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People
Niente eccessi, niente maschere. Nessun protagonista dietro una porta che si apre su storie di donne e uomini veri. Diversi. Edoardo Tarantola Peloni, Andrea Zanolari, Alberto Pelucchi e Caterina Bradanini sono la Valtellina del presente e del passato. Vivono o hanno vissuto la realtà di questi posti per lavoro e professioni differenti. Parlano delle loro esperienze, delle loro vite e degli episodi che regalano immagini nuove e sconosciute di questa terra. Persone normali, piacevolmente normali, raccontano il luogo della loro quotidianità. Tante cartoline mai spedite. Bormio, Livigno e tutta la Valle rivivono nelle immagini che questi quattro racconti evocano con nuovi toni e curiosità diverse. Per una Valtellina ai più inedita, ancora più affascinante... QUELLA DI OGGI E DI IERI. SENZA CHE DEBBA
DIVENTARE ANCHE QUELLA DEGLI ALTRI.
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LA VALTELLINA RACCONTATA IN UN ALTRO
MODO PER PEOPLE, IL CONTENITORE DI RACCONTI VERI FATTI DA PERSONE VERE
L’HOCKEY E IL PICCOLO LEONARDO NEL CUORE, VIVE LA PASSIONE PER IL SUO LAVORO TRA AFFASCINANTI GALLERIE E CUNICOLI DOV’È CUSTODITA L’ANTICA RICETTA CHE È UN PEZZO DI STORIA DI TUTTA LA VALTELLINA: INNO ALLA TRADIZIONE E OSSERVATORIO SPECIALE SULLE NUOVE SFIDE DI UN TERRITORIO DA RISCOPRIRE
EdoardoTarantola “Già a diciassette anni si può dire che mi trovavo operativo in azienda dove era consuetudine aiutare quando c’era bisogno. Un po’ casa e bot- Peloni tega... Poi ho iniziato a chiedere, a incuriosirmi sempre di più, fino a portare idee e cambiamenti che hanno però tenuto al centro di tutto la vecchia ricetta nata nel 1875”. Ma non è solo il suo Amaro Braulio a legare la storia di Edoardo Tarantola Peloni a Bormio. “Nei primi anni Novanta, papà Egidio con un gruppo di amici aveva dato vita a quello che allora si chiamava Pala Braulio: in quel palazzo del ghiaccio ho trascorso tantissime ore a giocare a hockey. E pensare che gli allenamenti si facevamo a Bormio anche quando militavo a Como e Torino…”. Un passato da sportivo accompagnato a un percorso di studi che dopo il diploma in ragioneria ha seguito il forte richiamo aziendale con la laurea a Milano in Scienze e Tecnologie Alimentari, con specializzazione in Enologia. “I corsi erano frequentati da figli di importanti produttori di vino come Moretti e Antinori. Anch’io nel ’97 feci una vendemmia in Valtellina con Domenico Triacca”. Classe 1976, ventinove anni sui pattini e ormai altrettanti in quelle cantine che arrivano fino a trenta metri di profondità nel centro di Bormio, Edoardo vive i cambiamenti che stanno attraversando la Magnifica Terra. “Oggi vediamo sempre più ciclisti che scalano le nostre montagne. Un turismo più green che spero ispiri anche le opere per le Olimpiadi del 2026”.
By MIKI VERON
Andrea Zanolari
“APPENA POSSO AMO STARE IN CANTINA A PROVARE NUOVE TECNICHE E PENSARE QUALCOSA DI NUOVO DA PROPORRE”. PREDISPOSIZIONE ALL’INNOVAZIONE E AMORE PER LA SUA TERRA SONO ELEMENTI DA SEMPRE PRESENTI NEL MANAGER CHE CON PLOZZA WINE GROUP TRASCORRE LE SUE GIORNATE TRA ITALIA E SVIZZERA
“Il mondo del vino è innanzitutto passione. Ma sono il tempo e l’attesa i veri valori che chi fa questo lavoro deve imparare a conoscere e rispettare”. Oggi Andrea Zanolari sta vivendo il momento di forte crescita e sviluppo della viticoltura valtellinese in un contesto che affonda le proprie radici lontano. “Un po’ come la vite che trova spazio tra le rocce dei terrazzamenti, la Valtellina sta diventando una meta enogastronomica sempre più ambita grazie all’impegno e alla qualità di produttori che stanno portando l’immagine di questo territorio ai livelli che merita”. Un percorso che richiede energia e coraggio. E competenze. Come quelle maturate da chi dal 2006 guida un Gruppo con oltre 90 dipendenti, tre aziende produttrici a Tirano, Malans e in Franciacorta e tre realtà con sede a Brusio, Davos e Madulein che curano la distribuzione. “Ho frequentato un collegio in Svizzera, vicino a Lucerna, in seguito mi sono specializzato in enologia presso la più prestigiosa scuola di settore in Svizzera, a Wädenswil, nel Canton Zurigo. Nel 2001 infine ho conseguito il diploma universitario in gestione delle piccole-medie imprese presso una scuola unica in Europa, l’Università di San Gallo, riservata ogni anno a soli 40 studenti provenienti da tutto il vecchio continente”. “In Valposchiavo - Andrea è da qualche anno presidente di Valposchiavo Turismo - crediamo molto nella collaborazione con la vicina Valtellina, il suo Nebbiolo e i fantastici terrazzamenti su cui cresce. Stiamo puntando su due importati progetti, 100% Bio Valposchiavo e 100% Valposchiavo, che ci hanno portato ad avere il 90% del nostro territorio coltivato biologico e una decina di ristoranti che offrono menù fatti con soli prodotti di questa valle”. Vino e paesaggio sempre più protagonisti del nostro futuro.
Alberto Pelucchi
DICI BORMIO E SUBITO IL PENSIERO VA AI BAGNI DI BORMIO E ALLA PERLA ARROCCATA SULLA MONTAGNA CHE SONO I BAGNI VECCHI. DAL 1999 CON GENTILEZZA E CORDIALITÀ ACCOGLIE MIGLIAIA DI OSPITI CHE VOGLIONO PROVARE L’EMOZIONE DI UN TUFFO NELLA STORIA LUNGO OLTRE DUEMILA ANNI. “FARE L’OSTE ALBERGHIERO SIGNIFICA VEDERE UN MONDO CHE GIRA INTORNO A TE”
“Era l’aprile del 1999, il mio secondo giorno di lavoro ai Bagni Vecchi, Pasqua o Pasquetta. Facemmo cinquecento ingressi, lo ricordo come se fosse ieri. Fu come se l’offerta innovativa che stavamo proponendo incontrasse un bisogno latente di benessere”. Alberto Pelucchi, sondriese classe 1971, figura storica alla direzione dei Bagni Vecchi, racconta così l’inizio di un’avventura che ha segnato lo sviluppo turistico di tutta la Valtellina e lanciato una nuova via per il settore termale italiano. “Fin da subito fu chiara la nostra filosofia: volevamo creare un benessere destinato a chi sta bene e vuole stare meglio. Un concetto innovativo per quel periodo che vedeva l’offerta termale andare in direzione completamente opposta”. “Come vedo Bormio oggi? È rimasto un paese con le sue bellezze naturali, le botteghe e il centro storico. Elementi unici della tradizione alpina attorno ai quali, oggi più che mai, dovrebbe essere costruita la cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. I Bagni di Bormio negli anni duemila hanno rappresentato un importante momento di rilancio del paese con un’offerta termale unica che poche altre località possono dare. Un’opportunità probabilmente non colta fino in fondo dal territorio”. Una vita nel Gruppo QC Terme - “Dal ’92 al ’99 ho lavorato come geometra per la Quadrio Curzio spa” - oggi Alberto ha un po’ più di tempo libero rispetto al passato e ama trascorrerlo, quando non accompagna il figlio Matteo nella sua passione per lo sci e lo sport in genere, camminando nei boschi di mezza montagna. “In quei momenti mi godo tranquillità e solitudine, pensando a un futuro impegno nel Glamping, perché no…”.
“DOPO LA LAUREA ALLA BOCCONI E UN PERIODO IN BANCA A PARIGI E POI IN PRADA, HO CAPITO CHE LA SCRIVANIA NON FACEVA PER ME”. LA SUA STORIA RECENTE È ATTRAVERSATA DALLA MOTIVAZIONE A DARE SEMPRE IL MEGLIO NEL LAVORO, CON UN SOGNO NEL CASSETTO: UN MODELLO DI SLOW MOUNTAIN CHE ESALTI LE BELLEZZE DELLA SUA BORMIO
Caterina Bradanini
“Mi piace pensare al Metallia di via Roma come a un negozio democratico, per tutti e per tutte le tasche. È così che nel 2016 lo abbiamo trasformato in un concept store ispirato dal mondo delle cose belle, pensato per bambini, adolescenti e adulti che qui trovano anche una libreria creata con l’aiuto di Daniela”. In queste prime parole è forse raccolta la filosofia di vita che anima lo spirito imprenditoriale di Caterina Bradanini. “Tornata a Bormio, fin dall’inizio ho cercato di sviluppare quello che il territorio sa offrire di speciale. Ad esempio presentando e raccontando con passione gli arredi della montagna che proponevamo, frutto di una ricerca che è sempre andata oltre le apparenze”. Così è stato anche per l’Ostello Alpino, “una start-up con la quale insieme alla mia famiglia abbiamo voluto lanciare un’idea di ospitalità nuova per Bormio, fondata sulla condivisione degli spazi”. Per Caterina vivere e lavorare nella Magnifica Terra è qualcosa di unico. “È per questo che mi piacerebbe si investisse di più per far ritornare qui i nostri giovani. Perché per portare avanti quelle attività che costituiscono la spina dorsale della nostra offerta turistica servono professionalità e competenze che non di rado invece perdiamo. Per un paese pronto ad accogliere le persone sempre più interessanti che scelgono di visitarci da tutto il mondo, con attività aperte anche fuori stagione e una comunità ancora più viva e coesa, in grado di valorizzare al massimo quello che solo noi abbiamo”.