Carlo Villa De te dedica narratur
Carlo Villa esordisce in poesia con l’avallo di Sinisgalli e Pasolini ed è nei Coralli Einaudi coi romanzi La nausea media, Deposito celeste, I sensi lunghi, L’isola in bottiglia; inaugura la collanina bianca di poesia con Siamo esseri antichi, ed è in quella di Munari con Le tre stanze. Con gli Editori Riuniti pubblica il romanzo Muore il padrone, con De Agostini Morte per lucro, con Feltrinelli Pan di patata, mentre Guanda con La maestà delle finte, e Scheiwiller con L’ora di Mefistofele accolgono le sue ultime raccolte poetiche. Per la Società Editrice Fiorentina edita i diari Agrità, Sotto la cresta dell’onda, Quel pallido Gary Cooper, Caro, dolce nessuno, Dripping, Impronte, L’ospite sgradito, Pieni a perdere, Keatoniana, Pensieri panici, L’incontro delle parallele, A pensarci bene, L’esperienza del nulla, La misura della perdita; il romanzo Il canto di Cherubino e le raccolte poetiche Eclisside e Retrostrato. Nel 2012 ha pubblicato Donne che avesse amato con Liberodiscrivere e Sorpassi con Greco e Greco. Per la Rai e la Radiotelevisione Svizzera ha collaborato a lungo con originali radiofonici e televisivi. In Lector in tabula raccoglie una scelta di quanto nel tempo ha prodotto come critico presso quotidiani e periodici in anni ancora fruttuosi per la letteratura. (carlovilla.altervista.org; virconlala@virgilio.it) euro 14,00
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Carlo Villa
De te dedica narratur
Società
Editrice Fiorentina
Come un “Decaptetyl”, farmaco prescritto per dragare un tessuto neoplastico nel tentativo di deprivarlo dell’aggressività malsana, distruggendo nel farlo anche ogni efficienza delle gonadi all’ancora vitale malcapitato, con questo titolo parafrasato da un emistichio oraziano Carlo Villa analizza con sarcasmo definitorio l’attualità che ci opprime fino alla cronaca più spicciola. Tra i destinatari, tra gli altri Merkel, Macron, Trump, Renzi, Moro, l’Isis; ma anche con la Rosselli, la Moreau, Sanremo, Fazio-Vespa, fino alla scomparsa del nostro pianeta e dello stesso autore, avvalendosi di testi godibilissimi, secondo l’assunto di Goethe, per il quale la poesia converte i soggetti che tratta in capziosi anacronismi selettivi. Gli affondi espressivi di Carlo Villa sono carichi di percorsi alla Renard, Daumal, Jarry, fino al Gadda più delirante: scrittori che gli sono stati compagni di penna fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso: quelli del suo esordio, avallato da Sinisgalli, Pasolini, Vittorini, Butor e Calvino, che lo volle all’Einaudi per sette titoli, dove nel ’64 inaugurò la Bianca di poesia. Il laboratorio di Villa d’una feroce igiene civile, utilizza un linguaggio instancabile nel raccogliere i pezzi dispersi d’un mondo in disfacimento, ritessendolo in cromatici patchwork con una scrittura imprevedibile condotta sempre dal di dentro d’un assunto riordinativo.
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Carlo Villa
De te dedica narratur
SocietĂ
Editrice Fiorentina
Š 2018 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice isbn 978-88-6032-477-1 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata
de te dedica narratur
Solo le cose sospette sono vere. (W. Shakespeare, Racconto d’inverno) L’anima si governa per alfabeti (C. E. Gadda)
Per Amelia Rosselli
(Era nota la sua abilità strumentista) Resti nel dovizioso ritrovarsi di quando all’Opera si leva il sipario, spegnendosi le luci della sala, ma non ancora quella dei palchi, che affiorano nel rosa d’un silenzio che detta l’inizio allo spettacolo. Nella dolcezza delle prime note, gravi nell’avventura dell’orecchio, e in quell’incedere sovrano che si scopre nei sensi e la memoria immobilizza nell’attacco d’un ritmo sincopato. Nell’attrezzato, ripido falsetto, nell’angoscia funambolica d’un fiato che libera il canto del soprano. Nell’effetto d’imbarazzo che il corale produce nel canto gregoriano. Nella sentenziosità del basso,
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nel recitativo arcano del contralto, nel fiato passamano degli ottoni a raso. Nel rullo dei tamburi e nel lucido broccato di chi diriga l’orchestra con la mano nel suo levare e battere presago d’un tempo rossiniano. Nel palcoscenico appena illuminato da grotta amletica, dove ti sei perduta e fatta segno inarginabile nel salto sul tragico selciato d’un golfo mistico autoinferto.
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A Pier Paolo Pasolini (Espiativo filmaker)
“La ricotta” m’è parsa il film zero della cristianità d’ogni giorno assai prima che giungesse Bergoglio, per l’imprimatur d’un pubblico ministero della categoria dei funzionari salottieri, che a colpi di moviola ha condannato l’impudenza di trattar misteri sacri a quattro mesi con la condizionale, comminati nel giorno dei defunti di pochi anni più tardi in una sorte capitale, con gli occhi stanchi e inclini al riposo, nient’altro sostituendotela in quell’Idroscalo rosso come un tramonto pel tuo sangue dove ti sei visto rallentare in un poco meno che morire,
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senz’altra possibile soluzione che un metterti da parte per sempre, per quanto imbarazzante sia ammetterlo, trovandoti in aperta campagna da locomotore corsaro che abbia trovato il semaforo spento: non essendo mai stato accettato il tuo fin troppo anomalo accento.
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Indice
7 Per Amelia Rosselli (Era nota la sua abilità strumentista) 9 A Pier Paolo Pasolini (Espiativo filmaker) 11 Per Alberto Savinio (Di ben tre arti abecedario) 13 A Pino Pascali e Yanis Kunellis (Di “povera”, analoga artisticità) 15 A Peppo Pontiggia (Giocatore invisibile nell’arte d’una fuga da fermo) 18 A Isadora Duncan (E alla sua ultima danza) 19 Per Sanremo (Di Scalfari e Calvino liceali nel soggiorno litigioso) 20 A Renato Nicolini (Ineguagliato Assessore della Roma non ancora “di mezzo”) 22 A Dio (Essere Perfettissimo nei suoi molteplici delitti) 24 Ad ogni suo Vicario (Indistinguibili a conti fatti nei loro derivati)
25 Al tenente Colombo (E ai suoi irriguardosi passaggi inquirenti) 27 A Fazi e Vespe (Famigli negli interessi extralarge) 29 Ad Alba Parietti (Opinionista d’una sinistra scissionista) 30 A Elsa Morante e Natalia Ginzburg (Madrine alla mia destregata “Nausea media”) 32 Ai Peanuts (Perfetti martiri politicizzati) 34 Ai vegani (Cosa dicono più realtà contemporanee?) 36 Ai cellulari (Ipnotici guinzagli per i cani) 39 Al critico d’oggi (Nell’artiglieria praticata su ordinazione) 41 Ai poeti (E ai loro riconoscimenti) 45 Sugli editori (Difficilmente distingubili fra loro, nell’occultare ciò che vale) 48 Ad uno in particolare (Avutolo per ben sette titoli quotati alla Borsa delle origini) 50 Ai consulenti letterari (Maschere indossate per effetto perverso) 52 A Vanni Scheiwiller (Poeta dell’editoria)
54 Per Bologna-ragazzi (E ai suoi inserti appositamente commissionati) 56 Alla cultura dimezzata (Per gli arrivati 107 anni di Gillo Dorfles) 59 Alla scuola (Avendola praticata in ogni ordine e grado nell’evitarla) 61 Alle nevi d’un tempo (Discioltesi in valanghe sempre più vaste) 63 A un padre (Orpello di ben cinque pontefici) 65 A una madre (Nelle sue suddite insipienze) 67 Alle nozze d’argento (Mai festeggiate realmente) 72 All’altra (Rivelatasi anche peggio) 85 Alla donna mai goduta (Irrimediabilmente perduta) 88 A una protesi (Cartacea a carnale discarica) 93 All’amor virtuale (Ben più comodo da gestire del reale) 96 A me stesso (Frutto di un’inesistita giovinezza) 104 A un immobile (Del mio stesso millesimo)
108 Alle figlie (Plagiate da una madre inevitabile) 111 Ai premi (Mai vinti nonostante i consensi) 113 Alle top model (Trendy nel loro casual griffato) 115 Alla femminilità (Fino al suo ultimo incarto) 117 Al Femminismo (Costantemente aggiornato negli stalking) 120 All’anima del podice (Segue il bimbo mentre viene creato in deliziose operazioni ficcanaso) 128 Ai partiti (Multipli di condanne mai scontate) 129 A J.F.K. (Del Texas era noto il petrolio e il bestiame, ora il capoluogo che ammazza i presidenti come cani) 131 Ad Aldo Moro (Immolato cavallo di razza) 136 Ai riciclati (D’ogni possibile epoca, sigla e tendenza) 138 Alle sigle (Fra loro maliziosamente aggregate) 140 Al ministro delle poste (Dai recapiti a settimane alterne) 142 A quello per l’ambiente (Specie dopo le defezioni trumpiane)
144 E a quello della giustizia (Privo d’ogni grazia nel depistare reati e sentenze) 146 E dei beni culturali (Contraddetto più volte da se stesso) 147 A Bianca Berlinguer (Relegata in una buffalmacca goliardia) 148 All’utopia (Affamata di se stessa) 150 Alla Lega (Sguaiata populista a piè di lista) 151 Al Pd (Disfattosi in scissioni vanitose) 153 Alle mani pulite (Più lorde che mai nei sopraggiunti inquisiti) 155 Ai politici (Vanitas vanitatum) 157 Alla Merkel (Asservitasi nella sua quarta edizione) 158 Alla brexit (E ai suoi angloritmi) 161 A Emmanuel Macron (Forte dei suoi imperativi nome e cognome) 163 Alla destra (Rinfrancatasi ad opera d’una sinistra regressiva) 165 Alle residue militanze progressiste (Disperse dietro alle sterili scissioni opportunistiche)
167 A Trump (Dall’impeachment pluriannunciato) 169 All’Isis (Dall’orbace vessillo di sangue pesto) 172 Al due giugno (Anniversario della Repubblica degli sprechi) 174 All’Atac (Dalle vetture a conduzione stravagante) 175 Alla carta costituzionale (Maestra d’una vita inadempiente) 176 A una pittura mai esposta (Sfogo animale per la caccia e voluttà di paura) 177 Alla famiglia (Retriva nelle sue cattività depressive) 179 Alle vacanze (Mai consumate davvero) 181 A Jeanne Moreau (Nel suo ultimo tourbillon) 184 Alla mia ultima alba (Appiglio per l’istante decisivo) 186 Al leggere (Trovandone il giusto testo) 188 Ai fiori poetici (Decimati per la fragilità degli steli) 190 Ai ricordi (Truffe infettate di miele) 192 Al mio nome (Sul punto di lasciarne gli affronti)
193 All’amore (Specialità a mio totale discarico) 198 A Jean Seberg (Dea dell’inganno più illogico) 200 A Bogey (Falcone maltese informato dei fatti) 202 Al web (Ragnatela di guinzagli per i cani) 204 Ai raffronti (Infruttuosi giubilei di molteplici porti sepolti) 208 Alla gatta del mugnaio (Dal cretto costantemente infarinato) 210 Alla luna (Lehman Brothers della Terra) 212 A Tolstoj (E ai suoi poljanici mugiki) 216 A Giulio Verne (Alias Matteo Renzi) 219 A Degas (E alle sue molteplici “ratte”) 220 Al Louvre (Moltiplicatore di modelli a soggetto) 225 All’abito (Compendio cutaneo all’amor proprio imbarazzato) 227 Ai sogni (Appigli della mente agli appelli della morte)
230 Al cinema (Colloquio d’ogni forma di vita con l’ombra) 232 Ad Alessandro Magno (E alle sue febbrili parasanghe) 234 A Seveso (Fuoriuscita dai suoi inferni tariffari) 237 Alla terra (Osservata nel suo ultimo squarcio) 242 Alla mia malasorte (Mortem odi, ergo sum) 244 Al mio ultimo giorno (Per quanto disperatamente medicato)
nella stessa collana
Pier Luigi Canzi, Per ripetuto caso, pp. 68, 2008. Giovanni Gut, Senza mai fermarsi, pp. 76, 2010. Carlo Cantagalli, Riverberi. Quarantaquattro sonetti, pp. 68, 2011. Walter Rossi, erfahrung. 140 caratteri in poesia, pp. 60, 2012. Carlo Villa, Eclisside, pp. 100, 2013. Emma Pretti, Un guaio che non è stato preso in esame, pp. 100, 2014. Walter Tripi, Londra, pp. 48, 2014. Carlo Cantagalli, Riverberi. Improvvisi e strambotti, pp. 76, 2015. Giacomo Soremic, Un lontano paradiso, pp. 52, 2016. Carlo Villa, Retrostrato, pp. 220, 2017. Carlo Cantagalli, Riverberi. Percorsi inversi. (Poesie 20151960), pp. 192, 2018. Raffaele Riela, Cinquanta. Poesie per strada, pp. 132, 2018. Debora Scrofani, Lo sguardo teso, pp. 52, 2018.