c’era una macchina da cucire a zig zag Singer, e ho provato a usar-
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la per fare dei ricami sulla sciarpa. Finito il lavoro ho portato la sciarpa a casa e sono rimasto per ore a guardarla. In quel momento ho capito che il ricamo poteva essere una nuova strada artistica. Quali temi prediligi per le tue opere? Da sempre uno dei miei temi ricorrenti è l’anatomia. Corpi umani che col passare del tempo sono diventati scheletri, immagini voodoo, figure gotiche. Tutto quello
che realizzo comunque è legato alla mia esperienza personale, alla mia memoria: paure, gioie e dolori che ho vissuto da quando ero bambino. L’artista racconta sempre se stesso. Il fatto che le sue opere possano poi diventare universali è un passo successivo. Ci sono anche animali nei tuoi quadri. Per esempio uno dei più belli ritrae un pavone. E’ un simbolo? Il pavone è simbolo di potere, bellezza e denaro. Ma ha anche delle caratteristiche ridicole: la voce, per esempio, non è certo quella di un usignolo.
Qualche critico ha accostato i tuoi quadri alla pittura cinese. Riconosci questa parentela artistica? No, non mi ritrovo in questo accostamento. Forse l’organicità di certe forme fa pensare all’arte orientale, così come i ricami e le stoffe che richiamano la Cina e il Giappone. Potrei anche accettare la vicinanza, ma solo per alcuni quadri. Potremo vedere una tua mostra personale in Puglia? Ci hai mai pensato? Mi piacerebbe fare qualcosa a San Michele. Ma fra qualche anno. Magari una retrospettiva con alcu-
ne opere di diversi periodi. Angelo Filomeno è un artista cosmopolita, non solo perché vive a New York, che è il simbolo del melting pot, ma perché gli piace sentirsi cittadino del mondo. Gli piace definirsi artista, punto. Senza aggettivi di nazionalità. Del resto anche i suoi tratti somatici camuffano bene le sue origini italiane. Chissà quante volte nella Grande Mela lo hanno scambiato per un americano di origini irlandesi. Eppure sprazzi di Mediterraneo brillano qua e là nelle sue opere: gli ulivi, il mare, certi colori. E poi a ricordargli le sue origini basta il gesto del ricamare che non può che riportarlo a quel bambino che a sette anni prese per la prima volta in mano ago e filo.
Angelo Filomeno. Nasce ad Ostuni nel 1963. Vive a San Michele fino all’età di 18 anni. Dopo il diploma in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Lecce, nel 1987, si trasferisce a Milano, dove lavora nel mondo della moda e poi della sartoria teatrale. Nel 1992 va a vivere a New York, dove diventa costumista teatrale per Broadway e comincia la sua brillante carriera di artista. I suoi quadri sono stati esposti a Milano, Parigi, New York, Helsinki. Nel 2007 alcune sue opere sono state ospitate alla biennale di Venezia.
OCCHIO Carovigno
TRA VITTORIA E SCONFITTA Antonio, 18 anni, sfida tutto e tutti per inseguire il suo sogno più grande
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ra la vittoria e la sconfitta c’è un luogo in cui i ruoli si confondono e non sai più dire se hai vinto o hai perso. Antonio, diciottenne cantautore carovignese di belle speranze sembra vivere in questo luogo. In teoria ha perso: si è presentato alla puntata di Amici Casting del 13 giugno, su Canale 5, per entrare a far parte della trasmissione. La giuria dopo aver ascoltato il suo brano inedito “Un amore nascosto” l’ha bocciato. Ma, tornato a casa, Antonio ha scoperto di aver in un certo senso vinto. Sono nati su Facebook gruppi che lo incitano a continuare a proporre i suoi pezzi. Su Youtube il video della canzone ha spopolato, come anche i commenti alla sua esibizione (alcuni contrari, parecchi altri favorevoli). A molti è parsa quantomeno “strana” la convinzione e l’ostinazione con cui Antonio difendeva il suo pezzo e il suo talento davanti ai giudici dopo esser stato bocciato. Noi di Occhio Magazine lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio Antonio, cosa ti rimane dell’esperienza ad Amici? Mi rimane una bella emozione e tanta voglia di sognare, di crederci. Probabilmente mi presenterò ad altri provini. I talents show aiutano molto i giovani e danno notorietà, fanno bene. Potrei provare Xfactor, mai dire mai. Perché non sei passato? Al secondo step non sono passato,
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di Giuseppe De Simone dopo che avevo superato la prima selezione: l’emozione ha giocato brutti scherzi ed è andata un po’ male. Forse non è piaciuto il pezzo, ci sono tante domande senza risposta. Magari è l’intonazione che non è andata bene. Cosa pensi di Maria e dei giudici? Con Maria ho parlato solo in diretta. Vessicchio e i giudici...loro han-
Protagonista della puntata di amici casting del 13 giugno su canale 5 con la canzone “un amore nascosto” no studiato e possono giudicare. Quali sono stati i commenti una volta tornato? Parecchie persone non hanno gradito la mia esibizione. Mi hanno detto: “con il talento che hai potevi fare di più”. Le critiche sono arrivate dagli amici, non dai parenti. Solo da alcuni amici, cinque o sei. Cosa ti ha infastidito di più? Mi ha dato fastidio lo stress. Ho viaggiato in treno per molte ore solo per sentirmi dire che non avevo passato la selezione. Questo è quello che mi ha dato fastidio, mi ha fatto stare male. In trasmissione hai nominato
più volte Carovigno, cosa significa per te il tuo paese? Io ci tengo a Carovigno. Ho visto che nella scuola di Amici non sono entrati ragazzi di Brindisi, Carovigno, San Vito, quindi volevo portare avanti l’onore di Carovigno. Segui spesso il programma Amici in tv? Come hai deciso di parteciparvi? Il programma Amici l’ho seguito in tv l’anno scorso e ho visto che c’era
la categoria “cantautori”. Io avevo dei pezzi pronti e mi son detto: proviamo! Come partecipante della categoria “cantante” non ci sarei andato. È più bello poter cantare i propri pezzi. Avevi già partecipato ad altri concorsi musicali? Ho partecipato al Premio Delfino 2008 e mi sono classificato al terzo posto. Cos’è per te la musica? Secondo me la musica è vita. Senza musica non c’è vita. È essenziale. A chi ti ispiri? Mi ispiro a Riccardo Cocciante, Matteo Amantia degli Sugarfree, Lucio Battisti, Domenico Modugno. Parlaci un po’ dei tuoi pezzi. In quattro anni ho scritto trenta pezzi, tutti con il maestro Franco Carlucci della scuola di musica “De Armonica” di Carovigno. I miei testi parlano di amore, non solo autobiografico. Ma scrivo anche pezzi più allegri. Anche ora sto scrivendo dei nuovi pezzi. Una mia canzone nasce così: io scrivo i testi, poi faccio un’idea di base della musica. La porto al compositore, Franco Carlucci, gliela canticchio, gli faccio anche gli incisi, i ritornelli, le code, tutto con la voce. Lui la scrive sullo spartito, la completa e l’arrangia. Il pezzo nasce dalla collaborazione di entrambi. C’è feeling. Lavoriamo insieme da due anni. Com’è nato il desiderio di fare il cantautore? L’idea di scrivere canzoni mi è venuta ascoltando i cantautori tipo
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Cocciante. Un giorno mi dissi: ma perchè non diventare come lui e scrivere bei pezzi come fa lui? Ho provato e pian piano ho cominciato questo percorso. È difficile raggiungere il massimo, ma dentro di me c’è sempre la voglia di andare avanti, di studiare musica e fare nuove esperienze. La ragazza a cui hai dedicato la canzone che hai cantato ad “Amici Casting” s’è fatta sentire? Con la ragazza della canzone ci sentiamo sempre, siamo rimasti amici. Prima della trasmissione la chiamai e le dissi: accendi la tv perché canterò il pezzo che ho scritto per te. Ma ci sei stato insieme? La storia è finita un anno fa, eravamo fidanzati. Perché hai scelto proprio quel-
Una canzone si chiama “Liberatemi”, è strana, non saprei spiegarla. Parla di me chiuso in una stanza, da cui non riesco ad uscire e tento in tutti i modi di farlo. Una volta fuori, mi rendo conto di aver perso tutto. È un pezzo drammatico. È stato il primo pezzo che ho portato ad Amici e sono passato. Poi loro mi hanno detto “porta un pezzo più allegro” e ho portato “Un amore nascosto”. “Liberatemi” è nato da un’esperienza personale: avevo quindici anni, e i miei amici erano tutti più grandi di me, diciottenni. I miei genitori una sera non mi fecero uscire. Io ci rimasi male, mi chiusi nella mia stanza a riflettere. È la quinta canzone che ho scritto. La tua prima canzone? La mia prima canzone l’ho composta a quttordici anni per un amico
Qual è il tuo obiettivo a livello musicale? Formeresti un gruppo? Voglio essere come gli Sugarfree. Anche l’idea del gruppo può essere un’idea. Sto lavorando al cd con Franco e una casa di registrazione pugliese, ma il discografico mi ha detto di non parlarne fino a quando tutto non sarà pronto. Hai Facebook? Uso internet. Si può dire che ho vinto su internet. Accendo internet e rispondo ai fans. Prima avevo 40 amici ora 550. Tutto è successo dopo l’esperienza da Maria De Filippi, anche la nascita dei gruppi di fan. Sono molto felice di questo e li ringrazio perche mi danno un grande sostegno. Di solito mi dicono che è bella la canzone, di non arrendermi mai, ecc.
per la bocciatura. È strano. Ma l’importante è che vada avanti il pezzo e che piaccia. Scriveresti per altri cantanti? Mi piace sia cantare che scrivere, ma se canti una canzone scritta da te la canti con molta più grinta, più passione. Ma se un cantante famoso mi dicesse scrivimi una canzone, la scriverei. Progetti a breve termine? Il pezzo andrà presto in radio. Già circola su internet. E poi da lì non so cosa nascerà, spero molto successo. Cosa ne pensano i tuoi genitori? Dopo la terza media ho capito che la musica era parte di me. Ho abbandonato la scuola per seguire la mia passione, la mia strada. I miei genitori mi hanno detto di
la canzone? Ho scelto quella canzone perchè c’è una storia vissuta dietro e dentro di me sentivo che con quel pezzo avrei passato la selezione, speravo di andare avanti. Un cantante se lo sente dentro il pezzo da portare. Hai qualche altro pezzo a cui sei particolarmente legato? Ne hai dedicati altri a quella ragazza? Sono molto legato a questo pezzo e per il momento sembra aver colpito la gente. Alla ragazza ho dedicato solo questo pezzo. Gli altri pezzi?
che mi aveva tradito. Su internet hai ricevuto elogi e critiche, come reagisci agli uni e alle altre? I gruppi di facebook mi ha fatto molto piacere e ringrazio chi mi sta sostenendo per andare avanti. Le critiche su internet, non le ascolto, ci passo su. L’importante è che io piaccia agli altri. Le critiche che più mi hanno dato fastidio sono le critiche provenienti dai compaesani. C’è anche un po’ di invidia. Ma per due sciocchezze non mi abbatto.
Tornerai ad “Amici”? Io ad Amici di nuovo? Non si sa mai! Il prossimo anno potrei riprovarci, ma ci andrei più preparato perché so come funziona. Ancora non ho capito cosa non è piaciuto della mia performance. Se guardi tutto il video del provino su Youtube, Vessicchio non ha detto niente, neanche la giuria ha commentato, quindi io mi pongo sempre una domanda: ma perchè non mi hanno preso? Non l’ho capito. Non mi hanno fornito una giustificazione
fare ciò che ritenevo giusto. Mi sostengono parecchio e mi stanno pagando gli studi di musica, quindi voglio dare una soddisfazione anche a loro. Ora sto studiando canto e pianoforte alla scuola di musica “De Armonica” di Carovigno. Perché la gente dovrebbe comprare i tuoi dischi? Io vorrei fare ascoltare i miei pezzi per trasmettere emozioni alla gente. Far provare loro ciò che provo io.
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OCCHIO Latiano
TUTTI A BORGO SARDEDDA Prevista anche la premiazione di C. Castagna, divenuto noto suo malgrado per la strage di Erba
L
a chiesa di San Francesco alla Sardedda, un’oasi di pace e serenità, sorge a metà strada fra i comuni di Latiano e San Michele Salentino. La chiesa si affaccia sulla strada provinciale che collega le due cittadine e riesce a radunare ogni estate migliaia di famiglie, tra coloro che in quella zona fanno villeggiatura e coloro che provenienti dai due vicini centri vi si rifugiano nelle sere estive per trascorrere qualche ora insieme tra celebrazioni religiosa e concerti, sagre enogastronomiche ed incontri culturali. Queste iniziative si tengono sempre all’aperto, nel piazzale antistante la chiesa. Davvero molto ricco e vario ogni anno il programma realizzato dal rettore don Antonio de Stradis, in collaborazione con il comitato organizzatore. Nel mese di giugno 2009 si sono susseguiti diversi incontri, che hanno visto quali relatori Mons. Angelo Altavilla, don Antonio Andriulo, la dott.ssa Susanna Coccioli e don Raffaele Giuliano. Inoltre, si sono svolti un corso-laboratorio di cartapesta, curato dall’artista Nicola Leo, un laboratorio di pittura e decoupage guidato dalla prof.ssa Vincenza Pagliara ed una commedia di teatro in vernacolo proposta dalla compagnia “I Delfini” di Dante Gagliani. Nel mese di luglio ci saranno appuntamenti quasi ogni sera. Si parte il 2 luglio, alle ore 19.30, con una conversazione sul tema
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di Claudio Argentieri dei Diritti umani, curata dall’ing. Giovanni Giodice di Emergency. A seguire, l’inaugurazione della mostra “Acqua, bene comune”.
Un'estate da trascorrere tra teatro e gastronomia, musica e osservazione delle stelle
Venerdì 3 luglio, alle ore 19.30, Estategiovani, incontro quindicinale aperto a tutti i giovani alla ricerca di un senso e un progetto di vita. Sabato 4 luglio alle ore 19.30 Parola di Vita. Domenica 5 luglio, alle ore 19.30, i Santi Crisante e Daria presentati dal prof. Luigi Neglia. Lunedì 6 luglio, alle ore 20.30 Ultreja diocesana, con la partecipazione degli aderenti ai corsi di cristianità. Giovedì 9 luglio, sempre alle ore 19.30, conversazione con il biblista don Raffaele Giuliano sulla lettera di Paolo ai cristiani di Tessalonica, il primo scritto del Nuovo Testamen-
to. Sabato 11 luglio, alle ore 19.30, celebrazione presieduta dal Vescovo della diocesi di Oria Mons. Michele Castoro; a seguire il vescovo conferirà il Premio Nazionale San Francesco a Carlo Castagna per la luminosa testimonianza di fede e di perdono offerta in occasione della dura prova attraversata; Carlo Castagna, lo ricordiamo, ha perduto nella strage di Erba moglie, figlia e nipotino. La serata verrà allietata dalle esibizioni della Corale M. Immacolata di Villa Castelli diretta dal Maestro Pino Ciracì, dal coro Tarenti Cantores di Taranto e dalla violinista Laura Calcagno, presenta il prof. Antonio Fazzi. Domenica 12 luglio, alle ore 20.30, la quinta edizione della Sagra ti la purpetta, ti la brasciola e ti la pasta fatt’a casa, con l’intrattenimento musicale di Antonio Carluccio e la mostra di bonsai. Dal 13 al 17 luglio, la quinta edizione del corso di Tiro con l’arco, aperto ad appassionati di tutte le età e diretto dal prof. Carmelo Labrini. Giovedì 16 luglio, alle ore 19.30 La diplomazia della Santa Sede nel mondo, un servizio di pace e di amore, conversazione con Mons. Gianfranco Gallone, Segretario della Nunziatura apostolica in Slovacchia. Sabato 18 luglio, alle ore 17.30 la gara di Tiro con l’arco, e premiazione dei vincitori; alle ore 19.30 Ma che… primario! commedia in vernacolo a cura della compagnia teatrale “La nuova generazione”. Giovedì 23 luglio, alle ore 19.30 Pianeta famiglia, come accompagnare i
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figli nel loro fidanzamento, conversazione con don Lorenzo Elia, direttore dell’Ufficio famiglia diocesano. Sabato 25 luglio, alle ore 19, Santa Messa di ringraziamento dopo la mietitura del grano, presso la Masseria Marangiosa; alle ore 20 la commedia dialettale Cugghi l’acqua quannu chioi, a cura della compagnia teatrale “Mino Di Maggio” di Torre Santa Susanna, per la regia di Gianluca Cervellera. Domenica 26 luglio, alle ore 20.15
Che fai tu luna in ciel? (Leopardi): nel 40° anniversario dello sbarco sulla luna, gli astrofili del Centro ricerche astronomiche dell’Università del Salento (già Università degli studi di Lecce) saranno a disposizione per soddisfare curiosità e metteranno a disposizione dei telescopi con cui illustreranno il nostro satellite. Il 27, 29 e 31 luglio, laboratorio per la confezione di ceste e panieri della tradizione contadina, diretto da Angelo Urso.
Giovedì 30 luglio, alle ore 19.30, Ebrei, musulmani e cattolici cordialmente assieme, padre Quirico Calella illustra l’esperienza del suo collegio a San Giovanni d’Acri (in Israele); al termine inaugurazione della mostra La guerra com’è. Venerdì 31 luglio, alle ore 20.30, gli aderenti latianesi ai Corsi di Cristianità si ritroveranno insieme per pregare ed ascoltare la Parola. Si tratta insomma, ancora una volta, di un ricco programma in grado
di accontentare proprio tutti: dal teatro alla gastronomia, dalla musica all’osservazione delle stelle, ovviamente non senza gli immancabili momenti di preghiera. Gli appuntamenti della Chiesa di S. Francesco alla Sardedda proseguiranno anche nei restanti mesi estivi di agosto e settembre, con serate musicali, corse podistiche, incontri di medicina ed il proseguimento della ricca rassegna di teatro amatoriale.
La notte dei libri… narranti L’associazione culturale Vivi la tua città, in collaborazione con Taberna Libraria di Latiano, organizza per il prossimo 18 luglio, presso lo splendido scenario dell’atrio di Palazzo Imperiali di Latiano, La notte dei libri … narranti. Si tratta di un’iniziativa in cui chiunque, gratuitamente, avrà a sua disposizione cinque minuti, per leggere le pagine del libro che più ama. Per poter aderire come lettore è sufficiente comunicarlo ai recapiti sotto indicati, specificando anche il titolo del libro che si intende leggere. Saranno ospitati al massimo 10 lettori. La serata sarà presentata dal giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia Francesco Gioffredi. La Taberna Libraria curerà la vendita dei libri letti, con apposito desk. Contestualmente allo svolgimento dell’iniziativa, ci sarà la degustazione di vini della nostra Terra di Puglia. A tutti i lettori che aderiranno all’iniziativa, la Taberna Libraria consegnerà un buono-sconto da utilizzare entro il 31.07.2009. Taberna Libraria e l’associazione Vivi la tua città non sono nuovi a questo genere di manifestazioni, infatti nel corso dell’anno
hanno organizzato e ospitato innumerevoli autori di libri, negli Incontri con l’autore; momenti culturali che hanno visto protagonisti personaggi come Antonio Caprarica, Cino Tortorella, Giuseppe De Carli, Franco Di Mare, Gherardo Colombo, Matteo Schianchi, Lucia Rizzi, Liliana De Curtis, Alfredo Saitto, Federico Moccia e tanti altri. Una ricca stagione, che dopo la pausa estiva riprenderà a settembre, con nuovi Incontri con l’autore. Per aderire alla Notte dei libri… narranti occorre inviare una e-mail all’indirizzo di posta elettronica: tabernalibraria@libero.it; oppure telefonare al numero 0831.721464. C.A.
OCCHIO Attualità
Difendersi dagli autovelox
Il rispetto dei limiti di velocità e le sanzioni previste dalla legge in caso di infrazione
U
na premessa fondamentale da cui non si può prescindere: rispettare i limiti di velocità non è solo un obbligo imposto dal codice della strada, ma spesso salva la vita, non solo la nostra!
Inutile utilizzare cd o spruzzare lacche sulle targhe All'autovelox non si sfugge Per il controllo della velocità sulle nostre strade vengono utilizzati degli strumenti elettronici, che tutti conosciamo con il nome comune di autovelox. L’autovelox propriamente detto è un misuratore di velocità che utilizza una coppia di laser paralleli, posizionati ad una determinata distanza l’uno dall’altro, il cui raggio viene interrotto dai veicoli in transito permettendo così la misurazione della velocità per effetto del calcolo del tempo di percorrenza della distanza fra i due laser stessi, secondo la formula V= S/T (velocità = spazio/tempo), dove lo spazio è la distanza tra i due raggi ed il tempo è quello che l’auto impiega per toccare gli stessi. Poiché è senz’altro giusto che
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di Giuseppe Di Viesto - avvocato venga sanzionato, anche pesantemente, chi viola la legge, mettendo in grave pericolo l’incolumità propria e quella degli altri, è altresì necessario il rispetto di un canone generale di tutti gli ordinamenti giuridici: il principio secondo il quale da un comportamento illegittimo non possono mai derivare effetti favorevoli per l’autore dello stesso o per chi ne è stato parte, pertanto tutti gli utilizzatori di tali strumenti devono rispettare tutte le prescrizioni imposte. In particolare il decreto del 15 agosto 2007, stabilisce dettagliatamente le modalità del preavviso obbligatorio prima di ogni postazione di controllo. Ad esempio, è necessario che il segnale di preavviso sia posizionato ad una distanza tale da poter essere visto per tempo (si parla di adeguatezza), e comunque non superiore a 4 km dal luogo di effettivo controllo e sempre ripetuto dopo ogni intersezione stradale, in modo che tutti siano egualmente informati. Inoltre, per essere validi, i cartelli di segnalazione del posto di controllo devono riportare necessariamente la formula completa controllo elettronico della velocità oppure rilevamento elettronico della velocità e devono essere del colore di fondo proprio del tipo di strada sul quale sono installati (bianco nei centri abitati, blu nei percorsi extraurbani, verde in autostrada). Diversi riferimenti normativi a livello nazionale ed internazio-
nale, richiedono la taratura delle apparecchiature atte a misurare la conformità dei valori acquisiti a determinati requisiti. Tale operazione deve essere compiuta presso laboratori accreditati dal SIT (Servizio di Taratura in Italia), e non, come spesso accadeva fino a qualche tempo fa, dalla ditta installatrice. L’elenco dei centri SIT viene pubblicato annualmente sulla Gazzetta Ufficiale ed è reperibile nella versione aggiornata sul sito della Segreteria Centrale SIT (www.sit-italia.it). All’atto della rilevazione della
velocità eccessiva gli agenti di controllo devono intimare l’ALT al veicolo e contestare immediatamente la violazione al conducente salvo le seguenti eccezioni: • si tratti di tratto di strada per il quale il Prefetto abbia emanato un decreto nel quale, per tasso di incidentalità e condizioni strutturali, non è possibile il fermo del veicolo senza rischi per la sicurezza dei cittadini e delle forze dell’ordine; • al di fuori di questi tratti stradali, la contestazione immediata è la norma, tranne nei casi, debitamente descritti nell’eventuale ver-
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bale, quando il fermo immediato del veicolo del trasgressore metta in pericolo l’incolumità del conducente, degli operatori di Polizia o la sicurezza del traffico. Comunque, l’art. 384 regolamento di esecuzione e attuazione del Codice della Strada specifica che, tra i casi di possibilità di contestazione differita, vi è quella dell’accertamento della violazione qualora la stessa avvenga “per mezzo di
presenza di utilizzo di strumenti elettronici, giudicano l’assenza di contestazione immediata motivo di nullità dei verbali di contestazione per non aver provveduto o non averne adeguatamente illustrato i motivi ostativi. Questo impone agli accertatori di predisporre un servizio che consenta l’immediata contestazione, come per esempio l’utilizzo di due unità operative: una a monte ed una a valle.
appositi apparecchi di rilevamento che consentono la determinazione dell’illecito in tempo successivo, ovvero dopo che il veicolo oggetto del rilievo sia già a distanza dal posto di accertamento o comunque nella impossibilità di essere fermato in tempo utile e nei modi regolamentari”; inoltre esistono sentenze di Giudici di Pace le quali, pur in
All’atto della rilevazione, è necessaria la decurtazione, dalla velocità rilevata, di una tolleranza pari al 5% della stessa (non inferiore a 5 km/h). Se la velocità risultante eccede il limite vigente sulla strada, si applicano le seguenti sanzioni (art 142): • Per chi supera il limite massimo di non oltre 10 km/h, sanzione
amministrativa da 36 e 148 €; • Per chi supera il limite massimo di oltre 10 km/h, ma non di oltre 40 km/h, sanzione amministrativa da 148 a 594 € e decurtazione di 5 punti patente; • Per chi supera il limite massimo di oltre 40 km/h, ma non di oltre 60 km/h, sanzione amministrativa da 370 a 1458 €, decurtazione di 10 punti patente nonché ritiro e sospensione della stessa da 1 a 3 mesi, con il provvedimento di inibizione alla guida del veicolo nella fascia oraria che va dalle ore 22 alle ore 7 del mattino, per i 3 mesi successivi alla restituzione della patente di guida; • Per chi supera il limite massimo di oltre 60 km/h, sanzione amministrativa da 500 a 2000 €, decurtazione di 10 punti patente nonché ritiro e sospensione della stessa da 6 a 12 mesi. I punti decurtati dalla patente sono raddoppiati nel caso in cui il titolare l’abbia conseguita da meno di 3 anni. Per tutti i conducenti di veicoli indicati alla lettera b),e), f),g),h),i)e l) del comma 3 art 142 (si tratta di TIR, autobus, filobus ecc..) la sanzione è raddoppiata (art.142 c11). Per tutte le sanzioni pecuniarie citate è sempre ammesso il pagamento in misura ridotta del minimo edittale (la sanzione minima indicata). Per quanto riguarda la durata della sanzione accessoria (sospensione della patente di guida), dipenderà dalla gravità e dalle conseguenze dell’infrazione commessa ed è a discrezione del Prefetto (solitamente il minimo in assenza di precedenti). Discorso a parte merita il SICV, ossia il sistema di controllo della velocità conosciuto col nome di
Tutor. Messi in funzione da ormai due anni sulle nostre autostrade, contrariamente a quanto da tutti creduto, gli stessi non calcolano affatto la media per un tratto di strada, o per lo meno non vengono utilizzati in tal maniera. Nonostante il provvedimento ministeriale di omologazione (Min. Infrastr. e Trasporti n. 3999 del 24.12.2004) raccomandava che è opportuno utilizzare il sistema per il rilevamento delle velocità medie, anziché quelle istantanee, su tratte soggette a limiti di velocità costante per ottenere un buon rendimento del sistema; in caso contrario non sarebbe possibile individuare con precisione i presupposti della violazione di cui all’art.142 del Codice della Strada se non prendendo a riferimento la velocità più alta, nessuno si è curato di avvertire che detti strumenti sono stati utilizzati per il rilevamento delle velocità istantanee e non per quelle medie, così una pioggia di contestazioni sono piovute addosso agli ignari automobilisti! Per rispondere al quesito posto all’inizio, il consiglio è quello di non utilizzate alcun Cd, non spruzzare alcuna lacca sulla targa in quanto assolutamente inutili. Assolutamente deprecabile la modifica della targa (cambio di alcune lettere o imbrattamento della stessa), poiché ciò ha rilevanza penale con conseguenze assai rilevanti. L’unico metodo sicuro per evitare di restare vittima degli autovelox è il rispetto dei limiti di velocità! Come dice sempre la mamma: arrivare con mezz’ora di ritardo è sempre meglio che non arrivare mai.
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OCCHIO Salute
SEMPRE SANI E BELLI
Attenzione ad inseguire falsi miti: la forma fisica si ottiene solo con sudore e sacrificio
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a braccio di Ferro è sempre un cartoon educativo? È arrivata l’estate. Tante le domande che ci si pone in questo periodo riguardo alla propria forma fisica e soprattutto estetica. Si tende ad esternare i pro-
di Vito Attorre attività sportive, si può andare in palestra, praticare nuoto, walking footing, ciclismo etc.. Attenti però, con il caldo aumenta enormemente la perdita di acqua da parte dell’organismo. L’acqua va reintegrata durante e o subito dopo l’attività
Attività fisica e giusta idratazione permettono al nostro fisico di dare bella mostra di sé
pri dubbi e aumenta il rischio di incappare in risposte errate da parte di improvvisati esperti di dietetica o di allenamento, in grado di dare strane informazioni sul come raggiungere la perfetta forma fisica. Manipolare in maniera inopportuna la dieta, allenarsi senza una guida esperta o assumere strani integratori alimentari o medicinali può, in alcuni casi, procurare seri danni alla salute. Tante le possibilità di praticare
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sportiva. Evitare assolutamente di indossare indumenti che crea-no isolamento termico e che non permettono l’evaporazione del sudore: tale espediente non aiuta a dimagrire e sottopone l’organismo ad inutili stress (il rischio di disidratazione diventa elevato). Per chi pratica attività fisica in situazione di elevato calore e umidità si può consigliare innanzitutto di consumare giornalmente tanta verdura e frutta fresca. È bene non
preoccuparsi troppo delle quantità di sodio contenute nell’acqua. Uno sportivo, specie nel periodo estivo, ha infatti bisogno di acque mineralizzate che, al contrario di quelle oligominerali (spesso consigliate impropriamente per combattere ritenzione idrica e cellulite) assicurano un discreto apporto di sali minerali. In situazione di allenamento fisico intenso è molto importante mantenersi ben idratati bevendo molta acqua, tuttavia è bene non esagerare. Il rischio di iponatremia è infatti elevato se si assumono molti liquidi durante l’attività fisica; tale rischio può essere notevolmente abbassato se all’acqua si aggiungono piccole quantità di sodio (circa un grammo di sale per litro). È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente (la sudorazione è fondamentale per la regolazione della temperatura corporea) o di ingrassare (l’acqua non apporta calorie). Per essere rapidamente assorbibile l’acqua deve essere moderatamente refrigerata (circa 10° - 12° C), non deve essere iperosmolare (attenzione quindi a non esagerare
con l’aggiunta di sali minerali) ma isotonica (cioè simile alla concentrazione salina delle cellule) e deve contenere minime quantità di carboidrati (5-8%, comunque inferiori al 10%). Si possono usare allo scopo le bevande isotoniche distribuite con diversi marchi, ma ci si può preparare da soli una bevanda isotonica con costi decisamente ridotti. Ingredienti per un litro d’acqua: 1 cucchiaino di sale da cucina,1 di bicarbonato di sodio, 4/5 di zucchero. Aromi succo di una arancia o limone. Al termine di uno sforzo fisico particolarmente intenso si può trarre vantaggio dal consumo di acqua mineralizzata (residuo fisso di circa 1 g/l), bicarbonato-alcalino-terrosa, sia per reintegrare la perdita di liquidi e di sali minerali dovuta alla sudorazione sia per favorire l’eliminazione delle scorie azotate e correggere l’acidosi determinata dalla fatica muscolare (ricorda che i principali cibi alcalinizzanti in ordine di potenza sono: fichi, albicocche secche, spinaci, datteri, barbabietole, carote, sedano,
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ananas, pomodori, ciliegie, banane, arance). Praticare sport nel periodo estivo più che in altri periodi necessita di integrazione salina. Mai fidarsi di coloro i quali consigliano integrazioni dietetiche e integratori di vario genere solo per sentito dire. Attenzione quindi a tanti prodotti farmaceutici venduti o ceduti attraverso mercati alternativi; attenzione al fai da te, tanti e vari sono i prodotti in commercio ed il mercato non è sempre legale, si va dalla semplice creatina all’abuso di vitamine per arrivare a prodotti ormonali di vario genere o, ancora peggio, a stimolanti del sistema nervoso centrale per non citare i diuretici che disidratano l’organismo dan-
do la falsa illusione di perdita di peso. La cronaca è chiara: i controlli dei Nas dei carabinieri, in centri fitness e strutture sportive di vario genere, hanno generato riscontri tali da emettere centinaia di denunce nei confronti di istruttori per esercizio abusivo della professione medica. Non vogliamoci del male le medicine sono nate per curare i malati, non per esaltare la performance sportiva dei sani. Ogni medicina ha una sua prescrizione e deve essere utilizzata sotto stretto controllo medico e per il tempo necessario al ripristino delle normali condizioni. L’uso-abuso di medicinali, per esaltare un organismo sano, sarà pagato nel tempo. Ciò che non necessita all’organismo va smaltito o riconvertito con
notevole sovraccarico di alcuni organi: fegato e reni per primi, che se sottoposti per lunghi periodi di tempo a tale stress si possono ammalare. L’illusione che nel tempo breve si ottengano grandi risultati è mediata da un notevole effetto placebo. Siamo alle prese con una società eccessivamente medicalizzata, che ricerca in un prodotto o in una medicina una “pozione miracolosa” per sanare un disagio apparantemente fisico, ma con radici più profonde. In questa ottica, anche se nati con ideali diversi, molti miti del nostro recente passato come Braccio di Ferro, Asterix o altri potrebbero essere poco educativi se non, addirittura, incentivanti all’uso di alcuni prodotti, pozioni, più o meno lecite e legali, per diventare più belli e più forti. Vogliamoci del bene, non curiamoci per malattie che non abbiamo. In molti casi alcuni prodotti vengono pubblicizzati ad hoc proprio per darci questa illusione. I medicinali vanno presi quando vi è una carenza organica seria e certificata da indagini ed esami di laboratorio e su prescrizione medica. È auspicabile, quindi, tornare alle origini e ridare al termine
dieta e movimento il loro vero significato. Ippocrate, nel IV secolo prima di Cristo, aveva già intuito che il giusto dosaggio di nutrimento e di attività motoria era la strada per la salute e il benessere: “Tutte le parti del corpo che hanno una funzione, se usate con moderazione ed esercitate nell’attività alla quale sono deputate, diventano più sane, ben sviluppate ed invecchieranno più lentamente; ma se non saranno usate e lasciate inattive, queste diventeranno facili ad ammalarsi, difettose nella crescita ed invecchieranno precocemente”.
OCCHIO La parola all’esperto
IL GRANDE SONNO
I meccanismi e le funzioni del riposo notturno: uno sguardo sui segnali elettrici di Morfeo Angelo Siciliano - psicologo zioni. All’occhio di un osservatore inesperto la persona che dorme appare fondamentalmente disat-
Mi è sembrato di sentire una voce gridare: "Non dormire più! Macbeth uccide il sonno!"... (William Shakespeare, Macbeth)
È
strano che, nonostante il sonno rappresenti in termini di tempo circa un terzo della nostra intera vita, gli studi relativi a questo fenomeno abbiano fatto i primi timidi progressi solo a partire dagli anni ’5060. Questo chiaramente non vuol dire che in precedenza l’uomo se ne disinteressasse, anzi ha da sempre cercato spiegazioni a tale fenomeno così onnipresente in natura, quanto misterioso ed oscuro; inoltre, da quando la storia può essere documentata, l’uomo ha scandagliato il mondo vegetale in cerca di sostanze che aumentassero la possibilità di dormire, e per
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esempio gli antichi greci si servivano regolarmente del papavero da oppio e della mandragola per contrastare l’insonnia e altri disturbi del sonno. Questo ci dà una misura della consapevolezza posseduta dalle prime civiltà riguardo alla necessità di garantire e preservare il sonno come aspetto fondamentale dell’esistenza umana. Tuttavia, è occorso davvero molto tempo perché i ricercatori mettessero a punto una teoria scientificamente valida in grado di indicare gli specifici meccanismi nervosi coinvolti nelle diverse manifestazioni del sonno, nonché di spiegare quali siano le loro effettive fun-
tivata: è pressoché immobile, la sua muscolatura sembra rilassata, il respiro e il battito cardiaco sono rallentati, e anche la temperatura corporea si abbassa. Considerare il sonno sulla base di queste semplici osservazioni, significherebbe concludere che si tratta di un processo passivo, comportando una riduzione generalizzata delle funzioni biologiche, neurologiche e psicologiche normalmente attive durante la veglia. In questa concezione il fenomeno del sonno somiglia quasi ad uno stato di coscienza “di seconda classe”, a ciò che nel nostro immaginario associamo alla morte (“I morti e gli addormentati non sono altro che figure dipinte”). Ebbene, certamente fino agli anni ’50 gli scienziati non erano approdati a conclusioni molto differenti: ritenevano che l’addormentamento fosse un
semplice processo passivo, legato al fatto che il nostro sistema nervoso centrale non riceve più la stimolazione sensoriale necessaria a tenerlo in stato di veglia. In altri termini, l’addormentamento era concepito come effetto del temporaneo esaurimento energetico di alcune zone del cervello, atte a garantire lo stato di attivazione e vigilanza. Gli esperti individuarono le aree cerebrali che presiedevano al mantenimento della veglia nella cosiddetta formazione reticolare, una struttura nervosa a cui ancora oggi si riconosce un ruolo importante. A partire dagli anni ’60, lo straordinario progresso nell’ambito delle tecnologia medica ha determinato una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire il sonno. Oggi possiamo contare su strumenti diagnostici sempre più sofisticati e raffinati, come l’EEG (Elettroencefalogramma), la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), la RMNf (Risonanza Magnetica Nucleare Funzionale), la PET (Tomografia ad Emissione di Positroni), che ci consentono di analizzare il sistema nervoso nel dettaglio e con chiarezza, ottenendo sia immagini statiche di varie porzioni del cervello, sia immagini dinamiche (“in vivo”) dell’attività cerebrale nel corso stesso del suo svolgersi. Queste metodiche sono ormai da anni impiegate nei cosiddetti “laboratori del sonno”, direttamente su soggetti dormienti. Le informazioni che possiamo rica-
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vare dall’uso di questi strumenti ci dicono in via definitiva che il sonno è un processo attivo, caratterizzato da un susseguirsi ciclico di diversi fenomeni psicofisiologici. Inoltre, sappiamo che il sonno è un processo ritmico, nel senso che tende a presentarsi con una certa periodicità in alternanza con la veglia: questo ciclo sonno-veglia non si dispiega in modo casuale, anzi è rigidamente prestabilito su base biologica ed è regolato da uno degli “orologi endogeni” del nostro corpo. Un orologio endogeno è un meccanismo analogo al “pacemaker” (marcatempo), e scandisce le oscillazioni ritmiche delle diverse funzioni fisiologiche negli esseri viventi. Esattamente come la temperatura corporea, la secrezione ormonale, il senso di fame o sete, il bisogno di urinare e la sensibilità ai medicinali, anche il ciclo sonno-veglia segue determinati cambiamenti nel corso della giornata. Negli esseri umani, seppur non in maniera esclusiva, la ritmicità più frequente è appunto quella che si distribuisce approssimativamente nell’arco delle 24 ore, nel qual caso si parla di ritmi circadiani (dal latino circa e dies, rispettivamente “circa” e “giorno”). Questi ultimi sono relativamente autonomi dall’ambiente esterno, nel senso che mantengono più o
meno la stessa periodicità anche in condizioni di completo isolamento. Per esempio, se ci trovassimo a vivere chiusi in una caverna, senza informazioni su orario, modificazione di luce, temperatura e abitudini sociali, il nostro ritmo sonno-veglia sarebbe preservato, anche se si osserverebbe un graduale scivolamento verso un ciclo di 25 ore. In condizioni normali, invece, l’orologio biologico che gestisce il ciclo del sonno si sincronizza spontaneamente sul periodo luce-buio, ed è per questo che l’essere umano viene considerato un animale diurno, cioè
più attivo durante il giorno. Dove si trova concretamente il nostro orologio interno? I ricercatori lo hanno identificato in una specifica regione del cervello, chiamata nucleo soprachiasmatico proprio per la sua collocazione al di sopra del chiasma ottico, lì dove i nervi ottici destro e sinistro si incrociano. La particolare ubicazione del nucleo soprachiasmatico gli permette di ricevere informazioni sulla quantità di luce catturata dalla nostra retina e quindi di sincronizzarsi sul ciclo luce-buio. Le ricerche dimostrano che il danneggiamento di questa struttura nervosa manda
“in palla” i nostri ritmi giornalieri, facendoli diventare disorganizzati e caotici. Come mai i marcatempo sono così importanti per il nostro organismo? Qual’ è la loro funzione? Essi sono preziosi perché mettono in connessione il nostro organismo con i cambiamenti ambientali che si verificano periodicamente (luce, temperatura, pressione, etc.), cosicché possiamo anticiparli e attivare comportamenti appropriati. In sostanza gli orologi biologici hanno un gran significato per la sopravvivenza e per una gestione efficace delle risorse disponibili. Pensiamo per esempio ad un piccolo roditore notturno: l’evoluzione della specie lo ha dotato di caratteristiche corporee maggiormente adatte alla caccia nelle ore di buio, e al riposo nelle ore diurne. Il suo “orologio” gli permette di stabilire qual è il momento adeguato per intraprendere una determinata azione, senza mettere ragionevolmente a repentaglio la sua vita. Per quanto riguarda gli esseri umani, le indagini scientifiche mostrano che i ritmi sonno-veglia variano a seconda della fascia d’età: quello del neonato prende il nome di ciclo polifasico, perché è caratterizzato da molteplici periodi di sonno durante la giornata; quello del bambino è noto come
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bifasico, cioè organizzato in due periodi di riposo (con sonnellino pomeridiano); quello dell’adulto è detto monofasico, con un unico periodo di sonno notturno della durata media di 7-8 ore. Come ormai tutti sappiamo questo corrisponde al fabbisogno giornaliero della maggior parte delle persone adulte. All’interno di tale quadro generale, però, ci possono essere molte varianti, per cui incontriamo
persone che si sentono appagate con poco più di 4 ore per notte, altre che hanno bisogno di dormire più a lungo della norma per sentirsi riposate. E’ possibile che entrambe le categorie di individui si sentano soddisfatte dello stile di vita che conducono e che non mostrino particolari problemi; tuttavia, la ricerca ha ancora tanto da scoprire a questo proposito, specialmente sugli effetti a lungo termine della riduzione della quantità di sonno. Per adesso le scoperte consolidate riguardano il fatto che una deprivazione totale di sonno, protratta nel tempo, determina un’alterazione del metabolismo e soprattutto uno squilibrio del sistema immunitario che rende l’organismo maggiormente vulnerabile alle malattie. In particolare, lo studio di alcune persone con una sindrome genetica rara, chiamata insonnia familiare fatale, ha dimostrato che la deprivazio-
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ne completa di sonno provoca la morte in un arco di tempo dai 7 ai 24 mesi. Differente è il discorso relativo alla persona anziana, che tipicamente avverte un minor bisogno di dormire, soffre d’insonnia oppure accusa un sonno meno riposante rispetto al passato. Questi fenomeni devono essere in una certa misura considerati “normali”, in quanto legati al processo fisiologico dell’invecchiamento che modifica progressivamente alcune caratteristiche del sonno, rendendolo più leggero e quindi più difficilmente mantenibile. Quali sono le caratteristiche del sonno di una persona adulta sana? Le registrazioni dell’attività elettrica cerebrale, dei movimenti oculari e del tono muscolare di soggetti dormienti inducono a distinguere il sonno in due classi principali: sonno a onde lente e sonno REM (con rapidi movimenti oculari); inoltre, il sonno a onde lente può essere ulteriormente suddiviso in quattro stadi, numerati dall’1 al 4 nell’ordine cronologico con cui si avvicendano. Vediamo cosa registra l’elettroencefalogramma quando il neurologo o il neuropsicologo ci posiziona gli elettrodi sullo scalpo e noi passiamo gradualmente dalla veglia al sonno. Se siamo completamente svegli e vigili, l’attività elettrica della nostra corteccia cerebrale viene registrata come un miscuglio di onde di diversa frequenza, la maggior parte delle quali relativamente alta (15-20 cicli al secondo o Hz) e con bassa ampiezza. Quando però chiudiamo gli occhi e ci rilassiamo, la frequenza delle onde cerebrali si abbassa fino ai 9-12 Hz, e rappresenta ciò che viene chiamato ritmo α (alfa). Non appena inizia
il sopore, stiamo entrando nello stadio 1 del sonno ad onde lente, caratterizzato da onde di ampiezza molto minore e con frequenza irregolare; inoltre, abbiamo una riduzione del battito cardiaco e un rilassamento muscolare. È curioso sapere che in questa fase non siamo consapevoli di esserci già addormentati, per cui se diciamo “no, non mi hai svegliato” non è solo per una forma di cortesia. Questa prima fase dura qualche minuto e poi lascia il passo allo stadio 2 del sonno, caratterizzato dal fatto che i nostri neuroni cerebrali iniziano a produrre scariche periodiche a frequenza medio-alta (detti fusi del sonno per la forma che prende il tracciato) e noi siamo inconsapevoli di quello che succede nell’ambiente circostante. Gli stadi 3 e 4 mostrano prevalentemente onde lente a grande ampiezza (onde δ, delta) e costituiscono il sonno profondo, da cui non ci si risveglia facilmente. Notiamo che questi stadi sono molto più frequenti nella prima parte della notte e rappresentano il sonno più ristoratore. Lo stadio 4 si conclude che è passata circa un’ora da quando ci siamo addormentati. A questo punto, nei tracciati EEG, compare qualcosa di inatteso: troviamo onde a bassa ampiezza e alta frequenza, cioè uno schema molto simile a quello della veglia! Siamo entrati nel cosiddetto “sonno paradossale”, che deve il suo nome all’apparente contraddizione tra un’attività cerebrale tipica della veglia e il profondo rilassamento muscolare. Altre caratteristiche fondamentali di questo stadio sono l’aumento delle pulsazioni e del ritmo respiratorio, e soprattutto la comparsa dei rapidi mo-
vimenti oculari sotto le palpebre chiuse, infatti il sonno paradossale è chiamato anche sonno REM (Rapid Eyes Movement). Questa fase è molto interessante, perché è quella in cui facciamo i sogni più vividi, ovvero quelli che ci danno la sensazione di “essere lì”, a vivere con immediatezza odori, suoni ed immagini. Inizialmente si pensava che il sogno fosse associato esclusivamente alla fase REM, ma ricerche recenti dimostrano che sogniamo anche negli stadi profondi del sonno a onde lente. Ciononostante, i sogni prodotti in queste fasi sono ricordati meno facilmente, e soprattutto non prendono la forma di immagini o scene che si svolgono, quanto piuttosto quella di pensieri riflessivi. Il ciclo che parte dallo stadio 1 del sonno ad onde lente e arriva fino al REM dura circa un’ora e mezza, e si ripete 4 o 5 volte per notte. L’ESPERTO RISPONDE AI VOSTRI QUESITI:
ALL’ E-MAIL a.siciliano@occhiomagazine.it
OCCHIO Tempi moderni
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L’ESTATE in chiave ironica Una nuova rubrica per far riflettere sul nostro tempo e sui nuovi valori di Fresia Dandi Salve cari e care! Mi presento: io sono una “pane al pane e vino al vino”, una senza peli sulla lingua e pronta a debellarli ovunque essi si trovino. Mi si chiede di parlare degli amori
La miglior stagione per "l’acchiappo" è l’estate. Ma vi sono tempi e modi ben definiti per agire estivi. Io proporrei, invece, l’arte del cincischiare estivo. Lo so che i puritani della madre lingua storceranno il naso ma, il cincischio ormai ha assunto una nuova etimologia nell’uso prettamente estivo, o meglio dell’amore estivo. Cincischiarsi significa tagliuzzare malamente e nei sui sinonimi diventa: perdere tempo senza far nulla, ma questo solo apparentemente! Cincischiare in estate è proprio questo: far finta di niente, gironzolare senza meta ma con un obbiettivo ben preciso; acchiappare il primo/a sprovveduto/a e farne quel che si vuole per un tempo ben determinato. E’ chiaro a tutti che la miglior stagione per “l’acchiappo” è quella estiva, ma
procedendo a “passo lento e tardo”, direbbe Leopardi, scopriamo che c’è un procedimento ben definito per il cincischio estivo. Il tutto comincia qualche mese prima della calda stagione: ore ed ore passate in palestra o ad inseguir, correndo, le prime zanzare per le periferie della città; variante, sempre correndo, evitando di farsi mordere dai cani randagi - sempre nella periferia della città - per un minimo di forma fisica. Importantissimo, per chi si prepara al cincischio estivo, evitare di innamorasi del maschio o femmina che si incontra in palestra o per strada: sarebbe la fine dell’attività fisica e della vacanza con gli amici/amiche a colpi di mojito. Ecco, questo è un altro momento importante “dell’acchiappo”… la fatidica bevanda! Scusate urge una limatina alle mie unghie. Sarò presto di ritorno per erudirvi sull’argomento. Ritorniamo a noi, nonostante una delle mie unghie si sia spezzata malamente (mio dio che orrore!). La bevanda. Ovunque il rituale avvenga: chiosco sulla spiaggia, in discoteca non è sempre l’uomo ad offrire. Spesso - e di questo i maschietti se ne devono fare una ragione - sono le femminucce a farselo offrire. La tecnica? La più antica e sempre la migliore: lo sguardo fisso con l’occhietto dolce e languido! Ma non abbiate timore lo scopo di entrambi i pretendenti non trascende dal semplice acchiappo limitato alla serata o, al massimo, alla settimana successiva. Deve essere chiaro per i due “zuzzu-
relloni” che non si chiede molto alla persona che si ha di fronte: qualche ora di sesso infuocato e… Per lei: che lui sia “bono”, o meglio che abbia le “tartarughine” sull’addome e qualche muscoletto guizzante nei punti giusti e, soprattutto, che abbia un portafoglio che non gridi vendetta alla recessione dei mercati mondiali. Per lui: che lei non sia bella ma “bona” e questa è una differenza importantissima: gli amici non devono dire “che bella ragazza!” ma devono rimanere con la bocca aperta senza proferire parola e preferibilmente con un minimo di bava che, per la forza di gravità, deve tendere quanto più velocemente verso il basso. Altro elemento importantissimo è che lei non deve essere completamente stupida, ma neanche intelligente. Mi spiego meglio: per il concetto di “non stupidità” si intende che nel momento in cui ella venga abbandonata per un’altra ragazza o per una importantissima partita a poker, sappia come chiamare un taxi per tornarsene a casa ed inventare una scusa plausibile con le amiche. Per il discorso della necessaria “mancanza d’intelligenza” è più un discorso organizzativo della giornata
post discoteca e post bagordi notturni: il giorno dopo in spiaggia non deve rompere i “maroni” con discorsi di alta filosofia, ma starsene in silenzio e prendere il sole…senza fare ombra. …solo un attimo che hanno citofonato…torno subito! …niente di che…volevano che votassi qualcuno! Ricordatevi che lo scopo di questo avvicinamento di entrambe le parti non ha come obiettivo quello di passare il resto della vita insieme, ma quello di divertirsi per quella parentesi estiva: lei con i soldi del giovanotto e lui con il corpo della pulzella! Se terrete conto di questi piccoli accorgimenti allora state pure tranquilli che avrete un’estate calda e moto cincischiosa! Donne, non mostratevi intelligenti se lo scopo è quello di passare un’estate all’insegna dei vizi: lasciate i libri di filosofia a casa! E voi uomini se non avete curato le vostre tartarughine e avete pochi spiccioli restatevene dove siete ed eviterete lo stress di una competizione persa in partenza! Ah, dimenticavo…non vi innamorate di queste persone ne soffrirete e basta; ma di questo ne parleremo la prossima volta perché… …io sono una pane al pane e vino al vino, una senza peli sulla lingua e pronta a debellarli ovunque essi si trovino… eccone uno… scusate ho davvero fare. Alla prossima e buon cincischiamento a tutti! La vostra adorata Fresia
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Voglia di Puglia
Insieme all’estate arriva nella nostra regione una valanga travolgente di manifestazioni. Concerti, spettacoli, mostre, conferenze. Occhio Magazine ha scelto per voi il meglio del meglio. A cura di Michelangelo Nigro
CONCERTI 10 LUGLIO - BARI
Tricky
(Pane e Pomodoro) ingresso gratuito
14 LUGLIO - GALLIPOLI
Franco Battiato (Parco Gondar)
26 LUGLIO - NOCI
Claudio Baglioni
(Arena Foro Boario)
29 LUGLIO - OSTUNI
Sud Sound System (Foro Boario)
06 AGOSTO - LOCOROTONDO
Malyka Ayane (Mavù)
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11 LUGLIO - BARI
Caparezza (Pane e Pomodoro) ingresso gratuito
16 LUGLIO - BARLETTA
Laura Pausini
(Fossato del Castello)
28 LUGLIO - LECCE
Ludovico Einaudi
(Anfiteatro Romano)
30 LUGLIO - BISCEGLIE
Pino Daniele
(Arena del Mare)
08 AGOSTO - OSTUNI
PFM canta De Andrè (Impianti sportivo Boezio)
11 LUGLIO - LECCE
Biagio Antonacci (p.zza Libertini)
18 LUGLIO - MOLFETTA
Goran Bregovic
(Anfiteatro di Ponente)
29 LUGLIO - BARI
Giovanni Allevi
(Cittadella della Guardia di Finanza)
01 AGOSTO - CEGLIE M.
Luca Carboni (Arena del Palasport) ingresso gratuito
12 AGOSTO - OSTUNI
Vinicio Capossela (foro Boario)
ANNO 1 N.7 - LUGLIO 2009
Teneteli d’
• UN’EMOZIONE CHIAMATA LIBRO. Ostuni
Parte il 19 luglio la 13sima edizione della rassegna letteraria curata dalla giornalista Anna Maria Mori in collaborazione con l’ufficio cultura del Comune e la Bottega del Libro. Come ogni anno gli autori presenteranno i loro libri dialogando con il pubblico. L’apertura sarà dedicata ad Anna Maria Mori che il 19 luglio proporrà il suo libro “Nove per due”. Gli ospiti della manifestazione sono: Antonio Del Giudice con “La Pasqua Bassa” (20 luglio), Cinzia Tani con “Lo stupore del mondo” (22 luglio), Francesco Durante con “Scuorno” (24 luglio), Margaret Mazzantini con “Venuto al mondo” (27 luglio), Daria Bignardi con “Non vi lascerò orfani” (29 luglio), Beppe Severgnini “Il giro del mondo in 80 pizze” (31 luglio), Veronica De Laurentis con “Rivoglio la mia vita” (4 agosto), Francesco Specchia con “Giulio Andreotti- Parola di Giulio” (7 agosto), Mario Desiati con “Il paese delle spose infelici” (10 agosto). Tutti gli incontri si terranno alle 21 nel Chiostro san Francesco a Ostuni.
Bari Polignano a mare
Fasano Gioia del Colle
Noci
Locorotondo Ostuni Martina Franca
Carovigno
San Vito dei Normanni
Brindisi
Latiano
Grottaglie Taranto
• Un grande balzo in avanti per l’umanità… 40 anni dopo. Trepuzzi
Trepuzzi
Manduria
Lecce
Veglie
Maruggio
Porto Cesareo
Copertino Nardò
Galatina Maglie
• LOCUS FESTIVAL 2009. Locorotondo
A Locorotondo dal 16 luglio al 13 agosto. Quinta edizione per questa vetrina musicale di altissimo livello organizzata dal Comune di Locorotondo. Gabriele Lavia in un recital su Giacomo Leopardi (16 luglio), un omaggio a Chet Baker con Fabrizio Bosso e Filippo Timi (2 agosto), un omaggio a De Andrè con il pianista Danilo Rea (5 agosto), e poi ancora Stefano Bollani “Carioca” (25 luglio), Nitin Sawhney dall’Inghilterra (1 agosto), i Five Corners Quintet dalla Finlandia (31 luglio), Erik Truffaz dalla Francia (19 luglio), Joe Barbieri (9 agosto), Francesco Cafiso (8 agosto), The Bumps e Flavio Boltro (12 agosto) sono i protagonisti del prestigioso programma di quest’anno. Fiore all'occhiello della rassegna, il concerto "Off Locus" di David Byrne presso la Cantina Sociale, unico evento a pagamento in calendario. L'ex leader dei Talking Heads presenterà uno spettacolo tratto dal suo ultimo tour mondiale di presentazione del nuovo album "Everything that happens will happen today", prodotto insieme a Brian Eno. (24 luglio) Link: www.locusfestival.it
Otranto
Gallipoli Casarano Ugento
• FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA. Martina Franca
Dal 16 luglio al 5 agosto. Da oltre trent’anni uno degli appuntamenti musicali più prestigiosi in Italia. In calendario quest’anno le opere Orfeo ed Euridice di Christoph Gluck (16 e18 luglio), Re Lear di Antonio Cagnoni (19 e 21 luglio), Iphigenie auf Tauris di Gluck e Strauss (1 e 3 agosto), Cendrillon di Pauline Viardot (29 luglio). Per il calendario completo Link: www.festivaldellavalleditria.it
Tricase Gagliano del Capo
Un ciclo di conferenze scientifiche organizzato dall’Associazione Culturale “I giovani e le scienze” per celebrare i quarant’anni dal primo sbarco sulla luna. Il 7 luglio alle 19.00 nella libreria Icaro “La Luna, il nostro satellite naturale”, con la partecipazione del prof. Armando Blanco - Dip. di Fisica - Università del Salento. Il 14 luglio alle 19.00 nella libreria Icaro “Dallo Sputnik all’Apollo”, con la partecipazione dell’ ing. Gennaro Scarselli - Dip. di Ingegneria dell’Innovazione Università del Salento. Il 21 luglio alle19.00 in Largo Regina Margherita proiezione pubblica del documentario ufficiale Nasa “Moonwalk One, 1970” Link: www.giovaniscienze.org
• CUBE FESTIVAL Gallipoli
Due giorni di immersione nella musica rock a prezzi vantaggiosi. Si esibiranno Skin, Marlene Kuntz, Motel Connection (13 agosto) e Afterhours, Morgan, Boosta, Play Paul, La fame di Camilla (14 agosto) _ Link: www.cubefestival.it
• IL SEGNO E LA PAROLA. Otranto
È il titolo della mostra ospitata nel castello di Otranto che raccoglie numerose litografie di Joan Mirò, pittore spagnolo del secolo scorso la cui esplosività cromatica e apparente semplicità del segno sfuggono a qualsiasi corrente o classificazione artistica. La mostra propone due serie di litografie: “Parler seul” (72 tavole) ispirate all’omonimo poema del rumeno Tristan Tzara, uno dei fondatori del movimento dadaista e “Ubu roi”, che propone 13 coloratissime tavole ispirate all’opera teatrale omonima di Alfred Jarry. La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino alla fine di settembre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 23. Il biglietto di ingresso ha il costo di 5 euro.
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APPUNTAMENTI IN PROVINCIA 11 LUGLIO Brindisi _ 12mo Festival Blues: The New Woodoo e Vasti Jackson in concerto (ore 21.30 p.le Lenio Flacco)
13 LUGLIO San Vito _ Concerto di Silvia Mezzanotte; chiusura della festa patronale di San Vito dei Normanni
17 LUGLIO Erchie _ America Folk Festival. Commander Cody in concerto (country americano)
21 - 26 LUGLIO San Vito _ Salento Finibus Terrae. 7ma edizione del festival del cortometraggio
26 LUGLIO Latiano _ Notte bianca (Inaugurazione Torre del Solise)
30 LUGLIO Ceglie M. _ Proiezione di “Gran Torino” di Clint Eastwood. Ingresso 2 euro. Scuola elem. De Amicis
06 AGOSTO Ostuni _ Al tramonto escursioni a piedi nudi tra la terra e il mare del parco. Casa del Parco
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12 LUGLIO Brindisi _ 12mo Festival Blues: Walking Trees e Dana Fuchs (ore 21.30 piazzale Lenio Flacco)
15 - 17 LUGLIO Carovigno _ Salento Finibus Terrae. 7ma edizione del Festival del Cortometraggio
19 LUGLIO Cisternino _ Aperitivo Classico. Omaggio all’opera romantica. Bar Fod
21 - 26 LUGLIO Ostuni _ FestivalAmbiente 2009. Proiezione di “Biutiful Cauntri” ore 20. Pren. obbl. Casa del Parco
29 LUGLIO San Vito_ Inaugurazione Museo diffuso. Castello Alceste
01 AGOSTO San Vito _ Sound Vito Rock Festival. Ore 21.00, piazza Aldo Moro
08 - 09 AGOSTO Oria _ Corteo storico di Federico II e Torneo dei Rioni
12 LUGLIO Cisternino _ Aperitivo Classico. Omaggio all’opera del ‘700 (ore 12 Bar Fod)
16 - 18 LUGLIO San Vito _ Mostra “Luna 1969” Arena don Tonino Bello
19 - 20 LUGLIO Latiano _ Festa patronale Santa Margherita
26 LUGLIO San Vito _ Stranormanna 2009. Partenza ore 18.30 Piazza Municipio
29 LUGLIO Ostuni _ FestivalAmbiente 2009 Proiezione di “Terra Madre” di E. Olmi, ore 20, Pren. obbl. Casa del Parco
04 AGOSTO Erchie _ Festa della Birra. Concerto di Andy J. Forest
09 AGOSTO San Vito _ Scatti dal Sud. ore 20.30 dibattito sulla condizione giovanile. Chiostro dei Domenicani
ANNO 1 N.7 - LUGLIO 2009
Alle origini di San Michele
Un libro postumo di Marco Marraffa sulla storia e l’evoluzione della cittadina
N
el 1839 un gruppo di coloni ottiene in affido, precisamente in enfiteusi, il feudo di San Giacomo, da parte del principe Francesco Dentice. Si forma così un piccolo villaggio che diventerà, in ordine di tempo, borgata, frazione di San Vito dei Normanni, infine Comune autonomo. Le origini di San Michele Salentino sono indagate nel libro postumo di Marco Marraffa che è stato presentato lo scorso 18 giugno nella pinacoteca Cavallo, gremita non solo di sanmichela-
VENERDÌ 10 LUGLIO - 20.45 Chiostro Domenicani Presentazione del volume MARCO MARRAFFA CULTORE DELLA MEMORIA Il libro contiene le testimonianze di amici e personalità religiose e politiche
di Michelangelo Nigro ni, ma anche di molti sanvitesi. La presentazione si è mantenuta sul doppio binario dell’analisi dell’opera e del ricordo dell’autore, la cui improvvisa morte un anno fa lasciò tutti sbigottiti. Il libro è stato dato alle stampe grazie alla tenace volontà di Antonella Marraffa, figlia dell’autore, che dopo aver trovato le bozze di questo lavoro nello studio di suo padre, incoraggiata da amici e studiosi che avevano collaborato alla stesura di alcune parti, ha deciso di organizzare il materiale e pubblicarlo.
“Mio padre - ci spiega Antonella - aveva già scritto una presentazione del lavoro che ho deciso di mantenere integralmente sotto forma di prefazione. Non è stato facile dare una struttura al libro, anche perchè ne esistevano varie versioni. Devo ringraziare gli amici di mio padre che mi hanno aiutata in questo impegno, per me del tutto nuovo”. Gli amici di Marco erano tutti, o quasi, presenti alla conferenza del 18 giugno per dare il loro
contributo alla presentazione del libro: Francesco Gorgoni, Michele Ciracì, Raffaele Romano e il professor Angelo Ciraci, che ha corretto gran parte delle bozze del libro. “Il libro ha innanzitutto un’importanza pratica - spiega il professor Ciraci - perché fissa in un testo scritto un patrimonio di conoscenze orali. E’ una miniera di notizie, sconosciute alla maggioranza di noi, come la stranezza della composizione del territorio di San Michele, il cui centro abitato tocca il territorio di Ceglie Messapica. Particolarità, questa, che risale alla formazione della Provincia di Brindisi e che ha creato qualche contenzioso tra i due Comuni”. Oltre a delineare lo sviluppo storico della cittadina, il volume fornisce validi strumenti per una comprensione più completa della storia locale: cenni storici sulla famiglia Dentice, descrizioni di luoghi e monumenti di San Michele e una rassegna di personaggi illustri della città, con brevi biografie. Tutto, ovviamente, corredato dalle foto, alcune scattate dallo stesso autore, di cui è nota la passione per l’arte fotografica, altre ricavate da archivi privati o pubblici. E’ naturale, tuttavia, che l’attenzione del lettore vada dritta verso la prefazione del libro, che può essere considerata il lascito intellettuale e spirituale di Marco
Marraffa. Una sorta di testamento in cui compaiono non solo indicazioni sul suo metodo di ricerca, ma anche le ragioni della sua passione per la storia locale, che vanno ricondotte, in ultima analisi, al suo sincero e discreto amore per l’uomo. Citazione “Il popolo sammichelano ha saputo costruire il suo futuro: quei coloni che, emigrando dai circonvicini paesi, lasciavano affetti, strutture sociali e religiose, per intraprendere un’avventura, per costruire una nuova identità, con le schiene ricurve sui campi, i volti bruciati dal sole, le mani nodose, passate attraverso un lavoro onesto, quanto anonimo, ma corale, hanno segnato le tappe di una nuova realtà”.
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OCCHIO Cultura
CRESCERE IN VERSI
Una giovane poetessa di San Vito si aggiudica il secondo posto in un concorso nazionale
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i chiama Ludovica Morleo, ha soli 13 anni ed è già una poetessa in erba. L’amore per la poesia lo ha coltivato sin da piccola e oggi, in così giovane età, inizia a ricevere i primi riconoscimenti. Infatti, ha partecipato ad un concorso con due sezioni, quella nazionale e quella europea, bandito dalla Scuola media Raffaele Resta di Turi e si è aggiudicata il II posto, con la poesia
Ludovica Morleo
di Doriana Santoro Ricordo quando. “Tutto è nato da Internet - spiega Ludovica – perchè proprio navigando mia zia ha trovato il bando per partecipare al concorso. Non potendo proporre la mia candidatura in maniera individuale ho coinvolto la mia professoressa di Italiano, Silvana Errico, che a sua volta ha coinvolto il dirigente scolastico Giuseppe Elefante”. Ed ecco che la poesia partecipa al concorso per la sezione nazionale e riscuote grande successo. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Turi, nella scuola media che ha bandito il concorso, in una serata interamente dedicata ai ragazzi ed al loro estro creativo. Ludovica ha portato a casa ben due riconoscimenti: un attestato personale ed uno per la scuola media Buosanto-Meo; inoltre le è
stato regalato un libro di narrativa per ragazzi Arrivederci Arianne ed un vocabolario della lingua italiana Sabatini-Colletti, strumento indispensabile per le sue composizioni. Grande la soddisfazione non solo della famiglia, ma anche della scuola che non è nuova a tali riconoscimenti ed attestati. “Sono molto contenta che la mia poesia abbia riscosso successo in un concorso così importante come questo - dice la giovane poetessa - continuerò a produrre poesie, ne ho già un numero considerevole e chissà, magari un giorno potrei pensare di pubblicarle perché ho già deciso che è proprio questo che mi piacerebbe fare da grande”. Un grosso in bocca al lupo a Ludovica, con l’augurio che possa continuare a mietere successi.
RICORDO QUANDO… Una scarpetta… Un abbraccio… Una lacrima… Una risata… Tutti ricordi! Pensieri che vagano nella mente… e quando meno te lo aspetti si fermano… E come se ritornassi indietro nel tempo Una lacrima scende lenta….sul viso. Cos’era? Un ricordo… Momenti belli o brutti che ti segnano per tutta la vita e quando ti ritornano in mente non si fermano mai! Fanno ridere… piangere… borbottare Una passeggiata… Un bacio… Un’occhiata… Un brivido… ricordi… Eppure sembrano così vicini… ma così lontani. I ricordi sono come le lancette dell’orologio Girano ininterrottamente segnando il tempo Ma da un momento all’altro si possono fermare Quando ormai ti sei accorto che è troppo tardi.
Indietro nel tempo: rievocazione storica Nella scuola secondaria di primo grado Buonsanto-Meo di San Vito dei Normanni le classi II D, II E, II G E II H hanno sviluppato un progetto interdisciplinare che ha coinvolto genitori, ragazzi e docenti con una massiccia partecipazione e una ricaduta positiva sulle varie attività didattiche. Il tema è stato “il castello”. Si è
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partiti dall’analisi della struttura architettonica dei vari manieri, da quello di legno alla Reggia di Versailles per poi passare all’analisi della vita sociale e culturale della corte legata alla storia locale di San Vito dei Normanni. Volendo, poi, rievocare l’arrivo di Boemondo Normanno nella città ed il rientro dei crociati sanvitesi
dalla battaglia di Lepanto, si è organizzato un corteo storico medioevale e rinascimentale che, il 30 maggio scorso, ha sfilato per le vie della città per terminare poi nel cortile del I Circolo Didattico. Qui, i ragazzi hanno dato vita ad uno spettacolo di recitazione, balli, giochi, duelli e cene dei due periodi storici esaminati. La ma-
nifestazione è stata seguita dai cittadini con vivo interesse e questo ha stimolato ancor di più i ragazzi a dare il meglio immedesimandosi sino al punto da rievocare i due eventi storici in maniera sentita e consapevole, in quanto parte importante della storia della comunità in cui agiscono e vivono. Maria Elefante
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GIULIETTA E UN RUMENO
Uno spettacolo finale dei ragazzi del CAG coinvolti in diversi laboratori formativi
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ubblico delle grandi occasioni al cinema Melacca per lo spettacolo del 10 giugno scorso. In scena i ragazzi del Centro di Aggregazione giovanile TAM TAM, una delle tante proposte formative che l’Assessorato alle Politiche Giovanili promuove ogni anno: “I giovani sono il futuro di questa città e grazie all’impegno della dott.ssa Di Gregorio e del Sindaco siamo felici di promuovere queste attività” ha dichiarato l’assessore Silvana Errico. A differenza degli altri anni, lo spettacolo prevedeva tre momenti intensi della programmazione annuale. A salire per primi sul palco i ragazzi del laboratorio musicale, magistralmente condotto da Giuseppe De Siati. Chitarre, tastiere e percussioni gli strumenti usati e poi …la voce dei ragazzi! “Non siamo un gruppo - ha sottolineato De Siati - ma un laboratorio di musica che vuole condividere con il pubblico un percorso di formazione durato un anno. Una formazione che non si è limitata solo a quella musicale, ma anche ad una formazione di vita per imparare a stare insieme. Organizzare una piccola orchestra è come organizzare una piccola società dove la coralità, il rispettare piccole regole dà stupefacenti risultati. Quello che vogliamo insegnare ai ragazzi è condividere!” La seconda parte della serata è stata allietata dallo spettacolo del laboratorio teatrale. Anche quest’anno
di Francesco D’Agnano a lavorare con i ragazzi del centro i Magazzini Teatrali Dardagnam con Tommaso, Gionata e Francesco. Lo spettacolo dal titolo Giulietta e un rumeno ha ripercorso alcuni momenti essenziali del noto Giulietta e Romeo di Shakespeare ma è andato oltre: “Volevamo raccontare la realtà quotidiana prendendo a prestito le parole di una storia del passato” - hanno detto i coordinatori del laboratorio. La scenografia essenziale, i bei costumi e le luci hanno dato valore ad una regìa sperimentale che ha voluto mettere in evidenza come, nonostante il tempo passi, l’odio (razziale) è insito nell’uomo sia esso rivolto ad una famiglia avversa o ad un popolo estraneo. Nel finale i ragazzi si imbrattavano di fango per eliminare ogni differenza di colore, chiosando con le parole di Brecht: guai al mondo che ha bisogno di eroi…noi abbiamo bisogno di modelli, modelli buoni e vivi. Ciliegina sulla torta è stata la proiezione del backstage del laboratorio cinematografico, curato da Dario di Viesto sempre dei Magazzini Teatrali Dardagnam, che ha riproposto le fasi salienti dell’allestimento della serata finale. Forti emozioni nel pubblico durante la proiezione per le belle immagini ma anche per la sapiente regìa che ha saputo cogliere gli attimi più struggenti e simpatici della preparazione dello spettacolo. Per l’intero anno il gruppo cinema ha lavorato sulla realizzazione di un cortometrag-
gio che sarà proiettato nel mese di luglio durante la manifestazione Salento Finibus Terrae. Stanca ma soddisfatta a fine serata la coordinatrice del centro di aggregazione la dottoressa Mariagrazia Chirico: “Tanto lavoro, tanta emo-
zione ma il pubblico di San Vito ci ha ripagato con la sua presenza. C’era davvero tanta gente”. Ora si continua con il Centro Estivo 2009 e poi si riparte con l’organizzazione del Tam Tam 2009-2010!!!!
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OCCHIO Teatro
SUCCESSO A PIEDI SCALZI San Francesco D’Assisi come metafora della vita. Tutto in un recital di successo
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di Marilena Locorotondo
l gruppo teatrale parrocchiale l’Aquilone ha realizzato e presentato lo scorso 6 giugno un musical liberamente tratto da Forza venite gente, l’opera teatrale sulla vita di San Francesco d’Assisi, messa in scena da Michele Paulicelli nel 1981. I ragazzi della Parrocchia Santa Maria Assunta di Carovigno, guidati dalla catechista Vita Laveneziana e dal sacerdote don Pino Nigro, hanno saputo regalare al pubblico uno spettacolo davvero emozionante. Incontriamo la responsabile Vita Laveneziana: A piedi scalzi, perché questo musical?
Bhè, gli attori del musical sono 26 ragazzi, la maggior parte di loro hanno cominciato con me il cammino cristiano dalla II elementare e ora sono al II anno di scuola media superiore. In realtà abbiamo deciso di continuare il cammino insieme, anche se di norma questo non accade perché il gruppo, passate certe tappe cristiane, solitamente si scioglie. Questi ragazzi però sono troppo affiatati e siamo riusciti a mantenerli attivi nella Parrocchia creando, circa un anno fa, il gruppo teatrale parrocchiale l’Aquilone. Quali sono le difficoltà maggiori nella preparazione di un musical? Il musical è un genere di rappre-
Ecco, il musical A piedi scalzi è liberamente tratto da “Forza venite gente”, l’opera di Paulicelli. Con don Pino Nigro volevamo emozionare e far riflettere il pubblico, raccontando alcuni momenti della vita del Santo ed in particolare il delicato rapporto con la vita, la morte, la natura, la gente. Comunicando, attraverso le voci e le interpretazioni dei ragazzi, la povertà e l’umiltà dell’ordine francescano. Il titolo della rappresentazione non è affatto casuale. Chi sono gli attori del musical A piedi scalzi?
sentazione teatrale costituito da più tecniche espressive e comunicative e, come risaputo, l’azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica ed in questo caso soprattutto dal canto che dovrebbe fluire in modo spontaneo e naturale. In realtà i ragazzi hanno incontrato molte difficoltà di adattamento, recitare cantando non è semplice per piccoli attori in erba, ma visto il successo del musical credo che le difficoltà siano state superate egregiamente. Trama e temi principali del mu-
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sical? Il musical reinterpreta le fasi più importanti della vita di San Francesco D’Assisi, gli elementi cardine come il pane, unico e preferito sostentamento di S. Francesco simbolo di una Comunione quasi Eucaristica con i fratelli. La figura di Pietro di Bernardone, padre di Francesco, è il punto focale dello spettacolo, metafora attuale del conflitto padre - figlio. Un padre autoritario che non riuscendo a comprendere la scelta di un’esistenza basata sull’amore disinteressato, cerca in ogni modo di riportare Francesco alla ragione, con suppliche e durezza. Un padre troppo umano, per avere un figlio santo… Altro personaggio chiave è la “Cenciosa” del paese, che tra la sua pazzia alternata ad una sorta di saggezza coscienziosa, testimonia la bontà genuina del popolo. Quali sono i nomi dei personaggi principali? Giampiero Saracino interpreta San Francesco; Sario Laveneziana, Pietro di Bernardone; Francesca Di Giuseppe è Santa Chiara; Erika Bottacci è la Cenciosa e Enzo Sartore è il diavolo. Tra di loro una spumeggiante attrice nel ruolo di giullare tamburellista, Marika Saponaro, ragazza diversamente abile che fa parte dell’associazione Diversamente insieme Christian Ignone. Anche il sacerdote don Pino Nigro ha avuto un ruolo nello spettacolo. Come è strutturato A piedi scalzi? Come ho detto prima c’è una recitazione cantata, intervallata da monologhi di alcuni personaggi principali
che reggono il filo conduttore della storia come, per esempio, il padre di San Francesco e la Cenciosa. Il finale è comunque positivo, perché c’è una riconciliazione tra Francesco ed il padre, che regala a tutti spunti di riflessione. Siete soddisfatti del risultato del vostro lavoro e a chi i ringraziamenti ? Siamo molto soddisfatti perché il nostro musical forse sarà introdotto nel programma dell’estate carovignese ed ostunese. Ringraziamo innanzitutto chi ha reso possibile la realizzazione del musical: Giovanni Lanzillotti per gli arrangiamenti musicali, Sario Laveneziana, Gina Saponaro e il grande don Pino Nigro che hanno seguito con noi tutto il lavoro di preparazione. Posso dire che anche le sarte locali: Rosanna, Lucia ed Elisa hanno arricchito di colore la scena. I loro preziosi contributi hanno reso lo spettacolo meraviglioso, così tanto da spingere il pubblico a lasciare un’offerta che in parte ci ha permesso di ammortizzare i costi.
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LA DURA LEGGE DEL ROCK
Prima edizione del “Sound Vito Rock Festival”. Concorso per band emergenti
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di Victor Botta
abato 1 agosto si svolgerà a San Vito, in piazza Aldo Moro (zona 167), la prima edizione del Sound Vito Rock Festival. L’evento ha l’obiettivo di valorizzare e dare il giusto riconoscimento ai numerosi gruppi emergenti che si dedicano con passione ed impegno alla musica rock. Per favorire la massima visibilità possibile dei gruppi partecipanti, il “Sound Vito Rock Festival” ha stretto un rapporto di Media Partnership con TeleRama e RadioManbassa. I vincitori incideranno un singolo professionale presso l’XLR Digital Studio, uno degli studi di registrazione più importanti della Puglia. Il brano sarà poi trasmesso da RadioManbassa. Il 2 aprile di quest’anno si sono concluse le iscrizioni. Tra le 26 doman-
de di partecipazione provenienti da tutta Italia il direttore artistico Salvatore Russo, chitarrista salentino di fama internazionale (che nella sua ventennale carriera ha collaborato con i migliori artisti della scena musicale tra cui: Celentano, Cocciante, Ligabue, Venditti, Patty Smith, De Gregori, Youssou n'Dour) ha selezionato i 5 gruppi che si esibiranno durante la serata finale. La composizione geografica del Sound Vito è alquanto variegata. Si esibirà, infatti, la band brindisina dei Missiva; due gruppi baresi One way Ticket e Wide; il cantautore materano Iunema e infine i romani Moseek. La giuria, oltre al Presidente Salvatore Russo, sarà composta da Tony Bellardi ( ideatore e gestore dei due portali di riferimento per i musicisti italiani chitarristi e
bassisti) e da Marco Rollo (fondatore dell’ XLR Digital Studio). Questo consentirà la massima trasparenza e qualità del giudizio. Durante la serata sarà presente anche TeleRama che realizzerà uno speciale che andrà in onda nei giorni successivi. Sul sito ufficiale del Sound Vito(www.soundvitorockfestival.com) sono disponibili tutte le informazioni (anche logistiche) e le biografie sia dei componenti della giuria che dei gruppi partecipanti. Il Festival dispone anche di un profilo su Facebook (finora più di 2800 amici ). soundvitorockfestival@live.it
CASTING PER IL PREMIO DELFINO Il XXI saggio del centro di danza Arabesque a Carovigno è diventato il momento più atteso dedicato alla danza. “È un’emozione grandissima – dice Rosanna Tersicci, direttrice della scuola di danza – avere una storia alle spalle così lunga da raccontare, e siamo lieti di aver presentato lo spettacolo più straordinario dell’anno in piazza Nzegna.” Nel corso della serata sono stati eseguiti balletti coreografati dal ballerino e maestro Kledi Kadiu e Fabrizio Prolli, ed alcuni balletti classici, che vanno dal famoso The nel deserto ad Alegria canzone inno del Vaticano. Non sono mancati gli applausi, tutti dedicati ai protagonisti, dai più piccolini ai più grandi, meritevoli di apprezzamento per una disciplina non facile che ha bisogno di molteplici sacrifici. L’organizzazione, dopo lo spettacolo, ha aperto le iscrizioni per il casting del “PREMIO DELFINO”, un concorso nazionale di giovani talenti con attitudini artistiche. Per informazioni telefonare allo 0831 990769 o 339 4581795. Occhio al sito: www.delfinoproduction.com
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Estate a
LAGUNA BLU La parola d’ordine entrando nel lido di Laguna Blu pare essere “stacca la spina!”. Sì, proprio questa semplice frase racchiude lo spirito degli habituè del lido, che contagiano con la loro allegria vacanziera anche chi vi capita per caso, tanto da farli ritornare. Laguna Blu è il luogo più adatto dove trascorrere le proprie vacanze o qualche ora libera dal lavoro: è aperto a tutti, è gestito da giovani; si è tutti amici o lo si diventa in fretta. È tra i pochi lidi ad ingresso gratuito e dai prezzi contenuti per i servizi offerti, tanto da non rendere una giornata al mare un vero e proprio salasso. Il lido è articolato e si struttura su tre livelli. Primo livello: zona “prato” con ombrelloni disseminati e popolati da comitive, giovani coppie e giocatori di beach volley, amatoriali e professionisti, che unisono l’utile al dilettevole: godersi il mare - prendere la tintarella e mantenere il fisico in forma ed allenato. Tutto questo grazie al campo da beach volley, allestito oramai da qualche anno da una comitiva storica del lido, che fa di questo posto la propria oasi, dove coltivare la passione per questo sport e sentirsi a casa. Poi c’è la zona “Vip” con ombrelloni in paglia e comodissime chaise longue ricoperte da morbidi cuscini per coccolare coloro i quali cercano privacy e tranquillità
sul lato scogliera del lido, ma sempre a due passi dal bar. Ed ancora la zona “sabbia”, dove le famiglie con bambini possono godere della spiaggia e del mare, far giocare i bambini a costruire castelli di sabbia o nel parco giochi con giostrine, allestito proprio per loro. Coccolati i piccoli ma anche i genitori. Infatti, a loro disposizione il lido gratuitamente offre un servizio di babysiteraggio, affidato ad operatori qualificati, che si prendono cura dei loro bambini per dar loro la possibilità di scambiare quattro chiacchiere in tutta tranquillità con gli amici o dedicarsi ad altre attività a loro disposizione all’interno della struttura. Chi decide di trascorrere l’intera giornata nel lido ha anche la possibilità di pranzare, scegliendo tra pizzeria e carne alla brace, focacce e snack, seduti comodamente ai tavolini. Quasi tutto l’arredo è fatto di legno o materiali comunque naturali per non alterare la naturalità del luogo. Laguna Blu è il posto dove si può trascorrere un week-end o solo qualche ora di libertà dagli impegni quotidiani, facendo nuove amicizie, tornei di Burraco e tanto altro. È il posto dove si può veder sbocciare qualche amore di stagione, che potrebbe diventare più maturo, estate dopo estate, nella “stessa spiaggia” e nello “stesso mare”.
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La voglia di mantenersi in forma è avvertita da tutti e tra nuotate e passeggiate si cerca di godere dei piaceri della tavola, ma di tenere sotto controllo la linea, che in estate sembra essere uno dei pensieri fissi non più ad esclusivo appannaggio delle donne. Allora perché non approfittare dell’angolo palestra allestito, dalla Palestra Dafne di San Vito dei Normanni, proprio all’interno del lido di Laguna Blu: attrezzi per mantenere i muscoli allenati; lezioni di acquagym per ragazze e signore tre volte alla settimana; Fit Boxe; Mystich la nuova attività fisica dell’estate, Spinning, e tanto altro per poter rimanere in
ORARIO ESTIVO ATTIVITÀ DAFNE:
forma. A tenere le lezioni in spiaggia insegnanti qualificati e certificati che coccolano il nostro corpo facendoci capire quanto sia oramai inusuale, ed a volte dannoso, il “fai da te”. Dafne club... un mondo nuovo dove donare vita al tuo corpo. Insomma ragazzi, signori e signore ve n’è per tutti i gusti e per chi non volesse sudare più del dovuto per la calura, può sempre sdraiarsi all’ombra e leggere Occhio Magazine… Buone vacanze!
lunedi mercoledi venerdi mattina ore 09.30 *ACQUAGYM* sabato domenica mattina ore 11.00 *ACQUAGYM* martedi 17.30 *G.A.G.* giovedi 17.30 *INDOOR CYCLING* sabato 17.30 *INDOOR CYCLING* domenica 17.30 *FIT BOXE / MYSTICK* *DOUBLE DUTCH* per i bambini
ORARIO A SAN VITO: lunedi mercoledi venerdi apertura 19 chiusura 22 *SPINN* E *SALA BODY BUILDING*
OCCHIO Sport
ANCORA INSIEME VOLLEY Un’iniziativa nata dalla UISP pugliese in stretta collaborazione con l’ANPIS
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Cooperativa Città Solidale
o sport è un efficace strumento per la cura del disagio psichico e per il recupero della salute mentale. La relazione, la socialità, la passione che suscita, la competizione, il rispetto delle regole, il dialogo nei giochi con i compagni ed il confronto continuo con gli altri, la preparazione e la fatica necessaria per conseguire il successo, il divertimento, i viaggi, le serate insieme in allegria sono gli elementi terapeutici e gli stimoli fondamentali che producono il mutamento, il passaggio da una condizione di malessere alla guarigione possibile. Il miglioramento, che deriva al disabile di mente, dalla pratica
delle endorfine liberate, si trasformano in “energia mentale” positiva che aiuta ad affrontare meglio la vita quotidiana. Da questi presupposti teorici, corroborati dalla ricerca scientifica, sono nate le ultime sperimentazioni promosse dalla UISP (Unione Italiana Sport per tutti) pugliese, in stretta collaborazione con l’ANPIS (Associazione Nazionale Polisportive dilettantistiche per l’Integrazione Sociale). Nel 2008 l’esperienza del calcetto ha visto la partecipazione attiva, all’interno di un torneo regionale, di diverse decine di utenti dei servizi e delle comunità psichiatriche, di operatori, di familiari e volontari.
lavolo per gli operatori socio sanitari e i tecnici del settore; b) l’avviamento alla pratica della pallavolo delle persone con disagio psichico in carico alle strutture ed ai servizi psichiatrici pugliesi; c) un torneo regionale di pallavolo, quale momento di sintesi del lavoro svolto. Sono responsabili del progetto Valentina Mingolla - responsabile settore handicap UISP regionale Luigi Nardelli - presidente della Lega volley UISP Puglia Vincenzo Liaci - presidente regionale UISP Tommaso Mola - vice presidente dell’ANPIS Puglia Hanno aderito ad Ancora Insieme -
Manduria (Ta), Associazione Arcobaleno di Lizzano (Ta). Il progetto si è articolato da febbraio a giugno e nei luoghi delle Associazioni che hanno aderito all’iniziativa. In Piazza di Via del Porto a Torre Colimena (Ta) il 20 giugno 2009 si è disputato il torneo conclusivo del progetto Ancora Insieme Volley, che ha visto le squadre partecipanti classificarsi con il seguente risultato: Coop. “Osiride” punti 165, Ass. “Incontri” punti 162, “DSM Carmiano ASL/LE” punti 156, Ass. “Alba Arcobaleno” punti 141, Coop. “L’Adelfia” punti 125, Coop. “Città Solidale” punti 120. Il risultato di questo lungo per-
di uno sport non è dunque solo sulle condizioni fisiche ma anche su quelle psicologiche; tanto che l’aggressività, gli impulsi distruttivi contro gli altri e le cose possono essere incanalati verso obiettivi positivi e di autorealizzazione. Lo stress e l’ansia, sotto il controllo
Nel corrente anno è partito il progetto Ancora Insieme - Volley attivato dalla UISP, sempre in collaborazione con l’ANPIS Puglia. Attraverso questo si mira a realizzare per il territorio regionale: a) un percorso formativo di base sul tema dell’avviamento della pal-
Volley” le rappresentative di: Latiano (Br) Coop. Città Solidale, Centro Diurno di S. Pietro Vernotico (Br), Comunità Incontri Apollo di Putignano (Ba), Coop. l’Adelfia di Alessano (Le), DSM Carmiano ASL/ LE (Le), Associazione Familiare Alba di
corso fatto insieme sta tutto nei sorrisi ritrovati, negli abbracci spontanei, nella gioia di vivere che traspare dai loro pensieri, dalla loro voglia di progettarsi, realizzarsi e di … mettersi in gioco. Siamo tutti fieri di questo lavoro!
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NUOTO: CHE PASSIONE
Interviste a Luigi Cavaliere e Giuseppe Spinelli, presidente ed istruttore della Delfinia
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opo le prime vittorie, alle gare regionali dello scorso fine maggio, i ragazzi della Delfinia nuoto si preparano per i campionati nazionali. Allenamenti continui, competizione, forza di volontà e tanta grinta, questi gli ingredienti giusti per i giovani atleti in corsa agonistica. Il presidente della società, Luigi Cavaliere e l’istruttore del settore agonistico dei 30 giovani in gara, Giuseppe Spinelli, ci raccontano le tappe di un percorso vincente. Perché praticare il nuoto per salvamento? Il nuoto qui da noi è uno sport ingiustamente declassato. Credo che la specialità per salvamento oltre ad essere una pratica sportiva con un forte valore agonistico abbia un alto valore civile. Questo ramo comprende più gare: alcune in piscina, altre sulla spiaggia o nel
Santoro M. e Di Pierro E. FOGGIA
di Marilena Locorotondo mare. Il tutto è finalizzato a simulare agonisticamente una situazione più o meno veritiera di salvataggio in acqua. Credo che questo particolare sia un valore aggiunto per uno sport. Quale è il requisito fondamentale per vincere le gare? Il tempo ha un valore determinante in tutte le gare. Un agonista deve essere soprattutto veloce. Raggiungere il tempo limite più basso gli permette di vincere la gara e nella realtà di salvare la vita a qualcuno. Evidentemente la velocità è un requisito fondamentale nella lotta contro il tempo. Soddisfatti degli ultimi risultati? Sono 8 anni di soddisfazione. Il 31 maggio abbiamo raggiunto il titolo di Campioni regionali Salvamento Esordienti, il 2 giugno siamo stati ribattezzati campioni con il primo posto per le gare oceaniche. Ottimi risultati anche per il 14 giugno e dopo l’ultima gara regionale, quella di domenica 28 giugno aspettiamo Agosto per le gare Italiani Assoluti. Vedo in questi ragazzi una dedizione assoluta per lo sport. Tra i vostri 30 ragazzi c’è qualcuno che si è contraddistinto? Beh, da due anni ormai si classificano Daniela Attorre (classe ’92), in piscina per passione da quando aveva 3 anni e mezzo, e Michele Santoro (classe ’91), quest’ultimo premiato quest’anno come Atleta dell’anno per settore Salvamento, il suo secondo posto non ferma la sua ambizione di qualificazione ai Campionati europei. In loro vedo
Campionato Regionale FOGGIA
forza di volontà, grinta, sacrificio e soprattutto passione. Quanto si allena un agonista della DELFINIA nuoto? Le possibilità per noi sono limitate data la struttura, gli spazi sono ristretti e noi siamo qui solo degli ospiti, ma gli agonisti si allenano comunque 4/5 volte a settimana, anche 6 in casi eccezionali. Se fosse per loro si allenerebbero anche di più rinunciando ad ogni altra cosa senza alcun rammarico. Le soddisfazioni dai più piccoli? Ci sono, ci sono. 3 ragazzi di Carovigno e 3 di San Vito sono stati selezionati per partecipare al
Rappresentanza Anzio
Campionato Italiano per Regione raggiungendo il terzo posto. Giulia Leo, Francesca Ungaro, Flavia Lomonaco al quarto posto, Gigi Attorre medaglia d’argento, Danilo Lanzafame e Vito Antonio Quartulli. Dovevano essere 10 i ragazzi scelti in tutta la Regione e ben 6 erano nostri, è una bella soddisfazione. Non vi pare?
OCCHIO Sport
Tra acquisti e riconferme
Volley San Vito. Un nuovo main sponsor e nuove giocatrici per il prossimo campionato di Emanuele Chiariello
Inizia con importanti novità la stagione 2009/2010 della SSD Volley San Vito. La società del presidente Sabatelli ha diramato nella serata di sabato 27 giugno un comunicato stampa che sanciva l’abbinamento pubblicitario con la Cedat 85, società leader in Italia nella fornitura di contenuti provenienti dal parlato (resocontazione, sottotitolazione, trascrizione automatica, indicizzazione audio/testo) e nello sviluppo delle tecnologie utili alla comprensione ed al trattamento del linguaggio naturale (Language Technologies) da parte di un calcolatore elettronico. Una realtà aziendale che, nata circa 25 anni fa a San Vito dei Normanni, si è ben presto radicata nell’intero territorio nazionale e che, ora, grazie a questa intesa con la più importante realtà pallavolistica del Salento, intende - in sinergia con essa - promuovere ancor di più il territorio del quale è espressione. “Lo scopo di questo abbinamento conferma il Direttore Generale di Cedat 85, Gianfranco Mazzoccoli - è proprio questo. Per quanto ci riguarda, siamo particolarmente felici di poter legare il nome della nostra azienda a quello di una grossa realtà sportiva qual è la pallavolo femminile sanvitese. Una realtà che a questo punto si baserà su tre elementi fondamentali: i dirigenti, il tecnico e il main sponsor. Tutti rigorosamente del luogo. Una circostanza che, mi sembra - prosegue Mazzoccoli - non abbia molti eguali in Italia. Insieme ai responsabili della società, abbiamo
tracciato un programma che prevede una più efficace valorizzazione delle tante cose finora realizzate”. Soddisfatto per l’accordo raggiunto è anche il Presidente della “neo” Cedat 85 S. Vito, Luigi Sabatelli: “Miglior connubio non poteva esserci. L’abbinamento con Cedat 85 significa, per noi, fregiarci di un marchio vincente, puntare in alto. Vogliamo crescere ancora, e per farlo, indubbiamente, dovremo porci tempi e modi più idonei, per risolvere anche il problema dell’impianto, alla luce delle intervenute nuove norme imposte, in materia, dalla Lega di Serie A”. Con il main sponsor ormai definito, la società sanvitese ha annunciato i primi due nuovi acquisti della stagione. Si tratta del “libero” Valentina Scillia e della “centrale” Vittoria Repice. I dirigenti biancazzuri hanno sciolto ogni riserva e confermato le voci che circolavano da qualche giorno, da quando, cioè, entrambe le atlete erano state viste dalle parti del Palamacchitella, per essere visionate da coach Lo Re. Al termine dei provini, il tecnico ha dato il suo ok e gli uomini-mercato della Cedat 85 S.Vito si sono messi immediatamente al lavoro raggiungendo in tempi rapidi l’accordo con le interessate. Valentina Scillia, classe 1981, 166 cm di altezza, è una lombarda di origini siciliane. È reduce, con la sua squadra di provenienza, il Crema, di una brillante promozione in B1 e si affaccia per la prima volta sul palcoscenico della serie A2. Per nulla intimorita del salto, ma desiderosa di migliorare e crescere sotto la guida
di coach Lo Re, Valentina ha maturato importanti esperienze in B1 sia a Piacenza, che a Padova e Soverato. “Proprio perché ho giocato in Calabria, so bene del calore dei tifosi del Sud - dice Valentina - ma so anche, per averne sentito parlare, che quello di San Vito è davvero particolare. Non vedo l’ora di diventare una beniamina di questi eccezionali tifosi”. Anche Vittoria Repice, classe 1986, 186 cm di altezza, si dice pronta ad iniziare questa nuova avventura. La “centrale” è nativa di Reggio Calabria e, dopo un’esperienza a Soverato, lo scorso anno ha indossato la casacca della Nati a Taranto, classificatasi al quinto posto in B2: “So che a San Vito ritroverò una “vecchia” compagna di squadra, Valentina Scillia - dice Vittoria - e questo mi fa un enorme piacere. Sarà un’esperienza nuova ma esaltante, ne sono sicu-
Vittoria Repice
ra. Ci sarà da lavorare, ma io non sono il tipo che si tira indietro”. Infine, la società annuncia la conferma della giovane “centrale” lombarda Fabiola Facchinetti. Quella di Fabiola era una conferma alla quale i dirigenti, e lo stesso staff tecnico della Cedat 85 San Vito, tenevano in modo particolare. Aver definito l’accordo, pertanto, è stato motivo di grande soddisfazione. “Direi proprio che la soddisfazione è reciproca - sottolinea Fabiola - perché anch'io speravo tanto di ritornare ad indossare la maglia del San Vito. È un ambiente straordinario, nel quale mi sono sentita a mio agio nella passata stagione. Anche in queste settimane ho sentito sempre vicino l'affetto dei sostenitori sanvitesi, che saluto. Sono davvero felice di poter tornare”.
Valentina Scillia