Mallarmé. Versi e prose

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UNGARETTIANA

mallarmĂŠ. versieprose traduzioneitaliana dif.t.marinetti seconda stesura inedita

SocietĂ

Editrice Fiorentina

a cura di Giuseppe Gazzola



ungarettiana 14

collana di poesia, traduzioni e saggi diretta da Paolo Valesio e Alessandro Polcri

«Ungarettiana» si interessa a un’esperienza di poesia che sappia fare convivere un forte senso della situazione italiana con una significativa apertura internazionale. Nel repertorio della collana rientrano libri monolingui in italiano, libri bifronti (tradotti in italiano) e saggi. Siamo convinti che la poesia sia in prima istanza ricerca di linguaggio e linguaggio della ricerca. Ma quello che noi in ultima analisi cerchiamo non è, come spesso accade di trovare nella lirica contemporanea, un eccesso di esistenza al ribasso, spesso ridotta a catalogo di fatti insignificanti narrati con una lingua scolorita; è, semmai, una nuova e accresciuta quantità di vita e di pensiero. Lo stile sarà la forma di quella quantità e sarà a volte semplice, a volte – perché no? – complesso e seletto. Ma saranno i poeti che sceglieremo a condurci là dove ancora non sappiamo di voler andare.



MallarmĂŠ. Versi e Prose. Traduzione italiana di F.T. Marinetti Seconda stesura inedita a cura di

Giuseppe Gazzola

SocietĂ

Editrice Fiorentina


© 2018 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn 978-88-6032-440-5 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina Vanni Cuoghi, Nostra Signora d’oltremare, 2013, cm 50x50, ecoline e china su carta e acciaio (per gentile concessione)


Premessa

Qualche tempo fa mi sono imbattuto, in un negozio di antiquariato a Siena, in un quaderno di traduzioni che da più di settanta anni attendeva di essere stampato. Si trattava di un dattiloscritto firmato con i consueti tratti di stilografica da Filippo Tommaso Marinetti. Piero Pierini, il proprietario del negozio, mi spiegò che avevo tra le mani le bozze di stampa di Versi e Prose, un libro di traduzioni da Mallarmé che Marinetti aveva già pubblicato nel 1916 con l’Istituto Editoriale Italiano. Ma i fogli del dattiloscritto includevano anche due traduzioni manoscritte in pulito, evidentemente aggiunte in seguito, e una introduzione dattilografata, corretta dalla mano dell’autore e firmata. Le bozze scritte a macchina erano state riviste e corrette sia a penna che a matita. Avvisai i curatori del Fondo Marinetti della Beinecke Rare Books and Manuscript Library di New Haven, una delle due istituzioni non italiane che preservano i documenti del fondatore del futurismo1; per darmi modo di descrivere il documento ai potenziali compratori, Pierini mi diede la possibilità di studiarlo e persino di riprodurlo. La Beinecke Library non acquistò il dattiloscritto; non per mancanza di interesse, non per divergenze nella valu1   L’altra è la Getty Research Institute Library di Los Angeles, che possiede, tra gli altri documenti, una copia di Versi e Prose nell’edizione 1916.

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tazione, ma perché il Ministero dei Beni Culturali negò l’autorizzazione all’espatrio del documento. Sarebbe facile rilevare l’ironia del fatto che uno scritto di Marinetti, l’uomo che avrebbe voluto risolvere il deficit di bilancio dello Stato italiano vendendo all’estero le vestigia culturali della penisola, sia stato costretto a rimanere in Italia; ma la verità è che, negando alla Beinecke (che già conserva una gran parte delle carte marinettiane) il permesso di catalogare il documento, il Ministero dei Beni Culturali lo ha di fatto reso irreperibile alla comunità degli studiosi. Estremamente pregiato sul mercato dei collezionisti privati, anche per via dell’autografo, il dattiloscritto è stato venduto poco dopo a un acquirente che ha chiesto di rimanere anonimo, e non è riemerso da allora. La scomparsa del documento originale, però, non diminuisce l’importanza delle domande che l’esistenza stessa del materiale fa sorgere: quando, e perché, Marinetti decise di preparare una nuova stesura accresciuta delle proprie traduzioni da Mallarmé, apparentemente destinata ad essere pubblicata da Mondadori? E perché tale nuova stesura, con la nuova introduzione e le traduzioni inedite, non venne mai pubblicata? E soprattutto: in che modo il nuovo materiale modifica la nostra comprensione dei rapporti letterari tra Marinetti e Mallarmé, vicenda già di per sé straordinariamente intricata e ricca di contraddizioni? Per rispondere a queste domande bisognerà elencare i fatti conosciuti sulla relazione letteraria tra il fondatore del futurismo e i suoi antecedenti francesi, e specificamente l’autore di Un coup de dés2; mostrare documenti 2   Sono fonti utili per l’esplorazione della relazione tra Marinetti e la cultura francese, e in particolare Mallarmé: Günter Berghaus, The Genesis

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d’archivio, conservati principalmente alla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, che forniscono altri dettagli sul libro, sul momento della sua genesi e della sua finale condanna; e infine riflettere su quali fossero le vere ragioni di contrasto tra i due poeti, in un confronto letterario esemplare per lo studio della relazione tra simbolismo francese e modernismo italiano. Marinetti traduttore di Mallarmé Filippo Tommaso Marinetti, nato ad Alessandria d’Egitto nel dicembre 1876 da genitori italiani, cominciò il proprio cursus honorum in quella che era allora la capitale culturale dell’Africa, in scuole gestite da gesuiti francesi. La madre, Amalia Grolli, gli leggeva la sera i classici italiani (la Divina Commedia, Leopardi), ma anche Rousseau e Baudelaire in lingua originale3. Quando of Futurism: Marinetti’s Early Career and Writings 1899-1909, Leeds, Society for Italian Studies, 1995; Brunella Eruli, Preistoria francese del futurismo, «Rivista di letterature moderne e comparate», 23, dicembre 1970, pp. 255-268; Antonio Lucio Giannone, Futurismo e dintorni, Galatina (Le), Congedo Editore, 1993; Giovanni Lista, F.T. Marinetti. L’anarchiste du futurisme, Paris, Séguier, 1995; Anna Lo Giudice, Marinetti e Mallarmé, «Il Veltro», xxi, 3-4, maggio-agosto 1977, pp. 362-369; Gaetano Mariani, Il primo Marinetti, Firenze, Le Monnier, 1970; Olga Ragusa, Mallarmé in Italy. Literary Influence and Critical Response, New York, S.F. Vanni, 1957; Bruno Romani, Dal simbolismo al futurismo, Firenze, R. Sandron, 1969; Claudia Salaris, Marinetti editore, Bologna, Il Mulino, 1990; Luca Somigli, The Mirror of Modernity: Marinetti’s Early Criticism Between Decadence and Rénaissance Latine, «The Romanic Review», 97, 3-4, 2006, pp. 331-352; Shirley Vinell, Marinetti and the French Contributors to Poesia, «The Italianist», 2, 1982, pp. 40-75, e altri ricordati nelle note. 3  Cfr. Giovanni Lista, F.T. Marinetti. L’anarchiste du futurisme, cit., p. 16.

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il giovane Marinetti si trasferì, nel 1894, per completare il baccalauréat, rimase folgorato dalla vitalità culturale della Parigi di fine secolo: la ville lumière gli esibì gli anni frizzanti dei molti parcellizzati movimenti letterari e figurativi, del verso libero e della letteratura introspettiva. Marinetti prestò avida attenzione ad ogni novità, ma fu attratto in particolare dalla seconda generazione simbolista: Emile Verhaeren lo interessò per la volontà inquieta di proiettarsi in un futuro dominato dalle conquiste tecniche della seconda rivoluzione industriale4; i paladini del verso libero, Gustave Kahn, Tristan Klingsor, Paul Fort, lo attrassero per le novità di cui la nuova tecnica si mostrava gravida; inoltre, il giovane Marinetti subì il fascino della poesia comica di Laforgue, dell’“idéoréalisme” di Saint-Pol-Roux, dell’idea intuitiva della materia trovata nell’Essai sur les données immédiates de la conscience di Bergson, il quale di lì a poco avrebbe fatto uscire anche Évolution créatrice (1896); si interessò alla nuova estetica della macchina invocata da Edouard Laurent, e soprattutto – fondamentale per i suoi interessi a venire – del dialogo tra macchina e natura tematizzato, prima che da Mario Morasso, da Villiers de l’Isle-Adam in Eve Future. A Parigi, il prossimo fondatore del movimento futurista cominciò a prendere sul serio la propria vocazione di scrittore e vinse, con il poemetto in versi liberi Les Vieux Marins, il concorso indetto dai “Samedis Populaires” diretti da Catulle Mendès e Gustave Kahn. 4   Il libro di Marcel Raymond, De Baudelaire au surréalisme, Paris, Correa, 1933, benché superato per molti aspetti, offre ancora intuizioni interessanti per l’esplorazione del rapporto tra Marinetti e Verhaeren.

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Indice 7 Premessa

mallarmé. versi e prose. traduzione italiana di f.t. marinetti

37 [I] MALLARMÉ 40 Salut [ii] Saluto 42 Le guignon [iii] La disdetta 48 Apparition [iv] Apparizione 50 Placet futile [v] Petizione futile 52 Le pitre châtié [vi] Il pagliaccio punito 54 Les fenêtres [vii] Le finestre 58 Les fleurs [viii] I fiori 62 Renouveau [ix] Primavera


64 Angoisse [x] Angoscia 66 Las de l’amer repos… [xi] Stanco dell’amaro riposo 70 Le sonneur [xii] Il campanaro 72 Tristesse d’été [xiii] Tristezza d’estate 74 L’azur [xiv] L’azzurro 78 Brise marine [xv] Brezza marina 80 Soupir [xvi] Sospiro 82 Aumône [xvii] Elemosina 86 Don du poëme [xviii] Dono del poema 88 Hérodiade [xix] Erodiade 102 iii. Cantique de Saint Jean [xx] Cantico di San Giovanni 106 Sainte [xxi] Santa 108 Toast funèbre [xxii] Brindisi funebre 114 Plusieurs sonnets I [xxiii] Quando l’ombra 116 Plusieurs sonnets II [xxiv] [Il vergine, il vivace, il bellissimo oggi] 118 Le tombeau d’Edgar Poe [xxv] La tomba di Edgardo Poe


120 Poëmes en prose Le phénomène futur Prose [xxvi] Il fenomeno futuro 124 Plainte d’automne [xxvii] Lamento d’autunno 128 Frisson d’hiver [xxviii] Brivido d’inverno 132 La pipe [xxix] La pipa 136 Le nénuphar blanc [xxx] La ninfea bianca 146 L’ecclésiastique [xxxi] L’ecclesiastico 153 Nota al testo


ungarettiana 1. Emma Pretti, I giorni chiamati nemici, pp. 84, 2010 2. Vera Lucia de Oliveira, La carne quando è sola, pp. 72, 2011 3. Leopoldo María Panero, Ianus Pravo, Senz’arma che dia carne all’«imperium», pp. 92, 2011 4. Patrizia Santi, Frammenti, periferici, pp. 56, 2013 5. Alberto Bertoni, Traversate, pp. 152, 2014 6. Marco Sonzogni, Ci vuole un fiore, pp. 72, 2014 7. Mario Moroni, Recitare le ceneri, pp. 96, 2015 8. Antonio Barolini. Cronistoria di un’anima, Atti dei Convegni di New York e di Vicenza nel centenario della nascita, a cura di Teodolinda Barolini, pp. xxx+342, 2015 9. Antonio Bux, Kevlar, pp. 144, 2016 10. Mauro Roversi Monaco, Mauritania, pp. 108, 2016 11. Attraversare le parole. La poesia nella Svizzera italiana: dialoghi e letture, a cura di Tania Collani e Martina Della Casa, pp. xx-156, 2017 12. Michele Marullo Tarcaniota, Poesie d’amore, testo latino a fronte, a cura di Pietro Rapezzi, pp. 148, 2017 13. Corrado Paina, Largo Italia, pp. 92, 2018 14. Mallarmé. Versi e Prose. Traduzione italiana di F.T. Marinetti, seconda stesura inedita, a cura di Giuseppe Gazzola, pp. 164, 2018


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