Francesca Bartoletti
A nuda voce
Canto poetico di una donna
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Francesca Bartoletti
A nuda voce Canto poetico di una donna
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Š 2017 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn 978-88-6032-444-3 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata
Fate strada ai ragazzi, non fatevi strada fra i ragazzi don Lorenzo Milani
2 Grazie a Serena, grazie ai fornai Alessandro ed Enrico, all’avvocato Simone e all’architetto Stefano che con la loro generosità hanno permesso la realizzazione di questo mio sogno
Prefazione
Poche parole, da amica. Il nostro incontro è stato in un giorno lontano, vestito di pioggia e denso grigiore. Tu parlavi a voce bassa ed erano appena percettibili i tuoi suoni, con gli occhi rivolti a terra e le spalle un poco ricurve: un gruppo nutrito di persone sedutesi davanti a te ascoltava con le orecchie tese a comprenderti, in un silenzio irreale, pieno solo dei tuoi sussurri. Raccontavi di te, di un momento molto importante del tuo lungo cammino: i giorni dell’India. Ricordo la sensazione, nitida ancora oggi, di essere stata lentamente abbracciata dalle tue parole, come se queste, divenute a poco a poco braccia e mani lunghissime, avvolgessero il mio corpo con il loro calore: un abbraccio tanto dolce, inaspettato, leale e generosamente incondizionato da indurmi al pianto. Ecco, forse non te lo avevo mai detto, ma conoscerti è stato cosÏ. Immediata condivisione, una questione di anime affini. Nel tempo, hai alzato il tuo sguardo e la tua voce ha preso nuovo vigore; i tuoi passi, percorsi con grinta ed affanno, ti hanno condotto per chilometri e chilometri, durante i quali hai conosciuto persone e paesaggi dai colori bellissimi e se qualche volta devi ancora rallentare, pazienta: ripartirai, appena avrai ripreso fiato.
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Con urgenza di dire, raccogli finalmente tutti i tuoi scritti: è urgenza di essere questo desiderio di ripercorrere frammenti della tua vita, di raccogliere tutte le tue parole disperse su fogli volanti e quaderni malconci. La tua voce sommessa e breve diviene grido sulla pagina bianca. Le tue parole sono ali leggere e, al contempo, hanno la solidità della pietra. Raccontandoti in poesia, cantando il tuo dolore e la tua gioia con una naturalezza che ogni volta disarma, commuove, mi rasserena e ricordando le tappe dei tuoi incontri più significativi, della tua fatica, del tuo viaggio lento, ma tenace, mi insegni che la paura è un valore, che non è fuga né vigliaccheria, ma il profondo sentimento di responsabilità verso se stessi e verso le persone che incontriamo sulla nostra strada. Mi insegni il senso dell’amicizia e della condivisione; mi insegni, infine, il valore prezioso della fragilità dell’essere umano, proprio grazie alla quale ciascuno può scoprire in sé nuove risorse per raggiungere traguardi bellissimi, inattesi. Come questo libro, amica mia.
2 Questa raccolta, come credo sia opportuno chiamarla, comprende pensieri, appunti di viaggio, componimenti in versi, pagine di diario e riflessioni: le occasioni da cui sono scaturiti questi scritti di varia natura sono state, senz’altro, le più diverse. Sofferenza per cose perdute, dolore per quelle desiderate, smarrimento profondo, disagio e solitudine,
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ma anche piccole conquiste quotidiane, tappe soltanto qualche anno fa ritenute irraggiungibili, esperienze coraggiose, ricche di umanità ed incontri gratificanti, pieni di senso. La raccolta è suddivisa in piccole sezioni che consentono una più agile e attenta lettura e la scelta del susseguirsi dei brani non segue l’ordine cronologico, ma il sentire dell’autrice, il suo stato d’animo di oggi rispetto alle circostanze e alle sensazioni in essi descritte. ‘Sottovoce’, Francesca racconta il significato della danza, dei movimenti del suo corpo in armonia con ciò che lo circonda, la necessità per ognuno di noi di esprimersi liberamente, la ricerca del silenzio e la sua muta pienezza; racconta dell’uguaglianza tra tutti gli esseri, inneggiando, però, la bellezza delle diversità che più ci caratterizzano; racconta delle ‘anime di cartapesta’ vissute dentro i manicomi, dopo aver conosciuto l’esperienza fotografica di Giacomo. Ricorda, poi, il suo ‘Passaggio in India’ nel 2015, attraverso una scrittura diaristica che si alterna fra poesie e prosa; seguono, subito dopo, i suoi ‘Pensieri’ sull’amore, sull’affetto che la lega a Luciano, ‘portatore sano di follia’ e suo secondo padre, e ‘Camminando sulla via Francigena’, tratteggia in dettaglio la bellezza del mondo che si apre ai suoi occhi e l’incanto del ‘viandare’ tutti insieme, nel ‘vento che accarezza’, fra ‘i racconti delle nuvole’ e ‘il fruscio del grano consolatore’. ‘Papaveri rossi’ e ‘campi di trifoglio’ sono i suoi compagni di strada e nella ‘Immensità’ dei sogni, del sole e della luce, dopo il ‘Viaggio in Spagna’ per il progetto europeo In-sport, approda alla ‘Purezza’ delle parole dedicate all’amico Giuseppe Giangrande, rivolgendo, infine, un dolce pensiero alle magie del Natale.
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È un canto poetico di una donna che a voce nuda si racconta e vive con coraggio, imparando a conoscersi giorno dopo giorno, certa che tutti noi, “compagni di danza o di poesia”, proprio con i nostri limiti e risorse insospettabili, “ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare”. Grazie, Francesca, per questo canto. serena magnini
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A nuda voce Canto poetico di una donna
Sottovoce
Danza espressiva Parole… danza… e poesia Si fa silenzio per ascoltare il mondo e i suoni del mondo, per ascoltare noi stessi, il nostro respiro, il battito del nostro cuore; si fa silenzio per ascoltare il mondo che vive in noi stessi, come noi stessi viviamo nel mondo circostante. Il silenzio nel più delle circostanze è più eloquente delle parole. Con il silenzio, le emozioni, i sentimenti si esprimono in pienezza. Nel silenzio, si esprime la poesia, non solo delle parole, ma anche dei gesti. Le parole che diciamo spesso rimbombano o sono come frastuono dentro noi, che ci fa stare male e ci separa dal mondo e dagli altri; nel silenzio, invece, è possibile comprendere meglio gli altri e noi stessi. In un attimo, nel silenzio prendo coscienza di alcuni dei miei pensieri e inizio a muovermi osservando il mondo intorno a me. Dentro me c’è questo mondo fatto di linee rette, curve, punti, di persone, di edifici, del sole, di alberi e molto altro… ogni cosa è dentro me semplicemente perché la vivo e ogni cosa mi circonda perché sono in mezzo a ogni cosa e, cioè, nel mondo. Così, inizio lentamente a muovermi seguendo questo desiderio di ascoltarmi, di ascoltare il mio cuore e insieme guardando ciò che è intorno a me, cerco di rappresentarlo, di dargli vita, in un certo senso di sentirlo.
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Così, rappresento, con il movimento, le linee e le curve degli edifici circostanti, do loro vita in modo sentito, partecipe, ogni cosa mi è cara perché è di questo mondo e ogni cosa devo rappresentare seriamente perché devo confermare a tutti il pensiero che anch’io faccio parte del mondo che mi circonda e ogni cosa mi deve essere cara. Il movimento si fa più facile e in un certo senso divertente, mi sento libera, libera di esprimermi, libera di giocare, ritorno un attimo in un mondo infantile; cerco di amare e amo gli alberi, gli edifici di Officina Giovani, il sole. Con le linee esprimo la mia libertà e giro intorno a me stessa, esprimo una forza interiore, guardo il sole, lo esprimo come un punto fermo, un riferimento, lo vorrei abbracciare, lo vorrei tanto abbracciare, e quindi salto per raggiungerlo. Sentendo il calore sul mio viso, immaginando di abbracciare il sole e giocando come una bambina nel mio silenzio solitario, ho cercato di sentire il mondo intorno a me e di esprimerlo a tutti voi, compagni di danza o di poesia. Amicizia Questo è il tempo della migliore amicizia, la sua esistenza è nei nostri cuori. Cuori dispersi di luce solcati da strade che si uniscono, da sentimenti di mani che bussano; cuori che accolgono, in cui riposare, cuori aperti di ampi respiri. Cuori puri che sperano nel bene, cuori come case, in cui poter vivere liberi e case come rifugi dove lasciarsi amare.
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Dentro il manicomio Penso a te, in ginocchio da te, la mia anima. Parlo di te, ma… non ne sono degna… Tu non sei la malattia, sei creatura unica nella tua sensibilità e fragilità. Sei umanità, tutta intera, in cerca di comprensione. Tu, matto, anormale, violento. Tu, anima persa nel tuo santuario di sofferenza. Tu, come Dio è Amore. Tu, anima di cartapesta. Tu sei come me.
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Indice
7 Prefazione di Serena Magnini
a nuda voce. canto poetico di una donna
13 Sottovoce
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29 Pensieri
31
43 ImmensitĂ
47
51 Purezza
Passaggio in India Camminando sulla via Francigena Viaggio in Spagna