Sei periodico ottobre 2017

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#unvoltopersei

Anna

Santarpia

2532-8476 Sei periodico

Simone

Riccioni

UN “TIRO LIBERO” PER PAPA BENEDETTO

#attualità La spettacolarizzazione DEL MALE

Elisa Girotto: dal Paradiso con amore

per chi suona (l’ultima) campana

Paul Klee Napoli, pensiero attraente!”

ph. francesco ormando

Ottobre 2017 - Anno VI - nr. 66 - Mensile a diffusione gratuita

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FR.

TEATRO SUPERCINEMA Comune di Castellammare di Stabia Assessorato alla Cultura

STAGIONE DI PROSA 2017 . 2018

direzione artistica

20 OTTOBRE 2017 L’inquilino

7 FEBBRAIO 2018 Il seduttore

con Enzo Casertano Massimo Pagano, Maria Chiara Cimini, regia di Roberto D’Alessandro

di Diego Fabbri con Roberto Alpi, Laura Lattuada, Agnese Nano, Isabel Russinova regia di Alessio Pizzech

26 OTTOBRE 2017 Il pomo della discordia

16 FEBBRAIO 2018 Boomerang

di Carlo Buccirosso con Carlo Buccirosso, Maria Nazionale regia di Carlo Buccirosso

di Angelo Longoni con Amanda Sandrelli, Eleonora Ivone, Giorgio Borghetti, Simone Colombari regia di Angelo Longoni

30 MARZO 2018 Tutte a casa

10 NOVEMBRE 2017 Un borghese piccolo piccolo con Massimo Dapporto regia di Fabrizio Coniglio

di Giuseppe Badalucco, Franca De Angelis con Paola Gassman, Mirella Mazzeranghi, Paola Tiziana Cruciani regia di Vanessa Gasbarri

15 DICEMBRE 2017 Uno nessuno centomila

13 APRILE 2018 L’amore migliora la vita

di Alessandra Pinzi con Enrico Lo Verso regia di Alessandra Pinzi

di Angelo Longoni con Ettore Bassi, Edy Angelillo, Eleonora Ivone, Giorgio Borghetti regia di Angelo Longoni

12 GENNAIO 2018 Per fortuna che sono terrone

19 APRILE 2018 ViKtorViKtoria

di Paolo Caiazzo

di Giovanna Gra con Veronica Pivetti regia di Emanuele Gamba

FUORI ABBONAMENTO 24 MARZO 2018 Andrea Sannino in Concerto

FUORI ABBONAMENTO 20 GENNAIO 2018 Italiano di Napoli di Sal Da Vinci, Alessandro Siani con Sal Da Vinci, Lorena Cacciatore, Lello Radice, Davide Marotta regia di Alessandro Siani

ConfImprenditori napoli

®

Pascucci

COSTRUZIONI

D gioielli DeRosa R

Teatro Supercinema . Corso Vittorio Emanuele, 97 . Castellammare di Stabia (NA) info 081 8717058 . 081 8726774 . www.teatrosupercinema.it


#INDICE

QUESTO MESE su SEI

o5 EDITORIALE

c’è chi dice no!

32 UN VOLTO PER SEI

o6 ATTUALITà

anna santarpia

o8 ATTUALITà

vellutata di porri con crostini saporiti

dignità rubata

40 GUSTO

meteoriti a colazione

42 RELAX

10 COVER

ora d’aria

simone riccioni

18 ATTUALITà

46 CHE SEGNO SEI

oroscopo di ottobre

suona, suona la campana...

20 NEAPOLIS

napoli delle cose non ancora nate.

ottobre 22 GOSSIP

rumors dalla rete

24 IL POSTER DI SEI

simone riccioni

27 GOSSIP

rumors dalla rete paginaquattro

2017


#EDITORIALE

APPUNTI

© Pina Longobardi

SEGUICI SU

C’È CHI DICE NO?!

Prima che se ne parlasse tanto il nome di Harvey Weinstein, Dio di Hollywood e fondatore del colosso mondiale Miramax non mi diceva nulla. Quando poi è apparso nei titoli sessisti dei giornali quale predatore assatanato, “verme schifoso”, che ha stuprato giovani ragazze, umiliandole e sottomettendole ai suoi desideri più lascivi, il boom mediatico della notizia mi ha fatto interrogare come tutti. In verità, in questa “storiaccia”, dare ragione a qualcuno è davvero difficile Weinstein è un orco e le attrici ne escono come opportuniste. Ma torniamo indietro nel

tempo e ricordiamo com’era essere una ragazza degli anni ’90, epoca in cui è iniziato tutto? Sicuramente ci si rapportava

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Per consigli e suggerimenti,

con un mondo molto maschilista e far carriera significava confrontarsi anche con qualche inevitabile proposta. In quegli anni Mia Martini cantava dal palco di Sanremo “Gli uomini non cambiano”, un testo che rifletteva lo spaccato della società di quel momento. Quando è rimbalzata fuori questa storia, quella canzone mi è ritornata in mente perché narrava di abusi, subirli significa portarsi dentro per sempre i graffi dell’anima e quelli sul cuore, quasi vergognandosi e sentendosi parte in causa del reato stesso. Ci sono stupri e stupri, quelli fisici forse escono fuori prima, gli abusi psicologici invece si nascondono meglio soprattutto in certi ambiti, dentro certi abiti firmati, sotto poltrone importanti sulle quali siedono sederi che contano per le nostre belle società civili. E se è vero che nella vita “CI VUOLE ETICA” e che ribellarsi all’abuso di potere è assolutamente la strada giusta, è altrettanto realistico sapere che in certe stanze difficilmente l’etica entra e fuori da esse tutti sanno, a partire dalla moglie che si crogiola magari sotto un bel massaggio e un muscoloso massaggiatore, all’autista che non vede, non parla e non sente ma si conserva il posto di lavoro.

Inutile polemizzare la vita, al di là delle omelie della domenica e dei moralisti benpensanti è un eterno compromesso! Anche i sogni hanno un prezzo e se è anche poco etico inseguirli sulla strada dell’opportunismo questo non fa di noi persone peggiori o migliori ma semplicemente esseri umani.

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la

STRATEGIA

MEDIATICA della

SPETTACOLARIZZAZIONE del MALE

Dignità rubata I recenti fatti di cronaca, che hanno visto protagoniste numerose donne, invitano la mente a riflettere su come la società sia in grado di affrontare la battaglia contro il vilipendio della dignità umana.

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#ATTUALITA'

CAMPO MINA...TO

© Mina Giuliano

Un calderone di dibattiti imperversa fino a condensarsi in una comune e duplice strategia mediatica: spettacolarizzare il MALE per rendere più “APPETITOSO” il piatto da servire ad un pubblico morbosamente curioso e, successivamente, tacitare le presunte caste coscienze dimostrando tanta ipocrita indignazione e artefatto dispiacere. Al banchetto del giornalismo horror, macabro e rozzamente particolareggiato, della politica delle presunte condanne senza appello e nei patetici salottini pomeridiani dove “OLTRE AL-

LE GAMBE (NON) C’È DI PIÙ”, tutto diven-

ta succulento, anche la violenza, mista all’aria fritta che si respira! Prevale la drammatica constatazione di essere dinanzi alla totale assenza di empatia perché essa è diventata merce poco pregiata per essere esposta sul mercato del successo assicurato! E’ così facendo che l’entità

di uno stupro viene centellinata e miseramente catalogata in base all’etnia, all’età, alla durata e soprattutto ai dettagli scabrosi su cui volutamente affondare il coltello! Sembra di assistere al freddo allestimento di una sorta di scaffale degli orrori, all’interno

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del quale le vittime sono ridotte a passive figurine di album da collezione. Manca lo spazio da destinare agli accorati racconti di sentimenti calpestati e coscienze violate, dinanzi ai quali sorge spontaneo un bisogno di identificazione reale ed immediato, che non si consuma dopo il primo giro d’orologio. Il sincero interesse e la solidale partecipazione si perdono nella convulsa routine, dove primeggia la corsa alla ricerca della successiva “NOTIZIA BOMBA”, da spiattellare e strombazzare; sembra di trovarsi dinanzi ad un’orchestra che freneticamente esegue i suoi spartiti, senza cura alcuna per qualità dell’interpretazione ed emozioni da trasmettere: manca il sentimento di comune condivisione, tutto diventa tristemente automatizzato e superficiale e, dunque, il risultato viene irrimediabilmente compromesso. Valori come il rispetto per il corpo e l’anima di ciascun individuo crollano ogni singola volta che un qualsiasi tipo di violenza carnale viene bollato come “BAMBINATA” nazionale o ricondotto ad un fenomeno prettamente extracomunitario (roba da “vermi

magrebini”, per intenderci!) snaturandone, di conse-

guenza,

l’essenza

di

atto

deprecabile e lesivo… come se potessero esistere stupri migliori e stupri peggiori, stupri di serie A e stupri di serie B!

Le vittime di tali violenze diventano inerme bersaglio di “LEONI DA TASTIERA”, che si ergono a giudici supremi virtualmente investiti di chissà quale grande capacità di discernimento, del chiacchiericcio mediatico, di copioni già scritti e di teatrini dell’assurdo dove si consumano paradossali scontri al vertice tra penose “scimmie urlatrici”, senza arte né parte. Tutto è diventato meschinamente provocatorio e, quindi, se anche all’ignoranza è dato parlare apertamente non sorprende che possa arrivare a imporsi la becera filosofia del “SE L’È CERCATA”, propria di chi sputa sentenze ritenendosi “l’ipse dixit” di turno. Oggi non insorge la volontà concreta di comprendere e condividere stati d’animo e timori delle vittime perché la società si veste solo di gossip e apparenza e svende la sua identità pur di strappare un applauso. Audience e dena-

ro sopprimono i più sensibili moti della coscienza e, quindi, non stupisce che un Buondì a colazione faccia più eco e repulsione di uno stupro in piena regola! paginasette


#ATTUALITA'

PRIMO PIANO

© Marilena Imparato

Meteoriti a colazione. LO SPOT BUONDÌ INDIGNA IL MOIGE E L’AZIENDA MOTTA RINGRAZIA. "Non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli".

Deve aver basato la sua idea su questa famosa massima di Oscar Wilde, Alessandro Orlandi, quando ha lanciato la tanto discussa ed irriverente pubblicità del Buondì Motta o forse non avrebbe neanche immaginato di sollevare addirittura un simile polverone di chiacchiere. Lo spot, distribuito dalla Saatchi&Saatchi Italia, ha colpito nel segno riportando in auge un prodotto storico come il Buondì, che sembrava ormai soppiantato da brioches e crostate di nuova generazione. La pubblicità, dai toni decisamente ironici, ci mostra una bimba petulante e saccente che chiede alla mamma, anch'ella fin troppo perfettina “Mam-

ma, mamma, vorrei una colazione paginaotto

leggera ma decisamente invitante, che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità”. La madre, che

rispecchia l'immagine di una donna nullafacente che trascorre le sue giornate a sistemare distrattamente fiori, risponde con altrettanta saccenza “ma non

esiste una colazione così, cara, possa un asteroide colpirmi se esiste”. Detto

fatto, la signora viene immediatamente disintegrata da un asteroide giustiziere che vuole provare invece prepotentemente, l'esistenza di una merendina che possiede tali requisiti. Le mamme del web, prive di qualunque senso dell'umorismo e probabilmente così piene di sé da ritenersi intoccabili, insorgono, dando ancora una volta prova di mediocrità di pensiero e di essere ben


lontane dall'apertura mentale delle nuove generazioni. Le signore sembrano ignorare il fatto che i loro fanciulli siano ormai abituati fin dalla più tenera età, a guardare senza censura una tv in cui mamme vere vengono uccise, rapite, immagini cruente con spesso protagonisti gli stessi bambini che non fanno una fine migliore. Scenari reali ed agghiaccianti anche per noi adulti, arricchiti di macabri dettagli e trasmessi senza limiti in qualunque telegiornale, a qualunque ora del giorno, notizie protagoniste di talk show anche in prima serata. I genitori del MOIGE, apprensivi ed ansiosi fino ai limiti del patologico, hanno pensato invece di insorgere contro uno spot che tutto sembra fuorché una scena di vita quotidiana dal finale nefasto, che possa quindi turbare i pensieri di un pargolo iperprotetto. Diciamolo, nessuno avrebbe voglia di immedesimarsi nella bambina antipatica e viziata dello spot, che usa un linguaggio forbito e ricercato, a dir poco distante dalle richieste quotidiane e spontanee dei nostri figli. Così come l'eleganza della mammina, degna della duchessa Kate Middleton, è lontana anni luce dalla tipica immagine della casalinga indaffarata e sempre di fretta, che arranca dividendosi tra cucina e faccende quotidiane. L'ironia e, perché no, la simpatia di questo spot andrebbero colte al volo da chiunque, e per qualcuno è infatti più che sorprendente venire a conoscenza di quello che è stato un vero linciaggio mediatico ai suoi danni. Danni che, ai tempi di internet si sono trasformati in un inevitabile successo a favore dell’azienda dolciaria. Questi sono i rischi, e paradossalmente i vantaggi, di quando si esce dal tanto abusato “politically correct” che ha un po' stancato e non si fa più notare. È risaputo che venire fuori dai soliti canoni rassicuranti della famigliola-immagine, porta sempre una reazione ma è anche vero che, arrivare a www.seiagenzia.it

definire violenta una scena sulla falsariga di Willy il coyote o Tom&Jerry, dimostra quanto ancora il nostro paese sia intellettualmente arretrato e bloccato su stereotipi e schemi mentali dai quali non riesce o non vuole uscire. A molti fa

comodo crogiolarsi nella prevedibilità, per cui spaventa tutto ciò che è sopra le righe del pentagramma di un'ipocrisia tipicamente italiana, mentre a qualcun altro piace invece puntare il dito e magari trovare anche in uno spot, il capro espiatorio pur di fare squadra contro un pinco pallino qualunque e, magari, sfogare le proprie frustrazioni di casalinga disperata e, in questo caso, dar prova di essere una mamma perfetta. Atteggiamento questo, che può appunto solo giovare ad un prodotto che cerca di farsi spazio tra miriadi di spot e concorrenza spietata. Lo spot vincente ha poi avuto un seguito difatti dopo la mammina, arriva il buon papà, in una scena altrettanto inverosimile ed esilarante da risultare grottesca: con il meteorite ben visibile in giardino il papà sorridente, come se fosse la cosa più naturale della terra, avalla la tesi della neo defunta consorte ed un secondo meteorite lo disintegra all’istante. La bimba balza indietro ma si rialza imperterrita e continua con la stessa richiesta anche quando arriva un postino tonto che addirittura sembra scambiare gli asteroidi per un barbecue! L'uomo guarda la "bambina sorridente" e senza lanciare alcuna sfida diretta, viene schiacciato da un gigantesco Buondì. Un finale, per ora, decisamente più "dolce" che dovrebbe far arrossire imbarazzata anche la più agguerrita delle mamme davanti al fatto di aver solo giovato all'immagine di un prodotto, danneggiando invece, quella della maggior parte delle mamme italiane, chiuse nelle loro prigioni mentali perché come disse Victor Hugo "è dall'ironia che comincia la libertà". paginanove


#COVER

SIMONE RICCIONI

© Pina Longobardi

Un’intervista corale, sincera e appassionata quella con l’affascinante Simone Riccioni, lo trovate al cinema con “Tiro Libero”, un film “socialmente utile” e bello da vedere con tutta la famiglia.

Il Mio Cuore È Africano. Ciao Simone e benvenuto a bordo di Sei Periodico Grazie mille, è un vero piacere esserci. Attore, scrittore, sceneggiatore e produttore italiano, e poi…? E poi tanto altro, questo è un mestiere in cui devi darti da fare o rischi di passare giornate intere a casa aspettando la classica telefonata dal tuo agente, non fa per me. Amo giocare in prima persona e per questo ho fondato Linfa Crowd, un market place italiano rivolto alla promozione e alla valorizzazione di progetti legati al mondo del cinema, teatro, editoria, arti visive, eventi. Mi sono messo in proprio come produttore e sto investendo in progetti culturali di qualità. Tu sei nato in Uganda e hai vissuto lì fino a sette anni, che ricordi hai del tuo “periodo africano”? Ad Hoima per l’esattezza, il mio papà era anestesista rianimatore e la mamma una professoressa di matema-

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tica, due missionari laici volontari in Africa per conto dell’associazione dell’AVSI. Si dice che si viene alla luce invece io sono nato al buio, in una casa senza né luce, né acqua. Ho vissuto libero, accerchiato da persone che erano felici con niente, assaporando quel tipo di felicità per questo per me l’Africa è il mio cuore. Quando siete ritornati in Italia hai sofferto il cambiamento? Tantissimo mi mancava soprattutto quella natura incontaminata e faticavo ad adeguarmi ai ritmi stressanti e veloci della città. È stato un trauma passare dalla Savana ad un appartamento di 80 mq, mi sentivo in gabbia. È stato un cambiamento faticoso, qui non avevo amici, a scuola sono stato “bullizzato” perché ero quello diverso che veniva dal mondo dei selvaggi. Fino a 15 anni non sono stato per niente bene poi piano, piano mi sono integrato e ho costruito la mia nuova vita.


A scuola sono stato “bullizzato” perché ero ...diverso

Si mo ne riccioni

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Com’è che una giovane promessa del basket passa dal cesto alla cinepresa? Mi sono innamorato della pallacanestro quando mio padre in Africa giocava con i marines americani, lì bastava un canestro e una palla. In Italia ho potuto approcciarmici diversamente e alla passione si è aggiunta il perfezionamento della tecnica. A 14 anni sono stato preso in serie A nelle giovanili della Sutor Montegranaro e poi come semiprofessionista in serie C1 con Crema, C2 con Milano3 Basiglio e Posal Basket poi la serie D della Mojazza e Morovalle. I miei mi iscrissero a scuola dai Salesiani di Macerata dove studiavo e partecipavo anche gli spettacoli teatrali. A 14 anni “Caino e Abele”, il mio primo musical, accese in me la scintilla della recitazione. Da “Com’è bello far l’amore” a “Come saltano i pesci” una carriera attoriale molto intensa sul grande e piccolo schermo, costellata di spot e film importanti, in quale pensi di aver dato il meglio di te? L’ultimo è quello in cui sento di aver dato il massimo. In “Com’è bello far l’amore” ero agli inizi, l’ho girato a soli vent’anni e avevo solo imbastito il vestito d’attore. Tre anni dopo mi sono

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iscritto all’Accademia per migliorare le tecniche di recitazione e tuttora lavoro sulla costruzione dell’attore che sarò. Con questo ultimo film ho operato una trasformazione importante, per la prima volta sento di aver messo nel mio ruolo tutto quello che ho imparato fino ad oggi dai miei studi, ma ho un percorso ancora lungo da definire. Ti riferisci a “Tiro Libero”, il film che è attualmente al cinema? Si, abbiamo voluto raccontare una storia d’amore, di sport e umanità, una storia di emozioni, in equilibrio fra il sorriso e la lacrima. Un film che puoi vedere con tutta la famiglia veramente da bollino verde. Tu ne sei il protagonista e torni ad indossare la tuta da basket, è stato bello tornare sul campo? Certo che si! Sapersi muovere senza forzature, in un ruolo che padroneggiavo, ha reso tutto più realistico. Il basket in questo film è stato lo strumento di un messaggio di speranza: i veri vincenti sono quelli che si rialzano al di là degli ostacoli. Quindi cosa ci vuole insegnare questa storia? Che nella vita si nasce due volte, la prima è quando veniamo messi al mondo e la

seconda quando ci decidiamo a vivere cambiando le nostre prospettive. È una storia autobiografica? È una storia vera, un mio amico si è ammalato di sclerosi multipla, in salute viveva dando tutto per scontato, quando si è ammalato non ha accettato subito la situazione e si è molto arrabbiato con Dio. Com’è stato essere il figlio della bellissima Nancy Brilli? Nancy è una persona adorabile, sono sempre stato follemente innamorato di lei fin dai tempi di “Febbre da cavallo”, l’aver accettato il ruolo mi ha molto onorato. Lavorare con bambini che recitavano su una sedia a rotelle ha comportato particolari difficoltà? Emotivamente è stato meraviglioso, considera che tre attori sono realmente paraplegici, prima di iniziare le riprese uno di loro mi chiese “Simone ma tu la vedi la mia carrozzina?” ed io gli ho risposto di si. Alla fine delle riprese mi ha rifatto la domanda ed io ho scoperto che da giorni non la vedevo più. Alla presentazione questi piccoli attori hanno ribadito che la diversità è negli occhi di chi si ferma a quelle ruote, devo dire che per me è stata una grande lezione di vita.


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ph. francesco ormando . styling: stefania sciortino . grooming e hair: noemi montironi


Amore e malattia sono i fili conduttori che reggono in piedi tutta la storia, ma non si tratta di aspetti così asimmetrici rispetto alla felicità? Certo il bello é quando s’intersecano, questo film non è drammatico, la critica lo ha definito coraggioso perché tocca il mistero di Dio, la rabbia inevitabile che nasce dentro una persona che si trova a confrontarsi con una malattia e il cambiamento a cui si può arrivare solo attraversando la sconfitta, cadendo e rialzandosi per arrivare alla vittoria. Un film tutto sommato semplice perché tratta con semplicità la vita. È vero che è stato anche criticato come didascalico e smielato, definito superficiale per il modo in cui nella storia si affrontano problemi difficili superati senza difficoltà? Si è vero, ci hanno dato dello stucchevole, peccando di presunzione, attaccando addirittura il nome della squadra di basket del film senza sapere che “Amicuccioli” è una squadra reale, un critico non dovrebbe pronunciarsi senza nemmeno informarsi. Mi dispiace che certi “grandi critici” tendano a commentare come banali certe trame pulite. Al cinema le trame vincenti sembrano solo quelle piene di azioni ed effetti speciali, dove l’interpretazione è in secondo piano, poi arriva una commedia per famiglie e che ti fa innamorare e le recensioni abusano solo del termine buonismo. Cosa ti aspettavi che fosse detto e che invece è stato tralasciato? Che gli attori erano tutti all’altezza del ruolo! Far passare gli attori disabili come povere vittime è un insulto gratuito. Purtroppo sembra che si ami la critica negativa a tutti i costi. Ad alcuni sembra paradossale che ragazzi disabili abbiano voglia di sognare senza autocommiserarsi, questi critici farebbero meglio a rivedersi il film. paginaquattordici

Siamo chiari non mi da fastidio la recensione negativa, mi dispiace quando diventa cattiva nei confronti di chi cerca di portare un messaggio positivo, questo è un insulto gratuito! Un film che ha avuto uno spettatore eccezionale… Si, siamo stati da Papa Francesco e gli abbiamo regalato il pallone utilizzato sul set. Il Papa ci ha benedetto il libro omonimo e il film. Il cinema d’autore è sempre un grosso rischio? In questo momento in Italia il cinema d’autore sta avendo un suo pubblico di nicchia sempre più forte mentre ad affrontare la crisi sono i prodotti più leggeri come i “cinepanettoni” che non entusiasmano più. A proposito di seduzione nella vita reale hai il cuore impegnato? Sono felicemente fidanzato. Se dovessi dipingere la felicità di un colore quale useresti? Il verde dell’Africa. E che rumore fa la felicità? Hai mai sentito i passi di un bambino che corre libero sull’erba? La felicità fa quel rumore! Tornerai in Africa? Non vedo l’ora, vorrei girare la storia dei miei genitori, due persone che in quel paese hanno aiutato gente senza un domani. Sono ancora un piccolo produttore ma quando sarò pronto lo farò. Prossimi progetti? Tra qualche settimana inizio a girare un nuovo film per il cinema e sto anche iniziando a preparare la mia prossima pellicola da produttore. Chiudiamo con un saluto ai lettori? Se siete arrivati fino a qui vi saluto con l’augurio di continuare a seguire sempre i vostri sogni.


Chi ha sparato a zero sul film farebbe meglio a rivederlo.

Identikit:

Simone Riccioni

Nato a: Hoima, Uganda Il: 5 settembre 1988 Segno zodiacale:

Vergine

Pregio:

sono solare e di cuore

difetto:

sono permaloso

Parola preferita:

libertĂ

Piatto Preferito:

lasagne di mammĂ

Un consiglio per sei: assaggiate Pavesini cocco e Nutella

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D O N Ir non pe

dimenticare. Diventare mamme è sicuramente il cambiamento piÚ profondo per una donna, una trasformazione che coinvolge corpo e anima e che cambia le prospettive della vita presente ma soprattutto futura.

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Sarà stato così anche per la trevigiana Elisa Girotto, 40 anni di Spresiano, direttrice di banca quando, il 24 agosto del 2016, ha tenuto in braccio per la prima volta la sua bambina. Come ogni mamma si sarà proiettata nel tempo, guardando ad un futuro costruito su piccoli passi e tanti traguardi da raggiungere assieme. Purtroppo la sua avventura

materna si è fermata molto presto poiché, poco dopo la

nascita della piccola Anna, ha scoperto di avere un tumore al seno difficilissimo da curare e che non le ha lasciato scampo. Determinata e forte mamma Elisa non si è arresa al cancro e ha iniziato una vera corsa contro il tempo, ha spento la prima candelina assieme a sua figlia, ha visto spuntarle il primo dentino, si è sentita chiamare mamma, ed è riuscita ad indossare un bellissimo abito da sposa e a sposare il suo compagno di vita Alessio Vincenzotto. A fine settembre Elisa è morta alla Casa dei gelsi di Treviso, l’hospice dell’Advar che accompagna i malati terminali negli ultimi giorni di vita, ma non ha lasciato vuoto dietro di se e, proprio come Pollicino, ha disseminato il percorso futuro della vita di suoi cari con simboli e messaggi che la ricorderanno nel tempo. Elisa ha capito cos’era importante fare per raccontare a sua figlia che

l’amore non si ferma con la morte, che esiste un tempo,

oltre il tempo che abbiamo, che non è fatto di giorni e di www.seiagenzia.it

ore ma di simboli che ci rappresentano e servono ad indicare agli altri le cose che per noi sono importanti e che necessariamente dobbiamo trasmettere a chi amiamo. Nelle ultime pagine del suo diario di vita, Elisa ha segnato i 18 momenti più importanti per la vita di sua figlia e che aveva immaginato di vivere con lei. Ha poi acquistato 18 regali per i prossimi 18 Natali e compleanni, per accompagnare la metamorfosi di una figlia che da bimbetta diventa prima fanciulla, poi ragazza ed infine donna. Un modo per esserci

nel tempo e per non lasciare che il tempo stesso sbiadisca le emozioni. È stata così previ-

dente questa super mamma da chiedere ad altre mamme, iscrivendosi a vari gruppi su facebook, consigli sui regali più giusti per le età future della piccola Anna, per quegli anni così difficili da immaginare per lei. Computer alla mano, ha acquistato online tutti i doni, Alessio, il marito, non lo aveva capito subito. “Mentre lei era ricoverata – ha poi raccontato - il corriere veniva a casa un giorno sì e uno no per consegnare pacchi con vestiti per tutte le età, libri, bambole, giochi didattici”. Tanti regali da parte di Elisa a sua figlia, a lui spetterà il compito di impacchettarli e darglieli al momento giusto. Un puzzle con il Golden Gate per attraversarlo dal cielo con lei, una Barbie con la cucina perché voleva che anche lei amasse i fornelli, un mappamondo di sughero, do-

ve segnare con le puntine ogni meta conquistata e quelle ancora da raggiungere: prima con il suo papà, poi da sola ma mai veramente sola perché Elisa sarà sempre nel cuore di Anna e poi tanti messaggi nascosti negli angoli di casa, che verranno fuori al momento giusto e messaggi vocali per farle ascoltare la sua voce. Sembra la favola di Alice nel paese delle Meraviglie quella scritta da questa intrepida mamma. Nel corso del tempo Anna, proprio come Alice, ad ogni ostacolo che incontrerà, potrà contare su ciò che Elisa ha lasciato per guidarla sulla giusta strada. Non oggetti qualunque, regali fatti per celebrare un momento, ma simboli che le serviranno a costruire il suo mondo interiore, per far crescere in lei certe consapevolezze che solo una mamma sa dare. Elisa proprio come la Regina Bianca che aiuta Alice a superare i suoi limiti. Così, ogni qualvolta scarterà un dono o troverà un messaggio, Anna capirà quale strada percorrere. Il tempo passa per tutti ma si ferma per chi non è più tra noi però Elisa ha trovato il suo modo per esserci nel tempo, con un orologio che segna i mesi e per fare in modo di esserci agli appuntamenti importanti della vita della sua amata bambina perché, come diceva il Cappellaio Matto, chi

impara a conoscere il tempo non lo smarrisce anzi gli fa fare ciò che vuole. paginadiciassette


a n o u s , a n . o . . a Su n a p m a c la

Mette in subbuglio i dirigenti scolastici la recente sentenza della Corte di Cassazione (n.21593/2017) che ha condannato dirigente, docente e autista di un autobus per la morte di uno studente.

Ci risiamo anno scolastico nuovo stesso caos ed ecco che “al suono della campanella si scatena l’inferno!” studenti che affollano i cancelli d’uscita e corrono a prendere lo scuolabus poi c’e chi, complice la poca distanza torna a casa da solo, gruppi distratti e non sempre attenti alla strada. Diciamocela tutta la conquista di questa autonomia per molti ragazzini è l’inizio di una nuova vita, in quel tragitto casa/scuola essi si sentono liberi di esprimersi, di relazionare con paginadiciotto

i loro coetanei e di utilizzare quel linguaggio non concesso dai genitori: liberi insomma di rafforzare la propria identità. Eppure questa tanto agognata autonomia è stata messa in discussione dalla recente sentenza della Corte di Cassazione n. 21593/2017 che, attraverso il Tribunale di Firenze, ha condannato quali corresponsabili il dirigente scolastico e il docente dell’ultima ora nonché l’autista di un autobus e il Comune per la morte di uno studente investito, proprio


all’uscita da scuola. Nonostante la tesi difensiva dei legali del MIUR che sosteneva che il fatto era avvenuto fuori dalla scuola, la Cassazione ha rigettato le motivazioni, asserendo che l’obbligo di vigilanza si estende fino a

“far salire e scendere dai mezzi di trasporto gli alunni, compresi quelli delle scuole medie, e demandando al personale medesimo la vigilanza nel caso in cui questi ritardino”.

Una sentenza che manda nel panico numerose famiglie italiane anche perché la regolamentazione dell’uscita dall’istituto scolastico è affrontata a modo proprio dal personale scolastico. Molti dirigenti scolastici provvedono facendo firmare una liberatoria dai genitori, che esonera la scuola dalla responsabilità sul tragitto scuola-casa dei figli. Purtroppo la giurisprudenza è chiara e sentenzia che i minori di 18 anni vanno consegnati ai genitori o a chi ne fa le veci, così come sancisce la Corte Suprema: << la scuola ha il

dovere di provvedere alla sorveglianza degli allievi minorenni per tutto il tempo in cui gli sono affidati, e quindi fino al subentro, “reale o potenziale”, dei genitori o di persone da questi incaricate>>. L’interpretazione normativa di-

venta purtroppo sibillina sull’inciso “fino al subentro potenziale dei genitori”, e quel “potenziale” resta l’ombra grigia al drin della campanella. Bella rogna! Eppure ci hanno provato i senatori Comaroli, Munerato e Consiglio di Lega Nord che hanno firmato il progetto di legge n. 325, presentato il 26 marzo 2013, e che dovrebbe far chiarezza e laddove il regolamento d’istituto lo preveda i ragazzi possono tornare a casa da soli, il progetto è ancora in attesa di essere discusso in Commissione Legislativa. Allo stato attuale i docenti dell’ultima ora e il personale ATA

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che lasciano andare gli studenti da soli si espongono al rischio di denuncia qualora accada qualcosa fuori dalla scuola.

Di prassi, una volta suonata la campanella, il docente deve accompagnare gli studenti all’uscita, assicurarsi che vengano consegnati a persona maggiorenne incaricata al ritiro o ad uno dei genitori. Nel caso non ci siano persone

individuate per la consegna del minore, trattiene il minore e, se ha terminato il proprio orario di servizio, lo consegna alla scuola tramite il collaboratore scolastico in servizio l'alunno; a questo punto la scuola (dirigente scolastico, vicario, collaboratore del dirigente scolastico o altri delegati) deve rintracciare i genitori e invitarli a ritirare il figlio; se il genitore non è rintracciabile, la scuola deve avvisare i vigili urbani o i carabinieri per rintracciarli; nel caso in cui sia impossibile contattare i genitori, la scuola consegna l'alunno agli stessi vigili perché venga trasportato presso la casa dei genitori o parenti delegati dai genitori. Purtroppo il confine tra il lecito e l’illecito in questa faccenda è davvero sottile, vero è che fuori dalle scuole molto spesso c’è carenza di vigilanza da parte del personale scolastico e degli organi di polizia ma è pur vero che l'attuale applicazione meccanica e generalizzata della norma si scontra non solo con una consuetudine tra scuola e famiglie radicata da decenni ma anche con il diritto del minore alla graduale acquisizione della propria autonomia. paginadiciannove


MITI&LEGGENDE

#NEAPOLIS

© Rossana Partenope di Poce

delle cose non ancora nate. «Se Ingres ha posto ordine alla quiete, io vorrei, al di là del pathos, porre ordine al movimento» (Paul Klee, “Teoria della forma e della figurazione”, 1959)

Quando Paul Klee arriva a Napoli nel 1902, ha 23 anni ed è un bel giovane pieno speranze, sta viaggiando in Italia e lo farà per otto mesi al seguito di due libri che hanno cantato al mondo la bellezza del nostro paese: Viaggio in Italia di Goethe (pubblicato nel 1816-1817) ed Il Cicerone di Burkhardt (1855). Paul Klee nei suoi diari annota ogni cosa che vede e ascolta: il suo è un viaggio a metà tra l’arte e il bel canto. Figlio di musicisti e violinista dall’età di

sette anni, non fa che percepire il mondo da queste due prospettive incrociate. All’arrivo a Napoli nel marzo del 1902, dedica alla città parole piene di euforia: “Difronte a un tale spettacolo si pensa alla tentazione di Cristo. Ci si esalta dalla gioia, si è librati tra sfere splendenti, divenute il centro del mondo (…) Potrei vivere meglio a Napoli che a Roma, la vita è più stimolante afferra di più lo spirito. Ritornare, essere per qualche tempo un napoletano! Pensiero attraente!”

villino De Rosa

Paul KLEE : Il pesce dorato, 1925

Paul Klee: Paesaggio con uccelli gialli, 1923 paginaventi


DAL RITORNO DAL SUO VIAGGIO ITALIA PAUL KLEE SCRIVE:

«2 maggio 1902. Tornando a casa ho trovato tutto in ordine, buon letto, pasti senza mance, due gatti graziosi, Myz e Nuggi, grigio su grigio.»

Tutto lo seduce della città, e rimane folgorato dalla pittura pompeiana al Museo Archeologico Nazionale: “Nel Museo Nazionale mi ha attratto, soprattutto, la collezione dei dipinti di Pompei. Entrando ero molto turbato. Pitture antiche, in parte meravigliosamente conservate. Quest’arte mi è così vicina! Ho capito la tecnica della silhouette. Il colore decorativo. Sento che queste cose mi riguardano da vicino. Tutto questo è stato dipinto per me, dissepolto per me. Mi sento più forte…” Il bisogno di Klee della rarefazione delle forme è già presente in ciò che lo colpisce: la tecnica della silhouette infatti non è che parte di quell’ esigenza di semplificazione delle forme che lo accompagnerà nel percorso artistico di una vita. Ospite della pensione tedesca Haase, nell’ex villino De Rosa al costo di due lire al giorno, risiede quindi sulle scale del Petraio e può guardare dall’alto tutta la città e la luce azzurra di cui parecchi artisti non potranno fare a meno: “Giace ai miei piedi, come un gigantesco anfiteatro, la città meravigliosa col suo intenso brusio”. Lassù sul Petraio lo colpiscono il verde, le forme e soprattutto i fiori che circondano quella parte della collina che allora doveva essere un vero paradiso al confronto della vita dura dei quartieri; e Napoli gli appare infatti come a tanti altri viaggiatori: “il più grande splendore accanto alla più grande miseria”. Nei giorni di quel marzo, l’artista si immerge completamente nella vita della capitale del Sud: la domenica di Pasqua è seduto in platea al teatro San Carlo ad

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ascoltare il Mefistofele di Arrigo Boito, di cui annota sul diario una linea di pentagramma con le note e il commento sui cantanti. Il San Carlo lo affascina con le sue grandiose forme e nei giorni successivi le sue visite proseguono al porto, al Corso Vittorio Emanuele, a Posillipo, includendo inoltre Pompei, Sorrento, Amalfi e Positano, per salire infine da Gragnano a guardare il panorama del golfo dall’alto. Ma soprattutto l’acquario Dhorn ha un posto speciale nelle sue impressioni. Il secondo acquario d’Europa inaugurato nel 1872, col suo mondo marino sospeso lo avvince e lo lascia incantato con gli affreschi nella biblioteca del tedesco Johann Reinhard von Maréès: ci sono pesci, molluschi, la sabbia e la dura vita dei pescatori che Klee ha modo di osservare da vicino sulle banchine del porto. Nelle annotazioni del giovane, Napoli è un posto dove chiunque può tentare di scendere “nel cuore delle cose non ancora nate”: chissà che le suggestioni della sua bella pittura non affondino anche nelle nostre atmosfere. Il nostro caos, il movimento, la vita compulsiva di una metropoli ricca di contrasti, certo ha contribuito a lasciare dentro di lui luminose ispirazioni. Al tempi del viaggio a Napoli, il Paul Klee padre dell’astrattismo deve infatti ancora emergere, ma più tardi nella maturità, la pullulante e affollata vita colorata dei suoi pesci nei fondali magici, rimanda forse alle memorie di una città marina brulicante che tanto lo aveva affascinato e che forse trova finalmente ordine nei suoi dipinti degli anni Venti.

paginaventuno


#GOSSIP

RUMORS DALLA RETE

JULIA Roberts I 50 anni non mi spaventano, mi eccitano... paginaventidue

"I 50 anni? La cifra non mi spaventa. Anzi mi sembra un momento eccitante", Chi non ha mai ammirato il sorriso angelico di Julia Roberts e, con un sospiro, l’ha invidiata almeno un pochino? Julia Roberts il 28 ottobre spegnerà 50 candeline. Julia Roberts, nella vita, è una supermamma e ha un'ossessione che si chiama Daniel... Sono passati 27 anni ma la sua magia incanta ancora. Ci commuoverà presto nel film "Wonder". E tornerà a farci sorridere nella nuova campagna di Calzedonia.


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RUMORS DALLA RETE

#GOSSIP

Tris di bebè in casa

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anche Khloé è incinta

Dopo l'annuncio della maternità (surrogata) di Kim, la conferma della dolce attesa della sorellina Kylie, anche per Khloé è tempo di pannolini e biberon: la 33enne aspetta un figlio da Tristan Thompson, cestista canadese con cui fa coppia dal settembre 2016. La notizia della gravidanza, confermata da TMZ,

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rivela che Khloé sarebbe già al quarto mese di gravidanza. Quello che stupisce di più, ovviamente, non è tanto la gravidanza bensì l’incredibile sincronia con la sorella Kim e la sorellasta Kylie Jenner, entrambe attualmente in dolce attesa dei rispettivi compagni, i rapper Kanye West e Travis Scott.

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RUMORS DALLA RETE

#GOSSIP

carla bruni

Nicolas Sarkozy è ossessionato dal seno della moglie Carla Bruni. In un nuovo memoir (La Cause du peuple, l’histoire interdite de la présidence Sarkozy), che promette di dare parecchi titoli ai giornali, Buisson attacca l'immagine pubblica di Sarkò, dopo che già aveva pubblicato nel 2014 conversazioni tra lui e la moglie, registrate all'Eliseo senza il loro consenso.

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Ora Buisson tira un'altra stoccata, definendo Sarkozy come un uomo ossessionato dal seno della moglie, di cui si sarebbe vantato anche durante una riunione di gabinetto con i suoi ministri. Il libro descrive l'ex presidente come un uomo dal "trionfalismo fallico", "dipendente dall'affetto" di un "impero di donne".


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RUMORS DALLA RETE

matrimonio a 70 anni Sono 21 anni gli anni di differenza che dividono Andrea Roncato e Nicole Moscariello. A 70 anni Andrea Roncato si sposa, i preparativi per il matrimonio sono già in corso: il "sì" arriverà con rito civile e la cerimonia sarà semplice e romantica.“ Dopo quasi un ventennio, il comico ha deciso di riprovarci. La promessa d'amore coronerà la carriera di sciupafemmine di Roncato. il suo curriculum sentimentale è affollato di donne sempre bellissime. Tra loro la diva del cinema hard Moana Pozzi, di cui fu amante per un paio di mesi. Accanto a Nicole, Andrea ha ritrovato il sorriso dopo la dolorosa fine delle precedenti nozze con Stefania Orlando (durate dal 1997 al 1999). Un matrimonio rovinato dai suoi eccessi, "dalle notti passate in discoteca" e dal vizio della cocaica che "quando mi offrivano, ci cascavo". “ Gigi (Sammarchi, suo partner nel duo comico Gigi e Andrea, ndr) sarà il testimone.

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#UNVOLTOxSEI

ANNA SANTARPIA

© Pina Longobardi

Un’intervista inevitabile quella con Anna Santarpia, la miss stabiese che si è aggiudicata la fascia “La Bella della Stampa” al concorso nazionale “Bella d’Italia 2017”. Nella vita frequenta il 3° anno di ragioneria turistica e spera in futuro di partecipare ad un progetto Erasmus per imparare nuove lingue e culture e portare avanti la sua carriera da modella.

“BELLA D’ITALIA 2017”

paginatrentadue


#UNVOLTOX6

ANNA SANTARPIA

Ciao Anna ti va di raccontarmi un po’ di te? Innanzitutto grazie per l’intervista, io sono una ragazza come tante, frequento il 3° anno di ragioneria come operatrice turistica, credo che andrò all’università e vorrei scovare un progetto Erasmus che assecondi la mia voglia di viaggiare, imparare nuove lingue e culture, per ora oltre allo studio, gioco a fare la modella. Come ti sei avvicinata al mondo della moda? È stato un approccio atipico innanzitutto perché non era un mio obiettivo di vita. Un giorno però, aprendo la posta di Facebook, trovo l’invito a partecipare al concorso di bellezza Miss Campania. All’epoca la mia autostima non mi permetteva di pensare che potessi essere una ragazza da “concorso di bellezza”, per me lo specchio rifletteva un’immagine diversa, fin troppo normale, nulla che assomigliasse alla bellezza perfetta intravista su qualche passerella in tv. Scartai subito l’idea ma non cancellai l’invito. Poi un piccolo grillo parlante nella testa mi provocò suggerendomi che dovevo mettermi alla prova. Così la vena dell’ottimismo ebbe un’ascesa di esibizionismo e d’impulso m’iscrissi al concorso. www.seiagenzia.it

Mi toccava convincere i miei genitori e li lavorai ai fianchi con determinazione, adducendo le più svariate motivazioni quali il mettersi in gioco, rifocillare l’autostima, partecipare da stabiese ad un concorso di bellezza, così pian, pianino riuscii a convincerli e una sera mi ritrovai piccina, piccina in uno stand affollato di ragazze normali come me e altrettanto ansiose di salire in passerella. Da allora ho partecipato a vari concorsi tra cui alcuni noti come Miss Stabia, Miss Campania, Miss Ondina. Contemporaneamente ho iniziato a lavorare con fotografi e come modella per boutique anche prestigiose. L’ultimo concorso a cui hai partecipato? Quest’anno sono arrivata finalista al concorso nazionale “La Bella d’Italia” e mi sono aggiudicata la fascia “Bella della Stampa”, una grande soddisfazione per me. Che si prova ad essere reginette di bellezza? È un’emozione grande, quando partecipi ad un concorso importante e man, mano scali tutte le selezioni allora dici a te stessa che vali. Se tutto procede in maniera pulita e ti ritrovi in finale “senza un come ne un paginatrentatre


zza a raga a, n u o n So nat etermi molto d o mondo e est ! amo qu vare in alto i r r a o vogli

grazie all a complic ità dei socia l, dell’a vvento della fot ografia d igitale e della c hirurgia plastica la bellezz a ha rivoluzio nato i su oi parametr i

a cosa cio un c a f o Quand ace farla al e mi pi sciar rrei la ta o v , o i ques megl no su un seg anche con strada o di poter gli e. l’orgo sere stabies s i e dire d

Amo la fit b uno sp ort ch oxe, e un il cuor e al f isce isico.

paginatrentaquattro


perché” questo ti aiuta a rafforzare la fiducia in te stessa. Quando si è molto giovani come me basta un niente ad incrinare quella fiducia e, anche se un concorso di bellezza può sembrare qualcosa di effimero, in realtà per una ragazza è una prova corroborante. Quindi i concorsi di bellezza non sono tutti truccati? Non tutti, vero è che a certi livelli è difficile che la macchina organizzativa sia trasparente, sicuramente ci saranno preferenze e raccomandazioni ma anche quando non si arriva tra le prime tre questi concorsi aprono nuove strade a tante ragazze valide. Purtroppo la vita ci insegna che non sempre vincere facile porta anche grandi risultati, in fondo nemmeno Sofia Loren vinse Miss Italia ma poi, anni dopo, portò a casa un Oscar per la sua interpretazione strepitosa nella Ciociara. Se pensi al futuro la moda sarà parte integrante della tua vita? Sono una ragazza molto determinata, amo questo mondo e voglio arrivare abbastanza in alto però essere modella oggi non è più come ai tempi delle mitiche Cindy Corwford, Linda Evangelista, Naomi Campbell, ecc. oggi non si distingue più la “bella delle belle”, grazie alla complicità di social, l’avvento della fotografia digitale e della chirurgia plastica la bellezza ha rivolu-

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zionato i suoi parametri non sempre al meglio. Quando faccio una cosa mi piace farla al meglio, vorrei lasciare un segno su questa strada anche con l’orgoglio di poter dire di essere stabiese. Però tra i miei sogni c’è anche quello di avere una famiglia e se le strade diventeranno inconciliabili, un giorno appenderò i tacchi al chiodo.

La chirurgia plastica non mi piace, in giro vedo troppi sorrisi di plastica.

Da studentessa come ti districhi tra studio e lavoro? Sono una metodica, studio con regolarità proprio guardando a quei momenti in cui aumentano gli impegni lavorativi. Ovvio che se un domani dovessi scegliere tra le due cose, mi orienterò su quella opzione che mi permetterà di valere veramente nella vita. Ami fare sport o sei pigra? Amo la fit boxe, uno sport che unisce il cuore al fisico. C’è una parte del tuo corpo che non ti piace? Come ti dicevo all’inizio di questa intervista i concorsi mi hanno aiutato a rafforzare l’autostima, continuo a vedermi una ragazza normale e non bellissima e la parte che proprio non amo di me sono le labbra. Pensi ad un ritocchino nel tempo? La chirurgia plastica non mi piace molto, talvolta peggiora la situazione, non pensi come me che si vedono troppi sorrisi di plastica in giro?

paginatrentacinque


Il mio mondo è quello dei nativi digitali, noi per primi abbiamo visto l’avvento della moneta unica, dei social, degli smartphone, la metamorfosi di un mondo che ha cambiato linguaggi e stili di vita

Si è vero ne scorgo tanti nei selfie! A proposito tu con la tecnologia che rappoto hai? Un bellissimo rapporto, mi piace, la capisco ed è veramente il mio mondo, sono tra quelle studentesse che preferisce studiare pc alla mano perché meglio di un libro ti fa approfondire e aprire tante strade. Come i miei coetanei, il mio mondo è quello dei nativi digitali, quella famosa generazione Y, la Next o Net Generation, noi per primi abbiamo visto l’avvento della moneta unica, dei social, degli smartphone, la metamorfosi di un mondo che ha cambiato linguaggi e stili di vita.

quali posti di Castellammare ami vivere? Amo il lungomare e il corso dove la sera ci si ritrova tra giovani, ma anche il centro antico mi affascina per la sua storia, credo che è proprio dalla valorizzazione della parte antica della città che si potrebbe ricominciare a rilanciare il turismo. Questa città vanta una storia fatta di personaggi illustri, antiche tradizioni e maestri artigiani, purtroppo il cuore della città è inaccessibile ai turisti perché non ci sono guide e nemmeno un’adeguata programmazione. Risultato? Stabia diventa così solo una città dormitorio.

Il tuo social preferito? Essendo una modella ovviamente Instagram.

C’è un momento dell’anno che preferisci? Amo l’odore del mare e l’aria estiva, l’estate qui è bellissima!

Mi raccontavi che sei orgogliosa di essere stabiese,

paginatrentasei

Le caldarroste del Faito, i

carciofi di Schito, i biscotti di Castellammare, le cozze vendute agli chalet dell’Acqua della Madonna sono tutte specialità stabiesi ce ne è qualcuna che non conosci? Non conoscevo “I biscotti di Castellammare”, li ho apprezzati per motivi di studio, infatti l’anno scorso con la mia classe abbiamo aderito al progetto scolastico “Fare Impresa” ed io, essendo al turistico, ho partecipato in particolare al “A Great Day JA, un progetto che avvicinava gli studenti ai percorsi enogastronomici della nostra città. Vogliamo salutarci facendo un augurio alla nostra città? Fiera di essere stabiese, auguro alla mia città di risollevarsi del tutto e di ritrovare gli antichi fasti e lo splendore di quel tempo che fu e che la rese grande.


Identikit:

Anna Santarpia

Nata il: 14 agosto 2000 Segno zodiacale:

leone

Un pregio:

troppo buona Un difetto:

testarda

Scuadra del cuore:

NAPOLI

Materia preferita:

spagnolo

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Con i primi freddi autunnali, riscopriamo il piacere delle zuppe e dei piatti cremosi, da provare la raffinata vellutata di porri e crostini croccanti , accompagnata magari da un buon rosso di Gragnano.

30 MIN

Ingr. per la Vellutata • Porri 600 g • Patate (gialle) 300 g • Brodo vegetale 500 g • Olio evo 60 g • Pepe nero q.b. • Timo 3 rametti

Ingr. per i crostini

• Pane 100 g • Rosmarino q.b. • Paprika dolce q.b. • Finocchietto selvatico q.b. • Origano q.b. • Timo q.b.

e n o i z a r a p e r P

Iniziate preparando il brodo vegetale, intanto pulite il porro tagliando via la parte verde; incidete lo strato più esterno e sfogliate il porro di 1 o 2 strati poi tagliatelo a rondelle. Sbucciate le patate e tagliatele a fette spesse, quindi a listarelle da cui ricavare tanti dadini. Riscaldate dell’olio di oliva in un tegame e versateci dentro il porro, fatelo rosolare, mescolando il tutto, di tanto in tanto, con un cucchiaio di legno fino a che i porri non appassiscano. Aggiungete le patate a dadini, allungate il brodo vegetale, aromatizzate con pepe e timo e fate cuocere il tutto per circa 30-35 minuti. Quando le patate saranno ammorbidite e il porro sarà cotto, immergete il frullatore e per ottenere una crema omogenea. Passate la crema al colino per renderla più liscia ed eliminare eventuali pezzi interi di verdure, poi tenete da parte al caldo e dedicatevi ai crostini saporiti: in un frullatore versate gli aghi di rosmarino, la paprika dolce, il finocchio, l'origano e il timo; poi tritate il tutto per ottenere un mix di erbe e spezie. Quindi affettate il pane tagliatelo a cubetti e ponetelo in una ciotola. Condite con un cucchiaio di olio e il mix di erbe e spezie tritate. Versate i dadini di pane su una leccarda foderata con carta da forno e cuocete a grill per una decina di minuti o fino a quando non risulteranno dorati. Quando anche i crostini saranno pronti, sfornateli, impiattate la vellutata di porri e guarnite le portate con i crostini saporiti ed aghetti di rosmarino, servite la vellutata ben calda.

Il consiglio dello chef: per un sapore più corposo, potete aggiungere della panna da cucina 5-10 minuti prima di spegnere. Mentre per "speziarla" maggiormente potete utilizzare un pizzico di curry o paprika così la vellutata risulterà più sfiziosa! www.seiagenzia.it

paginaquarantuno


#RELAx RELAX

ORA D’ARIA

ORA D’ARIA

fate il vostro gioco...

SUDOKU COME SI GIOCA: Le regole sono semplici: alcune caselle sono già fissate, le altre vanno riempite con numeri dall'1 al 9. La tavola è suddivisa in 9 quadranti da 3x3 caselle nelle quali vanno inseriti i numeri

dall’1 al 9 senza ripetizioni. Ogni riga orizzontale e verticale dell'intera tavola non deve contenere ripetizioni di numeri.

9 3 8 1 8 6 1 6 5 6 3 2 8 6 5 3 1 4 9 3 2

1 4 3

3 2

7 1 3 9 6

FUTOSHIKI COME SI GIOCA: Inserire i numeri da 1 a 5 in ciascuna colonna e riga senza che si ripetano (come nel sudoku) i simboli tra le caselle indicano se un numero è maggiore o minore dell’altro (es. “4 < ?” significa che il 4 è più basso del numero alla sua destra; poichè il numero più alto da inserire è 5, al posto del ? non vi può che essere che un 5!)

5 2

7 8 9 6 5 4 7 5 3 8

1 5 4 3

3 2 6 9 4 6

3

2 5 2

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6 2 1 8

5 2


CRUCINTARSIO

COME SI GIOCA: Partendo da quanto già stampato, inserire tutti i vocaboli elencati, in ordine di lunghezza. 3 LETTERE: ALI ART ETÀ EVI IAN MAL MIR NOI REI TAV TRE

A G O

4 LETTERE: ARIA NORD OMAR ONDA OSTE 5 LETTERE: AGAVE AIUTO ALITO ASCIA ISLAM

PRATO RABAT SABOT VIETA

6 LETTERE: AMLETO ERRANI RIARMO ROLLER ROTORI

CRITTOGRAFICO COME SI GIOCA: Il crittografico è uno schema di parole crociate dove non sono presenti le definizioni. Per risolvere lo schema ad ogni numero deve corrispondere la medesima lettera.

7 LETTERE: ALLIEVE CUNETTA GASOLIO MAGIARI PULLMAN

SATANA SOMALO TARTAN

1

2

2

3

6

8 LETTERE: ARBITRIO CALAMARO RESCISSO

4

7

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A L O

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9

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FRANCESCO ORMANDO PH. MARILENA IMPARATO MICHELE ESPOSITO MINA GIULIANO NOEMI MONTIRONI ROSSANA PARTENOPE DI POCE STEFANIA SCIORTINO

PIANO DI SORRENTO ROMANO MICHELE Corso Italia, 216

Mensile a Diffusione Gratuita Anno VI • N. 66 • Ottobre 2017

VICO EQUENSE

Aut. Tribunale di Torre Annunziata Num. Reg. 952/2011 Num. Reg. Stampa 11 del 03/11/2011

S. ANTONIO ABATE

Chiuso in Redazione il 16/10/2017 Stampato da Sprint Italia

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Oroscopo

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L’amore non ti offrirà molta consolazione. Sarà un periodo nervoso, che ti costringerà quasi a prendere coscienza di quello che non funziona, di quello che vorresti davvero, di quello che non vuoi accettare. A giorni potresti sentirti davvero molto giù, ma dovrai sforzarti di reagire: pensa che questi momenti avranno le ore contate.

(22 Maggio - 21 Giugno)

Gemelli Vergine

(24 Agosto - 22 Settembre) (23 Novembre - 21 Dicembre)

Qualche problema potrebbe inaugurare il mese. Forse sarai alle prese con l’insoddisfazione, oppure con una situazione concreta che non sai come risolvere. Di certo, ci sarà che nel tuo cuore potrebbe esserci una tempesta, che dovrai affrontare con prudenza, perché potresti, almeno all’inizio, non avere le idee chiare.

Sagittario

Con Venere, il pianeta dell’amore e per buona parte del mese in Leone, il tuo cuore sarà ben coccolato e accudito. Mercurio e Marte nel tuo segno ti regaleranno il periodo giusto per svolte importanti, decisioni, incontri o anche solo per godere di giornate gratificanti, tra romanticismo e passione. Tutto sommato periodo sereno e piacevole.

Pesci

(21 Aprile - 21 Maggio)

Toro Leone

(23 Luglio - 23 Agosto) (23 Ottobre - 22 Novembre)

Scorpione

Uno dei motivi del tuo stato d’animo teso e preoccupato potrebbe essere proprio l’amore che a inizio mese non sarà scorrevole, anzi potresti ritrovarti in una situazione complicata. Fine mese favorevole, inizierai a vederci chiaro, a sentirti meno irritabile e più soddisfatto, e alla fine anche il cuore ti offrirà emozioni profonde.

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(20 Febbraio - 19 Marzo)

Mese molto passionale, perfino se sei una persona timida, o poco audace, potresti scoprirti a dare maggiore spazio all’istinto, rispetto alla razionalità e alla tua tradizionale prudenza. Merito dell’amore o solo erotismo in primo piano? La risposta varierà molto, in base alle persone e alle circostanze che ogni Capricorno si troverà a vivere.

(21 Gennaio - 19 Febbraio)

Venere sarà tua alleata per tutto il mese. Con questo transito all’attivo, potrai leggere chiaramente in fondo al tuo cuore, esprimere con equilibrio le tue esigenze emotive e migliorare la tua soddisfazione affettiva. Se cerchi l’amore, la prima parte del mese sarà più frizzante e ricca di opportunità. Nel tuo cuore c’è desiderio di vivere una bella storia.

Acquario

(20 Marzo - 20 Aprile) (22 Giugno - 22 Luglio)

Cancro

Un atteggiamento più concreto ti aiuterà ad osservare la tua situazione con uno sguardo diverso e più profondo. Sarai quindi pronto a prendere decisioni importanti che si riveleranno utili e indovinate. Le emozioni decolleranno nell’ultima parte del mese, mentre per eros e sex appeal godrai da subito di configurazioni positive.

(23 Settembre - 22 Ottobre)

Bilancia Capricorno

Periodo sereno, positivo, ricco di interessi e voglia di goderti l’ultimo scampolo di estate, di conoscere gente e di divertirti come preferisci. Ma anche di tornare al quotidiano, che cercherai di migliorare per poter raggiungere i tuoi traguardi prima e meglio che puoi. Per cuore ed emozioni mese di sensazioni profonde e coinvolgenti.

(22 Dicembre - 20 Gennaio)

Ariete

Ottobre

Venere e Marte nella prima parte del mese sigleranno un periodo molto favorevole per l’amore. Venere rappresenta le emozioni, l’affettività, la soddisfazione, mentre Marte incide sull’eros, sull’intraprendenza, sulla determinazione: avrai la possibilità di migliorare quello che non funziona, di goderti giornate romantiche o appassionate. Forse sarai un po’ chiuso su te stesso a inizio mese, con il desiderio di introspezione, di capire certe sfumature o di comprendere che direzione stanno prendendo i tuoi affari di cuore. Una piccola pausa riflessiva, che t’aiuterà a partire con il piede giusto nel corso del mese. Marte in Vergine aumenterà appetiti e sex appeal. Il mese inizierà con Venere e Marte in Leone che ti offriranno il massimo dei vantaggi per cuore ed eros. Approfittane: dopo il 5 Marte non sarà più tuo alleato e dovrai affrontare nervosismo o insoddisfazione relativa proprio alla sessualità. Su Venere, però, potrai contare a lungo: un transito favorevole per lasciar emergere spontaneamente le emozioni. Il mese non partirà male, anzi. Forse starai ancora pensando alle cose belle di quest’estate, oppure ad altro. Insomma, starai bene ma niente fuochi d’artificio. Peccato che piano piano la situazione diventerà tesa. Forse per un equivoco o perché qualcosa interferirà con le tue intenzioni. Purtroppo a fine mese ti sentirai in balia delle onde, in un mare emotivo in tempesta.


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