SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY “Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” a cura di Sandro Bongiani
Edizione Collezione Bongiani Ophen Art Museum
L’artista Ryosuke Cohen
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
“Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” a cura di Sandro Bongiani
Dal 31 luglio al 1 dicembre 2018 Inaugurazione: martedì 31 luglio 2018, ore 18.00
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
“Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” a cura di Sandro Bongiani
Dal 31 luglio al 1 dicembre 2018 Inaugurazione: martedì 31 luglio 2018, ore 18.00 S’inaugura martedi 31 luglio 2018, alle ore 18.00, la mostra collettiva internazionale a cura di Sandro Bongiani dal titolo: “Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista giapponese, uno dei più longevi e interessanti artisti contemporanei nati negli anni quaranta. Una interessante mostra collettiva in concomitanza anche della speciale ricorrenza del suo settantesimo compleanno, presentando 164 opere su un totale corpus grafico di ben 281 opere arrivate da ogni parte del mondo da importanti artisti internazionali che periodicamente si sono avvicendati a collaborare con impegno e assiduità con Cohen.
Performance Fractal Body con Andrè Rober, 2017
Biografia / RYOSUKE COHEN Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone, è un Mail Artista. Il nome della famiglia è Kouen ma su consiglio di Byron Black, ha adottato il nome inglese 'Cohen' come in ebraico. Cohen scoprì la mail art in Canadà. Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e immaginario
giapponese, numeri e icone contemporanee così com’è la sua firma, la lettera "C". Ha condiviso l’esperienza Dada e Fluxus ed è stato in contatto con l’artista Shozo Shimamoto e con i membri del gruppo Gutai condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più longevo nel network internazionale Dopo Ray Johnson e Guglielmo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen rimette ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione in un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa proponendo un particolare suo progetto “Brain Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel giugno 1985 con migliaia di membri sparsi in oltre 80 paesi. un lavoro che raccoglie ogni 7- 10 giorni le immagini di tanti Mail artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto per oltre 30 lunghi anni assieme a migliaia di membri sparsi in tanti paesi, rifiutando l’opera unica e concetti consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini di un sistema culturale monotono e passatista. Per questo modo di fare, egli è forse il più interessante e attivo nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione della Mail Art. Nell'agosto 2001 ha iniziato il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e Silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei Meeting svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia. Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio, che nasce dal contributo degli altri e si materializza insieme nella collaborazione collettiva In cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e appassionatamente coinvolti nella creazione dell’opera. In oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e partecipazione a progetti in diverse are geografiche del mondo. (Biografia redatta da Sandro Bongiani)
Vive e lavora a: 2-5-208 Niihamacho Ashiya-City Hyogo 659-0031 Japan E-mail : braincell@k6.dion.ne.jp
Artisti presenti: Ryosuke Cohen, Giappone I John Held, Usa I Jan Theuninck, Belgio I Nicolas de la Casininière, Francia I Josè Luis Alcalde Soberanes, Messico I Horst Tress, Germania I Pedro Bericat, Spagna I Mauro Molinari, Italia I John M. Bennett, Usa I Rémy Pénard, Francia I Virginia Milici, Italia I Lamberto Caravita, Italia I Renata e Giovanni Stradada, Italia I Rosalie Gancie, Usa I Michel Della Vedova, Francia I Vittore Baroni, Italia I Bruno Cassaglia, Italia I Tommaso Cascella, Italia I Giovanni Fontana,
Italia I Antonio Sassu, Italia I Lancillotto Bellini, Italia I Mariano Filippetta, Italia I Emilio Morandi, Italia I Marina Salmaso, Danimarca I Luisa Bergamini, Italia I Guido Capuano, Italia I Dmitry Babenko, Russia I Cinzia Farina, Italia I Umberto Basso, Italia I Cesar Reglero, Spagna I Marcello Diotallevi, Italia I Fernando Andolcetti, Italia I Alfonso Caccavale, Italia I Leonor Arnao, Argentina I I Santini del Prete, Italia I Pascal Lenoir, Francia I Monica Michelotti, Italia I Matthew Rose, Francia I Alberto Sordi, Italia I Guy Bleus, Belgio I Claudio Grandinetti, Italia I C. Mehrl Bennett, Usa I Alessandra Borsetti Venier, Italia I Lars Schumacher, Germania I Ernesto Terlizzi, Italia I Jacob de Chirico, Italia I Susanne Schumacher, Germania I Ruggero Maggi, Italia I Maria Credidio, Italia I Maya Lopez Muro, Argentina I Antonio Gomez Garcia, Spagna I Michel Della Vedova, Francia I Fernanda Fedi, Italia I Fernando Aquiar, Portogallo I Gino Gini, Italia I Anna Boschi, Italia I Luc Fierens, Belgio I Gyorgy Galantai, Ungheria I Alessandro Ceccotto, Italia I Giovanni Bonanno, Italia I Pier Roberto Bassi, Italia I Seiei Jack, Giappone I Ko De Jonge, Olanda I Keiichi Nakamura, Giappone I Calogero Barba, Italia I Katerina Nikoltsou, Grecia I Carlo Iacomucci, Italia I Kiki Franceschi, Italia I Antonio Baglivo, Italia I Tomaso Binga, Italia I Matthew Rose, Francia I Anna Banana, Canada I Noriko Shimizu, Giappone I Miguel Jimenez, Spagna I Rosa Gravino, Argentina I Giancarlo Pucci, Italia I Rolando Zucchini, Italia I Alessandra Angelini, Italia I Domenico Ferrara Foria, Italia I Aarol Flores, Messico I Gabi Minedi, Italia I Laura Agostini, Italia I Maribel Martinez, Argentina I Alexander Limarev, Russia I BuZ Blurr, Usa I Patrizio Maria, Italia I Franco Altobelli, Italia I Daniele Virgilio, Italia I Aleksandar Jovanovic, Serbia I Roberto Keppler, Brasile I Oronzo Liuzzi, Italia I Francesco Aprile, Italia I Osvaldo Cibils, Italia I Domenico Severino, Italia I Lucia Spagnuolo, Italia I Linda Paoli, Italia I Elena Marini, Italia I Francesco Cornello, Italia I Juan Lopez de Ael, Spagna I Mabi Col, Italia I Mzia Valerian, Belgio I Rafael Gonzales, Spagna I Miray Birce Gur, Turchia I Jaromir Svozilik, Norvegia I Fulgor C. Silvi, Italia I Stefan Reinhard, Germania I Lia Franzia, Italia I Pierpaolo Limongelli, Italia I Turkan Elci, Turchia I Claudio Romeo, Italia I Michelle, Usa I The Wasted Angel, Belgium I Angela Caporaso, Italia I Eni Ilis, Brasile I Beatriz Albuquerque, Portogallo I Anna Karina Fries, Germania I Derya Auci, Turchia I Stiliachus, Germania I Anna Miller, Oba Mail Art Group, Germania I Maria Teresa Cazzaro, Italia I Horvath Piroska, Austria I Bruno Chiarlone Debenedetti, Italia I Cecilia Bossi, Italia I Mustafa Cevat Atalay, Turchia I Vero Rigole, Belgio I Adriano Bonari, Italia I Teri Anderson, Inghilterra I Maurizio Follin, Italia I Afrodite Karamanli, Grecia I Sigrid Sack, Germania I Rossana Bucci, Italia I Roberto Scala, Italia I Cobàs (Mario Carchini), Italia I Amadeu Escorcio, Portogallo I Piero Barducci, Italia I Bayron Dede, Turchia I John Gayer, Finlandia I Nicolas Malevitsis, Grecia I Antonia Mayol Castellò, Spagna I Silvano Pertone, Italia I Francesco Mandrino, Italia I Francine Fox, Usa I Adriana Lucaciu, Romania I Kathleen McHugh, Usa I Sophia Martinon, Grecia I Janys Oliveira Fortaleza, Brasile I Marie-Christine De Grave, Belgio I Heloisa Sonaglio, Brasile. I Connie Jean, Usa I Meral Agar, Turchia I Raz Mail Art, Australia I Claire Dinsmore, Usa I Oznur Kepce, Turchia I Francisco Sanchez Gil, Spagna I Hilar Tursoluk, Turchia I Annie Label, Australia I Marysia Raposo, Brasile I Turkan Elci, Turchia I Maria Josè Silva - Mizé, Portogallo I Sharon Silverman, Usa.
“Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105/D - Salerno, Tel/Fax 089 5648159
e-mail: bongianimuseum@gmail.com Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
Card di Giovanni Bonanno 2018
“Marginali Attivi & Swarm Art / Inside and outside the body” La Mail Art è nata più di 50 anni fa, nel 1962, da quando l'artista americano Ray Johnson, fondò la “New York Corrispondance School of Art” occasionalmente in contemporanea con il movimento “ Fluxus” del lituano-americano George Maciunas (1961) e la Pop Art di Leo Castelli a New York (1962). Una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero e al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte. Dopo Ray Johnson, anche Guglielmo Achille Cavellini, nei primi anni 70 (1971), aveva inventato “l'autostoricizzazione”,realizzando delle mostre a domicilio e utilizzando i cataloghi che inviava in visione agli artisti del Network. Questi due artisti, per primi, avevano solo accennato a questa nuova e possibile strategia di messa in crisi del sistema culturale che non permetteva nessuna intrusione se non avvalorato da un potere forte che condizionava e controllava le proposte e le scelte al fine di regolarne il flusso e ossigenare il mercato dell’arte. E’ stato soprattutto Cavellini (GAC), a compiere “il grande passo”; quello di contrapporsi ad un sistema ormai monotono; un ulteriore sviluppo verso la messa in crisi del tradizionale sistema dell’arte. Negli anni 80, precisamente nel giugno del 1985, l’artista giapponese Ryosuke Cohen rimette ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione, in un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa proponendo un particolare progetto “Brain Cell” (Cervello Cellula), che lo ha visto coinvolto per oltre 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri sparsi in oltre 80 paesi, in cui i singoli artisti collaborano inviando per posta a Cohen disegni, francobolli, timbri, adesivi o altro. Egli utilizzando un vecchio sistema serigrafico, chiamato ciclostile (ormai fuori produzione) fa 150 copie A3 (29,7x42). E’ un progetto ancora attivo che viene stampato ogni 7-10 giorni e rispedito ai rispettivi collaboratori, allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi (55 in media per opera). Sono passati già oltre 30 anni ed è stato superato il 20 novembre 2017 il BRAIN CELL N° 1000. Già da diverso tempo l’artista Cohen rifiuta l’opera unica e concetti consueti come l’originalità, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca e la libertà dell’artista volutamente collocato ai margini di un sistema culturale antiquato e passatista. Nella pratica dell’arte postale non esiste un’unica ideologia o “ism” ben solida capace di sopravvivere e prevalere sulle altre. Secondo Ray Johnson, “Mail Art is not a single art movement, but is quite a megatrend that insists that we change our consciousness”, quindi, non è un unico movimento artistico ma piuttosto un grande movimento “trasversale” a tutte le altre proposte ed esperienze artistiche che ci sollecita concretamente a prendere coscienza di noi stessi. Di conseguenza, si condividono i frammenti di idee con altri artisti in una relazione libera da “copyright”, utilizzando e trasformando persino le opere di altri autori in un incessante “add and send by mail” collettivo. Nella pratica elitaria attuata dal sistema istituzionale ufficiale dell’arte si preferisce la concorrenza piuttosto che la cooperazione e la sperimentazione. Nella Mail Art questi
concetti scompaiono per dare spazio alla creatività e alla ricerca spontanea svolta in campo in modo paritario. Nato nel 1948 a Osaka, in Giappone, Ryosuke non è il primo e unico artista postale giapponese, prima di lui anche Shozo Shimamoto aveva condiviso la Mail Art, tuttavia, è certamente l’autore giapponese più longevo e per certi versi, anche il più interessante e attivo nel network internazionale di chiunque altro per la diffusione capillare della pratica Mail artistica. Dopo “Brain Cell”, nell'agosto 2001 ha iniziato anche un altro progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, iniziato in Italia al fine di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo ritratti e Silhouette (face and body) agli amici artisti incontrati in questi anni nei in diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Secondo Cohen, “Brain Cell” è come la struttura di un cervello visto al microscopio, ci appare come lo schema delle rete con migliaia di neuroni accumulati e ramificati insieme proprio come il Network dell’arte postale. La Mail art - scrive l’artista - “is dynamic", because you can be more of an individual free to create works of art with a new mind, being fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists", e poi, “la rete si espande da A a B, da B a C, da C a D, da D a A, da C a A e così via, è come un corpo unico con una costruzione cerebrale fatta di un gran numero di cellule nervose strutturate e complesse, sistemate in un ordine non lineare. Ecco perché ha definito questo tipo di esperienza “Brain Cell (cellule del cervello)”. Praticamente è il risultato di un complesso intreccio di cellule nervose del cervello, un progetto senza fine, aggiungendo, “ciò che nasce dal “flusso” Dada, Fluxus e Mail Art è l’unico modo per realizzare la nuova arte del domani”. Fractal (frattale), letteralmente significa figure simili fra loro, il nuovo concetto è stato utlizzato per prima dal matematico francese B. Mandelbrot all’Istituto Watson IBM. La caratteristica principale dei frattali è “l’auto similarità”, la ripetizione sino all'infinito di uno stesso motivo caratterizzato dall’indeterminatezza temporanea e provvisoria del suo esistere, come per esempio, gli alberi della foresta Amazzonica del Sud America che si compone di numerose specie che convivono insieme. Nel 2006 Ryosuke Cohen, scrive: “Nowadays I have come to realize that we are all part of a fractal, and that I can be a piece of that fractal, and that I can create art, in a way that extends beyond myself as an individual, in communication with infinite mail artists' ideas”, (oggi mi sono reso conto che siamo tutti parte di un frattale e che posso essere un pezzo di quel frattale estendendomi come individuo al di là di me stesso in una infinita comunicazione di idee con gli artisti postali). Questa particolare concezione personalmente preferisco chiamarla “swarm intelligence” traducibile come: “intelligenza dello sciame”, è un termine più vicino a tutti gli esseri viventi coniato per la prima volta nel 1988 in seguito a un progetto ispirato ai sistemi robotici. Esso prende in considerazione lo studio dei sistemi auto-organizzati, nei quali un'azione complessa deriva da un fare collettivo, come accade in natura nel caso di colonie di insetti, stormi di uccelli, branchi di pesci oppure mandrie di mammiferi. Secondo la definizione di Beni e Watt la swarm intelligence può essere definita come: “Proprietà di un sistema in cui il comportamento collettivo interagisce in modo collaborativo producendo risposte funzionali al sistema”, sia ben chiaro, non
inteso in senso speculativo e in funzione di un risultato economico, bensì, di una risposta partecipativa in funzione di un concreto apporto creativo “non autoritario”, proprio come avviene nella prassi collaborativa del movimento della Mail art. Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio che nasce dal contributo degli altri e si materializza nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente coinvolti. Le varie stampe del progetto Brain Cell realizzate da Cohen non possono essere considerate opere “finite”, intese come opere che si completano nella realizzazione della copia grafica, ma di un’opera caratterizzata dall’indeterminatezza e provvisorietà del proprio esistere insito nel suo DNA. Di certo, se il risultato finale di ogni stampa fosse davvero “un’opera compiuta”, credo che Cohen smetterebbe di colpo di realizzare altre copie di “Brain Cell”, proprio perché svuoterebbe pesantemente il senso e la filosofia generatrice di questa particolare pratica artistica. Una considerazione doverosa da fare sul lavoro di Cohen è quella di aver messo, “fuori gioco”, ancora una volta, il vecchio sistema ufficiale dell’arte, relegando fuori dalla porta personaggi equivoci come i galleristi, i critici d’arte e persino i collezionisti di opere d’arte dal momento che lo scambio delle opere prodotte avviene tra gli artisti del Network. Quindi, le opere realizzate non vengono trattenute e conservate dall’artista in vista di un consueto profitto ma inviate ai rispettivi collaboratori. Con la spedizione postale delle stampe i collaboratori, utilizzano i propri archivi, diventando altresì collezionisti delle opere ricevute Spesso, con i lavori “Brian Cell” realizzati nei vari tour che ogni anno l’artista fa in giro per il mondo si organizzano delle mostre come per esempio la mostra realizzata e ancora visitabile a Pontassieve in occasione della “XXVII Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”. Risulta ancora quanto mai complicato e difficile organizzare tradizionali mostre con i “Fractal Portrait Project” proprio per la reale difficoltà a reperire e raccogliere concretamente le diverse opere donate nel tempo agli amici artisti rappresentati. Inoltre, per quando riguarda i progetti “Fractal Portrait” svolti Cohen da più di 18 anni nel campo della performance vogliamo evidenziare un lato ancora poco conosciuto, soprattutto alla conoscenza delle opere “Body” e della serie delle slhouette del corpo create a partire dal 2001 in poi fino a oggi, realizzate dall’artista giapponese in particolari momenti collettivi unendo insieme diversi fogli Brain Cell in cui i soggetti, gli amici incontrati nei vari tour vengono invitati a farsi fare un ritratto da Cohen o a distendersi a terra sopra questi fogli Brain Cell, con l’artista impegnato per l’occasione a disegnare e rilevare il contorno immediato del corpo. Una sorta di “performance collettiva”, prima di procedere alla consueta realizzazione dell’opera. Una performance “provvisoria” in funzione della realizzazione dell’opera. Tutto ciò, seppur con le dovute differenze di lavoro, lo lega indissolubilmente al suo caro amico Shozo Shimamoto, divenendo il naturale attivo continuatore dell’arte di ricerca oggi in Giappone. Sandro Bongiani
Per questa Collettiva Internazionale sono presenti in mostra 164 opere di importanti artisti internazionali di un corpus totale di ben 281 opere grafiche pervenute.
Card di Giovanni Bonanno, 2018
MARGINALI ATTIVI & SWARM ART Intervista di Sandro Bongiani a Ryosuke Cohen in occasione del 70° anniversario dell’artista giapponese e della Mostra Retrospettiva che verrà presentata il 30 giugno a Pontassieve (Firenze).
Nato nel 1948 a Osaka, in Giappone, Ryosuke Cohen non è il primo e unico artista postale giapponese, prima di lui anche Shozo Shimamoto aveva condiviso la Mail Art, tuttavia, è certamente l’autore giapponese più longevo e per certi versi, anche il più interessante e attivo nel network internazionale di chiunque altro per la diffusione capillare della pratica Mail artistica. Dopo “Brain Cell”, nell'agosto 2001 ha iniziato anche un altro progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, iniziato in Italia al fine di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo ritratti e Silhouette (face and body) agli amici artisti incontrati in questi anni nei in diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Secondo Ryosuke Cohen, “Brain Cell” è come la struttura di un cervello visto al microscopio, ci appare come lo schema delle rete con migliaia di neuroni accumulati e ramificati insieme proprio come il Network dell’arte postale. La Mail art - scrive l’artista - “is dynamic", because you can be more of an individual free to create works of art with a new mind, being fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists", e poi, “la rete si espande da A a B, da B a C, da C a D, da D a A, da C a A e così via, è come un corpo unico con una costruzione cerebrale fatta di un gran numero di cellule nervose strutturate e complesse, sistemate in un ordine non lineare. Ecco perché ha definito questo tipo di esperienza “Brain Cell (cellule del cervello)”. Praticamente è il risultato di un complesso intreccio di cellule nervose del cervello, un progetto senza fine, aggiungendo, “ciò che nasce dal “flusso” Dada, Fluxus e Mail Art è l’unico modo per realizzare la nuova arte del domani”.Un’arte marginale che implica la collaborazione e la partecipazione globale degli artisti come strategia primaria per costruire l’opera. In occasione dei 70 Years di Cohen e della mostra personale a Pontassieve vicino Firenze (Italy), ho provato a fargli un’intervista, una sorta di dibattito a due sul suo coinvolgimento intenso nel mondo della Mail Art e dell’arte marginale e provare, seppur in modo provvisorio, a fare un primo bilancio delle cose che ha svolto in questi anni di lavoro. Sandro Bongiani: da studente avevi iniziato la tua prima attività interessandoti a Matisse e Cezanne e successivamente il movimento Dada e Fluxus fino a scoprire nel 1981 la corrente alternativa e marginale della Mail Art. Da qui, sono nati nel 1985 i primi Brain Cell e poi nel 2001, in Italia, i grandi Fractal Portrait Project. Ci racconti gli inizi della tua attività artistica? Ryosuke Cohen: Intorno al 1980, quando lavoravo all'Arte Concettuale, venni a conoscere la Mail Art attraverso Byron Black, Canadian Video Artist. Poi ho iniziato a inviare Mail Art, usando "fukuwarai", un gioco tradizionale giapponese in cui una persona bendata mette i tratti del viso (occhi, naso, bocca e sopracciglia) su un viso di carta e "C" come nella tabella di prova della vista. Non prima. Ho davvero sentito l'importanza di Networking Art nello scambio con i Mail Artists, ho iniziato a inviare BRAIN CELL come uno dei modi migliori per esprimere una mia idea. Ho inviato per la prima volta il mio "Ritratto e Corpo" in modo da rafforzare il concetto di BRAIN CELL, e poi ho fatto BRAIN CELL (Mail Artists in Italy, 2001). Da allora il progetto è in corso in molti paesi in Europa, Stati Uniti, Canada e così via. S. B. Che atmosfera culturale si respirava in Giappone tra gli anni 70 e 80 rispetto a oggi? Ryosuke Cohen: Nel 1970, quando si tenne il Japan World Expo Osaka, il Giappone era salito su, l'ondata di maggiore crescita economica. L'anno successivo mi sono laureato in un college di educazione nel 1974 e sono diventato un insegnante d'arte, sono stato un buon collega di Sumi
Yasuo, un membro di Gutai, e poi sono entrato in contatto con altri membri del gruppo Gutai.
S. B. In quale anno è nato AU (Artist Union or Art Unidentified) e cosa pensi del gruppo Gutai? Ryosuke Cohen: Nel 1975 si organizzarono in AU (Artist Union) sollecitati da Masunobu Yoshimura, a Tokyo. All'inizio, AU ha iniziato con un vasto gruppo di autori: non solo artisti ma architetti, persone legate al teatro, critici e così via. Più tardi Shozo Shimamoto ha rilevato AU. Ho preso parte all'organizzazione nel 1977, quando vi erano molti membri (7- 8), 5 artisti Gutai erano già stati in AU. Ho promosso relazioni amichevoli, ad eccezione della grande amicizia che avevo con Shozo Shimamoto, anche con Saburo Murakami, Tsuruko Yamazaki, Yasuo Sumi.
S. B. Per diversi anni sei stato in contatto e hai fatto dei viaggi in Europa con il mitico Shozo Shimamoto, che ricordi hai di lui? Ryosuke Cohen: In AU avevo fatto frequenti attività con Shozo Shimamoto dal 1977 al 1992: scambi meravigliosi con molti artisti nelle nostre tre volte che siamo stati insieme all'estero (Europa dell'Est nel 1985, USA nel 1987 e Europa occidentale nel 1990). Ho molti ricordi belli di Shozo Shimamoto nei nostri viaggi artistici. Certamente, da come aveva studiato psicologia, è stato un bravissimo produttore di eventi dell'UA e di se stesso.
S. B. Come viene realizzato un “Brain Cell”, che strategia usi per realizzare l’opera finale? Ryosuke Cohen: Riguardo al BRAIN CELL, stampo 150 fogli di formato A3 per numero, a un ritmo di un lavoro ogni 10 giorni. Ci sono circa 50 partecipanti per ogni numero. Il mio lavoro successivo è quello di inviare per posta un foglio a ciascun partecipante, di legare 50 fogli in un libro una volta all'anno e di conservare il resto per i fare i Portrait Project, per le mostre che si fanno e per l'invio a chi è interessato. S. B. I contributi dei collaboratori sono parte integrante del tuo lavoro? Ryosuke Cohen: Inutile dire che non posso fare i BRAIN CELL senza i partecipanti a questo progetto. Brain Cell Network ha costantemente avuto nuove partecipazioni e continua a muoversi e diffondersi insieme nel tempo. S.B. Ci vuoi precisare meglio cosa intendi per “Fractal” e per “Soup Orion”, qual’è la filosofia di base che sorregge il tuo lavoro? Ryosuke Cohen: Fractal è l'idea di auto-somiglianza proposta dal matematico francese, Benoit Mandelbrot. Non amo i termini di "individualità e "originalità" nell'arte. Penso che possa essere composto dall'accumulo sull'idea di molti artisti e sulla storia dell'arte: cioè, sono una raccolta di molti frammenti. La ragione della proposta di Orion Soup è che dovremmo discutere non solo di un'attività nel nostro ristretto campo, ma anche di un tema libero unico per l'artista, che è il tema fondamentale per l'umanità: e il numero primo matematico. Orion Soup è la parola coniata che ho usato per questo modo di fare.
S. B. L’aspetto più interessante e nuovo degli artisti di oggi è quello d’interagire tra loro in una corale partecipazione. Questo accade anche in natura. L'aspetto interessante di tali sistemi biologici è che questi comportamenti nascono ed emergono in modo spontaneo e autonomo, e vede nella collaborazione tra gli individui l’aspetto fondante anziché la competizione e supremazia del più forte come succede spesso nel sistema ufficiale dell’arte contemporanea. La formazione di grandi gruppi coordinati ma spontanei, ci appare come un immenso sciame assai noto in natura, vedi il comportamento coordinato di insetti come le api, vespe e formiche. E’ un organismo gigante con una mente propria e una intelligenza superiore alla somma dei singoli individui. Lo studio di modelli di questi sistemi porta allo sviluppo di algoritmi che appartengono alla classe chiamata swarm intelligence ("sciami intelligenti"). Il comportamento collettivo osservabile è il frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo componente verso gli altri oppure verso l'ambiente. In tutti questi casi il gruppo sembra davvero un organismo gigante ed efficiente con una mente propria e un’intelligenza superiore alla somma dei singoli individui. Questa esperienza la definisco "arte di confine", proprio perché desidera collocarsi in un "altrove praticabile” rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria. Praticamente un "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Oggi ci appare una sorta di strana ragnatela di comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile, perennemente in movimento”. L’arte di confine è ormai una rete consolidata di rapporti relazionali composta da migliaia di artisti del Network che si scambiano ogni giorno messaggi creativi in forma di e-mail, lettere, buste, cartoline, collage, poesie visive, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. Con essa la comunicazione visiva assume dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate. Insomma, è il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di ricerca libera. Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro planetario, uno swarm intelligence, un magnifico essere dal grande occhio che si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante presenze individuali. Vuoi dirci qualcosa di più sul tuo metodo di lavoro per realizzare l’opera? Ryosuke Cohen: Ho continuato a stampare BRAIN CELL ogni volta per mezzo di Gokko Print (una tipica stampante serigrafica semplificata giapponese). Per prima cosa, mi preparo 16 -18 originali formato cartolina delle Mail Arts arrivate, quindi realizzo una versione sensibilizzata da cartolina, utilizzando ciascuna versione (16 -18) originali. Successivamente, stampo 16 -18 diverse copie per un foglio da 3 A, e aggiungo sigilli e/o timbri. Finisco per stampare 150 fogli di BRAIN CELL per un opera. Fractal Portrait è una performance che realizzo realmente incontrando i Mail Artists nei “Meetings” che faccio ogni anno, disegnando il contorno del viso e del corpo direttamente sul posto. Dopo che, tornato in Giappone, finisco ogni opera con inchiostro nero cinese (sumi). S. B. Dopo i "Brain Cell", a partire dal l'Italia del 2001, hai approdato al “Fractal Portrait Project” del viso e del corpo nei vari incontri che hai fatto in diversi paesi del mondo approfondendo in modo più proficuo il concetto dei "Brain Cell", che significato hanno le tue performance che fai per realizzare le opere Fractal Portrait Project? Ryosuke Cohen: L'incontro con molti artisti postali all'estero mi permette di conoscere meglio come si impegnano in un'ampia varietà di forme artistiche e di capire direttamente la loro passione per l'arte. S.B. La lettura dei Fractal Portrait Project / include, l’azione performativa che va a integrarsi con l’esperienza dei precedenti Brain Cell, e secondo me, riassume una parte di vita e di storia vera del Giappone; penso a Hiroshima con il tragico bombardamento atomico.
Insomma, Hiroshima come la Pompei spazzata via dalla Vesuvio del 79 d.c. infatti, si racconta che a Hiroshima il 6 agosto 1945 alle ore 8:15 il bombardamento atomico abbia letteralmente proiettato le persone al muro diventando solo semplici ombre. Dilagano nella città di Hiroshima vecchia immagini di questo tipo, quasi una sorta di macabro promemoria. Le ombre di Hiroshima hanno fermato tragicamente il tempo e per un momento anche la storia del Giappone. Anche nei tuoi lavori la presenza dell’uomo diventa sagoma, “presenza -essenza” dell’uomo contemporaneo. Ci vedo questa associazione nei tuoi lavori. Cosa ne pensi? Ryosuke Cohen: Fractal Portrait è un'immagine che si collega da "Now" (il presente) al futuro. Non cattura l'idea dell'ombra ma la silhouette vivente degli artisti. Hiroshima è una storia triste. Nel 1986 o 1987, Bern Porter, fisico americano coinvolto nel Progetto Manhattan, venne a trovarmi in Giappone. A quel tempo aveva lasciato una carriera di fisico per diventare un Mail Artist. E’ stato un partecipante dal numero 1 di BRAIN CELL. Mi aveva detto: "LA CELLULA DEL CERVELLO è un simbolo di pace". Ho iniziato con enfasi sul Networking of art con i BRAIN CELL, ma recentemente sento fortemente il peso delle sue parole per questa pace.
S. B. Nel panorama contemporaneo dell’arte esistono due tipi di artisti; quei pittori che collaborano con il sistema “commerciale” dell’arte, e poi “gli altri”, i franchi tiratori, liberi da obblighi e da vincoli. Riguardo il sistema “ufficiale” dell’arte, il tuo posizionamento è autonomo, rispetto a mode e tendenze pre-confezionate, preferendo l’attivismo del circuito planetario, altro modo, parallelo e convergente, di fare ricerca libera a 360 °. Diceva Marcel Duchamp: Il grande artista deve andare nella clandestinità e nell’anonimato. Sicuramente, con la Mail Art, la dichiarazione di Duchamp diventa un lucido programma, dal momento che in te non c’è nessun interesse commerciale e si presta a questa “nuova dimensione” per la sua intrinseca capacità di scavalcamento della critica, dei galleristi, del mercato, in un confronto “diretto”, tra un artista e l’altro e, soprattutto, in un attraversamento “libero” delle più diverse tendenze dell’arte di ricerca. Cosa puoi dirci? Ryosuke Cohen: Non c'è scopo nelle attività dell'artista. Non è qualcosa che possiamo fare per dominarlo. Credo che il lavoro dell'artista sia quello di pensare sempre a "Cos'è l'arte?".
S. B. In una interessante intervista del 2012, John Held Jr. ti chiese se dopo aver completato la silhouette frattale salvavi qualche opera per te stesso, magari per una possibile e futura mostra dei lavori. In quella occasione tu confessavi che ti risultava difficile raccogliere tutto il materiale da esporre, visto che ogni opera realizzata viene regalata agli amici. Di sicuro, una mostra del genere fino a qualche anno fa risultava improponibile se non impossibile per un artista che lavora come te. Nel 2015 con lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery il problema è stato superato presentando 15 anni di lavoro dei “Fractal Portrait Project” visibili con un vernissage virtuale collettivo e contemporaneo in tutto il pianeta. Come vedi la tecnologia e i nuovi strumenti di comunicazione risolvono problemi considerati apparentemente insormontabili. Che ne pensi? Ryosuke Cohen: Non mi sarei mai aspettato che il mio lavoro fosse presentato in questo modo. Sono rimasto sorpreso dalla raffinatezza dello Spazio Ophen Virtual Art Gallery. Sono grato del risultato. Sono certo che, a causa della diffusione della SNS, il ruolo assumerà un'importanza sempre maggiore in futuro. S. B. Una mia personale curiosità, come importante artista contemporaneo, hai un sogno
particolare nel cassetto che vorresti realizzare al più presto? Ryosuke Cohen: Innanzitutto, mi piacerebbe andare all'estero il più spesso possibile, al fine di continuare a fare i Fractal Portrait Project. Attualmente conservo tutte la Mail Art (35 anni circa) presso un magazzino di noleggio e la mia casa. In secondo luogo, credo che lo donerò a musei e alle gallerie in modo da utilizzarlo per ricerche su la Mail Art. (Tradotto il 20 maggio 2018 dall’inglese all’italiano a cura di Sandro Bongiani).
Ryosuke Cohen e Noriko Shimizu
Brain Cell di Ryosuke Cohen
Performance of Ryosuke Cohen 2007 CROXHAPOX, Gent (belgium)
ALL’INIZIO ERA MATISSE (Poesia Visuale di Giovanni Bonanno dedicata a Ryosuke Cohen) (6 agosto 2018)
All'inizio era l’aria di Hiroshima con l’infame aguzzino caduto a creare ferite, lamenti e fango, rimane soltanto un solitario stormo di impronte segnate su un muro che resistono al tempo per essere ancora ricordate. La cellula del cervello è un simbolo di pace, bisogna procedere per frammenti ricevuti per posta, raccordati assieme e svelati con una umile voce. All'inizio era Matisse e l'ombra di un amico a indicare la via e a tessere trame sottili e orditi incanti, ora è Shozo che ti osserva curioso da un angolo del tuo studio affascinato per la magia e la costanza dei tuoi pensieri. Anche una sola silhouette vivente di un amico può raccontare il nostro precario esistere, la presenza può divenire sagoma ed essenza dell’uomo contemporaneo, ora i tuoi amici sdraiati su delicati brani ricomposti di Brain Cell partecipano a definire la complessità del tuo ammirevole e generoso procedere. All'inizio era solo il desiderio che si raccordava con la vita per divenire speranza, ora è soprattutto il contatto con gli amici e l’amore che può essere strumento e simbolo di pace. © Giovanni Bonanno 2018
Opera di Giovanni Bonanno, 2018
SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY "Active Marginals / 70 Ryosuke Cohen" edited by Sandro Bongiani From 31 July to 1 December 2018 Inauguration: Tuesday 31 July 2018, 18.00
On Tuesday, 31 July 2018, at 18.00, the international group exhibition curated by Sandro Bongiani entitled: "Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen" that the Ophen Space Art Gallery of Salerno dedicates to the Japanese artist, one of the most long-lived and interesting contemporary artists born in the forties. An interesting collective exhibition in concomitance also of the special recurrence of its seventieth birthday, presenting 164 works on a total corpus graphic of 281 works arrived from all over the world by important international artists who periodically took turns to collaborate with commitment and diligence with Cohen. Ryosuke Cohen, born in 1948, Osaka, Japan, is a Mail Artist. The family name is Kouen but on the advice of Byron Black, he adopted the English name 'Cohen' as in Hebrew. Cohen discovered the mail art in Canada. Ryosuke is the son of a well-known haiku writer in Japan, Jyunichi Koen. Cohen's early works are the result of a mixture of Japanese tradition and imagery, contemporary numbers and icons as is his signature, the letter "C". For a long time the Japanese artist has been interested in the Dada and Fluxus movement, in contact with Shozo Shimamoto and the members of the Gutai group, sharing a new way of doing contemporary art in a spontaneous and natural way. Ryosuke is not the first Japanese post and marginal artist, but he is surely the longestrunning Japanese author in the international network After Ray Johnson and Guglielmo Achille Cavellini, Ryosuke Cohen once again puts the cards of experimentation into an old-fashioned cultural system he prefers the work created specifically to be commercialized. He does so by proposing a particular project "Brain Cell" (Cellula celebrale), started in June 1985 with thousands of members spread in over 80 countries. A work that collects every 7-10 days about the images of many artists on a single page attaching a list of addresses of collaborators, 55 on average per work, which saw him involved for over 30 long years, rejecting the unique work and customary concepts such as originality and therefore, preferring more the game, the research and the concrete freedom of the artist deliberately placed at the margins of the current cultural system. For this way of doing, he is perhaps the most interesting and active artist in the network of anyone else for the organizational capacity of the project and for the widespread diffusion of marginal art. In August 2001 he started the project in Italy realization of a project idea (his) and those participating in the project. Practically, he promoted a "doing" by becoming director of a temporary intervention, which arises from the contribution of others and materializes together in collective collaboration in which everyone can participate and be positively and passionately involved in the creation of the work. In over thirty years of work he has exhibited with exhibitions and performed performances and meetings in different geographical areas of the world. He currently lives in Ashiya-City Hyogo in Japan.
Artists present: Ryosuke Cohen, Giappone I John Held, Usa I Nicolas de la Casininière, Francia I Jan Theuninck, Belgio I Josè Luis Alcalde Soberanes, Messico I Horst Tress, Germania I Pedro Bericat, Spagna I Mauro Molinari, Italia I John M. Bennett, Usa I Rémy Pénard, Francia I Virginia Milici, Italia I Lamberto Caravita, Italia I Renata e Giovanni Stradada, Italia I Rosalie Gancie, Usa I Michel Della Vedova, Francia I Vittore Baroni, Italia I Bruno Cassaglia, Italia I Tommaso Cascella, Italia I Giovanni Fontana, Italia I Antonio Sassu, Italia I Lancillotto Bellini, Italia I Mariano Filippetta, Italia I Emilio Morandi, Italia I Marina Salmaso, Danimarca I Luisa Bergamini, Italia I Guido Capuano, Italia I Dmitry Babenko, Russia I Cinzia Farina, Italia I Umberto Basso, Italia I Cesar Reglero, Spagna I Marcello Diotallevi, Italia I Fernando Andolcetti, Italia I Alfonso Caccavale, Italia I Leonor Arnao, Argentina I I Santini del Prete, Italia I Pascal Lenoir, Francia I Monica Michelotti, Italia I Matthew Rose, Francia I Alberto Sordi, Italia I Guy Bleus, Belgio I Claudio Grandinetti, Italia I C. Mehrl Bennett, Usa I Alessandra Borsetti Venier, Italia I Lars Schumacher, Germania I Ernesto Terlizzi, Italia I Jacob de Chirico, Italia I Susanne Schumacher, Germania I Ruggero Maggi, Italia I Maria Credidio, Italia I Maya Lopez Muro, Argentina I Antonio Gomez Garcia, Spagna I Michel Della Vedova, Francia I Fernanda Fedi, Italia I Fernando Aquiar, Portogallo I Gino Gini, Italia I Anna Boschi, Italia I Luc Fierens, Belgio I Gyorgy Galantai, Ungheria I Alessandro Ceccotto, Italia I Giovanni Bonanno, Italia I Pier Roberto Bassi, Italia I Seiei Jack, Giappone I Ko De Jonge, Olanda I Keiichi Nakamura, Giappone I Calogero Barba, Italia I Katerina Nikoltsou, Grecia I Carlo Iacomucci, Italia I Kiki Franceschi, Italia I Antonio Baglivo, Italia I Tomaso Binga, Italia I Matthew Rose, Francia I Anna Banana, Canada I Noriko Shimizu, Giappone I Miguel Jimenez, Spagna I Rosa Gravino, Argentina I Giancarlo Pucci, Italia I Rolando Zucchini, Italia I Alessandra Angelini, Italia I Domenico Ferrara Foria, Italia I Aarol Flores, Messico I Gabi Minedi, Italia I Laura Agostini, Italia I Maribel Martinez, Argentina I Alexander Limarev, Russia I BuZ Blurr, Usa I Patrizio Maria, Italia I Franco Altobelli, Italia I Daniele Virgilio, Italia I Aleksandar Jovanovic, Serbia I Roberto Keppler, Brasile I Oronzo Liuzzi, Italia I Francesco Aprile, Italia I Osvaldo Cibils, Italia I Domenico Severino, Italia I Lucia Spagnuolo, Italia I Linda Paoli, Italia I Elena Marini, Italia I Francesco Cornello, Italia I Juan Lopez de Ael, Spagna I Mabi Col, Italia I Mzia Valerian, Belgio I Rafael Gonzales, Spagna I Miray Birce Gur, Turchia I Jaromir Svozilik, Norvegia I Fulgor C. Silvi, Italia I Stefan Reinhard, Germania I Lia Franzia, Italia I Pierpaolo Limongelli, Italia I Turkan Elci, Turchia I Claudio Romeo, Italia I Michelle, Usa I The Wasted Angel, Belgium I Angela Caporaso, Italia I Eni Ilis, Brasile I Beatriz Albuquerque, Portogallo I Anna Karina Fries, Germania I Derya Auci, Turchia I Stiliachus, Germania I Anna Miller, Oba Mail Art Group, Germania I Maria Teresa Cazzaro, Italia I Horvath Piroska, Austria I Bruno Chiarlone Debenedetti, Italia I Cecilia Bossi, Italia I Mustafa Cevat Atalay, Turchia I Vero Rigole, Belgio I Adriano Bonari, Italia I Teri Anderson, Inghilterra I Maurizio Follin, Italia I Afrodite Karamanli, Grecia I Sigrid Sack, Germania I Rossana Bucci, Italia I Roberto Scala, Italia I Cobàs (Mario Carchini), Italia I Amadeu Escorcio, Portogallo I Piero Barducci, Italia I Bayron Dede, Turchia I John Gayer, Finlandia I Nicolas Malevitsis, Grecia I Antonia Mayol Castellò, Spagna I Silvano Pertone, Italia I Francesco Mandrino, Italia I Francine Fox, Usa I Adriana Lucaciu, Romania I Kathleen McHugh, Usa I Sophia Martinon, Grecia I Janys
Oliveira Fortaleza, Brasile I Marie-Christine De Grave, Belgio I Heloisa Sonaglio, Brasile. I Connie Jean, Usa I Meral Agar, Turchia I Raz Mail Art, Australia I Claire Dinsmore, Usa I Oznur Kepce, Turchia I Francisco Sanchez Gil, Spagna I Hilar Tursoluk, Turchia I Annie Label, Australia I Marysia Raposo, Brasile I Turkan Elci, Turchia I Maria Josè Silva - MizÊ, Portogallo I Sharon Silverman, Usa.
"Active Marginals / 70 Ryosuke Cohen" SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105 / D - Salerno, Tel / Fax 089 5648159 e-mail: bongiani@alice.it Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it Hours continued every day from 00.00 to 24.00 "Active Marginals & Swarm Art / Inside and outside the body"
The Mail Art was born more than 50 years ago, in 1962, since the American artist Ray Johnson, founded the "New York Corrispondance School of Art" occasionally at the same time with the "Fluxus" movement of the Lithuanian-American George Maciunas (1961 ) and the Pop Art by Leo Castelli in New York (1962). A sort of school of correspondence art in which the graphic works with the insertion of stamps and collage were for the first time sent by mail to acquaintances and even unsuspecting recipients, giving complete autonomy to communication and making this new way of expression totally free and outside any scheme imposed and prefixed by cultural power and consequently by the official art market. After Ray Johnson, also Guglielmo Achille Cavellini, in the early 70s (1971), he had invented "self-employment", creating home shows and using the catalogs he sent to the network artists. These two artists, first of all, had only hinted at this new and possible crisis strategy of the cultural system that did not allow any intrusion if not supported by a strong power that conditioned and controlled the proposals and choices in order to regulate the flow and oxygenate the art market. It was above all Cavellini (GAC), who made "the big step"; that of opposing a now monotonous system; a further development towards the crisis in the traditional art system. In the 80s, precisely in June 1985, the Japanese artist Ryosuke Cohen once again puts the cards of experimentation into play, in an antiquated cultural system that prefers the work created specifically to be commercialized. It does so by proposing a particular project "Brain Cell" (Brain Cell), which has seen him involved for over 30 long years, along with thousands of members spread in over 80 countries, where the individual artists collaborate by sending by post to Cohen drawings, stamps, stamps, stickers or other. Using an old silkscreen system, called mimeograph (now out of production), it makes 150 copies of A3 (29.7x42). It is a still active project that is printed every 7-10 days and sent back to the respective collaborators, attaching a list of addresses of collaborators coming from some countries (55 on average per work). More than 30 years have passed and the BRAIN CELL N ° 1000 has been passed on November 20, 2017. For a long time the artist Cohen refuses the unique work and customary concepts such as originality, preferring more the game, the research and the freedom of the artist deliberately placed on the margins of an antiquated and passatist cultural system. In the practice of postal art there is not a single solid ideology or "ism" capable of surviving and prevailing over the others. According to Ray Johnson, "Mail Art is not a single art movement, but it is not a single artistic movement but rather a great movement" transversal "to all other proposals and artistic experiences that concretely urges us to become aware of ourselves. As a result, fragments of ideas are shared with other artists in a "copyright" free relationship, using and transforming even the works of other authors into a relentless collective "add and send by mail". In the elitist practice implemented by the official institutional system of art, competition rather than cooperation and experimentation is preferred. In Mail Art these concepts disappear to give space to creativity and spontaneous research carried out in the field in an equal way. Born in 1948 in Osaka, Japan, Ryosuke is not the first and only Japanese postal artist, even before him Shozo Shimamoto had shared the Mail Art, however, it is certainly the
most long-lived Japanese author and in some ways, even the most interesting and active in the international network of anyone else for the widespread dissemination of the practice of artistic mail. After "Brain Cell", in August 2001 he started another project called "Fractal Portrait Project", started in Italy in order to more profitably realize the concept of "Brain Cell", making portraits and Silhouette (face and body) to friends artists met in these years in different meetings (Meetings) all over the world. According to Cohen, "Brain Cell" is like the structure of a brain seen under a microscope, it appears to us as the network scheme with thousands of accumulated and branched neurons together just like the postal art network. The Mail art - writes the artist - "is dynamic", and then you are free to create works of art with a new mind, and then fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists , "The network expands from A to B, from B to C, from C to D, from D to A, from C to A and so on, it is like a single body with a cerebral construction made of a large number of cells structured and complex nerves, arranged in a non-linear order. That's why he defined this kind of experience "Brain Cell (brain cells)". Basically it is the result of a complex interweaving of nerve cells in the brain, an endless project, adding, "what comes from the" flow "Dada, Fluxus and Mail Art is the only way to realize the new art of tomorrow". Fractal (fractal), literally means similar figures, the new concept was first used by the French mathematician B. Mandelbrot at the IBM Watson Institute. The main characteristic of fractals is "self-similarity", the repetition of the same motif to infinity, characterized by the temporary and temporary indeterminacy of its existence, such as, for example, the trees of the Amazonian forest of South America which consists of numerous species that cohabit together. In 2006 Ryosuke Cohen, writes: "Nowadays I have a piece of that fractal, and that I can create art, in a way that extends beyond myself as an individual, in communication with infinite mail artists' ideas ", (today I realized that we are all part of a fractal and that I can be a piece of that fractal extending as an individual beyond myself in an infinite communication of ideas with postal artists). This particular concept personally I prefer to call it "swarm intelligence" translatable as: "intelligence of the swarm", is a term closer to all living beings first coined in 1988 following a project inspired by robotic systems. It takes into consideration the study of self-organized systems, in which a complex action derives from a collective doing, as happens naturally in the case of insect colonies, flocks of birds, schools of fish or herds of mammals. According to the definition of Beni and Watt, swarm intelligence can be defined as: "Ownership of a system in which collective behavior interact in a collaborative way producing functional responses to the system", is clear, not understood in a speculative sense and as a function of a economic result, but a participatory response to a concrete creative contribution "non-authoritarian", just as it happens in the collaborative practice of the movement of Mail art. Cohen is today the contemporary artist who no longer represents the one who produces a work of art according to the old classicist ideas of tradition, but plays the role of mediator and intermediary between the realization of a project idea (his) and those who participate
in the project. Practically, he promotes a "doing" becoming director of a temporary intervention that comes from the contribution of others and materializes in collective collaboration in which everyone can participate and be positively involved. The various prints of the Brain Cell project realized by Cohen can not be considered "finished" works, understood as works that are completed in the realization of the graphic copy, but of a work characterized by the indeterminacy and provisional nature of its existence inherent in its DNA. Of course, if the final result of each print was really "a finished work", I think that Cohen would suddenly stop making other copies of "Brain Cell", precisely because it would greatly weaken the sense and the generating philosophy of this particular artistic practice. A dutiful consideration to be made of Cohen's work is that he has once again put the old official system of art out of the door, relegating ambiguous characters such as gallery owners, art critics and even collectors of works of art as the exchange of the works produced takes place among the artists of the Network. Therefore, the works created are not retained and kept by the artist in view of a customary profit but sent to their respective collaborators. With the mailing of the prints the collaborators, use their own archives, becoming also collectors of the received works Often, with the works "Brian Cell" realized in the various tours that every year the artist makes around the world exhibitions are organized as for example, the exhibition realized and still visitable in Pontassieve on the occasion of the "XXVII International Exhibition" Incontri d'Arte ". It is even more complicated and difficult to organize traditional exhibitions with the "Fractal Portrait Project" because of the real difficulty in finding and collecting the various works donated over time to the friends represented. Moreover, when it comes to the "Fractal Portrait" projects carried out by Cohen for more than 18 years in the field of performance, we want to highlight a side that is still little known, especially to the knowledge of the "Body" works and the series of the slhouette of the body created since 2001 up to now, created by the Japanese artist in particular collective moments by joining together several Brain Cell sheets in which the subjects, the friends met in the various tours are invited to have a portrait done by Cohen or to lie down on the ground above these sheets Brain Cell , with the artist engaged for the occasion to draw and detect the immediate contour of the body. A sort of "collective performance", before proceeding with the usual realization of the work. A "provisional" performance according to the realization of the work. All this, albeit with the due differences of work, indissolubly links it to his dear friend Shozo Shimamoto, becoming the natural active continuer of the art of research today in Japan. For this International Collective exhibition, 164 works by important international artists are exhibited in a total corpus of over 281 graphic works received. Sandro Bongiani
INTERVIEW TO RYOSUKE COHEN BY SANDRO BONGIANI, SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY ACTIVE MARGINALS & SWARM ART Interview by Sandro Bongiani with Ryosuke Cohen on the occasion of the 70th anniversary of the Japanese artist and of the Retrospective Exhibition which will be presented on June 30th in Pontassieve (Florence). Born in 1948 in Osaka, Japan, Ryosuke Cohen is not the first and only Japanese mail art artist, before him Shozo Shimamoto too had shared Mail Art, however he is certainly the oldest Japanese author and in some ways also more interesting and active than anyone else in the International network for the capillary diffusion of the mail artistic practice. After “Brain Cell” in August 2001, he started a new project called “Fractal Portrait Project”, which began in Italy in order to realize the “Brain Cell” concept more effectively, creating portraits and silhouettes (face and body) of the artist friends that he met in these years all over the world. According to Ryosuke Cohen, Brain Cell is like the structure of a brain seen under the microscope, it appears as a network map with thousands of neurons, gathered and branched just like the Mail Art network. Mail Art, the artist writes “ is dynamic because you can be more of an individual free to create works of art with a new mind, being fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists , […]and then “the network spreads from A to B , B to C, from C to D, from D to A ,from C to A and so on, it is like a sole body with a cerebral structure made up of a great number of structured and complex brain cells , set in a non-linear order. That’s why he defined this experience “Brain Cell”. Basically, it is the result of a complex weaving of brain cells, an endless project, adding: “what is born from the Dada, , Fluxus and Mail Art “flux” is the only way to realize the new art of the future”. A marginal art that implies the global collaboration and partecipation of artists as a primal strategy to create the work “. On the occasion of Cohen’s 70 years and his personal exhibition in Pontassieve near Florence (Italy), I tried to interview him about
his intense involvement in the world of Mail Art and marginal art and to make a temporary balance of the things he has done in these years.
Sandro Bongiani: As a student you had started your activity with particular interest in Matisse and Cezanne and then in the Dada and Fluxus movement, until you discovered in 1981 the alternative and marginal current of Mail Art. From this, the first Brain Cells were born in 1985 and then in 2001, in Italy, the great Fractal Portrait Project. Would you like to tell us about the beginning of your artistic activity?
Ryosuke Cohen: Around 1980 when I had been working on Conceptual Art, I came to learn the pleasure of Mail Art through Byron Black, Canadian Video Artist. Then I started sending Mail Art, using "fukuwarai", a Japanese traditional game in which a blindfolded person puts the facial features (eyes, nose, mouth and eyebrows) onto a paper face and "C" in the eyesight test chart. No sooner had I really felt the importance of Networking Art in the exchange with Mail Artists, I began to send BRAIN CELL as one of the best way to express such an idea of mine. I had first sent my "Portrait and Body" so as to fortify the concept of BRAIN CELL, and then had done BRAIN CELL ( Mail Artists in Italy, 2001). Since then the project has been going on in many countries in Europe, USA, Canada and so on.
S.B. What kind of cultural atmosphere was there in Japan between the 70 and 80’s, compared to our days? Ryosuke Cohen: In 1970 when Japan World Expo Osaka was held, Japan had risen on the waves of higher economic growth. In the next year I graduated from a college of
education in 1974 and became an Art teacher, I made a good colleague with Sumi Yasuo, a member of Gutai, and then was in contact with other members of Gutai.
S.B. When was AU (Artist Union of Art Unidentified) born and what do you think of the Gutai group? Ryosuke Cohen: In 1975 they organized themselves into AU (Artist Union) by the appeal of Masunobu Yoshimura, Tokyo. At first AU started with a wide range of career: not only artists but architects, people related to the theater, critics and so on. Later Shozo Shimamoto took over AU. I took part in the organization in 1977, when many (7ă€œ8) 5 Gutai members had already been in AU. I promoted friendly relations with Saburo Murakami, Tsuruko Yamazaki, Yasuo Sumi, except for Shozo Shimamoto.
S.B. For several years you kept in contact and travelled through Europe with the mythical Shozo Shimamoto. What do you think of him? Ryosuke Cohen: In AU I had done frequent activities with Shozo Shimamoto from 1977 to 1992: wonderful exchanges with many artists in our three-time overseas activities (East Europe in 1985, USA in 1987 and West Europe in 1990). I have many memories about Shozo Shimamoto on our art trip. As He had studied psychology, He was so good a producer of AU events and himself.
S.B. How do you realize a Brain Cell? Which strategy do you use to realize the final work? Ryosuke Cohen: Concerning BRAIN CELL, i print 150 A3 - sized sheets per one issue, at a pace of one issue per 10 days. There are about 50 participants for every issue. The
following work of mine is to send one sheet to each participant, to bind 50 sheets into a book once a year, and to keep the rest for Portrait Project, exhibitions and sending to the art concerned.
S.B. How much do your coworkers contribute to your work? Ryosuke Cohen: Needless to say, i cannot issue BRAIN CELL without any participants. Brain Cell Network constantly has had more new participation, and continues to move and spread along with the times.
S.B. Would you like to explain better what you mean by “Fractal” and “Soup Orion”? What is the basic philosophy that supports your work? Ryosuke Cohen: Fractal is the idea of self-similarity proposed by French mathematician, Benoit Mandelbrot. I dislike the terms of "individuality and "originality" in art. I think that I am composed of the accumulation on many artists' idea and art history: that is, I am a collection of many fragments. The reason for the proposal of Orion Soup is that we should argue over not only an activity in our narrow field, but also a free theme unique to the artist, which is the most fundamental theme for humanity: the spread of the universe and mathematical prime number. Orion Soup is the coined word I minted.
S.B. The most interesting and new aspect of nowadays artists is interacting among themselves in a choral participation. This also “occurs” in nature. The interesting feature of these biological systems is that these behaviors are born spontaneously and autonomously and there is cooperation among the individuals, which is the fundamental aspect, instead of competition and supremacy of the strongest, which
is usually what happens in the official system of the contemporary art. The birth of great coordinated but spontaneous groups appears to us as a huge swarm, very popular in nature, of insects, as ants, mosquitoes and bees which behave coordinately. It is a gigantic organism with its own mind and a superior intelligence compared to the sum of the single individuals. The study of these systems brings to the development of algorithms, belonging to the class called swarm intelligence. The collective behavior is the result of simple interactions of a single towards the others or towards the environment. In all these cases the group really seems an enormous and efficient organism with its own mind and an intelligence superior to the sum of single individuals. I call this experience “border art”, because it wants to find a place in a “practicable elsewhere”, compared to a worldly mediocrity. Basically, a “planetary lab” made up of several networks scattered all over the world: archives of ideas, experimentation and spontaneous research. Today we see a strange web of communications created by correspondents, able to overcome the geographical distances, involving all nations in an impressive and huge moving puzzle, always changing and mutating. Border art is a consolidated network of relationships among thousands of network artists, who exchange creative messages every day, in the shape of e-mail, letters, envelopes, cards, collages, visual poems, books and even three-dimensional objects. With it visual communication takes planetary dimensions, completely new and unexpected. It is the greatest research laboratory of the Earth (the global Network lab), a great “lung” of free research. If we observe it in its complexity, it looks like a giant prehistoric dinosaur, a swarm intelligence, an amazing being with a great eye that regenerates permanently with the spontaneous contributions of many individual presences. Would you like to tell us something more about your method of work?
Ryosuke Cohen: I have continued to print BRAIN CELL by means of Gokko Print (a Japanese typical simplified small silk-screen printer ) every day. First, I get ready for 16-18 different postcard-sized originals with some Mail Arts, and then make a sensitized postcard-sized version, using each of 16-18 original version. Next, i print different 16-18 copies per one 3A sheets, followed by adding seal and/or stamp. I end up printing 150 BRAIN CELL sheets per one issue. Fractal Portrait is a performance that I actually meet the Mail Artists and draws the outline of the face and body on the spot. After coming back to Japan, I finish each one in Chinese black ink (sumi).
S.B. After Brain Cell, starting from Italy, in 2001, you have arrived at the “Fractal Portrait Project “ of face and body in the several meetings you had in different countries of the world, examining closely the concept of “ Brain Cell”. What do your performances mean and what do you do to accomplish the Fractal Portrait Projects works? Ryosuke Cohen: The meeting with many overseas Mail Artists makes it possible to know how they engage in a wide variety of arts and to directly feel their passion for art.
S.B. The reading of Fractal Portrait Project includes the performing action that becomes part of the experience of the former Brain Cell, and, in my opinion, it sums up a part of life and real history of Japan; I think of Hiroshima with the tragic atomic bombing. So, Hiroshima as Pompeii, destroyed by Vesuvio in 79 d.c. In Hiroshima, on the 6th of August 1945, the atomic bomb literally projected people against the walls, making of them mere shadows. In the city of Hiroshima images of this kind spread everywhere, almost a sort of macabre reminding. The shadows of Hiroshima have stopped time tragically and, for a moment, the history of Japan too. In your
works, too the presence of man becomes silhouette, “presence-essence “of contemporary man. I can see this association in your works? Ryosuke Cohen: Fractal Portrait is an image that connects from "Now" (the present) to the future. It captures not the idea of shadow, but the living silhouette of the artists. Hiroshima is a sad story. In 1986 or 1987, Bern Porter, American physicist involved in the Manhattan Project came to see me in Japan when he was taking a career around the world. At that time he quitted a physicist career to be a Mail Artist. He had been a participant from No.1 issue of BRAIN CELL. He said, " BRAIN CELL is a symbol of Peace ". I have begun with emphasis on Networking of art in BRAIN CELL, but recently feel strongly the weight of his words for this peace.
S.B. In the contemporary panorama of art two kinds of artists exist: those painters who collaborate with the “commercial “system of art and then the “others “, the snipers, free from obligations and bonds. As regards the official system of art, your positioning is autonomous to fashions and ready-made trends, preferring the activity of the planetary circuit, another way, parallel and convergent, of making free and complete research. Marcel Duchamps said: the great artist must go towards clandestinity and anonymity. Surely, with Marginal Art Duchamps declaration becomes a lucid programme, since in you there is no commercial interest, and it lends itself to this new dimension, for its inner capacity of going beyond critics , art -galleries managers, the market , in a direct relationship between the artist and the other and, above all, in a “ free “ crossing of the most different tendencies of the art of research. What can you tell us? Ryosuke Cohen: There is no purpose in the artist's activities. It is not something we can do to master it. I think that the Artist’s job is to always think about "What is art?".
S.B. In an interesting interview of 2012, John Held jr. asked you if, after having completed the fractal silhouette, you saved some works for yourself, maybe for a possible and future exhibition. On that occasion you confessed that it was difficult for you to collect all the material to exhibit since every work completed was given to friends as a present. Surely, an exhibition of this kind was considered unthinkable not many years ago, if not impossible, for an artist that works like you. In 2015 with the Spazio Ophen Virtual Art Gallery, the problem has been solved presenting 15 years of work of “Fractal Portrait Object “, visible with a virtual, collective and contemporary vernissage all over the world. As you can see technology and modern means of communication solve problems, apparently considered unsurmountable. What do you think? Ryosuke Cohen: Never did I expect my record to be reproduced in this way. I was surprised at the sophistication of Spazio Ophen Virtual Art Gallery. I am grateful to the record. I am sure that, due to the spread of SNS, the role will become increasingly important in the future.
S.B. My personal curiosity: as an important contemporary artist, have you got any dreams in the drawer you would like to fulfill as soon as possible? Ryosuke Cohen: Firstly, I'd like to go abroad as often as I can, in order to keep on Fractal Portrait Project. Currently, I keep all of the Mail Art (35 years or so) at the rental warehouse and my home. Secondly, I will donate it to museums and galleries so as to have it used for research on Mail Art. (translated from English to Italian by Sandro Bongiani, on the 20th May 2018)
“Monacohen� Delicated to Ryosuke Cohen of Giovanni Bonanno, 2018
La Mostra Virtuale “Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” è il titolo della mostra collettiva Internazionale che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista giapponese Ryosuke Cohen in occasione del suo settantesimo compleanno, presentando per questa mostra collettiva 164 opere di altrettanti artisti internazionali su un corpus totale di ben 281 opere pervenute.
Sala 1 – Le Opere
Fractal Portrait Project Visit. Room 1 http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
Opere presenti nella 1 sala: Ryosuke Cohen, Ashiya – Giappone, Keiichi Nakamura, Tokio – Giappone, Antonio Gomez Garcia, Merida – Spagna, Horvath Piroska, Ried im Innkreis – Austria, Ruggero Maggi, Milano – Italia, Tommaso Cascella, Bomarzo – Italia, Ko De Jonge, Rotterdam – Olanda, Claudio Grandinetti, Cosenza – Italia, Alessandra Angelini, Trivolzio – Italia, Heloisa Sonaglio, Porto Allegre – Brasile, Elena Marini, Serravalle Pistoiese – Italia, Anna Banana, Roberts Crk. – Canada, Alessandra Borsetti Venier, Pontassieve – Italia, Maurizio Follin, Favaro V.to – Italia, Seiei Jack, Tokio – Giappone, Susanne Schumacher, Hannover – Germania, Leonor Arnao, La Plata – Argentina, Domenico Severino, Pompei – Italia, Daniele Virgilio, La Spezia – Italia, Rosa Gravino, Granada de Gomez – Argentina, Meral Agar, Istanbul – Turchia, Aarol Flores, Città del Messico – Messico, Beatriz Albuquerque, Porto, Portogallo, Katerina Nikoltsou, Thessaloniki – Grecia, Rémy Pénard, Limoges – Francia, Claire Dinsmore, Wernersville – Usa, Maria Credidio, San Demetrio Corone – Italia, Noriko Shimizu, Ashiya – Giappone, Alberto Sordi, La Spezia – Italia, Annie Label, Bulimba – Australia, Gabi Minedi, Roma – Italia, Franco Altobelli, Bari – Italia, Dmitry Babenko, Krasnodar – Russia, Fernanda Fedi, Milano – Italia, Mehrl Bennett, Columbus – Usa, Matthew Rose, Parigi – Francia, Josè Luis Alcalde Soberanes,San Angel – Messico, Lancillotto Bellini, Verona – Italia, Mzia Valerian, Mechelen – Belgio, Pedro Bericat, Zaragoza – Spagna, Pier Roberto Bassi Castel Mella – Italia, Rafael Gonzales, Tenerife – Spagna, Maribel Martinez, Ensenada – Argentina, Bruno Cassaglia, Quiliano – Italia, Alessandro Ceccotto, Adria – Italia, Pierpaolo Limongelli, Bari – Italia, Rosalie Gancie, Maryland – Usa, Gyorgy Galantai, Budapest – Ungheria, Umberto Basso, Barletta – Italia.
Ryosuke Cohen, Ashiya – Giappone Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Keiichi Nakamura, Tokio – Giappone Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Antonio Gomez Garcia, Merida – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Horvath Piroska, Ried im Innkreis – Austria Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Ruggero Maggi, Milano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Tommaso Cascella, Bomarzo – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Ko De Jonge, Rotterdam – Olanda Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Claudio Grandinetti, Cosenza – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Alessandra Angelini, Trivolzio – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Heloisa Sonaglio, Porto Allegre – Brasile Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Elena Marini, Serravalle Pistoiese – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Anna Banana, Roberts Crk. – Canada Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Alessandra Borsetti Venier, Pontassieve – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Maurizio Follin, Favaro V.to – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Seiei Jack, Tokio – Giappone Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Susanne Schumacher, Hannover – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Leonor Arnao, La Plata – Argentina Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Domenico Severino, Pompei – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Daniele Virgilio, La Spezia – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Rosa Gravino, Granada de Gomez – Argentina Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Meral Agar, Istanbul – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Aarol Flores, Città del Messico – Messico Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Beatriz Albuquerque, Porto, Portogallo Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Katerina Nikoltsou, Thessaloniki – Grecia Collezione Bongiani Art Museum di Salern
Rémy Pénard, Limoges – Francia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Claire Dinsmore, Wernersville – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Maria Credidio, San Demetrio Corone – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Noriko Shimizu, Ashiya – Giappone Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Alberto Sordi, La Spezia – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Annie Label, Bulimba – Australia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Gabi Minedi, Roma – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Franco Altobelli, Bari – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Dmitry Babenko, Krasnodar – Russia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Fernanda Fedi, Milano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Mehrl Bennett, Columbus – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Matthew Rose, Parigi – Francia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Josè Luis Alcalde Soberanes,San Angel – Messico Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Lacillotto Bellini, Verona – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Mzia Valerian, Mechelen – Belgio Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Pedro Bericat, Zaragoza – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Pier Roberto Bassi Castel Mella – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Rafael Gonzales, Tenerife – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Maribel Martinez, Ensenada – Argentina Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Bruno Cassaglia, Quiliano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Alessandro Ceccotto, Adria – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Pierpaolo Limongelli, Bari – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Rosalie Gancie, Maryland – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Gyorgy Galantai, Budapest – Ungheria Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Umberto Basso, Barletta – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Sala 2 – Le Opere
Visit. Room 2 http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
Opere presenti nella 2 sala: John M. Bennett, Columbus – Usa, Tomaso Binga, Roma – Italia, Hilar Tursoluk, Istanbul – Turchia, Kathleen McHugh, Washington – Usa, Giovanni Bonanno, Salerno – Italia, Mauro Molinari, Velletri – Italia, Anna Karina Fries, Schweinfurt – Germania, Emilio Morandi, Ponte Nossa – Italia, Giancarlo Pucci, Fano – Italia, Turkan Elci, Istanbul – Turchia, Oznur Kepce, Istanbul – Turchia, Raz Mail Art, Queensland – Australia, Ernesto Terlizzi, Angri – Italia, Silvano Pertone, Varazze – Italia, Calogero Barba, San Cataldo – Italia, Marcello Diotallevi, Fano – Italia, Luc Fierens, Weerde – Belgio, Nicolas de la Casinière, Nantes Francia, Marie-Christine De Grave, Berlaar – Belgio, Monica Michelotti, Carrara – Italia, Rolando Zucchini, Foligno – Italia, Amadeu Escorcio, Lisbona – Portogallo, Vittore Baroni, Viareggio – Italia, Maria Teresa Cazzaro, Padova – Italia, Marysia Raposo, Campinas - Brasile, Francesco Cornello, Bagnatica – Italia, Aleksandar Jovanovic, Odzaci – Serbia, Roberto Keppler, San Paolo - Brasile, Fulgor C. Silvi, Frontone – Italia, John Held, San Francisco – Usa, Michel Della Vedova, Limoges – Francia, Giovanni Fontana, Alatri - Italia, Cinzia Farina, Enna – Italia, Horst Tress, Koln - Germania, Guy Bleus, Wellen – Belgio, Maya Lopez Muro, City Bell – Argentina, Michelle, Fremont - Usa, Lia Franzia, Vado Ligure - Italia, Vero Rigole, Heusden – Belgio, Alfonso Caccavale, Afragola – Italia,Josè Silva, Oliveira de Azeméis - Portogallo, Lucia Spagnuolo, Civitanova Marche – Italia, Anna Boschi, S. Pietro Terme, Italia, Virginia Milici, Zero Branco – Italia, Marina Salmaso, Copenaghen - Danimarca, Claudio Romeo, Villa Raverio – Italia, Pascal Lenoir, Grandfresnoy – Francia, Connie Jean, Florida - Usa, Lars Schumacher, Hannover – Germania, Luisa Bergamini, Bologna – Italia, Guido Capuano, Ispica – Italia, Antonio Baglivo, Bellizzi - Italia, Bayron Dede – Turchia, Barducci, Bologna – Italia, Bruno Chiarlone, Cairo Mont. Italia, Angela Caporaso, Caserta – Italia.
John M. Bennett, Columbus – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Tomaso Binga, Roma – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Hilar Tursoluk, Istanbul – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Kathleen McHugh, Washington – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Giovanni Bonanno, Salerno – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Mauro Molinari, Velletri – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Anna Karina Fries, Schweinfurt – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Emilio Morandi, Ponte Nossa – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Giancarlo Pucci, Fano – Italia, Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Turkan Elci, Istanbul – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Oznur Kepce, Istanbul – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Raz Mail Art, Queensland – Australia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Ernesto Terlizzi, Angri – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Silvano Pertone, Varazze – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Calogero Barba, San Cataldo – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Marcello Diotallevi, Fano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Luc Fierens, Weerde – Belgio Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Nicolas de la Casinière, Nantes Francia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Marie-Christine De Grave, Berlaar – Belgio Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Monica Michelotti, Carrara – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Rolando Zucchini, Foligno – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Amadeu Escorcio, Lisbona – Portogallo Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Vittore Baroni, Viareggio – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Maria Teresa Cazzaro, Padova – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Marysia Raposo, Campinas – Brasile Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Francesco Cornello, Bagnatica – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Aleksandar Jovanovic, Odzaci – Serbia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Roberto Keppler, San Paolo – Brasile Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Fulgor C. Silvi, Frontone – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
John Held, San Francisco – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Michel Della Vedova, Limoges – Francia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Giovanni Fontana, Alatri – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Cinzia Farina, Enna – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Horst Tress, Koln – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Guy Bleus, Wellen – Belgio Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Maya Lopez Muro, City Bell – Argentina Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Michelle, Fremont - Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Lia Franzia, Vado Ligure – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Vero Rigole, Heusden – Belgio Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Alfonso Caccavale, Afragola – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Josè Silva, Oliveira de Azeméis – Portogallo Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Lucia Spagnuolo, Civitanova Marche – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Anna Boschi, S. Pietro Terme, Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Virginia Milici, Zero Branco – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Marina Salmaso, Copenaghen – Danimarca Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Claudio Romeo, Villa Raverio – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Pascal Lenoir, Grandfresnoy – Francia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Connie Jean, Florida – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Lars Schumacher, Hannover – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Luisa Bergamini, Bologna – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Guido Capuano, Ispica – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Antonio Baglivo, Bellizzi – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Bayron Dede – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Barducci, Bologna – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Bruno Chiarlone, Cairo Mont. – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Angela Caporaso, Caserta – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Sala 3 – Le Opere
Visit. Room 3 http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
Opere presenti nella 3 sala: The Wasted Angel, Assebroek – Belgium, Renata e Giovanni Stradada, Ravenna – Italia, Antonio Sassu, Torreglia - Italia, Oronzo Liuzzi, Corato – Italia, Jan Theuninck, Zonnebeke - Belgio, Artista anonimo non identificato, Domenico Ferrara Foria, Foria – Italia, BuZ Blurr, Gurdon – Usa, Mustafa Cevat Atalay, Tekirdag -Turchia, Adriano Bonari, Bergamo – Italia, Carlo Iacomucci, Macerata – Italia, Linda Paoli, Campi Bisenzio – Italia, Laura Agostini, Bari – Italia, Jacob de Chirico, Merano – Italia, Francesco Mandrino, S. Biagio in Padule - Italia, Patrizio Maria, Roma – Italia, Sigrid Sack, Heilbronn – Germania, Derya Auci, Elazig - Turchia, Roberto Scala, Massa Lubrense – Italia, Francine Fox, Kirksville – Usa, Lamberto Caravita, Massa Lombarda – Italia, Mariano Filippetta, Frosinone - Italia, Gino Gini, Milano – Italia, Osvaldo Cibils, Trento – Italia, Afrodite Karamanli, Thessaloniki Grecia, Fernando Andolcetti, La Spezia – Italia, Kiki Franceschi, Firenze – Italia, Laura Cristin, Bagnaria Arsa – Italia, Eni Ilis, Campinas - Brasile, John Gayer, Helsinki – Finlandia, Jaromir Svozilik, Oslo – Norvegia, Cobàs (Mario Carchini), Carrara - Italia, Cesar Reglero, Tarragona – Spagna, Adriana Lucaciu,Timisoara - Romania, Antonia Mayol Castellò, Torrevieja – Spagna, Miray Birce Gur, Istanbul – Turchia, Anna Miller, Oba Mail Art Group, Schweinfurt - Germania, Sharon Silverman, Haverhill – Usa, Miguel Jimenez, Sevilla – Spagna, Fernando Aquiar, Lisbona - Portogallo, I Santini del Prete, Rosignano Marittimo – Italia, Alexander Limarev, Novosibirsk Russia, Francisco Sanchez Gil, Marbella – Spagna, Teri Anderson, Essex, Inghilterra, Juan Lopez de Ael, Burgos – Spagna, Anna Karina Fries, Schweinfurt – Germania, Nicolas Malevitsis, Atene - Grecia, Francesco Aprile, Caprarica Di Lecce – Italia, Mabi Col, Genova – Italia, Rossana Bucci, Corato – Italia, Stiliachus, Windhogen - Germania, Janys Oliveira Fortaleza, Ceará – Brasile, Cecilia Bossi, Paliano – Italia, Stefan Reinhard, Schweinfurt - Germania, Sophia Martinon, Atene – Grecia.
The Wasted Angel, Assebroek – Belgium Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Renata e Giovanni Stradada, Ravenna – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Antonio Sassu, Torreglia – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Oronzo Liuzzi, Corato – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Jan Theuninck, Zonnebeke – Belgio Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Artista non identificato Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Domenico Ferrara Foria, Foria – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
BuZ Blurr, Gurdon – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Mustafa Cevat Atalay, Tekirdag –Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Adriano Bonari, Bergamo – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Carlo Iacomucci, Macerata – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Linda Paoli, Campi Bisenzio – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Laura Agostini, Bari – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Jacob de Chirico, Merano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Francesco Mandrino, S. Biagio in Padule - Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Patrizio Maria, Roma – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Sigrid Sack, Heilbronn – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Derya Auci, Elazig – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Roberto Scala, Massa Lubrense – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Francine Fox, Kirksville – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Lamberto Caravita, Massa Lombarda – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Mariano Filippetta, Frosinone – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Gino Gini, Milano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Osvaldo Cibils, Trento – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Afrodite Karamanli, Thessaloniki – Grecia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Fernando Andolcetti, La Spezia – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Kiki Franceschi, Firenze – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Laura Cristin, Bagnaria Arsa – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Eni Ilis, Campinas – Brasile Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
John Gayer, Helsinki – Finlandia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Jaromir Svozilik, Oslo – Norvegia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Cobàs (Mario Carchini), Carrara – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Cesar Reglero, Tarragona – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Adriana Lucaciu,Timisoara – Romania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Antonia Mayol Castellò, Torrevieja – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Miray Birce Gur, Istanbul – Turchia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Anna Miller, Oba Mail Art Group, Schweinfurt – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Sharon Silverman, Haverhill – Usa Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Miguel Jimenez, Sevilla – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Fernando Aquiar, Lisbona – Portogallo Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
I Santini del Prete, Rosignano Marittimo – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Alexander Limarev, Novosibirsk - Russia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Francisco Sanchez Gil, Marbella – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Teri Anderson, Essex, - Inghilterra Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Juan Lopez de Ael, Burgos – Spagna Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Anna Karina Fries, Schweinfurt – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Nicolas Malevitsis, Atene – Grecia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Francesco Aprile, Caprarica Di Lecce – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Mabi Col, Genova – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Rossana Bucci, Corato – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Stiliachus, Windhogen – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Janys Oliveira Fortaleza, Cearå – Brasile Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Cecilia Bossi, Paliano – Italia Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Stefan Reinhard, Schweinfurt – Germania Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Sophia Martinon, Atene – Grecia. Collezione Bongiani Art Museum di Salerno
Ryosuke Cohen alla 56ma Biennale Internazionale di Venezia, Italy 2015
Spazio Ophen Virtual Art Gallery mostra collettiva internazionale “Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen” SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105/D - Salerno, Tel/Fax 089 5648159 e-mail: bongianimuseum@gmail.com
Visit: Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
UFFICIO STAMPA Archivio Ophen Virtual Art di Salerno Via S. Calenda, 105/D 84126 Salerno Italy Tel. 089 56 48 159 Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen / Catalogo on line, n° 11 –Mostra a domicilio n° 30, Sandro Bongiani Arte. Published on February 14, 2019. Sandro Bongiani Arte Contemporanea, Salerno – Italia, "Marginali Attivi” Mostra a domicilio free edizione febbraio 2019. Catalogo della mostra Collettiva internazionale a cura di Sandro Bongiani che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista giapponese Ryosuke Cohen, uno dei più longevi e interessanti artisti contemporanei nati negli anni quaranta. Una interessante mostra collettiva in concomitanza anche della speciale ricorrenza del suo settantesimo compleanno, presentando 164 opere su un totale corpus grafico di ben 281 opere arrivate da ogni parte del mondo da importanti artisti internazionali che periodicamente si sono avvicendati a collaborare con impegno e assiduità con Cohen. Edizione Collezione Bongiani Art Museum.
CATALOGO ISSUU WEB/ ONLINE n° 11 Mostra n° 30
del 31 luglio 2018
© Collezione Sandro Bongiani Artecontemporanea