13
UNGARETTIANA
corradopaina
SocietĂ
Editrice Fiorentina
largoitalia
ungarettiana 13
collana di poesia, traduzioni e saggi diretta da Paolo Valesio e Alessandro Polcri
«Ungarettiana» si interessa a un’esperienza di poesia che sappia fare convivere un forte senso della situazione italiana con una significativa apertura internazionale. Nel repertorio della collana rientrano libri monolingui in italiano, libri bifronti (tradotti in italiano) e saggi. Siamo convinti che la poesia sia in prima istanza ricerca di linguaggio e linguaggio della ricerca. Ma quello che noi in ultima analisi cerchiamo non è, come spesso accade di trovare nella lirica contemporanea, un eccesso di esistenza al ribasso, spesso ridotta a catalogo di fatti insignificanti narrati con una lingua scolorita; è, semmai, una nuova e accresciuta quantità di vita e di pensiero. Lo stile sarà la forma di quella quantità e sarà a volte semplice, a volte – perché no? – complesso e seletto. Ma saranno i poeti che sceglieremo a condurci là dove ancora non sappiamo di voler andare.
Corrado Paina
Largo Italia prefazione di
Alessandro Ruggera
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Š 2018 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn 978-88-6032-430-6 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina Sandro Martini, babalao (per gentile concessione)
Non puoi farti un’idea di cosa è realmente la bellezza se non visiti l’Italia almeno una volta e ti devi dar la pena soltanto di godere appieno e con agio Tuo Johannes
prefazione
Ho conosciuto Corrado Paina prima di conoscere le sue poesie. L’ho incontrato la prima volta a casa sua insieme ad altri amici. Corrado era reduce da un’operazione importante, debole, segnato nel fisico, visibilmente stanco. Faticava a stare seduto, doveva cambiare posizione continuamente per resistere al dolore, ma nella conversazione questo rimaneva un dettaglio, un accidente da lasciare sullo sfondo, a cui non dare troppa importanza. Non si parlò, in quell’occasione, di poesia se non marginalmente e quasi per celia e solo più tardi ho capito quanto la poesia, lo scrivere (e il disegnare e dipingere) fossero e siano centrali nella vita di Corrado. La lettura delle sue poesie è venuta in seguito, segnata, inevitabilmente, da questo primo incontro, dalle prime conversazioni. Leggevo i testi di Cinematic Taxi, leggevo le poesie sparse che Corrado manda agli amici con le sue email quasi quotidiane, e ogni testo mi riportava a quell’incontro e al tono della conversazione. Anche come poeta Corrado Paina è un uomo che parla, racconta e conversa, lasciando che i versi prendano la fluidità del racconto e che il racconto prenda dai versi il ritmo e l’energia. L’energia vitale che si condensa nei versi, la fiducia nel linguaggio che li sostiene trasmettono prima di ogni altra cosa il senso di necessità, di ineluttabilità, che per Corrado ha lo scrivere. Da dove viene questa energia? A cosa è rivolta?
9
Nel 1974 Andy Warhol incomincia a raccogliere in scatole di cartone ciò che ha sulla scrivania e sparso per la casa: oggetti insignificanti, frammenti e residui della vita di ogni giorno. È la prima delle Time Capsules. Diventeranno 600, nel corso degli anni, in un processo di raccolta ed accumulazione di dettagli e residui, che Warhol sottrae simbolicamente allo scorrere ineluttabile facendone indimenticabili frammenti di tempo. Le Time Capsules sono i contenitori della memoria. L’effetto di un gesto vitalistico e impaurito allo stesso tempo, un tentativo di contrastare il tempo. La poesia di Corrado Paina cammina sullo stesso sentiero delle Time Capsules di Warhol. Senza falsi pudori ma senza compiacimenti estetizzanti, quasi con una sorta di disagio, Corrado Paina raccoglie i frammenti dei giorni, li smonta, li ricompone, li ripensa e li mette in versi. Contrasta il tempo, se ne difende e ci difende. Con un processo di versificazione che procede per metonimie, associazioni e accumulazioni, le poesie di Corrado Paina crescono, come un albero dai molti rami, a partire da un momento reale, da un frammento da cui nasce un percorso dove sono sempre chiare le possibili alternative, i cambi di percorso, i ritorni, gli incontri a sorpresa e le possibili derive. Ricordo un verso di W.H. Auden: For poetry makes nothing happen: it survives (La poesia non fa accadere nulla, sopravvive). Nulla è fatto accadere dalla poesia ma quanto la poesia raccoglie è salvato al tempo, sopravvive. Finché siamo vivi dobbiamo parlare, inventarci qualcosa, resistere. Appare come un paradosso: lo slancio vitale della creatività, il desiderio fiducioso di parlare e comunicare e la necessità di resistere come fine di questo slancio. Resistere a cosa? In una conferenza del 1987, Che cos’è l’atto di creazione, Gilles Deleuze, ispirandosi a Malraux definisce
10
l’atto di creazione come un atto di resistenza: «Malraux sviluppa un bel concetto filosofico, dice una cosa molto semplice sull’arte, dice che è l’unica cosa che resiste alla morte. […] Non ogni atto di resistenza è un’opera d’arte, sebbene in un certo senso essa lo sia. Non ogni opera d’arte è un atto di resistenza e tuttavia, in un certo senso lo è». Resistere alla minacciosa ombra della morte dunque, resistere alle insidie del tempo che si consuma. La poesia di Corrado Paina è la cronaca di questa battaglia. Una battaglia che nel contrastare l’ombra cerca come alleato un teatro luminoso, uno sfondo complice capace di intervenire e di sostenere la lotta. Il teatro, lo spazio in cui si svolge la battaglia è il tema che questa raccolta dichiara nel titolo: Largo Italia. Un luogo reale per Corrado Paina, che in Italia è nato e ha vissuto la prima metà della sua vita, un luogo simbolico nei testi. Senza nostalgie di maniera, senza i toni elegiaci di molta poesia dell’emigrazione, Corrado Paina tratta l’Italia per come gli serve: un teatro luminoso dove il gesto poetico, somma inesauribile delle possibilità, delle pulsioni, dei desideri e delle memorie, possa essere rappresentato. Non è la bella e perduta patria lontana ma lo specchio in cui riflettersi e ritrovarsi cambiati. Il poeta che scrive Largo Italia è figlio del vitalismo ribelle nordamericano molto più che del lirismo italiano e così, in un doppio movimento, il viaggio dall’Italia al Canada è un abbandono e un dispatrio e, poeticamente, un necessario ritorno a casa. Alessandro Ruggera Toronto, 28 maggio 2017
11
largo italia
Come Gregory Corso Spirit Is life It flows thru The death of me Endlessly Like a river Unafraid Of becoming The sea
Al Grand hotel et des palmes a Palermo non c’è una targa dedicata a Raymond Roussel che fu buon cliente (che io sappia) finché non s’ammazzò nella stanza 224 al Chelsea hotel la gente avrebbe fatto la fila per prendere la 224 ma la chiesa sta a Roma non a New York lo sa bene Gregory Corso che non può riposare dietro la piramide Cestia tra i pini che profumano di veleno e mandorle cammino lungo il porto più che altro per far contento mio padre che amava le navi quella per Tunisi parte da qui ed io ho solo un altro giorno a Palermo
15
sogno Hammamet mentre mangio le panelle ad un tavolo di Largo Alfano che è come place de la Contrescarpe senza i clochards i turisti e il pastis scoppiano petardi che lasciano un profumo di paura e morte e di popolazione quella che non si incontra più a Place de la Contrescarpe ma la s’incontrava quarant’anni fa in largo Alfano c’è il pane e milza che lascia un retrogusto punico il giovane che s’addormenta al sole sulla vespa ergonomica (si può dormire su una vespa è un’operazione ortogonale) come un dragone verde, una garguglia che nasce dal marciapiede per principio attivo la notte non si dorme si urla in un movimento che è perennemente estivo se n’è accorto Wagner che non riusciva a dormire al Grand hotel et des palmes con grande uggia di Cosima e quindi se n’era andato a palazzo Gangi in piazza Porazzi (Porazzi fragment) the bottom of the sea is cruel ed ogni tanto appaiono questi onfaloni dagli occhi verdi stirpi innestate dal riso marino il corpo assottigliato dal viaggio immortale trompe l’oeil di bellezze effimere misteriose che impongono la normalità a noi passeggeri della vita mobile universo di folate ma c’è un predominio dell’acqua sul fuoco
16
sulla terra sulla convinzione e l’eristica sul vento ce ne rendiamo conto qualche volta quando smettiamo di ricordare quando non siamo alga quando non siamo conchiglia ma sospiro respiro ombra che disseta odio i milanesi che amano la montagna che credono nel grande contributo delle famiglie per bene storiche come le montagne in largo Alfano le tentazioni sono tante forse vorrei rinascere solo per incontrare le donne che oggi sono ostentatamente nere vi amo come le palme come i treni in ritardo come i chioschi del polpo come i frutti del peccato che sanno ancora di peccato assomiglio sempre di piÚ a Gregory Corso fisicamente intendo che non sarà mai considerato il migliore poeta della beat generation di lui ho il colore dei capelli ed il numero dei denti veri in comune abbiamo anche il fatto di essere i piÚ sinceri del gruppo di perderci dietro gli individui di non impegnarci se non nel carnale eppure gli assomiglio in questo tentativo patetico di essere il migliore perchÊ tu eri veramente poeta
17
di combattere il palio dove la poesia corre e cade sul ciottolato si rompe le gambe e stracca il poeta vince per il trionfo di pochissimi diciamo che sono un poeta a cui è stato chiesto di scrivere un’ode all’arancina diciamo che come tutti i poeti non ho idea di cosa dire allora si creano le condizioni ideali per la poesia perfetta Ode all’arancina ogni angolo ogni boudoir è occupato riempito di tutto ciò che il mondo è e questo pieno con gli anni ci schiaccia a terra si vola con la fantasia con l’arancina leggera come una nuvola e rissosa come la valanga il corpo dell’arancina è un seno che ride un cazzo che travolge le chiappe di una rocca la vagina che figlia e rifiglia insomma l’arancina sul traghetto dello stretto non è il più buono ma ti fa penare di nostalgia piangere d’allegria nuotare nel gorgo della libertà termitaio del deserto dentro è vita fuori è palazzo
18
di cosa sia rimasto alla Vucciria di sano intendo di vero intendo è difficile dirlo La vucciria e i musei sono sempre in ristrutturazione Ci è stato chiesto cosa rimane rimane l’arancina il pieno vivo macché Guttuso il mercato non è più un libro dice che è mercato di droga è quasi un miracolo che in una libreria nel mercato possa comprare un’edizione del 1923 de L’Orfanella di Milano della Carolina Invernizio un bambino mi fa un decaffeinato buono (a Napoli si rifutano di farlo) il mostruoso del Sud m’irretisce in un pomeriggio piovoso minutaglia trippaglia sanguinaglia minuta Cristiania del Sud del barbeccù I film sul cinema sono sempre più incensati di quanto meritino Cinema paradiso ci hanno venduto le lacrime del profondosud piacciono ’sti film agli attori che ridono quando non si deve che piangono quando non si deve loro capiscono loro sanno la sofferenza il mestiere
19
che è come quando i miei amici leggono poesie e non si legge la poesia si fa alla Vucciria ci si fa di poesia Ricette per non sopravvivere Crane Broken Tower Ricette per godere Piccolo Pagliarani morto da poco Dalton Roque erede del mucchio selvaggio Quando ti chiederanno il mio nome Schrott in una delle poesie più dolorose che abbia mai letto Actaeon E così capì che eri stata da un altro che stavi più nuda di quanto ti possa mai trovare o il resto del mondo Shelley Di quanto in quanto in questa città che aspira al mare nasce una classe di volontari che si addestra al silenzio ed al tempo li troverai all’angolo delle edicole serrate alle fermate dei pubblici trasporti odio i milanesi che amano la montagna che credono nelle famiglie per bene storiche come le montagne Shakespeare ci ha inventati Ti faccio la domanda più vecchia del mondo o almeno la domanda che il primo umano ha fatto quando ha incontrato un altro umano
20
ma questo mondo questo mondo di fiori e neve di mal di pancia e di acqua assomiglia al tuo? ha gli stessi colori? i suoni sono i suoni e i sassi sono i sassi anche per te? vedi anche tu quello che io vedo? Là per esempio è bello come lo vedo io? ma come vedi? Vedi rotondo? Vedi quadrato? Senti bestemmie o canzoni? Il guitto disoccupato vende pochi libri sul marciapiede davanti al palazzo d’ingiustizia non so proprio cosa comprare e ogni libro me lo spiega scelgo un lucido neutro da scarpe è con il Tintoretto che sento pace amici morti amici deceduti potevamo morire tutti insieme era quello che pensavamo l’ars moriendi di noi profughi a Cagliari la buona morte il mondo non mi vuole e non lo sa più I bronzi di Riace sono stesi dietro una vetrina per restauri in una bacheca alcuni reperti archeologici un cazzo minuscolo di bronzo gli antichi ce l’avevano piccolo comunque più piccolo del mio Ah! il sollievo del passato ma come può essere sollievo il passato? perdiamo poeti e parole ogni giorno fino al silenzio della memoria
21
Mi sono sottratto a te per non essere piĂš 1 ma soggetto di moltitudine nel mondo dei tutti felici ho messo un cartello con una X balzando e danzando basculando scontrandomi distaccandomi sottraendomi e se 1 meno me è nulla ma solo massa da dimenticare moltitudine da riaffermare nomade che non torna a casa mai 1 è il nemico La vida es un cigarillo A Leopoldo MarĂa Panero
22
nota biobibliografica
Corrado Paina è vissuto metà della sua vita in Italia e metà in Canada. Da Milano a Toronto ci sono un oceano, laghi, fiumi e città. Paina ha volato spesso su questi e quando non lo fa scrive e dipinge. Quando vola corregge. Dipinge volti che annera e invecchia con il carboncino. Suo medium preferito. Anche le sue poesie sono seminascoste dal carboncino. A volte le fa risaltare, ma il più delle volte le cela, le incupisce, le fissa. Paina ha scritto poesie e racconti. Molte poesie qui e in Canada. Grandi amicizie come quella con l’artista Sandro Martini con cui fa tre libri di poesie: Tempo rubato (incisioni di Sandro Martini, Milano, Atelier 14, 2004); L’alfabeto del viaggiatore (incisioni di Sandro Martini, Milano, Silvia Editrice, 2007); Abecedario (incisioni di Sandro Martini, Milano, Studio Paolo Nava, 2010). Incontra Alberto Casiraghy con cui fa diverse plaquettes (Pulcinoelefante) e ne fa altre con il poeta Roberto Dossi (Quaderni di Orfeo) e con il filosofo Dario Borso e il grande incisore Luciano Ragozzino (Il ragazzo innocuo). Cinque raccolte in inglese (Hoarse Legend, Toronto, Mansfield Press, 2000; The Dowry of Education, ivi, 2004; The Alphabet of the Traveler, ivi, 2006; Souls in Plain Clothes, ivi, 2008; Cinematic Taxi, ivi, 2014) e infine un romanzo (Tra Rothko e tre finestre, Antonio Tombolini Editore, 2015) pubblicato in Italia e poi tradotto in Canada (Between Rothko and Three Windows,
87
Toronto, Quattro Books, 2016). Vive a Toronto e sogna di fare il pendolare tra il Canada, l’Italia e Cuba. Quando lascia un posto per un altro cita il pensiero di Lucrezio insegnatogli nei bar da Adriano Savio.
88
Indice 9 Prefazione di Alessandro Ruggera 15 Come Gregory Corso 23 Scrivere in Italia 26 La rivoluzione parla attraverso l’attore 28 L’ultima cena secondo Peter Greenaway e un visitatore depresso 29 Due candele in morte 30 La cometa di Halley vista da Giotto 32 Pippo Delbono – questo buio feroce 33 Consigli per una visione di Ultimo tango a Parigi 34 Piet Mondrian 35 Prometeo caffeinato 36 Assassinare il peggiore poeta 37 Lettera aperta 38 Geografie dei Campi Elisi 39 Avevo rifiutato il sapere del mondo 41 D’altronde il mio colore preferito è il rosso il più aborrito dai contabili 42 Richiudendo gli occhi tra lontane voci
44 Questo vecchio corpo a cui eravamo sì tanto affezionati 45 I madonnari diventano poeti 46 La poesia più lunga del mondo 48 Poverini questi bambini performer 49 Ma i suoi aforismi sono gioco e preghiera 50 Il significato del canto degli uccelli 54 Pater noster dettato da Guttuso a Topazia Alliata 56 Cibo per le masse 68 La bella gioventù 70 Questa Roma 75 Largo Italia 77 Feroce 82 Emilia 83 Il viaggio in Italia 85 Emilia 87 Nota biobibliografica
ungarettiana 1. Emma Pretti, I giorni chiamati nemici, pp. 84, 2010 2. Vera Lucia de Oliveira, La carne quando è sola, pp. 72, 2011 3. Leopoldo María Panero, Ianus Pravo, Senz’arma che dia carne all’«imperium», pp. 92, 2011 4. Patrizia Santi, Frammenti, periferici, pp. 56, 2013 5. Alberto Bertoni, Traversate, pp. 152, 2014 6. Marco Sonzogni, Ci vuole un fiore, pp. 72, 2014 7. Mario Moroni, Recitare le ceneri, pp. 96, 2015 8. Antonio Barolini. Cronistoria di un’anima, Atti dei Convegni di New York e di Vicenza nel centenario della nascita, a cura di Teodolinda Barolini, pp. xxx+342, 2015 9. Antonio Bux, Kevlar, pp. 144, 2016 10. Mauro Roversi Monaco, Mauritania, pp. 108, 2016 11. Attraversare le parole. La poesia nella Svizzera italiana: dialoghi e letture, a cura di Tania Collani e Martina Della Casa, pp. xx-156, 2017 12. Michele Marullo Tarcaniota, Poesie d’amore, testo latino a fronte, a cura di Pietro Rapezzi, pp. 148, 2017 13. Corrado Paina, Largo Italia, pp. 92, 2018