Portfolio Saverio Bonato 2018

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PORTFOLIO SAVERIO BONATO


Selected works 2013 - 2018

Statement La mia ricerca inizia ogni volta partendo dalla messa in discussione delle aspettative che ho rispetto ad un determinato luogo e argomento. Mi piace pensare a ciò che ci circonda come un sistema finito completamente malleabile da poter studiare e in cui potersi inserire, muovendosi tra spazi e persone per riuscire a delinearne i confini e le regole. Sorprendere lo sguardo, grazie ad uno scarto visivo che è sempre pronto a ribaltare il proprio punto di vista. La misura e i limiti decidono il medium. Amo non aver nessun tipo di conoscenza rispetto a qualcosa per poi ritrovarmi alla fine con una mappatura precisa in mente e un’altra storia da poter raccontare.

My research begins each time from the questioning of my expectations towards a particular topic. I like to think about what surrounds us as a finished system completely malleable I can study and enter, moving between spaces and people to delineate the boundaries and rules. To surprise someone’s vision, thanks to a visual gap, and make them always ready to overturn their point of view. The extent and the limits decide the medium. I love not having any kind of knowledge about something and then find myself with a precise mapping in mind and another story to tell, in the end.


Gli Impresari - Il Lanternista

Tant pour l’esprit, que pour les yeux Tenuta dello scompiglio, Lucca, IT, 2018 Il titolo “Tant pour l’esprit, que pour les yeux” riprende il sottotitolo del volume Amusement Microscopique del 1764 di Martin Frobenius Ledermüller, volume consigliato dagli Impresari come materiale di partenza su cui lavorare. Il lavoro è stato sviluppato a partire dalla lanterna magica, i suoi vetrini e le relative proiezioni immaginandomi queste quattro immagini come singoli microcosmi autonomi e indipendenti riprendendo l’ambientazione dell’'hortus conclusus nel Trionfo della morte. Quattro diversi ingrandimenti di ali di farfalla divengono quinte teatrali per le scenografie e la messa in scena di un rito funebre richiamando l’estetica delle incisioni e delle texture nelle superfici degli arazzi e degli affreschi medievali. Oltre ai soggetti tratti dal volume di Ledermüller prendono posto le torri del silenzio, strutture tipiche dello Zoroastrismo, una scena del Settimo Sigillo insieme a una cremazione aborigena, L'isola dei morti del pittore svizzero Arnold Böcklin e alcuni dettagli di Gustave Dorè tratte dal Canto III dell’Inferno di Dante.


Tram tram Prossima corsa, Padova, IT, a cura di Caterina Benvegnù

Padova, 2018 Adesivi 15 x 15 cm L’intervento artistico pensato per Prossima Corsa all’interno del mezzo pubblico tram/autobus di Padova consiste nell’installazione all’interno dei veicoli di adesivi di 15 X 15 cm contenenti brevi esercizi/giochi di lettura di osservazione/interazione del mondo circostante permettendo allo spettatore di imbattersi in una diversa visione di ciò che viene vissuto sia all’interno che al di fuori del mezzo. Alle fermate verranno realizzati dei manifesti in cui verrà accennato il tipo di operazione messo in atto. Il tutto verrà riportato in diverse lingue: italiano, inglese, francese. Il titolo Tram Tram riprende l’errore di pronuncia della parola “tran tran”, espressione imitativa del movimento lento e regolare di un veicolo o della vita con un ritmo di lavoro lento e monotono. Queste parole e visioni saranno l’interruzione di una monotonia o un tran tran a cui siamo spesso abituati.

Padua, 2018 Stickers 15 x 15 cm The artistic intervention conceived for Prossima Corsa within the Padova public bus / tram is to install 15 X 15 cm stickers inside the vehicles containing brief exercises / reading games for observing / interacting with the surrounding world. to the viewer to come across a different vision of what is experienced both inside and outside the vehicle. At the stops will be made of posters in which it will be mentioned the type of operation implemented. Everything will be reported in different languages: Italian, English, French. The title Tram Tram refers to the error in pronouncing the word "tran tran", an imitative expression of the slow and regular movement of a vehicle or of life with a slow and monotonous work rhythm. These words and visions will be the interruption of a monotony or a routine that we are often used to.


Blanket Patchwork di feltro, 221x240 cm, 2016 A partire da 4 oggetti forniti dal Prof. Mario Lupano, docente di Storia degli allestimenti presso lo IUAV a Venezia ho realizzato un quinto oggetto da inserire all'interno del display di una scatola di un determinato formato. PLAYMAN, Anno II, Agosto 1968 Come star sani. La donna medico di casa, Anna Ficher Duckelmann, 1930, F. Casanova & C., Torino Senza titolo, Stefano Arienti, 1989 Souvenir folder of the bay beaches, Venice Ocean and Santa Monica beaches, Southern California Nella scelta dei materiali da adottare nella mia ricerca mi sono soffermato nel trovare elementi formali e di contenuto che potessero legare tutti gli oggetti tra loro. Nel manuale sulla donna medico di casa mi sono concentrato su un capitolo dedicato ai Bagni d’aria, una pratica salutista che consiste nel porsi nudi all’interno di spazi naturali per fare respirare il corpo. Lo stesso concetto di prender aria lo ritroviamo nelle immagini delle cartoline della California del Sud in cui vengono raccolte illustrazioni sulle spiagge e i relativi bagnanti. La nudità delle modelle del Playman passa da una dimensione erotica a quella di una pratica salutista. Per quanto riguarda l’opera di Arienti è stata fatta una scelta formale, legata alla piegatura a fisarmonica dell'opera delle cartoline. L’opera inserita all’interno della scatola è una sorta di lenzuola/coperta, delle dimensioni di 220 x 240 cm, realizzata attraverso la tecnica del patchwork. I bagni di sole e l’euritmia furono pratiche messe in atto dalla comunità del Monte Verità ad Ascona (Svizzera) che divenne un sanatorio frequentato da teosofi, riformatori, anarchici, comunisti, socialdemocratici, psicoanalisti, seguiti da personalità letterarie, scrittori, poeti, artisti e alla fine emigrati di entrambe le guerre mondiali. Una volta estratta dalla scatola la coperta presenta un colore che poi, aprendola come un libro, cambia colore in continuazione. All'ultima piega vi ritroviamo il fondo nero che fa da retro della serie di riquadri.


Felt patchwork, 221x240 cm, 2016 Starting from 4 objects provided by Prof. Mario Lupano, Professor of Story at IUAV in Venice, I realized a fifth object to be inserted into the display of a box of a given format. PLAYMAN, Year II, August 1968 How to be healthy. The female doctor, Anna Ficher Duckelmann, 1930, F. Casanova & C., Turin Without title, Stefano Arienti, 1989 Souvenir folder of the bay beaches, Venice Ocean and Santa Monica beaches, Southern California In choosing the materials to be used in my research, I focused on finding formal and content elements that could tie all the objects between them. In the handbook of the home-based woman I have focused on a chapter devoted to the air baths, a healthy practice that consists of being bare inside natural spaces to breathe the body. The same concept of taking air is found in the pictures of South California postcards where illustrations on beaches and their bathers are collected. The nakedness of Playman's models ranges from an erotic dimension to that of a healthy practice. As for Arienti's work, a formal choice was made, linked to the accordion bending of the postcard work. The work inside the box is a sort of blanket 220 x 240 cm, made thrugh the patchwork technique. Sunbathing baths and eurythmia were practices carried out by the community of Monte VeritĂ in Ascona (Switzerland), which became a sanatorium frequented by theosophists, reformers, anarchists, communists, social democrats, psychoanalysts, followed by literary personalities, writers, poets, artists and end-emigrants of both world wars. Once removed from the box, the blanket has a color that then, opening it as a book, changes color continuously. At the last bend we find the black background behind the series of panels


Bramaderas Legno e Cera, Traccia sonora Villa Iris, Santander, 2016 Da un semplice oggetto un eco risuona oggi, identico a sè stesso. Colonna sonora di nuovi rituali e cerimonie. La bramaderas, rombo o bullroarer è un antico strumento musicale rituale, usato in tutto il mondo per la caccia e riti tribali. Esso, se fatto ruotare velocemente, produce un suono / ronzio molto grave (simile a quello di un motore). A partire da alcuni strumenti esposti nel museo di Altamira ho riprodotto 16 di queste bramaderas con diverse forme e materiali (legno e cera). Ho realizzato così una traccia sonora della mostra con i vari suoni registrati dalla loro attivazione. Un suono che rimanda a quello originale sentito dall'uomo preistorico che ritorna qui in una cerimonia e rituale totalmente differente. Wood, wax, Soundtrack Villa Iris, Santander, 2016 From a simple object echo still resonates today, identical to itself. Soundtrack of new rituals and ceremonies The bramadera, rumble or bullroaler, it’s an ancient and ritual musical instrument, used all around the world for hunting and tribal ceremonies. If rapidly spinned, they produce a sound/pleasant buzz (like th sound of an engine). Starting from some instruments displayed in Altamira’s museum, I duplicated 16 of these bramaderas of different shapes and materials (wood and wax). I then realized a soundtrack of the exhibition with different sounds recorded since their activation. A sound that sends back to the original one heard by the prehistorical man, who comes here, again, for a ceremony and ritual totally different.


Clouds 12 cartoline 10x15cm 2016 2018 - Anonima Kunsthalle, Varese a cura di Lisa Andreani La cianotipia è un antico metodo di stampa fotografica caratterizzata dal tipico colore Blu di Prussia ed avviene per contatto con l'esposizione alla luce solare. Da una serie di volumi di pittura di varie epoche ho estratto una serie di dettagli che rappresentassero le nuvole. Viene cosÏ a mettersi in gioco il rapporto tra il contesto del processo di realizzazione (il cielo reale) e la filigrana del soggetto (fittizio), delineandosi nella lettura in serie delle dodici cartoline esposte. 12 postcard 10x15cm 2016 The cyanotype is an ancient photographic printing method characterized by the typical Prussia Blue color and occurs in contact with exposure to sunlight. From a series of painting volumes of various ages I extracted a series of details that represented the clouds. Thus, the relationship between the context of the realization process (the real sky) and the filigree of the subject (fictitious) is drawn into the series reading of the twelve postcards.




24.10 - 04.11.2015

ALLORA! Partimmo da Schio, Vicenza, e ci portarono a Ranica, Bergamo, Qui, dopo che compimmo il nostro lavoro venimmo abbandonati, soli, con noi stessi. Poi ci ritrovarono, invecchiati, malconci, ma ancora con un nostro fascino, Così ci presero, e ci riadattarono, cambiarono il nostro ruolo, Ne fummo felici, in parte. Ora siamo qui, ancora noi, giusto un pò cambiati, con altro da fare e altro da dire, E molto altro da raccontare, Ancora. Saverio Bonato àncóra qui, 2015, retroproiezione su vetrina in loop, 200x200 cm ancóra, come avverbio di tempo. Indica la persistenza di una azione durativa o di uno stato oppure la ripetizione di una azione momentanea. àncora, come verbo. Assicurare qualcosa a un punto stabile, fondare, porre le basi, trattenere, aggrapparsi. I due accenti si alterneranno, uno dopo l'altro, creando una sorta di metronomo che segna la percezione e il tempo dello spettatore. Giammarco Cugusi Quel giorno in cui partimmo non avremmo mai creduto di tornare,e invece eccoci, ancora qui Il progetto nasce dalla volontà di portare nel, e sul, campo dell’arte un’insieme di elementi a lungo abbandonati; si tratta di rocchetti, tubi in cartone compresso e alluminio. Tali oggetti sono stati fabbricati all’interno dell’industria Saccardo di Schio, Vicenza, e da me rinvenuti all’interno dello stabilimento tessile Zopfi di Ranica, Bergamo. L’installazione tenta di trovare all’interno dello spazio un’habi-tat ideale nel quale svilupparsi, la parete si fa appiglio essenziale per la rinascita; comportandosi come una pianta rampicante gli elementi ricercano una nuova collocazione, una nuova superficie vitale.


Watching the unseen FluxBooks: From the Sixties... 4 marzo - 26 aprile 2015 Palazzetto Tito, a cura di Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini / Galleria di Piazza San Marco, a cura di Stefano Coletto e Angela Vettese Performance, installazione 12 lastre di ferro 30x45 cm 2015 L’ opera è realizzata dall’artista durante l’inaugurazione della mostra From the Sixties to the Future, è pensata e realizzata in relazione al libro d’artista Assemblage, Environments and Happenings di Allan Kaprow proveniente dalla collezione Fluxus della Fondazione Luigi Bonotto. Su alcune lastre metalliche con la tecnica della saldatura ad arco con elettrodo rivestito sono state disegnate delle composizioni casuali. La luce proveniente da questa operazione è una delle più pericolose per l’occhio umano, in quanto lo espone alla luce blu, a raggi ultravioletti e infrarossi. L’artista apre allo spettatore e lo invita a partecipare alla visione della creazione dell’opera stessa in rapporto con i limiti di osservazione che questa azione com-porta. Performance, installation, 12 shee of steal, 30x40 cm 2015 The work is made by the artist during the opening of the exhibition From the Sixties to the Future, designed and developed in relation to the book Assemblage, Environments and Happenings of Allan Kaprow from the Fluxus collection of Luigi Bonotto Foundation. On some metal plates with the technique of arc welding with coated electrodes have been designed casual compositions. The light, coming from this operation, is one of the most dangerous for the human eye, as it exposes it to the blue light, ultraviolet and infrared. The artist invites the viewer to participate in the vision of the creation, created in relationship with the scan limits that this action entails.

https://vimeo.com/123218051 Watching the unseen, still da video, Palazzetto Tito, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia



Capricci Veneziani collage, 10cm x 10 cm 2015 Il Capriccio è un genere artistico che si sviluppò dal 1700, caratterizzato da composizioni fantasiose e immaginarie che uniscono elementi reali con altri irreali, senza nessi topografici e rospettici. Nella pittura veneziana il Capriccio, spesso utilizzato per le scenografie eatrali, trovò tra i suoi maggiori interpreti il Canaletto, Giambattista Tiepolo, Francesco Guardi, Giovanni Battista Piranesi, Marco Ricci e Michele Marieschi. Le otto vedute seguenti sono il risultato di un assemblaggio tra vari elementi veneziani, dalla chiesa al palazzo, dal campanile alla bricola, suggerendo una bizzarra è rinnovata visione paesaggistica della città.

Venetian Capriccios collage, 10cm x 10 cm 2015 The Capriccio is an artistic genre fi st developed in 1700, characterised by fantastical and imaginary compositions bringing together real and imaginary elements, without an overarching sense of place or perspective. In Venetian painting, the Capriccio – often adopted for theatre backdrops – was widely adopted by the likes of Canaletto, Giambattista Tiepolo, Francesco Guardi, Giovanni Battista Piranesi, Marco Ricci and Michele Marieschi. The eight following views are the result of an assembly of various Venetian elements, from the church to the palazzo, from the church steeple to the mooring post, thusevoking a bizarre and renewed landscape vision of the city.

Capricci Veneziani, A VEry NICE Day, Moleskine


Capricci Veneziani, Particolare, Moleskine, 2015


Frameworks Serra dei Giardini, Microclima, Venezia, IT 150x100cm, 30x45 cm, mockup 2015 Una serie di fotografie riprende singolarmente le statue appartenenti ad un unico ciclo situato sul terrazzo della Basilica Palladiana di Vicenza. Dopo il restauro le sculture presentano un’intelaiatura esterna che permette loro di sostenersi, una sorta di armatura che viene a integrarsi con la figura stessa, destabilizzando l’estetica pre-esistente. Viene così a crearsi una nuova scultura, formalmente indipendente dall’originale. Lo scheletro d’acciaio, con le sue fasciature ed i suoi bulloni, fortifi a gli arti delle figu e scolpite. Per la mostra “Another Second Skin” che ha luogo nelle sale di San Marco della Fondazione Bevilacqua la Masa viene presentato il mock-up dal titolo “Framework“, libro d’artista contenente una serie di fotografie a colori, una sequenza di stampe e cartoline. Intendo in tal modo instaurare un dialogo fra una concezione rappresentativa di stampo classicista e un immaginario contemporaneo, che vive della compresenza di entità divergenti e potenzialmente idiosincratiche. Queste diventano emblema della “second skin” intesa come unione totalizzante ed evocativa di parti che perfettamente s’accordano tra di loro. 150x100cm, 30x45 cm, mockup 2015 A series of photographs shoots individually the statues belonging to a single cycle situated on the terrace of the Palladian Basilica in Vicenza. After the restoration the sculptures have an external framework that allows them to sustain in themselfs, a sort of armor that turns to integrate with the figu e itself, thereby destabilizing the pre-existing aesthetic. Th s creates a new sculpture, formally independent from the original. Steel skeleton, with its bandages and its bolts, strengthens the legs of carved figu es. For the exhibition “Another Second Skin” which took place in the halls of St. Mark the Fondazione Bevilacqua la Masa is presented the mock-up entitled “Framework”, an art book containing a series of color photographs, a sequence of prints and postcards. I mean thereby to establish a dialogue between a conception of representative mold classicist and a contemporary imagination, who lives in the presence of divergent and potentially idiosyncratic entity. These become the emblem of the “second skin” as a union encompassing and evocative parts that perfectly agrees with each other.



Frameworks Serra dei Giardini, Venezia Foto di Spela Volcic


Monocromi Tarantini

Tarantini’s Monochromes

2015, Taranto 4 superfici agnetiche su legno, 70cmx70cm

2015 4 magnetic sheets, 70cmx70cm

Attraverso tre residenze nella città di Taranto, tra l’agosto 2014 e gennaio 2015, per un mese e mezzo, una serie di quattro pannelli, ricoperti da una sottile superficie agnetica scura, sono stati posti all’interno dello spazio cittadino del rione Tamburi nella città di Taranto. Taranto, città di 200 mila abitanti della regione Puglia, dal 1961 ospita la più grande acciaieria d’Italia, l’Ilva, che produce circa 10 milioni di tonnellate di acciaio all’ anno. Considerata una dei luoghi più inquinati d’Europa, lo stabilimento negli ultimi anni è protagonista di un grande dibattito nazionale sui modelli di sviluppo futuro. La materia prima per la produzione dell’acciaio è il minerale di ferro che si presenta come polveri di diverso genere; estratto dalle miniere e dalle cave, raggiunge via mare i porti dell’azienda, viene poi scaricato nelle aree di stoccaggio, parchi dedicati al carbone e al minerale. I cumuli, che occupano quasi un km2, vengono poi inseriti nei processi produttivi che li convertiranno in ghisa e acciaio. Sulle superfici installate infatti, durante questo periodo di tempo, si sono depositati e fissati una serie di elementi inorganici a base di ferro e ossidi (molibdeno, nichel, piombo, rame, selenio, vanadio, zinco e platino) che si disperdono nell’aria, dai parchi minerali dell’azienda fino ai quartieri limitrofi. Come una sorta di pigmento scuro si vengono a creare così dei quadri monocromi, frutto dell’azione di sedimentazione delle polveri trasportate dal vento. L’opera si trasforma in testimonianza permettendo una nuova lettura e considerazione sulla materia e la sua presenza nel contesto cittadino. Nel 2010 nell’ ambiente circostante, secondo le perizie del tribunale e le dichiarazioni dell’Ilva, sono state immesse 4.159 tonnellate di polveri, 11 mila di diossido d’azoto e anidride solforosa, anidride carbonica, e quantità di arsenico, cromo, cadmio, nichel, diossine, piombo e molti altri materiali. Le morti per neoplasie polmonari, malattie cardiovascolari e respiratorie, arrivano a 1650 all’anno di media insieme a 27000 ricoveri. Nei quartieri Tamburi e Borgo, quelli più vicini alla zona industriale, la concentrazione di agenti inquinanti e la proporzione di decessi e malattie è altissima. La pubblicazione/ catalogo legata all’opera invece, è il frutto della raccolta di alcuni contributi scritti di curatori, operai e ricercatori che raccontano la città di Taranto a partire dai Monocromi Tarantini stessi.

Through three visits to the city, between August 2014 and January 2015, for over a month and a half, a series of four panels, covered by a thin magnetic surface, were placed in the space of Tamburi’s district. Taranto, city of 200 thousand inhabitants in Puglia, from 1961 is home to the largest steel mill in Italy, the Ilva, which produces about 10 million tons of steel per year. Considered one of Europe’s most polluted places, the factory, in the last few years, has been the protagonist of a national debate about the future’s develop-ment models. The raw material for the steel’s production it’s the iron ore, that presents itself as dusts of different kinds. Extracted from mines and quarries, it reaches by sea the company’s port and is discharged outdoors in piles, in storage areas almost vast km2; transferred in the manufacturing processes is converted to iron and steel. On these surfaces were deposited, during this period of time, some substances such as inorganic elements based on iron and oxides (molybdenum, nickel, lead, copper, selenium, vanadium, zinc and platinum) dispersed in the air, coming from the minerals’ park of the company. Th s so rt of dark pigment creates monochrome paintings, fruit of sedimentation of the dust carried by the wind. The works becomes a proof, it gives a new interpretation and consideration on the matter and its presence on the territory. Only in 2010, according to the studies of the court and the statements of Ilva, in the surroundings were deposited and fi ed 4.159 tons of powders, 11 thousand of nitrogen dioxide and sulfur dioxide, carbon dioxide, and an amount of arsenic, chromium, cadmium, nickel, dioxins, lead, and many other materials. Deaths caused by lung cancer, cardiovascular and respiratory diseases, are 1650 per year with an average of 27,0000 admissions. In neighborhoods Tamburi and Borgo, the ones closest to the industrial area, the concentrations of pollutants are very high and the proportion of deaths and diseases is very high. The publication , it’s the result of the collection of some written contriibbuutions of curators, researchers and workers who desccribe the city of Taranto from the Monochromes.

2017 Start - Premio Matteo Olivero 2017, Saluzzo IT, a cura di Anna Daneri in collaborazione con Ettore Favini 2015 Francesco Fabbri Prize for Contemporary Art, Villa Brandolini, Pieve di Soligo (TV), IT 2014 Atelier Bevilacqua La Masa 2014, Mostra di fine residenza, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia IT, A cura di Rachele D’Osualdo


Monocromi Tarantini, Mostra di fi e residenza,Premio Fabbri, Pieve di Soligo


Pubblicazione Monocromi Tarantini


Turn on the light 2014 Performance, durata: 150 minuti Art Night, Cà Pesaro, Venezia Cortile all’entrate di Cà Pesaro. Un venditore ambulante bengalese.500 elicotterini luminosi. In un momento buio della giornata predeterminato, un venditore ambulante di Venezia di spalle è posto al centro della corte di Cà Pesaro. Inizia cosi, dopo l’en-trata del pubblico, a lanciare verso l’alto 500 luci blu che poi cadranno, una dopo l’altra, all’interno del cortile. Una volta fin ta la performance le luci rimarranno a terra assumendo un carattere installativo permanente illuminando lo spazio circostante. Trasferire, in pochi metri di distanza, l’attività di un venditore ambulante dal contesto turistico a uno artistico permette allo spettatore un nuovo punto di vista sui ruoli e gli aspetti che un gesto come questo può generare in momenti e ambienti diversi. Punto di vista che ritornerà, forse cambierà, al pensiero ogni qual volta uno stimolo di questo tipo si ripresenterà nella vita quotidiana. La luce diventa qui occasione per lanciare una sorta di segnale tra i tetti veneziani, uscendo dallo spazio orizzontale per conquistarsi quello verticale, costretto poi però a rimanere a terra a illuminare lo spazio. Iniziando con il crepuscolo l’opera prende man mano luce mentre la luce del giorno si perde nella notte. 2014 Performance, duration: 150 minutes Art Night, Cà Pesaro, Venezia In the courtyard of Cà Pesaro. A bengalese peddler. 500 bright, small elicopters) In a predetermined dark time of the day, a peddler of Venice is standing with the back turned to who’s watching, in the centre of the courtyard. The man starts, after the audience comes in, to launch in the air 500blue lights, that will then fall, one after the other inside the courtyard. When the performance is over the lights will remain on the ground becoming the permanent art installation that lights up the surrounding space. Moving, of a few meters, the activity of a peddler from the turistic context to the artistic one gives the observer another point of view on roles and aspects that a gesture like this can produce in different moments and places. Point of view that will come back, maybe it will change, at the thought whenever an incentive of this kind will be presented again daily. The light becomes here an occasion to send a message between the roofs of Venice, driving out the horizontal space to earn the vertical one, but then forced to remain on the ground to illuminate the area. Beginning with the twilight’s work takes as light as the light of day is lost in the night.


Turn on the light, documentazione della performance, Art Night, CĂ Pesaro


Plant Archivio sempre in corso Serie di fotografie Il titolo fa riferimento al termine inglese Plant: fabbrica, stabilimento, impianto, far sparire, piantare. In italiano "piantare" significa anche "lasciare", "abbandonare". Concetti che si legano tra loro e vengono riproposti insieme attraverso questa serie di foto, dove la cancellazione del nome della ditta ,dall’edificio o dal capannone chiuso e abbandonato, assume una riflessione sulla pittura che nasconde elementi da tempo riconosciuti. Archive in progress Series of photos, dimension 10x15cm The title refers to the english term plant. In Italian, "planting" also means disappear, leaving, abandoning. The concepts that bind each other and are replicated together through this series of photos, where the cancellation of the name of the firm, the building or the ceded closed and abandoned, assumes a reflection on the painting that hides long recognized elements.



CURATELA 2018 Casa Capra, Schio (VI), IT Piccolo intervento su bocca e sterpaglia di Ludovico Franzolini The weaning of goods, a mechanical affair di Daniele Costa, Simone Rossi, Nicola Zolin Un punto da ballerina di Andrea Grotto Chiaro Sulfureo di Valentina Furian L’occhio tagliato a cura di Valerio Veneruso 2015 Allora! di Gianmarco Cugusi, Fabbrica Saccardo, Schio (VI), IT Casa Capra è uno spazio espositivo indipendente di ricerca e produzione artistica nel quartiere di Magrè di Schio immerso tra i luoghi del quotidiano: tra l’edicola, l’alimentari e il bar del paese. La posizione non è tra le più convenzionali ma si pone l’obiettivo di trovare un terreno diverso, uno spazio tendenzialmente fuori dagli ordinari circuiti dell’arte delle grandi città per raccontare nuove storie attraverso i lavori de* stess* artist* che ne fanno parte. www.casa-capra.it


Anrea Grotto

Daniele Costa, Simoe Rossi, Nicola Zolin

Ludovico Franzolini

Valentina Furian

L'occhio tagliato a cura di Valerio Veneruso


CV Saverio Bonato Schio (VI), IT 1991 Vive e lavora tra Schio e Venezia, IT

EDUCAZIONE 2010/2013 Visual Arts and Theatre, IUAV, Venezia, IT 2014/2017 Master’s degree, IUAV, Venezia, IT 2016 Erasmus, Colchester Institute, Colchester, UK

WORKSHOP 2017 Touch don’t dominate by Diego del Pozo Barriuso, Julia Morandeira Arrizabalaga, Unidee / Cittadellarte / Fondazione Pistoletto, Biella IT End Gender, by Alok Vaid-Menon, Schio IT ENGAGE, Public School for Social Engagement in Artistic Research. Milano IT a cura di Viafarini-in-residence, Viafarini DOCVA, Fabbrica del Vapore e Comune di Milano. 2016 Behind the curtain by Christodoulous Panayiotou, Michelangelo Miccolis Visione Oltre, Adria, IT Botin Foundation, Santander, ESP with Joan Jonas 2015 They Come to Us without a Word II by Joan Jonas 2014 IUAV Visual Arts with Antoni Muntadas, Gianluigi Toccafondo, Mario Lupano Fondazione Bonotto - Fluxus Collection coordinated by Fondazione Bevilacqua la Masa and Patrizio Peterlini 2010/2013 IUAV Visual Arts with Stefano Arienti, Alberto Garutti, Guido Guidi, Adrian Paci. Mapping your cosmologies with prof. Agnes Kohlmeyer FormAzioni, Roberto Paci Dalò & Sonic Tailors, Fondazione Bevilacqua La Masa and Spazio Aereo


RESIDENCIES 2018 Prossima Corsa, Padova IT 2016 Visione Oltre, Adria, IT Botin Foundation, Santander, ESP with Joan Jonas 2014 Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, IT

PERSONALI 2018 Clouds, Anonima Kunsthalle, Varese IT Tram tram, Prossima Corsa, Padova IT 2016 Frameworks, Serra dei Giardini, Microclima, Venezia IT

COLLETTIVE 2018 Teorie e tecniche dell’appuntamento, Anonima Kunsthalle, Varese IT Tenuta dello scompiglio, Lucca IT Rava Vavàra, soundart work on Radiorossa radio, Rome IT 2017 Start - Premio Matteo Olivero 2017, Saluzzo IT 2016 Botin Foundation, Villa Iris, Santander, ESP Visione Oltre, Adria, IT 2015 Francesco Fabbri Prize for Contemporary Art, Villa Brandolini, Pieve di Soligo (TV), IT Allora! Fabbrica Saccardo/Via Giambellino 16, Schio (VI) IT Fluxbooks / From the Sixties to the Future, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia IT


Atelier Bevilacqua La Masa 2014, Mostra di fine residenza, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia IT 2014 Another Second Skin, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice IT Venice Art Night 2014, Cà Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte moderna, Venice IT

CONFERENZE 2015 Politecnico di Milano, Weak experiments. Landscape urbanism as strategy for European shrinking cities, POLI14, Athens

STAMPA ATP Diary, Reading Room #5 curated by Lisa Andreani and Elena Bordignon, 2018 Aa. Vv., Fluxbooks / From the Sixties to the Future, Mousse Publishing, Milan, March 2015 Aa. Vv., It’s a VEry NICE day, Moleskine Publishing, Milan, January 2015 ATP Diary, ATELIER BEVILACQUA LA MASA 2014, Part 2, 20 novembre 2014 S. Rebora, Saverio Bonato, Speciale Esordienti, Espoarte n°86, TrimestreN.4, 2014, pagg. 79

CURATELA 2018 Casa Capra, Schio (VI), IT

Piccolo intervento su bocca e sterpaglia di Ludovico Franzolini The weaning of goods, a mechanical affair di Daniele Costa, Simone Rossi, Nicola Zolin Un punto da ballerina di Andrea Grotto Chiaro Sulfureo di Valentina Furian L’occhio tagliato a cura di Valerio Veneruso 2015 Allora! di Gianmarco Cugusi, Fabbrica Saccardo, Schio (VI), IT


PERFORMER 2018

Rehearsal/ Retrospective di Dora Garcia, PAC Milano IT 2016

Joan Jonas: stream or river, flight or pattern. Fondazione Botin, Santander ESP 2015

Behind the curtain a cura di Christodoulos Panayiotou e Michelangelo Miccolis. Joan Jonas,They Come to Us without a Word II, Padiglione USA, Biennale di Venezia


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