SDM News n° 4

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Luglio 2011

Numero 4

Pirateria: decreto scorte armate firmato Oggi, con soddisfazione dell’armamento italiano e del nostro Ministro della Difesa La Russa, il Governo italiano ha preso la strada della difesa attiva delle navi mercantili, del loro carico e speriamo dei lavoratori. Il lavoro del Governo è così finito, tutti felici comodi e sicuri nei loro palazzi. Ci auguriamo che tutti da domani possiamo finalmente essere sicuri nel transitare tale zona, e che la felicità e soddisfazione armatoriale e del Governo rimanga t a l e . Probabilmente la scelta armatoriale ricadrà per lo più nell’utilizzare i mercenari del posto. E’ questo che fermerà la pirateria? I governi europei hanno vinto la sfida? Ci auguriamo di si DECRETO-LEGGE 12 luglio 2011, n. 107 Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche’ delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia e disposizioni per l’attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria Art. 5 Ulteriori misure di contrasto alla pirateria 1. Il Ministero della difesa, nell’ambito delle attivita’ internazionali di contrasto alla pirateria al fine di garantire la liberta’ di navigazione del naviglio commerciale nazionale, puo’ stipulare con l’armatoria privata italiana e con altri soggetti dotati di specifico potere di rappresen-

tanza della citata categoria convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana in transito negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria individuati con decreto del Ministro della difesa, sentiti il Ministro degli affari esteri e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, tenuto conto dei rapporti periodici dell’International Maritime Organization (IMO), mediante l’imbarco, a richiesta e con oneri a carico degli armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP) della Marina, che puo’ avvalersi anche di personale delle altre Forze armate, e del relativo armamento previsto per l’espletamento del servizio. 2. Il personale militare componente i nuclei di cui al comma 1 opera in conformita’ alle direttive e alle regole di ingaggio emanate dal Ministero della difesa. Al comandante di ciascun nucleo, al quale fa capo la responsabilita’ esclusiva dell’attivita’ di contrasto militare alla pirateria, e al personale da esso dipendente sono attribuite le funzioni, rispettivamente, di ufficiale e di agente di polizia giudiziaria riguardo ai reati di cui agli articoli 1135 e 1136 del codice della navigazione e a quelli ad essi connessi ai sensi dell’articolo 12 del codice di procedura penale. Al medesimo personale sono corrisposti, previa riassegnazione delle relative risorse versate all’entrata del bilancio dello Stato ai sensi del successivo comma 3, il compenso forfetario di impiego e le indennita’ previste per i militari imbarcati sulle unita’ della Marina negli spazi marittimi internazionali e si applicano le disposizioni di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, e all’articolo 4, commi 1-sexsies e 1-septies, del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, sostituita alla necessita’ delle operazioni militari la necessita’ di proteggere il naviglio di cui al comma 1.

3. Gli armatori che fruiscono dei servizi di protezione di cui al comma 1 provvedono al ristoro dei corrispondenti oneri, comprensivi delle spese per il personale di cui al comma 2 e delle spese di funzionamento, come definiti nelle convenzioni di cui al comma 1, mediante versamenti all’entrata del bilancio dello Stato, integralmente riassegnati, entro sessanta giorni, ai pertinenti capitoli dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, in deroga alle previsioni dell’articolo 2, commi 615, 616 e 617, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. 4. Nei casi in cui non sono previsti i servizi di protezione di cui al comma 1, i servizi di vigilanza privata, disciplinati dagli articoli 133 e seguenti del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, e dagli articoli 249 e seguenti del relativo regolamento di esecuzione, di cui al regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, e successive modificazioni, possono essere svolti con l’impiego di particolari guardie giurate armate, a protezione delle merci e dei valori sulle navi mercantili e sulle navi da pesca battenti bandiera italiana negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria. 5. Con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti le caratteristiche, le condizioni e i requisiti per il possesso, l’utilizzo, l’acquisizione e il trasporto delle armi e delle munizioni il cui porto e’ autorizzato per la prestazione dei servizi di protezione di cui al comma 4. 6. Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 5, commi da 2 a 6, del decreto-legge n. 209 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 12 del 2009, e successive modificazioni, riferite alle navi e alle aree in cui si svolgono i servizi di cui ai commi 1 e 4.

Roberto Agrini, Filippo Pittiglio: il silenzio dei media La notte tra il 29 e 30 giugno 2008 al largo della costa jonica veniva disperso il marittimo triestino di 35 anni Roberto Agrini mentre era a bordo della nave Four Etoile (Premuda) diretta a Capodistria. Già, dopo essere smontato dalla sua guardia il giovane ufficiale sparisce dalla nave, e non viene più trovato. Filippo Pittiglio, 23 anni, allievo di coperta di Gaeta è stato trovato morto a bordo della nave commerciale della Giuseppe Bottiglieri Shipping Company di Napoli. La nave era in transito per Singapore nel Golfo della Malacca quando gli altri membri dell’equipaggio hanno trovato il corpo del ragazzo.

Quando la notizia non piace a qualcuno, la si dimentica, o la si evita !

Navigando per la vasta rete di internet, si trovano molte testate gionalistiche specializzate nel settore marittimo, eppure dei tanti problemi reali che ci sono in questo ambiente, dei problemi dei lavoratori si parla poco, o niente. Spesso questi giornali sono più cartelloni pubblicitari per agenzie marittime, armatori ect ect, dove di notizie se ne leggono poche, e le poche sono quasi tutte indirizzate a mostrare i problemi armatoriali e mai di chi sulle navi lavora e vive. La pirateria? il problema è difendere le navi, tutelare l’aspetto eco-

nomico e commerciale, e per fare questo tutti i media hanno dato voce all’armamento, prima preoccupato, poi soddisfatto. Il diritto al voto? All’avvicinarsi di ogni elezione esce medesimo articolo che viene pubblicato da devenni. Amianto? Un velo pietoso. Affaticamento e stress sulle navi? Non c’è, perchè parlare di questi problemi fastidiosi alle Autorità e al povero armamento che deve fare del profitto l’unico motivo di esistere. Ma lo schifo è quando muore un UOMO, e i giornalisti che spulciano curriculum per condire articoli sul sequestro di un marittimo italiano, che ci dicono dati insignificanti per fare notizia, poi, dove questa c’è, dove si dovrebbe indagare, IN QUESTO CASO SCENDE IL SILENZIO. Dove si deve indagare, dove la notizia si deve seguire, si chiude tutto con “errore umano”, “suicidio” senza voler capire cosa ha fatto realmente scaturire tale errore, cosa ha portato eventualmente ad un suicidio. Giorni fa, si è letto articoli sui traghetti non sicuri, con smentite puntuali della Confitarma, ma sicuramente una cosa non la si potrebbe smentire, gli equipaggi sono sotto uno stress, e un affaticamento che non è SICUREZZA SUL LAVORO, e molti sinistri si evitano solo grazie alla grande professionalità dei lavoratori marittimi.

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Luglio 2011

CCNL non preoccupatevi!! In molti ci scrivete per sapere come mai il Contratto Nazionale di Lavoro per i marittimi non è stato ancora firmato, e che novità ci sono. State tranquilli, il CCNL verrà firmato con l’inizio della stagione estiva, non perchè ci sono delle trattative in corso così complesse, ma è semplice strategia. Firmando a inizio stagione estiva si evitano molti problemi, e si aumentano i guadagni, ma vediamo di capire meglio. Come tutti sappiamo con l’inizio della stagione estiva gli imbarchi aumentano poichè serve più personale a bordo. Il lavoratore è più distratto da questo, anche perchè per molti è una possibilità almeno di lavorare. Per il cabotaggio inizia una stagione calda, e quindi nessuno può fare scioperi, vedi precetti. In questa situazione quindi firmare il CCNL toglie molti problemi, poichè il lavoratore inserito in questo scenario non avrà tempo di capire bene cosa accade, che cambiamenti effettivi ci sono, ma soprattutto non si lamenterà. I media sono già pronti a scrivere queste dichiarazioni: “i marittimi festeggiano o brindano al loro contratto di lavoro” “le paghe sono state aumentate del ...%, paghe straordinarie” “è stata una trattativa lunga e complessa, ma senza un ora di sciopero...”

“ci sono molti posti di lavoro liberi, ma poco personale” e via dicendo.

stato di agitazione, farebbero bene a stare calmi e fare il loro lavoro.

Più personale imbarcato, più quote rinnovo che entrano, chiaramente a chi ha firmato il rinnovo contrattuale.

Quando verrà firmato il CCNL leggete le modifiche reali, e chiedetevi, ci volevano tutti questi mesi per scriverle, e firmarle? Vi hanno chiesto il vostro parere? O semplicemente vi hanno al massimo informato della loro “piattaforma di proposte”!

Quindi state sereni, è tutto normale e ben testato. In queste cose sono perfetti, se la stessa capacità ci fosse nel rispondere a chi gli presenta proposte, nello scrivere un vero contratto moderno e non rinnovarne uno medievale, la nostra marineria sarebbe la più moderna e umana esistente.

RICORDATE PERO’ CHE QUELLO CHE FANNO, LO POSSONO FARE GRAZIE AI LAVORATORI CHE GLI CONSENTONO LORO TUTTO QUESTO

Il fatto che i loro interessi, e non lo diciamo noi, ma loro stessi sono altri. Sono in

Perchè i pirati somali hanno vinto Come tutti sapete anche l’Italia ha preso la strada di difendere in modo attivo le navi mercantili bandiera italiana dagli attacchi dei pirati, cioè a breve a bordo ci saranno o militari o mercenari che difenderanno con le armi le nostre navi. Molti pensano che questa decisione serva a TUTELARE I LAVORATORI, CIOE’ TUTELARE LE VITE UMANE, la verità invece è in questa bella dichiarazione: L’impiego dei militari a tutela degli interessi economici e commerciali non è una novità né nella storia marittima né nell’attualità italiana che vede i soldati impiegati anche a protezione di cantieri stradali e ferroviari. Secondo Caffio “con questo incarico la Marina assolve il compito istituzionale di proteggere gli interessi nazionali all’estero”. A protezione di cantieri e ferrovie, cioè si paragona la pirateria a manifestazioni di Black Block, ai quali però non si spara per uccidere, e sinceramente il paragone non regge. Se invece ci riferiamo a proteggere tali cantieri in zone di guerra, anche qui il discorso è molto diverso, e purtroppo è cronaca di anni, che di morti di militari italiani ce ne sono state, ma ribadiamo quella è missione di guerra di pace. Soffermatevi su questa frase “proteggere interessi economici e commerciali (nazionali all’estero)”. Come vedete non si parla di tutela di vite umane, di evitare il sequestro di uomini, ma semplicemente di INTERESSI ECONOMICI. Questo lo vedrete anche da un semplice fatto, gli armatori useranno queste scorte solo per transito zona somala, ma non utilizzeranno queste

scorte in altre zone dove seppur minore, il rischio pirateria esiste. Che questa non sia la soluzione emerge anche da questa altra affermazione: “Non si tratta di dare la caccia ai pirati ma della protezione delle singole navi in caso di minaccia in atto” sottolinea l’ammiraglio Fabio Caffio, esperto di Diritto del mare. CIOE’, NON FAREMO NULLA PER CONTRASTARE LA PIRATERIA E SCORAGGIARE QUESTA ATTIVITA’ CRIMINALE, NOI LI ASPETTIAMO E GLI SPARIAMO, fino ad oggi le morti sono state più dalla parte degli aggressori! Ora non entriamo nel merito se questa è la soluzione, ma ragioniamo come che questa lo sia. Non si poteva obbligare l’uso di questa scorta a chiunque passi in tale zona, togliendo una missione militare che inoltre ha portato a risultati mediocri? Gli Stati avrebbero risparmiato milioni di euro per una missione inutile, le navi sono protette e le spese addossate a chi spedisce le merci (gli armatori non ci rimettono mai). Altra domanda, potranno i lavoratori denunciare l’armatore se questo non userà tali scorte, visto che non sono obbligatorie? Quello che ci sorprende non è la scelta delle scorte armate, che come dicemmo ormai per incapacità dei politicanti vari sono indispensabili, ma il non portare avanti azioni per risolvere una crisi globale. Non a caso il Dottor Caffio non avrebbe mai potuto dire anche volendo, che tutela gli italiani, i lavoratori, gli Uomini poichè più della metà dei

marittimi italiani naviga su bandiera diversa da quella italiana, e ricordiamo al Dottor Caffio che una Nazione dovrebbe difendere e tutelare TUTTI i suoi cittadini. Per la pirateria si doveva quindi non solo procedere a firmare decreti pro scorte, ma attivarsi a livello internazionale per far partire azioni congiunte atte a TUTELARE TUTTI I LAVORATORI MARITTIMI. Per ragionare così ci vuole ETICA, MORALE, CAPACITA’ e mettere prima di tutto la tutela del valore umano e non del tutelare interessi economici e commerciali, molti più semplici da tutelare. Un cittadino ci ha scritto, ma allora se per difendere una nave dai pirati si può sparare ed uccidere, per tutelare interessi economici e commeriali, perchè a terra in Italia lo stesso non si può fare per difendere una Banca o una Tabaccheria? Può un tabaccaio chiedere, pagando, un carabiniere personale che difenda anche sparando un interesse economico/commerciale? CHE DIFFERENZA C’E’ TRA UNA NAVE E UNA FARMACIA O TABACCHERIA ROMANA? Anzi ci sono Farmacie che subiscono più rapine di una nave che transita zona rischio pirateria per un anno. Invece a terra, devi subire la rapina, non puoi reagire, se spari ti processano e rovinano la vita. L’unica cosa che puoi fare è chiamare la Polizia o i Carabinieri che arrivano dopo che tutto è finito. Se li arrestano il danno economico nessuno lo risarcisce. E MENO MALE CHE E’ COSI’ altrimenti stavano ancora nel Far West caro amico che ci scrivi. Noi siamo contrari a difendere la nave

con scorte solo perchè questa è vista come unica soluzione per evitare di agire invece su scala più ampia. siamo contrari perchè prima si doveva agire politicamente, e nel frattempo semmai utilizzare le scorte. Ci schifa vedere l’aridità umana che c’è in politica, dove si parla di difendere interessi commerciali ed economici calpestando il valore della vita umana. Ci schifa sentir dire, tanto le perdite sono solo dalla parte degli aggressori, che siamo ben chiari non difendiamo e non giusifichiamo, ma che sono sempre delle vite umane. Era meglio la caccia al pirata per darlo ad una giustizia, che sentir dire gli spariamo addosso tanto alla fine dobbiamo difendere un interesse economico nazionale. Diciamo di esportare libertà, democrazia, giustizia e poi sentiamo e leggiamo queste dichiarazioni? Ci definiamo potenza del mondo, e poi non riuscendo a fare cose concrete e ci abbassiamo al livello del pirata? Vedete, lo schifo è leggere la soddisfazione di CONFITARMA e Governo. Noi al loro posto avremmo detto “purtroppo non siamo capaci, noi paese moderno, civile e di diritto di contrastare la pirateria. Per

tanto dobbiamo con rammarico e amarezza abbassarci al livello del pirata stesso ed utilizzare le armi per dinfenderci. Oggi è un giorno triste, non siamo soddisfatti perchè si mettono a rischio vite umane, sia tra i nostri che tra gli aggressori, ma questo sappiamo fare. Ci auguriamo che qualcuno più capace prenda in mano la situazione cosi che le scorte prima o poi non servano più”. Invece, sono tutti felici e soddisfatti. Ma chi ha vinto? Sicuramente la pirateria, perchè ha fatto si che potenze mondiali, che si vantano di farti la foto con un satellite mentre fai pipì a casa tua, per contrastare la pirateria si sono abbassati a questa. Non siamo riusciti a costituire un tribunale internazionale specifico per la pirateria. Non siamo riusciti ad aiutare la Somalia a non essere più terreno fertile per questa attività criminale e terroristica. Non siamo riusciti a recuperare i riscatti pagati fino ad oggi, che di fatto hanno sovvenzionato attività criminali peggiori. E in questo scenario, hanno la faccia di essere soddisfatti?


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Luglio 2011

Pirateria: dov’è SDM Sindacato dei Marittimi? Arrivano mail dove ci si chiede dov’è il SDM Sindacato dei Marittimi riguardo il caso del sequestro dei nostri connazionali, ricordandoci che per il Buccaneer parlammo di più. La realtà è completamente diversa. Per il caso Buccaneer ci comportammo esattamente come in questa circostanza, è che lo scenario era diverso. In quel periodo non c’era l’interesse della CONFITARMA ad avere la firma di un decreto, e a parlare del sequestro del rimorchiatore fummo in pochi. SDM Sindacato dei Marittimi inoltre affronta il problema della pirateria dal 2007 in modo continuo, anche quando non c’erano nostri connazionali nelle mani dei pirati. E’ un lavoro che portiamo avanti quindi incessantemente da anni, sia a livello nazionale che internazionale. Senza speculare quindi su sentimenti che chiaramente scaldano gli animi, quando tra i sequestrati ci sono nostri connazionali, noi del SDM abbiamo continuato il nostro lavoro, ma per farlo non dobbiamo certo usare il dolore delle famiglie dei colleghi coinvolti, ai quali siamo chiaramente vicini. Abbiamo non a caso promosso la fiaccolata fatta dai cittadini di Procida, abbiamo promosso la raccolta firme per sensibilizzare il Ministero della Farnesina, ma nello stesso tempo abbiamo continuato a portare avanti il nostro lavoro avanzando proposte con fatti concreti. Quello che non faremo è sostenere la CONFITARMA nel chiedere l’uso delle sole scorte armate come soluzione di un problema, anche perchè si parla di misure atte a “proteggere” navi italiane, mentre molti dei nostri colleghi navigano per armatori italiani, ma su navi di altra bandiera. In una mail ci si chiede perchè non sosteniamo la proposta di dare la possibilità dei marittimi impegnati in tali rotte di chiedere la risoluzione del rapporto di lavoro senza nessuna penale. Seppur è una idea interessante, come quella che propose un sindacato internazionale di boicottare le compagnie che transitano in quelle zone, poi occorre analizzare la realtà. Se prendiamo la Ignazio Messina ad esempio, questa compagnia fa rotte sia in Est che West Africa, in zone dove la pirateria c’è sempre. Questi colleghi che

fanno, si licenziano tutti? Altre compagnie invece, come sapete, non sempre sanno che transiteranno in quelle zone, quindi questa soluzione mostrerebbe molte problematiche nella realtà.

velata che proprio l’armatore Messina fece tempo addietro al Governo italiano, per avere il decreto che autorizzasse l’uso di mercenari a scorta delle navi.

Altra proposta che non possiamo sostenere è chiedere agli armatori delle navi che battono bandiera Italiana, che percorrono rotte pericolose a “rifugiarsi” sotto una altra Bandiera comunitaria o estera dove possano ottenere la difesa delle loro Navi e proteggere il personale che lavora a bordo in maniera più efficace. Questa è paradossale, mentre si lavora per tutelare il posto dei marittimi italiani, si cerca di modificare la normativa del Registro Internazionale per garantire lavoro agli italiani, si fa una proposta di questo tipo? Sotto bandiera comunitaria non passerebbe nessuno, quindi andrebbero tutti sotto bandiera di comodo, una bella scusa questa per fare questa fuga di massa. Inoltre era la minaccia

In queste ore rapporti dicono che i pirati stanno modificando già loro strategia di attacco. Mentre prima questo veniva fatto attraverso l’uso di un barchino con 6 uomini, ora si stanno aggregando in gruppi di barchini. Questo perchè? Semplice, qualora si avranno scorte armate da fronteggiare, l’attacco verrà portato comunque avanti costringendo l’impiego così di sempre più mercenari a bordo. I milioni di dollari dei riscatti vanno in “società” Somale, ma i pirati che catturano le navi ricevono solo migliaia di dollari dai riscatti pagati dagli armatori. Come dicemmo, gli attacchi sono su commissione, e i riscatti finanziano criminalità locale e terrorismo. Davvero pensate che sarà la scorta a scoraggiare questa gente? Semplicemente cambieranno modalità, e au-

Prevenire è il prendere in anticipo i provvedimenti necessari a evitare un evento dannoso, che non è detto si sarebbe comunque avverato anche senza tali misure. Cosa potrebbero fare i pirati del futuro? Questa è la domanda da porsi oggi, e qualsiasi cosa si pensi non è certo detto accadrà, ma ci sono buone possibilità che ciò avvenga. Partiamo però dal fatto che qualsiasi sarà la pirateria del futuro, questa sarà conseguenza di quanto oggi IMO, Governi e armatori stanno per decidere, utilizzare le scorte armate come unica soluzione del problema, perdendo del tempo nell’agire invece attraverso azioni congiunte che avrebbero più risultati, e che non escluderebbero comunque anche l’utilizzo in tale contesto delle scorte, ma con magari un tribunale internazionale e un sostegno dei “servizi” per intercettare il riciclaggio del denaro dei sequestri e trovare i colletti bianchi che ci sono dietro queste bande di pirati. Ma torniamo alla domanda, se tutti avranno le scorte armate, cosa potrebbero fare i pirati del futuro? Arrendersi, la pirateria 48 ore e sarà solo storia e vecchio ricordo, possibilità che cio accada? Quasi zero Probabilmente all’inizio ci sarà un calo di attacchi, primo perchè effettivamente le scorte armate scoraggieranno i pirati attuali ma soprattutto perchè quelli che non si lasceranno scoraggiare dovranno adeguarsi alla nuova situazione. I primi passi che potrebbero fare è unirsi. Fino ad oggi l’attacco era fatto con barchini con 6 pirati, ma se dovranno gestire uno scontro a fuoco dovranno colpire la nave da più lati, e occorrono più barchini e più uomini, anche per poi gestire i sequetrati tra cui militari. Importante sottolineare che per la prima volta, si potrebbe avere tra gli ostaggi dei pirati personale militare, non è una cosa da sottovalutare questa. Primo obiettivo? Sempre ipoteticamente fare

dei sequestri, questo perchè se tutti avranno scorta il sequestrato da domani avrà doppio valore. Primo economico in quanto è il mezzo per il riscatto, secondo è un ottimo “scudo” per fermare le scorte armate di altre navi. Avremmo meno navi sequestrate, anche questo è certo, ma aumenteranno le richieste dei riscatti. Il pirata ha più rischi, deve spartire la torta in più persone ect ect. ma soprattutto le trattative saranno davvero complesse, almeno che non si deciderà di non trattare più, e allora altro film ... ... Tutto questo è chiaramente un copione di un film americano, e noi siamo i primi a sperare che lo sia. Siamo i primi a sperare che a settembre festeggieremo la sconfitta storica della pirateria somala, anche se ci chiediamom, se questa delle scorte è la soluzione non si poteva prenderla prima? mah, misteri della politica! Non ci interessa come sostiene qualcuno avere torto o ragione, anzi in questo caso preghiamo di avere torto, tuttavia crediamo che poichè si parla di lavoratori civili, non militari da invare in missione di pace, si doveva provvedere a chiedere ai lavoratori direttamente se erano d’accordo con la misura delle scorte, spiegando loro però cosa questa comporta sia nei pro che nei “ma” e “se”. Sicuramente, e lo diciamo noi, i lavoratori magari anche se per pochi voti, sceglierebbero la scorta armata, ma almeno poi tutto era chiaro. Noi crediamo che il decreto passerà, quindi la scorta armata è il massimo che l’Italia può fare, altra dimostrazione come a livello internazionale contiamo molto poco. Certo è che nasceranno, e queste non sono ipotesi, molti problemi legati a leggi e accordi mancanti. Su nostre navi i 2/3 degli equipaggi sono extra comunitari, ai quali probabilmente si chiederà di firmare un foglio dove accettano queste scorte e quindi possibili rischi, un foglio che sollevi Governo italiano e armatori da responsabilità future dovute ad una difesa attiva della nave. In realtà tradotto, un

menteranno le pretese di riscatto per non avere perdite economiche. ECCO LO SCENARIO CHE AVREMO A BREVE SDM Sindacato dei Marittimi quindi: - sta continuando il lavoro iniziato nel 2007, avanzando proposte. Per farlo non usiamo il dolore delle famiglie alle quali siamo vicini; - crediamo che la soluzione al problema non sia una sola, ma questa dipende da una serie di azioni da portare avanti con sinergia tra gli Stati; - siamo contro l’utilizzo delle scorte armate, poichè queste non risolvono il problema, ma porteranno ad un aumento delle violenza degli attacchi con conseguente pericolo per i lavoratori marittimi e personale delle scorte; - il problema è mondiale e non solo italiano. Non possiamo sostenere proposte inoltre che offrono all’armamento la scusa per prendere strade che per loro equivalgono al solo interesse economico e profitto

Pirateria: scorte armate ormai unica soluzione

Chi ha letto il titolo avrà sicuramente pensato: ecco il SDM Sindacato dei Marittimi è impazzito, come fino a ieri erano contro ed oggi dicono questo? Non siamo impazziti, e soprattutto non abbiamo cambiato idea, semplicemente dobbiamo prendere atto che i pirati hanno vinto la loro guerra, e se politicanti e armamento di Paesi che si definiscono potenze del mondo, non hanno capacità a mettere in essere azioni che possano scoraggiare effettivamente la pirateria, allora bisogna accontentarsi di quanto possono fare. Il loro massimo è usare scorte armate, che abbasseranno realmente il numero degli attacchi anche se aumenterà la violenza. Ma la politica e l’imprenditoria non partono mai dal tutelare il valore umano, ma da asettici dati, quindi attraverso le scorte armate otterranno: 1 - abbassamento del NUMERO degli attacchi, e questo dato verrà chiamato VITTORIA 2 - si toglieranno le responsabilità (non quelle morali) lasciando di fatto gli equipaggi in balia della sorte Non solo, l’attuale sequestro delle due navi bandiera italiana mostra uno Stato anche debole nel negoziare, uno Stato che chiede il silenzio stampa impedendo di parlare dei lavoratori sequestrati e che rompe questo silenzio per inneggiare ad un decreto che permetterà le scorte armate. UN CAPOLAVORO DI INCAPACITA’ ISTITUZIONALE Il buon senso se da una parte dice di tenere un silenzio stampa durante delle trattative, imporrebbe anche il non rompere questo per dire idiozie. La pirateria cesserà perchè tutte le navi avranno scorte armate? Speriamo di si, ma è difficile credere che questo avvenga. E’ più realista pensare che in verità la pirateria si organizzerà, adeguandosi alla nuova situazione. Molti ci dicono che parliamo sui “se”, su delle possibilità e non certezze, ed hanno ragione.

ricatto. Questa gente deve lavorare (ma uguale è per un italiano) e chiaramente accetterà questo rischio. Speriamo di avere torto, ma non avvisarli sarebbe quanto meno scorretto. Per chiudere quindi ci domandiamo, la via scelta da Governi è una tutela dei lavoratori, o invece dietro si nasconde il fallimento della politica che non sa contrastare la pirateria e si scarica tale responsabilità? SDM Sindacato dei Marittimi crede fermamente che prima si doveva: – costituire un tribunale internazionale, dove processare con una unica legge l’azione di pirateria considerandola terrorismo. Quindi pene severissime; – pagato il riscatto, in quel momento con equipaggio al sicuro, intercettare sia pirati che denaro del riscatto. Seguendo il denaro cercare di identificare i “colletti bianchi” di queste organizzazioni; – fermare il riciclaggio del denaro dei sequestri, in quelle aree dove si sta costruendo anche se non vi è domanda; – dare aiuti alla Somalia per stabilizzarsi politicamente, togliendo così terreno fertile alle organizzazioni criminali/terroristiche nel mentre, e solo dopo leggi e accordi specifici facenti capo al tribunale internazionale, autorizzare le scorte armate. Nel bene e nel male, NOI NON SIAMO COMPLICI DI CHI INCAPACE NON SA FARE ALTRO CHE DIFENDERE UNA NAVE CON IL SOLO USO DELLA FORZA, CHE RIBADIAMO NON CONDANNIAMO SE PARTE DI UNA STRATEGIA E NON UNICA SOLUZIONE PER TOGLIERSI RESPONSABILITA’ E NASCONDENDOSI DIETRO UNA VOLONTA’ DI LAVORATORI CHE NON POSSONO SCEGLIERE ALTRO.


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Luglio 2011

Pirateria: parola agli esperti

Abbiamo letto un interessante articolo del Secolo XIX (clicca qui ) dove, l’esperto, il presidente della società di assicurazioni marine Banchero e Costa Insurance Brokers (Banchero e Costa Group), Giacomo Madìa fa alcune dichiarazioni molto interessanti, che però ci portano a delle riflessioni. Giustamente ognuno ha propria idea, e la si deve rispettare anche quando non la si condivide. In una parte dell’articolo leggiamo: Il nuovo decreto permette l’utilizzo di personale armato a bordo, anche se molti hanno paventato il rischio di un’escalation della violenza. Gli assicuratori che cosa ne pensano? «Che non è vero. Non mi risulta che una nave con forze armate a bordo sia mai stata sequestrata. Il rapporto è di 40 navi non armate sequestrate e zero armate». Per quanto ci riguarda noi del SDM Sindacato dei Marittimi, non paventiamo il rischio di un aumento di violenza, poichè non sappiamo non avendo palla di vetro se questo si avrà. Quello che noi diciamo è altro concetto, e cioè è possibile che ciò accada? E’ chiaro che oggi come dice l’esperto il pirata attacca alla cieca (ma ne siamo sicuri poi?) e che quindi se trova risposta armata desiste. Noi ci chiediamo quando tutti saranno armati, la pirateria si arrenderà? Se l’esperto ha ragione, la risposta è sicuramente si, e allora armiamo per legge e con obbligo tutte le navi, noi in tal caso saremmo i primi a sostenere questo. TUTTE LE NAVI CHE TRANSITANO DEVONO AVERE A BORDO SCORTA ARMATA, se l’esperto ha ragione un mese e i pirati cambiano lavoro! Se sbaglia, ma perchè pensare questo, è chiaro che il pirata sapendo che troverà ostacoli si organizzaerà per affrontarli, ma non è detto! Però poichè noi degli esperti ci fidiamo vorremmo sostenere CONFITARMA in una lotta per tutelare loro interesse, partendo da questa frase: Non mi risulta che una nave con forze armate a bordo sia mai stata sequestrata. Il rapporto è di

Pirati: Nave italiana sequestrata in Nigeria lavoratori nel nostro forum, con la pirateria del west africa si sta facendo stesso errore fatto in quella somala, si sta sottovalutando il fenomeno. Ai sindacati confederali, rinnoviamo quanto detto in passato, riconoscere tale rischio pirateria in ogni zona ci sia questo pericolo, e non attendere che questo sia riconosciuto solo se diventa crisi o aumentano attacchi, o se lo decidono le assicurazioni. Non serve a difendere nessuno, ma almeno riconoscete questo rischio a chi lo vive sulla propria pelle. Siamo davvero amareggiati e tristi, perchè purtroppo quello che noi diciamo da tempo, anzi come direbbero esperti paventiamo da tempo, è accaduto. Oggi Domenica, 24 Luglio 2011, quando ancora il nostro Governo e armamento sono soddisfatti di aver fatto un decreto anti pirateria somala, dove si prevede l’uso di scorte armate per difendere le navi, senza pensare a cosa questo comporta, dall’altra parte dell’Africa una nave italiana viene sequestrata dai pirati, meno famosi della Nigeria. Forse, ora come sempre in Italia, dopo che le cose accadono qualcuno tirerà fuori la testa dalla sabbia, gli esperti inizieranno a parlare, e speriamo che si capisca quale sia la realtà di questo fenomeno. Intanto a pagare sono i lavoratori marittimi. Anche se in questa situazione non si dovrebbe, è interessante prendere atto che su nave ITALIANA (anema e core) di italiani ce ne sono solo 2 su 23 !!!! Perchè non applichiamo questo anche in politica? Un primo ministro magari tedesco! Ma non è questo il momento di parlare di questo. Ora dobbiamo si essere vicini alle famiglie di questi colleghi, di tutte le famiglie dei marittimi sequestrati, MA SERVIREBBE AGIRE SERIAMENTE PER CAPIRE QUESTO FENOMENO. Speriamo che non si apra ora altra zona di crisi pirateria, anche se come detto spesso da noi del SDM e dai

Ora inizierà come sempre il controcanto, manifestazioni, stati di agitazione ect ect. Critiche alla Farnesina, dichiarazioni politiche folli, per poi con il tempo tornare tutti nel silenzio e indifferenza del problema. Una nave mercantile italiana della compagnia armatrice Rbd Armatori Spa di Torre del Greco (Napoli), la RBD Anema e Core, che trasportava gasolio per autotrazione, e’ stata sequestrata dai pirati questa mattina mentre navigava a 23 miglia a sud di Cotonou nella Repubblica del Benin nel Golfo della Nigeria. L’allarme ricevuto alle 2:40 dal Comando Generale della Guardia Costiera e stato lanciato attraverso il sistema automatico di allarme (SAS) ed e’ stato confermato dall’ufficiale addetto alla sicurezza della compagnia armatrice. Il 23 uomini dell’equipaggio, composto da 20 filippini, il comandante di nazionalita’ rumena e 2 italiani (il primo ufficiale e un allievo ufficiale), sono stati sequestrati da 3 pirati che sono riusciti a salire a bordo del mercantile con modalita’ che risultano al momento sconosciute.

40 navi non armate sequestrate e zero armate poichè è vera, neanche controlliamo, vuol dire che con scorta armata la nave non sarà più attaccata, il pirata sa che nave con tricolore a poppa ha armi, quindi mica sarà scemo che attacca, no? E allora perchè l’armatore deve pagare l’assicurazione come oggi che invece ha tale rischio? Non vorremmo invece che come sempre, non si guardi alla sostanza del problema, e cioè come fermare, anzi arginare tale fenomeno, ma ci sembra che ognuno guardi suo orticello di interesse. Vedete, noi del SDM non abbiamo mica contratti assicurativi, non abbiamo agenzia di contractors da promuovere o nostra, quindi quando paventiamo lo facciamo al di sopra di un interesse economico commerciale, se non quello di evitare rischi. Secondo noi, stare in una sparatoria, che di fatto sicuramente non fa sequestrare la nave (fino ad oggi) non è certo SICUREZZA SUL LAVORO. Anche nell’articolo, l’esperto dice cose giuste, come sarebbe meglio pagare il riscatto, usare i satelliti per scovare i pirati, MA STRANAMENTE NON PRENDE IL PROBLEMA ALLA RADICE. LA SOMALIA E’ OGGI IN PIENA ANARCHIA, NON C’E’ CONTROLLO ALCUNO E SE NON SI INTERVIENE IN QUESTA DIREZIONE, LA PIRATERIA CI SARA’ PERCHE’ UN POPOLO CHE VIVE UN DRAMMA COSI’ FACILMENTE VIENE RECLUTATO DA ORGANIZZAZIONI CRIMINALI. Noi non abbiamo solo paventato rischi, ma fatto proposte e richieste, scomode magari, ma le abbiamo fatte. Noi siamo i primi a voler aver torto, o meglio che si possa dire con certezza empirica che la violenza non aumenterà, noi su quelle navi ci stiamo, mentre molti che parlano lo fanno da comode poltrone. Un conto è lavorare pensando di potersi trovare in una sparatoria, altro è parlare di chi ci si potrebbe trovare. Il primo magari paventa rischi, l’altro non dovendoli affrontare li esclude. Non se la prenda l’esperto, ma leggendo quanto dice, sembra paventi certezze che però non ha. Noi marittimi siamo formati a ragionare che se c’è un dubbio, si deve procedere con attenzione massima. La nave resiste alle tempeste, eppure si cerca di evitarle. Quando poi si parla di vita umana, noi di SDM non distinguiamo la nostra da quella del pirata, anche 1 vita persa è dato pesantissimo. Rimane il fatto, che molte assicurazioni fanno sconti se sulle auto si ha allarme satellitare. Ora, se c’è certezza matematica che con scorte armate il pirata non attaccherà più nostre navi, perchè far pagare all’armatore una assicurazione che non serve più? Neanche l’idea di dimezzarla? E’ per questo che l’articolo non ci ha convinto molto. CONFITARMA, NOI IN QUESTA RICHIESTA VI SOSTERREMMO SUBITO, poichè una compagnia in salute è tutela di posti di lavoro. Prima che qualcuno dica, allora gli esperti siete voi, lo diciamo subito. NOI NON LO SIAMO, E PER QUESTO ABBIAMO DUBBI CHE CI PORTANO A TENER CONTO DI ALCUNI FATTORI DI RISCHIO, CHE SI POTREBBERO EVITARE. Quindi, se il pirata sapendo che la nave è protetta non attacherà più, agli armatori si deve diminuire il costo della assicurazione, se questo non avviene è perchè tale rischio attacco rimane, e se anche non ci sarà aumento di violenza definire una sparatoria “cosa sicura” ci sembra non logico. Non critichiamo nessuno, ma vorremmo che gli esperti uscissero dal tunnel del tutelare interessi economici, ricordassero che si parla prima di tutto di vite umane, e da questo avessero più dubbi e meno certezze visto cosa c’è in gioco.

Compagnia Italiana di Navigazione ha acquisito la Tirrenia La Compagnia Italiana di Navigazione ha acquisito la Tirrenia. Ieri la cordata della società composta da Marinvest Srl (Msc Crociere, Snav, Gnv), Grimaldi Compagnia di Navigazione Spa e Onorato Partecipazioni Srl (Moby) hanno firmato insieme al commissario straordinario Tirrenia Giancarlo D’Andrea il contratto di acquisto del ramo di azienda che sancisce definitivamente il trasferimento ai privati della compagnia di bandiera. Il prezzo di acquisto è di 380 milioni che include marchio Tirrenia e 18 navi. Sono esclusi la Siremar, i fast ferries (già venduti a parte), le proprietà immobiliari e le opere d’arte. 200 milioni subito e 180 da pagare in tre rate da circa 60 milioni di euro, che verranno liquidate una volta ottenuti i contributi pubblici per le rotte di continuità territoriale. Le rate verranno corrisposte il 3°, il 6° e 8° anno. La società pagherà di tasca propria il 20% del prezzo totale, per il restante 80% verrà utilizzato un finanziamento bancario predisposto da Banca Imi e Unicredit, advisor dei compratori. Resta da sciogliere il nodo Regione Sardegna che sta cercando in tutti i modi di entrare nella compagine azionaria e/o di ostacolarne la vendita.


Sindacato dei Marittimi News

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Luglio 2011

Modulo di adesione COMPILARE INSTAMPATELLO

I campicontrassegnati con(*)sonofacoltativi.

DATI ANAGRAFICI DEL RICHIEDENTE Cognome

Nome

Luogo di nascita

Prov.

Data di nascita

Codice fiscale

Luogo di residenza

Prov.

Via (piazza,etc.) Doc. d’identità

n. C.I.

Pass.

Pat.

n.

Data di rilascio

Luogo di rilascio Telefono fisso

Prov.

(*)

Indirizzo e-mail

C.A.P.

Numero cellulare

(*)

(*)

DATI RELATIVI ALL’ATTIVITA’’ LAVORATIVA DEL RICHIEDENTE Grado oqualifica Matricola

Capitaneria di porto di iscrizione

Compagnia di navigazione (all’atto dell’iscrizione) MODALITA’ DI PAGAMENTO Stato Maggiore, Sottufficialii, Comuni

Qual. di inizio carriera, diplomati nautici

Pensionatii, studenti nautici

Unica rata annua da € 108

Unica rata annua da € 72

Unica rata annua da € 60

2 rate annue da € 54

2 rate annue da € 36

2 rate annue da € 30

FIRMA “Il/la sottoscritto/a, come sopra identificato /a, con il presente modulo di iscrizione chiede di essere iscritto/a al Sindacato dei Marittimi impegnandosi ad ottemperare agli obblighi statuari, nonché al versamento della quota di iscrizione nella misura relativa alla mia categoria di appartenenza e con le modalità sopra riportate. Dichiara altresì di aver preso visione dello Statuto e Regolamento e di accettarli integralmente “Il/la sottoscritto/a, ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. n.196/03, dichiaro/a di essere informato/a che i dati sopra forniti potranno formare oggetto di trattamento, anche con strumenti informatici, nel rispetto della normativa sopra richiamata e nella misura necessaria per l’adempimento alle attività specifiche del sindacato. I dati personali raccolti saranno trattati con assoluta riservatezza e non saranno comunicati a terzi o comunque diffusi. In relazione al trattamento dei predetti dati il sottoscritto potrà far valere i diritti di cui all’art. 7 D.Lgs. n. 196/03, tra cui i diritti di accesso, aggiornamento, opposizione al trattamento e di cancellazione.

Data

Data

Firma

Firma

ISTRUZIONI PERL’INVIO Le sezioni del presente modulo devono essere compilate in ogni loro parte (con l’eccezione dei campi indicati come facoltativi). Il modulo deve essere inoltrato via fax, congiuntamente alla fotocopia di un documento di identità del richiedente e alla fotocopia dell’attestazione di versamento della quota di iscrizione annuale (o della prima rata), al numero 06.62298587.

PER ADERIRE ON LINE, SE STAI LEGGENDO IL GIORNALINO SU WEB O FORMATO PDF, CLICCARE SU IMMAGINE BOLLETTINO POSTALE, VERRAI INDIRIZZATO ALLA PAGINA ADESIONI DEL SDM SINDACATO DEI MARITTIMI.


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STATUTO DEL SINDACATO DEI MARITTIMI

Sindacato dei Marittimi News essere Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi. Le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento dell'assunzione della carica sia che sopravvengano ad essa, comportano la decadenza dalla carica di Presidente.

PARTE I. LE FINALITA’ E I SOCI DEL SINDACATO DEI MARITTIMI

PARTE II. GLI ORGANI, LA STRUTTURA E LE FUNZIONI

Art. 1 - Denominazione e sede. E' costituito il Sindacato dei Marittimi (Labour Union of Marittime), di seguito brevemente indicato come “S.d.M.”. La sede del S.d.M. è fissata dalla Segreteria Nazionale secondo le necessità gestionali del sindacato stesso. Il S.d.M. ha durata illimitata ed è retto dal presente Statuto e sue modificazioni. Art. 2 - Principi generali. Il S.d.M. è l'organizzazione sindacale dei lavoratori di tutti i settori che operano a vari livelli nel sistema del trasporto marittimo e delle attività portuali. E' una libera associazione democratica, indipendente da qualsiasi influenza di governo, confessione o partito politico ed organizza la propria attività nel pieno rispetto dei principi di democrazia e libertà affermati nella Costituzione della Repubblica Italiana e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea; non persegue finalità di lucro ed agisce per il costante miglioramento delle condizioni di lavoro e per il riconoscimento della specifica professionalità delle categorie tutelate. Il S.d.M. può rappresentare lavoratori, singolarmente e/o collettivamente e può aderire ad organizzazioni, enti ed istituzioni, nazionali ed internazionali, che perseguano analoghe finalità. Art. 3 - Scopi. Il S.d.M. ha come scopo: a) la tutela del prestigio professionale dei marittimi, nonché l'elevazione costante del loro livello professionale e culturale; b) la tutela degli interessi morali, intellettuali ed economici degli iscritti; c) l'assistenza contrattuale degli iscritti nei rapporti con i datori di lavoro e le organizzazioni datoriali; d) la rappresentanza sindacale, in tutte le sedi nazionali ed internazionali degli iscritti, per la difesa e la tutela dei diritti e degli interessi della categoria dei lavoratori marittimi sia nei confronti di altre associazioni, federazioni o sindacati che di partiti politici, organi statali esecutivi o legislativi, pubbliche amministrazioni, ministeri, organismi istituzionali e non; e) lo sviluppo di soluzioni e progetti atti a migliorare le condizioni di vita e di sicurezza dei marittimi nell'ambiente di lavoro; f) dare consulenza ai giovani che intendono entrare in questo mondo del lavoro. Art. 4 - Soci. Sono soci del S.d.M. i lavoratori di cui all'art. 2, in attività o meno, che, condividendo i principi e le finalità del S.d.M., vi abbiano formalmente aderito in ottemperanza alle disposizioni contenute nel Regolamento predisposto dal Coordinamento Nazionale. Possono altresì aderire, secondo modalità e condizioni deliberate dalla Segreteria Nazionale, organizzazioni, enti ed istituzioni, nazionali ed internazionali, che si prefiggono fini similari e comunque in armonia con quelli del S.d.M. E' fatto divieto a soci di appartenere ad altri organismi sindacali aventi finalità analoghe e/o incompatibili con quelle perseguite dal S.d.M.. Art. 5 - Modalità di adesione. La domanda di ammissione va compilata e sottoscritta su apposito modulo. La presentazione della domanda comporta il versamento della quota associativa annuale secondo quanto previsto dal Regolamento. Sull'accoglimento della domanda delibera la Segreteria Nazionale. Nel caso in cui la domanda di ammissione venga respinta, la deliberazione verrà notificata entro trenta giorni dalla ricezione della domanda stessa. La mancata notifica entro predetto termine equivale ad accettazione della domanda. Contro la delibera della Segreteria Nazionale è ammesso, entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso al Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati. L'adesione al S.d.M. implica l'accettazione del presente Statuto ed è attestata dalla tessera e dalla regolarità del versamento della quota associativa; impegna il socio a tutti gli effetti di legge e statuari per un anno, è periodicamente rinnovata e può essere revocata, a mezzo raccomandata, in qualsiasi momento dall'iscritto/a. Art. 6 - Diritti e doveri degli associati. I soci assumono l'impegno di offrire una valida e fattiva partecipazione alle attività del S.d.M., al fine di realizzare nel miglior modo gli scopi previsti, impegnandosi a favorire, nei limiti delle loro possibilità le iniziative e gli interventi promossi dal S.d.M. L'elettorato attivo e passivo è attribuito a tutti i soci, in regola con il versamento della quota associativa annuale, secondo le norme previste dal presente Statuto. Art. 7 - Pari opportunità. Le iscritte al S.d.M. dovranno partecipare alle attività sindacali senza alcuna discriminazione o favoritismo, per affrontare tutte quelle tematiche inerenti le pari opportunità e le condizioni delle donne in questo particolare settore lavorativo. Queste potranno organizzarsi in modo tale da presentare, là dove esistano problematiche specifiche, proposte di merito per risolvere i vari problemi sui posti di lavoro. Art. 8 - Perdita della qualità di socio. La qualità di socio si perde: a) per recesso, secondo i modi previsti dall'art. 5; b) per espulsione, deliberata dalla Segreteria Nazionale, in seguito a gravi contrasti con gli indirizzi di politica generale dettati dai competenti organi del S.d.M. o per violazione delle norme del presente Statuto; c) per mancato pagamento della quota associativa nei termini previsti dal Regolamento. Contro la delibera di espulsione è ammesso, entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso alla Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati. Art. 9 - Elettorato passivo. Ha titolo all'elettorato passivo ogni socio persona fisica che: a) abbia compiuto almeno due anni di anzianità di iscrizione; b) rivesta il ruolo di Capitano al comando di unità navali, di Direttore di Macchina o sia in possesso del grado di nostromo per l'elezione a membro della Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; c) abbia compiuto il quarantesimo anno di età al momento dell'elezione, per l'eleggibilità a Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; d) abbia un'età compresa tra i trenta e i cinquanta anni al momento dell'elezione, per l'eleggibilità a Presidente. Art. 10 - Incompatibilità con la carica di Presidente. Costituiscono motivo di incompatibilità con la carica di Presidente: a) l'assunzione di incarichi a bordo di unità navali; b) l'appartenenza a partiti o movimenti politici; c) l'appartenenza a Consigli di Amministrazione di Compagnie di Navigazione o di aziende legate al settore marittimo. d)

Art. 11 - Organi Nazionali. Il S.d.M. è organizzato ed agisce tramite i seguenti organi: a) il Congresso Nazionale; b) il Presidente; c) il Coordinamento Nazionale; d) la Segreteria Nazionale; e) i Comparti di settore; f) il Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi. g) la Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi Art. 12 - Struttura Nazionale. Coordinano ed attuano le delibere degli Organi Nazionali i Responsabili Nazionali dei settori: a) comunicazione e relazioni esterne; b) consulenza legale; c) progettazione strategica; d) amministrazione e controllo di gestione. Il Presidente, con parere favorevole del Coordinamento Nazionale, può istituire nuovi settori oltre quelli indicati nel presente articolo, nonché istituire comparti in rapporto a specifiche aree di personale che si connotano per particolari caratteristiche ordinamentali o contrattuali. Art. 13 - Validità delle delibere. Gli Organi Collegiali deliberano a maggioranza dei presenti, salvo che sia diversamente disposto. In caso di parità prevale il voto del Pres idente o, in sua as senza, del Vicepresidente. Per le delibere in seno alla Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi prevale il voto del Presidente del Collegio. Art. 14 - Il Congresso Nazionale. Il Congresso Nazionale è il massimo organo deliberativo del Sindacato. Esso rappresenta la generalità dei soci e ne esprime la volontà collettiva. Elegge 5 membri del Coordinamento Nazionale, 2 membri della Segreteria Nazionale e i membri elettivi del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi. Compete al Congresso Nazionale modificare il presente Statuto e deliberare lo scioglimento del S.d.M. secondo quanto stabilito rispettivamente dagli art. 30 e 28. Il Congresso Nazionale si riunisce in via ordinaria almeno ogni 5 anni; è convocato dal Presidente su delibera del Coordinamento Nazionale che ne stabilisce il luogo, la data, l'ordine del giorno. Il Congresso Nazionale può essere convocato in via straordinaria dal Presidente qualora richiesto da almeno i 2/3 del Coordinamento Nazionale ovvero su richesta motivata di almeno 1/3 degli iscritti al Sindacato. Art. 15 - Composizione e svolgimento del Congresso Nazionale. Partecipano al Congresso Nazionale con diritto di voto i delegati, eletti secondo apposito Regolamento, in rappresentanza di tutti gli iscritti al S.d.M.. Le nomine dei delegati rimangono valide anche in caso di eventuale rinvio del Congresso Nazionale, purché lo stesso abbia luogo entro l'anno solare in cui i delegati sono stati eletti. Sono altresì delegati di diritto al Congresso Nazionale i membri del Coordinamento Nazionale. Le modalità di svolgimento del Congresso, unitamente a quant'altro non previsto dal presente Statuto, sono definite nel Regolamento del Congresso Nazionale. Art. 16 - Il Presidente. Il presidente del Sindacato dei Marittimi è eletto dal Coordinamento Nazionale secondo le modalità previste da apposito Regolamento e presiede il Coordinamento Nazionale e la Segreteria Nazionale. Resta in carica 5 anni e può essere rieletto. Nomina 2 membri della Segreteria Nazionale, 2 membri del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi e i Responsabili Nazionali di settore, prescelti, questi ultimi, per ragione di personali qualità e di specifiche competenze professionali, anche tra soggetti non iscritti al Sindacato. Egli è investito dei poteri di ordinaria amministrazione; coordina l'attività del S.d.M. di cui ne ha la legale rappresentanza di fronte a terzi e in giudizio e può essere delegato dalla Segreteria Nazionale all'apertura di conti correnti presso istituti di credito, nonché contrarre con gli stessi prestiti, mutui, aperture di credito. Per la straordinaria amministrazione il Presidente può agire dietro autorizzazione scritta della Segreteria Nazionale. In caso di assenza o impedimento del Presidente, le sue funzioni sono esercitate dal Vicepresidente. In caso di dimissioni o impedimento permanente del Presidente o del Vicepresidente, la Segreteria Nazionale convoca immediatamente il Coordinamento Nazionale che provvede alla sua sostituzione. Art. 17 - La Consulta del Presidente. Il Presidente può costituire un'apposita Consulta con il compito di fornire indicazioni, proposte e studi sui principali temi del settore. Art. 18 - Il Coordinamento Nazionale. Il Coordinamento Nazionale è presieduto dal Presidente. Promuove e coordina le attività del S.d.M. secondo gli indirizzi dettati dal Congresso Nazionale. Elegge nel proprio seno, tenuto conto delle disposizioni di cui agli art. 9 e 10 del presente Statuto, il Presidente e il Vicepresidente del S.d.M.. Sono membri del Coordinamento Nazionale: a) il Presidente; b) il Vicepresidente; c) i membri eletti dal Congresso Nazionale secondo le modalità previste dal Regolamento; d) i membri del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; e) i Responsabili Nazionali di Settore di cui all'art. 21; f) i Coordinatori di comparto di cui all'art. 22; Il Presidente può, altresì, invitare alle riunioni rappresentanti di associazioni di comune ispirazione ideale con il Sindacato nonché personalità del mondo politico e culturale. In caso di perdita della qualità di socio o impedimento permanente di un membro elettivo questo viene sostituito da colui che, nella relativa elezione, sia risultato primo dei non eletti. In caso di parità di voti, prevale l'anzianità di iscrizione al Sindacato e, in subordine, l'età anagrafica. Art. 19 - Convocazione del Coordinamento. Nazionale Il Presidente convoca il Coordinamento Nazionale in via ordinaria almeno due volte l'anno. Il Coordinamento Nazionale è convocato altresì ogni volta che lo richieda almeno la metà dei suoi componenti. La richiesta, sottoscritta da tutti gli interessati e corredata dall'ordine del giorno da porre in discussione, deve essere presentata al Presidente che fissa la data e i l luogo del la riunione del Coordinamento Nazionale e ne provvede alla convocazione entro 60 giorni. Art. 20 - La Segreteria Nazionale. La Segreteria Nazionale, presieduta dal Presidente, dà attuazione alle deliberazioni del Congresso Nazionale e del Coordinamento Nazionale. La Segreteria Nazionale, è composta da: a) il Presidente; b) il Vicepresidente; c) i membri eletti dal Congresso Nazionale; d) i membri nominati dal Presidente; e) il Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; f) i Responsabili Nazionali di Settore

Luglio 2011 g) i Coordinatori di comparto. I componenti elettivi della Segreteria Nazionale restano in carica 5 anni. La Segreteria Nazionale in particolare: approva il conto preventivo ed il rendiconto consuntivo del Sindacato; emana tutte le norme regolamentari per l'attuazione dello Statuto. Possono essere invitati alle riunioni della Segreteria Nazionale soci iscritti al Sindacato affinché riferiscano su fatti o argomenti determinanti. In caso di perdita della qualità di socio, dimissioni o impedimento permanente di un membro elettivo, questi è sostituito da colui che sia risultato il primo dei non eletti nella votazione relativa. In mancanza, i membri residui della Segreteria Nazionale provvedono alla sostituzione scegliendo fra i membri del Coordinamento Nazionale eletti dal Congresso Nazionale. In caso di dimissioni di tutti i membri elettivi è convocato il Coordinamento Nazionale per una nuova elezione. Entro 30 giorni dalla sua elezione, il Presidente provvede alla nomina o al rinnovo della nomina dei membri di cui al comma 2, punti d) e f), del presente articolo. In caso di dimissioni o impedimento permanente di uno dei membri nominati dal Presidente, questi ne provvede alla sostituzione. Art. 21 - Responsabili di settore. Sono nominati dal Presidente i Responsabili Nazionali dei settori: a) comunicazione e relazioni esterne; b) consulenza legale; c) progettazione strategica; d) amministrazione e controllo di gestione. Essi collaborano con il Presidente al fine di coordinare l'attività del S.d.M. nei rispettivi settori di competenza. Il Presidente, con parere favorevole del Coordinamento Nazionale, può istituire nuovi settori oltre quelli indicati nel presente articolo. Art. 22 - I Comparti e i Coordinatori di Comparto. I comparti sono istituiti in rapporto a specifiche aree di personale che si connotano per particolari caratteristiche ordinamentali o contrattuali. La funzione di Coordinamento dei singoli comparti è svolta dai Coordinatori di Comparto, nominati dalla Segreteria Nazionale. Restano in carica 5 anni e possono essere rieletti. La disciplina interna dei comparti è demandata ad apposito Regolamento. Art. 23 - Il Collegio degli Ufficiali Superiori. e dei Nostromi Il Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, è l'organo di alto prestigio e rilevanza professionale del S.d.M. che, con il contributo di esperienza e conoscenza dei suoi membri, offe supporto al conseguimento degli scopi statuari. E' composto da un massimo di 15 membri in possesso del titolo professionale di Capitano, di Direttore di Macchina o del grado di nostromo. Il Collegio elegge nel suo seno il Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi e 3 membri della Giunta del Collegio, tenuto conto delle disposizioni di cui all'art. 9. I componenti elettivi del Collegio restano in carica 5 anni. Sono membri del Collegio: a) il Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; b) i membri eletti dal Congresso Nazionale; c) i membri nominati dal Presidente. In caso di perdita della qualità di socio, dimissioni o impedimento permanente di un membro elettivo, questi è sostituito da colui che sia risultato il primo dei non eletti nella votazione relativa. Entro 30 giorni dalla sua elezione, il Presidente provvede alla nomina o al rinnovo della nomina dei membri di cui al comma 5, punto c), del presente articolo. In caso di dimissioni o impedimento permanente di uno dei membri nominati dal Presidente, questi ne provvede alla sostituzione. Art. 24 - La Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi. La Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi coordina le attività del Collegio e costituisce l'organo disciplinare del S.d.M. è composta da: a) il Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; b) i membri eletti dal Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; c) i membri del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi nominati dal Presidente. Art. 25 - Gratuità delle cariche. Tutte le cariche sociali non sono remunerate, fatte salve diverse disposizioni previste dal Regolamento. PARTE III. L’ASSETTO AMMINISTRATIVO Art. 26 - Patrimonio sociale. Il patrimonio sociale del S.d.M. è costituito da: a) quote associative; b) proventi derivanti da attività editoriali, manifestazioni, e altre attività marginali c) beni mobili ed immobili di proprietà del S.d.M.; d) eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio; e) eventuali contributi, erogazioni e lasciti diversi; L'ammontare delle quote associative viene stabilito annualmente dalla Segreteria Nazionale. Art. 27 - Anno sociale. L'anno sociale ha inizio il primo gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno. Art. 28 - Scioglimento. Lo scioglimento del S.d.M. è deliberato dal Congresso Nazionale in seduta straordinaria con il voto favorevole dei 4/5 dei presenti purché costituiscano almeno il 4/5 degli aventi diritto al voto. In caso di suo scioglimento per qualunque causa, il S.d.M. ha l'obbligo di devolvere il patrimonio residuo, dedotte le eventuali passività, ad altra associazione con finalità analoghe o a fini di pubblica utilità, procedendo alla nomina di uno o più liquidatori e dettando le modalità di liquidazione. PARTE IV. DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE Art. 29 - Potere regolamentare del Coordinamento Nazionale. Il Coordinamento Nazionale provvede all'emanazione di tutte le norme regolamentari necessarie per l'esecuzione del presente Statuto. Art. 30 - Modifiche statuarie. Le modifiche statuarie sono di Competenza del Congresso Nazionale e sono approvate con il voto favorevole dei 4/5 dei presenti purché costituiscano almeno il 4/5 degli aventi diritto al voto. Art. 31 - Norme di rinvio. Per tutto quanto non espressamente previsto dal presente Statuto, si rinvia alle norme contenute nel Regolamento di attuazione dello Statuto ed, in mancanza, alle norme del Codice Civile. Art. 32 - Disposizioni transitorie. 1) Fino a quando la Segreteria Nazionale non decida diversamente la sede del S.d.M. coincide con il domicilio del Presidente. Tale sede non costituisce patrimonio del S.d.M. 2) La facoltà di approvare ed eventualmente modificare il presente Statuto spetta al primo Congresso Nazionale. Sino allo svolgimento del primo Congresso Nazionale, il Coordinamento Nazionale provvederà ad applicare il presente Statuto con la stesura del Regolamento di attuazione dello stesso, a verificarne l'efficacia, rilevarne le carenze e la reale applicabilità.


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Luglio 2011

REGOLAMENTO ATTUATIVO ADESIONE AL SDM SINDACATO DEI MARITTIMI

Art. 4 – RECESSO 

Visti gli articoli 4 – 5 – 8 – 20 dello Statuto del SDM Sindacato dei Marittimi, la Segreteria Nazionale emana il seguente regolamento attuativo, modalità di adesione e recesso dall’iscrizione sindacale, nonché la perdita della qualità di socio

 PARTE I SOCI – MODALITA’ ADESIONE – RECESSO – QUOTE

Art. 1 - SOCI Possono essere soci del S.d.M. i lavoratori di tutti i settori che operano a vari livelli nel sistema del trasporto marittimo e delle attività portuali, in attività o meno, che, condividendo i principi e le finalità del S.d.M., vi abbiano formalmente aderito in ottemperanza alle disposizioni contenute nel seguente Regolamento. Possono altresì aderire, secondo modalità e condizioni deliberate dalla Segreteria Nazionale, organizzazioni, enti ed istituzioni, nazionali ed internazionali, che si prefiggono fini similari e comunque in armonia con quelli del S.d.M. E' fatto divieto a soci di appartenere ad altri organismi sindacali aventi finalità analoghe e/o incompatibili con quelle perseguite dal S.d.M. Art. 2 – MODALITA’ ADESIONE La domanda di ammissione va compilata e sottoscritta su apposito modulo. La presentazione della domanda comporta il versamento della quota associativa annuale secondo quanto previsto dal Regolamento. Il modulo d’iscrizione deve essere inviato a S.d.M via FAX o Raccomandata A.R. con allegata copia ricevuta del versamento quota sindacale. L’adesione potrà essere anche effettuata compilando on line un modulo e pagando quota con carta di credito attraverso apposita sezione del sito internet. Sull'accoglimento della domanda delibera la Segreteria Nazionale. Nel caso in cui la domanda di ammissione venga respinta, la deliberazione verrà notificata entro trenta giorni dalla ricezione della domanda stessa. La mancata notifica entro predetto termine equivale ad accettazione della domanda. Contro la delibera della Segreteria Nazionale è ammesso, entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso al Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati. L'adesione al S.d.M. implica l'accettazione dello Statuto e di questo regolamento attuativo ed è attestata dalla tessera dalla regolarità del versamento della quota associativa.

L’iscritto ha facoltà di recedere in qualsiasi momento dall’adesione a S.d.M dandone comunicazione scritta a Sindacato dei Marittimi – Ufficio Iscrizioni Via dei Conciatori 7 – 00154 Roma, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, sia che l’adesione fu tramite modulo che on line. Qualora l’iscritto receda nel corso dell’anno di validità, qualora versi la quota mensilmente o rateizzata, sarà tenuto a pagare il corrispettivo dei mesi mancanti per coprire l’intero anno Se l’iscritto ha pagato intera quota annuale in unica soluzione, potrà recedere dall’adesione in qualsiasi momento, ma non avrà restituita quota

Art. 5 – QUOTE In base a quanto stabilito dall’art. 26 dello Statuto del S.d.M le quote annuali saranno stabilite dalla Segreteria Nazionale. PARTE II Art. 8 - Perdita della qualità di socio La qualità di socio si perde: a) per recesso, secondo i modi previsti dall'art. 4 del presente regolamento; b) per espulsione, deliberata dalla Segreteria Nazionale, in seguito a gravi contrasti con gli indirizzi di politica generale dettati dai competenti organi del S.d.M. o per violazione delle norme dello Statuto; c) per mancato pagamento della quota associativa nei termini previsti dal Regolamento; Contro la delibera di espulsione è ammesso, entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso alla Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati. La perdita della qualità di socio come da punto “b” non è considerato recesso, ma si diventa “non pagatori”. L’adesione quindi non si riterrà conclusa, con tutto ciò che per legge questo comporta a carico dell’iscritto non pagatore.

Art. 3 - Durata e rinnovo iscrizione L’adesione impegna il socio a tutti gli effetti di legge e statuari per un anno. L’adesione viene tacitamente rinnovata annualmente alla scadenza, fatta salva l’ eventuale richiesta di recesso avanzata da parte del socio come riportato nel successivo articolo del presente regolamento.

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