Giovanni Pallanti
La Pira e la DC Una storia di libertĂ contro le ideologie totalitarie del XX secolo Prefazione di Alessandro Corsinovi
Giovanni Pallanti
La Pira e la DC Una storia di libertĂ contro le ideologie totalitarie del XX secolo prefazione di Alessandro Corsinovi
SocietĂ
Editrice Fiorentina
© 2017 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice isbn 978-88-6032-442-9 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Le foto pubblicate nel presente volume provengono dall’archivio privato di Alessandro Corsinovi (per gentile concessione), a eccezione di quella a p. 83 che è stata tratta dalla pubblicazione Con il popolo cileno, Provincia di Firenze, 1973 In copertina Giovanni Pallanti, Giorgio La Pira e Aldo Moro, Firenze, Piazza della Signoria, 1976
Questo libro è dedicato in modo particolare, oltreché ai democratici cristiani degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, a tre di loro che sono stati ingiustamente toccati dalla mala giustizia senza che rinunciassero ai loro ideali e si facessero intimidire nella loro azione politica: Ettore Bernabei (1921-2016), fiorentino, direttore de «Il Giornale del Mattino» di Firenze, de «Il Popolo», direttore generale della Rai e presidente di Italstat, civil servant della Repubblica italiana, amico fraterno di Giorgio La Pira e di Amintore Fanfani. Silvano Bambagioni (1928-2011), presidente della Cassa di Risparmio di Prato e proposto della Misericordia di Prato, uomo buono e generoso, figlio del popolo che ha servito il popolo. Gianni Conti (1932), vicesindaco di Firenze dal 1990 al 1992, eletto per sei volte consigliere comunale in Palazzo Vecchio e consigliere nazionale della Democrazia Cristiana, amico di Carlo Donat Cattin e da sempre dell’Autore di questo libro.
Indice
11 Ringraziamenti 13 Prefazione di Alessandro Corsinovi
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Le strumentalizzazioni della storia
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La Pira e la DC
33
I silenzi su La Pira con la DC
36
Gli inganni dei comunisti italiani
40
La grande menzogna comunista in danno della povera gente
46
L’opportunismo dei cattocomunisti
48
La Pira contro le ideologie totalitarie del XX secolo
52
La nostra amicizia con La Pira
66
L’importanza dei giovani DC nella politica fiorentina e italiana
73
Tre conferenze sul valore della Costituzione della Repubblica Italiana
80
Per la libertà del Cile dopo il colpo di Stato del generale Pinochet
90
Palazzo Vecchio
102
L’attacco di Fortebraccio…
104
Il ritorno di La Pira in Parlamento
ÂŤAnche se ammettiamo che ogni generazione ha diritto a scrivere la propria storia, rifiutiamo di ammettere che ha diritto di manipolare i fatti per metterli in armonia con la sua prospettivaÂť (Hannah Arendt)
Ringraziamenti
L’Autore ringrazia in modo particolare Marcello Mancini, già direttore de «La Nazione», per gli utili consigli fornitegli per la stesura di questo libro; mons. Andrea Drigani per avergli indicato alcuni importanti documenti; Alessandro Corsinovi per i documenti fotografici che corredano questo libro; inoltre, per averlo aiutato in diversa maniera per la stesura materiale del testo, la dottoressa Salvina Di Gangi, l’architetto Ginevra Cerchiai, il dott. Giuseppe Bellatti e il libraio Francesco Rossi.
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Prefazione
di Alessandro Corsinovi*
Nel 1968 mi ero iscritto al primo anno del Liceo artistico di Firenze e Giovanni Pallanti era già al secondo. Ci conoscevamo già: tutti e due abitavamo in Oltrarno nel rione di Santo Spirito, io in Via Toscanella zona piazza Pitti (parrocchia di Santa Felicita), e Giovanni in Via Santa Maria (parrocchia di San Felice in Piazza). Ambedue figli di “gente del popolo”: il mio babbo operaio motorista delle ferrovie e la mamma semplice casalinga; Giovanni Pallanti figlio della “mitica” Cesarina, una donna coraggiosa e intelligente che, rimasta vedova con due figli, faceva la donna di servizio per mantenerli agli studi. Mi iscrissi al Movimento giovanile DC nel 1971 e poi alla DC. Con Pallanti eravamo in prima linea nelle battaglie studentesche contro i giovani fascisti, gli anarchici e i giovani comunisti, affascinati, questi ultimi, dal mito della Rivoluzione russa del 1917 e convinti seguaci * Segretario provinciale dei giovani democristiani di Firenze dal 1975 al 1977; presidente del Consiglio nazionale del Movimento giovanile della DC dal 1976 al 1980. Nel 1990 viene eletto nelle liste dei candidati democratico-cristiani per tre volte consecutive consigliere alla Provincia di Firenze; dal 2004 al 2009 è consigliere alla Provincia di Livorno dove viene nominato, come esponente dell’opposizione, vicepresidente vicario del Consiglio provinciale labronico.
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di Gramsci e di Togliatti. Pallanti in questo libro racconta, a tal proposito, i grandi inganni del comunismo nel Novecento nel mondo e in Italia. Miti fondati sulla ignoranza storica e molto difficili da contrastare. Al liceo avevamo dato vita al “Gruppo di Base degli studenti cattolici-democratici”. Facevamo volantini, assemblee, partecipavamo attivamente alle manifestazioni studentesche con coraggio e con le “nostre” bandiere bianche con lo scudo crociato della DC. Noi, nuove leve della gioventù democristiana, facevamo propria la concezione secondo la quale l’unità politica dei cattolici non è una necessità confessionale, ma solo e sempre un libero consenso di cattolici su una proposta e un progetto politico. Fede e politica, insegnamento e azione del vivere quotidiano erano riassunte in esperienze che volevamo rivalorizzare fino in fondo. Sentivamo come nostro questo compito che era condiviso da una vasta parte della gioventù cattolico-democratica. Non eravamo “rottamatori e basta”, lottavamo per le riforme, avevamo proposte e progetti concreti, volevamo riappropriarci di una storia e di valori che facevano tornare credibile, in senso progressista, la proposta ideale e politica della DC. I nostri riferimenti erano Romolo Murri, Guido Miglioli, don Giovanni Minzoni, don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani: di questi personaggi avevamo raccolto l’insegnamento e le esperienze che per le giovani leve democratico-cristiane erano fondamentali. Da don Milani da ragazzo c’ero stato anche io: la prima volta a Barbiana mi ci aveva portato il mio babbo, in lambretta, per fare ripetizione perché in famiglia non potevano permettersi le “ripetizioni a pagamento”. Poi da San Martino a Scopeti dove la mia famiglia era ospite 14
di parenti, tutti i giorni senza né sabati né domeniche, per due stagioni estive, scendevo a piedi a valle e risalivo su per il sentiero alle pendici del Monte Giovi insieme a Nevio Santini e ad altri ragazzi che erano i più assidui della scuola del priore di Barbiana. Dopo gli anni del liceo, con Pallanti ci eravamo buttati, nel 1974, a capofitto anche nelle lotte universitarie. La nostra dimensione politica e organizzativa come giovani DC si era affermata sotto la guida del Movimento giovanile fiorentino di cui Pallanti era diventato segretario provinciale. Questa nostra presenza nelle scuole si era poi consolidata all’Università con la creazione del “Centro Studi Universitario Giuseppe Donati” di cui Pallanti era divenuto il presidente. Presentammo le liste alle elezioni per il rinnovo degli organismi di gestione universitaria nelle varie facoltà fiorentine. Ottenemmo un grande successo con molti eletti nei consigli di facoltà e io, con il sostegno dei giovani DC e il voto studentesco, venni eletto membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo fiorentino. Insieme a Giovanni Pallanti eravamo quindi diventati come giovani DC protagonisti delle realtà politica giovanile non solo del territorio ma anche a livello regionale delle Toscana. Eravamo riusciti a far diventare il Movimento giovanile DC un soggetto capace di iniziativa e di proposta politica che si relazionava, senza timore reverenziale nei confronti di nessuno, con le altre forze politiche e non solo quelle giovanili. Merito di questa visibilità politica era stato per la gestione del Movimento giovanile precedente alla mia, quella di Giovanni Pallanti, con il quale fin dall’inizio io e molti altri giovani amici avevamo attivamente collaborato. Altri tempi rispetto a oggi. Le organizza15
zioni politiche giovanili sono oggi scomparse. A quel tempo eravamo qualcosa di consistente. Quando feci il Congresso provinciale dopo la prima fase di gestione del MG fiorentino (di cui avevo ereditato la guida da Pallanti) eravamo in tanti e prendemmo l’enorme Sala Rossa del Palazzo dei Congressi. Roba che oggi non fanno neppure i leader nazionali degli pseudo-partiti della cosiddetta seconda Repubblica. Nel 1976 insieme alle liste dei Cattolici Popolari bissammo il successo di due anni prima e piazzammo nostri eletti in quasi tutte le facoltà universitarie. Pallanti nel 1975 era diventato anche con il sostegno dei giovani DC consigliere comunale di Firenze. Nel 1976 il nostro principale progetto politico fu però quello del ritorno di Giorgio La Pira in Parlamento: un obbiettivo tenacemente perseguito e raggiunto, non senza contrasti e difficoltà anche all’interno del nostro stesso partito. Eravamo cresciuti politicamente anche a livello nazionale. Pallanti era stato il candidato della nostra corrente dell’epoca (la “Base”) al Congresso nazionale del Movimento giovanile DC, ci battevamo contro le componenti più reazionarie della politica dell’epoca e contro le ritorsioni di quel mondo deviato. Dovevamo guardarci le spalle contro le intimidazioni e le aggressioni di quelli dell’estrema sinistra e degli avversari politici esterni ma un po’ anche dall’inimicizia di alcuni avversari interni della nostra stessa parte politica. Nel giugno del 1976 con il Movimento giovanile DC nazionale organizzammo a Firenze in Piazza della Signoria la più grande manifestazione di piazza di tutti i tempi della gioventù democristiana. Dal palco, piazzato sotto la loggia degli Uffizi, ebbi l’onore di introdurre 16
e presentare (insieme ad altri dirigenti del Movimento giovanile nazionale) la manifestazione. C’erano il giovane Pier Ferdinando Casini, Beppe Fornasari, Umberto Laurenti, Maria Maglio, Emerenzio Barbieri e appunto Giovanni Pallanti. All’enorme folla di giovani democristiani parlarono Aldo Moro, Luigi Granelli e Giorgio La Pira, che si rivolse alle migliaia di giovani presenti con un vibrante e intenso discorso: «sui giovani che sono come le rondini, portano la primavera, cioè la speranza e il rinnovamento». Vincere la battaglia politica per La Pira fu per noi di grande soddisfazione. Questo libro di Giovanni Pallanti riscrive pezzi di storia politica che, a tanti anni di distanza, potrebbero sembrare poco importanti ma che riaprono finalmente squarci di verità sulle cose vere e reali e sui personaggi di quel tempo. Pezzi di storia politica e personale che riguardano anche la DC e La Pira. Cose e particolari che sono stati volutamente taciuti nei resoconti di una certa stampa, nei libri, libercoli, trattati giornalistici, film, documentari quasi tutti a senso unico. Una storia che tenta di sminuire fin quasi a cancellarla l’esperienza della migliore tradizione politica della Democrazia Cristiana, esattamente come si è a lungo tentato di scrivere la storia e le biografie di La Pira omettendo la sua appartenenza alla storia della DC nazionale e locale. Giovanni Pallanti con questo libro intende controbattere da par suo le teorie di coloro che hanno cercato di presentare la storia di La Pira come se fosse avulsa dalla storia della DC, per sminuirle nella logica per anni imperante dell’egemonia comunista su una parte preponderante della storiografia ufficiale. 17
Pallanti con il suo libro riesce a raccontare ai lettori come La Pira fosse uomo delle istituzioni e padre costituente, grande sindaco, ma soprattutto uomo di Dio, della Chiesa, e anche della DC.
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