S&F_n. 15_2016
ROSA SPAGNUOLO VIGORITA GAGARIN SULLE TRACCE DI ABRAMO. LA QUESTIONE DELLA TECNICA NELL’OPERA DI EMMANUEL LÉVINAS 1. Alle origini della riflessione. Il viaggio intersiderale come desiderio dell’altrimenti 2. La tecnica verso l’indipendenza dal luogo 3. Tecnica, volto e disincanto 4. Sviluppo tecnico, uomo e natura tra Lévinas e Heidegger
ABSTRACT: Lévinas takes Jurij Gagarin’s space enterprise as a starting point to analyze the issue of technique and its consequences for the human. The importance of technical development, that is what it has in common with Judaism, resides in its ability to release man from the violence of enrootedness in the soil. In definite contrast to the anti‐ modernist heideggerian position, Lévinas thinks of the technique as a disembodiment from the paganism, hiding in exaltation of the rural landscape. Thanks to its demystifying essence, technology becomes a way of thinking about the ethics, outside the traditional ontological paradigm.
1.
Alle
origini
riflessione.
Il
della viaggio
intersiderale
come
desiderio dell’altrimenti «Cosmonauta voltarti
Gagarin
non
indietro».
Singolare come il titolo di una canzone dei nostri tempi riesca a rievocare il senso di quella tensione alla trascendenza che, agli occhi di Emmanuel Lévinas, segna il volo di Jurij Gagarin nello spazio. Sì, perché quello dell’astronauta russo è un viaggio verso l’altrove senza alcuna nostalgia del ritorno. Non si tratta dell’eroica avventura di un Ulisse moderno che, nella circolarità di un movimento totalizzante, parte per riapprodare alla sua terra
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