S&F_n. 4_2010
Domenico Parisi Una nuova mente Codice Edizioni, Torino 2006, pp. 200, € 16 È forse a partire da Galileo, dall’uso di un cannocchiale teso a decifrare, quantificare,
scandagliare
quella
natura che ai sensi ingannatori non è dato
comprendere,
che
la
scienza
sottrae alla filosofia lo scettro di regina dei saperi. La filosofia prima, che, come voleva Aristotele, studia l’essere in quanto essere, l’essere in generale, e che dunque abbraccia e scruta dall’alto di un orizzonte più ampio
le
altre
scienze,
rivolte
ciascuna a una particolare e limitata dimensione dell’essere, sembra gradualmente decadere: una deriva che dal moderno al post‐moderno la condurrà a divenire ancella delle scienze dure. È quanto delineato da Domenico Parisi, filosofo pentito e psicologo titubante alla ricerca di una nuova scienza della mente. Si tratta di un interessante percorso attraverso i modelli di conoscenza che va di pari passo con la biografia dell’autore: filosofo poco soddisfatto dell’aleatorietà di certe speculazioni, di una complessità linguistica che sembra rispecchiare poco “il reale” e molto più la versatile soggettività di chi quelle speculazioni elabora. Dalla filosofia dunque il nostro autore passa alla psicologia, che sembra garantire maggiore attenzione ai dati, alla sperimentazione, al fatto bruto che può essere quantificato e misurato e dar vita perciò a una teoria coerente. Quando l’oggetto del conoscere è l’umano e i suoi manufatti, le cose si complicano terribilmente: l’uomo, contemporaneamente soggetto e oggetto del proprio stesso sguardo, fatica a trovare un
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