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n° 23 stampato in proprio news
Valutazione d’Impatto Ambientale. Si tratterebbe di fatto di un’ampliamento, con aumento di criticità ambientale e paesaggistica, di un’attività al alto rischio, già rilasciata a ridosso dell’area umida protetta del lago di porta. Dopo quanto Arpat ha rilevato, riguardo la non conformità di alcuni rifiuti conferiti in discarica e la contaminazione di alcuni pozzi da triclorometano, torniamo a chiedere controlli sulle acque superficiali e sui sedimenti dei corsi d’acqua che alimentano l’oasi naturale del lago di Porta. A fronte della evidente particolarità e pregio del sito, dei potenziali rischi per l’ambiente e le persone, che sempre di più emergono, sarebbe opportuno chiudere definitivamente la discarica di ex cava Fornace. 10 Maggio 2014 19 Maggio 2014
Proteggiamo l’acqua La commissione consigliare sulla discarica di ex cava Fornace, si è espressa all’unanimità dei presenti (Lenzetti P, Cella A, Quiriconi F, Petracci E, Vietina D e Vietina B segretaria) contrariamente alla proposta, della ditta Programma Ambiente Apuane, di realizzare un’impianto di trattamento del percolato prodotto dalla discarica, impianto che prevedeva poi di sversare i reflui nelle acque superficiali della Fossa Fiorentina. Mancava L’assessore all’ambiente Gabrielli poco attento a questi temi e l’assessore al bilancio Gianfranceschi oltre al consigliere Coli che più che di minoranza è di non presenza cronica. Si è riconosciuto, che tale opera risulti fortemente impattante e pericolosa per le aree umide protette circostanti, oltre che per la falda superficiale e profonda, acque che alimentano gli acquedotti locali. Si è discusso anche sulla possibilità, sempre avanzata dai gestori dell’impianto, di immettere il percolato diretta-mente in fognatura. Durante la discussione è emerso che i notevoli costi di realizzazione di quel tratto di fognatura ricadranno sui cittadini con aumenti della bolletta sul bene primario acqua.
É emersa anche una grossa criticità tecnica, relativa alla portata del nostro sistema di fognatura e depurazione generale che non può permettersi ulteriori grosse immissioni. Su queste acque, da considerarsi scarico industriale, rimane poi il nostro forte dubbio di compatibilità con uno scarico civile. Le competenti Provincia di Massa-Carrara e Lucca dovrebbero a nostro parere bloccare questo assurdo progetto e comunque sottoporlo a
Segnalate all’autorità Nei giorni scorsi, il consigliere comunale del M5S di Montignoso ed alcuni attivisti hanno presentato; alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Massa,al Corpo Forestale dello Stato e ad Arpat, una segnalazione sulle presunte discariche abusive presenti nel comune di Montignoso. Già ad inizio aprile, durante l’iniziativa
Mappa delle discariche
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AmbienTiamo, tenutasi a Massa al teatro Gugliemi, era stato presentato il lavoro svolto e la mappa interattiva dei siti individuati, con foto eloquenti della situazione in atto e una sommaria descrizione di quanto presente o visibile. L’aver scoperto presunti depositi “ambigui”, accessibili a chiunque in quanto non presenti recinti o cancelli, ci allarma sullo stato di salute del nostro territorio e sulle conseguenze per la salute pubblica. Ci aspettiamo che vengano fatti controlli e verifiche immediate su quanto segnalato per scongiurare danni o pericoli, visto anche che molti di questi siti si trovano in prossimità di corsi d’acqua. Oltre alla discarica di via Piedimonte (ex deposito della ditta Aldovardi e Del Freo) già segnalata e per la quale ci risulta siano in corso accertamenti, sono stati segnalati altri luoghi, alcuni privati ed alcuni pubblici. Da Vietina, nei pressi dell’ex segheria e lungo la strada, alle Capanne a ridosso del Pannosa, alla Renella nella prossimità dell’area protetta del lago di Porta, al Cinquale la cittadella dello sport e un terreno limitrofo, quello che si voleva destinare ad orti urbani, Montignoso ha la sua piccola terra dei fuochi. La politica deve intervenire, individuare le zone, mapparle, inserirle nel nuovo strumento urbanistico e magari prevedere un piano credibile di bonifica.
n° 23 stampato in proprio news
9 Maggio 2014
Nuovo impianto e aumento criticità Preoccupati da sempre di quanto la discarica di Cava Fornace impatti sul territorio e sulla salute dei cittadini, l’apprendere di un progetto per la depurazione del percolato prodotto in discarica, ancora di più rafforza i nostri timori. Fin dall’inizio abbiamo richiesto la chiusura dell’impianto, considerando le caratteristiche geomorfologiche e antropiche dell’area interessata. Le nostre senatrici hanno presentato nei mesi scorsi un’interpellanza al Ministro dell’Ambiente per verificare il rispetto della legge sulle discariche al momento dell’individuazione del sito e del rilascio delle concessione alla discarica. Dei mesi scorsi sono le denuncia di Arpat sui rifiuti non caratterizzati conferiti in discarica e sulle analisi dei piezometri che rilevano cloroformio. Da anni chiediamo l’analisi delle acque superficiale a valle del sito e dei sedimenti presenti, ma nessuno ha ritenuto ancora opportuno procedere, neanche dopo quanto appurato da Arpat all’interno della discarica. Se si continuerà con questo immobilismo, a nostre spese, provvederemo ad incaricare un laboratorio indipendente per fare le analisi necessarie.
Prendiamo atto che finalmente anche Lega Ambiente trovi quantomeno inopportuno realizzare un impianto di depurazione del percolato della discarica per poi sversare le acque nel Lago, che riscoprono come bene da tutelare. Se anche Anpil prendesse una posizione coerente con le sue funzioni, forse si riuscirebbe a stoppare questo ulteriore progetto scellerato. Per le esperienze del passato che hanno lasciato cicatrici enormi sul nostro territorio, sappiamo che la politica montignosina e l’istituzione Provincia, che ha diretta competenza sul rilascio dell’auto-rizzazione all’impianto, asseconderanno i desideri del gestori, a danno dell’am-biente e della salute. 2 Maggio 2014
Il Tempio Il nostro intervento sul tema forno crematorio nel consiglio comunale del 30 aprile. Riteniamo il referendum strumento primario di partecipazione diretta. Quello consultivo è a nostro avviso comunque limitativo della volontà popo-lare soprattutto nel caso specifico, in quando l’opera pur non presente nel programma del centrosinistra del 2011 ne nelle linee programmatiche della giunta Buffoni, è già stata inserita dal-l’amministrazione tra le opere triennali approvate. Nel merito, il quesito così co-me formulato
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è a nostro avviso poco puntuale, superficiale e forviante. Nelle opere triennali si fa riferimento alla realizzazione dell’impianto all’interno del cimitero di San Vito, al centro del paese, in una delle frazioni più densamente abitate. L’investimento iniziale era previsto in euro 1.200.000 comprensivo sia delle opere edili che dell’impianto di cremazione. Riteniamo che il luogo dove il comune intenda porre il forno debba essere oggetto chiaro del testo da sottoporre ai cittadini, come del resto la tipologia di impianto e i suoi sistemi di depurazione dei fumi, visto che tali impianti risultano classificati insalubri di prima classe. Ci sembra che in tutta la Toscana, nonostante il Pit dica che gli impianti esistenti siano decisamente sufficienti, sia partita la corsa a chi realizza prima il suo bel forno crematorio. In zona, anche Carrara con Zubbani s i sta preparando ad avere un impianto di cremazione e pare che l’iter sia già ben avviato, tanto che è stato oggetto di discussione nell’ultima commissione comunale sulla sanità. A Massa esiste già il forno, provvisoriamente fermo per manutenzione e con la nota criticità della mancanza di celle frigorifere. Sinceramente crediamo che quanto detto dalla Gabrielli, sulle carenze dell’impianto di Mirteto, sia strumen-tale alla voglia del suo compare Buffoni di realizzare un tempio della crema-zione a Montignoso. Anche la Martina Nardi ,da vicesindaco di Massa, da noi interpellata nel 2012 al fine di perfezionare la convezione per l’uso dell’impianto di Mirteto anche ai cittadini di Montignoso, nonostante le rassicurazioni date al tempo, non ha mosso un dito. Nonostante l’evidente l’empatia politica tra le amministrazioni di Massa, Montignoso e Carrara, stranamente o volutamente, non si riesce a trovare una quadra per avere un’unico impianto efficiente a servizio dei Comuni di Costa. È davvero un’esigenza dei territori o un business che premia qualcuno o i soliti noti? Siamo sempre più affascinati dai project financing vicini alle amministrazioni toscane, vedi gli ospedali unici nati come funghi, voluti dall’alto, e adesso corredati di esposti ed inchieste.
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La gestione, di questi progetti finanziati, rimane in mano ai privati tutelando gli interessi dei gestori e non le reali esigenze dei cittadini. Ci sembra davvero surreale quanto affermato da Lorenzetti in merito alla fila di persone ricevute dal Sindaco che manifestano il bisogno di una struttura crematoria. A Montignoso abbiamo famiglie vive, con figli vivi e bisogni immediati, tipo casa lavoro e cibo. Esistono priorità che un amministratore serio e vero valuta come essenziali. Gesto di civiltà è dare una casa a chi dorme in macchina, cibo a chi elemosina per mangiare e lavoro per ridare dignità alla vita. Ci sono scuole decadenti e bisogno di formazione e cultura. Mille sono le necessità che hanno i cittadini viventi di Montignoso e non ci sembra che per questi Lorenzetti o altri della giunta sprechino parole o atti immediati per dare sollievo. Dopo la discarica, il forno crematorio porta definitivamente il nostro comune su un percorso particolare di vocazione turistica. Per primi e da sempre contrari al tempio crematorio montignosino il nostro impegno sarà profuso contro la sua realizzazione, tramite una puntuale informazione alla cittadinanza. Non essendo stati coinvolti in alcun modo sulla stesura del quesito referendario. Ci asteniamo. 29 Marzo 2014
Triclorometano oltre i limiti
Nella commissione consigliare di controllo sulla discarica di ex Cava fornace del 27 marzo 2014 è stata valutata l’attività ispettiva di Arpat prevista dalla
Autorizzazione Integrale Ambientale per l’anno 2013. I risultati analitici, effettuati sui piezometri pz5 e pz10 esterni al corpo discarica, hanno evidenziato lo sforamento dei parametri di legge relativi al triclorometano. Il triclorometano é un alogenuro alchilico, noto anche come freon 20 o CFC 20. A temperatura ambiente è un liquido trasparente abbastanza volatile dall’odore caratteristico. Non è infiammabile da solo, ma lo è in miscela con altri composti infiammabili, nocivo alla salute umana e all’ambiente, nonché un forte sospetto cancerogeno. Il gestore, dopo la segnalazione di Arpat, avrebbe dovuto immediatamente effettuare nuovi campionamenti su tutti i piezometri e fornire i dati agli enti preposti per valutare assieme a questi le opportune strategie. Niente invece è stato fatto, tanto che Arpat si è vista costretta a segnalare l’accaduto all’autorità giudiziaria. Una segnalazione all’AG era tra l’altro già avvenuta a seguito degli accertamenti eseguiti in discarica in data 8/10/2013, che rilevarono partite di rifiuti non opportunamente caratterizzate, mancando i parametri per PCB (policlorobifenili) e diossine. Si trattava di fanghi di dragaggio provenienti dalle operazioni di messa in sicurezza del fosso Fescione, da terre e rocce conferiti dal cantiere di Camp Derby bonificato in quanto inquinato da piombo e antimonio. Nonostante le gravi mancanze dei gestori, l’amministrazio-ne di Montignoso li ha semplicemente “invitati” con sollecitudine ad evitare il ripetersi di tali inadempienze. Ci sembra politicamente una posizione molto debole e come cittadini siamo indignati per la mancanza di coraggio che l’amministrazione di Montignoso mostra nei confronti di un gestore di discarica, a cui regala sconti, gestore che evidentemente non ritiene la sicurezza una priorità. La sicurezza come la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente dovrebbero per contro essere invece il punto fermo dell’azione di un sindaco e della sua giunta. È a questo punto necessaria una verifica delle acque superficiali e dei
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sedimenti nelle fonti e dei corsi d’acqua a valle della discarica, attività chiesta più volte dal M5S e ad oggi mai effettuata. Viste le criticità ambientali e geomorfologiche di quel sito, i continui rilievi che Arpat muove all’attività di discarica e le conseguenti inadempienze di un gestore a nostro avviso poco sensibile ai danni ambientali e alla salute umana torniamo con forza a chiedere alla politica e all’autorità provinciale di chiudere una volta per tutte quell’impianto. 25 Marzo 2014
Turismo e lago di Porta Abbiamo saputo da mezzo stampa che il comune di Montignoso ha incassato per l’anno 2013 la tassa di soggiorno (confermata anche per il 2014) per circa 40mila euro e che è intenzione dell’assessore Gianfranceschi convocare un tavolo con gli albergatori per stabilire come spendere quei soldi sul Cinquale. La tassa di soggiorno va si destinata ad incentivare all’afflusso turistico e a rendere più gradevole l’accoglienza, ma a nostro avviso questo vale per l’intero territorio comunale, da migliorare per renderlo prodotto appetibile al turista. Ci sembra alquanto riduttivo chiedere ai soli albergatori come destinare delle risorse sul solo Cinquale, pagate da chi arriva a Montignoso, grazie a tutte le potenzialità che questo comune esprime dal Pasquilio al Mare, passando dal lago di Porta. Recentemente l’assessore Gabrielli ha rimarcato l’interesse di questa zona lacustre unica nel Nord d’Italia tanto da lanciarsi in visioni di polo attrattivo nazionale. A nessuna altra categoria, dai dipenden-ti ad altri imprenditori viene mai chiesto come si intenda spendere il provento di tasse ed imposte. Ci sembra più democratico e rispondente a criteri partecipativi indire una pubblica riunione aperta a tutti i cittadini e alle attività turistiche affinché tutti possano dare il proprio contributo, rimandando poi l’ ultima scelta al consiglio comunale.
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Il lago di Porta è sicuramente un’area da valorizzare, Domenico Vietina parla d’investimenti stanziati per la messa in sicurezza di Casina Matteoli, a nostro parere si potrebbero dirottare sul progetto anche i proventi della tassa di soggiorno. Sarebbe necessario dotate quell’area di una fontana e di servizi igienici minimi. Unica nostra paura è che la sola messa in sicurezza di Casina Matteoli risulti un’altra opera non realizzata, come ad esempio il parcheggio in località Piazza o la scuola di Renella, o un’opera non finita, dove regna il degrado tipo la “cittadella dello sport” del Cinquale. Chiediamo quindi come l’amministrazione ed il sindaco intendano affrontare la questione. 11 Febbraio 2014
Pianificazione zero Il M5S ha votato contrario all’abrogazione dell’articolo 47bis del regolamento urbanistico, ovvero il ripristino della zona artigianale-industriale in località Renella. L’area industriale di Renella, con la realizzazione del comparto denominato Coimpre, doveva, tramite un piano attuativo o una variante essere riqualificata in quanto ritenuta non adatta ad una zona industriale. I cittadini si aspettavano un recupero ai fini residenziali e commerciali nel rispetto dell’area protetta limitrofa dell’oasi del Lago di Porta. Si poteva pensare ad un suo sviluppo parziale anche proprio come polo turistico collegato al nostro lago. Il tutto avrebbe dovuto essere realizzato subito. Dopo 13 anni questa è un’ulteriore prova del fallimento delle politiche di centrosinistra sulla pianificazione del territorio.
La zona in questione è molto fragile sotto il profilo ambientale e serve una seria pianificazione tutte le attività e azioni da realizzare in quel sito. Abrogando l’articolo 47/bis del regolamento urbanistico si permetterà in quelle zone di attivare lavorazioni poco compatibili con le caratteristiche dei luoghi con ampliamenti anche del 50% dell’esistente, con notevole consumo di suolo. Troviamo conflittuale la posizione dell’assessore Lorenzetti, imprenditore con attività insediate proprio in quel comprensorio. L’assessore all’urbanistica Petracci, originaria proprio di Renella e’ incoerente con le scelte politiche del suo partito che non approva ulteriori consumi di territorio. Nella zona persistono carenze sia per la viabilità che per il sistema fognario,in via Romana .vige da anni un’ordinanza di prescrizione per il traffico pensante suddivisa in fasce orarie mai rispettata. La sommatoria delle criticità in quella zona è evidente; ferrovia, Aurelia, infrastrutture insufficienti, ma sopratutto la discarica di rifiuti speciali di ex Cava Fornace. Ci auguriamo che anche le associazioni ambientaliste e l’ANPIL del Lago di Porta si oppongano a questo ulteriore degrado, anche se Domenico Vietina, capogruppo del PD in seno al Consiglio e presidente vicario dell’ANPIL ha votato a favore di questa scelta inopportuna. Appena saputo della volontà dell’amministrazione di abrogare l’articolo 47bis, come nostra abitudine, abbiamo contattato porta a porta gli abitanti di Renella che come immaginavamo sono contrari a questo ulteriore scotto che questa frazione, dimenticata dalla buona buona politica dovrà pagare.