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Anno XII n.3 | Luglio-Settembre 2017
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Soilmec Cartoline dall’Egitto Calzolari Perforazioni srl Il valore del cambiamento DAT instruments Il nuovo DAT WideLog
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/FC/004 - Campione Gratuito
n.3 | Luglio-Settembre 2017
L’azienda
Trevilsonda 000_COVER_PF_N3.indd 1
Desi Chinellato guida l’azienda di perforazioni di Spresiano, che non si è tirata indietro di fronte alla sfida di mantenere l’impresa di famiglia al passo con i tempi. E propone una formula per rinvigorire il settore
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Sommario
Anno XII n.3 Luglio-Settembre 2017
Soilmec Cartoline dall’Egitto Calzolari Perforazioni srl Il valore del cambiamento DAT instruments Il nuovo DAT WideLog
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/FC/004 - Campione Gratuito
n.3 | Luglio-Settembre 2017
Anno XII n. 3 - luglio-settembre 2017
L’azienda
Trevilsonda
Desi Chinellato guida l’azienda di perforazioni di Spresiano, che non si è tirata indietro di fronte alla sfida di mantenere l’impresa di famiglia al passo con i tempi. E propone una formula per rinvigorire il settore
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Direttore responsabile Mario Giunchedi – mario.giunchedi@scieditrice.com Direttore editoriale Manuela Cortesi – manuela.cortesi@scimedia.it
Editoriale di Manuela Cortesi
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Focus azienda > Calzolari Perforazioni srl Il valore del cambiamento
News > Le brevi a cura della redazione
di Luca Balduzzi p. 6
Hanno collaborato a questo numero: Luca Balduzzi, Alberto Bisson, Vincenza Camaggi, Porfirio Ferrari, Emanuele Giovannini, Cristiano Pinotti, Enrico Samorì, Riccardo Zironi
Preview fiere > Marmomac 2017
Focus macchina > EvoQuip Cobra 230
Progetto grafico e impaginazione Nico Ambrosino – nico.ambrosino@scimedia.it
Vetrina di un mercato in crescita
Il nuovo di EvoQuip
di Sandro Tozzi
Ufficio amministrazione Tel. +39 0542 22601 – E-mail: info@scimedia.it Abbonamenti Italia: € 36,00 | Estero: € 60,00 Ufficio abbonamenti: abbonamenti@scimedia.it Stampa GRAFICHE MDM - Forlì Pubblicità Concessionaria pubblicità esclusiva (Italia-Estero) AD COMMUNICATION Via E. Fermi, 6 - 20027 Rescaldina (MI) Tel./Fax +39 0331 1462600 Anna De Bortoli – mob. +39 348 9691420 annadebortoli@ad-communication.it Davide Ferrati – mob +39 331 5218050 d.ferrati@ad-communication.it Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su PF, traduzioni comprese, è riservata e non può avvenire senza autorizzazione scritta della casa editrice SCI media srl. Testi e materiali fotografici forniti in qualsiasi forma alla stessa non saranno restituiti, anche in caso di non avvenuta pubblicazione. SCI media srl non si assume responsabilità relative ai suddetti materiali, anche in caso di esemplari unici, e ad eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. Il materiale redazionale pervenuto a SCI media srl senza preventivi accordi sono da intendersi gratuiti anche se pubblicati. I nomi e le ditte pubblicati sono citati senza responsabilità, a puro titolo informativo, allo scopo di rendere un servizio al lettore.
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di Porfirio Ferrari
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Preview fiere > Expo Ferroviaria 2017 L’industria ferroviaria in mostra
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di Miri am Spada Preview evento > RemTech Expo 2017
Componenti > DAT Instruments
Bonifiche, riqualificazione, e prevenzione (multi) rischio
Il nuovo DAT WideLog
p. 18
di Miriam Spada
di Sandro Tozzi
Visto in fiera > Geotechnica 2017
Focus cantiere > Soilmec
Sempre più grandi
Cartoline dall’Egitto
p. 20
di Manuela Cortesi
di Miriam Spada
p. 44
p. 48
Focus cantiere > PERI srl Casseforme traslabili PERI al seguito di una delle frese meccaniche più grandi del mondo
di Sandro Tozzi
p. 54
Periodicità Sono previsti 4 numeri/anno, di cui 3 parzialmente in lingua inglese Spedizione Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/FC/004 Registrazione Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1286 del 25/10/2006 Iscrizione ROC: 29737
Focus azienda > Trevilsonda Una donna alla guida
di Luca Balduzzi
p. 22
Tecnologia > Autoperforanti Sirive Le fibre ottiche per il monitoraggio delle barre autoperforanti
di Alberto Bisson
p. 28 La questione > Siccità
PF - Rivista Italiana delle Perforazioni e Fondazioni SCI media srl Via Camillo Benso Conte di Cavour, 62 40026 Imola (BO) - Italia P. IVA 03618411205 | R.E.A. BO-533436 Tel. +39 0542 22601 | E-mail: info@scimedia.it www.scimag.news
Siccità: meno burocrazia per le perforazioni?
di Luca Balduzzi
p. 60
Per le immagini pubblicate si resta a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire
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Editoriale
Abusivismo: tra dire e il fare,
l’amministrazione locale di Manuela Cortesi
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gni scossa, un incubo. Case sbriciolate e interviste di rito a soccorritori impolverati, eroi di una perpetrata follia tutta italiana. Ischia come l’Abruzzo, come l’Umbria, come l’Emilia. Plauso alla macchina degli aiuti e fior fiore di raccolte fondi. Ma se tutto ciò non fosse inevitabile? Contro la fatalità delle scosse c’è poco da fare, ma l’esempio virtuoso di Norcia ancora una volta deve ricordarci che mettere in sicurezza le abitazioni certo non ferma il terremoto, ma ne limita i danni e salva vite umane. Eppure l’Italia è un ancora un continuum di spiagge invase da abitazioni abusive e poi sanate, case restaurate – o peggio ancora costruite – senza il minimo scrupolo nei confronti delle più basilari norme antisismiche. Eppure le leggi ci sono, ma lo Stato ha scelto di delegarne la responsabilità dell’applicazione agli enti locali. E i Comuni, per mantenere il consenso, non sempre sono così interessati a farle rispettare. L’Assemblea regionale siciliana ci ha regalato, appena qualche settimana fa, un esempio tipico di reinterpretazione della normativa: un capolavoro che esonera di fatto i Comuni dall’applicare la legge. Ad accendere i riflettori sulla questione – spiegata su Repubblica Antonio Fraschilla il 30 agosto, sempre attento a queste tematiche – grillini e Legambiente.
C’è una legge che consente alla Regione di commissariare i Comuni in via sostitutiva, da applicare in caso il Comune non faccia il proprio dovere in ambito edilizio: e già qui l’Assemblea è intervenuta, specificando che sarà possibile commissariare solo sindaco, giunta e consiglio. Poi una perla di burocratese: si dà la possibilità di realizzare grandi opere in deroga ai vincoli paesaggistici se per la Regione si tratta di un’opera di «pubblica utilità». E ancora: precluse dalla norma anche tutte le strutture che prima «dell’adozione del piano paesaggistico abbiano ricevuto parere favorevoli da parte di una amministrazione regionale o locale». Con l’ok del Comune dunque, tutto è lecito. Via libera all’abusivismo che deturpa il paesaggio e, nel peggiore dei casi, mette in pericolo vite umane. Dopo l’emergenza sono tutti pronti a intervenire, ma poi la terra si ferma, e con lei si sospendono in un limbo di ipocrisia tutte le iniziative e i buoni propositi. Si pensi a Casa Italia: Renzi lanciò subito dopo il terremoto dell’agosto 2016 un progetto di censimento e risanamento di milioni di euro per adeguare alle norme antisismiche un’infinità di strutture. Oggi di quell’impresa resta un nuovo dipartimento e una serie di slides sul sito del governo che sembrano il frutto di una lavorata alla bell’e meglio della domenica notte quando, dopo un weekend di baldoria, il lunedì qualcosa al prof bisogna pur consegnare. Tutto fermo, fino alla prossima scossa.◀
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News > Le brevi
ATAM
Nuovo solenoide antideflagrante per l’industria mineraria, chimica, petrolchimica e le raffinerie Un nuovo solenoide certificato ATEX e IECEx per gas e polveri per zona 2 e 1, si dimostra perfetto per tutte quelle applicazioni in atmosfere potenzialmente esplosive ATAM, azienda di riferimento nell’ambito delle bobine incapsulate e delle connessioni industriali, presenta al mercato una nuova gamma di 3 bobine per ambienti potenzialmente esplosivi, caratterizzate da diversi livelli di certificazione ATEX e IECEx. All’interno della gamma presentata da ATAM si distingue la nuova bobina 455 con custodia a prova di esplosione, certificata ATEX e IECEx per gas e polveri per zona 2 e 1, destinata ad applicazioni severe nell’oleodinamica. Il solenoide 455 presenta caratteristiche tecniche che lo rendono infatti completamente
sicuro in tutti quegli impieghi in atmosfera potenzialmente esplosiva, quali per esempio le applicazioni minerarie, nella chimica, la petrolchimica e le raffinerie. La bobina 455 proposta da ATAM si distingue per un corpo microfuso in acciaio a basso tenore di carbonio rivestito, come le sue flange, con un trattamento di Zinco-Nichel che ne migliora la resistenza all’ossidazione. La bobina può essere alimentata, a seconda delle esigenze del cliente, con tensione compresa tra 6 e 240V, sia in corrente continua che alternata, e può
operare con una pressione di esercizio pari a 350 bar dinamici e in un ampio range di temperature ambiente compreso tra -60°C e +80°C, in classi di temperatura T4, T5 e T6. La bobina 455 certificata ATEX e IECEx può essere fornita nella versione cablata o a cablare, per permettere al cliente di collegare il solenoide con la tipologia di cavo più idonea all’applicazione e in conformità alle normative vigenti. Le nuove generazioni di prodotti ATAM nascono dalla sinergia tecnica nello sviluppo e produzione di bobine incapsulate e connessioni industriali e dalla disponibilità di un laboratorio prove di ultima generazione che permette ad ATAM di simulare l’utilizzo combinato dei due prodotti, in ogni condizione, potendo così proporre alla clientela soluzioni ottimali in termini di affidabilità, qualità e convenienza.
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DECRETO LEGGE
Terre e rocce da scavo: arriva il decreto che semplifica il lavoro di oltre 150 imprese L’8 agosto scorso è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Presidente della Repubblica per disciplinare la gestione delle terre e delle rocce da scavo, entrato poi in vigore il 22 agosto. Il regolamento – il via libera dal Consiglio dei ministri risale al maggio scorso – riporta le regole vigenti in un testo unico per la gestione delle terre e rocce qualificate come sottoprodotti per tutti i cantieri, la disciplina del deposito temporaneo di quelle considerate come rifiuto, la gestione nei siti oggetto di bonifica. «Questo provvedimento» spiega il ministro dell’Ambiente Gian Luca Gallet-
ti, «è un passo in avanti fondamentale nella nostra visione di sviluppo sostenibile: quella dell’economia circolare, quella in cui le performance ambientali e la competitività del Paese viaggiano di pari passo.» Il decreto dovrebbe interessare oltre 150mila imprese e consentirà di ottenere un duplice risultato: «miglioriamo la tutela delle risorse naturali grazie al minore smaltimento in discarica e al minor utilizzo di materiale di cava, ma allo stesso tempo diamo più forza alle aziende che operano nel rispetto dell’ambiente con lavori nei cantieri più veloci e poten-
ziali minori costi derivanti dall’approvvigionamento di materia prima». L’obiettivo è di snellire le procedure burocratiche così che sia più facile per le aziende considerare terra e roccia non un rifiuto, ma come sottoprodotto. (fonte: ansa)
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News > Le brevi
MASSENZA
Nuovo grande successo per Massenza 7 perforatrici per pozzi d’acqua modello MI12 al lavoro nel Sud Est Asiatico Massenza non nasconde il modo d’orgoglio per aver ottenuto un così importante traguardo: la consegna di ben 7 unità della perforatrice MI12 nel Sud Est Asiatico. Le perforatrici, montate su camion 6x4, sono già al lavoro per l’implementazione della rete idrica nelle zone rurali con pozzi fino a 400 m di profondità.
Caratteristiche principali: ▶ Motore diesel John Deere con più di 200 CV ▶ Pannello di controllo idraulico su braccio girevole con pedana operatore per una completa visibilità ▶ Antenna per aste da 6 m con elevata capacità ▶ Tiro e spinta fino a 15.000 kg ▶ Testa di rotazione con coppia ele-
vata per pozzi d’acqua profondi ▶ Braccio carica aste automatico per maggiore produttività e sicurezza ▶ Argano principale e jib-boom con argano di servizio ▶ Morsa idraulica doppia con passaggio fino a 360 mm ▶ Pompa fango duplex 5 1/2” x 8” a bordo ▶ Pompa schiuma e lubrificatore a bordo
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ENI
Eni presenta la 16a edizione della World Oil and Gas Review Eni presenta la 16a edizione della World Oil and Gas Review, la rassegna statistica mondiale su riserve, produzione e consumi di petrolio e gas. Un particolare focus è dedicato alla qualità dei greggi e al settore della raffinazione. Quest’anno la Review presenta due importanti novità. Per la prima volta è inclusa una sezione dedicata alle fonti rinnovabili – biocarburanti, eolico e solare – ed è divisa in due volumi distinti per fornire un quadro più preciso e puntuale dei mercati dell’energia: la qui presente World Oil Review e la World Gas & Renewables Review, che sarà pubblicata in autunno. Nel 2016 le riserve di greggio sono leggermente aumentate (+0,2%) principalmente per effetto del contributo di riserve addizionali in Iraq. I paesi OPEC confermano il primato per riserve possedute (pari al 74% del totale mondiale), con il Venezuela al primo posto per l’importante contributo dell’Orinoco Belt. La produzione petrolifera mondia-
le rimane pressoché allo stesso livello del 2015 (+0,3%). Tra i grandi produttori, gli Stati Uniti, la Cina e il Venezuela hanno mostrato la diminuzione più significativa mentre i paesi OPEC del Medio Oriente, guidati da Iran, Iraq e Arabia Saudita, hanno segnato un altro record annuale in termini di crescita. In linea con l’evoluzione della produzione, emerge una discontinuità significativa in termini di qualità del greggio rispetto al 2015. La diminuzione del tight oil in USA ha determinato la diminuzione della categoria Light & Sweet, mentre una produzione superiore dei paesi OPEC del Medio Oriente ha comportato un aumento della categoria Medium & Sour. Quest’anno è stato incluso un nuovo capitolo sui bilanci regionali del greggio. Il surplus in Medio Oriente rimane il più alto e in ulteriore incremento nel 2016. Il deficit più ampio è nella regione Asia e Pacifico, dove la domanda di
greggio continua a crescere, mentre il Nord America ha dimezzato il proprio deficit a causa dell’incremento della produzione nazionale. La domanda mondiale di petrolio è cresciuta dell’1,7%, a un tasso inferiore a quello del 2015 (2,2%), quando i prezzi del petrolio erano scesi drasticamente. Tuttavia, la crescita rimane ben al di sopra della media degli ultimi cinque anni (2011-2015) pari all’1,5%. Per il secondo anno consecutivo, i paesi OCSE hanno contribuito positivamente alla crescita globale, tuttavia i paesi non OCSE continuano a trainare la domanda con oltre il 75% dell’incremento. La capacità di raffinazione mondiale è aumentata di 1,5 Mb/g guidata da Medio Oriente e Asia, dove è aumentata complessivamente di 1 Mb/g. In Europa, il processo di razionalizzazione iniziato nel 2009 si è quasi arrestato grazie al rafforzamento dei margini di raffinazione.
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News > Le brevi ATLAS COPCO
Atlas Copco aggiunge tre nuovi modelli a LED alla gamma di torri faro HiLight Atlas Copco ha ampliato la sua gamma di torri faro HiLight con il lancio di tre nuovi avanzati modelli a LED del tipo plug-and-light, ovvero P2+, V2+ e V3+, facilmente collegabili a qualsiasi alimentazione di corrente (alimentatore ausiliario, generatore portatile o rete elettrica). Efficienza dal punto di vista energetico, manutenzione ridotta al minimo, facile trasportabilità e movimentazione in sicurezza sono le caratteristiche di questi nuovi tre modelli Ideale per l’illuminazione di eventi all’aperto in qualsiasi parte del mondo, la torre faro HiLight P2+ può illuminare a 360º un’area di 2.000 m2: una zona luminosa maggiore rispetto a quella garantita dalle torri faro a pallone. Le lampade a LED da 320 W sono disposte in un alloggiamento cilindrico in polieti-
lene, a prova di intemperie, che impedisce alle lampade di bruciarsi, prolungandone così la vita utile. L’intero complesso pesa appena 45 kg, è straordinariamente robusto ed è certificato per una stabilità al vento fino a 50 km/h. La colonna verticale può essere elevata manualmente fino a 5,5 metri di altezza. Progettate per l’uso in cantieri sia stradali che edilizi, HiLight V2+ e V3+ sono alloggiate su un sottocarro a quattro ruote per la facile movimentazione. Ambedue i modelli sono dotati di un telaio in acciaio heavy-duty e protetti da paraurti in polietilene fabbricati con gli stessi standard elevati della cofanatura HardHat di Atlas Copco. La torre faro V2+ è caratterizzata da lampade a LED da 320 W per una copertura luminosa di 2.000 m2. La torre faro HiLight V3+ presenta 4 lampade a LED, ciascuna da 120 W, combinate con ottiche direzionali appositamente progettate, capaci di illuminare un’area di 3.000 m2. Inoltre, V2+ e V3+ sono equipaggiate di una colonna verticale, ad azionamento
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manuale, che può essere estesa fino a 5,5 metri in altezza e che consente una rotazione di 9º. «Le nostre nuove torri faro HiLight sono progettate per agevolare i lavori creando un ambiente di lavoro sicuro e ben illuminato, per una maggiore produttività», afferma Felix Gomez, Product Marketing Manager for Light Solutions presso la Divisione Energia Portatile di Atlas Copco. «Ma non solo: le lampade a LED non tendono a bruciarsi e hanno una durata utile di 30.000 ore, contribuendo così a ridurre i costi di manutenzione e a prolungare gli intervalli tra una manutenzione e l’altra.» Se non è possibile l’accesso alla rete elettrica ed è necessario un generatore portatile, Atlas Copco raccomanda di utilizzare i suoi generatori compatti IP, che sono portatili e poco rumorosi. Il controllo intelligente della velocità variabile, insieme alla possibilità di erogazione in parallelo, garantisce l’energia necessaria al minore consumo di carburante possibile, adattando la velocità del motore alle condizioni di carico.
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News > Le brevi
SAIPEM
Saipem si aggiudica un nuovo contratto E&C Onshore in Kuwait del valore di circa 850 milioni di USD Saipem si è aggiudicata un nuovo contratto nel segmento E&C onshore del valore di circa 850 milioni di USD, per le attività di ingegneria, approvvigiona-
mento, costruzione e commissioning per il progetto Feed Pipelines for New Refinery Project (NRP) relativo allo sviluppo della nuova raffineria di Al Zour, situata nel sud del Kuwait. Il contratto è stato assegnato da Kuwait Oil Company (KOC), società controllata dalla compagnia petrolifera nazionale del Paese del Golfo, la Kuwait Petroleum Corporation (KPC). Lo scopo del lavoro riguarda la realizzazione di un sistema di condotte di vario diametro, della lunghezza di circa 450 km, per il trasporto di petrolio greggio e di gas da diversi punti di raccolta e di distribuzione di KOC (KOC South Tank Farm manifolds) alla nuova raffineria di Al Zour. Il progetto comprende inoltre la realizzazione della rete di trasporto dei prodotti raffinati ver-
so le aree di stoccaggio presenti nella raffineria di Mina Al Ahmadi, i quali saranno utilizzati anche per l’alimentazione della Northern Power Station di proprietà dell’Ente Ministeriale per l’acqua e l’elettricità. «Accogliamo con particolare soddisfazione l’aggiudicazione di questo nuovo contratto da parte di un importante cliente quale KOC, sia perché esso segna un nuovo successo nel segmento dell’E&C onshore sia, soprattutto, perché rafforza e consolida la nostra presenza in Kuwait, Paese in cui operiamo da oltre 30 anni e in cui abbiamo costruito solide e durature relazioni che riflettono il nostro modello di business sostenibile», ha commentato Stefano Cao, Amministratore Delegato di Saipem.
SCIENZA
La NASA vuole perforare il super vulcano di Yellowstone prima che distrugga gli Stati Uniti Uno studio della NASA dimostra che il vulcano più grande di Yellowstone rappresenta una minaccia alla vita sulla Terra, più di qualsiasi asteroide proveniente dallo spazio. E propone di intervenire La NASA dichiara che il super-vulcano di Yellowstone rappresenti una minaccia maggiore alla vita sulla Terra più di qualsiasi asteroide che possa cadere dal cielo. Il Parco Nazionale di Yellowstone è una delle mete più famose e note degli Stati Uniti. Natura incontaminata, splendidi paesaggi, piscine naturali calde e colorate, innumerevoli geyser attirano decine di migliaia di visitatori ogni anno.
Ma sotto questi meravigliosi scenari si celerebbe un mostro davvero pericoloso. Un’enorme bolla di magma si nasconde infatti sotto la crosta terrestre. È stato calcolato che contenga circa 250 miliardi di chilometri cubici di roccia fusa. Una bolla che scientificamente è definita come super-vulcano. «Sono stato membro del consiglio consultivo della NASA che si occupa della dife-
sa del pianeta. Abbiamo studiato i modi per difendere il pianeta dagli asteroidi e dalle comete», ha riferito Brian Wilcox del Laboratorio Jet Propulsione (JPL) della NASA. «Ma sono giunto alla conclusione durante questo studio che la minaccia del super-vulcano è sostanzialmente più imminente della minaccia rappresentata da asteroidi o comete.» Ci sono circa 20 cosiddetti super-vul-
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cani noti sulla Terra, dice la NASA. Anche l’Italia ha un super-vulcano, nei Campi Flegrei del golfo di Pozzuoli. Un vero gigante se si considera che la sua caldera ha un raggio di ben 15 km. Non per niente è considerato il terzo super-vulcano più pericoloso del mondo dopo quello nel parco di Yellowstone e il Lago Toba in Indonesia. Una grande eruzione di un super-vulcano si verifica in media una volta ogni 100.000 anni. E queste probabilità sono molto più alte rispetto al fatto che si possa verificare nuovamente un impatto di una cometa tale da compromettere la vita sulla Terra, come accaduto nell’era dei dinosauri. Il super-vulcano di Yellowstone in particolare erutta in media ogni 600.000 anni. E l’ultima eruzione risalirebbe proprio a 600.000 anni fa. Così la NASA non ha perso tempo e ha incaricato un team per capire come prevenire una super eruzione.
La terra in pericolo
Perforare per sopravvivere
Un super-vulcano è qualcosa di davvero diverso dalla concezione comune che si ha del vulcano tradizionale, inteso come un cono di roccia e cenere che occasionalmente erutta catastroficamente. È invece qualcosa che si estende in orizzontale, un vasto spazio di crosta collassata che può coprire centinaia di chilometri quadrati. L’eruzione non avverrebbe con un botto: enormi quantità di magma e nuvole di fumo si riverserebbero ovunque, seppellendo gran parte degli Stati Uniti sotto uno spesso strato di cenere e lava. Nel caso eruttasse il super-vulcano di Yellowstone, il clima del mondo muterebbe per diversi secoli. Nella storia del nostro pianeta questo è già accaduto, come dimostrano campioni di terreno contenenti flussi di antica lava sparsi per centinaia di chilometri, e spessi altrettanto. E le cadute di cenere furono ancora più spaventose.
Gli scienziati della NASA propongono di realizzare fori di 10 km ai lati della camera magmatica. I fluidi - gli stessi responsabili dei geyser di Yellowstone - già di per sé riescono a dar sfogo a circa il 6070 per cento del calore dalla camera di magma sottostante. In caso però i fluidi non disperdano sufficientemente calore sarebbe possibile iniettare acqua fredda nei fori così da estrarre ancora più calore. Si impedirebbe così al magma del super-vulcano di raggiungere una temperatura tale da causare l’eruzione vera e propria. Un progetto del genere arriverebbe a costare almeno 3,5 miliardi di dollari, ma c’è possibilità che arrivi ad autofinanziarsi: il vapore dell’acqua surriscaldata potrebbe infatti essere impiegato per ottenere energia elettrica. «Si ricompenserebbe l’investimento iniziale e si potrebbe ricevere elettricità in quantità tale da alimentare l’area circostante potenzialmente per per decine di migliaia di anni», dice Brian Wilcox della NASA.
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Preview fiere > Marmomac 2017
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armi e graniti: lo scenario mondiale è tutt’altro che cupo. Nel solo 2016 l’estrazione ha visto una crescita del 3% e un interscambio globale a quota 22 miliardi di euro. Sui mercati esteri si registra nuovo record storico per i prezzi dei materiali lapidei lavorati e tecnologie made in Italy. Un settore che si riconosce in un unico appuntamento: Marmomac. Dal 27 al 30 settembre, torna alla Fiera di Verona la 52ª edizione del più importante e completo salone internazionale dedicato alla filiera del pietra naturale, dai prodotti grezzi ai semilavorati e finiti, dai macchinari, tecnologie e accessori per la lavorazione fino alle ultime applicazioni nell’architettura e nel design.
Marmomac 2017: vetrina di un mercato in crescita La 52ª edizione del salone sul business e la cultura della pietra naturale dal 27 al 30 settembre di Sandro Tozzi
Marmomac accompagna e riflette l’evoluzione di un comparto che nel 2016 ha visto aumentare del 3% sul 2015 l’attività mondiale di cava, con 145 milioni di tonnellate di marmi e graniti estratti. E anche se negli ultimi venti anni sono mutati gli equilibri di mercato – con il baricentro sempre più spostato in Asia, grazie a Cina, India e Turchia che insieme esprimono oltre il 55% della produzione lapidea globale –, il ruolo guida nel business, nella cultura, formazione e sperimentazione di settore resta a Verona e si identifica con Marmomac. Il salone, infatti, si è sviluppato in uno dei maggiori distretti di lavorazione della pietra al mondo ed è espressione dell’eccellenza unica del made in Italy. Anche se l’export lapideo italiano nel 2016, dopo sei anni consecutivi di crescita, ha rallentato del 4%, fermandosi a un controvalore di 2,1 miliardi di euro, il valore aggiunto dei materiali lavorati dalle aziende tricolori ha toccato il massimo storico, raggiungendo la quotazione di 60 euro al metro quadrato, contro una media dei concorrenti che si ferma a 32 euro.
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Stesso discorso per i macchinari e le tecnologie dedicate che vedono primeggiare quelle progettate in Italia, con una quota del 38% delle vendite complessive e un prezzo al quintale salito dai 1.112 euro del 2015 ai 1.184 dell’anno scorso, nonostante, anche in questo caso, le esportazioni nel 2016, pari a 680 milioni di euro, abbiano registrato una contrazione dell’11 per cento. «Marmomac», commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, «a ogni nuova edizione rafforza la propria leadership di piattaforma globale per business, formazione e innovazione legati alla pietra naturale. Un ruolo riconosciuto anche dal Governo italiano che dal 2015 ha inserito la rassegna tra quelle strategiche nell’ambito del Piano di promozione straordinaria del made in Italy portato avanti dal Miseministero per lo Sviluppo economico e da Ice-Agenzia. Anche per questa edizione continua il percorso di sviluppo della manifestazione che sarà rafforzato ulteriormente dalla recente trasformazione di Veronafiere in SpA, dal nuovo piano industriale da 100 milioni di euro di investimenti al 2020 e dalla digital transformation collegati». Il successo di Marmomac risiede soprattutto dalla capacità di coniugare gli affari alla cultura di un prodotto che in Italia ha tradizioni millenarie ma guarda al futuro. Un concetto che a Marmomac 2017 trova espressione con The Italian Stone Theatre: un padiglione di 3.500 metri quadrati allestito in collaborazione con Mise, Ice e Confindustria Marmomacchine, dove tre mostre – Territorio & Design, Macchine Virtuose e Soul of City – raccontano l’iterazione tra pietra, tecnologie di lavorazione, sperimentazione e design attraverso progetti d’avanguardia di famosi architetti e designer. Marmomac da sempre fa dell’internazionalità uno dei punti di forza come dimostrano i numeri dell’edizione 2016,
con il 64% del 1.670 espositori e il 60% dei 67mila visitatori provenienti dall’estero, da oltre 145 nazioni. «I dati 2017, seppur non ancora definitivi», spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, «indicano anche quest’anno un incremento delle aziende straniere con nuove presenze da Argentina, Georgia, Irlanda, Messico e Slovenia mentre tra le collettive di buyer già confermate spiccano quelle di alcuni Paesi come l’Iran, quinto produttore lapideo al mondo, e Corea del Sud, terzo importatore di materiali dell’area asiatica, con un boom del 24% nel 2016. Il profilo internazionale di Marmomac cresce ad ogni edizione potendo contare sul programma di iniziative di Veronafiere che presidiano
IN SINTESI MARMOMAC Dove Quando Frequenza Settori Espositori Superficie Visitatori Sito internet
Nord America, Nord Africa e Sud America dove siamo presenti con Veronafiere do Brasil, controllata del Gruppo, senza dimenticare l’esplorazione di nuovi mercati come il Libano, meta quest’anno della missione commerciale We speak stone». Sempre sul fronte dell’attività di incoming di operatori dall’estero, prosegue anche nel 2017 la collaborazione di Marmomac con Ice e Confindustria Marmomacchine tra le attività legate al Piano di promozione straordinaria del made in Italy, promosso dal Mise. A Verona è inoltre previsto l’arrivo di selezionate delegazioni commerciali, protagoniste di incontri b2b, momenti di formazione tecnica e visite alle aziende del territorio.◀
52ª edizione del salone internazionale dedicato alla filiera della pietra naturale, dai prodotti grezzi ai semilavorati e finiti, dai macchinari e le tecnologie per la lavorazione alle possibili applicazioni della pietra nell’architettura e nel design Verona - Veronafiere dal 27 al 30 settembre 2017 annuale marble stone & design, unprocessed stone, machinery and equipment, tools and chemical 1.670 80.439 m2 67.186 www.marmomac.com
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Expo Ferroviaria 2017: l’industria ferroviaria in mostra Trend positivo di presenze che si terrà dal 3 al 5 ottobre a Rho Fiera Milano di Miriam Spada
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resce l’attesa per la nuova edizione di EXPO Ferroviaria, completamente rinnovata a partire dalla location e dalle partecipazioni sempre più numerose e internazionali. Dal 3 al 5 ottobre a Rho Fiera Milano il mondo ferroviario sarà protagonista all’unico evento italiano del settore. A seguito delle numerose richieste sono stati creati stand addizionali nel padiglione 2 di Rho Fiera Milano: sono già oltre 300 gli espositori provenienti da 19 paesi. Sono circa 80 le nuove società che prenderanno parte all’evento, tra queste troviamo player come Alstom Ferroviaria, Knorr-Bremse Rail Systems Italia e Voith Turbo. Altre sono aziende che riconfermano la loro presenza, come Hitachi Rail Italy, Vossloh AG, Faiveley Transport a Wabtec Company e la giapponese JR - East insieme a molti altri nomi rappresentanti di tutti i settori del mercato ferroviario. Una delle più importanti novità espositive è l’area esterna che consentirà alle aziende di esporre materiale rotabile e macchinari per la manutenzione: qui i produttori presenteranno i nuovi prodotti ai professionisti del settore. Lo spazio si trova nelle immediate vicinanze del centro espositivo di Rho Fiera, presso il deposito di manutenzione Fiorenza Trenord, partner dell’esposizione e sarà lo scenario ideale per essere a contatto con le tecnologie più avanzate All’interno del padiglione espositivo, l’area infrastrutture con oltre 80 società partecipanti, sottolinea la grande importanza che questo settore occupa all’interno dell’industria, così come l’area binari, che metterà in mostra prodotti e attrezzature. Milano rappresenta uno dei principali snodi ferroviari, in particolare per l’alta velocità a livello italiano e
internazionale e il settore ferroviario della Lombardia rappresenta una parte chiave della rete nazionale, garantendo un servizio locale e regionale importante. Ampliando l’orizzonte a tutta la penisola, il Piano Industriale del 2017-2016 di Ferrovie dello Stato Italiane prevede 14 miliardi di investimento in Lombardia e una spesa totale del valore di 94 miliardi di Euro previsto per i prossimi 10 anni. Cinque i pilastri strategici di questo piano: mobilità integrata anche con un coinvolgimento di tutti gli operatori del settore; logistica integrata, con una radicale riorganizzazione del comparto merci; integrazione fra le infrastrutture sia ferroviarie sia stradali; sviluppo internazionale e digitalizzazione, come fattore abilitante di tutto il Piano. Tutti temi che saranno affrontati a EXPO Ferroviaria che comprenderà un intenso programma di conferenze, seminari, visite tecniche e presentazioni degli espositori, intensificando l’esperienza dei visitatori con dibattiti e opinioni di rilievo sulle tendenze tecnologiche. Gli show partner di EXPO Ferroviaria 2017 rappresentano sia i settori della fornitura che gli operatori nazionali e regionali leader del servizio ferroviario in Italia. Questi includono Ferrovie
IN SINTESI EXPO Ferroviaria Dove Quando Frequenza Settori
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dello Stato Italiane, operatore ferroviario nazionale e Trenord, la quale fornisce servizio passeggeri nella regione Lombardia. Sostengono l’evento anche Gruppo Torinese Trasporti (GTT) azienda del trasporto pubblico di Torino, e ASSTRA, associazione del trasporto pubblico regionale e locale. Partner di lunga data dell’appuntamento italiano il Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani - CIFI e da questa edizione la società di ingegneria MM SpA, che ha progettato e controllato la costruzione di tutte le linee metropolitane di Milano. A rappresentare i fornitori, tra i sostenitori dell’esposizione troviamo ASSIFER - Associazione dell’Industria Ferroviaria, ANIAF - Associazione Nazionale Imprese Armamento Ferroviario e ANCEFERR - Associazione Nazionale Costruttori Ferroviari Riuniti. EXPO Ferroviaria è organizzata da Mack Brooks Exhibitions (www. mackbrooks.com). Leader mondiale nella gestione di eventi commerciali in diversi settori: trasporti, infrastrutture, manifattura, chimica. Per il settore ferroviario, la società organizza regolarmente eventi di successo tra cui SIFER a Lille, in Francia, Railtex e Infrarail, entrambe nel Regno Unito.◀
EXPO Ferroviaria è l’unica esposizione in Italia interamente dedicata al settore ferroviario Milano - Fiera Milano a Rho dal 3 al 5 ottobre 2017 annuale materiale rotabile, costruzione binari e infrastruttura, segnalazione, comando treni e sistemi di comunicazione, manutenzione vetture, manutenzione infrastruttura, informazione passeggeri e sistemi di biglietteria 345.000 metri quadrati espositivi coperti e 60.000 metri quadrati all’aperto oltre 300 5.500 www.expoferroviaria.com
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Preview evento > RemTech Expo 2017
Bonifiche, riqualificazione, e prevenzione (multi) rischio Dal 20 al 22 settembre si terrà RemTech Expo 2017, l’unico evento internazionale dedicato alle bonifiche e alla tutela del territorio dai rischi naturali e ambientali di Miriam Spada
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emT ech Expo 2017 è l’unico evento in Europa dedicato ai temi delle bonifiche e della tutela del territorio dai rischi naturali e ambientali. L’XI edizione si tiene a Ferrara dal 20 al 22 settembre 2017 presso FerraraFiere, Gruppo BolognaFiere. Ogni anno esperti nazionali e internazionali, pubblici e privati, imprese altamente specializzate e innovative partecipano a RemTech Expo presentando a un panel selezionato di visitatori e buyer potenziali, tecnologie, strumenti e servizi qualificati per la conoscenza, la gestione e la tutela del territorio. I settori di preminente interesse per la comunità di RemTech Expo 2017 sono: ▶ le bonifiche dei siti contaminati e la riqualificazione - RemTech e RemTech Europe; ▶ la tutela delle coste, la gestione dei sedimenti e i porti - Coast; ▶ la gestione dell’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico – Esonda; ▶ il rischio sismico - Sismo; ▶ la sostenibilità delle opere – Inertia; ▶ inoltre quest’anno sarà presentato il nuovo segmento dedicato alla rigenerazione urbana - Rigenera city; ▶ mentre in parallelo saranno dibattuti per la prima volta i temi del rischio chimico e chimica verde ChemTech - e rischio nucleare. A settembre a Ferrara, sarà inoltre presentata la prima International School On Land Monitoring, che affiancherà la storica RemTech School e abbraccerà tutti i settori della conoscenza e della difesa del territorio con un’attenzione sempre più chiara alle tecnologie di ultima generazione. Commissione europea, Jrc, Unesco, Camera dei Deputati, Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministero dell’Ambiente, Commissario Straordinario Taranto, ministero dello Sviluppo Economico,
ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, Autorità di Sistema Portuale, Regioni, Consorzi di Bonifica, Confindustria, ENI, Syndial, ENEL, Sogin, ANAS, Italferr, Solvay, sono solo alcuni degli interlocutori chiave di questa edizione. Già da alcuni mesi, tavoli di confronto, dibattiti pubblico-privati e moduli formativi, sono stati avviati in collaborazione con alcuni tra i principali key player, Commissione Bicamerale d’inchiesta sugli Illeciti Ambientali, Unione Petrolifera, Assoporti e Assomarinas, allo scopo di condividere conoscenze, aggiornamenti, best practices e prospettive nei settori di comune interesse e di avvicinare la richiesta di servizi e tecnologie e l’offerta di prestazioni e soluzioni innovative. Nel mese di giugno 2017, in Cina, a Pechino, assieme al ministero dell’Ambiente e alla regione Emilia-Romagna, e ad alcune selezionate imprese italiane, è stato firmato un importante accordo con il governo cinese che pone RemTech Expo al centro di una piattaforma tecnologica che favorirà le imprese italiane verso il mercato cinese dell’ambiente. A settembre, a Ferrara, verrà inoltre siglato un rinnovato accordo di cooperazione tra RemTech Expo e il ministero dell’Ambiente per l’avvio di nuove attività di sviluppo su alcuni segmenti focali
IN SINTESI RemTech EXPO Dove Quando Frequenza
Argomenti
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e strategici per il sistema Paese Italia. Anche l’Europa sarà grande protagonista di questa edizione e dell’ampia programmazione di appuntamenti previsti durante le giornate di RemTech Expo. Il programma degli appuntamenti sarà affiancato da “finestre” internazionali di scambio alle quali si affacceranno Paesi target extra Europei in progressiva crescita ed espansione quali la Cina, l’India, il Brasile e la Turchia. Allo scopo di mantenere costante l’aggiornamento e la condivisione delle opportunità messe a disposizione da RemTech Expo, una robusta campagna di comunicazione è stata avviata mediante strumenti tradizionali, innovativi e social network, facebook, twitter, linkedin. Ogni momento della programmazione e sviluppo di questa edizione di RemTech Expo è stato seguito da Ricicla.tv, webtv e media partner, che, in occasione della manifestazione, tramite una cabina di regia allestita all’interno della struttura, coordinerà momenti focali e dibattiti nell’ambito di un palinsesto nel quale saranno coinvolti i grandi protagonisti di questa edizione. RemTech Expo 2017 si svolgerà quest’anno in un quartiere rinnovato, tecnologico, sostenibile e smart che offrirà la sua massima espressione nel 2018 quando saranno completati tutti i lavori di riqualificazione del Quartiere Fieristico.◀
11ª edizione dell’unico evento in Europa dedicato ai temi delle bonifiche e della tutela del territorio dai rischi naturali e ambientali Ferrara - FerraraFiere dal 20 al 22 settembre 2017 annuale le bonifiche dei siti contaminati e la riqualificazione, la tutela delle coste, la gestione dei sedimenti e i porti, la gestione dell’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico, il rischio sismico, la sostenibilità delle opere, rigenerazione urbana, rischio chimico e chimica verde e rischio nucleare www.remtechexpo.com
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Visto in fiera > Geotechnica 2017
Geotechnica 2017: sempre più grandi La più importante conferenza e mostra di geotecnica del Regno Unito si è svolta il 12 e il 13 luglio di Manuela Cortesi
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nche quest’anno Geotechnica (12 e 13 luglio), la più importante fiera del settore del Regno Unito, ha lasciato soddisfatti i partecipanti e gli espositori. Forse non troppo frequentata dai media italiani, Geotechnica sta diventando invece un punto di riferimento per tutta l’industria geotecnica sicuramente inglese e, piano piano, internazionale. Nata nel 2009 e ora certo la più grande conferenza e mostra di geotecnica del Regno Unito, l’evento si svolge annualmente nel Warwickshire Exhibition Centre (a 45 minuti di macchina da Birmingham) con l’obiettivo riunire tutte le
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aree dell’industria geotecnica che si occupano di perforazione e non solo, dai fornitori e dai produttori sino ai clienti. Un momento d’incontro importante anche per capire dove sta portando la tecnologia e la ricerca in ottica di tutela ambientale. Hanno partecipato grandi realtà del mondo della perforazione italiani e non solo (per citarne alcuni, Casagrande UK, Drill Service S.r.l., Comacchio e molti altri: sono oltre 300 le aziende presenti.)
Uno sguardo alle conferenze L’Association of Geotechnical and Geoenvironmental Specialists (AGS) e la British Drilling Association (BDA) hanno tenuto banco durante la prima sessione per aggiornare i presenti in merito all’indagine congiunta AGS / BDA 2016. Le due associazioni hanno infatti realizzato una sorta di task-force con la volontà di porre sotto ai riflettori lo stato attuale dell’industria che sfrutta il
sottosuolo nel Regno Unito e mettere a fuoco le sfide per l’industria del futuro. Non male vero? Si è poi discusso di salute e sicurezza sul lavoro e su tematiche di attualità quali le implicazioni tra Brexit, Health and safety legislation e la legislazione europea. Un momento è stato dedicato a come le industrie possano migliorare la sicurezza sul posto di lavoro e tutelare la salute dei lavoratori (controllo delle polveri, salute mentale, stanchezza ecc.).◀
L’OPINIONE - Comacchio S.r.l. «Come di consueto noi eravamo rappresentati dal nostro rivenditore “storico” per il Regno Unito, la ditta JKS Boyles, alla quale si è affiancato quest’anno un nostro nuovo partner per il mercato inglese, la ditta North Equipment, che ha preso in mano la distruzione della linea di prodotti Comacchio per la perforazione di grosso diametro (CH line). Grazie a questa sinergia siamo riusciti a esporre per la prima volta ad una fiera inglese la macchina CH 450, primo modello della gamma pali Comacchio, nello specifico allestimento CH 450 CFA T4 XL,
dedicato alle lavorazioni CFA. Nello stand a fianco, a cura di JKS Boyles, erano invece esposte due GEO 205, di cui una nello speciale allestimento a 3 teste, una GEO 300 e una GEO 405 per quanto riguarda il segmento della geotecnica (essendo le indagini del sottosuolo l’argomento principale della fiera) e una MC 8 per il segmento delle fondazioni. Altre perforatrici Comacchio erano visibili sugli stand di ditte nostre clienti (tra cui SM Associates) che hanno scelto di esporre alcune macchine della loro flotta. Particolarmente interessanti
quelle allestite con sistema SAFER G fornito dalla Equipe Group, che è la stessa società che organizza la fiera. Essendo gli inglesi molto attenti alle tematiche legate alla sicurezza, queste soluzioni tecniche sono particolarmente interessanti e richieste da questo mercato, ma non è escluso che in futuro possano diffondersi anche altrove. A detta dei nostri rivenditori inglesi questa edizione di Geotechnica è stata la migliore di tutti i tempi come affluenza, aiutata anche dal bel tempo.»
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Una donna alla guida L’azienda di perforazioni di Spresiano, in provincia di Treviso, vanta una particolarità probabilmente unica nel suo genere: al timone c’è una donna, Desi Chinellato, che non si è tirata indietro di fronte alla sfida di mantenere l’impresa di famiglia al passo con i tempi di Luca Balduzzi
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na donna alla guida di un’azienda di perforazioni: è la storia di Desi Chinellato e della Trevilsonda di Spresiano (Treviso). E di una passione di famiglia: «Ho sviluppato esperienza grazie a mio papà, che è stato per più di sessant’anni perforatore e uomo con un’innata passione verso questo settore. Mi ha trasmesso passione, esperienza anche sul campo e determinazione».
Come ci si sente a essere una donna al timone di questo genere di impresa? «La determinazione è la caratteristica che mi ha ancorato al settore, duro, chiuso, fatto di uomini. Fatto di aziende condotte da padre, figli e fratelli, ma nessuna donna. In tutti i settori di cantiere le donne in Italia non ci sono, o sono poche, non sono culturalmente accettate. Nel mio settore è dura, lo è sempre stato, e se all’inizio sfidavo i muri invalicabili che si contrapponevano fra la mia professionalità e l’acquisizione del lavoro, ora, con gli anni,
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ho imparato ad aggirare l’ostacolo. Ho dovuto fare un passo indietro, mi presento “accompagnata” (la figura maschile rassicura il cliente), poi quando comincio a parlare, a spiegare le cose acquisisco fiducia e il fatto che io sia una donna passa in secondo piano. Ho preso un titolo di studio (una laurea ottenuta da studente lavoratore) per equipararmi ai professionisti. Ho la patente per guidare il camion, l’ho presa molti anni fa: per capire il lavoro devi lavorare, ti devi mettere nelle stesse condizioni dei tuoi operai. Ti devi guadagnare più fiducia e stima di un qualsiasi altro uomo, anche se quest’ultimo ha molto meno esperienza.»
Un esempio? «Nel 2010, a crisi iniziata, ho deciso di fare un leasing e acquistare una nuova macchina di perforazione. Mi hanno dato della pazza. La crisi ci deve insegnare, si deve capire che è il momento di cambiare, o si fa un passetto avanti o si rimane fermi immobili. Certo non sono ricca, a differenza di molti colleghi, ho preferito investire sull’azienda, penso ai lavoratori, alla sicurezza, ai cantieri che rispettano le normative: questo è fare impresa, l’immobilismo non è impresa. L’essere così innovativi in un settore fermo culturalmente è considerato un difetto, non un pregio. Negli anni ho ricevu-
to molta stima da fornitori e colleghi. Questo mi ha aiutata a non mollare e a sfidare questo settore. Molto spesso mi sento dire “Ah, se mio figlio valesse la metà di te!”. I fornitori mi accordano dilazioni di pagamento e favori perché ho dei modi gentili e collaborativi, perché nonostante l’ambiente sia rozzo e duro, non può non apprezzare la mia sensibilità femminile. Niente urla, niente insulti e risoluzione delle criticità con freddezza, senza mai perdere la gentilezza e l’educazione: non guasta e questa nota rosa viene apprezzata. Discuto molto, sono curiosa e con i fornitori spesso facciamo lunghe chiacchierate per materiali nuovi,
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per innovare e far progredire un settore troppo fermo e obsoleto.»
Non avere mai rinunciato alla vostra caratteristica particolare di essere una azienda a conduzione familiare è stato/continua a essere di aiuto nell’affrontare questo periodo di crisi economica? «Sono convinta che le aziende debbano strutturarsi per affrontare il mercato europeo e per investire nel futuro,
senza però perdere il valore aggiunto dell’impresa familiare, cioè la fiducia e la rassicurazione che questo crea nel cliente. Si può far tutto. Se non ci siamo arrivati prima, la crisi dovrebbe averci fatto guardare un po’ più in là del nostro naso. Si deve creare rete d’impresa, si devono creare forze maggiori. Con queste caratteristiche possiamo investire, strutturarci, creare nuovi posti di lavoro e delegare. L’idea che un’azienda faccia perno solo su una persona non può più esistere.
Un’azienda è fatta di tutti i dipendenti e di tutti i collaboratori. I ruoli vanno delegati, responsabilizzati.»
I suoi colleghi lo hanno capito? «Da molti anni cerco di intrattenere rapporti con altre aziende del settore per creare sinergie, ma questa visione d’insieme e di futuro non è stata ancora messa a fuoco, soprattutto in un settore non riformato e fatto di troppe piccole aziende, che non hanno neppure dipendenti. L’impresa è un’altra
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cosa dal profitto in sé, servono energie, e queste le possiamo trovare solo facendo rete. Ho fatto diverse proposte, ma nessuna impresa, al momento, si è fatta avanti. Sono disposta a cedere il mio ruolo da “paron”, come si direbbe qui in Veneto, al solo scopo di vedere crescere l’azienda, di vedere nuove assunzioni, nuovi investimenti, di ottimizzare i tempi e le risorse, di dare un futuro che ora è limitato alla sola mia volontà. Questo non è un semplice progetto d’impresa: creare posti di lavoro, strutturare le aziende a norma di legge, espandersi è anche un progetto sociale per tutto il Paese. Disperdere in micro aziende il mercato significa consegnarlo alle scelte dei
clienti: come azienda di perforazione dobbiamo noi riappropriarci del mercato, noi decidere il prezzo e le lavorazioni, ma lo possiamo fare solo con un gruppo d’imprese, non posso farlo certo da sola.»
Ogni anno che passa gli agricoltori, ma non solamente, si trovano a fare i conti con l’allarme siccità. In che maniera potete essere loro di aiuto? «La siccità riguarda tutti, l’agricoltura ne risente prima, ma riguarda tutti. Noi aiutiamo gli agricoltori dando da sempre consigli per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua. È necessario, inoltre, che i pozzi siano denunciati, perché gli
enti abbiano consapevolezza di quanto sia grave la siccità, perché possano essere monitorati. Senza monitoraggio non possiamo mai conoscere lo stato delle cose. Dobbiamo ripensare anche agli impianti per il seminativo, dove si consuma più acqua in assoluto e se ne disperde altrettanta. Vanno incentivati gli impianti a goccia, vanno incentivate le perforazioni per le falde non potabili. Il Veneto è un grande bacino di raccolta falde, acqua ce n’è ma non sappiamo ottimizzarla e sfruttarla nel migliore dei modi. Molti colleghi fanno pozzi pescando acqua potabile e intercettandola con acqua non potabile solo per darne un maggior quantitativo al cliente e non
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si curano del grave danno che causano. Se il pozzo è fatto bene, non c’è la necessità di fare queste operazioni a dir poco scellerate.»
In un periodo in cui le tempistiche della burocrazia sembrano contrastare con la necessità degli agricoltori di diversificare velocemente la propria attività, qual è il giusto equilibrio fra l’obbligo di prestare attenzione alla regolarità delle procedure e il desiderio di preservare il proprio lavoro? «Giro la domanda: ma davvero serve preservare il lavoro a scapito del-
la regolarità? La regolarità consente di monitorare e censire le fonti, capire quanta acqua viene estratta nelle provincie e nelle regioni, perché sono dati importanti. Senza contare che ci sono dei canoni da pagare, e per i pozzi abusivi nessuno paga le tasse. È un doppio male, si è abusivi e evasori. Dobbiamo fare una inversione di marcia. Tutti, in tutti i settori. Il problema è che non veniamo ripagati per questi sacrifici. Molte aziende che non si sono adeguate ai cambiamenti possono permettersi di fare prezzi bassi, speculando sul personale, molto spesso in nero o in pensione, sui materiali, sull’evasione fiscale. È un circolo vizioso, senza futuro,
che permette di guadagnare qualcosa in più oggi perché non si pagano le tasse, ma che non guarda avanti. Il mercato muore anche per queste visioni obsolete.»◀
INFO Trevilsonda Snc Via Marmolada , 12 Zona Industriale Nord 31027 Spresiano TV Italy Tel. +39 0422488009 Cell. +39 3487313495 Fax 04221621478 info@trevilsonda.it www.trevilsonda.it
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Tecnologia > Autoperforanti Sirive
Le fibre ottiche per il monitoraggio delle barre autoperforanti La divisione interna di ricerca e sviluppo SiriveŽ collabora con istituzioni, studi professionali e università per trovare soluzioni sempre all’avanguardia di Alberto Bisson
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li Autoperforanti Sirive® da sempre si contraddistinguono per il loro carattere innovativo, con la continua ricerca di soluzioni all’avanguardia nel campo dell’ingegneria geotecnica e delle opere speciali. La divisione interna di ricerca e sviluppo Sirive® collabora attivamente con istituzioni, studi professionali e università. Negli ultimi anni sono stati condotti e finanziati numerosi studi per la continua ricerca di nuove tecnologie per i sistemi di fondazione e consolidamento, la stabilizzazione dei versanti, la qualificazione dei materiali e dei prodotti, che hanno portato al deposito di una serie di brevetti originali. L’innovazione spesso nasce dal trovare una soluzione a un problema combinando tecnologie normalmente utilizzate in ambiti assolutamente eterogenei. Prendiamo per esempio due tecnologie così diverse come le barre autoperforanti – impiegate per l’esecuzione di ancoraggi e chiodature di versanti – e le fibre ottiche – sempre più in crescita in campo informatico e delle telecomunicazioni. E poniamo un problema: come garantire a Committenti, Progettisti, Direttori dei Lavori e Collaudatori un controllo nel tempo dell’effettiva tenuta di un ancoraggio con barre autoperforanti? Come monitorare le sollecitazioni che si sviluppano lungo i rinforzi in maniera continua e distribuita? Nei primi mesi del 2017 presso gli stabilimenti produttivi Sirive®, un consorzio multidisciplinare di ricercatori italiani del CNR e dell’Università di Padova ha condotto alcune serie di test – che rappresentano un’innovazione assoluta a livello internazionale – per lo sviluppo di un sistema di monitoraggio degli ancoraggi in barra autoperforante basato sulle fibre ottiche, con risultati del tutto promettenti.
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Tecnologia > Autoperforanti Sirive
Le barre autoperforanti Sirive® Gli Autoperforanti Sirive® vengono impiegate per realizzare chiodature (Soil Nailing, in accordo con la UNI EN 14490:2010) e ancoraggi passivi per il rinforzo dei terreni, sostegno di scavi e stabilizzazione di versanti, in opere sia temporanee che permanenti. La peculiarità del sistema è l’impiego di una barra cava in acciaio filettata che funge sia da elemento perforante a perdere, tubo di iniezione e armatura dell’ancoraggio, sostituendo le aste di perforazione e gli eventuali
Barre autoperforanti Sirive®
tubi di rivestimento provvisori comunemente impiegati nelle tradizionali tecniche di installazione degli ancoraggi con pre-foro e riducendo le tre fasi esecutive rappresentate da perforazione, installazione della barra e cementazione in una sola operazione. Nella punta sono infatti presenti alcuni fori da cui è iniettata la boiacca di cemento, che fluisce attraverso la cavità interna della barra e cementa la barra contestualmente a perforazione e posa, rendendo l’installazione facile e rapida. Sono quindi numerosi i vantaggi che questa tecnologia of-
in acciaio S460, qualificate in accordo con il D.M. 14/01/2008
fre sia sul piano tecnico che economico rispetto agli ancoraggi tradizionali in barra piena o trefoli: ottime performance, rapidità di installazione, basso costo. Le autoperforanti sono barre in acciaio cave filettate, ottenute per rullatura a freddo da un tubo liscio. Dal punto di vista normativo, in accordo con il DM 14/01/2008 e con le ulteriori specifiche riportate nel recentissimo D.Lgs.
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Barre autoperforanti Sirive® R51 qualificate
(resistenza a rottura 710 kN) strumentate con fibre ottiche cementate all’interno
106 del 16/06/2017, possono essere prescritte dai Progettisti, impiegate dalle Imprese e accettate in cantiere dai Direttori dei Lavori previa qualificazione delle barre autoperforanti con attestazione rilasciata dal Servizio Tecnico Centrale del C.S.LL.PP.
Il monitoraggio degli ancoraggi autoperforanti con fibre ottiche I sensori in fibra ottica stanno rapidamente guadagnando interesse soprattutto nei campi dell’Information Technology e dell’ingegneria delle telecomunicazioni. Offrono infatti caratteristiche eccezionali, come la notevole sensibilità, l’immunità alle interfe-
renze elettromagnetiche e le dimensioni ridotte. Per ottenere una misura distribuita con grande risoluzione, sono stati sviluppati anche dei sensori in fibra ottica cosiddetti “distribuiti”, che consentono cioè di osservare variazioni di un campo fisico con continuità lungo la fibra, sulla base di processi di interazione tra luce e materia. Questi ultimi offrono caratteristiche uniche nel loro genere, ed è da qui che si sviluppa il nuovo progetto di ricerca targato Sirive® per la loro possibile applicazione in campo geotecnico e in particolare con gli ancoraggi autoperforanti. La versatilità degli autoperforanti consente una molteplicità di campi d’impiego, anche in forma accessoria a
tecniche tradizionali, migliorandone l’efficacia e la sicurezza. In alcuni casi, per esempio quando vengono impiegati come rinforzi passivi su pareti chiodate o versanti in frana, può rivelarsi necessario il monitoraggio in sito delle sollecitazioni e deformazioni che si sviluppano nei rinforzi. Nasce così il progetto di ricerca targato Sirive® e condotto con i ricercatori di CNR e Università di Padova – innovazione assoluta nel campo dell’ingegneria geotecnica a livello internazionale – che prevede l’impiego delle fibre ottiche per il monitoraggio continuo e distribuito delle sollecitazioni e deformazioni sull’intera lunghezza degli ancoraggi autoperforanti. Le barre autoperforanti sono cave, quindi le fibre
Barre autoperforanti composite Sirive® Special R51
con trefolo interno da 0,6” ad alte prestazioni (resistenza a rottura fino a 1100 kN)
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Tecnologia > Autoperforanti Sirive (a)
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Esecuzione dei test su barra autoperforante Sirive® R51 qualificata in acciaio S460
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con una fibra ottica cementata all’interno: lettura delle deformazioni con estensimetro meccanico (a) e macchina per test di trazione fino a 3000 kN calibrata e certificata (b, c); acquisizione e decodifica dei segnali ottici tramite pc (d) fino alla rottura della barra (e). I test sono stati eseguiti nel laboratorio prove Sirive S.r.l. (macchinari certificati Accredia)
possono essere facilmente installate all’interno della cavità e cementate. Nei primi mesi del 2017 sono stati completati i test di fattibilità presso il laboratorio prove dello stabilimento produttivo Sirive® di Cornedo Vicentino (VI), mostrando ottimi risultati. In particolare, sono stati eseguiti dei test di trazione con misura di sollecitazioni e deformazioni, sia su barre autoperforanti Sirive® R51 qualificate in acciaio S460 (resistenza a rottura fino a 710 kN), sia su barre autoperforanti composite Sirive® Special R51 ad alte prestazioni (resistenza a rottura fino a 1100 kN). I dati sono stati registrati con un doppio sistema di misura, il primo meccanico – con estensimetri e celle di carico – e il secondo ottico – con la decodifica dei segnali acquisiti con le fibre ottiche. Il confronto tra le due misurazioni ha fornito risultati eccellenti e ne ha resa possibile la calibrazione sulla base di un sistema di misura no-
to e validato. Il sistema è quindi pronto per essere testato in sito in alcuni cantieri pilota già individuati.
Quali opportunità per l’ingegneria geotecnica? Come detto, le fibre ottiche cosiddette “distribuite” offrono una grande densità di punti di misura e consentono
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Schema tipo
della distribuzione delle sollecitazioni di trazione lungo i chiodi in una parete in Soil Nailing (Byrne et al., 1998)
quindi un monitoraggio di fatto continuo nel tempo e nello spazio su tutta la lunghezza di ancoraggio. Questo consente da una parte la verifica delle ipotesi di calcolo, specie per quanto riguarda i parametri di aderenza terreno-ancoraggio, spesso difficili da stimare, nonché il collaudo dell’ancoraggio, con il controllo della corretta esecuzione e dell’integrità della cementazione. Il sistema può inoltre rappresentare per i committenti una garanzia di corretto funzionamento nel tempo degli autoperforanti installati, in quanto potrebbero controllare nel tempo l’efficacia e l’integrità dell’opera, tenendo ispezionate le sezioni maggiormente sollecitate, potendo integrare in caso di necessità con opere integrative prima dello sviluppo di pericolose
deformazioni o crolli. Il monitoraggio con fibre ottiche si può davvero configurare in un futuro prossimo come uno strumento utile per lo studio in sito degli autoperforanti e il loro ulteriore sviluppo tecnico, la lettura e interpretazione delle prove di pull-out su ancoraggi al fine di ricostruire la resistenza a trazione in funzione della stratigrafia del sito, con la raccolta di dati sperimentali fino ad ora difficilmente ottenibili, ma anche in altri ambiti del monitoraggio geotecnico, come il monitoraggio dell’integrità di fondazioni e di opere in terra. Il programma di ricerca proseguirà con le prime installazioni pilota in siti reali e verrà allargato al monitoraggio geotecnico di altre tecniche quali l’Ancoraggio Flottante Sirive® su alcune frane a cinematismo lento.
Ringraziamenti Il progetto è condotto da CNR e Università di Padova, e finanziato dall’impresa Sirive Srl di Cornedo Vicentino, produttore degli Autoperforanti Sirive®. Info su www.sirive.it.◀
INFO AUTOPERFORANTI SIRIVE® Via Fogazzaro 71, 36073 Cornedo Vicentino (VI) - Italy Tel. +39 0445 953513 Fax +39 0445 459406 barre@sirive.it www.sirive.it
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Il valore del cambiamento
Capacità di differenziare la propria attività per superare la crisi economica e rimanere al passo con i tempi: è il segreto dell’azienda di Rubbiano, in provincia di Parma, che in periodo di crisi ha puntato sulla protezione catodica di Luca Balduzzi
«L’
elemento che ci ha consentito di superare le difficoltà nel settore è stato l’acquisizione di nuovi clienti che hanno compensato quelli persi, alcuni perché in difficoltà economica, altri per cessata attività e qualcuno per riduzione degli investimenti, vista la situazione economica in essere nel nostro Paese». Così Dario Calzolari, amministratore unico della Calzolari Perforazioni di Rubbiano (Parma), sintetizza la storia recente della sua azienda. «La crisi nel nostro settore ha iniziato a farsi sentire nel 2007, diventando sempre più forte fino a raggiungere il picco massimo nel 2012, anno in cui ho preso la decisione di sviluppare un settore poco rilevante per la nostra azienda, quello della protezione catodica», ovvero una tecnica elettrochimica di prevenzione della corrosione che si genera sui metalli posti a contatto con ambienti aggressivi, quali terreni, acqua marina, acqua dolce, sostanze chimiche e calcestruzzo.
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«L’inizio di questo percorso ha portato l’impresa a crescere di fatturato in media del 10% ogni anno sino al 2016. Il 2017 a oggi sembra essere in linea con la crescita, motivo per il quale siamo arrivati a recuperare quasi tutto il fatturato perso con l’effetto della crisi. Le strategie sono state diverse, ma sicuramente alla base di tutto c’è tanto impegno commerciale abbinato a un buon operato di tutto l’organico in essere». Senza dimenticare la varietà delle lavorazioni.
Micropali I micropali sono utilizzati nel consolidamento generalizzato del terreno,
per questo motivo hanno ottenuto un largo successo nei lavori di sottofondazione e nel campo degli ancoraggi. Il loro impiego è sempre più frequente nei lavori di fondazione grazie alla loro versatilità. Le molteplici applicazioni di questa fondazione indiretta, fanno sì che venga utilizzata e richiesta in svariate situazioni: per il consolidamento di fondazioni dirette insufficienti per capacità portante a sostenere la sovrastruttura, per il ripristino e/o riparazione di fondazioni danneggiate da agenti fisico-chimici esterni (cedimenti differenziali, erosione al piede di pile di ponti), per il consolidamento di terreni prima dell’esecu-
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zione delle fondazioni dirette e per la realizzazione di ancoraggi/tiranti (applicazioni su barriere paramassi, tiranti per il contrasto al ribaltamento di paratie ecc.).
Pali trivellati I pali di fondazione sono degli elementi strutturali in grado di trasferire il carico, applicato alla loro sommità, agli strati di terreno più profondi e in generale più resistenti. I motivi per cui si ricorre all’impiego dei pali di fondazione possono essere diversi e cioè: scadenti caratteristiche meccaniche del terreno con conseguente impossibilità di realizzazione di fondazioni superficiali, limitazione dei cedimenti, trasferimento dei carichi a profondità non interessate da fenomeni di erosione, come per esempio nel caso di fondazioni nell’alveo di un fiume, necessità di assorbire dei carichi orizzontali, realizzazione di opere al largo delle coste, fondazioni per pile di viadotti, rinforzo di strutture esistenti mediante sottofondazione e paratie realizzate con pali accostati.
Tiranti di ancoraggio Sono elementi strutturali operanti in trazione, atti a trasmettere forze di coazione ai terreni e a rocce. L’ancoraggio a iniezione dà nuove possibilità in tutti i campi dell’edilizia. Utilizzando questo strumento, sono possibili scavi senza più elementi rigidi disturbanti, le pareti palizzate vengono ancorate, così come anche le palancolate, i terreni scoscesi e i muri di sostegno vengono assicurati con gli ancoraggi. L’inserimento di ancoraggi a iniezione per molte opere edilizie è una soluzione tecnicamente elegante e veloce. Il metodo e l’attrezzatura di perforazione che vengono scelti per l’esecuzione dei tiranti dipendono dalla natura prevalente del terreno, dalle condizioni generali del sito e dalle specifiche tecniche di progetto.
Dreni sub-orizziontali L’impiego di tubi fessurati di drenaggio è indicato in tutte quelle situazioni in cui l’eccesso di acqua provoca cedimenti nel terreno o comunque lo scadimento delle caratteristiche di re-
sistenza. Il caso più classico e che costituisce di gran lunga il campo di più vasta applicazione dei tubi di drenaggio è la stabilizzazione dei pendii naturali e artificiali. I dreni sub-orizzontali possono essere impiegati in associazione con altre opere di drenaggio profonde o superficiali, e con opere di consolidamento e sostegno. Quando la stabilità è assicurata da opere di sostegno, i dreni sub-orizzontali assolvono all’importante funzione di non far crescere al di sopra di un certo livello la pressione interstiziale dell’acqua a monte dell’opera di sostegno.
Indagini geognostiche Nel settore delle indagini geotecniche in sito, l’azienda esegue sondaggi geognostici a carotaggio continuo, prove penetrometriche dinamiche e statiche, prove scissometriche, dilatometriche, pressiometriche, prove di permeabilità e prospezioni sismiche in superficie ed in foro. Alle indagini geognostiche l’impresa affianca le proprie competenze riguardo il monitoraggio geotecnico e strutturale, inteso come
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rilievo in continuo dei parametri che governano gli specifici fenomeni posti sotto osservazione. L’azienda esegue installazione di piezometri, tubi inclinometrici, estensimetri, assestimetri, celle di carico e di pressione, barrette estensimetriche, trasduttori di spostamento, termometri, misuratori di livello a ultrasuoni, stazioni metereologiche.
Pozzi artesiani L’impresa realizza pozzi artesiani per la ricerca di acque profonde, eseguite con tecnica di lavorazione a rotopercussione e distruzione del nucleo con martello fondo foro o con scalpello.
Richerche idriche L’azienda, grazie alla competenza di professionisti esterni alla propria struttura, è in grado sia di eseguire studi mirati alla caratterizzazione idrodinamica dell’acquifero e alla conoscenza dei suoi parametri idrogeo-
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logici, sia di progettare, e in seguito realizzare, opere di captazione efficaci e al contempo sicure e razionali, in grado cioè di salvaguardare l’ambiente dal pericolo dell’inquinamento delle falde acquifere e dal depauperamento delle potenzialità degli acquiferi stessi. A tal proposito esegue pozzi drenanti e dreni variamente inclinati in grado di spingersi sino a notevoli profondità, prove di emungimento e di interferenza, prove di assorbimento su pozzi singoli o campi di estrazione e misure della velocità di filtrazione delle acque sotterranee con impiego di traccianti.
Ambiente e sicurezza Una particolare attenzione viene posta al tema della sicurezza, della salvaguardia della salute del personale e dell’ambiente. Sul primo versante, «siamo fortemente impegnati a tutelare la salute delle
nostre risorse umane attraverso il miglioramento generale delle condizioni di lavoro, la protezione del benessere fisico, la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali», spiega l’azienda. «Il nostro personale è dotato di dispositivi di protezione individuale e periodicamente viene sottoposto a visite mediche di controllo. La sicurezza, la prevenzione e l’igiene del lavoro prevedono l’adozione di tecnologie di individuazione dei pericoli, di valutazione e mitigazione dei rischi. Le attività relative alla salute e alla sicurezza sono svolte attraverso un dialogo costante con le organizzazioni sindacali. L’aggiornamento del personale è stato condotto di pari passo con una politica degli investimenti a medio termine volta sia al costante aggiornamento delle attrezzature già in dotazione che all’acquisto di nuovi modelli, in modo da poter mantenere un’elevata efficienza pro-
duttiva e in modo da applicare le tecnologie richieste dalle nuove normative soprattutto in campo ambientale». Sul secondo fronte, «le moderne tecniche di perforazioni, i materiali appropriati a ciascun tipo di dissesto e una progettazione accurata dei dettagli dell’opera da realizzare sono tutti elementi che mirano a integrare il più possibile l’intervento con l’ambiente circostante», aggiunge l’impresa.◀
INFO CALZOLARI PERFORAZIONI s.r.l. Via T. Edison, 2 43046 Rubbiano di Solignano (PR) Tel. 0525 2140 - Fax 0525 39703 E-mail: info@calzolariperforazioni.it Web: www.calzolariperforazioni.it
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Focus macchina > EvoQuip Cobra 230
Il nuovo di EvoQuip Il nuovo frantoio Cobra 230 firmato EvoQuip (Terex) offre versatilitĂ e compattezza, oltre a un ottimo compromesso coi consumi di Profirio Ferrari
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voQuip offre un ampio spettro di prodotti per soddisfare le esigenze del mercato della demolizione e della compattazione. Ora ha lanciato una novità che va ad aggiungersi alla loro gamma di frantoi: il frantoio Cobra 230. Sia che si tratti di costruzione o demolizione, di riciclaggio o di lavori in cava: la Cobra 230 è concepita per migliorare la redditività. Matt Dickson, Product Line Director della EvoQuip, ha dichiarato: «La Cobra 230 Impact Crusher è una macchina che fornisce la produttività leader della sua classe, una versatilità senza pari e un’efficienza eccellente in quanto a consumi. I tempi di installazione brevi, il funzionamento semplice e intuitivo e la facilità di trasporto rendono questa macchina una soluzione ideale per tutte le applicazioni.»
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Focus macchina > EvoQuip Cobra 230
Terex Corporation Terex Corporation è un produttore globale di macchinari di sollevamento e per la lavorazione di materiali e fornisce i relativi ser vizi di assistenza offrendo ai clienti soluzioni per l’intero ciclo di vita del prodotto in grado di ottimizzare la redditività dei loro investimenti. Tra i principali marchi troviamo Terex , Genie, Powerscreen e Demag. Le soluzioni offerte da Terex sono utilizzate in un’ampia gamma di settori industriali, tra
i quali: edilizia, infrastrutture, attività di produzione, spedizioni, trasporti, raffinazione, energia, aziende di ser vizio pubblico e attività minerarie e di estrazione. Terex mette a disposizione una gamma di prodotti e ser vizi finanziari per facilitare l’acquisizione di macchinari Terex , tramite l’organizzazione Terex Financial Ser vices. www.terex .com www.facebook .com/ TerexCorporation
La Cobra 230 è stata in prova presso J & V Construction, in Irlanda. Gerd McCann - Construction Director della J & V, ha dichiarato: «L’EvoQuip Cobra 230 è riuscito a superare le nostre aspettative, gestendo con facilità un mix di calcestruzzo e dura roccia trasformandolo in prodotti che siamo riusciti a riutilizzare sui nostri cantieri».
Facilità d’uso I tempi rapidi di installazione e l’intuitivo sistema di controllo della Cobra 230 consentono all’operatore di essere p appena pochi minuti dopo aver
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scaricato la macchina dal camion. L’operatore può inoltre regolare facilmente le impostazioni del frantoio senza necessità di alcun utensile particolare, ma semplicemente con i comandi standard della macchina.
Flusso ottimale Ci sono una serie di funzioni chiave di progettazione nella Cobra 230 che assicurano un flusso di materiale ottimale durante il processo di frantumazione. Mentre il materiale si sposta le sezioni diventano via via più ampie, garantendo un flusso illimitato. La giusta distanza dello scarico del frantoio al magnete e la possibilità di abbassare il trasportatore del prodotto durante
l’esecuzione rendono la Cobra 230 la macchina ideale in tutte le applicazioni.
Dimensioni compatte Il layout compatto rende la Cobra 230 facile da trasportare, facendone una macchina ideale per il lavoro in aree urbane. ▶ Altezza 3 m (9’11 “) ▶ Lunghezza 11,32 m (37’2 “) ▶ Larghezza 2,46 m (8 ‘) - senza trasportatore laterale 5,15m (16’11 “) - con trasportatore laterale.◀
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Componenti > DAT instruments
Il nuovo DAT WideLog Dalla ricerca DAT instruments un nuovo datalogger con monitor touch screen da 18,5 pollici. Versatile, resistente, espandibile, ideale per qualsiasi tecnologia, facile da usare e decisamente bello di Sandro Tozzi
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utentico punto di svolta per la Ricerca e Sviluppo DAT instruments, il nuovo datalogger progettato e realizzato dalla società varesina è nato dall’ascolto dei clienti. Il progetto DAT WideLog è scaturito dalla specifica richiesta di un cantiere di perforazione orizzontale in cui si è manifestata la necessità di registrare molteplici parametri e visualizzarli contemporaneamente sul monitor. Da qui la creazione di un monitor Wide e di tantissime migliorie.
Un datalogger da record La denominazione DAT WideLog identifica immediatamente la principale caratteristica del nuovo prodotto: un monitor touch screen da ben 18,5” (pari a 41x23 cm) che permette di mostrare in maniera chiara e dettagliata una notevole quantità di grafici, di valori numerici, di strumenti a lancetta e tutto quanto serve all’operatore per perforare o iniettare nella maniera più precisa possibile. Come accennato si tratta di un datalogger completamente a colori e touch screen, caratteristiche che ne semplificano al massimo l’utilizzo. Il touch screen, come tutti i prodotti DAT instruments, pensato per il cantiere, è molto resistente e può essere utilizzato anche indossando i guanti. Allo stesso tempo il monitor enorme e la sua elevata definizione (è full HD) consentono di visualizzare moltissimi dati contemporaneamente, con i grafici che danno un’immediata percezione del valore massimo, medio e minimo, nonché del valore impostato a cui devono tendere tutti i parametri. La memoria interna di generose dimensioni registra moltissimi dati ed è completamente allo stato solido, a tutto vantaggio della robustezza e della resistenza agli shock.
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Componenti > DAT instruments
La trasmissione dei dati può avvenire tramite pen drive USB o via internet: il DAT WideLog è infatti dotato sia di porta Ethernet sia di antenna WiFi per il collegamento alla rete. Inoltre è possibile installare anche un modem 3G-4G. In fase operativa i dati vengono trasferiti a ogni singolo foro e quindi risultano disponibili praticamente in tempo reale anche in ufficio. La visualizzazione può avvenire su qualsiasi dispositivo: PC fissi, smartphone o tablet e i file
sono compatibili con Microsoft Excel e OpenOffice Calc.
Bello e resistente A queste caratteristiche di fondamentale importanza si deve aggiungere una vera e propria chicca: il datalogger DAT WideLog è esteticamente molto curato, beneficia infatti di un design moderno, sottile, che racchiude la tecnologia più evoluta. L’aspetto estetico non deve però trarre in inganno, come avviene per tutti i datalogger DAT instruments anche il nuovo DAT WideLog è molto resistente. Il corpo, realizzato in acciaio inox (per la parte frontale) e in alluminio (per la zona posteriore), garantisce la massima resistenza meccanica e alle intemperie. Inoltre, beneficiando dell’esperienza internazionale di DAT instruments che vende i propri prodotti in tutto il mondo, il nuovo datalogger è predisposto per funzionare anche in presenza di salsedine, temperature elevate o estremamente fredde, sabbia, acqua e nelle più diverse condizioni atmosferiche e
di ambiente di lavoro. I materiali utilizzati sono inossidabili e la tenuta all’acqua è garantita da opportune guarnizioni e connettori IP68.
Versatilità assoluta Il nuovo DAT WideLog si trova a proprio agio in qualsiasi cantiere. È infatti possibile utilizzarlo in tutte le applicazioni in cui normalmente si doveva ricorrere a più datalogger: jet grouting, iniezioni di cemento, pali valvolati, trivellazioni, DAC test, CFA, deep mixing, soil mixing, vibroflottazione, diaframmi, idrofrese, prove Lugeon e Lefranc. A seconda della tecnologia impiegata sarà infatti sufficiente installare il set sensori adatto alla propria applicazione. E il gioco è fatto. Inoltre, DAT WideLog non ha un numero di canali di ingresso limitato. I canali sono infatti espandibili tramite opportune schede di interfaccia, sempre prodotte da DAT instruments, che consentono di utilizzare il datalogger per registrare ulteriori parametri oltre a quelli standard. A puro titolo di esempio è
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possibile registrare il numero dei giri del motore, la temperatura dell’acqua e dell’olio, oppure altri parametri a scelta del cliente. Lo strumento è anche configurabile da remoto e può essere supportato in teleassistenza da parte dei tecnici DAT instruments, per quanto riguarda le impostazioni, la manutenzione, o anche per la creazione di funzioni personalizzate.
Il mercato Com’è facile intuire, il nuovo DAT WideLog è uno strumento di qualità elevatissima con infinite funzionalità. Al top della gamma DAT instruments, DAT WideLog permette di eseguire più operazioni diverse con un solo strumento. È quindi ideale per tutti i clienti che hanno la necessità di realizzare lavori con la massima precisione con i dati sempre e ovunque disponibili. I comandi e i menu touch screen sono molto intuitivi e velocizzano il lavoro dell’operatore sulla macchina, mentre i dati disponibili in tempo reale in ufficio rendono il lavoro più agevole agli impiegati, che possono presentare al Committente le rendicontazioni in tempi rapidissimi. Per chi invece avesse minori esigenze DAT instruments propone gli economici JET DSP 100 e JET SDP, o il datalogger di fascia media JET 4000 AME.
Il programma di lancio In occasione del lancio del nuovo strumento, DAT instruments sta mettendo in calendario diversi eventi presso la propria sede di Cairate (Va). Si tratta di una serie di veri e propri corsi di istruzione, completamente gratuiti, durante i quali i tecnici DAT instruments mostreranno le funzionalità, la semplicità e la robustezza del nuovo strumento. Al temine di ogni corso, a ogni partecipante verrà consegnato un certificato di partecipazione. Le date dei corsi di istruzione verranno pubblicate sui social network e tramite newsletter a chi si iscriverà sul sito www.datinstruments.com.
Il commento «La nascita di DAT WideLog», ha commentato Amedeo Valoroso, fondatore e
titolare di DAT instruments, «è un punto di svolta per DAT instruments. Uno strumento così completo e funzionale ha subito riscosso un notevole interesse da parte delle imprese impegnate nella realizzazione di opere nel sottosuolo attente alla qualità del lavoro. Da parte nostra, abbiamo sempre prodotto strumenti conosciuti per la loro robustezza e per l’eterna disponibilità di ricambi, e oggi, con il nuovo DAT WideLog, intendiamo migliorare ulteriormente le nostre peculiarità, aggiungendo anche un aspetto estetico importante. Lo strumento in sé è molto piacevole da vedere, ma le visualizzazioni del monitor sono veramente d’impatto: dirette, colorate e molto gradevoli. I pulsanti touch sono di grandi dimensioni, per un utilizzo semplice e piacevole».◀
INFO DAT instruments Via Mestre, 12 21050 Cairate (VA) Italy skype: datinstruments Tel. +39/0331/071147 Fax +39/0331/071214 info@datinstruments.com www.datinstruments.com
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Cartoline dall’Egitto Le SR-45 E SR-60 di Soilmec per il progetto Rod El Farag che collegherà l’anello esistente intorno al Cairo con l’autostrada del deserto Cairo-Alessandria di Miriam Spada
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Focus cantiere > Soilmec
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ituata vicino al delta del Nilo, il Cairo è la capitale e la più grande città dell’Egitto. La sua area metropolitana è la più vasta nel mondo arabo e la più grande area urbana africana. La congestione del traffico del Cairo è leggendaria e la città è famosa per essere travolgente e sovraffollata. Ogni giorno i 20 milioni di residenti della capitale egiziana guidano sulle strade del Cairo circa 3,3 milioni di automobili. Le strade e i ponti sono vitali per una florida economia nazionale e c’è un bisogno sempre più crescente di infrastrutture di trasporto merci moderne ed efficienti in Egitto, tra cui porti, ferrovie e, soprattutto, di una valida rete stradale. Il progetto Rod El Farag collegherà la circonvallazione esistente intorno al Cairo con l’autostrada del deserto Cairo-Alessandria, e fornirà un percorso alternativo alle strade altamente congestionate. L’autostrada Rod El Farag sarà lunga circa 35 chilometri e sarà dotata di 8 corsie (4 in ciascuna direzione). L’autostrada possiederà inoltre una corsia di servizio
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Focus Macchina > Soilmec
Dati tecnici SR-60
Motore diesel Tier3/Tier4 Peso Argano principale Peso minimo in trasporto Coppia massima CCS - Sistema tiro/spinta a cilindro WCS - Sistema tiro/spinta ad argano
kW t kN t kNm kN kN
261/60 210 45 201 280/154 260/220
mm m
1800 71
mm m
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LDP - PALO GRANDE DIAMETRO Diametro massimo Profondità massima CFA - ELICA CONTINUA Diametro massimo Profondità massima
su ogni lato, minimizzando l’impatto dei disagi e degli incidenti sull’autostrada. Il progetto comprende anche la costruzione di due ponti sul fiume Nilo, uno di 260 m e l’altro di 180 m. Da un punto di vista morfologico l’area del sito di intervento è fondamentalmente piatta con un terreno naturale che si trova mediamente tra +1,5 e +2,0 m sul livello del mare. Più precisamen-
SR-60 Evolution La perforatrice idraulica SR-60 è stata appositamente progettata per soddisfare le seguenti applicazioni: ▶ Pali trivellati LDP con utilizzo di rivestimento inserito tramite rotary o morsa giratubi collegata alla macchina stessa; ▶ Pali trivellati LDP non rivestiti realizzati a secco con fluido di perforazione; ▶ Pali CFA (Continuous Flight Auger).
te la stratigrafia è costituita da due formazioni: argilla di silice, con consistenza compatta da molto morbida a mediamente morbida, e terreno argilloso da mediamente denso a molto denso, con alcune lenti di terreno argilloso limoso molto compatto fino alla profondità massima studiata. I pali sono progettati con un diametro di 1.000 mm e una profondità massima di
31 m. Lo scavo è eseguito con fango bentonitico per il supporto delle pareti dello scavo e con un bucket come utensile di scavo. Il progetto prevede l’installazione di oltre 3.000 pali. Gli impianti Soilmec per il ponte Rod El Farag e il progetto di costruzione stradale sono stati scelti per la loro flessibilità e capacità operativa, in particolare la SR-45 e la SR-60, che operano con successo in tutta l’area.◀
Soilmec La Soilmec è azienda leader a livello internazionale nella progettazione, produzione e distribuzione di macchinari ed attrezzature per l’ingegneria del sottosuolo. Fondata nel 1969 dall’imprenditore Davide Trevisani, Soilmec ha, sin dagli esordi, sviluppato tecnologie all’avanguardia,
affidabili ed innovative, fornendo al settore delle costruzioni una gamma completa di soluzioni tecniche. Le macchine Soilmec sono usate quotidianamente in cantieri di tutto il mondo per la costruzione di ponti, viadotti, autostrade, gallerie, linee metropolitane e ferroviarie ed edifici
di ogni tipo. La società è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi 40 anni. Grazie ad una gamma di prodotti sempre più ampia ed aggiornata ed all’aumento della capacità produttiva, Soilmec è diventata società di riferimento nel settore delle tecnologie del sottosuolo.
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Dati tecnici SR-45
Motore diesel Tier3/Tier4 Peso Argano principale Peso minimo in trasporto Coppia massima CCS - Sistema tiro/spinta a cilindro WCS - Sistema tiro/spinta ad argano
kW t kN t kNm kN kN
201/201 37-38 165 35 185 207/140 240/240
mm m
3000 65
mm m
1000 24
mm mm m
350 400 23
mm m
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mm m m
3000 19,3 8,5/9,8
LDP - PALO GRANDE DIAMETRO Diametro massimo Profondità massima (LDP) CFA - ELICA CONTINUA Diametro massimo Profondità massima (CFA) DP - PALO A COSTIPAMENTO Diametro massimo Diametro TCT massimo Massima profondità palo TJ - TURBOJET® Diametro massimo Profondità massima (TJ) LHR - LOW HEAD ROOM RIG Diametro massimo Profondità massima Range altezza operativa
SR-45 Advanced La perforatrice idraulica SR-45 è stata appositamente progettata per soddisfare le seguenti applicazioni: ▶ Pali trivellati LDP con utilizzo di rivestimento inserito tramite rotary o morsa giratubi collegata alla macchina stessa; ▶ Pali trivellati LDP non rivestiti realizzati a secco con fluido di perforazione; ▶ LHR (Low Head Room Rig) – pali trivellati di grande diametro; ▶ CFA (Continuous Flight Auger) pali a elica continua; ▶ DP (Pali a costipamento) / TCT (Pali a costipamento in trazione – Sistema brevettato); ▶ TJ (Turbojet®) / TTJ (Twin Turbojet) - consolidamento del terreno con miscelazione profonda. SR-45 è dotata del sistema DRILLING MATE SYSTEM (DMS) con schermo da 12 pollici per il monitoraggio e il controllo delle prestazioni e dei parametri di funzionamento.
INFO SOILMEC Sede: Via Dismano, 5819 47522 Cesena (Forlì Cesena) Italia T +39 0547 319111 F +39 0547 318548 www.soilmec.com
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Focus cantiere > PERI srl
Casseforme traslabili PERI
al seguito di una delle frese meccaniche
più grandi del mondo Costruito nel 1950, per decenni il viadotto Alaskan Way è stato considerato una delle principali arterie del lungomare di Seattle. Oggi è in corso la costruzione di un tunnel di 3,2 km che sostituirà il viadotto, attraversato ogni giorno da ben 110.000 veicoli. PERI ha progettato su misura e consegnato le casseforme traslabili impiegate per armare la carreggiata a due piani, realizzata in tre fasi di getto subito dopo lo scavo del tunnel di Sandro Tozzi
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Focus cantiere > PERI srl
Il primo carro traslabile,
collocato subito dietro la TBM, supporta la cassaforma laterale per la prima fase di getto (una per ciascun lato del tunnel). I getti di prima fase costituiscono sia il basamento per le pareti laterali in elevazione del tunnel interno, sia la base di appoggio per i pannelli prefabbricati. (Foto: PERI GmbH)
Le pareti laterali
alte 4,50 m – vengono gettate sui getti di prima fase non appena il calcestruzzo raggiunge la consistenza media necessaria. A questo scopo vengono impiegate due unità di cassaforma a telaio MAXIMO, movimentate con un carro traslabile su rotaia. (Foto: Dipartimento dei Trasporti, Washington State)
D
opo che un forte terremoto nel 2001 ha provocato ingenti danni, sono iniziati i preparativi per la sostituzione del viadotto Alaskan Way. A otto anni di distanza sono state avanzate alcune proposte di costruzione di un tunnel, della cui progettazione e successivo scavo è stata incaricata nel 2011 una joint venture, Seattle Tunnel Partners, composta dalla californiana Tutor Perini Corporation e da Dragados USA. Bertha, una delle frese meccaniche (TBM – Tunnel Boring Machine) più grandi al mondo, è stata impiegata per lo scavo di un tunnel di circa 17,5 m di diametro, rivestito con elementi curvi prefabbricati in calcestruzzo. La galleria ospiterà al suo interno una strada a due piani. La soletta del tunnel e le pareti su cui appoggia sono costruite grazie a casseforme traslabili progettate da PERI.
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La richiesta: casseforme traslabili su rotaie Il compito degli ingegneri PERI era quello di sviluppare casseforme traslabili che consentissero sia di armare e gettare in modo efficiente la struttura in cemento armato interna al tunnel a sezione circolare, sia di traslare le attrezzature da un ciclo di getto al successivo. L’esecuzione è stata suddivisa in tre fasi costruttive: getto di
prima fase, pareti laterali, soletta che costituirà il piano stradale sovrastante. Le pareti della carreggiata superiore sono realizzate con calcestruzzo gettato in opera grazie alla cassaforma a telaio PERI DOMINO. Per la progettazione, il team PERI ha dovuto considerare diversi fattori, tra cui l’andamento curvilineo del tunnel e la pendenza trasversale dei solai. Poiché tutte le casseforme traslabili
dovevano seguire la fresa meccanica sulle sue stesse rotaie lungo l’intero percorso del tunnel, la pianificazione delle sezioni di getto era particolarmente importante per assicurare la massima efficienza nella fase esecutiva. Un altro aspetto da considerare era la logistica: dato che la fresa meccanica va continuamente rifornita di materiale, compresi gli elementi prefabbricati curvi in calcestruzzo, la soluzione
Solaio
Per il solaio sono state impiegate 6 casseforme traslabili con metodo sequenziale alternato. Per le operazioni di armo e disarmo del solaio sono stati utilizzati dispositivi idraulici. Gli stessi sono serviti anche per la movimentazione dei carri traslabili, con conseguente accelerazione dei lavori. (Foto: PERI GmbH)
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Focus cantiere > PERI srl
doveva necessariamente prevedere un’apertura adeguata per consentirne il transito. Alla fine sono state progettate casseforme commisurate alla velocità media di scavo della fresa e capaci di realizzare conci lunghi 16,45 m.
La soluzione esecutiva Per cominciare, il team del cantiere ha livellato il pavimento del tunnel con un primo strato di calcestruzzo, su cui sono state installate le rotaie per la movimentazione delle casseforme traslabili. È stata quindi creata una superficie di lavoro piana per armare i getti di prima fase, che costituiscono il basamento dell’intera costruzione. Il primo carro traslabile, collocato subito dietro la fresa, supporta la cassaforma
laterale del getto di prima fase (una per ciascun lato del tunnel). I getti di prima fase costituiscono sia il basamento per le pareti laterali in elevazione del tunnel interno, sia la base di appoggio per i pannelli prefabbricati: questi ultimi, alla conclusione dei lavori di getto del calcestruzzo, comporranno la soletta inferiore della carreggiata di primo livello. Quando il calcestruzzo raggiunge la consistenza media necessaria, le pareti laterali, alte 4,50 m, vengono gettate direttamente sui getti di prima fase. A questo scopo sono impiegate due unità di cassaforma a telaio MAXIMO, movimentate a loro volta con un secondo carro traslabile su rotaia che le trasferisce da un ciclo di getto al successivo.
Un tunnel dentro un altro
Il tunnel, scavato con un diametro di circa 17,5 m, ospiterà al suo interno una strada a due piani. La soletta del tunnel e le pareti su cui appoggia sono costruite grazie a casseforme traslabili progettate da PERI. (Rendering: Dipartimento dei Trasporti, Washington State)
Mentre una unità di cassaforma rimane nella sezione posteriore del tunnel dopo il getto del calcestruzzo, la seconda viene disarmata e riposizionata più avanti. Con la terza fase di getto si realizza il solaio, che successivamente costituirà la carreggiata per i veicoli diretti a sud. Per il solaio vengono impiegate in tutto 6 casseforme traslabili per solai con metodo sequenziale alternato: 3 carri leggermente più lunghi, con una cassaforma progettata su misura – composta da correnti in acciaio VARIOKIT e travi per casseforme GT 24 – sono impiegati per i getti in avanzamento del concio della soletta; altre 3 casseforme
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traslabili vengono utilizzate per i getti di completamento delle porzioni prive di soletta tra i getti precedenti.
Una soluzione studiata nel dettaglio ed economicamente vantaggiosa Grazie alla stretta collaborazione di tutti i partecipanti al progetto e alla pianificazione tempestiva è stato possibile elaborare e attuare una soluzione funzionale, in grado di realizzare con efficienza questa struttura complessa. Poiché sono stati impiegati in massima parte componenti di siste-
ma provenienti dal parco nolo PERI, l’esecuzione del progetto è risultata conveniente anche dal punto di vista economico. In particolare, nonostante le condizioni talvolta difficili, l’utilizzo di componenti del sistema modulare VARIOKIT ha permesso al personale di cantiere di rispettare le rigide scadenze previste per tutti i lavori di armatura e di adattare le attrezzature alle forme geometriche richieste. Infine, l’impiego di dispositivi idraulici per le operazioni di armo e disarmo in alcune aree e per la movimentazione dei carri traslabili ha accelerato l’andamento dei lavori.◀
La vista da nord
verso l’entrata sud – già completata – del tunnel. (Foto: PERI GmbH)
INFO PERI S.r.l. Casseforme Impalcature Ingegneria Via Pascoli, 4 20060 Basiano (MI) tel. +39 02.95078-1 fax +39 02.95761914
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La questione > Siccità
Siccità: meno burocrazia per le perforazioni? L’Italia in ginocchio a causa della scarsità di precipitazioni chiede a gran voce una semplificazione del procedimento per le richieste di autorizzazioni per le nuove perforazioni. A tutti i livelli, anche quelli più inaspettati di Luca Balduzzi
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l nostro Paese ha sete. Una grande sete. La scarsità di precipitazioni significative nel corso di questi ultimi mesi, che ha reso la stagione estiva una fra le più siccitose degli ultimi anni, ha letteralmente prosciugato tutte le sue forze. A risentirne maggiormente sono stati, in primo luogo, l’agricoltura e l’allevamento. La decisione della Regione Lazio di sospendere il prelievo dell’acqua dal lago di Bracciano, però, dimostra che il fenomeno ha una portata decisamente più ampia. E non solamente per le ripercussioni che questa particolare scelta avrà sugli abitanti addirittura della capitale. Se non si correrà immediatamente ai ripari, recuperando i ritardi più o meno colpevoli nello studio e nello sviluppo di nuove strategie in grado di stare al passo con i sempre più improvvisi e rapidi cambiamenti del clima in corso, allora l’esperienza non ci avrà insegnato proprio niente. E non sono in pochi a essere convinti che un ostacolo lungo questo percorso di miglioramento delle infrastrutture sia la burocrazia che rallenta la concessione delle autorizzazioni per le perforazioni di nuovi pozzi per il prelievo dell’acqua.
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La questione > Siccità
Fedagri-Confcooperative Emilia-Romagna «Per consentire agli agricoltori le deroghe ai prelievi di acqua e il superamento del deflusso minimo vitale per irrigare i campi servono procedure burocratiche snelle, veloci e con corsie preferenziali», commenta Carlo Piccinini, presidente di Fedagri/Confcooperative Emilia-Romagna, che plaude alla Regione per aver ottenuto lo stato di emergenza nazionale nelle province di Piacenza e Parma, il 22 giugno. «Se invece ostacoliamo la presentazione di queste richieste con eccessivi adempimenti amministrativi e creiamo troppe sovrapposizioni tra gli enti coinvolti, rischiamo di non ottenere il risultato da tutti sperato». E lancia l’allarme: «Se questa situazione di siccità persisterà a lungo e non
sarà possibile irrigare facilmente e con continuità i campi, oltre all’emergenza in corso per le colture seminative e orticole, ce ne sarà una nuova e ancor più grave per la raccolta della frutta e la vendemmia».
Confagricoltura Piacenza «Quanto messo in atto finora non casa nel vuoto», aggiunge Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, in una lettera inviata al presidente della Regione Stefano Bonaccini all’indomani della dichiarazione dello stato di emergenza. «In particolare, affinché le ricadute del provvedimento possano produrre effetti realmente positivi sul territorio sarà indispensabile agevolare, attraverso percorsi semplificati, la concessione alla perforazione di nuovi
pozzi a supporto delle consuete fonti di approvvigionamento, agevolare, anche per tramite del braccio operativo di Arpae, il rilascio di concessioni di pozzi esistenti e oggi non utilizzabili per vincoli meramente normativi». E mette in guardia: «Notevoli sono i danni che il territorio piacentino sta subendo a causa di questa grave crisi idrica e le ricadute negative si stanno manifestando su tutti i fronti - dall’uso idropotabile all’irriguo, ai molteplici utilizzi a uso produttivo - compromettendo l’intero assetto economico del territorio con inevitabili pesanti conseguenze sull’occupazione».
Il rabdomante La sollecitazione più curiosa, però, arriva dalla persona probabilmente più inaspettata: «Molti privati, aziende
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Lago di Bracciano
La situazione preoccupante del lago di Bracciano (fonte immagine www.change.org) dove sono attive diverse petizioni a riguardo
agricole ma anche industrie che hanno bisogno di acqua chiedono il mio intervento, ma per ottenere il permesso per fare una perforazione ci vogliono almeno sessanta giorni. Quindi, il mio lavoro diventa quasi inutile», racconta Luigi Cantonati, titolare di una azienda agricola a Villa Rendena, in provincia di Trento, che viene spesso contattato da privati e amministrazioni pubbliche per le sue doti di rabdomante. «Una volta scoperta la falda acquifera, l’amministrazione dovrebbe concedere l’autorizzazione a scavare, visti anche i costi affrontati. Ma non è affatto così. Per questo, i più previdenti si muovono per tempo. L’ideale è cominciare fin dall’inverno con le esplorazioni, per
poi intervenire a primavera per assicurarsi l’acqua in estate. Nessuno, però, poteva prevedere un caldo torrido del genere e, quindi, che si sarebbe trattato di una vera e propria emergenza».
Società geologica italiana Rimanendo nella Pianura Padana, da dove arrivano molti degli appelli delle associazioni di categoria degli agricoltori, già nove anni fa la Società geologica italiana, nel suo quaderno L’assetto idrogeologico del territorio italiano-Risorse e problematiche (tuttora rintracciabile su internet, ndr), faceva presente un particolare non di poco conto: «Il bilancio delle risorse del bacino padano è fortemente deficitario a causa del forte sovrasfruttamento delle risorse idriche superficiali e sotterranee», scriveva Massimo Civita, del dipartimento Ingegneria del territorio, dell’ambien-
te e delle geotecnologie del Politecnico di Torino. «Questa situazione è alla base delle crisi idriche che si presentano sempre con maggior frequenza e che non sono dovute, dunque, soltanto agli episodi gravi di siccità degli ultimi anni.» Entrando nei particolari, «i prelievi agro-zootecnici sono i principali responsabili del deficit poiché l’agricoltura industrializzata a forte supporto irriguo abbisogna di grandi quantità d’acqua, solo in parte prelevata dai corsi d’acqua, in gran parte dagli acquiferi, che vengono così fortemente sovrasfruttati», si legge ancora nel quaderno della Sgi. «Sulla base di numerose constatazioni idrogeologiche, quali le reinfiltrazioni da canali d’irrigazione, perdite di corsi d’acqua, perdite dagli acquedotti ecc. molto rimane, dunque, da accertare e quantificare mediante precisi programmi di studio che pos-
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sano influire positivamente su un adeguato utilizzo integrato delle risorse disponibili». Come in tutte le situazioni, dunque, c’è anche una seconda faccia della medaglia di cui tenere conto.
Un esempio che funziona In Toscana, dove la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza idropotabile già il 16 giugno, «pur in un contesto di allerta, “Acque” sta affrontando l’attuale situazione con efficacia, grazie a
un programma consolidato di investimenti, nel corso degli anni, mirati al potenziamento della rete e del sistema di approvvigionamento», spiega Giuseppe Sardu, presidente dell’azienda che gestisce l’acquedotto, la fognatura e la depurazione per ottocentomila cittadini residenti in cinquantacinque comuni comuni delle cinque province di Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia e Siena. «Per questo motivo, a oggi, la perdurante siccità non sta comunque presentando le problematiche affrontate invece ne-
gli anni passati, in particolare nel 2003, 2007 e 2012, quando la persistente assenza di piogge aveva causato maggiori difficoltà. Tali interventi hanno riguardato la ricerca sistematica delle perdite occulte, la gestione ottimizzata delle pressioni in rete, la sostituzione delle condotte, la perforazione di nuovi pozzi, la realizzazione di nuovi impianti di trattamento, il potenziamento del parco autobotti. Un impegno che su tutto il territorio gestito ammonta a oltre diciotto milioni euro».◀
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