Diletto e Armonia Villeggiature Marine Liberty

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Andrea Speziali

DILETTO E ARMONIA VILLEGGIATURE MARINE LIBERTY


Comune di Pesaro Assessorato alla BELLEZZA Servizio Musei

Museo della Marineria Washinton Patrignani 61100 Pesaro, viale Pola, 9 - Tel./Fax 0721 35588 e-mail: museomarineria@comune.pesaro.pu.it pagina Facebook: Museo della Marineria Pesaro Direzione della collana Rerum Maritimarum Maria Lucia De Nicolò

Diletto e armonia. Villeggiature marine Liberty. di Andrea Speziali dal 31 Maggio al 27 Agosto 2015 Museo della Marineria Washington Patrignani, Pesaro Mostra a cura di Andrea Speziali Allestimenti: Giuseppina Dolci Immagine di copertina: Villino Ruggeri, Pesaro. Prospetto della facciata a mare. a pag. 4 Villino Ruggeri a Pesaro. a pag. 6 Scala d’ingresso di Villa Molaroni a Pesaro. Ringraziamenti: Maria Lucia De Nicolò Alessandro Catrani Cesare Brusi Daniela Gay Eugenio Rizzo Fabio Benzi Laura Novak Maria Cristina Sirchia Paolo Marchetti Felici Giunchi Ulisse Tramonti


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PRESENTAZIONE

Questa nuova pubblicazione di Andrea Speziali offre davvero un testo che mancava alla pur vasta bibliografia sul Liberty in Italia. Benché esplorata in numerose pubblicazioni sulle declinazioni regionali che lo stile più innovativo (e già globale, in senso moderno) del mondo contemporaneo ebbe sull’architettura italiana, una visione d’insieme della particolare esuberanza che l’applicazione dell’Art Nouveau ebbe nei luoghi della villeggiatura marina, ancora non esisteva. La particolare corrispondenza delle istanze di novità del Liberty con i principi della modernità, infatti, ben si legano a quel particolare exploit che tra fine Ottocento e primo Novecento vide la nascita della nuova moda del mare inteso come luogo di piacere e di soggiorno. In quel periodo tutte le magnifiche coste del Bel Paese si coprirono di un merletto fiorito di architetture residenziali, di padiglioni dedicati ai nuovi riti della vita sociale (caffè, sale da ballo, alberghi, casino, stabilimenti balneari), che celebravano una nuova libertà di costumi, di stile, di ambizioni borghesi o nobiliari (che per la prima volta si andavano strettamente intrecciando), in una chiave di internazionalità indiscussa, di rottura col passato. Il Liberty interpretò insomma l’ansia di evoluzione verso un mondo nuovo e moderno; e uno dei palcoscenici privilegiati fu proprio quello del legame col mare: sia in senso figurativo, con la fluidità dell’acqua che diviene metafora per le interpretazioni della linea flessuosa del nuovo stile, sia perché si trattava di inventare nuovi sistemi sociali, urbanistici, estetici, di vita, attraverso uno stile che si identifica con la ricerca del nuovo legato allo studio del naturale. Nel catalogo della mia mostra sul Liberty in Italia, che nel 2001 ritracciava i presupposti e ricostruiva una lettura priva dei vecchi pregiudizi che gravavano sull’interpretazione della versione italiana dell’Art Nouveau, già avevo cercato di estrapolare il tema in un breve saggio dedicato a una delle località di villeggiatura che maggiormente interpretavano queste istanze. Tuttavia lo spazio del catalogo era troppo esiguo (benché monumentale) per presentare quanto Speziali riesce a fare oggi: un organico (anche se certo schematico, ma ben documentato) percorso delle coste italiane alla ricerca di testimonianze per lo più dimenticate o ignorate. Un voyage en Italie alla ricerca dell’“arte nuova”. Da questo lungo excursus emerge allora un dato davvero sorprendente (non per me che lo avevo fortemente teorizzato nel lungo saggio della mostra citata): l’Italia non fu una sponda 3



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provinciale rispetto a nazioni come Francia o Inghilterra, ma fu una voce primaria nel coro mondiale, capace di elaborare ai massimi livelli le istanze dell’Art Nouveau. Era solo la critica nostrana del tempo, che per un vezzo di esterofilia, riteneva marginale il nostro contributo nazionale. E ciò è attestato dalla precisa cronologia che l’Italia esibisce, in perfetta sintonia con l’Europa più aggiornata: primi accenni di un’elaborazione del nuovo stile nella prima metà degli anni Novanta dell’Ottocento, ad opera di alcuni grandi precursori; diffusione tra il 1896 e il 1900 ad opera dei primi artisti, architetti e decoratori innovatori; larghissima elaborazione dei temi a partire dal principio del nuovo secolo. Tutto ciò in perfetto parallelo con quanto (e soprattutto come) avveniva in Europa. Infine, questa illusione di “Belle Epoque” durò a lungo, addentrandosi nei primi anni Venti, ma nelle zone diciamo più periferiche, secondo una costante anch’essa europea. Ma soprattutto questo viaggio ci fa conoscere un tessuto ricchissimo, dal quale emergono capolavori inaspettati, davvero di livello internazionale, che ci fanno venire la voglia di approfondire ancora lo studio di una miniera apparentemente inesauribile di bellezza, nonostante le enormi distruzioni che tempi poco consapevoli hanno portato su un tessuto spesso delicato, talvolta effimero di realizzazioni.

Fabio Benzi Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti

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UNA FINESTRA SULL’ARCHITETTURA LIBERTY BALNEARE

La mostra ‘’Armonia e Diletto. Villeggiature Liberty marine’’, ospitata a Villa Molaroni, sede del Museo della Marineria Washington di Pesaro, fornisce una panoramica del ricco patrimonio architettonico Liberty sviluppatosi lungo la costa e sul territorio nazionale. È chiaro che non basterebbero gli spazi della reggia di Versailles per raccontare tutto nel dettaglio, però si potrebbe considerare questo primo ‘racconto visivo’ del patrimonio edilizio balneare in stile Liberty, come un inizio verso qualcosa di più grande. Grazie infatti all’invenzione del computer e di internet, oggi è possibile visitare sul portale web www. italialiberty.it tutto il patrimonio artistico Liberty italiano e in parte estero; i mezzi digitali possono dunque permettere grandi reportages, tanto desiderati da storici come Rossana Bossaglia e mai compiuti fino ad ora. Oggi, grazie a questo sito è possibile conoscere edifici censiti nella penisola, sia quelli ancora esistenti e visitabili che quelli demoliti nel recente passato. In mostra sono esposti documenti inediti come i progetti dell’ingegnere Enrico Macchiavello nativo di Rapallo. Quest’ultimo risulta in qualche modo protagonista in questa antologica esposizione, dal momento che buona parte dei materiali esposti in originale, provenienti da archivi e collezioni private, rappresentano edifici di sua progettazione che per la prima volta vengono posti in visione. Fra questi rientra anche il progetto del Kursaal di Rapallo. Definire una data esatta di quando il nuovo stile arriva in Italia è difficile; sono molti i dibattiti e le considerazioni in proposito. È chiaro che, grazie al progetto ‘‘Italia Liberty’’, è possibile consultare da qualsiasi dispositivo digitale un ricco patrimonio archivistico di progetti e fotografie degli edifici che riportano informazioni cronologiche utile a rintracciare i villini Liberty più antichi. Ad esempio Palazzo Migliorati1, costruito nel 1898 a Brescia su progetto di Egidio Dabbeni (1873-1964), riporta decorazioni cementizie Liberty. A quel tempo il cemento era ancora una novità e, considerando la datazione dell’edificio, potrebbe verosimilmente supporsi uno dei primi esempi di Liberty italiano. La mostra organizzata oggi vuole quindi accompagnare il visitatore a intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere le opere architettoniche Liberty da Sanremo a Trieste, percorrendo i litorali mediterranei, passando dal Tirreno allo Ionio, all’Adriatico. Si possono evidenziare diverse varietà di impronte stilistiche, tutte riconducibili alla corrente artistica Art Nouveau (Liberty in Italia), ma con cifre artistiche differenti da area ad area, per cui è possibile constatare che il Liberty, al Sud, è più marcato e ‘‘pesante’’ del Liberty che si esprime al Nord, e che si scoprono alcune regioni con tracce Liberty più 7


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marcate e numerose che altrove. Tutto questo è desumibile seguendo l’itinerario proposto dalla mostra attraverso le zone balneari di Sanremo, Imperia, Alassio, Savona, Genova, Rapallo, La Spezia, Viareggio, Livorno, Cecina, Santa Marinella, Napoli, Palermo, Trapani, Catania, Bari, Pescara, Giulianova, Grottammare, Civitanova Marche, Falconara Marittima, Senigallia, Fano, Pesaro, Cattolica, Riccione, Rimini, Bellaria, Viserba, Cesenatico, Cervia, Comacchio, Lido di Venezia, Trieste. Fontana di villa ‘‘Per Ufficiali’’ a Sanremo. Il tentativo è quello di delineare dunque una panoramica funzionale ad evidenziare la variegata gamma dei villini costruiti nelle zone balneari in un variegato tour Liberty di particolare suggestione e fascino. Partendo dal confine francese tra Menton e Ventimiglia, la prima città che merita attenzione per i villini Liberty che si conservati a tutt’oggi è la rinomata località balneare di Sanremo. Tra gli edifici in questione quello più rappresentativo è senza dubbio villa Angerer, ubicata in prossimità del Casino municipale della città. L’ingresso su via Asquasciati è costituito da un imponente cancello, i cui piloni sono sormontati da vasi in ceramica in stile Secessionista. L’esterno della villa è così ricco di decorazioni che ricorda un tipico villino Art Nouveau. Se confrontiamo il bow-window con i vasi di Gallè, possiamo notare una forte similitudine per la stessa fluidità delle linee, cromie calde e una ricca composizione. A dare un tono di leggerezza all’esterno della dimora sono le decorazioni Liberty presenti in ogni particolare, come i comignoli in terracotta che riportano soggetti floreali e mitologici (draghi), marmi intagliati, stucchi, vetri, ferri battuti zoomorfi nelle ringhiere dei balconi, opera di Luca Casella. Perfino le giunture tra i tubi delle gronde sono arricchite di motivi floreali. Analizzando i prospetti dell’edificio si nota che il corpo centrale è stato sopraelevato per accogliere la loggia vetrata, richiesta dal committente per ospitare la libreria. All’interno vi è una pregiata scala in ferro battuto a motivi vegetali realizzata dal noto fabbro Mazzucotelli che conduce con una svolta di 180° ai piani superiori i cui spazi interni sono valorizzati da soffitti affrescati, pannelli lignei scolpiti, vetrate policrome filettate in piombo a temi floreali. Non è solo l’architettura con le sue decorazioni a caratterizzare la proprietà come un gioiello della città, infatti la villa conserva anche un vasto parco annesso che offriva al visitatore caverne con rocce, statue e giochi d’acqua, ricostruzioni orientaleggianti, piante esotiche e una pittoresca grotta con un drago scolpito. In origine la dimora si chiamava villa Feraldi, già presente nel piano regolatore del 1882; in seguito, nell’anno 1902, ne divenne proprietario l’avvocato austriaco Leopold Angerer. A Sanremo ci sono anche altre proprietà Liberty, soprattutto 8


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private, come villa Anita del 19032. Il Casinò della città, come si può vedere da foto d’epoca, all’interno conservava decorazioni Liberty mentre il complesso architettonico si distacca dall’impronta Liberty. Sempre in città si trova la villa ‘‘Per gli Ufficiali’’ nel cui giardino interno è conservata una fontana Liberty, la medesima che si può ammirare nel giardino del Grand Hotel Rimini. Prima di lasciare la città merita attenzione la scultura marmorea ‘‘Primavera’’, realizzata nel 1919 dallo scultore Vincenzo Pasquali. Il Liberty si sviluppò anche nell’arte scultorea, che contribuì ad abbellire alcuni angoli della città. A Imperia particolare rilievo va dato allo stabilimento balnerare Spiaggia d’Oro, sorto nel 1913 sul molo di ponente a Porto Maurizio, progettato dell’architetto Alfredo Campanini (1873-1926) e realizzato dalla “Società Ligure Lombarda”. Analizzando da lontano lo stabilimento notiamo un’impostazione di impronta Secessionista viennese, confrontabile con opere di Otto Wagner3 e colori sgargianti e vivaci tipici del Liberty, in sintonia con altre architetture del luogo. Gli interni sono riccamente decorati con affreschi ai soffitti ritraenti la natura. Agli angoli dell’edificio sono affrescati alberi che ornano il perimetro specularmente. Ad Alassio lo sguardo punta su villa Massara, sul Lungomare di levante, le cui linee e decorazioni si ritrovano anche a villa Zanelli a Savona: probabilmente sono stati utilizzati gli stessi calchi cementizi che si ripetevano da villa a villa. Merita di essere ricordata, sempre ad Alassio la galleria L’Image4, in Piazza Partigiani, che custodisce manifesti originali e poster Art Nouveau realizzati da grandi illustratori quali Mucha, Dudovich, Cambellotti, Terzi e molti altri. È bene ribadire anche in questo contesto che è proprio grazie alla grafica e di conseguenza alla pubblicità che l’arte Liberty prese vita e si diffuse in Italia a fine Ottocento5. Proseguendo sul litoreale tirrenico, ci si imbatte in un capolavoro di architettura Liberty balneare: villa Zanelli a Savona6. L’edificio risale al 1907; proprietà di Nicolò Zanelli, fu progettata dall’architetto Gottardo Gussoni (18691951), allievo di Pietro Fenoglio (1865-1927), noto come uno dei più importanti architetti del Liberty italiano. Dopo aver lavorato con Fenoglio, Gussoni si associò a Vivarelli e nella sua attività edilizia il villino Zanelli costituisce un importante prototipo dell’Art Nouveau per la Riviera Ligure. Con questa realizzazione pervenne ad elaborare, con personale ritmicità plastica, i motivi sviluppati da Horta in Belgio, filtrati Interno del Casinò a Sanremo. 9


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attraverso la lezione del suo primo maestro Fenoglio. Gussoni lavorò molto nella Riviera Ligure, ma nulla è così nettamente caratterizzato da un punto di vista stilistico come Villa Zanelli, che rimane il suo capolavoro più celebre. Appartenne alla famiglia Zanelli fino al 1933, anno in cui fu venduta al comune di Milano, che la utilizzò come colonia internazionale fino 19617. Nonostante i molti cambiamenti di destinazione d’uso e gli inevitabili adattamenti interni ad uso pubbliVilla Liberty ad Alassio. Foto d’epoca lato monte-ferrovia. (demolita) co dell’edificio, concepito sul suo nascere come residenza familiare, conserva i caratteri originari sia dal punto di vista strutturale che decorativo. In origine le strutture erano intonacate di bianco, al fine di fare risaltare le decorazioni, i vetri cattedrale ed il complesso gioco dei ferri battuti. Di questi ultimi restano soltanto le ringhiere interne e quelle del cancello d’ingresso. La costruzione appare rovinata dalle pesanti tinteggiature in giallo ed anche dalla crescita della città che ha in parte distrutto l’originale contesto verdeggiante in cui sorgeva. A Savona, oltre villa Zanelli, sono sopravvissuti altri edifici Liberty che meritano un cenno; tra questi il palazzo dei Pavoni eretto nel 1906, così battezzato per le maioliche affrescate all’esterno8 raffiguranti pavoni Liberty di grande suggestione. Il pavone nel Liberty rientra tra i soggetti più rappresentati per la facile stilizzazione delle linee, al contrario della rosa che offre pochi elementi su cui giocare con le ‘’linee a colpo di frusta’’. Genova conserva eleganti edifici Liberty più nel centro città che nella zona a mare. Un esempio di palazzo urbano è visitabile in Corso Firenze al civico 9, caratterizzato da cariatidi e bassorilievi marcati, di ispirazione barocca. Agli inizi del Novecento si poteva ammirare qualche altra costruzione, oggi demolite o stravolte architettonicamente. Qualche villino con decorazioni Liberty si può scorgere su via Piaggio9. A Rapallo il Liberty non ebbe un grande successo: la committenza dell’epoca guardava più a stili classici e razionali, come si può notare da antiche cartoline e da ciò che rimane dei pochi villini costruiti sulla costa, che manifestano il tratto comune dei tetti a chalet e torrette da colori caldi con tonalità cromatiche prevalentemente gialle. In una città come Rapallo si può dedurre, dopo studi e ricerche condotte in archivio, che l’unico pioniere del nuovo stile sia proprio l’ingegnere Enrico Macchiavello, nativo della città. Un genio che è riuscito a proporre il Liberty in alcune zone di Rapallo, con la progettazione degli impianti edilizi ed anche nelle decorazioni. Il concetto progettuale dell’immobile, dalla distribuzione alla disposizione degli spazi interni e esterni, si sposa con il pensiero filoso10


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fico di questo nuovo stile. Era l’alba del XX secolo quando, il primo gennaio del 1901, sulla costiera fra Rapallo e Portofino, aprì i battenti il Kurssal, eretto nel luogo dove, nel 1865 sorgeva Villa Elisabetta su progetto dell’architetto svizzero Verrey, con la direzione ai lavori di Enrico Machiavello. Dai progetti originali esposti in mostra si nota che la struttura aveva 140 stanze. Un’edificio imponente che si colloca come il capolavoro del Macchiavello. Nella produzione di Enrico Macchaivello trapela la poliedricità di una matematico capace di interpretare varie correnti artistiche con estro e genialità10. La mostra propone anche bozzetti decorativi di rosoni, balconi in ferro battuto, prospetti di edifici come l’hotel Oriental e ville. Si evince dalla linea sinuosa a colpo di frusta che Macchiavello aveva una profonda conoscenza dell’architettura veneta di quel periodo; infatti alcuni progetti di villini, come villa Sanguineti, sono ispirati ai più noti modelli di ville Liberty del Lido di Venezia. A La Spezia con la Belle Èpoque si era formato un centro di cultura modernista, dal quale attingevano le zone limitrofe di Sarzana (che riporta ancora oggi esempi di arte Liberty), Lerici ed altre località alle quali il fenomeno si era esteso. A Sarzana, lungo il viale della Stazione, alcuni villini Liberty confermano quanto sosteneva Rossana Bossaglia, circa i villini dell’aristocrazia costruiti nei pressi delle stazioni ferroviarie, individuati come luoghi fecondi e prolifici dell’arte Liberty. Valeria Scandellari ipotizza che da Torino il fenomeno del Liberty si sia infiltrato a La Spezia quasi contemporaneamente11, dal momento che molti artisti e operatori locali avevano studiato e si erano perfezionati a Torino12. Da un attento studio basato su confronti tematici e stilistici fra alcuni edifici spezzini e torinesi, emergono forti relazioni e analogie sia per la progettazione architettonica che per le decorazioni. Meritano attenzione il Palazzo Bianchi, sito in via Fiume, capolavoro Liberty spezzino per impostazione, decorazioni e per i caratteri della facciata ispirata a palazzo Sanguinetti, costruito su progetto di Ettore Lambertini nel 1907 a Bologna. Si può notare una forte similitudine per la distribuzione delle linee e la stessa tonalità tra Liberty floreale e la linea della Secessione Viennese nelle decorazioni. Palazzo Bianchi opera Vincenzo Bacigalupi, sempre di inizio Novecento, in buono stato di conservazione, presenta Foto d’epoca di villa Zanelli a Savona. affreschi ai soffitti interni di raffinata bel11


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lezza Art Nouveau. Nell’insieme le linee sono assai equilibrate e con i colori delle vetrate della scalinata interna, specie al mattino, lo stabile si trasforma in un vero spettacolo. A Viareggio spiccano gli stabili il Gran Caffè Regina Margherita, i Magazzini Duilio: tutte architetture tra Liberty e Art Dèco. Il Bagno Balena, realizzato nel 1900 da Alfredo Belluomini si pone come un’ anticipazione dello stile in via di elaborazione, sulla falsariga del villino Lydia a Viserba di Rimini. I Magazzini Duilio eretti negli anni Venti rivelano Villino Liberty a Monterosso. nell’impostazione generica impronte Dèco e decorazioni Liberty, notabili da vicino. Il villino Chizzolini del 1910 a firma dell’architetto lucchese Gaetano Orzali riporta sulla facciata esterna un ornamento ceramico raffigurante caravelle sul mare13. L’impianto della villa è eclettico e conserva un terrazzo al posto del tetto, di pura filosofia Liberty. Altri esempi di architettura Liberty a Viareggio risultano il villino Guscio, del 1914, caratterizzato da un sottotetto in cemento armato e il villino Rina eretto nel 1913 in via Leonardo Da Vinci 11314. Per Livorno il quadro d’insieme si mostra poco confortante: lo stabilimento Acque della Salute, sorto agli inizi del Novecento su progetto di da Angelo Badaloni (1849-1920), vero capolavoro Liberty, giace in completo abbandono. Mostra ancora le pregiate decorazioni cementizie e maioliche illustrate. Nella stessa zona si trova la Palazzina Vichi, un esempio di villino di proprietà privata ben conservato nel tempo. Fu costruito nel 1906 su progetto di Pietro Arcangioli e la decorazione spazia dalla tecnica cementizia a quella della maiolica riposta sul perimetro dell’edificio. Fortunatamente molte delle ville private lungo la costa sono ben conservate. A Cecina si contano infatti pochi edifici Liberty, fortunatamente ancora oggi esistenti e una situazione similare si si presenta anche a Santa Marinella dove si può ammirare villa Bettina, realizzata al tramonto dello stile floreale: fu eretta nel 1906 sulla via Aurelia. La villa si nota da lontano per i suoi colori accesi e vivaci, la forma armonica grazie alla torre di pianta circolare e gli stucchi Liberty. Il giardino è ricco di vegetazione e dettagli eleganti non mancano, come un sottotetto con decorazioni raffiguranti cigni per tutto il perimetro e un cancello in ferro battuto, riccamente lavorato. Villa Cerrano fu costruita nel 1913 in cemento armato proprio per celebrare le enormi possibilità espressive del nuovo materiale edilizio. Il villino costituisce un esempio notevole di architettura Liberty floreale, opera dell’architetto romano Gino Smorti e mostra il tipico lessico dello stile floreale, con eleganti decorazioni fitomorfiche sulla cancellata, sui blocchi prefabbricati dei parapetti e su alcune finestre. Di pregio la finestra sottotetto a mezzaluna che adotta una forma geometrica tipica di questo nuovo stile viene conside12


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rata una delle prime costruzioni progettate secondo i dettami del nuovo stile15. A Napoli un rilevante esempio Liberty è la Palazzina Velardi, considerata una delle prime costruzioni progettate secondo i dettami del nuovo stile16. Sicuramente è l’edificio Liberty più antico e quello più singolare, caratterizzato da un’ alta torretta tutta decorata con soggetti floreali in cemento. Nella città partenopea è l’architettura rispetto a scultura, pittura e grafica17 a risentire maggiormente di questa corrente artistica che si diffuse in tutta Europa tra fine ‘800 e inizi ‘900. La diffusione dello stile Liberty nella città si ha prevalentemente tra il 1900 e il 1920 nei quartieri di nuova urbanizzazione che si sviluppano verso le colline del Vomero e di Posillipo18, oltre che in talune aree interessate da attività di demolizione e risanamento architettonico e urbanistico. Sorgono così in gran numero ville, palazzetti ma anche palazzi, che rappresentano oggi un importante patrimonio architettonico. I temi comuni nell’architettura Liberty napoletana sono il massiccio impiego di materiali quali il ferro battuto e il vetro, la presenza ricorrente di torri e pilastri, l’utilizzo diffuso di stucchi e motivi floreali a carattere decorativo e ornamentale, le forme curve del cemento. Un’espressione di eleganza e raffinatezza dell’arte Liberty è la scalinata all’interno del palazzo Mannajuolo, scenografica, ellittica e priva di decorazioni laboriose con quella linea a ‘’colpo di frusta’’ ricca come nelle opere di Horta. Il villino Russo Ermolli progettato dall’architetto Stanislavo Sorrentino tra il 1915 e il 1918, sito in via Palizzi 50, ancora oggi è in buono stato di conservazione e merita attenzione per le pregiate e raffinate decorazioni in bassorilievo esterne. La marcatura dei dettagli è più leggera rispetto ad altre decorazioni Liberty napoletane. In Sicilia si ritrovano le ville Liberty di maggior rilievo storico lungo la costa. Sulla costa occidentale spicca Trapani, dove si trovano costruzioni a firma di Francesco La Grassa, architetto trapanese attivo in tutta Italia; meritano attenzione edifici come Palazzo Ferrante del 1908 e Palazzo delle Poste del 1927 a tre elevazioni con pronao rettangolare, intelaiato da una teoria d’archi incassati a sesto acuto, sostenuti da lesene che partono da terra, inquadrando le aperture; la facciata presenta bassorilievi Liberty e sopra la scritta ‘Telegrafi’ svettano due ali d’angelo, allegoria di un servizio di edizioni veloci. A Palermo si incontra il villino Florio19 che racconta ancora la storia dell’architetutra Liberty palermitana attraverso i suoi affreschi, arredi e dettagli di inconfondibile eleganza, opera del genio di Ernesto Basile (1857-1932), uno tra i più noti architetti della Sicilia. Il Villino Liberty a Monterosso. villino Florio all’Olivuzza, costruito 13


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tra il 1899 e il 1902, è attorniato da un vasto giardino e si trova in viale Regina Margherita 38. Assieme al palazzo Dabbeni e a qualche altro esempio di arte Liberty italiana, villa Florio è uno dei primi esempi dello stile floreale, sicuramente il primo nella Regione Sicilia. Le varie influenze stilistiche che determinano l’impianto architettonico dalle superfici ricurve barocche, capriate tipicamente nordiche, torrette cilindriche che rimandano ai castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali, assimilate tra loro creano un’ impronta eclettica nella pianta e nei prospetti. Forse Basile voleva ricreare in questo edificio (proponendo vari elementi stilistici provenienti da fuori) le tappe che il cosmopolita e viaggiatore Vincenzo Florio aveva percorso. La modernità dell’edificio Liberty viene proposta in maniera espansiva e nelle piccole decorazioni su tutto il perimetro della villa, partendo dal tetto. Come tanti edifici anche villa Florio finì disabitata e negli anni Sessanta subì anche un incendio20 che devastò l’interno e i suoi preziosi arredi disegnati dal Basile. Gli affreschi e i dipinti ad opera di Ettore De Maria Bergler (1850-1938) e Giuseppe Enea (1853-1906) andarono in rovina. Fortunatamente un impegnativo restauro ha restituito all’antico splendore questo capolavoro di villa, oggi sede di rappresentanza della Regione Siciliana21. Altre ville da visitare a Palermo, senza escludere i due chioschi Ribaudo, sono il villino Ida del 1903-1904, progettato da Ernesto Basile per la moglie Ida Negrini di Novara e il villino Favarolo situato tra piazza Virgilio, angolo via Dante Palazzo, caratterizzato da un’alta torretta, e Palazzo Dato del 1906 in via XX Settembre, progettato dall’ingegnere Vincezo Alagna. L’opera Liberty più suggestiva, sempre a Palermo, rimane però l’affresco del pittore De Meria Von Bergler realizzato con la collaborazione di L. Di Giovanni e M. Cortegiani nel prestigioso salone del Grand Hotel Villa Igea, edificio progettato dal Basile nel 1908. In questo grande affresco Villa Rina, Via L. Da Vinci, 1903, Viareggio. che si estende sulle pareti dell’intero salone viene illustrata ‘’la vita della Belle Èpoque’’ con figure femminili sorridenti, una folta vegetazione, cromie calde e vivaci che raccontano splendore e ottimismo dell’arte Liberty. L’iris, fiore dominante dell’affresco è emblema dell’Art Nouveau. Compaiono poi papaveri, rose e melograni; gli abiti femminili ricordano le vesti della modella privilegiata del grande illustratore ceco Alfons Mucha. 14


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Il ritratto di Franca Florio conservato all’interno del Grand Hotel e realizzato da Giovanni Boldini è l’emblema della borghesia22. Scrive Leonardo Sciascia: “Per sensazioni ed immagini lontane, di quando ci sono venuto per la prima volta verso il 1930, spesso riesco a estrarre dal bellissimo caos che è Palermo una città essenzialmente Liberty, quasi una piccola capitale dell’Art Nouveau”. Una mostra tenutasi al Complesso Monumentale dello Steri a Palermo, “Girolamo Manetti Cusa. Architetto, ingegnere, fotografo dal Liberty alla Ricostruzione’’23, riscopre una figura di artista poliedrico, che contribuì già allora con una grande raccolta di scatti fotografici dei villini a censire il patrimonio architettonico palermitano e a progettare edifici sia di impronta Liberty che Art Dèco. L’esposizione ha dato risalto a foto e progetti di edifici Liberty oggi scomparsi24. Tra questi ricordiamo il villino Di Giorgi, realizzato nel 1914 e demolito nel 1967 per fare spazio a più moderni complessi. La palazzina era sita in via Notarbartolo e il prospetto principale si affacciava sulla via Sciuti. La progettazione del maestoso villino fu realizzata da Cusa in collaborazione con Giovan Battista Santangelo e la costruzione fu opera dell’impresa Utveggio. La via Notarbartolo venne prolungata a seguito di un piano di lottizzazione approvato dal Consiglio comunale di Palermo nel 1904 con la destinazione esclusiva di villette ad uso residenziale. La progressiva fuga aristocratico-borghese dai vecchi quartieri all’interno della città murata determinò, ad inizio Novecento, lo sviluppo progressivo di una nuova organizzazione residenziale di carattere lineare, che, iniziata lungo viale della Libertà, proseguiva poi per altri assi, come via Notarbartolo, caratterizzando così interi quartieri di nuova espansione. Quest’ultima via finì col rappresentare non tanto il simbolo della Belle Èpoque di fine secolo (che si identificava con viale della Libertà), ma la strada della Palermo borghese, della città nuova. Nel 1913 Di Giorgi acquistò da Michele Utveggio un lotto di terreno di 1500 mq. della concessione enfiteutica che Utveggio, a sua volta, aveva acquisito dalla ditta Ingham & Whitaker, e in esso venne costruita la sua abitazione privata. Alla sua morte, avvenuta nel 1929, la villa passò nella disponibilità della vedova Raffaella BalleDecorazione Liberty a Pescara. (dettaglio della pietra) steros ed ai figli Michela e Giuseppe 15


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Alberto. Durante il secondo conflitto mondiale la villa ospitò il Comando Militare americano. Infine negli anni ’50 fu sede dell’ ERAS, l’Ente per la riforma agraria in Sicilia (un tempo, prima del secondo conflitto mondiale, noto come Ente di colonizzazione del Latifondo siciliano). Nel 1958 la marchesa Raffaella e la figlia Michela (Giuseppe Alberto era deceduto in guerra nel 1943), vendettero la villa con l’annesso terreno all’Istituto Figlie di S. Paolo. Nel 1964 fu acquistata dai costruttori Ferrarella e Coraci, che la demolirono per costruire un nuovo palazzo. E’ da evidenziare, considerati i risultati pregevoli ottenuti, malgrado la complessa elaborazione del manufatto, quale appare dalle fotografie stoPortico del Caffè Margherita a Viareggio. riche e dai progetti, che l’incarico di progettare la villa era stato conferito a Manetti Cusa nello stesso anno della sua laurea, conseguita nel 1913. La villa si distingueva per la complessità stilistica dei prospetti che, sebbene ispirata al manierismo classico, non disdegnava riferimenti ad altri stili come il Liberty. La composizione era animata dal gioco degli sporti e delle rientranze in cui erano ricavate logge e portici. Particolarmente elaborata era la soluzione dove il piccolo portico ionico era sormontato da terrazza. I prospetti erano distribuiti in partiti separati da lesene bugnate; le aperture erano incorniciate da edicole classiche con timpani, circolari al piano terra e triangolari al primo piano. L’ingresso era evidenziato da un portico ionico sormontato da un balcone con inferriata neobarocca e mensola sagomata. Sull’apertura era posto un medaglione in bassorilievo. Il muretto d’attico, infine, era decorato da vasotti. Il progetto originario prevedeva anche la realizzazione di un garage, il cui progetto si conserva nell’ Archivio Manetti Cusa. Palermo, come tante altre città italiane negli anni del boom economico, ha visto demolire tante ville Liberty per fare spazio a palazzi più modernamente concepiti e il villino Di Giorgi è solo uno dei tanti esempi del tributo pagato alla modernità. Nel novero delle diverse demolizioni di edifici a firma del progettista Cusa va ricordato anche il villino Villaura, allora sito in via Notarbartolo, angolo via Lo Iacono. Ricorre ancora una volta l’impresa di costruzione Utveggio con cui il Cusa realizzava pregiate costruzioni. Nel 1965 le tendenze dell’economia palermitana e gli interessi dei proprietari del villino hanno fatto sì che prevalessero le ragioni della demolizione su 16


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quelle della salvaguardia, perciò anche questo villino tra arte Liberty e Art Dèco venne inesorabilmente raso al suolo. Catania come altre note città siciliane conobbe una fioritura di opere Liberty nei primi anni del Novecento. Francesco Fichera (1881-1950) era un allievo del Basile e nella città produsse l’arte nuova. Un esempio importante e noto da visitare è il negozio Frigeri, sito in via Manzoni 95, dietro alla Collegiata, realizzato da Malerba. Altri palazzi eleganti o edifici di dimensioni più contenute come villa Rigoletto si possono vedere anche nelle foto della mostra. Un altro edificio non Liberty, ma di rilievo per l’architetto che lo progettò, è palazzo Vucetich, realizzato intorno al 1930 dall’ingegnere Alessandro Vucetich25, fa da pendente a quello progettato da Silvestro Mascali: le due costruzioni che presentano un fronte arrotondato sul loro punto focale, creano una soluzione urbanistica interessante e movimentata che ha precedenti nella complessa spazialità delle città barocche. E’ troppo ardito il riferimento alla piazza del Popolo di Roma, ma i due palazzi hanno la stessa funzione delle due chiese romane, che definiscono un’area di sosta raccolta, ma non rigidamente definita, anzi aperta su diversi assi viari. Palazzo Vucetich è uno dei più tipici esempi di architetture Art Dèco a Catania. La sequenza dei quattro piani è movimentata da diversi elementi decorativi: le botteghe al piano terra hanno ampie aperture a tutto sesto, le finestre del primo piano, anch’esse a tutto sesto, sono inserite entro due lunghe paraste terminanti con una sfera piatta. Il secondo piano ha balconi più lineari con cornici rettangolari e infine l’ultimo piano presenta una sequenza di finestre con cornici mistilinee di ispirazione eclettica. Il prospetto lungo il viale principale è decorato con leggeri rilievi scultorei e movimentato dalla presenza delle bow windows, elementi tratti dal repertorio architettonico dell’Europa centro-settentrionale. Del palazzo Vucetich è interessante notare che la forma dei balconcini è uguale a quella proposta a villa Antolini a Riccione, del 1923, progettata dal fratello di Alessandro, Mirko Vucetich. Agli inizi del Novecento ad Avola ebbe notevole sviluppo lo stile Liberty, tanto che la sua diffusione coincise con una vivace crescita economica della città e provocò un rinnovamento nell’edilizia, ancora ravvisabile nei prospetti di molti edifici dell’abitato che, ormai, dilagava oltre la cinta esagonale. Protagonisti furono gli scalpellini che lavorarono la tenera pietra iblea nelle forme slanciate e sinuose del Liberty. Motivi floreali, frutti tipici del luogo, volti di ieratiche fanciulle, elementi zoomorfici ispirati dalla tradizione classica, ornano numerose facciate delle case di Avola. Anche i decori degli interni si adeguarono alla nuova moda e si distinse, per le sue splendide volte dipinte con aeree figure, il pittore avolese Raffaele Scalia. Tra i numerosi edifici che si Villino Liberty a Cecina. 17


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possono osservare, di particolare interesse sono quelli siti in via Pellico 1, in Piazza Umberto I 23, e in Corso Vittorio Emanuele 115 ,dove si impone Palazzo Corsico. Il palazzetto Liberty sito ad angolo tra via S. Lucia e Corso Vittorio Emanuele, nei pressi dei giardini pubblici e della stazione, è un esempio di architettura moderna di inizio Novecento che reca ancora ci- Palazzina Liberty in via Sonnino a Cagliari. mase, ferri battuti, portoni originari dell’epoca. Il piano terreno ha tre ingressi distinti: una parte è adibita a locale commerciale con ingresso autonomo e due vani restaurati; un altro ingresso con scala per accesso al piano superiore e un ulteriore ingresso dal vicolo con locale di servizio ed un vano ancora da ristrutturare. Il palazzetto è stato ben Affresco Liberty in edificio residenziale a Cagliari. restaurato internamente con scelta di materiali che ne rispettano lo stile. Necessita di lavori esterni. La Sardegna sorprende con rari esempi Liberty sia nell’architettura che nell’arte pittorica con affreschi di grande bellezza, come nella palazzina Liberty in via Sonnino a Cagliari. L’edifico è localizzato nel tratto S della via Sonnino al civico 11 e costituisce l’unico esempio superstite dell’espansione urbana di primo Novecento in quella zona. La palazzina Liberty perfettamente conservata ha una facciata con quattro aperture su due piani e si segnala per il ricorso allo stile Art Nouveau nelle aperture ad arco ribassato del primo piano e nelle decorazioni a motivi vegetali e geometrici in cemento nella parte alta. Interessanti e legate al medesimo stile floreale anche le ringhiere in ferro battuto dei balconcini laterali e della terrazza che conclude la costruzione26. Lasciando alle nostre spalle le isole Sardegna e Sicilia ci spostiamo sull’Adriatico, per risalire dalla città di Bari fino a Trieste. Il Liberty a Bari approdò in una forma di proiezione barocca con tratti più pesanti e marcati rispetto a quelli del Liberty conosciuto dal fruitore comune. Proprio per questo alla produzione edile di fine Ottocento e inizi Novecento si attribuisce prevalentemente il carattere eclettico. Un incipiente stile Liberty si può riconoscere nel palazzo Atti, in Corso 18


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Cavour al civico 24, dove ha sede anche una Galleria d’arte. Il palazzo è noto per le sue cariatidi sedute ai lati del balcone e i timpani delle finestre recanti decorazioni paragonabili a quelle della Casa Elizabetes Iela di Riga. Altri esempi di architettura Liberty come il Kursaal Santalucia o Palazzo Dioguardi si vedono nelle vie Nicola De Giosa n. 28, De Rossi n. 221, Calefati n. 396, Sparano n. 99, Imbriani n. 56, Argiro n. 46-48. Passando in Abruzzo, a Pescara si incontra il Teatro Michetti, eretto nel 1910 nell’attuale via G. D’Annunzio, angolo via Conte di Ruvo, su progetto di Pasquale Michetti, padre di Vicentino, su commissione dei cugini Camillo e Vicenti. Da una cartolina del 1917 si può constatare che nel corso degli anni l’edificio non ha subito grandi variazioni; sono ancora in buono stato i bassorilievi della facciata del teatro e le maioliche raffiguranti arance dipinte applicate per tutto il perimetro della facciata della palazzina adiacente. A Pescara lo stile Liberty si manifesta sporadicamente in alcunei stabili isolati del lungomare nord, di quello sud, del centro città o della collina, ma principalmente nelle case del quartiere della Pineta. Risale ai primi anni del 1900 l’intenzione del Comune di Pescara di bonificare la zona paludosa della Pineta, poi denominata Dannunziana, trasformandola in lotti edificabili, dotati di infrastrutture. Cinquantadue insulae, concepite nell’insieme come “città-giardino” con viali, parco, stadio, piazzali per giochi, vale a dire come area turistica climatico balneare di soggiorno. L’idea era di Antonino Liberi che, con il “Progetto Pineta”, varava un piano di risanamento proposto al Consiglio Comunale di Pescara il 14 settembre 1912. Il piano regolatore prevedeva anche il prolungamento fino al mare dell’attuale viale Luisa D’Annunzio e la realizzazione di un stabilimento balneare. Questa struttura, che doveva rappresentare il fulcro del nuovo quartiere, fu inaugurata nel 1910 sempre su progetto dell’ing. Liberi e fu pensata come padiglione di ritrovo culturale e ricreativo della borghesia cittadina. Ma a Pescara l’idea non decollò ed il “Kursaal” - denominato così dall’appellativo in voga nelle coeve attrezzature turistico-balneari diffuse sulla costa adriatica o nelle città termali - rimase incompiuto. Una finestra sull’architettura balneare Palazzina Liberty a Licata. Di pregio i balconi in ferro battuto. Liberty si apre a Giulianova con villa 19


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Montano, caratterizzata da una torretta Liberty vista mare. La villa Castelli-Montano, posta all’inizio di viale dello Splendore ed edificata tra il 1910 e il 1918, è caratterizzata da una torre d’angolo che, con le sue ampie vetrate decorate, conferisce all’architettura della casa carattere di pregio e singolarità per il richiamo di queste strutture con gli elementi a torre dei castelli, riproponendo una tipologia di chiara derivazione toscana diffusa anche lungo il litorale adriatico. Di impianto asimmetrico, Decoro Liberty in una palazzina in Corso Vittorio Emanuele a Sciacca. sia nella pianta che nella composizione dei prospetti, la villa si sviluppa su un piano seminterrato più due livelli, in cui si distribuiscono varie aperture di altrettanto varia tipologia: loggiati con colonnine, finestre bipartite e tripartite e, nella esclusiva torretta, finestroni circolari. Il tutto è ornato con i più variegati e raffinati decori, a stucco e dipinti, con temi di natura floreale e a strisce. Nella città di Grottammare, a nord del lungomare principale il viale si restringe a formare uno stretto vialetto con un terreno prevalentemente sabbioso su cui sorsero attorno agli anni Venti diversi villini Liberty. Le ville di questa zona hanno giardini piccoli e, quando furono costruiti, i cancelli si Palazzina Liberty che ospita la Juventus Club in via Roma a Sciacca. affacciavano direttamente sulla spiaggia, mentre l’ingresso principale si trovava sul lato ovest, su via Roma che scorre parallela alla ferrovia. Passeggiando sul lungomare è possibile scorgere diversi villini che ancora oggi mantengono il fascino originario. L’edificio Liberty più rappresentativo di Grottammare é quello costruito nel 1913 dal produttore di ceramiche ascolano Giuseppe Matricardi, che affidò la progettazione all’architetto Cesare Bazzani (1873-193). In quel periodo Bazzani, membro del consiglio superiore delle Belle Arti, nonché autore di opere monumentali come il Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e la biblioteca nazionale a Firenze, si trovava ad Ascoli Piceno per progettare il palazzo della Cassa di Risparmio, i cui lavori vennero affidati proprio all’impresa edile dell’ing. Matricardi. Il villino venne decorato esteriormente con maioliche provenienti dalla fabbrica Matricardi, dipinte a mano dai pittori Polci e Castelli. Le cromie della villa sono chiare, tendenti al 20


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giallino e si sposano con i colori della città, richiamando i toni cromatici della spiaggia e colori vivaci negli affreschi. Complemento indispensabile alla fisionomia della villa, il giardino verso il mare, che viene progettato secondo i dettami del ‘’parco romantico’’, con le sue prospettive asimmetriche e volutamente casuali. Il villino é a pianta quadrata e la volumetria é movimentata da terrazze verso il mare e verso sud, dal portichetto dell’ingresso est nel giardino e dalla splendida torretta che s’innalza e si conclude nell’espandersi curvilineo dei pilastri angolari, originariamente decorata da affreschi, restaurati e conservati negli anni. L’affresco che si ripete in modo simmetrico sui quattro lati ritrae il tema della natura con dei rami e della frutta. All’interno i muri sono decorati da geometrie Art Nouveau e da affreschi floreali dipinti dall’artista Coppola. Alcuni pavimenti sono preziosi incastri a mosaico di parquets. I proprietari lo vendettero pochi anni dopo la costruzione alla famiglia Cola, i cui eredi tuttora ne sono in possesso. Altri edifici da visitare a Grottammare sono il villino Ida, a pochi passi dal villino Matricardi, villa Marucchi e il villino Mandolesi. Villa Conti è l’icona Liberty di Civitanova Marche per la storia che ne arricchisce l’ importanza e per le sue ricche decorazioni che ne fanno un unicum architettonico della città. Eretta nel 1907 circa per volontà della famiglia Conti, fu progettata dal noto architetto Paolo Sironi (Milano 1858- Bologna 1927)27. Villa Conti è situata sul Colle San Michele e domina la vallata del Fiume Castellaro che unisce la città di Civitanova Marche Alta al Porto. La villa fu abitata fino al 1968 da Pier Alberto Conti28 e alla sua morte il patrimonio andò in eredità all’Ordine religioso dei Salesiani. Si tratta di un’ importante villa che richiama la forma più conosciuta sironiana, confrontabile con altri suoi modelli di villini bolognesi. Una città di mare come Falconara non conserva ville, ma solo qualche spunto Liberty nelle decorazioni presenti in un bar vicino alla stazione e in via Cavour. Basta però spostarsi verso monte Villa Igea, 1908, Palermo. Affresco all’interno. Foto di Antonio La Colla. per rintracciare qualche testimo21


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nianza nella città di Castelferretti, al Circolo Filarmonica, eretto nel 1913 per volontà dei soci dell’epoca, i quali vollero dare all’edificio un’impronta moderna, che richiamasse l’attività del corpo bandistico. Di fatto la facciata a mattoncini, rimasta come allora, ricorda il disegno della lira. Un’altra località marina marchigiana, Senigallia, è conosciuta sopratutto per l’arte grafica prodotta a inizio Novecento più che per le ville Liberty. Infatti i poster pubblicitari dell’epoca, illustrati da grafici come Ferruccio Scandellari o da artisti anonimi, propongono un tratto grafico, toni cromatici e sinuose linee ispirati ai manifesti francesi dello stesso periodo. Tra questi ricordiamo “Una tranquilla lettura” del 1904 e “Quell’aria di libertà” del 191029. Una pubblicità con richiami più ottocenteschi che Liberty è “Stagione di bagni e di fiera” del 1901 realizzato da Marchetti e stampato alla Litografia Barbieri di Roma30. La medesima situazione si ritrova a Fano: non si hanno ville Liberty, fatta eccezione per qual- Stabilimento balneare a Mondello. Fotografia attuale e cartolina dell’epoca. che edificio presente in via Flaminia e viale Mariotti, mentre più rilevante è la presenza di opere grafiche. Meritano una segnalazione i manifesti pubblicitari “Vanitas marina” del 1 giugno 1869 e “Il tuffo” del 1905, anche se l’estetica della grafica Liberty non s’impone con la massima evidenza come invece accade nei manifesti di Mucha; più riconoscibili i colori e le linee del periodo in cui è agli albori l’Art Dèco nei manifesti “Le due bagnanti” del 1920 e “Una costa sulla spiaggia” del 1924, illustrati da Mario Seneca. Da Fano a Comacchio si segnala un ricco patrimonio di “case di villeggiatura” Liberty, 22


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fortunatamente conservatesi nel tempo. Si può quindi constatare che le città adriatiche a differenza di quelle sul Tirreno, tra fine Ottocento e primi Novecento hanno sentito maggiormente il fascino del nuovo stile. Tra Pesaro e Cervia si contano infatti centinaia di villini Liberty, per non contare poi il Lido di Venezia, dove si assiste ad un’esplosione della moda. A Pesaro, “capitale Liberty dell’Adriatcio”, merita attenzione l’edificio “Lavoratori della terra”, progettato nel 1900, probabilmente dal medesimo architetto di villa Caprile, e realizzato nel 1905 per ospitare un circolo d’incontro per feste e balli nel fine settimana. Come accade a molti edifici dell’epoca della Belle Èpoque, nel corso degli anni, a seconda delle varie gestioni, cambiamo le destinazioni d’uso degli interni31. Pur mostrandosi un immobile molto semplice nella composizione planimetrica, conserva tuttavia particolari Liberty, specie nella facciata principale, con un carattere tipografico in stile simile a quello dei manifesti del noto farmacista Oreste Ruggeri (1857-1912), utilizzato nella scritta “Lavoratori della terra”, ai cui lati sono posti due bassorilievi di terracotta raffiguranti rispettivamente frutta e grano. È possibile che l’artigliano dei bassorilievi sia il medesimo che realizzò i decori esterni della villa Iside al mare. Al centro dei quadrati della facciata principale, sono riportati sotto l’intonaco delle scritte legate alle varie attività dell’edificio. Secondo la testimonianza di qualche residente, all’epoca comparivano anche degli affreschi. Oggi la struttura è adibita a negozio e sede di attività commerciale gestita dalla famiglia Montaccini, che offre servizi di tipografia, materiale di cartoleria e articoli da regalo da oltre 15 anni. A pochi passi da questo edificio verso lato Rimini si incontra un fabbricato Liberty del 1913: Casa per la Cooperativa di Consumo a S. Maria delle Fabbrecce, il cui balcone, lato SS Adriatica, riporta in perfetto stato di conservazione il nome dell’edifico. Si tratta di una realizzazione moderna per l’epoca, quando il cemento armato come altri materiali era una novità nell’arte Liberty. L’ unicum architettonico rimane comunque il villino al mare di Oreste Ruggeri, pregevole testimonianza della “stagione floreale” in Italia. Costruito su progetto di Giuseppe Brega si presta a icona del Liberty italiano. Era il maggio del 1902 quando venne posata la prima pietra e il 1907 quando terminarono i lavori. La progettazione era in costante cambiamento, Oreste Ruggeri desiderava inglobare nel villino tutto ciò che caratterizzava la moda Art Nouveau. Non mancano di certo ispirazioni a castelli francesi con le tipiche torrette che ritroviamo in una forma più Palazzo delle Poste, 1922-1927, Trapani. Progettista: Francesco La Grassa. 23


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stilizzata a villa Ruggeri32. Il farmacista introdusse l’Art Nouveau anche nella grafica pubblicitaria dei suoi prodotti farmaceutici e nella produzione di ceramiche Liberty. Questa dimora aveva anche l’obbiettivo di celebrare le idee innovatrici e cosmopolite del secolo e di far parlare di sé nei secoli avvenire. Purtroppo la guerra ha lasciato un segno anche in questa villa, perchè i preziosi ferri battuti della cancellata e i portoni raffiguranti figure femminili nude al mare, in bassorilievo, opera di Alfredo Cartoceti, vennero dati alla patria per fabbricare le armi da guerra. La decorazione estesa sulla facciata del villino lato mare, che unisce il tema della frutta a quello del mare, ricorda l’effetto di un’onda che va a frantumarsi su una parete; le aragoste che si arrampicano alla grondaia del tetto ricordano i granchi quando salgono la roccia della scogliera nel momento in cu arriva l’onda: tutto è giusto, perfetto e crea un insieme armonioso. Anche il balcone ondulato contribuisce a dare più concretezza all’idea dell’onda. Brega non si limitò Decorazioni Liberty in edifici privati a Catania. alla progettazione del solo villino, ma progettò anche gli arredi interni, dai mobili agli affreschi. Grazie a lui Pesaro vide un proliferare di ville e villini lungo la costa in stile Liberty, oggi ancora visibili e in buono stato di conservazione. Tra questi meritano menzione villa Iside e villa Olga, dedicata nel 1907 alla moglie di Oreste Ruggeri e destinata ad essere un albergo per villeggianti. Il Liberty pesarese non produsse solo villini e qualche palazzo; influenzò le arti pittoriche e grafiche. Ci sono diversi manifesti pubblicitari di Pesaro che testimoniano quanto sia stato apprezzato il Liberty tra fine Ottocento e 24


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primi Novecento in città. Ricordiamo tra questi “Notturno con Sirena” del 1904 di A. Bagioli (stampa Federici-Pesaro); “Il richiamo della sirena” del 1903; “Notturno sulla piattaforma” di Luciano Castaldini nel 1907; “Una finestra sul lido”, di Giuseppe Brega nel 1905 (stampa Federici-Pesaro); “Le bellezze al bagno” di Dante Comelli nel 1910 (stampa Wenk-Bologna); “Giuochi innocenti” di Roberto Franzoni nel 1910 e “Una stagione doc” del 1912 di A. Bagioli. Il poster “Una tranquilla lettura” del 1904, stampato da Varzi ricorda per le linee e le cromie l’ influenza dell’artista Eugene Grasset. La ditta di ceramiche artistiche Molaroni ebbe una grande produzione Liberty con piatti, vasi e oggetti decorativi ben descritti e documentati nei cataloghi dell’azienda. Rimangono un’icona i due portali in maiolica raffigurati nel catalogo aziendale dell’anno 1911. Nessuno seppe della loro realizzazione, quando nel 2005 arrivò alle mie orecPalazzina Liberty a Catania. chie la voce del ritrovamento da parte di un collezionista di maioliche. Caso vuole che alla demolizione del villino Ercolessi questo collezionista notò la bellezza dei due portali e riuscì a recuperarli piastrella per piastrella, salvandoli dalla demolizione. Le due illustrazioni riportate nella parte superiore del portale, nell’apposita targa predisposta, rispecchiano scene di vita quotidiana. Il primo portale rappresenta due donne in posa che odono il canto di due angioletti, nel secondo due donne lungo la riva del fiume. Cattolica33 ha visto nascere agli inizi del Novecento alcune ville Liberty a pochi passi dal lungomare, parte delle quali oggi ancora presenti. Il Liberty più rappresentativo sta però nelle decorazioni di cimase sulla parete 25


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Decorazioni Liberty in edifici privati a Catania.

di un antico edificio sito sulla via Giuseppe Mazzini ai civici 111, 113 e 115 della città. Spostandoci a Riccione, nel ricco patrimonio di villeggiature Liberty, spicca villa Antolini34, realizzata nel 1923 dall’architetto di origine dalmata Mario Mirko Vucetich35 su commissione dei coniugi Dante Antolini e Egle Massei. La famiglia Antolini era nota per l’azienda di famiglia36 con sede a New York e vantava importanti contatti all’epoca. Della dimora estiva di Riccione fece menzione anche il New York Times il 6 novembre 1947 per la cerimonia di fidanzamento tra Brunilde Antolini e Adolfo Giesselmann. La famiglia Antolini commissionò a Vucetich anche la villa di famiglia a Rutherford (New Jersey). Già nel 1922 la famiglia Vucetich si stabilì nella cittadina riccionese in seguito alla costruzione di villa Lampo37 e fu così che probabilmente conobbero gli Antolini, che, colpiti dalla bellezza dell’immobile, pensarono di commissionare allo stesso architetto la loro casa per le vacanze. Villa Lampo prende questa intitolazione dalla velocità in cui venne costruita, ‘’dall’oggi al domani’’. Le decorazioni di natura orientale come le svastiche in marmo che componevano la balaustra e gli affreschi esterni e interni ritraenti dei Budda erano a firma di Mirko Vucetich. Se di questa villa resta solo qualche immagine, rimane invece integra la dimora degli Antolini, l’opera più famosa di questo poliedrico astista, che ancora oggi affascina i passanti per la facciata curvilinea lato monte che ricorda gli ingressi delle chiese del Borromini a Roma. Di sera la villa assume una forma più poetica e misteriosa. La lunetta posta sopra il portone di ingresso mostra in piccolo una grande scala che accoglie coloro che entrano nella hall. Prevalgono cromie chiare, giallo all’esterno e bianco all’interno per dare rilievo 26


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all’eleganza delle linee. All’interno il modello delle porte delle camere richiama quello di villa Meriggiani a Bologna del 1922, opera anch’essa di Vucetich. La decorazione dei lampioni e la cancellata in ferro battuto sono in sintonia con la villa, dove prevalgono perfezione ed equilibrio, diretta conseguenza del fatto che Vucetich in questa villa non si limitò alla sola progettazione dell’edificio, bensì curò tutti i dettagli, dalle lanterne luminose ai mobili, fino alle piastrelle decorative e al camino38 che orna la sala. Di particolare originalità le finestre che ripercorrono la linea ondulata tipica della Secessione Viennese. Costituiscono un valore aggiunto un ampio giardino lato mare e un terrazzo vista mare al primo piano. L’analisi della planimetria di questo villino come di altri della città, ad esempio villa Laeta Domus, consente di riconoscere la presenza di simboli di matrice massonica e di ipotizzare che a Riccione ci fossero degli edifici sorti per volontà dei fratelli del Grande Oriente d’Italia. Purtroppo la villa Laeta Domus venne demolita per far spazio a due alberghi e nel periodo del boom economico questo destino toccò a numerosi villini Liberty. Di villa Laeta Domus rimangono solo le immagini fotografiche dell’esterno e le planimetrie conservate all’archivio di Stato a Rimini39. La dimora, di ampie dimensioni, era ubicata sul Lungomare e apparteneva alla numerosa famiglia milanese Piva, proprietaria della Vecchia Fornace, eretta nel 1908 con un forno Hoffmann per la produzione a ciclo continuo di laterizi. La villa era il “buon ritiro” per le vacanze estive. Nel corso degli anni la struttura fu adibita a pensione e successivamente, nel 1956, venne acquistata da Leardini Domenico e da Tentoni Dino, i quali nel ‘62 la demolirono per fare spazio a due hotel: il Lungomare (di proprietà di Leardini Vincenzo) e il Mon Cheri, che conserva ancora le pigne originarie della villa Domus Laeta, poste ai lati del cancello d’ingresso su viale Milano. I coppi con il marchio della fabbrica Piva sono stati utilizzati per la locanda I girasoli a Misano Adriatico. Erano gli anni del boom economico e si doveva far spazio all’incremento del turismo con la costruzione degli alberghi. Villino Zanni (o villa Matteoni), ubicato in viale Piva, oggi viale Vittorio Emanuele II, incuriosisce per la perfetta somiglianza con l’ex “Hotel Stazione” sito all’inizio di Viale Diaz, singolare edificio in mattoni rossi e decori in pietra grigia che rammentano l’eclettismo dello stile Coppedè. Secondo i progetti, l’edificio fu costruito tra il 1925 e il 1929. Dalle testimonianze della famiglia Pullè, questo è uno dei cinque villini realizzati intorno alla Bar Ragno a Comacchio. Lunetta in vetro e ferro battuto Liberty. Primi ‘900. 27


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villa di famiglia. Nella facciata principale i cornicioni classicheggianti sono decorati a rosoni e fanno da profilo a lesene con capitelli ionico-corinzi e protomi sugli spigoli. Nella facciata retrostante vi sono aperture circolari con ricci e mascheroni che richiamano elementi della cultura manierista, combinati con moduli dell’eclettismo architettonico in voga tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. A firmare il fabbricato è stato l’architetto Giorgetti di cui, al momento, non si conoscono né il nome di battesimo né informazioni sulla sua attività professionale. Si presuppone che anche il Villino Zanni, eretto nel 1923 come attestano i documenti conservati dalla famiglia Matteoni, sia stato progettato dall’architetto Giorgetti. Il fabbricato non è però firmato né sulle planimetrie né sul’architettura stessa, come è invece avvenuto per l’Hotel Stazione, che riporta inciso su pietra il nome dell’architetto. E’ probabile che, come nel caso di Villa Antolini, il nome o la data incisa su pietra dall’architetto, come era usanza, sia stato cancellato a seguito di restauri o per effetto delle condizioni atmosferiche. Come racconta l’attuale proprietà del villino Zanni, la villa per lungo tempo fu abbandonata, di conseguenza il corrimano in legno della scala fu rifatto perché l’originale era andato in malora, le balaustre e le decorazioni cementizie esterne furono restau- Decorazioni Liberty a Bari. (dettagli). Foto di Vittorio Lovri. rate per effetto di cedimenti e corrosione. Durante la guerra i cancelli, le inferriate in ferro battuto venivano confiscati per la fabbricazione delle armi da guerra e proiettili, ma dal racconto di qualche riccionese risulta che la cancellata della villa rimase intatta perché i villeggianti erano sammarinesi. Secondo Arianna Mamini, il villino in stile Liberty, eclettico, è da considerarsi più recente rispetto all’Hotel Stazione. Dall’analisi approfondita dei decori che seguono il perimetro della villa, agli angoli troviamo uno scudo araldico, forse anche affrescato all’epoca, come ‘’impronta’’ della famiglia Zanni. Questa è una delle poche differenze che ci sono tra il villino Zanni e l’Hotel Stazione, che al posto degli scudi negli angoli del cornicione ha dei leoni. Rimangono di uguale stampo i ‘‘bruciafio28


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ri’’ posti sotto le finestre. Villa Florence40 nata come abitazione privata nel primo decennio del Novecento, divenne Pensione Florenza negli anni Venti, conservando però, nei tratti principali, l’aspetto del precedente edificio. Pregevoli i decori di facciata, esempio di quell’espressione del Liberty italiano che si diffuse particolarmente nelle città emiliane, e il delicato disegno del cancello in ferro dai motivi vegetali, con gambi sinuosi e linee spezzate. L’architettura propone un Liberty decisamente italiano che non sommuove superfici, non genera esplosione formale, ma si attesta su classici equilibri ritmici e simmetrici. Lo stesso stampo cementizio nelle cimase e nelle fasce decorative di pensione Florence si ritrovano nella facciata di un appartamento dei primi del Novecento a Rimini, sito in viale Tripoli. Il raffronto tra i due immobili evidenzia che il progettista della decorazione ha realizzato sempre con lo stesso stile diversi elementi: balaustra, cimasa, travetti che reggono il balconcino e i fascioni. Questa pregiata decorazione è rara nella riviera adriatica e mentre nella pensione Florence troviamo maggiore varietà di elementi decorativi, nell’appartamento riminese ne rintracciamo pochi. Viale Ceccarini a Riccione, all’epoca viale Viola, presenta ancora ville antiche come la villa del dottore Sanzio Serafini, eretta nel 1923 e progettata da Alberto Sironi. Negli anni Settanta la villa venne ristrutturata e amplificata. Dai soffitti, alti più di cinque metri, venne ricavata la soffitta, e la dimora fu divisa in due appartamenti. L’architetto, trovandosi dinanzi a committenti intelligenti, ha rispettato le decorazioni caratteristiche dell’immobile senza stravolgerne l’architettura. Secondo le testimonianze dell’attuale proprietaria dell’immobile, villa SeDettaglio di palazzo Liberty in via Crisanzio a bari. Foto di Vittorio Lovri. 29


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rafini fu una delle prime dimore che ebbe l’impianto di riscaldamento a carbone, installato dalla centenaria impresa Torri. Alberto Sironi all’epoca fu un architetto in voga. Nacque nel 1882 a Milano e si spense a Bologna nel 1924. Nulla si sa dei tempi di realizzazione di villa Serafini, ma il prospetto della villa conservato dall’ingegnere Antinori del Comune di Riccione la riconsegna alla nostra memoria nella sua originaria identità e ci attesta che comunque non ha subito sostanziali cambiamenti nel corso del tempo. Il villino conserva ancora l’originaria copertura in mattoncini nel piano superiore, che contrasta con il color cemento della parte inferiore e di alcuni elementi ornamentali come le cornici delle finestre, le due scalinate e le colonne del portico del primo piano. Interessante è anche lo stemma decorativo in cemento posto sulla facciata dell’abitazione in cui ora è riconoscibile solo una fascia trasversale; purtroppo il tempo ha corroso ciò che vi era scolpito e affrescato. Invece è rimasto come allora il cancello principale con lavorata in ferro battuto la lettera ‘’s’’ della famiglia Serafini. Purtroppo anche un carrarmato piombò nella villa dal cancello sul viale Viola, distruggendo la fontana nel giardino di cui rimane testimonianza in alcune cartoline. A lato di villa Serafini sorge villa Graziosi sempre a mattonici e caratterizzata da un fascione affrescato che percorre il perimetro della villa caratterizzando la dimora di impronta Liberty. A lato mare di viale Ceccarini si erge la villa di proprietà della Fondazione Cicchetti Fontanesi Pantaleoni caratterizzata da una facciata affrescata da quattro artisti torinesi nel 1928. Il decoro Liberty si ispira a motivi orientali, infatti l’edificio che ospitava la prima autorimessa della città, “Garage Cicchetti”, inizialmente trasformato per ospitare l’hotel Montparnasse, successivamente fu utilizzato come discoteca per poi diventare uno spazio culturale per mostre d’arte. Tra i villini d’inizio ‘900, a Riccione merita certamente una menzione villa Amarissimo, sorta nei primi anni del Novecento sul viale Dante. A distanza di tanti anni la villa ha mantenuto le stesse linee con cui la volle far erigere il suo primo proprietario, noto farmacista di quell’epoca: Arnaldo Passerini. Come ci racconta l’attuale proprietaria, sembra che il villino fosse stato progettato da un fratello dello stesso Arnaldo. Se ci spostiamo 30


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in zona paese, possiamo notare una palazzina su Piazza Matteotti assai importante per i decori in cemento armato, una novità per allora, e sirene come balaustre nel terrazzino. Rimini conserva invece il capolavoro Liberty simbolo della Romagna nel Grand Hotel, opera dei Fratelli Somazzi. Monumentale e prestigiosa struttura, con le sue duecento camere, i giardini esotici, le ampie terrazze e l’imponente facciata in stile Liberty, il Grand Hotel di Rimini, fin dalla sua inaugurazione, nel luglio del 1908, si impose come la più importante attrazione del litorale adriatico, meta di vacanza per le più celebri personalità dell’epoca. Né l’incendio che devastò la struttura nel 1920, né i bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale furono in grado di oscurare la sua fama. Anzi, le vicissitudini della storia e i frequenti restauri lo hanno reso ogni volta più bello, tanto che nel 1994 l’intero edificio è stato dichiarato monumento nazionale. Attualmente il Grand Hotel Rimini è entrato a far parte del Gruppo Select Hotels, di proprietà della famiglia Batani. Il regista riminese Federico Fellini ha amato il Grand Hotel fin da bambino, tanto da volerlo immortalare in numerosi suoi film facendolo assurgere alla fama mondiale: si ricordi in particolare “Amarcord” in cui le atmosfere inimitabili e suggestive del Grand Hotel fanno da sfondo ad alcune delle scene più significative. Ancora oggi le camere conservano gli arredi francesi e veneziani del XVIII secolo, il parquet e i lampadari veneziani dell’arredamento originale, mentre nelle sale ristorante gli arredi, i dipinti, le luci e opere d’arte importanti, come la sirena Liberty in bronzo realizzata dall’artista Albert Bruce Joy, rievocano la suggestiva atmosfera del passato. A Rimini vi sono anche altre ville Liberty tra i viali Vespucci e Principi di Piemonte41. La villa Cacciaguerra42 di recente restauro è un esempio di casa di villeggiatura Liberty. Altri esempi si trovano percorrendo via Principi di Piemonte dove due grandi cariatidi Liberty poste ai lati dell’ingresso di una villa disabitata testimoniano gli esiti di questo stile nella scultura. Secondo quanto è emerso dalle ricerche archivistiche e dagli studi più recenti, il Liberty non appare ben documentato come Villa Castelli-Montano, 1910-1918, Giulianova. Foto di Roberta Censori 31


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nelle altre località rivierasche romagnole. Come precisa Giovanni Rimondini, nel corso del Novecento le decorazioni Liberty, anche minimali, vengono cancellate dalla spinta innovatrice delle amministrazioni cittadine, certamente poco sensibile alla conservazione di questa forma d’arte. A differenza di Rimini invece, il Liberty sopravvive a Viserba, Viserbella, Bellaria, Cattolica e in particolare Riccione, località tutte che abbracciano questa nuova corrente conosciuta come Art Nouveau, specie Riccione, giustamente riconosciuta come la perla del Liberty in riviera. A Rimini però venne realizzata una grande mostra nella storica villa Luppis in viale Regina Elena, da definirsi “la strada delle ville Liberty sopravvissute”, con il villino Rosa e l’hotel Belvedere Mare (che conserva le sirene dell’ex villa Cacciaguerra in viale Vespucci). La mostra Nazionale di Belle Arti del 1909 si svolse nella residenza che Ferruccio Luppis fece costruire nei primi anni del Novecento per la sua famiglia. A quell’epoca villa Luppis si trovava circondata dalla sabbia, co- Villino a Porto San Giorgio, primi ‘900. Foto di Eugenio Rizzo. (ingresso). struita in un ambiente selvaggio, ma di grande effetto. Anche questa villa nella sua architettura con decorazioni Liberty che emergono in una cartolina dell’epoca si può considerare un gioiello sopravissuto. Oggi è uno dei tanti edifici adibiti a residenze alberghiere in seguito al boom economico che, dando impulso al turismo in Riviera, creò la necessità di ampliare la ricettività turistica. L’edificio, già ampliato nel 1930, oggi è conosciuto come hotel Augustea. Alla mostra parteciparono grandi artisti già affermati all’epoca, tra cui Lorenzo Viani, Ornati Mario, Carlo Corsi e Pier Augusto Tagliaferri. È corretto affermare che questa esposizione fu una sorta di rivoluzione dei criteri estetici decisi dall’amministrazione comunale: infatti vennero esposte opere che esprimevano lo stile Liberty, quello stile che non solo villa Luppis e poche altre residenze private, ma an32


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che il Grand Hotel Rimini manifestavano. D’altra parte proprio il Grand Hotel è la prova di come il potere economico potesse influenzare le decisioni politiche dell’epoca o, almeno, non se ne sentisse condizionato: obbedendo alla moda del momento, il progetto, che possiamo paragonare alle architetture di Mikhail Eisenstein a Riga, per i mascheroni all’esterno dell’edificio, abbonda infatti di citazioni Liberty che, anche se non amate dal Regime, la ricca committenza si può permettere di realizzare. A Bellaria come a Riccione ci fu un fiorire di ville Liberty molte delle quali oggi documentabili solo attraverso le immagini fotografiche dell’epoca. Ricordiamo tra queste villa Semprini che ricorda il modello classico delle case di villeggiatura marina con una accogliente scalinata d’ingresso, balaustre in ferro battuto e cimase delle finestre riccamente decorate con motivi floreali. Un altro esempio è villa Teresa eretta nei primi anni del Novecento. Fu forse Napoleone Nonato, dandole il nome della moglie, a fondare Villa Teresa che poi passò in proprietà ai figli Luigi e Alfonso. La villa svela l’appartenenza in passato ad una famiglia altolocata e benestante, dedita alla frequentazione di artisti che hanno lasciato alcune testimonianze, quali un bellissimo bassorilievo in gesso e le decorazioni floreali che fasciano la parte superiore della casa, rendendola particolarmente leggiadra. Recentemente restaurata, è ora abitazione privata. Anche Viserba conserva ancora ville importanti e tra tutte merita attenzione villa Dorina, sita in via Dati. Si tratta di un villino rimasto inalterato nel tempo, come si può constatare da una cartolina del 1905. L’ingresso è caratterizzato da una forma circolare che ricorda l’Omega. A Cesenatico, su via Anita Garibaldi, si incontra al civico 22 una “Regina Art Nouveau” conosciuta anche come villa Pompili, che prende il nome dal primo proprietario, farmacista cesenate. Di questo villino è importante considerare il prezioso cancello in ferro battuto realizzato dal fabbro Castellani di Massa Finalese. Il design Liberty di questo manufatto si caratterizza per la sua eterogeneità, che assomma diversi soggetti: una farfalla, due teste di delfino, due pavoni e ventidue gatti stilizzati. Un cancello simile si trova anche in una villa a Cesena, meno lavorato ma con la stessa impronta manifatturiera. Il villino, come si evince dal piano regolatore e da una antica cartolina, venne costruito probabilmente attorno al 1906. Di pregio le maioliche poste sotto il tetto della villa43. L’immobile inizialmente contava tre edifici, la villa padronale, la casa della servitù e la stalla per i cavalli, venduta per ricavarci appartamenti. Anche a Cesenatico il Liberty approdò, come a Riccione, con i facoltosi villeggianti che, scelto il luogo in cui trascorrere le vacanze estive, pensarono bene di farsi coDecoro Liberty in un villino ad Ancona. struire casa al mare seguendo la moda del 33


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momento. L’ Art Nouveau qui venne concepita secondo un’ottica italianizzata per la maggior parte dei villini, a differenza della dimora Faedi-Moretti, ubicata fino agli anni Cinquanta in via Anita Garibaldi, a pochi passi da villa Pompili, dove oggi sorge un moderno edificio con negozi commerciali. Questo è senza dubbio l’orrore più grande che si conta in città: la villa Faedi-Moretti, di proprietà di parenti del grande poeta, era un’architettura inconsueta, con una cifra stilistica ispirata alla Secessione Viennese. Diverse cartoline d’inizio Novecento testimoniano la bellezza e il fascino di questa villa ricca di decorazioni lignee sul tetto, decori a forma di ferro di cavallo e un affresco Liberty su una parete esterna. Oggi lungo il viale Anita Garibaldi si riconosce qualche altro esemplare di villa Liberty, come l’edificio ubicato all’inizio del viale al Stucchi Liberty a Rimini. Decorazioni di primo ‘900 per edifici urbani. lato del porto, purtroppo in stato di abbandono, ma che riporta poche, ma ben conservate decorazioni Liberty di pregiata raffinatezza. Un’altra villa degna di attenzione è villa Magrini dai cui progetti si nota una innovativa concezione del giardino rispetto ai canonici modelli di giardino all’Italiana o a forma ottocentesca. La villa, mantenuta in ottimo stato con le sue decorazioni e ringhiere in ferro battuto, conserva ancora i caratteri stilistici del tempo. Il Grand Hotel Da Vinci in fondo al viale era una struttura Liberty, successivamente stravolta negli anni, ma recentemente la famiglia Batani ha riportato allo splendore la vecchia struttura, ricavando un hotel di lusso tra i più belli della provincia. Nella provincia di Ravenna si incontra la città giardino di Cervia- Milano Marittima, che conserva ancora eleganti ville a firma di noti architetti dell’epoca, tra questi si ricorda Matteo Focaccia44. Qui si può notare che lo stile Liberty viene rappresentato in una forma più eclettica, come dimostra, ad esempio, villa Righini. Anche la villa Palanti a Milano Marittima presenta una impronta più simbolista che Liberty nelle decorazioni e nella struttura dell’edificio. Sicuramente il Liberty ha più successo nelle arti applicate o arti grafiche con il manifesto pubblicitario della città, illustrato da Giuseppe Palanti, o gli affreschi nel soffitto della sala del consiglio nella Residenza comunale. Sicuramente di questa città la figura di Palanti ha lasciato il segno sia in campo artistico che politico. 34


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L’ultima città romagnola presa in esame è Comacchio, dove il bar Ragno offre l’unico scorcio Liberty del luogo: la lunetta del bar con un ragno stilizzato è l’emblema di questo stile. Approdando nel Veneto, tra le tante bellezze di Venezia c’è la possibilità di riconoscere anche qualche affresco e marmoretto Liberty nelle decorazioni esterne di alcuni edifici sparsi nella città, ma più interessante e ricco di testimonianze è il Lido, che conta centinaia di ville tra il Liberty e l’Eclettismo. Riportiamo qualche esempio. La casa del Farmacista al Lido di Venezia è un edificio caratterizzato da un impianto progettuale ispirato al neobarocco con balconici che ricordano villa Antolini a Riccione. Il progettista, Brenno del Giudice si era senza dubbio ispirato sia per la Casa del Farmacista, villa Rossi in via Rodi 1, che per altre ville alle architetture di Mirko Vucetich. Infatti la villa Margherita, nota anche come villa Alverà Marzotto, fu uno dei primi villini di Mirko Vucetich, i cui calchi Liberty egli utilizzò sia per il villino al Lido che per villa del Meloncello a Bologna. Di pregio nelle ville al Lido di Venezia sono anche i cancelli in ferro batutto che meriterebbero un capitolo a parte sotto la voce artigianato. Ciò che rende speciale i villini della zona sono le decorazioni applicate e alcuni affreschi presenti internamente. Vediamo, ad esempio, villa Candia in via Candia 1, villa Rotelli Raniero in via Candia 3, casa Campese in via Sandro Gallo 47, villa la Garbera in via Dardanelli 42, villa Gemma in via Dardanelli 22, casa Noto in via Lepanto 10, Villa Erinna in via lazzaro Mocenigo 17, villa Jolanda, via Mocenigo 16, villa Luigi Ain via Dandolo 31 e villa Giannina in via Lazzaro Mocenigo 2. Se confrontiamo una cartolina d’epoca che riprende la zona Lido con foto aerea dei villini di Cervia, di Viserba o di Riccione, troviamo delle somiglianze: si nota che il modello di villa al mare dalla Romagna al veneto non cambia. Questo perché Stucchi Liberty a Rimini. Decorazioni di primo ‘900 per edifici urbani. vi furono relazioni tra le città e fra i pro35


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gettisti a cui venivano commissionati gli edifici da parte di personaggi di varia provenienza geografica. Il cinema Excelsior di Mestre è una delle poche antiche sale cinematografiche d’Italia ancora funzionanti, un bellissimo edificio in stile Liberty che ha resistito, almeno nella parte esterna, intatto fino ai nostri giorni. Fu costruito nel 1911 per volere di Vittorio Furlan, uno dei pionieri della distribuzione e dell’esercizio cinematografico. In realtà la data di apertura della sala è incerta perché in una pubblicazione dell’epoca si legge che il 17 febbraio 1908 viene aperto in Piazza Umberto l’Excelsior. l propretario lo inaugura con una serata a inviti per cento persone, alle quali alla fine dello spettacolo vengono offerti dolci e champagne. La data del 1911 viene invece proposta da un articolo apparso nel 1982 che riporta la seguente frase: “Vittorio Furlan diede il via alle proiezioni cinematografiche a Mestre nel 1905 e sei anni dopo costruì il cinema Excelsior”. Un elemento che confermerebbe questa data è emerso durante i lavori di ristrutturazione avvenuti negli anni ‘30. Durante i lavori venne toccato il pavimento originale, formato da piastrelle che costituivano un motivo coordinato. Proprio al centro c’è una piastrella marcata 1911. Il progetto era dell’ing. Gandin e il cinema fu costruito dall’impresa Guassin. Il cinema si sviluppò vicino ai bordi del ramo del Marzenego, detto Orsellino, con una facciata con motivi floreali e numerosi affreschi realizzati da Alessandro Pomi. Era, è lo è tutt’oggi, uno degli edifici commerciali più belli di Mestre. Con il passare del tempo l’Excelsior perde smalto e subisce la concorrenza di sale più moderne ma, nel 1992, grazie ad attenti lavori di restauro, la sala recupera il suo antico splendore. Come riporta La nuova Venezia: ‘’la raffinatezza esecutiva, l’intonaco a marmorino, i colori brillanti e l’aspetto maiolicato sono tornati a splendere grazie al restauratore che ha ridato a Mestre una delle pagine artistiche più belle, ma dimenticate e corrotte dagli agenti atmosferici e dal passare degli anni. Ora l’Excelsior è stato trasformato in una multisala (dispone di 3 sale) e, forse grazie alla bellezza della sua architettura, primeggia ancora, in quanto a presenza di spettatori, sugli altri cinema della città. Altro esempio Liberty è il Grande Albergo Ausonia & Hungaria, che si distingue per la sua straordinaria facciata in maioliche policrome, fra le più importanti in Europa, realizzate dal celebre ceramista bassanese 36


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Luigi Fabris (1883-1962) nel 1913. Meraviglioso esempio di stile Liberty, l’albergo ha mantenuto gli arredi originali creati più di un secolo fa dal designer milanese Eugenio Quarti, gli stessi esposti al prestigioso Salone dell’Arte di Parigi. L’hotel venne inaugurato nel 1907 e sin dai primi anni della sua apertura fu la meta preferita di tanti viaggiatori d’Europa per il suo charme e per la posizione privilegiata, sul Gran Viale Santa Maria Elisabetta, a due passi dalla spiaggia. Chiuso durante la guerra e riaperto dopo il 1920, è stato uno dei protagonisti della stagione d’oro del Lido di Venezia. L’ultima città presa in esame è Trieste, che si segnala per la particolarità di non conserva villini Art Nouveau, bensì importanti palazzi in questo stile. La disomogeneità della struttura sociale cittadina si riflette sullo stile; in centro, nella città borghese, si possono trovare esempi qualificati e importanti, mentre nella città operaia a ridosso della zona centrale si hanno risultati diversi tra loro, da quelli di ottimo livello a quelli più modesti, dalle decorazioni sempre più esigue, mano a mano che ci si avvicina ai comparti industriali. Negli edifici industriali è maggiormente riscontrabile l’influenza austriaca piuttosto che quella italiana, ma allo stesso tempo molte decorazioni floreali sono di impronta italo-liberty. Spesso queste costruzioni non hanno dei segni precisi, facilmente catalogabili come influenze Liberty, in quanto nella maggior parte gli edifici sono il risultato di una somma di correnti diverse, all’insegna dell’eclettismo. Le decorazioni Liberty in questi stabili sono elementi di derivazione neoclassica, rinascimentale e barocca, successivamente trasformati attraverso una geometrizzazione delle forme per apparire innovativi. Infine ci sono gli edifici protorazionali dalle moderne concezioni volumetriche, con nuove continuità spaziali degli interni, ai quali si sommano le modeste e sobrie decorazioni esterne dove i motivi geometrici rendono rigide le sinuosità del Liberty. Gli edifici Liberty che rimangono più impressi per la loro particolarità e stile sono: Casa Valdoni sita in via Commerciale 25, costruita nel 1907 su commissione del chirurgo Pietro Valdoni e progettato da Zaninovich; palazzo Viviani in via XX Settembre 35 che oggi ospita il cinema Ambasciatori e fu progettato da Giuseppe Sommaruga nel 1906; palazzo Upim sito in via San Lazzaro 2 costruito dall’architetto G. Zammattio Villa Ruggeri, Pesaro. Capolavoro Liberty dell’Adriatico. 37


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Decorazione di un villino a Pesaro.

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attorno il 1910-1911 con decorazioni a firma del pittore triestino Pietro Lucano; Casa Bartoli in piazza della Borsa 7, uno degli edifici in stile Liberty più conosciuti e famosi della città, fu costruito dall’architetto Maximilian Fabiani (meglio conosciuto come Max Fabiani) nel 1905-1906. La facciata mostra una bella ornamentazione a cascata di foglie fra finestra e finestra ed un elegante sviluppo dei balconi. Fabiani nella realizzazione dei suoi palazzi a Trieste seguì sempre lo stile protorazionale appreso dal suo maestro, Otto Wagner. Lo stile Liberty si riconosce ancora nel tocco delle decorazioni a cascata di foglie mentre la razionalità è espressa nella organizzazione multifunzionale dell’edificio. L’edificio ha una parte residenziale ed una parte adibita ad attività economiche. Nei piani inferiori dedicati alle attività commerciali si ha una disposizione dello spazio del tipo “grandi magazzini” con grandi vetrate. Salendo con lo sguardo si ha la veranda, che aveva la funzione di un giardino d’inverno di un ristorante kosher. Il balcone sopra la veranda divideva la parte commerciale da quella residenziale. Infine vi è Casa Polacco in Corso Italia 22, chiamata così dal nome della committente, la signora Gisella Polacco, progettata dall’architetto Romeo Depaoli. Il palazzo è stato costruito all’angolo tra Corso Italia e via Matteo Renato Imbriani in un antico slargo detto piazza delle Pignatte. L’edificio parte con decorazioni semplici e leggere al piano terra, adibito ad uso commerciale, che via via si fanno sempre più ricche negli ultimi tre piani di uso esclusivo della famiglia Polacco; all’ultimo piano spiccano due figure femminili sedute sul cornicione, opera di Romeo Rathmann (Trieste 1880-Londra 1962); la tradizione vuole che queste due figure riproducano le fattezze delle sue due amanti. Terminato il viaggio all’insegna delle villeggiature balneari d’Italia si può avere una idea di come l’arte Liberty si sia diffusa nel territorio nazionale a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento e capire che questo nuovo stile per l’Italia moderna ebbe più successo nei villini che nei palazzi. Il presente volume è un riassunto di un lungo viaggio che, oltre ad essere fatto dal lettore sfogliando queste pagine, meriterebbe un’esperienza diretta di turista perchè, seguendo le orme del più recente passato, potrebbe riviverne le atmosfere e addentrarsi nei dettagli di uno stile che apriva entusiasticamente le porte al rinnovamento del gusto e delle mode del Novecento.


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In alto: Villini al mare. La seconda villa è la dimora Ruggeri. Sotto: Villino Ruggeri e famiglia nel 1912.

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NOTE 1 F. Robecchi, Egidio Dabbeni (1873-1964) Ingegnere Architetto, Brescia, Massetti Rodella Editori, 2014. 2 A. Speziali, Italian Liberty. L’alba del Novecento, Forlì, Risguardi, 2014, p. 30. 3 A. Sarnitz, Otto Wagner 1841-1918. Pioniere dell’architettura moderna, Paris, Taschen, 2005, p. 55. 4 Galleria di Alessandro Bellenda, vd. www.posterimage.it 5 A. Speziali, Grafica Liberty. Per una nuova regia dell’Art Nouveau (Mostra a Cervia), vd. www.italialiberty.it/graficaliberty. È in corso di stampa il catalogo della mostra. 6 La perduta gemella livornese, che già da parecchi anni alimenta un acceso dibattito per la ristrutturazione che merita, può essere definita, a mio avviso, ‘la regina del romanticismo Art Nouveau’, ovvero la dimora dei sogni, dove, se si potessero solcare i balconi vista mare al tramonto, si coglierebbe l’emozione, il sentimento e la filosofia stessa del Liberty. L’immobile è ora inaccessibile, in stato di abbandono. Lo stesso dicasi per altre poche ville rimaste lungo la riviera riminese quali, ad esempio villa Haydeè a Miramare con un terrazzo vista mare lungo e stretto, al primo piano. La particolarità di questi edifici è che si affacciano direttamente sul mare. Lo scatto fotografico di villa Zanelli, che vinse il primo premio nella prima edizione del Concorso Fotografico nazionale ITALIAN LIBERTY, trasmette a chi la guarda una bella emozione. Il fotografo Jonathan Della Giacoma, è stato in grado di fermare nell’obiettivo l’angolazione giusta e la luce diurna più efficace per farne risaltare la maestosità e l’atmosfera Liberty. 7 Durante la seconda guerra mondiale fu usata come ospedale da campo. Dal 1961 al 1967 fu ancora colonia. Nel 1967 vi si insedia l’Istituto A.N.F.Fa.S. al quale si affianca una sezione dell’USL. Fino ai primi mesi del 1998 resta alla USL in qualità di centro per la cura dei cardiopatici, ma il degrado nel quale ormai versa a causa della scarsa manutenzione, che culmina col crollo di parte del soffitto nell’atrio del primo piano, fa sì che la villa venga abbandonata e chiusa definitivamente dalla Regione, a cui tuttora appartiene. 8 Maioliche prodotte dalla ditta fiorentina “Begucci Ferroni”. 9 Per gli amanti della scultura Liberty il luogo più ricco di capolavori marmorei rimane il Cimitero Monumentale di Staglieno. A cura dello Scrivente è in corso di pubblicazione una monografia dedicata alle decorazioni funebri in stile Liberty su tutto il territorio nazionale. 10 È sua la ristrutturazione di importanti edifici come il Monastero delle Clarisse, impreziosito con decorazioni eclettiche: correva l’anno 1908. 11 V. Scandellari, Il carattere del Liberty nell’architettura spezzina del Novecento, Centro Studi Val di Vara, , Sarzana, Grafopress, 1989. 12 Il Liberty a La Spezia trovò però il suo exploit nella grafica, settore che ci ha lasciato interessanti esemplari di cartoline e poster pubblicitari. 13 Prodotta dalle Fornaci Chini a Borgo San Lorenzo. 14 All’interno dell’edificio si può notare una targa in marmo con questa epigrafe: Il 28 giugno 1924/in questa casa che custodisce le memorie di puro patriottismo dei Chiappari-Sacchini-Visconti/fu accolto con devozione commossa/LUIGI CADORNA/generalissimo della patria in armi nella grande guerra/ e fu dinanzi a lui raffermato/l’inflessibile proposito di tutti i combattenti d’Italia/di ottenere dall’ostile Italia ufficiale/solenne riconoscimento/delle insuperate virtù militari e civili/ dell’uomo che fu creatore del nostro esercito/principe della guerra/artefice massimo della vittoria. 15 R. De Fusco, Napoli Liberty in .Italian Liberty cit. 16 Ivi. 17 Cfr. Manifesto pubblicitario del quotidiano “Il Mattino”, realizzato da Giovanni Maria Mataloni nel 1896. 18 Di particolare pregio le costruzioni nelle zone di via Sanfelice, via Palizzi e del Parco Margherita. 19 F. Mazzocca (a cura), Liberty. Uno stile per l’Italia moderna, Milano, Silvana Editrice, 2013. 40


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20 E. Rizzo, M. C. Sirchia, Sicilia Liberty, Palermo, Dario Flaccovio Editore, 2007. 21 Per gli appassionati di arti applicate, pitture e sculture, si segnalano le raccolte della Fondazione Thule con preziosi manufatti Art Nouveau. 22 F. Mazzocca, F. Dini, Boldini. Lo spettacolo della modernità, Milano, Silvana Editrice, 2015. 23 Mostra curata da Girolamo e Sveva Alagna, che espone una cinquantina di immagini e un centinaio di progetti e di disegni. (dal 28 gennaio 2014 al 6 gennaio 2015). 24 Il progetto ‘‘ITALIA LIBERTY’’ ideato e diretto da chi scrive con la collaborazione di Archivi di Stato, Comuni e privati ha inteso e intende censire il patrimonio sia Liberty che Art Dèco in Italia. Vd. www.italialiberty.it. 25 Fratello di Mirko Vucetich (Bologna 1898-Vicenza 1970). 26 F. Masala, Architettura dell’Unità d’Italia alla fine del ‘900, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 2001. 27 M. Pipponzi, Il villino Conti a Villa San Michele. L’arte e la tecnica, Comune di Civitanova Marche, 2011. 28 Ultimo componente dell’antica dinastia maceratese. 29 Le Sirene dell’Adriatico. 1850-1950 Riti e miti balneari nei manifesti pubblicitari, a cura di F. Farina, Milano, Federico Motta Editore, 1995. 30 A. Speziali, Grafica Liberty. Per una nuova regia dell’Art Nouveau, in corso di stampa. 31 Ospitò per un periodo la famosa osteria “I tre scalini”, il cui nome prende origine dai tre gradini nella traversa principale della statale Adriatica 16, al civico 339. A ritroso nel tempo risulta che l’edificio ospitò la Casa del Popolo e successivamente la Casa del Fascio, come non mancò di ospitare anche un negozio di generi alimentari. 32 L.I. Paolucci, Il villino Ruggeri in stile Liberty a Pesaro, Urbania, Arti Grafiche Stibu, 2007. 33 Cfr. A. Speziali, Adriatico Liberty, Estetica dell’eleganza nell’architettura tra Otto e Novecento, Accademia di Belle Arti Urbino, Tesi di Laurea, aa. 2012-2013, relatore prof. Luca Cesari. 34 A. Speziali, Villa Antolini, Riccione, Lulu editore, 2006. 35 Mirko Vucetich. Dal Futurismo al Novecento, mostra realizzata dalla Pro Loco di Marostica e curata da Andrea Speziali nel 2012. Di prossima pubblicazione una monografia sull’artista M. Vucetich (Bologna 1898-Vicenza 1975). 36 Antolini & Co.–Import and Export. 37 La villa si trovata in via Dei Fiori, oggi via C. Battisti ad angolo con via Gorizia. Venne progettata dal fratello di Mirko, Alessando Vucetich. Alessandro condivideva lo studio di ingegneria con i fratelli Tito e Achille Franceschi (titolari della Capannina a Forte Dei Marmi). 38 Il camino subì un restauro da Andrea Speziali quando subentrarono i nuovi proprietari nel 2008. Vennero alla luce un grande bassorilievo e alcune firme incise e nascoste dagli strati di intonaco. 39 Progetti esposti alla mostra itinerante ‘Romagna Liberty’ tenutasi all’Archivio di Stato Rimini. Cfr. www.romagnaliberty.it. 40 A. Speziali, Una stagione del Liberty a Riccione, Santarcangelo, Maggioli, 2010. 41 Adriatico Liberty. L’architettura della costa fine ‘800 inizi ‘900, Mostra, Forlìfiere 2013. 42 Conosciuta come villa Embassy che prende il nome dalla discoteca che ospitava in precedenza. 43 Le stesse maioliche si ritrovano lungo il perimetro esterno della villa La Garbera in via Dardanelli 42, al Lido di Venezia. 44 A. Speziali, Il Novecento di Matteo Focaccia. Eclettico architetto tra Liberty e Razionalismo, Forlì, Risguardi 2013. Catalogo della mostra tenutasi ai Magazzini del Sale di Cervia. 41


Sanremo

Villa Angerer, 1902-1909, Sanremo. Progettista: A. Capponi. Acquerello e dettagli dell’edificio.

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Prova titolo 43


Sanremo

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Dettaglio di villa Angerer con maioliche e drago in ferro battuto. Fotografia di Silvia Salvini.

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Sanremo

Casa Canessa, via Canessa, 1906, Sanremo. Dettaglio con stucchi Liberty.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villla Anita, via privata fratelli Asquasciati, 1903 circa, Sanremo. Progettista: Francesco Sappia. Foto di Carolina Bonfiglio.

Palazzo Riviera, 1903, Sanremo. Progettista: Francesco Sappia, Committente: Giacomo Conio.

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Imperia

Stabilimento balneare Spiaggia d’Oro, 1913, Imperia, Porto Maurizio.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Balcone Liberty a Imperia.

49


Alassio

Ville al mare, primi ‘900, Alassio. Nella cartolina d’epoca la villa sulla sinistra è stata demolita, al lato opposto si intravede villa Massara.

Villa Massara, Lungomare Levante, primi ‘900, Alassio.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

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Savona

Villa Zanelli, via Nizza 73, 1907, Savona. (abbandonata). Foto di Blandine Dao.

Ingresso di villa Zanelli. Foto di Jonathan Dellagiacoma.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Interno della villa con vista mare e cartolina d’epoca.

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Savona

Affresco all’interno di Villa Zanelli.

Palazzo in Corso Vittorio Veneto, dettagli Liberty primo ‘900, Savona. Foto di Lorenza Rossi.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Palazzo dei Pavoni, 1910, Savona. Progettista: Alessandro Martinengo. Foto di Anna Ribotta.

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Genova

Palazzo dei Pagliacci, Corso Martinetti 55, primi ‘900, Genova. Foto di Simona Campi.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Hotel Laurens, via Giordano Bruno 7, primi ‘900, Genova. Foto di Anna Ribotta.

Palazzo Liberty, corso Firenze, primi ‘900, Genova. Foto di Anna Ribotta.

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Camogli

Hotel Portofino Kulm, 1903, Camogli. Commiettente: Sebastiano Gaggini. Foto di Anselmo Orsi.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Affresco Liberty posto sotto il terrazzo. Hotel Portofino Kulm. Foto di Anselmo Orsi.

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Rapallo

Villino Sanguineti, primi ‘900, Rapallo. Progettista Enrico Macchiavello. Collezione Andrea Speziali.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Progetto del villino Sanguineti. Prospetto e planimetria. Collezione Andrea Speziali.

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Rapallo

Progetti dell’Ingegnere Enrico Macchiavello. Disegni di primo ‘900. Collezione Andrea Speziali.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

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Rapallo

Bozzetti decorativi di Enrico Macchiavello.

Bozzetto Hotel Oriental, primi ‘900, Rapallo. Progetto di Enrico Macchiavello.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Prospetti definitivi dell’Hotel Oriental a Rapallo.

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La Spezia

Palazzo Castrucci, 1903, La Spezia. Progettista: Vincenzo Bacigalupi. Foto di Christian Cantelli.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Affresco all’interno di Palazzo Castrucci. Foto di Isabella Urtis.

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La Spezia

Dettaglio del balconcino. Foto di Claudia Mazzoli.

Palazzo Castrucci. Foto di Christian Cantelli.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Palazzo Bianchi, via Fiume 61, 1904-1906, La Spezia. Progettista: Vincenzo Bacigalupi. Foto di Luca Traversa, tratta dal 2° Concorso Fotografico Italian Liberty.

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Viareggio

Villino Il Guscio, via D’Annunzio 4, 1914, Viareggio. Progettista: Oreste Lenci (1884-1958).

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Dettaglio del villino Il Guscio e cartolina di Viareggio dell’epoca (viale Regina Margherita).

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Viareggio

Gran Caffè Regina Margherita, via R. Margherita 30, Viareggio. Progettista: Alfredo Belluomini.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

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Viareggio

Cartolina d’epoca di viale Margherita.

Cartolina d’epoca di Viareggio. Raffigurato l’ingresso del bagno Balena.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Bagno Balena, via Regina Margherita 42, 1900 circa, Viareggio. Progettista: Alfredo Belluomini.

Lo stabilimento Balena in una cartolina dell’epoca.

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Viareggio

Magazzini Duilio, viale Regina Margherita, Viareggio.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Dettaglio dell’angolo dei Magazzini Duilio a Viareggio.

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Livorno

Palazzina Vichi, 1906, Livorno. Progettista: Pietro Arcangioli.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Dettaglio della palazzina Vichi.

Hotel Corallo, piazza Dante 19, 1910, Livorno. Dettaglio del balcone. Progettista: Angiolo Badaloni.

79


Santa Marinella

Villa Bettina, 1906, Santa Marinella.

Villa Emanuele, 1912, Santa Marinella.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Cerrano, 1913, Santa Marinella.

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Napoli

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Palazzina Velardi, Rione Amedeo a Chiaia, 1906, Napoli. Foto di Florian Castiglione.

Palazzina Russo Ermolli, via Palizzi, 1915-1918, Napoli. Progettista: Stanislao Sorrentino.

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Palermo

Villa Florio all’Olivuzza. Foto di Marcello Karra.

Villa Florio all’Olivuzza, viale Regina Margherita, 1899 - 1902, Palermo. Progettista: Ernesto Basile.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

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Palermo

Valigeria Ferrari in Corso Vittorio Emanuele 184, Palermo. (Demolita). Foto di Giulio Marguglio.

Facciata di palazzina Liberty, via Cappuccini 241, primi ‘900, Palermo. Foto di Luigia Viscuso.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Igea, 1908, Palermo. Progettista: Ernesto Basile. (affresco all’interno). Foto di Marcello Karra.

87


Mondello

Progetto di villa e Stabilimento balneare, 1913, Mondello. Progettista: Rudolph Stualker.

Villino Lentini, via Alcise Cadamosto 10, Mondello. Foto di Eleonora Incandela.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Abitazione civile, viale Regina Margherita 97, primi ‘900, Mondello. Foto di Domenico Berligeri.

Abitazione civile, viale Regina Margherita angolo via Glauco, Mondello. Progettista: Caronia.

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Catania - Arcireale - Nardò

Negozio Frigeri, via Manzoni 95, primi ‘900, Catania. Progettista: Tommaso Malerba.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Palazzina SocietĂ Elettrica Francesco Fichera, Acireale. Foto di Eugenio Rizzo.

Cancellata Liberty in ferro battuto di villino privato a Nardò. Foto di Eugenio Rizzo.

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Nardò - Bari

Ingresso di edificio Liberty in via Roma 20, Nardò. Foto di Eugenio Rizzo.

Palazzo Atti, corso Cavour 24, 1915 - 1916, Bari. Progettista: Ettore Patruno.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Palazzo Atti a Bari. Foto di Daniele Collia.

93


Bisceglie

Palazzina Liberty, piazza Vitt. Emanuele II, primi ‘900, Bisceglie. Foto di Alessandra Di Gregorio.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Affreschi Liberty all’interno di una villa a Bisceglie. Foto di Alessandra Di Gregorio.

95


Pescara

Palazzo e Teatro Michetti, viale G. D’Annunzio, angolo via Conte di Ruvo, 1910, Pescara.

Palazzo e Teatro Michetti, 1910, Pescara. Foto di Daniele Collia.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Palazzo e Teatro Michetti, viale G. D’Annunzio, angolo via Conte di Ruvo, 1910, Pescara.

Dettaglio dell’esterno di Teatro Michetti.

97


Giulianova - Grottammare

Villa Castelli-Montano, viale dello Splendore, 1910 - 1918, Giulianova.

98


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Matricardi, 1913, Grottammare. Foto di Franco Marconi.

99


Grottammare - Civitanova Marche

Villa Matricardi, 1913, Grottammare. Foto di Roberta Giacometti.

Villino Modigliani, primi ‘900, Grottamare. Foto di Alberto Archini. La medesima decorazione Liberty su maiolica si ritrova a Trieste in via Bazzoni 7.

100


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Conti, via San Michele, 1910, Civitanova Marche. Progettista: Paolo Sironi. Foto di Enrico.

Villa Conti, via S. Michele, 1910, Civitanova Marche. Prospetto. Foto di Marco Pipponzi. Alle pagine seguenti vi sono altri prospetti.

101


Civitanova Marche

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

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Civitanova Marche

Dettagli Liberty di villa Conti. Foto di Enrico. A lato: Bozzetti del villino Conti. Foto di Marco Pipponzi.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

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Civitanova Marche

Prospetto del villino Conti. Sotto: Palazzo Liberty, corso Umberto I, 1911, Civitanova Marche. Committente: Famiglia Domenella.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Progetto di facciata del palazzo Domenella. Foto di Marco Pipponzi (copia eliografica).

107


Ancona - Falconara Marittima

Palazzo Liberty, via Amendola angolo Cesare Battisti, primi ‘900, Ancona. Foto di Eugenio Rizzo.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villino Liberty, via Cesare Battisti 10, primi ‘900, Ancona. Foto di Eugenio Rizzo.

Corpo Bandistico Castelferretti, 1913, Falconara Marittima. Foto d’epoca.

109


Fano - Pesaro

Edificio Liberty, primi ‘900, Fano. Foto di Massimo Evangelisti.

Villa Liberty, primi ‘900, Fano. Foto di Massimo Evangelisti.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Portale in gesso con decorazione Liberty, viale Trento 93, primi ‘900, Pesaro.

Cartolina d’epoca di villa Ruggeri a Pesaro. Collezione Paolo Marchetti Felici Giunchi.

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Pesaro

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villino Ruggeri, Piazzale della LibertĂ 1, 1902-1907, Pesaro. Foto di Massimo Evangelisti.

113


Pesaro

Villa Olga, pressi villa Ruggeri a Pesaro. Foto del balcone e dettaglio decorativo di cimasa.

114


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villino Liberty, viale della Repubblica, primi ‘900, Pesaro.

Cooperativa di Consumo, via Flaminia 17, primi ‘900. Pesaro.

115


Pesaro - Cattolica

Villa Liberty, viale della Repubblica, fine ‘800 primi ‘900, Pesaro.

Villa Pagani, viale Zara 19, 1925, Pesaro. Di pregio i cancelli e i balconcini in ferro battuto della villa.

116


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Balconcino Liberty a Pesaro. Del villino è importante il balconcino in cemento in buono stato,

Villa Pospisil, Lungomare Rasi Spinelli, primi ‘900, Cattolica. La villa è stata modificata negli anni.

117


Riccione

Villa Serafini, viale Ceccarini, 1923, Riccione. Progetista: Alberto Sironi. Progetto del villino.

Villa Turri, via Nino Bixio, zona Abissinia, 1910, Riccione. Foto d’epoca con i proprietari della casa.

118


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Laeta Domus, lungomare, 1921, Riccione. Progettista: Cesare Tamburini. Committenti: Piva.

119


Riccione

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Antolini, via Milano, 1923, Riccione. Progettista: Mirko Vucetich. Committenti. Dante Antolini. A lato i progetti della villa.

121


Riccione - Rimini

Pensione Florence, via Trento Trieste angolo C. Battisti, primi ‘900, Riccione. Cartolina e cancello.

122


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Margherita, viale Carducci, primi ‘900, Rimini. Conservata come in origine.

123


Rimini

Progetto del Grand Hotel dei Fratelli Somazzi. Prospetto esposto alla mostra ‘‘Romagna Liberty’’.

Cartolina d’epoca del Grand Hotel prima dell’incendio delle cupole. Collezione Alessandro Catrani.

124


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Grand Hotel Rimini. Foto di Daniel Carnevale.

Inedita foto del Grand Hotel in costruzione. Collezione Alessandro Catrani.

125


Rimini - Bellaria

Casa Ariosa, via Gambalunga, 1912, Rimini. Collezione Alessandro Catrani.

Villa Cacciaguerra, oggi Embassy, viale Vespucci, primi ‘900, Rimini.

126


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Cartolina d’epoca del villino Semprini a Bellaria. Collezione Semprini.

Villa Semprini, lungomare, primi ‘900, Bellaria. Foto di Mattia Venturi.

127


Bellaria - Viserba

Casa Panzini, detta Casa Rossa, 1906, Bellaria. Foto di affreschi Liberty all’interno.

Villino Buzzi, primi ‘900, Viserba. Cartolina d’epoca. Collezione Semprini.

128


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villino Agar, primi ‘900, Viserba. (demolita). Cartolina d’epoca. Collezione Semprini.

Cartolina d’epoca con villini Liberty. Da sinistra, villa Adelia, ancora visibile su via Dati.

129


Cesenatico

Nel cancello si scorgono una farfalla al centro, due pavoni, gatti e due teste di delfino stilizzati. In alto: Cartolina d’epoca.

130


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

La villa è caratterizzata da una decorazione a bugnato sul piano terra. Foto di Filippo Di Mario.

Retro di villa Pompili, viale Anita Garibaldi 22, Cesenatico. Foto di Filippo Di Mario

131


Cesenatico

Villa Magrini, viale Carducci, 1912, Cesenatico. Foto attuale e immagini d’epoca.

132


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Nei villini Fabbri di Cesenatico si scorge nell’architettura una decorazione Liberty sottotetto.

Gli stessi modelli di cimase Liberty applicati in questo villino si ritrovano in altri edifici romagnoli.

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Cesenatico

134


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Cartoline d’epoca di villa Faedi-Moretti a Cesenatico. Era ubicata in viale Anita Garibaldi.

135


Cervia

Villa Righini, via Roma 82, 1928, Cervia. Progettista: Matteo Focaccia. Committente: Paolo Righini.

Progetto del villino Righini. Collezione Focaccia.

136


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Fotografie d’epoca del villino. Sala con bow-windo. Collezione Privata.

Fotografie d’epoca del villino. Sala da pranzo. Collezione Privata.

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Mestre - Venezia

Cinema Excelsior, piazza Ferretto 14, 1911, Mestre. Progettista: Gandin, Committente: Vittorio Furlan.

Hotel Ausonia & Hungaria, 1905-1908, Lido di Venezia. Progettista: Nicolò Piamonte.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Foto d’epoca del villino Alverà , Margherita Marzotto, progettato da Mirko Vucetich nel 1919.

Villa AlverĂ , via Sebastiano Caboto 14, Lido di Venezia. Foto di Andrea Rigobello.

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Lido di Venezia

Villa Erinna, via Mocenigo 17, 1909.

La villa Jolanda, via Mocenigo 16, 1913.

Dettaglio dell’ingresso con affreschi Liberty a villa Otello, 1905, Lido di Venezia.

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Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Villa Giannina, via Lazzaro Mocenigo 2, 1907, Lido di Venezia. Progettista: Rubens Corrado.

villa Romanelli, via Enrico Dandolo 20, 1906, Lido di Venezia. Progettista: Domenico Rupolo.

141


Trieste

Casa Smolars, via Dante 6, 1906, Trieste. Progettista: Luigi De Paoli. Foto di Eligio Verazzi.

Dettagli Liberty: esterno di Casa Bartoli, portali Liberty in ferro battuto a Trieste. Foto di Eligio Verazzi.

142


Diletto e Armonia. Villeggiature marine Liberty

Casa Valdoni, soprannominata ‘‘Casa del Fauno’’, via Commerciale 25, 1908, Trieste. Progettista: Giorgio Zanionovich. Foto di Marco Mazzon e prospetto dell’edificio.

143


Andrea Speziali

BIBLIOGRAFIA

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