Educazione olistica
Se arriva in tempo si chiama educazione, se arriva tardi si chiama terapia.
EDUCARE OGGI Paolo Crepet
edizioni
© Copyright 2012 Edizioni Enea - SI.RI.E. srl I edizione giugno 2012 ISBN 978-88-95572-91-8 Edizioni Enea Sede Legale - Ripa di Porta Ticinese 79, 20143 Milano Sede Operativa/Magazzino - Piazza Nuova 7, 53024 Montalcino (SI) www.edizionienea.it - edizioni.enea@gmail.com Foto in copertina © Tania/A3/contrasto Riprese video realizzate presso il Teatro Rossini di Pesaro il 19 aprile 2012 in occasione dell’evento “Crepet incontra le famiglie”. Montaggio e sigla a cura di Moviement HD srl Stampato da Graphicolor, Città di Castello Masterizzato da Easyreplica, Pesaro I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, informatica, multimediale, riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresi microfilm e copie fotostatiche, sono riservati per tutti i Paesi.
EDUCARE OGGI
1. Siamo molto preoccupati
Il motivo di questo incontro è semplice: siamo molto preoccupati. Ma lasciatemi aggiungere: era ora che ci preoccupassimo. Mi spiego: faccio questo mestiere ormai da tanti anni, e fino a qualche tempo fa percepivo una sorta di gentile sopportazione di quello che dicevo. Erano gli anni dello star bene, del pil con il più davanti. Parlare di educazione e di futuro sembrava retorica e io passavo per catastrofista e menagramo. Negli ultimi decenni, purtroppo, l’educazione non ha avuto la giusta considerazione, e ciò è accaduto perché uno degli effetti spiacevoli del benessere è che anestetizza le coscienze, fa sì che le persone sviluppino la tendenza a non farsi più domande. Le cose che dovrebbero essere le più importanti diventano secondarie, quasi fastidiose. Ora però i problemi sono diventati concreti e visibili, l’effetto dell’anestesia si sta esaurendo. 7
Oggi siamo in una situazione drammatica ma allo stesso tempo ideale. La scelta non è più tra molte opzioni ma tra due. Finalmente siamo costretti a fare i conti e a chiederci: che cosa vogliamo fare? Vogliamo continuare come abbiamo fatto, o vogliamo provare a cambiare, come abbiamo fatto nei momenti migliori della nostra storia, i momenti più alti, quelli in cui abbiamo trovato il coraggio di guardare avanti? E qual è la cosa più importante che dobbiamo cambiare? Quella che se risolta permetterà a tutto il resto di aggiustarsi? Non è di certo lo spread, né l’indebitamento pubblico. È l’educazione.
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2. L’educazione è la madre di tutti i problemi
Non educhiamo più, questo è il problema. Se abbiamo smesso di pensare all’educazione è perché ci siamo illusi che per il futuro non ce ne fosse bisogno: questo è stato l’errore fondamentale. Forse qualcuno pensa che l’educazione consista nel mandare a scuola i figli. Io dico no: educare significa aiutare una giovane generazione a crescere forte, capace di camminare con le proprie gambe, orgogliosa di sé, confidente nel proprio talento. Questa è la grande sfida che dobbiamo affrontare. E se ci tiriamo indietro e non affrontiamo questo compito i nostri guai non potranno che peggiorare. Da dove iniziare allora? Sicuramente dobbiamo cominciare a guardare in faccia la realtà. E la realtà ci dice delle cose molto chiare. In Italia abbiamo due milioni di ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano. Ce lo possiamo permettere? 9
È bene per loro? Io non lo credo affatto e sono profondamente dispiaciuto che questi ragazzi e ragazze non facciano niente, perché sono convinto che tra loro ci siano dei talenti sciupati. Noi dovremmo rendere questi giovani orgogliosi di sé, dovremmo offrire spazio alla loro capacità di incidere sulla realtà. Dovremmo ritrovare l’orgoglio e la dignità di un popolo. Noi siamo Raffaello, siamo Rossini, non dei furbetti che fregano la povera gente. Il motivo per cui in Italia un terzo delle piccole aziende sono costrette a chiudere, non dipende dalla crisi internazionale o dalla globalizzazione: il problema risiede nel fatto che i figli degli imprenditori non sanno fare niente. Se un padre lascia il timone della sua azienda al figlio, quell’azienda dopo sei mesi non esisterà più. Ce lo possiamo permettere? Pensiamo che sia l’alba di un buon giorno? Pensiamo che questo accada ovunque nel mondo? Perché facciamo in modo che le nuove generazioni crescano fragili e ricattabili? Mi domando perché ai nostri bambini diamo tutto? Se dai tutto a un bambino gli togli il desiderio; senza il desiderio quel bambino diventerà un adolescente senza passioni; un adolescente senza passioni diventerà un giovane adulto senza progetti. 10
E perchĂŠ lo facciamo allora? PerchĂŠ quando un bambino chiede dieci cose a Babbo Natale noi gliene regaliamo dodici?
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Indice
1. Siamo molto preoccupati 2. L’educazione è la madre di tutti i problemi 3. Una cultura pedofoba 4. Un mondo antitrauma 5. Una piramide capovolta 6. Capitano, mio capitano… 7. Autorevolezza e autoritarismo 8. Abbasso la mediocrità 9. Impariamo a emozionarli 10. “Abbiate fame” 11. Stupiamoli, incantiamoli, meravigliamoli! 12. Alcuni miti da sfatare 13. Grandi esempi 14. Sfidiamo i ragazzi 15. Ci si può innamorare senza patire? 16. Perché la mattina li svegliamo?
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17. Marco Polo aveva una mamma? 18. La legge della reciprocità 19. Tutto quello che è comodo è stupido 20. Figli all’ergastolo 21. Mio padre mi ha rapito 22. L’arte di educare
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