Emiliano Zannoni
Apnea
SocietĂ
Editrice Fiorentina
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Al mio mondo familiare e al variegato microcosmo di affetti autentici che il tempo ha scelto per me. Infine, a un amico pescatore che amava questo mare ancor pi첫 del sottoscritto.
Ringraziamenti Un ringraziamento speciale ad Arianna, Giulia, Marco e tutti coloro che mi hanno aiutato a rendere Apnea il “capolavoro� che avete tra le mani...
Apnea
prima immersione
Livorno, ultimi sprazzi dell’estate 2006, porzione di villa d’epoca in quartiere residenziale. Oggi mi sembra una bella giornata, anche se non c’è il sole. «Mamma, prendo in prestito la bicicletta del Pascià». «D’accordo, ma, per carità, portati dietro il lucchetto, se hai intenzione di fermarti a fare un bagno. Lo sai che ha il terrore che gliela rubino». «Appunto, quasi quasi la lascio volutamente incustodita, così la smette di rompere le palle con tutte le sue fisime». «Lorenzo, ti ho detto mille volte che questo tuo linguaggio da bar non è ben gradito in casa nostra. Non capisco da chi tu l’abbia imparato, non da me comunque, né dal tuo babbo. Ora vai e vedi di gettare il sacco della spazzatura, che la tua mamma l’ha riempito fino all’orlo, poverina, e non ce la fa neanche a sollevarlo». «Agli ordini mater semper certa. Comunque è un linguaggio da spogliatoio di calcio, i bar non li ho mai frequentati… Ci vediamo tra un’oretta». «Ciao figlio degenere». «Ciao cara». Io vedo Lorenzo che pedala lungo una delle nostre strade principali, il Viale Italia, che va a braccetto col mare dalla zona del vecchio Cantiere Navale fino a Barriera Margherita, dove un tempo c’era la stazione del trenino e adesso si incrociano molti dei numerosissimi appassionati di jogging di una delle città più fanatiche dello sport di tutta la Toscana. L’andatura è abbastanza lenta, Lorenzo vuole godersi lo spettacolo che gli si pone innanzi, sia quello delle piccole 3
onde che si infrangono sulla scogliera secondo un ritmo costante sia quello dei culi ritti che gli sfilano accanto e che sembrano sorretti da misteriose forze di gravità non riscontrabili altrove, nell’odiata Pisa, ad esempio. «Boia, che bimbe ci sono a Livorno» pensa tra sé e sé, «ma poi abbronzate, curatissime… guarda quella ad esempio, tutta in tinta, truccata, scarpette da professionista, completino idem, iPod nano alle orecchie e perizoma che fa capolino dai pantaloncini». Ma non si limita a questo, non sarà il migliore degli uomini ma si reputa, a ragione, una persona di valore che riflette, nel quotidiano ma anche sui massimi sistemi se stimolato, che cerca di agire lasciando traccia di sé. Una persona che si mette anche in discussione ma che non vuol essere guidata né da una monotona vita né da una cazzutissima bicicletta, quanto piuttosto assumerne il comando. Anche lui ha con sé un po’ di musica, quella sprigionata dal suo nuovo cellulare e che ha scaricato da internet, in formato mp3, secondo logiche che in parte lo affascinano ma che non sposa nella loro interezza, non già per una reale idiosincrasia tra lui e l’innovazione tecnologica, ma perché tutto ciò che è troppo veloce ed immediato alimenta la sua ansia di “sudamericano chiamato a vivere a ritmi multinazionali”. A Lorenzo piacciono i libri ed autori quali Hesse, Coelho, Bambarèn e molti altri gli hanno insegnato che seguire certi treni indiavolati per non rimanere indietro, rispetto a cosa se lo chiede di continuo, significa trascorrere un’esistenza intera a rincorrere chissà quale obiettivo, per poi accorgersi che stiamo morendo senza aver mai realmente vissuto. Intanto sono le 17 e 30 di una giornata di metà settembre non eccessivamente soleggiata, io mi sento fiacca, un po’ spossata e Lorenzo continua a pedalare verso sud, in direzione Romito, con il duplice intento di rilassare i nervi, essendo tipo tutt’altro che sereno, e di smaltire le tossine accumulate il giorno prima, nell’ennesima serata alcolica vissuta con gli amici. 4
indice
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Prima immersione
27
Seconda immersione
44
Terza immersione
67
Quarta immersione
92
Quinta immersione
120 Sesta immersione
132 Ultima immersione