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Anno XIII N° 7 - ( € 0,70 - Solo nelle edicole convenzionate )
DIRETTORE ELENA CARUSO
- Luglio 2015
EDITORE: “ASSOCIAZIONE LA SVOLTA EDITRICE”
La crisi è colpa della politica La copertina dedicata alle vacanze “La sabbia del mare”
ATTUALITÀ
“ Oltre 4 milioni i poveri in Italia”
All’INTERNO
L’indice torna stabile. Le situazioni peggiori nel Mezzogiorno Pag. 5 REGIONE Rifiuti in Sicilia. Rinviata la chiusura della discarica
Pag. 8 / 9 HINTERLAND CATANIA. Restaurata la fontana dell’Amenano
Pag. 10 ARTE & CULTURA LIBRO. “Il colore dei ricordi” di R. Campisi Pag. 4
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Pag. 11 SPORT Calcio serie A - B e notizie su altri sport
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INTERVISTA Periodico____________________ Regionale di Informazione e Cultura
Grecia, per Issing: “Meglio fuori dall’euro” di E. M. C.
I
l presidente del Centro di studi finanziari della Goethe-Universität di Francoforte, Otmar Issing, (Nella foto) ha recentemente rilasciato un’interessante intervista ad un noto quotidiano nazionale sulla situazione greca. Issing che in passato è stato anche capo economista e membro del Direttivo della Banca centrale europea, ha subito posto l’accento sul carattere incerto del programma, poiché dobbiamo vedere “se, una volta approvato, funzionerà. C’è una lunga strada da percorrere prima che i soldi arrivino ad Atene. Il tutto è stato reso più incerto dal fatto che Alexis Tsipras ha dichiarato che a quel programma non crede, anche se l’ha firmato”. Inoltre, l’uscita di Atene dall’euro, secondo il professore, sarebbe stata una scelta migliore, ma si sarebbe dovuta fare molto prima: “Si sarebbe dovuto impiegare il denaro non per salvare le banche ma per sostenere direttamente la gente. Con aiuti con-
creti e riforme concrete, dal catasto alla ricostruzione di un sistema fiscale. Sono stati persi un sacco di soldi. E altri se ne perderanno: tutti sanno che il debito greco non è sostenibile. Quello è denaro che gli europei, anche i Paesi più poveri della Grecia, hanno perso”. Alla domanda se per Atene sarebbe stato più utile uscire, Issing non lascia dubbi sostenendo che l’attuale governo greco non sarebbe in grado di gestire alcun cambiamento di regime monetario, che ancora oggi non è stato in grado di dare una prospettiva di futuro al Paese e che le soluzioni che ha proposto hanno decisamente fallito ovunque. Resta il fatto che, dichiara nell’intervista, l’introduzione dell’euro potrebbe essere stata una cattiva idea se questa crisi va avanti così. “Certo, occorrerebbe sapere cosa sarebbe successo se non fosse stato introdotto. Ricordiamo che negli Anni Novanta, le svalutazioni della lira italiana minacciavano l’esistenza del mercato unico europeo”.
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7 Luglio 2015
Anno XIII - N.
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È a questo punto che il giornalista incalza con una serie di domande su una probabile leadership tedesca e sulla Merkel. A riguardo, ancora una volta, Issing risponde chiaramente: “Io odio, quasi, l’idea di leadership tedesca. Preferirei che gli europei si attenessero alle regole. Al “pacta sunt servanda. Mi piacerebbe che anche in Italia lo si dicesse. Per il suo passato, alla Germania è troppo difficile essere leader: quando sembra in quella posizione... Guardi cosa succede in Grecia”. Quanto alla Merkel e alla domanda se abbia vinto o perso, il professore risponde: “Non si poteva vincere dopo quello che Tsipras e Varoufakis avevano fatto e detto. Poi bisogna dire che Merkel non vuole mai arrivare a una soluzione in cui Germania e Francia non sono dalla stessa parte”. Sullo scetticismo diffuso in Germania spiega come
molti economisti siano in effetti molto critici, ma che però programmi di aiuto in Irlanda, in Portogallo, in Spagna hanno funzionato, così come quello greco visto che, nella seconda metà dell’anno scorso, la ripresa era iniziata. Interessante è anche l’opinione di Issing sulla posizione della Bce, che secondo l’economista ha assunto un ruolo politico, o meglio, la colpa sarebbe dei governi che l’hanno costretta a farlo: “Se dava liquidità alle banche greche le teneva in piedi, se non la dava le faceva crollare. Ha dovuto fare il lavoro che non hanno fatto i politici. Temo che, prima o poi, qualcuno solleverà questioni di legittimità democratica”. L’intervista si chiude con uno sguardo all’«atmosfera avvelenata» che si respira, dato che l’Fmi difficilmente abbandonerà Atene nel terzo bail-out, ma, bisogna dirlo, “quando è troppo è troppo”. g
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LA SVOLTA - Luglio 2015
ATTUALITÁ
“Oltre 4 milioni i poveri in Italia”
Dopo due anni si inverte la tendenza: l’indice torna stabile. Le situazioni peggiori nel Mezzogiorno
di Antonio Peci
S
econdo i dati diffusi dall’Istat,ci sono oltre 4 milioni di poveri in Italia. Tra le persone coinvolte, 1 milione 866 mila risiedono nel Mezzogiorno (l’incidenza è del 9%), 2 milioni 44 mila sono donne (6,6%), 1 milione 45 mila sono minori (10%), 857 mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni (8,1%) e 590 mila sono anziani (4,5%). Dopo due anni di crescita, tuttavia, nel 2014 l’incidenza di povertà assoluta è rimasta stabile; è stabile al 19,1% anche l’intensità della povertà che, in termini percentuali, indica quanto la spesa mensile delle famiglie povere è mediamente al di sotto della linea di povertà, ovvero “quanto poveri sono i poveri”. Segnali di miglioramento si osservano poi tra le famiglie con persona di riferimento di età
tra i 45 e i 54 anni (dal 7,4% al 6%), tra le coppie con due figli (dall’8,6% al 5,9%, che si lega a quello delle famiglie di 4 componenti, dall’8,6% al 6,7%) e tra le famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (dal 23,7% al 16,2%) che, rispetto al 2013, più spesso vivono in famiglie con al proprio interno occupati o ritirati dal lavoro. L’incidenza di povertà assoluta è in lieve diminuzione anche nei piccoli comuni (dal 7,2% al 5,9%), soprattutto in quelli del Mezzogiorno (dal 12,1% al 9,2%), e tra le famiglie composte da soli italiani. Livelli elevati di povertà assoluta si osservano per le famiglie con cinque o più componenti (16,4%), soprattutto se coppie con tre o più figli (16%) e famiglie di altra tipologia, con membri aggregati (11,5%). L’incidenza sale al 18,6% se in famiglia ci sono almeno tre figli minori e scende nelle famiglie di
e con anziani (4% tra le famiglie con almeno due anziani). L’incidenza di povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento e del suo titolo di studio. La povertà assoluta colpisce in misura marginale le famiglie con a capo imprenditori, liberi professionisti o dirigenti (l’incidenza è inferiore al 2%), si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di ritirati dal lavoro (4,4%), sale al 9,7% tra le famiglie di operai per raggiungere il valore massimo tra quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (16,2%). Se la povertà assoluta nei piccoli comuni del Mezzogiorno è quasi doppia rispetto a quella rilevata nelle aree metropolitane (9,2% contro 5,8%), al Nord l’incidenza più elevata si registra proprio nelle aree metropolitane (7,4% contro 3,9%); si profilano quindi due diverse dimensioni del disagio: quella rurale del meridione e quella metropolitana delle regioni settentrionali. Infine, la povertà assoluta è decisamente elevata tra le famiglie con stranieri (12,9% per le famiglie miste, 23,4% per quelle con tutti componenti stranieri) e sostanzialmente stabile nel con-
fronto temporale, a differenza del leggero miglioramento riscontrato per le famiglie di soli italiani (l’incidenza passa dal 5,1 al 4,3%). Nel 2014, sono 2 milioni 654 mila le famiglie in condizione di povertà relativa (il 10,3% di quelle residenti), per un totale di 7 milioni 815 mila individui (il 12,9% dell’intera popolazione), di cui 3 milioni 879 mila sono donne (l’incidenza è del 12,5%), 1 milione e 986 sono minori (19%) e 1 milione 281 mila anziani (9,8%). Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (26,9%), Basilicata (25,5%) e Sicilia (25,2%), dove oltre un quarto delle famiglie è relativamente povero. Il disagio economico si fa più diffuso se all’interno della famiglia sono presenti figli minori: l’incidenza di povertà, pari al 14,0% tra le coppie con due figli e al 27,7% tra quelle che ne hanno almeno tre, sale, rispettivamente, al 18,5% e al 31,2% se i figli hanno meno di 18 anni. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove è povero oltre il 40% delle famiglie con tre o più figli minori. g
Luglio 2015 - LA SVOLTA
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SPECIALE INCHIESTA
Tattoo e piercing
Leggi frammentarie, tanti “apprendisti stregoni” e poche tutele per gli operatori regolari di Silvia Calanna
P
rima che i tatuaggi e i piercing venissero considerati una “moda”, trasformando gli operatori del settore da “stregoni” a “supereroi”, mancavano regole e tutele per questa forma d’arte. Oggi la situazione non è cambiata, nonostante il “boom” di richieste. I tentativi di mettere ordine hanno prodotto frammentazione e paradossi. Alla mancanza di leggi organiche si contrappongono le numerose richieste dirette agli operatori del settore che, per essere “in regola”, devono passare da una lunga trafila burocratica fatta di autorizzazioni “soggettive”, attraverso un corso abilitante organizzato dalle ASP (Azienda sanitaria provinciale) di ogni regione e dall’idoneità igienico-sanitaria dei locali, di pertinenza sempre delle Asp e indispensabile al Comune di appartenenza per dare l’ok all’apertura di un’attività regolare sul territorio. I nodi saltano al pettine, ci informano alcuni operatori regolari, nel momento in cui ai numerosi adempimenti richiesti per regolarizzare le attività non corrispondono altrettante tutele. I REGOLARI: “NON SIAMO TUTELATI”
“Siamo soggetti a regole rigidissime e va bene, ma non abbiamo la tutela corrispondente. Ci ritroviamo sommersi da concorrenza sleale e mentre siamo vessati con regole e cavilli, gli abusivi operano indisturbati guadagnando di più, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini e la serietà dell’intera categoria” – così denuncia il titolare di uno studio di tatuaggi e piercing catanese. Il sommerso sarebbe facilmente individuabile se si avviassero controlli a tappeto. “Non possiamo entrare in casa della gente” risponde l’Asp agli operatori regolari. Di questo si occupano i Nas, ma quando scatta una denuncia nominale, cioè nel caso in cui “qualcosa vada storto”. Per capire se esiste un registro degli addetti regolari abbiamo chiamato l’Asp competente per la provincia di Catania (Cerza, San Gregorio). Il 6 luglio ci rispondono: “non abbiamo un registro perchè non rilasciamo noi le autorizzazioni igienico sanitarie, ma diamo solo pareri...le autorizzazioni li rilascia il Comune”. Parlare di “parere” nei fatti però sembra riduttivo. In realtà, gli operatori fanno richiesta al Comune - Direzione Sviluppo Attività Produttive per la segnalazione di inizio attività (S.C.I.A) come qualsiasi altro esercizio, ma senza il “Nulla Osta Tecnico-Sanitario” da parte della Azienda sanitaria locale competente non si può essere in regola. Tatuatori e piercer devono rivolgere richiesta all’ASL che verifica l’idoneità (Dipartimento Servizio di igiene e sanità pubblica-SIAV) dei locali e l’espletamento di tale procedura assu-
me carattere vincolante (Decreto Sicilia 2003). La mancanza di un elenco provoca un doppio danno: agli operatori e all’utenza. Solo delle Linee guida stabilite dal Ministero della Salute, un decreto assessoriale per la Sicilia e un’ampia discrezionalità, con rilevanti differenze anche da provincia a provincia.
LA NORMATIVA. MANCANO LEGGI ORGANICHE.
Il Ministero della Salute con la circolare del 5/02/1998 n. 2.8/156 e con quella 2.8/633 del 16 luglio stabilisce le “Linee guida per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza”. Anche la politica ha sollevato la necessità di una legge organica, ma ancora oggi un buco nell’acqua. La seconda sezione del Consiglio nazionale dell’artigianato già nel 1997 aveva riconosciuto i tatuatori come artigiani, categoria “decorazione della pelle”, precisando che, insieme ai piercing, risultano estranee all’attività di estetista. Ma oggi il corso obbligatorio è lo stesso di chi fa trucco semi permanente. L’unico decreto regionale che in Sicilia si occupa della materia è del 31/07/2003, che stabilisce i requisiti soggettivi degli operatori e i requisiti strutturali dei locali. A Catania può succedere che l’attività di piercer e quella di vendita di piercing non vengano considerate affini, mentre a Palermo tatuaggi e piercing sono affini all’abbigliamento, come mostrano le recenti aperture.
LE RICHIESTE PER ESSERE “IN REGOLA”
Per avere uno studio in regola bisogna rispettare dei requisiti igienico sanitari al pari di una sala operatoria: misure barriera e decontaminazione, disinfezione dello strumentario, regole per lo smaltimento dei rifiuti speciali (contratto che costa circa 400 euro), nonchè tutti i requisiti “minimi” strutturali. Uno studio a norma può costare mediamente 20 mila euro (circa 5 mila euro solo l’autoclave di classe B) e può richiedere anche 9 mesi, premesso la reperibilità della bottega “giusta”. Può succedere che mentre cerchi di regolarizzarti con “un bagno munito di rubinetteria a pedale” o “pareti rivestite da materiale impermeabile”, accanto ti ritrovi botteghe su strada, con tanto di insegne, apparentemente regolari, ma senza autorizzazioni o, ancor peggio, abusivi che operano in sotterranei, garage o in case private. Da indiscrezioni ci risulta che su circa 20 studi presenti a Catania, 4 sono quelli che hanno tutte le carte in regola. L’Asp di Catania - Servizio Igiene Ambienti di Vita, seguendo il decreto regionale e le linee guida del Ministero della Salute, dal 2012, organizza il “corso di formazione” per l’idoneità professionale di tatuatori e piercer. Ogni corso dura circa 90 ore, ammette fino a 30 allievi e costa 500 euro a persona. L’anomalia che ci segnalano è che a Catania sono stati fatti molti più corsi rispetto alle altre province, autorizzando nominalmente circa 200 persone, provenienti da diverse province, ma solo 4 studi a Catania, molti meno rispetto ad altre province.
IL FENOMENO DEGLI ABUSIVI: GLI APPRENDISTI STREGONI
Basterebbero da soli i social network per far partire i controlli. Facebook è piano di “apprendisti stregoni” che a Catania, con tanto di foto di studi improvvisati, fanno sfoggio dei bassi costi: 5-1020 euro secondo la grandezza dei tatuaggi. Costi che garantiscono da soli la scarsità del materiale e
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LA SVOLTA - Luglio 2015
la totale mancanza di condizioni igieniche idonee. Dove buttano gli aghi? Che colori usano? Ai giovani interessa solo “il prezzo più basso”. Da una ricerca su 2500 studenti condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma, emerge che solo il 17% di chi ha tatuaggi o piercing ha firmato il consenso informato, solo il 54% è certo della sterilità degli strumenti e solo il 5% è correttamente informato sui rischi. Proprio sulla questione del consenso informato, un tatuatore ci racconta: “Siamo costretti a schedare i clienti in un registro, a dire cosa si tatuano, il colore, dove, in che giorno. Questo crea molti problemi di privacy e in tanti ci rispondono che vanno a farsi tatuare altrove dove non bisogna dare queste informazioni intime”. La mancanza di campagne informative fa il resto. “Molti giovani si fanno i piercing in gioielleria – ci racconta un addetto ai lavori – che oltre a non avere le autorizzazioni sanitarie, usa la pistola a scatto, espressamente vietata dalla legge per parti del corpo diverse dai lobi delle orecchie (ndr punita con sanzione da 2 mila a 8 mila euro). Il piercing – continua – deve essere realizzato con l’ago sterile monouso, ma ancora oggi i ragazzi non lo sanno. Inoltre comprano piercing a 1 euro perché non sono correttamente informati”. g
REGIONE
Rifiuti in Sicilia
Rinviata la chiusura della discarica di Motta Sant’Anastasia
di Agata Sava
L
a chiusura della discarica ‘Oikos’ di Motta Sant’Anastasia, si trascina vergognosamente ormai dal luglio del 2014. Più di un anno fa, infatti il direttore regionale dell’assessorato all’Energia Marco Lupo con decreto 1143 del 22 luglio 2014 decideva per il diniego del rinnovo dell’autorizzazione del 2009, dopo anni di battaglie degli enti locali, dei cittadini organizzatesi in comitati “No Discarica” ed infine anche con l’arresto del titolare dell’Oikos e del funzionario regionale Cannova. Per arrivare alla chiusura era stata vincolata la ditta Oikos a presentare un progetto che prevedesse lo scarico di 240 mila metri cubi per livellare l’inva-
so e la sua completa copertura in sicurezza. Nel frattempo la gestione della discarica e della stessa ditta Oikos veniva commissariata e per tutti ormai sembrava vicina la sua chiusura, ma inaspettatamente dagli stessi commissari veniva rimodulato un nuovo progetto per scaricare altri 350 mila metri cubi giustificando l’operazione con un consolidamento degli argini. Progetto non approvato dalla Regione che invece ha ordinato la copertura provvisoria dell’impianto al raggiungimento dei 240 mila metri cubi. Quantità, che ultimamente in una conferenza di servizio tenutasi in Prefettura è stata aumentata di altri 50 mila metri cubi e che adesso la Regione, in forza dell’emergenza desidera ulteriormente aumentare ad altri
300 mila metri cubi, quanto in buona sostanza avevano chiesto i commissari nominati dal Prefetto. Per la stragrande maggioranza sembrerebbe che in nome della emergenza rifiuti, sia stato trovato un espediente per tenere ancora in funzione la discarica ormai da tutti riconosciuta illegittima. Infatti, è da poco giunta la notizia che per volontà del Presidente Crocetta, con l’ordinanza n. 20 del 15 luglio 2015, prolunga la vita della discarica “Valanghe d’Inverno” per altri sei mesi in nome della emergenza ma in spregio alle leggi che hanno dichiarato l’impianto illegittimo. Tra i sindaci del circondario il più battagliero è il sindaco di Misterbianco, il quale ha dichiarato: “Ci sentiamo traditi da
Crocetta poiché ha ignorato la legittima aspettativa di oltre settantamila cittadini tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia che dopo anni di battaglie avevano visto giungere al traguardo la soluzione dopo ben quattro conferenze dei servizi e l’ordinanza di copertura provvisoria emessa dal dirigente Domenico Armenio lo scorso 15 maggio. Abbiamo avuto pazienza, abbiamo aspettato mesi, ma il presidente Crocetta si è dimostrato insensibile – ha concluso Di Guardo – condannandoci, come territorio, a rimanere la discarica della Sicilia. E’ una vergogna contro la quale ci batteremo con tutte le nostre forze perché i diritti e la legge non possono essere calpestati in nome di una emergenza che da anni non viene affrontata”. g
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Luglio 2015 - LA SVOLTA
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CITTÀ SICILIANE
AGRIGENTO La bellezza che R-esiste
Mostra fotografica di Francesco Novara di Gianluca Torrisi
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rancesco Novara, presso le Officine Culturali Small di Agrigento, sta esponendo una selezione di scatti dedicati al tema “La Bellezza che REsiste”, con testi di commento curati da Giada Attanasio. Dopo l’esposizione di dicembre al Castello Chiaramontano di Fa-
vara, Francesco Novara propone nuovamente i suoi scatti che rappresentano la ricerca della bellezza presente nell’arte, nella natura, nelle fatiche umane. Si tratta di una bellezza così intensa da essere capace di resistere ad ogni sforzo, ad ogni sofferenza, ad ogni pericolo; è la bellezza di un insetto predatore , che si difende da tutto tranne che dall’obiettivo
del fotografo; è il fascino nascosto di uno sguardo umano, è il dolore che diventa bellezza, è l’enigma irrisolto dell’infinita bellezza che esiste e r-esiste, nonostante tutto. Un’autentica passione per la fotografia che dura da più di trent’anni. Francesco Novara
nasce nel 1968 ad Agrigento, dove tuttora vive e lavora. Organizzatore di numerosi eventi culturali nel territorio, presidente dell’Associazione culturale “Koinè”, nutre diversi interessi nel campo dello sport, della comunicazione e dell’arte. g
CALTANISSETTA Orti urbani da diffondere
Un protocollo con Italia Nostra - Agronomi di Lucia Pulvirenti
I
talia Nostra e Agronomi insieme per la diffusione degli Orti Urbani, per valorizzare il paesaggio e il verde italiano. Nell’ambito del progetto nazionale degli Orti Urbani, Italia Nostra e Conaf (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la diffusione e l’attuazione di iniziative per la valorizzazione culturale del paesaggio. Il
protocollo è stato siglato nei giorni scorsi ad Expo Milano 2015, all’interno della Fattoria Globale, il padiglione della World Association of Agronomists. “L’impegno di Italia Nostra nella tutela del paesaggio è contenuto nel nostro statuto fondativo ed è sempre stato quindi un nostro impegno – afferma Marco Parini, presidente nazionale di Italia Nostra - Le nostre competenze professionali e i nostri professionisti che operano quotidianamente su tutto il territorio nazionale nella gestione del
verde e nella tutela del paesaggio - sottolinea il presidente del Conaf Andrea Sisti - affiancheranno un’associazione radicata da oltre mezzo secolo come Italia Nostra, con l’obiettivo di recuperare, riqualificare ed innovare la progettazione dei paesaggi italiani, un’azione strategica per lo sviluppo duraturo del Paese”. Per quanto concerne le attività culturali, Italia Nostra realizzerà iniziative locali con la propria rete sul territorio siciliano tra cui in particolare nella provincia di Caltanissetta,
promuovendo i contenuti del protocollo e contatterà operatori e comunità interessate al tema. Il Conaf, invece, negli eventi organizzati per la promozione e diffusione del paesaggio, offre patrocinio gratuito, supporto grazie alla rete di Ordini, collegamento con le amministrazioni locali attraverso gli Ordini territoriali. Importante an-
che l’attività formativa dove il Conaf fornisce agli eventi organizzati per la promozione e diffusione del Paesaggio, il patrocinio gratuito e supporto grazie alla rete di Ordini, collegamento con le amministrazioni locali attraverso gli Ordini, e riconoscimento dei crediti formativi nel rispetto del regolamento 3/2013 ed i relativi atti esecutivi. g
MESSINA
A Lipari il centro pediatrico rischia di essere smantellato di Maria Luisa Caruso
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Lipari il centro di primo intervento pediatrico rischia di chiudere le porte all’utenza delle isole. Dopo il caso del punto nascita ancora chiuso che determina per le partorienti della zona il rischio di dare alla luce i neonati sull’aliscafo o sull’elisoccorso del 118 e quindi in condizioni di estremo disagio, anche il centro pediatrico rischia di essere smantellato. L’allarme è stato lanciato da numerosissime mamme eoliane attraverso un’accorata lettera inviata alle autorità preposte.
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LA SVOLTA - Luglio 2015
“Dopo la chiusura del punto nascite – hanno esordito – un’altra chiusura sta per arrivare, con gravi ripercussioni sullo stato di salute psicofisico dei nostri bambini”. Aperto in sordina il primo maggio 2013, il servizio pediatrico è dedicato a bambini e adolescenti da 0 a 14 anni ed è erogato all’interno dell’ospedale tutti i prefestivi e festivi da tre pediatri, presenti dalle ore 8,00 alle ore 20,00, proprio nei giorni di maggior disagio dovuti al mancato servizio del pediatra di famiglia. “Ma, come molto spesso accade in Italia – puntualizzano i genito-
ri – i numeri sono più importanti della salute e di qualsiasi urgenza o posizione geografica, per cui non bastano 629 prestazioni dal primo gennaio al 31 dicembre 2014 per confermare che il servizio funzioni bene, così come non bastano 513 prestazioni solo nei primi sei mesi del 2015, per garantire continuità a queste prestazioni, dare un po’ più di serenità alle famiglie con bambini e, laddove possibile, ri-
sparmiare qualche euro, evitando di partire per ospedali più o meno vicini, per disturbi che, probabilmente, non lo necessitano”. Insomma un servizio che, se tolto, determinerebbe un enorme disagio per le famiglie con bambini che sarebbero, dunque, private della possibilità di accedere facilmente e velocemente ad un primo consulto o intervento medico per i propri figli. g
CITTÁ SICILIANE
IN BREVE di Maria Luisa Caruso
ENNA
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inalmente, dopo tanto impegno e fatica, don Antonio Scarcione è riuscito ad ottenere i fondi necessari per salvare gli affreschi di quella che viene definita la “Cappella Sistina di Sicilia”, ovvero la Chiesa di San Giovanni di Piazza Armerina. I 70 mila euro stanziati dal Ministero dell’Interno, attraverso il Fondo Edifici Culto, serviranno per salvare e restaurare gli affreschi del pittore fiammingo Borremans, dipinti presenti sulla volta e le pareti laterali della chiesa. Due, in particolare, le scene che vedranno di nuovo la luce: il Trionfo di San Benedetto e il Martirio di San Placido. Il parroco tiene a ringraziare le istituzioni, il mondo dell’associazionismo e la stampa che hanno contribuito a sensibilizzare verso il recupero di queste opere. g
TRAPANI
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ecine e decine di biciclette giacciono inutilizzate, impolverate e in stato di abbandono, nei magazzini dell´Atm, Azienda Trasporti e Mobilità di Trapani, che si occupa di trasporto pubblico nel territorio comunale. Verosimilmente si tratta delle biciclette che l´amministrazione comunale ha “ereditato” all´indomani degli Louis Vuitton Acts 8 & 9, celebrati nei lontani settembre ed ottobre 2005. Furono mesi di grande entusiasmo e di esplosione della moda delle due ruote. Con il centro storico chiuso al traffico e con la mobilità dei numerosi ospiti stranieri affidata alle biciclette, la due ruote divenne una moda passeggera, visto che a Trapani non sono mai state realizzate piste ciclabili e considerato che perfino le biciclette rimaste marciscono nei magazzini da dieci anni. L´aver fatto inserire i trixi tra i mezzi di trasporto pubblico a Trapani non può rimanere un fatto isolato se si vuole dare una politica di mobilità degna di questo nome. In questa politica di mobilità le biciclette dovrebbero avere un ruolo primario. g
SIRACUSA Il territorio presente all’Expo 2015 di Lucia Pulvirenti
I
l comune di Siracusa, insieme a tutto il Sudest siciliano e alle rispettive Camere di Commercio, si è impegnata alla promozione delle proprie eccellenze presso la grande vetrina di Expo Milano 2015. Alla cerimonia d’inaugurazione era presente una nutrita delegazione in rappresentanza delle va-
rie istituzioni. Per il comune di Siracusa, erano presenti, il sindaco, Giancarlo Garozzo e l’assessore alle Attività produttive, Teresa Gasbarro. Presenti, anche il regista della fiction “Il Commissario Montalbano” Alberto Sironi, il produttore, Carlo Degli Esposti, e l’attore Angelo Russo, che interpreta l’agente “Catarella”. L’offerta turistica di Siracusa non può tralasciare di ricordare, lo
scrigno barocco che è Ortigia con le sue piazze ed i suoi palazzi, e quello ambientalista con la riserva marina naturale del Plemmirio. Lo spazio espositivo, realizzato dagli architetti siracusani Emanuela Reale e Jon Sauto Arce, è stato progettato secondo una logica di conoscenza ed esperienza attraverso i sensi, facendo apprezzare la Sicilia dai colori, suoni e profumi e la sua materia. g
RAGUSA Cava dei Modicani
di Maria Luisa Caruso
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l momento, a Ragusa, resta sotto i riflettori il caso della discarica di Cava dei Modicani, la cui presunta chiusura desta un grande dibattito tra i ragusani. Pare che la discarica in questione abbia raggiunto la capacità massima di abbancamento, sulla base di quanto autorizzato e che quindi non possa più contenere altri rifiuti. Tuttavia alla Regione giunge un progetto da parte della Srr, società d’ambito per la raccolta dei rifiuti; progetto che consentirebbe di utilizzare ancora la sud-
detta discarica, per altri 63mila metri cubi di rifiuti. In termini di tempo, si tratterebbe di un anno, se si continuasse con l’attuale servizio di raccolta; tre anni se entrasse a regime il nuovo sistema di differenziata. Il procedimento, per l’approvazione del progetto, prevede due linee differenti. La prima è il passaggio per l’ok della valutazione ambientale da parte dell’apposito ufficio Via-Vas e la seconda prevede il nulla osta da parte del Dipartimento acque e rifiuti. Intanto, pochi giorni fa si è resa pronta un’ordinanza che permetterebbe alla discarica di Cava dei Modicani di rimanere in funzione per almeno un altro anno; l’ordinanza potrà essere firmata dal presidente del Libero Consorzio, ex Provincia regionale, Dario Cartabellotta. Per molti si tratta di una buona notizia, anche se per tirare un sospiro di sollievo occorrerà che Cartabellotta metta la propria firma. g
PALERMO Cinema: “Sole Luna Festival” di Gianluca Torrisi
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l miglior documentario premiato dalla giuria internazionale nell’ambito della decima edizione del “Sole luna Festival, si intitola “Those who said no” (Quelli che hanno detto no) di Nima Sarvestan. Il film francoiraniano è stato selezionato fra 32 proiezioni, cortome-
traggi e lungometraggi, provenienti da tutto il mondo sul grande tema del dialogo tra le culture e dell’identità culturale. Per la giuria internazionale presieduta da Gianni Massironi, il film si è distinto per il coraggio nell’affrontare, dopo decenni di silenzio, il tema delle atrocità commesse in Iran negli ultimi 30 anni e per la sobrietà e
umanità con cui sono state mostrate le testimonianze dei sopravvissuti, presso la Corte di Giustizia dell’Aia. Premiato con una scultura creata dall’artista Tobia Scarpa il film “I comme Iran” della regista persiana Sanaz Azari. La trama ruota sul racconto di una donna, l’autrice, e del suo tentativo di imparare la
lingua madre, il farsi. Dall’Iran all’Egitto, al tedesco “The free voice of Egypt” di Konstanze Burkard, è stato invece assegnato il premio per la migliore regia, imperniato sul ritratto della scrittrice femminista Nawal El Saadawi. Un film che incoraggia gli uomini a lottare per i loro diritti e per un mondo migliore. g
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CATÀNIA & HINTERLAND
CATANIA Conclusi i lavori di restauro della Fontana dell’Amenano di Antonio Nicolosi
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niziati a fine gennaio dalla sinergia tra l’Amministrazione Comunale e l’Accademia di Belle Arti, si sono conclusi i lavori di restauro a costo zero della Fontana dell’Amenano con la cerimonia di scopertura delle lenzuola che coprivano le tre statue della Fontana dell’Amenano (quella del dio e dei due tritoni) alla presenza del sindaco di Catania Enzo Bianco insieme alla Soprintendente Fulvia Caffo al Direttore dell’Accademia di Belle Arti Virgilio Piccari, dell’Assessore alla Cultura Orazio Licandro e dell’Assessore al Decoro Urbano Salvo Di Salvo. Grazie all’Accademia di Belle Arti, che si è impegnata nel restauro senza alcun compenso, Catania ha potuto “riavere” la sua “Acqua o’ linzolu” splen-
dente più che mai. A tutela di questo patrimonio artistico, è’ stata installata una telecamera di videosorveglianza. Nel restauro sono stati impegnati gli allievi dell’Accademia Filippo Davì, Nunziella La Placa, Chiara Castro, Sara Albanese, Aurelia Agosta, Roberta Tringali, Marisa Cappello, Laura La Rosa, Tanya Laudani, Noemi Rapisarda, Erica Minni, Manuela Carullo e Sara Di Marco. Con loro i tutor-cultori Francesca Riccina, Maurizio Palano e Lorenzo Basile. Si sono occupati della “dipintura” Salvo e Federico Alibrio, Graziano Finocchiaro, Pier Luigi Portale e Salvo Ecora. I ragazzi sono stati guidati dai professori Antonina Foti e Rocco Froiio, la mano ed il pollice sono stati realizzati dal professore Concetto Guzzetta e il professore
Enrico La Rosa è stato il direttore dei lavori. A tutti il sindaco Bianco e la Soprintendente Caffo, hanno consegnato degli attestati di merito a testimonianza del meritevole lavoro svolto con amorevole dedizione verso l’arte e la propria città. Realizzata dal maestro napoletano Tito Angelini in marmo di Carrara, la fontana , rappresenta il fiume Amenano come un giovane che tiene una cornucopia dalla quale fuoriesce dell’acqua che si versa in una vasca dal bordo bombato. L’acqua, tracimando da questa vasca, produce un effetto cascata che dà la sensazione di un lenzuolo. Da qui il modo di dire catanese “acqua a linzolu” per indicare la fontana. I tritoni furono invece realizzati dai fratelli Pietro e Filippo Bardi. L’opera fu deliberata nel 1864 dal sindaco An-
tonino Alonso con un impegno di spesa di 26.000 lire e inaugurata nel 1867 dal sindaco Francesco Paternò Gioeni d’Imbert. Grazie a quest’opera di restauro è stata recuperata una delle perle che rendono piazza Duomo “una delle più belle piazze barocche d’Italia” come sottolinea con orgoglio il Sindaco Bianco. Grazie alla conservazione del patrimonio artistico è
possibile mantenere nel tempo, la ricchezza di una città ricca di storia che nel panorama sia nazionale che internazionale, ha pochi uguali. Se poi consideriamo che il restauro della fontana è avvenuto a costo zero per il Comune di Catania in un momento di forte incertezza e crisi economica, possiamo essere ben lieti e grati nei confronti di chi ha permesso tutto questo. g
BELPASSO Contro la lotta al randagismo di Lucia Pulvirenti
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arrivato il momento dei fatti concreti contro la lotta al randagismo grazie a diversi provvedimenti messi in atto dall’ Amministrazione comunale per arginare il fenomeno che dilaga nelle strade di Belpasso. “Per contenere questo fenomeno - ha dichiarato il sindaco Carlo Caputo -, stiamo agendo su diversi fronti con la consapevolezza che risolvere questo problema non significa automaticamente debellare la presenza di cani per le strade: oltre che contro il buon senso un’aspettativa come questa sarebbe anche contro la legge.”
“L’obiettivo – prosegue il primo cittadino – è quindi intervenire sul numero di cani in circolazione, agendo con le sterilizzazioni e monitorandoli grazie ai nuovi microchip”. Il primo dei provvedimenti che vanno in questa direzione è stata l’apertura dell’Ambulatorio Veterinario – Centro del Randagio in Via I Retta Ponente, l’unico comunale della Provincia di Catania attrezzato all’uopo, dove saranno effettuate le sterilizzazioni sui randagi grazie al coordinamento delle associazioni volontarie dotate di personale qualificato. Intanto è già iniziata da qualche giorno l’applicazione degli speciali collari rossi
distintivi sui cani sterilizzati e microchippati e quindi registrati all’anagrafe canina del Comune: I suddetti collari segnalano ai cittadini che i cani in circolazione sono sotto controllo e idonei alla deambulazione. Contestualmente il Comune ha provveduto all’acquisto del lettore di microchip indispensabile per il monitoraggio dei quadrupedi sul territorio. “Ai cittadini – conclude il sindaco Caputo – vorrei infine ricordare che i cani, per legge e per buon senso, possono essere ‘rinchiusi’ solo se mordaci e ammalati, circostanze che possono essere certificate solo dai veterinari ASL. Attualmente il Comune di Belpasso ha in canile ben
98 cani, che rappresentano un costo non indifferente: non ha dunque senso pensare di poter debellare il fenomeno del randagismo rinchiudendo indiscriminatamente in canile ogni cane in circolazione”. g
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LA SVOLTA - Luglio 2015
CATANIA & HINTERLAND
NICOLOSI L’Etna non si può vietare
Petizione per le escursioni sino ai crateri sommitali
di Lucia Pulvirenti
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’Etna non si può vietare”. È lo slogan lanciato dal Comitato “Etnalibera”, costituito da associazioni, operatori e singoli cittadini, accomunati dall’idea di eliminare ogni divieto alla libera fruizione
dell’area sommitale e delle manifestazioni eruttive del vulcano. Etnalibera ha presentato alle istituzioni un il documento-petizione con il quale chiede il superamento dell’attuale modalità di fruizione dei crateri sommitali e dei fenomeni vulcanici che impedisce ai liberi escursionisti e ai turisti di recarsi in vetta, a fronte di una crescente richiesta di visita dei luoghi più affascinanti dell’Etna, da due anni Patrimonio UNESCO, con la conseguenza che risultano pesantemente penalizzate anche le attività economiche legate al turismo. Una battaglia che per Etnalibera è anche di carattere etico, in quanto la natura non si può vietare e che penalizza solo l’Etna, poiché mai verrebbe in mente ai governanti di chiudere le Alpi o l’Everest, nonostante siano spesso teatro di gravi incidenti.
“Con la proposta elaborata e recapitata alla deputazione regionale e nazionale e alla rappresentanza senatoriale – dichiarano i portavoce di Etnalibera Sergio Mangiameli e Giuseppe Riggio –, il comitato chiede di ritornare allo stato precedente l’emanazione del regolamento di fruizione, datato 2013, in quanto l’esperienza di governo diretto della Protezione Civile non risponde alle prerogative della stessa, oltre che essere un evidente freno allo sviluppo economico e culturale di un bene Patrimonio dell’Umanità. Chiediamo ai rappresentanti delle forze politiche di dare un proprio contributo alle richieste del comitato per giungere ad una nuova regolamentazione, in nome dei montanari e delle attività economiche evidentemente penalizzate da questa situazione.” g
PATERNÒ Un progetto per il rilancio turistico e occupazionale
di Gianluca Torrisi
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a Pro Loco di Paternò, grazie ad un progetto per la formazione di 40 giovani ad “Operatore della promozione ed accoglienza turistica” finanziato da Garanzia Giovani Regione Sicilia, ha chiesto e ottenuto dall’amministrazione comunale la concessione degli spazi necessari presso l’ex Ospedale SS.Salvatore sulla collina storica, per la realizza-
zione del progetto formativo. Un progetto importante che darà la possibilità a 40 giovani di poter iniziare un percorso formativo nell’ambito della ricezione turistica, percependo anche una retribuzione prevista dai piani operativi nazionali. Una grande opportunità per la città di Paternò che da anni è alla ricerca dell’occasione giusta per un vero rilancio turistico. Una occasione che più volte è mancata per la frammentarietà
degli interventi e delle energie espresse sul campo. Energie che ad oggi sono riuscite ad offrire ai cittadini ed ai pochi “avventori” dei paesi limitrofi soltanto eventi e manifestazioni che non hanno saputo esprimere una vera e propria ricaduta in termini di immagine, sviluppo e di economia turistica per la città e per gli operatori commerciali. Diverse le strutture B&B che non sono collegate tra di loro attraverso una rete di strutture che riesca ad sopperire alla differenza tra il numero di turisti ed i posti letto disponibili. Pochi i ristoranti pronti ad accogliere chi, visitando la valle del Simeto, si avventura a fare una sosta nella città. Ancora peggio se il
turista decide di visitare alcuni tra i monumenti più significativi della città, i quali nella maggior parte risultano chiusi soprattutto nei giorni festivi. Giunge, quindi, positivamente l’impegno della Pro Loco e la pronta disponibilità dell’amministrazione comunale. Bene quindi l’impegno della Pro Loco e la pronta disponibilità dell’amministrazione comunale. Si spera che si sia presa coscienza che il turismo per la città di Paternò, sia una risorsa che oltre ai “giovani operatori dell’accoglienza” avrebbe bisogno di menti illuminate che riescano a programmare con efficacia il destino turistico della città g
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CULTURA & SPETTACOLO
“Il colore dei ricordi” di Rossella Campisi di Silvia Calanna
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i chiamiamo ricordi, ma sono qualcosa di più. Si risvegliano quando meno te l’aspetti e ti travolgono. Fanno parte di ciò che siamo, annessi i bagagli di un passato non così lontano. I ricordi li respiri in tutte le sfaccettature, riaffiorano prepotentemente, influenzando il presente e il futuro. E’ questo il fil rouge che lega la raccolta antologica “Il colore dei ricordi” (Ed. Vitale, pagg. 77, E. 11.00), prima opera dell’autrice Rossella Campisi: il “ricordo” in tutta la sua potenza. L’autrice, insegnante catanese già vincitrice di numerosi concorsi letterari nazionali (tra cui “Calliope” e il concorso “Vincenzo Paternò Tedeschi”) ha registrato il “tutto esaurito” di copie alla presentazione presso il Castello di Leucatia, alla presenza del dott. Antonio Nicolosi, giornalista pubblicista, del Dott. Santo Privitera, presidente del Centro Culturale “Vincenzo Paternò Tedeschi”, della Dott.ssa Maria Grazia Distefano, pedagogista e scrittrice, e dell’attrice Liliana Biglio. Racchiude già nel titolo le diverse facce del ricordo, varie forme che possono rievocare una spensierata giovinezza o un passato da rinnegare. Otto racconti brevi, scritti con ricchezza di particolari, fanno rivivere il passato di
protagonisti “comuni”, non supereroi, ma persone con fragilità e paure. Ricordi diversi in ogni attore, spesso storie di donne, in un mix di emozioni ancora vive, anche se passate. I ricordi non hanno luogo, possono manifestarsi ovunque. In una “panchina” dove un uomo (padre dell’autrice) ricorda l’infanzia nella vecchia Catania: la “Pescheria”, il “Duomo”, i giochi tra le macerie della casa rasa al suolo e il volto del padre a cui va il pensiero più malinconico (“Con gli occhi di un bambino”). C’è spazio anche per ricordi “violenti”, come quello rievocato alla protagonista da un giornale che annuncia la morte dell’uomo che da adolescente abusò di lei (“Infanzia Violata”). Un tuffo nel passato anche per Lisa, alle prese con un marito aggressivo dal quale non riesce a fuggire, lasciando i ricordi brutti in una “valigia abbandonata dietro lo stipite” (“Amore Crudele”) e Giulia che si taglia le vene come gesto liberatorio da genitori incapaci di suscitarle un solo ricordo positivo (“Ultimo respiro”). I ricordi possono fungere anche da sprono. E’ il caso di una quarantenne in piena crisi affettiva e lavorativa, superata da una notizia inaspettata e dalla voglia di tornare ad essere felice (“Giochi del fato”) e di Vittoria, nata uomo, che intraprende la strada di “trasformazione” per affermare la
sua vera identità sessuale, rivivendo il passato doloroso di non accettazione da parte degli altri (“Profumo di donna”). Ci sono infine quei ricordi che riaffiorano quasi per farti fare un paragone col presente. E’ questo il caso di una adolescente sottratta da un aborto non desiderato (“Lacrime sul cuore”) e di una madre che, dopo aver affrontato un parto difficile, guarda oggi la figlia con la consapevolezza che quel momento è passato, anche se indelebile (“Culla di vetro”, racconto che l’autrice dedica alle sue figlie gemelle). g
FILM. Jurassic World
Riaccendere un mito, il parco di dinosauri più famoso al mondo di Mariella Palmeri
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oltanto due parole per iniziare: “Missione compiuta!”. Inutile farla tanto lunga e girarci intorno; Colin Trevorrow ha risolto brillantemente una matassa complicata. Riportare sul grande schermo un film dietro al quale sono cresciute intere generazioni, era rischioso, azzardato, probabilmente imprudente già soltanto nell’interrogativo più basilare: ma i dinosauri saranno ancora cool? Eppure Trevorrow ci ha creduto e Jurassic World è diventata la pellicola più chiacchierata delle ultime settimane, nonché record d’incassi. La vittoria - è chiaro - non sta nell’aver trascinato nelle sale milioni di spettatori curiosi della riproposta di una pellicola alla quale siamo tutti affezionati, ma nell’aver fatto uscire dalle sale gli spettatori soddisfatti di aver pagato il bi-
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LA SVOLTA - Luglio 2015
glietto per rientrare nel parco di dinosauri più famoso al mondo. Ventidue anni dopo Jurassic Park e l’incidente di allora, il nuovo parco divertimenti torna ad attrarre schiere di visitatori; tuttavia chi vi sta a capo vuole fare ancora di più, finanziando un progetto che - attraverso incroci genetici - dia vita ad nuovo dinosauro dal nome Indominus Rex, feroce ed estremamente intelligente. Anche stavolta qualcosa sfugge al controllo dei gestori del parco e il nuovo Indominus Rex diventa un grosso problema per tutti i visitatori di Jurassic World. L’avventura, pilastro portante di pellicole del genere, qui si fa intelligente, coinvolgendo e mettendo d’accordo tutti, dai nostalgici, ai nuovi piccoli fan. C’è ironia, ma senza forzature alla Marvel. Ci sono attori bravi, belli e semisconosciuti, com’è meglio che sia per un
nuovo ciclo. E c’è Chris Pratt che vince una sfida impegnativa, persuadendo gli spettatori con un’interpretazione asciutta, potente, virile, che lo proclama ufficialmente l’erede di Harrison Ford nel suo Indiana Jones (pare ci siano delle reali trattative circa un reboot firmato Disney). Insomma, Trevorrow ha fatto quello che si chiama semplicemente un buon lavoro. La pellicola dimostra un uso sapiente della tecnologia, intrecciata a dialoghi che funzionano, suspance e - soprattutto - evoluzione; perché è vero che Jurassic World segue le orme del primo capolavoro Spielberg, ma è anche vero che i tempi sono cambiati. Adesso la sperimentazione genetica non insegue più un sogno, bensì la fredda convinzione di poter arbitrariamente manipolare la natura per interesse; ci sono le
multinazionali e il loro controllo. Non ultima, anche una strizzata d’occhio agli animalisti. E alla domanda più spontanea che mi era sorta: ce n’è davvero bisogno? Adesso so rispondere. Sì. In fondo c’era il bisogno di riscattare la saga di Jurassic Park, in qualche modo disonorata, dai due sequel. Adesso Jurassic World riaccende il mito. g
SPORT NEWS IN SICILIA
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Campionato di calcio delle squadre siciliane di A e B Lella Seminerio
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orremmo parlare di calcio. Vorremmo raccontare di un nuovo Palermo che ha ceduto Paulo Dybala, che cerca un sofferto rinnovo con Stefano Sorrentino, capitano rosanero nella scorsa stagione, dei primi contratti da professionisti di Antonino La Gumina, Simone Lo Faso e Giuseppe Pezzella, dell’arrivo in maglia rosanero dal Pescara del centrocampista Gaston Brugman Vorremmo raccontare del nuovo Trapani che ha cominciato la preparazione il 12 luglio agli ordini di Serse Cosmi, dell’arrivo in maglia granata di Sodinha e Cavagna, del lavoro di Daniele Faggiano per migliorare la rosa in vista della prossima stagione. Vorremmo. Ma non possiamo. Perché invece la cronaca ci impone di parlare di argomenti che nulla hanno a che fare con il pallone che rotola sull’erba.
Catania, sfila l’orgoglio dei tifosi Rossazzurri O meglio. Che nulla dovrebbero avere a che fare. Dobbiamo invece parlare di mazzette, di scommesse, di risultati falsati. E di treni, di binari, di orari e di tutta una melma che viene improvvisamente a galla, sconcertando una città che si scopre debole, indifesa, sola. Sotto la lente di ingrandimento almeno cinque partite e altret-
TENNIS Atp, Cecchinato al numero 107 È il miglior palermitano di sempre
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ettimana di cambiamenti nella classifica ATP di tennis, dopo il trionfo di Djokovic a Wimbledon. Novità anche per quel che concerne gli italiani, e in par-
ticolar modo il palermitano Marco Cecchinato, che sale di ben 10 posizioni e guadagna la 107esima piazza, avvicinando la top 100. Il tennista 22enne diventa così il miglior palermitano di sempre nel ranking, scavalcando Francesco Aldi che nel 2005 aveva agguantato il 111esimo posto. Un balzo favorito dall’ottima prova nel torneo di Todi, dove Cecchinato è giunto sino alle semifinali. g L. S.
tante società. Quindi ora la palla, è il caso di dirlo, passa alle carte bollate. Non ci si può più salvare segnando un goal. Adesso bisogna solo aspettare che la giustizia sportiva faccia il suo corso. Probabilmente dopo ferragosto si concluderà il processo sportivo nei due gradi di giudizio. Intanto l’assemblea di Lega di serie B ha annunciato che il
campionato anziché il 21 agosto comincerà il 5 settembre, e non è improbabile che anche la massima serie abbia un rinvio del fischio d’inizio. Ed è più che possibile uno stravolgimento della classifica finale della scorsa stagione. Inutile negarlo: il Catania rischia grosso. Addirittura la retrocessione con penalizzazione, nonostante la società in questi giorni abbia saldato i debiti e iscritto la squadra al prossimo campionato di B. Eppure non è prevista ancora nessuna data certa per il ritiro della squadra, nessun allenatore è seduto sulla panchina, nessuna operazione di mercato è ancora stata conclusa. Si aspetta solo che in tribunale si decida il destino di una squadra e di una città sportivamente allo sbando. Nella speranza di riparlare presto solo del calcio che si gioca inseguendo un pallone sull’erba in uno stadio affollato di tifosi. g
AUTOMOBILISMO Rally Terre del Platani Epilogo amaro per l’Island
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’edizione inaugurale del Rally Terre del Platani, si è rivelata tanto dura quanto estremamente selettiva. Parecchie le “vittime” mietute dai caldi asfalti dell’Agri-
gentino. Il primo a cedere la mano, suo malgrado, è stato Fabrizio La Rocca. L’esperto pilota nisseno, aveva iniziato sotto i migliori auspici, chiudendo terzo assoluto provvisorio al termine della prova spettacolo del sabato sera, Il giorno successivo, invece, nel corso della prima frazione cronometrata domenicale, La Rocca ha toccato duro contro una balla di fieno rompendo il radiatore e di conseguenza abbandonando la competizione. g L. S.
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