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Giulia Claudi
arlo Lapucci è noto soprattutto come linguista (Dizionario dei Proverbi italiani) e studioso di tradizioni popolari (Fiabe Toscane, La Bibbia dei poveri, La simbologia delle piante). La sua prima vocazione, però, è stata la poesia, sbocciata sotto l’egida di due illustri fiorentini, Mario Luzi e Nicola Lisi, e maturata sulle placide rive del Lago del Salto. Mentre raccoglieva i frammenti di una cultura popolare e contadina che stava scomparendo, fatta di proverbi, fiabe e leggende, si cimentava anche nel flusso di coscienza, guardando ai grandi autori anglosassoni. Nella sua vita queste due nature – lo scrittore e lo studioso – si sono alternate e intrecciate, fino a trovare un’armonia. Con questo libro abbiamo voluto tracciare un ritratto a tutto tondo dell’autore toscano, individuandone la poetica e le riflessioni scaturite dai suoi scritti. Oltre alla critica alla società del dopoguerra, dipinta con pungente ironia, vi troviamo la fascinazione per il dato umano e la convinzione che per quanto gli uomini possano apparire meschini, smarriti e accecati, prevalga il sentimento di carità e di solidarietà.
Giulia Claudi
Vivere come la spiga accanto alla spiga e operare fiduciosa e paziente come il contadino guarda il suo campo seminato sotto il gelo.
Vivere come la spiga accanto alla spiga Studi e opere di Carlo Lapucci
Giulia Claudi, nata a Bagno a Ripoli (FI) nel 1989, ha conseguito la laurea magistrale in Letterature Comparate all’Università di Firenze con una tesi su Carlo Lapucci. Ha frequentato un master in editoria presso la Kingston University di Londra, prendendo parte all’antologia letteraria Ripple. Come progetto finale del master, nel 2018 ha curato la pubblicazione di un libro per bambini, Il Viaggio di Mimì.
€ 15,00
Vivere come la spiga accanto alla spiga
studi 31
Giulia Claudi
Vivere come la spiga accanto alla spiga Studi e opere di Carlo Lapucci. Con tre interviste
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Š 2018 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-486-3 issn: 2035-4363 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata
Ai miei genitori, prima di tutto. Ai nostri Lares: Quirino, il narratore di novelle, Letizia, Lida e Mario. Ai fortunati incontri lungo la via. Alla prof.ssa Ernestina Pellegrini, insegnante e guida. A Carlo Lapucci, alla sua generositĂ e alla sua amicizia.
Indice
9 Introduzione 13 Cronologia
17 Le opere e i giorni. Vita di Carlo Lapucci 17 Infanzia in Mugello 18 Gli anni della formazione 20 Il lavoro nel campo editoriale 22 L’insegnamento 23 L’incontro con Fellini 24 Il teatro. Collaborazione con le compagnie teatrali toscane 27 “Una critica a modo suo”. Panoramica degli studi 28 Comparatistica e traduzione. Il «Canzoniere dell’amore coniugale» 29 Vita familiare
31 Le tradizioni popolari 31 Il mondo popolare 32 Il ciclo dell’infanzia: una ricognizione infantile del mondo 34 La ninna nanna 35 La filastrocca 37 L’indovinello 41 La foletta 42 La fiaba 45 Le «Fiabe toscane» 47 «Come una fiaba diventa toscana». Itinerario di una favola 52 La veglia delle paure 56 Il mondo fantastico e magico 59 Leggende e profacole 61 Tra linguistica e folclore. Studio sui proverbi
63 64 67
I proverbi dei mesi Studi antropologici sui proverbi Il mondo delle tradizioni popolari
73 73
L’opera letteraria La poesia
73 Prime prove poetiche 75 Tra arte e letteratura. La fase intermedia 76 La svolta poetica e l’allegoria cinese 80 La poesia popolare e il metodo mitico 82 Il secondo volume della metafora cinese 87 Una trilogia poetica 89 «Diario Scolastico»
92 Racconti
99 Romanzi
92 94
Il primo racconto. «Il tónfano» «La pianura e altri racconti»
99 106
La ricerca di una nuova stella polare. «Itinerario a Vega» «L’uomo di vetro»
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Lapucci parodista: «Oibò» Tra fantascienza e satira. «Silicon Valley» La levità degli haiku nel paesaggio toscano
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Un ulteriore sguardo alle opere di Carlo Lapucci
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conversazioni con l’autore interviste a carlo lapucci
Bibliografia. Opere di Carlo Lapucci
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Introduzione
Non è facile definire Carlo Lapucci, autore fluviale e dai molteplici interessi, scrittore di poesia e di prosa, parodista, linguista e studioso di tradizioni popolari. Si può iniziare, dunque, indicando la sua versatilità. Nel corso della sua vita è stato giornalista, insegnante, redattore della casa editrice Valmartina e direttore della rivista «Le lingue del mondo», occupandosi di letteratura straniera e di traduzioni. Ha lavorato ai programmi di Radio due La luna nel pozzo (1977-1980), I verdi giardini della memoria (1981) e Cose dell’altro mondo (1982). È stato consultato da Federico Fellini per il progetto di un film sulla fiaba che mai vide la luce a causa della scomparsa del regista. Dopo essersi occupato del teatro popolare, è passato alla produzione di testi originali, collaborando con il teatro di San Gimignano, e si è cimentato nella scrittura di forme teatrali sperimentali. Si è inoltre interessato di storia locale e di biografie. Numerosi sono stati i suoi contributi, introduzioni e prefazioni a testi sul folclore, sulla linguistica, sull’arte e sulla letteratura. Senza farsi ingabbiare in scuole, gruppi e ideologie, ha sempre assecondato la propria indole eclettica con curiosità e spirito critico, un po’ come gli autori anonimi del suo libro sugli indovinelli1, i quali presentano una realtà a tratti rovesciata e paradossale che ci consente però di osservare il mondo da un’altra prospettiva e con occhi rinnovati. Definito “il nonno d’Italia” grazie alle fortunate raccolte di fiabe toscane, è una persona affabile e generosa, che non ostenta la sua vasta cultura ma è ben disposto al dialogo e prodigo di insegnamenti, come ho potuto constatare dai nostri incontri. Il libro si pone come obiettivo innanzi tutto di fare una panoramica sulla vita e sulle opere di Lapucci, per offrire delle coordinate che possano aiutare il lettore a orientarsi in un panorama di interessi così vasto e vario. In secondo 1
Carlo Lapucci, Il libro degli indovinelli italiani, Milano, Vallardi, 1994.
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luogo si approfondiranno due aspetti della sua attività in modo più particolareggiato, ossia gli studi sulle tradizioni popolari e la sua produzione di prosa e poesia. Si indicheranno i nodi fondamentali della poetica e del pensiero di Lapucci, cercando di individuare un eventuale legame tra la ricerca nell’ambito del folclore locale e la sua produzione di poesia e prosa. Parlando della ricognizione del mondo popolare compiuta da Lapucci, ci siamo serviti soprattutto delle introduzioni ai suoi libri, che contengono alcune delle sue pagine di critica più interessanti e sono molto illuminanti sul suo metodo e sulle scoperte fatte nell’ambito della ricerca. Fondamentale è stato inoltre il volume Introduzione allo studio delle tradizioni popolari dello stesso autore. Per quanto riguarda l’analisi dei testi poetici e della narrativa di Lapucci è stato di grande aiuto alla nostra indagine il numero della rivista «Giornale di bordo», interamente dedicato alla sua opera2. Una preziosa testimonianza è stata la breve ma attenta presentazione di Mario Luzi alle prime prove poetiche di Lapucci, pubblicate sulla rivista «Letteratura» nel 1965. Infine, ci siamo potuti avvalere dell’autocommento dell’autore, sia attraverso il fascicolo autobiografico, che le interviste. Attraverso i suoi lavori, i suoi scritti e ripercorrendo i momenti salienti della sua vita, è emerso un ritratto di Lapucci, i cui caratteri fondamentali sono la poliedricità degli interessi e degli studi, la libertà intellettuale e la necessità di non tradire le proprie idee in nome del profitto e della convenienza. In virtù di questa onestà, l’autore è stato portato a reinventarsi ogni qual volta percepiva di non poter più esercitare i propri talenti senza restrizioni. Un altro elemento delineatosi in queste pagine è l’importanza che rivestono le relazioni umane per Lapucci, il quale è certo dell’arricchimento che deriva da ogni incontro e scambio di opinioni. Non solo sono state molto feconde le frequentazioni degli ambienti intellettuali che animavano la cultura fiorentina, fondamentali soprattutto per la sua prima formazione letteraria, ma l’autore ha sempre ritenuto essenziale sfruttare ogni occasione per poter esprimere il proprio pensiero, rispondendo a quanti chiedevano, parlando quando gli era richiesto, indipendentemente da chi fossero i suoi interlocutori: accademici, carcerati o bambini delle scuole elementari. Si noterà inoltre l’abilità comparatistica di Lapucci, messa a frutto specialmente attraverso il lavoro sul Canzoniere dell’amore coniugale, una vasta indagine sulla poesia matrimoniale. Della prolifica produzione dell’autore, che ha scritto circa cento pubblicazioni nell’ambito folcloristico e linguistico, tra monografie, articoli e curatele, si sono scelti i testi che riteniamo più importanti. Ciascun libro infatti si sofferma su un aspetto particolare, come ad esempio i proverbi, le fiabe, le filastrocche e le leggende, e come un mosaicista abbiamo cercato di ricomporre queste tessere a formare una figura completa. Emergeranno dunque i contorni di un mondo passato le cui tracce sono sempre più sbiadite (ma non perdute)
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Dell’opera di Carlo Lapucci, in «Giornale di Bordo», iii s., 11, marzo 2003.
Introduzione 11
nella società industrializzata contemporanea. Molto interessante è stato scoprire il metodo di lavoro e di indagine che Lapucci ha adottato nel compiere tali studi e nel raccogliere le testimonianze orali. Per tali ricognizioni l’autore si è potuto avvalere anche della preziosa collaborazione della moglie Anna Maria Antoni, la quale ha dato un apporto fondamentale alla ricerca anche grazie alle sue conoscenze scientifiche. La sig.ra Antoni ha inoltre contribuito ai libri di Lapucci grazie al suo talento di pittrice, arricchendo i testi delle sue illustrazioni, come nel caso di Haiku, Erbolario familiare e La Simbologia delle piante. Il terzo capitolo sarà incentrato sulla produzione poetica di Lapucci, che ha visto i suoi esordi letterari nel 1960 presso la rivista radiofonica «L’Approdo letterario», e a quella prosastica a cui si è dedicato sia nella forma del romanzo che del racconto. Anche in questo caso si è operata una selezione del materiale pubblicato, analizzando in particolare i testi che hanno segnato una svolta nella produzione letteraria dell’autore ed evidenziando i punti di contatto con il lavoro di ricerca. Queste sono dunque le due “nature” di Lapucci, lo studioso e lo scrittore, che a prima vista potrebbero sembrare appartenenti a due universi assai distanti fra loro. Molti amici e suoi contemporanei li giudicarono inconciliabili e lui stesso per molto tempo non seppe trovare razionalmente l’anello di congiunzione tra queste due attività, ma vi si dedicò istintivamente con la medesima passione. Comprese infine che non solo la ricerca e la scrittura non erano in contrasto tra di loro, ma che si influenzavano a vicenda. Difatti la preparazione letteraria di Lapucci lo equipaggiò degli strumenti necessari a studiare l’espressione e la metrica popolare, la quale a sua volta gli fornì nuovi spunti compositivi. Alla luce dei risultati ottenuti, infatti, egli ritiene che la distinzione operata tra cultura alta e bassa non rispecchi la realtà dei fatti, trattandosi di due universi non così distanti tra loro. Mi accorsi che ambedue questi mondi parlavano delle stesse cose, nascondevano, dietro le apparenze, gli stessi valori da scoprire, apprezzare e non rinnegare, ma da liberare dalle secolari incrostazioni e riconciliare nella loro vita naturale, come due gambe, due polmoni di un organismo unico3.
Riteniamo che alcune istanze espresse nelle sue opere letterarie nascano dalla stessa esigenza che lo condusse a raccogliere i frammenti di una cultura popolare che stava scomparendo. Se infatti nelle raccolte poetiche e nei romanzi l’autore esprimeva il disagio della società contemporanea nel “repentino cambio di pelle” – come lo definisce Lapucci – avvenuto nel dopoguerra, iniziò la sua ricerca sul folclore per registrare un mondo fatto di tradizioni e di
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Id., Preambolo, in Dell’opera di Carlo Lapucci, cit., p. 20.
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forme orali che si stava cercando di dimenticare e che veniva abbandonato con disprezzo perché considerato ormai insignificante. Lapucci non ha mai pensato che dovesse essere restaurata la società rurale prebellica, anzi, proprio per la conoscenza diretta e approfondita di quella realtà ne vedeva anche i limiti e le mancanze. Né ha mai creduto che la società del secondo Novecento fosse allo sbando e senza speranza, ma piuttosto che fosse smarrita, in preda a una confusione derivata dalle grandi trasformazioni in atto. La frettolosità con cui le credenze e i valori del passato erano stati gettati via senza un approccio critico, acuirono il senso di incertezza. Perciò, senza sentimenti passatisti e restauratori, egli ritiene che gioverebbe recuperare ciò che di buono c’era nelle tradizioni popolari che per secoli hanno costituito una guida per l’uomo al fine di comprendere la società e i suoi rapporti con il divino e l’oltremondano. Lapucci è convinto che compiendo tali ricerche ha tratto beneficio soprattutto per se stesso, poiché grazie al modello di un mondo ordinato e armonioso ha acquisito un maggiore senso di equilibrio. L’amore per la grande letteratura, sia classica, che contemporanea, sia italiana che straniera, non gli hanno impedito di apprezzare una cultura da molti considerata inferiore, che lui sentiva particolarmente vicina perché legata all’infanzia e alla terra dei padri. Si può dire dunque che entrambe le attività abbiano nell’ottica di Lapucci pari dignità e importanza, nonostante al netto delle pubblicazioni potrebbe sembrare che la ricerca abbia rivestito una maggiore rilevanza. Per concludere si può indicare un ulteriore elemento unificatore dell’opera e degli studi di Lapucci. Alla base sia di tutte le sue indagini che della produzione letteraria c’è sempre la fascinazione per l’uomo, la spinta a conoscere il suo linguaggio, le sue credenze, le sue attività e il suo mistero. Non importa quanto possano apparire meschini, smarriti e accecati, Lapucci ha fiducia nel sentimento di carità e di solidarietà tra gli esseri umani. Questo libro si propone di far conoscere meglio Carlo Lapucci, lo studioso e lo scrittore, restituendone un ritratto a tutto tondo e facendone trapelare il pensiero e i tratti del carattere. Della vasta bibliografia se n’è scelto un campione di testi, secondo il nostro gusto e suggerendo al lettore un percorso legato alla sua personale riscoperta delle tradizioni popolari e alla ricerca della sua voce poetica. Questa è solo una delle strade che si potevano percorrere e non abbiamo la pretesa di aver esaurito l’argomento. A conclusione del libro il lettore troverà la bibliografia dell’autore e potrà scegliere di approfondire i temi qui trattati, di esplorarne di nuovi, o, magari, compiere nuovi studi. Ci auguriamo che questo libro faccia scoprire un autore nuovo a chi non lo conoscesse ancora e ne riveli nuove sfaccettature a chi lo avesse già incontrato sulla sua via.
Cronologia
1940
Lapucci nasce il 24 luglio a Vicchio di Mugello. I genitori Enrico e Ines Rosignoli si erano trasferiti dalla città dopo lo scoppio della guerra. In Mugello trascorre tutta l’infanzia fino alla fine delle elementari. 1951 I Lapucci tornano ad abitare a Firenze, al Ponte Rosso, vicino alla sede della rivista letteraria «L’Ultima». 1954 Carlo Lapucci frequenta il liceo classico Dante, dove conosce il poeta Giuseppe Zagarrio, suo insegnante. 1956-57 Lapucci mostra le sue prime prove poetiche ad Adolfo Oxilia, direttore della rivista «L’Ultima», che lo incoraggia a scrivere. 1959 Lapucci si iscrive alla facoltà di Scienze Politiche presso l’Università di Firenze, dove conosce Mario Luzi, suo professore di Letteratura Francese. Nel periodo in cui è studente universitario lavora come volontario al «Giornale del mattino» di Firenze, finché il giornale stesso non viene chiuso. 1961-62 Alcune poesie di Lapucci sono presentate da Nicola Lisi e Mario Luzi nella rivista radiofonica «L’Approdo letterario». 1964 Lapucci presta servizio militare a Roma, Treviso e Portogruaro. In questo periodo viene assunto come redattore dalla casa editrice Valmartina di Firenze, dove andò a lavorare appena libero dalla ferma. 1965 Luzi presenta una scelta di versi sulla rivista «Letteratura», nn. 7677, luglio-ottobre 1965. 1966 Tornato dal servizio militare, il 2 gennaio inizia a lavorare alla casa editrice Valmartina come redattore. 1967 Si sposa con Anna Maria Antoni. 1968 È nominato direttore della rivista «Le lingue del mondo», presso cui pubblica articoli sui problemi della traduzione, sulla letteratura
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comparata, sulla critica letteraria, sui problemi della lingua, sui proverbi in varie lingue. 1969 Pubblica presso Valmartina Per modo di dire. Dizionario dei modi di dire della lingua italiana. Nasce la figlia Chiara. 1971 Lascia Valmartina, continuando però la collaborazione a «Le lingue del mondo». Inizia a insegnare Storia e Filosofia nelle scuole superiori. Pubblica il racconto Il tónfano su «L’Approdo letterario», xvii, 54, giugno 1971. 1972 Lapucci dà alle stampe il suo primo romanzo, Itinerario a Vega, presentato da Luzi e Bilenchi per il premio Strega ed entra nella rosa finale. 1974 La raccolta La pianura e altri racconti riceve il Premio Ceppo nuovo autore. Nello stesso anno pubblica il Canzoniere dell’amore coniugale presso la casa editrice Cappelli, diretta dall’amico e poeta Mario Ramous. 1975 Pubblica insieme alla moglie I proverbi dei mesi. 1977-80 Collabora come esperto ed estensore dei testi alla trasmissione di Radio due La luna nel pozzo, dove settimanalmente prendeva parte in diretta. 1980 Il gallerista Fabrizio Forlai pubblica la plaquette 6 opere di Ottone Rosai e 6 poesie di C. Lapucci. 1981 Lapucci è l’autore della serie di tredici puntate di Radio due I verdi giardini della memoria. Alla galleria “l’Indiano” espone una Mostra d’epigrammi, dal 9 al 23 maggio. 1982 Per Radio due è autore della serie di tredici puntate Cose dell’altro mondo. La raccolta poetica Erba inutile è edita per i tipi Vallecchi. 1983 Pubblica Dal volgarizzamento alla traduzione, volume che racchiude i suoi articoli scritti per «Le lingue del mondo». È promotore dell’iniziativa editoriale Codici di poesia, insieme a Marucci e a Scheiwiller, presso cui pubblica Codici di poesia 2. Per la stessa iniziativa editoriale pubblicarono anche Luzi, Ramat e Magrelli. 1984 Pubblica le Fiabe toscane per Mondadori. 1985 La Bibbia dei poveri è edita per Mondadori. 1987-89 Molti racconti, parodie, brani di fantasatira escono nel periodico «Settesere» e nella rivista di annunci pubblicitari «Rigattiere» di Firenze. 1987 Pubblica Il libro delle filastrocche. 1988 Collaborando all’inserto culturale del «Rigattiere» di Firenze, esce a puntate il racconto Apoteosi della follia. Trattatello. Lapucci pubblica Il libro delle veglie. Riceve il premio internazionale San Valentino d’Oro. 1989 Pubblica la raccolta sul teatro tradizionale Teatro popolare minimo. Il regista Tuccio Guicciardini mette in scena alcuni testi tratti dal libro
Cronologia 15
con la Compagnia dei Comici ritrovati al Teatro dei Leggieri di San Gimignano. 1990 Lapucci incontra Federico Fellini a Chianciano dove il regista trascorreva l’estate. 1991 Dà alle stampe i libri Dizionario delle figure fantastiche, L’era del focolare e la raccolta poetica Il battello del sale. 1992 Esce il secondo romanzo, L’uomo di vetro e lo studio Come una fiaba diventa toscana. Lapucci e Fellini iniziano a pensare a un progetto per un film sulla fiaba che avesse lo schema narrativo del racconto Silicon Valley. Il progetto non venne mai concluso a causa della scomparsa del regista l’anno seguente. 1994 Pubblica con la moglie Erobolario familiare e la terza e definitiva raccolta degli Indovinelli italiani. 1995 Va in scena lo spettacolo scritto da Lapucci, Melusina, della Compagnia popolare del bruscello di Montepulciano. Riceve il premio Città di San Miniato e il premio alla cultura e allo spettacolo Sganarello. 1996 Lapucci si ritira dall’insegnamento nei licei, continuando a tenere il corso di Cristianesimo e letteratura contemporanea presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale di Firenze. Nello stesso anno scrive Marcolfo, il brigante della luna per la Compagnia del Bruscello e pubblica il libro Dizionario dei modi di vivere del passato. 2000 Lapucci tiene una serie di incontri sulle tradizioni popolari presso il Comune di Montecatini su invito del prof. Roberto Giovannelli. Gli atti degli incontri sono pubblicati l’anno successivo con il titolo Introduzione allo studio delle tradizioni popolari. Sempre nel 2000 Pubblica Oibò. Parodie e copie. Nasce il nipote Amerigo. 2001 Pubblica Diario scolastico. Riceve il premio Tito Casini e il Premio Giotto. 2002 Pubblica il libro di poesie Statue di fumo. Riceve il premio “Giusti” per la satira per Oibò. Va in scena lo spettacolo Recitar narrando (titolo dell’introduzione di Lapucci al Teatro popolare minimo) della Compagnia dei Comici ritrovati di San Gimignano. 2004 Lapucci si dedica alla scrittura teatrale e il cui frutto è il volume Teatro a buon mercato. 2005 Pubblica Alla dogana del sonno, raccolta poetica con cui chiude la “trilogia cinese” inaugurata con Erba inutile. 2007 Pubblica il Dizionario dei Proverbi italiani. 2008 Pubblica i romanzi Viaggio nell’antimateria e Silicon Valley. Va in scena lo spettacolo Teatro a buon mercato al Teatro dei Leggieri di San Gimignano e poi in altri teatri. 2009 Scrive la riduzione teatrale del suo romanzo Silicon Valley per la compagnia di San Gimignano.
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2011 Pubblica Le leggende della terra toscana, il romanzo L’erba della paura e il volume Estetica e trascendenza, frutto degli studi compiuti nel corso degli insegnamenti alla Facoltà teologica di Firenze. 2014 Esce il primo volume de Le barzellette italiane. Farsa umana e filosofia sommersa nelle storielle popolari. Riceve il premio Stella dell’arte per la Letteratura. 2015 Dopo un problema di salute nel 2015, nell’ottobre dello stesso anno Lapucci perde per un male improvviso la moglie Anna Maria con la quale stava portando a termine l’opera La simbologia delle piante. Il volume è stato pubblicato l’anno successivo per Polistampa. 2016 Nell’aprile del 2016, presso la facoltà di Filologia Moderna di Firenze viene discussa la tesi di laurea magistrale di Giulia Claudi con la prof.ssa Ernestina Pellegrini: Le opere e i giorni di Carlo Lapucci. Lo scrittore, il linguista e lo studioso di tradizioni popolari. Nell’ottobre dello stesso anno Lapucci viene nominato presidente onorario di Phrasis. Associazione italiana di Fraseologia e Paremiologia. 2017 Lapucci cura la mostra Personale di Anna Maria Antoni, con 26 opere della moglie, presso la Libreria Marabuk di Firenze. All’inaugurazione della mostra presenta il libro La simbologia delle piante insieme all’opuscolo compilato sulla pittura della sig.ra Antoni Personale di Anna Maria Antoni, 25 marzo-27 aprile 2017. Pubblica una nuova edizione di Proverbi, detti e motti fiorentini per Clichy e il volume La via. Dalla natura alla trascendenza attraverso le metafore delle creature. 2018 È un anno molto prolifico per Lapucci, che pubblica un romanzo, Storia di Semetipsum, due raccolte di racconti, Tre racconti anamorfici e Tre storie d’amore, e due libri sulle tradizioni popolari, Miracoli e leggende e La fine del mondo nella tradizione popolare.
studi 1. Anton Ranieri Parra, Sei studi in blu. Due mondi letterari (inglese e italiano) a confronto dal Seicento al Novecento, pp. 188, 2007. 2. Gianfranca Lavezzi, Dalla parte dei poeti: da Metastasio a Montale. Dieci saggi di metrica e stilistica tra Settecento e Novecento, pp. 264, 2008. 3. Lettres inédites de la Comtesse d’Albany à ses amis de Sienne, publiées par Léon-G. Pélissier (1797-1802), Ristampa anastatica a cura di Roberta Turchi, pp. xvi-492, 2009. 4. Francesca Savoia, Fra letterati e galantuomini. Notizie e inediti del primo Baretti inglese, pp. 256, 2010. 5. Lettere di Filippo Mazzei a Giovanni Fabbroni (1773-1816), a cura di Silvano Gelli, pp. lxxxvi-226, 2011. 6. Stefano Giovannuzzi, La persistenza della lirica. La poesia italiana nel secondo Novecento da Pavese a Pasolini, pp. xviii-222, 2012. 7. Simone Magherini, Avanguardie storiche a Firenze e altri studi tra Otto e Novecento, pp. x-354, 2012. 8. Gianni Cicali, L’ Inventio crucis nel teatro rinascimentale fiorentino. Una leggenda tra spettacolo, antisemitismo e propaganda, pp. 184, 2012. 9. Massimo Fanfani, Vocabolari e vocabolaristi. Sulla Crusca nell’Ottocento, pp. 124, 2012.
14. Marco Villoresi, Sacrosante parole. Devozione e letteratura nella Toscana del Rinascimento, pp. xxiv-232, 2014. 15. Manuela Manfredini, Oltre la consuetudine. Studi su Gian Pietro Lucini, pp. xii152, 2014. 16. Rosario Vitale, Mario Luzi. Il tessuto dei legami poetici, pp. 172, 2015. 17. La Struzione della Tavola Ritonda, (I Cantari di Lancillotto), a cura di Maria Bendinelli Predelli, pp. lxxiv-134, 2015. 18. Manzoni, Tommaseo e gli amici di Firenze. Carteggio (1825-1871), a cura di Irene Gambacorti, pp. xl-204, 2015. 19. Simone Fagioli, La struttura dell’argomentazione nella Retorica di Aristotele, pp. 124, 2016. 20. Francesca Castellano, Montale par luimême, pp. 112, 2016. 21. Luca Degl’Innocenti, «Al suon di questa cetra». Ricerche sulla poesia orale del Rinascimento, pp. 160, 2016. 22. Marco Villoresi, La voce e le parole. Studi sulla letteratura del Medioevo e del Rinascimento, pp. 276, 2016. 23. Marino Biondi, Quadri per un’esposizione e frammenti di estetiche contemporanee, pp. 452, 2017. 24. Donne del Mediterraneo. Saggi interdisciplinari, a cura di Marco Marino, Giovanni Spani, pp. 144, 2017.
10. Idee su Dante. Esperimenti danteschi 2012, a cura di Carlo Carù, Atti del Convegno, Milano, 9 e 10 maggio 2012, pp. xvi-112, 2013.
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27. Leggerezze sostenibili. Saggi d’affetto e di Medioevo per Anna Benvenuti, a cura di Simona Cresti, Isabella Gagliardi, pp. 228, 2017.
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31. Giulia Claudi, Vivere come la spiga accanto alla spiga. Studi e opere di Carlo Lapucci. Con tre interviste, pp. 168, 2018.