Pennie Smith - On stage/Off stage

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On stage

Off stage

Issue 01

Pennie Smith


In copertina: Pennie Smith, The Clash, 1979

Serena Milesi Matricola: 872430 Storia dell’arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva Docenti: Paolo Castelli, Sergio Giusti A.A. 2018-2019 Politecnico di Milano Corso di Laurea in Design della Comunicazione


INDICE

Introduzione

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Pennie Smith

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Black&White

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On stage

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Off stage

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Riferimenti

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Introduzione

La monografia si propone come una riflessione sulla figura di Pennie Smith, uno dei volti femminili del mondo della fotografia musicale che ha saputo raccontare attraverso i suoi scatti momenti iconici del panorama punk e rock degli anni ’70 e ’80. Un’analisi fotografica che riprende concetti teorici formulati da saggisti e critici dell’arte affiancati agli scatti e alle parole della fotografa stessa.

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Pennie Smith

Nasce a Londra nel 1949, Pennie Smith è una fotografa specializzata nella fotografia in bianco e nero molto conosciuta nell’industria musicale, in particolare nell’ambito della musica rock e punk. Verso la fine degli anni ’60 frequenta la Twickenham Art School dove studia Graphics & Fine Art. Ha collaborato con diverse testate musicali come NME e The Face, con il designer Barney Bubbles e con il giornalista musicale Nick Kent per la produzione del magazine Friends tra il 1969 e il 1972. A partire dagli anni ’70, in poco più di tre decenni, Pennie ha catturato alcuni dei momenti più importanti del panorama musicale, icone e leggende del rock come: Led Zeppelin, The Rolling Stones, The Who, Iggy Pop, Sweet, The Clash, The Jam, The Slits, Siouxsie Sioux, Debbie Harry, U2, Morrissey, The Stone Roses, Primal Scream, Manic Street Preachers, Radiohead, Blur, Oasis, David Smith e The Strokes. Ha esposto le sue fotografie in tutto il mondo e nel 1980 ha pubblicato il bestseller “The Clash: Before & After”. Pennie vive e continua a lavorare come freelance di reportage B/N nella zona ovest di Londra in una stazione dei treni dismessa che ha riconvertito come studio.

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Black&White

Quello della fotografa inglese è un bianco e nero che intacca e lascia il segno, in cui riesci a cogliere la direzione del suo sguardo nell’obiettivo, l’istante da lei percepito e catturato proprio come in un quadro impressionista. Fedele al rullino Kodak Tri-X e alla sua inseparabile Pentax ESII, Pennie in camera oscura sviluppava e stampava i propri rullini con la tecnica del contrasto, per evidenziare i bianchi e i neri sulle carte scadenti delle fanzine musicali dell’epoca. Da sempre dedita al B/N, ci tiene a precisare le sue motivazioni: ‹‹Scattare a colori, a meno che tu non sia molto bravo, è semplicemente una trasposizione della realtà e lo trovo davvero banale. Mi capita spesso di pensare in B/N, se in una stanza noto un soggetto interessante, penso a come catturare la quantità di luce presente e a come creare delle forme, con il colore invece è molto difficile gestire sapientemente questi parametri e molto spesso si perdono dettagli interessanti.››


E G ON A T S Susan Sontag, nel saggio “Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società” descrive la fotografia come un meccanismo di cattura, di prelievo dalla realtà, ogni scatto è come un pezzo di mondo che chiunque può produrre o acquisire. Pennie stessa si definisce una fotografa impressionista, in grado di intrappolare e far rivivere momenti unici nei suoi scatti. ‹‹Non posso fare ritratti da studio perché non sono per niente brava con le luci, lo trovo particolarmente noioso e inoltre non amo avere molta gente attorno mentre scatto. Trovo gli studi fotografici dei posti maledettamente claustrofobici. Preferisco invece osservare le persone e le forme che queste producono, essere continuamente in viaggio, a bordo di un tour bus con la mia macchina fotografica e scattare live se le circostanze lo richiedono, questo è il mio habitat naturale.››

“Clash Take the Fifth” tour, 1979

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Ramones, Roundhouse London, 1976

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The Jam, UK Tour, 1977

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Pennie Smith è l’autrice di uno degli scatti più importanti della storia del rock, quello che vede Paul Simonon, bassista dei Clash, rompere il proprio basso al termine di un’esibizione live al Palladium di New York City il 21 Settembre 1979. La band era solita a ricevere un forte responso dal pubblico americano, ma non quella sera, dove il locale aveva i posti a sedere, scatenando così la rabbia di Paul. Tuttavia, come lei stessa racconta in un’intervista, il celebre scatto è il risultato di una serie di fortuite coincidenze unite alla sua abilità: ‹‹Dopo due mesi in tour con la band avevo deciso di uscire a cena con degli amici, ho poi cambiato idea e ho deciso di guardare il concerto da bordo palco. Vedevo Paul estremamente arrabbiato e qualche istante dopo ho notato il basso nella posizione sbagliata. Ho quindi iniziato a scattare a una velocità di 1/125s mentre si avvicinava verso di me.›› Un’immagine iconica che cattura l’essenza del rock’n’roll, la totale perdita di controllo. Più che una semplice foto, un manifesto globale della musica rock, diventata poi la copertina ufficiale di uno degli album più celebri degli ultimi quarant’anni: “London Calling”, ricevendo nel 2002 il premio come “Greatest Rock’n’Roll Photograph of All-Time” da parte di Q magazine. La scelta della fotografia è anch’essa frutto di una casualità, Joe Strummer, cantante e chitarrista della band, vide lo scatto all’interno di una stampa a contatto e disse: ‹‹That’s the cover!››, Pennie all’epoca cercò di discuterne, perché era totalmente fuori fuoco, ma non ci fu nulla da fare e dovette ricredersi solo in seguito.

The Clash, 1979

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Scatti fuori fuoco ma dall’enorme potere iconico come questi non sono casi isolati nella storia della fotografia, basti pensare a Robert Capa, alla sua celebre raccolta “Slightly out of focus” e alle fotografie dello sbarco in Normandia (1). “The Falling Soldier” (2) è invece uno scatto che ferma nel tempo l’istante esatto in cui un uomo viene raggiunto da un proiettile mortale e ne trasmette tutto il dinamismo e la carica emotiva. Pierre Bourdieau nel proprio scritto “Un’arte media” ne parlava a tal proposito: ‹‹La fotografia fissa un aspetto del reale che non è altro che il risultato di una selezione arbitraria, dunque, di una trascrizione: fra tutte le qualità dell’oggetto, sono trattenute solamente le qualità visive che appaiono in quell’istante e a partire da un punto di vista unico.›› e ancora: ‹‹la fotografia è un sistema convenzionale ma è prima di tutto una selezione che essa opera nel mondo visibile.››

La copertina di “London Calling” all’epoca creò scandalo sia per il gesto di Paul che per la grafica presa in prestito dall’album d’esordio di Elvis Presley.

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F GE F O TA S Come molti fotografi della scena rock, Pennie fa da intermediaria tra l’artista e il suo pubblico, e mentre le sue fotografie dal vivo catturano la magia sul palco, i suoi ritratti, spesso accompagnati dalle interviste di Nick Kent, mostrano invece la persona reale dietro la rock star che va in scena ad ogni concerto.

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The Clash, copertina dell’album Sadinista! del 1980, nello scatto originale si intravedeva un graffito del West Ham, poi modificato.



Morrissey / The Smiths, 1990

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John Squire / The Stone Roses, 1995

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The Strokes, 2000

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Oasis, 2002 (sopra: behind the scenes, sotto: scatto da copertina)


Riferimenti

Bibliografia: Sontag S. “Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società”, Einaudi Editore 2004. Bourdieau P. “Un’arte media”, Meltemi Editore 2018. Sitografia: Punk Photography Interview https://showstudio.com/project/punk_ photography/pennie_smith Pennie Smith - Sesta puntata https://www.rsi.ch/rete-tre/programmi/ intrattenimento/pictures-of-you/PennieSmith-10624863.html Pennie Smith https://secret-7.com/news/pennie-smith Pennie Smith Telephone Interview https://www.repeatfanzine.co.uk/Rants/ Penniesmith.htm Pennie Smith NME https://www.youtube.com/ watch?v=yVdB9EvzCuY&feature=youtu. be&t=158 Pennie Smith music photography https://www.anatomyfilms.com/penniesmith-music-photography/ Snap Galleries https://www.snapgalleries.com/portfolioitems/pennie-smith/ Interview: Pennie Smith http://www.tonyclaytonlea.com/interviewpennie-smith/

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‹‹ People say to me, what’s it like being a woman in the music business? I don’t notice that I’m a woman doing anything, and I don’t think anyone should notice whether you’re English or Guatemalan. I think you’ve just got to do what you do, and make it obvious, flaunt it around and if it’s good enough, it’ll be picked up. ›› - Pennie Smith



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