SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0 Via S. Calenda, 105/D - Salerno
COLLECTIVE INTERNATIONAL WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS
Edizione Collezione Bongiani Ophen Art Museum
WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS
Collettiva Internazionale con la partecipazione di 119 artisti contemporanei di cinque continenti a cura di Giovanni Bonanno Presentazione critica di Marcello Francolini Progetto in collaborazione con l’Archivio Ophen Virtual Art e la Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno.
Dal 29 aprile 2015 al 27 agosto 2016 Inaugurazione: VenerdĂŹ 29 aprile 2016, ore 18.00 Salerno Tel/Fax 089 5648159 e-mail: bongiani@alice.it Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
S’inaugura venerdì 29 aprile 2016, alle ore 18.00, la mostra collettiva internazionale a cura di Giovanni Bonanno dal titolo: “WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista tedesco Joseph Beuys in concomitanza con la ricorrenza dei 30 anni dalla scomparsa, (Dusseldorf, 23 gennaio 1986), proponendo una importante mostra collettiva con 119 artisti di diversa nazionalità. Nella sua attività (oggetti, azioni, installazioni, interviste, multipli, ecc.) lo ha visto protagonista indiscusso, sulla scena internazionale. Negli ultimi anni tra il Settanta e gli anni Ottanta, l'esigenza di dialogo, diventa prioritario, connotata spesso le performances come occasioni per esporre verbalmente la propria concezione politico-religiosa, fondata sulla coincidenza tra autodeterminazione, libertà individuale e creatività. Un’arte intesa come processo catartico e liberatorio svincolato dai tradizionali media che fa affidamento sul nesso tra arte-vita-politica alla ricerca di una nuova possibilità creativa e organizzativa dell'uomo tra spiritualismo mistico e scientismo sperimentale. Scrive Marcello Francolini nella presentazione: “perché un cappello per ricordare Joseph Beuys? Non poteva che esserci immagine più fedele di quella di un cappello per essere sicuri di esprimere parole-immagini intorno alla figura di Joseph Beuys. Considerandolo come il cappello, e non tanto un cappello, allora si potrebbe convenire che è proprio quel cappello che indossava sempre e ora non più. È ciò che resta oggi, come l’ultimo è più vero luogo del suo corpo. “Ricoprirono il mio corpo di grasso per rigenerare il calore e l’avvolsero nel feltro per conservarlo”. Fu così, che i Tartari lo raccolsero, accogliendolo nella loro natura medicinale, lo resuscitarono, rialzandolo a nuova vita, il 16 marzo del 1944. Così scriveva l’artista nel suo Curriculum vitae/Curriculum delle opere, con il quale, in una sorta di mito delle origini, ricostruì una sua seconda vita, a partire dall’istante in cui tutto aveva avuto inizio. Portò da allora sempre con sé, feltro e grasso. Ora quello stesso feltro è materiale del suo cappello, protegge il capo come protesse il corpo. Lo stesso cappello che ora mantiene in caldo i pensieri, rilascia quello stesso odore di feltro che annusò in Crimea nascendo daccapo. È così che il cappello a Beuys servì per ricordarsi di sé ovunque, qualcosa come un peso sul capo per tenerlo radicato alla terra, la sua terra propria. La sua Heimat”.
Artisti presenti: Joseph Beuys, Ryosuke Cohen, Dorian Ribas Marhino, Marcello Diotallevi, Nicolò D'Alessandro, Maya Lopez Muro, John M. Bennett, Santini del Prete, Virginia Milici, Gino Gini, Mauro Molinari, Nicolas de La Casiniere, Antonio Sassu, Domenico Ferrara Foria, Meral Agar, BuZ Blurr, Horst Tress, Tomaso Binga, Miguel Jimenez, Maria José Silva-Mizé, Leonor Arnao, Melahat Yagci, Sinasi Gunes, Turikan Elci, Atelier Stiliachus, Daniel de Cullà, Giancarlo Pucci, Angela Behrendt, Wolfgang Faller, Alexander Limarev, Rosanna Veronesi, Robert Lewis, Bruno Cassaglia, RCBz, Paolo Scirpa, Carmela Corsitto, Oronzo Liuzzi, Rossana Bucci, Ernesto Terlizzi, Linda Paoli, Remy Penard, Rolando Zucchini, Andre Pace, Giovanni Bonanno, Pascal Lenoir, Stathis Chrissicopulos, Claudio Grandinetti, Alfonso Caccavale, Fernanda Fedi, Daniel Daligand, Rosa Gravino, Pedro Bericat, Francesco Aprile, Lamberto Caravita, Simon Warren, Fabiana Pereira, Ruggero Maggi, Otto D Sherman, Renata e Giovanni Stradada, C. Mehrl Bennett, Picasso Gaglione, Anna Boschi, Lorenzo Lome Menguzzato, Maria Credidio, Eugenio Giannì, Emilio Morandi, Maria Teresa Cazzaro, Gianfranco Brambati, Monika Mori, Fernando Andolcetti, Caranovic Predrag, Pier Roberto Bassi, Patrizio Rossi, Connie Jeans, David Drum,
Giovanni Fontana, Vittore Baroni, Luc Fierens, Elena Marini, Mabi Col, Matthew Rose, Fulgor C. Silvi, John Held J.R., Dimitry Babenko, Lia Franza, Gian Paolo Roffi, Umberto Basso, Mirta Caccaro, Marina Salmaso, Lars Schumacher, Ludo Winkelman, Francesco Mandrino, Oznur Kepce, Roland Halbritter, Serse Luigetti, Keichi Nakamura, Adriano Bonari, Alessio Guano, Carlo Iacomucci, Cinzia Farina, Domenico Severino, Maurizio Follin, Claudio Romeo, Lancillotto Bellini, Silvana Alliri, Angela Caporaso, Michel Della Vedova, Susanne Schumacher, Clemente Padin, Malte Sonnenfeld, Kateina Nikeltsou , Claudia Garcia, Roberto Scala, Josè Luis Alcalde Soberanes, Julien Blaine, Judy Skolnick, Tricia Schriefer, Cernjul Viviana, Gianni Romizi, Ayse Sidika Ugur.
WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0 Via S. Calenda, 105/D - Salerno 29 aprile 2016 – 27 agosto 2016 Inaugurazione: venerdì 29 aprile 2016, ore 18.00 Orario: tutti i giorni ore 00.00 - 24.00 e-mail: bongiani@alice.it Web Gallery 2.0: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Press: bongiani@libero.it
Alla domanda: perché lei porta sempre il cappello? Beuys rispondeva: “Questo è il tentativo di condurre nell’intero mondo del lavoro l’uomo stesso come concetto di arte. Ciò significa che in questo momento io stesso sono l’opera d’arte”. L’artista tedesco aveva un concetto di estetica del tutto personale, affermava: “il concetto di estetica nel vecchio senso non è più rilevante. Per me si sviluppa sempre più… sino ad arrivare al punto in cui estetica è uguale a uomo. L’uomo stesso è estetica.” Il suo modo di presentarsi era il suo modo estetico di essere, era volontà di manifestare in modo visibile il fondamento del suo pensiero essenziale, cioè l’uomo. Di conseguenza l’abbigliamento era quasi una uniforme, e il cappello, in particolare, era per ricordare a se stesso e agli altri di avere una testa: la testa è fatta per pensare, per portare luce, la luce del pensiero che sta in equilibrio sull’asse verticale, sul portamento eretto dell’essere umano. La testa è avere un’idea per cappello.
Opera di Nicolas de La Casiniere, Nantes - Francia
Biografia di Joseph Beuys Artista tedesco, nato a Krefeld il 12 maggio 1921, morto a Düsseldorf il 23 gennaio 1986. Conseguita la maturità classica, a Kleve nel 1940 si orienta verso studi di medicina. Pilota in guerra, rimane ferito nella caduta di un aereo in Russia ed è poi fatto prigioniero. Tornato a Kleve, nell'attenzione rivolta alle scienze naturali emergono i suoi interessi per l'arte. Dal 1947 al 1951 frequenta la Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf seguendo corsi di J. Enseling ed E. Mataré. Nel 1967 fonda l'Organisation für direkte Demokratie durch Volksabstimmung e dopo essere stato rimosso nel 1972 per ragioni politiche dall'insegnamento di scultura, svolto dal 1961 presso l'Accademia di Düsseldorf, costituisce una Freie internationale Hochschule für Kreativität und interdisziplinäre Forschung. Tra la fine degli anni Quaranta e i Cinquanta evidenzia, in una figurazione di essenzialità espressionista, lo specifico dei materiali e delle tecniche. Passa quindi all'assemblaggio di oggetti di rifiuto e di sostanze deperibili e povere, pervenendo nel 1962, all'interno del gruppo Fluxus ma con posizione autonoma, alle sue prime ''azioni'' sostenute da una struttura spazio-temporale e con una forte componente magico-rituale e simbolica anche negli elementi esibiti (grasso, feltro, animali e il suo stesso corpo). Negli anni Settanta l'esigenza di dialogo, quasi una vocazione, connota spesso le performances come occasioni per esporre verbalmente la propria concezione politico-religiosa, fondata sulla coincidenza tra autodeterminazione, libertà individuale e creatività. Un’arte intesa come processo catartico e liberatorio svincolato dai tradizionali media che fa affidamento sul nesso tra arte-vita-politica alla ricerca di una nuova possibilità creativa e organizzativa dell'uomo tra spiritualismo mistico e scientismo sperimentale.
JOSEPH BEUYS & ALFONSO CACCAVALE
Foto Archivio Caccavale
VIDEO / Joseph Beuys
Foto Archivio Caccavale
Joseph Beuys - My Idea Of Art https://youtu.be/iPRaCrb6QKU durata 9:59 Joseph Beuys - English Subtitles - How to Explain Pictures to a Dead Hare 1/2 https://youtu.be/Mo47lqk_QH0 durata 14:59 Joseph Beuys w/ Coyote https://youtu.be/e5UXAqpSJDk durata 2:55 JOSEPH BEUYS/TRANSFORMER TRAILER https://youtu.be/6qxVbbrZaNk durata 14:13
Per altri video Youtube Visit: https://www.youtube.com/results?search_query=Joseph+Beuys%2C+
Giuseppe Caccavale, Foto Archivio Caccavale
Foto Archivio Caccavale
PRESENTAZIONE MOSTRA COLLETTIVA INTERNAZIONALE
What would you put in the hat of Joseph Beuys. Testo critico di Marcello Francolini, aprile 2016 L’operazione che andiamo qui a presentare è stata ideata e curata da Giovanni Bonanno, che attraverso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery presenta il suo progetto Internazionale di Mail Art che, a sua volta, andrà ad alimentare la Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno. Questa realtà, da anni, si muove nell’immaterialità della rete facendo dell’immanenza uno spazio concreto di riflessione. Perché un cappello per ricordare Joseph Beuys? Non poteva che esserci immagine più fedele di quella di un cappello per essere sicuri di esprimere parole-immagini intorno alla figura di Joseph Beuys. Considerandolo come il cappello, e non tanto un cappello, allora si potrebbe convenire che è proprio quel cappello che indossava sempre e ora non più. È ciò che resta oggi, come l’ultimo è più vero luogo del suo corpo. “Ricoprirono il mio corpo di grasso per rigenerare il calore e l’avvolsero nel feltro per conservarlo”. Fu così, che i Tartari lo raccolsero, accogliendolo nella loro natura medicinale, lo resuscitarono, rialzandolo a nuova vita, il 16 marzo del 1944. Così scriveva l’artista nel suo Curriculum vitae/Curriculum delle opere, con il quale, in una sorta di mito delle origini, ricostruì una sua seconda vita, a partire dall’istante in cui tutto aveva avuto inizio. Portò da allora sempre con sé, feltro e grasso. Ora quello stesso feltro è materiale del suo cappello, protegge il capo come protesse il corpo. Lo stesso cappello che ora mantiene in caldo i pensieri, rilascia quello stesso odore di feltro che annusò in Crimea nascendo daccapo. È così che il cappello a Beuys servì per ricordarsi di sé ovunque, qualcosa come un peso sul capo per tenerlo radicato alla terra, la sua terra propria. La sua Heimat. Quel cappello è ciò che di più proprio c’è di Joseph Beuys. Per comprendere quindi la sua opera e poterne dare un giudizio è assolutamente necessario non limitarla in chiave formale, ma considerarla profondamente nella sua totalità. Egli ricercava attraverso la realtà una via di accesso alla verità attraverso se stesso e la natura. Allora appare evidente che il cappello spostando l’attenzione sull’uomo, in quanto sottende ad un corpo che deve indossarlo, rimarca proprio che il pensiero dell’artista è connesso indissolubilmente alla sua vita, alla sua carne. Perché fare una mostra sul cappello di Joseph Beuys?
Potremmo iniziare con lo specificare che più che il cappello si tratta dell’immagine del cappello, nello specifico è un cappello capovolto il cui fondo è quello spazio di pertinenza di scambio in cui gli artisti sono chiamati a entrare. Così posto, il cappello, sembra migrare in una forma vascolare, mostrarsi per allegoria, come una giara da cui attingere o versare pensieri che allo stesso tempo sono altrui e personali (in un rimando incessante di sovrapposizioni che alla base rappresentano l’humus del comunicare con). Ricordando la frase di Beuys più volte rimarcata, da una sua profonda conoscitrice, Lucrezia De Domizio Durini: “Non si conserva un ricordo si ricostruisce” Rolando Zucchini ad esempio colma proprio quel fondo, il colore che n’esce dilaga silenzioso quasi provenisse da dentro. Quasi raggiunto l’orlo, questo verde bluastro turchese si rafferma come fosse una lastra che chiude, o comunque mantiene ben coperto qualcosa che è sotto, forse il pensiero di Beuys così legato all’essenza stessa dell’artista (il cui capo conservava gelosamente nel cappello). Su questa modalità “del riempire” segue Anna Boschi, che fa del contenitore del pensiero beuyssiano, un reliquiario con le sue opere-concetti, scaturiti proprio da quel pozzo di acque intuitive. Gino Gini, imbarca il cappello copri capo proteggi idee in un mare di parole pensieri. Wolfgang Faller, omaggia l’artista tedesco con una moltiplicazione di “Capri-Batterie” del 1985, aumentando tanti limoni quante idee è possibile ammettere. Umberto Basso lascia, come foglie sull’acqua, a galleggiare sospese le lettere dell’alfabeto. Un’immagine direi di calma in cui i significati non hanno ancora la loro forma verbale e perciò il rapporto coll’esterno passa interamente dal corpo. Andando avanti, tra le opere di Mail Art, troviamo Giovanni e Renata Strada, insieme, marito e moglie, formano il gruppo Stradada. Al cappello in cartolina sono sovrapposte alcune fotografie in primo piano di Beuys, la composizione tende a formare un’immagine di una croce, la struttura pone un equilibrio evidente, gli occhi dell’osservatore convergono naturalmente verso il centro dove incontriamo, con espressione sorpresa, Beuys. “Chi li ha Visti?” scritta sotto l’immagine, rimarca la spesso offuscata e sbiadita idea che avvolge artisti non facilmente classificabili. Questi artisti descritti, come la maggior parte di coloro, che sono presenti in questa mostra, potrebbero rientrare in una tipologia del riempimento, inteso come spazio specifico entro cui formalizzare il pensiero, com’è nel caso dell’utilizzo del cappello come spazio per l’azione artistica. L’artista qui, vi si proietta. Purtuttavia ce ne sono stati alcuni che hanno ribaltato tale modalità di lavoro, optando per una tipologia del prelievo. Questi artisti prendono il cappello e lo portano dentro, in uno spazio altrove. È il caso ad esempio di Linda Paoli, che il cappello lo materializza, trasportandolo, con la mano, nei pressi dei luoghi più consoni a quella creatività antropologica di Beuys: Terra, Aria, Acqua. A seguire c’è Antonio Sassu, che risponde con un’azione pratica a un’artista delle azioni com’era Beuys, con le sue “Living Sculpture”. Si pianta, letteralmente nel terreno, la testa è scomparsa sotto, il corpo è verticale con i piedi all’insù, da cui spunta una pianta. Come un’idea che può, solo nascere da un corpo ben radicato sulla terra.
Proprio a tal proposito, della terra, e di Joseph Beuys, potrei, provando a rimestare quei graffi lasciati dagli artisti, contribuire anche io al riempire il cappello: Piccolo Resoconto su un pensiero di terra Semplicemente terra. Non v’è immagine, nel senso comune, che assicura, letteralmente che mette a riparo, il nostro pensare, più d’ogni altra cosa, a una posizione stabile, salda, sicura. Certo se per terra intendiamo ciò, di contraltare un pensiero di acqua scivolerebbe slegato in superficie, ondeggiando liquidante da un estremo all’altro. Un pensiero d’acqua è dato dalla successione di visioni. Esse s’accavallano repentine senza che mai di una, sia possibile fissare un ricordo. Ogni tentativo di mantenersi stabile è vanificato dalle correnti esterne che l’influenzano e lo soggiogano. Un pensiero di terra, invece, pesa se stesso grazie ad una gravità che lo rafferma. A differenza di un pensiero d’acqua che solo vede, scorrendo, un pensiero di terra guarda, è in guardia alla posizione su cui si mantiene e nella terra si rassicura affinché il pensiero abbia piedi per slanciarsi. Heimat è, dunque, quel nostro orizzonte che ci assicura a noi stessi. La sua luce ha la stessa consistenza della nostra prima luce mai ancora vista.
"TRIBUTE TO JOSEPH BEUYS" VIRTUAL ART GALLERY SPACE OPHEN 2.0 Via S. Calenda, 105 / D - Salerno April 29, 2015 – August 27, 2016 Opening: Monday, April 29, 2016, 18:00 Hours: daily 00.00 - 24.00 e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery 2.0: http://www.collezionebongianiartmuseum.it Press: - bongiani@alice.it
DEDICATED TO JOSEPH BEUYS
Card di Giovanni Bonanno 2015 per Joseph Beuys
WORK OF JOSEPH BEUYS Sala 1 / OPERE:
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Sopra, Joseph Beuys. Sotto, BEUS014 - Dorian Ribas Marhino - Brasile - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS166 - Marcello Diotallevi, Fano - Italia. Sotto, BEUS157 - Nicolò D'Alessandro, Palermo – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS159 - Maya Lopez Muro, La Plata – Buenos Aires - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS088 - John M. Bennett, Columbus – Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS004 - Santini del Prete, Rosignano – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS091 - Gino Gini, Milano - Italia. Sotto, BEUS100 - Mauro Molinari, Velletri - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS024 - Nicolas de La Casiniere, Nantes - Francia, Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS007 - Antonio Sassu, Gruppo Sinestico, Torreglia – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS153 - Domenico Ferrara Foria, Foria – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS132 - Meral Agar, Istanbul – Turchia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS052 - BuZ Blurr, Arkansas – Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS009 - Horst Tress, Koin - Germania. – Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS094 - Tomaso Binga, Roma – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS119 - Miguel Jimenez, Sevilla – Spagna - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS140 - Maria José Silva-Mizé, Oliveira de Azemeis – Portogallo - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS113 - Leonor Arnao, La Plata – Argentina - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS155 - Melahat Yagci, Istanbul – Turchia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS114 - Sinasi Gunes, Istanbul – Turchia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS133 - Turikan Elci, Istanbul – Turchia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS019 - Atelier Stiliachus, Windhagen – Germania - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS005 - Daniel de CullĂ , Burgos - Spagna - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
WORK OF JOSEPH BEUYS Sala 2 / OPERE:
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Sopra, BEUS098 - Giancarlo Pucci, Fano - Italia. Sotto, BEUS020 - Angela Behrendt, Hannover – Germania - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS127 - Wolfgang Faller, Mullheim - Germania. Sotto, BEUS110 - Alexander Limarev, Russia – Siberia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS029 - Rosanna Veronesi, Milano - Italia. Sotto, BEUS026 - Robert Lewis, Omaha - Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS041 - Bruno Cassaglia, Quiliano - Italia. Sotto, BEUS047 - RCBz, Minnesota – Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno.
BEUS064 - Paolo Scirpa, Milano - Italia. Sotto, BEUS158 - Carmela Corsitto, CanicattĂŹ Italia 2016 - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS188 - Ryosuke Cohen, Osaka - Giappone. Sotto, BEUS108 e BEUS109 Caranovic Predrag, Belgrado – Serbia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS154 - Ernesto Terlizzi, Angri - Italia. Sotto, BEUS055 - Linda Paoli, Campi Bisenzio – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS066 - Remy Penard, Limoges - Francia. Sotto, BEUS003 - Rolando Zucchini, Foligno – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS074 - Andre Pace - Usa. Sotto, BEUS060 - Giovanni Bonanno, Salerno – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS102 - Pascal Lenoir, Grandefresnoy, Francia. Sotto, BEUS178 - Stathis Chrissicopulos, Patrasso – Grecia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS095 - Claudio Grandinetti, Cosenza - Italia. Sotto, BEUS147 - Alfonso Caccavale, Afragola – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS101 - Fernanda Fedi, Milano - Italia. Sotto, BEUS122 - Daniel Daligand, Vallois Perret – Francia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
BEUS103 - Sopra, Rosa Gravino, Canada de Gomez - Argentina. Sotto, BEUS040 - Pedro Bericat, Zaragoza – Spagna - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS126 - Francesco Aprile, Caprarica Di Lecce - Italia. Sotto, BEUS135 Lamberto Caravita, Massa Lombarda - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS049 - Simon Warren, Regno Unito. Sotto, BEUS161 -Fabiana Pereira, Mendoza – Argentina - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS025 - Ruggero Maggi, Milano - Italia. Sotto, BEUS070 - Otto D Sherman, New York. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS001 - Renata e Giovanni Stradada, Ravenna - Italia. Sotto, BEUS069 - C. Mehrl Bennett, Columbus – Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS065 - Picasso Gaglione, Lake Villa IL - Usa. Sotto, BEUS163 - Anna Boschi, Castel S. Pietro Terme – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS137 - Lorenzo Lome Menguzzato, Trento - Italia. Sotto, BEUS171 - Maria Credidio, San Demetrio Corone, Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS168 - Eugenio GiannĂŹ, Perugia - Italia. Sotto, BEUS048 - Emilio Morandi, Ponte Nossa - Italia. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS086 - Maria Teresa Cazzaro, Padova - Italia. Sotto, BEUS121 - Gianfranco Brambati, Milano – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS036 - Monika Mori, Maria Enzersdorf - Austria. Sotto, BEUS031 - Fernando Andolcetti, La Spezia – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS118 - Oronzo Liuzzi, Corato - Italia. Sotto, BEUS117 - Rossana Bucci, Corato - Italia. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS144 - Pier Roberto Bassi, Castel Mella - Italia. Sotto, BEUS146 - Patrizio Rossi, Lenzburg - Svizzera. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
WORK OF JOSEPH BEUYS Sala 3 / OPERE:
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BEUS023 - Connie Jeans, Frorida – Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS053 - David Drum, Los Angeles - Usa. Sotto, BEUS063 - Giovanni Fontana, Alatri – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
A sinistra, BEUS030 - Vittore Baroni, Viareggio - Italia. A destra, BEUS087 - Clemente Padin, Montevideo - Uruguay - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS046 - Michel Della Vedova, Limoges . France. Sotto, BEUS112 - Susanne Schumacher, Burgdorf - Germania. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno.
Sopra, BEUS058 - Matthew Rose, Parigi – Francia. Sotto, BEUS32 - Fulgor C. Silvi, Frontone – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra BEUS079 - John Held J.R., San Francisco - Usa. Sotto, BEUS084 - Dimitry Babenko, Krasnodar – Russia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS118 - Josè Luis Alcalde Soberanes, San Angel – Messico. sotto BEUS165 Lia Franza, Vado Ligure – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS139 - Gian Paolo Roffi, Bologna - Italia. Sotto, BEUS097 - Umberto Basso, Barletta – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS33 - Mirta Caccaro, Dueville - Italia. Sotto, BEUS043 - Marina Salmaso, Danimarca - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS111 - Lars Schumacher, Burgdorf - Germania. Sotto, BEUS149 - Ludo Winkelman, Wormerveer – Olanda - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS085 - Francesco Mandrino, San Biagio in Padule - Italia. Sotto, BEUS134 Oznur Kepce, Istanbul – Turchia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS035 - Roland Halbritter, Nuedlin - Germania. Sotto, BEUS164 - Serse Luigetti, Perugia – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS038 - Keichi Nakamura, Tokio. Sotto, BEUS180 - Virginia Milici, Paese - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS092 - Adriano Bonari, Bergamo - Italia. Sotto, BEUS078 - Alessio Guano, La Spezia – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS037 - Carlo Iacomucci, Macerata - Italia. Sotto, BEUS051 -Cinzia Farina, Enna – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS162 - Domenico Severino, Pompei - Italia. Sotto, BEUS150 - Maurizio Follin, Favaro V.to – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS045 - Claudio Romeo, Raverio – Italia. Sotto, BEUS077 - Lancillotto Bellini, Verona – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS089 - Silvana Alliri, Quiliano - Italia. Sotto, BEUS096 - Angela Caporaso, Caserta – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS148 - Luc Fierens e Elena Marini, Weerde - Belgio. Sotto, BEUS072 - Mabi Col, Genova – Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS011 - Malte Sonnenfeld, - Germania. Sotto, BEUS044 -Kateina Nikeltsou , Tuessaloniki – Grecia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS105 - Claudia Garcia, Buenos Aires - Argentina. Sotto, BEUS028 - Roberto Scala, Massa Lubrense - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS034 - Julien Blaine, Ventabren - Francia. Sotto, BEUS006 - Judy Skolnick, Washington – Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Sopra, BEUS076 - Tricia Schriefer, Montana - Usa. Sotto, BEUS018 - Cernjul Viviana, Argentina - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
A sinistra, BEUS120 - Gianni Romizi, Perugia - Italia. A destra, BEUS131 - Ayse Sidika Ugur - Turchia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0
ALCUNE OPERE IN ARCHIVIO
Dorian Ribas Marhino - Brasile - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Dorian Ribas Marhino - Brasile - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Linda Paoli, Campi Bisenzio - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Linda Paoli, Campi Bisenzio - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Linda Paoli, Campi Bisenzio - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Maya Lopez Muro, La Plata – Buenos Aires. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Maya Lopez Muro, La Plata – Buenos Aires. - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Giovanni Bonanno, Salerno - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Giovanni Bonanno, Salerno - Italia - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
RCBz, Minnesota - Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
RCBz, Minnesota - Usa - Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno
Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0
COLLETTIVA INTERNAZIONALE “WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS” Mostra collettiva internazionale a cura di Giovanni Bonanno dal titolo: “WHAT WOULD YOU PUT IN THE HAT OF JOSEPH BEUYS” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista tedesco Joseph Beuys in concomitanza con la ricorrenza dei 30 anni dalla scomparsa, (Dusseldorf, 23 gennaio 1986) Visit: Web Gallery 2.0: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
UFFICIO STAMPA Archivio Ophen Virtual Art di Salerno Via S. Calenda, 105/D 84126 Salerno Italy Tel.089 56 48 159
E-mail ophenvirtualart@virgilio.it
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Mostra n° 21 del 29 aprile 2016 © Collezione Sandro Bongiani Artecontemporanea