Guardami, sono la tua stella

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arte e letteratura    7

Guardami, sono la tua stella a cura di

Simone Magherini



fondazione vittorio e piero alinari

arte e letteratura 7 collana coordinata dal Consiglio Direttivo della Fondazione Vittorio e Piero Alinari



Guardami, sono la tua stella Catalogo Premio “Vittorio Alinari” (2017-2018) a cura di Simone Magherini

Società

Editrice Fiorentina


Š 2018 Società Editrice Fiorentina via Aretina 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata isbn: 978-88-6032-493-1 issn: 2036-3540


indice

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Saluti Mariapia Cattolico

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Relazione della Commissione giudicatrice Luigi Fatichi guardami, sono la tua stella

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Premio “Vittorio Alinari� (2017-2018)

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Primo premio

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Secondo Premio

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Menzione speciale

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Opere menzionate



saluti Mariapia Cattolico Presidente Fondazione Vittorio e Piero Alinari

Con la pubblicazione numero 7 della collana «Arte e letteratura» della Fondazione Vittorio e Piero Alinari esordisco come presidente della Fondazione. In realtà non ho alcun merito se non quello di aver accettato il passaggio di testimone da Simone Magherini che dal 1995 ha presieduto la Fondazione. L’impegno della Fondazione, nell’attenzione fattiva del suo presidente, sono i Premi che alternativamente vengono dedicati alla memoria di Vittorio Alinari, incentrati sulle arti figurative, e alla memoria di Piero Alinari, quelli legati a nuove produzioni di testi letterari, poesia e teatro. Da diversi anni sono membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione e da Simone Magherini sono stata invitata a partecipare a varie Commissioni dei Premi “Vittorio Alinari” in qualità di storico dell’arte. Queste esperienze mi hanno segnalato una realtà molto variegata di giovani, e meno giovani, italiani e stranieri che si dedicano per passione personale, talvolta in forma semiprofessionale, alla produzione di opere e testi che tematicamente affrontano nella contemporaneità le grandi provocazioni dell’arte di tutti i tempi. I risultati sono molto diversi e pertanto le varie Commissioni premiano e segnalano testi e opere all’interno di un ampio numero di proposte. Così è avvenuto anche per il Premio 2017-2018, intitolato “Guardami, sono la tua stella”, che partendo da una citazione poetica di Mario Luzi invita a “guardare” alla terra di origine o di elezione come luogo significavo della propria vita e della propria produzione “artistica”. Questo Premio ha avuto Simone Magherini come presidente proponente e trova me come presidente che ne mostra alla città di Firenze i risultati. A me sta il compito di ringraziare Simone Magherini, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, che rimane confermato nella sua composizione, e la Commissione del Premio 2017-2018. In particolare menziono Luigi Fatichi che con grande passione e sensibilità, quasi

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scrupolosa, ha seguito tutto il percorso del Premio fino all’esito finale: la pubblicazione e l’esposizione. Infine ringrazio UBI Banca per il sostegno che ormai da diversi anni dà ai premi della Fondazione.

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relazione della commissione giudicatrice Luigi Fatichi Presidente della Giuria Premio “Vittorio Alinari” (2017-2018)

Ferma restando l’insindacabilità del giudizio espresso dalla Commissione da me presieduta, qualora fosse stata data in tale occasione una lettura diversa di un lavoro in concorso da parte di suddetta Commissione rispetto a quella fornita dal suo autore, occorre precisare quanto segue. Il significato di un’opera d’arte rimanda non già a un singolo fatto quanto, piuttosto, a una classe di fatti, sicché, nel dominio allargato del riferimento, una rappresentazione sia iconica che aniconica può avere titoli e didascalie differenti. Passiamo adesso in rassegna le opere dei candidati premiati con la menzione speciale e quelle dei vincitori del concorso. Che io sappia, il primo artista di rilievo a usare la seta da calze tra gli ingredienti del suo armamentario stilistico è stato Franco Angeli. Anche nell’opera dal titolo Legami senza tempo di Giulia Nelli si fa uso dello stesso genere di tessuto. Ma mentre nell’esponente della Scuola romana di Piazza del Popolo, la maglia di filato stesa a trazione sulla tela viene impiegata per migliorare la qualità materica della superficie pittorica, qui i serici lacerti, in forma di gomitoli e filamenti, svolgono una funzione eminentemente grafica, per cui, anche a motivo della scarsa presenza del colore, il vero protagonista è il disegno. Se, infatti, osserviamo la configurazione simbolica in esame alla dovuta distanza, come si conviene di norma nella fruizione di un quadro, ecco che tali informi frammenti di stoffa prominenti sul piano – “natura greggia”, li avrebbe chiamati Giovanni Papini – prendono l’aspetto di un paesaggio dai forti contorni. Nel dispiegarsi delle sue piagge e dossi in fuga verso il mare, la campagna qui effigiata è quella della Val d’Orcia, il “Paese dell’anima” al quale fa cenno l’autrice nelle sue carte. Nel lavoro dal titolo Madre di Francesca Bernardi è dato osservare, a un primo sguardo, l’alternanza di spazi aperti e spazi chiusi, delimitati questi ultimi da cornici piatte e basse. Si tratta di un gioco tra opposti che fa con-

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vergere l’attenzione dell’osservatore al centro della scena dove compaiono due soggetti dall’aspetto di una pera. Uno di tali soggetti è l’originale dipinto ad olio su lastra di rame; mentre l’altro ne è la replica ottenuta per sovrapposizione dal primo. Da sottolineare, in proposito, che il rame, essendo il metallo principe della tecnica calcografica dell’incisione, assume qui il significato di procedura generativa di immagini da matrice, così come attestato col termine Madre dal titolo. Da notare, inoltre, come l’autore ricorra all’espediente formale di rendere lo sfondo di quadri e riquadri uniformemente neutro tramite una campitura rosa carico, al fine di mettere in risalto la ricca, sontuosa – e direi succosa, visto il soggetto – materia cromatica dei due frutti. Non chiedetemi il perché, ma il modo in cui questi ultimi sono stati realizzati, mi ricorda vagamente quel piacere ritrovato del dipingere che caratterizzò i primi anni Ottanta dello scorso secolo. Non però sotto il segno di De Chirico, della sua esibita bravura, come avvenne allora, ma semmai sotto la cifra sommessa e intima di Morandi.

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Per il critico americano Clement Greenberg, mèntore degli Espressionisti astratti, la piattezza (flatness) era la proprietà peculiare della pittura. Sebbene idea-limite alla quale gli esponenti del movimento dovevano attenersi, essa tuttavia ha a che fare con la superficie del supporto su cui operavano: tela o carta che fosse. Che poi, tale superficie, è lo spazio bidimensionale nel quale sono contenute tutte e sole le possibilità espressive del linguaggio iconico. Tale poetica ha contribuito non poco a determinare i valori di superficie, propri del nostro tempo. Valori che ritroviamo anche nell’opera dal titolo Quanto coraggio ad essere foglia di Daniela Spaggiari, poiché costruita sulla successione di piani sovrapposti variamente elaborati. Il suo apprezzamento, come del resto di ogni altro manufatto dello stesso genere, avviene nei termini olistici del “colpo d’occhio”, un occhio edotto beninteso non ingenuo. Ciò non esclude naturalmente che si possa fornire una descrizione dei suoi elementi formali. A tale scopo, si procede cominciando dal fondo, il piano di fondo di colore nero. Su quest’ultimo si stende una macchia dall’incerto profilo. Il nero di cui si tinge, proprio perché dello stesso colore, ne rende impercettibile il già basso spessore. Al centro della macchia in ridotte dimensioni, si trova una carta chiara, rettangolare, dai bordi sfrangiati. La scabra martellatura della sua superficie mette in risalto, per contrasto, quella liscia della sciarbata foglia che vi si adagia. Ritagliata su cartoncino, un segno a china ne sottolinea il contorno dall’andamento sinuoso. Infine, abbiamo tre impuntature ai bordi della foglia che ne legano la sago-


ma al piano di giacenza, quasi che – come suggerisce il titolo – le tre cuciture volessero impedirgli di guadagnare la terza dimensione per diventare foglia a tutti gli effetti: una foglia viva, palpitante come se ne vedono in natura. Nell’orizzonte dei fatti, l’Infinito è un concetto matematicamente intrattabile. L’intelligenza umana, nel tentativo di comprenderlo simbolicamente, si serve del linguaggio, interfaccia del pensiero, che però è strumento limitato, cioè finito. Se invece ci muoviamo nella dimensione del senso ecco che l’Infinito trova rappresentazione nell’arte sia in forma di parole ed immagini che di suoni. Si pensi all’omonimo idillio di Leopardi. Ma più che a qualche verso di questa mirabile poesia intrisa del sentimento della finitudine umana, l’opera premiata, Sentieri di Elisabetta Gomirato, fa venire in mente l’incipit «Vaghe stelle dell’orsa…» di Le Ricordanze, perché riesce a restituirci con scarsi mezzi e in poco spazio la vastità illimitata del cielo notturno. Infatti, per poco si getti lo sguardo oltre la soglia della cornicefinestra, grazie a una sorgente luminosa esterna si squadernano davanti agli occhi miriadi di stelle, di pianeti e comete fino ai più lontani recessi dello spazio e del tempo. È lo spettacolo che si offre ogni sera della volta celeste: per i greci, la manifestazione visibile della Bellezza divina.

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guardami, sono la tua stella


premio “vittorio alinari” (2017-2018) Guardami, sono la tua stella

Commissione Luigi Fatichi (presidente), Licia Bertani, Mariapia Cattolico, Simone Magherini, Mauro Manetti, Carlo Sisi, Beatrice Paolozzi Strozzi, Andrea Ulivi Segreteria organizzativa Erika Bertelli Primo premio Elisabetta Gomirato Sentieri Secondo premio Daniela Spaggiari Quanto coraggio ad essere foglia Menzione speciale Francesca Bernardi Madre Giulia Nelli Legami senza tempo Opere menzionate Marlies Baumgartner Distante

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Niccolò Fagnigni Driver


Ruben Garbellini La partenza in inverno Chiara Giovannelli (Bizzarra) Cosmosi Anna Kromm Nostalgia del Paradiso Alessandra Ragionieri Guardami, sono la tua stella Samuel Rosi (Muz) Nulla cambia ed è un nuovo giorno Elena Shaposhnikova Nevicava Silvano Vella Distacco Elenco dei partecipanti Giuseppe Aldi, Cristina Vera Aurioles, Stefania Balollo, Marlies Baumgartner, Francesca Bernardi, Marco Berti, Karina Bikbulatova, Grazia Bonini, Lorenzo Bottari, Giovanni Branciforte, Eleonora Buti, Noemi Cammareri, Nilo Capretti, Maria Alejandra Chaves Garcia, Giulia Ciappi, Sara Corsi, Giulia Davini, Marina Desogus, Ciro Fabbozzi, Niccolò Fagnini, Tina Fasulo, Elisabetta Ferete, Giovanna Fezzi, Jacopo Francesconi, Carolina Velia Frasconi, Xintong Gao, Ruben Garbellini, Francesca Gheri, Chiara Giovannelli (Bizzarra), Elisabetta Gomirato, Veronica Greco, Giovanni Guglielmo, Elifcan Kaner, Anna Kromm, Marco Lami, Dimitri Lomartire, Elena Migliorini, Giacomo Minella, Manuela Morandini, Giulia Nelli, Dominique Papi, Daniela Pedretti, Bibiana Petrera, Alessandra Ragionieri, Dan Rebdev, Giuliana Redivo, Paola Renzetti, Cristiana Rinaldi, Samuel Rosi (Muz), Federico Santini, Marilena Savino, Chiara Serradimignai, Elena Shaposhnikova, Diletta Socci, Daniela Spaggiari, Gianmarco Tielli, Martina Todaro, Loredana Tornaboni, Silvano Vella, Elisa Verniani, Dasha Vigori Oussova, Erika Vita, Lucrezia Zaffarano.

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