Sancio Panza governatore dell'isola Barattaria

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Fabio Bertini

euro 38,00 www.sefeditrice.it

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Giovanni Claudio Pasquini  Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

è studioso di letteratura italiana. Cultore della materia presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze, ha conseguito il titolo internazionale di Dottore di Ricerca con un progetto sull’incidenza degli aspetti giuridici nella drammaturgia tragica del Cinquecento italiano. Membro del Comitato Scientifico della collana internazionale «Recreaciones Quijotescas en Europa», quale specialista di letteratura teatrale italiana, si occupa dei testi della librettistica musicale del XVIII secolo derivati dal romanzo cervantino. Nondimeno i suoi interessi sono tuttora rivolti allo studio del teatro del XVI secolo, nonché, più in generale, al rapporto interdisciplinare della letteratura con il diritto. Oltre ad alcuni articoli sulle riviste di settore, ha pubblicato le opere monografiche «Havere a la giustitia sodisfatto». Tragedie giudiziarie di Giovan Battista Giraldi Cinzio nel ventennio conciliare (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2008) e «Hor con la legge in man giudicheranno». Moventi giuridici nella drammaturgia tragica del Cinquecento italiano (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2010). Ha inoltre curato l’edizione critica dell’inedita tragedia cinquecentesca del fiorentino Antonio Benivieni il Giovane: Massima. Il «Ciriffo Calvaneo» a teatro. Un’inedita tragedia del cod. Fondo Nazionale II.I.91 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Roma, Bulzoni, 2014).

Bastano pochi anni di servizio presso la Curia pontificia per compromettere, evidentemente senza rimedio, i rapporti fra Giovanni Claudio Pasquini e il cardinale Nicolò Coscia. Si può senz’altro asserire che l’imprudente genuina schiettezza – per non dire irriverenza – con cui è acuito nel giovane abate, senese di nascita, il già verace e diretto temperamento delle genti toscane, abbia offerto, inattesa e quanto mai necessaria, la decisiva occasione di lasciare Roma. Inizia così l’avventura extra Alpes, dapprima alla corte imperiale, in seguito presso quelle elettorali tedesche di Mannheim e di Dresda. Nella Vienna di Carlo VI entra in contatto con gli allora poeti di corte Apostolo Zeno e Pietro Pariati, quindi con Pietro Metastasio, il poeta cesareo per antonomasia. Dotato di talento comico, ma anche di spirito satirico – talvolta, suo malgrado, ancora da contemperare –, l’incontro del librettista con il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes prosegue il fortunato ciclo teatrale avviato con Zeno e Pariati (Don Chisciotte in Sierra Morena del 1719) per dilettare un entourage di palazzo connotato da una forte presenza spagnola, giunta da Barcellona nella capitale dell’impero, al seguito dell’Asburgo. In una tale contingenza, la commedia per musica Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria, rappresentata per il Carnevale del 1733 con la musica di Antonio Caldara, va a costituire il secondo cimento chisciottesco del drammaturgo toscano, preceduto dal Don Chisciotte in corte della duchessa, la cui messinscena risale al Carnevale del 1727. Pasquini compendia entro il tessuto già ben predisposto del romanzo cervantino quella dimensione temporale e mentale che il teatro condivide con il tempo di Carnevale; dimensione abilitata per consuetudine e per convenzione cerimoniale ad accogliere la commistione cetuale, ovvero quel momento in cui anche il volgo, con la caduta delle partizioni censuarie, poteva per ischerzo essere ammesso e coinvolto negli aristocratici maneggi di palazzo. Con il sottotitolo di «commedia per musica» il Sancio dichiara un duplice vincolo di appartenenza: se in qualità di libretto, per struttura e composizione richiama a tutta una tradizione che origina dalla napoletana “Commeddeja pe’ Mmuseca”, è invece nel canone toscano, senese in ispecie, che rinviene l’eredità di moduli stilistici, oltre che linguistici, espressivi e idiomatici, mediante cui nasce spontaneo il fitto dialogo con la compagine eroicomica dei poemi o con il locale paradigma comico-teatrale della triade toscana, composta dal fiorentino Fagiuoli e dai conterranei di Pasquini, Gigli e Nelli. Sorretta in scena da un cast di cantanti dotati a un tempo di intuibili doti attoriali, necessarie a sbalzare le peculiarità caricaturali di taluni personaggi e la ricca gestualità, suggerita da frequenti indicazioni anche implicite alle medesime battute, per talaltri, la pièce di Pasquini, testimonia del grande interesse che la Wiener Kaiserhof, anche come implicito omaggio alla corona spagnola detenuta dall’imperatore fino a pochi anni prima, riserva al capolavoro letterario dell’alcalese.

In una terra della M An einem Ort der Landschaft Mantzsch Naõ ha muitPanza o que Sancio n’humgovernatore lugar daBarattaria Manch dell’isola En un lugar de la Mancha En un lieu de la Ma There lived not long sinc certaine vilage of the M 1  Recreaciones Quijotescas en Europa

Giovanni Claudio Pasquini

introduzione, edizione critica e commento di Fabio Bertini con traduzione a fronte in lingua spagnola

in Appendice l’edizione tedesca del XVIII secolo coordinatrici della ricerca Agapita Jurado Santos e Laura Riccò



Recreaciones Quijotescas en Europa • 1


La colección «Recreaciones quijotescas en Europa» se propone promover y difundir, en ámbito nacional e internacional, ediciones críticas y traducciones de las reescrituras o reelaboraciones de la novela de Miguel de Cervantes Don Quijote de la Mancha, además de estudios e investigaciones de la novela y sus reinterpretaciones desde sus orígenes hasta la época contemporánea. La calidad científica de las publicaciones se garantizará con un proceso de revisión por pares (peer review), y de los Comités internacionales científico y editorial. La colección contempla ediciones en forma impresa o digital con un modelo de difusión de pago o de acceso libre (open access). La collana «Recreaciones quijotescas en Europa» intende promuovere e diffondere, in ambito nazionale e internazionale, edizioni critiche e traduzioni di riscritture o rielaborazioni del romanzo di Miguel de Cervantes «Don Quijote de la Mancha», nonché studi e ricerche sull’opera e le sue reinterpretazioni dalle origini fino alla contemporaneità. La qualità scientifica della collana è garantita da un processo di revisione tra pari (peer review) e dai Comitati internazionali, scientifico ed editoriale. Sono previste edizioni in formato cartaceo e digitale, con accesso a pagamento oppure aperto (open access).

Dirección Agapita Jurado Santos Codirección Emilio Martínez Mata Comité científico Maria Fernanda de Abreu (Universidade Nova di Lisbona); María Fernández Ferreiro (Universidad de Oviedo); Agapita Jurado Santos (Università degli Studi di Firenze); Aaron M. Kahn (University of Sussex); Emmanuel Marigno (Université Jean Monnet – SaintÉtienne); Emilio Martínez Mata (Universidad de Oviedo); Iole Scamuzzi (Università di Torino); Fabio Bertini (Università degli Studi di Firenze) Comité editorial Anna Bognolo (Università di Verona); Jean Canavaggio (Université París X Nanterre); Begoña Lolo (Universidad Autónoma de Madrid); José Manuel Lucía Megías (Universidad Complutense de Madrid); José Manuel Martín Morán (Università di Vercelli); Carlos Mata Induráin (Universidad de Navarra); José Montero Reguera (Universidad de Vigo); Pedro Javier Pardo García (Universidad de Salamanca); Donatella Pini (Università di Padova); Maria Grazia Profeti (Università degli Studi di Firenze); Laura Riccò (Università degli Studi di Firenze); Caterina Ruta (Università di Palermo) Comité de redacción Arianna Fiore (Università degli Studi di Firenze); Elisa Martini (Università degli Studi di Firenze); María Fernández Ferreiro (Universidad de Oviedo); Guillermo González Amaya (Theater für die Niedersachsen); Alfredo Moro Martín (Universidad de Cantabria) Colección ediciones modernas Dirección María Fernández Ferreiro


Giovanni Claudio Pasquini

Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria introduzione, edizione critica e commento di

Fabio Bertini premessa di

Luigi Dei prefazione di

Agapita Jurado Santos traduzione spagnola di

Arianna Fiore trascrizione del libretto tedesco di

Guillermo González Amaya rivista in veste diplomatica da

Hans Honnacker curatela editoriale di

Elisa Martini coordinatrici della ricerca

Agapita Jurado Santos e Laura Riccò

Società

Editrice Fiorentina


con il patrocinio di

DILEF

DIPARTIMENTO DI LINGUE, LETTERATURE E STUDI INTERCULTURALI

DIPARTIMENTO DI LETTERE E FILOSOFIA

Pubblicato con il contributo dei fondi ex 60% del Dipartimento di Lingue Letterature e Studi Interculturali dell’Università di Firenze e con i fondi del progetto «Recepción e interpretación del Quijote (1605-1830). Traducciones, opiniones, recreaciones», finanziato dal Ministerio de Economía y Competitividad de España: Programa Estatal de Fomento de la Investigación Científica y Técnica de Excelencia: FFI2014-56414-P.

© 2017 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-412-2 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata


indice

Premessa di luigi dei agapita jurado santos i. Prefación. Edición y traducción de las recreaciones quijotescas i.1. Estado de la cuestión y proyectos de edición i.2. El Quijote plurilingüe y transnacional i.3. El Quijote bilingüe: la producción italiana en la corte de Viena i.4. Sancho Panza: de Guérin de Bouscal a la Corte del Emperador

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fabio bertini ii. Introduzione 1 II.1. Dai Rozzi alla corte di Carlo VI II.2. Sancio nel carnevale del 1733 II.3. La commedia per musica alla maniera di Pasquini, ovvero il Sancio in Toscana II.4. Il cast della prima alla Hofburg

III. TESTI GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria / Sancho Panza gobernador de la isla Barataria edizione critica e commento di Fabio Bertini, traduzione a fronte di Arianna Fiore

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FABIO BERTINI iii.1. Nota al testo 209 ARIANNA FIORE iii.2. Nota alla traduzione 215 iv. appendice ANTONio PROKOFF Sancio Panza, Gouverneur Der Insul Barattaria trascrizione di Guillermo González Amaya, rivista in veste diplomatica da Hans Honnacker

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HANS HONNACKER IV.1. Nota alla trascrizione diplomatica 269 Indice delle tavole

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Indice dei nomi

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Premessa

Il progetto «Europa creativa» Q. Theatre. Theatrical Recreations of Don Quixote in Europe, finanziato dall’Unione Europea per il biennio 2017-2019, è stato ideato da sei Università di cinque Paesi diversi: l’Università di Oviedo in Spagna (coordinatrice), le Università di Firenze e Torino, l’Università del Sussex nel Regno Unito, l’Università Jean Monnet-Saint-Étienne in Francia, l’Università Nova di Lisbona in Portogallo e inoltre la Fondazione Teatro Piemonte Europa di Torino. L’obiettivo del progetto che si propone di analizzare la ricezione del Don Chisciotte nel teatro europeo dal secolo XVII fino ad oggi appare di estremo interesse e assolutamente stimolante. Rilevo con particolare ammirazione la volontà manifesta di facilitare e promuovere l’avvicinamento del pubblico agli adattamenti scenici del Don Chisciotte come mezzo per capire, attraverso il teatro, il suo ruolo nella formazione della cultura europea. Mai come in questo momento storico appare cruciale l’acquisizione di strumenti conoscitivi per comprendere la cultura europea in un’ottica fortemente permeata di contemporaneità e proiettata verso un avvenire di apertura, accoglienza e integrazione. In questo senso il recupero e la pubblicazione di testi teatrali, ma non solo, e di opere drammatiche chisciottesche, sia in accesso aperto che in forma cartacea, appare operazione editoriale di assoluto rilievo, vista l’enorme fortuna del romanzo di Cervantes in Europa. In questo volume si presenta un’edizione “pilota” della più ampia e ambiziosa impresa editoriale, che per altro ha giocato un ruolo di rilievo nella valutazione del progetto complessivo per l’assegnazione dei fondi europei: Sancio Panza governatore dell’Isola Barattaria, commedia per musica, parole di Giovan Claudio Pasquini e musica di Antonio Caldara, rappresentata nel carnevale viennese del 1733. Giova altresì ricordare che questa edizione, nonché quelle che seguiranno nel prossimo biennio del progetto, s’inscrivono anche nell’ambito della filologia teatrale e in particolare della poesia per musica, di cui il libretto d’opera è stato un vero e proprio “genere” di lunga durata e di fondamentale importanza per la diffusione della lingua e della cultura italiane nel nostro continente. In questo quadro di ricerche e studi mi è particolarmente gradito infine menzionare che una performance di tema chi-


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sciottesco sarà affidata alla compagnia teatrale dell’Ateneo fiorentino Binario di Scambio, sotto la direzione di Teresa Megale, per altro fin dall’inizio parte attiva del progetto. Luigi Dei Magnifico Rettore Università degli Studi di Firenze Firenze, 30 agosto 2017


I. Prefación. Edición y traducción de las recreaciones quijotescas

I.1. Estado de la cuestión y proyectos de edición El presente volumen es el primero de una colección que se propone como objetivo principal el de dar a conocer a los estudiosos, y a un público más amplio, una serie de obras que durante varios siglos han recreado la novela más famosa de Cervantes, Don Quijote de la Mancha. En Europa occidental son centenares; solo de los siglos XVII y XVIII se conservan más de doscientos títulos1, de los cuales muchos permanecen inéditos. Estamos ante un corpus cuya magnitud y complejidad requiere un trabajo multidisciplinar no exento de dificultades; entre ellas, la primera sin duda, el acceso a estas obras, que atraviesan Europa y varios siglos en lenguas y culturas diferentes, y que actualmente se encuentran en su mayoría dispersas en las bibliotecas europeas y americanas2, sin haber conocido ediciones modernas y accesibles. Más escasa aún es su traducción a la lengua de Cervantes, idioma que sirve de vehículo para los lectores del Quijote3. Sin embargo, consideramos importante, como paso previo para su estudio, editar las obras que nos han parecido más significativas, en ediciones bilingües, sinópticas, con el fin de acercar a filólogos, y al lector curioso, este corpus, indispensable para la reconstrucción del complejo fenómeno de la recepción cervantina. A los filólogos porque estas 1 Los datos están tomados de Agapita Jurado Santos, Recorridos del «Quijote» por Europa (siglos XVII y XVIII). Hacia una bibliografía, Kassel, Reichenberger, 2015. El volumen recoge solo obras publicadas y conservadas en los fondos de las bibliotecas, y cuyo título (o el título de las reediciones o traducciones) muestra abiertamente la relación con el Quijote; o aquellas donde, con un contrato de pastiche, se retoma a alguno de los personajes de la novela cervantina para crear nuevas obras; por lo que el número de piezas que, efectivamente, reescribieron el Quijote, sería aún más numeroso, pensemos por ejemplo en las famosas comedias de Calderón o de Shakespeare, que hoy se consideran perdidas, o en las obras que se inspiran en la novela sin declararlo explícitamente, dando lugar a largos debates sobre la posible influencia cervantina muy difíciles de solventar. 2 Hay que decir que una buena parte de ellas están digitalizadas, pues numerosas bibliotecas de Europa y Estados Unidos ofrecen, generosamente, la posibilidad de acceder a la lectura de la princeps. 3 Según mis datos, solo se han traducido al español: Don Chisciotte in Sierra Morena, de Apostolo Zeno y Pietro Pariati, trad. Alonso Soriano (cfr. Agapita Jurado Santos, Recorridos…, cit., p. 106); Henry Fielding, Don Quixote in England, trad. Antonio Ballesteros (ivi, p. 141); Charlotte Lennox, The Female Quixote, trad. Manuel Broncano (ivi, p. 145).


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obras enriquecen la visión de la cultura de llegada, y a la vez aportan lecturas nuevas y renovadoras de la novela, pudiendo alimentar un cervantismo que en los últimos tiempos refleja una evolución y búsqueda de caminos nuevos, tras unos años en los se percibía la sensación de haber agotado las posibilidades hermenéuticas de la novela, y después de un siglo en el que se han aplicado prácticamente todas las metodologías de análisis conocidas. Y aun así, el Quijote no ha dejado de alimentar a la crítica, a artistas y a lectores de diferentes países y nacionalidades4; por ello, las reescrituras quijotescas pueden interesar al lector o al espectador no especialista, pues no obstante el olvido en que muchas de ellas han caído, estas obras ofrecen una riqueza formal, estilística y temática que mantiene en numerosos casos su vigencia y su potencial de atracción de espectadores y lectores. Las recreaciones son, además, un testimonio de la circulación de formas, temas y motivos que se produjo en una Europa conectada en tantos niveles. En unos años en los que se estaban creando y fortaleciendo las monarquías absolutistas, aumentaban los contactos a través de las políticas matrimoniales de las casas reales europeas, y de las numerosas guerras religiosas y territoriales que asolaron el continente. En el siglo XVII se intensifica la circulación de soldados, diplomáticos, viajeros, libros, compañías teatrales, actores, libretistas, cantantes, y un largo etcétera, por los países de Europa. Es un siglo en el que asistimos al apogeo y a la decadencia del imperio español, y al mismo tiempo la cultura ibérica alcanza su madurez, pasando de absorber el clasicismo del renacimiento y el manierismo italiano, a exportar géneros nuevos, por ejemplo la novela picaresca, la comedia nueva, o la novela “realista” de matriz cervantina5. La novela del Qui4 Baste pensar en la copiosa bibliografía recogida en Francisco Cuevas Cervera, El Cervantismo en el siglo XIX: del «Quijote» de Ibarra (1780) al «Quijote» de Hartzenbusch (1863), Oviedo, Ediciones de la Universidad de Oviedo, 2015; María Fernández Ferreiro, La influencia del «Quijote» en el teatro español contemporáneo. Adaptaciones y recreaciones dramáticas quijotescas (1900-2010): Alcalá de Henares, Instituto Universitario de Publicaciones Miguel de Cervantes – Servicio de Publicaciones de la Universidad de Alcalá, 2016. 5 La circulación entre la cultura hispánica y la europea fue frecuente y a menudo osmótica, como puede verse, por ejemplo en L’age d’or de l’influence espagnole, La France et l’Espagne à l’époque d’Anne d’Austriche 1615-1660, ed. Charles Mazouer, Mont-de-Marsan, Ed. InterUniversitaires-Sarl SPEC, 1991; Andrea Sommer-Mathis, Las relaciones teatrales entre las dos ramas de la Casa de Austria en el Barroco, en Barroco español y austriaco: Fiesta y teatro en la Corte de los Habsburgo y los Austrias, comisarios José María Díez Borque y Karl Friedrich Rudolf, Catálogo de la exposición, Madrid, Museo municipal de Madrid, abril-junio 1994, pp. 41-57; Juan Antonio Garrido Ardila (ed.), The Cervantean Heritage, Reception and Influence of Cervantes in Britain, Leeds, Modem Humanities Research Association and W. S. Maney &, 2009; Marco Lombardi, Le «follie di Spagna» e alcune formazioni di compromesso nella drammaturgia francese da Molière a Beaumarchais, en Leyendas negras e leggende auree, eds. Maria Grazia Profeti y Donatella Pini, Firenze, Alinea, 2011, pp. 27-42; Paolo Fabbri, «Round Table III: Drammaturgia spagnuola e drammaturgia francese nell’opera italiana del Sei-Settecento», en Acta Musicologica, lxiii, 1991, pp. 11-14; Maria Grazia Profeti, Me llamen ignorante Italia y Francia, en El ‘Arte Nuevo de hacer comedias’ en su contexto europeo, eds. Felipe Blas Pedraza Giménez, Rafael González Cañal y Elena Elisabetta Marcello, Cuenca, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Castilla-La Mancha, 2010, pp. 55-73. De todos modos, las dificultades en elaborar historias europeas de los fenómenos literarios y artísticos en general, y del barroco en particular, siguen siendo un freno para los estudios transnacionales; un ejemplo


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jote, género nuevo, y omnicomprensivo, despertó la curiosidad y el asombro de numerosos artistas6, que la convirtieron a su vez en una obra inspiradora de nuevas creaciones. Los personajes y tramas cervantinos atravesaron en pocos años fronteras nacionales y lingüísticas: con las tempranas traducciones de la novela al francés y al inglés, y posteriormente al italiano y otras lenguas, se facilitó su llegada a países donde el poder de la monarquía española mantenía su presencia y su cultura, difundiendo el aprendizaje del castellano, y con ello la posibilidad de leer la novela, además, en su lengua de origen. En un ambiente de cortes y cortesanos multilingües, y de una expansión sin precedentes de la empresa editorial y del teatro comercial, el Quijote se difunde también gracias a las recreaciones de la novela, entre un público en condiciones de descifrar rápidamente a los personajes o las alusiones al texto cervantino, y por lo tanto las variantes que a lo largo del tiempo fueron transformando, en ocasiones radicalmente, la obra fuente. Por ello nos ha parecido oportuno iniciar la colección de recreaciones quijotescas con una de las piezas más representativas de este clima plurilingüe, que colaboró en la transformación del Quijote de novela nacional en una obra del patrimonio europeo: la comedia de Pasquini, con música de Caldara y de Matteis, Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria, representada en la corte de Viena en 1733 y publicada en italiano y en alemán, es un buen ejemplo del clima cosmopolita en el que los personajes del Quijote encontraban asiento7. Aunque si recorremos la trayectoria de las recreaciones quijotescas, sabemos que estas inician en ámbito español, con numerosas mascaradas y piezas teatrales donde los personajes del Quijote entran a formar parte de nuevas obras, y en particular de géneros nuevos como la comedia burlesca y la comedia de figurón en España, la tragicomedia en Francia o el melodrama en Italia y en Alemania / Austria8. La de ello lo ofrece Evangelina Rodríguez Cuadros respecto a la comedia nueva: «aún hoy en día es palpable la resistencia a reconocer el teatro español del siglo XVII como nutriente de la memoria teatral europea, más allá, por supuesto, de una obligada referencia académica», en «Teatro Español del Siglo de Oro: del Canon Inventado a la Historia Contada», en Revue Internationale de Philosophie, lxiv, 252 (2), 2010, pp. 247-273: 249. 6 Las alusiones a la fama de la novela son abundantes en los paratextos de las recreaciones quijotescas, junto al asombro ante una creación considerada original y nueva, bien documentado por Maurice Bardon, que leemos por ejemplo en Pierre Perrault, Critique du libre de Don Quichotte de la Manche (1679), un texto poco estudiado, a pesar de que se trata seguramente del primer análisis crítico de amplia portada sobre la novela de Cervantes. Perrault, con el propósito de oponerse «à une approbation aussy generale qu’est celle de ce libre», recoge la visión francesa de la época: «il est estimé de beaucoup de gens d’esprit […] qui disent tous que ce Livre est original. L’invention nouvelle, et le sujet heureusement traitté», Pierre Perrault, Critique du libre de Don Quichotte de la Manche, ed. Maurice Bardon, París, Les Presses Modernes, 1930, pp. 72, 77. 7 La elección de esta obra se debe asimismo al hecho de que se tradujo el mismo año al alemán y, además, con ella se introduce en Italia el tema de Sancho gobernador, uno de los filones creativos más novedosos del corpus, como veremos más adelante. 8 Cfr. Agapita Jurado Santos, «Ausencias de don Quijote y Sancho en la novela italiana del XVII, y libertad de don Quijote en los primeros melodramas», en Historias fingidas, iv, 2016, pp. 189-203: 191. Las recreaciones dramáticas en los primeros decenios fueron preponderantes, aunque también se


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mayoría de las reescrituras españolas del siglo XVII ha conocido por lo menos una edición moderna9. También las primeras recreaciones francesas e italianas han obtenido la atención de los estudiosos de los respectivos países10, donde se han publicado en su idioma original y con valiosos estudios que ayudan a situar estas piezas en su contexto histórico-literario. Podemos afirmar que, a pesar de la escasez de obras editadas respecto al conjunto del corpus, existe una base de partida para reconstruir la recepción del Quijote en el siglo XVII con una visión diacrónica, transnacional, y de conjunto11. Sin embargo, estamos ante un material que solo recientemente ha atraído la atención de los cervantistas, por dos motivos a mi parecer fundamentales: la desvalorización de lo cómico que a partir de la lectura romántica han interiorizado los lectores de la novela; y la dificultad de leer estas obras debido al cambio de idioma y a la distancia cultural, que obstacu-

escribieron novelas: la de Avellaneda y las novelas cortas de Banchieri o de Montluc, que pasaron bastante desapercibidas, vista la escasez de reediciones. En cambio, hacia finales del siglo XVII y principios del XVIII, las continuaciones de Filleau y de Challes, importantes por el gran número de reediciones y por su traducción al alemán, así como la traducción de Lesage del apócrifo de Avellaneda, traducida a su vez al inglés y al alemán, contribuyeron notablemente en la difusión de la novela en cuanto género narrativo. Cfr. Agapita Jurado Santos, Recorridos…, cit., pp. 179-182. 9 Hasta la fecha se ha editado buena parte de las mascaradas, por ejemplo en Francisco Rodríguez Marín, Estudios Cervantinos, Madrid, Atlas, 1947; Caterina Buezo, Prácticas festivas en el teatro breve del siglo XVII, Kassel, Reichenberger, 2004; Ignacio Arellano, Pliegos volanderos del GRISO (Homenaje a Cervantes en el IV Centenario del Quijote), 8 septiembre, Pamplona, Universidad de Navarra, 2005. También se ha editado en el siglo XX la mayoría de entremeses y comedias españoles relacionados con el Quijote, cfr. Agapita Jurado Santos, La locura de don Quijote en las tablas del XVII, Vigo, Academia del Hispanismo, 2012, pp. 302-308, donde se recoge al menos una de las ediciones modernas de los entremeses y comedias del siglo XVII, aunque no me consta que existan ediciones actuales de todos los entremeses relacionados con Sancho gobernador, cfr. Ead., Del «Quijote» al teatro y del teatro al «Quijote»: recorridos intertextuales en el siglo XVII, en El teatro de Miguel de Cervantes ante el IV centenario, Theatralia V, ed. Jesús G. Maestro, Pontevedra, Mirabel, 2003, pp. 441-449: 445-447. Respecto a la novela de Avellaneda, las ediciones modernas son más numerosas, pues es notorio que tras el centenario de la publicación en 2014, a las ya conocidas de Martín de Riquer, o García Salinero, se han sumado otras, como la de la RAE, con edición, estudio y notas de Gómez Canseco, la de Suárez Figaredo, o la de Rodríguez López-Vázquez, que han despertado una nueva atención hacia la novela apócrifa. 10 Respecto a Francia, existen ediciones modernas de algunos ballets, de la novela de Montluc, y de las piezas teatrales de Pichou y Guérin de Bouscal, una actividad editorial que parece interrumpirse con las obras posteriores a 1650, salvo el ballet de Favart, en 1743. En Italia sucede un fenómeno semejante: se han editado la novelita de Banchieri, los melodramas de Gigli o, del siglo XVIII, los de libretistas y músicos como Baretti, Apostolo Zeno, Paisiello, y los poemas de Giovanni Mele; dejando inédita una larga lista de melodramas que podría ofrecernos una idea de conjunto. Cfr. Agapita Jurado Santos, Recorridos…, cit., pp. 55-122. 11 Por lo que se refiere a la zona anglófona, donde el Quijote llegó más tarde, de las recreaciones del siglo XVII se ha editado el Hudibras de Butler, mientras que las comedias de D’Urfey, el primer dramaturgo que pone en escena a don Quijote en el Reino Unido, permanecen inéditas, solo se han publicado algunas de las canciones compuestas por Purcell para estas comedias musicales (Agapita Jurado Santos, Recorridos…, cit., pp. 125-139). Muy diferente es la situación de las reescrituras del siglo XVIII, puesto que actualmente disponemos de ediciones modernas de Fielding, Ayres, Lennox, Graves, Lucas o Tenney (ivi, pp. 140-155); o en área germánica de Wieland, Göchhausen y Schulz (ivi, pp. 170, 174, 175).


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liza su comprensión sin la guía de un estudioso de las respectivas literaturas, en grado de orientar a un lector o a un estudioso foráneo. De ahí la propuesta de editar estas obras con la traducción sinóptica a la lengua de Cervantes12, y la edición y estudio crítico a cargo de un especialista de la correspondiente literatura, enriquecida con la lectura, o lecturas, de cervantistas avezados en el estudio del Quijote y/o en el de las recreaciones quijotescas. Un trabajo multidisciplinar y multilingüe, coral, en el que unir diferentes competencias ante unas obras que implican campos de estudio diversos y convergentes a la vez, pues creemos, con Remak, que a pesar de la dificultad de crear equipos de trabajo, solo facendo ricorso a gruppi di lavoro potremo avere storie di esposizioni sovranazionali della letteratura. La quantità di fonti primarie e secondarie è tale che nessun singolo studioso è più in grado di elaborarla13.

Considerando el aspecto interdisciplinar del corpus, es evidente la necesidad de reunir competencias de diferentes campos del saber. Por ello, el presente libro nace de un trabajo de estrecha colaboración, enfocado esencialmente en el libreto y la puesta en escena, y podría, o debería, enriquecerse con el estudio de la componente musical14. En este primer paso cada uno de nosotros ha aportado sus conocimientos, compartiéndolos en las numerosas reuniones en que hemos intercambiado lecturas, saberes, críticas y sugerencias que nos han enriquecido a todos15. Además, justo cuando estamos a punto de dar este primer volumen a la imprenta16, nos ha llegado la noticia de la aprobación del proyecto para Europa 12 Una traducción de servicio, con la función de facilitar la comprensión del texto original. A la que hemos sumado una edición diplomática de la traducción al alemán de Prokop (1733), publicada en el mismo año, en función de la puesta en escena. De este modo, estudiosos y lectores disponen de un material plurilingüe, como multilingüe es el contexto en el que esta obra nace. 13 Henry H.H. Remak, Definizione e funzioni della letteratura comparata, en Manuale di letteratura comparata, ed. Armando Gnisci y Franca Sinopoli, trad. Franca Sinopoli, Roma, Meltemi, 1997, pp. 114142: 138. 14 Del Sancio Panza governatore de Pasquini-Caldara se publicó en 2016 el CD The Cervantes Operas, de Antonio Caldara, del conjunto La Ritirata, dirigido por Josetxu Obregón, en la colección «Música y Cervantes» de la Universidad Autónoma de Madrid, dirigida por Begoña Lolo, con la soprano María Espada en el papel de Altisidora, Emiliano González Toro en el de Don Quijote y João Fernandes como Sancho Panza. Se trata de una selección de fragmentos de una obra que podría interpretarse en su conjunto, pues la partitura se conserva manuscrita en la biblioteca nacional de Viena. 15 Aprovecho la ocasión para agradecer, a cada una de las personas que firman este libro, y a quienes nos han dado su apoyo, en particular a Emilio Martínez Mata, el privilegio y el placer de haber compartido esta idea de trabajo multidisciplinar y de equipo, con una entusiasta y estimulante presencia de todos ellos en cada una de las fases de construcción del libro, y del proyecto editorial que estamos iniciando con él. 16 Gracias al proyecto de investigación «Recepción e interpretación del Quijote (1605-1830). Traducciones, opiniones, recreaciones», y a la aportación del Departamento de Lingue, Letterature e Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Firenze.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

Creativa Q.THEATRE - Theatrical Recreations of Don Quixote in Europe17, que nos permitirá editar en los próximos años otras dos obras bilingües de relevante interés: la tragicomedia para música de Apostolo Zeno y Pietro Pariati, Don Chisciotte in Sierra Morena (1719), con música de Francesco Conti y Nicola Matteis, y la «opera serioridicola» para música de Giovanni Claudio Pasquini, Don Chisciotte in corte alla Duquessa (1727), con música de Antonio Caldara. De modo que el estudioso cervantino, y el lector en general, pueda disponer de un conjunto de obras coherente en su dimensión temporal y espacial. Como veremos, la actividad de los libretistas italianos en la corte de Viena mantuvo en escena a los personajes del Quijote en unos años en los que al parecer había decaído el interés en otros países. Además, fue gracias a las óperas italianas que se difundieron las tramas y los personajes cervantinos en el ámbito germánico, en particular en la corte. Como ya he afirmado en otras ocasiones, creo que un modo de crear un sustrato crítico que facilite la construcción de una visión de conjunto sobre el alcance del fenómeno de la recepción artística del Quijote, es el de estudiar estas obras con un criterio diacrónico y transnacional18, aunque la ausencia de ediciones modernas y de estudios de conjunto actuales sobre la recepción en Francia, durante la segunda mitad del siglo XVII y el siglo XVIII19, cuando el país galo jugó un importante papel de mediador en la difusión del Quijote por Europa, crea no pocas dificultades a quienes se acercan a las numerosas reescrituras del siglo XVIII.

17 Coordinado por la Universidad de Oviedo: referencia 584036-CREA-1-2017-1-ES-CULTCOOP1. 18 Cfr. Agapita Jurado Santos, Recorridos…, pp. 4-5, 10-14; también en Ead., «El Quijote preromántico en la Europa occidental: catálogo y propuesta de estudio», en Un paseo entre los centenarios cervantinos, eds. Maria Caterina Ruta y A. Robert Lauer, en Cuadernos AISPI, v, 2015, pp. 171-187. Con esta metodología he escrito mis últimos artículos: «Ausencias de don Quijote y Sancho en la novela italiana del XVII, y libertad de don Quijote en los primeros melodramas», cit., y «La génesis de don Quijote y Sancho Panza como tipos cómicos, entre España y Francia, hasta 1642», en Anales Cervantinos, xlix, 2017, en fase de publicación. También resulta fructífero realizar cortes sincrónicos que permitan el estudio comparado de un conjunto de obras; además de análisis más atomizados con los que profundizar en el análisis de las constantes y las variantes presentes en el corpus. 19 Los estudios sobre las reescrituras francesas de la primera mitad del siglo XVII son más numerosos y bien conocidos por los especialistas, aunque sigue notándose la ausencia de estudios monográficos que actualicen los ya clásicos de Maurice Bardon, El «Quijote» en Francia en los siglos XVII y XVIII, trad. Jaime Lorenzo Miralles, Alicante, Univ. De Alicante, 2010 [primera edición con título original, «Don Quichotte» en France au XVIIe et XVIIIe siècles (1605-1815), París, Champion, 1931]; o de Alexandre Cioranescu, Le masque et le visage. Du Baroque espagnol au Classicisme française, Ginevra, Droz, 1983; que también se ocupan de las reescrituras dieciochescas, mucho menos frecuentadas por la crítica. Sobre el siglo XVIII cfr. Christophe Couderc, «Don Quichotte et Sanche sur la scène française (xviie et xviiie siècles)», en Mélanges de la Casa de Velázquez, xxxvii, 2, 2007, pp. 33-49; Begoña Lolo, «Reescrituras musicales del Quijote en los siglos XVII y XVIII. La visión de Francia», en eHumanista / Cervantes, i, 2012, pp. 594-604; Emmanuel Marigno, «Las recreaciones teatrales de Don Quijote de la Mancha de Miguel de Cervantes Saavedra en Francia (siglos XVII-XXI): estado de la cuestión y nuevos datos», en Anales Cervantinos, xliv, 2012, pp. 97-120; Esther Bautista Naranjo, «Cervantes y el Quijote hacia la Revolución Francesa», en Cuadernos de estudios del siglo XVIII, xxvi, 2016, pp. 67-92.


iii. testi Giovanni Claudio Pasquini Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria Sancho Panza gobernardor de la isla Barataria edizione critica e commento di

Fabio Bertini traduzione a fronte di

Arianna Fiore


Avvertenza Tutti i rimandi al romanzo di Cervantes in lingua originale, prima e seconda parte, sono tratti dalla seguente edizione: Miguel de Cervantes, Don Quijote de la Mancha, cit. Per le citazioni o i rimandi alla traduzione in italiano, il testo di riferimento adottato è la prima edizione completa, composta dalla ristampa della prima parte (princeps, Baba, Venezia, 1622) e dalla princeps della seconda: Id., Dell’ingegnoso Cittadino Don Chisciotte della Mancia. Composta da Michel di Cervantes Saavedra. Et hora nuovamente tradotta [...] di spagnuolo in italiano, da Lorenzo Franciosini fiorentino. Parte Prima [e seconda], Venezia, Andrea Baba, 1625 (Firenze, BNCF, MAGL. 3.5.155). Tale scelta è stata unicamente dettata dall’esigenza di avvalersi della traduzione da cui il Pasquini, come con evidenza risulta dalle analogie espressive, linguistiche e idiomatiche ricorrenti nel dramma per musica, leggeva il romanzo dell’alcalese, a prescindere dall’edizione o riedizione utilizzata (cfr. supra, p. 21, n. 87). Da ora in avanti, nelle note esegetiche , i rimandi saranno quindi preceduti da due sigle che orienteranno al testo di riferimento: Instituto Cervantes (abbreviato I.C.); Baba per la traduzione in lingua italiana del Franciosini. Comuni alle due edizioni, i riferimenti ai luoghi dell’opera: con i numeri romani maiuscoli, è indicata la partizione; con la numerazione romana in maiuscoletto, i capitoli; con i numeri arabi, le pagine.


Tav. 4 Frontespizio dell’opera Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria. Firenze, Biblioteca Marucelliana, Melodrammi Mel. 2222.14.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[c. 1r n.n.]

SANCIO PANZA GOVERNATORE DELL’ISOLA BARATTARIA COMMEDIA PER MUSICA DA RAPPRESENTARSI NELLA CESAREA CORTE PER COMANDO AUGUSTISSIMO NEL CARNEVALE DELL’ANNO MDCCXXXIII. La poesia è del Signor Abate Giovan Claudio Pasquini, in attual servizio di Sua Maestà Cesarea e Cattolica. La musica è del Signor Antonio Caldara, Vice-Maestro di Cappella di Sua Maestà Cesarea [e] Cattolica VIENNA d’AUSTRIA, appresso Giovan Pietro Van Ghelen, Stampatore di Corte di Sua Maestà Cesarea e Cattolica, 1733.


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SANCHO PANZA GOBERNADOR DE LA ISLA BARATARIA COMEDIA PARA MÚSICA PARA REPRESENTARSE EN LA CESÁREA CORTE POR MANDO AUGUSTÍSIMO EN LOS CARNAVALES DEL AÑO MDCCXXXIII. La poesía es del Señor Abad Giovan Claudio Pasquini, actualmente al servicio de Su Majestad Cesárea y Católica. La música es del Señor Antonio Caldara, Vice-maestro de Capilla de Su Majestad Cesárea [y] Católica VIENA de Austria, en Giovan Pietro Van Ghelen, Impresor de Corte de Su Majestad Cesárea y Católica, 1733.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[c. 1v n.n., bianca]


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[c. 2r n.n.]

ARGOMENTO

Il solo titolo della presente commedia è bastevole argomento della medesima, per esser troppo noti il maraviglioso governo di Sancio Panza e l’ingegnosa istoria di Don Chisciotte, da cui se n’è tolta l’idea. Nella seconda parte di questo vezzosissimo libro sono le prime fila che ordiscono la principale azione della favola; e le altre che la intessono o che puramente come un episodio l’adornano, sono inventate sul maggior verisimile che ha saputo immaginarsi il poeta. Per tal motivo introduce Don Chisciotte con Altisidora da lui creduta Casaballo, lo sottopone al giudizio di Sancio, lo impegna alla sua difesa nella burla finale al governo di lui, con tutto il rimanente che dal viluppo della stessa commedia si può raccogliere.


Iii. testi | 49

ARGUMENTO Solo el título de la presente comedia es suficiente argumento de la misma, por ser bien conocidos el maravilloso gobierno de Sancho Panza y la ingeniosa historia de don Quijote, de la cual se ha obtenido la idea. En la segunda parte de este jugosísimo libro se encuentran los primeros hilos que urden la acción principal de la fábula; y los otros que la tejen, o que puramente la adornan como un episodio, se han inventado con la mayor verosimilitud que ha sabido imaginarse el poeta. Por este motivo introduce a don Quijote con Altisidora que él toma por Casaballo, lo somete al juicio de Sancho, lo ocupa en su defensa en la burla final al gobierno de este, con todo lo restante que del desarrollo de la misma comedia se puede obtener.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[c. 2v n.n.]

Sancio Panza, Don Chisciotte, Don Alvaro, Laurindo, Ramiro, Dottor Rezio, Altisodora, Diego della Gliana, Lucinda Zittella, Grullo, Capitan Gusmano,

ATTORI

governatore della Mancia maggiorduomo del duca segretario del duca scalco del duca [e] amante di Lucinda medico del luogo in abito di scudiero sotto nome di Casaballo, moglie di Laurindo cittadino de’ principali del luogo sua figliuola corriere bargello1

La scena si finge in quella terra del duca, da Sancio creduta l’isola Barattaria. COMPARSE Di attuarj2 del tribunale; Di paggi e servitori a livrea con Sancio; Di sbirri col bargello.

bargello: è l’ufficiale preposto ai servizi di polizia. attuarj: l’attuario è l’ufficiale incaricato di ricevere, registrare e conservare gli atti nei tribunali. È una carica che, nell’espletamento di tali mansioni, risale al Medioevo. 1

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ACTORES Sancho Panza, gobernador Don Quijote, de la Mancha Don Álvaro, mayordomo del duque Laurindo, secretario del duque Ramiro, maestresala del duque [y] amante de Lucinda Doctor Recio, médico del lugar Altisidora, con traje de escudero bajo el nombre de Casaballo, mujer de Laurindo Diego della Gliana, vecino de los más importantes del lugar Lucinda Doncella, su hija Grullo, correo Capitán Gusmano, alguacil La escena se finge en aquella tierra del duque creída por Sancho la isla Barataria. FIGURANTES Actuarios del juzgado; Pajes y servidores de librea con Sancho; Esbirros con el alguacil.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[c. 3r n.n.]

MUTAZIONI

NELL’ATTO PRIMO Stanza delle udienze con varie sedie all’intorno ed una più distinta per Sancio, accosto ad un tavolino. Sala magnifica, con tavola apparecchiata ricca di vivande, ma coperta e con un sol servito per Sancio. Credenza sfarzosa da uno dei laterali3 e dall’altro parimente un’altra ad uso di bottiglieria. NELL’ATTO SECONDO Corridore4 corrispondente al cortile, che da una parte conduce all’appartamento terreno e dall’altra alla scala per dove Sancio va ad incontrare Don Chisciotte. Tribunale con residenza5 più eminente per Sancio, ed altre due dalle parti per gli attuarj subalterni, ornata6 all’intorno di varj busti figuranti i ritratti de’ governatori passati e la statua della Giustizia sopra la residenza di Sancio. NELL’ATTO TERZO Galleria che conduce a diversi appartamenti. Cortile illuminato con scalinate praticabili e ringhiera7 nel prospetto, sotto del quale un gran portone corrispondente alla stalla. Le scene furono rara invenzione del Signor Giuseppe Galli Bibiena, primo ingegnere teatrale ed architetto di Sua Maestà Cesarea e Cattolica.

3 laterali: è la terminologia tecnica teatrale con cui sono definiti gli spazi del palco che incorniciano la scena teatrale. 4 corridore: non comune per corridoio. 5 residenza: analogo a scranna, seggio, sedia: «E nel mezzo della facciata, che è volta a levante era una residenza più eminente, dove col Confaloniere di iustitia stavano i signori» (Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori, Firenze, Giunti, 1568, 3 voll., i, p. 100 [Firenze, BNCF, RARI.22.B.5.66.1). 6 ornata: vale per adornata. 7 ringhiera: si riferisce al luogo dove si tengono le arringhe o si parla pubblicamente. Presuppone quindi un ambiente, un’area rilevata da cui poter esser uditi e osservati, ma anche osservare. Machiavelli ce ne fornisce una descrizione efficace, anche per la possibilità di poterne tuttora riconoscere a Firenze la struttura, dinanzi al Palazzo della Signoria: «e insieme con la Signoria salì sopra la ringhiera, che così chiamano i Fiorentini quelli gradi che sono a piè del palagio de’ Signori» (Niccolò Machiavelli,


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CAMBIOS DE ESCENA EN EL PRIMER ACTO Sala de las audiencias con varias sillas alrededor y una más distinguida para Sancho, al lado de una mesilla. Sala magnífica y una mesa preparada con ricos platos de diversos manjares, pero tapada, y con un solo cubierto para Sancho. Aparador suntuoso en uno de los lados, y en el otro, del mismo modo, uno para las botellas. EN EL SEGUNDO ACTO Pasillo contiguo al patio, que por una parte conduce al apartamento de la planta baja y por la otra a la escalera, por donde Sancho va al encuentro de don Quijote. Juzgado con sillón más eminente para Sancho, y otros dos a los lados para los actuarios subalternos, adornado en el interior con varios bustos que representan los retratos de los gobernadores anteriores y la estatua de la Justicia sobre el sillón de Sancho. EN EL TERCER ACTO Galería que conduce a diversos apartamentos. Patio iluminado con escalinatas practicables y balcón exterior en la fachada, bajo el cual hay un gran portón contiguo al establo. Las escenas fueron rara invención del Señor Giuseppe Galli Bibiena, primer ingeniero teatral y arquitecto de Su Majestad Cesárea y Católica.

Istorie fiorentine, in Id., Tutte le opere, a cura di Mario Martelli, Firenze, Sansoni, 1993, II, 35, p. 683a). Dal germanico hrings, ovvero campo, poi in tedesco circolo. Da qui anche la voce arringare, ovvero parlare pubblicamente, che ha dato origine all’arengo o arengario, con valore di assemblea, riunione. In pratica gli artefici della burla a Sancio si dispongono su di una tribuna per assistere al momento delle finte schermaglie, credute da Sancio e Don Chisciotte un vero e proprio assalto di schiere nemiche ai danni dell’isola.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[c. 3v n.n.]

BALLI NELL’ATTO PRIMO

Di cochi e serve di cucina NELL’ATTO SECONDO Di attuarj NELL’ATTO TERZO Di soldati armati alla leggiera, che hanno fatto la burla a Sancio

Li suddetti balli furono vagamente8 concertati dal Signor Alessandro Phillebois, maestro di ballo di Sua Maestà Cesarea e Cattolica. Con l’arie per i suddetti balli del Signor Niccola Matteis, direttore della musica instrumentale di Sua Maestà Cesarea e Cattolica.

8 vagamente: leggiadramente, «con grazia», ma qui, poiché riferito alle danze, atto a indicarne anche la dinamicità.


Iii. testi | 55

BAILES EN EL PRIMER ACTO De cocineros y sirvientas de cocina EN EL SEGUNDO ACTO De actuarios EN EL TERCER ACTO De soldados con armas ligeras, que han burlado a Sancho

Dichos bailes fueron donosamente ideados por el Señor Alessandro Phillebois, maestre de baile de Su Majestad Cesárea y Católica. Con las arias para dichos bailes del Señor Niccola Matteis, director de la música instrumental de Su Majestad Cesárea y Católica.


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Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria

[p. 1]

ATTO PRIMO

Stanza delle udienze con varie sedie all’intorno ed una più distinta per Sancio, accosto ad un tavolino. SCENA I Sancio. Che tutt’oro non sia quel che riluce, Che rosa non si dia senza la spina, Carne senz’osso e miel senza le pecchie9: Queste son cose vecchie, Ch’io di già le sapeva a menadito Avanti di passare A governar quest’isola; Ma piovere intendea, non diluviare10. Corbezzole!11 Si tratta Che fra sentenze e udienze, Informazioni e lettere, Liti, consulte e visite, Ronde, malanni e guai, [p. 2] Noi tiriamo l’aratro a tutte l’ore, Perché si tira a scorticare il bove, Per far nuove le scarpe al successore12. Discorrer di mangiare è crimen laesae13; Di bever, buona notte; Dormir, peggio che peggio. Ond’io faccio un pensier, se andiam più avanti: Alle forche mandar14 toga e governo E ritornar fra gli scudieri erranti.

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Pecchie: equivalente di api. Ma [...] diluviare: è un’espressione idiomatica per intendere che c’è un limite a tutto, oltre il quale non si è più disposti a tollerare. 11 Corbezzole: i frutti del corbezzolo, altrimenti chiamati al plurale corbezzoli. In questo caso è esclamazione toscana, scherzosa e di meraviglia. 12 Perché […] successore: allude idiomaticamente allo strenuo sfruttamento cui è sottoposto nel ruolo di governatore, impegnato senza sosta fino a quando, per successione, sarà sostituito da un nuovo plenipotenziario che gli subentrerà negli incarichi. 13 Crimen laesae: espressione che sottintende la parola maiestatis, ovvero delitto contro la persona del supremo governante e più in generale dello Stato come entità giuridica e sovrana. Nel contesto ha dunque valore di eccesso o reato gravissimo. 14 Alle forche mandar: locuzione biasimevole e imprecativa che ha identico valore di «mandare alla malora». 9

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PRIMER ACTO Sala de las audiencias con varias sillas alrededor y una más distinguida para Sancho, al lado de una mesilla. ESCENA I Sancho.

Que no es oro todo lo que reluce, que no hay rosas sin espinas, carne sin hueso y miel sin abejas: estas son cosas viejas, que yo ya conocía al dedillo antes de pasar a gobernar esta isla; pero todo tiene un límite. ¡ Jopé! Es que, entre sentencias y audiencias, informaciones y cartas, disputas, consultas y visitas, rondas, achaques y líos, nos matamos con el curro, trabajando como burros para calentar la silla al sucesor. Conversar de comer es crimen laesae; de beber, buenas noches; dormir, de mal en peor. Por lo que yo pienso, si seguimos así: mándense a la horca toga y gobierno y a volver entre los escuderos errantes.

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