Bollettino Elettronico Informazione SDM - Agosto 2010

Page 1

www.sindacatomarittimi.eu

ANNO 2010

AGOSTO

On. DI BIAGIO (PDL): l'INAIL e la SASN incapaci!!

Alcuni colleghi ci comunicano degli articoli pubblicati nel sito "politicamentecorretto" che parlano degli interventi dell'Onorevole Di Biagio (nella foto) atti a cercare di salvare in extremis l'IPSEMA o procedere con la costituzione di un nuovo Ente.

Noi di SDM Sindacato dei Marittimi non siamo entrati nel merito se chiudere IPSEMA sia giusto o meno, e non avendo interessi di poltrone in presunti nuovi Enti, ci interessava sapere solo se l'INAIL avesse in mente di seguire una buona politica di gestione del marittimo. E così ci siamo mossi. L'INAIL ci ha dato riscontro, spiegando le sue intenzioni e dando la sua parola nell'operare bene nel servire e tutelare i lavoratori marittimi. Questa è la risposta che l'INAIL ci diede cliccare QUI Ma torniamo all'On Di Biagio e alle sue affermazioni. Per leggere l'articolo cliccare QUI Altro articolo cliccare QUI “La presenza di più attori pubblici deputati a gestire le medesime prestazioni – conclude Di Biagio rende anche complesse le dinamiche di controllo delle attività medico-legali, segnatamente sul versante dell’erogazione delle indennità di malattia e indennità di sostegno del reddito. Questa ridondanza amministrativa legittimerebbe anche una sospetta facilità con la quale alcuni medici del SASN erogherebbero certificazioni attestanti lo stato di malattia dei lavoratori marittimi, alimentando una prassi ben consolidata in alcune aree nazionali”. In poche parole afferma che tramite medici compiacenti della SASN alcuni lavoratori sono facilitati nell'avere riconosciuta la malattia. Nel dubbio da buon politico dice "legittimerebbe anche una sospetta facilità" così da sollevarsi

dalle responsabilità. Quello che viene detto è vero, ma non deve essere generalizzato. Si parla poi di truffa ai danni dello Stato, quindi un fenomeno che deve essere chiaramente fermato. Prima dice sospetta facilità, ma poi termina alimentando una prassi ben consolidata in alcune aree nazionali. Onorevole o è sospetta o è manifesta? Detto questo, il problema c'era anche fino ad oggi con IPSEMA, e la soluzione egregio Onorevole non è costituire un ulteriore polo, ma SEMPLICEMENTE CONTROLLARE cosa non complessa se si vuole. Se non sapete come fare è molto semplice, e poco costoso. In parte l'IPSEMA già lo aveva fatto, chiaramente senza però affinare il sistema. I medici della SASN dovranno inviare all'INAIL ad un ufficio centrale copia del certificato medico. Questo permetterà di avere un database (le finanziarie hanno quello dei cattivi pagatori, e funziona benissimo) da analizzare e individuare tutti quei casi sospetti. Individuati si procede come per tutti gli altri lavoratori a controlli presso le proprie abitazioni. E' ovvio che i medici compiacenti che saranno individuati dovranno rispondere anch’essi allo Stato, per truffa. Vedrete che presi 2 o 3 nessun medico poi rischia più. E' chiaro che deve essere lo Stato a farlo, poiché a differenza degli altri lavoratori, gli armatori non hanno interesse a inviare controlli a casa, tranne pochissimi casi. Poi se lo Stato fosse corretto e giusto, penserebbe a come aiutare i lavoratori nei periodo in cui non lavorano, cosi da scongiurare anche a certi comportamenti non giustificabili, ma che spesso sono unica via di uscita da problemi economici famigliari. Insomma Egregio Onorevole, non si può per risolvere problemi vecchi come il mondo costituire enti su enti, basterebbe utilizzare quanto già abbiamo e bene (Brunetta l’ha fatto nella Pubblica Amministrazione). Inoltre ci consenta una riflessione. Non è che la paura della lobby è proprio che l'INAIL inizierà questi controlli? E sì, perché vede, il sistema da Lei illustrato fa molto comodo anche a una parte della "lobby del mare" (la chiamiamo cosi da oggi, perché in Italia per definire il settore marittimo si usa la parola mare, accademia del

mare ect ect). Come dire, li sbarchiamo tanto si mettono sotto cassa marittima, non scocciano e non pretendendo contrattazioni diverse. Ma non solo, a terra in molte contrattazioni, parte della malattia per alcuni mesi la paga anche il datore di lavoro, cosa che per i marittimi non avviene. Se noi ci ammaliamo dopo il 28 giorno dallo sbarco, dobbiamo sperare nel destino. ALLORA SE PROPRIO VUOLE FARE DEL BENE AI CITTADINI LAVORATORI MARITTIMI, NON PENSI A COME FARE PER COSTITUIRE IL POLO DEL MARE, O L'ESIN O ALTRI ENTI, MA LAVORI PER FAR IN MODO CHE LA TUTELA DELLA MALATTIA VENGA DATA ANCHE DOPO IL 28 GIORNO. AUMENTATE I CONTROLLI, MA INSIEME AUMENTATE LA TUTELA. INVECE NO, PERDETE TEMPO SU CHI DEVE EROGARE UN SERVIZIO, METTENDO GIU' UN DRAMMA CHE NON C'E'. Non vorremmo che invece si lavori per tutelare tutto il vecchio sistema. Perché vede, alle strette avete tirato fuori quest’argomento, ma fino ad oggi nessuno di voi ha fatto denunzie alla magistratura. Lei parla addirittura di zona geografica, quindi era possibile sia politicamente, che come IPSEMA mandare ispezioni, LO AVETE FATTO? Non dica sì, sarebbe triste, e se lo avete fatto, ma tutto continua allora non serve neanche il polo del mare. Ma l'IPSEMA non era vanto perché Ente in attivo che addirittura aveva buone entrate? E questo con medici e lavoratori che truffano in modo costante? Ci sarebbe veramente da analizzare bene questo fenomeno. Gli altri Enti da anni fanno una lotta a chi mette in essere queste scorrettezze, l'IPSEMA non l’ha mai fatto, almeno pubblicamente, ora esce che è una prassi!!

ATTENZIONE non stiamo dicendo che non sia un dato reale, ci domandiamo come mai tutti sapevano ma nessuno fino ad oggi ne ha parlato e contrastato il fenomeno, addirittura localizzato.

IN PRIMO PIANO

Il sequestro Buccaneer diventa un libro verità Le verità inedite sulla vicenda del Buccaneer E' disponibile da oggi il libro «Quel maledetto viaggio nel mare dei pirati - Tutto quello che non è stato detto sul sequestro del rimorchiatore italiano “Buccaneer”» Una parte del ricavato andrà a favore dei marinai del Buccaneer rimasti disoccupati e con famiglie a carico Continua a pagina 1

Il Consiglio dell'organizzazione marittima internazionale (IMO), riunito per la sua sessione 102a a Londra (29 giugno al 3 luglio 2009), ha convenuto che il 2010 sia l'anno del marittimo. Il tema è il rendere omaggio alla gente di mare di tutto il mondo per il loro straordinario contributo alla società e nel riconoscimento dei rischi che essi hanno nell'espletamento delle loro funzioni in un ambiente spesso ostile. Continua a pagina 2

Ministero dei Trasporti: conoscono il settore marittimo? Prima di tutto diciamo cosa sia veramente l'anno del marittimo, e per farlo usiamo le parole dell'IMO: 2010: Anno del marittimo

Per aderire leggi ultime pagine del bollettino, o se stai leggendo il formato pdf clicca sul banner per visitare la pagine adesione del sito ufficiale del SDM Sindacato dei Marittimi


PAGINA 1

SDM e problema Tirrenia: non potete giudicare noi In rete gira un comunicato dove si parla dei sindacati dei marittimi, incolpandoli della attuale situazione della Tirrenia e di altre problematiche. Non entriamo nel merito se tale comunicato sia corretto, ogni associazione decide come condurre la propria attività, e per quella poi ne risponde.

In questo comunicato si giudicano tutte le sigle sindacali, e su questo non c'è nulla da dire, anzi è cosa buona e giusta, se non fosse che quando si fanno comunicati di questo tipo si dovrebbe stare però più attenti, ricordandosi che si giudica anche il lavoro altrui. Se si giudica ma sostenendo tesi giuste e soprattutto provate, chi riceve il giudizio dovrà chiaramente prenderne almeno atto. Ma se si da un giudizio generico si rischia di ledere anche sigle che magari in tutto quel giudizio non possono entrare, e le si danneggia in nome del solo voler fare notizia. SDM Sindacato dei Marittimi è il primo che spesso ha giudicato altri, ma sempre facendone il nome e fornendo a tutti documentazione che ne provasse la motivazione. Chi segue SDM dal 2007, anno della nostra costituzione, già sa la nostra posizione sul caso Tirrenia, ma visto che

certi comunicati fanno di tutta l'erba un fascio, cogliamo semplicemente l'occasione per ribadirla. Nel 2007 nel costituire SDM Sindacato dei Marittimi, i lavoratori che presero questa iniziativa proveniendo da realtà diverse da quella della compagnia di Stato, decisero di non entrare nel merito della questione, per i seguenti motivi: 1 - essendo SDM Sindacato dei Marittimi formato per la maggioranza da lavoratori del lungo corso, o comunque non provenienti e quindi non conoscitori della realtà Tirrenia, ne saremmo da subito rimasti fuori; 2 - SDM Sindacato dei Marittimi non usa problematiche specifiche per fare una sorta di proselitismo che rasenta lo sciacallaggio; 3 - la Tirrenia è una compagnia altamente sindacalizzata da decenni. Entrare in quella realtà avrebbe significato solo iniziare, o meglio, inserirsi in una "guerra" tra sigle sindacali. Principalmente per questi 3 motivi non entrammo mai in questa problematica, pur seguendola con molto interesse. Non accettammo iscrizioni da questi colleghi, poichè per il loro problema nulla potevamo garantire. Basta scrivere la parola "Tirrenia" nel cerca del nostro archivio, e avete chiara la nostra posizione. RIBADIAMO, ABBIAMO SEGUITO E SEGUIAMO IL PROBLEMA CON IL MASSIMO RISPETTO. "......Stesso copione per la Tirrenia: oggi tutti (ripetesi: tutti) i sindacati rilasciano comunicati stampa di cordoglio..." Non abbiamo scritto in questo periodo, seppur di cose da dire ce ne sarebbero, alcun comunicato con "lacrime da coccodrillo" o peggio di cordoglio.

spesso ceduto agli armatori ....." Beh, basta leggere questa nostra news ( CLICCA QUI ) per rispondere e non aggiungere altro. E' buffo che a dare questo giudizio è chi pochi mesi fa invece che contrastare un potere armatoriale e dei sindacati confederali sulle tabelle d'armamento, un potere che a loro non compete poiché si parla di sicurezza, chiedeva a questi legittimandoli di nuovo e pubblicamente, una soluzione. Chi ha fatto questo sono i sindacati confederali, cioè CGIL CISL e UIL e di riflesso UGL. Se si ha paura di fare i nomi e dare giudizi specifici, non si faccia alcuna attività di tutela dei lavoratori, perché si rischia di danneggiare altre associazioni che lavorano con onestà, correttezza e RISCHIANDO. Noi quando abbiamo detto che c'erano compagnie che censuravamo abbiamo detto i nomi, Grimaldi Napoli e Ignazio Messina. Del comportamento scorretto dell Grimaldi Napoli abbiamo offerto prova copia mail, dove si vede che le compagnie sono vicine alla triade e non certo a noi. Portate avanti la vostra attività come meglio credete, ma fate ben attenzione a come la fate. Quando si giudica la prima regola è informarsi, altrimenti si rischia di scrivere mezze verità o peggio delle accuse false. SDM Sindacato dei Marittimi si assume sempre le proprie responsabilità, ma rimanderà al mittente giudizi e critiche quando totalmente infondati.

Altro giudizio che rimandiamo al mittente è il seguente: "Nell’ ultimo decennio, i sindacati dei marittimi hanno

Il sequestro Buccaneer diventa un libro Continua dalla cover ….Una nave italiana, un armatore, 16 membri d’equipaggio, gli agguerriti e senza scrupoli pirati somali, faccendieri, governi inesistenti e governi riluttanti a dichiarare con chiarezza i fatti, aiuti, compensi e tanti, ma proprio tanti dollari, media annaspanti e mal informati sono gli ingredienti di questa storia, che non è un romanzo, ma un fatto realmente accaduto, che ci porterà alla Latitudine = 11.1818 e Longitudine = 48.2086... nella «calda» area del Corno d’Africa. Un «thriller» casereccio risibile, se non fosse per il dramma vissuto da questi 16 uomini del mare e dai loro parenti dislocati in varie zone dell’italico stivale e nella patria del ex dittatore Nicolae Ceau?escu, imbarcati su un vecchio e decrepito rimorchiatore d’altura, dal nome beffardo, quanto la sorte che li attende, nel transitare nei pressi delle basi della nuova «moderna» filibusta. Di fatto è il racconto dell'esperienza vissuta in prima persona, dal 11 aprile 2009 fino al 9 agosto successivo, quando la nave ostaggio dei pirati, dopo quasi 4 mesi, venne rilasciata dietro il pagamento di un forte riscatto corrisposto dal governo italiano come risulta anche dall’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti della Procura di Roma. Il libro raccoglie ricordi, emozioni, sensazioni, vissute da uno dei marittimi del Buccaneer,

in quei 4 mesi di prigionia. Una ricostruzione della vicenda che avviene anche attraverso gli articoli (quasi un centinaio) pubblicati dagli autori del libro, sul web e sulla rivista LiberoReporter, oltre alla viva testimonianza dei parenti degli ostaggi di origine campana; parenti che da quel 11 aprile 2009, hanno ricevuto sostegno e linfa per 4 mesi, tanto quanto è durato il sequestro, in un vortice di conversazioni telefoniche e incontri, che spesso sono serviti per domare la rabbia, la frustrazione e la disperazione di quei 119 giorni da incubo. Particolari inediti fanno da corollario al racconto, il tutto anticipato da una eloquente introduzione per far comprendere, anche a chi si accosta per la prima volta, il complesso e delicato argomento trattato. Un'introduzione in cui alcuni concetti vengono riaffermati più volte, non come una semplice ripetizione ma come una sottolineatura e implicita denuncia, senza strumentalizzazioni politiche ma attenendosi strettamente ai fatti, contrariamente a quanto di solito accade. Dalla lettura di questo libro traspare una cruda realtà che ha visto come palcoscenico la nave italiana «Buccaneer» e come attori 10 marittimi italiani, 5 rumeni e un croato; nel ruolo di cattivi, svariate decine di pirati somali, ben armati e decisi a non mollare la preda senza contropartita (contrariamente a quanto dichiarato dalla Farnesina) e vari faccendieri, lesti nel cogliere l’occasione di un business criminale. Una vicenda condita di falsità, sofferenze e omissioni di cui si sono resi parte responsabile, in qualità di «comparse scomparse», non solo il governo italiano e la società Micoperi proprietaria della nave. Il libro è acquistabile sul portale http://www.liberoreporter.it/Libro_Buccaneer.htm Prezzo del libro: € 18 + € 2 di spese di spedizione Prezzo della versione in ebook € 13


PAGINA 2

(logo Ministero) Continua dalla cover …..

cabotaggio si arriva a 2 mesi a bordo e 1 a casa NON RETRIBUITO. Un normale contratto prevede un periodo di imbarco che va dai 4 ai 6 mesi, e il periodo di riposo minimo per chi in Turno Particolare è calcolato al 33% del periodo trascorso a bordo. Solo i lavoratori marittimi in CRL vengono pagati anche quando sono a casa nei periodi di riposo, per il vero però in CRL sono la minoranza, e lo si ha spesso solo verso la fine della carriera o a gradi di vertice. Ci sono varie realtà, ma sicuramente non è l'eccezione a fare la regola.

Il tema è complementare alla campagna già in corso "Go to Sea!" con lo scopo di attirare i giovani nel settore del trasporto marittimo. Questa campagna iniziò nel 2008, anno in cui in Italia il Governo rende vigente un decreto che con sole 500 ore di corso di allineamento, "regala" il diploma tecnico nautico a chiunque. Il regala sta ad indicare che riassumere in 500 ore 5 anni di Istituto Tecnico Nautico è una vera umiliazione a questa storica scuola. Ma non solo, si è abbassato il periodo minimo da svolgere da allievo ufficiale da 18 mesi a 12. Si pensi che in quel periodo la EMSA la European Maritime Safety Agency, ci avvisava che i nostri Istituti Nautici non svolgevano le ore previste nell'insegnamento delle normative internazionali (1000 ore, il corso di allineamento ne dura la metà, non c'è da dire altro).

Il lavoratore infatti sia esso a turno Generale o Particolare al momento dello sbarco viene liquidato di tutto quanto sia suo diritto, vedi TFR trattamento di FINE RAPPORTO. I mesi che quindi trascorre a casa, e sempre con la speranza che si venga richiamati e con turnazione corretta e regolare, non sono retribuiti. Questo tradotto nella vita di tutti i giorni, vuol dire avere problemi nel chiedere un prestito per acquistare un automobile o accendere un mutuo. Quello che si guadagna in 7 o 8 mesi max di lavoro, deve servire a vivere e far vivere la propria famiglia per i restanti mesi. La malattia, se arriva dopo il 28° giorno dalla sbarco non è erogata.

Detto questo già quanto affermato dal Ministero dei Trasporti non è corretto, poichè il primo scopo dell'anno del marittimo è il rendere omaggio alla gente di mare, mentre promuovere la carriera marittima tra i giovani era una campagna iniziata nel novembre 2008 detta Go to Sea!

LA REALTA' E' PIU' COMPLESSA E NON CERTO ROSEA COME DESCRITTA DAL MINISTERO DEI TRASPORTI ITALIANO, magari fosse quella, e per questo stiamo lavorando, per arrivare se non a 1 mese a bordo e 1 a casa retribuito ( UTOPIA PURA) almeno a periodi più corretti e giusti, a dare certezze economiche e sul futuro lavorativo ect ect.

Ma anche se il Ministero dei Trasporti non ha ben capito cosa fosse l'anno del marittimo, sta facendo buona, corretta e onesta informazione? Si consideri che quando ci si rivolge ai giovani, si "gioca" con le loro vite, e informazioni sbagliate o manipolate per altri interessi, si trasformano con il tempo in danni per la società. Illudere un giovane oggi, vuol dire avere un pessimo ufficiale o marinaio domani, condannandolo ad una vita di sacrifici non attesi. I giovani devono decidere consapevolmente, e non sulla base di falsità. Se hanno vocazione accetteranno tutti i sacrifici che una carriera in mare richiede.

Andiamo avanti e leggiamo: Dopo diversi anni in mare, la professionalità e l'esperienza acquisite consentono di trovare lavoro in una delle tante professioni che l'industria marittima offre: dall'impiego nel settore armamento e spedizioni. FALSO almeno in Italia. I posti a terra sono pochissimi, e la possibilità offerta dall'attuale organizzazione scolastica specifica per i lavoratori marittimi, non offre possibilità di mobilità in settori lavorativi diversi dal bordo. Le compagnie offrono pochissimo, e carriere sindacali senza una legge che garantisca il distaccamento sindacale, sono pura ILLUSIONE, e forse noi essendo un sindacato possiamo affermarlo con più credibilità del Ministero dei Trasporti. BASTI PENSARE CHE LO STESSO MINISTERO NON HA MARITTIMI NEL SUO INTERNO, CIOE' TOLTI FORSE QUELLI CHE SONO LI MA PER ALTRI MOTIVI PERSONALI DI SCELTA DI VITA (magari un diplomato al nautico che vinse un concorso c'è, ma i dirigenti sono tutti avvocati o figure simili).

Il Ministero dei Trasporti italiano scrive: Nella carriera marittima il personale può godere di lunghi periodi di ferie. I termini esatti possono variare, ma spesso è usato il sistema di un mese di lavoro seguito da un mese di vacanza pagata soprattutto nei viaggi di breve durata. Nei commerci intercontinentali o in alto mare è normale concedere periodi di vacanza di diversi mesi. In questo modo è inevitabile che i marittimi stiano fuori di casa per lunghi periodi, seguiti però, da altrettanti periodi di riposo. FALSO. Attualmente pochissime compagnie del Nord Europa hanno peridi d'imbarco diciamo brevi, con mese di risposo a casa retribuito. Non solo ma stanno sperimentando l'equipaggio fisso, cioè che fa sempre stessa nave. In Italia un contratto che prevede 1 mese a bordo e 1 mese a casa e anche retribuito non c'è. Al massimo nel

rimanete nell'ufficio fino all'indomani, woooooow. Peccato che la realtà a terra mostra una fuga dagli uffici, mah! Grazie a tabelle di armamento minime le persone a bordo sono massimo 25, di nazionalità, cultura e lingua diversa. Se questo avvenisse a terra sarebbe molto bello ed interessante, ma avvenendo a bordo in un contesto chiuso, fa nascere molte problematiche. La vita sociale è quasi zero, poichè mentre uno lavora, l'altro dorme (molto poco), quindi queste relazioni si riassumono a ore di lavoro condivise per mesi con una sola persona, sempre se poi ci si accetti bene a vicenda. Le opportunità per risparmiare, sin da giovani, sono considerevoli: diversamente da altri lavori, gli ufficiali hanno pochissime spese per l'alloggio o per il cibo quando sono imbarcati perchè queste spese sono pagate dall'armatore. Confrontando professioni simili a terra, viaggiare guadagnando per un marittimo è la normalità: il costo del volo di rientro è pagato dalla compagnia di navigazione ai sensi delle leggi internazionali. Qui tocchiamo l'assurdo, vedi un po che ci date una canna da pesca e dite arrangiatevi. Comunque detto questo, l'acqua a bordo spesso la si PAGA, non perchè viziati ma perchè l'acqua delle casse della nave non è quasi mai buona. Il volo è pagato solo se la nave è in posti lontani, altrimenti c'è il treno. Un esempio: se si sbarca a Genova la compagnia paga l'aereo solo a chi vive nelle isole, anche se oggi sappiamo che attraverso promozioni spesso un volo costa quanto il treno. Ma non solo, se un marittimo decidesse di pagarsi la differenza spesso l'armatore non paga tale viaggio attraverso varie scuse. Ma anche qui, vedi pure che queste spese le paghino i lavoratori! Poi detto dai Ministeriali, vorremmo vedere i gettoni che percepisce un loro dirigente per andare ai convegni !! Al Comandante è richiesta una attitudine al comando e una grande capacità direttiva per assicurare la sicurezza ed il benessere delle persone che vivono e lavorano con il mare, ma anche la sicurezza dei passeggeri e delle merci che viaggiano sulla nave. Al Direttore di macchina è richiesta la conoscenza, l'abilità e la capacità di far funzionare in perfetta efficienza le apparecchiature di bordo, dal motore che muove la nave alle caldaie che consentono un clima confortevole a bordo. Infatti lo Stato che fa? Prende atto e diminuisce come requisito l'esperienza da fare da Allievo ufficiale. Chiude gli Istituti Tecnici Nautici e invece che pensare a percorsi formativi di qualità, apre la carriera a tutti con corsi di aggiornamento di 500 ore. Organizza un corso post diploma e lo chiama Accademia. W L'ITALIA ma della meritocrazia o della mediocrità?

L'ambiente a bordo è un ambiente di lavoro unico perché unisce casa e lavoro e questo consente di creare delle relazioni sociali uniche Chi è di voi a terra che non vorrebbe questo. Pensate che bello alle 16 invece che tornare a casa, dalla famiglia

Perché si gettano tutti sul voto? Prima di tutto sia chiara una cosa: speriamo che il comitato genovese per il voto ai marittimi, riesca dopo soli 64 anni a far si che politici garantiscano questo diritto a tutti noi. I nomi che abbiamo letto essere in questo comitato, li sentiamo da anni e anni, come mai solo nel 2010 si sono mossi? Qualcuno sostiene che hanno decifrato un codice dei Maya e sapevano che si doveva aspettare il 2010 poichè sarebbe stato l'anno del marittimo!!! A noi sembra strana la cosa, decifrano un codice antico e non capiscono quel che dice un decreto, anche se scritto con i piedi... Detto questo molti ci domandano, come mai nel 2007 vi deridevano tutti quando chiedevate questo diritto, e oggi corrono tutti a prendersi il merito? I motivi sono fondamentalmente 2, il primo è distogliere i lavoratori da altri problemi come tabelle d'armamento, sicurezza, pirateria, agevolazioni fiscali ect ect Infatti non hanno costituito il comitato per l'amianto, e detto risolviamo il problema entro il 2010.

Il secondo motivo è solamente politico. La situazione attuale è dinanzi a tutti noi, e cioè ci sono problemi al Governo. Tra le varie ipotesi che si vorrebbero da una parte politica, c'è il cosidetto governo tecnico o di transizione, il cui compito sarebbe rivedere la legge elettorale. E' chiaro che in tale situazione, si potrebbe giungere alla soluzione del problema voto ai marittimi, anche se chi conosce bene le varie problematiche per gestire tale voto, sa bene che sarebbe una legge di solo scopo propagandistico, e che lascerebbe poi molti problemi. Il problema non verrebbe o verrà risolto, come tutto quello che la lobby tocca. Anche se quindi parlano di accordi bipartisan, con tutti i politici che vanno d'amore e d'accordo (e lo vediamo quanto si amano i politici) il tutto è politicizzato, ed ha scopi di proselitismo. Ci chiedete come mai il Presidente di Confitarma dottor Paolo D'Amico, non vi ha dato riscontro alla vostra proposta di lavorare insieme per il voto, fatta prima di tale comitato? Bella domanda, ma la risposta dovrebbe darla il Presidente D'Amico, ma sicuramente avrebbe problemi a farlo. Perché vedete non rispondere a una domanda o missiva ha sempre due soli motivi, ed entrambe veramente penosi. Il primo non avere le conoscenze e capacità per farlo, ma dal Presidente della CONFITARMA non possiamo credere a questo. Il secondo è il non poterlo fare, per coprire giochi non corretti, o evitare di esporsi sempre per scopi non etici. QUESTA E' LA SOLA VERITA'. Per noi di SDM non rispondere sarebbe prima di tutto fallimento da Uomini. Vorrebbe dire o non saper fare, o peggio avere talmente tanti compromessi da non poterlo fare, cioè non essere Uomini liberi. La dignità ha per ognuno valore diverso.


PAGINA 3

Prima di chiudere però, poiché anche i giornalisti non sono più uomini LIBERI (che tristezza di lavoro che fanno) ma sono cartelloni pubblicitari dei padroni, e stanno facendo passare l'idea che del voto ai marittimi se ne parli grazia ai POLITICI GENOVESI sostenuti da lobbisti, NOI CI LIMITIAMO A DARVI RESOCONTO CRONOLOGICO DEI FATTI, CHIARAMENTE PROVATI. Prima ti tutto in altra pagina, aprite questo file CLICCARE QUI , e poi seguite il seguente prospetto: In data 02 settembre 2008 SDM con nota protocollo 984/2008/PR scriveva al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per la problematica diritto al voto dei marittimi italiani In data 06 novembre 2008 la Dott.ssa L. Di Martino con DICA 0017252.3.12.1 ha dato riscontro a nostra istanza chiedendo elementi di valutazione ai seguenti dicasteri: Esteri, Interno, Trasporti, Lavoro. In data 22 dicembre 2008 con DICA 0019561-3.12.1 vengono sollecitati i dicasteri Esteri e Trasporti per riscontro nota diritto al voto. In data 16 marzo 2009 con DICA 0003977-3.12.1 viene sollecitato il Ministero dei Trasporti a dare riscontro a nota sul diritto al votoIn data 28 maggio 2009 con DICA 0008063-3.12.1 viene sollecitato il Ministero dei Trasporti a dare riscontro a nota sul diritto al voto In data 15 giugno 2009 SDM con nota 2030/2009/PR scrive al Presidente del Consiglio per chiedere Suo personale intervento, e segnalando il comportamento inqualificabile del Ministro Matteoli e del Suo dicastero, totalmente indifferenti ai problemi dei marittimi. In data 16 luglio 2009 la Presidenza del Consiglio ci segnala di aver ricevuto tutti i pareri dei dicasteri In data 07 settembre 2009 SDM con nota protocollo 2036/2009/PR scriveva al Presidente

della Camera dei Deputati Gianfranco Fini per la problematica diritto al voto dei marittimi italiani In data 22 ottobre 2009 abbiamo avuto riscontro dal Presidente Fini, che ci segnalava di aver trasmesso nostra istanza alla Commissione Parlamentare competente (prot 2009/0010897/PRES) In data 02 febbraio 2010 prto 2010/0001045/PRES il Dottor Solia ha risposto nostra richiesta indicandoci la XI Commissione parlamentare (Lavoro Pubblico e Privato) In data 07 aprile 2010, scrivemmo al Presidente della Confitarma Dottor Paolo D'Amico, proponendo una azione congiunta per risolvere questione del voto ai marittimi, proposta alla quale il Presidente D'Amico non ha MAI RISPOSTO (leggila cliccando QUI ) IL COMITATO DIRITTO AL VOTO MARITTIMI, CHE SECONDO LA STAMPA E CERTE ASSOCIAZIONI, HA SMOSSO LA QUESTIONE DIRITTO AL VOTO, E' STATO COSTITUITO IL 28 GIUGNO 2010 Ora non dite che non è chiaro, che grazie a loro oggi si parla di voto !! E' chiaro come il Sole, mica vorrete pensare che un lavoro COSTANTE di 2 anni serva a qualcosa? Ci vogliono 64 anni di studio e profondo pensiero, per giungere a un comitato che solo perchè costituito muova tutto. Non capiamo come con queste menti qui, il mondo non sia ancora un paradiso terrestre ! Secondo la tabella di marcia quindi, il comitato per le tabelle d'armamento dovrebbe nascere intorno al 2065, nel frattempo cercate di non morire però. Per quello amianto invece purtroppo quando si avrà il comitato, la maggior parte non ci sarà più, ma vinceranno! In data 12 dicembre 2009 TG2 Dossier dedica una trasmissione sul problema diritto al voto marittimi italiani, e chiama noi di SDM Sindacato dei Marittimi a parteciparvi. Vi raccontiamo cosa accadde il giorno che andammo a Civitavecchia per registrare la puntata. Appena l'armamento seppe che si stava girando una puntata sul voto, diede disposizione ai lavoratori di non parlare, di non rilasciare dichiarazioni. I soli infatti che parlavano erano i lavoratori del cabotaggio, guarda caso gli unici a votare.

Buccaneer: quanto è umano leiii……… Gli armatori non smettono mai di stupirci, ma peggio sembra che il fondo del baratro dell'inumanità non abbia fine. Come sapete pochi giorni fa è uscito un libro che racconta quei giorni di prigionia di marittimi italiani e rumeni catturati dai pirati somali, e di seguito vi metteremo le dichiarazioni così come pubblicate, dell'armatore del Buccaneer. Non troviamo strano che il Governo italiano neghi eventuali riscatti, anche perchè è difficile credere che i pirati somali rilasciarono gli ostaggi per chissà quale altra trattativa. Non solo, anche se il Governo avesse pagato non ci sarebbe nulla di cui vergognarsi e di cui accusarlo, per salvare vite umane si deve fare il possibile, sempre. Si vergognassero di altro semmai. Il Governo se avesse pagato un riscatto doveva semmai poi agire, e li si con forza militare, a rintracciare il pagamento e i pirati. Se fossimo certi che fu pagato un riscatto, diremmo al Governo di farsi rimborsare dall'armatore, poichè non dimentichiamoci mai che questo deve garantire la sicurezza dei sui impiegati. Quegli uomini erano li per lavorare, non erano in vacanza di piacere. Sono passati in quella zona per far fare profitti proprio a chi oggi in modo rude e rozzo li giudica. Non entriamo nel merito delle dichiarazioni "cristiane" fatte da questa persona, ma ci chiediamo li ha aiutati questi uomini a superare lo shock che tali situazioni comportano? Alcuni di noi le superano con facilità, per carattere, altri hanno invece problemi e dovrebbero essere supportati e non gettati via come disse il Cardinal Bagnasco come zavorra. Questo è invece il suo pensiero? Pensa veramente che queste persone vogliano essere mantenute a vita? La domanda è, serviva dirlo ai media e in questo modo?

Poi non si copra dietro al Governo. E' normale che la gente si chieda se fu pagato il riscatto, ed è normale che il Governo neghi tale circostanza, sia esso di destra che di sinistra. Si dovevano salvere vite umane, sempre se si capisce cosa siano delle vite umane. 4 milioni di euro spesi benissimo, se furono spesi, considerando che molti di più sono dati all'armamento tramite agevolazioni fiscali, ad esempio tipo tonnage tax! MA QUANDO MAI I CITTADINI ITALIANI ANDREBBERO CONTRO QUALSIASI GOVERNO PERCHE' HA PAGATO UN RISCATTO PER SALVARE DEI LAVORATORI? MA SIAMO SERI Se poi il Governo riuscì con le sole parole a convincere i pirati, perfetto, certo ultimamento destra e sinistra non convincono più neanche gli italiani, sarebbe un miracolo. Se proprio le dava fastidio un libro, se proprio era lei contro chi la vede in modo diverso, o sa che andò in modo diverso poteva tacere, mai occasione sarebbe stata migliore. In fin dei conti come andò il tutto non lo sa neanche lei! Ci chiediamo, e siamo pronti a darle diritto di replica, lei ha riconosciuto l'indennità pirateria, accordo firmato mentre c'era il sequestro, dal primo giorno di questo? Sarebbe più interessante sapere questo, più del riscatto. Ha mandato medici, psicologi di fiducia, a spese della sua compagnia, a dare un conforto a questi ragazzi? Lo Stato ai militari lo fa ad esempio, proprio per aiutarli a superare paure che subentrano da situazioni particolari. Perchè vede non fu lei a rischiare la vita, ma i suoi dipendenti di allora. Come definiamo le sue parole? Beh, usiamo la sua frase " una cosa vergognosa, INDEGNA di essere considerata" e crediamo che anche il Governo prenderebbe le distanze da queste dichiarazioni. Non serviva, ma questa è altra pagina bruttissima dell'armamento italiano. Noi non difendiamo il libro, non diamo attenuanti al Governo, ma in queste vicende l'aspetto umano dovrebbe emergere. La fortuna è stata che comunque a gestire le trattative non c'era Lei, poichè a diplomazia è a livello zero. Un appunto. Lei dice che il magistrato non l'ha chiamata, seppur lei è informatissimo (pur non sapendo come si siano concluse le trattative del sequestro) e questo deve pur dire qualcosa. Si, vuol dire che semplicemente lei non ha fatto nulla per le trattative quindi perchè convocarla? Il Governo se ha pagato doveva dirlo a Lei?


Perché aderire al Sindacato dei Marittimi. Se non ti riconosci nei sindacati confederali CGIL CISL UIL, o in altre sigle e cerchi una associazione aperta, democratica e libera da pressioni politiche o aziendali, allora devi aderire con il Sindacato dei Marittimi. Avrai la possibilità di esprimere le tue idee, avanzare proposte atte a contrastare quelle decisioni che ledono i nostri diritti. Entrerai a far parte di una associazione giovane, una associazione di e per i marittimi. I risultati di un sindacato sono proporzionali al suo livello di rappresentanza: più lavoratori vi sono iscritti, più il sindacato ha la possibilità di intervenire alle varie trattative e sugli argomenti di interesse della categoria che rappresenta. Inoltre, l'unica fonte economica diretta, e non legata ad una iniziativa specifica, è il tesseramento volontario dei lavoratori che fornisce una base per la copertura delle spese correnti e per l'ampliamento e miglioramento, in termini di qualità, dei servizi offerti. Il sindacato non è un'organizzazione a scopo di lucro e, pertanto, il fondo raccolto verrà pienamente utilizzato per garantire l'efficienza del sindacato e fornire agli iscritti tutto il supporto necessario. Diventa artefice del tuo destino, aderisci al Sindacato dei Marittimi! Come aderire. Occorre compilare il modulo di richiesta di adesione e procedere al versamento della quota associativa secondo le diverse modalità offerte. Il Sindacato dei Marittimi, ha escluso la trattenuta in busta paga della quota sindacale preferendo metodi di pagamento più diretti e differenziati secondo le varie esigenze. Il Sindacato dei Marittimi non comunicherà i dati dei suoi iscritti alle compagnie di navigazione, e l’iscritto non ha l’obbligo di segnalare la sua adesione al datore di lavoro. Prima di iscriversi disdire eventuali adesioni, anche involontarie, con altre sigle sindacali. Come recedere. Come da Statuto, l'adesione al Sindacato dei Marittimi può essere revocata in qualsiasi momento dall'iscritto/a a mezzo raccomandata da inoltrare a: Sindacato dei Marittimi - Ufficio Iscrizioni Via dei Conciatori 7 - 00154 Roma Quote di adesione annuali. Le quote sono state stabilite tenendo conto dello stipendio medio dei lavoratori del settore e cercando di privilegiare le fasce delle qualifiche di inizio carriera e dei diplomati nautici non imbarcati. A seconda della modalità di versamento prescelta è possibile suddividere l'importo della quota in una o più rate con cadenza mensile o semestrale. Categoria di appartenenza

Quote Annuali

Semestrali

Stato Maggiore, Sottufficiali, Comuni, Camera

€ 108

€ 54

Mensili (solo adesione On Line) €9

Qualifiche di inizio carriera, diplomati nautici

€ 72

€ 36

€6

Pensionati e studenti nautici

€ 60

€ 30

€5

Modalità di adesione e di versamento del contributo associativo. Di seguito troverai alcune spiegazioni per le modalità di adesione e il versamento del contributo. Dopo averle lette, puoi compilare la scheda di adesione on-line oppure il scaricare il modulo di richiesta di adesione per l'invio postale. In caso di necessità di assistenza non esitare a contattare il nostro Ufficio Iscrizioni al numero: 06 90281686. L'iscrizione può essere effettuata in qualsiasi momento dell'anno, con validità di 12 mesi dalla data del versamento (es. l'iscrizione effettuata nel mese di maggio 2008 avrà validità sino al maggio 2009). Si ricorda che non è consentita l'adesione contestuale ad altre organizzazioni sindacali del settore. E' cura del richiedente l'iscrizione comunicare preventivamente il proprio recesso alla eventuale associazione di appartenenza (fac-simile). Adesione con versamento tramite bollettino postale Scegli tra il versamento della quota in un'unica soluzione o in due rate semestrali

E' sufficiente scaricare e compilare il modulo di adesione in tutte le sue parti ed inoltrarlo tramite fax al numero +39 06 62298587. Occorre allegare al modulo copia di un documento di identità in corso di validità e copia della ricevuta attestante l'avvenuto versamento della quota di iscrizione annuale o della prima rata della quota. Il pagamento può essere effettuato presso qualunque Ufficio Postale, mediante bollettino, utilizzando i seguenti dati: Conto corrente postale nº 80560782 Intestato a Sindacato dei Marittimi Indicare come causale: "quota di adesione al Sindacato dei Marittimi" o "1º rata quota di adesione al Sindacato dei Marittimi" (in caso di pagamento rateizzato). Il bollettino precompilato per il versamento dell'eventuale 2° rata verrà inoltrato tramite posta ordinaria all'indirizzo indicato nel modulo di adesione.


Adesione con versamento tramite carta di credito Scegli tra il versamento della quota in un'unica soluzione o in rate mensili E' sufficiente accedere ad uno dei programmi di adesione offerti, cliccando sul relativo link presente nella barra laterale di questa pagina, per accedere al modulo di adesione on-line e procedere successivamente al versamento della quota associativa in assoluta sicurezza attraverso i server di PayPal. E, se sei un utente PayPal, da oggi aderire al Sindacato dei Marittimi è ancora più semplice e conveniente per la possibilità di suddividere il pagamento della quota associativa in rate mensili, con addebito automatico, di modesta entità. Potrai inoltre conoscere in ogni momento lo stato della tua adesione e di recedere, eventualmente, da quest'ultima con pochi click. Sono accettate tutte le più comuni carte di credito e di debito. PER L’ADESIONE ON LINE, SE STATE LEGGENDO UN BOLLETTINO ELETTRONICO IN FORMATO PDF, CLICCARE SUI TASTI SOTTOSTANTI A SECONDA DELLA VOSTRA CATEGORIA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.