- Re gi st raz io ne al Tribunale di N apo li n° 45 del 1 5/0 9/201 5
BI MESTRA LE - LUG LI O | AGOSTO 2017 - anno I I N° 10
IN PRIMO PIANO vendere il corpo per non svendere il cervello VIAGGIO NELLA MENTE DI UN MARCHETTARO INTERVISTE CULT MIRIAM CANDURRO LUCIANNA DE FALCO ALICE BELLAGAMBA FABIO CANINO produco vino contro l’omofobia
Raffaella Fico
LA MIA VITA NON È UN
gossip SECRET STYLE MAGAZINE
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www.jesuislefleur.com
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LA FAMIGLIA SECRET SI È ALLARGATA E A SETTEMBRE TORNERÀ CON TANTE NOVITÀ. NEL FRATTEMPO: (RE)START! SI RIPARTE CON UN NUOVO NUMERO, IN PARTE PROVOCATORIO E IRRIVERENTE, IN PARTE VOLUTAMENTE DISCUTIBILE, DA TENERE IN BORSETTA TUTTA L’ESTATE.
DA N I E L A I AVO L ATO
Direttore di Secret Style magazine
# EDITORIALE
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu!
Intanto, dove eravamo rimasti? Ah, sì…Eravamo due amiche al bar che provavano a gridare al mondo “abbasso i pregiudizi, tutti!”. Giudizi e pregiudizi fanno male tanto a chi li subisce, quanto a chi li produce. Da quando e perché siamo diventati così poco empatici? Eravamo al bar della spiaggia, quando una donna ha urlato contro sua figlia: “Tu devi sapere chi è tuo padre!”. Lei scoppia in lacrime, la figlia viene portata via dalla zia, noi chiediamo se possiamo fare qualcosa. Così la donna ci racconta una storia amara. Dopo diciassette anni di matrimonio suo marito si confessa omosessuale e, adesso, non le dà pace. Sfoga su di lei rancori e frustrazioni, fino a minacciarla. Una faccenda che, senza entrare troppo nel merito, si sarebbe potuta risolvere nel più semplice dei modi se solo quell’uomo non fosse stato vittima, fin da ragazzino, di giudizi e pregiudizi che hanno coinvolto se stesso e gli altri. Il pregiudizio logora, crea odio e stupidi cliché. Lo sa bene Francesco Mangiacapra (correte a pagina 12), costretto a subire da sempre il parlottio di chi misura la dignità personale col metro della morigeratezza. È ormai stanca di combatterlo Raffaella Fico, la nostra donna di copertina, che si confessa a noi a pagina 20. È estate: siamo tutti più disinvolti e disinibiti. Provate a riflettere sugli spunti che troverete qui e provate a sostenere la causa di questo numero: “Abbasso i pregiudizi!”.
Buona estate Ci vediamo a settembre!
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IN QUESTO NUMERO
SOMMARIO
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L’EDITORIALE | DI DANIELA IAVOLATO BREAKING NEWS |
GOSSIP, TV E CRONACA
IN PRIMO PIANO
Siamo tutti marchettari. La storia di Francesco Mangiacapra
COVER STORY | Dietro le apparenze
RAFFAELLA FICO
PENNELLI & TACCHI A SPILLO | NUOVI DIVI |
ALICE BELLAGAMBA Per amore della danza
MODA |
SPECIALE ESTATE
IT GIRL | Free spirit
SARA FERRETTI
GENTE DI STOFFA IN MUSICA | BLOCK S.P.O.T.
BELLEZZA & BENESSERE | PANCIA PIATTA
PREVENZIONE|
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GIOVANNI
OBIETTIVO
TUMORE OVARICO La storia di Marianna Di Mauro
NAPOLIWOOD
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A CURA DI
CHIARA REALE
LUCIANNA DE FALCO MIRIAM CANDURRO
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DOLCE & SALATO |
A CURA DI MARCELLA
TAGLIAFERRI Cheesecake di ricotta di bufala
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CONVERSANDO |
FABIO CANINO Intervista contro l’omofobia
IN TUTTI I NUMERI
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SECRET PARTY | IN YOUR CITIES
THE BEST EVENTS
SECRET Style magazine Bimestrale gratuito e zine digitale di moda, spettacolo, tendenze, attualità. Luglio | Agosto 2017 - Anno II NUMERO 10 Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n° 45 del 15/09/2015 Editore Dadazù Sas
Direttore Responsabile Daniela Iavolato | direttore@secretstylemagazine.it Direzione creativa & Grafica Emanuela Esposito | gr.emanuelaesposito@libero.it REDAZIONE Tv & Spettacolo Andrea Axel Nobile | Fashion & Event Luigi Bilancio Beauty & Wellness Valentina Iavolato | Cronaca Candida Angelino redazione@secretstylemagazine.it Hanno collaborato Diego Davide, Roberto Fabris, Noemi Micale, Tommy Napolitano, Chiara Reale, Davide Sol, Marcella Tagliaferri Per la pubblicità info@secretstylemagazine.it | Mobile e WhatsApp 329.1059128 Stampa Tuccillo Arti Grafiche Srl, Afragola (NA) Secret Style magazine È UNA RIVISTA CARTACEA SFOGLIABILE ANCHE ONLINE. UN’IDEA GIOVANE E DINAMICA CHE CON LA SUA READER DIGITALE HA RAGGIUNTO MIGLIAIA DI UTENTI. Vieni a trovarci su: www.secretstylemagazine.it Sfoglia il nuovo numero e leggi ogni giorno fresche news. ENTRA NELLO SPIRITO SECRET! Facebook Secret Style magazine | Instagram @secret_stylemagazine
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BREAKING NEWS LE ULTIME DA TV, GOSSIP E CRONACA a cura di R E D A Z I O N E
f o t o g r a f i e FA C E B O O K | I N S TA G R A M
VITA DA WAGS LE PIÙ CERCATE NELLA “RETE”
Le signore del calcio: bellissime e sempre più richieste non solo dai marchi moda ma anche dagli eserciti di tifosi. Spunta così in rete una speciale classifica delle più cercate dagli italiani su Google. In pole position compaiono, tra le altre, Ilary Blasi, Wanda Nara, Shakira, e Melissa Satta, moglie di Kevin Prince Boateng, che su Instagram sta incantando i suoi milioni di seguaci con le foto della sua estate.
ICONE
MADONNA: LA PRIMA BIOGRAFIA ILLUSTRATA DI SYLVIA K
In forma di picture book, nasce la prima biografia illustrata dedicata alla vita della regina del pop mondiale Madonna. Realizzata da Sylvia K, ripercorre le tappe della vita dell’iconica star riproducendole in immagini fantasiose e colorate. Un cult da tenere sotto l’ombrellone.
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GF VIP
LA BUCCINO RIFIUTA PER CONVOLARE A NOZZE
Non più tre sorelle per il Grande Fratello Vip, ma due. La notizia arriva dal settimanale Chi: pare che Cristina Buccino e le sorelle, dopo essere state date certe come concorrenti nella prossima edizione del Grande Fratello VIP, ci abbiano ripensato o, almeno, una di loro. Donatella che ha dato forfait perché troppo presa dai preparativi pre nozze.
MATRIMONI ESTIVI IL SÌ DELL’EX GIEFFINA SARAH NILE
Ha messo l’anello al dito dell’imprenditore Pierluigi Montuoro l’ex gieffina napoletana Sarah Nile. Blindatissime le nozze a Villa Sabella a Bacoli, dove i festeggiamenti sono andati avanti fino a tarda notte. I due si sono uniti con rito religioso presso la chiesa di Capodimonte a Napoli. Auguri!
SOCIAL VIP ESTATE VINCE LA GARA “SUMMER SELFIE”
Alessia Marcuzzi che con questo scatto a Capri, postato su Instagram accanto all’amica Gaia Lucariello, mostra la felicità per la sua famiglia allargata. Gaia è infatti la compagna di Simone Inzaghi (ex della conduttrice e papà di Tommaso, il figlio nato dalla loro relazione nel 2001) con la quale c’è feeling ed armonia. Bene, così si fa!
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# IN PRIMO PIANO
SIAMO TUTTI
MARCHETTARI! C’è chi dà il corpo, chi la propria autonomia intellettuale, chi compra le candidature o cede la propria intimità in cambio di favori e raccomandazioni.
CHI STABILISCE COS’È PIÙ GRAVE?
Francesco Mangiacapra, laurea al chiodo e una collezione di lavoretti precari alle spalle, a trent’anni - in nome dell’indipendenza economica -, ha deciso di interrompere il suo percorso di avvocato e ha avviato la sua start up sessuale unipersonale. «Una scelta veloce, non “facile”» tiene a sottolineare «e non meno degna di chi si prostituisce per opportunismo». Una decisione, che oggi rivendica di fronte al tribunale della pubblica morale, smontando con arguzia gli argomenti di chi interpreta l’uso del corpo come forma di degradazione della dignità. Dimostrando, con una graffiante polemica contro il moralismo e la dittatura borghese del politicamente corretto, che uno stupido può far più danno di una puttana intelligente.
di D A N I E L A I A V O L A T O
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ONO UN MARCHETTARO. HO PREFERITO VENDERE A BUON PREZZO IL CORPO, PIUTTOSTO CHE SVENDERE IL MIO INTELLETTO IN CONTESTI DOVE NEPPURE VENIVA COMPRESO. DEL RESTO, TUTTI FANNO MARCHETTE! SOLO CHE IO CI METTO LA FACCIA E RESTO FEDELE A ME STESSO, POI, C’È CHI SI VENDE DI NASCOSTO PER UN LAVORO DA MILLE EURO AL MESE E PER OPPORTUNISMO CEDE CORPO, INTIMITÀ E ATTENZIONI IN CAMBIO DI SPERANZE, FAVORI, RACCOMANDAZIONI E OCCASIONI, CON LA PRETESA PERÒ DI SALVARE LA FACCIATA PER RESTARE LE PERSONE INTEGERRIME CHE VORREBBERO APPARIRE, MA CHE IN REALTÀ NON SONO».
IL NUMERO UNO
di Francesco Mangiacapra con Mario Gelardi, Iacobelli Editore
FRANCESCO MANGIACAPRA è l’autore di un
libro catalogato da Frédéric Martel “un testo sociologico” perché offre, seppur in maniera eccezionale, una testimonianza e una critica sulle attuali politiche che hanno abbandonato alla disoccupazione di massa l’Europa del Sud e in particolare il Sud Italia. Un romanzo verità, in cui sono finiti vizi, segreti e ossessioni altrui: Il Numero Uno, confessioni di un marchettaro (Iacobelli editore). Un testo dalle sfumature forti che, per la prima volta, mette a nudo il lato oscuro della prostituzione maschile moderna, dividendo l’opinione pubblica e i poteri forti. Francesco, è un giovane e colto avvocato di Napoli cresciuto in una famiglia tradizionale: nessuna situazione sbandata, né condizioni di necessità e indigenza. A vent’anni si è tuffato nei libri di legge credendo nella massima degli anni ’90: studia bene, lavora tanto e ti sarà dato. Poi, a traguardo raggiunto, come molti suoi coetanei si è dovuto ricredere: «Lavoravo per pochi spicci al mese, anche il sabato e la domenica. Non ho intravisto nessun tipo di prospettiva, né umana né economica, vedevo gente meno titolata e in gamba di me balzarmi avanti ed ero in un momento di crisi, di rabbia. Così, ho ceduto alla proposta del
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«SE QUALCUNO PENSA CHE LA MIA SIA UNA SCELTA DI COMODO GLI CEDO IL MIO POSTO, ANCHE SE DUBITO CHE ALTRI SAPREBBERO OCCUPARLO COME LO OCCUPO IO» Da Il numero Uno
sesso a pagamento e sono diventato bulimico di soldi. Non sono orgoglioso di essermi prostituito, non faccio apologia della prostituzione, né invito gli altri a considerarla una forma alternativa di sopravvivenza. Semplicemente, sono grato alla prostituzione per essere stata l’unica fonte di indipendenza economica a cui sono arrivato, senza passare per la strada del clientelismo e, per questo motivo, rivendico la mia dignità e quella della mia scelta. Nella vita “io” di raccomandazioni non ne ho mai avute, tutto quello che ho l’ho guadagnato con il mio sudore, non solo fisico ma con l’attività intellettuale che c’è dietro il tipo di prostituzione ad alto bordo che ho creato». Sì, perché Francesco ha messo in piedi un lavoro fatto di ascolto, di relazioni, di presenza, dove il rapporto sessuale è solo l’ultimo passo dell’incontro. Ha imparato a capire cosa vogliono i clienti e, l’applicazione di questo metodo meticoloso, lo ha reso l’escort più richiesto di Napoli. Nel suo letto sono passati tutti: preti e politici, integerrimi padri di famiglia e coppie scambiste, donne con qualche “vizietto” in più. Ma, a fine serata, lui resta la puttana, gli altri… «Esattamente! E da qui è nata l’esigenza di scrivere un libro. Una sorta di diario terapeutico mosso dalla rabbia del precariato, da un sistema che prima ti illude, poi, cerca di piegarti. Dalla condanna che la società mi impone senza conoscere nulla di me.
Dalle cattedre universitarie, a “Le Iene”, fino al palco del “Maurizio Costanzo Show”. La storia di Francesco Mangiacapra è diventata un caso nazionale.
Dall’orrore verso i lati più beceri dell’ipocrisia umana». E ti sei fatto conoscere soprattutto per una feroce denuncia contro i preti “peccaminosi” che passavano da te, rimbalzata, prima ancora che nel tuo libro, sulle cronache nazionali. «Sì. La mia prima denuncia, nota a tutti per il servizio a Le Iene con Nina Palmieri, è nata contro Don Luca Morini, alias “Don Euro”». Eppure, non trovi allo stesso modo ipocrita denunciare soltanto dopo aver incassato i compensi per quegli incontri? In fondo, ti sarebbe bastato non accettarli come clienti. «No, l’obiezione di coscienza non avrebbe prodotto nessun tipo di cambiamento etico. La mia denuncia pubblica ha avuto una eco tale che Morini è attualmente indagato dalla procura della Repubblica. Non accettarlo avrebbe rappresentato soltanto un mancato guadagno per me: lui sarebbe
«NON SONO ORGOGLIOSO DI ESSERMI PROSTITUITO, PIUTTOSTO, VADO FIERO DI ESSERMI AFFRANCATO DA UNA SCHIAVITÙ INTELLETTUALE IMPOSTA DA CHI SI ARRICCHISCE SULLA PELLE DI GIOVANI E BRILLANTI NEOLAUREATI» SECRET STYLE MAGAZINE
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andato da un altro, l’avrebbe fatta franca ed io non sarei riuscito a fare “politica”. Quello che mi ha spinto a denunciare Morini, non è stato il fatto che lui indossasse l’abito, quanto piuttosto, che abusasse della fiducia dei ragazzi che contattava. Si spacciava per giudice, promettendo importanti occasioni di lavoro a giovani più ingenui di me. Approfittava del fatto che a Napoli non c’è lavoro e non si può giocare in questo modo. Ho denunciato soprattutto la persona, non il prete, perché non potevo tacere su un fatto così grave. Va da sé che ci ho rimesso anche economicamente». Quindi oggi non accetti più i preti? «Io accetto tutti, preti compresi, pur attaccandoli. È chiaro che sono diminuiti, invece, i preti che preferiscono passare da me: ci ho rimesso una generosa fetta di mercato, sulla quale mi sono interrogato a lungo dopo la denuncia». Con quale risultato? «Diversamente dai padri di famiglia, i quali rivolgendosi a me fanno torto, semmai, soltanto a figli e mogli, il prete ha piuttosto un valore sociale, perché inevitabilmente influenza la morale pubblica.
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Quella stessa morale che mi condanna e condanna chi, nella scala sociale, è posto ai gradini più infimi. Per questo io li attacco, perché sono i primi a puntare il dito contro chi non incarna quei valori morali definiti eticamente superiori. Pretendono di veicolare, inculcare ed imporre norme e valori, per poi andare a praticare e perseguire nel privato quello che pubblicamente tanto biasimano. Il problema è che loro sanno benissimo di appartenere ad una lobby potentissima, sono protetti e coperti: in molti casi la loro condotta è anche nota, ma sono sono così forti della loro posizione e della loro protezione sistemica che “pretendono” di vivere la loro sessualità. Molte volte ho denunciato: il risultato? È che sono ancora là». Nel tuo libro ti esprimi anche sulle donne. Cosa cercano le donne dal sesso a pagamento e cosa le spinge a rivolgersi a te? «Sicuramente nel mio letto sono finiti molti più uomini: questo perché per la donna è molto più semplice trovare del sesso gratuito. Difficilmente sono mosse dalla necessità di dover pagare, casomai lo fanno per “lusso”. Le donne ad ogni modo cercano, al di là del sesso, un momento di comprensione, di romanticismo, di empatia. Prima di consumare, vogliono essere desiderate; così il sesso diventa solo la parte finale dell’incontro. Si accontentano più facilmente della prestazione, gli uomini invece sono più pretenziosi». E tu? Che tipo di clientela preferisci? «Non c’è un cliente preferito, tutti i clienti sono uguali. Chi si prostituisce non lo fa per libidine ma per soldi, pertanto non ho delle preferenze legate alla fascia di utenza, quanto piuttosto alla velocità e alla facilità
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NON FACCIO APOLOGIA DEL SESSO A PAGAMENTO, RACCONTO SOLO UNO SPACCATO DI VITA, DEQUALIFICANDO IMPOSIZIONI FAMILIARI, RELIGIOSE E SOCIALI IN SPREGIO AD UNA REALTÀ IPOCRITA E SESSUOFOBICA
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con cui riesco a lavorare. Può non sembrare così, ma questo è anche un lavoro di testa: più sono esigue le richieste del cliente, più va bene». Il tuo libro passa in rassegna le più svariate tipologie umane. Che cosa hai capito, invece, dell’uomo in generale? «Come ho detto fin dal principio della nostra conversazione, ciò che più mi lascia basito è l’ipocrisia dell’essere umano. Tutte le persone hanno uno scheletro nell’armadio, o nascondono la verità dietro un velo, ma sono così prese nel perseguire quell’idea di decoro che la società impone, da non riuscire ad essere se stesse». Tu? Ti ritieni un uomo felice? «Sicuramente sono più felice di quando vivevo nel precariato. Prostituirmi mi ha dato una indispensabile serenità derivante dall’indipendenza economica che a nessuno della mia generazione dovrebbe mancare ma che, in realtà, manca a molti dei miei coetanei. Mi sono sottratto a una normalità ingannevole e, a modo mio, ho tentato di aprirmi la strada verso la felicità». Che cosa accadrà dopo questa pubblicazione? Cambierai strada? Ti fermerai un po’? I tuoi clienti ti cercheranno ancora? «Una persona che guadagna, quasi mai contempla l’idea di interrompere il proprio business solo per motivi etici: non immaginavo di iniziare e non so quando finirà. Sicuramente il mio lavoro è un’attività a tempo che un giorno cambierò, senza mai rinnegare nulla del mio passato. Poi, chi può dirlo, la svolta è dietro l’angolo. Uscire con un libro dove svelo tutti i segreti di una persona che si prostituisce è, chiaramente, un deterrente alla mia attività. Il motivo per cui l’ho fatto è però umanamente ed eticamente superiore all’intento di guadagnare e, se questo costerà una crisi dei miei guadagni, allora, vorrà dire che era un passo necessario per me per poter progredire a livello umano e personale».
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a z z e l l e
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# COVER STORY
raffaella fico
Dietro le
APPARENZE Tra le giovani donne della tv è decisamente la più chiacchierata.
Se canta“non è lei”, è bella (e per questo) è antipatica, sfila col pancione e tutti storcono il naso. Insomma, Raffaella Fico come fa, sbaglia. Ma se muove un gossip? Allora, in questo caso, è la più cercata e qui vi spieghiamo perché
adesso lei non ci sta più! di D A N I E L A I A V O L A T O
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Raffaella Fico, 29 anni, showgirl in total dress QUEGUAPA
Photographer TOMMY NAPOLITANO Executive producer LUIGI BILANCIO Styling NUNZIO BATTISTA,
SALVATORE FABOZZI MUA DOMENICO TORNINCASA per NUD Location UP STUDIO Si ringrazia per il backstage video DAVIDE SOL
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AFFAELLA FICO È ENTRATA NELLO SHOWBIZ MOLTO PRESTO. HA FATTO APPENA IN TEMPO A DIPLOMARSI AL LICEO SOCIO PSICO PEDAGOGICO CHE SUBITO DOPO UN TALENT SCOUT, CHE L’AVEVA NOTATA NELL’ESTATE DEL 2007 AL CONCORSO DI BELLEZZA MISS GRAND PRINX DAL QUALE USCÌ VINCITRICE, LE PROPOSE DI PARTECIPARE AI PROVINI DEL GRANDE FRATELLO 8. REALTÀ DI PROVINCIA, FAMIGLIA UMILE, RAFFAELLA SI È TROVATA CATAPULTATA SENZA STRUMENTI IN UN MONDO CHE, PER SUA STESSA AMMISSIONE, NON È AFFATTO FACILE. DA QUEL MOMENTO, TUTTO QUELLO CHE FA INTERESSA IL GOSSIP: AMORI, SEDUZIONI, TRADIMENTI E RIPICCHE, RIMBALZANO IN PRIMA PAGINA IN PASTO AL CHIACCHIERICCIO, TANTO CHE, PER DIFENDERSI HA DOVUTO INNALZARE MURI PAGANDO IL PREZZO DI SEMBRARE UNA DONNA FREDDA E CALCOLATRICE. OGGI PERÒ RAFFAELLA È CRESCIUTA E VOLTA PAGINA: «NON SONO PIÙ LA RAGAZZA CHE VARCÒ LA SOGLIA DELLA PORTA ROSSA. SONO MOLTO PIÙ MATURA E, ORA, PREFERISCO MOSTRARE LA DONNA RIMASTA CON I PIEDI PER TERRA CHE SI SVEGLIA AL MATTINO CON LA MAGIA PIÙ BELLA DEL MONDO: IL SORRISO DI MIA FIGLIA». SCHIACCIO IL TASTO “PLAY” E FACCIO PARTIRE IL REGISTRATORE. ECCO LA NOSTRA INTERVISTA.
Dopo anni faticosi: che periodo sta vivendo ora? «Oggi finalmente sono molto serena. Ho raggiunto una mia stabilità, sono anche più matura, sono cresciuta, e questo anche grazie alla esperienze professionali». Il suo nome e la sua carriera sono da sempre associate al gossip. Ne è cosciente anche lei, ne abbiamo parlato tra uno scatto e l’altro: nomini Raffaella Fico e, inevitabilmente, scateni qualche antipatia. Si pensa subito a una donna molto chiacchierata, a un fiume di pettegolezzi, a una vita sempre esposta. «Sì è vero (mi interrompe visibilmente dispiaciuta, ndr) e, proprio perché ho sempre patito la cosa, ci terrei a fare una precisazione. Io non ho mai costruito gossip a tavolino per fare carriera. Tutte le notizie sul mio conto rappresentano il rovescio della medaglia di questo mestiere. Dietro questo ambiente, come tutti sanno, ci sono le notizie, i giornali, qualche gossip enfatizzato, qualcun altro addirittura inventato. Purtroppo non
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puoi sottrarti, lo sai da prima, ne sei cosciente e accetti il “gioco dei ruoli” anche quando è duro, perché non puoi fare altrimenti. Durante un’intervista televisiva, per esempio, non puoi dire: questa domanda non mi piace, questa cosa non puoi chiedermela. Intanto, la notizia rimbalza e corre veloce e agli occhi degli altri sei una creatura del gossip, ma io vivo semplicemente la mia vita». Quindi a lei le interviste piacciono poco? In effetti, sa una cosa? Mi ha sempre dato l’idea di una giovane donna che si è talmente cucita addosso tutti i pregiudizi sul suo conto da indossare, soprattutto in tv e durante le interviste, uno scudo protettivo che la fa apparire fredda e distaccata. «So di dare le impressioni che lei dice, molti dopo avermi conosciuta addirittura mi dicono: “Ma allora non sei antipatica”. Non dò nessuna colpa al giudizio della gente, solo imparando a conoscere le persone i pregiudizi cadono, ed è chiaro che attraverso la tv intercetti quello che appare, che non sempre corrisponde al
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ÂŤNon ho mai costruito gossip a tavolino per fare carriera. Tutte le notizie sul mio conto rappresentano il rovescio della medaglia di questo mestiereÂť SECRET STYLE MAGAZINE
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reale. Tornando alla domanda sulle interviste, invece, non è che non mi piacciano, fanno parte del mio lavoro e in genere non mi sottraggo mai, ma capita spesso che io già sappia dove si voglia andare a parare. Non vorrei essere fraintesa, a me piace quello che faccio, quando salgo su un palco per presentare una serata non ho paura di nulla, è l’invasione nella vita privata altrui ad arrecarmi fastidio. So che molti faranno fatica a crederci, ma sono una persona molto timida e riservata, ed è vero: spesso alzo un muro, ma lo faccio inconsapevolmente. Poi dipende da chi trovo dall’altra parte, se l’interlocutore riesce a mettermi a mio agio, anche le solite domande acquistano un peso diverso. A me dà fastidio l’insistenza di certi giornalisti: in questo caso sì, alzo la barriera!». Facciamo così, allora, ha l’occasione di parlare a ruota libera. Cosa di lei non si dice mai? Cosa vuole che la gente sappia? «Ecco, magari vorrei più interviste di questo tipo. Parlare di me per quello che sono, tirare fuori la parte reale». E come è lei? Com’è Raffaella Fico a telecamere spente? «Eh (sospira, ndr). Sono una che si è presa tante batoste e si è chiesta spesso: “Perché questa cosa è successa proprio a me?”. Me ne sono capitate tante, forse perché sono troppo altruista e generosa. Dovrei avere più polso duro anche nei sentimenti, invece le confesso che spesso preferisco star male io, piuttosto che ferire gli altri. Per questo mi rammarica molto pensare che dall’altra parte ci sia qualcuno che mi guarda e pensa di me tutto il contrario. Soprattutto, non sono per nulla
costruita e calcolatrice». Insomma, tirando le somme, essere sempre al centro del gossip le ha fatto più bene o male? «Dipende. Non posso nascondere che, in alcuni casi, il gossip mi abbia consentito di continuare a lavorare. Non sono certo l’unico esempio della tv italiana che lavora grazie a questo. Però, ripeto, non è stata una mia scelta, è nato tutto per caso e anche queste esperienze, alcune delle quali non rifarei più, ti segnano e ti fanno crescere anche se…io sono un po’ un caso perso (ride, ndr)». In che senso? «Nel senso che sono solita ripetere sempre gli stessi errori. Sono troppo istintiva, non imparerò mai». La stagione della ragazza ruspante e seducente dei primi anni sembra essere, dunque, archiviata. Oggi a chi la guarda appare più risoluta e libera da alcuni cliché e sembra, piuttosto, voler comunicare “mai più forzature”. Tutto questo è solo una mia impressione o si sta avviando davvero verso un cambio di rotta? «No, ci ha visto giusto! A dire il vero, visto che ormai abbiamo rotto il ghiaccio, non ho mai fatto delle forme un mio punto di forza. Venivo dai concorsi di bellezza e sono stata proposta in questo modo. All’inizio devi pur cominciare da qualche parte, e se sei una bella ragazza ti propongono soprattutto lavori legati all’immagine. Basti guardare indietro: quasi tutte le grandi showgirls e attrici hanno iniziato la loro carriera utilizzando il corpo. Quello che ho fatto comunque non lo rimpiango, mi è servito per imparare. È ovvio che dopo aver mostrato la bellezza bisogna dimostrare di saper fare altro. Oggi crescendo so cosa voglio e come lo voglio». A un certo punto della sua carriera lei ha inciso
« LE CRITICHE POSSONO ANCHE ESSERE COSTRUTTIVE: L’ODIO NO, È LOGORANTE E IO SPESSO HO DOVUTO FARCI I CONTI»
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un disco hip hop e anche lì sono fioccate le polemiche. Perché si storce sempre il naso quando si pronuncia il suo nome? «Ha visto? Qualsiasi cosa faccia non va mai bene. Capisco che ci siano cantanti che studiano da anni e che lavorano duramente, ma la mia era giusto una parentesi simpatica. Il disco rispecchiava i miei gusti musicali e mi sono divertita. Col web, comunque, oggi non si può proprio più fare a meno delle polemiche: ce ne sono ovunque e per tutti». Lei li legge i commenti degli odiatori del web? «Purtroppo sono lì e, per quanto provi ad ignorarli, l’occhio cade inevitabilmente». E come reagisce? «Sono un essere umano anche io, quindi, soffro molto. Vede? Le critiche possono anche essere costruttive: l’odio no, è logorante e io spesso ho dovuto farci i conti. Ma è il prezzo da pagare per la celebrità e, tutto sommato, sono abbastanza allenata: quando arrivi al successo e vieni dal nulla, la macchina del fango è pronta a spararti addosso». Facciamo un tuffo nel passato cosa sognava per lei da ragazzina? «A tredici anni già sognavo di fare la modella, all’epoca acquistavo il Cioè e immaginavo di partecipare ai concorsi proposti dal giornale. Mia mamma è stata la prima a credere in me, a diciotto anni trovò un’inserzione per un concorso, mi iscrisse e vinsi quel premio. Era una vetrina nazionale e fui notata da un talent scout e da chi selezionava volti per il Grande Fratello, mi chiesero di fare il provino a Roma e da lì è partito tutto». E così a 19 anni è arrivata in tv. Il mondo dello spettacolo è come se lo immaginava da ragazzina? «Ero così piccola che immaginavo fosse tutto molto semplice, invece, è difficile affermarsi e rimanere a galla. Non è affatto come può apparire dall’esterno». Ha delle amiche in questo ambiente? «Io sono molto pantofolaia e poco mondana, in passato, quando vivevo a Milano, avevo sicuramente più amicizie in questo ambiente. Oggi, invece, vivo a Napoli: ho scelto di rimanere
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fedele alle mie origini e mi sposto in caso di necessità per brevi periodi, quindi, ho stima di tante persone che però frequento poco». Pensa di essere riuscita ad arrivare dove voleva? «Io non penso mai di essere arrivata, c’è sempre da imparare e dimostrare in questo ambiente. Sono soddisfatta delle cose che ho fatto, ma mi mancano ancora tanti traguardi». Se potesse tornare indietro e cambiare un evento della sua vita, cosa cambierebbe? «Non cambierei nulla, soprattutto, rifarei mia figlia altre mille volte! Le scelte che ho fatto sono nate dal cuore». A proposito di questo. Lei è diventata mamma molto giovane, qual è stato l’aspetto più duro di questa scelta? «Per mia figlia Pia ho sicuramente fatto tante rinunce, anche lavorative, ma è stata comunque una mia scelta. Avrei potuto gestirmi diversamente, invece volevo essere una mamma presente e per essere presente devi necessariamente rinunciare a qualcosa. Ma non sono pentita». E se Pia un giorno le chiedesse di fare tv? «Al momento nemmeno mi pongo il problema. Per lei mi sono arrivate tante proposte per campagne internazionali, ma io non ho voluto: deve vivere la sua vita da bambina. Quando sarà grande, se vorrà fare questo mestiere, non sarò certo io ad ostacolare la sua strada. Al contrario, potrà sempre contare sul mio aiuto». Oggi quanto conta per lei l’amore? «L’amore è la base di tutto. Tutto deve essere fatto con amore e per me è fondamentale». Cosa sogna ancora per lei? Cosa manca nella sua vita? «Da un punto di vista personale sono molto soddisfatta. Sono una mamma felice e una donna indipendente che si è fatta da sola. Dal punto di vista della carriera mi manca ancora il cinema che per me è il sogno più grande». Come passerà l’estate? «All’insegna del sole: sono una lucertola. Dopo gli ultimi lavori prevedo solo tanto relax, sole e mare sempre in compagnia della mia famiglia».
L’A M O R E P E R P I A
«Per Pia ho ricevuto tante proposte per campagne internazionali, ma io non ho voluto: deve vivere la sua vita da bambina. Quando sarà grande, se vorrà fare questo mestiere, potrà sempre contare sul mio aiuto»
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Pennelli
Chiara Reale
Project manager della rivista di arte contemporanea Racna Magazine, si occupa di promozione, comunicazione e management nel settore arte e cultura.
E TACCHI A SPILLO
© G I U S E P P E S A LV I AT I
L’arte contemporanea può entrare a far parte della vita di tutti. Con Pennelli e Tacchi a Spillo apriamo la porta alla bellezza con focus sui progetti artistici più interessanti, intersezioni fra arte e moda e interviste agli artisti più cool.
L’ARTE DI STEFANIA RAIMONDI UN’ODE AL CORPO UMANO E ALLE SUE MILLE STORIE. IL CORPO HA SEMPRE QUALCOSA DA DIRE
Tra realismo, idealizzazione e deformità il corpo umano è stato oggetto di indagine in ogni epoca artistica. Ed è proprio il corpo il fulcro della riflessione di Stefania Raimondi, una riflessione che, in oltre vent’anni di attività, ha raggiunto panorami inediti sia dal punto di vista tecnico che emozionale. Su carte,cartoni e legni, supporti spesso riciclati, Stefania traccia con gesso, carboncino e acrilico linee precise di volti e corpi contorti e tormentati ma sempre incredibilmente vivi. Gli “uomini” e le “donne” di Stefania hanno attraversato tutti gli stati d’animo: hanno amato, vissuto passioni, sofferto per trovare, attraverso le mani di Stefania, una voce, un modo per raccontare le loro storie.
LEGNI E CARTONI – IL RICICLO DI UN MATERIALE PER RACCONTARE UNA STORIA
Ad una esperienza già vissuta, ovvero quella che il supporto recuperato porta con se e che non potremo mai conoscere, Stefania Raimondi sovrappone la propria, nella volontà di continuare a raccontare iniziando dal punto in cui qualcuno ha finito di farlo. Traendo spunto dalle venature dei legni utilizzati, spesso trovati abbandonati per strada, l’artista crea figure che sembrano esser sempre state lì, nell’attesa che qualcuno le riportasse alla luce. Nella ricerca di Stefania c’è qualcosa di estremamente poetico ma anche una grande intraprendenza: la volontà di riprendere un percorso terminato da qualcun altro, la voglia di dare ad una storia un’altra possibilità di essere raccontata.
LA PAROLA ALL’ARTISTA
In uno spazio privo di masse, i corpi appaiono paesaggio dei gesti, divengono territorio, linee e curve muovono verso la carta, tormenti fissi e in continuo movimento restano contenuti tra la definizione degli sguardi e le tensioni del tatto. Alla narrazione queste figure sostituiscono l’evocazione di una contraddizione irrisolvibile, quella tra la coscienza e la sua espressione.
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# NUOVI DIVI
alice bellagamba Apprezzata ballerina con un passato nella scuola di Amici, prima attrice in film e fiction di successo, testimonial, coreografa e impegnata nel sociale. ALICE BELLAGAMBA, artista a tutto tondo, sta vivendo un momento d’oro: felice in amore e sul lavoro. Oggi si lancia in una nuova sfida con un ruolo tutto nuovo da produttrice e regista. di D A N I E L A I A V O L A T O
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danza
PER AMORE DELLA
foto di A N D R E A B I E L L I / A E T E R N A P H O T O G R A P H Y S T U D I O
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ARCHIGIANA, OCCHI AZZURRO MARE E UN’ARIA DA LOLITA CHE TRAE QUASI IN INGANNO. È COSÌ CHE APPARE, SCORRENDO SUI SOCIAL DIVENTATI IL SUO DIARIO DI BORDO, ALICE BELLAGAMBA. INVECE, QUANDO LA RAGGIUNGO AL TELEFONO, MI ACCORGO SUBITO DI AVERE A CHE FARE CON UNA DONNA CONSAPEVOLE E COMBATTIVA, TEMPRATA DALLA DURA DISCI-
PLINA DELLA DANZA. UNA PASSIONE COMINCIATA PRESTO, CHE L’HA PORTATA VIA DA JESI (IL SUO PAESINO DI ORIGINE NDR) A SOLI TREDICI ANNI E, PER LA QUALE, ALICE HA RINUNCIATO AD UNA ADOLESCENZA COMUNE. STACANOVISTA INFATICABILE, VIVE IN COSTANTE STUDIO, EVOLUZIONE E AGGIORNAMENTO, ALTERNANDO LE SUE GIORNATE TRA DANZA E RECITAZIONE ED È FORSE PER QUESTO CHE LA NOSTRA CONVERSAZIONE COMINCIA CERCANDO LE PAROLE GIUSTE PER EVITARE I CLICHÉ ALL’ITALIANA. «NON MI CHIEDA SE MI SENTO PIÙ ATTRICE O BALLERINA. È UN VIZIO CHE ABBIAMO IN QUESTO PAESE: UTILIZZARE SEMPRE UN’ETICHETTA PER TUTTO. DA OTTO ANNI MI DIVIDO TRA SET, SALE DI DANZA E TEATRI, PORTANDO AVANTI CON DEDIZIONE E PASSIONE ENTRAMBE LE COSE: DEL RESTO, PER CHI BALLA COME ME, RECITARE È QUASI UN’EVOLUZIONE NATURALE». Posso chiederle però quando ha capito che la recitazione poteva diventare un altro obiettivo da raggiungere? Quando è scattata la scintilla per questo nuovo amore?
Alice Bellagamba, 30 anni,
ballerina e attrice, nota per la partecipazione ad Amici. Ha scritto, diretto e interpretato il cortometraggio Last Chance, presentato in anteprima nazionale al Festival dei Tulipani di Seta Nera.
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«Danza e recitazione sono due arti molto vicine. Il ballerino non è un semplice esecutore di passi, ha dentro tutto un suo mondo che poi ripropone nella coreografia. Io ho sempre puntato sulla teatralità del balletto e lavorato sull’espressione. Ho iniziato ballando, dopo di che, mi sono avvicinata alla parola anche grazie ai consigli di Fioretta Mari e Patrick Rossi Gastaldi». I suoi insegnanti nella scuola di Amici… «Esatto! Con loro ho trovato lo stimolo giusto per poter mettere in pratica un’altra grande passione che poi si è tramutata in studio. Avevo voglia di esprimermi a 360 gradi, così mi sono ritrovata sui primi set, sui quali ho portato con me il rigore della danza che mi ha aiutato ad essere concentrata nei ruoli richiesti». Ed è approdata lo scorso anno alla mostra del cinema di Venezia, con un corto scritto e diretto dal suo compagno (Daniel Bondì) dal titolo emblematico Conosce qualcuno? Una sceneggiatura che tratta di un argomento tabù come quello della mancanza di meritocrazia o degli eccessivi favoritismi che si riscontrano, spesso, proprio nell’ambito dello spettacolo. Qual è la sua esperienza personale su questo tema? Ha qualche aneddoto da raccontarci? «Ne potrei raccontare tanti, ma non è nella mia natura lamentarmi per certe cose né, tanto meno, il corto è stato scritto per far polemica. La scorciatoia purtroppo è una pratica diffusa ovunque, capita spesso che impegno e studio non vengano premiati. Personalmente preferisco sostenere lavoro e talento che, alla lunga, pagano di più. Non sarei qui se non ci credessi, non sarei volata a Los Angeles per continuare a studiare e non affinerei la recitazione studiando di giorno all’accademia di Angelo Longoni. Insomma, è troppo semplice adagiarsi sugli allori, il dovere di un artista è invece quello di lavorare bene, essere aggiornato e riuscire a stare sul pezzo. Il mondo è in evoluzione e bisogna stare dietro ai tempi». È quello che da docente di danza insegna alle sue allieve? «Sì, ai ragazzi e alle ragazze che si affacciano a questo mondo suggerisco sempre di studiare e mettersi nelle mani di un bravo insegnante. Oggi ce ne sono tanti che si spacciano per docenti brillanti ma in realtà non lo sono e, soprattutto, dico loro di non farsi scoraggiare dai primi no». Deve volerci tanto amore per una disciplina che richiede così tanta applicazione e sacrificio ed è abbastanza chiaro che lei ne ha da vendere, ma a cosa ha dovuto rinunciare? «A tantissime cose! Prima di tutto ho rinunciato quasi del tutto alla mia adolescenza: a tredici anni, dopo una audizione, sono entrata nella scuola del balletto di Toscana di Firenze. Io sono originaria delle Marche, quindi, ho dovuto trasferirmi in una città per me nuova, frequentare una scuola diversa e cimentarmi con un dialetto che faticavo a capire. Tutto questo, lontano dalle cure della mia famiglia. A differenza delle mie coetanee non avevo mai il tempo di uscire la sera, di scorrazzare su uno scooter o andare a mangiare un panino dopo
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i compiti. Ero in accademia fino alle dieci di sera, e studiavo in autobus o di notte per non perdere il diploma. Sono entrata presto nel mondo del lavoro e degli adulti, non me ne pento, lo rifarei ma non è stato per niente facile». Eppure lei conserva un’aria così gioiosa e sbarazzina… «Sì è vero, sono fatta così. Sono un’ottimista perché la vita mi ha dato tanto, è un modo per ringraziare l’universo per tutto quello che mi è stato dato e mi sono guadagnata». Se potesse esprimere un desiderio, cosa chiederebbe? «Di avere la mia famiglia più vicina». E ad una sua? Ci pensa mai? «Assolutamente sì ma, per ora, mi accontenterei di avere i miei accanto». Prima delle vacanze che progetti ha in cantiere? «Il 29 aprile è stato proiettato in anteprima nazionale al Festival dei Tulipani di Seta Nera di Roma Last Chance, un dance movie scritto, diretto e interpretato da me. Uno short movie di fantascienza che adesso conto di portare in giro per i festival».
«PER INSEGUIRE LA DANZA HO RINUNCIATO AD UNA ADOLESCENZA COMUNE. NON ME NE PENTO, MA NON È STATO FACILE»
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# MODA | SPECIAL SUMMER URBAN EXPERIENCE
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D A Y MONACO NAIRA BY FASHIONEXPERIENCE
CLOTHES | NAIRA KHACHATRYAN JEWELRY | SPAZIO RARO 3D DESIGN PIECE | FAUTEUIL GRAND REPOS JEAN PROUVÉ ED.TECLA 1980 SHOES | TEX
PHOTOGRAPHER HERMINE BJORKMAN STYLIST FLAVIA CANNATA MUA MARIE BAILLON MODEL LARA GAUTIER FASHIONART GALERIE CARRÉ DORÉ
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CLOTHES | NAIRA KHACHATRYAN JEWELRY | SPAZIO RARO 3D DESIGN PIECE | CHAISE OEUF «KANDINSKY» TEDDY DELAROQUE SHOES | VINTAGE PRIVATE WARDROBE F. CANNATA
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CLOTHES | NAIRA KHACHATRYAN JEWELRY | SPAZIO RARO 3D CHAIRS | LA BOUCHE CHAIRS HERBERT OHL SHOES & CULOTTE | VINTAGE PRIVATE WARDROBE F. CANNATA
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MIDSUMMER NIGHT’S DREAM 40
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PHOTOGRAPHER | TOMMY NAPOLITANO STYLIST | SERENA MANNINI, PETRA BLURR MUA & STYLING | MICHELLE COURT MODEL | CLARA BOTTE | FASHION MODEL MILANO
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# 2 .0 V I TA DA I T G I R L
chi è sara?
Misure 83 - 65 - 87 Nata il 14/06/1997 Vive a Napoli 1357 followers su Instagram
Instagram arah_fereth Facebook Sara Ferretti
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DETERMINATA, DINAMICA, PIENA DI SORPRESE.
SARA FERRETTI,
DA DUE ANNI MODELLA DELLA SCUDERIA CLARENCE, CI PIACE PERCHÉ HA UN PROFILO NON CONVENZIONALE. CONOSCIAMOLA! di V A L E N T I N A I A V O L A T O
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Quando hai scelto di fare la modella e cosa ti affascina di questa professione? «All’inizio non è stata proprio una scelta. Da piccola ho sempre avuto cura del mio corpo e del mio aspetto, fino a quando all’età di 14 anni, un’agenzia di moda trovò il mio profilo Facebook e decise di ingaggiarmi come modella. Da quel momento ho iniziato a lavorare e a credere di poter crescere sempre di più in questo campo. Poi, un giorno, mi dissero che non avrei potuto fare altro che sfilare in piccoli eventi perché non ero all’altezza, così non mi persi d’animo e decisi di lavorare da sola. Dopo qualche mese iniziai a ricevere moltissime richieste di lavoro, anche per scatti fotografici, e così capii che valevo anche senza quell’agenzia. Non avevo bisogno di loro, potevo cavarmela da sola. Oggi ringrazio quelle persone perché mi hanno avvicinato a un mondo che bisogna saper capire, in cui bisogna saperci fare e in cui bisogna avere carattere. Un mondo che ha mille sfaccettature, belle e brutte, ma che riserva grandi possibilità...un mondo che mi piace! Mi affascina il modo in cui devo combattere ogni giorno uscendone vittoriosa, mi affascina il dover essere sempre pronta a tutto e scoprire ogni giorno cose nuove».
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Impeccabile in passerella, scatenata nella vita! Sappiamo infatti che sei anche una nota Dj e una biker…come nascono queste passioni così diverse tra loro? «Sono passioni nate prima della passerella. Avevo 12 anni quando ho scoperto i vinili. Da lì mi si è aperto un mondo che mi ha trascinato ad imparare a mixare più dischi contemporaneamente, fino a portarmi in un circolo vizioso che tutt’ora mi avvolge. Un giorno ho preso coraggio e ho deciso di girare tutte le discoteche per propormi come Dj. Fortunatamente molte persone hanno creduto in me e mi hanno sostenuta in questa passione. Delle moto, invece, mi sono innamorata dal primo giorno in cui ne ho vista una». Come ti prepari prima di una sfilata? «Di solito vado in palestra per dare qualche pugno al sacco. Non faccio nulla di particolare prima di una sfilata, mi piace pensare che mi troverò in un posto in cui potrò divertirmi e dare il meglio di me». Cosa occorre per sfondare in questo campo? «Occorre solo una cosa: il carattere! Per me la bellezza è una cosa secondaria, con qualche aiutino possono averla tutte, mentre con carattere e determinazione si nasce. Avere carattere ti permette di non scendere mai a compromessi, di non cambiare per nessuno, di valere senza l’aiuto di qualcuno e di avere polso duro, perché questo mondo può trascinarti in brutte situazioni in cui la bellezza non può aiutarti». Chi è la tua icona di stile? «La mia icona di stile è sempre stata Coco Chanel, lei sì che ci ha saputo fare! Nonostante venisse dal nulla ha saputo governare la sua epoca, sia nella moda che nella stereotipizzazione della donna». Un sogno nel cassetto? «Spero di riuscire a diventare criminologa. Mi ha sempre affascinato l’investigazione e il comprendere i comportamenti della mente criminale».
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# GENTE DI STOFFA IN MUSICA
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giovanni block
“SENZA PERDERE O’ TIEMPO”
ALLA RICERCA DELLA BELLEZZA
IL CANTAUTORE NAPOLETANO GIOVANNI BLOCK LANCIA IL SUO NUOVO ALBUM “S.P.O.T.”
(SENZA PERDERE O’ TIEMPO).
UN DISCO CHE EGLI STESSO DEFINISCE UN “LAVORO DI PANCIA”, ENNESIMO TRAGUARDO PER UN ARTISTA CHE DELLA MUSICA FA CULTURA, DI NAPOLI UN VESSILLO E CHE, VESTITO DI DETERMINAZIONE E UMILTÀ, SI FA PROMOTORE DI UN’INDIPENDENZA ARTISTICA FEDELE UNICAMENTE A SE STESSA. di N O E M I M I C A L E SECRET STYLE MAGAZINE
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«Il talento senza disciplina è come un’auto senza benzina».
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R O B E R TO G E RVA S O La citazione è più che appropriata ad indrodurre la descrizione di questo incredibile artista. Giovanni Block nasce a Napoli il 21 marzo del 1984 e cresce tra musica e teatro, sviluppando capacità su diversi fronti, tutte evidenti se si ha la fortuna di assistere ad un suo concerto. Sul palco, infatti, Giovanni gestisce con un’ incredibile naturalezza il ruolo di artista, presentatore, direttore delle luci e di orchestra. Sembra proprio che sia quello il luogo in cui Giovanni riesce ad esprimersi meglio, aggiungendo alle cose importanti che ha da dire attraverso la musica, un linguaggio del corpo veramente efficace che trasforma i suoi concerti in uno spettacolo multisensoriale. La Targa Tenco nel 2008 e il primo premio al Festival di Musicultura del 2009 sono solo alcuni dei numerosi riconoscimenti del quale è stato insignito il giovane artista. Dopo il suo primo disco Un posto ideale (2011), che vanta la collaborazione di artisti come Sergio Cammariere e Fabrizio Bosso, nel 2016 pubblica S.P.O.T., scritto, prodotto e orchestrato dallo stesso Block. Un lavoro sviluppato interamente in lingua napoletana - cantato in un dialetto raffinatissimo - in collaborazione con i big dell’underground partenopeo, una precisa scelta stilistica della quale ci parla in uno dei brani del disco. S.P.O.T. sta per “Senza Perdere O’ Tiempo”, e Giovanni è uno che di tempo non ne perde. Sceso dal palco veste i panni di manager, con eccezionali capacità gestionali e un’etica in via d’estinzione. Anche se definisce il suo ultimo lavoro un prodotto “di pancia”, è evidente che la testa non la perde mai. È dotato di una grande consapevolezza di sè e della realtà artistica napoletana, cosa che gli consente di avere una visione
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lungimirante alla quale rimane fedele, e che rappresenta un’opportunità concreta anche per i suoi colleghi. Un esempio importante è sicuramente il Be Quiet, spazio ideato e diretto dallo stesso Giovanni, che trova casa stabile al teatro Bellini. Il laboratorio offre la possibilità a tutti i giovani artisti di confrontarsi e contaminarsi, innescando una dinamica di condivisione in una città dove i talenti fanno fatica ad affermarsi e in cui, da sempre, regnano sovrane competitività e frustrazione. Nelle sue iniziative Block è guidato dalla bellezza, quella di una morale incorruttibile, della visione dell’arte come forma di cultura anziché intrattenimento e da un profondo amore verso la propria città, nella quale sta cercando di cambiare qualcosa. Ci concede un po’ del suo tempo una domenica pomeriggio. È lui a decidere dove e quando. Ci sediamo all’aperto in un bar nei pressi della stazione della funicolare di Chiaia, e dopo alcune premesse prende le redini e sceglie di raccontarsi in modo intimo e sincero. La determinazione è sicuramente la qualità che emerge sopra tutte. Bastano pochi minuti per comprendere quanto sia fortemente strutturato e con quale fatica abbia utilizzato ogni suo tassello esperenziale per rendere se stesso una persona migliore. La migliore delle persone possibili. Quella stessa persona che vediamo accarezzare un gatto randagio con infinita dolcezza, mentre afferma con forza la volontà di realizzare i propri sogni senza cedere a compromessi, ed è fin troppo facile credergli.
SI RACCONTA CON UMILTÀ MA IL SUO SPESSORE VIENE FUORI, FACENDO AFFIORARE UNA PERSONALITÀ ECLETTICA MA MISURATA. IL SUO ATTEGGIAMENTO, DI UNA GENTILEZZA CHE EVOCA TEMPI ORMAI LONTANI, LASCIA DENTRO LA VOGLIA DI FARE DI PIÙ E DI FARLO BENE...”SENZA PERDERE O’ TIEMPO”.
«Esistono due strade: una è inseguire un successo effimero, calato dall’alto, e quindi sottostare ai soliti meccanismi del mercato; l’altra è inventarsi un percorso personale e indipendente, fatto in assoluta autonomia e libertà. Qualora un giovane decidesse di essere indipendente nell’arte, dovrebbe esserlo fino in fondo, con coerenza, evitando di vendersi al mercato alla prima occasione. Altrimenti sono tutti indipendenti, ma solo a parole, specialmente quelli che si spacciano come tali ma scimmiottano i meccanismi delle major. Il cantautore, il musicista, l’artista è una persona come tante; va a fare la spesa, ha dei figli, ha una famiglia, ha una casa, paga le bollette. Per essere artisti non è necessario mettersi un cappello, farsi crescere la barba, avere gli occhiali spessi o costruirsi un personaggio. Questa è un’epoca in cui i personaggi spesso diventano buffoni, dei pagliacci che scompaiono dopo pochi mesi. Ma è anche un’epoca che cerca fortemente le persone “vere”, quindi per salire su un palco io indosso lo stesso maglioncino che indossavo a casa, non ho bisogno di “travestirmi”. Non mi interessa comprare la scarpa pitonata e fare finta di essere un artista perché ho il cappello figo o la giacca con il pellicciotto. Insomma, come dice James Senese:
“ve piace a musica o o’ fummo?”».
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OBIETTIVO GIROVITA PANCIA PIATTA CON UNA RICETTINA VELOCE di V A L E N T I N A I A V O L A T O
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È INIZIATA LA STAGIONE IN CUI LE DONNE COMINCIANO A GIRARE CON BOTTIGLIE DA UN LITRO RIPIENE DI ROBA DAL COLORE INQUIETANTE. MA PERCHÉ ACQUISTARE STRANI INFUSI QUANDO PUOI FARE DA TE? ECCO UNA BEVANDA SGONFIA PANCIA, FACILISSIMA DA PREPARARE E ANCHE VELOCISSIMA. BASTANO POCHI INGREDIENTI TUTTI NATURALI PER OTTENERE IN POCHE SETTIMANE UN ADDOME PIÙ PIATTO E, DICIAMOCELO, ANCHE UN INTESTINO PIÙ REGOLARE.
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SETTIMANE basteranno per raggiungere il tuo obiettivo
INGREDIENTI lamponi 150 gr carota 1 acqua 1 bicchiere PROCEDIMENTO Frulla insieme tutti gli ingredienti e bevi la bevanda a metà mattino.
RITENZIONE IDRICA E GAMBE GONFIE
BEAUTY TIPS
Sai che l’anguria contiene il 92% di acqua? Tagliata a fette e immersa in una caraffa d’acqua fresca con menta e cubetti di ghiaccio può essere un valido aiuto contro la ritenzione idrica e il gonfiore alle gambe. In più è un’alleata contro la disidratazione della pelle. Prova a sorseggiarla durante il pomeriggio! SECRET STYLE MAGAZINE
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# PREVENZIONE
TUMORE OVARICO RACCONTARLO FA BENE
LA STORIA DI MARIANNA DI MAURO UN PICCOLO SEGNALE, I PRIMI CONTROLLI…POI, UNA TELEFONATA E LA TUA VITA CAMBIA. LE HANNO DETTO: «FAI PRESTO, IL CARCINOMA OVARICO HA FATTO IRRUZIONE NELLA TUA VITA». MARIANNA, 47 ANNI (FIGHTER, TOP TRAINER GROUPBOXING), UN ANNO FA HA VINTO LA BATTAGLIA PIÙ DURA DELLA SUA VITA E IN QUESTA LETTERA, ARRIVATA ALLA NOSTRA REDAZIONE, RACCONTA COSA HA IMPARATO DA QUESTA VICENDA PER DARE CORAGGIO A CHI AFFRONTA LA MALATTIA. 56
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MI SONO RIPRESA LA MIA VITA!
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTI E LOTTARE CONTRO LA CARENZA DI INFORMAZIONI.
«Era lì nascosto bene, io stavo bene ero in forma, non me ne ero accorta, era silente, finemente astuto, cattivo...presentandosi tutto ad un tratto con un piccolo gonfiore alla pancia. Qualcuno mi dice: “Mi sembra che la tua tartaruga si sia girata. Dopo appena quattro giorni faccio una ecografia e mi viene detto: “Vai, fai i markers, la risonanza, fai presto!”. Entro in macchina e dò cazzotti infiniti al volante pensando al peggio e gridando...non a me! Ho una famiglia! Ho i miei figli da crescere ancora…non è possibile! Come in un film, da spettatrice, divento attrice di una storia brutta davvero! Si parla di tumore, di carcinoma ovarico. Al solo sentire la parola mi viene da vomitare. Inizio a esorcizzarlo parlandone con i miei parenti, amici, allievi. La notizia diventa pubblica ma questo non mi interessa, lo devo eliminare questo pezzo di merda. Lo tenevo con me, quasi lo custodivo...perché a poco doveva essere distrutto, sentivo che mi stava cambiando, stavo ogni giorno sempre più male…cresceva, cresceva la mia pancia...in due settimane sembravo una donna incinta di sei mesi...non mangiavo per non star male: per non nutrirlo. Mi sono affidata al Signore, a Dio Onnipotente, al medico Giuseppe Moscati e a chi ero legata religiosamente...E tutto ha preso una forma, una strada, un giusto sentiero per una soluzione...come se fosse scritto...Ho sempre creduto nella prevenzione. Ho sempre sostenuto la lotta contro i tumori, partecipando e organizzando tante manifestazioni. Nel mio piccolo ho sempre fatto ciò che mi era possibile e nulla viene per caso. Arrivo a Roma in poco tempo grazie al prof. Masetti, colui che ha salvato anche la vita di mia nipote. Colui che rappresenta la ricerca, la lotta. Mi sottopongono ad un intervento chirurgico che dura molte ore, perché “lo stronzo” si stava facendo strada ma è stato debellato, mi hanno messo in sicurezza! Sono cambiata in pochissimo tempo, guardo la vita diversamente. Ringrazio Dio...io mi fido del mio Padre che mi accompagnerà sempre. Ringrazio coloro che mi hanno operata: il prof. Masetti, con il prof. Scambia. Un grande luminare nel campo della ginecologia e dell’oncologica. Ringrazio la sua equipe..colei che mi ha messo in faccia la verità, la dott.ssa Barbara Costantini: senza di lei non avrei mai metabolizzato cosa dovevo affrontare. Tutti i miei parenti e amici. Ringrazio la mia energia, quella pura, i miei allievi. Ringrazio chi ha pianto per me a casa e fuori dalla sala operatoria, chi ha pregato e ancora prega dicendomi “il Signore c’è abbi fiducia”…Giovanni Di Mauro (mio fratello), chi mi dice sempre andrà bene...tranquilla affidati a loro (A.C.)… il mio sangue...la mia gioia vera...i miei figli Erik Stabile e Annamaria Stabile, la mia linfa. Mi hanno dimostrato tutta la loro maturità, responsabilità, amore vero, tenero per me... infine ringrazio lui, la mia vita, il mio grande uomo, marito, amico, fratello, che ancora oggi mi sta curando fisicamente e non solo, il mio amato, sensibilissimo Salvatore Stabile, grazie, grazie, grazie. La prima vita ci è stata donata, la seconda - a quanto pare -, bisogna conquistarsela!».
UN KILLER SILENZIOSO E AGGRESSIVO Il cancro alle ovaie è una delle forme tumorali più subdole e aggressive. Colpisce solo in Italia circa 30.000 donne, eppure, se ne parla poco e la disinformazione è complice della sua mortalità. I suoi sintomi sono aspecifici e praticamente assenti in fase iniziale, per questo vengono spesso scambiati con qualcosa di meno grave. I CAMPANELLI D’ALLARME Ecco i segnali da tener presente in assenza di strumenti di prevenzione attendibili. La distensione addominale, la necessità di urinare spesso, dolore (crampi, fitte) e gonfiore addominale persistente, cambiamento delle abitudini dell’alvo. In questi casi è preferibile rivolgersi subito ad un ginecologo che deciderà gli accertamenti del caso.
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# C U LT
VEDI NAPOLI E POI GIRA!
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opolari, vivi, divertenti, iconici. sono i film manifesti della nuova scena napoletana. Napoli…le sue contraddizioni, i mille colori, l’effervescenza, la sua umanità! “Napoli come Hollywood”, titolano i principali peri-
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odici nazionali. una babele di set, di registi che la scelgono, si ispirano e la rilanciano nel mondo. Così, mentre viene riconfermata dal regista turco-italiano Ferzan Özpeteck con Napoli Velata, abbiamo incontrato due protagoniste indiscusse della trascorsa primavera partenopea che qui raccontano ancora una volta i successi sul set, il rapporto con la città e un po’ di sé.
NAPOLIWOOD che bella STA G I O N E ! a cura di A X E L A N D R E A N O B I L E eDA N I E L A I AVO L ATO
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lucianna de falco Lucianna De Falco 50 anni, attrice.
«Girare a Napoli? Un regalo pazzesco!» LUCIANNA DE FALCO AD APRILE È TORNATA
AL CINEMA CON “LA PARRUCCHIERA”, LA COMMEDIA MERIDIONALE, MUSICALE, IPERFEMMINILE DI STEFANO INCERTI CHE HA MESSO D’ACCORDO PUBBLICO E CRITICA. IL SUO PERSONAGGIO? MICAELA! UNA DONNA CHE LE SOMIGLIA TANTISSIMO.
Come è stato girare a Napoli? «Tornare a girare a Napoli, prima con i Manetti Bros, poi con Marco Tullio Giordana, infine con Stefano Incerti, è stato per me un regalo pazzesco. Ho recuperato un forte amore per questa città che ho dovuto lasciare, dopo gli studi universitari, per andare a vivere a Roma. Napoli è, probabilmente, la città con la più forte storia di accoglienza. È come una donna che nutre, coccola, è
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materna e in questo momento i napoletani stanno recuperando una fortissima dignità. È in corso una nuova primavera, lo si avverte dalla rinascita culturale, dall’effervescenza cinematografica, dalle realtà produttive molto forti. Francamente? Sono proprio orgogliosa di essere napoletana». Nel film l’abbiamo vista nei panni di Micaela, una donna generosa, intraprendente, energica e leale. Quanto le somiglia? «Micaela mi assomiglia tantissimo. Per dare veridicità, credibilità e onestà a un personaggio devi “attraversalo” e regalargli le caratteristiche che sono più tue. Questa è la mia scuola di pensiero! Così - Micaela -, ha molte qualità che mi appartengono». Micaela (da buona napoletana) è anche gelosissima del suo fidanzato più giovane. Una cosa che nella vita reale potrebbe mai accaderle? «Ho avuto questa fortuna prima ancora che venisse fuori
cianna per quale sogno lotta? «Lucianna ha dovuto costruire il suo sogno e ancora continua a farlo. Sono vulcanica come la mia terra, da buona ischitana mi fermo e mi rilasso solo alle terme». Lei è amatissima dai grandi registi, per chi le piacerebbe lavorare? «Sono già stata molto fortunata. Un’attrice con la mia faccia, per tutto il discorso legato al mercato a cui facevamo cenno prima, difficilmente può fare la protagonista. Invece, ho avuto la fortuna di lavorare con Marco Ferreri, Özpetek, insomma essere diretta davvero dai più grandi. Lavoro anche tanto con i giovani, con il cinema indipendente. Mi deve sedurre l’idea, se mi piace…vado!». Cosa bolle per lei in pentola? «Adesso sono impegnata con le riprese de Il contagio, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Siti. Un’opera nata prima a teatro, che oggi diventa film. La regia è affidata a due giovani registi: Daniele Coluccini e Matteo Botrugno che, con Et in terra pax, hanno già riscosso molto successo. Ne parleremo sicuramente il prossimo anno».
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AL CINEMA I PERSONAGGI FEMMINILI SONO ANCORA POCO ESPLORATI. PURTROPPO CI SONO DELLE INDUSTRIE E DEI MERCATI FATTI PRINCIPALMENTE DA UOMINI.
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il termine “milf” (ride ndr). Sembra sempre avere una connotazione negativa: accompagnarsi a un uomo più giovane. Io, invece, più semplicemente credo davvero che l’amore non abbia età. Stare con uomo più giovane ti regala la voglia di rimetterti in gioco e ricominciare tutto insieme. Forse è anche più complicato! Tutto sommato…gli uomini fatti e finiti sono un po’ più comodi». Parliamo di donne: tre protagoniste dirette da Stefano Incerti. Una storia di resilienza femminile, con gli uomini che restano quasi sullo sfondo. È la parabola del maschio moderno o è il segno che, almeno al cinema, qualcosa sta cambiando? «Cambiando? C’è ancora tanto da fare! Al cinema i personaggi femminili sono ancora poco esplorati perché, purtroppo, ci sono delle industrie e dei mercati che sono fatti principalmente da uomini. È inevitabile, quindi, che per loro sia molto più difficile raccontare storie incentrate esclusivamente sulle donne. Per ciò che riguarda gli uomini del film, invece, abbiamo lavorato su qualche stereotipo per dare uno sguardo più profondo alla sceneggiatura, ma non ne sono usciti proprio male». Ma è vero che le attrici sono meno pagate dei loro colleghi uomini? «Questo non lo so, però credo che la questione sia molto legata al discorso fatto prima. Se ci sono poche storie scritte per le donne, è chiaro che diventa più complicato avere l’opportunità di interpretare ruoli interessanti». Nel film le protagoniste lottavano per un sogno, Lu-
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miriam candurro © Alfredo De Lise
Miriam Candurro 37 anni, attrice.
«Napoli è il mio successo» «Sono in un frullatore mediatico e mi divido tra interviste e set fotografici. Se tutto questo fosse successo dieci anni fa forse mi avrebbe spiazzato. Ora ci sono arrivata con più esperienza e spalle larghe. E con la consapevolezza che i riflettori su di te si spengono con la stessa velocità con cui si accendono». Napoli, una città che dà o che toglie? Si è mai chiesta se la sua carriera fosse partita altrove che cosa sarebbe successo? «Sono più che certa che Napoli sia la componente fondaPartita da Napoli e da una lunga gavetta, oggi final- mentale del mio successo. Quindi, rispondendo alla primente raccoglie i frutti del suo lavoro, raggiungendo ma parte della domanda, Napoli è una città che dà, senza il consenso del grande pubblico. Come sta vivendo togliere proprio nulla». È passata dal piccolo schermo (Un Posto al Sole, I questo periodo così fortunato?
PROTAGONISTA AL CINEMA CON “VIENI A VIVERE A NAPOLI”, IL FILM A MARZO CAMPIONE DI INCASSI AL BOTTEGHINO DIRETTO DA EDOARDO DE ANGELIS, GUIDO LOMBARDI E FRANCESCO PRISCO, MIRIAM CANDURRO (PER TUTTI SERENA DI “UN POSTO AL SOLE”) NON HA ALCUN DUBBIO. ESSERE NAPOLETANA È LA COMPONENTE FONDAMENTALE DEL SUO SUCCESSO!
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no mai creato sofferenza? Quali doti occorrono per riuscire ad affrontare tutto questo? «Sono dinamiche che inevitabilmente ti segnano, ti riempiono di insicurezze. Ho cercato in qualche modo di convincermi sempre che quando non andava un provino “non era quello giusto”. Magra consolazione, ma almeno in questo modo evitavo di mettere sempre tutto in discussione». Attrice affermata ma anche mamma di due splendidi bambini, come riesce a conciliare i suoi impegni professionali con il ruolo di madre? «Vivendo in treno! Scherzi a parte, cerco di fare i salti mortali per non perdermi nessuna tappa importante della vita dei miei bambini, che sia una riunione a scuola, un saggio, o una festa. Rinuncio al tempo per me, che diventa tempo per loro. Ma sono felice così». Qual è il suo sogno nel cassetto? «Recitare diretta dal maestro Pupi Avati. Un sogno da quando ero una ragazzina e muovevo i primi passi nel mondo del cinema. Spero si avveri, prima o poi. Io non ho fretta».
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«VIVO QUESTO MOMENTO FORTUNATO CON ESPERIENZA E SPALLE LARGHE E CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE I RIFLETTORI SU DI TE SI SPENGONO CON LA STESSA VELOCITÀ CON CUI SI ACCENDONO»
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Bastardi di Pizzofalcone) al cinema di qualità. È stato facile? Esiste come qualcuno racconta un pregiudizio verso gli attori di fiction Tv? «C’è stato un periodo in cui questo pregiudizio era molto forte. Ora, con la qualità sempre più alta dei serial televisivi, i bravi attori si impegnano su entrambi i fronti. E i registi cercano facce interessanti e talenti indipendentemente dalla loro origine». In Vieni a vivere a Napoli, ha avuto il piacere di lavorare con Edoardo De Angelis, pluripremiato ai David di Donatello, come è stato lavorare con lui? «Lavorare con Edoardo significa affidarsi completamente al suo visionario talento. Credere fermamente che lui abbia in mano il personaggio e che ti stia spingendo sulla strada giusta». Miriam, il personaggio che ha interpretato nel film, è una donna dalla natura grottesca ma estremamente umana. C’è qualcosa di lei che le appartiene? «La capacità, che per lei arriva quasi verso la fine, di mettersi in discussione». Cosa prova quando si rivede sullo schermo? «Prendo le distanze, cerco di godermi il film da spettatrice. Provo a non giudicarmi. Anche se, spesso, l’autocritica prende il sopravvento». L’ambiente dello spettacolo visto dall’esterno può sembrare facile, in realtà è un po’ come vivere sulle montagne russe. Un mondo fatto di successi ma anche di lunghe pause, continui provini e scivoloni. Queste dinamiche le han-
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CHEESECAKE RICOTTA BUFALA CON COMPOSTA DI FRAGOLE ALLA MALVAROSA E BISCOTTO AL TIMO LIMONATO
ricetta e realizzazione a cura di M A R C E L L A T A G L I A F E R R I in collaborazione con il pastry chef L U C I O P A C I E L L O ph O R I A N A L I P P A SECRET STYLE MAGAZINE
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Marcella Tagliaferri
Chef. Da 15 anni nel campo della ristorazione, si è formata presso Gambero Rosso. Ha partecipato al talent Hell’s Kitchen Italia. Sostiene l’home restaurant e crede nell’idea di «cucina come momento di aggregazione». Promuove numerose iniziative (Facebook: “Casa Nostra/Home is where they love you”, “Brezsny non ti temo”)
CREMA ricotta di bufala 750 gr panna fresca 200 gr zucchero a velo 150 gr limone 1 (per la scorza) maizena 1 cucchiaino bacca di vaniglia 1 A (bisognerà aprirla con un coltello per estrarne i semi) uova 4 medie.
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INGREDIENTI
BASE BISCOTTO biscotti digestive 300 gr timo limonato un ciuffetto (ne servirà un po’ anche per la decorazione) burro 80 gr + 20 gr circa per imburrare la teglia zucchero di canna 30 gr
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COMPOSTA DI FRAGOLE ALLA MALVAROSA fragole 1 cestino, 400/500 gr circa zucchero semolato 100 gr acqua 1 tazzina malvarosa 2 fiori e qualche foglia non troppo coriacea menta 1 ciuffetto
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PROCEDIMENTO
Per preparare la cheesecake bisogna essere degli home chef professionisti...o quasi! Il lavoro diventa un gioco se abbiamo in cucina un mixer, una frusta (magari elettrica), una teglia da forno rotonda (diametro 20/26 cm massimo). Cominciamo dalla base: biscotto al timo limonato. Versate nel mixer dei biscotti Digestive e frullateli fino ad avere un effetto “crumble”, ovvero grossolano. Aggiungete poi lo zucchero di canna, il burro fuso a temperatura ambiente e le foglioline di timo limonato. Dopo aver mixato il tutto, versatelo nello stampo da forno, precedentemente imburrato e infarinato. Fate pressione sul fondo con le mani e cercate di rivestire anche i bordi, (spessore quasi 1cm). Riponiamo la base in frigo e apprestiamoci a preparare la crema. In una ciotola stemperiamo la ricotta di bufala con lo zucchero a velo, i semi della bacca di vaniglia, la panna e la scorza di limone grattuggiata. Quando il composto risulterà omogeneo aggiungiamo le uova e la maizena. Versiamo quindi il composto sulla base biscotto e livelliamolo. Inforniamo a 165° per 45/50 minuti, dipende dal forno...bisogna controllare durante la cottura! Non ci resta che preparare la composta di fragole alla malvarosa. Prendiamo le fragole, tagliamole in 4 spicchi e versiamole in un pentolino con lo zucchero semolato e un po’ d’acqua, e mettiamo a cuocere a fiamma dolce per circa 10 minuti, mescolando costantemente con un cucchiaio di legno. A fiamma spenta aggiungiamo alla composta i petali e qualche fogliolina di malvarosa. Per gustare al meglio questa cheesecake vi consiglio di aspettare che si raffreddi a temperatura ambiente per almeno 1 ora e in frigo per almeno 3 ore. Sarà fresca e compatta. Per l’impiattamento potete decidere di tagliare la cheesecake con la classica fetta e versare su ognuna di essa un cucchiaio di composta di fragole, e qualche cimetta di menta fresca. Altrimenti potete sbizzarrirvi con la fantasia, munirvi di un coppapasta e dargli la forma circolare, come vedete in foto. Se poi avete fiori in casa...scatteranno foto e complimenti!
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La nostra Sommelier Felicia Saviano sceglie “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco”, vino rosso frizzante in cerca di una leggera acidità che attenua la grassezza del biscotto e della ricotta. Con i suoi profumi esalterà le sensazioni gusto-olfattive delle fragole e delle spezie racchiuse in questa cheesecake.
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# CONVERSANDO 68
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FACCIA A FACCIA CON
fabio canino
VINOCCHIO E UVAGINA. BOLLICINE E IRONIA PER BATTERE L’OMOFOBIA di D I E G O D A V I D E
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EDUCE DALL’EDIZIONE 2017 DI “BALLANDO CON LE STELLE”, IL POLIEDRICO E INSTANCABILE FABIO CANINO SI CONCEDE UNA PAUSA DAL LAVORO IN UN LUOGO A LUI CARO: ISCHIA. LO INCONTRIAMO NEL GIARDINO DEL RELAIS CORTE DEGLI ARAGONESI DOVE ACCETTA DI FARSI INTERVISTARE PER I LETTORI DI SECRET STYLE MAGAZINE. Per me è come un ritorno a casa - ci dice quando gli chiediamo alcune impressioni sull’isola -. Mio papà era foriano, e qui ho trascorso molte vacanze della mia infanzia. In questi giorni ho avuto modo di rivedere tanti amici e mio cugino Gioacchino che alla Trattoria Casa Colonica, al Negombo, mi ha fatto assaggiare dei piatti deliziosi. Degli ischitani amo la capacità di avere con gli altri un rapporto diretto e spontaneo, umano e giocoso al tempo stesso. Anche quest’anno ti sei cimentato nel difficile ruolo di giudice nel programma di Milly Carlucci. Il pubblico a casa vi ha premiato con ascolti di tutto riguardo. Com’è l’atmosfera che si respira in studio? «Molto bella. A Ballando mi diverto moltissimo, tra gli addetti ai lavori c’è grande collaborazione e poi Milly è una straordinaria
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RAINBOW REPUBLIC Romanzo distopico gay di Fabio Canino Edito Mondadori
padrona di casa». Oltre agli impegni televisivi sei alla radio con Miracolo Italiano, in onda su Radio 2, e continua il tour di presentazioni del tuo primo romanzo, Rainbow Republic - romanzo distopico gay edito da Mondadori -, che hai presentato alla Libereria di Barbara Pierini, a Forio, e al Relais Corte degli Aragonesi di Ischia Porto. Ti va di raccontarcelo un pochino? «Certo. Ho immaginato una Grecia che, uscita dall’euro a seguito del default e divenuta poverissima, si trasforma in una Repubblica arcobaleno, patria d’elezione di gay, trans e lesbiche. Nel paese che fu culla dell’umanità, l’aeroporto è intitolato a Maria Callas, l’Università a Pier Paolo Pasolini, l’ospedale a Candy Candy. La polizia del buongusto pattuglia le strade pronta ad arrestare chiunque indossi i pinocchietti e l’inno nazionale, manco a dirlo, è I will survive di Gloria Gaynor. Attenzione però, non si tratta di un paese per gay ma di un luogo in cui tutti hanno gli stessi diritti. È qui che comincia il viaggio di Ulisse Amedei, giornalista milanese, inviato ad Atene per un reportage sulla festa nazionale della Rainbow Republic». Il libro, oltre a essere molto divertente, offre numerosi spunti di riflessione. Volevo chiederti, ma davvero il pieno riconoscimento dei diritti può essere un vantaggio per tutti? Insomma questa Pink Economy di cui parli, esiste? «Certo che esiste. Nel libro cito anche alcuni studi secondo i quali, laddove la comunità LGBT è ben inserita nel tessuto sociale, si registrano migliori performance economiche. Del resto se sono tranquillo e sereno, invece che stare a difendere le mie scelte personali o a nascondermi, posso impiegare tutte queste energie per contribuire allo sviluppo della comunità in cui vivo». Fabio, si avvicinano le ferie. Ci consigli una meta, un luogo che ti piace particolarmente? «Ovviamente la Grecia, ma più delle isole mi sento di consigliare Atene. È un luogo magico. Se guardi il Partenone al tramonto puoi vederlo inondato di un marrone carico di arancio, un colore che non vedi altrove». Da vero impiccione quale sono ho scoperto che, da un po’ di tempo a questa parte, sei anche produttore vinicolo. «Sì, insieme ai miei amici Bruno Tommassini e Edoardo Marziari produciamo le due etichette Vinocchio e Uvagina. Nomi ironici e provocatori per un progetto, quello di ProdigioDivino, che mi sta molto a cuore. Gli introiti della vendita di questi prodotti sono reinvestiti in attività di contrasto al bullismo omofobico. Grazie all’impegno della passata amministrazione comunale di Roma ho avuto la possibilità di incontrare, insieme a una equipe di esperti, i ragazzi delle scuole pubbliche ed è stata per me un’esperienza molto toccante. Ho scoperto che i ragazzi non hanno colpa. Se la scuola, i professori, la famiglia di origine, non sono preparate, cosa possono dire a un ragazzo? Il problema vero è ancora una volta l’ignoranza. Se c’è un adolescente che muore suicida perché a scuola, i bulli, non gli perdonano un paio di pantaloni rosa, vuol dire che c’è ancora tanto da fare e bisogna assolutamente parlarne». SECRET STYLE MAGAZINE
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# BEST EVENTS
LEGORA PARTY II EDIZIONE PREVIEW SPRING SUMMER 2018
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Il secondo amore non si scorda mai. E lo stesso vale per la seconda edizione del Legora Party che si è tenuto allo stabilimento balneare di Marechiaro Il Gabbiano e che, come volevasi dimostrare, ha infranto innumerevoli cuori. Per la preview spring-summer 2018 il giovane Legora, appena trentenne, ha chiamato a raccolta tutto il suo pubblico trasportandolo indietro nel tempo in un’atmosfera anni ’70 dai contorni sofisticati e in cui il colore ha giocato un ruolo da protagonista. Una collezione elegante e nello stesso tempo versatile che ammicca ad uno stile ben definito nei tagli e nelle linee. Volumi e sovrapposizioni hanno messo l’accento su capi di carattere per donne dal fascino scultoreo. Le serate estive della donna Legora sono luminose e ricche di fantasia, quella dei foulard in tipico mood caprese che vestono la silhouette, ma anche il capo con scenografiche fasce seventies. I completi black&white sono proposti nell’inconfondibile stile Legora insieme a caftani impreziositi da applicazioni gioiello artigianali nel segno dell’eccellenza propria del made in Italy. Sulla terrazza a picco sul mare, parata di stelle accolte dalle responsabili Mila Gambardella e Cristiana Giordano, tra cui hanno spiccato le attrici in abito Legora come Miriam Candurro e Ilenia Lazzarin volto Fox e conduttrice de Il contadino cerca moglie, Patrizio Rispo, Rosalia Porcaro, Marina Tagliaferri e Giorgia Gianetiempo tutte in abito Legora, Lorenzo Sarcinelli e Luca Turco, Mario Porfito, la cantante Monica Sarnelli, la showgirl Pamela Prati, Maria Mazza e Shalana Santana, Anna Brancati, Lina Carcuro del Grande Fratello, Anna Capasso e alcuni volti dei comici di Made in Sud. Un evento di grande risonanza soprattutto a livello imprenditoriale e giornalistico raccontato sulle note del dj set di Marco Piccolo. La festa è proseguita fino a tarda notte ballando insieme e festeggiando l’ennesima formidabile impresa del prodigio Alessandro Legora.
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PARTY ESCLUSIVO PER I 50 ANNI DI RICCARDO MARIA MONTI NEL CUORE DI NAPOLI
# BEST EVENTS
RICCARDO’S BIG 5
a cura di V A L E N T I N O G U I D I PIETRO INFANTE
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Un’occasione straordinaria per promuovere l’immagine di Napoli nel mondo: oltre 1000 invitati tra cui personaggi della politica, delle istituzioni, del business, dello spettacolo, della cultura e del giornalismo provenienti da 62 paesi. L’occasione è il 50esimo compleanno di Riccardo Maria Monti, Presidente di Italferr Spa, società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane operante sui mercati internazionali e già Presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ex ICE, da sempre impegnato nella promozione dell’Italia e della “sua” Napoli nel mondo. La location del Bagno Elena è stata raggiunta via mare con un servizio shuttle dedicato, che ha permesso di far ammirare uno dei più bei tratti di costa al tramonto. Tra le personalità provenienti dall’estero figurano, tra gli altri, Lakshimi Mittal, indiano leader mondiale dell’acciaio e Pramod Agarwal, tycoon del settore minerario; da Tel Aviv Raz Steinmetz, re dei Diamanti; dagli States Kerry Kennedy, Presidente della Robert Kennedy Foundation, Tomas Kramer magnate americano e “creatore” di Miami Beach, Raymond W. Kelly per 12 anni a capo della polizia di NY. Dal Medio Oriente gli imprenditori Shermine Dajani dalla Giordania, Ali Guven dalla Turchia e Razieh Ebrahimi dall’Iran. Da Shangai Richard Wei del fondo CCUI. Folta anche la delegazione russa tra cui spicca Vladimir Yakunin. Dall’Argentina la leggenda del calcio Claudio Caniggia. Numerose le rappresentanze diplomatiche con la partecipazione di S.E. Li Ruiyu, Ambasciatore della Cina in Italia, S.E. Mammad Bahaddin Ahmadzada, Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia e S.E. Tomasz Orłowski, Ambasciatore di Polonia in Italia. Tra gli italiani rappresentanti delle istituzioni si annoverano Angelino Alfano, Gennaro Migliore, Gioacchino Alfano e Raffaele Trombetta. Il 9 Giugno gli ospiti intenazionali sono stati accolti al Circolo Nautico RariNantes per un «welcome» in uno degli angoli più suggestivi del lungomare partenopeo. Nutrita la schiera di top manager tra cui Renato Mazzoncini, AD del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Giuseppe Recchi, Presidente Telecom, Corrado Passera, già Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture, Luisa Todini, Presidente Todini Group, già Presidente Poste Italiane, Azzurra Caltagirone, AD dell’omonimo gruppo editore, Ivanoe Lobello, Presidente Unioncamere e Beniamino Quintieri, Presidente SACE. Una grande occasione anche per la generosità: il Presidente Monti ha chiesto a tutti gli ospiti di fare una donazione attraverso il portale Youdonate a L’Altra Napoli Onlus, Plan International e Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus. L’evento è stato curato da Enzo Citarella, patron della MediaSar, la società campana nota per le più importanti iniziative di marketing e promozione del Made in Campania all’estero ed autrice, altresì, della campagna pubblicitaria sul Paese Italia.
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# BEST EVENTS
LE ECCELLENZE CAMPANE NEL MONDO FASHION & FOOD PREMI ALL’AGORÀ MORELLI a cura di R O B E R T O F A B R I S ph C A R L O F E R R A R A
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Luisa Ranieri
Raffaella Fico
Gianni Molaro
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Nino Lettieri
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Nicola D’Errico
Si è svolto lo scorso 6 aprile, presso Agorà Morelli - location suggestiva di forte impatto culturale a Napoli -, la prima tappa del tour 2017 di Le Eccellenze Campane. La manifestazione ha goduto del Patrocino morale del Comune di Napoli e del Rotary Intenational rappresentato da Marilù Ferrara Presidente del Rotary Napoli. L’evento è stato ideato e realizato da Enzo e Luisa Citarella della Mediasar, titolari inoltre dello stesso marchio Le Eccellenze Campane. Dopo Parigi, Stoccolma e Barcellona, Enzo e Luisa Citarella con il brand Le Eccellenze Campane hanno scelto Napoli come prima tappa di un tour che interesserà nel corso dell’anno mete esclusive come Amalfi, Nizza e Montecarlo. Madrina della serata la bellissima e bravissima Raffaella Fico. In passerella l’alta moda di Gianni Molaro e Nino Lettieri. Brand affermati come Silvian Heach, Dorabella, Bartin, Atelier Nicola D’Errico, Le Sarte del Sole, Kilesa, Sheri’ hanno presentato le loro collezioni 2017/18. Oltre la moda il food, con eccellenze enogastronomiche con: Lollo caffè, Cuori di Sfogliatella, Tenuta San Domenico, Tenuta le Lune del Vesuvio, Cycas, Ristorante la Scialuppa, D’avino, Amoy Caffè. Presenti all’evento le istituzioni come il Cardinale Crescenzo Sepe, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il deputato Massimiliano Manfredi, gli assessori regionali Amedeo Lepore e Valeria Fascione. I momenti musicali sono stati affidati all’artista Anna Capasso accompagnata dal maestro Ciro Cascino e alla Raoul & Swing Orchestra. Il premio (un’opera del Maestro Marco Ferrigno) è andato alle eccellenze che si sono distinte nell’anno 2016/17, quali Amedeo Manzo, Gianfranco Coppola, Vanni Fondi, Antonio Sasso, Titta Fiore per il giornalismo invece Luisa Ranieri, Lina Sastri, Massimo Andrei per lo spettacolo. Infine un particolare riconoscimento è stato dato a Carmen di Tuoro e a Rossella Izzo, presidente e testimonial dell’associazione Con Edith, che ha realizzato una performance in passerella con il titolo Diversamente Belli, con due giovani ragazze che hanno indossato abiti realizzati dal brand Le Sarte del Sole. Il Make Up è stato curato da Posh MakeUp di Domenico Tornincasa e l’hair styling da FashionMix e XenonGroup con Salvatore De Maria, Francesco Bottone, Giovanni Amarone, Angelo Di Simone, Angelo Piccirillo, Ciro Capone, Mario Crocoli, Gennaro Strazzullo, Giovanna Parisi, Lele De Vito, Maria Marciano, Mariapina Aliperti, Marisa Cosentino, Saccomanno Vincenzo, Salvatore Dinardo, Taglione Carla, Traversa Tiziana, Valentino Francesco, Zampogna Virginia, team che sceglie prodotti Soco Professional. Un ringraziamento particolare alla Clarence Eventi & Management che con il suo staff si riconferma sempre leader nel coordinare gli eventi.
Lina Sastri
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Team hair styling
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# BEST EVENTS
ROBERTA BACARELLI VENTO D’ORIENTE AL SALONE MARGHERITA Dalla Cina al Giappone passando per le strade della seta, fiori e tessuti preziosi per dare un tocco esotico alle mise. Abiti in stile geisha, kimono, vestaglie e fantasie effetto “sakura”. Un equilibrio di forme e tagli orientali rivisitati in chiave contemporanea.
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L’unione di due stili e culture profondamente distanti tra loro, perfettamente in armonia in passerella. Il rosso fuoco intrecciato al fucsia, il cipria e l’oro delle vestaglie kimono dominano la scena Bacarelli. Non meno protagonisti, il nero fuso con il bronzo e il bianco con l’oro. Kimono con cinte che mettono in risalto il punto vita, colletti alla coreana e giacche destrutturate, abiti da sera dai tagli tipicamente orientali ma con una visione più sexy. Non mancano le tute, lunghe o corte; un vero must have in seta, in garza, di paillettes. I pantaloni coniugano nuove forme e le maniche si aprono imitando fiori o strane geometrie. La donna Bacarelli è una donna al passo con i tempi che non lascia nulla al caso. Di giorno comoda, destrutturata, con pantaloni morbidi che lasciano scoperte le caviglie e ampie tuniche in garza; il pomeriggio longuette e camicie che evidenziano spalle e punto vita. Per la sera ampio spazio alla femminilità, schiene nude e per chi se lo può permettere, vertiginosi spacchi. Durante il fashion show Bacarelli (nelle foto) grande attenzione è stata posta su make up e styling, le pettinature sono state ideate e realizzate da Ugo Ruggiero. Il trucco in vero oriental style è stato curato dall’Accademia Trucco Liliana Paduano. Con le coreografie di Antonio Esposito e il coordinamento di Mina Muscariello della Clarence Eventi & Management l’evento si è svolto al Salone Margherita.
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# BEST EVENTS
MODARTE “FASHION IS MISSION” CONQUISTA LA BASE NATO DI LAGO PATRIA Giovani stilisti di diverse nazionalità sfilano in un parterre internazionale a cura di R O B E R T O F A B R I S ph C A R L O F E R R A R A
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Dimidar Dradi
Fabio Moio
Lo scorso 18 Maggio presso l’Allied Joint Force Command Naples di Lago Patria, si è tenuto l’evento Fashion Is Mission, evento promosso da ModArte, ideato da Officina delle Idee, nella persona della Presidente Rosa Praticò, insieme con l’Associazione I Sedili di Napoli in collaborazione con MWA – Morale and Welfare Activity della Base Nato. La serata è stata condotta dalla bellissima Veronica Maya e arricchita da un parterre internazionale e ospiti illustri. I momenti musicali sono stati affidati a Linda Airoldi - Soprano del Teatro San Carlo - e a Romeo Barbaro. Ospite d’eccezione Anna Capasso, attrice e cantante. In platea la giovane attrice Ilaria Iannuzzi, attualmente nel cast della fiction L’Onore e il Rispetto su Canale 5. In passerella l’elegantissima collezione dello stilista Ferdinand - griffe partenopea -, i giovani stilisti dell’accademia di Detto Fatto di Rai2 condotta da Caterina Balivo e Gianni Molaro, tra cui: Faeze Mohammad, Sladana Krstic, Dimitar Dradi, Giuseppe Migliorisi. Gran finale con le stiliste Teresa Roberta D’Alessio e Assia Climaco con la coloratissima collezione Voce ‘e popolo, che richiama fortemente i tratti partenopei. Il look delle modelle e degli ospiti sono stati curati da Fabio Moio, Nunzio Battista, Rosaria Albano, Salvatore Fabozzi, Salvatore Albano, Immacolata D’amato, mentre il trucco è stato affidato ad Antonio Riccardo e Nicola Acella della Make Up Academy. Le modelle, il backstage e la regia sono stati curati da Mina Muscariello e Antonio Esposito, mentre il coordinamento di Veronica Maya è stato gestito da Roberto Fabris, staff della Clarence Eventi & Management con la supervisione di Luigi Bilancio.
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Nunzio Battista
Sladana Krstic
Rosaria Albano
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ANTONIO MORICI PIOGGIA DI STELLE PER I SUOI 40 Piu di 150 gli invitati al party esclusivo dell’hairstylist delle dive del piccolo e grande schermo Antonio Morici. Tra i primi accolti al Caio Funky di Roma dal press agent Giuseppe Zaccaria: le attrici Elena Russo, Francesca Rettondini, Lucianna De Falco, Livia Bonifazi, Cosetta Turco, Valeria Milillo, Alice Bellagamba, Valeria Graci e Barbara Foria. Ma anche il regista Mario Spinocchio e Salvo Dangelo, gli attori Giordano Petri e Daniel Bondì, il ballerino Vincenzo Mingolla, il direttore del settimanale Vero Laura Bozzi, i giornalisti e autori Tommaso Martinelli e Luigi Miliucci, il segretario generale dei David di Donatello Manuela Pineskj, gli stilisti di alta moda Jamal Taslaq e Mario Orfei e Mary Patty ex volto di Non è la Rai.
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