Architecture and restoration project | POMPEI. Progetto per un presidio strutturale

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P O M P E I PROGETTO PER UN PRESIDIO STRUTTURALE

Politecnico di Milano ARCHITETTURA DELLE COSTRUZIONI

Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni LABORATORIO PER LA CONSERVAZIONE DELLE OPERE COMPLESSE arch. Maria Cristina Giambruno, arch. Elsa Garavaglia, ing. Franco Guzzetti

Simone Gianluca Corberi 851618 Matilde Parravicini 851732 Marina Sassi 851587


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ARCHITETTURA DELLE COSTRUZIONI

Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Laboratorio per la conservazione delle opere complesse Maria Cristina Giambruno, Elsa Garavaglia, Franco Guzzetti Simone Gianluca Corberi 851618 Matilde Parravicini 851732 Marina Sassi 851587 3


Indice

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1. RICERCA STORICA pag. 9 1a. fasi di scavo e restauri 1b. area di progetto

pag. 13 pag. 21

2. REGESTO pag. 29 3. RILIEVO pag. 33 3a. descrizione del progetto 3b. iqm 3c. agisoft 3d. stratigrafia

pag. 35 pag. 37 pag. 43 pag. 45

4. PROGETTO pag. 49 4a. descrizione e potenzialitĂ 4b. specifiche tecniche 4c. calcoli strutturali

pag. 51 pag. 55 pag. 59

5. CATALOGAZIONE FONTI pag. 79 5a. scheda documento bibliografico 5b. scheda documento iconografico 5c. scheda documento cartografico 5d. scheda documento sitografico

pag. 81 pag. 135 pag. 141 pag. 163

6. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA pag. 167

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.Ricerca Storica

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INTRODUZIONE Il tema di progetto, inquadrato nell’area archeologica di Pompei, riguarda lo studio e la progettazione di un presidio strutturale, concepito per essere funzionale all’interno del sito archeologico. Il presidio è uno strumento temporaneo costantemente presente nei contesti di scavo, ma a Pompei, dove il patrimonio è molto vasto, i fondi sono limitati e le procedure di restauro hanno tempistiche dilatate, diventa una soluzione a lungo termine, pensata per rispondere a precisi parametri di durabilità, ripetibilità e compatibilità. L’area presa in analisi per la progettazione del presidio riguarda il fronte su via di Nola dell’insula I del Regio V. Il lavoro si è composto di una prima fase di conoscenza preliminare, che attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, ha permesso di avere una visione globale delle condizioni attuali dello scavo e delle principali questioni che oggi lo riguardano. La fase successiva si è sviluppata con il sopralluogo, dove è stato possibile aver la massima percezione della situazione dello stato di fatto del sito nella sua totalità. Il rilievo sul campo, sia geometrico che fotografico, ha contribuito a conoscere più nel particolare l’area in analisi, comprendendone le esigenze, le problematiche e il rapporto con il contesto. La scelta di Via di Nola e dell’insula I come area di progetto è nata dopo aver compreso il pessimo stato conservativo in cui essa si trova, nonostante fosse un’area ricca di elementi d’interesse, situata su uno degli assi principali del sistema viario della città. La presenza di presidi su più fronti che compromettono la percorribilità e costituiscono un ingombro visivo e materiale, ha fornito l’occasione per l’analisi di un sistema provvisionale che interagisse e risolvesse queste questioni. Di conseguenza la fase successiva ha riguardato lo studio dello stato conservativo e statico del prospetto dell’insula I, monumentale ed esemplare poichè racchiude diverse problematiche riscontrabili lungo tutta la via. Il progetto ha portato alla definizione di una soluzione di presidio adattabile in diversi contesti, confacente ai canoni di sicurezza, visibilità del manufatto e percorribilità, che favorisca la visitabilità, l’interesse e la conservazione di questo patrimonio architettonico.

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.Fasi di Scavo e Restauri

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I PRIMI SCAVI A seguito dell’eruzione che distrusse la città di Pompei e gran parte dell’area Vesuviana, il sito rimase sepolto sotto coltri di ceneri per circa 1500 anni, nonostante vani tentativi di scavo voluti dall’Imperatore romano Alessandro Severo in seguito al disatro. Nel 1553 il conte di Sarno, Muzio Tuttavilla, acquistò il feudo di Torre Annunziata e per poter alimentare i mulini del luogo, decise la costruzione di un canale sfruttando le acque del fiume Sarno. Durante la costruzione del canale, furono rinvenuti monete e resti di edifici ma non fu compreso che si trattava dell’antica città romana, e dopo il terremoto del 1631 tutto fu nuovamente abbandonato.1

1748-1815 A seguito del ritrovamento dell’antica Ercolano e dei suoi reperti, con lo scopo di accrescere il patrimonio artistico della casa reale, la dinastia borbonica aprì un primo cantiere nella zona di Civita il 23 marzo 1748, presso l’incrocio di una strada che da un lato 1748 1815 portava nell’attuale Castellammare di Alcubierre La Vega Arditi 1748-1814 Stabia, dall’altro1815-1860 a Nola. Nel cantiere Alcubierre, La Vega, Arditi Arditi, Avellino, Spinellli Fig. 1_Mappa degli scavi effettuati dal 1748 al 1815. lavorarono l’ingegnere Rocque Joaquin Fonti: G. Fiorelli, Plan de la ville de Pompei et des fouilles de Alcubierre, con l’aiuto dell’abate qui y ont ete faites depuis 1755 jusqu’en 1812, Roma, 1812-1838; http://www.pompeiisites.org Giacomo Martorelli e degli ingegneri Karl Jakob Weber e Francisco la Vega. Furono portati alla luce monete, SCAVI statue, affreschi e uno scheletro e individuate una parte dell’anfiteatro e la necropoli di Porta Ercolano. Data la mancanza di ritrovamenti di valore, il sito venne riseppellitto e il cantiere chiuso. Gli scavi a Pompei ripresero nel 1754, grazie anche all’entusiasmo prodotto dal ritrovamento della Villa dei Papiri ad Ercolano e riguardarono per lo più diverse zone già individuate negli anni precedenti. Nel 1763, grazie all’individuazione di un’epigrafe di Titus Suedius Clemens, dov’era nominata la Res Publica Pompeianorum, si poterono associare i ritrovamenti archeologici alla città di Pompei e non a Stabiae, come precedentemente si credeva. Per volere della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie, nel periodo compreso tra il 1759 e 1799, fu riportata alla luce parte della città, questa volta non più riseppellita ma rimasta a vista grazie anche a un sistema di scavo sistematico, voluto dal direttore Francisco la Vega, il quale preferiva che i reperti, soprattutto gli affreschi parietali, rimanessero ai muri e non asportati.2 Egli concepiva il sito in una 1 2

AA.VV., Storia degli scavi, disponibile su http://www.pompeiisites.org Ibidem 13

Fio


prospettiva di conservazione e di tutela, per cui durante tutto il suo mandato, che si potrasse negil anni, puntò alla formazione di un vero e proprio parco archeologico, dove l’attività di restauro seguiva di pari passo quella dello scavo.3 Tra il 1764 ed il 1766 fu riportata alla luce parte della zona dei teatri, del tempio di Iside e del Foro Triangolare; tra il 1760 ed il 1772 l’attenzione si spostò nella zona nord-occidentale della città, con le esplorazioni della Villa di Diomede, della Casa del Chirurgo e della Via dei Sepolcri. Nel 1798, durante il breve periodo d’indipendenza della Repubblica Napoletana, il generale Jean Étienne Championnet diede ordine di continuare l’opera di scavo a Pompei, concentrandosi soprattutto nell’area meridionale. L’anno seguente i Francesi abbandonarono fino al 1802 Napoli lasciando sospese tutte le attività di scavo. Bisognerà attendere l’arrivo di Giuseppe Bonaparte nel 1806 per poter vedere rinnovato l’interesse per Pompei. In questa fase furono condotti sondaggi casuali fino a che il direttore del Real Museo di Portici, Michele Arditi, non fu incaricato di elaborare un piano organico degli scavi e incominciò a prendere in esame un programma per l’esproprio dei terreni privati nella zona archeologica di Pompei. L’Arditi inoltre cercò di portare alla luce le rovine in maniera completa e razionale, evitando scavi isolati, procedendo dalla zona di Porta Ercolano, dove venne scoperta la Casa di Sallustio, fino all’interno della città seguendo le strade. Con la stessa logica di iniziarono a scavare le abitazioni, partendo dall’ingreso e addentrandosi in tutti gli ambienti. Lo scopo dello scavo perciò divenne puramente scientifico, e non incentrato sulla ricerca di oggetti di valore.4 Nel 1808, Giuseppe Bonaparte fu destinato al trono di Spagna e lasciò il posto a Gioacchino Murat. Sia lui che soprattutto sua moglie, Carolina, mostrarono subito entusiasmo per l’archeologia. Fu proprio sotto gli illuminati auspici della regina Carolina che si concretizzò il progetto, già ventilato dal La Vega e dall’Arditi, di individuazione e sterro della cinta muraria per conoscere l’estensione della città. In questo decennio si cercherà di scavare per aree topografiche con il fine di ricongiungere i cantieri di scavo dell’area sud (zona dei Teatri), con la zona di Porta Ercolano a nord e delle insule adiacenti, cercando di esplorare anche l’area centrale del Foro. Tra le scoperte più importanti si segnala la Basilica e la Casa di Pansa. Durante gli scavi del XVIII secolo furono prodotti una grande quantità di documenti: su ordine di Carolina furono pubblicate numerose guide che riportavano la planimetria delle scoperte di Pompei inviate poi in tutta Europa. Grazie a queste pubblicazioni, Charles François Mazois, venuto a conoscenza degli scavi vesuviani, lavorò a Pompei tra il 1809 ed il 1813 editando poi Les ruines de Pompéi, la maggiore opera di epoca borbonica riguardante gli scavi.5

1815-1860 Il ritorno della dinastia borbonica segnò un nuovo periodo di stasi, ma con la salita al trono di Francesco I, tra il 1820 e 1830, si assistette ad una nuova ripresa degli scavi, in particolar modo nella zona di Via Mercurio e della regio IV. Qui furono trovate numerose abitazioni di notevole interesse architettonico: nel 1830 venne scoperta la Casa del Fauno, nel 1845 vennero recuperate le aree circostanti di Via dell’Abbondanza, via Stabiana, Via della Fortuna e Via di Nola. 3 4 5

AA.VV., Pompei e l’Europa, 1748-1943, Napoli, Electa, 2015, p. 94 AA.VV., op. cit., p. 95 AA.VV., Storia degli scavi, disponibile su http://www.pompeiisites.org 14


Si assistette ad un primo parziale restauro delle strutture già esplorate, come quelle delle Terme del Foro e delle Terme Stabiane. Oltre alle normali pubblicazioni, in questo periodo prende il via una nuova forma di documentazione, ossia quella fotografica, anche se utilizzata per scopi turistici, piuttosto 1815 1860 che di studio e restauro: risale al 1851 Arditi Avellino Spinelli 1815-1860 1860-1910 la prima serie completa di fotografie su Avellino, Spinellli Fiorelli, Ruggero, de Petra Alfred Fig. 2_Mappa degliArditi, scavi effettuati dal 1815 al 1860 e delle Pompei, realizzate dall’architetto aree precedentemente scavate. Nicolas Normand. Dal 1854 cominciarono Fonti: G. Marchesi, Pianta degli scavi di Pompei nello stato inoltre una serie di pubblicazioni in cui si trovavano alla fine del 1827, scala 1:10000, 1827; Allievi Istituto Topografico Militare, Carta topografica ed intitolate Le case e i monumenti di Pompei idrografica dei contorni di Napoli, scala 1:25000, 1817-1819; disegnati e descritti con tavole a colori, G. Acquaroni, Plan de Pompei ville , scala 1:4000 ca, 1825- SCAVI 1858; http://www.pompeiisites.org che aumentarono notevolmente la fama di Pompei in Europa.

Restauri

In questo periodo si segnalano mutamenti sostanziali nella condizione dello scavo e nell’organizzazione dei cantieri. Tuttavia lo sterro procede in modo organico seguendo le direttrici stradali e mirando a fornire ai visitatori un aspetto complessivo e corretto dello sviluppo urbanistico di Pompei. Purtroppo, nonostante le polemiche sull’asportazione degli oggetti e degli affreschi, si continua la pratica dello “strappo”. 6

1860-1910 Con l’unità d’Italia ci fu un repentino cambiamento nelle opere di scavo: la direzione fu affidata a Giuseppe Fiorelli, che potendo disporre anche di un maggior supporto economico, iniziò lo scavo integrale di diverse insulae e concluse quello di alcune già parzialmente esplorate, come nei pressi di Via Stabiana e delle porte Stabia e Marina. Proprio a Fiorelli si deve la prima ordinata opera di scavo, con la divisione della città in insulae e regiones. Partendo da questa organizzazione topografica dell’area urbana, si adotta un tipo di scavo sistematico penetrando dall’alto degli edifici ed iniziando l’asportazione dell’interro a partire dai tetti per comprendere, in tal modo, la dinamica dei crolli e recuperare così dati utili anche per il restauro. Con la pubblicazione del pirmo giornale di scavo nel 1961, si avvia anche una fase di documentazione e di diffusione delle scoperte e delle conoscenze derivate dagli scavi. 7 Nel 1863 fu introdotta la tecnica dei calchi, ossia si intuì che riempiendo con gesso le tracce lasciate dalla decomposizione dei materiali organici, si poteva risalire a persone, piante e oggetti della vita romana. Tra il 1870 ed il 1885 fu redatta la prima mappa dell’intera area pompeiana, opera di Giacomo Tascone, costantemente aggiornata, ed al contempo fu creato il plastico 1:100, oggi conservato al museo archeologico nazionale di Napoli, che riproduceva l’intera area degli scavi. Nel 1875 il complesso delle rovine di Pompei passò nelle mani della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti del Regno, che affidò l’opera di esplorazione a Michele Ruggero. 6 Ibidem 7 AA.VV., op.cit., p. 234 15

Spina


Arditi

Egli proseguì la campagna di scavo lungo la Via di Nola, portando alla luce la Casa delle Nozze d’Argento, ricostruendo la sala corinzia e l’atrio: non fu l’unico esempio di ricostruzione, in quanto anche in altre strutture furono rifatti i tetti e ricostruite le mura, soprattutto 1910 per preservare gli affreschi che sempre 1860 Fiorelli Ruggero de Petra più spesso venivano conservati al loro 1815-1860 1860-1910 interno piuttosto che asportarti. Arditi, Avellino, Spinellli Petra Fig. 3_Mappa Fiorelli, degli scavi Ruggero, effettuati dalde 1860 al 1910 e delle Nell’ultimo decennio del XIX secolo fu aree precedentemente scavate. Fonti: Allievi Istituto Topografico Militare, Carta topografica esplorata la zona settentrionale della del monte Vesuvio, 1:10000, Torre Annunziata, 1875-1876; città, che portò alla scoperta della Casa Allievi Istituto Topografico Militare, Carta topografica del monte Vesuvio, 1:10000, Torre Annunziata, 1905; Pianta di dei Vettii, oltre allo scavo della cinta SCAVI Pompei, scala 1:1000, 1898; http://www.pompeiisites.org muraria compresa tra le torre IX e X. Restauri Con il Fiorelli si tende ad una nuova concezione del restauro, cercando di lasciare sul luogo i contesti pittorici e di rispettare l’aspetto originario degli edifici scavati. Il rispetto per l’integrità del monumento impose la scelta di evitare ogni tipo di ricostruzione o superfetazione sui monumenti scavati. Il problema della conservazione in situ e del restauro si pone in modo eclatante alla generazione successiva al Fiorelli. Il Ruggero (1875-1893) ed il de Petra (1893-1901; 1906-10) prendono l’audace decisione di lasciare integre le decorazioni delle case, cercando di attuare un restauro conservativo in situ su pitture, mosaici e stucchi attraverso il consolidamento delle strutture murarie e la protezione degli edifici con coperture. Tra gli esempi di ricostruzione più riusciti ricordiamo la Casa dei Vetti, la Casa delle Nozze d’Argento e quella degli Amorini Dorati.8

1910-1976

1910

1976

Spinazzola

0 de Petra

Maiuri

de Franciscis

1910-1976 Spinazzola, Maiuri, Franciscis Fig. 4_Mappa degli scavi effettuati dalde 1910 al 1976 e delle aree precedentemente scavate. Fonti: I.G.M., Il Vesuvio, scala 1:25000, 1929; http://www. pompeiisites.org

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L’inizio del XX secolo fu caratterizzato dalla decisione di poter lasciare effettuare a privati sessioni di scavo, per lo più al di fuori della antica città: questo provvedimento, molto discusso, provocò la perdita di notevoli reperti, ma permise al contempo di ottenere importanti informazioni su opere fondamentali dei pompeiani, come il porto, che fu individuato tra il 1899 e il 1901, nei pressi di un canale del fiume Sarno. Nel 1911 Vittorio Spinazzola divenne il nuovo direttore degli scavi: sotto la sua dirigenza, le indagini archeologiche si spostarono dalla parte settentrionale a quella meridionale della città. Obiettivo

AA.VV., Storia degli scavi, disponibile su http://www.pompeiisites.org

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del nuovo direttore fu quello di unire l’Anfiteatro con il centro della città e di utilizzare metodi di scavi meno invasivi, in quanto convinto che molte case fossero dotate di un secondo piano, ma che durante gli scavi veniva distrutto:;l’intuizione di Spinazzola fu giusta e durante le esplorazioni nei pressi di Via dell’Abbondanza la sua tesi venne confermata. In questo modo Fig. 5_Planimetria riportante i danni di guerra all’area si venne a conoscenza che Pompei non archeologica di Pompei. Fonte: R. Picone, Pompei alla guerra. Danni bellici e restauri era solo fatta di case residenziali, ma nel sito archeologico, in I ruderi e la guerra. Memoria, che aveva anche un ruolo produttivo e ricostruzioni, restauri, Firenze, Nardini Editore, 2011, p. 109 commerciale: è in tale periodo che furono scoperti la Lavanderia Stephani ed il Thermopolio di Asellina. Nel 1924 divenne direttore Amedeo Maiuri, incarico che mantenne per ben 37 anni: questo lungo arco di tempo fu uno dei più vivaci per la storia delle rovine. Venne completato lo scavo dell’anfiteatro e della palestra grande, si proseguì lo scavo lungo Via dell’Abbondanza; tra il 1929 ed il 1930 fu completato lo scavo di Villa dei Misteri, già iniziato nel 1909. Furono completamente ripristinate le antiche mura e si iniziarono indagini alla necropoli di Porta Nocera ed alle ville urbane sul lato meridionale della città; inoltre proprio il Maiuri condusse studi stratigrafici utili per la ricostruzione cronologica di Pompei.9 Durante la Seconda Guerra Mondiale, il sito non venne risparmiato dalle bombe. Il bombardamento dell’area archeologica avenne tra l’agosto e il settembre del 1943, per mano di bombardieri inglesi e canadesi.10 La prima incursione si verificò la notte del 24 agosto. Nonostante l’obiettivo fosse Torre Annunziata, i bombardamenti riguardarono anche i resti archeologici, nella parte che costeggiava la strada principale. Un altro bombardamento aereo-notturno seguì il 30 agosto e, nel mese di settembre, tra il 13 e il 26, oltre 150 ordigni furono sganciati sulla zona degli scavi. 11 I danni furono prevalentemente relativi a tetti , coperture, parti sommitali dei muri, agli affreschi e a scarni oggetti, che alla fine del conflitto si presentarono o lievemente danneggiati o completamente distrutti. Le aree più colpite riguardarono la Regio III, VI e VII, anche se l’intera area archeologica fu colpita in più zone. Tra gli edifici maggiormente colpiti vi furono l’Antiquarium, la casa di Sallustio, la Casa di Trebio Valente, la Schola Armaturarum e la Casa del Fauno.12 Il sito si presentò in condizione disastrose alla fine del conflitto, per cui durante il decennio successivo fu necessaria una fase di veloce ricostruzione che prevenisse la maggior parte dei danni (fig. 5). Terminata la fase di emergenza, a seguito degli interventi nelle più importanti domus private e nei luoghi della vita pubblica del sito archeologico, fu affrontato il restauro del “patrimonio diffuso” della città antica, e di quello pittorico e decorativo contenuto al suo interno. In questa seconda fase della ricostruzione, ascrivibile agli anni ’50, si pone mano ai servizi generali, alla sistemazione degli uffici della soprintendenza, al restauro delle fortificazioni e di quelle parti della città antica che ne costituiscono il tessuto 9 AA.VV., Storia degli scavi, disponibile su http://www.pompeiisites.org 10 R. Picone, Pompei alla guerra. Danni bellici e restauri nel sito archeologico, in I ruderi e la guerra. Memoria, ricostruzioni, restauri, a cura di S. Casiello, Firenze, Nardini Editore, 2011, p. 101. 11 Ibidem, p.107 12 Ibidem, pp. 107-111 17


connettivo e la testimonianza più autentica della vita quotidiana. Dal 1967, in concomitanza con l’assunzione degli scavi da parte di Alfonso De Franciscis, le indagini subirono una brusca frenata: il patrimonio era diventato molto ampio e tutto il complesso aveva bisogno di continue opere di restauro. Fu così che l’attenzione si focalizzò su un aspetto conservativo, mentre nuovi scavi riguardarono solo singoli edifici e non più intere aree, come la Casa di Giulio Polibio, esplorata tra il 1964 ed il 1977 e la Villa di Fabio Rufo. Restauri A seguito dei bombardamenti del ‘43, la limitatezza dei mezzi economici, delle maestranze e dei materiali disponibili per il recupero, confrontati con la vastità del patrimonio danneggiato da salvaguardare e con la volontà di impedire che ai danni delle bombe si aggiungessero quelli derivanti dall’incuria e dall’abbandono, costrinse i funzionari addetti a scelte a volte affrettate, improntate alla logica dell’emergenza, e all’impiego di materiali spesso non sufficientemente sperimentati, rivelatisi poi dannosi per la sussistenza stessa dei manufatti. Il Computo del gennaio 1944 rappresenta la prima descrizione di un programma generale di intervento sui maggiori manufatti pompeiani, individuati in ragione dell’entità dei danni subiti e della loro riconosciuta importanza. Gli interventi prevedevano lo sgombero dalle macerie, la cernita e l’accantonamento del materiale costruttivo riutilizzabile nelle ricostruzioni, la «colmatura dei fossati» di scavo, ma, soprattutto, ampi rifacimenti di porzioni di muri con materiali e tecniche costruttive tradizionali e secondo le tessiture impiegate in quelli originari. Una consistente parte dei lavori fu poi rivolta al consolidamento delle strutture orizzontali, come le molte volte in fase di crollo, al rafforzamento dei solai piani, al rifacimento degli archi nonché alla sostituzione delle trabeazioni in legno distrutte con putrelle in ferro o in cemento armato. Le opere di consolidamento interessarono, ove necessario, anche le strutture di fondazione. Si intervenne anche sulle coperture ricorrendo a cemento armato o a materiali tradizionali quali legname per i correnti, e coppi in laterizio per i rivestimenti a falda. In casi particolari, per le coperture a protezione dalle intemperie crollate a causa delle bombe, venne utilizzato l’ Eternit. Un altro ricorrente tipo di lavorazione previsto nel Computo fu poi quello del recupero, ricomposizione e ri-applicazione di stucchi parietali dipinti. Data la mancanza di maestranze specializzate e di approvigionamento dei materiali, in un regime di blocco delle comunicazioni interne ed esterne del Paese, il soprintendente Maiuri richiedette gli aiuti necessari per i consolidamenti al comando interalleato. Tra i materiali richiesti figurano il cemento a lenta presa, il ferro tondo per cemento armato e legname di pino, abete e castagno per le opere provvisionali e per le trabeazioni che occorreva rimettere in opera per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio. 13 Il parametro principale a cui Maiuri si attenne negli interventi fu l’onestà delle operazioni di restauro e quindi il concetto della distinguibilità delle aggiunte. Nessun «camuffamento del nuovo per l’antico» fu ammissibile: le operazioni di reintegrazione muraria furono chiaramente tenute distinte dalle antiche compagini utilizzando, nel caso di reimpiego nelle ricostruzioni di materiale rinvenuto tra le macerie, delle «linee di sutura», che segnano nettamente la separazione tra l’antico e la nuova muratura ricostruita nei restauri, o, nei casi di ricostruzione di interi paramenti murari, l’adozione di “targhette” di contrassegno che recano la data dell’esecuzione.14 13 14

R. Picone, op. cit., p.107, pp.113-114 Ibidem, pp.118-119 18


1815-1860 Arditi, Avellino, Spinellli

1860-1910 GLI INTERVENTI RECENTI

Fiorelli, Ruggero, de Petra

Pompei ricevette un grave colpo dal terremoto dell’Irpinia del 1980 che provocò notevoli danni alle rovine, rendendo necSCAVI essaria una totale opera di riassetto; le attività di risistemazione si servirono di una grossa documentazione fotografica, iniziata nel 1977 e terminata pochi giorni prima del sisma, dove tutte le pitture e le decorazioni vennero fotografate e catFig. 6_Planimetria riportante i rischi strutturali, stilata sulla alogate. Dal 1987 gli scavi proseguirono base di lesioni, cedimenti e ristacchi rilevati nel 2011. Fonte: Rivista di studi pompeiani XXII, 2011 nella zona del regio IX, nei pressi di Via dell’Abbondanza; nel 1995 partì l’opera di documentazione di tutto il patrimonio architettonico, analizzando ogni singolo monumento. Nel 1997 l’area archeologica di Pompei, insieme a quella di Ercolano ed Oplonti, entrò a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Il nuovo millennio, nonostante la lenta prosecuzione degli scavi nella zona del IX regio, è stato principalmente caratterizzato da interventi conservativi e di mesFig. 7_Planimetria riportante i crolli verificatisi nel sito dal sa in sicurezza. Negli ultimi anni si fa più 210 a oggi. Fonte: http://www.pompeiisites.org accessa la questione della sicurezza in seguito a un problema idrogeologico che imperversa nell’area e che sta causando delle condizioni di rischio e degrado alle strutture (fig. 6). Anche a causa di mancanza di fondi economici e di monitoraggi, alcuni edifici hanno subito danni o crolli, soprattutto a seguito di avverse condizione meteo (fig. 7): la Schola Armatorum crollò il 6 novembre 2010, così come un muro del viridario della casa del Moralista, circa un mese dopo. Altri crolli interessarono per lo più strutture murarie o pezzi di intonaco, come al tempio di Giove, al tempio di Venere e nei pressi della necropoli di Porta Nocera, agli inizi del 2014. Nel 2015 si verificò lo smottamento del terreno del giardino della casa di Severus e nel gennaio 2016 cedette una colonna di Porta Marina. Per far fronte all’emergenza l’Unione europea ha stanziato 105 milioni di euro per il totale restauro del sito: i lavori, cominciati nel 2012 sotto il nome di “Grande Progetto Pompei”, hanno l’obiettivo di ridurre il rischio idrogeologico all’interno del parco, consolidare le strutture murarie e restaurare quelle con decorazioni, perfezionare l’impianto di videosorveglianza e creare delle coperture ai monumenti in modo da permettere l’accesso ai turisti. Si tratta di un progetto ambizioso, ma è reso necessario dalle condizioni di precarietà di diverse situazioni interne al sito. La sua realizzazione permetterà la conservazione e la miglior gestione del patrimonio architettonico, favorendone il valore di testimonianza nel tempo.15

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AA.VV., Storia degli scavi, disponibile su http://www.pompeiisites.org

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1 Spinazzola,


.Area di Progetto

1b

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L’area di progetto è situata nel fronte su via di Nola dell’insula I del Regio V. Questo prospetto presenta 8 locali differenti, di cui 6 sono tabernae e spazi commerciali e 2 sono accessi a domus. Considerando gli elementi murari di cui è costituita la facciata, esso può essere diviso concettualmente in due parti: la prima, caratterizzata da fronti in muratura di laterizi sottili, che comprende i primi tre locali, e la seconda, costituita da grandi setti monumentali in blocchi di pietra, che inquadrano gli accessi a quattro ambienti commerciali e alla domus del Torello di Bronzo, edificio attrattivo di quest’area (fig. 8).

Fig. 8_Prospetto su via di Nola. Fotoraddrizzamento degli autori.

Al fine del progetto, data la maggior accessibilità per il rilievo e il maggior interesse architettico e storico, è stata presa in analisi la seconda parte del prospetto, quella più monumentale, costituita da locali V.1.4, V.1.5, V.1.6, V.1.7, V.1.8. Nell’insieme la facciata è segnata dalla scansione creata dai 6 setti in blocchi di tufo di Nocera, che presentano un’altezza compresa tra i 4,50m e 5,20m. Essi sono costituita da 6/7 blocchi di pietra e presentano scanalature scolpite che simulano la forma di semipilastri e capitelli. Questi elementi murari colpiscono fin da subito per l’evidente presenza di caratteristiche costruttive e di trattamento delle superfici simili: trasmettendo un carattere di monumentalità differito dal contesto, suggeriscono come questi locali facessero parte si un sistema unitario concepito a partire dall’architettura della domus del Torello.

Domus del torello di bronzo

Taberna

Taberna Tinctoria

Tinctoria

Fig. 9_Ricostruzione tridimensionale dell’area in analisi con riferimento alle funzioni che si svolgevano nei locali. Disegno degli autori.

21

I locali che si affacciano sulla strada sono nell’ordine (fig. 9): - tinctoria V.1.4, costituita da un locale principale sulla strada e due retrostanti; - tinctoria V.1.5, formata da un locale principale e un retrobottega, non rilevato data l’inaccessibilità per presenza di presidi; - taberna V.1.6, dalla funzione ignota ma che presenta una porta di collegamento con la domus del Torello; - domus del Torello di Bronzo V.1.7, famosa per i giochi d’acqua e le


fontane contenute, in cui non è stato possibile entrare e il rilievo si è limitato all’atrium; - taberna V.1.8, dalla funzione ignota, che chiude l’angolo dell’Insula I. L’area in analisi è stata portata alla luce tra il 1836 e il 1838. Si tratta della prima area scavata di via di Nola, che ha preceduto di una trentina d’anni lo sterro dell’intera strada. Gli appunti di scavo dell’epoca, ritrascritti da Fiorelli nel Pompeianorum Antiquatum Historia, descrivono come l’interesse per lo scavo dell’area fosse nato dal ritrovamenti dei già citati setti in blocchi di pietra. È in questi anni che venne alla luce il torello di bronzo che diede in seguito la denominazione alla domus qui situata. 1 Nonostante queste informazioni, non si hanno notizie dei restauri seguiti allo scavo. L’area subì i bombardamenti anglo-americani del 1943; nonostante non direttamente colpita dagli ordigni, vi si verificarono danni che portarono poi ai restauri degli anni immediatamente successivi alla guerra. Di questi interventi si hanno ancora tracce oggi, in particolare nelle travi in calcestruzzo in cui la caduta del copriferro mostra la presenza di grossi tondini in metallo, risalenti a quell’epoca (figg. 10-11). A seguito di quel priodo, i restauri successivi sono stati effettuati tra il 2000 e il 2012, grazie a una campagna di studio e recupero della Lunds Universitet (Lund, Svezia). L’università ha avviato un grande progetto, lo Swedish Pompeii Project, ad oggi ancora attivo, con cui sono stati realizzati analisi, sondaggi e interventi conservativi su tutta l’area dell’insula I del Regio V.

1 G. Fiorelli, Pompeianorum Antiquitatum Historia, 1748-1818, pp. 332,333,337. 22

Fig. 10_Prospetto interno di V 1,4 nel 1961. Sono evidenti le travi in calcestrzzo armato di nuova realizzazione, che fanno intuire di un intervento recentemente realizzato. Fonte: Wilhelmina A. Jashemski, Looking North to entrance doorway, 1961, University of Maryland Lybrary.

Fig. 11_Trave in calcestruzzo sull’apertura sinistra del locale V 1,4. Evidente il degrado del materiale, col distacco del copriferro e la fuoriuscita dei tondini. Foto degli autori.


TINCTORIA (V 1,4)2 Il locale, come quello a fianco (v.1.5), ospitava una tinctoria, servizio commerciale dedito alla pulizia o alla tintoria di indumenti. La funzione si può denotare grazie alla presenza di numerose vasche posizionate all’interno (fig. 13). Con una superficie di 35 m2, l’ambiete è costituito da tre stanze: il locale principale, di maggiori dimensioni e con il maggior numero di vasche, affacciato direttamente sulla strada, e due stanze più piccole retrostanti. Non è stata possibile stabilire la datazione della realizzazione di questa organizFig. 13_Tinctoria V 1,4. Foto degli autori. zazione interna, ma è certo che essa sia stata realizzata a seguito del terremoto del 62 d.C.: la riorganizzazione dello spazio si adatta a importanti riparazioni strutturali, eseguite probabilmente a seguito dell’evento calamitoso. Le tre sale dell’officina avevano ruoli differenti. La prima sala, la più importante e vasta, con un suolo in cemento, è in comunicazione diretta con la strada tramite un’ampia soglia. Ospita la maggior parte dell’arredo: 5 caldaie, due vasche e la bocca di una cisterna sull’angolo sud-ovest. Un’altra sala, di ridotte dimensioni, posta all’angolo nord-ovest, col pavimento in cemento, è interamente occupata dalla base di una scala e da un vasca rettangolare. Da questa stanza, e dalla presenza di fori per alloggiamento delle travi sul setto di muro che separa i tre ambienti, è possibile intuire che l’ambiente prevedesse un piano rialzato. L’ultima sala è priva di elemnti al suo interna e ha il pavimento in terra battuta. La presenza di una canalizzazzione interrata in terracotta, che collegava un ribassamento del pavimento al centro della sala principale con il marciapiede esterno, permetteva lo scolo delle acque, probabilmente utilizzate per l’attività di tintoria, direttamente sulla strada. L’attività commerciale, come per la domus del Torello, è plausibile che potesse rifornirsi di acque non tramite cisterne private ma direttamente dall’acquedotto pubblico.3

2 J.C. Beal, J,C, Goyon, Les artisans dans la ville antique, Lyon, 2002, pp. 61-62 3 L. Quilici, S. Quilici, Architettura e pianificazione urbana nell’Italia antica, L’”erma” di Bretschneider, Roma, 1997, p. 37 23


TABERNA (V 1,6)4 V 1,6 è una piccola taberna aperta verso Via di Nola. Era composta da una stanza al piano terra ed da un’altra camera al piano superiore. L’esistenza di quest’ultima, ora perduta, è indicata dalla presenza di fori per l’alloggiamento delle travi del solaio nella parete est e ovest, dal ritrovamento di una base di scala nell’angolo nord-orientale e dai resti di una tubatura di una presunta latrina al piano superiore nella parete nord (fig. 14). La funzione di questa taberna non è più determinabile: non è infatti possibile Fig. 14_Taberna V 1,6 constatare se questo ambiente fungeFoto degli autori. va da negozio o se la suo interno veniva condotta anche qualche attività produttiva. Gli unici elementi caratteristici che potrebbero essere individuati consistono nella base della scala nell’angolo nord-orientale e l’apertura di un pozzo o cisterna appena a sud di questa base. La pianta della camera è leggermente irregolare poiché il lato meridionale segue l’orientamento di Via di Nola, mentre la parete posteriore è orientata secondo un angolo di 90° rispetto agli assi della strada nord-sud. Dal momento che Via di Nola, l’asse est-ovest, non è ad angolo retto con gli assi stradali nord-sud, il risultato è una forma trapezoidale con il lato orientale più lungo di quello occidentale. Oggi l’apertura di un possibile ingresso, che si trova nella parte orientale della parete nord, conduce verso l’atrio della casa principale di questa parte dell’insula, la Casa del Torello (V 1,7). In realtà che questo portone costituisse un passaggio nell’antichità sembra improbabile, dal momento che sarebbe stato bloccato dalla scala proprio di fronte ad esso.

4

Thomas Staub, V 1,6 Taberna, disponibile su http://www.pompejiprojektet.se

24


CASA DEL TORELLO5 Questa Domus è situata nella parte sud dell’insula V,1, rivolta con la sua entrata principale verso Via di Nola. Il suo nome è dato dal ritrovamento di una piccola statuetta in bronzo, posta su una base sul bordo dell’impluvium nell’atrio, che fungeva da fontana. Un altro nome a volte utilizzato è “Casa di P. Pontius Successus”, denominazione dovuta al ritrovamento di un timbro/sigillo vicino all’ingresso principale. L’abitazione è stata scavata in diverse fasi: la parte dell’ingresso è stata portata alla luce tra il 1836 e il 1838 e la parte posteriore, comprese le parti riseppellite, insieme alla parte centrale e settentrionale dell’insula, probabilmente tra il 1876 e il 1878. La domus è stata probabilmente costruita tra il 150 e 125 a.C. come indicato dall’utilizzo del tufo per la grande facciata monumentale, e dall’analisi stilistica del capitello originariamente posto sul pilastro est dell’ingresso. Probabilmente anche i resti di decorazioni in primo stile conservati in alcune camere appartengono a quella prima fase della storia dell’edificio. A giudicare dalla costruzione uniforme della facciata originale, di cui la parte occidentale è stata successivamente riparata in laterizi, l’intera parte meridionale della Insula è stata costruita nel medesimo periodo e probabilmente interamente posseduta da una sola persona. Il fatto che la parte meridionale dell’insula fosse una singola proprietà è confermato dalle molte interrelazioni tra le diverse entità che la costituiscono, come la sovrapposizione dei piani superiori e i sistemi di smaltimento delle acque e delle acque reflue. È interessante osservare che anche questa domus, come la tinctoria V 1.4, avendo al suo interno un gran numero di fontane e vasche, si approvvigionasse di acqua tramite un collegamento diretto all’acquedotto pubblico.6 La casa ha subito diverse ristrutturazioni prima del 79 d.C., sia ampliamenti che diminuzioni, in misura minore nella parte anteriore e in misura maggiore nella parte posteriore ad ovest e ad est del peristilio. Una prima fase di ricostruzione ha avuto luogo in epoca tardo repubblicana, implicando alcuni piccoli, ma importanti cambiamenti nella zona dell’atrio e una prima espansione verso ovest nella parte posteriore della casa.

5 6

Thomas Staub, V 1,7 Casa del Torello, disponibile su http://www.pompejiprojektet.se L. Quilici, S. Quilici, op. cit., p. 37 25


VESTIBULUM Questo ambiente costituisce l’ingresso esterno per la domus (fig. 15). L’ingresso monumentale verso via di Nola, costruito in blocchi regolari squadrati di tufo, era un tempo coronato da capitelli figurati, di cui quello orientale è stato trovata in situ durante gli scavi del 1837 (fig. 1). La camera è circa 2,5 m di larghezza e 1,1 m di profondità. A nord la soglia di travertino per la porta d’ingresso principale della domus forma un gradino alto 0,15 m. Sia il lato sud che nord sono quasi completamente occupati dalle grandi aperture verso la strada. Nella parete orientale, in una seconda fase di costruzione, è stata ottenuta una porta, che costituiva un’ entrata laterale più piccola, utilizzata prima o dopo il normale orario di ricevimento e per servitori e visitatori meno importanti. Le pareti di ingresso non sono posizionate ad angolo retto rispetto alla facciata, ma sembrano seguire la direzione della Via di Vesuvio come del resto fa lo sviluppo dell’intera abitazione. I blocchi d’angolo occidentali formano un angolo di circa 78°, quello orientale corrispondente di 112°.

Fig. 15_Vestibulum della domus del Torello di Bronzo V 1,7 Foto degli autori. Fig. 16_ Ingresso della Domus del Torello di Bronzo nel 1900 ca. Si nota come il capitello scolpito sia ancora posizionato nella sua posizione originaria. Fonte: Entrance domus of Torello, 1900ca, Fox Collection.

26


TABERNA (V 1,8)7 La stanza V 1,8 è una piccolo taberna, situata nell’angolo sud-est dell’insula, che si apre verso via di Nola (fig. 17). Venne scavata nel 1837-1838. Essa consisteva in una stanza al piano terra ed una camera al piano superiore. L’esistenza di questo piano, ora perduto, è indicato dalla presenza dei fori di collocazione delle travi nella parete est e ovest e da una latrina collocata in una nicchia a circa 4,5 m di altezza nella parete est vicino all’angolo nord-orientale. La funzione di questa taberna non può essere determinata, ma si può supporre che ospitasse una qualche attività produttiva. Il piano terra della camera è leggermente irregolare in quanto la linea del lato anteriore segue il corso di Via di Nola; la linea della parete posteriore invece è orientata secondo un angolo di 90° rispetto agli assi della strada nord-sud. Dal momento che Via di Nola, l’asse est-ovest, non è ad angolo retto con gli assi stradali nord-sud il risultato è una pianta trapezoidale con il lato orientale più lungo di quello occidentale. Questa taberna non ha alcun collegamento con la Domus del Torello e sembra non averne mai avuto. La parete divisoria tra le due entità è nella sua parte superiore per lo più una ricostruzione moderna, ma conserva nei suoi strati più bassi ancora alcuni resti del muro originale a dimostrazione che questa parete appartiene alla prima fase di costruzione della casa principale e non mostra tracce di una porta tamponata successivamente. Si possono però osservare alcune variazioni della conformazione del locale. Nella sua prima fase, probabilmente a partire dal terzo trimestre del II secolo a.C. fino alla metà del I secolo a.C., doveva presentarsi maggiormente estesa verso ovest. Quando il proprietario della adiacente domus ha costruito un nuovo ingresso laterale, proprio accanto a quello principale nell’atrio, la parte più occidentale della taberna è stata utilizzata per il nuovo vestibolo. Che questo locale originariamente fosse più grande e che la sua parete ovest sia una costruzione successiva è indicato dal diverso materiale da costruzione utilizzato per essa rispetto al materiale appartenente alla fase costruttiva originaria. Nel nuovo muro possono essere osservati piccoli pezzi di tufo, probabilmente provenienti dalla parete su cui è stata ricavata la nuova apertura. Un’altra indicazione per la successiva diminuzione del locale può essere osservata nella parete occidentale del nuovo lato dell’ingresso della domus. Essa presenta una fila di fori di alloggiamento di travi posta alla medesima altezza della riga di fori corrispondente, osservabile sulla parete est della taberna. Dal momento che il vestibolo dell’ingresso laterale non aveva un piano superiore, questa fila di fori doveva ospitare le travi che sorreggevano il piano superiore della taberna. Con la costruzione della nuova parete, si mantenne lo sviluppo su più piani del locale, ma cambiando la modalità di sostegno del pavimento superiore. Se sulla parete est originale è presente una tipica soluzione costituita da una fila di fori per l’alloggiamento delle travi portanti, inserite circa ogni 0,35 m, sulla parete ovest può essere invece osservata un’altra modalità. La presenza di due singoli fori, entrambi posti abbastanza vicino all’angolo sud e nord, e le cui dimensioni sono leggermente più ridotte (circa. 0,25 m), suggerisce che il sistema di sostegno fosse costituito da due mensole, inserite in tali fori. Su di esse venne posta parallelamente alla parete una trave, che a sua supportò le travi in direzione est-ovest per il piano superiore. 7

Thomas Staub, V 1,8 Taberna, disponibile su http://www.pompejiprojektet.se 27


28


.Regesto

2

29


30


DATA

EVENTO

FONTE

79 d.C.

Eruzione Vesuvio, Pompei viene distrutta e sepolta da ceneri.

W1

1553-1631

Primi scavi dell’area di Pompei per la costruzione del canale di Conte Sarno; rinvenimenti di monete e resti di edifici. Un terremoto provoca l’interruzione degli scavi.

W1

1748

Apertura degli scavi nella zona di Civita, sotto la direzione di Rocque Joaquin de Alcubierre. Mancato ritrovamento di oggetti di valori, il sito viene chiuso.

W1

1754-1799

Ripresa degli scavi diretti da Francisco la Vega, che organizza un sistema di scavo sistematico.

B1, W1

1763

Definizione dell’area di scavo come appartenente alla città di Pompei, a seguito del ritrovamento di una epigrafe.

W1

1798-1802

Periodo d’indipendenza della Repubblica Napoletana, parziale opera di scavo e abbandono del sito.

B1, W1

1806-1813

Ripresa degli scavi con Giuseppe Bonaparte che, seguito da Gioacchino Murat e dalla moglie Carolina, riporta alla luce la cinta muraria.

B1, W1

1820-1830

Ripresa degli scavi sotto la dinastia borbonica nelle aree di via Mercurio e del Regio IV.

C5, W1

1836-1838

Scavo del fronte dell’Insula I su via di Nola.

B5, W1, W2

1845

Scavi di via dell’Abbondanzia, via Stabiana, via della Fortuna e via di Nola.

C8, W1

1860-1874

Scavi affidati a Giuseppe Fiorelli che suddivide il sito in insulae e regiones e rivoluziona il cantiere di scavo.

B1, W1

1875

Pompei passa nelle mani di Michele Ruggero, che prosegue la campagna di scavo lungo via di Nola, apportando anche alcune ricostruzioni.

C1, W1

1911-1924

Ripresa delle indagini archeologiche presso via dell’Abbondanza, sotto la direzione di Vittorio Spinazzola.

W1

1924

Inizio del periodo di Maiuri come direttore degli scavi.

W1

1943

Il sito viene bombardato da bombardieri inglesi e canadesi.

B6, W1

1944-1960

Maiuri dirige i restauri sul patrimonio diffuso del sito.

W1, C6

1980

Terremoto dell’Irpinia che causa alcuni danni anche al sito archeologico.

W1

1997

Pompei viene dichiarata patrimonio dell’UNESCO.

W1

2000-2012

Vengono effettuati restauri nel regio V a merito di una campagna di studio e recupero della Lunds Universitet (Lund, Svezia).

W2

2012

Avvio dei lavori “grande progetto Pompei”.

W1, W2

31


32


.Rilievo

3

33


.Descrizione del Rilievo

3a

34


Durante il sopralluogo in situ, è stato effettuato il rilievo geometrico dell’area interessata dal progetto ed un rilievo fotografico.Per quanto riguardo il rilievo geometrico, sono state prese le misure parziali e totali di tutti i lati dell’area di interesse oltre, ove possibili, alle diagonali principali. In un secondo momento il rilievo è stato approfondito con disegni a mano libera dell’intero prospetto su via di Nola. Per il ridisegno del prospetto si è reso necessario il rilievo di ulteriori misure quali la larghezza tra i due fronti costruiti, misure di dettaglio delle altezze dei setti e dei singoli conci. Tutte le misurazioni sono state effettuate utilizzando metro rigido, bindella e metro avvolgibile. Una volta terminate le operazioni preliminari di rilievo geometrico, è stato effettuato un rilievo fotografico di tutta l’area di interesse.

165

0

35 6

316

0

39

275

367

277

31

254

221

244

56

41

77

0

59

94 79

111

90

119 118

81

112

92

418

54

83 85

9 449

3

373

61

65 427

91

51

56

4

44 316 320 317 315

46 248

45

135

9

63

69

266 29 1 242

7

421

80

65

315 318 318 315

136

318

132

113

346

34

45

343 348 347

131

361

182

2

283

46

82

169

453 452 452 447

81

133

Il rilievo fotografico è stato di due tipi differenti. Uno di inquadramento generale delle singole stanze ed un secondo rilievo fotografico è stato effettuato seguendo una particolare tecnica. Ciò ha consentito di inserire le fotografie nel programma Agisoft che permette di rielaborarle e generare una modello tridimensionale. Una terza ed ultima parte di rilievo svolta durante il sopralluogo è stata di individuazone delle differenti tessiture murarie ed una loro analisi per determinare le prestazioni che la muratura è ancora in grado di fornire ed un indice del suo stato conservativo. Sono quindi state individuate 4 differenti tessiture murarie e per ognuna di esse, grazie ad un’attenta osservazione in loco, è stata compilata la scheda dell’indice di qualità muraria, strumento che permette di determinare possibili valori di resistenza della muratura che sono stati utilizzati per i calcoli statici che seguono nel presente elaborato. Per la compilazione di ognuna delle 4 schede, si è scelta una porzione di muratura di lato un metro ed è stato fotografato con a lato uno scalimetro che fornisse un elemento di riferimento per le dimensioni. TIPOLOGIE DI MURATURA

AMMORSAMENTI

MURATURA IN GROSSI BLOCCHI DI PIETRA SQUADRATA

ASSENZA DI AMMORSAMENTO, LEGAME ATTRAVERSO GIUNTI DI MALTA

MURATURA A SACCO CON PARAMENTI IN PIETRA

AMMORSAMENTO A INCASTRO TRA STESSA TIPOLOGIA DI MURATURA

MURATURA A SACCO CON PARAMENTI IN MATTONI

AMMORSAMENTO A INCASTRO TRA DUE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI MURATURA

MURATURA A SACCO CON PARAMENTI IN PIETRA E MATTONI

ELEMENTI PRESENTI NELLA MURATURA

INTERVENTI RECENTI

PROBLEMATICHE

ARCO DI SCARICO

ELEMENTI SNELLI

ARCHITRAVE IN CALCESTRUZZO ARMATO STRUTTURA PROVVISIONALE

SEDE TRAVE PER SOLAI

ELEMENTI FUORIPIOMBO

LESIONI

DEGRADO DEL CALCESTRUZZO

SEDE TRAVE PER SOLAI PASSANTE/APERTURA LINEA DI SEZIONE

35


.IQM

3b

36


2.

3. 1.

4.

TIPOLOGIE DI MURATURA TIPOLOGIE DI MURATURA

AMMORSAMENTI

AMMORSAMENTI

TIPOLOGIE DI MURATURA MURATURA IN GROSSI BLOCCHI DI PIETRA SQUADRATA

ASSENZA DI AMMORSAMENTO, LEGAME ATTRAVERSO GIUNTI DI MALTA

MURATURA A SACCO CON PARAMENTI IN PIETRA

AMMORSAMENTO A INCASTRO TRA STESSA TIPOLOGIA DI MURATURA

Muratura inAMMORSAMENTO grossi MURATURA IN GROSSI BLOCCHI DI A INCASTRO TRA DUE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI PIETRA SQUADRATA MURATURA squadrati di pietra

MURATURA A SACCO CON PARAMENTI IN MATTONI

ASSENZA DI AMMORSAMENTO, LEGAME ATTRAVERSO GIUNTI DI MALTA

blocchi

MURATURA A SACCO CON PARAMENTI IN PIETRA E MATTONI

Muratura a sacco paramenti MURATURA A SACCO CON con PARAMENTI ARCHITRAVE IN CALCESTRUZZO IN PIETRA in pietra ARCO DI SCARICO ARMATO ELEMENTI PRESENTI NELLA MURATURA

PROBLEMATICHE

INTERVENTI RECENTI

ELEMENTI SNELLI

STRUTTURA PROVVISIONALE SEDE TRAVE PER SOLAI

Muratura a sacco paramenti MURATURA A SACCO CON con PARAMENTI IN MATTONI in mattoni

ELEMENTI FUORIPIOMBO

LESIONI

AMMORSAMENTO A INCASTRO TRA STESSA TIPOLOGIA DI MURATURA

SEDE TRAVE PER SOLAI PASSANTE/APERTURA LINEA DI SEZIONE

DEGRADO DEL CALCESTRUZZO

AMMORSAMENTO A INCASTRO TRA DUE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI MURATURA

Muratura a sacco paramenti MURATURA A SACCO CON con PARAMENTI IN PIETRA E MATTONI in pietra e mattoni

ELEMENTI PRESENTI NELLA MURATURA

INTERVENTI RECENTI

PROBLEMATICHE

IQM

ARCO DI SCARICO ELEMENTI SNELLI

1.

3.

STRUTTURA PROVVISIONALE SEDE TRAVE PER SOLAI

ELEMENTI FUORIPIOMBO SEDE TRAVE PER SOLAI PASSANTE/APERTURA

LESIONI

2. DEL CALCESTRUZZO DEGRADO

4.

ARCHITRAVE IN CALCESTRUZZO ARMATO

LINEA DI SEZIONE

37


SCHEMA DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ MURARIA

NUM. 01

FOTO SCHEMI

LMT Orizzontalità dei filari Sfalsamento fra i giunti verticali Degrado blocchi: DImensione elementi resistenti:

DESCRIZIONE

Materiale: tufo di Nocera paramento esterno non rilevabile sulla superficie di 1mq non rilevabile sulla superficie di 1mq. non rilevabile sulla superficie di 1mq 10 % RISPETTATA

MATERIALI

Qualità della malta: ASSENTE Forma degli elementi resistenti: RISPETTATA Qualità degli elementi resistenti: RISPETTATA

GEOMETRIA

Rilievo dei blocchi: B. 131 H. 79,5 S. 46 B. 135 H. 82,5 S. 46 B. 133 H. 73,8 S. 46

P.D.

M.A.

F.EL.

?

R

R

S.G. RE.EL. ?

PR

OR.

D.EL.

?

R

fm

t0

E

G

w

N/cm2

N/cm2

N/mm2

N/mm2

kN/m2

min-max

min-max

min-max

min-max

140-240 2.8-4.2 900-1260 300-420

In sostituzione al metodo delle IQM sono stati presi a riferimento riportati nella tabella C.A.2.1 delle NTC 2008 fm= resistenza media a compressione della muratura t0 = resistenza media a taglio della muratura E = valore medio del modulo di elasticità G = valore medio del modulo di elasticità tangenziale w = peso specifico medio della muratura

38

ANALISI IQM

NB: in questo caso non è possibile eseguire calcoli riguardanti l’ IQM poichè la superficie di 1 mq non fornisce sufficienti elementi. I blocchi sono solidali per attrito e poichè di grandi dimensioni e non presentano giunti di malta.

26


SCHEMA DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ MURARIA

NUM. 02

FOTO SCHEMI

LMT Orizzontalità dei filari: Sfalsamento fra i giunti verticali: Degrado blocchi: Dimensione elementi resistenti:

DESCRIZIONE

MURATURA IN VITTATUM MIXTUM muratura a sacco con paramento di filari interposti di laterizi e blocchi in pietra squadrata paramento esterno = 215 cm > 160cm RISPETTATA PARZ. RISPETTATO 10% PARZ. RISPETTATA 20 <b<40

MATERIALI

Pietre in tufo Qualità della malta: RISPETTATA Forma degli elementi resistenti: PARZ. RISPETTATA Qualità degli elementi resistenti: RISPETTATA

P.D.

M.A.

F.EL.

PR

R

PR

S.G. RE.EL. PR

PR

Rilievo dei blocchi in pietra: B. 32 H. 10 S. 10 B. 24 H. 8 S. 18 B. 38 H. 10 S. 16

OR.

D.EL.

Categoria

R

PR

Verticali

Fuori piano

Nel piano

Metodo Punteggi

A

B

B

LMT

...

...

...

IQM

5,25

4,55

4,55

Parametri meccanici: valori MIN-MAX

Fn (N/cm2)

E (N/mm2)

t0 (N/cm2)

289-456 1099-1579

4.5-6.7

ANALISI IQM

39

GEOMETRIA

RIlievo dei laterizi: B. 21 H. 3,5 S. 7,5 B. 25 H. 3,9 S. 8 B. 31 H. 3,5 S. 12


SCHEMA DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ MURARIA

NUM. 03

FOTO SCHEMI

LMT paramento esterno = 130 cm < 160cm Orizzontalità dei filari: NON RISPETTATA Sfalsamento fra i giunti verticali NON RISPETTATO Degrado blocchi 25% Dimensione elementi resistenti NON RISPETTATA

MATERIALI

Calcare compatto Qualità della malta: NON RISPETTATA Forma degli elementi resistenti: NON RISPETTATA Qualità degli elementi resistenti: PARZ. RISPETTATA

P.D.

M.A.

F.EL.

NR

PR

NR

dimensioni miste principalmente con dimensione maggiore sopra i 20 cm

S.G. RE.EL. NR

GEOMETRIA

Rilievo dei blocchi in pietra:

PR

DESCRIZIONE

MURATURA IN PIETRAME IRREGOLARE ETEROGENEO DI MEDIA DIMENSIONE Muratura a sacco composta di blocchi di pietra di dimensioni e forme irregolari, disposti in maniera non ordinata

OR.

D.EL.

NR

PR

Categoria

Fuori piano

Nel piano

Metodo Punteggi

C

C

C

LMT

...

...

...

IQM

0,7

0,7

1,05

Parametri meccanici: valori MIN-MAX

Fn (N/cm2)

E (N/mm2)

t0 (N/cm2)

117-206

652-967

2.3-3.7

ANALISI IQM

40

Verticali


SCHEMA DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ MURARIA

NUM. 04

FOTO SCHEMI

LMT Orizzontalità dei filari Sfalsamento fra i giunti verticali Degrado blocchi Dimensione elementi resistenti:

paramento esterno = 118 cm NON RISPETTATA NON RISPETTATO 10% NON RISPETTATA

P.D.

M.A.

F.EL.

NR

PR

NR

GEOMETRIA

Rilievo dei blocchi:

MATERIALI

Qualità della malta: PARZ. RISPETTATA Forma degli elementi resistenti: NON RISPETTATA Qualità degli elementi resistenti: PARZ. RISPETTATA

dimensioni miste principalmente con dimensione inferiore di 20 cm

S.G. RE.EL. NR

PR

DESCRIZIONE

MURATURA IN PIETRAME IRREGOLARE ETEROGENEO DI MEDIA DIMENSIONE Muratura a sacco composta di blocchi di pietra di dimensioni e forme irregolari, disposti in maniera non ordinata

OR.

D.EL.

NR

NR

Verticali

Fuori piano

Nel piano

Metodo Punteggi

C

C

C

LMT

...

...

...

IQM

0,35

0,35

0,7

Parametri meccanici: valori MIN-MAX

Fn (N/cm2)

E (N/mm2)

t0 (N/cm2)

117-206

652-967

2.3-3.7

ANALISI IQM

41

Categoria


.Agisoft

3c

42


Una volta terminato il sopralluogo è stata effettuata una postelaborazione dei dati raccolti in situ. Per primo cosa è stato ridisegnato il rilievo in cad mentre il rilievo fotografico è stato elaborato con il programma Agisoft photoscanner. Inserendo le fotografie scattate in sequenza, il programma permette di fare un allineamento delle foto, costruire una densa nuvola di punti, trasformarli in una mesh ed infine ricostruire la texture sulla mesh. Grazie a questo processo è stato possibile ottenere un 3D di riferimento, che è stato scalato secondo le dimensioni rilevate.

43


.Stratigrafia

3d

44


E

F

E

D

C

G

G F

D C

B A

B

A

Il modello realizzato in Agisoft è stato poi utilizzato come fonte per esportare sezioni verticali, ortofoto e sezioni orizzontali che sono state confrontate come verifica con la pianta disegnata da rilievo. Le sezioni verticali hanno permesso di quantificare il fuoripiombo dei setti e di approfondire il comportamento strutturale ipotizzato con le schede IQM. 45

45

154

154

154

154

510

510

510

154 510

510

510

37

37

37

37

37

356

356

356

356

356

356

356

45

456

37

500

G-G

Dal modello sono state esportate ortofoto per rappresentare il rilievo delle tessiture murarie e i principali fenomeni di degrado. 37

210

F-F

500

508

E-E

210

D-D

45

45

50

508 500

500

C-C

43

210

500

B-B

45

43

210

A-A

45

45

210

154

45

45

510

45

45

154

45


ETRAME ETRAME EROGENEO EROGENEO SIONE SIONE sta di blocchi di pista di blocchi di pini e forme irregolari, niraenon forme irregolari, ordinata. ra non ordinata. orizzontali e giunti orizzontali e giunti ri. ri.

ETRAME ETRAME EROGENEO EROGENEO ENSIONE ENSIONE sta di blocchi di sta di blocchi di dimensioni e forme dimensioni e non forme ti in maniera ti di in corsi maniera non a orizzontaasidispessori. corsi orizzontaN siPIETRAME spessori. ETEROGENEO MENSIONE mposta di blocchi di pisioni e forme irregolari, aniera non ordinata. orsi orizzontali e giunti ssori.

N PIETRAME GROSSI BLOCCHI DI ETEROGENEO GROSSI BLOCCHI DI RATA SOVRAPPOSTI MENSIONE N PIETRAME DRATA SOVRAPPOSTI ETEROGENEO posta didi blocchi didi pimposta blocchi posta blocchi di DIMENSIONE dimensioni, aderenti sioni ediforme irregolari, ianiera dimensioni, aderenti rivi di giunti di malta ordinata. mpostanon di blocchi di privi di giunti di malta ntatto. orsi ole orizzontali dimensionieegiunti forme ntatto. ssori. posti in maniera non Nenza PIETRAME di corsi orizzontaETEROGENEO diversi spessori. MENSIONE N PIETRAME mposta di blocchi OSSI BLOCCHI DI di piPIETRA ETEROGENEO sioni e forme irregolari, PIETRA TA SOVRAPPOSTI DIMENSIONE aniera non ordinata. ta diorizzontali blocchi di edi orsi giunti posta didi blocchi mposta blocchi di posta di blocchi ssori. mensioni, aderenti ti, linearoledisposti dimensioni ediforme ti, lineardi disposti giunti didistin maltanon era tale posti in da maniera era tale da distin to. mente orizzonenza dii corsi corsi orizzontamente i corsi orizzonM MIXTUM alta spessi. diversi spessori. malta spessi. N PIETRAME ETEROGENEO DIMENSIONE aramento di filari interposti

mposta di blocchi di etra squadrata. TRA ole dimensioni e forme posti in maniera non enza di corsidi orizzontata di blocchi ATURA iversi spessori. isposti linearOMOGENEO tale da distin nte i corsi orizzonM MIXTUM comamuratura spessi. di forme, caratin opera diversi, uibili data di la filari loro interposti aramento letra contesto murario squadrata.

pietra di grandi dimensioni, aderenti l’uno all’altro, privi di giunti di malta nei punti di contatto.

etra di dimensioni e forme irregolari, disposti in maniera non ordinata. Assenza di corsi orizzontali e giunti di diversi spessori.

MURATURA GROSSI BLOCAGGIUNTE IN DI MURATURA MURATURA IN GROSSI BLOCCHI DI DI MURATURA INDI MATERIALE DISOMOGENEO CHIAGGIUNTE PIETRA SQUADRATA MURATURA IN PIETRA PIETRA SQUADRATA SOVRAPPOSTI IN MATERIALE DISOMOGENEO DAL CONTESTO SQUADRATA DAL CONTESTO Piccole porzioni di di blocchi muratura Muratura composta di comMuratura composta di dicaratPiccole di blocchi muratura comMuratura composta di poste daporzioni materiali di forme, pietra di grandi dimensioni, aderenti pietra squadrati, disposti linearposte da materiali di forme, caratblocchi di pietra di tufo di teristiche e messa in opera diversi, l’uno all’altro, privi di giunti di malta mente in maniera tale da distin teristiche edistinguibili messa in opera diversi, facilmente data la loro grandi dimensioni, aderenti nei punti di contatto. gueretotale perfettamente i corsi orizzonfacilmente distinguibili data murario la loro diversità dal contesto l’uno all’altro, privi di giunti di tali. Giunti di malta spessi. totale diversità dal contesto murario principale. malta nei punti di contatto. principale.

MURATURA IN LATERIZI MURATURA IN PIETRAME PIETRAME MURATURA IN MURATURA IN LATERIZI MURATURA IN LATERIZI IRREGOLARE ETEROGENEO IRREGOLARE ETEROGENEO DI RIDOTTA MEDIA DIMENSIONE DI DIMENSIONE Muratura composta di Muratura composta di blocchi di piMuratura composta di blocchi di etra di dimensioni e forme irregolari, laterizi disposti lungo corsi pietra di piccole dimensioni e forme dispostiorizzontali in maniera non ordinata. Giunti di irregolari, disposti inalternati. maniera non Assenzamalta di corsi orizzontali e giunti spessi. ordinata. Assenza di corsi orizzontadi diversi spessori. li e giunti di diversi spessori.

MURATURA IN PIETRA INTONACO MURATURA IN PIETRA SQUADRATA INTONACO MURATURA IN GROSSI BLOCCHI DI la cui MURATURA IN GROSSI BLOCCHI DI Intonaco uniforme o degradato, SQUADRATA PIETRA SQUADRATA SOVRAPPOSTI Intonaco uniforme o degradato, la cui PIETRA SQUADRATA SOVRAPPOSTI presenza non permette di leggere la Muratura composta di blocchi di presenza non permette di leggere tipologia muraria sottostante. pietra squadrati, disposti linearMuratura composta di dila Muratura composta di blocchi di Muratura composta di blocchi tipologia muraria mente ingrandi maniera talesottostante. da distin blocchi didi pietra squadrati pietra di dimensioni, aderenti pietra grandi dimensioni, aderenti guere perfettamente i corsi orizzonl’uno all’altro, privi di giunti di malta l’uno all’altro, privi di giunti di malta disposti ad arco con giunti CALCESTRUZZO tali.punti Giunti dicontatto. malta spessi. AGGIUNTE DI MURATURA nei dipunti nei di contatto. di malta spessi. CALCESTRUZZO IN MATERIALE DISOMOGENEO DAL CONTESTO Piccole porzioni di muratura composte da materiali di forme, caratteristiche e messa in opera diversi, MURATURA INdistinguibili PIETRA MURATURA IN PIETRA MURATURA IN PIETRA facilmente data la loro SQUADRATA SQUADRATA SQUADRATA totale diversità dal contesto murario principale. Muratura composta di blocchi di Muratura composta di blocchi di AGGIUNTE DI MURATURAdi Muratura composta MURATURA IN PIETRAME pietra squadrati, disposti pietra squadrati, disposti linear-linearMURATURA IN PIETRAME IN MATERIALE DISOMOGENEO IRREGOLARE blocchi squadrati ditale pietra, mente inETEROGENEO maniera da distin mente inDAL maniera tale da distin IRREGOLARE ETEROGENEO CONTESTO DI MEDIA DIMENSIONE disposti linearmente guere perfettamente corsiinorizzonguere perfettamente i corsi iorizzonDI MEDIA DIMENSIONE Piccole porzioni dispessi. muratura Muratura composta di blocchi di pi-comINTONACO tali. Giunti di malta maniera tale daspessi. distinguere tali. Giunti di malta Muratura composta di blocchi di pida materiali diirregolari, forme, caratetra di poste dimensioni e forme Intonaco uniforme degradato, la cui perfettamente i o irregolari, corsi etra diteristiche dimensioni enon forme e messa in opera diversi, disposti in maniera ordinata. presenza non permette di leggere la orizzontali. Giunti di malta disposti in maniera non ordinata. facilmente distinguibili data la loro Assenza di corsi orizzontali e giunti tipologia muraria sottostante. Assenza di corsi orizzontali e giuntimurario spessi. totale diversità dal contesto di diversi spessori. FORATURE AGGIUNTE DI MURATURA di diversi spessori. principale. IN MATERIALE DISOMOGENEO Discontinuità nella muratura in quanCALCESTRUZZO CONTESTO to tracceDAL di travi di solai o coperture. MURATURA ININ PIETRAME MURATURA PIETRAME Piccole porzioni di muratura comMURATURA IN PIETRAME MURATURA IN PIETRAME IRREGOLARE ETEROGENEO IRREGOLARE ETEROGENEO poste da materiali di forme, caratINTONACO IRREGOLARE ETEROGENEO ETEROGENEO DIIRREGOLARE MEDIA DIMENSIONE DI RIDOTTA DIMENSIONE teristiche e messa in opera diversi, Intonaco uniforme o degradato, la cui DIMEDIA RIDOTTA DIMENSIONE FRATTURAZIONI DI DIMENSIONE facilmente distinguibili Muratura composta di blocchi didata pi- la loro Muratura composta blocchi di presenza non di permette di la Muratura composta didal blocchi dileggere totale diversità contesto murario etra di dimensioni edimensioni forme irregolari, pietra di piccole e forme Muratura composta tipologia muraria sottostante. pietrain dimaniera piccole dimensioni e non forme principale. disposti ordinata. disposti in pietra maniera diirregolari, blocchi dinon di irregolari, disposti incorsi maniera non Assenza di corsi orizzontali eorizzontagiunti ordinata. Assenza di dimensioni e forme irregolari, Assenza corsi orizzontadi diversi spessori. liordinata. e giunti di diversidi spessori. CALCESTRUZZO FORATURE li e giunti diin diversi spessori.non disposti maniera LESIONI RIPARATE ordinata. Assenza di corsi INTONACO Discontinuità nella quanDiscontinuità nella muratura muratura in caratorizzontali e giunti di diversi to tracceda diuna travilesione diuniforme solaicolmata o coperture. Intonaco o degradato, la cui terizata con MURATURA IN PIETRAME spessori. presenza non permette di leggere la pietre o malta. IRREGOLARE ETEROGENEO tipologia muraria sottostante. DI RIDOTTA DIMENSIONE FRATTURAZIONI Muratura composta di blocchi di LESIONI IN LATERIZI MURATURA pietra di CALCESTRUZZO piccole dimensioni e forme irregolari, disposti in maniera non ordinata. Assenza di corsi orizzontali LESIONI e giunti di RIPARATE diversi spessori. LESIONI RIPARATE FORATURE

Discontinuità muratura Discontinuità nellanella muratura caratin quancaratterizata una lesione terizata colmata con to tracceda diuna travilesione dida solai o coperture. pietre o malta. colmata con pietre o malta. FRATTURAZIONI FRATTURAZIONI MURATURA IN VITTATUM MIXTUM

o degradato, la cui mette di leggere la M MIXTUM sottostante.

Muratura a sacco con paramento di filari interposti di laterizi e blocchi in pietra squadrata. LESIONI RIPARATE

aramento di filari interposti etra squadrata.

Discontinuità nella muratura caratterizata da una lesione colmata con pietre o malta. 46

MURATURA IN PIETRAME MURATURA IN VITTATUM MIXTUM MURATURA IN VITTATUM MIXTUM IRREGOLARE ETEROGENEO MURATURA IN VITTATUM MURATURA IN PIETRAME MURATURA IN PIETRAME DI RIDOTTA DIMENSIONE IRREGOLARE ETEROGENEO IRREGOLARE ETEROGENEO MIXTUM Muratura a sacco con paramento di filari interp Muratura composta di blocchi di DI MEDIA DIMENSIONE DI MEDIA DIMENSIONE Muratura a sacco con paramento di filari interp Muratura composta da filari didi laterizi e dimensioni blocchi in pietra squadrata. pietra piccole e forme Muratura composta di blocchi di piMuratura composta blocchi di pidi laterizi e blocchi indipietra squadrata. di laterizi alternati da corsi di irregolari, disposti einforme maniera non etra dietra dimensioni irregolari, di dimensioni e forme irregolari, pietra squadrata. ordinata. Assenza di corsi orizzontadisposti in maniera non ordinata. disposti in maniera non ordinata. li e giunti dicorsi diversi spessori. MURATURA IN LATERIZI Assenza di orizzontali e giunti Assenza di corsi orizzontali e giunti di diversi spessori. di diversi spessori.

MURATURA IN PIETRAME MURATURA IN PIETRAME MURATURA IN PIETRAME IRREGOLARE ETEROGENEO IRREGOLARE ETEROGENEO ETEROGENEO DIIRREGOLARE RIDOTTA DIMENSIONE DI RIDOTTA DIMENSIONE MANCANZA DI RIDOTTA DIMENSIONE Muratura composta di blocchi MANCANZA Muratura composta di blocchi di di AGGIUNTE DI MURATURA MURATURA IN LATERIZI e forme pietra di piccole dimensioni pietraIN di piccole dimensioni e forme AGGIUNTE DI MURATURA Muratura composta di MATERIALE DISOMOGENEO irregolari, disposti in maniera irregolari, disposti inDISOMOGENEO maniera non non INblocchi MATERIALE DAL CONTESTO di pietra di piccole ordinata. Assenza corsi orizzontaIN di VITTATUM MIXTUM ordinata. Assenza di corsi orizzontaDALMURATURA CONTESTO Piccole porzioni muratura comediforme irregolari, li dimensioni e giunti di diversi spessori. li e giunti di diversi spessori. Piccole di muratura composte daporzioni materiali forme, caratdisposti in di maniera non poste da di opera forme,diversi, caratPRESENZA DI materiali VEGETAZIONE teristiche e messa in Muratura a sacco con paramento di filari in ordinata. Assenza di corsi PRESENZA DI VEGETAZIONE teristiche edistinguibili messa in opera diversi, facilmente data la loro di laterizi ee blocchi in pietra squadrata. orizzontali giunti di diversi facilmente distinguibili data la loro totale diversità dal contesto murario totale diversità IN dalLATERIZI contesto murario spessori. MURATURA principale. principale.

AGGIUNTE DI MURATURA MURATURA IN VITTATUM MIXTUM INTONACO IN MATERIALE DISOMOGENEO INTONACO DAL CONTESTO INTONACO Intonaco o Intonaco uniformeuniforme o degradato, la cui Piccole porzioni di com-la cuidi filari in Intonaco uniforme ocui degradato, degradato, lamuratura Muratura sacco con paramento presenza non apermette dipresenza leggere la poste materiali di forme, caratpresenza nonepermette dipietra leggere la dida laterizi blocchi squadrata. non permette di inleggere la tipologia muraria sottostante. teristiche messa sottostante. in opera diversi, tipologiaemuraria tipologia muraria sottostante. facilmente MANCANZAdistinguibili data la loro totale diversità dal contesto murario CALCESTRUZZO principale. CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO MURATURA IN VITTATUM MIXTUM

Muratura a sacco con paramento di filari in di laterizi blocchi in pietra squadrata. DEGRADO CALCESTRUZZO INTONACO PRESENZA DI e VEGETAZIONE Intonaco uniforme o degradato, la cui presenza non permette di leggere la 0MANCANZA 1m 0,5m FORATURE tipologia muraria sottostante. FORATURE

Discontinuità muratura Discontinuità nella nella muratura in quanin quanto tracce di travi di to tracce di travi di solai o coperture. CALCESTRUZZO solai o coperture.

PRESENZA DI VEGETAZIONE FRATTURAZIONI LACUNE MANCANZA

0

0,5m

1m

EROSIONE DELLA MALTA LESIONI RIPARATE

Discontinuità nella muratura caratPRESENZA DI VEGETAZIONE terizata da una lesione colmata con pietre o malta.


prospetto

0

stanza

1

0

P1

0,5m

stanza

2

stanza

3

stanza

4

0,5m

1m

0

0

47

0,5m

1m

0,5m

0

0

1m

0,5m

1m

0,5m

1m

1m


48


.Progetto

4

49


.Descrizione e PotenzialitĂ

4a

50


100 150

520

Il presente lavoro ha inizio con lo studio del comportamento di alcuni setti murari, costituenti il fronte su via di Nola dell’insula I del Regio V, con l’obiettivo di comprenderne il comportamento strutturale e di valutarne lo stato di sicurezza. Sulla base di questi dati è stato possibile elaborare e dimensionare un presidio strutturale efficace, in grado di mantenere in sicurezza gli elementi presi in esame.

IL PRESIDIO 50

36 36

150

150

35

Modello 3d del presidio strutturale

Il progetto nasce dall’incontro dialettico e dalla reciproca influenza fra necessità funzionali e statiche. La particolare forma del presidio strutturale risulta essere l’unione di questi due aspetti, che hanno ricoperto un ruolo di primo piano in ogni tipo di decisione.

POTENZIALITÀ Percorribilità e Visibilità Tra gli obiettivi funzionali che hanno guidato la progettazione del presidio e che più di tutti ne hanno influenzato la forma troviamo la percorribilità e la visibilità. La necessità di mantenere fruibile la strada nonostante i fronti presidiati, ci ha spinto a pensare ad una particolare conformazione della struttura che permettesse al presidio di lavorare senza elementi che invadessero la sezione stradale e ne impedissero il passaggio. Ciò è stato possibile facendo lavorare il presidio a trazione, tramite l’utilizzo di cavi in acciaio.

Nessun ingombro spazio stradale.

dello

Visibilità del manufatto. Massima percorribilità dell’area presidiata in totale sicurezza.

51


Per garantire l’equilibrio del sistema viene utilizzata una piastra di calcestruzzo

ILITA’ AL LUOGO

Per garantire l’equilibrio del sistema viene utilizzata una piastra di calcestruzzo

Il presidio permette di sostenere il muro fuori piombo verso il lato strada senza invadere la stessa.

Il peso necessario per mantenere in equilibrio il sistema viene ripartito in due blocchi di calcestruzzo posizionati a cavallo del muro

Per garantire l’equilibrio del sistema viene utilizzata una piastra di calcestruzzo

ADATTABILITA’ AL MANUFATTO

Flessibilità La forma del presidio, studiata per far fronte ad un cedimento di cui si può ipotizzare la direzione, può essere facilmente modificata per permetterne l’utilizzo anche in diverse circostanze di instabilità. Nel caso in cui il muro da presidiare presenti un fuoripiombo la struttura è progettata per lavorare solo a trazione e contrastare l’eventuale cedimento in una sola direzione. Nel caso in cui invece non possa essere ipotizzabile il lato di collasso la struttura adotta una conformazione tale da permetterle di lavorare sia a compressione che a trazione e poter quindi contrastare l’eventuale collasso in entrambe le direzioni Per garantire l’equilibrio del sisteIl presidio permette di sostenere il ma viene utilizzata una piastra di muro fuori piombo verso il lato calcestruzzo strada senza invadere la stessa.

Fuoripiombo

Il presidio permette di sostenere il Il peso necessario per mantenere muro fuori piombo verso il lato in equilibrio il sistema viene strada senza invadere lariparstessa. tito in due blocchi di calcestruzzo posizionati a cavallo del muro

Il peso necessario per mantenere Perin garantire l’equilibrio sisteequilibrio il sistemadel viene riparma tito viene una di in utilizzata due blocchi dipiastra calcestruzzo calcestruzzo posizionati a cavallo del muro

Elemento libero in sommità

Per garantire l’equilibrio del sistePer l’equilibrio sistemagarantire viene utilizzata una del piastra di ma viene utilizzata una piastra di calcestruzzo calcestruzzo

Possibilità di apportare modifiche al sistema generale del presidio per favorirne l’utilizzo in diverse circostanze d’instabilità. 2

2

15

15

150

150

50

50

5

5

10

10

Anche i blocchi in calcestruzzo posizionati alla base come vincolo sono studiati in modo tale da garantire una certa flessibilità in fase di montaggio e meglio adattarsi alla situazione che il contesto impone. Le lastre, di 1.5m per 0.5m, presentano delle scalanature a incastro maschio e femmina quadrate, che permettono di comporre il blocco per semplice sovrapposizione oppure per sovrapposizione incrociata al fine di coprire una superficie maggiore e ridurne l’altezza complessiva. 150

150

150

150

0,3

0,3

150

150

35

35

50

50

3

150

3

150

50

50

Per garantire l’equilibrio del sistema viene utilizzata una piastra di calcestruzzo

Il presidio permette di sostenere il muro fuori piombo verso il lato strada senza invadere la stessa.

Il peso necessario per mantenere in equilibrio il sistema viene ripartito in due blocchi di calcestruzzo posizionati a cavallo del muro

Per garantire l’equilibrio del sistema viene utilizzata una piastra di calcestruzzo

50

50

3

3

150

Sovrapposizione semplice

Sovrapposizione incrociata

150

Adattabilità Il presidio è stato studiato per avere dimensioni non fisse, cio permette di applicarlo a setti murari di differenti altezze e dimensioni. Allo stesso modo, si può immaginare di applicare il presidio anche in altre zone degli scavi archeologici senza dover prevedere e realizzare elementi differenti da quelli progettati.

Nessun limite dimensionale di realizzazione grazie alla ripetitibilità degli elementi modulari di cui il presidio è costituito.

52

Per gara ma vien calcestr


Monitoraggio Trattandosi di un presidio strutturale che entra in azione nel momento di cedimento del muro, è necessario avere l’opportunità di verificare se il presidio stia lavorando o meno, in modo da avere indicazoni anche per eventuali setti circostanti. E’ stato pensato il posizionamento di un gancio al quale ancorare il filo a piombo nel momento della verifica. Possibilità di rilievo programmato dello spostamento trasversale dell’elemento strutturale Filo a piombo posizionato nella parte di presidio collocata internamente alla stanza per limitare l’influenza del vento

1. Fase di montaggio

2. Fase di misurazione

Facilità di montaggio Il presidio è stato pensato come elemento composto da parti modulari ciascuna con pesi e dimensioni adatte al trasporto e al montaggio da parte di un numero ristretto di operai. Tutti i componenti sono elementi prefabbricati in modo tale che le operazioni da svolgere sul posto siano il più semplici e rapide possibile.

Posizionamento e assemblaggio dei moduli che compongono i blocchi di base

Assemblaggio della struttura in acciaio di sostegno e fissaggio ai blocchi

Montaggio dei cavi e posizionamento delle assi di legno

Messa in tensione dei cavi

Costi Il presidio è composto da materiale facilmente reperibili sul mercato, il che permette di mantenere contenuti i costi di realizzazione. costi di mercato

costo del presidio

tubolari in acciaio: 24,32 €/m cemento: 150 €/ton trefoli in acciaio: 0,50 €/m assi in legno: 8 €/m

tubolari: 365 € cemento: 250 € trefoli in acciaio: 50 € assi in legno: 72 € TOT. 740 € ca. esclusa manodopera

53


.Specifiche Tecniche

4b

54


3 kN

7

3 kN

FUNZIONAMENTO MECCANICO

7

Il presidio è composto da cavi in acciaio, profili in acciaio e blocchi di calcestruzzo. La forma del presidio è studiata affinchè possa lavorare a trazione. L’eventuale collasso del setto è contrastato dai cavi in acciaio pretesi e dalla struttura in acciaio mentre l’equilibrio del sistema è garantito dai blocchi in calcestruzzo posti alla base.

9.9

8.8 kN/m 9.9 kNm

2.36 kN

10.19 kN

4.81 kN

639 N

9.9

4.81 kN

MOMEN

ANALISI STATICA Grazie all’analisi statica, da effettuare per ciascun elemento che si vuole presidiare, è possibile individuare il momento agente nel vincolo a terra e in base a questo dimensionare il blocco di calcestruzzo necessario per mantenere il sistema in equilibrio. 3.2 3 kN

7

3 kN

3.2 momento

7 3 kN

3.36

3.2

3.36

9.9 kNm

10.19 kN

2.36 kN

4.81 kN

9.9 kNm

639 N

2.36 kN

10.19 kN

Caso riferito alla sezione CC’

639 N

-0.64

-0.64

2.36 10.19

9.9 4.81 kN 8.8 kN/m

taglio 9.91

0.64

7

8.8 kN/m

2.36

9.9

4.81 kN

9.9

4.81 4.81

9.9

4.81 kN

13.2

MOMENTO

MOMENTO

55

-10.19

10.19

3.2 7

3 kN

9.91

0.64

azione assiale

13.2

AZIONE ASSIALE

AZIONE ASSIALE

TAGLIO

TAGLIO

-10.19


3. ATTACCO ALLA STRUTTURA RETICOLARE

DETTAGLI COSTRUTTIVI

1. tenditore con parte dinamica

100 150

1.

cavo in acciaio

1. ATTACCO A TERRA

2. ATTACCO ASSI

2. 2.

cavo in acciaio

cavo in acciaio

520

ancoraggio

asse in legno

1. ATTACCO A TERRA

2. ATTACCO ASSI

profilo in acciaio

piastra in acciaio lastre in c.l.s 50

cavo in acciaio

1. ATTACCO A TERRA

cavo in acciaio 36

4.

asse in legno

150

3.

profilo in acciaio

piastra in acciaio lastre in c.l.s

ancoraggio

3.

36

cavo in acciaio

150

35

3. ATTACCO ALLA STRUTTURA RETICOLARE

3. ATTACCO ALLA STRUTTURA RETICOLARE profilo in acciaio

piastra in acciaio profilo in acciaio lastre in c.l.s

piastra in acciaio

tenditore con parte dinamica

3. ATTACCO ALLA STRUTTURA RETICOLARE

3. ATTACCO ALLA STRUTTURA RETICOLARE

cavo in acciaio

4. lastreprofilo in c.l.s in acciaio

3. ATTACCO ALLA STRUTTURA piastra in acciaio RETICOLARE

tenditore con parte dinamica

cavo in acciaio

tenditore con parte dinamica lastre in c.l.s

cavo in acciaio

56


150

0,3

TENDITORE CON PARTE DINAMICA

CAVO IN ACCIAIO Fune di acciaio a 6 trefoli 114 fili + anima in polipropilene Diametro fune: 3 mm Diametro fili: 0.19 mm

Elemento composto da una molla che permette di assorbire eventuali cambiamenti 150 di lunghezza del cavo, dovuti alla dilatazione termica, e conseguenti variazioni di tensione

150

Resistenza: 1770 N/mm2 Carico di rottura minimo: 5.3 kN 50

150

35

50

LASTRE IN CALCESTRUZZO Gli elementi modulari presentano delle scanalature che consentono l’incastro in due direzioni differenti. Le lastre fungono da vincoli a terra che permettono di mantenere il sistema in equilibrio ELEMENTO DI ANCORAGGIO

Peso specifico: 25 kN/m3 Peso modulo: 56 kg 1 lastra contrasta 0.55 KN

3

150

Lamina in acciaio sagomata in funzione del diametro del cavo

50

50 3

150

ASSE IN LEGNO Elemento che consente di distribuire la forza agente sul muro evitando l’applicazione di forze puntuali di contrasto 2 15

5 10

PROFILO IN ACCIAIO Tubo scatolare rettangolare

in

acciaio

b x a: 50x100 mm 0,3 s: 0.3 mm Sezione metallica: 8.64 cm2 Peso: 6.78 kg/m

a

sezione 2 15

5 10

57


.Calcoli Strutturali

4c

58


MURO N°1 SEZIONE A-A’

SCHEDA IQM:

n°1

STRUTTURA:

45

Tufo (γ)=17 KN/m3

DIMENSIONI:

Base= (b) 0,45m* (l)1,31m Altezza= (h) 5,10m

CONDIZIONI ATTUALI:

+

ECCENTRICITA’ 3,51

+

+

+

PESO PROPRIO:

500

MATERIALE:

210

510

154

45

Setto sottile e alto,ammorsato su un’estremità a un muro ad esso perpendicolare di base (b) 0,25m. Sezione ridotta di (l) 0,27m ad un’altezza di (h) 3,56m, motivo di un fuoripiombo laterale che potrebbe causare eccessivo schiacciamento sullo spigolo della soglia. Presenza di elementi sommitali soggetti ad eventuale ribaltamento da vento 4,80 o sisma. Presenza di capitello ornamentale 4,27 sull’estremo ammorsato del muro, ad altezza 3,56 (h) 3,56m, la cui base di appoggio limitata potrebbe causarne la caduta. 2,92

Py=b*l*(h-y)*γ

+ 2,21

+ 4,80

3 1,56 P0=0,45m*1,04m*(5,10-4,80)m*17KN/m = 2,39 KN +

+ 4,27

3 P1=0,45m*1,04m*(5,10-4,27)m*17KN/m = 6,60 KN 0,80 +

+ 3,56

+ 2,92

+ 2,21

+ 1,56

3 P2=0,45m*1,04m*(5,10-3,56)m*17KN/m = 12,25 KN 0,00 +

P3=0,45m*1,04m*(5,10-2,92)m*17KN/m3+ 0,45m*0,27m*(3,56-2,92)m*17kN/m3= 19,43 KN P4=0,45m*1,04m*(5,10-2,21)m*17KN/m3+ 0,45m*0,27m*(3,56-2,21)m*17kN/m3= 25,78 KN

356

+ 0,80

P5=0,45m*1,04m*(5,10-1,56)m*17KN/m3+ 0,45m*0,27m*(3,56-1,56)m*17kN/m3= 32,29 KN

+ 0,00

P6=0,45m*1,04m*(5,10-0,8)m*17KN/m3+ 0,45m*0,27m*(3,56-0,8)m*17kN/m3= 40,36 KN P7=0,45m*1,04m*(5,10)m*17KN/m3+ 0,45m*0,27m*(3,56)m*17kN/m3= 47,93 KN

SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A1=1,31m*0,45m=0,59m2

σ0=2,39kN/0,59m2= 4,05 KN/m2 σ1=6,60kN/0,59m2= 11,19 KN/m2 127

σ2=12,25kN/0,59m2= 20,76 KN/m2 σ7=47,93kN/0,59m2= 81,24 KN/m2 59 453

37


y

x

α =88°

Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma della parte superiore (3,56m da terra) e dell’intero setto.

b + 5.40

q

AZIONE VENTO

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressione del vento è: Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

Mstabmax:

Pmax*b/2 = 47,93kN*0,225m = 10,78 kNm

Mribmax:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,31m*5,1m*2,55m= =4,04 kNm

Mstab2:

Pmax*b/2 = 12,25kN*0,225m = 2,76 kNm

Mrib2:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/ m2*1,04m*1,54m*0,77+3,56)m= =1,65kNm

V + 4.08

+ 2,72

h y

O

+ 1,36

+ 0.00

b

La sezione non si ribalta per azione del vento. y

h-y

cP h y

AZIONE SISMA

O

P

y

Mstabmax:

F SISMA:

L’azione del sisma è valutata considerandox rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib Pmax*b/2 = 47,93kN*0,225m = 10,78 kNm F = c*P

Mribmax: y

x

con 0,04 < c < 0,2

c*Py((h-y)/2) con c=0,04 x

con c=0,2

α =88°

b + 5.40

q V

+ 4.08

+ 2,72

+ 1,36

h y

Mrib= 24,44kNm

Mstab2:

Pmax*b/2 = 12,25kN*0,225m = 2,76 kNm

F SISMA:

F = c*P

Mrib2:

c*Py((h-y)/2) =c*12,25*(0,77+3,56)=

O

con 0,04 < c < 0,2

con c=0,04

Mrib= 2,12 kNm

con c=0,2

Mrib= 10,61 kNm

La sezione si ribalta se colpita da sisma particolarmente potente, la cui c=0,2. La parte sommitale (i primi tre blocchi), rischia il collasso anche in presenza di sisma meno potente. 60

+ 0.00

Mrib= 4,9 kNm


MURO N°2 SEZIONE B-B’ 45

n°1

STRUTTURA:

Muratura in grossi blocchi di pietra 43 squadrata sovrapposti. Assenza di giunti di malta.

MATERIALE:

Tufo (γ)=17 KN/m3

DIMENSIONI:

Base= (b) 0,45m*(l)1,32m Altezza= (h) 5,00m

CONDIZIONI ATTUALI:

Setto sottile ed alto non ammorsato al muro ad esso perpendicolare. Mancanza di muro retrostante di appoggio a un’altezza di (h) 2,90m che potrebbe causare il ribaltamento della parte di setto superiore a tale altezza in caso di vento o sisma. Sezione ridotta di (b) 4,80 0,34m ad4,39un’altezza di (h) 4,39m.

210

SCHEDA IQM:

508

500

45

+

+

210

+ 3,65

+ 2,94 500

+ 2,29

+ 1,56

+ 0,72

PESO PROPRIO: P45y=b*l*(h-y)*γ + 4,80 + 4,39

+ 0,00

P0=0,45m*0,98m*(5,00-4,80)m*17KN/m3= 1,50 KN 210

P1=0,45m*0,98m*(5,00-4,39)m*17KN/m3= 4,57 KN

+ 3,65

+ 2,94

500

P2=0,45m*1,32m*(4,39-3,65)m*17KN/m3+ +4,57kN= 12,04 KN

+ 2,29

+ 1,56

+ 0,72

+ 0,00

P3=0,45m*1,32m*(4,39-2,94)m*17KN/m3+ +4,57kN= 19,21 KN P4=0,45m*1,32m*(4,39-2,29)m*17KN/m3+ +4,57kN= 21,21 KN P5=0,45m*1,32m*(4,39-1,56)m*17KN/m3+ +4,57kN= 33,15 KN P6=0,45m*1,32m*(4,39-0,72)m*17KN/m3+ +4,57kN= 41,63 KN P7=0,45m*1,32m*4,39m*17KN/m3+4,57kN= 48,90 KN SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A1=1,32m*0,45m=0,59m2

σ1=4,57kN/0,44m2= 10,38 KN/m2 σ3=14,64kN/0,59m2+10,38KN/m2= 35,20 KN/m2 127

σ7=44,33kN/0,59m2+10,38KN/m2= 85,52 KN/m2

453

61


y

Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma della x parte superiore (2,90 m da terra) e dell’intero setto.

α =88°

b + 5.40

q

AZIONE VENTO

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressione del vento è: Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

Mstabmax:

Pmax*b/2 = 48,90kN*0,225m = 11 kNm

Mribmax:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,32m*5m*2,50m= =3,9 kNm

Mstab2:

Pmax*b/2 = 19,21kN*0,225m = 4,32 kNm

Mrib2:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,32m*2,1m*(1,05+2,90) m=2,60 kNm

V + 4.08

+ 2,72

h y

O

+ 1,36

+ 0.00

b

La sezione non si ribalta per azione del vento. AZIONE SISMA y

h-y

cP h y

O

Mstabmax:

P

y

F SISMA:

L’azione del sisma è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. xIl muro è in sicurezza se Mstab>Mrib Pmax*b/2 = 48,90kN*0,225m = 11 kNm F = c*P

con 0,04 < c < 0,2 x

Mribmax:

c*Py((h-y)/2) y

con c=0,04 con c=0,2

x

α =88°

b + 5.40

q V

+ 1,36

h y

Mrib= 24,45 kNm

Mstab2:

Pmax*b/2 = 19,21kN*0,225m = 4,32 kNm

F SISMA:

F = c*P

Mrib2:

c*Py((h-y)/2) =c*19,21*(1,05+2,90)=

+ 4.08

+ 2,72

Mrib= 4,89 kNm

O

con 0,04 < c < 0,2

con c=0,04

Mrib= 3,04 kNm

con c=0,2

Mrib= 15,18 kNm

La sezione si ribalta se colpita da sisma particolarmente potente, la cui c=0,2. La parte sommitale (i primi tre blocchi), rischia il collasso anche in presenza di sisma meno potente. 62


MURO N°3 SEZIONE C-C’

SCHEDA IQM:

n°1

STRUTTURA:

Muratura in grossi blocchi squadrata sovrapposti

MATERIALE:

Tufo di Nocera (γ)=17 KN/m 50

DIMENSIONI:

Base= (l)1,40m * (b) 0.43m Altezza= (h)5,08m

43

di

pietra 51

3

508

456

+ 5,00

+ 4.39

h y

CONDIZIONI ATTUALI:

Setto di muro sottile e alto, non ammorsato alla testa del muro retrostante. Fuoripiombo della sezione verso la strada, rilevato alla base di 20cm (b). Possibilità di ribaltamento in caso di forte vento o di azione sismica.

PESO PROPRIO:

Py=b*l*(h-y)*γ

P0=1,4m*0,43m*(5,08-5)m*17KN/m3= 0,82 KN

q

54

P1=1,4m*0,43m*(5.08-4,39)m*17KN/m3= 7,06 KN

3 V P2=1,4m*0,43m*(5.08-3,71)m*17KN/m = 14,02 KN h-y y

+ 3.71

+ 3.03

h y

+ 2.38

+ 1.63

+ 0.81

+ 0.00

cP

P3=1,4m*0,43m*(5.08-3,03)m*17KN/m3= 20,98 KN x

3 O P4=1,4m*0,43m*(5.08-2,38)m*17KN/m = 27,63 KNm

h y

h y

P

P5=1,4m*0,43m*(5.08-1,63)m*17KN/m3= 35,31 KN P6=1,4m*0,43m*(5.08-0,81)m*17KN/m3= 43,70 KN P7=1,4m*0,43m*(5.08)m*17KN/m3= 52 KN SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A=1,4m*0,43m=0,602m2

b

b

σ0=0,82kN/0,602m2= 1,37 KN/m2 σ1=7,06kN/0,602m2= 11,76 KN/m2 σ2=14,02kN/0,602m2= 23,37 KN/m2 σ3=20,98kN/0,602m2= 34,97 KN/m2 σ4=27,63kN/0,602m2= 46 KN/m2 σ5=35,31kN/0,602m2= 58,85 KN/m2 σ6=43,70kN/0,602m2= 72,83 KN/m2 y

σ7=52kN/0,602m2= 86,67 KN/m2 63

y

x


q + 4.39

V

+ 3.71

cP Dato il fuoripiombo, la forza peso è eccentrica rispetto al 3.03 baricentro della sezione alla base. 5,00 O Studio della soggetta a pressoflessione e analisi dellah y qh y h sezione y 2.38 4.39 resistenza a compressione y sua (σmax< σamm). V 1.63 3.71 h-y cP ECCENTRICITÀ: +

+

y

+

+

+

+

0,215m + 5,00

0,04m 0,175m

x

σammtufo:

h y

+ +4.39 5,00

+ 2.38

+ 4.39 + 3.71

σmin: V M0.81 : x + 1.63

+ 3.71

+ 3.03

h yh

+ 2.38 + 2.38

q

V

0.00 yIxO: +

q O kN/ m2 1400 + 0.81

x

+ 0.00

h y

-σN-σM

b

-σN+σM cP h-y cP 2,08 kNm P*ecc=

+

+ 3.03

y

h y

q

σmax:

0,7m

h yh

-0,04m

+ 3.03

O

P

h-y

4 b*h3/12= 0,00068 h y mP h yb P

b

1.63 + +1.63

+ 0.81 + 0.81

V

cP 0.00

+ 0.00

y

h-y

y

σbN:

+

b

x

h y

P

y

-P/A = 86,67 kN/m2 b

y

b

x

y y

x

σM: y

x

Mx/Ix*y = 2,08/0,00068*0,215 = 657,65 kN/m2

b

SEZIONE PARZIALIZZATA sezione tesa

x

x

y

σMmax>σN

x

y

x

σmax:

744,3 kN/m2

σmin:

570,98 kN/m2

ASSE NEUTRO:

-86,67+3058,82y = 0 y = 0,028m

AREA2 ECCENTRICITA’: σN2:

1,4m*0,243m= 0,34 m2 0,054m 152,94 kN/m2

σM2:

3377,7 kN/m2

sezione compressa

SEZIONE COMPRESSA S2 y

x

x

3530,67 kN/m2

σtot2:

y

x

σtot2>σamm

Secondo i risultati, la sezione collasserebbe per schiacciamento, ma essendo un muro ben costruito gli sforzi interni non fanno cedere la muratura. 64


Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma.

q V

cP

O

h y

AZIONE VENTO

h y

Mstabmax:

P

Mribmax:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,40m*5,08m*2,54m= =4,28 kNm

b

AZIONE SISMA

L’azione del sisma è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. Il sicurezza se Mstab>Mrib.

Mstabmax:

Pmax*b/2 = 52kN*0,215m = 11,18 kNm

F SISMA:

F = c*P

Mribmax:y

c*Py((h-y)/2)

q

h y

Pmax*b/2 = 52kN*0,215m = 11,18 kNm

La sezione non si ribalta per azione del vento.

b

h-y

cP

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressione del vento è: h-y Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

P

x

con 0,04 < c < 0,2

x con c=0,04

Mrib= 5,28 kNm

con c=0,2

Mrib= 26,41 kNm

La sezione si ribalta se colpita da sisma particolarmente potente, la cui c=0,2.

b

y

65 x


MURO N°4 SEZIONE D-D’

SCHEDA IQM:

n°1

STRUTTURA:

Muratura in grossi blocchi squadrata sovrapposti

51 50

DIMENSIONI:

Base= (l)1,35m * (b) 0.59m Altezza= (h) 4,56m

500

+ 4,5

pietra

57

Tufo di Nocera (γ)=17 KN/m3

456

MATERIALE:

di

h y

CONDIZIONI ATTUALI:

Setto di muro sottile e alto, ammorsato su un’estremità a un muro ad esso perpendicolare di base (b) 0,47m. Fuoripiombo della sezione l’interno del locale,rilevato alla base di 9,7cm. (e=0,047m). Data la presenza di un muro restrostante, non si considererà la probabilità di ribaltamento da azione del vento e del sisma.

PESO PROPRIO:

Py=b*l*(h-y)*γ

3 P0=1,35m*0,5m*(4,56-4,5)m*17KN/m = 0,67 KN 54

+ 3,42

P0=1,35m*0,5m*(4,56-3,42)m*17KN/m3=13,08 KN y

151

P0=1,35m*0,5m*(4,56-2,28)m*17KN/m3= 26,16 KN

+2,28

h

P0=1,35m*0,5m*(4,56-1,14)m*17KN/m3= 39,24 KN x

y

3 y P0=1,35m*0,5m*(4,56)m*17KN/m = 52,33 KN 543

+ 1,14

y

x + 0.00

SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A=1,35m*0,59m=0,80 m2

σ0=0,67kN/0,8m2= 0,84 KN/m2 σ0=13,08kN/0,8m2= 16,35 KN/m2 σ0=26,16kN/0,8m2= 32,7 KN/m2 σ0=39,24kN/0,8m2= 49,05 KN/m2 σ0=52,33kN/0,8m2= 65,41 KN/m2 σ5>σamm La sezione non collassa per schiacciamento.

66


0,29m 0,005m

Dato il fuoripiombo, la forza peso è eccentrica rispetto al baricentro della sezione alla base. Studio della sezione soggetta a pressoflessione e analisi della y sua resistenza a compressione (σmax< σamm).

y

0,295m x

0,675m

ECCENTRICITÀ:

0,005m

σammtufo:

1400 kN/ m2

σmax:

-σN-σM

σmin:

-σN+σM

Mx:

P*ecc= 0,26 kNm

Ix:

b*h3/12= 0,0014 m4

σN:

-P/A = -65,41 kN/m2

x

h y

y

y

x

y

x

y

σM:

Mx/Ix*y = 0.26/0,0014*0,29 = 53,86 kN/m2

x

x

y

σMmax<σN x

y

x

σmax:

119,27 kN/m2

σmin:

0.82 kN/m2

ASSE NEUTRO:

-65,41+185,71y = 0 y = 0,35m

La sezione non è parzializzata ma tutta compressa, e non collassa per schiacciamento.

67


y

Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma. x

α =88°

b + 5.40

q

AZIONE VENTO

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressi ento è: Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

Mstabmax:

Pmax*b/2 = 52,33kN*0,295m = = 15,44 kNm Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,35m*4,56m*2,28m= =3,33 kNm

V + 4.08

+ 2,72

h y

O

+ 1,36

Mribmax:

+ 0.00

b

La sezione non si ribalta per azione del vento.

AZIONE SISMA y

h-y

cP h y

O

Mstabmax:

P

y

L’azione del sisma è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante.x Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib Pmax*b/2 = 52,33kN*0,295m = =15,44 kNm

F SISMA:

F = c*P

Mribmax:

c*Py((h-y)/2) y

con c=0,04 con c=0,2

α =88°

conx0,04 < c < 0,2

Mrib= 4,77 kNm x

Mrib= 23,86 kNm

b + 5.40

q V

+ 4.08

+ 2,72

h y

La sezione si ribalterebbe se colpita da sisma particolarmente potente, la cui c=0,2. Nonostante questo, dato che il muro ha fuoripiombo interno è plausibile considerare che non si ribalti in caso di sisma perchè sorretto dal muro retrostante.

O

+ 1,36

68 + 0.00


MURO N°5 SEZIONE E-E’ 51

57

SCHEDA IQM:

n°1

STRUTTURA:

Muratura in grossi blocchi di pietra squadrata sovrapposti

MATERIALE:

Tufo di Nocera (γ)=17 KN/m3 51

57

500

Base= (l) 1,69m * (b) 0.50m Altezza= (h) 5,00m

CONDIZIONI ATTUALI:

Setto di muro sottile e alto, non ammorsato al muro di destra ma ammorsato a quello sullo spigolo sinistro. Sezione ridotta di (l) 0,42m ad un’altezza di (h) 4,39m. Fuoripiombo della sezione verso la strada, rilevato alla base di 7,6 cm. Possibilità di ribaltamento in caso di forte vento o di azione sismica.

PESO PROPRIO:

Py=b*l*(h-y)*γ

500

DIMENSIONI:

+ 4,80

54

+ 4,54

151

+ 3,83

q

P0=1,27m*0,50m*(5-4,80)m*17KN/m3= 2,16 KN 3 P1=1,27m*0,5m*(5-4,54)m*17KN/m = 6,58 KN V

h-y cP P =1,69m*0,5m*(4,54-3,83)m*17KN/m3+6,58kN= 16,78 KN y

+ 3,11

543

+ 2,44

+ 1,75

+ 0,86

+ 0,00

2

x

3 P3=1,69m*0,5m*(4,54-3,11)m*17KN/m +6,58kN= 27,12 KN O

h y

y 3 P Ph =1,69m*0,5m*(4,54-2,44)m*17KN/m +6,58kN= 36,75 KN 4 P5=1,69m*0,5m*(4,54-1,75)m*17KN/m3+6,58kN= 46,66 KN P6=1,69m*0,5m*(4,54-0,86)m*17KN/m3+6,58kN= 52,86 KN P7=1,69m*0,5m*4,54m*17KN/m3+6,58kN= 71,80 KN

b

b SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A=1,69m*0,5m= 0,85m2

σ1=6,58kN/0,64m2= 10,28 KN/m2 σ7=65,22kN/0,85m2+10,28= 87 KN/m2

y

69 x

y

x


+ 4.39

V

+ 3.71

cP Dato il fuoripiombo, la forza peso è eccentrica rispetto al 3.03 baricentro della sezione alla base. 5,00 O qh y Studio della soggetta a pressoflessione e analisi dellah y h sezione y 2.38 4.39 sua resistenza a compressione ( σ < σ ). y max amm V 1.63 3.71 h-y cP 3.03 ECCENTRICITÀ: q 0.81 -0,039m x O 2 0.00 σamm tufo: h y P h y 1400 kN/ m 2.38 Vq b h-y σ : -σ -σ +

+

+

+

y

+ 5,00

0,25m 0,039m 0,211m

x + 4.39

h y

+ 5,00

+

max

N

+ 1.63

σmin: V

+ 3.03

+ 0.81

Mx: h y O0.00 h y Ix:

+ 3.03

cP

M

-σN+σM h-y cP P*ecc= 2,8 kNm

O

h y

+

+ 2.38

h y

+

+

+ 3.71

h y

+

+

+ 3.71 + 4.39

0,85m

+

+ 2.38

P

b*h h y3b/12=P0,0011 m4

b

+ 1.63 + 1.63

q

+ +0.81 0.81

V

cP 0.00 +

+ 0.00

y

h-y

y

σbN: x

h y

-P/A = 87b kN/m2

b

y

b

x

P

y

y y

x

σM: y

Mx/Ix*y = 2,8/0,0011*0,25 = 636,36 kN/m

b

y

SEZIONE PARZIALIZZATA x

σMmax>σN

x

sezione tesa

x

x

y

x

sezione compressa

SEZIONE COMPRESSA S2 y

x

x

σmax:

723,36 kN/m2

σmin:

549,36 kN/m2

ASSE NEUTRO:

-87+2545,45y = 0 y = 0,034m

AREA2 ECCENTRICITA’: σN2:

1,69m*0,284m= 0,48 m2 0,073m 149,58 kN/m2

σM2:

3590,36kN/m2 3721,4 kN/m2

σtot2:

y

x

σtot2>σamm

Secondo i risultati, la sezione collasserebbe per schiacciamento, ma essendo un muro ben costruito gli sforzi interni non fanno cedere la muratura. 70


Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma.

00

q

AZIONE VENTO

39

V

71

03

h y

38

O

cP h max: y Mstab

P

Mribmax:

63

La sezione non si ribalta per azione del vento.

b

b

AZIONE SISMA

L’azione del sisma è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib.

Mstabmax:y

Pmax*b/2 = 71,8kN*0,25m = 17,95 kNm

q h-y

cP

F SISMA:

x

h y

P

b

Pmax*b/2 =71,8kN*0,25m = 17,95 kNm Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,69m*5m*2,5m= =5,01 kNm

81

00

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressione del vento è: h-y Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

x F = c*P

Mribmax:

con 0,04 < c < 0,2

c*Py((h-y)/2) con c=0,04

Mrib= 7,18 kNm

con c=0,2

Mrib= 35,9 kNm

La sezione si ribalta se colpita da sisma particolarmente potente, la cui c=0,2.

71


MURO N°6 SEZIONE F-F’

453

127

SCHEDA IQM:

n°1

STRUTTURA:

Muratura in grossi blocchi di pietra squadrata sovrapposti

MATERIALE:

Tufo di Nocera (γ)=17 KN/m3

DIMENSIONI:

Base= (l) 1,27m * (b) 0,49m Altezza= (h) 4,53m

h y

CONDIZIONI ATTUALI:

Setto di muro sottile e alto, ammorsato su un’estremità a un muro ad esso perpendicolare di base (b) 0,54m. Fuoripiombo della sezione esterno laterale, rilevato alla base di 12,3cm (e=0,055m). Possibilità di ribaltamento in caso di forte vento o di azione sismica.

PESO PROPRIO:

Py=b*l*(h-y)*γ

+ 4,30 + 3,80

P0=1,27m*0,49m*(4,53-4,3)m*17KN/m3= 2,4 KN

+ 3,08

y

P1=1,27m*0,49m*(4,53-3,80)m*17KN/m3=7,72 KN

+ 2,41

P2=1,27m*0,49m*(4,53-3,08m*17KN/m3= 15,34 KN x

+ 1,63

P3=1,27m*0,49m*(4,53-2,41)m*17KN/m3=22,43 KN

+ 0,82

P4=1,27m*0,49m*(4,53-1,63)m*17KN/m3= 30,68 KN + 0,00

P5=1,27m*0,49m*(4,53-0,82)m*17KN/m3= 39,25 KN P6=1,27m*0,49m*4,53m*17KN/m3= 47,92 KN

SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A=1,27m*0,49m=0,62 m2

σ6=47,92kN/0,62m2= 77,29 KN/m2

y y

72 x

x


4

+ 1,63 + 4,30 + 0,82 Dato il fuoripiombo, la forza peso è eccentrica rispetto al bari+ 3,80 centro della sezione alla base. y + 0,00 Studio della sezione soggetta a pressoflessione e analisi della + 3,08 sua resistenza a compressione (σmax< σamm).

y

+ 2,41

x

0,055m

σamm tufo: + 0,82

1400 kN/ m2

σmax:

-σN-σM

+ 3,80

σmin:

-σN+σM

+ 3,08

Mx:

P*ecc= 2,63 kNm

Ix:

b3*h/12= 0,005 m4

σN:

-P/A = -77,29 kN/m2

0,245m 0,635m

0,055m

0,58m

+ 4,30 + 3,80

+ 4,30

+ 0,00

+ 3,08

+ 2,41

+ 1,63

+ 0,82

q

+ 0,00

+ 2,41

+ 1,63

+ 0,82 y

V

x

ECCENTRICITÀ: + 1,63

+ 0,00

cP

h-y

y

x

h y

x

P

y

y

σM:

2 y Mx/Ix*y = 2,63/0,005*0,635 = 334 kN/m

x

x

b σMmax>σN y

SEZIONE PARZIALIZZATA y x

sezione tesa

x

σmax:

411,29 kN/my 2

σmin:

256,71 kN/m2

ASSE NEUTRO:

-77,29-526x = 0 x = -0,15m

AREA2 ECCENTRICITA’: σN2:

0,79m*0,49m= 0,39 m2 -0,04m 123,85 kN/m2

σM2:

599,6N/m2

x

y

x

sezione compressa

SEZIONE COMPRESSA S2 y

x

723,45 kN/m2

σtot2:

σtot2<σamm

La sezione, anche se parzializzata, non collassa per schiacciamento. 73


y

Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma. x

α =88°

b + 5.40

q

AZIONE VENTO

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressione del vento è: Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

Mstabmax:

Pmax*b/2 = 47,92kN*0,245m = 11,7 kNm

Mribmax:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*1,27m*4,53m*2,27m= =3,09 kNm

V + 4.08

+ 2,72

h y

O

+ 1,36

+ 0.00

La sezione non si ribalta per azione del vento.

b

AZIONE SISMA y

h-y

cP h y

O

Mstabmax:

P

y

F SISMA:

L’azione del sisma è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. Il muro è in sicurezza se Mx stab>Mrib Pmax*b/2 = 47,92kN*0,245m = 11,7 kNm F = c*P

con 0,04 < c < 0,2 x

Mribmax:

c*Py((h-y)/2) y

con c=0,04 con c=0,2

α =88°

Mrib= 4,35 kNm x

Mrib= 21,75 kNm

b + 5.40

q V La sezione si ribalterebbe se colpita particolarmente potente, la cui c=0,2.

+ 4.08

+ 2,72

+ 1,36

h y

O

74

da

sisma


MURO N°7 SEZIONE G-G’ 54

SCHEDA IQM:

n°4

STRUTTURA:

Muratura in pietrame irregolare eterogeneo di media dimensione.

MATERIALE:

Tufo (γ)=17 KN/m

α =88°

+ 5.4

3

l= 4mt

151

Malta di calce

+ 4.0

h y 543

DIMENSIONI:

cP h y

h-y CONDIZIONI ATTUALI:

O

P

α =88°

Base= (l) 4m * (b) 0,54m y Altezza= (h) 5,43m

+ 1,3

b=0.54mt x

Muro perimetrale sottile e alto, ammorsato su un lato a un setto ad esso perpendicolare. Lunghezza del muroy pari a 4m (equivalente alla lunghezza del muro interna al locale che racchiude) nonostante le dimensioni x maggiori, data l’impossibilità di un rilievo completo della muratura. Fuoripiombo della sezione verso la strada, y rilevato alla base di 18,6cm. Possibilità di ribaltamento in caso di forte vento o di azione x sismica.

b PESO PROPRIO:

+ 5.40

Py=b*l*(h-y)*γ

q

3 P0=0,54m*4m*(5,43-5,40)m*17KN/m = 1,10 KN V

P1=0,54m*4m*(5,43-4,08)m*17KN/m3= 49,57 KN

+ 4.08

P2=0,54m*4m*(5,43-2,72)m*17KN/m3= 99,51 KN

h y

+ 2,72

h y

O=0,54m*4m*(5,43-1,36)m*17KN/m3= 149,45 KN P 3 P4=0,54m*4m*5,43m*17KN/m3= 199,40 KN

+ 1,36

0.54mt + 0.00

b

SFORZI INTERNI: σ=P/A

con A=4m*0,54m=2,16m2

σ0=1,10kN/2,16m2= 0,51 KN/m2 σ1=49,57kN/2,16m2= 22,95 KN/m2 σ2=99,51kN/2,16m2= 46,07 KN/m2 σ3=149,45kN/2,16m2= 69,2 KN/m2 σ4=199,40kN/2,16m2= 92,31KN/m2

75

+ 2,7

h= 5.43mt

+ 0.0


Dato il fuoripiombo, la forza peso è eccentrica rispetto al baricentro della sezione alla base. Studio della sezione soggetta a pressoflessione e analisi della sua resistenza a compressione (σmax< σamm). y

0,27 m h-y 0,08 m 0,19 m

x

2m y

x

x y

xx

x

ECCENTRICITÀ:

-0,081m

σammtufo:

1400 kN/ m2

σmax:

-σN-σM

σmin:

-σN+σM

Mx:

P*ecc= 7,50 kNm

Ix:

b*h3/12= 0,0033m4

σN:

-P/A = 92,31 kN/m2

σM:

Mx/Ix*y = 7,50/0,0033*0,27 = 613,64 kN/m

x

q V

xx

x

xx

2

y

h-y

SEZIONE PARZIALIZZATA

x

σMmax>σN

y

h-y

V

y x x

sezione compressa

y y

σmax:

613,64 + 92,31= 705,95 kN/m2

σmin:

521,33 kN/m2

ASSE NEUTRO:

-92,31+2272,72y = 0 y = 0,041m

AREA2 ECCENTRICITA’: σN2:

1,4m*0,31m= 0,43 m2 0,035m 214,67 kN/m2

σM2:

806,67 kN/m2

x x

SEZIONE COMPRESSA S2 0,155m

V

sezione tesa

y

q

q

x

1021,54 kN/m2

σtot2:

σtot2<σamm

La sezione parzializzata non collassa per schiacciamento. 76


y

x

α =88°

Valutazione della resistenza ad azione del vento e a sisma.

b + 5.40

q

AZIONE VENTO

V + 4.08

+ 2,72

h y

O

L’azione del vento è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. La pressione del vento è: Cvento=0,00256*(97,2km/h)2= 24,19 kg/m2 = 0,2372 kN/m2 Il muro è in sicurezza se Mstab>Mrib

Mstabmax:

Pmax*b/2 = 199,4kN*0,27m = 53,84 kNm

+ 1,36

Mribmax:

Cvento*l*(h-y)*(h-y)/2= = 0,2372kN/m2*4m*5,43m*2,71m= =14 kNm

+ 0.00

La sezione non si ribalta per azione del vento.

b

AZIONE SISMA y

h-y

cP

Mstabmax:

h y

O

Pmax*b/2 = 199,4kN*0,27m = 53,84 kNm

F SISMA:

P

y

Mribmax:

con 0,04 < c < 0,2 x

con c=0,04

Mrib= 21,65 kNm

con c=0,2

Mrib= 108,27kNm x

α =88°

b + 5.40

q

La sezione si ribalta se colpita da sisma particolarmente potente, la cui c=0,2.

V + 4.08

+ 1,36

F = c*P

c*Py((h-y)/2)

y

+ 2,72

L’azione del sisma è valutata considerando rispetto a un polo O il momento ribaltante e il momento stabilizzante. Il muro è in sicurezza se Mxstab>Mrib.

h y

O

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.Catalogazione Fonti

5

79


.Scheda Documento Bibliografico

5a

80


81


DOCUMENTO: B1 BIBLIOTECA: Biblioteca comunale di Como AUTORE: Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo, Luigi Gallo. TITOLO: Pompei e l’Europa. 1748-1943. RIVISTA: / FASC.: / CASA EDITRICE: Electa LUOGO: Napoli DATA: 2015 N. DI PAGINE: 300 (cons. 91-96, 229-236). ESTRATTO: Storia nei particolari delle vicende che hanno caratterizzato gli scavi di Pompei, dai primi del ‘700 ai più recenti. SI ALLEGA:

Riproduzione fotostatica testo

NOTE: Si allegano copertina, pp91-96 e pp. 229-236

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85


86


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88


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90


91


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95


DOCUMENTO: B2 BIBLIOTECA: Biblioteca Università Statale di Milano AUTORE: V. Papaccio TITOLO: Premesse e metodologia della manutenzione a Pompei. RIVISTA: Rivista di studi pompeiani. FASC.: XXII CASA EDITRICE: L’erma di Bretschneider LUOGO: Napoli DATA: 2011 N. DI PAGINE: (cons. 122-123). ESTRATTO: Analisi del sito di Pompei. Riporduzione di mappe di rischio dell’area. SI ALLEGA:

Riproduzione fotostatica testo

NOTE: Si allegano copertina e pp.112-123.

96


97


98


99


DOCUMENTO: B3 BIBLIOTECA: Politecnico di Milano - Biblioteca Centrale di Architettura. AUTORE: Lorenzo Quilici, Stefania Quilici. TITOLO: Architettura e pianificazione urbana nell’Italia antica. Atlante tematico di topografia antica. RIVISTA: / FASC.: / CASA EDITRICE: L’erma di Bretschneider LUOGO: Napoli DATA: 1997 N. DI PAGINE: (cons. 34-37. ESTRATTO: La presenza dell’acque nelle domus e negli esercizi commerciali di Pompei. Descrizione del sistema di approvvigionamento della Casa del Torello di Bronzo. SI ALLEGA:

Riproduzione fotostatica testo

NOTE: Si allegano copertina e pp. 34-37.

100


101


102


103


104


105


DOCUMENTO: B4 BIBLIOTECA: Biblioteca Università Statale di Milano AUTORE: Ph Borgard TITOLO: A propos des teintureries de Pompei: L’exemple de l’officina infectoria V 1,4. RIVISTA: Collection archeologie et histoire de l’antiquité FASC.: 6 - Les Artisans dans la ville antique CASA EDITRICE: Université Lumière-Lyon 2 LUOGO: Lyon DATA: 2002 N. DI PAGINE: (cons. 55-65). ESTRATTO: Descrizione del locale V 1,4 e spiegazione del servizio commerciale in esso tenuto. SI ALLEGA:

Riproduzione fotostatica testo

NOTE: Si allegano copertina, p. 55 e pp. 61-65

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110


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117


DOCUMENTO: B5 BIBLIOTECA: Deutsches Archäologisches Institut in Rom AUTORE: Giuseppe Fiorelli TITOLO: Pompeianarum Antiquitatum historia RIVISTA: / FASC.: Vol II CASA EDITRICE: / LUOGO: Napoli DATA: 1748-1818 N. DI PAGINE: (cons. 326, 329,332,333,337) ESTRATTO: Trascrizione dei giornali di scavo degli anni antecedenti alla direzione del sito da parte di Fiorelli. SI ALLEGA:

Riproduzione fotostatica testo

NOTE: Si allegano copertina, p. 326, p.329, pp. 332-333 e p.337.

118


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124


125


DOCUMENTO: B6 ARCHIVIO: Academia.edu AUTORE: Renata Picone TITOLO: Pompei alla guerra. Danni bellici e restauri nel sito archeologico. COLLANA: Arte e restauro. RACCOLTA: I ruderi e la guerra. Memoria, ricostruzioni, restauri. CASA EDITRICE: Nardini editore LUOGO: Firenze DATA: 2011 N. DI PAGINE: 175 (cons. 101-126). ESTRATTO: Danni e restauri nel sito archeologico di Pompei in seguito ai bombardamenti del 1943. SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica testo NOTE: Si allegano copertina , pp. 101-102, p. 109 e pp. 115-117.

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.Scheda Documento Iconografico

5b

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DOCUMENTO: I1 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: University of Maryland Library FONDO: The Wilhelmina A. Jashemski papers CART.: 2013-2026 AUTORE: Wilhelmina A. Jashemski TITOLO: Looking North to entrance doorway LUOGO: Pompei DATA: 1961 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica dell’immagine FORMATO ORIGINALE: / NOTE:

136


137


DOCUMENTO: I2 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: Society of Antiquaries FONDO: Fox Collection CART.: / AUTORE: / TITOLO: Entrance domus of Torello LUOGO: Pompei DATA: 1900cc SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica dell’immagine FORMATO ORIGINALE: / NOTE:

138


139


.Scheda Documento Cartografico

5c

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DOCUMENTO: C1 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: Armadio 93 CART.: 80_Documento13_Foglio 14 AUTORE: Allievi Istituto Topografico Militare TITOLO: Carta topografica del monte Vesuvio, 1:10000 LUOGO: Torre Annunziata DATA: 1875-1876 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 78x59 cm NOTE: Curve di livello tracciate ad equidistanza di 5m, abitati in rosso, le acque in azzurro, il rimanente della planimetria in nero. Sono mostrate le ferrovie, strade (4 classi: principali, mulattiere, campestri, sentieri), argini, muri, fossi e acquedotti, pozzi, cisterne, vigneti, orti, boschi, confini amministrativi.

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143


DOCUMENTO: C2 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: Armadio 93 CART.: 80_Documento13 AUTORE: Allievi Istituto Topografico Militare TITOLO: Carta topografica del monte Vesuvio, 1:10000 LUOGO: Torre Annunziata DATA: 1905 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 80x59 NOTE: Curve di livello tracciate ad equidistanza di 5m, abitati in rosso, le acque in azzurro, il rimanente della planimetria in nero. Sono mostrate le ferrovie, strade (4 classi: principali, mulattiere, campestri, sentieri), argini, muri, fossi e acquedotti, pozzi, cisterne, vigneti, orti, boschi, confini amministrativi

144


145


DOCUMENTO: C3 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: Armadio 93 CART.: 86_Documento 14_Foglio 13 AUTORE: Allievi Istituto Topografico Militare TITOLO: Carta topografica ed idrografica dei contorni di Napoli, scala 1:25000 LUOGO: / DATA: 1817-1819 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 99x65 NOTE: /

146


147


DOCUMENTO: C4 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: / CART.: / AUTORE: IGM (FI) TITOLO: Il vesuvio, scala 1:25000 LUOGO: / DATA: 1929 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 56x60 NOTE: Rappresentazione otografica a curve di livello.

148


149


DOCUMENTO: C5 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: Armadio 93 CART.: 82_Documento 61 AUTORE: Gaspare Marchesi TITOLO: Pianta degli scavi di Pompei nello stato in cui si trovavano alla fine del 1827, scala 1:10000 LUOGO: / DATA: 1827 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 170x92 NOTE: /

150


151


DOCUMENTO: C6 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: / CART.: Foglio 1 AUTORE: / TITOLO: Pianta di Pompei, scala 1:1000 LUOGO: / DATA: 1898 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 67x49 NOTE: Rappresentazione orografica planimetrica.

152


153


DOCUMENTO: C7 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: / CART.: Foglio 2 AUTORE: / TITOLO: Pianta di Pompei, scala 1:1000 LUOGO: / DATA: 1898 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 68x49 NOTE: Rappresentazione orografica planimetrica.

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155


DOCUMENTO: C8 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: IGM_Nuovo Archivio San Marco FONDO: Collezione Pasqui n°28 CART.: / AUTORE: Giovanni Aquaroni TITOLO: Plan de Pompei Ville, scala 1:4000 ca LUOGO: Roma DATA: 1825-1858 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 96x61 NOTE: Stampa in nero con aggiunte in rosso monoscritte per gli scavi eseguiti dal 1825 al 1858. In basso cartina del golfo di Napoli, notizie sulla costruzione della carta ed elenco numerico delle costruizioni rimesse in luce. La pianta è orientata col nord al basso del foglio.

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DOCUMENTO: C9 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze FONDO: / CART.: / AUTORE: Francois Mazois TITOLO: Plan de la ville de Pompei et des fouilles qui y ont ete faites depuis 1755 jusqu’en 1812. LUOGO: Roma DATA: 1812-1838 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 248x390 mm NOTE: Incisione rappresentante la pianta generale degli di Pompei dal 1755 al 1812. Incisione contenuta nell opera Les Ruines de Pompei dello stesso autore.

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DOCUMENTO: C10 BIBLIOTECA / ARCHIVIO: Deutsches Archäologisches Institut im Rom (Roma) FONDO: / CART.: / AUTORE: Giuseppe Fiorelli TITOLO: Iconografia degli scavi nel 1872 LUOGO: Napoli DATA: 1873 SI ALLEGA: Riproduzione fotostatica FORMATO ORIGINALE: 230 x 315 mm NOTE: Incisione contenuta ” Gli scavi di Pompei dal 1861 al 1872. Relazione al Ministro della Pubblica Istruzione, Tav 1.” dello stesso autore.

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.Scheda Documento Sitografico

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DOCUMENTO: W1 INDIRIZZO : http://www.pompeiisites.org DESCRIZIONE SITO: Sito ufficiale della Soprintendenza di Pompei, che dispone di informazioni sulla storia, sui progetti, sugli eventi e sulle novità riguardanti l’area archeologica. LINK/ SEZIONI CONSULTATE : Siti Archeologici - Pompei - Storia degli scavi. Progetti e Attività - Grande Progetto Pompei. ESTRATTO: Cronologia degli scavi e descrizione degli interventi di restauro daila metà del ‘700 fino ad oggi. Descrizione e definizione degli obiettivi, delle modalità e degli interventi del Grande Progetto Pompei. NOTE : /

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DOCUMENTO: W2 INDIRIZZO : http://www.pompejiprojektet.se DESCRIZIONE SITO: Sito ufficiale dello Swedish Pompeii Project, progetto di analisi, conoscenza e recupero incentrato sull’Insula I del Regio V, diretto dall’università svedese Lunds Universitet. LINK/ SEZIONI CONSULTATE : The project Insula V 1 - Documentation and analysis Insula V 1 - £d models And Gis ESTRATTO: Descrizione generale dell’area dell’Insula I del Regio V, con informazioni sui recenti restauri e scavi. Ricostruzione storica delle modifiche architettoniche riguardanti gli edfici dell’area. NOTE : /

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6 Bibliografia e Sitografia

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BIBLIOGRAFIA J Ph Borgard, A propos des teintureries de Pompei: L’exemple de l’officina infectoria V 1,4, Université Lumière-Lyon 2, Lyon, 2002. Lorenzo Quilici, Stefania Quilici, Architettura e pianificazione urbana nell’Italia antica. Atlante tematico di topografia antica, L’erma di Bretschneider, Napoli, 1997. Renata Picone, Pompei alla guerra. Danni bellici e restauri nel sito archeologico, Nardini editore, Firenze, 2011. Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo, Luigi Gallo, Pompei e l’Europa. 17481943, Electa, Napoli, 2015. Giuseppe Fiorelli, Pompeianarum antiquitatum historia (Vol II), Napoli, 1748-1818. V. Papaccio, Premesse e metodologia della manutenzione a Pompei, L’erma di Bretschneider, Napoli, 2011.

SITOGRAFIA www.pompeiisites.org www.pompejiprojektet.se

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