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EDITORIALE
Cari Amici, siamo arrivati finalmente all’evoluzione che da tempo attendeva Vintage Comics. Dalla nascita del nostro Forum al sito il passo è stato naturale, pur se lungo e a volte difficile. Si sentiva il bisogno di qualcosa di nuovo, di diverso rispetto a quello che normalmente si trova in rete, e la risposta a questa necessità è ciò che oggi state leggendo: una rivista in formato elettronico, una webzine, amatoriale si, ma piena di quell’entusiasmo e cura che ha fin dall’inizio contraddistinto tutto quello che Vintage Comics è. Perché un formato rivista? perché è un modo diverso di presentarci, perché non esistono molte altre realtà italiane simili a questa. E’ una strada alternativa per diversificarsi, per presentare i nostri contenuti e magari, perché no, per invogliare qualche persona in più a collaborare con noi. Questo formato amplia le strade di diffusione, perché oltre ad essere on line sul nostro sito si può trasmettere via mail, stamparlo, inserire sui grandi servizi di distribuzione quali Issuu.com, insomma è un modo per arrivare a più persone e farci conoscere di più. Come scrivevamo oramai qualche anno fa nella presentazione del nostro sito: “tutta questa esperienza vogliamo cercare di farla confluire in qualcosa di diverso, che non vuole nè può sostituirsi al Forum ma vuole affiancarlo. E proverà a farlo utilizzando le notizie, le immagini e le esperienze degli amici forumisti per creare articoli, mettere in evidenza siti che possono interessare i collezionisti, segnalando fiere e mostre e raccontandole per chi non ha potuto prendervi parte, e tanto ancora. VintageComics.it vuole essere questo, e molto di più. La strada che ci siamo proposti di percorrere è lunga, e non è tra le più facili, ma un passo alla volta pensiamo di poter arrivare ai nostri obiettivi.” Gli intenti sono rimasti esattamente questi. Il nostro Forum è già diventato grande, e gode di ottima salute: facciamo un altro passo in più e continuiamo a divertirci insieme, sperando di incontrare altri amici che come noi conividono il piacere del collezionismo di fumetti e della loro lettura. Buona lettura a tutti La Redazione Vintage Comics Webzine anno 0 - n. 0 Webzine amatoriale aperiodica senza scopo di lucro a diffusione gratuita. Cultura fumettistica, fumetto vintage, tavole originali, illustrazioni e collezionismo. Vintage Comic Webzine fa parte del circuito web VintageComics: www.vintagecomics.it www.vintagecomics.forumcommunity.net webzine.vintagecomics.it Vintagecomics.it, Vintagecomics.forumcommunity.net e Vintage Comics Webzine sono siti privati che non perseguono scopi di lucro, non rappresentano una testata giornalistica in quanto vengono aggiornati senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
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SOMMARIO
EDITORIALE
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Franco-Belga
L’indiano che venne prima dei Galli
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Anteguerra
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L’intervista
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Cronologia
BIANCANEVE
La serie edita dalle Edizioni Audace
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UMPA-PAH
ALBERTO
BECATTINI I CLASSICI DI
WALT DISNEY La mitica Prima Serie
Editoria
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MARVEL
CRONICLE
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FRANCO-BELGA
UMPA-PAH il pellerossa che arrivò prima dei Galli Correva l’anno 1948 ed un giovane René Goscinny viveva negli Stati Uniti dove era arrivato dietro invito di uno zio. All’inzio lavorò come traduttore incontrando successivamente, durante la collaborazione come autore in un piccolo studio artistico, personaggi quali Harvey Kurtzman, Willy Elder, John Severin e Jack Davis, che nel 1952 fondarono la rivista “MAD” destinata a cambiare l’immagine del fumetto statunitense. L'incontro con personaggi di quel calibro e con altri suoi conterranei, quali ad esempio quel Maurice de Bévère che firmava i suoi lavori come "Morris" e per il quale qualche anno dopo avrebbe sceneggiato Lucky Luke, portò Goscinny a formare un suo personale stile di scrittura e di ideazione di personaggi dalle caratteristiche comuni ben definite, dotati di humor, vitalità, coraggio e perspicacia che ne fecero un vero e proprio marchio inconfondibile, fino al successo mondiale di Asterix. Prima del gallico eroe Goscinny, che nel frattempo tornato il Francia aveva inziato il suo sodalizio con Albert Uderzo, ideò altri personaggi quali il corsaro il corsaro Jehan Pistolet, Luc Junior e Umpa-pah, un acerbo pellerossa che nelle intenzioni iniziali dell'autore doveva vivere le sue avventure nella nostra epoca cimentandosi con la moderna tecnologia. L'idea, presentata già nel 1951 sotto forma di una breve storia di sei tavole, fu però scartata da vari editori tanto in patria quanto negli Stati uniti, ed il giovane pellerossa tornò nell'oblio. Li rimase fino al 1958 quando la coppia Goscinny ed Uderzo ripescò il personaggio ma lo trasferì temporalmente nel 18° secolo, all'epoca della colonizzazione
americana, affiancato a dei francesi. Contemporaneamente il tratto inconfondibile di Uderzo si era affinato, ed il disegnatore aveva già preso a ritrarre in modo caricaturale i personaggi, ma per il giovane Umpa-Pah continuò ad utilizzare la forma ipertrofica che lo aveva già distinto nelle tavole disegnate inizialmente, ridisegnando invece i comprimari. Il nostro Umpa-Pah (Oumpah-pah in francese, nome che ricalca onomatopeicamente un giro di valzer) è un indiano d'america forte, vitale e velocissimo, e precorre le caratteristiche che ritroveremo, affinate, in Asterix qualche anno più tardi. Appartenente alla tribù dei Shavanshavas (in italia Selavahlava), il pellerossa ha come spalla un giovane ufficiale francese, Hubert de la Pâte Feuilletée, che lui chiama "doppio scalpo" riferendosi alla parrucca incipriata usata all'epoca dagli europei.
Pagina precedente: Umpa-Pah e Umberto di Gran Bigné, tratti dalla copertina di “Umpa-Pà il pellerossa” dell’edizione spagnola
René Goscinny e Albert Uderzo
Costantemente in guerra con la tribù nemica dei Flatfeet (piedipiatti), le avventure di Umpa-Pah hanno ritmo, humor e
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trovate divertenti che ne decretarono l'uscita in edicola. Pubblicato in Francia sul Giornale di Tin Tin a partire dal 2 aprile 1958, il nostro eroe fu protagonista di cinque racconti.
Umpa-Pah nella prima versione, poi accantonata
Sopra, l’aspetto definitivo di Umpa-Pah. Sotto, studi per il personaggio di Hubert ed altri comprimari
Il contemporaneo successo di Asterix, però, costrinse la coppia Goscinny-Uderzo a fare delle scelte, non avendo tempo e risorse da infondere in entrambe le pubblicazioni. Quale fu la scelta era fin troppo facile prevederlo: la notorietà ed il successo quasi immediato del piccolo eroe gallico, unitamente alla scarsa affermazione che Umpa-Pah aveva presso i lettori (la rivista monitorava costantemente il gradimento dei suoi fumetti, e il pellerossa era all'undicesimo posto tra i characters) fecero si che le avventure del cugino americano cessarono con l'ultimo episodio pubblicato nel 1962. In Italia la prima uscita è stata su Gulp! n. 2 del marzo 1967, che ha preceduto di pochi mesi la pubblicazione sul Corriere dei Piccoli. Successivamente sono usciti anche tre albi cartonati simili a quelli più conosciuti di Asterix, pubblicati da Mondadori, che racchiudono l’intero arco narrativo: il primo del 1998, presenta "Umpa-Pà il pellerossa" mentre il successivo, del 1999, pubblica "Umpa-Pà sul sentiero di guerra" e "Umpa-Pà contro i pirati". Il terzo infine, uscito nel 2000, pubblica le restanti due storie, “Umpa-Pà in missione segreta” ed “Umpa-Pà contro Fegatospappolato”. Una curiosità: tra la prima pubblicazione sul Corriere dei Piccoli e la successiva sugli albi della Mondadori sono stati cambiati molti nomi dei personaggi: il personaggio principale ha perso l'acca finale nel nome guadagnando un accento e diventando Umpa-Pà, mentre la sua spalla, inizialmente chiamato Uberto di Gran Bignè si è traformato nella traduzione di Alba Avesini in Uberto de Pastafrolla. Anche la tribù è passata dall'essere quella dei Selavahlava a quella dei Scì-Scì-va-bene.
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Cronologia "Oumpah-pah le peau-rouge" (Oumpahpah il pellerossa, 1958) - Pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n.14 al 28 del 1958; in Italia esce in prima pubblicazione su Gulp! n. 2 del marzo 1967, poi inizia l’uscita come "Umpah-Pah indiano-super", a puntate sul Corriere dei Piccoli dal n. 37 al 46 del 1967; poi su volume "Umpa-pà il pellerossa", edizione Mondadori, 1998.
Nella riga in alto: copertine di Tin Tin edizione belga con le prime uscite delle avventure del personaggio. Nella riga in basso: le copertine con le prime uscite italiane sul Corriere dei Piccoli e l’allegato alla stessa rivista con “Umpa-Pah in missione segreta”. A fianco, la copertina di Gulp! n.2 del marzo 1967, prima uscita assoluta di Umpa-Pah in Italia.
Oumpah–pah sur le sentier de la guerre (Oumpah-pah sul sentiero di guerra, 1958) - pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n.48 del 1958 al n. 21 del 1959; in Italia esce come "Umpah-Pah sul sentiero di guerra", a puntate sul Corriere dei Piccoli dal n. 47 del 1967 al n. 3 del 1968; "Oumpah–pah et les pirates" (Oumpahpah e i pirati, 1959) - Pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n. 22 al 36 del 1959; in Italia esce come "Umpah-Pah e i pirati" a puntate sul Corriere dei Piccoli dal n. 29 al 35 del 1969; la seconda e la terza storia sono raccolte nel volume Mondadori "Umpa-pà il pellerossa - volume 2", Mon-
Albert Uderzo e una ampia galleria di personaggi creati anche da lui: si notano in prima fila Asterix ed Obelix, e subito dopo l’indiano Umpa-Pah.
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dandori, 1999. "Oumpah–pah – Mission secrète" (Oumpah-pah - missione segreta, 1960) - Pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n. 39 al 47 del 1960; in Italia esce come "Umpah-pah in missione segreta" in episodio completo, come supplemento al Corriere dei Piccoli n. 27 del 1970; "Oumpah–pah contre Foie–malade" (Oumpah-pah contro Fegato Malato, 1962), pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n. 12 del 1961 al n. 29 del 1962; in Italia esce come "Umpah-pah contro Fegato in disordine", come episodio completo sul Corriere dei Piccoli n. 4 del 1970. La quarta e la quinta storia sono raccolte nel volume "Umpa-Pà il pellerossa - volume 3", Mondadori, 2000.
In questa pagina: I tre volumi cartonati pubblicati da Mondadori. Dall’alto: “Umpa-pà il pellerosssa”, contenente l’omonimo episodio; “Umpa-Pà il pellerossa - volume 2”, che pubblica “Umpa-Pà sul sentiero di guerra” e “Umpa-Pà contro i pirati”; “Umpa-Pà il pellerossa - volume 3”, che pubblica “Umpa-Pà in missione segreta” e “Umpa-Pà contro Fegato Spappolato”.
Sandro Pescara © 2010 - 2014 - Vintage Comics
Nella pagina a fianco: tavola di “Umpa-Pà contro i pirati” pubblicata sul Corriere dei Piccoli n. 35 del 1969
( fonti: Fondazione Franco Fossati - Museo del Fumetto e della comunicazione.) Vintage Comics Magazine
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ANTEGUERRA
LA SERIE BIANCANEVE DELLA EDIZIONI AUDACE In un periodo nel quale la totalità dei diritti di pubblicazione del materiale Walt Disney era in mano alla Mondadori, accadde un fatto curioso. Una piccola casa editrice che era sul mercato da appena due anni, ebbe l’ardire di uscire nelle edicole con una miniserie pubblicante materiale protetto da copyright Mondadori. Era il Settembre del 1943, e l’intraprendente casa editrice era la “neonata” Redazione Audace. La casa editrice era diretta da Tea Bertasi, moglie di G.L.Bonelli, e per questo motivo si firmava Tea Bonelli.
I quattro numeri usciti erano stampati su carta semipatinata di grammatura bassissima.
La redazione Audace pubblicò una serie di albi orizzontali con materiale originale Disney, anche se in copertina o nelle pagine della serie, non viene mai fatta menzione di questo. I disegni sono comunque inconfondibili, e non possono essere ritenuti apocrifi.
La carta era di pessima qualità, come spesso accadeva durante il periodo bellico, anche se bisogna osservare che, a parità di spessore, quella impiegata per le copertine era abbastanza buona, mentre quella delle pagine interne, estremamente scadente e piena di lignina che la rende oggi fragile e molto scura a prescindere dallo stato di conservazione dell’albo.
La serie durò appena quattro numeri, poi venne interrotta, anche se in quarta di copertina dell’ultimo numero veniva annunciata l’uscita di almeno altri due albi: - Biancaneve e i sette nani nel regno di Re Severo. - Biancaneve e i sette nani buoni contro i sette nani cattivi. Non è ben chiaro se la serie venne interrotta a causa dello scarso successo nelle edicole, o se la Mondadori fece valere i suoi diritti con la Disney, fatto sta, che questi ultimi numeri non videro mai la luce.
Altra cosa da far notare prima di concludere la presentazone di questa breve e atipica serie “Bonelliana”, sono i racconti inseriti in seconda e in terza di copertina. - Nel N°1 Il Principe Porcaro (di G.C.Andersen). - Nel N°2 I vestiti nuovi dell’Imperatore (di G.C.Andersen). - Nel N°3 L’Acciarino magico (di G.C.Andersen). - Nel N°4 La Principessa silenziosa (autore anonimo).
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Nella pagina precedente: la copertina e la quarta di copertina del primo della serie. Nelle pagine seguenti: copertina e quarta di copertina dei numeri due e tre.
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Sopra: la tavola di apertura del primo numero.
Note per il Collezionista: Questa piccola serie Bonelli è abbastanza rara come dicevamo a causa della sua bassa diffusione causata, credo, anche del suo prezzo che nel ’43 non era certo ridicolo, se consideriamo che i giornali di tendenza come L’Avventuroso, L’Audace o il Topolino avevano prezzi compresi tra i 60 Cent. e Una Lira. Come dicevo, la serie è rara, perché esistente in pochi esemplari, e perché la carta è molto povera e deperibile. Per concludere possiamo notare che è una serie ricercata sia dai collezionisti AudaceBonelliani sia da quelli Disney. Fabio S.
Nella pagina precedente: la copertina e la quarta di copertina del quarto numero della serie
DATI TECNICI DELLA SERIE. Titolo della Collana: SERIE BIANCANEVE. Casa Editrice: Redazione AUDACE. Periodicità: Non indicata, ma si presume quindicinale. Formato: Orizzontale 23,6 x 33, 5 i primi 2 numeri 24,2 x 33,7 mm il 3° e il 4°. Foliazione: 8 pagine più copertina. Stampa: Bicolore Nero /Rosso Testi: Di autore Ignoto Disegni: Di autore Ignoto Copertine: Di autore Ignoto Prezzo di copertina: Primo e secondo albo 10 L. Terzo e quarto albo 12 L. Titoli Pubblicati e date di uscita: Biancaneve e il Mago solitario Settembre 1943 Biancaneve nel castello del Mago Settembre 1943 Biancaneve e i sette nani, Titì e Totò Ottobre 1943 Biancaneve e la fine del Mago solitario Ottobre 1943
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Quattro chiacchiere con
ALBERTO BECATTINI Alberto Becattini è una delle figure di riferimento italiane ed internazionali per quanto riguarda lo studio e la ricerca sugli autori ed i fumetti Disney, ma non solo, estendendo i suoi interessi su tutto il campo dei “funny animals” statunitensi. Si occupa di curare per i maggiori editori italiani le pubblicazioni delle serie Disney “storiche”, come ha fatto ad esempio per la recente riproposizione integrale del Topolino di Gottfredson per il Corriere della Sera. E’ autore di innumerevoli saggi ed articoli pubblicati su tutte le maggiori riviste del settore. In questa breve intervista abbiamo voluto trascendere un po’ dallo specifico Disney e conoscere un po’ di più la persona, provando a tracciare se pur brevemente un ritratto che va al di la dello storico e attiene più al collezionista. VC: Immagino che ai fumetti si sia avvicinato da ragazzo, come quasi tutti noi. Quando nasce la passione che trasforma la semplice lettura in voglia di approfondire, capire, studiare il media fumetto? B.: È accaduto abbastanza presto. Già a 10 anni circa stilavo le prime cronologie, e inviavo lettere ai Fratelli Spada Editori comunicando loro i nomi dei misteriosi disegnatori di Mandrake, l'Uomo Mascherato, ecc. Il bello è che me ne pubblicarono almeno un paio… Quali erano i fumetti che leggeva da piccolo? Si è trovato la strada aperta da una situazione familiare favorevole o si è scontrato contro il luogo comune dei "giornalini roba da fanciulli"? Leggevo soprattutto "Topolino", "Almanacco Topolino" e "Albi della Rosa", ma anche "Albi del Falco" (Nembo Kid), "Picchiarello" e poi "Diabolik", "Kriminal",
"Satanik"… Fortunatamente nella mia famiglia si era sempre letto tanto, e mio padre da ragazzo era un accanito lettore di fumetti. E' stato lui a farmi appassionare ai fumetti avventurosi USA quali Mandrake, The Phantom, Flash Gordon… Ricordo ancora quando mi comprò il primo "Gordon" Spada nel 1964, "Il razzo celeste del Dottor Zarro"… Aveva una copertina bellissima. Non ho mai pensato che i fumetti fossero "roba da ragazzini", anche se non ho mai prestato grande attenzione ai fumetti del "Corriere dei Piccoli", né - lo confesso - a Jacovitti piuttosto che a Soldino, Trottolino, Geppo & Co. Questo perché non sono mai stato particolarmente affascinato dal fumetto umoristico… Fanno tuttavia eccezione i comics Disney e in generale quelli tratti dai cartoni animati (Bugs Bunny, Yogi Bear, The Flintstones). Chissà perché… Dimenticavo: l'acquisto di "S.O.S. Meteore" ("Classici dell'Auda-
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Alberto Becattini
Pagina precedente: il cofanetto “I Disney Italiani”, del quale Becattini è coautore.
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cia"), ancora nel 1964, fu una vera e propria rivelazione… Ancor oggi considero le avventure di Blake & Mortimer di Jacobs tra i capolavori assoluti del fumetto. Lei è senza dubbio uno dei massimi esperti del mondo Disney e del mondo "funny" americano, le bibliografie che riesce a stilare sono dei gioielli. Per poter arrivare a questi risultati possiederà una collezione di comics vastissima. Da quanto tempo ha iniziato a costruire la sua biblioteca? È tutta su carta o usa anche i supporti digitali? Mi incuriosisce anche il sistema di classificazione, orientarsi non deve essere una cosa semplice!
Alcune delle opere delle quali Becattini è autore o coautore: in alto “Happy Birthday Mickey Mouse”, su Exploit Comics n. 45, Firenze, G.A.F. dicembre 1988. In basso “Romano Scarpa, un cartoonist italiano tra animazione e fumetti”, Alessandro Distribuzioni, Bologna 1988. Qui Becattini ha curato l’esaustiva cronologia dei fumetti
Colleziono fumetti pubblicati in Italia dal 1960 o giù di lì, praticamente da quando ho imparato a leggere e scrivere. Inoltre colleziono comics americani dal novembre 1967… Il primo albo USA che ho comperato era un numero di "The Brave and the Bold" con Batman e Metamorpho. Da allora non ho più smesso. Ho poi preso a collezionare sistematicamente gli albi Disney USA e, più in generale, le testate funny animal, dal 1970 o giù di lì. Oggi ho qualche migliaio di comic books di quasi tutte le case editrici, ma le mie preferite restano Dell/Western, DC e Fiction House. Ho pochissimo materiale su supporto digitale. Sono un vero e proprio "animale da carta", non so farne a meno. Per quanto riguarda la schedatura, su computer ho messo in lista tutti gli albi, le riviste e i volumi USA che ho, ma per il resto diciamo che vado a memoria. In realtà, ricordo dove e quando ho acquistato quasi tutti i fumetti che possiedo. Lei ha collaborato e collabora con tante realtà dell'editoria fumettistica, e non solo "di nicchia"; ho trovato notevoli i suoi contributi ad esempio nell'opera dedicata a Gottfredson. È un impegno notevole che richiede un ingente impegno di risorse sia temporali che materiali. In questa Italia all'apparenza così superficiale culturalmente, fatta di reality, veline e tronisti, questo lavoro sul fumetto paga? E non solo economicamente...
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Se andiamo a paragonare le retribuzioni di sedicenti attori e intrattenitori TV con quelle di noi "filologi del fumetto", ovviamente non c'è confronto. Il lavoro su Gottfredson è stato a dir poco monumentale e di conseguenza ben retribuito, ma in generale il compenso è l'ultimo dei miei pensieri. Questo non perché io sia ricco (sono un insegnante di inglese nella scuola secondaria statale con il suo dignitoso stipendio), ma perché pubblicare i miei scritti è per me un sogno diventato realtà. Ancor oggi che ho la bellezza di 56 anni, la maggior parte delle mie collaborazioni è resa a titolo gratuito. Ricorda un articolo da lei scritto che le costò particolare fatica? Domanda difficile… Tutti gli articoli che scrivo mi costano fatica, perché prima della vera e propria stesura c'è la parte preparatoria, che può richiedere anche giorni di ricerche. È sempre faticoso scrivere, sempre di più con l'età che avanza. Ci sono
poi dei giorni nei quali non ho né la forza, né la voglia di scrivere. Altri, invece, in cui posso tirar giù anche 30 cartelle in un colpo solo… Con questo, non voglio dire che scrivere di fumetti sia un'arte, ma certo è necessaria la giusta ispirazione. In realtà diciamo che io gioco abbastanza sul sicuro, perché di regola scrivo soltanto di quello che mi piace e che conosco. Anche se a volte devo fare i salti mortali per scrivere di storie che mi ispirano poco o nulla… Forse sono proprio quelli gli articoli più faticosi, perché meno intriganti.
Da sinistra a destra Leonardo Gori, Alberto Becattini e Luca Boschi presentano a Prato nel 2012 il cofanetto “I Disney Italiani” ( foto di Manetti)
Negli anni Settanta Topolino aveva tirature oggi fantascientifiche, come tanti altri titoli del periodo. Vi si trovavano storie sceneggiate e disegnate dai grandi Maestri, rubriche di approfondimento scolastico, articoli di famosi giornalisti. Oggi tutto questo è cambiato, un po' per seguire l'evolversi del linguaggio giovanile, un po' forse per questioni di marketing e politiche editoriali diverse della Disney rispetto all'allora Mondadori.
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Al di la dei contenuti extra fumetto, si può parlare di storie più banali e stereotipate oggi (una critica che leggo spesso su vari interventi di commento nella Rete) o è una diversa sensibilità di noi lettori più "attempati" che ci allontana dai contenuti odierni? Me lo sono chiesto spesso. Scherzando, con i miei amici, dico sempre che per me il fumetto è morto nel 1947, con la fine della Golden Age. Ovviamente non è vero (si pensi ai formidabili EC horror comics degli anni Cinquanta!). Riguardo alle storie Disney, è obiettivamente difficile, se non impossibile, esaltarsi per chi in pratica ha già letto tutto il leggibile. In realtà qualcosa di buono c'è (penso alle storie di Casty, per esempio), ma certo il livello generale non si è alzato. Non so esattamente a che cosa questo sia dovuto… Forse è un fatto generazionale, un diverso approccio alla storia e alla narrazione per immagini che non riesce più a intrigarmi… Credo che un buon autore Disney dovrebbe avere una bella memoria storica di quanto di buono è stato fatto in passato, oltre che una conoscenza approfondita dei personaggi e delle loro idiosincrasie. Non trovo particolarmente positivo snaturare i personaggi, ma d'altro canto non è neppure positiva la banalizzazione a livello narrativo che emerge dalle storie prodotte da Egmont. Per quanto utilizzino il Topolino in calzoni corti ed abbiano disegnatori formidabili quali César Ferioli, il più delle volte le loro storie non vanno a parare da nessuna parte. Qual è stato, a suo giudizio, il periodo migliore per i personaggi Disney in Italia? Quale potrebbe essere la fascia temporale da recuperare per un collezionista che non miri alla collana completa?
Alberto Becattini non si occupa solo del mondo Disney, ma spazia anche in altri settori: qui sopra le copertine dei due volumi “The Golden Age of Pin-Up Art”, pubblicati da Glittering Images nel 1994
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Il periodo che va dalla metà degli anni Cinquanta alla metà degli anni Sessanta, credo. Ovvero, il periodo del massimo splendore di maestri come Scarpa, Martina, Bottaro e Carpi. Questo sia dal punto di vista grafico, sia da quello delle sceneggiature, che si erano liberate del provincialismo di quelle precedenti (con le dovute eccezioni: vedi "L'Inferno di Topolino" e
altre Grandi Parodie), e dunque offrivano un prodotto realmente valido a livello internazionale. Perché a un tempo attingeva alla migliore tradizione Disney USA e riusciva ad essere originale. Credo, per esempio, che le storie di Chendi e Bottaro con Pippo e Nocciola siano inarrivabili, così come i thriller di Scarpa quali "L'unghia di Kalì". Oltre il mondo Disney, quali sono i fumetti che la appassionano? Bè, in parte l'ho già detto… In generale, tutti i fumetti seriali avventurosi USA… Flash Gordon, Mandrake, The Phantom, Rip Kirby, Terry and the Pirates, Scorchy Smith… I miei disegnatori preferiti restano Alex Raymond, Ray Moore, Noel Sickles e Dan Barry. Poi, ovviamente, adoro i fumetti Disney… Gottfredson è il mio dio personale, seguìto a ruota da Barks, e poi Scarpa, Bottaro, Bradbury, Strobl, Murry, Rosa… Ho anche una particolare adorazione per il Bugs Bunny di Ralph Heimdahl e per i Flintstones di Gene Hazelton. Nell'ambito dei comic books, Batman è da sempre il mio personaggio preferito, mentre gli autori che prediligo sono Alex Toth, Wally Wood, Dick Sprang, Carmine Infantino, Reed Crandall, Will Eisner e poi Richard Corben, Mike Mignola, Gary Gianni e Darwyn Cooke. Per quanto riguarda il fumetto italiano, per me Magnus resta il più grande disegnatore di tutti i tempi. Ma adoro anche Pratt, Battaglia, Paparella e tanti altri. Oggi i grandi personaggi classici che vanno per la maggiore nel collezionismo sono Tex Willer, Diabolik, Topolino, che riescono a spuntare comunque prezzi notevoli anche in periodi di crisi. Esistono poi fiammate temporanee e bolle che si sgonfiano da sole con personaggi di cui si perde interesse nel volgere di poco tempo. A suo giudizio quali saranno, tra i fumetti di oggi, i classici di domani nel collezionismo? Non saprei… Non leggo più molto, in realtà, di quello che si produce oggi in Italia. Da quando Magnus e Pratt non ci sono più, ho perso i miei punti di riferimento.
Detto questo, credo che il fumetto Disney possa sopravvivere ancora a lungo… così come Tex e Diabolik, che pure hanno una tradizione e una valenza transgenerazionale tutta loro. Ma a parte questi "mostri sacri", credo che in generale il fumetto dovrebbe sforzarsi di non soggiacere né alle leggi del mercato, né ai presunti gusti dei neolettori. Nel fumetto (a parte la crisi del medium cartaceo in quanto tale) si è verificato un po' quello che è accaduto con la televisione. Il livello si è abbassato, ma non perché - almeno credo - lo volesse il pubblico. Almeno a partire dagli anni Ottanta, la TV ha iniziato a veicolare non-valori e a perdere la sua valenza culturale e divulgativa, oltre che genuinamente spettacolare. E così ha fatto il fumetto, che resta in potenza un formidabile mezzo educativodivulgativo. Si è un po' avviluppato su se stesso, disaffezionando il pubblico. Spesso si cerca la novità fine a se stessa, si creano storie che dopo essere state lette non la-
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Il volume “Paralleli” dedicato a Walt Disney, curato per l’Editoriale Domus nel 1992
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sciano niente, così come in TV si trasmettono programmi assolutamente insignificanti, di puro intrattenimento. Credo che gli autori dovrebbero "studiare" di più, prima di creare una storia… Il fumetto non è il jazz, che può vivere di improvvisazione. Se si cercasse di dare ai giovani un prodotto intellettualmente stimolante, storicamente accurato, forse i giovani (o almeno una parte di essi) si riaccosterebbero al fumetto. O forse no… Forse sono troppo presi a chattare su Facebook… Forse i loro genitori sono troppo impegnati nel proprio lavoro (se ancora ne hanno uno), e non hanno né il tempo, né la voglia di "imprintare" positivamente i loro figli come hanno fatto i miei con me…
Tra le ultime collaborazioni importanti di Alberto Becattini ci sono le collane dedicate al mondo Disney che ha curato per il Corriere della Sera: “Topolino Story” (2005), “Storia e gloria della dinastia dei paperi” (2005) e “Gli anni d’oro di Topolino” (2010)
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Quali sono gli impegni futuri sui quali sta lavorando? Da qualche mese(1) sto lavorando a un catalogo dei libri illustrati Disney in Italia. Un'altra impresa titanica, che tuttavia mi dà grande soddisfazione. Ci sono poi in ponte altri progetti Disney, e altri ancora Vintage Comics Magazine
che riguardano autori USA ai quali vorrei dedicare una monografia… C'è un sogno nel cassetto che ha come studioso del fumetto? E quello invece del collezionista? Mi piacerebbe molto pubblicare un libro sui grandi autori dei funny animals americani, da Jack Bradbury a Gil Turner, da Ken Hultgren a Harvey Eisenberg… Oppure realizzare delle monografie su alcuni di loro. Come collezionista, spero sempre di trovare i pezzi che mi consentano di completare le mie raccolte, magari (come capitava un tempo!) inaspettatamente, su una bancarella, a un prezzo assolutamente irrisorio. Un sogno, appunto. Intervista a cura di Sandro Pescara (Ringrazio Alberto per la disponibilità e la cortesia dimostrataci, e il nostro prezioso amico Massimo Bonura per la collaborazione all'intervista)
In alto: il volume su Giovanbattista Carpi edito dalla Comc Art nel 1995. A fianco: ancora nel 1995 e sempre per i tipi della Comic Art Becattini cura “Disney Comics - La storia, i personaggi: 1930-1995”
Note: L’immagine di pagina 19 è presa dal sito “DIME WEB - Quaderni Bonelliani”, A cura di Saverio Ceri & Francesco Manetti, all’indirizzo http:// dimeweb.blogspot.it/2012/11/the-tuscan-bunchstrikes-back-i-disney.html (1) - L’intervista è stata effettuata nel 2011. Poi il volume è stato pubblicato, e si parla del cofanetto “I Disney Italiani”, Nicola Pesce Editore, 2012.
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LA CRONOLOGIA
I CLASSICI DI WALT DISNEY 1A SERIE Tra le varie pubblicazioni Disney di fine anni '50, ricordiamo sicuramente I classici di Walt Disney. La collana, conosciuta principalmente per la sua particolarità di avere prologhi che univano le varie storie contenute, è riconosciuta anche per la sua fine bellezza grafica. In questo articolo-guida tutto ciò che serve sapere per collezionare questa mitica collana. La serie, nata nel '57 e terminata nel '76, è costituita da 71 numeri e varie ristampe e versioni. In teoria, gli albi erano venduti in allegato ad altre famose pubblicazioni Disney del periodo: Topolino “libretto”, Almanacco Topolino e Gli albi di Topolino. Si segnala anche il numero 68 (“Paperolimpiadi”) allegato, invece, ad “Imparo a leggere con Topolino”. Alcuni Classici di Walt Disney 1a serie furono pubblicizzati anche attraverso rari manifesti. La serie ovviamente, ha due ristampe. Il secondo, conosciuto anche come “Nerone”, ne possiede solo una, ma con una particolarità: l'inserimento di un'ulteriore storia a pag. 245. La suddetta storia è conosciuta in Italia come “Paperino e la lotteria del pianoforte”, ed è disegnata da Jack Bradbury. Del terzo numero, “Le grandi parodie di Walt Disney”, esiste una ristampa e una versione differente. La prima è una vera ristampa, la seconda invece è una copia promozionale (ma sempre al costo di 200 L.), distribuita attraverso la Standa. Quest'ultimo, rarissimo, è privo di data, anche se a noi collezionisti piace suppor-
re che sia dello stesso mese ed anno della ristampa: Febbraio 1962. Inoltre presenta questa dicitura, ormai famosa : “Edizione speciale per i magazzini Standa”. Il numero 6, “Il miliardo”, è un numero abbastanza difficile da trovare in condizioni eccellenti. Infatti aveva una copertina con una carta molto più leggera e fragile. Il numero 9, “'Topolineide”, è primo ad avere i cosidetti “bollini”, ossia i punti del Club di Topolino da ritagliare. Diffcili sono, oltre ai primi 7, i nn. 1011-16. Per il n. 40, “Topolino estate”, si cambia logo nella costina. Infatti esiste in due versioni: una più difficile da reperire, con il vecchio logo - frutto della prima tiratura - e una molto comune con il nuovo logo. Con il n. 59, “Paperofollie”, inizia la serie numerata. Infatti fino a questo numero possiamo fare le liste solo basandoci sulle date scritte nel retro. Con il n. 60, “Forza Topolino” si inizia ad avere la pubblicità nel retro.
Sopra: la quarta di copertina del terzo numero con la scritta “Edizione speciale per i magazzini Standa”. Pagina precedente: le copertine dei primi quattro numeri della serie.
Piccole curiosità. Altre piccole curiosità, presentate dall' amico Danuota :
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I numeri dal cinque al sette.
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- I primi tre numeri originali e la prima ristampa del n. 1 e del n. 2, presentano la copertina che sborda di alcuni mm (millimetri) rispetto all'albo. - Il n. 25, “Paperino Bang”, non presenta affatto in costa il logo ( W ), ed è diffcile trovarlo perfetto. - è difficile trovare, in condizioni perfette, senza scritte e con bollino, oltre ai numeri sportivi, alcuni numeri con la copertina gialla o bianca ( “Arcitopolino”) - Nel n.44 (“Topolino Ciak”) e nel n. 47 (“Paperone Natale”) si possono trovare, nel retro, due righette scure parallele. Ciò è frutto di traccia delle rotative in fase di stampa. - La ristampa del n. 2, oltre a presentare la storia di Bradbury, di 10 pagine, presenta anche piccole diversità : in costa non vi è il logo e nella copertina vi è scritto “Mondadori” al posto di “Arnoldo Mondadori Editore”. - Le prime stampe del n. 11 (“I classici di Paperino”), erroneamente, riportarono un errore di sovrapposizione dei vari passaggi di colore, rendendo la copertina sfocata. Furono messi in vendita, e sono molto difficili da trovare con tale errore. - Secondo alcuni anche il n. 4 (“Paperino alle olimpiadi”) avrebbe avuto una ristampa (agosto 1960), successiva di un mese all'albo origiane (luglio 1960). La Mondadori ha chiarito che si trattò Vintage Comics Magazine
solo di un proseguimento di tiratura per il successo delle vendite, e non quindi di una ristampa. - Con un accurato controllo si scoprì che la prima ristampa del n. 3 e la sua ed. Standa sono della fine del '61 e non del febbraio del '62. Questo, nonostante che nel retrocopertina della prima ristampa vi fosse scritta la data ''Febbraio 1962''. Quindi ufficialmente sono di Febbraio ma... Un ultima cosa : del n. 1 esiste anche una versione, realizzata negli anni '80, che presenta la dicitura “Upim”. Naturalmente la “Upim” non ha fatto nessun accordo e infatti non c'entra nulla. Ma questa versione fu realizzata da un tizio grazie a varie tecniche di “restauro”. Questa versione è, anche se non “originale”, molto rara, e vale circa 500 Euro in condizioni ottime. L'articolo termina qui. Grazie per averci seguito, sperando di suscitare il vostro interesse verso questa bella collana! Massimo Bonura Ringraziamenti: Un grazie particolare va a Daniele, meglio conosciuto come “Danuota”, sue sono moltissime informazioni e due immagini. Ringrazio anche il sito WWW.CollezionismoFumetti.com (e chi ha collaborato nel sito per info e immagini) e Filippo Montalbano (alias il PdP del forum del Papersera).
N° della serie 1 1 rist. 2° rist. 2 1 rist. 3 1 rist. ed. Standa (3) 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
Titolo dell'albo I Classici di Walt Disney I Classici di Walt Disney I Classici di Walt Disney I Classici Moderni di Walt Disney I Classici Moderni di Walt Disney Le Grandi Parodie di Walt Disney Le Grandi Parodie di Walt Disney Le Grandi Parodie di Walt Disney Paperino alle Olimpiadi I Gialli di Topolino Il Miliardo I Gialli di Paperino Paperepopea Topolineide Superpaperissimo I Classici di Paperino Supergiallo di Topolino Papershow Topolinissimo Trilogia di Paperino Topolino alle Olimpiadi Paperodissea Arcitopolino Paperoscope Paperineide Toposhow Tutto Paperino Il Trilione Pronto... Topolino?! Paperino Bang Paperone '68 Paperino Cocktail Topolino Olè Paperone alle Olimpiadi Paperino Natale Paperino 7 Io, Topolino! Paperallegria Il Fantastiliardo Paperi & Paperi Topolino West
data di uscita
BN (buono)
OT (ottimo)
ED (edicola)
I prezzi, in Euro, sono puramente indicativi
dic-57 ott-59 set-61 dic-58
800 350 200 700
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Numeri dall’otto al dieci.
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in questa pagina: le copertine dei numeri dall’undici al venticinque. Nella pagina successiva: i numeri dal ventisei al trentadue
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Paperin Furioso Il Grande Papero I Magnifici Tre Topolino Estate Topolino Estate Paperin Fracassa Mondo Papero Paperopoli Topolino Ciak Pippo alle Olimpiadi Paperino Story Paperone Natale Paperino il Grande Paperino Miliardario Viva Topolino! Paperavventure Gran Gala di Paperone Paperino Racconta... Paperino ai Mondiali Zio Paperone Mumble... Mumble! Supertopolino Paperinik il Diabolico Paperone il Magnifico Paperofollie Forza Topolino! Paperone Festival Topolino Big Il Trionfo di Paperinik Paperone: Missione Oro! OK Paperino Topolino '76 Tutti Paperi! Paperolimpiadi Topolino Super Paperclan Il Megapapero
set-70 dic-70 mar-71 giu-71 giu-71 set-71 dic-71 mar-72 giu-72 lug-72 set-72 dic-72 mar-73 giu-73 lug-73 set-73 dic-73 mar-74 mag-74 mag-74
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Nelle pagine precedenti: i numeri dal trentatre al sessantaquattro. In questa pagina i volumi dal sessantacinque al settantuno, con il quale si conclude la collana.
DATI TECNICI DELLA SERIE. Titolo della Collana: CLASSICI DI WALT DISNEY - prima serie Casa Editrice: Arnoldo Mondadori Editore, Milano. Periodicità: aperiodico. Formato: verticale, 12,5 x 18,8 cm i primi 3 numeri 12,3 x 18,7 cm i successivi. Foliazione: 256 pagine più copertina. Stampa: colori in quadricromia Testi: Autori Vari Disegni: Autori Vari Copertine: Autori Vari Prezzo di copertina: Lire 200 dall’1 al 12 lire 250 dal 13 al 24 Lire 300 dal 25 al 38 Lire 350 dal 39 al 46 (tranne il 45) Lire 400 il 45 e dal 47 al 54 Lire 500 dal 55 al 71 Periodo di uscita: dal 10 dicembre 1957 (n. 1) al 21 novembre 1976 (n. 71)
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Editoria
MARVEL CHRONICLE Per la serie "Quando Mi Ci Metto Faccio Le Cose Come Si Deve", ecco a noi MARVEL CHRONICLE (Marvel Italia, 352 pagine a colori, 45 euro), volumone celebrativo dei primi settanta anni della Casa delle Idee. Quasi un oggetto d'arredo, il libro di grande formato (38 x 28 cm) si presenta nel suo contenitore rigido, un cofanetto/custodia in cartone pesante riproducente un disegno di Jim Cheung che raffigura un po' tutti i grandi personaggi Marvel con colori brillanti ed una stampa di grande qualità. Una volta aperto il cofanetto ci troviamo di fronte al libro vero e proprio, ed a due sorprese. La prima è la presenza di una tasca, dietro il coperchio del cofanetto, nella quale sono riposte due stampe del disegno di Cheung di copertina, una a colori firmata dall'autore ed una seconda in bianco/nero, entrambe formato A4. L'altra sorpresa è la copertina vera e propria del volume, che ha la forma di una grande "M". Insomma, il libro festeggia una ricorrenza importante e si vede da questi piccoli particolari che la Marvel ha voluto fare una cosa in grande, curando davvero bene l'aspetto estetico dell'oggetto. Estratto il volume anche grazie alla piccola linguetta di stoffa posizionata all'occorrenza, si inizia a sfogliare il tutto ed è qui che comincia il bello. Curato da tre esperti del fumetto americano, Peter Sanderson (storico e critico del fumetto USA, autore di vari testi sull'universo Marvel), Tom Brevoort (Editor Marvel, con nomination all'Eisner Award) e Tom DeFalco (autore storico Marvel, oltre che per un periodo anche Editor in chief per la Casa delle Idee), il libro si apre con
un intervento dell'onnipresente Stan Lee, e si chiude con una postfazione di Joe Quesada. Ed inserite tra le parole del passato e del presente della Marvel ci sono circa 350 pagine che illustrano la storia editoriale e non di questa casa editrice partendo dal 1939, quando nel mese di ottobre Martin Goodman pubblicò il numero uno della rivista Marvel Comics, sotto l'etichetta della allora Timely Publications. I primi personaggi furono Ka-Zar, un tarzanide che ricalcava le orme del Tarzan di Borroughs, Angel, un giustiziere che ebbe al suo attivo un centinaio di episodi, ed un characters
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Il cofanetto ed il suo contenuto: il volume e le due stampe.
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Una doppia pagina interna
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le cui gesta sono arrivate fino a noi: SubMariner. Tutta questa storia viene presentata con articoli, richiami, illustrazioni e con due pagine riproducenti altrettante tavole del fumetto originale dell'epoca in cui Namor fa la sua comparsa. Completano il quadro informativo una breve scaletta che riporta i principali accadimenti del 1939, che in qualche modo si collegano all'evolversi della storia della Marvel. Così leggiamo che nel '39 scoppia la Seconda Guerra Mondiale, ma anche che in quell'anno si tiene a New York il primo raduno di appassionati di fantascienza, o che si gettano le basi per lo studio dell'energia atomica, che tanto è stata successivamente utilizzata da Lee per giustificare la nascita dei suoi supereroi. Come si capisce dal sottotitolo dell'opera (La Storia Anno Per Anno), il tutto è presentato come se fosse una sorta di diario, e si prosegue nella lettura del volume assistendo ogni due pagine al trascorrere di un anno, ed alla nascita della prima Torcia Umana, di Capita America, e così via. Per ogni anno c'è un riassunto delle novità editoriali Marvel, e mese per mese una presentazione degli eventi più importanti del Marvel Universe. Il percorso è accompagnato da illustrazioni ben stampate e da testi ben scritti e mai pesanti, brevi ma esaustivi. Certamente il volume non può (e sicuramente non vuole) essere una sorta di enciclopedia della Marvel, ma serve a dare una buona conoscenza di quella che
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è stata la storia e l'evoluzione della casa editrice, ed in questo riesce più che bene. Graficamente sono molto accattivanti le doppie pagine riproducenti copertine o poster delle pubblicazioni dell'epoca, e la storia narrata anche se solo in superficie scorre praticamente tutta la produzione Marvel, dal Ka-Zar del 39 alla Secret Invasion di recentissima memoria. A chiudere e rendere più fruibile il volume troviamo un puntuale indice alfabetico che riporta testate e personaggi. Per ultima voglio citare la terza sorpresa dell'opera, quella che mi ha colpito di più: il prezzo. 45 euro non sono di certo pochi, ma pensare che ormai in Panini hanno l'ardire di chiedere anche 18 euro per dei 100% che non valgono la carta su cui sono stampati, e pensando anche ai prezzi di volumi simili, bisogna ammettere che per il tipo di pubblicazione e per l'oggetto in se il prezzo non è affatto alto. Certo, l'acquisto del volume non è destinato ad un pubblico qualsiasi. E' un prodotto per chi inizia ad interessarsi della storia dei fumetti, per chi vuole avere un riferimento di base per capire la provenienza o i perché di personaggi e testate Marvel, per chi vuole comunque avere in scaffale un pezzo che sarà destinato a valutarsi nel tempo. Non è sicuramente un testo di approfondimento, non è un libro per storici incalliti, non è insomma un trattato specialistico per critici del fumetto, ma da quello che si vede fin dal modo di presentarsi del volume questa è una cosa che si capisce subito. Il libro è un modo divertente ed intelligente di festeggiare in modo adatto il passaggio di settanta primavere sui calendari della Marvel, e lo fa con allegria, con arguzia e in modo interessante, e di sicuro non gli si può chiedere di più. Sandro Pescara
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