informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE Luigi Di Maio - portavoce alla Camera
Reddito di cittadinanza
L’Italia ha bisogno subito di una Legge sul Reddito di Cittadinanza (il diritto all’esistenza). Una Legge che emana dal Parlamento, ovvero dai cittadini. Chiedo alla Presidente Boldrini ed al Presidente Grasso di sollecitare le forze politiche: indicate SUBITO i nomi per le commissioni permanenti e costituiamole entro la settimana. Quando ha voluto questo Parlamento (con la vecchia classe politica) ha approvato leggi come il LODO ALFANO in tempi record. Ebbene la politica dimostri di essere responsabile sui temi e non sui personaggi. Non perdiamo tempo sui nomi, usiamo da subito la funzione legislativa delle Camere per salvare le famiglie in difficoltà. Apriamo le commissioni, individuiamo la copertura finanziaria e diamo respiro ai cittadini. Ad emanare i regolamenti attuativi può pensarci anche il Governo in carica, non è un problema. Vorrei che fosse chiaro una volta per tutte che qui c’è bisogno di fare cose buone per il Paese, non di fare un Governo a tutti i costi. Alessandro Di Battista - portavoce
Il principio di auto-determinazione dei popoli
Oggi la Commissione esteri a 5 stelle (le aprite queste commissioni dipendenti del Popolo si o no?) ha lavorato moltissimo. Sono giorni che studiamo la questione Afghanistan e se è vero che (pare) la missione di guerra (altro che pace) terminerà nel 2014 è altrettanto vero che da qui al 2014 mancano ancora TROPPI mesi e soprattutto nessuno ha comunicato ai
INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE
Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, Massa, via Palestro 36 - 54100 - MS (art.2 comma 1 l.47/1948). Redazione in MoVimento lavora nel MeetUp Toscana 5 Stelle www.meetup.com/Toscana5Stelle/messages/boards/forum/10114872/
Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc.
Lo trovi anche sull’omonima pagina Facebook
cittadini, per filo e per segno, quale sia l’exit-strategy. Martedì presenteremo una mozione per il ritiro immediato dall’Afghanistan. La verità è che nessuno sa il perchè siamo lì, perchè sono morti 52 soldati italiani e oltre 70.000 civili afghani? Perchè ragazzi? Non ce lo raccontano ma ci dicono dove è stato arrestato Corona, come mi faccio il nodo alla cravatta io di fuori da Montecitorio o il colore dei calzini di un giudice. Non ce lo dicono perché fa comodo che noi non lo sappiamo. Perchè non si parla più di Afghanistan? Perchè? Perchè la guerra è persa, hanno vinto i talebani, hanno riconquistato l’80% del territorio, hanno avuto enormi supporti popolari (altrimenti come si spiegherebbe che abbiano resistito alla guerra più lunga del 900?). Perchè le motivazioni per l’intervento erano e sono balle, pure balle. Il terrorismo internazionale è una balla! La tutela dei diritti umani una balla, la lotta al narcotraffico una balla immensa, l’esportazione della democrazia una balla assoluta. Per scrivere una mozione e preparare discorsi in aula studiamo giorni, ci prepariamo, leggiamo libri, intervistiamo esperti. Questa, per noi, è Politica. Ce la faremo, siamo forti, la strada è quella giusta e Dio solo sa quanto ci credo che possiamo cambiare il mondo! Laura Bottici - Questore al Senato
Intervento sui costi dell’occupazione
Sui costi derivanti dal prolungamento dell’apertura dell’Aula a seguito di un’iniziativa del Gruppo M5S Signor Presidente, colleghi, mi spiace che la senatrice Mussolini non sia in Aula. Premesso che nel rispetto del lavoro altrui i senatori del Movimento 5 Stelle hanno lasciato l’Aula alle ore 22, invito la signora senatrice Mussolini ad informarsi prima di muovere accuse. Palazzo Madama nei giorni d’Aula chiude alle ore 22. Dopo tale ora i senatori del Movimento 5 Stelle si sono recati presso i loro spazi nel Palazzo Carpegna, che, come la senatrice Mussolini saprà, è sottoposto a sorveglianza notturna. Se il problema è il consumo di energia elettrica dell’Aula, chiedo vengano posti dei
MO IMENTO 0
controlli per il costante funzionamento dell’illuminazione posta nei corridoi, nei bagni e negli uffici personali dei senatori in quanto, se essi non arrivano, la luce rimane accesa dalla mattina alla sera. Comunque, in qualità di Questore del Senato, ho già richiesto di quantificare il maggior costo sostenuto dal bilancio del Senato per il prolungamento dell’apertura dell’Aula a seguito dell’iniziativa dei senatori del M5S. Tale costo è risultato essere di 3 euro l’ora per l’energia elettrica e di 75 euro l’ora per il condizionamento dell’aria. Per l’addebito del relativo costo al Gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle mi riservo di trovare una soluzione con il Collegio dei senatori Questori.
Andate a lavorare! Art. 31 del regolamento del senato: Art. 1 - ciascun gruppo, entro 5 giorni, dalla propria costituzione, procede, dandone comunicazione alla presidenza del senato, alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole commissioni permanenti di cui all’art 22... Art. 71 della costituzione: L’iniziativa delle leggi appartiene al governo, a ciascun membro delle camere... Art. 72 della costituzione italiana: Ogni disegno di legge, presentato ad una camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi alla camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale... ...può altresì stabilire in quali casi e forme d’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Le commissioni permanenti: - esaminano preventivamente ogni disegno di legge presentato alle camere - possono procedere all’approvazione dei disegni di legge. 1
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 12 APRILE 2013
PARLAMENTO 5 STELLE Interpellanza votata da 53 senatori del MoVimento 5 Stelle
zione degli ostaggi; - se queste trattative prevedono l’invio di denaro o di armamenti.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri – Ministro pro tempore agli Esteri
Commissione Esteri M5S - Mozione
Contro la guerra in Siria
Premesso che: - in Siria, da due anni, è in corso una guerra (90.000 morti, secondo l’ONU) determinata dall’irrompere di gruppi armati, provenienti da numerosi stati stranieri e foraggiati dall’Occidente e dalle Petromonarchie, che, impossessandosi delle giuste istanze di democrazia e partecipazione che erano alla base delle mobilitazioni del popolo siriano di qualche anno fa, stanno seminando il terrore con autobombe, assalti ad edifici governativi, uccisioni e rapimenti di inermi cittadini siriani “colpevoli” di non schierarsi con loro contro il governo di Bashar al-Assad; - i suddetti gruppi, tra l’altro di feroce “ideologia” jihadista e facenti parte della cosiddetta “Coalizione nazionale siriana” sono stati riconosciuti dal dimissionario Ministro Terzi come “unici rappresentanti del popolo siriano” per i quali (insieme alla diplomazia francese e inglese) ha recentemente proposto la fine ufficiale dell’embargo di armi decretato dalla Comunità Europea; - il 3 aprile di quest’anno 4 giornalisti di nazionalità italiana (Amedeo Ricucci, inviato Rai; Elio Colavolpe, Andrea Vignali, e Susan Dabbous) sono stati rapiti nel nord della Siria da uno dei suddetti gruppi e tuttora sequestrati nella verosimile attesa di ricevere dal nostro governo soldi o armi; - il 4 aprile di quest’anno, la RAI e la Farnesina, verosimilmente per non gettare cattiva luce sui suddetti gruppi armati, dichiarava, i suddetti giornalisti non già “rapiti” ma, bensì, pudicamente “trattenuti” e chiedeva agli organi di informazione un “silenzio stampa” prontamente ottenuto anche dai numerosi organi di informazione sempre pronti a invocare crociate; - che sono passati almeno sei giorni dal rapimento senza che il Governo si sia sentito in dovere di riferire al Parlamento su questo gravissimo episodio si chiede di riferire con urgenza: - se il Governo italiano sta conducendo trattative con i suddetti gruppi armati per ottenere la pronta libera-
2
Ritiro delle truppe dall’Afghanistan
La Camera, premesso che: - con i suoi 12 anni di coinvolgimento diretto del nostro Paese, la guerra in Afghanistan risulta essere più duratura rispetto a quelle che hanno caratterizzato il ‘900; - esportare la democrazia utilizzando la forza militare è una contraddizione in termini; - il modello politico, sociale e di sviluppo occidentale non èun valore universale; - l’art.1 dello Statuto delle Nazioni Unite, l’art.1 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e l’Atto Finale di Helsinki del 1975 sanciscono che l’autodeterminazione dei popoli è un diritto universale che permette a ogni popolazione di decidere liberamente il proprio statuto politico senza ingerenza esterna; - il nostro Paese è intervenuto per contrastare il terrorismo internazionale e per tutelare i diritti umani ma storicamente la guerra si è dimostrata la negazione degli stessi; - un altro obiettivo che si voleva raggiungere con l’intervento era contrastare la produzione di oppio, obiettivo fallito dato che sotto il regime talebano la stessa produzione era calata drasticamente per poi tornare a livelli preoccupanti solo successivamente all’intervento (oggi l’Afghanistan, con oltre il 90% della produzione, è il principale produttore di oppio al mondo); - la situazione sanitaria in Afghanistan resta drammatica nonostante ONG e associazioni italiane operino nel pieno rispetto dei principi umanitari grazie a generosi contributi del popolo italiano; - lo svolgimento delle attività economiche è reso difficile dalla guerra in atto; - nonostante i buoni risultati ottenuti dalla campagna di alfabetizzazione delle forze ANP (polizia afghana), il numero di violazioni dei diritti umani perpetrati dalle stesse resta significativo. - occorre prendere atto che la guerra è persa e che gran parte del territo-
rio afghano è sotto controllo dei talebani e di altri gruppi armati non governativi; - gli stessi USA stanno pensando a una exit-strategy non potendo più sostenere i costi di tale operazione militare specie in uno scenario di crisi economica globale; - in questa guerra, dipinta come missione di pace, hanno perso la vita 52 nostri soldati e oltre 70.000 civili afgani, molti dei quali uccisi dai bombardamenti NATO ed è costata finora ai cittadini italiani oltre 4,5 miliardi di euro, denaro che sarebbe stato opportuno usare diversamente, ad esempio, per sostenere le PMI, l’istruzione o la sanità pubblica; - l’art.11 della Costituzione Italiana dichiara che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertàdegli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; impegna il Governo: - a elaborare e comunicare con chiarezza al popolo italiano un piano di rientro immediato del nostro contingente militare dall’Afghanistan; - alla costruzione della pace e dello sviluppo economico e sociale; - a promuovere la tutela dei diritti umani e a migliorare la condizione delle donne e della società civile; - a un controllo diretto e mirato del sostegno economico italiano sia per i finanziamenti bilaterali che tramite accordi con la UE e con la NATO.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE Gabriele Bianchi, Lucca
Il rivoluzionario da salotto
Il rivoluzionario da salotto consegna a Beppe Grillo ed ai suoi parlamentari il mandato per la rivoluzione che deve essere rapida e risolutiva. Lui riguadagna la sua postazione in salotto, davanti alla televisione a controllare che la rivoluzione si realizzi nei tempi e nei modi mirabilmente definiti qualche giorno prima in una accalorata discussione al bar. Il mandato dell’elettore rivoluzionario è chiaro: tutto, presto e bene. massimo in un mese, lui attenderà impaziente seduto in poltrona. Devono saperlo Grillo e i suoi parlamentari come uscire dal pantano politico. Il mandato è chiaro, all’insegna del cambiamento e della rivoluzione, poi se ci vuole una grande coalizione, un inciucio (meglio chiamarlo governo di scopo) questo non è affare che riguarda il rivoluzionario da bar, lui guarda e giudica. La sua rivoluzione l’ha già combattuta nella cabina elettorale, lui solo contro, tutti. È già passato più di un mese dalle elezioni e Grillo ed i suoi dicono di no a tutto. Il rivoluzionario da salotto è molto deluso, minaccia di non votarlo più, pensa quasi di dover riprendere in mano il suo il forcone momentaneamente deposto, ma non è ancora il momento. Lo utilizzerà in vicinanza delle prossime elezioni. Tra poco ripartirà dal solito bar vicino casa, dove sfidando folle di ben duetre persone la volta ricomincerà le sue battaglie senza confine. Non sa se la prossima volta voterà Berlusconi o Bersani, lo deciderà più avanti. Di certo non voterà più Grillo, la delusione è profonda: non ha fatto il governo, ha detto di no a tutti e a tutto, non è quasi mai uscito in televisione, mentre lui, il grillino rivoluzionario, attendeva che venisse cambiato il mondo, coraggiosamente seduto sul divano di casa.
Gruppo parlamentare Fratelli d’Italia
Roberto Fico Camera Il 27 marzo si è riunito l’ufficio di presidenza della camera dei deputati e tra le cose da discutere c’era la costituzione di un gruppo parlamentare in deroga al regolamento della camera. Il nuovo gruppo è quello di Fratelli d’Italia, per intenderci La Russa e Meloni. Il regolamento della camera ci dice che un gruppo di deputati inferiore al numero di 20 non può formare un gruppo parlamentare autonomo ma deve andare a comporre il gruppo misto. I componenti di “Fratelli d’Italia” sono 9. Durante la riunione dell’ufficio di presidenza il movimento cinque stelle ha chiesto quanto costa la costituzione di questo gruppo, la risposta del questore è stata questa: “400.000 euro all’anno in più”. Dato che la costituzione di questo nuovo gruppo parlamentare aveva bisogno del voto dell’ufficio di presidenza andando in deroga al regolamento si è proceduto al voto. Tutti i partiti, tutti, dal PD al PDL hanno votato a favore. Il MoVimento 5 stelle ha votato contro. Il risultato è che in deroga al regolamento della camera dei deputati si forma un nuovo gruppo parlamentare denominato “Fratelli d’Italia” composto da 9 deputati e che ci costerà 400.000 euro all’anno in più. Soprattutto in questo periodo ci sembra una spesa davvero inutile e assurda, degna della casta, lo abbiamo detto in tutti i modi durante la riunione di presidenza, ma niente! Questi sono i nostri cari partiti responsabili che chiedono la fiducia al movimento e quindi ai cittadini.
MO IMENTO 1
Rendicontazione spese elettorali - Tsunami Tour
Il MoVimento 5 Stelle ha finanziato la sua campagna elettorale con le micro donazioni volontarie di 27.943 cittadini. Grazie a loro il M5S ha raccolto 774.208,05 euro, ne sono stati spesi 348.506,49. La differenza sarà devoluta ai terremotati dell’Emilia Romagna. Le voci di spesa rendicontate sono pubblicate qui, insieme alla lista dei donatori con relativo contributo. Si ringraziano i fornitori che hanno deciso di non richiedere alcun compenso. € 5.005,20 Progettazione grafica € 59.562,47 Manifesti elettorali € 52.009,00 Palco San Giovanni, Roma € 10.540,84 Streaming € 4.826,25 Videomaker € 140.749,23 Consul.legale/tributaria € 10.445,24 Spostamenti Tsunami € 1.510,08 Spot elettorali € 50.000,00 Google Adsense € 3.603,00 Incontri eletti post elezioni € 3.634,84 Hardware-Parabola/connessione satellitare € 4.782,85 Camper € 1.669,80 Brand Camper € 167,69 Spese bancarie
Lettera alla Boldrini Luigi Di Maio vice presidente della Camera dei deputati 22 Marzo
Gentile Presidente, in relazione alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n°227/2012, approvata in data 21 dicembre 2012, di attuazione degli articoli 15 e 15-ter del Regolamento della Camera dei Deputati si chiede di sottoporre all’attenzione Sua e dei membri dell’Ufficio di Presidenza le problematiche inerenti l’applicazione dei vincoli di destinazione del Contributo Unico ed Omnicomprensivo ai sensi degli allegati A e B che ci sono stati consegnati dal Servizio Tesoreria della Camera dei Deputati.
3
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 APRILE 2013
PARLAMENTO 5 STELLE La delibera succitata all’articolo 4 prevede che i Gruppi parlamentari debbano assumere un numero di dipendenti come da piano di ripartizione stabilito dal Collegio dei Questori, che presumibilmente delibererà in merito, lunedì 25 marzo prossimo venturo. Qualora i Gruppi non provvedano entro 30 giorni dalla data di approvazione dei piani di ripartizione all’assunzione del numero di dipendenti indicato, il Contributo Unico ed Omnicomprensivo sarà ridotto nella misura di euro 65.000,00 su base annua per ciascun dipendente non assunto. Ai sensi dell’articolo 4 comma 4 ciascun Gruppo è tenuto a destinare in ogni caso all’assunzione dei dipendenti di cui al citato articolo, il 25% dell’ammontare complessivo del Contributo ad esso assegnato. La delibera succitata prevede inoltre, ai sensi dell’articolo 5, che i Gruppi debbano assumere un dipendente inserito nell’elenco di cui all’allegato B per ogni cinque deputati appartenenti al Gruppo medesimo. A tal fine esso è tenuto a destinare all’assunzione dei soggetti di cui al periodo precedente almeno il 30% dell’ammontare complessivo del contributo ad esso assegnato. Si tiene a sottolineare che gli elenchi di nominativi forniti, violando ogni principio di garanzia e di trasparenza, sono carenti di qualsiasi informazione inerente dati anagrafici (luogo e data di nascita, qualifica, curriculum professionale e sono altresì privi di riferimenti di contatto numeri di telefono o indirizzi e-mail). Inoltre, vincolando il Contributo Unico ed Omnicomprensivo all’assunzione di personale proveniente dai suddetti elenchi, la cui professionalità non è in alcun modo dimostrata, appare pregiudicato il principio di meritocrazia che dovrebbe informare l’intero apparato amministrativo del Paese. Pur non mettendo in dubbio che nell’ambito dei suddetti elenchi vi siano figure di alta professionalità, si chiede che Ella valuti l’opportunità di porre all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza prossimo venturo la problematica su esposta, e contestualmente di invitare il Collegio dei Questori a sospendere ogni decisione in merito all’erogazione del Contributo Unico ed Omnicomprensivo.
4
Dichiarazione di voto Stamina Paola Taverna Senato Seduta n° 12 del 10 Aprile A.S. 298 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2013, n.24, recante disposizioni urgenti in materia sanitaria Signor Presidente, colleghi, le copertine patinate, i servizi televisivi e l’immagine di qualcuno in quest’Aula che sente di essere in una perenne campagna elettorale non possono misurarsi con la salute pubblica ed il diritto alla cura. È con questo spirito e con le mani libere da qualunque interesse affaristico o di rendere uno o più personaggi più uguali degli altri (come in precedenza visto) anche al cospetto della legge che ci siamo trovati a legiferare su materie tanto importanti. Come cittadini, ci troviamo coinvolti a livello emotivo e di coscienza, ma, in virtù del ruolo che ci è stato conferito da cittadini assolutamente uguali a noi e dei quali siamo doverosi portavoce, dobbiamo moralmente far fronte alla necessità di andare a fondo, per la loro stessa incolumità, analizzando, verificando e prendendo posizione, non solo di fronte a quanto possa emotivamente sembrare la cosa giusta, ma rispetto a ciò che razionalmente è la cosa giusta. Siamo abituati a chi, muovendosi nell’illegalità, trova normale permettere che ciò che ancora non è legale passi come tale, ma noi siamo sognatori e ci illudiamo che «legale» possa equivalere a «giusto». Nel pieno rispetto del dolore e del bisogno di intere famiglie (e a maggior ragione di bambini) di una cura attualmente usata, ma non ancora capace di fugare dubbi all’interno della comunità scientifica, abbiamo operato affinché questa cura fosse loro garantita. Al contempo, ci troviamo nell’urgenza di garantire che tale trattamento non risulti, alla fine della sua sperimentazione, non solo inefficace ma addirittura dannoso. La mancanza di tempo e il protrarsi
dell’assenza delle Commissioni permanenti hanno impedito di procedere, tramite audizioni o accesso agli atti, a un processo di controllo e di verifica che avrebbe visto la decisione di giungere alla conversione di questo decreto-legge, unanimemente condiviso, con animo sereno. Questo avrebbe permesso sia a noi che ai colleghi (alcuni dei quali si sentono tanto sicuri di fornire la soluzione a tutti i mali) di deliberare su basi scientifiche, anziché emotive o strumentali. Ciò non è stato possibile perché lo stato di continua deroga che persiste all’interno del Parlamento e che ci priva dell’unica forma di reale confronto e garanzia democratica ancora risulta latente per l’indolenza e l’indifferenza di chi frequenta questo posto da troppo tempo. Non ci lasciamo intimidire da una campagna mediatica creata ad hoc per rifarsi il trucco o da parole altisonanti proclamate da chi necessita di accedere alle istituzioni politiche, chiamate a legiferare per la collettività intera, per meri interessi di tipo personalistico. È nostra intenzione e responsabilità fare in modo, come indicato dall’ordine del giorno G2.100, presentato dalla collega Fattori questa mattina, che sin d’ora il Governo si impegni ad intraprendere, senza indugio, nelle competenti sedi nazionali e comunitarie, percorsi volti alla ridefinizione dei criteri autorizzativi di GMP (Good Manufacturing Practices) e GLP (Good Laboratory Practies) che determinano le caratteristiche dei laboratori per la manipolazione sulle cellule staminali, in modo da assicurare l’accesso e la fattibilità operativa, in condizioni di assoluta sicurezza, anche ad operatori con esigue disponibilità economicofinanziarie; a semplificare, in termini temporali ed economici, le procedure di ottenimento della certificazione GMP rilasciata dal nostro Paese per consentire un maggiore sviluppo della ricerca per i trattamenti a base di cellule staminali; ad intraprendere azioni volte a identificare in maniera univoca cure a base di cellule staminali e loro manipolazione che rientrino tra le cure farmacologiche e quelle che invece possono rientrare nella categoria «trapianti»; a fornire la rendicontazione tecnica, nonché economica del tavolo di lavoro aperto nel settembre 2012 sugli studi e l’utilizzo in Italia delle cellule staminali mesenchimali; a favorire, per quanto
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 APRILE 2013
MO IMENTO 1
di competenza, iniziative che garantiscano lo sviluppo e la definizione di un quadro normativo puntuale sulla materia di cui in premessa, anche con riferimento a cellule staminali di provenienza ombelicale. Attualmente la Fondazione Stamina si dice impossibilitata a operare in conformità alla legge. Dunque, noi vogliamo verificare a questo punto non solo la validità del metodo della suddetta fondazione, ma anche mettere nelle condizioni tutte quelle realtà che ne vogliano beneficiare di potervi avere accesso, affinché l’eccessiva burocratizzazione non risulti un ostacolo. Questo è il nostro impegno per il quale pretendiamo, di ritorno, che la stessa Stamina rispetti chi invece persegue le finalità di ricerca in maniera conforme alla legge, relazionando in maniera puntuale e tempestiva in merito a quanto sta facendo per riallinearsi a sua volta alle regole vigenti, evidentemente derogate finora in maniera arbitraria. È nello spirito di questo decreto-legge che la volontà dei cittadini sia prevalente anche alle normative che ci hanno spinto oggi a essere in contrasto con le linee guida comunitarie, perché crediamo che sia necessario garantire alla sperimentazione di poter essere esaustiva anche per le malattie che oggi sembrano inguaribili. Così come non vogliamo che libera sperimentazione possa far rima con una indiscriminata deregolamentazione, senza alcun tipo di controllo da parte dello Stato e degli enti preposti dallo stesso. Se allo stato attuale il cittadino avesse avuto rispetto e fiducia nelle istituzioni, questa situazione non avrebbe avuto luogo. Ed è anche per un riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni stesse e alla riacquisizione di una fiducia da parte di quella che voi chiamate «società civile» verso quella che, sempre voi, chiamate «classe dirigente» che abbiamo tentato di legittimare di nuovo il Parlamento, e non più il Governo, con atti propri, anche su temi etici di portata nazionale, come quello della sperimentazione, cercando una condivisione di intenti, laddove le abitudini politiche hanno portato fino ad oggi in altre direzioni. Sulla base dei motivi esposti, tanto sulla proroga dell’opportuno processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari quanto sulle
attività connesse all’impiego delle cellule staminali di cui all’articolo 2 del decreto, il Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle voterà favorevolmente, con senso di responsabilità civica ed etica, al provvedimento all’esame in Assemblea.
Critica al Governo Monti Manlio Di Stefano Camera Seduta n° 5 del 27 Marzo Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, signori deputati, le teatrali dimissioni dell’ex Ministro Terzi avvenute ieri in quest’Aula dimostrano, se ancora ve ne fosse bisogno, l’inadeguatezza totale di questo Governo tecnico che lei presiede, signor Presidente. Un Governo fallimentare dal punto di vista sociale: ricordiamo i tagli trasversali alla sanità, all’università e alla scuola pubblica. Fallimentare dal punto di vista economico: centinaia di imprese chiudono ogni giorno in Italia. Fallimentare dal punto di vista politico: avete messo in ginocchio gli italiani colpendo contemporaneamente lavoratori e pensionati e creando di fatto una nuova categoria, gli esodati. Avete tutelato unicamente gli interessi della casta politica e finanziaria, un Governo e un Presidente del Consiglio forte con i deboli e debole con i forti, che coraggio! Il suo si è dimostrato un Governo fallimentare anche in ambito internazionale, il suo motivo di vanto signor Presidente. L’altro ieri in quest’Aula ci ha ricordato la credibilità recuperata dall’Italia grazie al suo operato: eccoli qui i risultati. Lei, signor Presidente, è responsabile della scelta di Ministri inadeguati e di non essere stato in grado di garantire compattezza alla sua azione di Governo. E siete corresponsabili anche voi, colleghi del Popolo della Libertà e del Partito Democratico, voi che ieri avete definito la crisi indiana come l’8 settembre del Governo Monti e che avete attaccato il suo operato duramente, dimenticando che siete stati voi a sostenerlo, confermandone costantemente la fiducia.
Ma adesso andiamo avanti, quello che ci interessa è una risoluzione positiva e nel minor tempo possibile per questa crisi internazionale. Il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle si mette a completa disposizione per supportare qualsiasi attività si rendesse necessaria a tale scopo. Noi ribadiamo che la trasparenza è il fondamento per la risoluzione di ogni conflitto e la base per tutelare sempre gli attori coinvolti. Per questo, a lei, signor Presidente del Consiglio, e da oggi Ministro degli affari esteri ad interim, chiediamo che entro una settimana siano pubblicati i seguenti documenti sul sito del Ministero degli affari esteri: decreto-legge n. 107 del 12 luglio 2011, riguardante le misure antipirateria; un documento che renda chiare e comprensibili le regole di ingaggio dei nostri militari a bordo di navi private; le prove che attestino che l’incidente che vede coinvolti i fucilieri della Marina sia avvenuto in acque internazionali; il documento del Ministero degli esteri indiano che il sottosegretario de Mistura sostiene di aver visionato e che dà garanzie sulla non applicabilità della pena di morte per i nostri militari; tutta la documentazione relativa all’accaduto, per conoscere dettagliatamente nello specifico chi c’era sulla nave e cosa ha fatto per tutelare i nostri fucilieri, qual è stata l’autorità che ha consentito l’inversione di rotta della Enrica Lexie, il nome, il cognome e il grado dell’autorità militare che ha ordinato ai nostri due fucilieri di scendere a terra. Senatore Monti, le sue valutazioni non possono essere sufficienti. Vogliamo nello specifico sapere se ci sono implicazioni tra la vicenda in questione e lo sblocco dell’accordo commerciale da 300 milioni di euro tra l’India e la WASS di Livorno, controllata da Finmeccanica, per la fornitura di siluri ad alta tecnologia. Concludiamo invitando il suo Governo, senatore Monti, al massimo impegno, affinché questa vicenda si concluda positivamente e rapidamente e venga tutelata la vita dei nostri fucilieri, la dignità delle loro famiglie, la memoria dei due pescatori indiani e l’onore del popolo italiano.
5
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 APRILE 2013
PARLAMENTO 5 STELLE Attivazione Commissioni e doppi incarichi Roberta Lombardi Camera Seduta n° 8 del 9 Aprile
Signor Presidente, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha convenuto di procedere all’istituzione a norma dell’articolo 22, comma 2, del nostro Regolamento di una Commissione speciale per l’esame di alcuni atti del Governo aventi significativi effetti economico-finanziari e per i quali sono state ravvisate ragioni di urgenza nell’intervallo tra la costituzione delle Camere e quella delle Commissioni permanenti. Poiché è stata messa in dubbio la possibilità di procedere alla costituzione delle Commissioni parlamentari, non essendo ancora costituito un Governo legato ad un rapporto di fiducia con le Camere, vi elenchiamo di seguito le norme del Regolamento della Camera dei deputati che si occupano della materia: articolo 19 del Regolamento della Camera dei deputati, a norma del quale le Commissioni sono formate in modo da rispettare la proporzione tra i gruppi che distribuiscono a tal fine tra queste i propri componenti; articolo 20 del Regolamento della Camera dei deputati, che prescrive che le Commissioni si costituiscono eleggendo il presidente ed un ufficio di presidenza e, per quanto concerne i meccanismi di elezione del presidente, statuisce: «Nell’elezione del presidente, se nessuno riporti la maggioranza assoluta dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. Nel caso di parità...». Dall’esame delle fonti normative, tra cui anche gli articoli 64, 72, 82 e 94 della Costituzione, si evince che l’unico requisito per la costituzione delle Commissioni permanenti è la proporzione tra i gruppi parlamentari: nessun riferimento alla proporzione tra maggioranza e opposizione, neanche per l’elezione dei presidenti delle Commissioni. A suffragio della nostra tesi vogliamo portare a vostra conoscenza i prece-
6
denti del 1976, del 1979 e del 1992. Il gruppo parlamentare 5 Stelle ha già comunicato alla Presidenza della Camera i nomi dei componenti delle quattordici Commissioni. Pertanto riteniamo che debba essere ripristinata la regolarità prevista dal Regolamento, dando immediata esecuzione alla designazione dei componenti delle Commissioni permanenti. Ciò permetterebbe a tutto il Parlamento, nonostante il perdurare del Governo Monti, di lavorare a pieno ritmo per uscire da questa situazione di stallo, in cui i cittadini italiani attendono risposte e proposte da noi che in questa sede li rappresentiamo. Dunque, pretendiamo che il Parlamento, in quanto organo costituzionale e massima sede rappresentativa del popolo sovrano, acquisti piena funzione legislativa attraverso la costituzione delle Commissioni permanenti. Qualora le motivazioni fin qui esposte non siano sufficienti a convincere il Presidente della Camera dell’improrogabilità dell’avvio delle Commissioni permanenti e, quindi, dell’inutilità dell’integrazione delle competenze della Commissione speciale, invitiamo l’Ufficio di Presidenza a sospendere questa seduta e a convocare immediatamente la Giunta per il Regolamento al fine di emanare velocemente due pareri: il primo, considerati gli articoli della Costituzione e del Regolamento e i precedenti su esposti, è se, nonostante tutti questi elementi, esistano condizioni di legittimità che ostino all’insediamento delle Commissioni permanenti; in secondo luogo, chiediamo un parere sulla regolarità di un’estensione dei poteri della Commissione speciale in considerazione del blocco ingiustificato delle Commissioni permanenti. Concludiamo ribadendo che è nell’interesse dei cittadini che una Commissione speciale sia veramente tale e non si sostituisca al Parlamento nella sua funzione legislativa e che, quindi, porti urgentemente a termine i lavori per i quali è stata creata e che subito dopo venga immediatamente sciolta. Danilo Toninelli - Signor Presidente, colleghi deputati, ribadendo che il criterio guida nella costituzione delle Commissioni e delle Giunte è quello della proporzionalità rispetto ai gruppi, combinato con il criterio della rappresentatività dei medesi-
Danilo Toninelli Camera Seduta n° 8 del 9 Aprile
mi, e poiché né il Regolamento né la Costituzione impongono il rispetto degli equilibri di maggioranza e di opposizione, rinnoviamo il nostro invito all’immediata costituzione delle Commissioni permanenti. Sappiamo perfettamente – e lo devono sapere tutti i cittadini italiani – che non volete creare le Commissioni prima della formazione del Governo, in quanto per voi – e per voi intendo la partitocrazia – le presidenze delle Commissioni sono poltrone destinate agli esclusi. Per voi le presidenze delle Commissioni sono poltrone destinate agli esclusi da incarichi di Governo, che ivi dovranno sedere e che potranno usufruire delle ulteriori ingentissime indennità. Chiunque di voi non voglia oggi creare subito le Commissioni permanenti ne dovrà rispondere direttamente a tutti i cittadini italiani. Dovrete spiegare loro perché la macchina legislativa costituita dal Parlamento e che costa milioni di euro al giorno è, a causa vostra, completamente bloccata. Dovrete spiegare a quell’Italia a cui l’ossigeno sta finendo, a quell’Italia che sta fallendo perché non la volete aiutare e, a causa del vostro attaccamento alle poltrone, la state lasciando morire.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE Dal Bolg di Grillo
Blue Sunday
Una mattina di aprile triste, un silenzio strano. Quella poca gente che si vede in giro nelle città la domenica mattina non sorride e tira dritto. Ti senti come il giorno dopo la scomparsa di una persona cara. Quella indefinibile mancanza che provi dentro, che non riesci ad accettare e che sai ti accompagnerà troppo a lungo. La Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta. Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplendente come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi come è possibile tutto questo, pensi ai processi di Berlusconi, a MPS, alle telefonate di Mancino, ai saggi e alle loro indicazioni per proteggere la casta. Sai che alcuni di loro diventeranno ministri. Ti viene lo sconforto. Tutto era stato predisposto con cura. Un governissimo, le sue “agende” Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore dei partiti. Uno tra Amato, D’Alema o Marini avrebbe dovuto essere l’eletto. Rodotà ha rovinato i giochi. Ed ecco il piano B con il rientro di Napolitano che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di governo. Chiamala, se vuoi, democrazia. L’Italia ha perso e, non so perché, mi viene in mente il pianto disperato di Baresi dopo la finale persa ai rigori con il Brasile nel 1994. Il MoVimento 5 Stellle è diventato l’unica opposizione, l’unico possibile cambiamento. Il Partito Unico si è mostrato nella sua vera luce. Noi o loro, ora la scelta è semplice. Coloro che oggi sono designati al comando della Nazione sono i responsabili della sua distruzione. Governano da vent’anni. Per dignità dovrebbero andarsene, come avviene negli altri Stati. Chi sbaglia paga. E chi persevera paga doppiamente. Entro alcuni mesi l’economia presenterà il conto finale e sarà amarissimo.
MO IMENTO 2
Lettera di Rodotà a Repubblica
Dopo, però, ci aspetta una nuova Italia. Caro direttore, non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l’articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti. E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici all’interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice “non c’è problema”, non gira la testa dall’altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com’è andata concretamente a finire. La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora
bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l’esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Nella drammatica giornata seguita all’assassinio di Giovanni Falcone, l’esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l’immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d’uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato “imposto da Pannella”. Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l’infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese. Incostituzionale il Movimento 5 Stelle? Ma, se vogliamo fare l’esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell’imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, con
7
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 27 APRILE 2013
PARLAMENTO 5 STELLE le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica nel corso di tanti anni sull’intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell’agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? Le dichiarazioni di appartenenti al MoVimento 5 Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo. Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell’iter che l’ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all’area della sinistra italiana siano state snobbate dall’ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l’attenzione del MoVimento 5 Stelle. L’analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi. Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l’immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd.
8
E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l’alibi del MoVimento 5 Stelle e con il fantasma della Rete. Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull’intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica. Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.
Intervento sulle votazioni del Presidente della Repubblica Vito Crimi Senato Seduta n°13 del 16 Aprile
Signor Presidente, come ho già chiesto in Conferenza dei Capigruppo, reitero l’istanza di rendere pubblici i nomi di coloro che - immagino entro l’apertura delle votazioni per il Presidente della Repubblica non avranno esercitato l’opzione o sciolto la riserva. Ci sembra doveroso che tutti cittadini sappiano chi sono i senatori e i deputati che hanno deciso di mantenere il doppio incarico nel momento del più alto esercizio di democrazia in Italia, ossia il voto per l’elezione del Presidente della Repubblica.
di Paolo Ben
Bilancio di Previsione del Quirinale per il 2013
Per l’anno in corso la spesa complessiva attesa è di 243,6 milioni di euro. Tali uscite verranno per la maggior parte coperte dallo Stato con un appannaggio di 228,5 milioni. La differenza di 15 milioni, invece, sarà pagata con entrate del Colle e con le eccedenze delle gestioni precedenti. Residenze e trasferte - Le bollette arrivano anche nelle tre residenze presidenziali: Quirinale, tenuta di Castelporziano e Villa Rosebery. Per questi tre palazzi, le utenze di acqua, gas, luce, canoni tv costano in tutto 3 milioni di euro; la telefonia 250 mila euro; i “francobolli” e le spese postali in genere 160 mila euro. Le manutenzioni ordinarie ammontano a 5,3 milioni di euro, mentre i servizi di pulizia e igiene 1,3 milioni. La gestione di flora e fauna a Castelporziano vale 20 mila euro a cui vanno sommati i 300 mila della valorizzazione e tutela ambientale. Arredi - Per i beni immobiliari e durevoli sono stati messi in conto 5,4 milioni di euro che vanno a coprire investimenti diversi: gli interventi strutturali sugli immobili e gli impianti (2,6 milioni), l’acquisto e la manutenzione di arredi (500 mila euro), mezzi di trasporto (171 mila euro), hardware (1,2 milioni), software (mezzo miliardo). Lavoratori - I 1720 dipendenti del Colle costano 211 milioni di euro, tra personale di ruolo e personale in quiescenza. Per gli assunti vengono spesi anche ulteriori 260mila euro sotto la voce Reclutamento e formazione. Beneficienza e regali - Le relazioni esterne e il cerimonale fanno sborsa-
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 27 APRILE 2013
MO IMENTO 2
re all’inquilino del Colle 1 milardo di euro. Di questa somma complessiva, 167mila euro vanno via in doni, onorificienze e commemorazioni. I beni alimentari assorbono 423 mila euro, mentre i viaggi del Capo dello Stato costano 280 mila euro. Gli eventi culturali e artistici valgono 81mila euro, mentre la manutenzione dei beni artistici 210 mila euro. Nel bilancio del Quirinale compare anche la voce Contributi e interventi sociali: la beneficienza vera e propria incide per mezzo miliardo, il sostegno ad attività culturali e sportive esterne per 403 mila euro, le attività organizzate all’interno del Colle ne valgono 100mila. Toner e altre forniture - Le forniture di beni e materiali di consumo incidono in tutto per 1,4 milioni che comprendono voci curiose: 470 mila euro per la biancheria e gli abiti da lavoro, 255 mila euro di cancelleria, 105 mila euro in detersivi e altri materiali di pulizia, 19 mila euro in materiale sanitario come la carta igienica, 200 mila euro in benzina e olio per le auto che costano altri 660mila euro. Eventi e comunicazione - 140 mila gli euro a copertura delle varie iniziative di comunicazione finanziate dal Colle. 220 mila gli euro per studi e ricerche, 561 mila gli euro per agenzie, abbonamenti a giornali e banche dati. Quasi un miliardo l’investimento per il patrimonio artistico, bibliotecario e archivistico. Cosa succede all’estero - Il Quirinale costa cinque volte più di Buckingham Palace (42 milioni di euro) e quasi il doppio della Casa Bianca (136 milioni di euro). Anche Parigi e Berlino sono più parsimoniosi rispetto a noi italiani quando di parla di appannaggi presidenziali: l’Eliseo spende 103 milioni l’anno mentre la Cancelleria tedesca “soltanto” 28 milioni. Nella nota che accompagna il bilancio, il Colle precisa che la dotazione di 228 milioni di euro è rimasta invariata dal 2010 ed è in calo di 3,2 milioni di euro rispetto al 2009; e che la spesa prevista per il 2013 (243,6 milioni) è in calo di quasi 2 milioni di euro rispetto al bilancio 2012.
Su pagamento di una parte dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione
decreto è stato del tutto disatteso, le ragioni sono riconducibili da un lato alla difficoltà di certificare i crediti, che ha scoraggiato moltissime imprese a presentare le relative domande, e dall’altro ai ritardi nella messa a
CAMERA DEI DEPUTATI Proposte di legge Laura Castelli Camera Seduta n°6 del 2 Aprile Signor Presidente, Ministri, colleghi, oggi, con questa risoluzione, il Parlamento ha dato mandato al Governo per redigere un decreto che consenta il pagamento di una parte di debiti commerciali della pubblica amministrazione, nell’ordine di 20 miliardi per ciascuna delle annualità 2013 e 2014, con relativi benefici per il sistema delle imprese e per le condizioni di liquidità dell’interno del sistema economico nazionale. Occorre sottolineare alcuni aspetti: secondo le ultime stime della Banca d’Italia i debiti commerciali della pubblica amministrazione ammonterebbero a 91 miliardi alla fine del 2011, la cui composizione vedrebbe particolari incidenze sul fatturato del settore delle costruzioni. Non solo la quantificazione è poco affidabile, ma risulta per nulla esaustiva. Del tutto assente è la quantificazione del 2012, mentre quella del 2011 è basata su un limitato campione, non rappresentativo del tessuto industriale italiano. Di questi crediti, una parte – il 10%, secondo la Banca d’Italia – è stato già ceduto dalle imprese a intermediari finanziari con le forme pro soluto e pro solvendo, a seconda dei casi; ciò significa che possiamo ragionevolmente ritenere che l’ammontare dei debiti corrisponda a un’immediata immissione di liquidità nel sistema economico per quelli in mano alle imprese, mentre per i pagamenti che finiscono nel sistema creditizio l’efficacia dell’operazione è incerta, in quanto l’immissione di liquidità risulta essere indiretta. Occorre ricordare, signor Presidente, che il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, recependo la direttiva europea, fissava in 30 giorni il pagamento dei crediti ordinari della pubblica amministrazione e in 60 giorni il regolamento per casi eccezionali. Tale
Sebastiano Barbanti - Disposizioni concernenti il divieto dello svolgimento di propaganda elettorale a carico delle persone appartenenti ad associazioni mafiose e sottoposte alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza (660) presentata il 4/4, annunziata il 9/4 Michele Dell’Orco - Modifica all’articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (750) pres. il 15/4, ann. il 16/4 Federica Dieni - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e al decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, in materia di introduzione del voto di preferenza per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e di disciplina delle cause di incandidabilità (736) pres. il 12/4, ann. il 16/4 Roberta Lombardi - Abolizione dei contributi pubblici e modifiche alla disciplina in materia di spese elettorali e agevolazioni a partiti e movimenti politici. Delega al Governo per l’adozione di un testo unico delle leggi concernenti agevolazioni in favore dei partiti (664) pres. il 4/4, ann. il 9/4 Carla Ruocco - Modifiche all’articolo 3 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n.148, in materia di soppressione dell’obbligo di assicurazione dei professionisti (646) pres. il 3/4, ann. il 9/4
9
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 27 APRILE 2013
PARLAMENTO 5 STELLE punto della piattaforma informatica. Non è un Paese civile quello in cui si permette che decine e decine di migliaia di imprese sane ed efficienti si trovino in seria crisi di liquidità per il perpetrare di inefficienze e malfunzionamento della macchina amministrativa, non è un Paese a cui sta a cuore il futuro dei suoi cittadini quello in cui ci si limita al mero rispetto contabile di alcuni dubbi principi numerici, invece la politica – in particolare modo la politica economica – si dovrebbe occupare di realizzare obiettivi di benessere, di piena occupazione, di rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale. Intervento di Vito Crimi - 17 Aprile
Dimissioni di Giovanna Mangili - M5S
È la seconda volta che le dimissioni di Mangili (M5S) vengono respinte. Due settimane fa la senatrice non si era presentata in Aula, ma aveva inviato una lettera in cui spiegava i motivi della sua decisione. La maggioranza aveva però ritenuto le ragioni esposte “lacunose”.
Principali attività parlamentari della settimana MOZIONI
- Richiesta di rinvio delle nomine dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti, in nome della trasparenza e anche in vista del decreto di sblocco di 40 miliardi per i pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese; - Richiesta dell’immediato ritiro delle nostre truppe dall’impiego in Afghanistan, consentendo, oltre alla salvaguardia di vite umane, anche un risparmio pari a oltre 65 milioni al mese; - Richiesta di bloccare preventivamente le coltivazioni OGM, in particolare il mais della Monsanto (clausola di salvaguardia);
PROPOSTE DI LEGGE
- Abolizione del contributo pubblico ai partiti; - Introduzione del voto di preferenza per le elezioni alla Camera dei Deputati e al Senato; - Liberalizzazione delle giornate festive lavorative nel piccolo commercio;
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
- Pignorabilità stipendi e pensioni: richiesta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per porre il limite del quinto al pignoramento di stipendi e pensioni anche quando superino i mille euro - Terremoto Emilia Romagna: richiesta al Ministro dello Sviluppo Economico per la sospensione degli studi di settore relativi alle aziende delle zone colpite dal sisma, e la sospensione per due anni dei tributi non pagati - Pesticidi: richiesta ai Ministri di Agricoltura, Ambiente e Salute per porre un freno all’uso dei pesticidi in agricoltura nel nostro Paese, causa di inquinamento delle falde acquifere e dei terreni - Rigassificatore Gioia Tauro: richiesta ai Ministri dello Sviluppo Economico e Ambiente per sospendere la procedura amministrativa per il rigassificatore di Gioia Tauro, in attesa del parere del Consiglio dei Lavori Pubblici - Concorso Vigili del Fuoco: richiesta al Ministro dell’Interno per sbloccare il turn-over del personale del Corpo dei Vigili del Fuoco, e trasparenza delle graduatorie - Licenziamenti Golden Lady Chieti: richiesta al Ministro del Lavoro per assumere una iniziativa normativa per la legge di stabilità, per prorogare la cassa integrazione per ristrutturazione, e istituire un tavolo di concertazione - MUOS Sicilia: richiesta al Ministro della Difesa per chiarire se i lavori siano prossimi al completamento in quanto gli americani non hanno dato seguito al provvedimento che revocava le autorizzazioni, e quali provvedimenti il governo intenda adottare - Trivellazioni Sardegna: richiesta al Ministro dello Sviluppo Economico per promuovere un tavolo di confronto, sospendendo nel contempo ogni autorizzazione già concessa
10
“La decisione di rinunciare – ha detto Mangili durante il discorso di oggi – è maturata nella massima libertà ed autonomia. Anzi, devo dire che le fantastiche persone che fanno parte del mio gruppo hanno tentato di convincermi a restare dimostrandomi affetto e protezione. Rinuncio all’incarico per ragioni personali. Confermo la mia richiesta di dimissioni e chiedo all’Aula di votare favorevolmente per porre fine al tortuoso percorso ad o-stacoli che mi vede protagonista”. Ma anche questa volta le sue dimissioni sono state respinte e si sono subito scatenate polemiche, con le proteste del Pdl e le perplessità nel Pd, espresse da Felice Casson: “La ricerca dei motivi che hanno condotto a queste dimissioni è rimasta tale, nel senso che una risposta non l’abbiamo ottenuta”... ...“È davvero una scena inquietante – commenta il vicepresidente di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri – quella a cui abbiamo dovuto assistere. La parlamentare ha dovuto leggere su un foglio, come se fosse un discorso preparato, il perché di questo suo gesto. Il Senato è un luogo di libertà in cui ognuno può esprimersi e assistere a scene di questo tipo è davvero preoccupante”. All’attacco di Gasparri risponde il capogruppo grillino Vito Crimi: “Sono costernato dalla crudeltà dimostrata in questa aula nei confronti di una persona che sta cercando di esercitare un suo diritto, quello di rinunciare a un mandato. Giovanna Mangili ha dichiarato sin dall’inizio l’intenzione di rinunciare. Non capisco questo atteggiamento. È venuta in quest’aula per spiegare ed evidentemente ha parlato sentendosi emozionata. Evidentemente non siete abituati a persone che decidono di lasciare un posto perché non se la sentono. Le persone che non rispettano le istituzioni sono quelle che hanno 3-5 poltrone insieme e non vi vogliono rinunciare”.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE di Beppe Grillo - 28 Aprile
In merito all’attentato di Palazzo Chigi
C’è stato un attentato ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi. Vorrei innanzitutto manifestare la mia solidarietà ai carabinieri, alle forze dell’ordine e ai parenti del carabiniere ferito gravemente. Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perchè il nostro MoVimento non è assolutamente violento. Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popolari. Piena solidarietà alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale.
Otto milioni di intrusi! Angelo Tofalo Camera 28 Aprile
Più di otto milioni di italiani che hanno dato il loro voto al MoVimento 5 Stelle sono considerati intrusi, cani in chiesa, terzi incomodi, disprezzati come dei poveri coglioni di passaggio. Né più e né meno dei 350.000 che firmarono per la legge popolare Parlamento Pulito che non è mai stata discussa in Parlamento dal 2007 e dopo due legislature è decaduta. Il M5S non può governare, ma neppure avere i diritti minimi di chi fa opposizione. L’offerta di un governo condiviso con il pdmenoelle con l’elezione di Rodotà, un presidente della Repubblica indipendente e incorruttibile, non è stata minimamente valutata. Eppure sarebbe stato l’inizio di un nuovo giorno, del rinnovamento del Paese. E ora, dopo l’osceno colloquio notturno a tre, in cui due persone, Berlusconi e Bersani, hanno deciso tutto, governo, presidenze della Repubblica, programma, al cospetto dell’insigne presenza di Napolitano, il M5S non vedrà rispettati i suoi diritti di pre-
siedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Andranno all’opposizione farlocca della Lega e di Sel, alleati elettorali di pdl e pdmenoelle. Un quarto degli elettori è di fatto una forza extra parlamentare. Lo scorso sabato la folla ruggiva, aveva circondato il Parlamento sui quattro lati, stava per sfondare. Si era radunata spontaneamente. Erano cittadini che si sentivano impotenti, esclusi da qualsiasi rappresentanza, da ogni decisione. Persone che vivono sulla loro pelle e su quella dei loro familiari una crisi economica senza precedenti nella storia repubblicana. I responsabili di quella crisi ora si pongono a salvatori della Patria senza alcun senso del pudore. Ci ridono in faccia e mostrano il dito medio in segno di disprezzo, come Gasparri, al riparo delle loro scorte. “Noi siamo noi e voi non siete un cazzo”. Quanto pensate che potrà tenere il ghetto in cui avete rinchiuso la volontà popolare? Sei mesi? Un anno? Il M5S subisce attacchi vergognosi ogni giorno da giornalisti prezzolati, attacchi furibondi che si sono intensificati dopo le elezioni. Chiunque faccia parte del M5S, o anche si avvicini, è colpito sul piano personale e nessuno si indigna. Per il Palazzo è normale che questi parvenu della democrazia siano sbeffeggiati, insultati, derisi. Le mail private di molti parlamentari del M5S sono state trafugate, foto, filmati, corrispondenze. In un altro Paese sarebbe il primo titolo per giorni. Se fosse successo al Pdl, a Cicchitto, Ghedini, Brunetta i giornali e i telegiornali avrebbero gridato all’attentato alla sicurezza nazionale. Per il M5S solo scherno o silenzio. Anche il silenzio del presidente della Repubblica del quale sono stati distrutti nei giorni scorsi i nastri delle conversazioni con Mancino.
MO IMENTO 3
La coerenza del PD... ...sono solo parole Pierluigi Bersani - 2 ottobre 2012 “Se si pensa di ovviare con maggioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo” (Micromega Online). Emanuele Fiano - 28 febbraio 2013 “Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto” (AGI). Ivan Scalfarotto - 28 febbraio 2013 “I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi” (AGI). Anna Finocchiaro - 5 marzo 2013 “Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra” (L’Unità) Pier Luigi Bersani - 7 marzo 2013 “Parliamoci chiaro: un accordo di governo fra noi e la destra berlusconiana (respiro profondo) non esiste” (Otto e Mezzo, La 7) Massimo D’Alema - 8 marzo 2013 “In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme” (L’Espresso) Beppe Fioroni - 25 marzo 2013 “Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada”. (L’Espresso) Matteo Orfini - 27 marzo 2013 “Nè ora nè mai un governo col Cavaliere. Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile” (La Repubblica) Enrico Letta - 29 marzo 2013 “I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali” (Lettera 43) Roberto Speranza - 7 aprile 2013 “Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una
11
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno” (L’Unità)
Pier Luigi Bersani - 13 aprile 2013 “Il governissimo non è la risposta ai problemi” (Micromega)
Roberto Speranza - 7 aprile 2013 “L’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl” (L’Unità)
Rosy Bindi - 21 aprile 2013 “Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo” (L’Espresso)
Roberto Speranza - 8 aprile 2013 “Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell’Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl” (L’Unità)
Andrea Orlando - 22 aprile 2013 “Sono contrario a un governo Pd-Pdl” (Linkiesta)
Pierluigi Bersani - 8 aprile 2013 “Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori” (L’Espresso) Enrico Letta - 8 aprile 2013 “Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile” (La Presse)
Dario Franceschini - 23 aprile 2013 “Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano” (L’Espresso)
A proposito di fiducia...
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, colleghi deputati, l’Esecutivo presentato oggi, chiede a questo Parlamento la fiducia, una parola che indica appro-
Elenco dei componenti del neonato Governo Letta
Sottosegretario alla Presidenza: Filippo Patroni Griffi Vice Premier e Ministro degli Interni: Angelino Alfano Affari Europei: Enzo Mauro Milanesi Affari Regionali e Autonomie: Graziano Delrio Coesione territoriale: Carlo Trigilia Rapporti col Parlamento: Dario Franceschini Riforme Costituzionali: Gaetano Quagliariello Integrazione: Cecile Kyenge Pari Opportunità, Sport e Politiche Giovanili: Josefa Idem 12
Publica Amministazione: Giampiero D’Alia Affari Esteri: Emma Bonino Giustizia: Annamaria Cancellieri Difesa: Mario Mauro Economia e Finanza: Fabrizio Saccomanni Sviluppo economico: Flavio Zanonato Trasporti: Maurizio Lupi Politiche agricole: Nunzia De Girolamo Ambiente: Andrea Orlando Lavoro: Enrico Giovannini Istruzione: Maria Chiara Carrozza Beni e Attività Culturale: Massimo Bray Salute: Beatrice Lorenzin
Riccardo Nuti Camera Seduta n° 10 del 29 Aprile vazione, fondata su una valutazione positiva dei fatti. Dopo quanto esposto negli interventi del MoVimento 5 Stelle e soprattutto dopo i disastrosi risultati di questa classe politica, alla quale voi appartenete da numerosi anni, come si può dare fiducia a questo Esecutivo? Negli ultimi decenni si è ammessa da più parti la mancanza di credibilità di questa classe politica che ora chiede la fiducia per l’ennesima volta, come se questa squadra di Governo venisse dalla luna, come se non fosse responsabile, o quantomeno corresponsabile, di quanto finora avvenuto. Secondo noi tutto quello che oggi si prospetta agli italiani nasce da quella famosa frase: lo sa lui e lo sa l’onorevole Gianni Letta, pronunciata da Luciano Violante durante un discorso alla Camera nel quale affermava di aver garantito dal 1994 le televisioni di Silvio Berlusconi e di conseguenza tutti i suoi interessi. a allora tutti noi ci siamo posti le seguenti domande: perché mai non si è fatta una seria legge anticorruzione? Perché mai non si è votato nella Giunta per le elezioni l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi? Perché costantemente aumentavano i rimborsi elettorali arrivando a cifre da capogiro senza che nessuno si opponesse, e il tutto in completo disprezzo del referendum del 1993 che aboliva definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti? Perché mai i manager delle grandi aziende pubbliche sono appartenuti sempre alle aree di riferimento di questi due partiti e hanno sempre lavorato con stipendi d’oro, liquidazioni astronomiche e in cambio ci hanno lasciato aziende distrutte e svendute, in barba alla fatica dei nostri genitori e dei nostri nonni? Perché non è stata mai, e dico mai, discussa alcuna legge di iniziativa popolare in Parlamento? Perché nel silenzio generale molto spesso l’esito dei referendum non viene rispettato? Perché mai la TAV, il ponte sullo Stretto di Messina, la Gronda, tutte opere economicamente e ambientalmente insostenibili, hanno l’appoggio
MO IMENTO
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
3 di questi due partiti? Abbiamo troppe domande e molti indizi, e tantissimi fatti che ormai sono un’evidenza. Un accordo forte, di sistema, tra i due più grandi attori della politica italiana tiene sotto scacco il Paese e i cittadini tutti. Ecco spiegati vent’anni di opportunità perdute per la nostra terra, per i suoi abitanti, per la nostra crescita culturale e di comunità. Ci sono tantissime persone, troppe in questo Paese, che la notte non sanno dove dormire, che hanno paura del domani, dei debiti. Ci sono persone che piangono per la disperazione e non siamo certo noi i responsabili di queste tragedie che, probabilmente, anche qualcuno di noi ha vissuto. Siamo convinti che non basta avere – come è stato detto – un Governo anagraficamente giovane, né un Governo con numerose presenze femminili: ciò che serve all’Italia è portare avanti un’idea innovativa e il requisito minimo per poterlo fare è avere persone disinteressate dall’alta e comprovata moralità e onestà. Ci teniamo a ribadire che non siamo l’emergenza democratica di questo Paese. Noi siamo la conseguenza della finta democrazia di questo Paese. Da oggi, le emergenze si dovranno chiamare, prima di tutto, conseguenze, perché le conseguenze prevedono della responsabilità da individuare. A proposito di responsabilità, vogliamo dire a tutti voi, e agli italiani e non che ci stanno ascoltando, che voteremo favorevolmente quei provvedimenti che riterremmo utili per il bene comune, quelli di reale cambiamento. Per il resto, faremo un’opposizione seria, costruttiva e propositiva. Il nostro non è un «no» a priori, ma un «no» frutto di conoscenza e di informazione, un «no» di chi non vuole accontentarsi del meno peggio, di chi non può e non vuole chiudere gli occhi davanti a questo inciucio, di chi non vuole cedere allo squallido compromesso che chiede voti in cambio di posti di lavoro, di concessioni e di permessi. Il nostro «no» alla richiesta di fiducia è un «no» informato, figlio di tanti scandali, come le discariche di Chiaiano, Malagrotta, Bellolampo e quella sul fiume Pescara, gli ecomostri Residence Roma e di Realmonte, le migliaia di morti sul lavoro che piangiamo ogni anno e che, dopo un apparente interesse da parte delle istituzioni, sono tornate nel silenzio generale senza subire alcun significativo calo, gli scandali sanitari dell’os-
pedale San Raffaele, Santa Rita, della sanitopoli d’Abruzzo e della clinica Santa Teresa, gli scandali finanziari Parmalat, Monte dei Paschi di Siena e Antonveneta, i morti uccisi in decenni di guerra dalla ’ndrangheta, dalla camorra e da Cosa Nostra, i morti a causa di tumore, in nome della crescita, dall’ILVA al petrolchimico di Gela, a tante altre zone d’Italia e, non per ultimo, alle bombe di Capaci, Via d’Amelio, Roma, Firenze e Milano. Questo è solo un breve elenco, potenzialmente infinito. Per tutti questi motivi, il voto del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle non può che essere contrario alla fiducia da voi richiesta. La fiducia è qualcosa che si conquista nella vita, dimostrando di meritarla giorno per giorno, è qualcosa che resiste anche a singoli errori, ma che non può persistere dopo che queste forze politiche che voi rappresentate hanno dimostrato di non voler cambiare, ma solo di far finta di cambiare.
Interventi sulla non fiducia al Governo Letta Andrea Colletti Camera Seduta n°10 del 29 Aprile
Presidente del Consiglio Letta, noi vi conosciamo! Noi sappiamo chi siete! Ed è quindi inutile mettere delle facce nuove solo per far vedere che è in atto un cambiamento. Quando in una parete c’è la muffa, la soluzione è rimuoverla, non passarci sopra la vernice. Perché la muffa, subito dopo, ritorna ancora peggio di prima. E questo siete voi, una mano di vernice su di un muro già irrimediabilmente rovinato. Presidente Letta, questo Governo odora di democristianità. Odora di intrecci di comitati d’affari quali CL e Compagnia delle Opere. Visto il Mini stro dell’Interno che ha scelto, o che è stato obbligato a scegliere, possia mo ben dire che questo sembra il Governo della trattativa Stato-Mafia. Del bavaglio alla magistratura ed alle opposizioni politiche. Questo, siamo sicuri, sarà il Governo del salvacondotto giudiziario a Silvio
Berlusconi. Presidente Letta, sappiamo anche perché Napolitano ha scelto lei. Lei è l’esemplificazione della trasversalità, degli accordi alle spalle dei cittadini. E d’altra parte Lei è lo stesso che ha affermato che era meglio votare Berlusconi che il M5S. Lei è lo stesso che venerava un certo Giulio Andreotti, prescritto per concorso esterno ad associazione mafiosa. Lei è anche il nipote di Gianni Letta, braccio destro di Berlusconi, amnistiato per finanziamento illecito dei partiti; indagato da varie procure d’Italia. Tipico intreccio familistico del potere in Italia. Presidente Letta, la sua Fondazione Vedrò riceve finanziamenti da aziende praticamente pubbliche come Eni ed Enel. Da ex monopolisti pubblici come Autostrade per l’Italia ed altri ancora. Ed allora, quando dovrà prendere decisioni difficili, a chi risponderà? Ai cittadini oppure alle grandi aziende che generosamente la finanziano? Insomma, Lei riassume quello che è lo status quo in Italia. La preservazione degli interessi di pochi contro gli interessi della collettività. Presidente Letta, noi qui in Aula faremo una opposizione durissima, senza sconti. D’altra parte qui dentro abbiamo dimostrato di essere l’unica vera opposizione. Ma siamo anche cittadini italiani. E, sinceramente, speriamo, ma non crediamo, che possiate fare qualcosa di positivo per il Paese. E se ciò dovesse davvero succedere, se quindi riuscirete a fare gli interessi dei cittadini invece che delle lobby che vi sostengono, noi vi appoggeremo convintamente. Ma se, come crediamo, farete gli interessi dei pochi, noi saremo pronti a stanarvi ed a denunciare pubblicamente ciò che siete e rappresentate!
E ancora...
Mario Michele Giarrusso - Senato Seduta n°17 del 30 Aprile Signor Presidente, signor Ministro, il Movimento 5 Stelle condanna senza appello la vile e inammissibile violenza perpetrata domenica nei confronti di due servitori dello Stato,
13
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE i carabinieri Giuseppe Giangrande e Francesco Negri. Una violenza tanto più grave e ingiustificabile in quanto posta in essere nei confronti di chi, nell’adempimento del proprio dovere, in quel momento era preposto alla difesa delle istituzioni democratiche di questo Paese. Il MoVimento intende così manifestare la propria umana e politica vicinanza ai due carabinieri feriti, alle loro famiglie e a tutti i membri delle forze dell’ordine. Queste donne e questi uomini in divisa ogni giorno, in dignitoso silenzio, mal pagati e peggio equipaggiati, sono comunque e sempre nelle nostre strade, tra i cittadini, per garantire la sicurezza di tutti. Queste donne e questi uomini, fedeli servitori dello Stato, con le loro vite, difendendo le istituzioni, difendono la nostra democrazia ed il libero esercizio sia dell’attività di Governo che il libero svolgimento dell’opposizione, perché in democrazia noi facciamo così. Chi attenta alla vita di queste donne e di questi uomini, di questi servitori dello Stato, attenta alla nostra libertà, attenta alla libertà di tutti i cittadini, anche di quelli che protestano e dissentono e che lo possono fare civilmente e liberamente proprio grazie all’impegno e alla professionalità dimostrata dai nostri cittadini in divisa, perché in democrazia noi facciamo così. Chi osa speculare sul sangue dei nostri fedeli servitori dello Stato per fini di bassa polemica politica è un poveretto, è in malafede. Chi ha osato speculare su questi gravi fatti per attaccare il M5S lo ha fatto in palese malafede. È lo stesso individuo e sono gli stessi gruppi che fino a qualche giorno fa apostrofavano i magistrati come criminali. Chi ha osato speculare sul dolore dei nostri carabinieri feriti è lo stesso che qualche giorno fa affermava testualmente «daremo battaglia nel Parlamento e nelle piazze», e non era Grillo e non eravamo noi, signor Presidente! È lo stesso personaggio, imputato per induzione alla prostituzione di una ragazza minorenne, che affermava con grande enfasi e violenza verbale che all’interno della magistratura c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere. Questi personaggi, che in gioventù inneggiavano alla violenza politica, invocando per l’Italia un golpe violento come quello della Grecia e che veramente hanno assaltato il Parlamento insieme ai loro sodali politici e per fare i fatti sono stati
14
inquisiti per attentato agli organi costituzionali, questi stessi adesso ci fanno la morale. La violenza, signori colleghi, non appartiene alla storia del M5S, che ha sempre predicato la non violenza e la resistenza civile e pacifica e ha incanalato la rabbia e la disperazione dei cittadini, provati dalla crisi morale, civile e politica in cui versa il nostro Paese, attraverso la raccolta di firme per i referendum, attraverso la raccolta di firme per le iniziative di legge popolari e, non ultima e non meno importante, attraverso la partecipazione alle elezioni politiche. Lo scopo è di restituire la voce propria ai cittadini che in queste Aule, da troppo tempo sorde e cieche ai loro lamenti ed alle loro legittime invocazioni di aiuto, non avevano rappresentanza, perché in democrazia noi facciamo così. In conclusione, vorrei solo sottolineare che noi del M5S, proprio in quei momenti, eravamo tra i cittadini che protestavano, invocando il nome di Rodotà e non certo lanciando molotov o brandendo spranghe di ferro; abbiamo continuato a farlo per tutta la giornata, evitando che la protesta potesse esorbitare dal binario civile e democratico ad opera di frange di estremisti che si erano infiltrati. Il MoVimento, in quei momenti concitati e convulsi, si è assunto le proprie responsabilità, collocandosi dove deve stare una forza politica come la nostra, democratica, civile, pacifica e di opposizione, tra i cittadini che protestano ed i cittadini in divisa che vigilano, affinché la protesta potesse svolgersi senza rischi per l’incolumità di tutti, perché in democrazia noi facciamo così.
E ancora...
Alessandro Di Battista Camera - Seduta n°10 del 29 Aprile Signor Presidente, peccato che non sia presente il Ministro Alfano perché parliamo di giustizia. Ministro Cancellieri, mi rivolgo a lei. Siamo felici che una donna come lei possa diventare Ministro della giustizia. La supporteremo se farà battaglie per la legalità
e la proteggeremo da eventuali attacchi delle mafie. Saremo con lei se toccherà gli interessi di quei gruppi di potere che hanno trasformato i cittadini in sudditi. Noi siamo qui per suggerirle azioni di Governo, per indicarle percorsi che non possono non prescindere dalla strada tracciata dalla Costituzione. Una Costituzione che tutela l’autonomia della magistratura, un obbligo che deve seguire alla lettera disinnescando l’assurdo conflitto con la politica che perdura da vent’anni, da quando Berlusconi – purtroppo non Cesare Beccaria – è sceso in politica per occuparsi dei suoi problemi mettendo 60 milioni di italiani in un mare di guai. Noi del MoVimento 5 Stelle non difendiamo i magistrati tout court. I magistrati sono uomini, gli uomini sbagliano e gli errori sono in buona o cattiva fede, Ministro. Noi difendiamo il ruolo sacrosanto della magistratura. La sosterremo se vorrà rivedere il «piano carceri» troppe persone che hanno commesso reati di «serie B» sono in galera, mentre colletti bianchi che hanno contribuito alla crisi viaggiano sotto scorta. Questo è intollerabile, Ministro, lei lo sa benissimo. La invitiamo, quindi, ad impegnarsi in un programma di depenalizzazione dei reati a bassa pericolosità sociale e ad una politica dura nei confronti di quei criminali che falsificano i bilanci, che corrompono e che legiferano nonostante le loro condanne. Il falso in bilancio va inasprito, Ministro, per favore! Lei sa che cosa succede a chi falsifica un bilancio negli Stati Uniti, un Paese portato ad esempio da tanti che le siedono accanto. Oggi la corruzione ci costa 60 miliardi all’anno. Si immagina, Ministro, quante imprese potremmo salvare con questo denaro? Quanti cittadini disperati potremmo aiutare magari attivando quel reddito di cittadinanza, che è presente negli altri Paesi europei? 60 miliardi all’anno, 15 volte il gettito IMU. Riflettiamoci tutti a cominciare da lei, Ministro. Se lei si batterà per l’indipendenza della magistratura, se lei stessa si dimostrerà indipendente, noi non soltanto la sosterremo, ma la chiameremo con orgoglio Ministro della giustizia. Buon lavoro.
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
MO IMENTO 3
Le conclusioni del capogruppo Crimi Vito Crimi Senato - Seduta n°17 del 30 Aprile
Egregio Presidente, signori senatori, siamo oggi a decidere se riconoscere al Presidente del Consiglio e al Governo la nostra fiducia e quella dei cittadini che hanno scelto il MoVimento 5 Stelle come portavoce delle improrogabili istanze del Paese. Per decenni un grido di dolore è salito via via da cittadini e famiglie, lavoratori ed imprese, giovani disoccupati, pensionati ed esodati, ignorato solamente dalla sordità delle forze politiche. Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica nei passaggi del suo discorso che, in modo kafkiano, angosciante e surreale, avete voi stessi ipocritamente applaudito. Il senso del mandato elettorale che abbiamo ricevuto sta qui: nella convinzione dei cittadini che il sistema politico vigente non voglia e non possa evolvere spontaneamente, anzi resista alle spinte della società civile che, estromessa dalle istituzioni politiche, è arrivata a concepirle come circoli esclusivi o addirittura palazzi fortificati. Malgrado ciò non siamo venuti per una contrapposizione assoluta e radicale; siamo per natura e per scelta un movimento propositivo, ne abbiamo dato dimostrazione e ne daremo ancora. La doverosa protesta per la violazione del Regolamento e il mancato avvio delle Commissioni permanenti non ci ha impedito di contribuire costruttivamente ai lavori delle Commissioni speciali plenipotenziarie; Commissioni improprie per loro natura e a maggior ragione a causa anche del conflitto di attribuzioni, in quanto i Presidenti di dette Commissioni sono stati chiamati anche in qualità di saggi a delineare una linea programmatica per il Governo, mentre nelle Commissioni speciali rivestivano ruoli di responsabilità, controllo e garanzia. Si è preferito bloccare l’azione dei parlamentari in attesa che maturassero le condizioni perché si consumasse l’annunciato matrimo-
nio a cui assistiamo oggi. Malgrado ciò abbiamo accettato comunque di contribuire in sede di Commissione speciale ad un decreto già in partenza insufficiente per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese, pur avendo proposte di legge di ben altra portata da avanzare nelle Commissioni permanenti: per lo sblocco totale dei pagamenti succitati; per l’abolizione graduale dell’IRAP entro il 2014; per estendere a tutte le imprese il cosiddetto pagamento dell’IVA per cassa. Si tratta di proposte studiate e costruite in collaborazione con realtà locali ed associazioni di categoria e dunque con chi costruisce l’economia reale quotidianamente, e non con chi la piega agli interessi della finanza. Quale che fosse il Governo, anche in prorogatio, queste misure potevano essere già definite ma, mentre noi indicavamo la luna, i partiti guardavano il dito, distratti a definire gli equilibri di potere, trascurando prerogative e doveri legislativi. Abbiamo dunque coniugato coerenza e realismo, fermezza e dialogo, anche al punto da non escludere la nascita di un Governo, non già nostro di bandiera, ma super partes, «super» per levatura tecnica e reale autonomia dai poteri costituiti, in grado di portare ciò che necessita ora più che mai alla politica e al Paese. Con questo stesso spirito attento e niente affatto preconcetto, valutiamo oggi ciò che è possibile concedere in termini di fiducia, benché il quadro sia - ahinoi - deficitario. Il Paese è involuto sotto lo stillicidio di leggi inique, che hanno aumentato l’impunità, fratturato la coesione, aperto la forbice tra ricchi e poveri, tra economia e finanza, tra diritti e doveri, affievolendo la fiamma pilota della scuola, della ricerca, del tessuto imprenditoriale, della tutela dei beni comuni, delle fasce deboli, e con questi il principio della sovranità del popolo. Di questa sistematica deriva il sistema dei partiti è responsabile come lo sono i Governi uscenti. Con questa consapevolezza, signor Presidente, ci siamo accostati alle consultazioni che, per la prima volta nella storia, i cittadini hanno potuto vedere e valutare dal vivo, e ne siamo orgogliosi. Lei parve convinto del suo ruolo, lo si è visto, quasi che la sua fosse una proposta per noi irrinunciabile. Il suo fervore era pari al nostro disincanto per la parabola,
per nulla casuale, che ha portato al suo mandato e per la fisionomia prevedibile del Governo nascente, dettata esplicitamente dal Presidente della Repubblica e dalle esternazioni interessate dei notabili di partito. Per l’ennesima volta avremmo voluto essere smentiti. Per l’ennesima volta si è confermato invece il potere inerziale che sta portando il Paese al declino. Abbiamo visto fallire due Governi, entrambi con larghissime maggioranze, e con logica pervicace si è escluso un Governo, foss’anche di minoranza, innovativo e super partes. Serviva un passo indietro dei partiti, logorati dalle lotte intestine e non un accalcarsi nelle stanze dei bottoni. Abbiamo dovuto votare con una legge elettorale ripugnante e ora, come danno e beffa, vediamo uniti e abbracciati proprio i partiti e i politici che hanno eluso sistematicamente la riforma elettorale per calcolo fazioso. Il cambiamento, chiara istanza emersa dal voto e universalmente riconosciuta da tutte le analisi, ci è stato sbandierato nelle precedenti consultazioni e rinnovato da lei pochi giorni fa a parole, senza seguito nei fatti. Forse il cambiamento si limitava al portare gli stadi fuori dai centri storici: spero che non sia questo. Anzi, proprio lei ha chiesto a noi di cambiare, di scongelarci. Noi l’attendevamo sui fatti e le prime azioni confermano la rigidità del sistema politico, ibernato nella conservazione dello status quo. L’invito a scongelarsi lo rivolgiamo a lei e a quella classe politica che rappresenta. Ai posti di responsabilità del suo Governo troviamo ancora comandanti e nostromi dei Governi naufragati nel 2011 e 2012. Troviamo anche nuovi Ministri in settori chiave, ma non tutti con competenze specifiche, alcuni dal curriculum improbabile, se si esclude la militanza di partito. Il programma è quantomeno aleatorio e verosimilmente sarà ostaggio di veti incrociati e mercanteggiamenti dei partiti, ognuno proteso a conquistare un successo di Pirro da spalmare sui media. Doppi fini personali traspaiono invece dietro le cortine mediatiche, nessuna presa di posizione chiara sull’ineleggibilità di Silvio Berlusconi e sul conflitto di interessi. Non daremo dunque la nostra fiducia, perché essa impegna chi la concede ben più di chi la raccoglie. La nostra proposta di metodo non è stata accolta. Ora ci confronteremo sui contenuti e su
15
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE questi, malgrado tutto, ci troverà sempre responsabili, per il valore che diamo a questo termine. Due punti su tutti ci permettiamo di imporre alla sua attenzione: il primo è il sostegno ai redditi, in primis con l’istituzione di un reddito di cittadinanza. Tale richiesta viene da tante forze politiche e vale appena la pena di ricordare come in tutte le Nazioni europee esistono strumenti analoghi, con pochissime, non invidiabili eccezioni. Le istituzioni europee ci raccomandano di adottare queste misure, o forse l’Europa è autorevole solo quando ci chiede e pretende? Sono misure che possono sostituire altri ammortizzatori sociali, e dunque con minore onere netto per il bilancio, che rilanciano i consumi e con essi l’economia e le entrate fiscali virtuose. Si tratta di una misura i cui stessi effetti riducono il suo costo reale. Il secondo è un «piano Marshall» per le piccole e medie imprese, imperniato su: semplificazione burocratica, riforma fiscale, detassazione di investimenti e ricerca, spostamento degli investimenti dalle grandi opere inutili ad un piano di microprogetti a vantaggio delle imprese artigiane, riduzione dei tempi per la giustizia civile e penale, che hanno costi economici pari a diversi punti di PIL. In conclusione, signor Presidente, prendiamo atto comunque che sta nascendo un nuovo soggetto politico, che stravolge il risultato elettorale e disattende il voto espresso dai cittadini, basato sulle coalizioni dichiarate in campagna elettorale. L’espressione di questo «modello unico» è appunto questo Governo, al quale il MoVimento 5 Stelle si contrappone fermamente, assumendo il ruolo di opposizione. Non possiamo non sottolineare invece un’affermazione inquietante, che abbiamo sentito, e cioè la costituzione di una cosiddetta convenzione. Si propone di restituire la centralità al Parlamento, ma allo stesso momento si sottrae allo stesso la possibilità di dar vita al dibattito fisiologico - come da lei stesso viene definito che viene connotato quasi da un’accezione negativa. Fin dai primi giorni, a seguito dell’ingresso in queste stanze del MoVimento 5 Stelle, e quindi di cittidini, vengono proposti modelli atti a delegittimare l’unica presenza politica all’interno di quelle stanze che rive-
16
ste un ruolo di opposizione al modello unico, dapprima con cosiddetti saggi ed ora con questa convenzione, la cui Presidenza è stata reclamata addirittura da Silvio Berlusconi: su questo nessun commento è sufficiente a descrivere il nostro sdegno. Opposizione che eserciteremo comunque con responsabilità e propositività. Siamo appena entrati nei meccanismi di questa macchina elettorale e in questi meccanismi potremo essere olio oppure sabbia. Saremo olio tutte le volte che le azioni saranno volte all’interesso collettivo, saremo sabbia negli ingranaggi ogni volta che prevarranno interessi di parte.
L’etica e la traspareza Roberta Lombardi Camera nella seduta n° 8 del 9 Aprile
L’etica nei comportamenti pubblici e privati e la trasparenza sono da sempre due principi cardine del M5S. Così come l’uso assennato e da buon padre (o madre) di famiglia delle risorse pubbliche, ovvero i soldi che
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
MO IMENTO 3
noi cittadini versiamo ogni anno allo stato. Per questo motivo, in riferimento al codice di comportamento che ogni parlamentare ha sottoscritto al momento della candidatura, vorrei prendere un impegno ancora più chiaro e stringente con i cittadini che ci hanno votato. Ricordo che il gruppo M5S alla Camera, attraverso i sue rappresentanti nell’Ufficio di Presidenza, ha proposto di adeguare le retribuzioni dei parlamentari alla cifra di 5.000 euro lordi che noi già prenderemo e ha richiesto di ottimizzare la parte dei rimborsi unificandoli e documentandoli a piè di lista. Nell’attesa che l’Ufficio di Presidenza si pronunci, questa di seguito sarà la mia linea di condotta. Indennità parlamentare: rinuncio alla differenza con i 5.000 euro lordi, (5.435 euro). La differenza verrà restituita. Diaria: documentazione di tutte le spese a piè di lista, anziché il forfait di 3500 euro previsto. Quanto non documentato verrà restituito. Rimborso spese per esercizio del mandato (ovvero cosiddetti portaborse e consulenze): intera documentazione spese anziché il 50% come previsto. Quanto eventualmente non speso, verrà restituito. Spese trasporto e viaggio: rinuncio ai rimborsi taxi pari a 3.323,70 euro netti liquidati trimestralmente. Spese telefoniche: rinuncio a 3.100 euro circa su base annua. Assistenza sanitaria: non è possibile rinunciarvi. Indennità fine mandato (in busta paga indicato come Fondo Solidarietà): non
è possibile rinunciarvi. Ma lo restituirò a fine mandato. Previdenza Deputati: è l’accantonamento per la pensione calcolata con sistema contributivo. Maturerò il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi. Relativamente alle spese di viaggio, me ne servirò esclusivamente per quanto riguarda trasferte di lavoro e mi impegno a prediligere sistemazioni in hotel di categoria media ed a mantenere le spese di vitto, e alloggio e trasporto, il più possibile contenuti. Non esiste richiesta di uso virtuoso dei soldi pubblici se noi per primi non siamo disposti a dare il buon esempio!
Quale Europa? Quella dei popoli o delle Banche?
Dalila Nesci Camera Seduta n°11 del 30 Aprile Signor Presidente, signori ministri, colleghi deputati, il 2 marzo 2012 a Bruxelles fu redatto il Fiscal Compact, il Patto di bilancio europeo che prevede enormi sacrifici. L’approvazione del Trattato in Italia, avvenuta nella scorsa estate, ha comportato una conseguenza: il dispositivo è entrato nella Costituzione italiana, sicché il pareggio di bilancio è un obbligo fondamentale. Tale obbligo, però, si pone in contrasto con i doveri della Repubblica e con i diritti dei cittadini, sempre più sottoposti a tagli e tasse che producono perdita di servizi, di lavoro, di economie, di speranza nel futuro. L’Italia ha dunque ceduto alcune prerogative di giurisdizione nazionale all’Unione europea. Il che non può considerarsi affatto normale. Il Fiscal compact, oltre a determinare la cessione di un pezzo di sovranità, che per Costituzione appartiene al popolo, comporta che le politiche economiche dei prossimi decenni sono già ipotecate. La strada è tracciata. L’approvazione del Fiscal compact e degli atti collegati è opera vostra,
signori ministri del Pd, del Pdl e del raggruppamento Monti. Ieri avete affidato il governo dell’Italia ai poteri forti europei, oggi siete gli attuatori del loro programma di austerità. Apro una parentesi. Ricordo che quando il senatore Monti si presentò alla Camera, ricevuto l’incarico di presidente del Consiglio, proprio il suo successore, l’onorevole Enrico Letta, si mise a disposizione con un discusso bigliettino. Di là da ogni dietrologia, quell’episodio mi pare simbolico di un’equivalenza delle parti politiche, legate a un modello sbagliato di Europa e unite dalla disponibilità a sgretolare la sovranità dei cittadini, per interessi di grandi capitali. Di proposito, si è spiegato quasi niente del Fiscal compact, del collegato Meccanismo Europeo di Stabilità e del Fondo salva Stati, che nella vostra coscienza sapete essere un vero imbroglio. Tutto questo sulla base di logiche impositive, verticistiche, antidemocratiche; sulla base di un’idea di Europa delle lobby, delle ragionerie tecnocratiche e dei loro sostenitori politici, la quale mortifica i popoli e il progetto dell’unità politica del Vecchio continente. Il Movimento Cinque Stelle propone di intervenire nel rapporto, in termini di sovranità nazionale, tra il Fondo salva Stati e il Parlamento; due, occorre agire anche rispetto all’attuazione del pareggio di bilancio, che è un’aberrazione e cancella gli studi di economia e di diritto di tutti i presenti in aula. Per ultimo, bisogna modificare l’organizzazione dei gruppi bancari, strutturati a mo’ di scatole cinesi funzionali a operazioni, ormai sempre più note, che acuiscono la crisi. Vogliamo chiudere con le parole del prof. Stefano Rodotà. “In questo momento l’Europa è lontana, Bruxelles è detestata, perché viene percepita dai cittadini europei come il luogo da cui arrivano i sacrifici. Invece – continua il prof. Rodotà – per i cittadini europei ci sarebbe, ci può essere e ci deve essere la dimensione dei diritti che è nella vocazione storica dell’Europa”.
17
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE Prima della non fiducia al Governo Angelo Tofalo Camera Seduta n°10 del 29 Aprile
Rai siano attribuite all’unica vera opposizione, quella del M5S, e non a forze politiche di opposizione last minute. Spero che queste richieste non rimangano inevase e siano soltanto il punto di partenza per operare, pur nelle nostre diversità, in un contesto politico che garantisca la legalità e la trasparenza. Grazie.
Noi stiamo lavorando... Grazie Presidente, gentili colleghi e colleghe, oggi condividiamo le paure dei cittadini in strada che pretendono risposte immediate per combattere un momento di così grave crisi sociale, economica e morale. Oggi dobbiamo fare i conti con una nuova ondata di violenza che passa da una crescita esponenziale della microcriminalità nelle nostre città e culmina in gesti di estrema pericolosità. E come rispondiamo noi? Come affrontiamo queste tensioni? Come aiutiamo la nostra comunità? Semplice... Teniamo bloccate le commissioni utilizzando l’unica di esse ad oggi realmente operativa come valvola di sfogo per urgenze di palazzo. Siamo anche capaci di perder tempo per la costituzione di gruppi parlamentari come Fratelli d’Italia che hanno prima elemosinato “favori istituzionali” in nome della democrazia per poi dichiarare, subito dopo, di essere opposizione al “padrone” che li ha fatti eleggere. SEL, dopo aver consentito al Pd di prendere la maggioranza, ed aver bypassato lo sbarramento, oggi diventa opposizione e speriamo non giochi una partita ambigua che va dalle parole forti di un leader alla ricerca del cambiamento all’opposizione furba e comoda in linea con il progetto di “restaurazione” in atto nelle istituzioni. Poi c’è la Lega che senza provare alcuna vergogna si reinventa vantando una nuova ed immacolata verginità, dichiarandosi opposizione dello stesso piazzista che la tiene in vita. Non trasformiamo questa legislatura transitoria in una guerra santa fatta di alchimie politiche e giochi di prestigio. Dedichiamoci immediatamente al nostro ruolo supremo: legiferare! Ci aspettiamo che, in ossequio alla legge, le nomine al Copasir ed alla commissione relativa alla Vigilanza
18
Carla Ruocco Resoconto della giornata alla Camera
Il M5S si prepara a presentare i suoi emendamenti, proposte importanti che riguardano la vita dei cittadini e delle imprese in difficoltà. Così mentre qualcuno già festeggiava per la spartizione delle poltrone, il movimento, in un parlamento deserto, studiava ed analizzava ogni singola proposta preparandosi ad una importante discussione in aula. Alcuni degli emendamenti che avanziamo riguardano l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, la proposta di istituire un fondo a favore delle piccole e micro imprese con i soldi dei finanziamenti pubblici ai partiti (questo emendamento è stato accolto e sarà votato in aula), la possibilità di effettuare la certificazione dei crediti anche anche da parte di altri professionisti come gli avvocati e i commercialisti, iscritti all’albo da almeno 5 anni, e non solo dai notai, la ridiscussione della Tares che va stabilita in base al consumo dei rifiuti e non in base alla metratura, l’eliminazione della discrezionalità da parte di equitalia di pignorare pensioni e stipendi, la sospensione delle cartelle esattoriali per tutte quelle imprese che vantano crediti con le PA, la compensazione dei contributi versati (contributi dormienti) per chi non ha conseguito il diritto alla pensione autonoma (si parla di pensione per persone anziane che potrebbero compensare queste somme con le cartelle di un ICI/IMU non pagate perchè in difficoltà) e altre proposte di fondamentale importanza che troverete tutte in rete. Così alla fine della loro compilazione ci siamo detti: “andia-
mo giù dalla stampa ed enunciamo alcune di queste proposte in modo da farle conoscere a tutti”; ma giunta davanti ai giornalisti il mio desiderio di spiegare il nostro lavoro è stato accolto con sufficienza e noia, mentre tutte le domande si sono riversate sulle mail trafugate ai parlamentari del M5S. Questa, per la quasi totalità, è la stampa di questo paese che mentre affonda si preoccupa di fare solo gossip. SENATO DELLA REPUBBLICA
Decreti legislativi presentati
Alberto Airola - Norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso. (392) Rosetta Enza Blundo - Modifica all’articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi. (451) Vito Claudio Crimi - Riforma della disciplina per le elezioni della Camera e del Senato, concernente i criteri di candidabilità ed i casi di revoca e decadenza del mandato nonché l’espressione del voto di preferenza da parte degli elettori. (452) Disposizioni volte alla abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. (453) Abrogazione della legge 3 febbraio 1963, n.69, e successive modificazioni, sull’ordinamento della professione di giornalista. (454) Francesco Molinari - Disposizioni concernenti il divieto di propaganda elettorale per le persone appartenenti ad associazioni mafiose e sottoposte alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. (455) Michela Montevecchi - Nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia. (391) Nicola Morra - Modifiche all’articolo 416-ter del codice penale in materia di scambio elettorale politico-mafioso. (431) Luis Alberto Orellana - Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso. (393)
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE Un saluto per Agnese Borsellino
I parlamentari del M5S abbracciano la famiglia Borsellino colpita dalla scomparsa di Agnese, vedova di Paolo. Il nostro è un abbraccio fatto di sincero calore umano e sete di verità. Un abbraccio che esprimiamo riprendendo le parole di Salvatore Borsellino: “È morta Agnese. È andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte”. Corriere della Sera - 2 Maggio
MPS: il MoVimento propone varo commissione inchiesta Il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle al Senato ha depositato una proposta per l’istituzione immediata di una Commissione parlamentare di inchiesta sul dissesto finanziario dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena. L’iniziativa, si aggiunge, porta la firma dell’intero gruppo parlamentare e vede come primo firmatario Carlo Martelli. “La Commissione - si legge nel comunicato dovrà far luce su quello che è uno dei più grandi scandali finanziari e politici della Repubblica italiana mettendo particolare attenzione alle operazioni di acquisizione societaria e di attività su strumenti finanziari derivati. La proposta prevede l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’operato della Banca MPS, della fondazione MPS, e, conseguentemente, della Consob e della Banca d’Italia per quanto concerne MPS. Compito della Commissione di inchiesta sarà altresì quello di verificare le responsabilità per evitare che fatti così non abbiamo più a ripetersi”. Marco Baldassarre - Deputato
Situazione dei lavoratori di Monte dei Paschi di Siena Da operaio in aspettativa per il mandato parlamentare ho particolarmente a cuore i temi del lavoro, ragion per cui martedì 7 maggio, quando si formeranno finalmente le commissioni permanenti, entrerò a far parte della XI Commissione sul
Lavoro. Proprio per questo mi preme affrontare la questione del Monte dei Paschi di Siena anche dal punto di vista dell’occupazione. Viviamo in un periodo da dimenticare per quel che riguarda il lavoro, il welfare ed il sociale. La Riforma Fornero ha creato una nuova categoria, quella degli Esodati, attualmente 362.000, ha creato 900.000 esuberati e/o inoccupati, cioè quella categoria che non avendo fatto nessun accordo con la propria azienda si trova senza un lavoro a pochi anni dal pensionamento che, sempre grazie alla Riforma Fornero, è slittato all’età di 67 anni. Per non parlare del tasso record di disoccupazione, sopratutto giovanile. Nel frattempo, purtroppo, si uccide una persona al giorno, tra chi non sa come mandare avanti la propria famiglia per la mancanza di un lavoro e chi, sommerso dai debiti per il fallimento della propria azienda, si è visto recapitare una letterina da Equitalia invece di un aiuto dallo Stato. In questa tragica situazione abbiamo due personaggi, Profumo e Viola, che hanno redatto il Piano Industriale 2012-2015 del Monte dei Paschi di Siena, un piano di riorganizzazione dell’azienda, che prevede la riduzione dell’organico di 4.600 lavoratori entro il 2015, l’esternalizzazione di un ramo dell’azienda formato da 1.110 lavoratori del Consorzio Operativo che verranno ceduti ad una società terza (di solito, in questi casi, si preannuncia il licenziamento), il ricorso al Fondo di Solidarietà per 1.660 dipendenti (il Fondo è stato completamente pagato dai lavoratori, non dall’azienda) che verranno accompagnati così al prepensionamento, ed infine la modifica del Contratto Integrativo con il conseguente peggioramento economico e contrattuale della loro situazione. A questo aggiungiamo tutti quei dipendenti, tra cui anche quelli che verranno licenziati, che hanno investito i loro risparmi ed il loro TFR nelle azioni della banca e che hanno perso circa l’80% del valore (considerando che prima una quota aveva un valore di circa 3,5€ mentre ora non valgono più di 25 centesimi). Ancora un volta assistiamo alla solita scena: chi ne paga le conseguenze di una malagestione sono sempre gli stessi.
MO IMENTO 4
ELENCO DEI NUOVI VICEMINISTRI E SOTTOSEGRETARI
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO Filippo Patroni Griffi - Segretario del Consiglio dei Ministri Giovanni Legnini - Editoria e Attuazione Programma Sesa Amici - Rapporti con il Parlamento e coord. attività di Governo Sabrina De Camillis - Rapporti con il Parlamento e coordinazione attività Governo Walter Ferrazza - Affari Regionali e Autonomie non ancora assegnato - Pari Opportunità, sport e politiche giovanili Gianfranco Miccichè, Micaela Biancofiore - Pubb. Amm. e Semplific. Domenico Minniti, detto Marco - Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica INTERNO Filippo Bubbico - Viceministro Domenico Manzione, Giampiero Bocci AFFARI ESTERI Lapo Pistelli - Viceministro, Bruno Archi - Viceministro, Marta Dassù - Viceministro, Mario Giro GIUSTIZIA - Giuseppe Beretta, Cosimo Maria Ferri DIFESA - Roberta Pinotti, Gioacchino Alfano ECONOMIA E FINANZE Stefano Fassina - Viceministro, Luigi Casero - Viceministro, Pierpaolo Baretta, Alberto Giorgetti SVILUPPO ECONOMICO Carlo Calenda - Viceministro, Antonio Catricalà - Viceministro, Simona Vicari, Claudio De Vincenti INFRASTRUTTURE E TRASPORTI Vincenzo De Luca - Viceministro, Erasmo D’Angelis, Rocco Girlanda POLITICHE AGRICOLE FORESTALI E ALIMENTARI - Maurizio Martina, Giuseppe Castiglione AMBIENTE, TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - Marco Flavio Cirillo LAVORO E POLITICHE SOCIALI Cecilia Guerra - Viceministro, Jole Santelli, Carlo Dell’Aringa ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA - Gabriele Toccafondi, Marco Rossi Doria, Gianluca Galletti BENI, ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO - Simonetta Giordani, Ilaria Borletti Buitoni SALUTE - Paolo Fadda
19
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE da Espresso on line
Biancofiore e le sue perle
Andrea Cioffi Senatore
25 marzo 2013 «Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro»
12 marzo 2013 «Ma voi che ne sapete se Ruby era o no la nipote di Mubarak?» 7 febbraio 2013 «Mussolini è stato un grande uomo della storia, non possiamo dimenticare le cose che ha fatto» 15 novembre 2012 «Crisi? Venendo qui sono passata davanti ad un famoso bar di Roma alle 10 del mattino, ed era pieno di gente che si faceva cornetto e cappuccino! Cosa faceva tutta questa gente? Se ci fosse davvero tutta ‘sta povertà...» 20 aprile 2012 «Mi fa strano vedere due uomini che si baciano, la trovo una cosa contro natura» 6 ottobre 2012 «Obama era un modesto avvocato che è stato montato tantissimo dal sistema mediatico. Berlusconi vicino a lui giganteggiava, lui era un vero taicon!» dal sito del Governo - 4 Maggio
Tolte le deleghe alle Pari Opportunità a Biancofiore
Il presidente del consiglio, Enrico Letta, comunica che al sottosegretario alla presidenza del consiglio Micaela Biancofiore non verranno assegnati compiti nell’ambito delle deleghe per le Pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, bensì compiti nell’ambito delle deleghe per la Pubblica amministrazione e la semplificazione.
Anche Vincenzo De Luca è incompatibile
ASCA - 3 Maggio - Dopo quella dei neoministri Graziano Del Rio e Flavio Zanonato il MoVimento 5 Stelle pone la questione dell’incompatibilità anche del neo viceministro alle Infrastrutture e sindaco di Salerno Vincenzo De Luca (PD).
20
Riteniamo inoltre grave e inaccettabile nominare viceministro Vincenzo De Luca, che risulta indagato da Aprile di quest’anno per abuso d’uffico per la vicenda legata alla costruzione dell’ecomostro Crescent. Inoltre De Luca risulta condannato a 4 mesi di reclusione e 12 mila euro di ammenda per aver violato le norme igienico-sanitarie del decreto Ronchi autorizzando lo sversamento di rifiuti (una montagna di 20 mila tonnellate) in un sito di stoccaggio provvisorio e abusivo a Ostaglio, una piazzola a ridosso della Salerno-Reggio Calabria. Ma non è finita. Nel luglio 2010 è stato anche condannato dalla Corte dei Conti per la vicenda stipendi d’oro. Angelo Tofalo Deputato 28 Aprile
Non vi nascondo che l’annuncio inizialmente mi ha lasciato molto interdetto. Com’è possibile proporre questa carica ad un sindaco che, dopo 20 anni di governo, consegna ai salernitani un comune indebitato verso le banche di una cifra superio-re ai 220 milioni di euro, una moltitudine di opere incompiute (cittadella giudiziaria, palazzetto dello sport, stazione marittima etc.) ed un trasporto pubblico allo sbando (liquidazione CSTP, metropolitana fantasma etc). Spero che questo nuovo ruolo gli consenta di chiudere definitivamente questo cantiere a cielo aperto, ora non potrà certo accusare il Napolicentrismo della Regione Campania e la totale sordità del Ministero. Nei prossimi mesi scopriremo se il governo del partito unico servirà solo come salvacondotto giudiziario per i fedelissimi del pdl e del pdmenoelle o se qualcuno, preso da una innata voglia di fare politica, risolverà anche qualche problema degli italiani.
Per ora stiamo lavorando a proposte alternative alla speculazione sfrenata nei centri urbani, soluzioni in linea con le teorie di urbanizzazione più moderne che pongono paesi nordeuropei all’avanguardia. Nelle prossime settimane manderemo una delegazione di tecnici legali ed ingegneri altamente specializzati a parlare con il “filosofo qualificato in teoretica” sperando che si riesca, sin da subito, a dare risposte che non si traducano in mera propaganda politica. O questa volta la totale inconcludenza sarà colpa del Ministro Lupi? Matteo Olivieri Consigliere comunale Reggio Emilia
«I sindaci del pd (menoelle, ndr) Delrio e Zanonato sono stati nominati ministri. Delrio ha detto che non ha nessuna intenzione di dimettersi, e vuole continuare a fare il primo cittadino di Reggio Emilia. Per corrispondenza. Come se la città non avesse bisogno di essere amministrata! Ha detto che è anche disposto a rinunciare agli 80 mila euro di stipendio di sindaco (da ministro dovrebbe prendere quasi 200 mila euro lordi all’anno). Tuttavia, visto che questi politici amano i cavilli, gli ricordiamo che l’articolo 13, comma 3, del decreto legge n. 138 del 2011 come convertito in legge n. 148/ 2011, dispone che “le cariche di deputato, senatore, parlamentare europeo nonché le cariche di governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari di Stato e commissari straordinari del Governo), sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica elettiva di natura monocratica relativa ad organi di governo di enti pubblici territoriali aventi, alla data di indizione delle elezioni o della nomina, popolazione superiore a 5.000 abitanti.” Che è appunto il caso dei due sindaci di Reggio Emilia e di Padova». Zanonato ha risposto su twitter con una foto del suo ufficio. “Scatoloni per il trasloco”. Ma le dimissioni? Sono all’interno degli scatoloni? Le ha già date? Le darà? Aspettiamo una risposta.
MO IMENTO
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 MAGGIO 2013
4
Contro il gioco d’azzardo e la corruzione
Ornella Bartorotta Senato seduta n° 17 del 30 Aprile Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, parlando di leggi e di legalità, noi del MoVimento 5 Stelle chiediamo che venga immediatamente rafforzata la legge anticorruzione, troppo debole. La corruzione oggi costa al Paese oltre 60 miliardi di euro ed è una delle cause della nostra crisi economica. È inaccettabile che in Parlamento a fare le leggi ci siano ancora 13 condannati e decine di persone sottoposte a procedimenti penali anche molto gravi. Non stiamo parlando di reati d’opinione, tanto per essere chiari. Anche qui la voce dei cittadini è inascoltata. Lo sappiamo bene dal 2007, quando 350.000 firme per la legge popolare «Parlamento pulito» sono state messe nei cassetti. E legato alla corruzione c’è il crimine organizzato, il vero cancro di questo Paese; crimine organizzato che oggi vive riciclando denaro principalmente in pubblici appalti, edilizia e gioco d’azzardo. Il gioco d’azzardo diffuso è una delle piaghe sociali ed economiche di questo Paese da quando il decreto Bersani lo ha liberalizzato ed i successivi Governi Berlusconi e Monti ne hanno rafforzato la diffusione. Denunciamo al Paese e al Parlamento i dati allarmanti della ludopatia, la dipendenza da gioco d’azzardo. Nei SerT oggi è allarme rosso; è un’emergenza maggiore della droga in diverse realtà italiane. Come dimostrano i dati diffusi da associazioni come il CONAGA, a fronte di otto miliardi di euro di entrate per l’erario dello Stato, abbiamo quattro miliardi di mancata IVA sui consumi. Le persone buttano i loro soldi nell’illusione delle slot machine e dei giochi on line anziché investirli diversamente. Secondo attendibili studi svizzeri, si stimano in sei miliardi l’anno i danni e i costi sanitari. Il 15% dei matrimoni va in frantumi
a causa della ludopatia. Certo, non rassicura il fatto che numerose società di gioco d’azzardo vedano al loro interno politici o ex politici in palese conflitto d’interessi. Per non parlare dei 98 miliardi di euro non pagati dai concessionari di slot machine, tutti praticamente condonati con inaccettabili scelte fatte da chi aveva conflitti di interesse. Ci chiediamo inoltre quale sia l’opportunità politica di avere tra i propri finanziatori il titolare di una delle 10 concessionarie di slot machine, un finanziere svizzero, la Federacciai e la Federfarma, come riportato da articoli di stampa. Tutti finanziamenti legali, sia chiaro, ma in nome della trasparenza chiediamo che venga immediatamente prevista la pubblicazione online di ogni tipo di contributo privato a politici e partiti. Chiediamo anche che ogni spesa venga rendicontata da parte dei parlamentari, così come ci apprestiamo a fare noi del MoVimento 5 Stelle. Abbiamo sentito parlare d’Europa e ci chiediamo qual è la visione? L’Europa dei cittadini o quella dei poteri forti? È lecito sospettare che la mancata elezione di Stefano Rodotà a Presidente della Repubblica sia da collegare alla volontà di perpetuare una visione conservatrice. Stefano Rodotà, infatti, seppur padre della Carta europea dei diritti, e quindi europeista convinto, è fortemente critico verso la struttura economica dell’attuale Unione. Forse si voleva evitare che un europeista sincero e democratico mettesse al centro della costruzione europea i diritti dei lavoratori, dei cittadini, delle piccole imprese, dei beni comuni, contrastando democraticamente l’idea pericolosa di eurocentralismo delle banche e della grande finanza. Ci sono due visioni opposte. La nostra che parla di democrazia dal basso, dei diritti di cittadini, dei lavoratori, delle piccole e medie imprese, di democrazia partecipata e diretta e di Parlamenti che sono veramente rappresentativi. E l’altra con il potere centralizzato in oligarchie. Con il pensiero unico oggi rappresentato in Italia dal modello unico PD-PDL.
Mail rubate, partono le denunce del M5S Roberta Lombardi Capogruppo alla Camera
Dichiarazione del 3 Maggio: «Diamo fastidio al sistema, ci sentiamo abbandonati»... «C’è un attacco a tutto campo contro di noi e questo fenomeno è stato sottovalutato»... «Oggi siamo andati in Procura. Abbiamo messo in ordine i fatti ed evidenziato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo quello che è successo. Dopo 8 ore, però, non abbiamo notizie sull’attività della magistratura né della polizia postale: non sappiamo nulla di cosa stanno facendo per tutelare in primis questi 30 cittadini, un gruppo politico che evidentemente sta dando fastidio a molti»... «Abbiamo la sensazione di essere abbandonati in questo momento di grossa pressione psicologica nei nostri confronti. Nessuno nelle istituzioni ha tutelato queste persone, o se l’ha fatto non ce l’ha comunicato. Vi ricordo che la prossima settimana si insediano le commissioni parlamentari e di garanzia e che per quanto ne sappiamo tra questi 30 cittadini ci potrebbe essere il futuro presidente del Copasir».
Questi i cittadini portavoce nelle commissioni e gli indirizzi mail per scrivergli Camera dei deputati I Commissione - Affari Costituzionali
Cozzolino Emanuele, Dadone Fabiana, Dieni Federica, Fraccaro Riccardo, Lombardi Roberta, Nuti Riccardo, Toninelli Danilo (mail: affari_costituzionali.camera@ parlamentari5stelle.it)
II Commissione - Giustizia
Agostinelli Donatella, Bonafede Alfonso, Businarolo Francesca, Colletti Andrea, Ferraresi Vittorio, Sarti Giulia, Turco Tancredi, Micillo Salvatore
21
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE (mail: giustizia.camera@parlamentari5stelle.it)
III Commissione - Esteri
Del Grosso Daniele, Di Battista Alessandro, Di Stefano Manlio, Grande Marta, Sibilia Carlo, Spadoni Maria Edera, Tacconi Alessio, Scagliusi Emanuele (mail: esteri.camera@parlamentari5stelle.it)
IV Commissione - Difesa
Alberti Ferdinando, Artini Massimo, Basilio Tatiana, Bernini Paolo, Corda Emanuela, Frusone Luca, Rizzo Gianluca (mail: difesa.camera@parlamentari5stelle.it)
V Commissione - Bilancio
Cariello Francesco, Caso Vincenzo, Castelli Laura, D’Ambrosio Giuseppe, D’Incà Federico, Fico Roberto, Sorial Girgis, Currò Tommaso (mail: bilancio. camera@parlamentari5stelle.it)
XI Commissione - Lavoro
XIII Commissione - Agricoltura
Baldassare Marco, Bechis Eleonora, Ciprini Tiziana, Cominardi Claudio, Rizzetto Walter, Rostellato Gessica, Tripiedi Davide, Labriola Vincenza (mail: lavoro.camera @parlamentari5stelle.it)
Bernini Massimiliano, Benedetti Silvia, L’Abbate Giuseppe, Lupo Loredana, Parentela Paolo, Zaccagnini Adriano, Gallinella Filippo (mail: agricoltura. camera@parlamentari5stelle.it)
XII Commissione - Affari Sociali
XIV Commissione - Politiche dell’Unione Europea
Baroni Massimo, Cecconi Andrea, Dall’Osso Matteo, Di Vita Giulia, Giordano Silvia, Grillo Giulia, Lorefice Marialucia, Mantero Matteo (mail: affari_ sociali.camera@parlamentari5stelle.it)
Brugnerotto Marco, Carinelli Paola, Colonnese Vega, Nesci Dalila, Pinna Paola, Spessotto Arianna, Vignaroli Stefano, Di Maio Luigi (mail: europa. camera@parlamentari5stelle.it)
Principali attività parlamentari della settimana dal 24 APRILE al 2 MAGGIO PROPOSTE DI LEGGE
VI Commissione - Finanze
- Proposta per l’abolizione delle Province - Proposta per nuove norme in materia di conflitto di interessi - Proposta di nuova legge anticorruzione - Proposta per l’introduzione del limite di due mandati parlamentari Documento di programmazione economica e finanziaria (DEF) Presentata la relazione di minoranza per chiedere: - Reddito di cittadinanza - Aiuti a Piccole e Medie Imprese - Riforma del mercato bancario
VII Commissione - Cultura
Presentati 52 emendamenti al decreto 35 per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione (decreto “40 miliardi”), alla Commissione Speciale.
Barbanti Sebastiano, Cancelleri Azzurra, Chimienti Silvia, Pesco Daniele, Pisano Girolamo, Ruocco Carla, Villarosa Alessio (mail: finanze. camera@parlamentari5stelle.it) Brescia Giuseppe, Chiara Di Benedetto, D’Uva Francesco, Gallo Luigi, Marzana Maria, Vacca Gianluca, Valente Simone, Battelli Sergio (mail: cultura. camera @parlamentari5stelle.it
VIII Commissione - Ambiente
Busto Mirko, Daga Federica, De Rosa Massimo, Mannino Claudia, Segoni Samuele, Terzoni Patrizia, Zolezzi Alberto, Tofalo Angelo (mail: ambiente.camera @parlamentari5stelle.it)
IX Commissione - Trasporti Comunicazioni
Bianchi Nicola, Catalano Ivan, De Lorenzis Diego, Dell’Orco Michele, Iannuzzi Cristian, Liuzzi Mirella, Romano Paolo Nicolò, Furnari Alessandro (mail: trasporti_comunicazioni. camera @parlamentari5stelle.it)
X Commissione - Attività Produttive
Crippa Davide, Da Villa Marco, Della Valle Ivan, Fantinati Mattia, Mucci Mara, Prodani Aris, Vallascas Andrea, Petraroli Cosimo (mail: attivita_produttive.camera @parlamentari5stelle.it)
22
EMENDAMENTI
INTERPELLANZE URGENTI
Richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sul fallimento Deiulemar, Compagnia di Navigazione SpA
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
- Progetto Cunicolo Esplorativo La Maddalena (TAV): richiesta al Ministero Infrastrutture e Trasporti per il rispetto delle delibere CIPE da parte delle ditte aggiudicatrici - Intimidazioni imprenditore De Masi: richiesta ai Ministeri Interno e Sviluppo Economico per le misure di protezione previste per De Masi, imprenditore etico modello di legalità a Gioia Tauro - Centrale a Carbone di Montebello Ionico: richiesta a Ministero Sviluppo, Ambiente ecc. in merito a infiltrazione mafiose nel progetto - Commissariamento Alitalia: richiesta al Ministero dello Sviluppo economico sulle differenze tra le responsabilità dei commissari e le relative motivazioni - Cessione parte di Telecom ad imprenditore cinese: richiesta a Ministeri Economia e Sviluppo per chiarimenti sulla cessione di un asset strategico per il Paese in mani straniere - Terremoto Emilia Romagna: richiesta al Ministero dell’Economia per ottenere una proroga al pagamento dei mutui relativi a tutte le abitazioni colpite dal sisma - Arsenico nelle acque viterbesi: richiesta ai Ministeri Salute e Giustizia per le misure urgenti per tutelare la salute pubblica - Stabilizzazione precari Sardegna: richiesta a Ministero del Lavoro per dare certezze al personale amministrativo precario, e indire concorsi trasparenti - Elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia: richiesta a Ministeri Sviluppo e Ambiente per superare le “super grid” interesse di pochi e implementare invece le “smart grid”.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE Vito Crimi - Capogruppo al Senato
dal Blog di Grillo
Apprendiamo che Enrico Letta avrebbe dichiarato che lui, con un decreto, toglierà gli stipendi ai ministri, mentre Grillo “non riesce a togliere la diaria ai suoi parlamentari che invece si ribellano”. Il MoVimento 5 Stelle invita il Presidente del Consiglio ad estrarre una calcolatrice e ad effettuare la seguente somma: 42 milioni di euro di rimborsi elettorali rifiutati alle ultime elezioni politiche; 5 milioni di euro l’anno derivanti dal dimezzamento dell’indennità parlamentare; 3,5 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle spese generali aggiuntive (informatica, telefoni, taxi); 1.620 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia all’indennità di fine mandato; 175mila euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle indennità di carica dei presidenti, dei vicepresidenti e dei questori. Il tutto tralasciando ulteriori varie ed eventuali, ivi compresa la questione della diaria che, per la precisione, una volta detratte le spese di vitto e alloggio rendicontate, difficilmente assomiglierà a un importo superiore a poche centinaia di euro a testa, che in ogni caso la maggior parte dei parlamentari a 5 stelle - se non tutti - restituirà parimenti. Una volta effettuata la somma e premuto il tasto idoneo a visualizzare il risultato sul display della sua calcolatrice, il presidente Letta, cui suggeriamo di effettuare tale operazione da seduto per scongiurare le possibili conseguenze di un probabile capogiro, avrà chiari tutti i numeri e la coerenza del MoVimento 5 Stelle, che coglie l’occasione per sfidarlo non già a superarlo - cosa invero realisticamente impossibile -, nell’esclusivo interesse del Paese, quanto perlomeno ad eguagliarlo. Se Enrico Letta accetta la sfida, il MoVimento 5 Stelle e gli italiani tutti non potranno che essergliene grati. Tuttavia, al momento il MoVimento 5 Stelle può dimostrare nei fatti di avere già mantenuto le sue promesse, mentre Enrico Letta è ancora nella fase di chi è costretto a declinare i verbi al futuro (“toglierò”). Come del resto tutte le altre forze parlamentari.
Enrico Letta ha affermato: “Io lavoro: io con un decreto toglierò lo stipendio ai ministri (solo quello aggiutivo ai ministri parlamentari che si dovranno accontentare di 16.000 euro al mese, ndr)”. Bene! Bravo! Bis! Ora, signor presidente, firmi un decreto anche per l’abolizione immediata dei rimborsi elettorali e il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari.
Al Presidente Letta...
#LettaFirmalo
PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI CAMERA DEI DEPUTATI Affari costituzionali:
Francesco Paolo Sisto PDL Giustizia: Donatella Ferranti PD Esteri: Fabrizio Cicchitto PDL Difesa: Elio Vito PDL Bilancio: Francesco Boccia PD Finanze: Daniele Capezzone PDL Cultura: Giancarlo Galan PDL Ambiente: Ermete Realacci PD Trasporti: Michele Meta PD
Attività produttive:
Guglielmo Epifani PD Lavoro: Cesare Damiano PD Affari Sociali: Pierpaolo Vargiu SC Agricoltura: Luca Sani PD Politiche Ue: Matteo Bordo PD
SENATO DELLA REPUBBLICA Affari costituzionali:
Anna Finocchiaro PD Giustizia: Francesco Nitto Palma PDL Esteri: Pier Ferdinando Casini SC Difesa: Nicola Latorre PD Bilancio: Antonio Azzollini PDL Finanze: Mauro Marino PD Cultura: Andrea Marcucci PDL Lavori Pubblici: Altero Matteoli PDL Agricoltura: Roberto Formigoni PDL Industria: Massimo Mucchetti PD Lavoro: Maurizio Sacconi PDL Sanità: Emilia De Biase PD Ambiente: Giuseppe Marinello PDL Politiche UE: Vannino Chiti PD
MO IMENTO 5
Facciamo un po’ di conti. Il MoVimento 5 Stelle rinuncia a: 42 milioni di euro di rimborsi elettorali rifiutati alle ultime elezioni politiche; 5 milioni di euro l’anno derivanti dal dimezzamento dell’indennità parlamentare; 3,5 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle spese generali aggiuntive (informatica, telefoni, taxi); 1,6 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia all’indennità di fine mandato; 175mila euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle indennità di carica dei presidenti, dei vicepresidenti e dei questori. Quello che resta della diaria di ogni parlamentare. Se tutti i partiti e i parlamentari facessero lo stesso si risparmierebbero centinaia di milioni di euro all’anno. Prima di lei mi sono rivolto senza esito a Bersani. Lei ha il potere di estendere la buona pratica introdotta dal M5S a tutti i partiti. Lo faccia. Firmi il decreto! L’Italia le sarà grata! #LettaFirmalo
Sulla ratifica della Convenzione di Istanbul Giulia Di Vita Camera Seduta n°12 del 6 Maggio
Signor Presidente, mi sarebbe piaciuto parlare a tutti i colleghi deputati, ma evidentemente non è stato possibile. Abbiamo assistito con angoscia in questi ultimi giorni ad avvenimenti tragici, quali il femminicidio di tre giovani donne in sole ventiquattr’ore: un bollettino di guerra. Vogliamo innanzitutto stringerci attorno alle famiglie di Ilaria Leone, Chiara Divita, Alessandra Iacullo, Michela Fioretti, e di tutte le donne vittime di violenza che oggi sono in pericolo di vita. È a loro che va la nostra preoccupazione. Abbiamo appreso positivamente, nella scorsa seduta, la volontà da parte delle forze politiche di questo Parlamento e l’invito della Presidenza nella stessa direzione, di procedere con urgenza alla ratifica della Con-
23
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE venzione di Istanbul per il contrasto alla violenza sulle donne, ma questo non è che il primo passo. Il nostro Paese ha per troppo tempo sottovalutato il fenomeno, nonostante le sollecitazioni giunte perfino da parte dell’ONU, ed oggi ne paghiamo le amare conseguenze. La Convenzione di Istanbul prevede importanti misure di prevenzione, tutela e contrasto, da attuare al più presto. Non vorremmo ritrovarci di qui a poco davanti ad uno dei soliti fenomeni a cui gli italiani si sono abituati, ovvero ottenere adeguate normative, a volte all’avanguardia, che rimangono poi sulla carta. Non vorremmo, infatti, andare incontro allo stesso destino, ad esempio, della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, ma attuata ad oggi parzialmente e con risultati di molto al di sotto delle aspettative. Pertanto, auspichiamo che l’unione di intenti manifestata in quest’Aula possa perdurare fino all’adeguata attuazione dei propositi europei e al loro stesso superamento. Ciò si potrà ottenere soltanto ascoltando e coinvolgendo la società civile e le organizzazioni impegnate in prima linea a tutela delle donne e che fino ad oggi hanno colmato le lacune di uno Stato troppo assente. Infine, ci preme sottolineare che il fenomeno della violenza sulle donne non è una questione prettamente femminile: sono anche gli uomini, di questo Parlamento in primis, chiamati a farsene carico in nome di tutti gli uomini di questo Paese, degni compagni di vita, padri, fratelli, figli, amici, puntualmente mortificati da quegli stessi atti di violenza e a cui va la nostra piena solidarietà. Riteniamo, infatti, che solo dalla ricostruzione del rapporto uomo-donna possa rinascere quel senso di comunità che potrà essere, se noi lo vorremo, più efficace di qualunque legge.»
24
La sanità non è una merce ma un Bene Comune Maurizio Romani Senato Seduta n°18 del 6 Maggio
Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi senatori, il Sistema Sanitario Nazionale, una delle riforme sociali che l’Europa e tutto il mondo hanno sempre considerato come un modello di eccellenza, si sta sfaldando. (...) Non per la crisi economica e la mancanza di risorse, ma perché si ritiene di combattere la crisi stessa tagliando sul sistema di protezione della salute. Una recentissima ricerca del CENSIS parla di oltre nove milioni di persone che hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie per motivi economici nell’ultimo anno: sono donne, anziani, famiglie con figli. (…) Inoltre, dilagano truffe e malaffare: per queste voci, il danno erariale calcolato ammonta a 333 milioni di euro. Il risultato è spaventoso e le strutture pubbliche sono quelle più interessate dal malaffare. (…) Come se non bastasse, le recenti misure anticrisi hanno reso il ricorso al privato conveniente nella diagnostica di base e nella specialistica, mentre il taglio dei fondi (-93%) ha reso virtuali i servizi sociali e determinato un aumento della domanda impropria alla sanità. Sembra si voglia suggerire che con la privatizzazione del sistema funzionerebbe tutto a meraviglia, nascondendo sotto il tappeto le più recenti truffe del privato ai danni del pubblico: dal San Raffaele di Milano al San Filippo Neri di Roma, alla Fondazione Maugeri; da tutti i professionisti trovati nella totale illegalità operativa sino alle varie truffe su farmaci e ricoveri. E mentre nei Paesi in cui lo Stato sociale è difeso e rafforzato si soffrono meno le conseguenze delle speculazioni finanziarie mondiali, in Italia si va in senso contrario. In questa situazione servono approcci nuovi. L’assistenza sanitaria non è una merce del mercato, ma un bene comune. Il fine non è il profitto, ma un utilizzo condiviso del bene che ne preserva nel tempo la disponibilità. In effetti,
la sanità, in quanto bene pubblico che sarebbe meglio definire a gestione istituzionale, viene di fatto gestita da direttori generali all’interno di un modello aziendalistico che consente loro di esercitarne un uso privato. E quasi mai sono create le condizioni in cui i membri della comunità possono svolgere al meglio la gestione comune del bene. Per noi un bene comune è libero da valori. Il suo esito può essere buono o cattivo, sostenibile oppure no. E per garantire sistemi durevoli e stabili abbiamo bisogno di chiarezza, di buone capacità decisionali e di strategie di gestione collaborativa. La medicina deve tornare ad essere uno strumento di cura delle persone e non di oggetti pazienti. La società potrà trarre solo beneficio dalla consapevolezza profonda di cosa sia davvero la malattia, non solo per il corpo, ma anche per lo spirito.
Intervento sul DEF DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA Laura Castelli Comm. Bilancio Seduta n°13 del 7 Maggio
Signor Presidente, intanto il titolo di «onorevole» (...) va conquistato giorno per giorno stando qui, e facendo decidere ai cittadini, agli italiani, quelli che ci hanno messo qui. Volevamo poi ringraziare l’Aula, perché oggi è piena, a differenza di ieri, quando invece ci siamo trovati un’Aula mezza vuota, forse perché era un momento di discussione e non si doveva votare. Oggi siamo contenti che sia davvero piena. (…) Abbiamo letto ogni riga di questo DEF, con la speranza di chi cerca fra le righe le risposte per un Paese stremato. Le risposte non le abbiamo assolutamente trovate, e per questo, caro Presidente, siamo delusi, amareggiati e allibiti. Ma lo siamo soprattutto perché pensiamo che questo DEF sia un’occasione persa. Sì, Presidente, questa è la prima occasione persa del nuovo Governo Letta. Era soprattutto l’occasione per scrivere quelle parole che stanno dentro al vostro «libro dei sogni», e che non abbiamo ancora capito se avete intenzione di realizza-
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 MAGGIO 2013
MO IMENTO 5
re. Più che altro, non capiamo come. E dobbiamo ammettere: spiace molto perché tante di quelle parole sono anche le nostre parole. Solo che noi le abbiamo messe nero su bianco. (…) La classe politica attuale non soddisfa più le aspettative di tutti gli italiani, che credono in una necessaria inversione di marcia della società italiana, sposando una nuova politica che non abbia più come metro di riferimento solo la logica del profitto e lo sfruttamento delle risorse, ma anche la prospettiva ed il benessere della popolazione. Nell’ottica del riavvicinamento dei cittadini alla politica, è necessario istituire un nuovo strumento chiamato «politometro», finalizzato a garantire la pubblicità e la trasparenza, ma soprattutto a garantire che la politica non sia solo arricchimento e privilegi. (…) Questo DEF, dunque, è un’occasione mancata. Lo ribadiamo, Presidente, affinché chi ci ascolta – e, glielo assicuro, sono tanti – capisca e intenda che noi ve l’avevamo detto, ma soprattutto capisca le vostre vere intenzioni. Aspettare settembre, queste sono le vostre intenzioni, aspettare che tra voi, Ministri di centrodestra e di centrosinistra, vi siate annusati, vi siate capiti e vi siate accordati. E intanto sarà settembre e intanto gli esodati non avranno pensioni, gli stu-denti non avranno borse di studio, gli ospedali non avranno infermieri e i lavoratori e gli anziani non avranno mezzi pubblici. Ma che importa? Voi vi sarete capiti, vi sarete accordati e allora sì che saprete davvero come spartirvi questo Paese, o meglio, quello che resta di questo Paese. (...) Invece, Presidente Letta, ha pensato a cosa farà rispetto alle occasioni perse? Cosa farà se lascerà questo Paese per cinque mesi senza bilancio? Cinque mesi, più di centocinquanta giorni: circa trecento aziende chiuse e cittadini disperati senza lavoro, senza futuro e senza speranza e con tutte le tasse spostate a dicembre. Ma in quali condizioni, cari Ministri, questo Paese arriverà a fine anno? Lo capite, o non lo capite, che siete responsabili? E per questo ogni parola scritta nel nostro DEF sarà, a brevissimo, proposta di legge, sarà occasione di un Governo sospeso per dare risposte e fatti. Oggi abbiamo aperto le Commissioni e ci sembra davvero un sogno, per noi e per i cittadini. Usiamo le Commissioni e mettiamo in atto quelle parole che per voi sono solo parole, che per noi sono il vero moti-
vo per cui siamo qui: gli italiani. Noi del M5S voteremo contro un bilancio vuoto, privo di ogni senso umano, che non parla di economia della vita, che è senza programmazione e ha solo obiettivi di rimando. Ci auguriamo, Presidente e Ministri, di vedere le nostre proposte, quelle che per mesi ci avete accusato di non avere, inserite nella prossima Nota di aggiornamento del DEF e che sia oggetto di dialogo quotidiano fatto per i cittadini e non per gli elettori.
Sulla nomina del senatore D’Alì in seno all’APEM ASS. PARLAMENTARE EURO-MEDITERRANEA Maurizio Santangelo Senato Seduta n°20 dell’8 Maggio
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, questo è il mio secondo intervento in Aula e, con enorme rammarico, rifaccio il mio intervento in mezzo al deserto, perché tutti i banchi sono vuoti e questi spazi vuoti, da soli, qualificano il rispetto degli assenti per le istituzioni e per il ruolo che ci è stato dato dai cittadini. Mi dispiace che non siano presenti il presidente Grasso e il senatore D’Alì, ma l’ intervento era già noto alla Presidenza. In data 12 aprile 2013 il senatore D’Alì, del PdL, è stato nominato rappresentante italiano all’Assemblea parlamentare euro-mediterranea. Ricordiamo che il cittadino D’Alì risulta attualmente imputato presso il tribunale di Palermo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Tale conferma arriva, immagino, con un certo imbarazzo da parte del Presidente del Senato, Piero Grasso, che non ha esitato ad avallare la scelta del PdL di mandare in Europa, a rappresentare le Camere, un senatore della Repubblica accusato da più pentiti di avere avuto e di avere ancora oggi rapporti con la famiglia del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Posto che sussiste la presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, prevista dalla nostra Costituzione al secondo comma
dell’art. 27, siffatta nomina è quantomeno scomoda e inopportuna, poiché ci vede da un lato impegnati ad esportare in Europa il meglio della legislazione antimafia italiana e dall’altro indignati per aver mandato a rappresentarci in Europa un senatore imputato presso il tribunale di Palermo, con la terrificante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa! Noi cittadini normali non comprendiamo come il Presidente del Senato, ex Procuratore nazionale antimafia, abbia confermato senza alcuna remora l’incarico al senatore D’Alì, proprio pochi giorni dopo il sequestro eseguito a Trapani nei confronti di alcuni imprenditori edili, dalla cui inchiesta emergerebbero i rapporti tra i suddetti imprenditori e il senatore D’Alì. Il senatore ricoprirà l’incarico di Vice Presidente della Commissione economica e di componente della Commissione energia e ambiente e magari in quella Commissione si parlerà di banche. È gravissimo che l’immagine internazionale dell’Italia e di tutti noi cittadini sia ancora macchiata da simili comportamenti istituzionali e lo è ancora di più il fatto che il senatore D’Alì abbia deciso di non fare un passo indietro nel rispetto delle istituzioni e del compito assegnatoci dai cittadini! Noi cittadini del M5S chiediamo al Presidente del Senato quali motivazioni abbiano indotto a confermare il senatore D’Alì come rappresentante italiano all’APEM, senza preoccuparsi di esternare alcunché. Il silenzio e la passività su questi temi, colpevolmente mostrati in queste Aule da troppi anni da parte di chi occupava le istituzioni, non fa altro che rafforzare il sistema mafioso. Inviamo un messaggio diametralmente opposto a chi sta fuori, soprattutto da coloro che la mafia l’hanno combattuta per anni e che oggi rischiano di trasformarsi da professionisti in carrieristi dell’antimafia, dimenticando l’etica pubblica e il disposto dell’art. 54 della Costituzione italiana, che afferma che le funzioni pubbliche devono essere adempiute con onore e disciplina.
25
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE L’Alfano bifronte, di lotta e di Governo Paola Taverna Senato Seduta n°21 del 14 Maggio
Signor Presidente, colleghi, ho ascoltato con attenzione quanto ha detto il senatore Romani, e ringrazio il senatore Zanda per la sua esposizione. È pur vero che come M5S siamo stati chiamati in causa per quanto è successo a Brescia. Sinceramente, però, come MoVimento ci siamo sentiti tirati in causa dalla presenza in particolar modo del ministro dell’interno, onorevole Alfano, che, in qualche maniera, con la sua presenza all’interno di quella manifestazione che doveva essere legittimamente un comizio elettorale, ha avallato le prese di posizione, violente e irriguardose, del senatore Berlusconi nei confronti dell’operato dei magistrati italiani. Il senatore Berlusconi non esita mai ad ergersi censore dell’operato dei nostri giudici, che suddivide in imparziali e faziosi non in base al rispetto della corretta applicazione delle norme imposte dai nostri codici e dalle nostre leggi, bensì in funzione dell’esito a lui favorevole o meno dei procedimenti nei quali è coinvolto. Proposte e riflessioni inerenti a un tema quanto mai delicato come la riforma della giustizia, che dovrebbe suggerire la massima cautela e prudenza, così come viene richiesto, affinché ci sia una buona collaborazione all’interno di questo Parlamento, sia delle forze di maggioranza che di opposizione, vengono introdotte con toni minacciosi, degradate a strumenti di un’auspicata ritorsione nei confronti di coloro che garantiscono il mantenimento della pace sociale. Devo dire - non è stato ricordato, ma personalmente ci tengo a farlo - che sono amareggiata, così come credo buona parte del mio Gruppo, per la citazione, a mio avviso assolutamente impropria, relativa alla vicenda Tortora: un caso giudiziario che non ha nulla in comune con gli attuali procedimenti nei quali il senatore Berlusconi è coinvolto. Come hanno ricordato le figlie del
26
compianto Tortora, strumentalizzare impropriamente la storia di un uomo che ha sempre manifestato il più profondo rispetto per l’operato dei giudici e delle istituzioni in generale, dimettendosi - dimettendosi, lo ripeto - da parlamentare europeo per potersi difendere come un qualsiasi cittadino (probabilmente, il senatore Berlusconi questo aspetto lo ha rimosso) non è niente altro che un’offesa alla sua memoria. Non solo come senatrice del MoVimento 5 Stelle, perché noi ci teniamo ad essere e a rimanere sempre dei cittadini della Repubblica, chiedo al ministro Alfano come pensa di conciliare i doveri impostigli dalla
sua carica con la sua scelta politica di avallare platealmente con la propria partecipazione posizioni che mettono in discussione l’autonomia e l’indipendenza dei membri appartenenti all’ordine della magistratura, sancite inequivocabilmente dall’articolo 104 della Costituzione. Oppure ci si vuol far credere che questo non sia un conflitto istituzionale, come ha già detto il senatore Zanda? Per essere leali verso il proprio Paese bisogna, in primis, accettare le leggi senza sottrarsi in modo elusivo al giudizio della magistratura e rispettare poi il principio secondo cui la legge è uguale per tutti.
Principali attività parlamentari della settimana dal 3 al 9 MAGGIO NUOVE PROPOSTE DI LEGGE
∙ Progetto di Legge costituzionale finalizzato al referendum per la permanenza nell’Euro ∙ Proposta per incentivare la mobilità ciclistica ∙ Proposta contro il consumo del suolo ∙ Proposta per la ratifica della Convenzione Europea sulla lotta alla violenza sulle donne
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
Lavoratori precari impiegati negli uffici giudiziari - richiesta al Ministero della Giustizia per la stabilizzazione dei precari che da anni lavorano negli uffici giudiziari. Mobilità lavoratori del Centro Ricerche “Giulio Natta” di Ferrara - richiesta al Min. dello Sviluppo Economico per impedire la messa in mobilità dei dipendenti di una multinazionale chimica. Decreto per la promozione del riutilizzo dei rifiuti - richiesta al Ministero dell’Ambiente per una rapida realizzazione dei decreti attuativi. Mais transgenico - richiesta ai Ministeri di Ambiente, Salute e Politiche Agricole per revocare l’autorizzazione europea alla coltivazione di mais transgenico, e per una clausola di salvaguardia.
MOZIONI
F35 - Si chiede l’immediato blocco della costruzione degli F35 e la rimodellazione della Difesa su peacekeeping, oltre alla rimozione degli ordigni nucleari in Italia. Tagli Scuola e Cultura - mozione per chiedere maggiori risorse alla cultura, rientro dei tagli alla scuola entro due anni e copertura cattedre vacanti. Combustibili solidi secondari - mozione per impedire la trasformazione dei cementifici in inceneritori, e richiesta di moratoria immediata.
QUESTION TIME
Esodati - si chiede che il governo fornisca finalmente il numero preciso dei lavoratori penalizzati, ovvero i rimanenti oltre ai 130 mila già salvaguardati.
EMENDAMENTI APPROVATI AL DECRETO 40 MILIARDI (DEI 52 PRESENTATI DAL M5S)
“Non condizionare i pagamenti alla regolarità contributiva prevedendo che sia sufficiente che la regolarità contributiva sia stata conseguita all’epoca della maturazione del credito in fase di emissione della fattura o richiesta equivalente di pagamento”. Significa che saranno pagate anche aziende che, causa crisi, hanno faticato a pagare i contributi. “Prevedere che quando sia richiesta la regolarità contributiva attestata mediante DURC, in caso di inadempienza, si applichino le norme previste dal Regolamento di applicazione del Codice Appalti, ossia si proceda al pagamento del credito, ma l’ente debitore trattenga i contributi”. Significa che, solo in alcuni casi, lo Stato tratterrà i contributi dovuti ma l’azienda sarà pagata.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE Intervista a Luigi Di Maio - You media
Il Copasir e la vigilanza Rai vanno all’opposizione
«Il Copasir per legge secondo la riforma dei servizi segreti deve andare all’opposizione. In questo momento l’unica vera forza di opposizione, che ci è arrivata lì da sola senza premi di maggioranza di partiti che oggi stanno al governo è il M5S, quindi opposizione con la o maiuscola.» Così il vice presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio del M5S, intervistato da Fanpage.it durante la presentazione dei candidati grillini campani alle elezioni amministrative della prossima settimana che si è tenuta a Napoli presso il Centro culturale Città del Sole. Di Maio ha anche risposto alla polemica di SEL che aveva accusato i grillini di “poltronismo” per l’incetta di vice presidenze delle commissioni da parti dei pentastellati. “Il partito di Vendola è un partito del 3% che sta in parlamento grazie ad un premio di maggioranza. Io sono contento tutto sommato della presidenza di Laura Boldrini, sicuramente meglio di Franceschini che era il candidato precedente. Hanno già ottenuto la Presidenza della camera con un partito del 3% che ha una composizione alterata grazie al premio di maggioranza. Se pensate al numero di deputati che hanno loro e a quello che abbiamo noi (3% - 25%). Vogliono prendere anche la presidenza del Copasir e la vigilanza Rai dicendo di essere opposizione? Io credo che se Sel si candidava da sola come abbiamo fatto noi alle nazionali probabilmente non superava lo sbarramento. Quindi se ora queste persone vogliono fare incetta di occasioni che sanno bene che la prossima volta non riusciranno a superare neanche lo sbarramento se non si alleano con il Pd. Noi ne prendiamo atto, noi non minaccia-mo mai niente, se non prenderne atto ed andare avanti. Più fanno così più ci rinforzano.» Ed ancora «Se ‘poltronismo’ significa prendere la maggior parte delle poltrone rinunciando a tutte le indennità di carica che spettano a coloro che occupano queste funzioni allora spero che potremmo fare ‘poltronismo’ a vita così facciamo risparmiare un bel po’ di soldi ai contribuenti».
L’Europa che vogliamo Vito Crimi Senato Seduta n°24 del 21 maggio
Signor Presidente, gentili colleghi, nei prossimi giorni il presidente Letta si troverà in un consesso internazionale a discutere di due temi che per il nostro Paese sono fondamentali e sui quali in questi anni il dibattito è stato acceso: uno di questi è l’energia. (...) Nel panorama europeo l’Italia è il Paese che si è distinto nella estensione del concetto di energia rinnovabile agli inceneritori, introducendo il concetto di fonti rinnovabili e assimilate e, di conseguenza, il finanziamento cosiddetto CIP6. Ben due procedure di infrazione della Commissione europea e quattro anni ci sono voluti per limitare i danni di quella scellerata norma. Solo nel 2009, a titolo di esempio, dei 4 miliardi di euro di contributi alle energie rinnovabili, 3 sono andati a finanziare inceneritori: speriamo ciò non accada più. Le raccomandazioni del Consiglio europeo tendono inoltre a suggerire la diversificazione delle fonti di approvvigionamento rinnovabili di energia: e quale Paese più dell’Italia potrebbe in tale campo essere avanti agli altri? È il Paese nel quale è possibile trovare contemporaneamente e in gran quantità le principali fonti di energia rinnovabile: sole, vento, acqua, calore della terra; eppure ci ostiniamo a considerare i rifiuti fonte di energia. (...) Il fatto più grave per il nostro Paese è il totale disinteresse verso la politica dell’efficienza energetica, di cui nella proposta di risoluzione non vedo traccia. Crediamo che la migliore fonte di energia rinnovabile sia la riduzione, ed è in questo settore che si devono investire le maggiori risorse. Nonostante il ruolo fondamentale che l’efficienza energetica svolge in termini di riduzione della domanda, attualmente soltanto una piccola parte del suo potenziale economico
MO IMENTO 6
viene sfruttata. Basti pensare che la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia del 19 maggio 2010 risulta dalla relazione non essere stata ancora recepita dall’Italia, e si intuisce anche dai grafici allegati la potenzialità di investimento e di sviluppo nel campo dell’efficienza energetica, in particolare nell’edilizia, ma anche l’enorme potenzialità, per esempio, della dispersione di fonti di energia, di calore e di altre fonti di energia da parte delle industrie, che potrebbero essere canalizzate e convogliate per non essere sprecate. La parola crescita si ripete spesso nella proposta di risoluzione; in modo preoccupante, identificandola con la crescita di PIL, iperproduttività e iperconsumismo. A nostro avviso, è la decrescita, nell’accezione positiva del termine, la vera alternativa, e non può essere sostenibile una crescita costante e indefinita. Solo una cosa cresce indefinitamente, e non è benigna. Il generico riferimento ad una vera
www.live5stelle.it/la-festa/ La Festa del M5S a Mira Venezia 1 e 2 Giugno 2013 Birra a km zero, menù vegani, ma anche stoviglie biodegradabili e una full immersion nelle tematiche della decrescita felice, del riuso e del recupero. A Mira, l’1 e il 2 giugno, sarà la Festa nazionale della Repubblica (grillina). Ad un anno esatto (era il 21 maggio scorso) dalle elezioni dei primi 4 sindaci italiani a 5 stelle, Roberto Castiglion a Sarégo, Marco Fabbri a Comacchio, Federico Pizzarotti a Parma e Alvise Maniero a Mira, il popolo grillino si riunisce per festeggiare. E lo fa nel comune vene-to di 39mila abitanti che un anno fa ha visto indossare la fascia tricolore ad un ragazzo di 26 anni. Una festa nazionale alla quale parteciperanno anche Beppe Grillo, Roberta Lombardi, tutti i sindaci eletti e Vito Crimi. 27
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 24 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE liberalizzazione del mercato interno ci preoccupa nel momento in cui non abbiamo sentito parlare di un concetto che a noi preme molto: la democrazia energetica, un’idea che speriamo entri anche nell’agenda politica. I problemi non si risolvono con la stessa logica di chi li ha creati, diceva Einstein, e pertanto occorre osare e pensare in modo diverso. Democrazia energetica vuol dire compartecipazione alla produzione e risparmio di energia necessario al proprio sostentamento e a quello di una comunità; passaggio dal concetto di semplice consumatore a quello di produttore-consumatore, sviluppando reti di distribuzione a distanza ridotta e anche a bassa tensione; decentramento della distribuzione e produzione da fonti di ridotte dimensioni, di ridotto impatto e di ridotto costo, ma maggiormente distribuite sul territorio. Una rivoluzione culturale ancor prima tecnologica. Serve una nuova rivoluzione energetica, che tolga potere alle grandi multinazionali che controllano la grande produzione. Le energie rinnovabili portano il concetto di indipendenza energetica ed è forse questo l’aspetto che fa più paura. Tutto questo è possibile solo ad una condizione: la ricerca. La ricerca tecnologica è il nostro futuro. Solo l’intelligenza e l’intuizione, di cui noi in Italia siamo ricchi, potranno aiutarci a superare la crisi da carenza di fonti d’energia tradizionali, ma non leggiamo da nessuna parte neanche di un piano energetico nazionale. Marginalmente, benché non sia il tema principale dell’incontro di domani, leggiamo anche di strategie volte a lottare contro la disoccupazione giovanile, dimenticando, però, anche tutti coloro che giovani non sono più, che sono fuori dal mondo del lavoro, che non hanno prospettive e che alle loro spalle hanno delle famiglie. Leggiamo, sempre nella proposta di risoluzione, di unione economica e monetaria, puntualmente declinata con iniziative ben precise, ma pochi e generici riferimenti a una unione dei diritti e a un’unione dei popoli, e nessuna parola sulla fiscal compactness. Molti hanno detto di battere i pugni sul tavolo europeo: pugni con mani legate da questi strumenti. In merito alla lotta alla frode e all’evasione fiscale, negli ultimi anni l’Unione europea ha prestato grande attenzione ai problemi dell’elusione e dell’evasio-
28
ne fiscale, in particolar modo negli Stati membri oggetto di programmi di aiuto finanziario. (...) Il caso italiano, poi, gode dell’idiosin-crasia di uno Stato che alimenta una selva fiscale e burocratica impene-trabile, chiedendo al cittadino prima di perdervisi e poi di autoimmolarsi. È il Paese nel quale un ex Presidente del Consiglio, che oggi dovrebbe sedere tra questi banchi ma non vediamo mai, ha avuto l’ardire di affermare di sentirsi moralmente autorizzato ad evadere. A fronte di tale situazione, che provoca notevole stress agli operatori economici, quando non vere e proprie difficoltà nel portare avanti le proprie attività, nel caso italiano il miglior strumento per prevenire l’elusione fiscale è la semplificazione normativa e burocratica. In quest’ottica diviene allora prioritaria la pressione sui paradisi fiscali affinché abbandonino le pratiche di segreto bancario, introducendo nel contempo forme di limitazione e regolazione dei movimenti di capitali da e verso Stati in cui il settore sia stato fortemente deregolamentato. È necessario dare piena e completa attuazione all’agenda digitale, una delle sette iniziativefaro della strategia ‘Europa 2020’, adottata il 17 giugno 2010 per proseguire ed innovare la strategia di Lisbona, necessaria, oltre che per sviluppare un mercato unico digitale, anche per condurre l’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, per contrastare con efficacia l’aumento della criminalità informatica e le relativi frodi, informatiche e non, come le cosiddette frodi “carosello”, e la piaga dell’evasione fiscale. È necessaria la semplificazione fiscale, un sistema nel quale l’Agenzia delle entrate diventi un vero e proprio partner delle aziende e dei contribuenti, che li accompagni nel pagamento delle imposte dovute quasi come un consulente, con un atteggiamento di collaborazione e non di repressione. Le riforme non sono solo tecniche, ma anche culturali. Infine, signor Presidente, avremmo voluto sentire parlare anche di reintroduzione del reato del falso in bilancio e di norme più severe che vadano nella direzione della maggiore trasparenza delle società quotate in borsa, dei partiti e degli istituti bancari, con particolare riferimento alle fondazioni ad essi collegate. Un nome su tutti: Monte dei Paschi di Siena.
Signoraggio, Bilderberg e altre losche faccende Carlo Sibilia Camera Seduta n°20 del 21 maggio
Signor Presidente, Governo, colleghi, il terzo punto di cui si andrà a discutere al Consiglio europeo di domani sarà l’UEM, l’Unione economica e monetaria, che passa per i provvedimenti in materia di fiscalità ai quali lei faceva accenno. Un argomento importante, diremmo, importantissimo, peccato che nessun cittadino italiano – e siamo pronti a scommettere neanche europeo – sappia niente al riguardo. Allora, proviamo a spiegarlo noi cosa ha in mente sul serio il Consiglio europeo con l’istituzione dell’UEM. Gli obiettivi sono tre: spezzare il nesso tra banche e Stati, promuovere un quadro finanziario integrato, attivare una politica di assorbimento degli shock economici a livello centrale, centralizzando i poteri di controllo attraverso il MES, Meccanismo europeo di stabilità. Questo è quanto riportato nel documento di sintesi dell’incontro del 5 dicembre 2012. Ora non polemizziamo sul fatto che queste siano o meno le priorità dei cittadini europei, però analizziamo il primo punto: spezzare il nesso tra banche e Stati. Ebbene, signor Letta, mi spiega qual è il nesso tra banche e Stati oggi? Mi spiega qual è questo nesso, se la Banca centrale europea è di fatto di proprietà delle banche centrali nazionali. Diremmo benissimo se le banche centrali nazionali fossero di proprietà dei cittadini, dello Stato, peccato però che le banche centrali nazionali siano di fatto – e ci tengo a precisare, di fatto – banche di proprietà di istituti di credito privati. L’esempio è la Banca d’Italia, che non è di proprietà dei cittadini italiani, come il nome potrebbe lasciar pensare, bensì è di proprietà di Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Assicurazioni Generali: tutte Spa e tutte trasparentemente elencate sul sito della Banca d’Italia, attraverso questo documento. Quindi, è come
MO IMENTO
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 24 MAGGIO 2013
6 dire che dei soggetti privati siano proprietari della nostra moneta e ce la prestino richiedendola indietro con l’interesse. Ma se la moneta è dei cittadini, degli Stati, allora perché ce la prestano? Ha mai sentito parlare di signoraggio bancario, signor Letta? Ne parlate mai alle riunioni del Club Bilderberg, club di cui lei, il suo predecessore Mario Monti, Emma Bonino, guarda caso Ministro degli affari esteri, e Mario Draghi, guarda caso direttore della Banca centrale europea, fate parte? Gli istituti privati stampano moneta cedendola in prestito e richiedendo una restituzione con interesse, per creare questa spirale di stritolamento che si chiama debito. Il Consiglio europeo è responsabile di un’Europa non fondata sui diritti, non fondata sulla solidarietà tra i popoli, ma di un’Europa fondata sul debito; debito come strumento di schiavitù degli Stati. Dica questo al Presidente Van Rompuy. E poi chi è questo Van Rompuy? Chi lo ha eletto? Lo so che lei, signor Letta, lo conosce, perché anche egli, guarda caso, è parte del Club Bilderberg, ma sappia che i cittadini italiani non sanno per nulla chi sia e da dove venga questo personaggio, non è mai stato eletto in alcuna elezione nazionale e presiede un organismo che condiziona gran parte delle scelte dei cittadini d’Europa e di tutto il mondo. Si ricorda il tormentone «ce lo chiede l’Europa»? Bene, allora dica a Van Rompuy che glielo chiede l’Italia. Dica, da parte nostra, che l’Italia rifiuta il Meccanismo europeo di stabilità, un mostro giuridico e anticostituzionale. Gli dica, da parte nostra, che riteniamo questa politica di scatole cinesi, austerity, fiscal compact, Patto di stabilità, non essere la politica dell’Italia. Dica, da parte nostra, che l’Italia ha bisogno di visione politica, e non di riforme imposte dall’Europa, come egli stesso auspicava. Dica che, in merito all’evasione fiscale, ci prenderemo subito gli 80 miliardi evasi dal circuito delle slot machine. Dica che sigleremo convenzioni in favore della trasparenza bancaria con i paradisi fiscali di tutta Europa, che generano evasione per decine di miliardi di euro e con i quali siamo stati sempre fin troppo tolleranti, se non protettivi. E dica anche, visto che c’è, che ripristineremo il reato di falso in bilancio. Signor Presidente, ritengo che Letta sia un signore. Comunque, lo sappiamo che lei non
dirà mai nulla di tutto questo a Van Rompuy, ma non per una questione di coraggio, perché quello, forse, essendo lì dove è, non le manca, ma perché, da oltre 15 anni, l’Italia che avete costruito voi partiti, PD e PdL, ormai modello unico, è diventata un servile scendiletto dei banchieri di tutta Europa. Ma sappia, Presidente Letta, che i cittadini italiani qui fuori vorrebbero che lei dicesse ciò che abbiamo suggerito noi. Adesso pensi a quello che ha in mente di dire lei domani, ne tragga le sue conclusioni.
Esempi di solidarietà e coraggio Giulia Di Vita Camera Seduta n°20 del 21 Maggio
Signor Presidente, il mio intervento è un po’ in risposta al collega Chaouki. Siamo abituati a portare all’attenzione dell’Aula molto spesso avvenimenti tragici; invece oggi vorrei approfittarne per segnalare un piccolo evento positivo che è accaduto nel nostro Paese ma che non ha avuto grande risalto, nemmeno a livello mediatico. Qualche giorno fa a Palermo un cittadino ghanese ha salvato un commerciante dal suo estorsore, in particolare, come riporta la notizia apparsa su un blog di informazione, il malvivente aveva sfilato a un commerciante le chiavi del furgone, minacciando di non restituirle se prima non avesse ottenuto tutti i soldi che gli aveva chiesto. Dopo un po’ la situazione è degenerata e l’estorsore è fuggito; a inseguirlo però non c’era solo il commerciante palermitano ma anche un extracomunitario che aveva sentito tutto e voleva rendersi utile. Incurante del suo status di immigrato senza permesso di soggiorno, il ghanese ha bloccato l’uomo in fuga ed ha anche aspettato l’arrivo della Polizia e consegnato orgoglioso il malvivente. Notizie come questa dovrebbero riportarci ad una dimensione di maggiore unità, condivisione e integrazione, sia a livello di comunità che di comunità multiculturale e multirazziale. Abbiamo
ritenuto ancora più doveroso raccontare questo episodio qui in Aula, all’attenzione dei colleghi, anche perché la settimana scorsa è stata giustamente segnalata la questione citando il tragico episodio avvenuto a Milano, riguardo il ghanese Kabobo che ha massacrato a morte tre vittime, alle cui famiglie rinnoviamo la nostra vicinanza. Abbiamo ritenuto importante infatti contrapporre ad avvenimenti quanto mai deprecabili e dolorosi episodi positivi, in modo da contribuire a rendere giustizia a comportamenti virtuosi che, pur nel silenzio e nell’ombra, accadono nel nostro Paese perché accadono ed è anche nostro dovere valorizzarli, stimolare, prendere a modello e creare le condizioni affinché possano diventare la norma. A tal proposito, infatti, invitiamo il Parlamento tutto ad affrontare la questione dell’integrazione sociale e del miglioramento della normativa sull’immigrazione con questo tipo di approccio, in chiave positiva, pur mantenendo grande attenzione su ogni tipo e possibilità di abusi e irregolarità, ma con l’obiettivo di promuovere il progresso sociale e culturale, senza esacerbare umori e tensioni che rischiano di sfociare in atti di razzismo e odio sociale, strumenti ultimi di chi non ha la capacità o la volontà di reagire adeguatamente.
A chi andrà la delega del gioco d’azzardo? Giovanni Endrizzi Senato Seduta n°27 del 22 Maggio
Signor Presidente, cari colleghi, ha destato scalpore la denuncia alla trasmissione «Le Iene» di un dipendente del Senato sull’azione di lobby in questo Parlamento. Non è difficile vedere il filo rosso che, in maniera legale, ma deleteria per il Paese, unisce politica e gioco d’azzardo. L’11/02/2013, in Senato, Matteo Iori, Presidente dell’associazione CoNaGGA, che lotta contro la dipendenza dal gioco di azzardo, ne denunciava gli intrecci.
29
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 24 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE Lo stesso Iori, il 7 maggio, commentava in rete: «Ben sette Ministri, compreso il primo ministro Enrico Letta, fanno parte di una fondazione, che si chiama «VeDrò», finanziata anche da due multinazionali del gioco di azzardo, Lottomatica e Sisal. Letta ricevette 15.000 euro di contributi da porsi a titolare di HBG, la quale è una delle più grandi aziende del gioco d’azzardo. Il nuovo ministro Bray è anche direttore della rivista «Italianieuropei», già sostenuta da importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d’azzardo. Nel nuovo Governo a chi andrà la delega dei giochi d’azzardo? Sarà forse casualmente scelto il nuovo sottosegretario Alberto Giorgetti? Giorgetti non sarebbe nuovo alla delega ai giochi, perché la tenne per anni sotto il Governo Berlusconi con grande piacere dell’industria del gioco. Queste sono le parole di Iori: dal dossier del CoNaGGA e da inchieste di stampa apprendiamo inoltre che SNAI ha finanziato regolarmente Gianni Alemanno, Margherita, UDC, DS, MPA, Gianni Cuperlo e PD; compaiono ex politici e i loro parenti entrati nel business. Cito rapidamente Augusto Fantozzi, presidente SISAL; Vincenzo Scotti che lanciò «Formula Bingo» insieme a Luciano Consoli (uomo di fiducia di D’Alema); Francesco Tolotti dell’Ulivo che, con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a modificare il testo unico che regola le slot machine; l’onorevole Laboccetta; Massimo Ponzellini; Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game, che a Milano gestiva sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. Si ricorda che il Governo Berlusconi liberalizzò i giochi d’azzardo on line; casualmente - ma solo casualmente - qualche giorno prima la Mondadori acquisì il controllo del 70% di Glaming, che opera nel gioco d’azzardo on line. Non possiamo, infine, omettere Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, che, attraverso SGAI e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso, avviò altre aziende da gioco, tra cui King Slot e Wozzup, indagate per gravissimi reati. Cari colleghi, sono certo che la stragrande maggioranza di voi non ha alcun legame di lobby e condivide
30
l’urgenza di una stretta normativa contro slot machine e giochi on line, che lucrano con gravissimi danni per cittadini, famiglie e per i loro figli. Il MoVimento 5 Stelle attende dal Governo nei fatti la coerenza di cui oggi è politicamente legittimo dubitare.
Principali attività parlamentari della settimana dal 10 al 16 MAGGIO NUOVE PROPOSTE DI LEGGE
Proposta di Legge per l’mpignorabilità della prima casa, e la tutela degli stipendi dai pignoramenti Proposta di Legge per introdurre nel Codice Penale i delitti contro l’ambiente Proposta di Legge per l’etichettatura degli alimentari con indicazione di origine della materia prima
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
Stabilizzazione docenti precari e personale ATA: si chiede l’immediata stabilizzazione di docenti e personale ATA della scuola, che hanno lavorato almeno 36 mesi negli ultimi 5 anni Centrale nucleare Krsko (Friuli): si chiede che il governo si informi presso Slovenia e Croazia relativamente alla situazione della centrale nucleare che si trova a solo 201km dal confine Detrazioni fiscali per efficienza energetica: si chiedono al governo iniziative per rendere i certificati bianchi (effic. energetica) cumulabili con altri incentivi attraverso detrazioni fiscali per le aziende
MOZIONI/RISOLUZIONI
Parata del 2 Giugno: nel quadro di un’ottica di risparmio, si chiede l’abolizione della parata del 2 Giugno per la Festa della Repubblica, destinando i fondi ai servizi sociali Petrolizzazione Abruzzo: mozione per chiedere il divieto delle prospezioni petrolifere e delle autorizzazioni allo sfruttamento petrolifero in Adriatico sulle coste abruzzesi Barriere salva motociclisti: si chiede l’installazione di apposite barriere sui guard-rail, per metterli in sicurezza e salvare numerose vite.
INTERPELLANZE URGENTI/QUESTION TIME
Nomina Direttore Agenzia Digitale: si chiede maggiore trasparenza riguardo la selezione degli esperti per la nomina del Direttore dell’Agenzia Invasi Sardegna: si chiedono informazioni su un decreto che renderà inutilizzabili 5 invasi indispensabili all’approvvigionamento idrico in una zona già critica Legge Omofobia: si chiede un’iniziativa normativa per ampliare la legge Mancino/Reale, che persegue i reati contro la persona, anche a casi di orientamento sessuale e identità di genere Decreto 40 miliardi (pagamenti debiti dello Stato alle imprese) Presentazione in Commissione di 52 emendamenti da parte del MoVimento 5 Stelle, di cui 4 approvati.
5 EMENDAMENTI PRESENTATI (NESSUNO APPROVATO) 3 ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI (TUTTI APPROVATI)
Priorità al pagamento di imprese non coinvolte con la criminalità organizzata. Rinvio al 2014 dell’applicabilità della TARES. Monitoraggio dell’effettivo pagamento dei crediti da parte dello Stato.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE dal Blog www.beppegrillo.it
Lettera di un parlamentare dal Palazzo
«Buongiorno onorevole, buongiorno senatore...» mi sento dire ogni giorno quando arrivo al lavoro. Ancora adesso, a volte, dopo quasi tre mesi mi giro indietro, magari il saluto è rivolto a qualcun altro. No, sono io l’onorevole, il senatore. Ormai ci ho fatto l’abitudine, saluto, sorrido e vado avanti. Per i palazzi dove siamo entrati, Montecitorio e Palazzo Madama, in tanti, tantissimi, siamo quelli nuovi, i ‘grillini’, i ‘ragazzini’, ‘dilettanti allo sbaraglio senza proposte’ (Marina Berlusconi e his father dixit), quelli su cui fare ‘scouting’ (Pigi Bersani). Mi aspetta la commissione, l’emendamento da studiare con i miei colleghi, l’intervento in aula, il disegno di legge da presentare, l’interpellanza urgente sull’ennesimo disastro. E poi l’incontro con il sindacato, con Confidustria, con gli esodati. I primi a farsi avanti come cavallette sono i giornalisti. La mattina ti sorridono sempre. Prendo fiato e li affronto. Racconto di quello che abbiamo fatto, spiego, mi accaloro, sono felice di vedere che nonostante siamo al 57° posto nella classifica mondiale della Libertà di stampa, ci sono giornalisti che vogliono sapere. Per un attimo mi dimentico che da mesi quasi tutti i giornali non pubblicano una riga sui nostri lavori, ma solo gossip, retroscena, se non vere e proprie falsità. Ormai so che serve a poco parlare con loro. L’indomani del mio, del nostro lavoro, non si parlerà nei loro articoli. Ma guai a snobbarli, sono una delle caste del Palazzo. E nel Palazzo poi ci sono le regole, la burocrazia con cui bisogna fare i conti. A volte ci sentiamo soli. Come quelle persone normali, con vite normali, con sogni normali, che improvvisamente vengono invitate alla feste del Re e devono sottostare ai precetti. Ma questo non è il palazzo del Re, non è la Città proibita, è il Parlamento. Ma visto da dentro, questo Palazzo fa paura. E io, noi, non ci possiamo permettere di avere paura. «Buongiorno, buon-
giorno...». È il refrain che mi avvolge mentre navigo nei corridoi. Sono i miei ‘colleghi’, quelli ‘eletti’ dalle segreterie dei partiti, dalle lobby, dai comitati d’affari, dal gossip televisivo. Mi chiedo, «e noi cosa siamo?». Una setta, burattini nelle mani di Beppe e Gianroberto, semplici comparse a cui sono stati affidati i sogni e la rabbia di milioni di persone? Siamo uomini e donne liberi, quelli che sentono ancora il profumo della vita, quelli che tengono ancora gli occhi grandi sbarrati quando tutte le mattine vediamo i volti degli intoccabili. Da tre mesi, come ha detto Alessandro Di Battista, vediamo tutte le mattine ‘la mafia in faccia’, quella che non spara, che non ha pallottole ma usa la legge, l’emendamento, il regolamento, l’articolo di giornale o la comparsata in tv per dire ai sudditi, «questo è il nostro paese e ci facciamo quello che vogliamo». Lo fanno da sempre. Ma adesso hanno paura. Sanno che non siamo come loro. Siamo quelli che vigilano, controllano e che sono pronti a votare le buone idee, di chiunque siano. E magari ce ne proponessero una. Ma non ci facciamo prendere in giro. Non ci prendete in giro, questo è un consiglio. Smettetela di raccontarci che l’antiberlusconismo esiste ancora. Non esistono più soldatini blu e soldatini rossi, ora sono tutti grigi: votano le stesse cose, dicono le stesse bugie, e hanno lo stesso odore, quello che si sente nelle camere di obitorio, davanti ai morti. Questa politica non proporrà una legge elettorale per i cittadini, non abolirà le province, non abolirà il finanziamento pubblico ai partiti e tantomeno ai giornali, non proporrà il reddito di cittadinanza e non investirà sulla scuola pubblica e sulle imprese. Ne parlano, ne blaterano tutti i giorni. Ma sono annunci, solo spot che devono fare. Ne parlano perché nel Palazzo sono entrati i cittadini. Lo faremo noi, noi, quelli che sono considerati impreparati, ignoranti e stupidi. Noi, con la forza della rete, con la forza delle persone oneste. Faremo più in fretta possibile. Ci riusciamo, perché non siamo soli. Ma voi non lasciateci soli.
MO IMENTO 7
Un saluto a Don Gallo
Signor Presidente, colleghi deputati, anche noi vogliamo ricordare don Andrea Gallo e lo vogliamo fare con le parole di Stefano Milano, un amico che ha condiviso con lui molte battaglie: Don Gallo, sei stato un grande uomo di chiesa che ha sempre unito la sfera spirituale con l’impegno civile, il messaggio del Vangelo con lo spirito e gli articoli della Costituzione. Hai avuto un riferimento costante alla nostra Carta, non enunciandola solo a parole, ma mettendola in pratica giorno per giorno, spesso faticosamente, nella ricerca della pari dignità sociale e della rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Principi che nel nostro Paese sono rimasti in larga parte disattesi, segno tangibile di una politica che da tempo ha rinunciato a farsi garante dello spirito dei padri costituenti, lasciando che grandi uomini come te, spesso in solitudine e con pochi mezzi, ma mossi da una grande passione civile rimasta intatta negli anni, provassero a colmare tale vuoto, tale tentativo di donare e riconoscere agli uomini un po’ di uguaglianza e di dignità, per donare loro una «goccia di splendore», come diceva il tuo amico De Andrè. Il Presidente Pertini, che spesso amavi citare, diceva che i giovani, i cittadini non hanno bisogno di sermoni, ma di esempi, esempi che tu hai testimoniato ogni giorno, aprendo le porte agli oppressi, ai poveri, agli emarginati, agli esclusi che sempre più numerosi si rivolgevano alla tua piccola, grande, comunità di San Benedetto. Non hai solo combattuto la
31
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 31 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE povertà, ma hai denunciato con forza le scelte politiche ed economiche che l’hanno governata. Ricordo ancora bene le tue parole: perché si è permessa la concentrazione del potere economico nelle mani bramose di pochi, grandi colossi mondiali? La crisi attuale è la vittoria degli ultraliberisti con l’assenza di un’alternativa ritenuta valida. La debolezza della politica occidentale e la scomparsa dei valori di civiltà hanno fatto il resto. I ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Gli economisti e gli statisti attuali ne sono imbevuti e, rivestendo posti di responsabilità, la applicano senza scrupoli. Lo dice Stiglitz, Nobel per l’economia: Il mercato ed il potere finanziario creano armi di distruzione di massa. Questa logica liberista è propugnata dalle banche. Gli economisti italiani (Draghi, Monti e soci) sono composti chierichetti di questo neoliberalismo in una blindata cattedrale del dio denaro. Andrea, sei sempre stato un uomo scomodo quando contestavi il potere, le ingiustizie economiche e sociali, quando manifestavi contro le guerre travestite da finte missioni di pace e contro le centrali a carbone, che uccidono per profitto, quando accoglievi intorno a te omosessuali, trans, prostitute, quando assistevi le donne immigrate costrette ad abortire, quando parlavi di fine vita, del matrimonio dei preti o delle donne sacerdote, argomenti tabù per gerarchie ecclesiastiche che mal digerivano un prete che affermava di dover rispondere alla propria coscienza civica. Il tuo amico don Ciotti ha detto che eri scomodo per quella politica che, anche in quest’Aula, tende spesso a non servire la comunità, ma interessi e poteri consolidati, scomodo anche per quella Chiesa che viene a patti con quei poteri forti, scegliendo di non interferire, di non portare insieme alla carità e alla solidarietà la sveglia delle coscienze. Eri un vero prete pastore, conoscevi bene l’odore dei tuoi parrocchiani con i quali condividevi il pane nella tua comunità, la domenica dopo messa. Con la tua dottrina, allo stesso tempo cristiana e laica, con la forza dirompente delle tue parole, con l’esempio dato dal tuo modo di vivere, ci hai insegnato che il peggior vizio capitale è l’indifferenza. Ciao don, ci mancherai!
32
Regioni senza ragione biomasse illegali Donatella Agostinelli Camera Seduta n°24 28 Maggio
Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei riportare l’attenzione in questa sede su un argomento importantissimo, spesso tralasciato, spesso passato in secondo piano. Si tratta delle innumerevoli centrali a biomasse che vengono spesso in maniera scellerata autorizzate non solo nella mia regione Marche ma in tutto il territorio nazionale e, sottolineo, si tratta di un tema importantissimo perché qui non si tratta di porre l’accento soltanto su questioni ambientali ma soprattutto chiedere una più equa distribuzione delle risorse pubbliche. Onorevoli colleghi, dopo la maxi inchiesta della procura della Repubblica di Ancona che ha portato 13 avvisi di garanzia, un altro grave macigno cade sulla testa della regione Marche e del presidente Spacca; la Corte costituzionale ha infatti dichiarato la parziale incostituzionalità della legge regionale n°3 del 2012 sulla base della quale sono state autorizzate dalla regione Marche decine di centrali a biogas sul proprio territorio. Ancor più pesante appare la posizione della giunta e del presidente che hanno continuato ad autorizzare gli impianti nonostante la pesante impugnativa pendente alla Consulta e nonostante il Parlamento regionale abbia più volte deliberato in maniera ampia e condivisa tra maggioranza e opposizione di sospendere le autorizzazioni. Non si capisce in base a quale interesse pubblico la giunta abbia disatteso le deliberazioni del Parlamento regionale ed oggi la sentenza pesante contro la legge regionale n°3 del 2012 dimostra l’infondatezza e la non supportabilità giuridica di una tale decisione. La regione ha ignorato inspiegabilmente anche innumerevoli memorie, pareri, diffide e pareri legali inviati da numerosi cittadini e comitati e persino da sindaci, in cui venivano chiariti sia il quadro di incostituzionalità delle norme regionali sia enormi criticità
procedurali negli iter autorizzativi. Il presidente Spacca e la regione hanno proseguito imperterriti con le autorizzazioni permettendo a soggetti privati di completare gli impianti e di ottenere con il GSE, cioè il gestore del servizio, contratti per milioni di euro di incentivi pubblici. Il governatore della regione Marche, Spacca, ha permesso che decine di impianti fossero autorizzati sulla base di norme definite oggi illegittime dalla Consulta invece di sospendere e/o revocare in autotutela le autorizzazioni. Quale interesse pubblico ha tutelato? Perché sono gli interessi collettivi e non quelli privatistici i primi a dover essere posti sotto tutela. Le motivazioni della sentenza della Consulta, che è la n°93 del 2013, sono pesantissime per la regione Marche; non mi soffer-merò nella lettura di queste motivazioni, che possono essere lette da chiunque, voglio solo sottolineare che la Consulta dice questo: la mancata considerazione dei predetti criteri della direttiva UE pone la normativa regionale impugnata in evidente contrasto con le indicazioni comunitarie dal momento che il rispetto del suddetto obbligo comunitario grava sul legislatore regionale così come su quello statale. In sintesi, tutto ciò ha portato il prolificare indiscriminato di impianti sul territorio anche a poca distanza l’uno dall’altro con autorizzazioni che risultano quindi indebitamente agevolate alla luce della sentenza della Consulta. Pertanto, a tutela degli interessi dei cittadini, agiremo con ogni mezzo a nostra disposizione anche parlamentare; annuncio che chiederemo la revoca delle autorizzazioni concesse sulla base di una legge dichiarata illegittima, anticostituzionale ed in contrasto con la direttiva europea; procederemo inoltre con l’istanza al GSE, cioè al gestore del servizio elettrico, affinché questo eserciti le sue funzioni di vigilanza e di controllo. Infine, nel sopra citato passaggio della sentenza n°93 del 2013 della Consulta si evidenzia come tutti gli impianti, anche dell’allegato 2 della direttiva 2011/ 92/UE, debbano essere sottoposti almeno a procedura di screening, cioè a verifica di assoggettabilità. Verrà inviata, quindi, ai ministri dell’ambiente, dello sviluppo economico e della giustizia una richiesta di rivisitare, all’occorrenza, revocare, tutte le autorizzazioni per le quali gli obblighi della direttiva europea ribaditi dalla Consulta non siano stati rispettati.
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 31 MAGGIO 2013
MO IMENTO 7
La Costituzione e il futuro dei nostri giovani Nicola Morra Senato Seduta n°25 del 29 Maggio
Signora Presidente, colleghi tutti, spero di essere capace di dare parola ai sentimenti che sto provando; sentimenti che sono contrastanti e contraddittori, ve lo dico espressamente, perché ho apprezzato molte delle tesi che sono state avanzate, soprattutto da senatori che al momento non sono presenti in Aula. Vorrei ringraziare il senatore Nencini per alcuni spunti della sua intelligente riflessione e vorrei congratularmi con la senatrice Finocchiaro per quanto ha detto in merito alla necessità di dar luogo ad un dibattito che sia quanto meno chiaro, accessibile a tutti, e soprattutto non tanto agli specialisti, bensì ai cittadini, perché noi stiamo lavorando a regole per i cittadini del nostro Stato. Dalle tribune stanno assistendo a questa seduta dei ragazzi, che diventeranno cittadini a breve: è per loro che stiamo lavorando. Mi sembra però che, come al solito, accanto a questi sentimenti di approvazione se ne debbano registrare altri di delusione, perché poi, quando il dibattito entra nel merito, siamo tutti distratti, siamo tutti assenti. Voglio anche ringraziare il senatore Tonini per aver citato la figura di Dossetti, una figura per me solare, che forse ben pochi qui ricordano per quanto ha fatto e per quanto ha detto. Dossetti ha lasciato un’eredità innanzitutto morale, che ben pochi forse riescono ad apprezzare, anche perché - e lo dico a cuore aperto credo che la crisi che ha investito il nostro Paese sia innanzitutto una crisi morale, prima ancora che politica. È inutile parlare di cambiare questo o quello, se poi per primi si sta già escogitando come derogare, come violare, in pratica come prendere per i fondelli la legge. In questo Parlamento troppe volte abbiamo concesso quello che non poteva e non doveva esser concesso. Spero di essere non l’unico, perché
mi piangerebbe il cuore, ma uno dei tanti che amano leggere ed amano leggere parole di verità. Negli ultimi anni ho preso gusto a leggere e condividere con gli amici - perché questo è il gusto della condivisione - le riflessioni che da tempo sta facendo una filosofa, attualmente in Germania, che si chiama Roberta De Monticelli. Un paio di anni fa ha ottenuto larghi consensi da parte di una certa sinistra, perché ha ripreso il titolo di una famosa intervista che Enrico Berlinguer concesse a La Repubblica. Il titolo di questo pamphlet, che ho qui con me, è «La questione morale»: proprio di questo noi dovremmo ragionare, perché le regole rinviano innanzitutto ad un ambito che, prima che giuridico, è etico, e qui con l’etica forse ben pochi hanno familiarità! Mi rivolgo, innanzitutto, a chi ha deciso di non risolvere, ad esempio, il conflitto di interessi che una legge datata 1957 ribadiva con assoluta fermezza! Il fatto è che noi italiani, eredi dei bizantini, quando vogliamo trovare le parole per prendere per il naso qualcuno, appunto, siamo bravissimi: ce lo ha insegnato Manzoni. Azzeccagarbugli si è prestato al gioco: se c’è qualcuno che è potente, la giustizia in qualche modo «si aggiusta», vi invito a notare anche il gioco di parole. Tempo fa conversavo - lo posso dire tranquillamente - con Piercamillo Davigo, un giudice che stimo tantissimo e che penso debba essere un’altra stella cometa per tanti. Davigo mi spiegava - così com’è noto a tutti che in Italia basta poter pagare tanto per avere attualmente la prescrizione, e con la prescrizione la giustizia non c’è. E se non c’è giustizia - e credo che questo sia un vulnus formidabile allo spirito con il quale i nostri Padri costituenti hanno elaborato quantomeno i primi 12 articoli della Costituzione - che futuro prospettiamo ai nostri ragazzi, ai nostri figli? Possiamo fare, infatti, il semipresidenzialismo o il presidenzialismo, il “Porcellum” o il “Mattarellum”, ma lasciamo loro semplicemente un Paese pieno di debiti, di cui noi siamo causa, non noi MoVimento 5 Stelle, ma noi come generazione, noi come classe dirigente che ha portato questo Paese allo sbando. Siamo stati commissariati: mi sarei aspettato, per esempio, da chiunque, e soprattutto da un’autorità di Governo, delle parole ferme ed aspre di condanna
nei confronti del signor Mario Draghi quando il 7 marzo scorso sostenne che in Italia era comunque già stato messo il «pilota automatico». Caspita, ma la sovranità non appartiene al popolo? Questo, mi pare, è quello che dice la nostra Costituzione all’art. 1: e invece no, c’è qualcun altro che ci mette il pilota automatico. Prima ho sentito parlare di cessioni di sovranità: è vero, abbiamo ceduto sovranità, ma innanzitutto a chi? A poteri transnazionali e alla grande finanza, che non riusciamo ad attaccare, perché a parole siamo tutti pronti a colpire - mediante la fiscalità - la rendita e la finanza, quando eccede. Vorrei poi sapere quando eccede e quando no, perché, a mio avviso, la finanza - come scriveva un certo Aristotele - troppo spesso eccede. Nei fatti, però, tutte queste leggi perché non le produciamo? Ho sentito - con stupore, debbo dire la presidente della mia Commissione, la presidente Finocchiaro, sostenere nella prima seduta che noi si doveva restituire centralità al Parlamento. Ma chi è che gliel’ha tolta la centralità al Parlamento? Forse i parlamentari stessi, forse la ‘casta’ - è questo il senso della riflessione che voglio fare, in conclusione - che nel corso di decenni ha permesso a questo Paese, che a-vrebbe potuto avere un altro presente e un altro futuro, di rovinarci (e lo dico con amarezza). Un certo Luigi Sturzo, già alla fine degli anni ‘40 - tenendo conto delle indicazioni di un sociologo tedesco, Michels - aveva coniato il termine «partitocrazia», che, a dire il vero, era già stato usato qualche anno prima da altri (se non ricordo male da Falcone Lucifero, proprio nell’Assemblea costituente). Ebbene, non ci siamo resi conto che questo è un sistema partitocratico? Vogliamo parlare un pochino, per esempio, di immunità parlamentare? Penso che tutti quanti noi si debba pensare con fierezza - e lo sottolineo, ma forse non tanti la possiedono - di essere rappresentanti dei cittadini. Anzi, qualcuno - come il senatore della Lega che parlava poc’anzi - ha detto correttamente che siamo dei di-pendenti, e dei dipendenti, per senso di responsabilità, debbono dar conto di quanto fanno, oltre che di quanto dicono. E noi questo non lo consentiamo, perché la trasparenza - e qui divento forse anche un sindacalista di coloro
33
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 31 MAGGIO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE che aprono il Parlamento come scatolette di tonno - è troppo spesso fuori da queste Aule. In conclusione, cerchiamo di dare giustizia e diritto alla felicità: nelle prime Costituzioni, che qua qualcuno ha citato, si rivendicava il diritto per qualunque essere umano di perseguire in piena autonomia la propria felicità. Per far questo, la nostra Costituzione prevedeva che fosse compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che fattualmente potevano impedire a tutti di dare il massimo e di diventare quello che potevano essere. Io vengo dalla scuola, come spero tanti altri colleghi, anche di altre formazioni politiche, anche se so che purtroppo negli ultimi dieci anni sono soprattutto avvocati a stare qua dentro: questo è, secondo me, uno dei mali del nostro Paese. Venendo dalla scuola, come dicevo, ho memoria di tutti i miei ex studenti che, non avendo cognomi importanti, sono stati costretti a fare le valigie. È una responsabilità vostra, ricordatevelo; come scriveva un certo Giorgio Ambrosoli (e non debbo ricordarvi io chi sia stato e da chi sia stato ammazzato): abbiate coscienza dei doveri che dobbiamo avere tutti quanti nei confronti di noi stessi. E forse il primo dovere fondamentale è quello di restituire una speranza ai giovani.
Il nostro amore per Franca
Roberto Fico Camera Seduta n°25 del 29 Maggio Oggi ci ha lasciato Franca Rame. Oltre al dolore per la sua scomparsa abbiamo assistito davvero inorriditi al modo in cui il servizio pubblico di questo Paese ha presentato la notizia al Tg2 delle 13 con il servizio di Carola Carulli. Citiamo testualmente, «Una donna bellissima, amata e odiata: chi la definiva attrice di talento e chi invece la vedeva come la passionaria rossa che usava la bellezza fisica per imporre attenzione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata». Rimarchiamo di nuovo, «che usava la bellezza fisica per imporre atten-
34
zione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata». Questo messaggio lascia quasi intendere che la bellezza fisica abbia potuto in qualche modo giustificare un atto di violenza come lo stupro, senza nemmeno sentirsi in dovere di specificare che, in realtà, è stato l’atto ignobile di cinque estremisti di destra. Cinque fascisti che hanno usato lo stupro come arma politica per punire una donna per il suo attivismo. Ciò accade giusto oggi, quando appena ventiquattr’ore fa questo Parlamento ratificava la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, con grande susseguirsi di interventi – non solo nostri – che denunciavano la responsabilità anche dell’informazione per il degrado dell’immagine femminile, per il poco
rispetto della sua dignità. È ingiustificabile cadere in errori tanto grossolani che creano un’informazione completamente distorta. Franca Rame è stata una donna straordinaria, esempio per tante donne e la società tutta, che ha saputo trasformare persino un episodio di violenza così grave in una occasione di crescita individuale e collettiva, sempre. Ha saputo donare parte di sé agli altri nonostante il dolore. A nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, e credo di tantissimi cittadini italiani, dichiariamo il nostro amore per Franca Rame.
Principali attività parlamentari della settimana dal 24 al 30 Maggio PROPOSTE DI LEGGE
In materia di conflitto di interessi. Per il riconoscimento del diritto di accesso alla Rete Internet. Per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. Per il contenimento del consumo del suolo e la tutela del paesaggio. Per istituire una Commissione di Inchiesta sulle consulenze nella P.A. Per ampliare i parametri delle pensioni di reversibilità.
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
Riforme costituzionali: Mozione per campagna informativa alla popolazione e referendum propositivo per le riforme costituzionali. Legge elettorale: Risoluzione per soglia minima per il premio di maggioranza, stessi sistemi di calcolo del premio di maggioranza per Camera e Senato, ripristino del voto di preferenza nel rispetto della parità di genere e uniformità delle condizioni di accesso alla ripartizione dei seggi tra liste e coalizioni. Convenzione di Istanbul: Testo unificato proposte di legge per ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza alle donne. 3 ordini del giorno, Efficienza energetica: Mozione sulle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica e di ristrutturazione edilizia.
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
OGM/Clausola di salvaguardia: si chiede una regolamentazione più restrittiva per le colture OGM, e l’adozione di una Clausola di Salvaguardia. Telecom Italia: si chiede il rinvio dello scorporo della rete Telecom, dell’aggregazione con Tre Italia, e della partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti tramite il fondo strategico italiano. Ulivi pugliesi: si chiedono disposizioni di tutela del paesaggio e lo stop all’abbattimento di ulivi centenari nella regione Puglia Gasdotto Adriatico: si chiede di rinunciare al passaggio appenninico del gasdotto Brindisi-Minerbio a causa di rischio sismico
INTERPELLANZE INFORMATIVE URGENTI/QUESTION TIME
Sistema Energetico Nazionale: si chiede un Piano Energetico Nazionale di lungo periodo.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE al Blog www.beppegrillo.it
La scatola di tonno è vuota
Il Parlamento ha ancora un senso? Va riformato, abolito? Una cosa è certa, oggi non serve praticamente a nulla. Il Parlamento, luogo centrale della nostra democrazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini. Emette sussurri, rantoli, gemiti come un corpo in agonia che sono raccolti da volenterosi giornalisti per il gossip quotidiano. Chi rappresenta ormai questo luogo? Deputati e senatori sono nominati dai dirigenti della “ditta” del pdmenoelle (così si dice la chiami Gargamella Bersani in privato) e di un condannato in secondo grado per evasione fiscale che altrove sarebbe in fuga in lidi lontani. I parlamentari nominati dai partiti non rappresentano nessun elettore, neppure sé stessi. Sono solo impiegati con un ottimo stipendio adibiti a pigiare bottoni a comando. Qualcuno, scelto tra i più fedeli, viene utilizzato alla bisogna per raccontare frottole in televisione su canali lottizzati. Il Parlamento è sovrano in materia legislativa secondo l’articolo 76 della Costituzione «L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti». Fare leggi è il suo compito, ma le leggi, al suo posto, le fa il Governo sotto forma di decreti a pioggia, quasi sempre approvati in aula. Il Governo, in teoria, ha il compito di governare, non di sostituirsi al Parlamento. Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del Governo. Una situazione degna di deliri da funghi allucinogeni. Il Parlamento può sfiduciare il Governo in carica, unico titolato a farlo, sempre secondo la Costituzione (art. 94). Ma anche questo potere gli è stato sottratto con l’avvento di Monti eletto senza alcun voto di sfiducia a Berlusconi. “Vuolsi così colà dove si puote”. I parlamentari stessi non sono tenuti alla presenza in aula. Alcuni si vedono una o due volte all’anno. A che serve questo Parlamento? A cosa servono le elezioni? Il Parlamento è incostituzionale in quanto il Por-
cellum è incostituzionale e ora pretende di cambiare la Costituzione su dettatura del pdl e del pdmenoelle? Follia. Il Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se ne accorgerebbe. È un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo. La scatola di tonno è vuota. Ripeto: la scatola di tonno è vuota.
ILVA, tutto ha un prezzo anche la vita Diego De Lorenzis Camera Seduta n°28 del 4 Giugno
Cittadini della provincia di Taranto, cittadini italiani, Presidente, ministri, colleghi, molti, forse tutti gli interventi in Aula, adducendo cifre e numeri, vorrebbero convincerci dell’assoluta necessità che lo stabilimento ILVA continui la propria produzione ad ogni costo e qualcuno pensa di quantificarlo, ma ci sono valori che non sono monetizzabili, in primis la vita e la salute. A pochi mesi dall’entrata in vigore del decreto-legge «ammazza-Taranto», il siderurgico ritorna urgentemente in Aula. Eppure, a rileggere le pagine dedicate dal DEF del Governo Monti, si è indotti a credere che la vicenda si stava risolvendo per il meglio. Non è così: prendete atto che la vostra politica ancora una volta ha fallito. Il caso ILVA non è un problema di carenze di commesse, di crisi del settore: nel 2011 il Gruppo Riva ha fatturato 10 miliardi. Non è neanche un problema di proprietà, di gestione o di forma di commissariamento. Oggi si parla di ILVA perché la perizia epidemiologica dell’indagine della procura, mai smentita dall’azienda, parla di eventi di malattia e morte: molte centinaia di ricoveri, soprattutto in età pediatrica, e trenta decessi all’anno direttamente riconducibili all’ILVA.
MO IMENTO 8
Si parla di ILVA perché a Taranto i bambini hanno il sangue pesante, con il piombo; si deve parlare di Ilva perché il latte materno a Taranto è contaminato da diossina. Per questo, il gip Todisco a luglio 2012 emanava il decreto di sequestro dell’area a caldo, intimando di bloccare non l’attività lavorativa, bensì le cause di eventi di malattia e morte. «La ricchezza non è una colpa o una vergogna», parole di chi ha proposto e approvato il decreto-legge «ammazza-Taranto», insieme a tutti i partiti presenti in Aula. Il Governo e il partito unico, consentendo la prosecuzione dell’attività inquinante, hanno assunto la responsabilità di procurare danni alla vita e alla salute delle persone, di cui ignorano soltanto il volto, in violazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Ma non è l’unica ragione per cui questo caso è europeo. In Europa vige il principio secondo cui chi inquina paga, e forse Taranto non è in Europa. Le prescrizioni contenute nell’AIA ad oggi sono disattese e ancora non sono irrogate le sanzioni previste. Cosa succede ad un esercizio commerciale che non abbia una licenza? Rispondano agli italiani i signori ministri! Se le prescrizioni non sono rispettate – e non lo sono –, allora questo significa che le cause che portano allo stato di malattia e morte non sono rimosse; in ogni caso, chi crede che l’applicazione dell’AIA risolverà i problemi di salute si illude. In un’analisi sul primo rapporto della valutazione del danno sanitario redatto dall’ARPA Puglia, si apprende che i rischi verrebbero dimezzati, non eliminati. Inoltre, il rapporto esamina i rischi tumorali legati alla sola inalazione, non quelli connessi all’ingestione di alimenti, e i rischi per soggetti adulti, non per i bambini. Si dimezzano i condannati a morte dal profitto privato: i morti non sono un vantaggio competitivo. Le istituzioni devono garantire una scelta, devono impegnarsi a fornire un’alternativa, perché dopo averle distrutte tutte volontariamente per decenni con il falso mito del benessere portato dai posti di lavoro dell’industria pesante, devono spezzare le catene del ricatto, che chiede se
35
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE morire di fame o morire per tumore, o per entrambi. Non è una colpa fare profitto a discapito della vita delle persone? Non è una vergogna avere uno stabilimento incompatibile con la saluta umana, a 500 metri dalle scuole? È possibile uccidere la vocazione di un territorio, il futuro di una città, la speranza di centinaia di migliaia di italiani? Quale società è quella in cui non si possono tumulare i propri morti per la contaminazione del terreno? Quale civiltà è quella in cui ai bambini è vietato giocare nel cortile all’aria aperta? Quanti morti si possono ignorare per il profitto di pochi? Si possono uccidere a norma di legge i cittadini inermi? La competitività di un’azienda può essere costruita sulla demolizione dei diritti dei lavoratori? Il caso ILVA è questo e non potrà trovare soluzione senza rispondere a queste domande. Sorvoliamo per questioni di tempo sull’operazione ambiente svenduto, sul minacciare crisi occupazionali con cifre che non sono confermate per spaventare l’opinione pubblica e ancora sui lavoratori, dei quali il mondo politico e sindacale mai parla, quelli delle attività danneggiate dall’inquinamento, la miticoltura, l’allevamento e l’agricoltura. Perché non si ricordano mai le alternative possibili, quelle costruite su turismo, arte e storia? La verità è che i cittadini sono stanchi delle vostre decisioni prese a porte chiuse, di una classe politica che, quando anche non collusa, si è sicuramente dimostrata incapace di saper gestire il bene comune e di garantire i diritti fondamentali, non solo a Taranto, che oggi è l’emblema di tutto questo. Nessuno tra le autorità si è recato a Taranto, avete indetto incontri addirittura nei cineporti, ma senza coinvolgere i cittadini. Non crederete ancora che i problemi si possano risolvere calando risposte dall’alto e davanti ad una telecamera? Noi vorremmo che qualunque percorso cominci oggi sia non solo per i cittadini, ma insieme ai cittadini, nel rispetto di tutti i diritti, a cominciare dal diritto al lavoro in un ambiente sano. Ci sono scenari possibili solo quando c’è la volontà di attuarli, non per decreto, ma per il bene di tutti. Nella cosiddetta strategia industriale per la filiera produttiva dell’acciaio che il Governo deve presentare entro trenta giorni, allora si preveda una riqualificazione produttiva delle
36
aree di crisi industriale complessa, si preveda una riqualificazione del territorio. Si preveda lo spegnimento immediato della parte più inquinante, l’area a caldo, esattamente come è avvenuto a Genova, garantendo il diritto di reddito ai lavoratori. Il Governo ha il dovere, soprattutto morale, di valutare altri scenari con i cittadini, perché tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un singolo bambino.
Le mille balle del Tav Ivan Della Valle Camera Seduta n°29 del 5 Giungo
Signor Presidente, troppo spesso, durante la discussione in quest’Aula, ho sentito pronunciare la parola «la TAV». Questo mi è sufficiente per capire il grado di preparazione di tanti dotti commentatori. Sì, perché non stiamo parlando della «trena» ad alta velocità. Voglio infatti ricordare ai colleghi che il segmento della linea ferroviaria Torino-Lione è incluso nell’asse 6, uno dei trenta assi trans-europei TEN-T core network approvati nella decisione di europea n. 661/ 2010/UE del Parlamento e del Consiglio europeo del 7 luglio 2010. Con questa decisione si sottolinea che la linea ferroviaria in questione non è ad alta velocità e neppure ad alta capacità, ed è classificata dall’Unione europea come linea convenzionale. Ricordo, inoltre, che la linea storica Torino-Modane è già un segmento della medesima direttrice, che già stata riammodernata con una spesa pari a circa 400 milioni di euro e che oggi viene utilizzata solo per un nono della sua capacità. Nella mozione dell’onorevole Costa si apprende di un aumento importante dei flussi di merci a livello mondiale. Il dato, fosse anche supportato da una fonte attendibile – cosa che evidentemente non è – sarebbe comunque inutile. Per sostenere una tratta da Torino a Lione occorre, infatti, esaminare i dati storici del traffico su quella direttrice, non su scala globale. Dati alla mano, ci accorgiamo di uno spaventoso calo, ed il primo pensiero
va sicuramente alla crisi economica. Leggiamo, invece, che questa decrescita del trasporto delle merci avviene con un ritmo pressoché costante dai primi anni del duemila, periodo ben lontano da ogni minima percezione rispetto a quanto oggi accade. Nonostante questo inequivocabile dato di fatto, i proponenti dell’opera continuano a dare dimostrazione di un imbarazzante livello di preparazione tecnica e soprattutto di scarso buon senso. «Pensi di scavare l’alveo di un fiume? Prima o poi l’acqua scorrerà», dichiarava un membro dell’Osservatorio tecnico, ospite di un convegno al Politecnico di Torino il 4 novembre 2011. LTF, società responsabile del progetto della tratta internazionale dell’opera si esprime invece secondo previsioni del traffico merci che nulla hanno a che vedere con la ragione umana. Considerato, lo ricordiamo, un trend di decrescita che dura da più di un decennio, LTF proietta verso l’alto e nel futuro numeri assurdi, è così che afferma che nel 2053 il traffico su ferrovia sarebbe pari a più di 15 volte il traffico attuale: una crescita esponenziale troppo lontana dai modelli fisici ed economici che regolano la realtà. L’aspetto comico di tutta questa faccenda diventa ridicolo quando si scopre che questa crescita così accentuata è messa in correlazione ad una supposta continua crescita del PIL per i prossimi anni. Stiamo dicendo, insomma, che, in controtendenza rispetto al pensiero economico internazionale ed in barba al puro buonsenso, i proponenti dichiarano che il periodo che verrà non potrà essere altro che prospero e felice. Informiamo allora quelle 365 mila piccole e medie imprese che hanno chiuso nel 2012, quegli imprenditori che ogni giorno non vedono alternativa se non il suicidio, tutti quei padri che non sanno più come sfamare i loro figli. Ecco la crescita è già qui! Con queste assurdità a difesa solo di grandi interessi state calpestando la dignità dei cittadini. Avete dalla vostra un sistema dell’informazione che mai racconterà le verità tecniche oggettive celate dietro a questa grande opera inutile che vi ostinate a definire «strategica». Ma avete letto l’analisi costi/benefici? Un’opera comporta un investimento stratosferico che vedrebbe, secondo i proponenti, una redditività minima. Vedremo un pareggio, infatti, solo nel 2072. Una
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 GIUGNO 2013
MO IMENTO 8
persona qualsiasi, purché razionale e non in conflitto di interessi, si interrogherebbe immediatamente ed immediatamente si darebbe una risposta: quantomeno stiamo parlando di un’opera che non è prioritaria. Sull’analisi costi/benefici, qualche mese fa presso il Politecnico di Torino la dottoressa Maffii, membro dell’Osservatorio tecnico è intervenuta con qualche dichiarazione alquanto imbarazzante per i proponenti: «L’analisi costi/benefici soffre di un eccesso di ottimismo» e «si ha una tendenza per le opere di questo tipo a sottostimare i costi e a sovrastimare i benefici». Notizia ancora più sconcertante arriva quando la dottoressa ci parla del fattore incidentalità: senza il peso di questo fattore, il bilancio costi/benefici non sarebbe più, come dichiarato, leggermente positivo ma andrebbe in perdita. Si, abbiamo proprio capito bene: togliendo i benefici della riduzione degli incidenti stradali, l’opera, anche secondo i proponenti, è inutile o meglio economicamente dannosa. Nell’analisi costi/benefici i benefici dell’opera vengono calcolati a partire dal 2023 ma il progetto definitivo prevede 12 anni per la costruzione del tunnel di base, che non è ancora partito. Emerge quindi un ennesimo gravissimo errore di valutazione. Sapete poi che questa analisi costi/ benefici non riguarda il tanto conclamato progetto per fasi, ma l’opera nella sua interezza? Qualche gentile collega potrebbe spiegarmi come si fa a parlare del progetto attuale utilizzando l’analisi costi/benefici di un’altra idea di opera? Ma se allora l’analisi non va bene, un’analisi costi/benefici non esiste! O almeno non per questo progetto! È allora di cosa stiamo parlando?
Un deserto di cemento chiamato EXPO Andrea Cioffi Senato Seduta n°35 del 5 Giugno
Signor Presidente, cittadini del Senato, buonasera. Ho scritto questo testo dieci giorni fa, quando pensavo che
arrivasse in Aula il disegno di legge, prima di finire in questa vischiosa melassa che è stata l’iter di questo provvedimento, e così ve lo leggo. È la prima volta che intervengo in quest’Aula e mi perdonerete una piccola riflessione introduttiva. In questo tempo, oltre a studiare e a lavorare insieme ai cittadini a cinque stelle, ho avuto modo di rendermi conto che quello che pensavo quando ero fuori di qua è in gran parte vero. C’è chi si è lamentato perché l’indennità aggiuntiva che percepisce non è sufficiente, c’è chi non ha il coraggio di cambiare, c’è chi sventola la bandierina per mostrare e dimostrare la propria appartenenza, c’è chi viene in Aula in veste di membro del Governo e non ascolta gli interventi, c’è chi prevede di fare una seduta notturna in Commissione iniziando alle ore 20 e finendo alle ore 21,30. Prima di entrare in Senato ho svolto la libera professione e per me una seduta notturna finisce non prima delle 2 di notte. Non so come voi siate abituati a lavorare, ma la terribile e fantastica responsabilità che grava sulle nostre spalle ci dovrebbe portare a sviscerare i problemi fino in fondo, avendo una visione che sia scevra dalle collocazioni che ognuno di noi ha in questa Assemblea. Una buona idea, un buon emendamento è buono al di là di chi lo propone. Ma non sembra che funzioni così, visto che le modifiche presentate dal nostro Gruppo sono state bocciate. Esemplare è stato l’iter nelle Commissioni riunite 8a e 13a, dove l’analisi di tutti gli emendamenti e la successiva votazione si è svolta con una velocità che ricordava il teatro dell’assurdo. Posizioni preconcette che facevano alzare le mani al di là della logica di un emendamento. Avete stimolato in noi un misto di ilarità e rabbia che alla fine è esploso in un richiamo alle responsabilità dei presenti in Commissione all’esercizio del proprio dovere. Se volevate farci percepire come inutili, beh, vi siete sbagliati: siamo e saremo molto più determinati di quello che credete e vi incalzeremo con le nostre proposte, con i nostri emendamenti, con il sapore di un cocktail fatto di rabbia e di umiltà. Un cocktail che vi stordirà! Possono l’onore e la disciplina di cui parla l’articolo 54 della Costituzione essere rappresentati da ciò che è
scritto in testa ad alcuni articoli del provvedimento, cioè: «In deroga al divieto di proroga o rinnovo»? Quale disciplina c’è nel non rispetto delle regole che ci siamo dati? È onorevole la disapplicazione del codice dei contratti pubblici relativamente ai lavori per la realizzazione di Expo 2015? In questo bistrattato Paese è diventata regola la deregolamentazione. Viviamo continuamente dentro un ossimoro. La parola «deroga» e suoi sinonimi compaiono 6.000 volte negli atti legislativi dello Stato e se aggiungiamo anche le eccezioni, i «tranne», le esclusioni, all’insieme delle leggi statali, regionali e dei regolamenti attuativi, abbiamo il mostruoso totale di 60.000 deroghe! E questo, egregi cittadini del Senato, vi sembra giusto? Come può un cittadino vivere nel rispetto della legge se la legge stessa è indigeribile e impenetrabile? Quanto costa al sistema Paese una matassa così ingarbugliata? All’art. 4, dove si parla della Galleria Pavoncelli, viene compiuta un’altra forzatura, incorporando una ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri in una legge. In questo modo si sovverte la ordinaria gerarchia delle fonti stabilita dalla nostra Costituzione e la si sottrae al controllo del TAR e del Consiglio di Stato. Tradotto dal burocratese, ciò significa che il popolo si vede negato il diritto di verifica e controllo su un atto amministrativo. È proprio sul tema delle deroghe e del rispetto della gerarchia normativa che abbiamo presentato l’ordine del giorno G105, che chiediamo al Governo di accogliere. In quanto allo specifico delle opere di Expo 2015, di cui all’articolo 5, si vuole qui ribadire la netta contrarietà del Gruppo ad un evento che è stato completamente stravolto nelle sue linee programmatiche iniziali. Se il titolo dell’evento è «Nutrire il pianeta, energia per la vita» e nasceva con il progetto dell’orto planetario, come è possibile che sia diventato una semplice e grande speculazione edilizia? Cosa succederà sui suoli dell’Expo una volta finito l’evento? Perché collegare all’evento opere come la linea metropolitana M4, che non vedrà mai la luce nel 2015, ma forse soltanto nel 2020? Abbiamo davvero bisogno di tante strade di collegamento nuove, delle opere con-
37
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE nesse e dei parcheggi remoti quando ci sono già quelli della adiacente Fiera? Se dobbiamo nutrire il pianeta cosa faremo? Mangeremo cemento? «Là dove c’era l’erba ora c’è una città», cantava Celentano nel 1966, e noi siamo ancora qui a glorificare la nuova edilizia. Una vera fiera delle vanità questa Expo, che non porta nulla di nuovo alla trasformazione della società italiana e che appare anacronistica e figlia di una logica produttivista che non rispecchia minimamente la visione pentastellata del futuro. Nel 1889 l’Expo si tenne a Parigi e per l’occasione fu edificata la torre Eiffel. Erano gli anni del boom del carbone, gli anni in cui la grande macchina industriale muoveva impetuosa i sui passi verso un futuro radioso sostenuto dall’utilizzo delle fonti fossili. L’uomo voleva superare se stesso, ma le comunicazioni tra esseri umani erano ancora carenti e frammentarie. In quel contesto, l’esposizione universale era una straordinaria occasione di incontro e di scambio di conoscenze. Era anche l’anno in cui cadeva il centenario della Rivoluzione francese. Sono passati quasi 130 anni e noi siamo ancora fossilizzati a quella storia. Nel frattempo l’informatica, il web, hanno radicalmente trasformato le comunicazioni tra gli uomini e quello che era un evento utile è diventato un contenitore senza più contenuto. Il tema dell’orto planetario aveva dato nuova energia e nuova vita all’evento. L’interscambio di esperienze e di modalità produttive in campo agricolo rinvigoriva la speranza di un futuro nuovo con il ritorno all’antico. La biodiversità, le sementi ritrovate, il fulcro su quel settore primario troppo a lungo dimenticato e trascurato aveva ridato vita all’Expo, ma lorsignori hanno giudicato non attrattivo il tema agricolo e molto attrattivo il post Expo, la valorizzazione in senso speculativo del suolo. E ancora una volta all’agricoltura abbiamo sostituito la rendita fondiaria per via edificatoria. Che dire poi del continuo tentativo, visti anche gli emendamenti presentati a questo decreto, di infilare nel decreto norme, regole, argomenti estranei, al solo fine di fare presto, al solo fine di soddisfare aspetti ed appetiti localistici? Signori, se riuscis-
38
simo a riportare il focus di chi siede in quest’Assemblea sui reali problemi delle persone, forse si potrebbe essere celeri nella valutazione e nell’approvazione dei disegni di legge, finalmente riportare a normalità il sistema e fare fino in fondo il nostro dovere di rappresentanti del popolo.
Al M5S la vigilanza RAI
Roberto Fico Camera Seduta n°25 del 29 Maggio «Spero che in questa legislatura faremo un ottimo lavoro, senza nasconderci, e in tutta trasparenza, spero che il faro della commissione sia cercare di far distaccare la politica dall’informazione e dalla tv di Stato che è di tutti i cittadini. Serve trasparenza e basta con i direttori dei Tg nominati dai partiti».
Principali attività parlamentari della settimana dal 3 al 7 Giugno PROPOSTE DI LEGGE
Per l’istituzione di una Commiss. Parlamentare sul Monte dei Paschi di Siena. Per consenso informato nei trattamenti sanitari, contro l’accanimento terapeutico. Per sostenere la ricerca su farmaci orfani e malattie rare. Per l’istituzione dell’Ufficio del Garante della Salute. Per istituire una Commissione di Inchiesta sulla malasanità.
MOZIONI /RISOLUZIONI
Sicurezza stradale: Mozione per messa in sicurezza di guard-rail e altre infrastrutture stradali, a salvaguardia dei motociclisti. F35: Mozione del gruppo interparlamentare M5S-SEL-PD per cancellare il progetto relativo all’acquisto degli F35. Guerra in Mali: Mozione contro l’intervento militare in Mali e per il ritiro di tutti i militari italiani nelle missioni estere.
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI/INTERPELLANZE/QUESTION TIME
Diploma magistrale: si chiede che i titolari di diploma magistrale siano equiparati agli altri nell’abilitazione all’insegnamento. Detrazioni d’imposta: si chiede che il sistema delle detrazioni sia esteso a tutti i settori produttivi dell’ambito sviluppo sostenibile. Viabilità siciliana: si chiede un piano straordinario per l’ammodernamento e il potenziamento della viabilità in Sicilia. Tassi interessi bancari: si chiede una verifica del governo sull’attedinbilità dei tassi medi di interesse comunicati da banche e intermediari. Criminalità organizzata: si chiedono ulteriori indagini su denunce di ostacoli ad indagini antimafia nella catena di comando a Palermo. Ricostruzione L’Aquila: si chiede, nel reclutamento di nuovo personale, di attingere in trasparenza alle graduatorie del Concorsone già svolto. Costa Concordia: si chiede al governo come si intenda procedere per la rimozione del relitto. Manifestazione PDL Brescia: si chiede conto della presenza del Ministro Alfano.
DISCUSSIONI AULA
Decreto 40 Miliardi debiti PA: presentati 5 ordini del giorno, 4 accolti dal governo e 1 votato all’unanimità dall’aula. ILVA Taranto: si chiede chiusura dell’impianto a caldo, bonifica e reddito di cittadinanza.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE dal Blog www.beppegrillo.it
No tengo dinero
Le panzanate elettorali di Berlusconi sull’IMU, che dovremo comunque pagare, le fandonie del Governo sull’Iva, che crescerà comunque di un punto, e sulla riduzione delle tasse, che aumenteranno a livello locale, dicono una cosa sola: le casse sono vuote. Capitan Findus prende tempo, spera che passi la nottata, ma non c’è nessuna alba ad aspettarlo. I dati economici sulla disoccupazione e sulle imprese sono terrificanti, ripeterli come una giaculatoria è ormai irritante, ha un sapore di cose dette e stradette. Provoca frustrazione. Mentre il Paese affonda pdl e pdmenoelle, dopo aver occupato tutte le poltrone, anche quelle dell’opposizione con Sel, Lega e Fratelli d’Italia, immensa presa per i fondelli dell’elettore, si baloccano con il semipresidenzialismo alla tedesca e il doppio avvitamento carpiato con premier alla francese, con riforme costituzionali indifferibili, legge elettorale che non può più attendere (e infatti è la stessa dal 2006 con buona pace di Napolitano). Discutono ogni giorno di temi che non sono prioritari. La priorità in questo momento è coniugare il pranzo con la cena, pagare l’affitto, le spese sanitarie. A Bologna molti bambini non hanno da mangiare e aspettano la mattina la scuola, la mensa scolastica, per sfamarsi. Questa è l’Italia, non quella dipinta da partiti nelle conferenze, nei seminari, nelle dichiarazioni inconcludenti. Siamo in piena emergenza e ci dicono che “Bisogna dare delle risposte al Paese” senza però fare nulla. Di tagli non se ne parla, dalle province, alle auto blu, a un taglio dei vitalizi, delle doppie e triple pensioni, della burocrazia che uccide le imprese. L’unico taglio è sulla povera gente, sui servizi sociali, sugli asili, sui trasporti, sulla sanità. Nessuno si pone il problema del debito pubblico, di come fermarlo prima che ci trascini a fondo, nessuno ipotizza la sua ristrutturazione, che presto o tardi sarà obbligatoria, con il deprezzamento dei titoli pubblici, nessuno impone come centrale nella politica europea gli eurobond per ripartire su base comune i problemi economici nazionali,
forse l’unica possibilità di rimanere nell’euro. Si discute di tutto per non parlar di niente. Leggi anti corruzione per recuperare 100/120 miliardi? Leggi per tagliare costi inutili dello Stato, a iniziare dai costi superflui della politica pari a 16 miliardi all’anno? Leggi per recuperare decine di miliardi restituendo allo Stato la gestione delle concessioni, a iniziare dalle autostrade? Nulla di nulla. Il M5S propone ogni giorno questi temi in Parlamento nel silenzio dei media foraggiati dai partiti. Quante leggi ha approvato il Parlamento negli ultimi anni? Il MoVimento 5 Stelle non resterà a guardare. Uscirà sempre più dal Palazzo per informare, per ascoltare, per condividere. Cittadini tra i cittadini.
Respinto dal Governo il sostegno a scuola e ricerca Giuseppe Brescia Camera Seduta n°31 dell’11 Giugno
Signor Presidente, sono davvero imbarazzato per quanto sta accadendo oggi in Aula, perché si sta verificando quanto segue: c’è una parte dell’attuale maggioranza che non avrebbe nessun problema a votare la nostra mozione, perché individua nella nostra mozione una volontà per il bene comune, di andare verso il bene comune, e c’è un’altra parte di questa maggioranza che lo sta vietando. Noi ci troviamo quindi veramente in difficoltà, perché abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per andare incontro, per dialogare, per dire che possiamo trovare una soluzione comune, perché vogliamo soltanto il bene della scuola, dell’università, del futuro dell’Italia, e ci ritroviamo a non avere l’appoggio per quanto vi ho detto. (...) Quale Paese può davvero definirsi moderno e civile se non mette al centro dei propri interventi la realizzazione e l’attuazione di un progetto di sviluppo costante
MO IMENTO 9
del proprio sistema di formazione e istruzione? Quale Paese può definirsi in salute e proiettato verso un futuro prolifico e radioso se non investe sulla formazione delle generazioni presenti e future? (...) L’Italia ha un popolo di grandi tradizioni, noi tutti abbiamo il grande onore di discendere da personaggi illustri che hanno scoperto, inventato e contribuito a creare i fondamenti di quelle discipline che ancora oggi vengono studiate in tutto il mondo e contribuiscono allo sviluppo e alla sussistenza del genere umano. Senza paura di cadere in nazionalismo, mi sento di affermare con estrema chiarezza che il popolo italiano è un popolo che possiede una capacità di approcciarsi in maniera creativa alla soluzione dei problemi che ben pochi altri popoli possono vantare. Quando, a causa dell’assenza di strutture in grado di sviluppare le potenzialità e a causa di una visione di futuro che definire opaca sarebbe quanto meno un eufemismo, i nostri giovani, i nostri cervelli, sono costretti a partire per l’estero, le aziende straniere che li assumono imparano ad apprezzarne ben presto la flessibilità e l’originalità e si guardano bene dal lasciarli andare. Secondo una ricerca dello Sponsor Value cultura e spettacolo, realizzata da Stage up e Ipsos, se l’Italia investisse in cultura quanto mediamente fanno Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, il PIL nazionale indotto raggiungerebbe i 140 miliardi, con un incremento del 253%. Ma noi evidentemente non vogliamo che ciò accada. (...) Non voglio limitarmi alle parole. Parliamo di cifre. Come bene illustrato nella nostra mozione, solo nella precedente legislatura la politica dei tagli ha tolto circa 8 miliardi di euro all’istruzione, all’universitaria e alla ricerca, con una spesa che per questi comparti passa negli ultimi cinque anni dal 10,6% al 9,1%, producendo un processo di impoverimento culturale e sociale che mina la stabilità del vivere civile e solidale, relegando l’Italia negli ultimi posti in Europa in quanto a investimenti in questi settori. (...) Nella nostra mozione chiediamo al Governo di impegnarsi ad adottare le politiche necessarie a garantire un piano pluriennale di finanziamento
39
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE a partire proprio dal reintegro delle risorse sottratte al settore nella scorsa legislatura. Quindi, siamo esattamente in linea con quanto dichiarato dal Ministro Carrozza, ma qui oggi il Governo ci viene a dire che lui non è in linea con quanto dichiarato da se stesso. Noi veramente non riusciamo a capire come dobbiamo agire. (…) Stiamo parlando di edilizia scolastica. Noi aggiungevamo che, oltre ad essere sicuri, è necessario ripensare alle strutture scolastiche in chiave futura perché noi dobbiamo rendere le scuole dei posti dove la nuova didattica possa essere messa in atto, invece noi ci ritroviamo con 400 scuole che a settembre rischiano di non aprire perché non ci sono i fondi neanche per ristrutturarle. Questa è la condizione dell’Italia. Noi stiamo chiedendo che si torni ad investire nell’istruzione per far sì che questa realtà cambi. (...) Su un punto però fondamentale forse siamo davvero distanti. Facciamo l’ipotesi così astrattamente che ci sia un partito al potere, un partito dominante il quale, però, formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza, non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’Aula in alloggiamento per i «manipoli», ma vuole «istituire» senza parere una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole, per trasformare le scuole... insomma, volevo leggervi le parole di Piero Calamandrei, non avrò il tempo di farlo. Sessant’anni fa circa lui diceva che un partito come il vostro... indebolirebbe la scuola pubblica in favore di quella privata. Voi avete oggi l’opportunità di dimostrare il contrario, ma a quanto pare non volete farlo.
40
L’Italia ripudia la guerra,su questo siamo d’accordo?
Alessandro Di Battista Camera - Seduta n°10 del 29 Aprile Non ho preparato un discorso e vado a braccio, provando a parlare con il cuore a tutti noi, e anche a lei, Ministro. Forse era Brecht che diceva che è «sventurata la terra che ha bisogno di eroi». Massimo, massimo rispetto per il militare ammazzato. Io non ho figli e non so proprio che cosa significhi per una madre perdere un figlio e perderlo lontano da casa e nessuno vuole strumentalizzare un’ennesima perdita italiana in Afghanistan. Ma la guerra ci fa schifo, Ministro, e siamo in guerra da dodici anni. Tra l’altro è una delle guerre più durature del Novecento ed è una guerra! Il fatto stesso che lei dica che la missione cambierà, che la prossima missione sarà non combat significa che dove siamo adesso è una missione combat. Perché vi smentite da soli? Perché? Noi chiediamo un po’ di onestà intellettuale in quest’Aula. Siamo in guerra ed è una guerra che abbiamo perso, lo sapete tutti quanti, ne parlavamo prima anche alla buvette. La guerra è persa, perché tutte le guerre quando si iniziano sono perse, perché la guerra fa schifo, perché ci piace la pace e perché non crediamo che l’unico mezzo di risoluzione dei conflitti, anche dove ci sono, non terroristi, magari criminali, ma non terroristi, che comunque non ci hanno mai attaccato, Ministro, e questo anche dobbiamo considerarlo, perché l’articolo 11 della Costituzione parla chiaro: l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Possibile che nel 2013 ancora diciamo frasi che dicevano gli antichi romani, Ministro, ossia che per fare la pace dobbiamo costruire la guerra, che gli F35 ci servono per la pace, quando la gente fuori da quest’Aula muore di fame? Scusate, colleghi, però parlo davvero con il cuore e mi rivolgo a
tutti voi, giovani o non giovani, alla prima legislatura e anche a voi... e anche a lei, Presidente, mi scusi. Noi siamo entrati da poco e, al di là di tante differenze di visione, io credo che ci sia bella gente in quest’Aula, ne sono sicuro. Vogliamo tutti quanti assieme anche cambiare una visione vecchia, stantia che odora di guerra, che odora di morte. Allora, mettiamoci assieme almeno su questi punti. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato immediatamente una mozione di ritiro delle truppe dall’Afghanistan: noi non vogliamo che tornino domani così. Abbiamo chiesto al Governo di riferirci su un’exit strategy vera e propria. Che cosa intendete fare? Ma quello che dicono la NATO e Rasmussen è che abbiamo già dato l’ok per proseguire a stare in Afghanistan. E se i talebani spareranno che cosa facciamo, non spariamo? Io sono obiettore di coscienza, ho scelto di non prendere mai un’arma da fuoco in mano, perché, anche se mi dovessero attaccare, io non voglio rispondere con un’arma da fuoco, perché credo che la pace sia l’unica, l’unica, l’unica risposta. L’unica! E non abbiamo utilizzato nessun altro modo per risolvere quel problema devastante che c’è in Afghanistan. La pace vale anche per i cittadini afgani: 70.000 morti, signor Ministro, e quasi 5 miliardi di euro, non per essere venale, per l’amor di Dio, prima vengono le vite dei nostri militari, dei civili afgani e poi i quattrini. Ma 5 miliardi di euro sono più del gettito IMU sul quale si fanno campagne elettorali! Scusate ancora, colleghi e Presidente, ma ci teniamo, davvero, a provare a portare parole di cambiamento in quest’Aula e invitiamo tutto il popolo italiano e tutta quest’Aula a svegliarsi su queste tematiche, ad alzare la testa, a tirarla fuori dalla sabbia perché sappiamo perfettamente che la guerra c’è solo ed esclusivamente per interessi economici che sono sempre gli stessi e che sono sempre poche persone che determinano le scelte di interi popoli! Mi avvio a concludere, citando Thoreau che ha scritto un libro bellissimo sulla disobbedienza civile dove ricorda che le gambe, signori colleghi, non servono per sedervisi sopra, iniziamo a camminare assieme!
MO IMENTO
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 GIUGNO 2013
9
Referendum sull’Acqua, l’esito resta disatteso Gianluca Castaldi Senato Seduta n°39 del 12 Giugno
Signora Presidente, colleghi dipendenti del popolo italiano, sono passati due anni dal referendum sull’acqua pubblica, quando un’inaspettata, per tantissimi di voi presenti in quest’Aula (si fa per dire tantissimi: è vergognoso quanto accade ogni giorno a fine lavori), e corposa maggioranza di cittadini, ben 27 milioni, ha bocciato l’obbligo di privatizzazione degli acquedotti pubblici ed il rendimento minimo garantito del 7% sul capitale investito. La maggioranza assoluta degli italiani si è espressa per una fuoriuscita da queste logiche di mercato e di profitto. Se si dovesse giudicare il comportamento delle forze politiche delle larghe intese e delle amministrazioni locali, dovremmo dedurne che il voto di due anni fa sia avvenuto in un altro Paese e non in Italia. Fuori da questo Parlamento, oggi, adesso, in occasione del secondo anniversario dei referendum, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha indetto una manifestazione in piazza Montecitorio per sollecitare i parlamentari affinché si impegnino in un’iniziativa politica per costruire un intergruppo dei parlamentari per l’acqua bene comune, che si ponga l’obiettivo di intraprendere un percorso legislativo per giungere ad una gestione pubblica e partecipativa del servizio pubblico idrico integrato. Ricordo che il 12 e il 13 giugno 2011 i referendum sono tornati ad essere lo strumento di democrazia diretta che la Costituzione garantisce; era dal 1995 che referendum abrogativi non raggiungevano il quorum. Ricordo ancora che nel luglio 2011 la Corte costituzionale ha giudicato incostituzionale l’articolo 4 della legge n. 138 del 2011, voluta dal Governo Berlusconi a soli due mesi dall’esito del referendum, con questa motivazione che leggo: «(la legge) viola il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare desumibile
dall’articolo 75 della Costituzione». Dentro il Parlamento, qui al Senato, noi cittadini del Movimento 5 Stelle siamo quelli che vogliono ancora l’acqua pubblica, quelli che credono ancora che un bene universale fondamentale per la vita non debba essere affidato alle logiche del mercato e del profitto. Vogliamo continuare a rappresentare la grande coalizione che ha vinto il referendum per l’acqua bene comune nel giugno 2011. Proprio due anni fa - mi perdoni se mi dilungo, Presidente, ma l’argomento è importante - 27 milioni di italiani hanno votato, con il 95% di Sì, esprimendo pienamente la vo-lontà di riportare l’acqua tra i beni comuni. Questo risultato ha reso nuovamente possibile in Italia la gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico. Un risultato che ha messo in allarme i poteri forti, che non solo non hanno dato seguito agli esiti referendari, ma hanno messo in atto ripetuti tentativi di cancellare quella vittoria. Oggi non possiamo continuare a svuotare di sostanza la nostra democrazia non rispettando gli esiti di una volontà popolare chiarissima. È sommo disonore continuare a mostrare le spalle politiche alla volontà popolare e far prevalere la preoccupazione magari di sanare gli abusi, tollerare gli impuniti, essere indulgenti con i soprusi. Come si può leggere nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge di iniziativa popolare che il Forum ha elaborato, le istituzioni economiche, finanziarie e politiche che per decenni hanno creato il degrado delle risorse naturali e l’impoverimento idrico di migliaia di comunità umane oggi dicono che l’acqua è un bene prezioso e raro e che solo il suo valore economico può regolare e legittimare la sua distribuzione. Noi sappiamo che non è così. Sappiamo che dobbiamo dare seguito al mandato ricevuto da 27 milioni di elettori, a due anni dal referendum. Per questo favoriremo la costituzione dell’intergruppo promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, e vi aderiamo. L’acqua è di tutti, per una vera democrazia del bene comune.
Le tasse controproducenti di PD e PDL Barolomeo Pepe Senato Seduta n°42 del 13 Giugno
Signor Presidente, l’aliquota IVA nel corso dei decenni è stata aumentata ben otto volte; proprio di recente è passata dal 20 al 21%, un record forse destinato ad aumentare fra pochi giorni. L’aliquota è aumentata l’ultima volta due anni fa, nel 2011: la misura faceva parte del pacchetto introdotto al fine di fronteggiare la crescente crisi economica. Malgrado questo incremento, il gettito tra metà settembre del 2011 ed il dicembre del 2012 si è ridotto di 3,5 miliardi di euro e si è ottenuto l’effetto contrario a quello sperato. Dall’inizio della crisi alla fine del 2012 il PIL nazionale è diminuito di 7 punti percentuali e la spesa delle famiglie di 5. Quanto successo serva da monito. Questa caduta di 5 punti corrisponde, in termini assoluti, ad una diminuzione media della spesa pari a circa 3.700 euro a famiglia. Se non si evita l’aumento previsto, si corre il rischio di penalizzare ancora la domanda e di peggiorare la situazione economica: quella delle famiglie, quella delle piccole e medie imprese e quella dei lavoratori autonomi, che vivono quasi esclusivamente di consumi interni. La gravità della situazione è stata evidenziata anche dalla Banca d’Italia. Nella relazione annuale, l’istituto di via Nazionale, segnala che in termini pro capite la spesa è tornata ai valori del 1998, quella di quattordici anni fa, quattordici anni persi. Se l’aumento previsto diventa effettivo, se si aumenta ancora l’IVA, gli italiani si troveranno a subire l’aliquota IVA ordinaria più elevata tra tutti i principali Paesi dell’aerea dell’euro. Ricordo che tra l’aumento di un punto percentuale dell’IVA, l’aumento della TARES e quello dell’IMU sui capannoni, si stima una stangata di 9,4 miliardi di euro in più nel 2013 rispetto al 2012; una stangata che peserà sulle imprese e soprattutto sulle famiglie.
41
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE La domanda che rivolgo quindi al Governo è se intenda rispettare quanto promesso dal presidente Letta nel suo discorso di insediamento alle Camere, cioè non aumentare l’IVA dal 21 al 22%, e anzi, visti gli effetti che il precedente aumento ha comportato, chiedo se non sia il caso di riportare tale imposta al 20%.
IMU, quale futuro? Barbara Lezzi Senato Seduta n°42 del 13 Giungo
Quello che si chiede è un atto di coraggio, una riforma complessiva del fisco che preveda una riduzione del carico fiscale di 4-5 punti percentuali, una revisione complessiva della spesa pubblica, un intervento sull’ammontare del debito pubblico, una seria lotta all’evasione fiscale, lasciando stare strumenti di contrasto burocratici quali sono il redditometro e gli studi di settore. Visto che non si riesce a capire in che direzione intenda muoversi il Governo, se vi è una linea condivisa nel determinare le sorti dell’IMU, si chiede se la si vuole abolire, rimodulare o riformare.
Questo foglio di informazione è realizzato con i resoconti stenofgrafici dei siti ufficiali: www.camera.it www.senato.it
Altri indirizzi utili: Montecitorio 5 Stelle Senato 5 Stelle M5S News LaCosa Informazioni dal Parlamento 5 Stelle TG in Movimento
Signor Ministro, l’IMU, inizialmente introdotta per il biennio 2013-2015, non si sa ancora se diventerà un’imposta permanente. Ora la parola è passata a lei, al Governo Letta, che ha sospeso la prima rata di giugno sugli immobili adibiti ad abitazione principale, sui terreni, sui fabbricati agricoli, sugli immobili delle cooperative edilizie e le case popolari IACP. Di fatto questo Governo ha somministrato un’anestesia temporanea al popolo italiano, perché nel frattempo non è ancora chiaro se si andrà avanti con gli anestetici o ci si pone davvero l’obiettivo di una riforma complessiva della materia. Fino a questo momento il Governo si è limitato alla formulazione di diverse ipotesi: rimborso dell’IMU, eliminazione, rimodulazione, una riforma complessiva con l’introduzione di una service tax. Il passaggio al modello della service tax, che includa nel suo perimetro anche la TARES, per il M5S determinerebbe il trasferimento di parte del prelievo dai proprietari agli inquilini, con effetti redistributivi indesiderati e, per la componente relativa ai rifiuti, sarebbe incompatibile con il principio comunitario del «chi inquina paga». Quello che si chiede al Governo è se non sia il caso di cambiare logica, di capire che oggi la pressione fiscale in Italia è insostenibile, che gli aumenti, sia dell’imposizione diretta che indiretta, stanno producendo una distorsione del gettito. Ricordo che l’IMU, per le piccole e medie imprese, ha rappresentato una triplicazione del carico fiscale.
42
Principali attività parlamentari della settimana dal 10 al 14 Giugno PROPOSTE DI LEGGE
Per il divieto di cumulo tra pensioni e lavoro in amm. pubblica Per la stabilizzazione del 5 per mille a finalità scelte dal contribuente Per le pensioni del personale della scuola
MOZIONI/RISOLUZIONI
Acqua Pubblica: Mozione per recepire l’esito del referendum e per promuovere gli interventi sulle acque potabili e il sistema idrico italiano. Occupazione giovanile: Mozione intergruppi per chiedere misure di rilancio per il lavoro dei giovani
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI/INTERPELLANZE/QUESTION TIME
Indesit: si chiede la tutela dei lavoratori a rischio licenziamento e che le più importanti realtà industriali restino sul territorio italiano. ENI: si chiede che lo Stato, come azionista di maggioranza ENI, intervenga a proposito dei casi di corruzione per le trivellazioni in Nigeria. Terreni demaniali: si chiede di non vendere i terreni di proprietà pubblica e di incentivare invece l’attività dei giovani agricoltori. Olio di oliva: si chiede l’applicazione della legge europea per tutelare il sistema oleario e combattere le frodi nel settore. Poste SpA: si chiede al CDA una revisione del Piano Industriale con alternative per l’occupazione e un fondo di solidarietà per gli esodati Trattamento rifiuti: si chiede di adempiere alla direttiva europea che prevede il trattamento dei rifiuti anziché il conferimento in discarica. Marines a Sigonella: si chiede se il governo sia informato sullo spostamento di 500 marines USA dalla Spagna alla base di Sigonella. Edilizia scolastica: si chiede un intervento del governo sui tagli ai bilanci delle Province, che impediscono la ristrutturazione delle scuole e mettono a rischio la riapertura a settembre. Crisi gruppo Merloni: si chiede se il governo sia al corrente, e se i Ministri intendono attuare misure per l’occupazione e la produzione.
DISCUSSIONI AULA
Convenzione San Marino frodi fiscali: 1 ODG/respinto dal governo Sostegno a scuola, Università e cultura: 1 mozione/respinta dal governo Obiezione di coscienza in ambito sanitario: 1 mozione/approvata dal governo.
informazioni dal
PARLAMENTO 5 STELLE dal Blog www.beppegrillo.it
Inciucio alla ragusana? #IoVotoFederico
A Ragusa, per il ballottaggio, dentro la coalizione del candidato del centro sx Giovanni Cosentini è finito di tutto: democristiani doc, ex sostenitori di Berlusconi, seguaci di Totò Cuffaro, ex comunisti di provincia e luogotenenti affezionati di Rosario Crocetta. Tutti insieme, appassionatamente alleati dopo aver cambiato più volte casacca, per vincere facile e scacciare definitivamente l’incubo 5 Stelle dalla Sicilia. Ragusa è la città, unica in Sicilia, dove siamo riusciti ad arrivare al secondo turno. Il nostro candidato è Federico Piccitto, ingegnere. Il candidato del PdUdc-Megafono Cosentini ha un passato da vice sindaco Udc nella giunta di centro dx che ha amministrato Ragusa fino all’estate scorsa. Il primo cittadino era Nello Dipasquale, per molto tempo leader e fondatore di Forza Italia, oggi deputato regionale e luogotenente di Crocetta a Ragusa. Il primo accordo per il ballottaggio Cosentini l’ha stretto con uno degli avversari già sconfitti al primo turno: Ciccio Barone, appoggiato da 2 liste civiche e proveniente dal PID, partitino fondato da Totò Cuffaro. Il Pdl ha subito annunciato di voler appoggiare Cosentini creando una coalizione sterminata che va da Berlusconi, passa dal Pd e giunge a Crocetta. Larghe, larghissime intese, come a Roma insomma. La città mormora, si lamenta dell’Inciucio alla ragusana, non digerisce, non l’ha presa bene. Beppe verrà domani a Ragusa per sostenerci. E voi ce la date una mano? Abbiamo lanciato una Campagna Donazioni: sostienici! E lunedì sera, forse, Todo Cambia e cambierà anche Ragusa!
E intanto l’Italia muore! Carla Ruocco Camera Seduta n°34 del 17 Giungo
Signora Presidente, Ministri, deputati, Svetonio diceva che il buon pastore deve tosare le proprie pecore, non scorticarle. Anche gli usurai, forti delle loro tragiche esperienze, sanno che lo «strozzato» va incalzato, spolpato, depauperato giorno per giorno con meticolosa precisione, ma senza mai costringerlo a morire. Voi classe dirigente, politici, tecnici, con i vostri servi e i vostri complici, voi che da vent’anni occupate le istituzioni, sempre gli stessi, inamovibili e graniticamente presenti, non solo non prendete esempio da Svetonio, ma neppure riuscite ad emulare gli strozzini. Voi responsabili del debito pubblico, artefici della più spaventosa rapina del secolo, voi che vi riempite la bocca di frasi roboanti e le tasche del denaro appartenente al popolo. Voi classe dirigente e casta oppressiva, che giurate di osservare la Costituzione e di difendere gli interessi del popolo italiano, ignorate Svetonio e andate anche oltre gli usurai. Per la vostra incapacità, la vostra determinazione in difesa dei vostri privilegi e del vostro incontrollato potere, costringete le vostre vittime a soccombere. Il debito pubblico, che voi avete creato, aumentato, ingigantito e gestito, l’avete portato secondo gli ultimissimi dati della Banca d’Italia a 2.041 miliardi di euro, 2.041 miliardi di euro! Signora Presidente della Camera, sono tanti e sfido l’illuminato capogruppo de Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, dall’alto delle sue competenze universalmente riconosciute, a riportare la cifra da euro in lire e trascrivere il risultato su una paginetta a quadretti, possibilmente senza ricorrere all’aiuto dei suoi validissimi consulenti. Le entrate tributarie, sempre secondo i dati della Banca d’Italia, nel I trimestre 2013 sono pesantemente aumentati
MO IMENTO 10
di un ulteriore 1,7%, ma questo dato è accompagnato da una riduzione del PIL del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2012 e dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Ciò vale a dire una pressione fiscale che aumenta esponenzialmente, attestandosi secondo stima del Tesoro intorno al 44,4%. In questo quadro, con la disoccupazione al 12% e al sud al 17%, l’Italia muore. Le pecore, le vostre pecore, non possono più vivere, smettono di produrre lana e latte e, non volendo darvi la soddisfazione di continuare a trattarle come animali, senza presente e privati del futuro, la fanno finita, si suicidano e muoiono in numero sempre maggiore. Secondo la COMITAS, associazione di microimprese, nei primi tre mesi di quest’anno trentadue persone si sono tolte la vita, trentadue nostri concit-tadini si sono ammazzati. Erano disoccupati, piccoli imprenditori, giovani e anziani perseguitati dal fisco e oppressi dall’insopportabile situazione economica. Di fronte a ciò, voi che siete da sempre i responsabili, gli autori, gli approfittatori di questo sfracello nazionale, continuate nella pantomima del: tutto andrà bene, signora la marchesa, nella vostra splendida e magnificente rappresentazione della commedia degli equivoci, nel vostro gioco delle parti. Siete gli stessi, tutti insieme, che 3 anni or sono avete inventato l’IMU, che due anni or sono ne avete anticipato l’applicazione e che quest’anno ne avete differito la riscossione, mentendo spudoratamente sulla vostra volontà di abolirla. Siete gli stessi, tutti insieme, che anni addietro avete aumentato l’IVA, che l’anno scorso ne avete deciso un altro aumento e che quest’anno proponete il differimento mentendo ancora una volta tutti insieme spudoratamente. Siete sempre gli stessi, professori, tecnici, politici e saggi di fresca nomina, che con le vostre decisioni larghissimamente intese e unanimemente approvate, avete distrutto lo stato sociale, mortificato la salute pubblica, aggredito la scuola statale, strozzato gli enti locali ed i cittadini mono-protetti e per questo più deboli. Siete sempre voi, tutti insieme, che state aspettando l’esito delle sentenze che riguardano il vostro cavaliere, presun-to evasore
43
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 22 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE fiscale, rispettato e garantito, e che nell’attesa promette facilitazioni per chi assume, ben sapendo che non si assume quando non c’è lavoro, incentivi per chi investe, sapendo che non si investe quando non c’è mercato e promettendo semplificazioni temporali sugli adempimenti fiscali e amministrativi ben sapendo che se un’impresa non può onorare il fisco, non lo potrà onorare né a gennaio e né a luglio. Ed oggi chiamate a convertire il vostro raffazzonato, inconcludente e demagogico decreto-legge, ci troviamo solo un paio di aspetti positivi in questo decreto-legge delle pubbli-
44
che illusioni e degli unanimi inganni: quello che riguarda il doveroso rifinanziamento della cassa integrazione e quello che interviene sui precari della pubblica amministrazione, ma anche queste sono norme raffazzonate e senza alcuna ambizione sistemica, inserite accanto alla dilatoria sospensione del pagamento dell’IMU, rinviato di 3 mesi e al conclamato e sbandierato taglio degli stipendi dei Ministri già parlamentari, compreso Letta «il giovane». Voi, signori demagoghi, vi riducete lo stipendio di 3.000 euro al mese, mantenendovi quello intoccabile
di 18.000 euro. Noi, incompetenti, inadeguati, rissosi ed inesperti, lo abbiamo decurtato del 50% e abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamento pubblico ai partiti, in linea con quanto già espresso dalla volontà popolare, ma voi siete bravi, belli, telegenici ed amici del presunto evasore, nonché i nipoti dell’amico più amico di tutti. Noi, invece, siamo terreno da pascolo, da circuire, da blandire e da convincere. Ma noi siamo anche le pecore, quelle pecore risvegliate da un «grillo», rispettose delle istituzioni, dei ruoli e delle prerogative, e vogliamo rappresentare tutte le pecore di questo Paese, quelle vessate, derubate, quelle dominate e anche quelle che avete «suicidato». Per questo, pur avendo presentato tutta una serie di proposte di buonsenso, in Commissione esse sono state tutte respinte. Abbiamo appoggiato un emendamento per abolire totalmente l’IMU, ma è stato bocciato. Mi rivolgo a voi, che sban-dierate l’abbattimento fiscale nei talk show di regime: abbiamo proposto di estendere la sospensione del pagamento della prima rata dell’IMU anche agli immobili del gruppo catastale D, che include quelli ad uso produttivo, ma voi lo avete impedito. Abbiamo proposto, almeno, di bloccare la rivalutazione catastale degli stessi immobili ad uso produttivo, ma voi vi siete dichiarati contrari. Voi, responsabili del disastro, voi del PdL e del PD che fingete pure di essere i tutori e i difensori dei piccoli imprenditori, siete contrari e contrariati dalle nostre proposte, salvo, a tratti, copiarle, come quella sull’impignorabilità della prima casa, che ricalca un nostro progetto di legge, prima da voi ignorato, poi ripescato per meri scopi elettorali. Ci auguriamo che possiate finalmente e adeguatamente copiare anche gli altri 19 punti del nostro programma. La speranza è l’ultima a morire! Abbiamo proposto, a gran voce, il taglio immediato degli stipendi dei parlamentari, ma voi, sordi. Abbiamo proposto l’immediata abolizione dei truffaldini rimborsi elettorali, ma voi, muti. Abbiamo chiesto di rivedere gli apparati degli enti inutili, veri e propri bacini di voti, dei quali non si conosce neanche il reale numero. Per quanto riguarda le spese militari, solo per citare il Forza NEC, il colossale piano di digitalizzazione dell’e-
MO IMENTO
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 22 GIUGNO 2013
10 sercito, si prevedono 22 miliardi di preventivo: roba da fare impallidire quanto preventivato per l’acquisto degli F35, ma voi, ciechi. Abbiamo chiesto maggiore trasparenza sui redditi e sui patrimoni dei politici, ma voi, nulla. Abbiamo proposto che questi evidenti risparmi confluissero in un fondo per il sostegno alle microimprese. Vi abbiamo chiesto di parlare degli sprechi, quelli veri, di discutere le assunzioni temporanee di vostri amici consulenti e di quelle per chiamata diretta dei vostri obbedienti dirigenti, ma voi, impassibili. Vi abbiamo sottolineato che uno dei grandi problemi del nostro Paese è la corruzione, quella delle società in house, che servono solo a foraggiare e mantenere i vostri clientes, quella delle società pubbliche o parapubbliche conniventi con la vostra politica, quella dei consigli di amministrazione, rifugio di amici e del «giaguaro», mai sbiancato, di amici, parenti ed affini, ancorché trombati. Il problema è la corruzione, che si annida tanto nella politica quanto nell’amministrazione, e che soffoca, con il suo tanfo, non solo l’economia, ma anche la speranza di una società che possa almeno confidare su una minima base di etica pubblica. Vi abbiamo indicato che il problema è anche il vostro immobilismo, la vostra inamovibilità, non solo elettiva, ma anche burocratica. Il politico fa politica in eterno: se del caso, nomina il figlio, il nipote, l’amante, il faccendiere, meglio se pregiudicato, e, con il politico, il burocrate, il dirigente, l’alto dirigente non cambia mai. Secondo lo schema del giochetto delle sedie musicali, gli si offrono altre sedie, altre musiche, altri incarichi, altre prebende, e loro cantano, ballano e si divertono, anche quando la musica finisce. Questo produce casta, consente il radicamento della casta, la vostra casta, immobile ed inamovibile, che determina l’esatto opposto della tanto strombazzata meritocrazia e riproduce se stessa, con tutti i privilegi e gli onori possibili e immaginabili. Ora basta! Mi appello al Presidente del Consiglio, ai Ministri, ai deputati della maggioranza: i 18 mesi che vi siete presi per cucinarvi le riforme tanto attese usateli per fare qualcosa di buono. E se vi sarà qualcosa di buono per il popolo italiano, per la gente umile, per
quella massa di benemerite formichine che lavorano giorno dopo giorno con serietà, scrupolo e dedizione e che rischiano anche la vita lavorando, avrete – lo ribadiamo – tutto il nostro appoggio. Ma se continuate nel solito esercizio di aumentare i vostri privilegi, i vostri onori e i vostri smisurati poteri, sappiate che non vi seguiremo. Continueremo a voler rappresentare le pecore citate da Svetonio, aiutandole, soccorrendole ed impedendo loro di lasciarvi campo libero, suicidandosi. Attenzione, signor Letta, il giovane, rammenti la vicenda di quell’altro giovane: lui, zio di suo nipote, e non nipote di suo zio, lui, Plinio, nobilissimo cultore di altissime cariche pubbliche, credeva di poter osservare da una postazione sicura, protetto da una nave e da un equipaggio di fedelissimi, l’evolversi della tragica eruzione del Vesuvio. Ma si sbagliava, signor Letta, si sbagliava anche lui!
Gianpilieri, di Mormanno e in genere del Pollino e di Maierato, solo per citarne alcune. Queste persone vivono ancora in tende o roulotte: come possiamo permettere che queste persone paghino l’IMU, con quale coraggio, con quale faccia? L’emendamento contempla anche la creazione di un credito di imposta, qualora queste persone, per un altissimo senso del dovere e rispetto nei confronti dello Stato abbiano già pagato – come è giusto che sia – la prima rata. Abbiamo contemplato, appunto, la creazione di un credito di imposta e abbiamo anche, ovviamente, trovato le coperture del caso, per chi volesse guardarle. Deputate, deputati, e mi riferisco a tutti, ma in particolar modo ai miei colleghi calabresi: dimostriamo a queste persone la vicinanza dello Stato ai nostri concittadini più sfortunati; votiamo tutti compatti questo emendamento e diamo prova del fatto che vogliamo che nessuno venga lasciato solo.
L’IMU la paghi anche se la casa non ce l’hai più
Giorgetti, il biscazziere dello Stato
Sebastiano Barbanti Camera Seduta n°35 del 18 Giungo Dicevo che abbiamo assistito al blocco un po’ di tutti i rinvii, pesando ancora di più sulle categorie – come hanno detto i miei colleghi – produttive, la spina dorsale della nostra Nazione. Con questo emendamento si vuole sospendere invece la prima rata del l’IMU per tutti coloro che, beffati dalla sorte, non debbano subire anche l’umiliazione da parte dello Stato. Mi riferisco a coloro che si sono visti strappare le proprie abitazioni dalla forza della natura (in particolar modo da terremoti ed eventi idro-geologici in genere) e che adesso, alla luce delle disposizioni vigenti, sono anche costretti a pagare l’IMU – sebbene in misura ridotta – su un’abitazione resa inagibile. Mi riferisco alle popolazioni dell’Emilia, a quelle de L’Aquila, a quelle delle Cinque terre, di Barcellona Pozzo di Gotto, di
Giovanni Endrizzi Senato Seduta n°43 del 18 Giugno
Signora Presidente, distinti colleghi, il 22 maggio (...) posi alla vostra attenzione il conflitto di interessi tra politica e industria del gioco d’azzardo e il trasparire di una precisa volontà politica di assegnare nuovamente la delega al sottosegretario del PdL Alberto Giorgetti. Così dissi e così è avvenuto: non solo ha avuto la delega al gioco d’azzardo, ma anche un più ampio potere sulle questioni di competenza dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, da cui l’erario emunge annualmente decine di miliardi di euro. Una delega ambita, pregiata, dunque. Ma quali sono i suoi meriti? Essere gradito all’industria del settore? (...) Giorgetti gestì la delega per i giochi durante l’ultimo Governo Berlusconi e fu particolarmente apprezzato dalle industrie del gioco per la sua capacità
45
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 22 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE di aiutare nell’introduzione di tanti nuovi giochi d’azzardo: la videolottery, il win for life, i concorsi aggiuntivi del superenalotto, il bingo a distanza, il poker on line in solitario e molti altri. Il volume di giocate ebbe una impennata, con un incremento del 30% in un solo anno, dal 2010 al 2011. Ricordo che a livello epidemiologico la diffusione, la disponibilità e la facile accessibilità ai punti di gioco sono fattori che aumentano la dipendenza patologica. Secondo stime restrittive, i giocatori patologici sono 700 mila almeno e vivono in fami-glie dove tutti soffrono, anche i bambini. Da uno studio del Dipartimento politiche antidroga, poi, emerge che quasi l’8% dei ragazzi quindicenni gioca verosimilmente in modo problematico. Ciò dimostra come siano illusori i controlli attuali e quale epidemia ci dobbiamo preparare ad affrontare. Di questo business allo Stato arrivano 8‑10 miliardi l’anno, ma il gioco d’azzardo sottrae risorse ai consumi di generi alimen-
46
tari e di beni primari: l’economia langue e le imprese muoiono. Anche l’erario perde, con il mancato introito di 3,8 miliardi di IVA sui consumi. Uno studio dell’università di Neuchâtel stima in oltre 6 miliardi i danni sociali e sanitari causati dal gioco d’azzardo. Perché dunque perseguire questa assurda espansione? Fondazioni e associazioni no profit hanno implorato di invertire la rotta e che la delega non andasse a chi aveva spinto alla diffusione di questi cosiddetti giochi, invece proprio Giorgetti è stato scelto dal Governo Letta. Per quale motivo, nonostante le autorevoli proteste? Come si intende sgomberare il campo dai dubbi di conflitto di interesse che hanno investito diversi esponenti del Governo? Sono domande alle quali i Ministri dovranno ora rispondere: un’interrogazione verrà presentata a breve.
Le tattiche parlamentari? Alessio Mattia Villarosa Camera Seduta n° 37 del 20 giugno
Signor Presidente, gentili colleghi, volevo spiegare per bene come erano andate le cose, perché non ho sentito frasi reali e corrette. Allora, noi abbiamo portato delle richieste stamattina in Conferenza dei presidenti di gruppo. È da vent’anni, o forse più, che c’è un utilizzo massiccio dei decretilegge omnibus (...) che racchiudono migliaia di argomentazioni completamente differenti dal testo originario, tra l’altro, aggiunte dal Senato, senza tempi di riflessione e con il «condizionamento» da parte della Camera.
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 22 GIUGNO 2013
MO IMENTO 10
Le tattiche parlamentari non le conosciamo bene noi, le conoscono bene altri qua dentro. Potete dire tutto quello che volete, ma i terremotati dell’Emilia sanno benissimo quanto noi siamo attenti a questo tema. Noi abbiamo fatto una donazione importantissima. Noi abbiamo donato oltre 400 mila euro ai terremotati dell’Emilia! (...) Quindi, di cosa stiamo parlando? Chi volete prendere in giro? Non si prendono in giro le persone. Noi stamattina, in Conferenza dei presidenti di gruppo, eravamo rimasti d’accordo che saremmo andati in Commissione e poi al Comitato dei nove a parlare di abrogazioni condivise. Non abbiamo chiesto niente all’interno del Comitato dei nove. Ci sono state presentate 3 proposte di soppressione, non richieste da noi: presentate, non richieste da noi. Noi abbiamo presentato altre 2 richieste di soppressione. Nessun passo indietro da parte del Comitato dei nove, nessun passo indietro! Da 2 siamo scesi a una: nessun passo indietro. Da una siamo scesi a mezza: nessun passo indietro. Le tattiche parlamentari qua dentro noi non le conosciamo, voi le conoscete benissimo e non prendiamo in giro gli italiani «Vivi e reiterati!»
Tutti contro il MoVimento
Riccardo Nuti Camera Seduta n°38 del 21 Giugno Signor Presidente, Governo, cari colleghi, pensavamo di fare un discorso sulla fiducia, invece abbiamo visto che il titolo del discorso è: «tutti contro il MoVimento 5 Stelle». Ci troviamo qui di nuovo di fronte all’ennesima fiducia da dare ad un Governo, questa volta al decreto-legge n°43 del 2013, il decreto delle emergenze ambientali. Questo voto, però, non evoca la fiducia ma, piuttosto, la parola ricatto. Che figura ci fa un Governo con una maggioranza così ampia a porre la questione di fiducia? E che sia chiaro a tutti: il M5S, ovvero l’unica vera opposizione, non ha chiesto la fiducia. Ecco l’ennesimo ricatto di un Governo degli inciuci nei confronti di un Parlamento di nominati, tra le cui pareti rimbombano, giorno dopo giorno, parole vuote, una retorica assordante, un affannarsi cui non corrispondono mai spazi di manovra, di discussione e di decisioni reali e concrete. Presidente, colleghi, mi sembra di sentire rimbombare, qui dentro, le
dita che pigiano i bottoni e mi sembra persino di sentire rimbombare, tra queste mura, il fruscio di carte che passano senza fermarsi; ma, sono rumori nel vuoto. Cari colleghi, la scatola è vuota! Noi pigiamo i bottoni e passiamo carte come notai impotenti, che vidimano e avallano ciò che si decide altrove. Lo chiamano decreto emergenze ambientali. Ma cosa c’entrano le camere di commercio con le emergenze ambientali? E il TAV? E la governance dell’Expo, per cui si autorizzano opere con cemento derivato dalla combustione di rifiuti edulcorati, che generano ancora più diossina? Questo decreto vuole risolvere delle emergenze ambientali, ma in realtà le aggrava e ne crea di nuove. Ci avete dato degli irresponsabili, ma noi ci sentiamo talmente responsabili delle sorti di quest’Aula, di questo Parlamento e di questa democrazia, da essere stati gli unici a farsi carico di costruire un argine per difendere le prerogative e la sovranità di questa Assemblea. Secondo voi, il nostro è un Parlamento libero? Una democrazia compiuta? Piero Calamandrei diceva che la libertà è condizione ineliminabile per la legalità. Dove non vi è libertà non può esservi legalità. Ecco, la legalità è un chiodo fisso del MoVimento 5 Stelle, da sempre. Su questo decreto, tra l’altro, pesa una pregiudiziale di incostituzionalità. È un parere che oserei definire inquietante quello rilasciato
47
informazioni dal
FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 22 GIUGNO 2013
PARLAMENTO 5 STELLE
dal Comitato per la legislazione. Noi volevamo che fosse un decreto che portasse i territori interessati fuori dall’emergenza, ma l’emergenza a questo Governo conviene per poter continuare a far ciò che è stato fatto negli ultimi 20 anni. Questo Governo infatti ha una potenza mediatica ta-le da far diventare l’ultima balla una verità assoluta, ovvero che il MoVimento 5 Stelle bloccando questo decreto, abbia impedito di destinare i fondi alle zone terremotate per l’Emilia e per l’Abruzzo. È talmente falsa questa affermazione da poter essere riassunta in una sola parola: schifo! Invece, andrebbe detto, a onor del vero, che in Conferenza dei presidenti di gruppo, con la presenza del Ministro Franceschini e di tutta la maggioranza, vi siete impegnati prima a ripristinare il decreto nella sua forma originale e subito dopo ad eliminare tutto quello che con le emergenze ambientali non c’entrava nulla. Sapete quanto vale una persona che si rimangia la parola data? Nulla. E questo i cittadini lo sanno. Allora, preferiamo rivolgerci direttamente agli abruzzesi e agli emiliani e non a questo Governo, che non ha credibilità. Cittadini, questo Governo non vi guarderà mai negli occhi e vi spiego il perché. Avrebbe avuto la possibilità di porre fine al vostro stato di emergenza, ma non l’ha fatto, per un mero calcolo politico: non votare uno dei nostri emendamenti al decreto, uno dei nostri cento emendamenti al decreto. Questo decreto è un imbroglio ed una prassi consolidata quella di trasformare, con la scusa dell’emergenza, un decreto in un elenco di
48
I portavoce M5S scendono in piazza assieme ai cittadini per protestare contro le spese sostenute dallo Stato per gli aerei F35 — presso Piazza di Montecitorio, Rome. regalie, di appalti e di affari che nulla hanno a che fare con i bisogni dei cittadini. Tornando a voi, signori del Governo, voi siete dalla stessa parte di chi rideva al telefono la notte al sisma all’Aquila. Voi siete quelli che proprio l’altro giorno avete boc-ciato un nostro emendamento che prevedeva l’esenzione dell’IMU per gli immobili inagibili per le calamità. (...) Potreste fare degli stanziamenti veramente sostanziosi alle zone colpi-te dai sismi. Ve lo abbiamo chiesto, e non lo avete fatto. Voi siete quelli degli slogan che coprono inganni e truffe e non abbiamo dimenticato la truffa del disegno di legge sul finanziamento ai partiti. L’avete venduta bene, con la complicità dei mass media. (...) Noi del M5S abbiamo deciso di donare 400 mila euro all’Emilia, frutto delle libere sottoscrizioni dei cittadini per la nostra campagna elettorale, voi
invece per il 31 luglio intascherete 91 milioni di euro. Bravi, complimenti! Per quanto tempo davvero credete di continuare così? Voi sareste i responsabili e noi quelli che teniamo congelati i nostri voti? Qualcuno qui dentro e fuori da qui ancora ci chiede perché non abbiamo fatto il Governo con il PD? C’è ancora bisogno di spiegarlo? Per far passare queste porcate siete capaci di spingere fino a modificare le regole del Parlamento, quando voi stessi non siete stati in grado di rispettarle. (...) Signore, voi ancora non l’avete capito, ma è fi-ni-ta! (...) Sappiate che non saremo noi a presentarvi il conto, ma i cittadini italiani. Avrete la fiducia, sì, ma solo la vostra. Pur di non accordarvi col M5S state passando sui cadaveri de L’Aquila e dell’Emilia; tutto al solo scopo di continuare a distribuire soldi ai vostri amici. (...)