BERNARDO FRANCO RITA CAVALIERE
COACHING IN RSA Fare la differenza nei Servizi alla Persona
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Bernardo Franco Rita Cavaliere
Coaching in RSA Fare la differenza nei Servizi alla Persona
SocietĂ
Editrice Fiorentina
© 2015 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice isbn 978-88-6032-357-6 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Copertina a cura di Studio Grafico Norfini (Firenze)
Introduzione
Sorprese. Inaspettati eventi che non sempre rovinano i tuoi piani, ma che certamente costituiscono un’opportunità di apprendimento. Le vicende che hanno caratterizzato la mia esperienza con il mondo sono state esattamente questo: un susseguirsi di eventi che hanno nutrito e forgiato una personalità curiosa, talvolta un po’ “sgarrupata” e incline alla ricerca, anche ostinata, del “seme della felicità”. Già, la felicità. Qualcosa di difficilmente descrivibile e allo stesso tempo semplice da stringere tra le mani: un’entità e un’essenza volatile e tremendamente concreta, sfuggevole e pure eterna. La ricerca della felicità in tutte le cose, piccole e grandi. Questa preziosa condizione, infatti, non è proporzionale alle dimensioni in cui alberga, ma anzi, rompe le regole della fisica, del tempo, della matematica e degli oroscopi. L’ho incontrata la felicità, scoperta e sperimentata piuttosto nelle persone, nella prossimità, nella vicinanza. In un fugace sguardo complice, in una parola di sostegno, in un momento di difficoltà condivisa. La felicità veste come nessun abito. Essa scalda l’anima degli individui resa gelida da un mondo sordo ed egocentrico, che vaga alla ricerca di un godimento istantaneo basato sull’avere piuttosto che sull’essere. L’ho incontrata la felicità, nei rapporti con gli altri, nell’interazione silenziosa e caotica, giocosa e professiona-
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le, in spazi dominati dall’autentico interesse per l’altro, da un interesse costruttivo, dall’orientamento vero al prossimo. Questa esperienza mi ha fatto abbandonare schemi di comportamento basati su un narcisismo improduttivo e su livelli di sviluppo morale tipici di chi vive senza regole per aderire a una consapevolezza fatta di densità diversa. Pur mantenendo un egocentrismo fisiologico e funzionale all’autostima, mi sono dedicato a una professione in cui lo stare vicino era alla base dell’efficacia degli interventi, e in cui la relazione era l’anticamera del successo. Essere infermiere in un pronto soccorso significa gestire un certo tipo di relazione e svolgere quest’attività in una Casa di Riposo richiede altre modalità e approcci differenti, e così sono diventato anche un sarto. Proprio così, oggi solo la capacità di cucire su misura la relazione adeguata a un individuo in “quella” specifica situazione offre la possibilità reale di essere utili ai nostri interlocutori. Coltivando l’interesse e la passione, la relazione permette di esaltare le conoscenze accademiche, di annullare la distanza tra i libri e le facce, e di scoprire i benefici del “mettere in pratica”, dello sperimentare e del vivere nuovi scenari dominati dall’acutezza sensoriale, dalla flessibilità e dall’attenzione al micro. L’assistenza infermieristica è una professione affascinante e la mia esperienza mi ha arricchito come uomo e come professionista, ma la tendenza al cambiamento e alla scoperta mi ha fatto interessare a una dimensione che ruota attorno all’assistito e che è fondamentale per il benessere complessivo all’interno di una Casa di Riposo: il mondo degli operatori sanitari. Ho lasciato lo spazio dell’assistenza diretta alla persona e ho scelto di intraprendere percorsi formativi che mi consentissero di dedicarmi alla cura dell’organizzazione e alla gestione di strutture per anziani. I miei studi sono finalizzati so-
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prattutto alla costruzione di competenze per la valorizzazione del potenziale umano, quel giacimento di pietre preziose che in ambito sociosanitario è spesso trascurato e che oggi è l’unico in grado di fare davvero la differenza. Quest’idea mi ha portato a frequentare due master in management e successivamente il Corso di Laurea Magistrale in Scienze per la Formazione e la Consulenza Pedagogica nelle Organizzazioni. Formazione ed educazione sono essenziali per alimentare percorsi trasformativi in cui la riflessione critica sull’esperienza costituisce il nodo centrale rispetto a una società e a un mondo che sembrano aver perso proprio la capacità di riflettere. “Assistere chi assiste”, quindi, ecco una sintesi di quello che mi sono proposto di fare quando ho pensato di propormi come Coordinatore dei Servizi Socio Sanitari o come Direttore Generale all’interno dei contesti conosciuti come Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). Questa opportunità mi ha consentito di iniziare a fare progettazione formativa e di gestire gruppi di persone orientandoli al raggiungimento di obiettivi facendo leva sulle conoscenze acquisite durante il percorso accademico. A suggellare queste imprese che hanno rappresentato un grande investimento personale ha avuto un ruolo centrale anche il percorso di coaching e Programmazione Neuro Linguistica, presso NLP Italy, l’unica scuola italiana riconosciuta per la formazione di Coach nell’ambito Life, Business, Team e Sport. Oggi sono anche Life Coach, Business Coach e Team Coach. La somma di tutte queste esperienze ha fatto di me un professionista fortemente orientato alla scoperta dell’altro, interessato al cambiamento organizzativo in ambito sociosanitario, consapevole che l’apprendimento è un processo continuo, e ostinato nel voler dare un nuovo impulso all’organizzazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali. L’elaborato si pone l’obiettivo di chiarire come il coach esalti le potenzialità della persona attraverso un approccio
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ermeneutico in cui il ruolo delle domande è fondamentale per innescare la riflessione sull’esperienza e in cui la consapevolezza e la responsabilità traccino nuove traiettorie nella vita della persona sostenuta da un “facilitatore”, nel mio caso, consulente pedagogico e coach. Questa figura concretizza il percorso di consapevolezza nella costruzione di piani operativi che trasformano i buoni propositi in azioni di qualità, generatrici di risultati di qualità. Essere coach dentro una Residenza Sanitaria Assistenziale non è poi così diverso da esserlo ai bordi di un rettangolo verde in cui corrono ventidue giocatori passandosi un pallone, immagine più affascinante e allettante nell’immaginario comune di una società focalizzata sull’estetica del superficiale. Forse cambia lo stipendio, ma non certo il significato o l’essenza di questa figura, anzi, in RSA tutto acquisisce un valore amplificato perché in gioco c’è la dignità dell’essere umano che svolge un lavoro importante spesso non adeguatamente corrisposto e il ruolo del coach si trasforma in qualcosa di più denso. Quanto valgono, infatti, i soldi? L’elaborato offre un metodo e un progetto, certamente anche uno spunto per una profonda riflessione sul valore di una professione in cui la dimensione del business è surclassata dal potere dell’anima, dall’essenza dell’operatore sociosanitario. Ma prendiamo in considerazione la riflessione di chi non aveva certamente problemi di tipo economico e utilizziamola per cambiare posizione percettiva rispetto alle cose troppo facilmente visibili. Steve Jobs suggerisce di essere folli e affamati, e soprattutto ricorda a ognuno di noi di “unire i puntini”1. Spesso ci capita di vivere situazioni della vita che non comprendiamo nella loro complessività, che ci sembrano ingiuste, cattive; ci 1 http://www.focus.it/scienza/scienze/steve-jobs-1956-2011-siate-affamati-siate-folli.
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lasciamo andare a imprecazioni, ci lamentiamo e investiamo il nostro tempo a lamentarci. Poi cambia qualcosa e ci troviamo improvvisamente a godere di una visione prospettica diversa, i significati cambiano e tutto diventa più chiaro, frutto dell’unione di quei puntini che singolarmente non rappresentavano niente, anzi, innescavano stati d’animo tossici e depotenzianti. Questa tendenza dei miei colleghi a rendersi la vita impossibile mi ha spinto a scegliere questa strada in modo naturale e i sacrifici affrontati per diventare Pedagogista e Coach me li hanno fatti notare gli altri, io non li ho sentiti né vissuti. Il fatto di interessarmi alle vicende organizzative è stato etichettato da chi mi vedeva crescere, come il tratto egocentrico e presuntuoso di una personalità esuberante, come il desiderio di emergere e di invadere, come una vera e propria minaccia. Per i meno giovani che si mettono in discussione, con più esperienza di vita, l’etichetta che li aspetta, infatti, è quella di “aspirazione perversa al potere” e non di sana adesione a un progetto di vita alimentato da principi pedagogici e da una tendenza fisiologica a contribuire alla crescita del sistema. Il mondo è preparatissimo a demonizzare e distruggere così come l’uomo è bravissimo a complicarsi la vita. Mi sono trovato per caso ad avere l’autonomia di decidere: il potere è come un bacio. Cedere potere per generarne di nuovo, ecco il segreto della leadership. Il coach è qualcosa di ancora più eletto del leader. Il coach si innalza per esaltare il valore del suo “assistito”, esplode per illuminare un germoglio che cresce sulle ceneri di chi ha dato tutto per il proprio cliente, ha vinto quando non serve più. Il coach evidenzia proprio questa attività, quella di colui che si immerge, che stimola la riflessione, che porta a galla dagli abissi dell’io inesplorato anfore di rara bellezza, frutto di competenze dimenticate, di consapevolezze celate, ma ancora vive e bramose di mostrare al mondo quanto quell’eroe sia ancora in grado di viaggiare, di scoprire, di vincere.
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Nell’elaborato si è scelto di proporre numerosi esempi di come l’applicazione del coaching ha fatto la differenza dagli anni ’70 in poi e di come è possibile declinare i suoi principi nell’operatività quotidiana di una RSA in cui è fondamentale applicarne i principi: fare chiarezza, focalizzare l’obiettivo, costruire un piano di azione. Questo progetto è nato utilizzando lo schema del coaching. Nella costruzione della tesi è andata esattamente in questo modo, niente è stato lasciato al caso. Il relatore, il correlatore, lo studente, i compagni di corso, il progetto, gli invitati: tutti protagonisti, proprio come nel fantastico e realizzabile mondo di Coaching in RSA®.
Indice
5 Introduzione 11
Capitolo primo Coaching in RSA. Fare la differenza nei Servizi alla Persona
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Capitolo secondo Le RSA: un mondo di emozioni da riorganizzare
23
Capitolo terzo Osservare una Casa di Riposo
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Capitolo quarto Il protagonismo come leva di cambiamento
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Capitolo quinto L’ascolto in ambito professionale
41
Capitolo sesto Soli mai: importanza del team coaching
54
Capitolo settimo Il linguaggio in RSA: utilitĂ di un metodo
63
Capitolo ottavo Competenza relazionale: public speaking per tutti
78
Capitolo nono Fare coaching in RSA: il potere delle domande
91
Capitolo decimo Coaching “inconsapevole”: esperienze di successo
98
Capitolo undicesimo Il metodo Coaching in RSA®
116 Conclusioni 120 Bibliografia