Tesi_megaseoul_sangeun lee

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Candidata: Sangeun LEE

Relatore: Massimo CAMASSO

Mega[Seoul] Slum in Megacity una proposta per il quartiere Baeksa-maeul



Tesi di laurea magistrale in FacoltĂ di Architettura Politecnico di Torino



Mega[Seoul] Slum in Megacity: una proposta per il quartiere Baeksa-maeul

Laureanda: Sangeun LEE

Relatore: Prof. Massimo CAMASSO

A.A. 2013/2014 Politecnico di Torino FacoltĂ di Architettura Laurea magistrale in Architettura per il progetto sostenibile


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Indice indice

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prefazione

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introduzione

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capitolo 1: ddp 1.1_ ddp

20

1.2_ dongdaemun stadium

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capitolo 2: mega[seoul] 2.1 _ geumho-dong e santorini

46

2.2 _ mega seoul

52

2.3 _ un rapido sviluppo

54

2.4 _ Moon’s village

66

capitolo 3: small[village] 3.1 _ gli ultimi moon’s village a seoul

92

3.2 _ insediamento spontaneo e obbligato

96

3.3 _ baeksa-maeul

100

3.4 _ occupazione dello spazio pubblico

114


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capitolo 4: small[architecture] 4.1 _ consistenza del contesto urbano

122

4.2_ azioni progettuali per la riattivazione

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4.3_self-help book

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bibliografia

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ringraziamenti

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“La città non è pronta per le persone, così come queste non sono pronte per la città” -Famiglia Perez, Caracas, Venezuela


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Prefazione Mi sono trasferita a Torino nel maggio del 2008 e non avevo mai vissuto in Europa prima di allora. Qui ho avuto la magnifica opportunità di poter approfondire lo studio dell’architettura e fare nuove esperienze. Da quel momento ho iniziato ad osservare il mio paese da lontano con uno sguardo più critico e oggettivo. Seoul è la mia città e mi concentrerò su di essa. Dal 1952 Seoul ha iniziato la sua corsa inarrestabile verso uno straordinario sviluppo urbano ed economico, difatti Seoul risultava la quarta città con il PIL più alto del mondo con un valore di 774 miliardi di dollari subito dopo Tokyo, New York e Los Angeles nel 20121. È al primo posto tra le 30 città più tecnologiche secondo i report del “cities of opportunity”2 della PwC3. Dal punto di vista architettonico la città ha subìto diversi cambiamenti che ne hanno trasformato in modo radicale l’aspetto. Esempi recenti sono il DDP, appena inaugurato come la più grande architettura irregolare a tre dimensioni del mondo. Oppure il Lotte World Tower che sarà ultimato nel 2016 e che diventerà il grattacielo più alto tra i paesi dell’OCSE4 e la più alta piattaforma panoramica del mondo. Sono solo alcuni esempi di una serie di nuovi edifici costruiti da architetti stranieri che poco hanno da condividere con la cultura tradizionale del mio paese. Non voglio certo affermare che ogni progetto debba necessariamente mantenere un legame con il passato ma questa moda occidentale potrebbe far rischiare di perdere il punto di riferimento con la tradizione e la storia coreana. La conseguenza più inaspettata diverrebbe l’impossibilità di un paese di trovare una propria identità.

1. At purchasing power parity, see List of cities by GDP. 2. http://www.pwc.com/us/en/cities-of-opportunity/2014/assets/cities-of-opportunity-2014.pdf 3. PricewaterhouseCoopers (PwC) è un network distribuito in 158 Paesi con oltre 169.000 professionisti, che fornisce servizi professionali di revisione di bilancio, advisory e consulenza legale e fiscale. 4. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) o Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD), è un’organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un’economia di mercato. L’organizzazione svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che consente un’occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi membri, http://www.oecd.org/about/whatwedoandhow/index.xml


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Da questa riflessione è nata l’idea di questa tesi e partendo da questo problema mi sono perciò domandata quali fossero state le cause di questo sviluppo incontrollato. Perchè in Corea e in generale nei paesi asiatici c’è la tendenza ad importare in maniera pedissequa tradizioni e cultura occidentali? In che direzione e verso quali sviluppi sta andando la città di Seoul? Questo lavoro rappresenta uno sguardo sull’urbanistica coreana e in particolare sulla città di Seoul, portando in evidenza la storia del suo sviluppo, analizzando i presupposti che ne hanno determinato la sua formazione e l’espansione fino a diventare una mega città. Viene poi analizzato il caso studio di un quartiere slum di nome “Baeksa-maeul” situato nel nord-est della città, a ridosso della riserva ambientale “Green-belt”. Baeksa-maeul si presenta in una situazione critica generalizzata, priva delle più elementari necessità abitative: la viabilità è frammentaria e insufficiente, l’allaccio elettrico avviene abusivamente, gli spazi pubblici sono insufficienti. Ho infine inserito un progetto con una mia proposta di intervento al fine di contrastare una situazione di abusivismo e di violazione delle riserve ambientali che si protrae da 37 anni, nel completo disinteresse della pubblica amministrazione.


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Introduzione Slum in Megacity Il 31 ottobre 2011 la popolazione mondiale ha raggiunto i 7 miliardi. Si stima che nel 2050 essa raggiungerà i 9,3 miliardi6, quasi il quadruplo rispetto al 1950. L’aumento più consistente si verificherà nei paesi in via di sviluppo, nei quali nel 2050 vivranno ben 8 miliardi di persone: le regioni maggiormente interessate da questo fenomeno saranno l’America Latina, l’Asia e l’Africa. All’interno di questo fenomeno, un aspetto importante da sottolineare è la crescita della popolazione urbana. Nel 2050 infatti circa 6,2miliardi di persone, pari al 66% della popolazione totale, vivranno in città. Nel 1950 ci viveva solo il 29% della popolazione mondiale, nel 2010 il 52%. Nel 2013 si contavano ben 23 megalopoli nel mondo. Nella classifica delle più popolose le prime 8 sono in Asia tra cui Tokyo, Jakarta, Seoul, Guangzhou, Delhi, Shanghai, Karachi e Manila, tutte con oltre 20 milioni di abitanti. A Seoul si assiste ad una crescita esponenziale della popolazione da 50 anni, oggi ha 13 milioni di abitanti e secondo l’UN-Habitat7 è la quinta megacity nel mondo8. Mentre Seoul si trasforma in una megacittà il contesto urbano diventa sempre più ridotto e problematico. Popolazione mondiale totale Popolazione urbana Popolazione rurale

in miliardi 9 8 7 6 5 4 3 2 1

anni

1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030

Fonte: United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division: World Urbanization Prospects, the 2011 Revision. New York, 2012 5. Megacity è la città metropolitana riconosciuta con una popolazione totale che supera i 10 milioni. 6. United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division, World Urbanization Prospects, the 2011 revision, New York 7. Agenzia delle Nazioni Unite il cui compito è favorire un’urbanizzazione socialmente ed ambientalmente sostenibile e garantire a tutti il diritto ad avere una casa dignitosa.


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Il caos edilizio, la mancanza del verde, il traffico delle auto, l’inquinamento atmosferico, acustico ed idrico rendono la città sempre meno vivibile sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico e sociologico. Robert Venturi, Denise Scott Brown e Steven Izenour nel libro “Learning from Las vegas” dissero che “imparare dal paesaggio esistente è, per un architetto, un modo di essere rivoluzionario. Non nel modo più ovvio, ovvero demolendo Parigi e ricominciando daccapo, come suggeriva Le Corbusier negli anni Venti, ma in un modo diverso, più tollerante; ovvero domandandosi come guardiamo le cose”. Però guardando Seoul sembra che questa scelta ricada sulla prima ipotesi suggerita da Le Corbusier. Noi in Corea in 50 anni di rapida crescita abbiamo portato via l’architettura simbolica e insita della cultura coreana. L’abbiamo eliminata perché nel periodo di massimo sviluppo urbano abbiamo importato l’architettura occidentale e ci siamo concentrati troppo sulla crescita della ricchezza e sull’altezza degli edifici. Secondo Alfredo Brillembourg e Hubert Klumpner le città informali vivranno uno sviluppo massiccio nei prossimi decenni, sviluppo paragonabile alla crescita registrata in Europa e Nord America uno o due secoli fa. Da un punto di vista occidentale forse hanno ragione, però le città informali e quelle formali sono così diverse che sarebbe inutile confrontarle. Magari i cittadini della città informale non sono così scontenti come si crede. Mumbai, l’ex Bombay, la città più ricca dell’India ha anche un altro primato: è la città con più baraccopoli. Una delle più famose è Dharavi, che è normalmente conosciuta come “il più grande slum dell’Asia” o “la più grande baraccopoli del mondo”9. A Dharavi sono stati attuati vari progetti governativi, anche con la collaborazione di famosi architetti per cercare di riqualificare quest’area, ma sempre concentrandosi sulla crescita della ricchezza. Alcuni grattacieli sono stati costruiti per spostare gli abitanti di Dharavi. Ma la gente non voleva lasciare quel micro-mondo fatto di convivenze strette e trasferirsi nei grattacieli. Un abitante di Dharavi diceva che se “qui se ti ammali trovi sempre qualcuno che ti aiuta mentre in quelle case saremmo soli”10.

8.th.Brinkhoff: The Principal Agglomerations of the World, 1 ottobre 2013 9.Mike Davis, Il pianeta degli slums, 2006 10. Ruggero da ros, articolo, Dharavi lo slum di millionaire da un millioni di abitanti, 25 feb 2014


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Ma il vero problema è che come succede anche a Seoul, nello slum gli affitti costano poco e non ci sono i servizi comuni da pagare mentre i grattacieli hanno costi molto più elevati e alla fine vengono abbandonati senza manutenzione. Le rooftop communities11 di Hongkong sono un esempio di come si può condividere lo spazio temporaneamente. Sono come micro-città sovrapposte alla città esistente e crescono sui tetti spontaneamente. La maggior parte degli abitanti si è trasferita dai vecchi quartieri di Kowloon walled city12, Kwun Tong e Tai kok Tsui.13 Questi quartieri erano i più grandi insediamenti in Cina, soprattutto Kowloon walled city la cui popolazione era la più alta del mondo con un numero incredibilmente alto di 1,255,000ab/mq, poi demolito tra gli anni ’80-’90 dal governo cinese per realizzarvi un parco e costruire altri quartieri ‘regolari’. Gli abitanti si trasferiscono in un altro quartiere sui tetti di alcune case. Questo fenomeno ci mostra che demolire uno slum non risolve il problema anzi crea altri quartieri più forti, più grandi e più nascosti. A questo punto i ricercatori di Rooftop communities Stefan Cangam e Rufina Wu si domandano: perchè migliaia di persone preferiscono vivere aggrappate alla sommità dei palazzi del centro piuttosto che accettare di trasferirsi negli alloggi popolari che stanno sorgendo nelle ‘new towns’ a decine di chilometri di distanza?14 A questa domanda provo a rispondere con un’altra domanda: perché loro devono trasferirsi? Per loro forse non è di fondamentale importanza abitare in un alloggio ‘regolare’, hanno piuttosto l’esigenza di vivere vicino ai propri luoghi di lavoro. Ripensare la città informale asiatica potrebbe portare alla discussione sull’urbanismo informale a superare una volta per tutte la visione umanitaria di compassione per la città dei poveri, riuscendo a coglierne il suo valore come crogiuolo dell’innovazione. Adattabilità, flessibilità, resistenza e molti altri aspetti che la caratterizzano potrebbero entrare di diritto nella più ampia trattazione dell’urbanismo come criteri di progettazione. Tuttavia per arrivare a comprendere e plasmare l’urbanismo contemporaneo è necessario abbandonare le dicotomie che sinora hanno definito i termini del dibattito. La discussione dovrebbe invece essere impostata su termini diversi, ad esempio il carattere ibrido dei contesti urbani, la simultaneità o le nozioni di coesistenza. Inquadrare in modo nuovo il dibattito sull’informalità contribuirebbe a promuovere questa forma innovativa di urbanizzazione e ad integrarla nella discussione sull’urbanizzazione e sull’urbanismo contemporaneo. Se cambiamo prospettiva, la città informale potrebbe finalmente essere vista non come una condizione da correggere ma piuttosto come un fenomeno contagioso che riforma e umanizza le città.


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Gli abitanti delle baraccopoli si trasferiscono in altre baraccopoli

demolizione dei quartieri baraccopoli

crescita della popolazione

costruzione di nuovi grattacieli

aumento della popolazione

11. Rooftop Slum (cinese: 天台屋) o attico slum si riferisce generalmente ad un alloggio illegale sui tetti dei condomini. A Hong Kong, il numero di poveri non in grado di permettersi appartamenti tradizionali a causa degli alti prezzi delle case, e costretti ad aspettare anni per le case popolari a prezzi accessibili sono in aumento. Sono stati quindi costretti a cercare alternative, come vivere in capanne illegali sui tetti degli edifici. Secondo il Censimento della popolazione di Hong Kong, secondo riportaggi di Census Office & Census and Statistics Department ci sono stati circa 3.982 abitanti sui tetti nel 2006 e sono ora stimati in 10 migliaia. http://travel.cnn.com/hong-kong/visit/rooftop-housing-740690 12. Kowloon Walled City era un insediamento densamente popolato, in gran parte governata a New Kowloon, Hong Kong. Originariamente era una fortezza militare cinese. La sua popolazione è aumentata in modo considerevole dopo l’occupazione giapponese di Hong Kong durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1987, la città murata conteneva 33.000 residenti all’interno dei suoi 2,6 ettari (0,010 sq mi) confini. Dal 1950 al 1970, è stato controllato da Triadi con alti tassi di prostituzione, gioco d’azzardo, e di droghe. Nel gennaio 1987 il governo di Hong Kong ha annunciato l’intenzione di demolire la città murata. Dopo un arduo processo di sfratto, la demolizione è iniziata nel marzo 1993 ed è stata completata nel mese di aprile del 1994. Kowloon Walled City Park è stato inaugurato nel dicembre 1995 e occupa l’area della ex Walled City. Alcuni reperti storici della città murata, compreso il suo edificio Yamen e resti del suo South Gate, sono stati conservati lì. 13. http://edition.cnn.com/2011/11/01/world/asia/hongkong-rooftop-slums/ 14. Stefan Canham, Rufina Wu, Portraits from above - Hong Kong’s informal rooftop communities


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Le megacittĂ del mondo

Km2 8,000

Guangzhou

7,000 Shanghai 6,000 5,000 4,000 3,000 Tokyo 2,000 Jakarta

Seoul

Delhi

Mexico city Manila

Sao Paulo

1,000 New york

Rank

1

2

3

4

5

6

7

9

10

11


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How to read it? ity

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de

city name

a a ric ric me Ame e A rth uth urop No So E

colors

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surface (km2)

Afr

ia

As

rank of population

Paris

Moscow

Mumbai

London

Los angeles

Lagos

Cairo Osaka

12

Bangkok

14

15

Buenos aires

16

18

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22

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28

Fonte: United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division: World Urbanization Prospects, the 2011 Revision. New York, 2012 Th. Brinkhoff: The Principal Agglomerations of the World, 2013-10-01


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Foto: Kowloon walled city. Anni 80


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Foto: Dharavi e grattacieli


#1.DDP 1.1 _ DDP 1.2 _ Dongdaemun stadium


Capitolo 1. DDP


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architect: zaha hadid

45,000 pannelli di alluminio

superficie totale: 62692 mq Area di costruzione: 25104 mq

Dongdaemun

luogo: 281 eulji-ro 7-ga, jung-gu, seoul, korea


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#1.1_ DDP Il Dongdaemun Design Plaza progettato da Zaha Hadid, chiamato anche DDP, è un’importante punto di riferimento dello sviluppo urbano a Seoul con un design tipicamente neofuturistico caratterizzato da potenti forme curve e da una struttura allungata. Il luogo è il fulcro della moda e la più popolare destinazione turistica, con un parco percorribile sui suoi tetti, grandi spazi espositivi mondiali, negozi futuristici e parti restaurate della fortezza di Seoul1. È anche chiamata la più grande architettura irregolare a tre dimensioni del mondo. Commissionato dal governo metropolitano per istituire un vero e proprio hub cittadino dedicato alla promozione culturale e commerciale del design, in concomitanza con la designazione di Seoul a World Design Capital nel 2010, il Dongdaemun Design Plaza è stato inaugurato al pubblico il 21 marzo 2014. Il tempo di costruzione dell’involucro argentato (composto da oltre 45.000 pannelli di alluminio) dalle consuete forme sinu ose che sono quasi un marchio di fabbrica della Hadid, ospita spazi espositivi, centri informativi, sale conferenze, una biblioteca e strutture educative con laboratori di progettazione. Il progetto, costato 450 milioni di dollari, sorge su un sito di 62.692 mq precedentemente occupato dal Dongdaemun Baseball Stadium, e comprende anche il DDP Park, 30.000 mq di parco progettati per essere sia tessuto di connessione tra la nuova struttura e il contesto urbano, sia oasi di verde in cui natura e design, esterno e interno si compenetrano in un dialogo continuo. Il costo di costruzione ha raggiunto i 350 milioni di euro. Nonostante i grandi numeri e le cifre esorbitanti non ha riscosso molto successo tra la popolazione, come hanno raccontato alcuni abitanti della zona2.

1. http://en.wikipedia.org/wiki/Dongdaemun_Design_Plaza, Wikipedia 2. http://www.ddp.or.kr/


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Sehoon Oh, ex sindaco di Seoul “Ora il passato e il presente possono coesistere in un unico spazio. Demolendo ‘un passato’ possiamo creare ‘un altro presente’: così abbiamo creato il futuro partendo dal concept di ‘recupero’ e ‘creazione’.”

Metonymic landscape

Demolizione del Dongdaemun Stadium


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Zaha Hadid, Architetto “A causa del rapido sviluppo Seoul sta per perdere la sua identità. Il DDP, cosi moderno e irregolare, aiuterà a creare la sua nuova identità.”

Pungmul market

Fashion, design and future


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Design

Design

Design

Design Design


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L’idea della trasformazione del Dongdaemun Stadium è iniziata nel 2002 quando l’allora sindaco di Seoul Myung-bak Lee3 ha iniziato a pensare ad un piano per promuovere lo sviluppo della città attraverso la trasformazione del Dongdaemun Stadium e del canale Cheonggye4. Nel 2005, completata la ripristinazione del canale Cheonggye e Myung-bak Lee il lavoro successivo proponeva di trasformare il Dongdaemun Stadium in un parco. Sono state pubblicate alcune proposte però non è stato realizzato nulla. Dopo Myung-bak Lee nel 2006 viene eletto sindaco Se-hoon Oh e, nel suo discorso inaugurale ha dichiarato che “per migliorare la competitività di Seoul ci sarà bisogno di sviluppare l’urbanistica e il design”5. Lo slogan del progetto ‘Design Seoul’ prevedeva la riqualificazione (in questo caso riqualificare significa: demolire e ricostruire) del fiume Han, il quartiere Namsan e il Dongdaemun Stadium. In un’intervista dell’agosto 2007 Se-hoon Oh ha dichiarato: - Come avevo già accennato, io vorrei far rinascere Seoul come una città del design di alta qualità. Per questo abbiamo bisogno di una zona industriale che diventi come una Mecca e io trovo che la zona giusta sia il quartiere di Dongdaemun Stadium che è stato il più visitato dal turisti a Seoul -4. Aveva pre-pianificato che entro il 2010 il Dongdaemun si sarebbe trasformato in un mega centro multi-culturale prendendo come riferimento il Pompidou Center di Parigi. Nel 2006 viene pubblicato il concorso privato ai grandi architetti, 4 coreani e 4 stranieri

3. Lee Myung-bak (Coreano : 이명박, Hanja: 李明博) (Osaka, 19 dicembre 1941) è un politico sudcoreano, ex presidente della Corea del Sud ed ex sindaco di Seul. 4.” Sotto la strada che è stata coperta con cemento scorre ancora il fiume ‘Cheonggyecheon’. Si comincia a riparare dal 1 luglio a causa della riqualificazione del quartiere baraccopoli intorno a Cheonggyesheon. (...) Nel periodo di occupazione giapponese, i contadini si trasferivano al centro Seoul. Nel 1969, l’ex presidente Park chung hee, copre il fiume per costruirvi dei grattacielli, un centro commerciale e l’autostrada. Dopo questa trasformazione il quartiere è diventato una baraccopoli. Ma ora vogliono ricavare il fiume e dare nuova anima alla zona. Dopo due anni il torrente scorre attraverso Seoul e il pesce tornerà di nuovo come una volta.” Quotidiano coreano Donga-ilbo, Hwang ho taek giornalista.24 giugno 2003 5. http://www.ohmynews.com/NWS_Web/View/at_pg.aspx?CNTN_CD=A0001970002


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Foto: Veduta aerea del Dongdaemun Stadium, 2007 Fonte: http://www.ddp.or.kr


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Foto: vista dall’alto del DDP, 2014 Fonte: http://www.ddp.or.kr


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Planimetria del Kyungsung Stadium, Arch.Omori 大森, 1924

L’inaugurazione del Kyungsung Stadium il 15 ottobre 1925


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#1.2_ Dongdaemun Stadium

경성운동장[Kyungsung Stadium] e nel 2007 ha vinto ‘Metonymic Landscape’ di Zaha Hadid. In Corea il 15 ottobre 1925, durante l’occupazione da parte del Giappone, i giapponesi fecero costruire il Kyungsung Stadium6 nel cuore di Seoul per commemorare il matrimonio del Re del Giappone Hirohito. Fu il primo stadio moderno costruito in Corea. Per costruire lo stadio però demolirono una parte di muro antico del castello Kyungbok e coprirono tutto con il cemento. L’anno seguente costruirono a fianco anche un campo da baseball e da tennis, e il Kyungsung divenne l’unico Stadio di atletica a Seoul. L’8 giugno 1928 Young-min Lee fu il primo battitore coreano a segnare un fuoricampo durante la partita di baseball. Questa notizia scosse il paese e diede più energia ai coreani. In quel periodo lo stadio fu sempre pieno di gente7. Dietro la costruzione dello stadio vi era una strategia di politica oscurantista, ovvero un tentativo di deviare l’attenzione del popolo dall’attività politica. Allo stesso tempo però grazie allo sport il popolo coreano trovò l’opportunità di unirsi in un gruppo più grande e più forte.

6. Kyungsung Stadium è il primo nome del Dongdaemun Stadium. In quel periodo Seoul si chiamava Kyungsung. 7. Maeil-sinbo


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서울운동장[Seoul Stadium] 1945-1988 A seguito della liberazione dal Giappone, lo stadio cambiò nome in Seoul Stadium. Fu usato per ospitare tutti gli eventi sportivi, le cerimonie politiche e le manifestazioni a Seoul. Nel 1959 fu aggiunto un altro campo da baseball e lo stadio divenne la sede dell’National High School Baseball Championship.8 In questo periodo per il Seoul Stadium fu il periodo di maggior attività.

1972

Highschool baseball championship

7 Wikipedia, Giochi della XXIV Olimpiade.

8. Maeil-sinbo


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1958

1977

1978 World Cup Asian qualifier

7th Seoul Track and field


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La mascot delle olimpiadi dell’88 a Seoul.

L’inaugurazione delle Olimpiadi dell‘88 a Seoul. Jamsil Stadium,1988


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Olimpiadi '88 Nel 1984 in occasione delle Olimpiadi a Seoul dell’88 vennero costruiti due nuovi stadi : il Seoul Olympic Stadium e il Jamsil baseball stadium. Il Seoul Olympic Stadium poteva contenere inizialmente 100000 posti a sedere (attualmente solo 69950), il Jamsil baseball Stadium poteva arrivare a 50000 posti9, invece il Seoul Stadium ne contava appena 30000. Il vecchio stadio era troppo piccolo per ospitare eventi sportivi di livello mondiale. Il Seoul Stadium divenne quindi il terzo stadio della città e cambiò di nuovo il nome in Dongdaemun Stadium (dal nome del quartiere in cui è situato). E da questo punto in avanti iniziò a perdere la sua funzione. Si iniziò a usarlo come parcheggio, per eventi, manifestazioni e per i mercatini dell’usato.

9. http://en.wikipedia.org/wiki/Jamsil_Baseball_Stadium, http://en.wikipedia.org/wiki/Seoul_Olympic_Stadium, Wikipedia


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풍물시장[pungmul market] Nel 2000 il campo da calcio dopo aver ospitato l’ultima partita fu occupato dai commercianti del quartiere di Chungghe. Non fu una vera e propria occupazione ma un trasferimento coatto da parte delle autorità, a causa della imminente riqualificazione della Canale Chungghe10. Il canale Chungghe (청계천) era un canale che attraversava a nord Seoul per 8,4 km di lunghezza. Dopo la guerra coreana si propose la sua copertura per migliorare le infrastrutture e i trasporti. Nel luglio 2003 l’ex sindaco di Seoul Lee Myung-bak avviò un progetto per rimuovere la strada sopraelevata e ripristinare il flusso del fiume. Fu una grande impresa in quanto non solo l’autostrada doveva essere rimossa, ma doveva anche essere ripristinato il livello del torrente ormai rimasto quasi completamente asciutto dopo anni di abbandono. 120.000 tonnellate di acqua dovevano essere pompate in ogni giorno dal fiume Han e dai suoi affluenti, e dalle acque sotterranee dalle stazioni della metropolitana.


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L’obiettivo del progetto era di ripristinare la storia e la cultura della regione, che era andata persa da oltre 30 anni, e di rivitalizzare l’economia della Metropoli. Un altro obiettivo fu di spostare i commercianti che avevano occupato illegalmente la zona di Chungghe. Per convincerli il governo propose loro di trasferirsi allo stadio Dongdaemun che nel frattempo era usato come parcheggio. Così lo stadio si trasformò nel mercato di Pungmul (una sorta di mercato dell’antiquariato). Lo stadio perse la sua funzione. I visitatori non erano più spettatori ma clienti che compravano cose di seconda mano o antiche. In Corea ancora oggi esiste un modo di dire quando cerchi una cosa e non la trovi: “Vai a cercare al mercato Pungmul c’è tutto tranne quello che non esiste”. 10. Riqualificazione del canale Chungghe. Nam ghibum è un professore di urbanistica sociale all’università di Seoul. 2003 2004

I movimenti dei commercianti di Chungghe. Fonte: Hidden History of Dongdaemun Design Park and Zaha Hadid, listen to the city, 2012


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Foto: Mercato di Dongdaemun Pungmul, 2006


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Foto: Mercato di Dongdaemun Pungmul, 2006


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Fotomontaggio: Demolizione del Dongdaemun Pungmul, 2008


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철거[demolizione] I commercianti godettero di questa nuova sede fino a quando nel 2006 l’ex sindaco Sehoon Oh decise di costruirvi sopra un centro multi culturale. I commercianti non la presero bene. Costretti dopo soli 3 anni ad un altro trasferimento, sempre a causa della riqualificazione del quartiere. Questa volta iniziarono a fare manifestazioni alle quali si unirono anche altri cittadini, architetti, professionisti e fans di baseball. Anche perchè il sindaco Myungbak Lee, in carica prima di Sehoon Oh, aveva promesso ai commercianti di Pungmul che avrebbe trasformato lo stadio nel più famoso mercato dell’antiquariato del mondo. Purtroppo dopo tre anni cambiò il sindaco e la promessa non fu più valida11. Le manifestazioni continuarono quasi per un anno e furono sempre più estese. Nel 2008, nonostante le proteste, purtroppo lo stadio fu demolito. Erano passati solo 4 mesi da quando Zaha Hadid ricevette l’incarico. Guardandolo mentre veniva distrutto, Inghi Choi giornalista di Newscham disse: - Quando ero giovane andavo a vedere la partita di baseball e giocavo a calcio con i miei amici sul prato..mi spiace tanto che ora non posso più neanche vederlo. Per me Dongdaemun è un ricordo della mia vita giovanile ma magari per i sindaci è un palazzo brutto da demolire-.12

11. “Ora dove dobbiamo andare..?”, quotidiano coreano Munhwa-ilbo, Park Sujin giornalista,16 marzo 2007 12. “Dongdaemun e la nostra storia”, quotidiano coreano Newcham, Choi Inghi, 12 luglio 2008


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Pianta del progetto, prima degli scavi storici

Pianta del progetto, dopo gli scavi storici

Foto: Muro storico del XVIII secolo, Fonte: www.ddp.or.kr


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역사 문화재 [patrimonio storico] Prima di demorire il Dongdaemun gli archeologi ispezionarono il sottosuolo alla ricerca di un qualche patrimonio storico. Durante gli scavi vennero alla luce un murale antico e un campo di addestramento per i soldati coreani che furono sottratti alla storia durante la costruzione del primo stadio da parte dei giapponesi. Seguirono tantissimi altri reperti (su un area di circa 2300m2) del XVIII secolo e si impiegò un anno e mezzo per il recupero di tutto il materiale13. Gi Gunghil, ex curatore del Museo Nazionale Coreano, disse: - Questa ricerca del patrimonio non ha precedenti e non avverrà più, perchè ormai Seoul è coperta da tantissimi grattacieli e non penso che potremmo di nuovo andare a scavare. Per questo secondo me vale la pena di conservare il patrimonio invece di costruire il DDP e rischiare di perdere questo nostro immenso valore storico -.14 Però il sindaco di Seoul non era d’accordo, perciò continuò a portare avanti il progetto del DDP modificandolo solo un pò per salvaguardare il patrimonio ritrovato. Inizialmente Zaha Hadid progettò un parco multi-uso e in seguito cambiò idea per farne un parco storico15.

Strada con i coppi del XVIII secolo Fonte: www.ddp.or.kr 13. “recupero della città antica”, Corea Cultural Heritage Administrationiano(CHA), 9 ottobre 2009 14. Intervista a CHA, 9 ottobre 2009 15. http://w3.sbs.co.kr/news/newsEndPage.do?news_id=N1000418502 SBS News, 19 maggio 2008


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Nel 2014 viene inaugurato il DDP con lo slogan ‘Dream Design Play’, anche se continuano le polemiche. Questo probabilmente perchè non era la volontà del popolo. Come mai il governo ha dato più importanza alla costruzione del DDP invece di attuare un piano per la conservazione del nostro partrimonio? Per costruire il DDP il governo ha speso circa 360 milioni di euro e continuerà a spenderne circa 23 milioni di euro all’anno. Seoul prevede di guadagnare circa 13,5 milioni di euro affittando gli spazi per gli eventi e le mostre; altri 4,7 milioni verranno ricavati dai turisti stimando almeno 750 mila visitatori all’anno per rientrare delle spese. Per fortuna dopo due mesi dalla costruizione sono state registrate circa 2 milioni di persone e grazie a questo in molti possono affermare che il DDP funziona. Il DDP vienne usato principalmente come galleria o centro culturale però a Seoul si contano già 83 musei, 79 gallerie e 231 centri culturali16. Quindi per quale motivo si doveva costruire un altro centro multi-culturale? Secondo Hwang Soohyun, una giornalista di Hankook-ilbo17, il DDP “è troppo eterogeneo. Si è ignorata la storia di Seoul e le caratteristiche del luogo”. Seo Sujung è la proprietaria di un negozio di vestiti e aveva previsto che il DDP, essendo collegato direttamente con la metro, avrebbe tolto gran parte dei suoi clienti occasionali18. Disagio condiviso anche dal venditore di ombrelli , Inguan choi, il quale era convinto che “se avessero costruito un parco sarebbe stato meglio, sarebbero venute più persone a comprare..”19 Forse non sono tutti contenti della trasformazione del Dongdaemun Stadium.

16. I musei, le gallery e centro culturale a Seoul, Seoul culture portal, http://culture.seoul.go.kr 17. Hanguk-ilbo è un quotidiano coreano. 18. Interviste con i commercianti nel quartiere del Dongdaemun Stadium, Park Nayoung giornalista di Asia-ilbo, 13 marzo 2014, http://view.asiae.co.kr/news/view.htm?idxno=2014031313412444820 19. Interviste con i commercianti nel quartiere del Dongdaemun Stadium, Park Nayoung giornalista di Asia-ilbo, 13 marzo 2014, http://view.asiae.co.kr/news/view.htm?idxno=2014031313412444820


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Kyungsung stadium 15 ottobre 1925. I giapponesi costruiscono lo Stadio Kyungsung al centro di Seoul per commemorare il matrimonio del Re del Giappone. E’ il primo stadio moderno costruito in Corea.

Demolizione del Dongdaemun Stadium. Lo stadio occupato ha perso la sua funzione. Di conseguenza Il sindaco in carica, Sehoon Oh decide di costruire sopra un parco. Nel 2006 si pubblica il concorso privato ai grandi architetti e nel 2007 vince Zaha Hadid. Il 14 maggio 2008, Dongdaemoon Stadium scompare per sempre.

Seoul Stadium Dopo il periodo di occupazione giapponese, Kyungsung Stadium cambia il nome in Seoul Stadium. Continua ad ospitare tutti gli eventi sportivi, le cerimonie politiche e le manifestazioni a Seoul. E’ il periodo di maggior attività.

Youngmin Lee E’ il primo battitore coreano a segnare un fuoricampo durante la partita di baseball al Dongdaemoon Stadium.

DDP (Dongdaemoon Design Plaza) Il tempo di costruzione è di 7 anni e 6 mesi. Il costo di costruzione ammonta a 350 Milioni di euro. Olimpiadi di Seoul

Canale Chung-ghe Si costruisce l’autostrada che attraversa la città proprio dove passa il canale. Il canale viene coperto.

1958

1928

1925

Dongdaemoon Stadium Si costruisce il nuovo stadio (Jamsil Stadium) a Seoul per le Olimpiadi del 1988. Il vecchio Seoul Stadium diventa quindi il secondo stadio della città e cambia il nome in Dongdaemoon Stadium (dal nome del quartiere in cui è situato)

1945

1984

1988

Mercato di Pungmul Durante la riqualificazione del canale Chung-ghe i commercianti del quartiere di Chungghe si trasferiscono all’interno del Dongdaemoon Stadium.

Patrimonio storico A 4 mesi dall’inizio dei lavori di demolizione, vengono alla luce reperti storici risalenti al XVII secolo.

2003

2009

2008

2014


#2.Mega[seoul] 2.1 _ geumho-dong e santorini 2.2 _ Mega city 2.3 _ un rapido sviluppo 2.4 _ Moon’s village


Capitolo 2. Mega[Seoul]


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#2.1_ Geumho-Dong e Santorini Se si guardano queste due immagini senza conoscerle, sembrano semplicemente due foto simili di un panorama. Quella a sinistra è Oia nell’isola greca di Santorini. Quella a destra è Geumho-Dong a Seoul in Corea del Sud. Entrambi i quartieri sono stati costruiti dai residenti senza cambiare l’aspetto già esistente del luogo. Però, in realtà, la differenza tra i due quartieri è molto alta. Oia possiede le caratteristiche che richiamano altre realtà famose dell’Europa Meridionale e delle Isole. Geumho-Dong invece è un quartiere slum a Seoul, bisognoso di riqualificazione. Nel 2012 Oia è diventata una delle più famose mete turistiche in Europa, invece, nello stesso anno, con l’appoggio di una politica di governo denominata “New town development” sono iniziati i lavori per la demolizione di Geumho-Dong1. Nel 2014 sono scomparse piccole casette e le vie che collegavano i vicini. Questi spazi sono occupati ora dai grattacieli e dagli appartamenti.


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E’ chiaro che le due città non possono essere confrontate direttamente. Potremmo però valutare l’ipotesi di un secondo destino per il quartiere coreano. Verrebbe da chiederci il perché della sua demolizione. Trasformarla in una città turistica come Santorini sarebbe stato forse una soluzione al problema? “Alcuni dicono Oia è la città più bella del mondo, altri dicono che è una città che si deve visitare prima di morire però per me è più bella Geumho-Dong di Oia. Perché forse da un certo punto di vista si somigliano. Un po’ perché hanno elementi simili ma Oia è sempre piena di turisti ed è difficile percepire la vera essenza della città. Geumho-Dong invece è sempre stata abitata solo dai di residenti e ognuno di essi conserva la sua storia, vera, con la città” -Seung H-Sang2, Beauty of poverty, 1996

Si sarebbe potuto ideare una nuova veste per la città ed evitare di replicare il lavoro svolto per gli altri quartieri già presenti in Corea, dove le ripetute demolizioni hanno avuto come conseguenza una moltitudine di sfollati. A questo punto ci si chiede qual era il vero scopo della ‘riqualificazione’.

1 ‘Adio Geoumho-Dong’, quotidiano coreano Asia-ilbo, 3 maggio 2013 2 Seung H-Sang è un architetto coreano. Ha studiato architettura presso la Seoul National University e presso la Technische Universitaet di Vienna.


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Newtowns 15.92km2 28

9,8

Ils

91

an

(ab

)

5.45km2

(ab)

ng

160,880

Jungdo

5.89km2 69.35km2

11.43km2

Bun

484

dan

) (ab

85

nb

2,8

Sa

19

1

n ho gc b) un 2(a Py 8,99 6

on

,534

g

(ab)


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Ora Seoul per essere una città asiatica è incredibilmente ‘occidentale’ ed è la vittima di un processo incontrollato di modernizzazione. Negli anni ‘80 Seoul crebbe al ritmo di una città industriale e il numero dei suoi abitanti aumentò vertiginosamente. Il comune si trovò a fronteggiare una grave carenza di alloggi. Per poter gestire rapidamente il problema venne ideato il ‘New town development’3. Questo piano prevedeva la costruzione di cinque nuove città poco distanti dall’intera periferia di Seoul. Nacquero così: Sanbon, Jungdong, Pyungchon, Bundang e Ilsan4. Il progetto prese come riferimento l’architettura occidentale dei grandi centri residenziali e dei grattacieli ma senza adattamento. Si trattò perciò di un’operazione d’imitazione seriale su vasta scala.5 Questo fu solamente l’inizio e l’esempio di altre operazioni identiche replicate nel Paese. Ora la conseguenza di questo rapidissimo sviluppo sta nell’impossibilità di riconoscere la differenza tra le diverse città perché di ognuna sono andate perse le tracce originarie. Ogni città deve avere una sua identità ed ha bisogno di tempo per formarsi. Non la si può costruire rapidamente. Alla fine è andata perduta l’identità di un Paese.

3 Newtown Development è un’attività politica. Negli anni ‘70 a Seoul aumentò molto la densità e si sviluppò un’area metropolitana con nuove città intorno a Seoul. [Naver, Newtown develoment, 2012.1, Seoul City Projects Agency] 4 MBC News Desk, scritto 27 aprile 1989 5 Jeonginguk, Corea del Sud 20 anni di architettura moderna, Spazio, 1967


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Foto: Miru kim, seoul


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성북동 비둘기

Il colombo di Sungbuk-Dong6

성북동 산에 번지가 새로 생기면서

Dopo la costruzione di un nuovo quartiere sulla

본래 살던 성북동 비둘기만이 번지가 없어졌다.

montagna di Sungbuk-Dong,

새벽부터 돌 깨는 산울림에 떨다가

scomparve il colombo di Sungbuk-Dong

가슴에 금이 갔다.

originario del luogo.

(...)

(...)

성북동 메마른 골짜기에는

Seduto sul tetto come rifugio

조용히 앉아 콩알 하나 찍어 먹을

La mattina si sente a casa, con l’odore di fumo

널찍한 마당은커녕 가는 데마다

del camino

채석장 포성이 메아리쳐서

Torna alla montagna e si pulisce la bocca con la

피난하듯 지붕에 올라앉아

pietra appena scavata.

아침 구공탄 굴뚝 연기에서 향수를 느끼다가 산 1번지 채석장에 도로 가서

Una volta

금방 따낸 돌 온기(溫氣)에 입을 닦는다.

egli stava vicino agli umani, amava gli umani,

예전에는 사람을 성자(聖者)처럼 보고

Godeva la pace con gli umani,

사람 가까이 사람과 같이 사랑하고

il colombo, uccello simbolo della pace.

사람과 같이 평화를 즐기던

Ora che ha perso la sua casa e gli amici

사랑과 평화의 새 비둘기는

Ha perso anche il suo spirito di amore e di pace

이제 산도 잃고 사람도 잃고

E’ diventato un uccello in fuga

사랑과 평화의 사상까지 낳지 못하는 쫓기는 새가 되었다. -김광섭 (1969)

-Gwang sup Kim (1969)

6. Il colombo di Sunhbuk-Dong 성북동 비둘기 è una poesia di Gwang sup Kim del 1969 che, attraverso lo sguardo di un comune colombo, criticava il degrado ambientale e della civiltà negli anni 60-70. Il colombo era usato come metafora per indicare gli abitanti del posto che furono obbligati a spostarsi a causa del progetto di riqualificazione.


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#2.2_ Mega Seoul All’inizio del XX secolo città come Londra e New York erano già diventate megalopoli e contavano una popolazione di circa un milione di abitanti. In Giappone, il Paese più vicino alla Corea, la sola popolazione di Tokyo superava il milione di abitanti. In questo periodo Seoul raggiungeva appena i 300 mila abitanti.7 Seoul si trova a 37° 33’ a nord dell’est Asia, in mezzo a Cina e Giappone. Ha una superficie di 605.18 km2 e secondo i dati del servizio demografico ONU8, l’area urbana di Seul contava 13 milioni di abitanti nel 2013. La città è il centro politico, culturale, sociale ed economico più importante dello stato, ed è sede delle multinazionali che operano nel Paese. Come capitale della Corea del Sud, rappresenta una delle più forti economie mondiali, ed è il simbolo visibile di quello che viene chiamato il “Miracolo del fiume Han”, riferito agli enormi progressi nel campo dell’economia sudcoreana negli ultimi decenni.9 E Meier.R disse “Non è mai esistita una città che ha subito una crescita tanto rapida in così poco tempo, tranne Seoul.”10

1,080,000(ab)

300,000(ab)

1926

1944

7 Seoul Annuario statistico, 1991 8 ONU Organizzazione delle Nazioni Unite (in inglese UN) 9 Seoul, Wikipedia 10 Meier.R, 1970, exploring development in great Asian cities-Seoul, Journal of the American institute of Plannes.


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605.18km2

12,995,000(ab)

268km2

3,000,000(ab)

1,737,000(ab)

1949

1963

2013


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Jin kyung san su hwa(진경산수화 眞景山水畵), Jung sun(정선), 1743-1831

Jong he cheon jo(종해천조), Jung sun(정선), 1743-1831


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#2.3_ Un rapido sviluppo

-XIX secolo Prima del XVIII secolo, come si può vedere nel paesaggio dipinto dal pittore Jung sun(정선)11 dal titolo 진경산수화 Jin kyung san su hwa12 , la caratteristica principale del paesaggio intorno a Seoul è di avere sempre la montagna come elemento dominante. Si costruivano le case, i templi e i castelli sempre su un piano solo. Grazie a questa scelta lo skyline della città si manteneva in armonia con il paesaggio circostante e le montagne. Diversa la tradizione occidentale che contemporaneamente si andava sviluppando in verticale13. Questo si può capire meglio se si osserva l’Han-ok, la casa tradizionale coreana. Gli Han-ok venivano costruiti sempre davanti ai flussi dei fiumi e con le spalle rivolte verso le montagne. Era fondamentale il rapporto della casa con la natura. In particolare la forma del tetto, così flessibile e curva, imitava la linea naturale delle montagne senza rovinare il panorama del paesaggio intorno.14

11. Jung sun 정선 (1676-1759), il pittore coreano pioniere di una tecnica speciale chiamata Jin kyung san su hwa 진 경산수화, 眞景山水畵, navercast.com 12. Jin kyung san su hwa 진경산수화, 眞景山水畵 tipo di pittura in cui sono presenti elementi naturalistici come le montagne, i fiumi, i laghi e le cascate. Periodo 1700-1850. 13. Kostof Spiro, 1991, The city shaped, Boston, Little brown and co 14. Hanok, Catteristiche della casa tradizionale_hanok, 2005, Salim Editore


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MyungDong Chiesa

Dognipmun

1897

1898


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-1910 La tradizione venne mantenuta fino al XIX secolo per poi andare a perdersi dopo l’apertura verso altre culture provenienti da Giappone, Cina, America e Europa. Verso la fine XIX secolo, a seguito del trattato di Ganghwado del 1876 che decretava lo status di Protettorato Cinese della Corea e l’apertura del commercio del Paese verso il Giappone, le riforme diedero una nuova e moderna spinta in avanti alla Corea, malgrado il sempre crescente odio verso il Giappone che tentava di tenere assoggettato il popolo coreano con le proprie leggi e costumi. Il rinnovamento portò anche un cambiamento significativo del paesaggio urbano. Ne sono esempio l’arco di Dongnimmun (1897) , la cattedrale di Myeongdong (1898) e il palazzo reale di Seokjojeon (1910). Il progresso tecnologico coinvolse anche i trasporti. Nel 1899 la prima linea di tram collegò i due quartieri Seodaemun e Cheongryangri. A Jongno si accesero le prime luci elettriche mentre nel 1900 fu installata la prima linea telefonica.15 Seguirono la creazione del primo parco cittadino, l’installazione di una rete idrica domestica e il trasporto ferroviario.16

Suk su jeon

1910 15. Son Jeongmok (1982), La ricerca del processo di urbanizzazione nel periodo gaehanghi in Corea, Seoul, Iljisa 16. The city history compilation comitee of Seoul, #3, (1979), Seoul


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Progettazione del urbanistica dal giapponese, 1928 Fonte: www.ngii.go.kr


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1910-1945 Questa ondata di sviluppo così repentino e positivo lasciò spazio ad un periodo di occupazione turbolento e controverso. Seoul, attraverso l’occupazione giapponese17 e la conseguente rapida crescita della popolazione, si trovò in carenza di alloggi. Durante il periodo 1910-1918 i giapponesi con l’inganno fecero un censimento dei terreni coltivati. Così facendo poterono garantirsi un controllo totale sul territorio e sulla popolazione contadina che in quel momento era prevalentemente analfabeta. Su quei terreni vennero costruite le prime fabbriche con conseguente aumento della densità urbana. Nel 1930 per promuovere la crescente industrializzazione della Corea ed entrare in competizione con il famoso polo industriale di Manju in Cina, i giapponesi vollero aumentare sensibilmente la forza lavoro e le industrie a Seoul. Per capire la portata di questo fenomeno basti pensare che dal 1926 al 1944 la popolazione passò da 300 mila a un milione di abitanti. Quasi il 40% della popolazione non aveva un’abitazione propria: si trattò di un’emergenza abitativa senza precedenti. I giapponesi iniziarono a pianificare in modo geometrico i terreni, organizzandoli in una griglia. In questo modo si sarebbero potute costruire più case.18 Se si da un sguardo alla mappa a sinistra si può facilmente notare come la planimetria del territorio sia passata da informale a formale. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Corea si liberò dall’occupazione del Giappone ma gli americani e i russi siglarono un accordo per dividere la Corea in due zone lungo le quali realizzarono la linea di confine denominata 38° parallelo.19

17. La vicenda della Corea sotto il dominio giapponese iniziò al principio del XX secolo. Nel 1905 la Corea divenne un protettorato giapponese e successivamente, nel 1910, fu completamente annessa come colonia nell’Impero giapponese con il nome di Chosen. Il dominio coloniale finì ufficialmente con la resa del Giappone nella seconda guerra mondiale il 15 agosto 1945, ma terminò completamente di fatto solo con la destituzione del governatore generale giapponese il 12 settembre 1945 e di diritto con l’entrata in vigore del trattato di pace di San Francisco il 28 aprile 1952.In questo modo però la Corea non ottenne l’agognata libertà, ma finì al centro della nascente guerra fredda tra gli interessi degli Stati Uniti d’America e dell’Unione Sovietica nonché, più tardi, della Repubblica Popolare Cinese. Ciò condusse alla divisione del Paese in due stati in corrispondenza del 38º parallelo (Corea del Nord e Corea del Sud), la cui crescente ostilità sfociò nella guerra di Corea, Wikipedia 18. Kim Gwangjung, Seoul, tewntieth century: Growth & change of the last 100years.(2002), Seoul city library 19. Essa divide la Penisola Coreana in due parti con la parte ovest a sud del 38º parallelo, e la parte est a nord dello stesso. È lunga 248 km e larga 4 km, ed è il confine più armato del mondo, Wikipedia, Zona demilitarizzata coreana


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“Demoliamo le case di paglia (vecchia), Espandiamo le strade del nostro villaggio...”

Canzone di Saemaul.undong

veloce,veloce!! 빨리 빨리!! pali pali


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1945Dopo la Guerra di Corea20, dal 1950 al 1953, la popolazione iniziò gradualmente ad abbandonare le campagne e trasferirsi in città per lavoro. Questo movimento portò ad un’ulteriore rapida crescita della città. Fino agli anni Sessanta la Corea era un paese poverissimo, ancora privo di risorse naturali, diviso da una guerra fratricida, dipendente dall’aiuto finanziario e militare americano: oggi al contrario la Corea del Sud è protagonista di uno straordinario sviluppo. Saemaul-undong 새마을 운동 70’

Saemaul- undong fu un’iniziativa politica lanciata il 22 aprile 1970 dal presidente sudcoreano Park Chung Hee 박정희 (ex militare, nel 1963 divenne il quinto Presidente della Corea del Sud) per modernizzare l’economia. L’ idea era basata sul comunitarismo tradizionale coreano chiamato Hyang - yak ( 향약 ) e Doorae (두레 ) , che fornì le regole per l’auto-governo e la cooperazione nelle comunità tradizionali coreane. Il movimento inizialmente cercò di rettificare la crescente disparità di tenore di vita tra i centri urbani, in rapida e continua industrializzazione, ed i piccoli borghi, che invece continuavano a vivere nella povertà . Diligenza, forme di auto-aiuto e attività di collaborazione furono le parole d’ordine per incoraggiare i membri della comunità a partecipare al processo di sviluppo. La fase iniziale del movimento si concentrò sul miglioramento delle condizioni di vita di base, progetti concentrati sulla costruzione di migliori infrastrutture rurali e l’aumento del reddito della comunità. Sebbene venne salutato come un grande successo nel 1970 , il movimento perse slancio nel corso del decennio successivo a causa di un cambiamento nel contesto politico.21 Oggi il movimento trova pareri contrastanti. Da un punto di vista c’è chi pensa che sia stato un movimento positivo per lo sviluppo della comunità rurale. Saemaul-undong possedeva le caratteristiche di attivismo volontario, di spirito autonomo, ma i cittadini partecipavano apparentemente con la loro volontà, anche se in realtà seguivano un programma politico deciso dal governo. Tuttavia, grazie a questo movimento, Seoul poté diventare una metropoli.

20. La guerra di Corea fu un conflitto combattuto nella penisola coreana dal 1950 al 1953. Essa determinò una delle fasi più acute della guerra fredda. La guerra scoppiò nel 1950 a causa dell’invasione della Corea del Sud da parte dell’esercito nordcoreano. L’invasione determinò una rapida risposta dell’ONU: su mandato ONU, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 paesi, intervennero militarmente nel tentativo di liberare il Paese occupato e, alla fine, rovesciare il governo nordcoreano, wikipedia, Guerra di Corea 21. http://www.doopedia.co.kr/


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Crollo dell’apartamento ‘uau 와우’, Quotidiano Kyunghyang Shinmoon, 8 aprile 1970


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L’architettura della Corea del Sud iniziò ad assumere i tratti dell’architettura occidentale partendo dai grandi edifici residenziali. Lo sviluppo sistematico portò in parte benessere ma anche una serie di problemi.

8 Aprile 1970. Crollo dell’appartamento Uau L’appartamento Uau22 fu il primo appartamento di tipo popolare in Corea. Fu un investimento del governo per costruire e fornire ai cittadini poveri una casa. Da un punto di vista fu un’idea a vantaggio dei cittadini che potevano così avere un tetto dove stare; dall’altro al governo interessò solo costruire molte case in pochissimo tempo. Il governo tagliò poi i fondi e le dieci pallazzine previste divennero quindici. Per cui il costo di ogni edificio si ridusse quasi della metà (4,700 euro invece di 8,600 euro). Per accorciare i tempi si risparmiò pure sul numero dei pilastri aumentando così il rischio di crollo. L’8 aprile 1970 alle 6.30 del mattino il telegiornale annunciò la notizia di un tremendo impatto. Una delle 15 palazzine era crollata lasciando parzialmente distrutte alcune piccole abitazioni intorno. I residenti vennero sorpresi nel sonno e non furono in grado di scappare. In totale si contarono 33 morti e 38 feriti. Il progetto fu completato in soli sei mesi ma ne durò solamente tre.23 Un segretario dell’ONU disse: “E’ evidente che le cause del crollo della palazzina Uau sono dovute alla sua troppo rapida e forse ingenua costruzione.”24 Kang Hongbin, professore di architettura e urbanistica dell’università di Seoul disse: - Questo tipo di sviluppo legato solamente ai numeri, alla quantità e alla grandezza ha come diretta conseguenza la distruzione dello spazio preesitente e dell’ambiente originario che caratterizzava quel luogo -.25 Kim Bongyul scrisse a proposito che “questo fenomeno portò ufficialmente alla cancellazione della storia del nostro popolo. A quel tempo essere un bravo architetto significò essere un architetto veloce.”26

22. Appartamento Uau, primo complesso residenziale popolare 23. Jang bakwon, quotidiano Maeil-ilbo, 8 giugno 2009 24. Rivista Gongkan 공간, maggio 1970 25. Kang Honbin, Rivista Gongkan 공간, febbraio 1985 26. Kim Bongyul, Rivista Plus, agosto 1995


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Fotomontaggio_I grattacieli e Jin kyung san su hwa(眞景山水畵)


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Seoul si è occidentalizzata in maniera indiscriminata accettando la cultura straniera senza giustificare le proprie scelte. Un’enorme crescita quantitativa piuttosto che qualitativa. Secondo l’architetto Kim Seokcheol, il significato del termine “città moderna” è stato frainteso perciò Seoul ora somiglia più ad una città americana di basso livello, una città che si è arricchita solamente in superficie, senza identità nazionale.27 Per porre fine al problema è fondamentale un cambio di direzione a favore di una ricerca più consapevole del contesto e delle caratteristiche del territorio, delle città e dell’architettura urbana. Innanzitutto bisogna ripartire dalla storia, alla ricerca delle proprie radici culturali. I riferimenti al passato sono presenti ma ignorati, messi in ombra. E’ tempo di riscoprirli, rivalutarli e capirli, dando loro spazio e la dignità che meritano. Essi possono ancora aiutarci così da permetterci di costruire le nostre città del futuro seguendo una linea guida che identifichi in maniera univoca l’architettura coreana nel mondo.

27. Kim Soekcheol, rivista Gunchuk munhua 건축문화, gennaio 1998


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#2.4_ Moon’s village 달동네 Moon’s village è un termine di derivazione televisiva di fine anni 80 con cui in Corea si indica una baraccopoli28. Di solito questi villaggi si trovano su una collina ed hanno un’alta concentrazione di abitanti su una modesta superficie. A partire dagli anni 60 gli abitanti degli slums subirono un progressivo spostamento durante il programma ‘New town development’. Vent’anni più tardi furono portati a stabilirsi abusivamente e definitivamente nelle zone più alte della città. Le abitazioni sorgono una a fianco all’altra lasciando poco spazio per le strade. Di solito sono state realizzate con scarti, pezzi di recupero e materiali a basso costo.

28. Moon’s village 달동네 [Dal dong ne], Gli abitanti del quartiere sulla collina, Quotidiano Maeil-sinbo 22 luglio 1981.


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Namchon Sindang-Dong Ahyun-Dong

Geografia dei quartieri slum durante l’occupazione del Giappone Fonte: Kim guangjung, Seoul Urban Renewal History Research 서울시 주택개량 재개발 연혁연구, 1996


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토막[to mak]

Fonte:Sketch di Tomag, Dipartimento di ricerca Salute di Kyungsung, 1942

La baraccopoli di Seoul naque sotto forma di piccoli insediamenti spontanei. Il primo quartiere sorse durante il periodo di occupazione giapponese (1910-1945)29. Dal 1910 i giapponesi iniziarono ad insediarsi a Seoul e ad occupare il centro, i coreani furono quindi costretti a spostarsi nella periferia della città. In più in quel periodo la popolazione di Seoul crebbe e gli abitanti degli slum andarono a costruire le loro case in periferia, con materiali di recupero e rifiuti. Così nacque il To mak30. Il termine ‘To mak’ definiva la casa povera in Corea. Prima del 1910 ne esistevano molto poche e durante l’occupazione del Giappone aumentarono rapidamente di numero. Anche se i giapponesi promisero ai coreani di trasformare Seoul in una città moderna e spettacolare, in realtà questo processo di modernizzazione portò alla creazione di un divario sociale tra insediamenti giapponesi e insediamenti coreani, popolazione ricca e popolazione povera31. Nel 1940, cinque anni prima della liberazione, nei quartieri periferici di Ahyun-Dong e Sindan-Dong si potevano contare 4,292 case di To mak con 20,911 abitanti. Presto il quartiere divenne un posto fatiscente, privo dei principali servizi igenici.

29. Jo Yonghoon, Ricerca di carattere degli insediamenti e la costruzione di baraccopoli a Seoul, Seoul University, 1990 30. Kim Guangjung, Seoul twentieth century; Growth and change of the last 100 years, 2002, Seoul reserch. 31. Seoul, città della cultura! moderna!, quotidiano Kyungsung-ilbo (每日申報 경성일보), 22 maggio 1936


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Foto: Centro di Seoul durante l’occupazione del Giappone , Seoul , 1945 Fonte: www.seoul.co.kr


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Foto: il quartiere di To mak alla periferia di Seoul durante l’occupazione del Giappone , Seoul , 1945 Fonte: www.seoul.co.kr


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Geografia dei quartieri slum dopo la liberazione Fonte: Kim guangjung, Seoul Urban Renewal History Research 서울시 주택개량 재개발 연혁연구, 1996


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판자집[pan ja gip] Dopo la liberazione il governo coreano decise di spostare il quartiere To mak senza intervenire e colmare le mancanze. Venne perciò temporaneamente ignorato il problema. Negli anni successivi alla guerra di Corea cominciò la ricostruzione in tutto il Paese. Vale la pena ricostruire l’origine del nome ‘Pan ja’. Quando gli americani lasciarono il Paese sgomberarono le caserme e gli appostamenti. Tutto il materiale di scarto avanzato fu tutto recuperato dagli abitanti delle baraccopoli che lo impiegarono come materia prima per le loro case. Si trattava prevalentemente di assi di compensato, metallo ondulato, plastica e scatole di cartone. Da qui in termine ‘Pan ja’ che in coreano significa ‘assi di legno’32. E’ importante sottolineare che i Pan ja gip, a differenza dei To mak che erano situati in periferia, nacquero nel centro di Seoul. Dal punto di vista giuridico il governo poté da questo momento in poi definire illegale questo genere di insediamento urbano, mentre prima non esisteva nessuna legge che ne vietava la costruzione33.

32. Per a profondire l’argomento consiglio la visione di questo breve documentario che si trova in rete #10 Panjagip, in dimenticabile #10그래도 잊지못할 판자집이여, https://www.youtube.com/watch?v=9hBSo2ANqw4 33. Kim Guangjung, Seoul twentieth century; Growth and change of the last 100 years, 2002, Seoul reserch.


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70% 40%


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Case Popolari Nel 1955 la casa fu un privilegio che riguardava solo il 40% della popolazione. Iniziò così la costruzione su larga scala di edifici popolari. Il Pan ja gib, che nel frattempo raggiunse dimensioni notevoli, venne demolito e sostituito dalle nuove strutture destinate ad ospitare la classe meno abbiente. Nacque a nord di Seoul la Buheung House34. Le Buheung House vennero costruite prendendo a modello gli appartamenti americani Pruitt-igoe35, difatti da questi ripreserò l’organizzazione degli spazi, la distribuzione e la serialità. Il modello Pruitt-igoe in America portò a una serie di problemi di carattere sociale e criminale; in Corea si pensò di replicarlo ed ampliarlo per sfruttare al massimo le sue caratteristiche e risolvere in maniera sbrigativa il problema degli alloggi.

34. Kim Guangjung, Seoul twentieth century; Growth and change of the last 100 years, 2002, Seoul reserch. 35. Pruitt-Igoe è stato un grande progetto urbanistico sviluppato tra il 1954 e il 1955 nella città statunitense di Saint Louis, Missouri, su progetto dell’architetto Minoru Yamasaki, autore anche delle torri del World Trade Center di New York.Poco dopo la costruzione, le condizioni di vita del complesso Pruitt-Igoe cominciarono lentamente a decadere, e già nel 1960 la zona versava in condizioni di estrema povertà. Gli alti tassi di criminalità e il degrado del quartiere provocarono la reazione dei media internazionali. Alle tre del pomeriggio del 16 marzo 1972, meno di 20 anni dopo la sua costruzione, il primo dei 33 giganteschi edifici fu demolito dal governo federale. Gli altri 32 rimanenti vennero demoliti nei seguenti due anni. Le dimensioni del fallimento di Pruitt-Igoe, che è diventato un punto di riferimento iconico, ha provocato un intenso dibattito sulla politica di edilizia residenziale pubblica. Quella del Pruitt-Igoe è stata una delle prime demolizioni di edifici di architettura moderna ed è stata definita dal paesaggista, teorico e storico dell’architettura Charles Jencks come “il giorno in cui l’architettura moderna è morta”. In rete è possibile trovare un video: https://www.youtube.com/watch?v=g7RwwkNzF68


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Foto: Pruitt-igoe, Saint Luise, 1955


79

Foto: Buheung House, seoul, 1956


80

Geografia dei quartieri slum, Seoul , 1976 Fonte: Kim guangjung, Seoul Urban Renewal History Research 서울시 주택개량 재개발 연혁연구, 1996 museo della storia ‘baksa’


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불량주택[bul ryang house] All’inizio degli anni ‘60, il governo lanciò un nuovo piano di riqualificazione urbana e considerò valida l’opzione di demolire il Pan ja gip per far spazio a nuovi condomini. Gli abitanti del Pan ja gip, Ahyun-Dong, Dondaemun e Sindan-Dong furono fatti sgomberare e spostati verso Sadang-Dong, Youngdungpo, Sungbuk-Dong, Jungghe-Dong, Sinlim-Dong36. Ad ogni famiglia fu concesso un terreno e il permesso di costruire nei limiti da 26m2 a 40m2. Nel 1962 il governo emanò la prima legge che regolamentava l’edilizia37: secondo questa legge l’edificio per avere carattere di residenza doveva poggiare su una superficie minima di 90m2. Di conseguenza i Pan ja gip divennero immediatamente illegali e presero il nome di ‘Bul ryang House’ che tradotto significa diffettoso/malfatto.

36. Kim Guangjung, Seoul twentieth century; Growth and change of the last 100 years, 2002, Seoul reserch. 37. legge n.984, prima di questa data non esisteva nessuna normativa in ambito edilizio.


82

Nel 1961 a Seoul esistevano 84440 Bul ryang House e nel 1970 divennero 1,8 milioni. Il Moon’s village, un quartiere dei Bul ryang House, è stato come il simbolo della cultura povera delle baraccopoli. All’inizio del 1980, il quartiere di Bul ryang House iniziò a sparire a causa della riqualificazione. Il governo propose agli abitanti di riqualificare il quartiere e in teoria gli abitanti poterono tornare nelle nuove case una volta terminati i lavori ma poi succedeva che gli venivano chiesti troppi soldi per rientrare e alla fine agli abitanti del quartiere rimase solo una scelta: andarsene. I residenti delle baraccopoli si trasferirono in posti più economici, in alcuni casi vissero in luoghi che non avevano neanche la forma di una casa: sottoterra, in serre di plastica e nei container. Per cui i poveri vissero nascosti dal pubblico e la loro comunità rimase isolata. La loro situazione peggiorò. Allora a questo punto ci si chiede chi beneficiò di queste riqualificazioni? Chi già abitava nel quartiere? Oppure magari chi desiderava trasferirvisi quartiere? Per chi solamente desiderava investire e speculare? Dal 1960 ad oggi il governo continua a sviluppare la città e preferisce costruire cose nuove, più strane, più alte e sempre più tecnologiche. Ovviamente questo fenomeno fece e fa ancora crescere la Corea. In cinquant’anni la Corea del Sud passò da paese bisognoso di aiuti economici a soggetto in grado di aiutare altri paesi in via sviluppo. Nonostante tutto, come afferma Zaha Hadid, la Corea sta per perdere la sua vera identità.

38. Moon’s village-Shantytowns, poor hillside village, Naver perdia

1973

1973


83

“Questa non è architettura. questo è terrorismo. E’ stato commesso un crimine nella nostra comunità”

-Arch.Seong H-sang

1973

1973


84


85


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Foto: Geumho-Dong prima della demolizione, 2006 Fonte: http://blog.daum.net/leggie/17187346


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Foto: Geumho-Dong durante la demolizione, 2007 Fonte: http://blog.daum.net/leggie/17187346


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91

Foto: Geumho-Dong dopo la costruzione dei grattacieli, 2010 Fonte: http://blog.daum.net/leggie/17187346


#3.Small[village] 3.1 _ glI ultimi moon’s village a seoul 3.2 _ insediamento spontaneo e obbligato 3.3 _ baeksa-maeul 3.4_ occupazione dello spazio pubblico


Capitolo 3. Small[village]


94

#3.1_ Gli ultimi Moon’s villages a Seoul Dopo tutto questo rapido sviluppo in Corea, a Seoul sono rimasti pochissimi Moon’s villages: Ghemi maeul di Hongje-Dong, Jangsu maeul di Samsun-Dong, Bamgol maeul di Sinlim-Dong e Baeksa maeul di Jungghe-Dong1. Questi Moon’s villages esistono ancora perchè sono stati conservati grazie al programma Greenbelt. Greenbelt è un termine che denomina una zona di restrizione di sviluppo, nato in Inghilterra nel 19502. In Corea del Sud arrivò vent’anni più tardi, per prevenire il sovraffollamento urbano, tutelare l’ambiente naturale, favorire la prevenzione all’inquinamento urbano e la protezione delle fonti d’acqua e la sicurezza nazionale. Vennero scelte 14 zone a Seoul per entrare nella Greenbelt. Baeksa maeul fu bloccato a causa di Greenbelt dal 1971 al 2008. Per questo motivo rimase indietro di quasi 45 anni. Baeksa maeul3 è il quartiere più grande e più conservato tra i Moon’s villages a Seoul. Per questo gli architetti e gli abitanti proposerò di conservarne una parte e l’altra di demolirla e ricostruirla4. Dal 2012 l’arch.Seoung H-sang viene chiamato come capo gruppo di progetto per la zona conservata. Questo metodo di riqualificazione, in entrambi i sistemi, è la prima volta che viene applicato in Corea perciò ha un significato molto importante.

1. a Seoul sono rimasti circa 20 quartieri di Moon’s village, shantytowns, poor hillside village, The academy of Korean studies 2. Greenbelt-development restriction area, doopedia 3. maeul è un termine significa il quartiere in coreano 4. La riqualificazione di Baeksa maeul, verrà conservata, quotidiano coreano ‘architettura e economia’, 5 settembre 2011.


95

Baeksa maeul, Jungghe-dong 188,900m2 1200 case

Ghemi maeul, Hongje-dong 10,500m2 210 case

Bamgol Maeul, Sangdo-Dong 11,641m2 260case

Jangsu Maeul, Samsun-Dong 18,414m2 300 case

Geografia dei quartieri slum , Seoul , 1976 Fonte: museo della storia ‘baeksa’


96

Pre-vista della riqualificazione di Baeksa maeul


97

Pre-vista del nuovo progetto della riqualificazione di Baeksa maeul


98

Feng shui, Lee Hoshin, 2012


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#3.2_ Insediamento spontaneo e obbligato

Baeksa maeul è situato sulla collina e ha la forma che ricorda la linea della montagna Bul-am5. In generale prima di costruire una casa è necessario un intervento sul terreno però gli abitanti del Baeksa-maeul non potevano perché sono stati trasferiti dal governo e quindi non hanno potuto scegliere dove andare ad abitare e il governo dava solo un tot di metriquadri alle famiglie e un pò di materiale per costruire, come metodo di site and service. Perciò il risultato delle case di Baeksa-maeul è di avere una forma che può definirsi spontanea. La città spontanea è un insediamento umano, che si modifica nel tempo senza seguire uno schema preordinato, la cui crescita avviene grazie alle esigenze spontanee della società, quali per esempio necessità commerciali, difensive e di collegamenti tra diversi territori. Nel corso dei secoli, una città spontanea può trasformarsi in una città progettata sotto la spinta di una determinata società, così come si possono avere città progettate che al contrario si trasformano in città spontanee. Riguardo il carattere di spontaneità la posizione di insediamento con un punto di vista orientale, secondo le idee feng shui6, mantiene a nord la montagna e a sud il fiume per garantire la sicurezza dall’esterno, il sole per la coltivazione e la protezione dal vento. Però agli immigranti non era permesso scegliere il posto migliore per cui di solito i quartieri sono posizionati al contrario rispetto al feng shui. Detto ciò per quanto riguarda Baeksa-maeul all’inizio ha deciso il governo ma lo sviluppo delle case, le strade e degli altri elementi sono state realizzate dagli abitanti. Per cui Baeksa-maeul si può definire come un insediamento misto tra spontaneo e obbligato.

5. Bul-am è una montagna situata a Nowon-Gu, a nord-est di Seoul. Ha altezza 508m. (Navercast) 6. Il feng shui (风水, pron. fen sciuei) è un’antica arte geomantica taoista dell’Asia est, ausiliaria dell’architettura, affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione anche aspetti della psiche e dell’astrologia. Non esiste alcuna prova scientifica della fondatezza delle sue ipotesi, wikipedia


100

Nord

Sud

insediamento spontaneo secondo le idee feng shui


101

Nord

Sud

insediamento obbligato secondo le idee feng shui


102

#3.3_ Baeksa-maeul Il baeksa maeul si trova a 30-3 Jungghe bon Dong, Nowon Gu, Seoul. Il termine Baeksa deriva dal fatto che prima del 2008 il suo indirizzo era a 104 Jungghe Dong, Nowon Gu e il numero 104 si pronuncia in coreano ‘Baeksa’. Fino al 1960 era un villaggio rurale e solo successivamente iniziarono a trasferirvisi i migranti da altre baraccopoli e la sua popolazione è cresciuta velocemente. Nel 1969 si contavano circa 7000 abitanti7. Mentre aumentava la popolazione di Baeksa-maeul anche il territorio cresceva pian piano verso sud che secondo l’insediamento spontaneo riguarda la zona a ridosso della montagna. Dagli anni ‘80 iniziarono a riqualificare la zona di Jungghe-Dong tranne Baeksa-maeul e oggi nel 2014 nelle immagini via satellite si nota immediatamente la differenza tra i quartieri riqualificati e Baeksa-maeul. Pian piano alcuni abitanti di Baeksa-maeul migrano a causa delle pessime condizioni di vita. La qualità di vita attuale è decisamente molto bassa: i mezzi pubblici arrivano solo fino all’ingresso del quartiere, i servizi sanitari e altri servizi di prima necessità come ospedali, supermercati e attività commerciali sono situati lontano dal quartiere. Nel 2014 secondo il comune di Nowon abitano circa 3500 persone a Baeksa maeul. Se si confronta questo dato con quello del 1969 si può notare come ad oggi il loro numero si sia dimezzato. Questo fenomeno si accelera dal 2008, anno in cui il governo decide di riqualificare il quartiere dopo 45 anni di blocco a causa del Greenbelt. Nel 2012 viene deciso di conservare una parte del quartiere, la zona più antica, quando già un terzo degli abitanti si era trasferito. Oggi l’età media della popolazione del quartiere va dai 60 ai 80 anni8.

7. Quotidiano coreano, Donga-ilbo, 24 settembre 1969 8. Documentario coreano ‘three days’, ultimo moon’s village di Seoul, Baeksa-maeul, 30 gennaio 2011, https://www.youtube.com/watch?v=43oYIJcyYec


103

Jungghe-Dong

9)Baeksa-maeul (Google map)


104

평면 tipologie Le case di Baeksa erano grandi dai 20 ai 40 mq e quasi il 40% delle abitazioni non superavano i 40mq. Questo era il valore massimo fissato dal governo. Si possono distinguere quattro tipologie di case Baeksa: tipo ㅡ, tipo ㄱ, tipo ㄷ e tipo ㅁ9. Queste richiamano la forma delle case tradizionali coreane, Hanok10. Ogni Hanok si compone di moduli chiamati moduli di Kan. Kan è un termine che indica il modulo: quattro pilastri creano uno spazio quadrato e questo viene chiamato Kan. Un Kan normalmente ha dimensioni che vanno da un minimo di 3,24 mq (che corrispondono a 1 Pyeong, unità di misura delle dimensioni delle camere e degli edifici in Corea) fino ad un massimo di 9mq. Per ottenere le tipologie sopra indicate basterà perciò aggiungere tanti moduli fino ad ottenere la forma desiderata. Anche se osservati dall’esterno i Baeksa maeul non richiamano gli Hanok, dalle planimetrie è emerso invece che sono stati costruiti seguendo gli stessi schemi modulari.

1,8m/2,2m/3m

Kan 1,8m/2,2m/3m

tipo ㅡ

tipo ㄱ

tipo ㄷ

tipo ㅁ

Le piante delle case di Baeksa maeul Fonte :The study on architectural characteristics of Baeksa village in Seoul, Jang Yong hye, Marzo 2012


105

확장 espansione Col tempo gli abitanti sentirono l’esigenza di espandersi e allargare il loro territorio, stando attenti sempre a non infrangere le rigide regole imposte dal Greenbelt. La comunità si organizzò internamente e in modo autonomo ricorrendo ad uno stratagemma: il madang11. Il madang è un cortile che in questo caso veniva poi chiuso e utilizzato per aumentare la superficie delle abitazioni. Spesso il madang veniva anche usato come magazzino, garage, per cui sempre più frequentemente questo spazio e la strada si riempivano di oggetti di uso quotidiano come vasi, biciclette, divani, carboni per il riscaldamento e la macchina.

Madang (cortile) Casa Pilastri Accessi

9. Le tipologie di Hanok vengono indicate con le lettere dell’alfabeto coreano. 10. Hanok (한옥) è il tradizionale stile architettonico coreano che viene trasmesso per molti anni senza cambiare la struttura di base dal tempo dei Tre Regni (57 aC - 668 dC) della dinastia Joseon (1391-1910). Vivere in una casa Hanok significa scegliere uno stile di vita, sedere sul pavimento invece che su di una sedia o ldi un letto. Bisogna rimuovere le scarpe e sedersi o sdraiarsi sul pavimento ben riscaldato. Le camere non erano il massimo ma si può cambiare la funzione della stanza costantemente attraverso sedi mobili., korea.net 11. Madang è un termine che significa il ‘Cortile’ in coreano.


106

Fotomontaggio della casa espansa


107

Fotomontaggio della casa espansa


108

‘Self-Tetto’ con il pannello di legno

Sala da pranzo


109

Ripostiglio

Fotomontaggio della trasformazione del Madang


110

Gli oggetti

le sedie, i materiali scarsi, le scatole, carboni per il riscaldamento, immondizia

Gli oggetti

i vasi delle piante, le scatole, carboni per il riscaldamento, immondizia

Gli oggetti

carboni per il riscaldamento, immondizia


111

Strada pricipale

Zona pubblica, crea una comunitĂ Larghezza 4-6m Abitazioni e attivitĂ commerciali

Strada secondaria Zona semi pubblica Larghezza 2-4m Abitazioni

Strada terziaria Zona semi-privata Larghezza 1-2m Abitazioni

Planimetria delle strade con le sue funzioni


112


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Foto: Gli oggetti sulla strada di Baeksa maeul, Fonte: blog.naver.com/hwan21562/204625577


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Foto: Gli oggetti sulla strada di Baeksa maeul, Fonte: blog.naver.com/hwan21562/204625577


115

Foto: Gli oggetti sulla strada di Baeksa maeul, Fonte: blog.naver.com/hwan21562/204625577


116

#3.4_ Occupazione dello spazio pubblico Agli abitanti ancora mancano gli spazi e quindi vanno ad occupare lo spazio pubblico, la strada. Non vuol dire solo lasciare l’immondizia, i vasi, i vestiti ad asciugare e i carboni per il riscaldamento sulla strada ma costruire uno spazio di fondamentale rilevanza per le relazioni sociali. Ad esempio mettendo una sedia sulla strada le persone possono fermarsi per riposare (le strade del quartiere sono molto inclinate), i vasi delle piante che sono lasciate sulla strada diventano come un piccolo orto, mettendo un sofá e una piccola tavola si crea un piccolo ristoro dove si può chiacchierare. Oppure mettono una sutoia e ognuno porta da mangiare così la strada diventa il loro ristorante. Tutto questi usi non disturbano il panorama del quartiere anzi si adattano come parte del panorama. A questo punto l’identità della strada non è più come riferisce il dizionario13, consiste piuttosto nel suo aspetto continuamente mutevole. Se assumesse una forma definitiva perderebbe il suo carattere vitale, cristallizzando ogni dinamica sociale e culturale. La strada non è solo un luogo di passaggio, è un elemento di connessione; la strada è evidentemente qualcosa di più importante, dove si radica maggiormente l’esperienza della vita collettiva e dove pubblico e privato si intersecano, dando vita a luoghi dal carattere prevalentamente ibrido.

“Le soluzioni che la storia ci ha tramandato nel campo del disegno degli spazi pubblici aperti sono tanto ricche ed articolate da rppresentare una parte fondamentale della tradizione delle nostre discipline. Eppure la crisi di significato dello spazio aperto ha investito in pieno l’architettura proprio da questo punto di vista rendendola incerta e soggerriva” -V.Gregotti, Gli spazi aperti urbani: fenomenologia di un problema progettuale, in ‘casabella’ n.597-598 1993

13. Strada, ‹strà·da› s.f. Area di uso pubblico destinata al passaggio e al transito di persone e veicoli, Passaggio, http://www.wordreference.com/definizione/strada


117


118

Foto: Picnic sulla strada di Baeksa maeul, Fonte: blog/daum/net/sung9805-761/04


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Foto: Mini orto sulla strada di Baeksa maeul, Fonte: blog/daum/net/_blog/BlogTypeView


120

입면 prospetto Prospetto AA’ con gli oggetti che hanno occupato lo spazio pubblico. A

Scala 1:200

“C’è ancora un mondo in cui le strade non sono anonimi nastri d’asfalto su cui scorrono uomini, macchine e rifiuti. Ma quotidiani teatri di vita” -Bernard Rudofsky

A’ Keyplan


121

Poltrona

Pianti

Manico di scopa

Mini Bus

Vestiti stesi

Scatole

Vaso per le salse

Vasi dei pianti

Pianti

Bomboletta Materiali scarsi

Carbone per riscaldamento

Ariacondizionata e Carbone per riscaldamento

Vestiti stesi

Scatole

Pianti

Vaso per le salse

Vestiti stesi

Carretto

Vasi

A’

immondizia

Carbone per riscaldamento

Pianti

Macchina

Carbone per riscaldamento

Carbone per riscaldamento e immondizia

Carbone per riscaldamento

Flower shop

Prospetto A-A’ Scala 1:200


#4.Small[architecture] 4.1 _ consistenza del contesto urbano 4.2_ azioni progettuali per la riattivazione 4.3_ Self-help book


Capitolo 4. Small[architecture]


124

#4.1_Consistenza del contesto urbano

Casa

Attività commerciale

Strada

Zona verde

Partendo dai dati relativi all’esistenza urbana la ricerca si è concentrata sul fenomeno che ha portato il quartiere a divenire una zona degradata e senza possibilità di crescita. Oggi nel quartiere di Baeksa-maeul il 30% delle case sono state abbandonate1 e ci sono pochi servizi: 21 attivià commerciali (supermercati, parrucchieri, fiorai, ferramenta..), pochi servizi pubblici (l’ospedale e la farmacia sono situati solo vicino all’accesso) e pochi spazi pubblici (per questo motivo gli abitanti occupano la strada). Jungsuk Woo è un’abitante del quartiere e dice: - adesso nel quartiere ci sono troppe case abbandonate e mi preoccupo un pò per il livello di sicurezza perciò poco fa ho preso con me un cane -2. Il quartiere ha bisogno di un sistema per migliorare la propria situazione. Ora a Baeksa-maeul è stato deciso di conservare una zona di 42,733mq contro i 188,900mq totali e per conservarla al meglio mantenendo la sua identità forse c’è bisogno di un intervento da parte del comune e dei progettisti.

Servizi pubblici

Spazi pubblici

1. Le case abbandonate sono state comprate dal comune e trasformate in terreni pubblici, Comune di Jungghe-Dong 2. Intervista agli abitanti, the study on architectural characteristics of Baeksa village in Seoul, Jang Yong hye, 7 aprile 2012


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Foto: Le case di Baeksa maeul, Fonte: blog.naver.com/dondogi/100045594322

Foto: AttivitĂ commerciale di Baeksa maeul, Fonte: blog/daum/net/sung9805-761/14


126

42,773m2 Spazio urbano edificato Spazio verde Strada principale Strada secondaria Percorso trasporto publico Zona preservata (mq)


127

Parcheggio

Mappa di Baeksa-maeul Scala 1:2000


128

Edifici commerciali Distribuzione carbone Tempio buddista Ospedale Fermata del pullman


129

Mappa di Baeksa-maeul Scala 1:2000


130

Area di progetto Percorsi di accesso Distanza (metri) Tempo per arrivare a piedi (minuti) Tempo per arrivare in bici (minuti)


131

282m

307m

5min

5min

2min

2min

Junggye-ro 2-gil

225m 4min 1min

Junggye-ro 2na-g

il

Junggye-ro 2-gil

900mq

Spazio pubblico uso attuale: parcheggio

Junggye-ro 2da-g

il

160m 3min 1min Planimetria in scala 1:2000


132

#4.2_ Azioni progettuali per la riattivazione Gli spazi dei terreni pubblici (le case abbandonate, i parcheggi..) verranno riutilizzati in base alle esigenze del quartiere inserendo nuovi e diversificati servizi per la collettività e in vista dell’ampliamento della zona universitaria. Così le nuove case a basso costo potranno essere affittate sia da studenti universitari che da associazioni e giovani imprenditori. Questa soluzione potrebbe aiutare ad abbassare l’età media della popolazione e a cambia re l’aspetto del quartiere.

nuovi utenti studenti universitari

abitanti del quartiere associazioni no profit

giovani imprenditori


133

Korean bible University

1.

7k

m

km

1.1

1.6

km

Jungghe-Dong

Seoul national University of science and technology Seoul women’s University Posizione geografica delle università rispetto al quartiere Baeksa-maeul


134

Innesco delle trasformazioni urbane 1

Riqualificare il quartiere dal degrado e dall’inutilizzo -l’uso attuale come parcheggio occupa solo il 20% del terreno3

2

Incrementare la rete di servizi culturali e associativi per lo sviluppo di reti lavorative innovative

3

Creare una micro-rete di spazi pubblici aumentando la qualitĂ di vita del quartiere

3.http://stat.seoul.go.kr


135

Vantaggi 1

Per il comune: -riaprire il proprio spazio mettendolo al riparo dal degrado -ammortizzare i costi grazie al contributo degli affitti

2

Per il comunità : -godere di un’area rivitalizzata -miglioramento della qualità di vita nel quartiere -maggior sicurezza

3

Per i nuovi utenti: -sperimentare nuovi usi e progetti con piccoli investimenti -pagare un affitto ridotto -vicinanza alla zona universitaria


136

Interventi 1

Reinsediamento -riconquista degli spazi

2

Jung-ja -aggiungere elementi che migliorino lo spazio pubblico

3

Accessibilità migliorare l’accessibilità del quartiere per renderlo più raggiungibile


137

tipo ㅡ

tipo ㄱ

tipo ㄷ

tipo ㅁ

La forma delle tipologie di Hanok

Il nome dell’intervento deriva da un termine dell’architettura tradizionale coreana; Jung-ja è più conosciuto con il nome di padiglione cinese. Si costruisce con semplici pilastri di legno e viene coperto con i coppi tradizionali ma rimane privo di pareti circostanti. Sostanzialmente è costruito per creare spazi d’ombra e un posto per riposare. Si trovano spesso all’interno di templi, sulle colline davanti a un bel panorama o al parco. Il progetto Jung-ja ha una sua forma semplice quadrata con i 4 pilastri in legno e si può applicare in diversi modi prendendo spunto dalla forma degli Hanok: tipo ㅡ, tipo ㄱ, tipo ㄷ e tipo ㅁ.


138

Self-help manual book

manuale

materiale

Struttura

volontari


139

#4.3_ Self-help book Self-help è un’espressione inglese che letteralmente significa auto-aiuto e, da vari decenni soprattutto negli USA, fa riferimento a un’emergente ma diffuso movimento culturale e di mercato basato su libri, video e conferenze indirizzate a chi desidera risolvere i propri problemi, concretizzare i propri desideri, e “realizzare sé stessi”, sia in circostanze specifiche sia nella vita in generale. Il movimento del self-help anche storicamente ruota intorno al concetto espresso dal proverbio “aiutati che il ciel t’aiuta” ma parte dal presupposto che per aiutare se stessi efficacemente è valida e utile l’esperienza di studiare e mettere in pratica tecniche, idee e metodi provati con risultati concreti da altri che hanno già ottenuto l’efficacia desiderata. Il progetto di Self-help book aiuterà gli abitanti e i futuri nouvi protagonisti del quartiere a definire le loro idee in modo autonomo e personalizzato. Il comune di Baeksa-maeul aiuterà con questo manuale i volontari a realizzarle. L’idea principale è iniziare a gestire lo spazio pubblico inutilizzato, consentendo di mantenere l’attuale uso che ne viene fatto (parcheggio) e pian piano cominciare ad organizzarlo come si vuole. Nel book si spiegherà come poter costruire l’intervento e utilizzarlo partendo da degli esempi presi dal quotidiano: una zona di riposo, parcheggio del pullman della doccia, orti urbani, cinema. Così si formerà una micro-rete di spazi pubblici e aumenterà la qualità di vita del quartiere. Questo fenomeno risulta più facilmente adattabile alla vita degli abitanti piuttosto che costruire un nuovo grattacielo o una nuova piazza da zero.


140

준비물 preparazione

struttura ferro

cemento X4

X 24 Dim 30mm

Bulloni

X3

Pannello 100cmx117cm

Pannello 100cmx210cm

X4

Legno 6cmx10cm

X4

X8

80cm

172cm

180cm X4

60cm

X4

115cm

150cm

165cm

286cm

Fondamenta

X3

X4

Legno 3cmx10cm

X2

X2

Legno 3cmx8cm


141

volontari

Scarpe da cantiere

Guanti

Metro

Viti e chiodi

Mascherina

Martello

Elmetto

Avvitatore


142

intervento caso A -Jung-ja tetto

300

300

300

300

300

596

300

300

prospetto scala 1:100

Jung-ja

330

330

330

330

pianta scala 1:100

assonometria fuori scala

Inserendo una panchina tradizionale coreana, gli abitanti, le associazioni e i giovani imprenditori potranno qui riposare oppure discutere.


143

Vista dell’intervento caso A


144

intervento caso B -Pullman per la doccia

struttura

300

zona d’attesa

300

596

300

330

330

pianta scala 1:100

assonometria fuori scala

prospetto scala 1:100

Attualmente nel quartiere esiste un servizio speciale di igiene: una volta alla settimana un pullman con al suo interno una doccia porta l’acqua a chi non possiede in casa i servizi igienici. Dei volontari aiutano chi non è più autosufficiente. Il pullman di solito parcheggia sulla strada. Con l’intervento si può avere uno spazio riparato dove parcheggiare e gli utenti possono attendere in una zona riservata.


145

Vista dell’intervento caso B


146

intervento caso C -Orto urbano 300

barra vasi 300

300

300

596

300

prospetto scala 1:100

330

330

330

pianta scala 1:100

assonometria fuori scala

Nel prospetto (allegato nel capitolo 3) si può notare facilmente come gli elementi che piÚ occupano la strada sono i vasi delle piante. Costruendo la struttura senza aggiungere il tetto e inserendo delle barre orizzontali gli abitanti possono creare il loro orto urbano.


147

Vista dell’intervento caso C


148

intervento caso D -Cinema

tetto 300

pannello bianco

300

300

300

300

300

596

300

proiettore

prospetto scala 1:100

sedie

330

330

330

330

pianta scala 1:100

assonometria fuori scala

L’intervento può trasformarsi in un cinema all’aperto. In giornata si può usare come Jung-ja (caso A) e poi alla sera aggiungendo delle sedie si può utilizzare per proiezioni cinematografiche.


149

Vista dell’intervento caso D


150

intervento caso E -Area gioco tetto

barra

300

300

330

pianta scala 1:100

prospetto scala 1:100

solaio

assonometria fuori scala

Dopo l’intervento la popolazione del quartiere Baeksa-maeul potrebbe diventare più eterogenea dal punto di vista generazionale perciò la struttura si può trasformare in un’area gioco per i bambini.


151

Vista dell’intervento caso E


152


153

Planimetria copertura dell’area d’intervento attuale scala 1:500


154

Intervento Linea guida A Riferimento linea guida A Linea guida B Riferimento linea guida B


155

Planimetria copertura dell’area d’intervento scala 1:500


156

Simulazione del progetto 2016


157

Nuovo percorso di trasporto pubblico Fermata del pullman

Spazio pubblico

Allogio affitato


158

Simulazione del progetto 2020


159

Nuovo percorso di trasporto pubblico Percorso di trasporto pubblico Fermata del pullman

Spazio pubblico Allogio affitato


160

Simulazione del progetto 2030


161

Nuovo percorso di trasporto pubblico Percorso di trasporto pubblico Fermata del pullman

Spazio pubblico Allogio affitato


162


163

“La promessa è che ancora e ancora, dall’immondizia, le penne sparse, le ceneri e i corpi spezzati, qualcosa di nuovo e di bello potrà nascere” -John Berger


Bibliografia libri Benjamin Walter, Immagini di città, Einaudi, Torino, 2007 Bernard Rudofsky, Strade per la gente.Architecttura e ambiente umano, Editori leterza, Bari, 1981 Colin Rowe, College city Ram Koolhaas, Singapore Songlines: Ritratto di una metropoli potemkin...o trent’anni di tabula rasa, Quodlibet, 1995 Ram Koolhaas, Generic city, Quodlibet, Macerata, 2006 Robert Venturi, Denise Scott Brown e Steven Izenour, Learning form Las vegas, Cambridge(Mass), 1972 S-Hyo Sang, 빈자의 미학, 미건사, 2002 Kevin Lynch, L’immagine della città, 2006 Marcos L.Rosa, Handmade urbanism, Berlin, 2013 Marcello Balbo, Povera grande città, L’urbanizzazione nel terzo mondo, Milano, Franco Angeli, 1992 Mike Davis, Planet of slums, New york, Verso, 2006; ed.it, Il pianeta degli slum, Milano, Feltrinelli, 2006 Yona Friedman, L’architettura di sopravvienza. Una filosofia della povertà, Bollati Boringhieri, Torino, 2009 Fulvio Irace, Made in slums:Mathare//Nairobi, Feltrinelli, Triennale design museum, Milano, 2013 Guangjung Kim, Seoul urban renewal history researchums서울시 주택개량 재개발 연혁연구, 1993

articoli su riviste Rahul Meghotra, Re-thinking the informal city, in ‘Area’, #128 Marco Casamonti, informal community, in ‘Area’, #128 Alfredo Brillembourg & Hubert Klumpner, Gran Horizonte: Taking a Walk in the Urban Planet, in ‘Area’, #128 Alfredo Brillembourg & Hubert Klumpner, Torre david, in ‘Domus’, feb 2013 , Think global, build social, in ‘Arch+’, #211/212 Victoria Beltrano, informal publics, in ‘Canadian architects’, #54, mar 2009 P.W. Aniels, Urban challenges: the formal and informal economis in mega-cities, in ‘Cities’, #6, 2004


Bibliografia

siti web http://www.theguardian.com/global-development/2012/apr/10/slum-citiessouth-asia-planning http://www.nsl.ethz.ch/index.php/it/content/view/full/2582 http://www.opendemocracy.net/opensecurity/camillo-boano/architecture-must-be-defended-informality-and-agency-of-space http://www.spatialagency.net/ http://esa.un.org/unpd/wpp/index.htm http://www.designboom.com/architecture/city-of-darkness-revisited-greg-girard-ian-lambot-hong-kong-03-31-2014/ http://www.ddp.or.kr/CM010005/getDetailInitPage.do www.english.seoul.co.kr http://www.iroje.com/ www.ngii.go.kr www.nowon.k www.naver.com www.nwcc.or.kr http://kostat.go.kr http://stat.seoul.go.kr

video https://vimeo.com/43952360 https://vimeo.com/43113613 https://www.youtube.com/watch?v=43oYIJcyYec https://www.youtube.com/watch?v=C1PCIvgzZoI https://www.youtube.com/watch?v=oGD67OpOeto https://www.youtube.com/watch?v=f8l8Js46DsU https://www.youtube.com/watch?v=HLGYq7ThTXE https://www.youtube.com/watch?v=9hBSo2ANqw4


“Ringrazio Professor Camassso, per la sua grande disponibilità. Senza il suo supporto e il suo consiglio questa tesi non esisterebbe. Ringrazio ai miei carrissimi amici sia lontani sia vicini che mi hanno incoraggiato. Ringrazio Laura, è la mia sorella spagnola e Valentina, è la mia sorellina italana. Ringrazio Ilenia, per la sua precisione della correzione per mio orribile italiano. Ringrazio Patrick e Sara, 6anni fa senza di conoscere voi non avrei imparato l’italiano e la vita italiana. Ringrazio Luca Macrì, prima in veste di professore in Corea. Non avrei mai pensato di avere possibilità di essere/vivere/studiare/lavorare qua in Italia. Ringrazio la mia famglia, soprattutto il mio nipotino Goni per il suo sorriso ho potuto andare avanti. Ringrazio la mia famiglia italiana, Erica. E grazie al mio Andrea, sei il mio tutto. grazie tante” -Luglio 2014


Ringraziamenti

“감사합니다. Camasso 교수님, 교수님의 지지와 지도가 없었다 면 이 논문은 존재하지도 않았을 거에요. 고마워. 내 친구들. 멀리서도 가까이서도 힘이 되어줘서. 고마워 내 스파뇰라 언니 Laura, 이탈리아나 여동생 Valentina. 고마워 Ilenia. 나의 이 끔찍한 이탈리아노를 너의 그 특유의 참 을성과 꼼꼼함으로 교정봐줘서. 고마워 Patrck, Sara. 6년전 너희들을 만나지 않았다면 이탈리 아어는 물론 이탈리안 라이프에 대해서도 배우지 못했을꺼야. 감사합니다. Luca Macri 당신이 한국에 교수로 오기전까진 내 가 여기 이탈리아에 와서 지낼거라곤 상상도 못했어요. 감사합니다. 나의 또하나의 가족, Erica. 감사합니다. 멀리서도 항상 힘이되어주는 나의 사랑하는 가족 들, 너무나도 보고싶은 사랑하는 나의 조카 건희, 가끔하는 영상 통화마다 너의 환하게 이쁘게 웃는 모습보고 힘냈어. 그리고 나의 전부인 사랑하는 안드레아, 너무 고마워.” -Luglio 2014


Candidata: Sangeun LEE Relatore: Prof. Massimo CAMASSO


Tesi di laurea magistrale in FacoltĂ di Architettura Politecnico di Torino



A.A. 2013/2014 Politecnico di Torino FacoltĂ di Architettura Laurea magistrale in Architettura per il progetto sostenibile


Tesi di laurea magistrale in FacoltĂ di Architettura Politecnico di Torino


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