FERRUCCIO FERRONI • Scatti d’autore dall’Archivio Ferruccio Ferroni - Senigallia Testo di Alessia Ve

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• Ferruccio Ferroni, La Camera del Sindaco, Senigallia, 1953 circa

FERRUCCIO FERRONI • Scatti d’autore dall’Archivio Ferruccio Ferroni - Senigallia Testo di Alessia Venditti

Taccuini Maltagliati Senigallia 2019


Mostre, fiere, conferenze, convegni, incontri, compongono “l'azione introduttiva” della Biennale, la cui prima edizione, che avrà luogo nel maggio 2020, e le successive, manterranno la forma libera e l'intenzione di celebrare i primi 150 anni di fotografia, 1839-1989.

Una “ipotesi”, da testare collettivamente, intorno ai primi indizi sedimentati di questa età dell'oro del nostro passato: e se il museo ideale del futuro, come la “Boîte-en-valise” di Marcel Duchamp, fosse una valigia contenente una selezione di stampe fotografiche? Una “Boîte-en-musée”.

La Città di Senigallia è stata nominata dal Consiglio Regionale delle Marche “Città della fotografia” un anno fа. La patria di Giuseppe Cavalli, di Ferruccio Ferroni, di Mario Giacomelli e di tanti altri fotografi è riconosciuta luogo d’eccezione, una denominazione di origine controllata culturale.

Il 2, 3 e 4 maggio 2019 ospiterà l’anteprima di un'ambiziosa Biennale di Fotografia, co-organizzata dal Comune e da Serge Plantureux, con la collaborazione di Francesca Bonetti, curatrice ospite.

Dall'invenzione della fotografia all'avvento dell'oscura era digitale, in un approccio artistico e scientifico alla fotografia come opera e oggetto, la Biennale di Senigallia ci invita a esplorare insieme la ricchezza potenziale di questa storia materiale.

Raggruppate sotto il titolo C'era una volta la fotografia, due mostre sono allestite in due nobili sedi nel cuore della città e saranno visibili anche qualche settimana prima e dopo gli incontri di maggio 2019. Maurizio Mangialardi, Sindaco di Senigallia 21 marzo 2019

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• INDICE • Le schede di Ferruccio Ferroni Bibliografia

• Ferrucio Ferroni. Scala, 1950, recto della scheda d'archivio, stampa fotografica gelatina sali d’argento e note tecniche

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Oliveto La Palla Scala Forme artistiche in natura Fiori bianchi e neri Finestre di Venezia Architettura della materia Valori cromatici Tempi moderni Gola di Frasassi Policromia

18-19 22-23 24-25 30-37 38-41 44-45 48-49 50-51 54-55 56-61 66-67

Ricerca di agenti azzurranti

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© 5OCHE 2019, una pubblicazione della SCBS di Serge Plantureux Via Marchetti, nr 2, 60019 Senigallia (AN) 6

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LE SCHEDE DI FERRUCCIO FERRONI

Ferruccio Ferroni (Mercatello sul Metauro, 1920 – Senigallia, 2007) è uno dei protagonisti della fotografia in Italia accanto al suo primo maestro Giuseppe Cavalli, di origine pugliese e di formazione avvocato, “dotato di una propria forte consapevolezza artistica e impegnato in un’intensa attività teorica e divulgativa”1 e successivamente vicino a Paolo Monti, ispiratore in particolare del suo periodo materico e di eleganti sperimentazioni.

Dopo due anni di guerra, la drammatica prigionia in Germania - per aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò - e il ricovero presso il sanatorio di Forlì, nel 1953 si laurea in giurisprudenza ed esercita la professione di avvocato fino al 1992.

La vicenda fotografica di Ferruccio Ferroni si intreccia con quella di molti altri fotografi noti: Ferruccio Leiss, Toni Del Tin, Gino Bolognini, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Piergiorgio Branzi, Alfredo Camisa, Riccardo Gambelli e Mario Giacomelli sono solo alcuni di questi. La sua scelta sarà sempre indirizzata verso una ricerca di carattere estetico, essendo amante del bello in ogni sua forma, dalla musica classica alla plasmazione della materia di Alberto Burri, del quale studierà l’opera e la vita, segnata anch’essa dall’esperienza dolorosa della guerra. A tal proposito, singolare si rivela l’accostamento tra Valori cromatici (1953) e i Cretti degli anni Settanta.

Parallelamente all’attività forense, realizza una vasta produzione fotografica che, seppur nata in ambito amatoriale sul finire degli anni Quaranta, si contraddistinguerà sempre per un rigore e un equilibrio propri del professionismo.

A questi si accompagnerà, come eredità della maniera cavalliana, una meticolosa organizzazione del proprio archivio di immagini, strutturato secondo criteri catalografici ancora attuali e fruibili. 1

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M. Sparaventi, Ferruccio Ferroni. Nato a Mercatello sul Metauro, 2010, p. 1

Valori cromatici, 1953

Alberto Burri, Cretto G2, 1975,

archivio Ferruccio Ferroni

Courtesy Fondazione Palazzo Albizzini

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La sua coerente ricerca espressiva che, insieme a una costante attenzione per la tecnica e allo studio approfondito dei materiali e degli strumenti fotografici, contraddistinguerà sempre il lavoro del fotografo, nasce dall’incontro (nel 1948) e dalla frequentazione con Giuseppe Cavalli, del quale Ferroni diventerà allievo e più avanti fedele stampatore.

Questo sodalizio sarà all’origine di tutta la produzione giovanile dell’avvocato marchigiano, segnata da opere ormai note, come le marine e i ritratti: fu Cavalli a iniziare Ferroni alla vita dei circoli fotografici e sempre lui, nel maggio del 1952, a decidere di consegnare una selezione di suoi lavori a Paolo Monti, affinché fosse ammesso a La Gondola, l’associazione di cui Monti sarà guida intellettuale e che nel giro di pochi anni si imporrà sulla scena internazionale come movimento d'avanguardia.

Associato dal 1952 al circolo veneziano, Ferroni lo lasciò per aderire al neonato Gruppo Misa nel ’54, assumendo però, all’interno del dibattito critico tra le diverse posizioni estetiche e teoriche di Paolo Monti e Giuseppe Cavalli, una propria autonomia.

Egli rimase sempre coerente a uno stile personale, caratterizzato da un misurato equilibrio, tra i toni alti e i forti contrasti che opponevano, dialetticamente, i due maestri.

Grazie a Giuseppe Cavalli, negli anni Quaranta e Cinquanta Senigallia vivrà un periodo di grande fermento intellettuale per diverse iniziative, non solo nell’ambito della fotografia, un case history raro nel panorama culturale dell’epoca. L’amicizia tra Ferroni e Cavalli si alimenterà di preziosi contributi esterni, uno su tutti Mario Giacomelli; i tre si frequenteranno assiduamente e molto spesso casa Ferroni sarà il luogo del confronto e dello scambio di opinioni.

È interessante, a proposito della vicinanza tra Ferroni e Giacomelli - suo allievo per volere di Cavalli in persona - notare quanto la fotografia dei due appaia a prima vista incompatibile; tuttavia, la materia fotografica della produzione più tarda di Ferroni e certi paesaggi di Giacomelli mostrano qualcosa di familiare, se non altro nell’uso dei contrasti. Secondo Giacomelli, infatti, “le sue opere sono frammenti poetici, immagini formali squisitamente composte, che contengono l'essenzialità, l'essenza di una energia che porta con sé l'anima delle cose, l'espressività lirica, la partecipazione emotiva nelle sue leggi più arcane. Il tempo, lo spazio, la luce, la materia abitano le sue immagini vivificate nel passaggio della forma”.

Il 1953 è l’anno di Architettura della materia, un “manifesto d’intenti” 2 che introduce una ricerca completamente personale, lontana dai modi della scuola cavalliana. 2

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M. Sparaventi in Spirito e materia. Ferruccio Ferroni fotografie dal 1948 al 2005, 2014, p. 23

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Architettura della materia, scheda completa pagina 48

Esposta per la prima volta a Firenze nella Mostra della Fotografia italiana (1953), curata da Cavalli e Monti alla Galleria della Vigna Nuova, sorprende per l’originale utilizzo della luce radente che rende i tagli sul legno fortemente evocativi, in linea con le ricerche pittoriche dell’arte informale italiana e internazionale. La relativa scheda di stampa fotografica del 28/2/1953, tra quelle che Ferroni compilerà sistematicamente per ogni sua immagine, ne testimonia il valore prezioso di spartiacque di due periodi ben distinti. La fotografia si affermerà come punto di non ritorno: la luce naturale del sole radente delle 14:30 di quel lontano febbraio sarà senza dubbio la cifra distintiva di un Ferroni maturo che, in fase di allontanamento dalle disposizioni cavalliane, si accingerà ad affermare un linguaggio più intimamente analitico.

Dal 1957 al 1984, lontano dall’associazionismo e dai circoli fotografici, ma lungi dall’interrompere il proprio sodalizio con la camera oscura, Ferroni realizzerà diapositive dai toni squisitamente domestici, al contempo memori della produzione in bianco e nero 3.

Sarà il solo a stampare le proprie fotografie, che catalogherà meticolosamente fino a poco prima della sua scomparsa. Tuttavia, diversamente dalle opere in bianco e nero che stamperà a più riprese, le immagini a colori sono rimaste in forma di diapositiva: l’avvocato era solito mostrarle, dopo i viaggi, solo alla famiglia o agli amici più cari.

Il lavoro presso l’archivio Ferroni, ha però permesso di rinvenire alcune prove di stampa a colori che pongono una serie di quesiti relativi a quelli che furono i reali interessi dell’avvocato senigalliese riguardo la fotografia a colori: le diapositive furono solo uno strumento per sopperire a un temporaneo distacco dal bianco e nero? Ferruccio Ferroni, uomo di estrema precisione, fu allettato dall’idea di stampare a colori? Questi tentativi dovevano portare a test futuri mai portati a compimento?

Con certezza si può affermare che la tradizione del bianco e nero resterà per il fotografo una conferma, una solida base per continuare a sperimentare. 3 Rimaste

a lungo inedite, tali immagini sono pubblicate nel volume Nel silenzio. Ferroni a

colori, 2014 12

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La mostra di Senigallia, nell’intento di esplicitare il processo di selezione del negativo da stampare, presenta una serie di opere che avrebbero condotto il fotografo, inizialmente guidato dalla supervisione di Giuseppe Cavalli, a prediligere una certa immagine da realizzare nel classico formato 30x40. Curiosa è anche la storia dei titoli assegnati alle opere giovanili di Ferroni, battezzate dal maestro con l’espressione a lui più congeniale.

È il caso dell’opera Fiori bianchi e neri del 1951 (premiata nello stesso anno alla Mostra Nazionale di Fotografia di Ravenna), dove su uno sfondo di cabine a bande verticali, precedentemente fotografate in Marina (1950), Ferroni modulerà la danza degli ombrelloni rovesciati al sole.

Il titolo della fotografia, verosimilmente individuato da Cavalli, verrà ripreso per un’immagine del 1985 che dell’imprinting cavalliano non possiederà più nulla.

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Nello stesso anno Ferroni riprenderà la sua attività in camera oscura e la fotografia in bianco e nero, dimostrando l’assoluta fedeltà allo stile che aveva contraddistinto la produzione degli esordi.

A partire dal 1950 ottiene importanti risultati in ambito fotografico, come il prestigioso premio al Grand Concours International de Photographie (1950) indetto dalla rivista svizzera “Camera” e partecipa a mostre significative fra cui l’Esposizione Internazionale Fotografica (Milano, 1952), la Mostra della Fotografia Italiana (Firenze, 1953) e la Subjektive Fotografie 2 (Saarbrucken 1954/1955), secondo appuntamento di una serie di tre mostre organizzate da Otto Steinert, figura dominante della fotografia tedesca del dopoguerra. Fiori bianchi e neri, scheda pagina 38

Ciò nonostante, una risposta pare affiorare nella produzione ritrattistica: qui Ferroni sembrerà fondere il colore e il bianco e nero in un’armonia di tecnica e poetica. Difatti, le diapositive che avranno come protagonista l’uomo presentano molteplici affinità con i ritratti realizzati prevalentemente negli anni Cinquanta di artisti e amici: Giuseppe Cavalli, Paolo Monti, Mario Giacomelli e Riccardo Gambelli, il più giovane tra i frequentatori della “scuola cavalliana”.

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Le ricerche degli anni Ottanta, lo porteranno ancora ad esporre in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, fino all’ultima, nel 2007 a Fano, il cui catalogo (Un mondo sublime) contiene le schede di stampa originali, raccolte dal 1949 al 2005. Riceverà due riconoscimenti dalla FIAF: Maestro della Fotografia nel 1996 e Autore dell’anno nel 2006 e pubblicherà alcuni volumi monografici fra cui Immagini inventate, che vince nel 1999 a Padova il premio come miglior libro fotografico dell’anno. Alessia Venditti

BIBLIOGRAFIA

Ferrania (1950-1955). Le riviste contenevano dei contributi in forma di testo e una parte relativa solo alle immagini. Quelle di Ferroni sono state pubblicate come segue: - 1950, fasc. 7 e 8: Cancello bianco, Villa abbandonata - 1951, fasc. 1: Marina - 1952, fasc. 6, 4, 7: Ulivi, Ricamo, Fiori bianchi e neri (quest'ultima premiata alla “Mostra Nazionale di Fotografia" di Ravenna l'anno precedente) - 1953, fasc. 1 e 6: Quando l'infanzia comincia a capire, Finestra di Lidia - 1954, fasc. 8: Al mare 1955, fasc. 5: Ritratto di bambina Immagini inventate, a cura di L. Dania e M. Giacomelli, Centro Stampa Comunale, Fermo, 1999

Ferroni. Fotografie 1949 – 2001, a cura di C. E. Bugatti, Errebi Grafiche Ripesi, Falconara Marittima (An), 2006

Le opere di Ferruccio Ferroni sono oggi conservate presso la Collezione della Subjektive Fotografie, il Museo Folkwang di Essen, il Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Nazionale di Parigi, il Museo d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia del Comune di Senigallia, la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze.

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Un mondo sublime, a cura di M. Sparaventi, Omnia Comunicazione, Fano, 2007 Ferruccio Ferroni. Nato a Mercatello sul Metauro, a cura di M. Sparaventi, Omnia Comunicazione, Fano, 2010

Spirito e materia. Ferruccio Ferroni fotografie dal 1948 al 2005, a cura di A. Venditti e M. Sparaventi, Omnia Comunicazione, Fano, 2014

Nel silenzio. Ferroni a colori, a cura di M. e A. Masini, Omnia Comunicazione / Fotoclub di Potenza Picena, Fano, 2014

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Ferruccio Ferroni. Oliveto, Assisi, gennaio 1950, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 75x95 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Oliveto, Assisi recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 382x284 mm verso: firma, titolo, data (stampa 1951), dati tecnici

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Ferruccio Ferroni. Marina III, agosto 1950, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x95 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. La Palla, agosto 1950, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 75x105 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Scala, settembre 1950, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 115x105 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Ricamo, aprile 1951, recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 365x295 mm verso: firma, titolo, data, ora, dati tecnici, particolari, etichette, Pubblicata in Ferrania 1952, fasc. 4, p. 7

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Ferruccio Ferroni. Vela, maggio 1951 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 374x291 mm verso: firma, titolo, data, timbro, etichette di mostre

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Ferruccio Ferroni. Zantedeschia Ìthiopica, luglio 1951, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 135x131 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Cactacea, EchevÊria, settembre 1951, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Cactacea, settembre 1951 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 395x298 mm verso:firma, titolo, data

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Ferruccio Ferroni. Agave, novembre 1951, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 115x105 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Sottobosco, febbraio 1953, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 105x85 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

Ferruccio Ferroni. Sottobosco, febbraio 1953, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 105x85 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Fiori bianchi e neri, settembre 1951, scheda recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Fiori bianchi e neri, settembre 1951 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 316x298 mm verso: firma, titolo,timbro, timbro della Bussola, etichette di mostre Pubblicata in Ferrania 1952, fasc. 7, p. 9 e premiata alla Mostra Nazionale di Fotografia, Ravenna 1951

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Ferruccio Ferroni. Fine Stagione, settembre 1951, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 102x88 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

Ferruccio Ferroni. Fine Stagione, settembre 1951 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 316x298 mm verso: firma

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Ferruccio Ferroni. Uomo seduto, maggio 1952, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 75x105 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

Ferruccio Ferroni. Uomo seduto, maggio 1952 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 388x252 mm verso del montaggio: firma, titolo, data, timbro

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Ferruccio Ferroni. Finestre di Venezia, dalla casa di Paolo Monti, ottobre 1952, scheda recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Finestre di Venezia, dalla casa di Paolo Monti, ottobre 1952 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 385x294 mm verso: firma, titolo, data, ora, timbri, etichette di mostre

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Ferruccio Ferroni. Architettura della Materia, febbraio 1953, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x115 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Valori cromatici, aprile 1953, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 105x85 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Valori cromatici, aprile 1953, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 376x296 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Un Muro (parla), marzo 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 135x111 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Tempi moderni, marzo 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni [accompagnato da Mario Giacomelli] Roccia a Frasassi, maggio 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni [accompagnato da Mario Giacomelli] Roccia a Frasassi II, maggio 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 115x115 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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F. Ferroni [accompagnato da M. Giacomelli]. Roccia a Frasassi, 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 95x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari F. Ferroni [accompagnato da M. Giacomelli]. Roccia a Frasassi, 3 variazioni, maggio 1954 3 stampe alla gelatina sali d'argento, variazione di contrasto, circa 380x293 mm

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Ferruccio Ferroni. Paesaggio marino, maggio 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 75x115 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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Ferruccio Ferroni. Paesaggio, dicembre 1954, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 105x75 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Paesaggio, dicembre 1954 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 388x293 mm verso: firma, titolo, data, timbro di una mostra

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Ferruccio Ferroni. Policromia, settembre 1956, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 115x85 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Policromia, 1956 recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 386x276 mm verso: firma, titolo, data, timbro

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Ferruccio Ferroni. Giunchi della sabbia, aprile 1957, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 120x118 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari Ferruccio Ferroni. Sabbia, aprile 1957, scheda d’archivio recto: stampa fotografica alla gelatina sali d'argento, 120x118 mm verso: titolo, data, ora, dati tecnici, particolari

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RICERCA DI AGENTI AZZURRANTI

Un agente illuminante è una molecola che assorbe le radiazioni ultraviolette e poi riemette la loro energia tramite una fluorescenza visiva di colore blu-violetto / blu-verde. Questa caratteristica è interessante con alcuni materiali che richiedono un certo grado di bianco. Un agente illuminante può essere aggiunto per completare la gamma di luce visibile e dare così una “luminosità del bianco”.

Questa fluorescenza è legata all'incorporazione di “azzurranti ottici” nella polpa. La cumarina, un agente incorporato anche nei detergenti, rende il materiale con cui viene miscelato più bianco, prima in piccole quantità nei primi anni ‘50 e poi più chiaramente dopo il ‘55.

La fluorescenza più o meno intensa delle carte sotto l'effetto delle radiazioni UV permette di differenziarle, mostrando se la carta sia stata fatta prima del 1950 o, con certezza, dopo il 1955.

Tuttavia, è importante fare attenzione: una non fluorescenza non sempre definisce una datazione. Un artista può benissimo aver usato una carta non fluorescente dopo il 1950. Allo stesso modo, una vecchia carta lavata con detergenti può brillare sotto i raggi UV, ma non è il caso delle stampe di Ferrucio Ferroni. Serge Plantureux Esame UV (Black Light Test): Policromia, 1956 e Sabbia, 1957, sono fluorescenti

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Questo taccuino maltagliato curato da Serge Plantureux è stato stampato il 15 aprile 2019 per Servizi Centrali della Biennale di Senigallia, via Marchetti 2, Senigallia in 1500 copie, da IGO, Chemin des Amours au Poiré-sur-Vie Courtesy Archivio Ferruccio Ferroni - Senigallia © Copyright Lidia Barucca-Ferroni ISBN 978-88-32191-03-5


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