o첫 where ubi le grand inventaire viii. territoires
100 propositions pour une collection
serge plantureux 2008
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© 2008. Photographies du XIXe siècle (et photographes disparus avant 1938) : reproductions autorisées, les images numériques de ce catalogue sont versées à wikimédia commons. Photographies du XXe siècle : droits réservés. ISBN
2-84940-026-2
Couverture : Jardin du monde auprès de Cité neuve Faux-titre : All outdoors invites Your Kodak, n°32b
“Jardin du monde auprès de cité neuve Dans le chemin des montagnes creuses Sera saisi et plongé dans la Cuve Buvant par force une eau de soufre envenimée” Nostradamus, Second livre des prophéties, Centurie X, q. 49, Benoist Rigaud, 1568
“... Cuenta el cronista Fray Pedro Aguado, que después de recorrer más de 200 leguas, llega el año de 1536 el conquistador Federman a la provincia de Marchavare, habitada por Guayupes. Se encontraba el sitio que llamó Espira, de Nuestra Señora, al cual le dió pues el nombre de la Fragua, porque ahí fue donde el conquistador puso herraduras de oro a sus cabalgaduras, puesto que no habia otro metal para trepar la pedregosa cordillera ...”. Camillo Castro Chaquea, Orinoquia Colombiana, Gobernación del Meta, 1985
“...It was then (1866) that W. F. Tays, a grazier awaiting a land grant, approached some Aboriginies, dressed only in large pearl-shells, who agreed to show him where their simple attire could be found...” Sister Mary Albertus Bain O. P. , Full Fathom Five, First Pearlers In And Around Australia, Perth, 1982
drahomir j. ruzicka (1870-1960) Central Park, New York, 1943 Épreuve argentique d’époque, 335x395 mm, signée, offerte par Ruzicka à son gendre Jan Lauschmann (1901-1991). Vintage print. In January 1916, along with colleagues Karl Struss, and D. J. Ruzicka and Edward Dickinson, Clarence White founded the Pictorial Photographers of America.
andré kertesz (1894-1985) Les Marionettistes de la Villa Cauchemar Paris, Montparnasse, 1930 Épreuve argentique d’époque, 235x175 mm. Hongrois de Paris, Sigismund Kolos-Vary, Geza Blattner et Helene Sulyok constituèrent un groupe de marionettistes qui révolutionna un spectacle populaire. Le négatif est conservé par la Mission du Patrimoine Photographique (krt 2803 v). Vintage silver print. Variant illustration : Andre Kertesz, Of Paris and New York, page 27.
école des beaux-arts Étude de drapé “11”, Paris, vers 1895 Deux épreuves d’époque, un cyanotype et un arystotype, 241x180 mm, montées à l’époque sur carton, la seconde mise au cadran. Vintage cyanotype with a pop print from the same negative. Provenance : galerie Daniel Blau.
1. repérages
2. le grand tour
3. l’eau et le feu
origins
a taste for stones
explorations
4. la cité
5. champs de bataille
6. exclusions
equilibrium
battlefields
border lines
7. vertige
8. intimité
9. compte à rebours
vertigo
privacy
countdown
introduzione
introduction
Da Karnak allo spazio, in questo catalogo si dispiegano le infinite possibilità della fotografia di spostarci nel tempo e nello spazio, nella storia e negli stili di vita, negli approcci stilistici e nella visione delle cose. Dai templi dell’antico Egitto, della Magna Grecia (Paestum), della Roma classica (Colosseo e tempio di Vesta) al Nuovo Mondo (in versione classica con Cuzco e in versione classicamente moderna con la freccia del Chrysler Building di New York), cavalchiamo seguendo la strada che porta verso la prima frontiera dello spazio, il viaggio verso la Luna. Proprio durante questo viaggio viene scattata la famosa fotografia del globo terrestre che non ha ancora cessato di affascinarci, nel mostrare la grandezza del pianeta e la sua piccolezza a fronte di ciò che lo circonda. Ci muoviamo nella storia, passando per i luoghi della gloria e sopratutto della follia militare, come Balaklava dove è stato consumato uno degli atti più insensati di stupidità umana, una lunghissima carica di cavalleria in campo aperto contro postazioni di artiglieria. La faccia assorta di un bambino intento ad osservare un soldatino di stagno, raffigurante Federico di Prussia, ci aiuta a ricordare quanto l’uomo si porti nell’età adulta le sue debolezze di fronte al fascino irrazionale del gioco distruttivo della guerra. Trincee, bombardamenti e campi di detenzione invece ci riportano alla realtà delle conseguenze reali della guerra. E la guerra non esaurisce il suo potenziale distruttivo nei periodi in cui si svolge apertamente. Lo studio di Mussolini quale direttore del Giornale d’Italia negli anni precedenti alla Marcia su Roma, attenta messinscena politica, illustra l’idea della lotta politica come prosecuzione della guerra con metodi sostanzialmente simili. Sulla scrivania sono accatastate più rivoltelle e granate che non penne e libri, mentre la semplicità dell’arredamento vuole suggerire al lettore l’austerità e il senso di sacrificio del soldato pronto a partire in qualsiasi momento per la lotta. L’esito di questa lotta si coglie in una famosa fotografia del 1934, nella quale il faccione del Duce domina un manifesto colossale che ripete ossessivamente l’invito a votare SI. Si trattava delle “libere” elezioni politiche, per le quali l’elettore doveva approvare la lista di deputati scelta in blocco dal Gran Consiglio del Fascismo. La scheda per il SI portava i colori nazionali, impressi con grande abbondanza di inchiostro e visibili anche a scheda ripiegata, mentre quella del NO ne era priva, assicurando la completa visibilità della scelta dell’elettore nel momento in cui inseriva la scheda nell’urna. Le code per il pane, raffigurate in una foto francese del 1931, ci ricordano quanto le crisi finanziarie non arrestate in tempo possano incidere brutalmente sulla vita di chi nulla ha a che vedere con il mondo della finanza. Nel 1931 la Francia era stata toccata solo moderatamente dalla crisi, in confronto agli Stati Uniti dove il tasso di disoccupazione aveva raggiunto il 25%, eppure era già sufficiente a moltiplicare il numero di persone che non avevano nulla, ridotte a ricorrere alla soupe populaire. Oggi partiamo da un livello di disoccupazione maggiore del 1928, basterà il ritorno a Keynes e all’interventismo statale per fermare la crisi? Scappando da tutto questo e da molto altro, gli uomini non hanno mai cessato di cercare un posto migliore dove vivere e dove realizzare la piena misura delle proprie capacità. Si può chiamare emigrazione o richiesta di asilo, si può chiamare vagabondaggio, nomadismo, ricerca dell’utopia, della valle dell’Eden o semplicemente ricerca del nuovo, ma è uno dei motori fondamentali dell’agire umano.
Si può leggere così la partenza dei quattro figli di Mayer Amschel Rothschild dalla casa del ghetto ebraico di Francoforte per fondare quattro case bancarie a Parigi, Londra, Vienna e Napoli, destinate a svolgere un ruolo centrale nella storia finanziaria e politica dell’Europa dell’ottocento. La ricerca di capri espiatori ha sempre identificato le vittime sacrificali ideali nei migranti, nelle minoranze e nei diversi, siano essi i gitani (raffigurati qui a Ciboure all’inizio del novecento), o immigrati di più recente arrivo (manifestazioni contro i Métèques a Parigi durante la Grande Depressione). La ribellione contro l’oppressione è ben catturata da una foto di Henri Cartier-Bresson, nella quale un detenuto rinchiuso dietro le sbarre di una cella non rinuncia a ribellarsi a pugno stretto, riaffermando la sua dignità malgrado la perdita della libertà e la privazione dei vestiti. La scelta delle fotografie ci porta anche nel mondo degli spazi urbani, concreti e fantastici insieme, verticali e proiettati verso la conquista dell’altezza o schiacciati verso il basso in spazi angusti ma creativi, in strade talvolta squallide e rese ancora più spettrali dall’assenza di persone o da folle indistinte che si intuiscono appena. Il Café de la Boucle fotografato nel 1920 in un autochrome Lumière, ci ricorda come la pubblicità urbana non ha atteso i grandi cartelloni elettronici di oggi per affermarsi. La foto di casa popolare italiana del 1960, non deve nulla al Piano Fanfani per la casa nel secondo dopoguerra. E’ popolare nell’uso e nella semplicità delle forme architettoniche, ma non rinuncia a darsi una patina di nobiltà, alla maniera genovese, dipingendo elaborati motivi ornamentali architettonici attorno a finestre altrimenti spoglie, senza bisogno di marmo o di scalpellini.
De Karnak à la planète Mars, les photographies nous invitent à nous déplacer dans le temps et dans l’espace, dans l’histoire et dans les modes de vie, dans les styles et les idéologies. Des temples de l’ancienne Égypte à la Magna Grecia de l’Italie méridionale (Paestum), de la Rome classique (Colisée et temple de Vesta) jusqu’au Nouveau Monde (représenté par les antiques murs de Cuzco et la flèche déjà classique du Chrysler Building), bientôt nous nous engageons dans le chemin de l'espace, promesse de nouvelles frontières. Au cours d'un voyage vers la Lune a été prise la célèbre photographie du globe terrestre qui ne cesse depuis de nous fasciner, en montrant les rapports de proportions de notre planète à ce qui l’entoure. Nous nous déplaçons dans l’histoire, empruntant les sentiers de la gloire et surtout de la folie militaire, comme la plaine de Balaklava, où a été consommé l’un des actes les plus insensés de la stupidité humaine, une charge infinie de cavalerie à terrain découvert contre des batteries d’artillerie, et contre les ordres des supérieurs. Le visage absorbé d’un enfant, perdu dans l’examen d’un soldat de plomb représentant Frédéric de Prusse, nous aide à nous rappeler combien l’homme conserve dans l’âge adulte ses faiblesses par rapport à la fascination irrationnelle du jeu destructeur de la guerre. Tranchées, bombardements et camps de détention nous ramènent par contre à la réalité des conséquences concrètes de la guerre. Car la guerre ne limite pas son œuvre de destruction aux seules périodes pendant lesquelles elle est livrée ouvertement. Le bureau de Mussolini rédacteur en chef de journal pendant les années qui précèdent la prise du pouvoir en 1922, est une minutieuse mise en scène, qui illustre l’idée d’une lutte politique continuation de la guerre et utilisant les mêmes moyens. Sur la table se trouvent plus de revolvers et de grenades que de livres et de stylos, tandis que la simplicité de l’aménagement voudrait suggérer au spectateur l’austérité et le sens de sacrifice du soldat prêt à partir à tout moment.
Le résultat de cette lutte apparait dans toute sa splendeur dans une célèbre photo de 1934, dans laquelle le visage stylisé et encore plus vulgaire de Mussolini campe au centre d’une installation colossale, qui répète de façon obsessive l’invitation à voter OUI, "SI". Il s’agit d'élections "libres", un plébiscite proposant à l’électeur d'apporter son soutien à une liste arrêtée de députés tous nommés par le Grand Conseil du fascisme. Le bulletin de vote pour le “SI” était décoré des riantes couleurs du drapeau national, imprimé avec des doses fort généreuses d’encre, rendant son vote bien visible aux autorités lorsque l’électeur insérait son bulletin dans l’urne. Les queues pour le pain, représentées dans une photo parisienne de 1931, nous rappellent combien les crises financières qui ne sont pas arrêtées à temps peuvent frapper brutalement la vie de ceux qui n’ont rien à voir avec le monde de la finance. Par rapport aux Etats-Unis, où le taux de chômage avait atteint 25%, en 1931 la France avait été touchée de façon modérée et, malgré tout, le nombre de bénéficiaires de la soupe populaire avait déjà explosé. Aujourd’hui nous entrons dans une crise aux proportions encore inconnues, avec un taux de chômage supérieur à celui de 1928 ; un retour aux principes de Keynes et à l’intervention étatique sera-t-il suffisant pour arrêter la crise à temps ? En fuyant tout cela et bien d’autres choses, les hommes n’ont jamais cessé de chercher une terre promise, un monde meilleur où vivre et réaliser la pleine mesure de leurs capacités. Nous pouvons appeler cela émigration, ou demande d’asile, vagabondage, nomadisme, recherche de l’utopie ou de la vallée de l’Eden ou simplement quête de nouveauté, mais il s’agit toujours de l’un des moteurs fondamentaux de l’action humaine. On peut interpréter de cette façon le départ des quatre fils de Mayer Amschel Rothschild de la maison du ghetto de Frankfort. Ils ont créé à Paris, Londres, Vienne et Naples, les quatre branches de la maison bancaire appelée à jouer un rôle central dans l’histoire financière et politique de l’Europe au XIXème siècle. La recherche de boucs émissaires a toujours identifié des victimes sacrificielles idéales parmi les migrants, les minorités, les différents, que ce soit les gitans (représentés ici à Ciboure début 1900) ou les immigrés arrivés plus récemment (manifestation contre les métèques à Paris pendant la Grande Dépression). La rébellion contre l’oppression est bien capturée dans une photo de Henri Cartier-Bresson, dans laquelle un détenu enfermé derrière les barreaux d’une cellule ne renonce pas, réaffirmant les poings serrés sa dignité malgré la perte de la liberté et la privation de ses habits. Ce choix de photographies nous entraîne aussi dans les espaces urbains, concrets et en même temps fantastiques, lancés à la conquête de la hauteur ou écrasés vers le bas dans des espaces confinés mais créatifs, dans des rues parfois angoissantes et rendues spectrales par l’absence de passants ou tantôt remplies de foules indistinctes à peine reconnaissables. Le Café de la Boucle, autochromé en couleurs vers 1920, nous rappelle que la publicité n’a pas attendu la technologie contemporaine pour s’imposer dans le paysage urbain. La photographie d'une maison populaire italienne de 1960 ne doit rien au plan Fanfani pour le logement social de l’après-guerre. Elle est populaire par l’usage et les formes architecturales, mais ne renonce pas à se donner une patine de noblesse, à la manière génoise : tout en faisant économie de marbre et de tailleurs de pierre, ses fenêtres sont parés d’élaborés motifs peints en trompe-l'oeil. Luca Einaudi, Rome, 20 octobre 2008
1 repérages origins
1.
adolphe eugène disdéri (1819-1889) Le Grand Cosmographe Exposition Universelle de Paris, 1855 Épreuve d’époque sur papier salé d’après négatif verre au collodion, 400x290 mm, à toutes marges. Sur le socle, une loupe permet de déchiffrer: “Cosmographe, observatoire vraiment populaire, orientateur fixe et précis des lignes, des plans et des mouvements célestes... destiné aux institutions et établissements d’éducation ... par François Ouvrière, Marseille, Boulevard de la Liberté”. M. Ouvrière obtint une mention honorable pour une autre invention, un chariot monté sur rouleaux pour traverser les marécages (Rapport du Jury de l’Exposition de 1855, page 265). Provenance : archives d’un associé du studio Disdéri. Vintage salt paper print.
2.
william henry fox talbot (1800-1877) a. The Ladder, Lacock Abbey, 1844 b. The Woodcutters (les assistants S. Pullen et N. Henneman coupent du bois), Lacock Abbey, été 1845 Deux épreuves d’époque sur papier salé, 2a : 167x180 mm, montées sur bristol, étiquette imprimée “Patent Talbotype or Sun Pictures”. 2b : 149x210 mm, tampon bleu “Patent Talbotype” au verso du bristol. L’étiquette insiste sur le brevet que Talbot avait déposé et auquel il ne renoncera qu’en juillet 1852, permettant enfin l’apparition de centaines de photographes en Angleterre (cf Roger Taylor, Impressed by Light, 2007). “L”échelle”, célèbre composition des premières “Sun Pictures”, sera retenue et publiée en mai 1845 dans The Pencil of Nature. “La coupe du bois” a été récemment reproduite dans “Huellas de Luz”, Madrid, 2001, page 279. Provenance : collection ACdP, l’une des plus anciennes collections d’épreuves photographiques, constituée dès 1839 ; aussi l’une des très rares, avec celle du révérend Calvert-Jones, réunissant à la fois des épreuves de Talbot et de Bayard. Original Sun Pictures.
2b
3.
jules ziegler (1804-1856) et hippolyte bayard (1801-1887) a. Rêve de jeune femme (premier essai au collodion) b. Composition céramique, Jardin de Ziegler aux Batignolles, 10 et 20 avril 1852 Épreuves sur papiers salés tirées par contact d’après négatifs verres au collodion de grandes dimensions, 3a : 407x340 et 3b : 395x371 mm, date au crayon sur l’épreuve 3b : “du 20 avril”. Première grande photographie conçue et réalisée avec un négatif verre (au collodion) par Ziegler et Bayard avec une chambre de leur invention. Le 13 avril 1852, lors de l’un des premiers dîners consacrés à la photographie chez le critique Ernest Lacan, Ziegler les produisit devant les autres pionniers : Baldus, Le Gray, Le Secq : “Nous avons promis de rendre compte des épreuves qui ont été admirées à la soirée du 13 avril. (...) Ton chaud, ombres vigoureusement dessinées, lumières hardiment choisies, composition heureuse, tout concourt à en faire des oeuvres d’art d’un grand mérite. Une petite Vierge dans une niche de pierre, comme celles que l'on rencontre en Italie, au bord des routes ; au pied de la madone, un vase qu'une jeune fille y a déposé, pendant qu'appuyée sur la margelle de pierre, elle se recueille et rêve ; à droite et à gauche du reposoir, deux arbres dont les feuilles naissantes serviront bientôt de dais à la sainte image, et d’abri au voyageur : tel est le sujet pittoresque que M. Ziegler a rendu avec une vérité parfaite et une grâce charmante. Ce serait un délicieux tableau, si ce n’était une admirable épreuve.” (E. Lacan, La Lumière, 24 avril 1852). La modèle est Suzanne Goix, compagne de Ziegler. Une semaine plus tard, Bayard et Ziegler réalisaient un nouvel essai (3b) (cf Jacques Werren, Jules Ziegler, un élève d’Hippolyte Bayard, Études photographiques, n°12, 2002). Provenance : M. du Ponceau, ami de Ziegler, membre de la SFP (dont Ziegler a rédigé les statuts). Vintage salt paper prints from the first large collodion negatives.
3b
“Le collodion peut, dès aujourd’hui, être considéré comme la plus parfaite et la plus commode des matières iconogéniques (...) j’ai obtenu de grands portraits en 80 secondes. M. Bayard, trop timide à publier ses découvertes, parviendrait à diminuer ce temps de moitié (...) La nécessité d’opérer sur glace avec le collodion semblait réserver aux anciens procédés de négatifs sur papier un emploi exceptionnel pour les voyages ; il est probable qu’il n’en sera rien. Quoique d’une adhérence parfaite, après dessication, la couche de collodion peut, après les derniers lavages, être reportée sur une feuille de papier et produire ainsi des négatifs souples, légers, faciles à entasser par milliers dans les cartons du voyageur, et, pour cela, une seule glace mince aura suffi. Déjà, le baron Gros a fait de ce genre un négatif irréprochable. L’usage de cette substance en photographie est dû, jusqu’à preuve contraire, à un jeune peintre français, M. Le Gray, qui peut inscrire le mérite de cette idée en tête de ses titres d’illustre photographe (J. Ziegler, La Lumière, 1er mai 1852).
4.
gustave le gray (1820-1884) et auguste mestral (1812-1884) Le Pont du Gard Mission Héliographique, 1851 Épreuve d’époque sur papier salé d’après un négatif papier ciré, 223x332 mm, signée à l’encre sur l’angle inférieur gauche, tamponnée à droite, numérotée dans le négatif, forte tonalité et remarquable contraste. Gustave le Gray est l’un des premiers photographes à signer à l’encre les épreuves les plus achevées de sa production. Il joint le nom de son ami Mestral. Provenance : collection ACdP. Photographier le Pont du Gard constituait une étape de la mission héliographique confiée à Gustave Le Gray et Auguste Mestral. Ils conservèrent deux négatifs sur papier ciré de leur séance de prises de vues, numérotés 561 et 562. On ne connaissait à ce jour aucune épreuve correspondant au négatif 562, tandis qu’une épreuve tirée sur papier albuminé à partir du négatif 561 a figuré à l’exposition organisée par Sylvie Aubenas à la Bibliothèque Nationale de France (2002, notice 60). Signed Gustave Le Gray print. A print of exceptionnal contrast, from one of his most artistic Mission Héliographique negatives. Roger Taylor mentions the presence of one Gustave la Gray’s Pont du Gard twice in England as early as 1852 and 1853 : Catalogue of an exhibition of recent specimens of photography exhibited at the house of the Society of Arts, London, 1852 (cf Aubenas, page 67). Photographic Institution April 1853.
5.
édouard baldus (1813-1889) assisté de fortuné petiot-groffier (1788-1855) Le vieux moulin du Creux d’Enfer Région de Thiers en Auvergne, été 1854 Paire composée d’une épreuve positive sur papier salé et d’un négatif papier salé ciré, 278x439 mm et 287x441 mm, quelques retouches d’époque, faibles rousseurs. On remarque l’effet photographique produit par le mouvement de la roue du moulin à papier. Provenance : Fortuné Petiot-Groffier, l’un des très rares amateurs de photographies à avoir connu Nicéphore Niepce, dont il était le maire. Il était aussi un proche des frères Costes, banquiers de l’inventeur. “In the year 1854, Petiot-Groffier had become a founding member of the Société Française de Photographie, and that summer, he traveled with Baldus through Auvergne in Central France. At the time, Petiot-Groffier was a sugar beet-refiner, inventor, entrepreneur, and politician, and he had renewed his interest in photography. During this trip, he worked in very close collaboration with Baldus, who was twenty-five years his junior” (Malcolm Daniel, “The Photographs of Edouard Baldus”, New York, Metropolitan Museum of Art, 1994). Others examples in Jammes i, 10 (signed) & iv, 75.
6.
henri le secq (1818-1882) Portail gothique Saint Loup de Naud, 1851 Épreuve d’époque sur papier salé d’après un négatif papier, 322x224 mm, dans l’angle gauche diffusion lumineuse liée au bris du verre du châssis-presse, signature dans le négatif : “H. Le Secq, St Loup de Naud, 1851”, tonalité exceptionnelle pour une épreuve de Le Secq. Photographier le portail gothique primitif de cette église proche de Provins constituait une étape de la partie de la mission héliographique confiée à Henri Le Secq des Tournelles. Comme son ami Le Gray, Le Secq utilisa ses négatifs pour des expérimentations personnelles, tel ce remarquable tirage. Une variante, gros plan des sculptures de droite, fut également gravée par Lerebours (Jammes, iv, 63). Provenance : collection ACdP Ref : Eugenia Parry Janis et Josiane Sartre, Henri Le Secq, photographe de 1850 à 1860, Musée des Arts décoratifs, 1986, pl. 126, page 122. A print of exceptionnal contrast. This image was exhibited with 477 others, including Regnault’s landscapes from Sèvres, Vicomte Vigier’s sceneries from the Pyrénées and Fenton’s views of Russia in 1854, at Dundee, Royal Infirmary Fund (Roger Taylor, http://peib.dmu.ac.uk).
7.
émile pecarrère (1816-1904) a. Quatre mendiants dont l’un a bougé, Cathédrale de Bourges, 1851 b. Ombres et lumières dans le cloître de Saint-Trophime, Arles, 1851 Deux épreuves d’époque sur papier salé d’après négatifs papiers, 259x204 et 255x201 mm, 7a signée discrètement dans le négatif : “Em. Pec., Bourges 13”, 7b signée à l’encre sur l’épreuve, belle tonalité. Les mendiants ont le teint hâlé. Émile Pecarrère, élève de Gustave le Gray et membre fondateur de la SFP comme les cinq photographes de la Mission Héliographique, les rejoint dans l’aventure avec un statut plus mystérieux et sans recevoir de salaire. Neuf mois après les autres, il remet au Ministère un ensemble d’épreuves qui complètent leurs travaux. Malgré les protestations des amateurs de photographies qui ont suivi dans la presse toute l’opération, aucune exposition ne sera organisée à l’époque (il faudra attendre 130 ans avant leur rédecouverte et leur première présentation au public par Philippe Néagu en 1980). Pecarrère décida peut-être alors de réaliser lui-aussi quelques tirages pour les amateurs. Ceux-ci proviennent de la collection ACdP. Une autre épreuve du b, Jammes iv, 32. Et une variante aux ombres modifiées dans la collection Théron (Une collection française, page 120). Signed vintage salt papers.
7b
8.
giacomo caneva (1813-1865) Paysage classique Campagne romaine, 1850 Épreuve d’époque sur papier salé, 84x266 mm, montage caractéristique de Caneva. Cette étude évoque les règles de composition et l’harmonie classique qui avaient imprégné plusieurs siècles de dessin et de peinture occidentale. Nous sommes très proche de la Vallée du Poussin, ce vallon proche de la via Flaminia, qui inspira à la fois le grand peintre et le maître photographe, le long du fosso de la Crescenza, ruisseau affluent de l’Acquatraversa (cf Maria Francesca Bonetti, Roma 1840-1870, notice 31). Provenance : collection Edmond Lebel, peintre français en résidence à Rome au début des années 1860. Vintage salt paper print. Probably unique.
9.
paul de noailles (1802-1885) a. Colonne tombée à terre dans un paysage désolé b. Vue prise du Bordj el-Djedid, Carthage, 1858 Épreuves d’époque sur papier albuminé, 9a : 268x363 et 9b : 270x364 mm, montées sur bristol. “Delenda Carthago est !”. Le discours de Caton le Grand fut suivi d’effets peu après, en 146 av J.C. Mais le site de l’antique Carthage, si important pour l’histoire de l’Occident, n’avait jamais été photographié avant le voyage de Noailles. Paul, Marquis puis Duc de Noailles adhère à la SFP en 1856 peu après sa création, et il en reste membre jusqu’en 1885. Il offre à la Société la série des 10 épreuves obtenues dans la Régence de Tunis. On ne connait guère plus de 3 autres séries d’épreuves, souvent malheureusement fort pâles. Vintage albumen prints. First photographic landscapes of Carthage.
9b
10. félix teynard (1817-1892) Les première et deuxième cataractes du Nil Nubie, 1852-1853 Deux épreuves d’époque sur papiers salés, 239x307 et 239x311 mm, virées à l’or, remarquable tonalité, parmi les plus beaux tirages du couple d’éditeurs Adèle Hubert de Fonteny et Ladislas Chodzkiewicz. Provenance : Gustave Chaix d’Est-Ange, Marquis du Bourg de Bozas. Félix Teynard, Calotypes of Egypt, planches 84 et 159. Vintage salt papers, beautifully gold-toned.
2 grand tour a taste for stones
11. félix teynard (1817-1892) Inscriptions mystérieuses de la salle hypostyle Palais de Karnak, 1852-1853 Épreuve d’époque sur papier salé, 307x250 mm, tirée ici aussi avec un remarquable virage à l’or. Provenance : Gustave Chaix d’Est-Ange, Marquis du Bourg de Bozas. Vintage salt paper, gold-toned. Felix Teynard, Calotypes of Egypt, page 58.
12. félix teynard (1817-1892) Monument de Deîr el-Bahri Vallée des Rois, 1852-1853 Épreuve d’époque sur papier salé, 241x308 mm, remarquable virage à l’or d’Adèle Hubert de Fonteny et Ladislas Chodzkiewicz. Provenance : Gustave Chaix d’Est-Ange, Marquis du Bourg de Bozas. Une vue rapprochée du même monument dans la collection Thérond, reproduite en double page par Anne de Mondenard et Pierre Apraxine, (Une collection française, page 86-87). Vintage salt paper, gold-toned.“Plate 139 shows a general view of the monument excavated into the bedrock. In his text, Teynard explains that only sections that were carved out of bedrock remain, the rest of this temple having been dismantled and re-used to build the houses of Ed-Derr... the house of the Kachef, the governor of Lower Nubia” (Felix Teynard, Calotypes of Egypt, page 76).
13. félix teynard (1817-1892) Temple de Dendour Dendour, 1852-1853 Épreuve d’époque sur papier salé, 307x250 mm, montée sur bristol imprimé, remarquable virage à l’or de Mme Hubert de Fonteny et Ladislas Chodzkiewicz. Provenance : Gustave Chaix d’Est-Ange, Marquis du Bourg de Bozas. Ref : Félix Teynard, Calotypes of Egypt, planche 139. “The temple commissioned by Emperor Augustus of Rome and built around 15 BC was removed from its original site in 1963 in order to save it from being submerged by the construction of the Aswan High Dam. In recognition of the American assistance in saving various other monuments, the temple was given to the United States of America by Egypt in 1965. The stone blocks weighed more than 800 tons in total. They were packed in 661 crates and transported to the United States by the freighter S.S. Concordia Star. In the United States, several institutions made bids for housing the temple, in a competition which was nicknamed the “Dendur Derby” by the press. On April 27, 1967, the temple was awarded to The Metropolitan Museum of Art, where it was installed in the Sackler Wing in 1978. A reflecting pool in front of the temple and a sloping wall behind it, represent the Nile and the cliffs of the original location. The glass on the ceiling and north wall stippled in order to mimic the lighting in Nubia” (Wikipedia). On the evening of September 10, 2001, the Met hosted a reception around the Dendur Temple to mark the opening of two exhibits : “The Pharaoh’s Photographer: Harry Burton, Tutankhamun, and the Metropolitan’s Egyptian Expedition”, a series of photographs never before shown to the public, documenting the excavation of “King Tut’s” intact tomb by Howard Carter in 1922; and, in parallel, Along the Nile: Early Photographs of Egypt, an exhibition of 43 exquisitely preserved 19th-century photographs of one of the world’s oldest and most mysterious civilizations”, organized by Pierre Apraxine and Jeff L. Rosenheim. The guests were welcomed around the Temple by torchlight and drumming, while outside, a sudden thunderstorm rolled over Central Park and the surrounding city. This was 9/10 : thunder, lightning, photographs, and a sanctuary far from home.
14. robert murray (1822-1893) La Cour de Shishak Grand Temple de Karnak, 1854 Épreuve d’époque sur papier salé, 223x183 mm, virée, ciel masqué, étiquette imprimée et titre calligraphié à l’encre sur le carton de montage. Vintage salt paper print. “In 1856, J. Hogarth offered an extensive portfolio of albumen prints, made from Murray’s paper negatives,although he is known to have made salted prints from them himself.” (Roger Taylor, Into the light, notice page 352). Also : Colin Osman. Photo researcher n°6
15. antonio schranz (1801-1864) (attr.) Aspect de la mosquée Amr Ibn Al-As au temps de Abbas Ier Le Caire, vers 1850 Épreuve d’époque sur papier salé, 227x194 mm, retouches à la gouache, titre au crayon : “Seick Nasar, Boulaq”. Troisième des 8 enfants du peintre autrichien Anton Schranz (1769-1838), établi successivement aux Baléares et à Malte au gré des guerres napoléoniennes, Antonio junior s’installe quant à lui photographe au Caire dès la fin des années 1840. Sa production reste mystérieuse, un bel album repose dans les réserves du Getty Museum. Quelques épreuves se trouvaient dans la collection ACdP. Vintage salt paper print. Studies in progress : Kathleen Howe’s “Excursions along the Nile: The Photographic Discovery of Ancient Egypt”. Nissan Perez’s “Focus East: Early Photography in the Near East (1839-1885)”. Ken Jacobson, “Odalisques and Arabesques”.
16. louis vignes (1831-1896) a. Tombeau d’Elahbel b. Vallée des Tombeaux, Palmyre, 1864 Épreuves d’époque sur papier albuminé, 180x245 et 235x180 mm, montées sur bristol. Le Duc de Luynes avait eu l’idée du voyage après avoir lu la Vie de Jésus de Renan, publiée en 1863. Louis Vignes n’était pas un photographe professionnel, mais avait été sollicité pour cette mission par le Ministère de la Marine : “Paris le 10 nov.1863. Mon cher ami, Un académicien grand seigneur et galant homme en toutes choses se prépare à entreprendre, à ses frais, un voyage scientifique et pittoresque dans la Haute et la Basse Égypte et dans la Palestine. Il emmène avec lui plusieurs savants et voudrait aussi s’associer un officier de marine auquel il offre, en échange d’une collaboration de bonne humeur, tous les défraiements du voyage. Le ministère verrait avec plaisir que la marine fût représentée convenablement dans cette expédition toute française, malgré son caractère essentiellement privé. On m’a demandé du dehors de trouver un officier qui ne déparât point la caravane. J’ai songé à vous. Cela vous va-t-il ? répondez promptement. Le chef d’expédition est un homme de 60 ans, du plus grand monde et, m’assure-t-on du caractère le plus aimable, en même temps que le plus distingué. Comme il s’est adressé à plusieurs personnes à la fois pour se procurer le compagnon de voyage marin qu’il désire, je ne puis vous promettre que votre acceptation, si vous me l’envoyez, arrivera la première. Ne parlez point de tout ceci, je vous prie...” Ref : Promenade Méditerranéenne, Collection de la Duchesse de Berry, n°91 et 92. Vintage albumen paper prints.
17. clark, assistant de william james stillman (1828-1901) Tholos d’Atrée Mycènes, 1882 Épreuve charbon tirée par contact, 442x340 mm, montée sur carton, annotée au crayon et signée sous l’épreuve. L’une des plus belles prises de vues de ce célèbre exemple d’architecture mycénienne du XIIIe siècle av J-C. Atrée, père d’Agamemnon, est le modèle pour la maison des Atréides de Frank Herbert et David Lynch (Dune). Vintage carbon print by Stillman’s assistant. Ref : Andrew Szegedy-Maszak, An American on the Acropolis : Stillman, History of photography, 2005, vol. 29, 1.
18. giorgio sommer (1834-1914) Trois personnages dont un photographe Temple de Neptune, Paestum, 1865 Épreuve albuminée du plus grand format de Sommer : 378x276 mm, tampon sec sur le carton de montage. Sommer réalise un catalogue fort complet de vues de sites et de monuments d’Italie. Succédant à la génération de Caneva, Simelli, Anderson ou de Mc Pherson qui vendaient leurs épreuves aux peintres en résidence et aux membres de l’aristocratie européenne réalisant leur grand tour, Sommer destine sa production aux nouveaux touristes à petit budget, avec quelques exceptions comme cette belle épreuve de dimensions exceptionnelles. Vintage large albumen print, of exceptionnal dimensions. Ref : Alex Novak, iphotocentral.com.
19. émile pecarrère (1816-1904) Portail de la cathédrale de Chartres Chartres, avril 1852 Panoramique en trois épreuves sur papiers salés d’après négatifs sur papiers cirés secs, 253x198, 257x200 et 257x204 mm, montées sur bristol, signées “Em. Pec., Chartres, 17bis, 18 et 19”. Ce panoramique reste énigmatique, alors que les trois volets du triptyque ont été conservés ensemble dès l’origine dans la collection ACdP, les contrastes et les tonalités ont évolué diversement après le traitement terminal. Les images ne sont parfaitement jointives qu’au montage numérique, car elles sont contrecollées avec de grandes marges blanches. Un indice est fourni par l’un des premiers journalistes et critiques de photographie : “Les procédés sur papier se simplifient autant qu’ils se perfectionnent. Maintenant, on part de Paris avec une chambre noire, un pied, vingt-cinq ou trente feuilles de papier préparées dans un carton, rien de plus ! Nous avons vu M. Pecarrère revenir de Chartres avec vingtcinq clichés excellents : il avait été absent vingt-quatre heures” (Lerebours, La Lumière, 1er mai 1852), cité par Sylvie Aubenas, Gustave Le Gray, BNF, 2002, page 263. Bientôt paraîtront les travaux de Mlle Anne Huaulmé sur Émile Pecarrère. Reconstituted panorama, composed of three vintage salt paper prints.
20. félix alexander oppenheim (c.1826-ap.1856) Cathédrale de Burgos, Portail de la Coronaria Espagne, été 1852 Épreuve sur papier salé d’après négatif papier ciré, 276x170 mm, vernie (quelques bulles), minuscule tampon sur l’épreuve. On reconnaît dans cet élève de Gustave Le Gray le fils d’un banquier allemand, ami de Ferdinand Lassalle, qui risqua sa carrière d’assesseur des tribunaux pour venir en aide à la jolie comtesse Sophie Hatzfeldt en 1846. F. A. Oppenheim signa 3 articles dans La Lumière dont le premier, paru dans le numéro du 9 avril 1853, pages 59-60, relate sa pratique photographique de l’été 1852 en Espagne. Cette rare épreuve avait été conservée par ACdP avec quelques tirages de Le Gray, Le Secq et Peccarère. An audacious composition, a predecesor of Evans’ “Sea of Steps” by a German student who learned with Le Gray in his studio.
21. leopoldo alinari (1832-1865) & fratelli San Miniato al Monte Florence, circa 1856 Épreuve d’époque sur papier salé d’après négatif verre, 316x416 mm, numérotée au crayon “274”, tampon sec sur le montage “Fratelli Alinari, via Nazionale, 8”. Vintage salt paper print.
22. louis auguste bisson (1814-1876) & auguste bisson (1826-1900) Piazza dei Miracoli Tour de Pise, 1855 Épreuve d’époque sur papier albuminé d’après un grand négatif verre au collodion, 437x362 mm. “Eppure Gira !” Le célèbre lieu de l’enseignement par Galilée à ses élèves du principe d’Universalité de la chute libre, selon son dernier assistant Vincenzo Viviani, fait partie de la grande série de monuments d’Italie photographiés par les frères Bisson pour l’Exposition Universelle de Paris en 1855. Ils reçurent la médaille d’or, avec Gustave Le Gray, Le Secq et Piot (Rapport du Jury de 1855, page 1237). Vintage albumen print.
23. louis-auguste bisson (1814-1876) & auguste bisson (1826-1900) Colisée Rome, 1855 Épreuve d’époque sur papier albuminé de dimensions exceptionnelles pour l’exposition de Paris en 1855, 450x365 mm, montée sur bristol. La prise de vue très audacieuse est inspirée d’une image rare de Giacomo Caneva datant de 1850 (cf GEH). Vintage albumen print.
24. eugène constant (av.1820-ap.1860) Temple dit de Vesta Rome, 1849 Épreuve d’époque sur papier salé d’après un négatif verre à l’albumine, 154x216 mm, montée sur bristol et légendée, tampon sec du photographe. “Le temple d’Hercule Victor dit Olivarius, parfois appelé temple de Vesta en raison de sa forme circulaire qui rappelle celui du Forum Romain, fut construit à la fin du iie siècle av. J.-C. Une inscription suggère que le commanditaire est un négociant romain du nom de Marcus Octavius Herrenus, qui voulait, probablement après s’être enrichi, remercier le dieu protecteur de la corporation des marchands d’olives, les olearii” (Collection de la Duchesse de Berry, notice 25). Une variante aux ombres modifiées dans la collection Théron, Une collection française, page 61. Une biographie dans Maria Francesca Bonetti, Roma 1840-1870, page 198. Vintage salt paper print, of remarquably early date.
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louis-auguste bisson (1826-1900) a. Arlésienne aux Alyscamps, Arles, 1858 b. Concours de gymnastique dans les arênes antiques, Nîmes, 1858 Épreuves d’époque sur papier albuminé, 25a : 342x452 et 25b : 342x456 mm, montées sur bristol, tampon sec sous les épreuves. Pendant que son frère cadet photographie la vallée de Chamonix, Louis-Auguste parcours la Provence (Les Frères Bisson photographes, 1840-1870, BNF, notice 77, page 127). Le spectacle de cirque est reproduit en double page par Anne de Mondenard et Pierre Apraxine (Une Passion française, photographies de la collection Roger Théron, pages 122-123). Two albumen prints of exceptionnal contrast.