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www.gazzetta.it giovedì 14 giugno 2012 1,20 €

REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 TEL. 0262821 REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO

ITALIA

numero 140 anno 116 ­ N Numero Anno

CLAMOROSO SU THIAGO IL MILAN CI STA RIPENSANDO

MERCATO Offerta Chelsea 25 per Jovetic

STOPPATO!

CONTESI Destro e Longo fra Genoa e Inter

La trattativa col Psg sembrava chiusa per 42 milioni, ma Galliani spiega: «Berlusconi vuole trattenerlo» DELLA VALLE, GRANDESSO, PASOTTO, LAUDISA ALLE PAGINE 24­25

ELEFANTE, GOZZINI, TAIDELLI, SARDELLI ALLE PAGINE 26 E 31

3 Thiago Silva, 27 anni, è arrivato al Milan nel 2009 AFP

EURO 2012 A POZNAN (ORE 18, RAI 1) SECONDA PARTITA DEGLI AZZURRI

SOLO VINCERE

Contro la Croazia l’Italia si gioca mezza Europa Un pari complicherebbe la strada per i quarti di finale. Schillaci spinge l’altro Totò. Sammer e Beckenbauer: applausi a De Rossi difensore

DUBBIO ATTACCO BALO IN VANTAGGIO

STAFFETTA Totò Di Natale, 34 anni, ha segnato con la Spagna. E’ entrato per Mario Balotelli, 21 anni IPP

ARCHETTI, BOCCI, CONDO’, SCHIANCHI ALLE PAG. 16­17­18

l’Analisi

DANIMARCA K.0.

UN CONSIGLIO AL C.T.

Colpaccio Portogallo Nonostante Ronaldo

Gli azzurri sono passati in pochi giorni dalle critiche più feroci all’esaltazione. Purtroppo nel nostro mondo c’è, in generale, scarso equilibrio e competenza: ostacoli per una crescita corretta. Cerchiamo di capire se è giustificata questa euforia dopo il buon pareggio ottenuto con i campioni del Mondo e d’Europa della Spagna.

CECERE, DE CALO, LICARI A PAGINA 19

IlProgramma Ieri Girone B DANIMARCA­PORTOGALLO 2­3 OLANDA­GERMANIA 1­2

L ARTICOLO A PAGINA 35

CASO INTERCETTAZIONI LA DEPOSIZIONE DELL EX CAPO DELLA SICUREZZA TELECOM

Tavaroli: «Spiavo anche Moggi»

IL ROMPI PALLONE DI GENE GNOCCHI

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Cecchi Paone non

E conferma l incontro organizzato con Moratti e Facchetti: si ferma più: «Nella nazionale degli stilisti «Mi chiesero di indagare su frodi sportive del 2002­03» ci sono due a cui piace IARIA A PAGINA 32

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Doppietta di Gomez La Germania mette nei guai l’Olanda

DA PAGINA 2 A PAGINA 12

di ARRIGO SACCHI

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LA SUPERSFIDA

la gnocca».

Oggi Girone C ITALIA­CROAZIA (18) SPAGNA­IRLANDA (20.45)

BASKET LA MPS SUL 3­0

IL COMPLEANNO

Ancora Siena! Vince a Milano Ora può chiudere

Agostini, i 70 di una leggenda della moto

BARTEZZAGHI, CHIABOTTI PAG. 44­45

FALSAPERLA A PAGINA 39


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EURO 2012 GRUPPO C

CROAZIA

il commento

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I NUMERI di LUIGI GARLANDO

Cesare lo sapeva Questa è decisiva Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Il 26 dicembre scorso, davanti a un tè nel quartiere fiorentino di San Nicolò, chiedemmo a Prandelli: «Se pensa all’Europeo, le viene in mente la Spagna o il Trap?». Rispose: «La Croazia. La conosco bene: tecnica e tosta. Sarà la partita decisiva». Aveva visto bene, sbirciando da lontano. Siamo andati oltre la Spagna mondiale con una prestazione incoraggiante e ora ci aspettano i croati che hanno stappato Euro 2012 in modo perentorio: 3-1 al Trap. Dobbiamo vincere, perché il pari ci esporrebbe al rischio della pasticceria e perdere non ne parliamo. L’ottima prova di Danzica ci conforta, ma come garanzia non basta perché la Croazia è un altro mondo. La Spagna non aveva punte di ruolo. Il neo-difensore De Rossi scattava sapiente a tappare i buchi dove s’infilavano gli incursori rossi. Stasera dovrà contrastare un armadio (Mandzukic) e una volpe d’area (Jelavic), già a segno. Non gli basterà il senso della posizione, dovrà sfoderare i fondamentali del corpo a corpo, con soccorso aereo di Chiellini. La Spagna ha battuto la fascia quasi solo nel finale, con Jesus Navas. Per il resto, non avendo torri, ha limitato i cross e cercato le imbucate centrali, rasoterra. La Croazia invece ha esterni virtuosi, Rakitic e Perisic, che con l’Irlanda hanno scatenato spesso l’inferno. Il presidio delle fasce dovrà essere molto più intenso, soprattutto sulla destra croata dove la catena Srna e Rakitic può far girare la testa al piccolo Giaccherini, già provato da Jesus Navas. Chiellini dovrà essere puntuale nelle uscite per il pronto soccorso. Altra grande differenza: la Spagna vive di attese e di palleggio orizzontale, la Croazia attacca in verticale, con spallate violente e una superbia atletica che le consente di sostenere un ritmo alto. Anche per questo, il dubbio che Prandelli si è riservato alla vigilia (Balotelli o Di Natale?) dovrebbe essere risolto a favore di Mario. Totò ha la carica del gol a Casillas, sa dare la profondità che Pirlo sfrutta come nessuno al mondo, ma con due punte piccole il rischio è che la palla torni sempre indietro e che la squadra fatichi così a respirare e a spezzare il ritmo croato. Balotelli ha la stazza e il mestiere per difendere la palla e, contro una squadra molto fisica, può spendere pesi e centimetri sui calci da fermo, in attacco e in difesa. La panchina, dopo la prova grigia di Danzica, deprimerebbe il ragazzo, mentre Di Natale, euforico per il gol, può entrare a partita in corso e, fresco, imporre di nuovo tecnica e velocità. Cassano e Di Natale titolari, per ragioni di condizione ed età, faticano a reggere i 90 minuti. Costringerebbero Prandelli a giocarsi due cambi in attacco, mentre il c.t., dato il ritmo croato, dovrà sostenere con forze nuove la mediana, se vorrà alimentare il pressing alto e l’attacco a più uomini, riusciti in modo spettacolare contro la Spagna. Sarà una battaglia, non abbiamo mai sconfitto la Croazia in una gara ufficiale. Dura. Ok, ma l’Italia siamo noi. Se ci credevamo prima della Spagna, figuriamoci ora. Metti poi che Mario... © RIPRODUZIONE RISERVATA

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partite utili consecutive della nazionale italiana nelle partite valide per i campionati europei (qualificazioni e fasi finali): l’ultima sconfitta è lo 0-3 contro l’Olanda il 9 giugno 2008. Da allora 9 vittorie e 5 pareggi, con appena 4 gol subiti

IRLANDA

ITALIA

SPAGNA

VIN-CE-RE

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gare senza successi per l’Italia: il pareggio contro la Spagna ha posto fine a una serie record eguagliata di sconfitte (tre, contro Uruguay, Stati Uniti e Russia). In casa azzurra troviamo di peggio nella prima parte del 2010 con 7 partite senza successi (3 k.o. e 4 pareggi) tra il 3 marzo e il 10 agosto

Sale la pressione azzurra L’Italia si gioca l’Europa Balotelli si gioca l’Italia A Poznan con la Croazia per non complicarci la vita verso i quarti Ma chi ci sarà con Cassano? Mario è favorito su Di Natale DAL NOSTRO INVIATO

MIRKO GRAZIANO POZNAN (POLONIA)

Balotelli ama l’azzurro. Balotelli spera che non sia troppo tardi per cambiare la sua storia in Nazionale. Almeno in questo Europeo. Avanza infatti l’ombra di Di Natale. Prandelli ci pensa, non ha tempo lui. Una sconfitta contro la Croazia e saremmo quasi spacciati. Così Mario nell’era Prandelli: nove presenze e un solo gol, in amichevole. Una miseria! Roba che non giustifica l’etichetta di «stella» con la quale si è presentato in Polonia, numeri che fanno a pugni con la convinzione di essere già da Pallone d’oro. La logica dice... Balotelli o Di Natale: è l’unico dubbio di Prandelli alla vigilia della «gara

chiave». I primi 90’ del torneo dicono Totò, la logica vuole invece in campo l’ex interista: per una questione fisica (la banda Bilic ha più peso della Spagna, ed è pericoloso regalare centimetri e chili in ogni zona del campo), per una questione psicologica (il rischio è di perdere definitivamente il ragazzo) e anche per una questione strategica, visto che sia Di Natale sia soprattutto Cassano non garantiscono 90’ ad alti livelli, e iniziare con due cambi praticamente certi non è proprio l’ideale per il nostro commissario tecnico.

sciargli addosso segni indelebili sul fronte azzurro. Nella lunga prova tattica di martedì, il 21enne talento bresciano ha capito chiaramente di essere in discussione: dieci intoccabili, e là davanti Di Natale alternato costantemente a lui e a Cassano. Poi, la conferenza di Prandelli: «Sì, ho un solo dubbio». Senza fare nomi, allusione però chiara. Lo ha forse fatto apposta. Cercava la giusta reazione? Nella rifinitura di ieri sera l’ha trovata. Ha corso, Balotelli. Ha lottato. Ha soprattutto segnato. E Prandelli lo ha spronato: «Vai Mario, ora pressa Mario, non mollare Mario».

La reazione Dovesse giocare Ma-

rio, siamo comunque all’ultima chiamata. Un altro flop non potrebbe che spingerlo in panchina e un capitombolo da eliminazione rischierebbe di la-

Notte prima dell’esame Sì, l’impressione è che nulla cambierà rispetto alla Spagna, anche se siamo certi che Balotelli andrà a letto con emozioni, tensioni e


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IN DIRETTA ALLE 18 SU RAI1 E RAI HD, TEMPO REALE SU GAZZETTA.IT

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pensieri tipici della notte prima degli esami di maturità. D’altronde, sembra che la maglia della Nazionale sia l’unica cosa in grado di far tremare le gambe allo «smargiasso» del nostro calcio. La indossa, esce dallo spogliatoio, ascolta l’inno e d’un tratto, in campo, perde spavalderia, voglia di stupire e di rischiare. Soprattutto, smarrisce il feeling con la porta avversaria. E deve essere proprio questa maglia, perché chi ha seguito Mario fin dagli esordi ha negli occhi il ragazzino che, non ancora maggiorenne, «consegnò» l’ultimo scudetto italiano a Roberto Mancini con due reti pesanti come macigni, alla 32a e alla 33a giornata: a Bergamo scartò mezza Atalanta, portiere compreso, e già esultava prima ancora che la palla varcasse

Balotelli, Cassano e Di Natale se la ridono durante la rifinitura sul prato dello stadio di Poznan REUTERS

la linea di porta; sette giorni dopo, a San Siro, stese la Fiorentina, e poi si mise a sfidare con lo sguardo la curva viola, che lo aveva a lungo beccato. Ha vinto in ogni stagione, se ne è quindi andato in Inghilterra, ed è diventato un idolo: Coppa d’Inghilterra al primo anno («man of the match» in finale) e scudetto lo scorso maggio. Suona anche romantico che questo granatiere di origini ghanesi non senta la minima pressione a livello di club, mentre quasi si squagli quando deve rappresentare l’Italia. Ora serve però il salto di qualità, serve il Mario che sculacciò il Manchester United, segnò una doppietta e trascinò il suo City a un leggendario 6-1 a Old Trafford. «Oh Balotelli, he’s our striker...», che voglia di cantarla anche noi! © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla fiera dell’est SUCCEDE OGGI...

E’ SUCCESSO IERI...

C’è anche il Trap contro la Spagna

Gomez doppietta Olanda quasi out

È il gran giorno dell’Italia: per la seconda giornata del gruppo C, gli azzurri di Prandelli affrontano a Poznan la Croazia (ore 18), attuale leader del girone dopo la vittoria sull’Irlanda all’esordio. La squadra di Trapattoni, invece, sfida a Danzica la Spagna (ore 20.45) e se vuole restare ancora in corsa ha l’obbligo di non perdere contro i campioni d’Europa e del mondo in carica.

In attesa di Balotelli, un altro Mario è stato protagonista ieri: Gomez realizza una doppietta, sale a quota 3 (capocannoniere con Dzagoev), affonda l’Olanda e lancia la Germania a punteggio pieno nel gruppo B. Nell’altra partita, si risolleva il Portogallo, che batte 3 2 in volata la Danimarca dopo essersi fatto rimontare due gol. Decide Varela, delude Cristiano Ronaldo.


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PARFUM POUR HOMME


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IRLANDA

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«Mario mai visto così Cassano è tanta roba» Il c.t. non dà la formazione: «Ho un unico dubbio». E fa il misterioso sulle punte: «Balotelli concentratissimo, Di Natale dà profondità» essere all’altezza del collega. Non traete però conclusioni affrettate.

SEBASTIANO VERNAZZA POZNAN (Polonia)

La pacchia è finita. Cesare Prandelli non annuncia più la formazione a reti unificate. Bei tempi quando veniva in conferenza stampa e sgranava gli undici cognomi. Ai giornalisti non pareva vero: indagini preliminari semplificate. Anzi, azzerate. Siamo però alla fase finale dell’Europeo 2012 e contro la Croazia ci si gioca un bel pezzo di qualificazione. Ragion per cui il c.t. azzurro si è abbottonato la giacca: «Non voglio dare vantaggi agli avversari». Unica concessione: «Non ho tanti pensieri, ho un unico dubbio. Sto pensando a qualcosa. Ho riflettuto, aspetterò fino all’ultimo momento».

Indizio pro Balotelli Domanda:

«Come ha visto Mario in questi giorni?». Risposta: «Concentrato più del solito. E questa è una bella cosa». Traduzione: «Balo» in allenamento ci ha dato dentro. Poi hanno chiesto al c.t. delle sostituzioni: «Ne farò tre a ogni partita. Complimenti a Di Natale per come si è riscaldato e per come è entrato contro la Spagna». E questo, se ci pensate bene, è l’elogio dell’attaccante che conosce l’arte del subentrare a gara in corso. Come finirà? Lo scopriremo oggi alle 18. Bravo Cassano Certo del posto

è Antonio Cassano. Sarebbe strano se Prandelli lo lasciasse fuori visto che il c.t. ne ha tessuto le lodi: «Nel primo tempo contro la Spagna ha dato tutto ciò che aveva, il cento per cento di se stesso. È al 70% della condizione, ma se dà il massimo mi basta, è tanta roba lo stesso. Ha tirato in porta, ha servito la palla gol a Thiago Motta, ha dato profondità (rieccola, ’sta benedetta profondità, ndr). Se Antonio continua così, va bene».

Quale dubbio? Subito è scattato

il toto-dubbio. Alcuni hanno pensato a Giaccherini-Balzaretti, altri si sono spinti fino a Thiago Motta-Nocerino. Depistaggi. Il dubbio è un «dubbione» e riguarda l’attacco: Balotelli o Di Natale? Il giovane presunto fenomeno incalzato dal vecchio cannoniere «che fa gol su ogni mezza palla» (lo ha detto Cassano). La rumba del «question time» a Prandelli ha girato attorno a tale tema. C’è chi si è spinto

«

Ho un dubbio. Sto pensando a qualcosa ma deciderò all’ultimo

De Rossi dà valore Si è parlato

Antonio Cassano, 29 anni, parla col c.t. Cesare Prandelli, 54 ANSA

fino alla domanda diretta e il c.t. ha sorriso divertito: «Avanti il prossimo, prego». Il bello, o il brutto, è che Prandelli è riuscito a parlare bene sia dell’uno (Di Natale) sia dell’altro (Balotelli).

«

De Rossi può essere il valore aggiunto della nostra idea di gioco

Indizio pro Di Natale «Il tema è

PRANDELLI SULLA FORMAZIONE

attaccare l’area avversaria. Ci sono giocatori che hanno i tempi giusti e vivono su questa situazione. Dobbiamo esasperare la ricerca della profondità». Se a queste parole abbinate l’immaginetta di Di Natale, non sbagliate. Totò è maestro dell’andar per spazi e lo stesso c.t. pochi giorni fa aveva fatto capire che Balotelli in materia deve mangiarne di pastasciutta, per

PRANDELLI SUL ROMANISTA

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SPAGNA

Carica Prandelli DAL NOSTRO INVIATO

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anche del nuovo ruolo di De Rossi, ufficiale di collegamento tra difesa e centrocampo. Il c.t. ha insistito sul concetto espresso nel dopo-Spagna, lo vorrebbe meno difensore e più coinvolto in impostazione: «De Rossi può essere il valore aggiunto di un’idea di gioco. Dipende da come interpretiamo la partita». Più in generale: «Contro la Croazia servirà un’attenzione attimo per attimo».

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IL CT: «PARLIAMONE UN’ALTRA VOLTA»

BUFERA IN PILLOLE Lunedì Intervenendo a «La Zanzara» su Radio 24, Alessandro Cecchi Paone spiega che «nella Nazionale di Prandelli ci sono sicuramente due omosessuali, un bisessuale e tre metrosexual». Martedì Antonio Cassano viene stuzzicato sul tema. «Sono problemi loro. Sono froci, problemi loro, mi auguro che non ce ne siano in Nazionale. Se dico quello che penso succede un casino». In serata le scuse: «Mi dispiace che le dichiarazioni abbiano acceso polemiche tra le associazioni gay. L’omofobia non mi appartiene». Cecchi Paone replica: «Cassano venga a pranzo con me che gli spiego che non c’è nessun danno ad avere un gay in squadra. So chi sono perché ho avuto una relazione con uno di questa Nazionale e mi ha detto chi è l’altro. I metrosexual sono Giovinco, Montolivo e Abate». Ieri Così Cesare Prandelli: «Non ci facciamo mancare nulla... Meglio stemperare con un sorriso e parlare di calcio».

Salendo in aereo Cassano scherza con Balotelli GETTY

Polemica gay Balo e Antonio ci ridono su DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE POZNAN (Polonia)

«Non ci siamo fatti mancare niente... Meglio provare a riderci su, però parliamone un’altra volta, per favore». Il fatto è che il sorriso di Cesare Prandelli ieri era stiracchiato, al limite del sofferto. Sicuramente più di quello di Cassano, di Balotelli, di Totò Di Natale, che dalla bufera scoppiata su gay in Nazionale e dintorni non sono sembrati neppure sfiorati. O forse hanno scelto di non farsi sfiorare, accentuando disinteresse. Fatto sta che ieri mattina, al momento di salire a bordo dell’aereo per Poznan, erano lì che cazzeggiavano, fingendo palpeggiamenti e mosse allusive: goliardia sfrontata. E ieri sera, dopo l’allenamento, in mixed zone continuavano a sganasciarsi tutti e tre dalle risate. Rigoroso silenzio Ovviamente in rigoroso silen-

zio, perché quello era l’imperativo. In avanscoperta è andato Prandelli: sdrammatizzare per dribblare. L’unico modo, a 24 ore dalla sfida con la Croazia, per aprire un ombrello sulla Nazionale dopo il diluvio di parole, polemiche, dibattiti scatenato dalle rivelazioni di Cecchi Paone, dalla reazione di Cassano, dalle controrisposte del mondo gay e tutto quanto ne è seguito. Blitz della Polizia a Coverciano, informativa della Guardia di Finanza su Buffon, infortunio di Barzagli, partita cancellata per terremoto e in più varie, piccole ansie assortite: mancava solo questo casino. Il no di Pirlo E allora hanno detto tutti no, oggi

Modric, vinci qualcosa Slaven Bilic ha detto che Modric è più bravo di Pirlo. Prandelli ha replicato: «Modric è un grande, ma per stare davanti a Pirlo deve vincere qualcosa». Messaggio forte e chiaro.

non se ne parla: «Non vogliamo sembrare scortesi — ha spiegato Prandelli — anche perché siamo sempre stati disposti ad affrontare qualunque argomento. Torneremo a farlo, magari non alla vigilia di una partita». Un intervento, quello del c.t., anche per fare da sponda ad Andrea Pirlo, che accanto a lui aveva appena tentato di stoppare una domanda sull’argomento. Poi arrivata comunque: pensate che per voi giocatori sia arrivato il momento di fare coming out? «No, è solo il momento di parlare di calcio e della partita con la Croazia». Se ne riparlerà oggi o domani, semmai. Forse.

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DA TOTÒ A TOTÒ

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Schillaci: «Italia mia con Di Natale volerai»

«Senta, ho 47 anni e di calcio ne ho visto. Totò è capace di segnare anche gol impossibili. E poi si ricordi che io al Mondiale del ’90 sono riuscito a fare gol di testa in mezzo a tanti lungagnoni. Lui è uno rapido, con i suoi movimenti potrebbe metterli in difficoltà».

Il mito di Italia ’90 lancia l’udinese: «Ha fatto valanghe di gol anche impossibili. Alla prima palla segna: non può star fuori»

Come ha visto Cassano e Balotelli contro la Spagna?

CORSI E RICORSI DUE RETI PESANTISSIME SEGNATE ENTRANDO DALLA PANCHINA

«Antonio mi è piaciuto, si è mosso bene. Mario invece lo vedo un po’ triste. Lui però tecnicamente è fortissimo e sa combattere. Secondo me ha un grande futuro davanti. Ha fatto buone cose anche Giovinco. Ha avuto poco tempo per mettersi in mostra, ma ha piazzato una bella palla per Di Natale. Totò in genere quei gol li segna». Adesso tocca alla Croazia: timori?

9 giugno 1990: Italia-Austria, 30’ s.t. Schillaci, appena entrato, segna l’1-0 DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI POZNAN (Polonia)

Totò vota Totò, e a dispetto dei nomi non c’è niente da ridere. D’altronde, l’argomento è delicato. Stiamo parlando della voglia di rivivere le notti magiche in stile «Italia ’90», perciò nessuna meraviglia che l’esperto di quel mese folgorante, Salvatore Schillaci, sull’attacco esprima il suo giudizio in modo inequivocabile: «Antonio Di Natale deve giocare titolare fisso».

Italia-Spagna, 15’ s.t.: Di Natale, in campo da 4’, batte Casillas REUTERS

Schillaci, dica la verità, lei lo sponsorizza così perché ha caratteristiche simili alle sue...

«È vero che fra gli attaccanti azzurri è quello più vicino a me, ma lui segna anche più di quanto facessi io. Il discorso è diverso. Lui deve partire dal primo minuto, poi a quel punto Prandelli può scegliere se farlo affiancare da Cassano o Balotelli, tenendo conto che adesso Totò preferisce muoversi come prima punta». Certo che quando si hanno 34 anni non è facile giocare ogni quattro giorni.

«Guardi, adesso non è più co-

me ai miei tempi. La carriera dei calciatori si è allungata. Si arriva a stare in campo fino a quarant’anni. Certo, contro la Spagna tutti avranno speso molto, ma oggi si recupera in fretta. E poi lo avete visto? Alla prima palla a disposizione fa gol. Senza contare che ha carattere, esperienza, una tecnica sopraffina e nelle ultime stagioni ha segnato valanghe di reti. In Italia non si diventa capocannonieri per caso. Insomma, io lo farei giocare sempre». È sicuro che le caratteristiche dei difensori croati lo agevolino?

«Contro l’Irlanda ha fatto una buona partita e adesso ha la fortuna di poter giocare anche per il pareggio. Intendiamoci, per come è costruito il girone un punto potrebbe stare bene anche a noi, visto che loro nell’ultimo match incontrano la Spagna. Certo, se vincessimo la qualificazione sarebbe cosa fatta». E a quel punto?

«In questo momento non vedo squadre in grado di dominare l’Europeo. E non dimentichiamo che l’Italia nelle grandi manifestazioni va quasi sempre fino in fondo». Sempre che Di Natale faccia lo Schillaci del 2012...

«Lo ripeto, Totò deve partire titolare. D’altronde, secondo me chi fa gol dovrebbe essere sempre riconfermato, quindi...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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HA DETTO

S Confronto tra bomber «Di Natale segna più di quanto facessi io. Deve partire titolare e a quel punto Prandelli deve decidere se farlo affiancare da Cassano o Balotelli»

S Di Natale e i croati «Totò è capace di segnare anche gol impossibili. E poi si ricordi che io al Mondiale del ’90 sono riuscito a fare gol di testa in mezzo a tanti lungagnoni»


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Beckenbauer e Sammer «De Rossi è promosso»

CAMPIONE DEL MONDO

Da centrocampista a regista in difesa: era già successo ai 2 tedeschi «Ha interpretato il ruolo in modo intelligente, è una risorsa per l’Italia» mifinale con la Germania? Il potenziale c’è, ma il torneo è appena iniziato».

DAL NOSTRO INVIATO

PIERFRANCESCO ARCHETTI KHARKIV (Ucraina)

La scuola tedesca ha spesso proposto con successo l’adattamento di un leader del centrocampo al ruolo di regista difensivo: un tempo si diceva libero, adesso centrale, ma poco cambia. Due Palloni d’oro come Franz Beckenbauer e Matthias Sammer presero il trofeo proprio dopo aver cambiato posto anche in nazionale, compiendo lo stesso percorso che caratterizza l’Europeo di Daniele De Rossi. Tutto nacque con il Kaiser, spostato dietro dal c.t. Schoen soltanto nel 1971, mentre nel Bayern la sistemazione era quella da anni. E se quella dell’Europeo del ’72 fu la più bella Germania di sempre, la novità di un difensore così tecnico e pronto alla doppia fase fu una delle chiavi vincenti. «Ho visto De Rossi contro la Spagna. Mi è piaciuto», racconta Beckenbauer al telefono. «È un esperimento riuscito e può diventare una scelta definitiva che arricchisce l’Italia. Il romanista è riuscito a dare l’impronta alla costruzione del gioco, in possesso di palla, ed è stato svelto a mettersi in linea con

Indietro Anche Sammer partì

Daniele De Rossi, 28 anni, ferma lo spagnolo David Silva (dietro si vedono anche Chiellini e Bonucci) PHOTOVIEWS

gli altri difensori quando la Spagna attaccava. È andata molto bene». Ex attaccanti Beckenbauer era

attaccante nelle giovanili, terzino sinistro al debutto con il Bayern e mediano in nazionale. Miglior centrocampista del Mondiale ’66 (con 4 gol) e protagonista nella coppa del mondo del ’70; poi il cambio. «Un buon centrocampista, come De Rossi, è avvantaggiato per-

ché alla naturale visione del gioco aggiunge il senso di posizione. Riesce a manovrare meglio la squadra con più spazio e riesce a tenere l’ordine difensivo. Devo dire che tutta l’Italia mi è piaciuta, mi ha quasi sorpreso». Perché? «Troppe turbolenze durante la preparazione: gli infortuni, lo scandalo per le scommesse, il terremoto: non si poteva contare sugli azzurri. Invece hanno meritato contro la Spagna. Se-

da attaccante, poi virò sul centrocampo: l’Inter lo prese come numero 10 al posto di Matthäus (un altro che finì la carriera da libero), l’ex Ddr giocò al Mondiale ’94 sulla trequarti, poi Ottmar Hitzfeld nel Borussia Dortmund lo sistemò in difesa: così, nell’ultimo titolo preso dalla Germania, l’Europeo ’96, Sammer diventò fondamentale e infilò anche due reti. A fine stagione gli diedero il Pallone d’oro e ora racconta: «De Rossi ha interpretato in maniera intelligente la posizione, è stato d’aiuto ai compagni in parecchie situazioni rischiose. Il suo pregio? La tranquillità data anche nella partenza dell’azione, prendendo l’iniziativa. Uno del suo calibro riesce a leggere la partita e ha un buon anticipo, dote fondamentale. Da ex centrocampista, capisce meglio quando arriva l’attimo per lanciare le punte. Il centrale moderno deve essere più offensivo, come lo ero io. De Rossi ha giocato bene, il suo ruolo ha dato freschezza e qualità al gioco dell’Italia. Una bella sorpresa».

Daniele De Rossi è nato a Roma il 24 luglio 1983

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Franz e Matthias, il cambio di ruolo li condusse fino al Pallone d’oro

BANDIERA Dopo gli esordi giovanili nell’Ostia Mare, ha sempre giocato con la Roma, diventandone una bandiera. Con i giallorossi ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana

S AZZURRO Ha esordito in Nazionale nel 2004 e due anni dopo ha vinto il Mondiale in Germania

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Franz Beckenbauer Premiato nel 1972 e 1976 Franz Beckenbauer, 66 anni, con la Germania ha vinto Euro ’72 e Mondiale ’74. Pallone d’oro 1972 e ’76 ARCHIVIO

Matthias Sammer La vittoria nel 1996 Matthias Sammer, ora 44 anni, con il Borussia Dortmund nel 1995. L’anno dopo vinse il Pallone d’oro RICHIARDI

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Per Missoni è un derby «Loro fanno paura ma mi fido di Prandelli»

segnava nessuno. Alla fine la mamma decise di mandarmi a Trieste, a casa di amici, nella speranza che almeno lì studiassi. Invece a scuola non sapevano neanche che faccia avessi, ma a ballare ero bravo. Però su una cosa la mamma ebbe ragione. Era certa che, prima o poi, ce l’avrei fatta grazie alla buona volontà: "El mio Ottavio xe più bravo de tutti in tutto... basta se lu vol". E ce l’ho fatta. Non a scuola, ma nell’atletica». Intanto era nata la Jugoslavia.

Lo stilista è cresciuto in Dalmazia ed è stato atleta azzurro «Cesare è uomo di buonsenso e non vedo grandi squadre» MARCO PASTONESI MILANO

Ottavio Missoni, Italia-Croazia è un derby?

«Quasi. Io sono nato a Dubrovnik e cresciuto a Zadar, ma allora si chiamavano Ragusa e Zara. Non erano Croazia, ma Italia, anzi, precisamente Dalmazia. E la Dalmazia non è Danubio né Balcani, ma Mediterraneo. A Ragusa abitavamo in una villetta vicino a un bosco e al mare. Mio padre Vittorio veniva da lì, era un "uomo de mar", comandante di lungo corso, che già dagli Anni 20 era in giro a navigare per il mondo. Mia madre Ina veniva da Sebenico, era una donna di casa, comandava anche lei, profumava di dolcezza, trasmetteva tranquillità, perché sosteneva che ai suoi figli non poteva succedere niente. Il trasferimento a Zara arrivò quando avevo sei anni».

«Dopo la Prima guerra mondiale Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia, Voivodina, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina si unirono in un solo regno, e da lì nel 1929 fu fondata la Jugoslavia. Ma noi ci sentivamo, e ci siamo sempre sentiti, profondamente italiani. E com’ero italiano quando indossai la maglia azzurra. Nel 1937, a Parigi contro la Francia. Nel 1939, a Vienna, oro alle Universiadi nei 400 metri. E nel 1948 a Londra, all’Olimpiade, sesto nei 400 ostacoli. Ma parliamo di calcio». Italia-Spagna e Croazia-Irlanda?

«A noi è andata bene: un pari sudato. Ma non siamo un granché. Invece la Croazia ha giocato bene, è sempre stata una squadra dignitosa e pericolosa, capace di improvvise impennate. Però io mi fido del c.t. Prandelli: mi sembra un uomo concreto, semplice, di buon senso. Lo stimo. Balotelli e Cassano? Di Natale e Giovinco? Prandelli li vede mattina e sera, in campo e fuori, e la formazione che deciderà lui sarà quella giusta».

la scheda OTTAVIO MISSONI 91 ANNI 8 TITOLI ITALIANI NEI 400 e 400 HS

È nato l’11 febbraio 1921 a Ragusa, l’attuale Dubrovnik (Croazia), nell’allora Regno di Jugoslavia. Il papà Vittorio era di origine giuliana, mentre la mamma Teresa era dalmata, originaria di Sebenico.

ATLETA Ha indossato 23 volte la maglia azzurra, dai 16 ai 32 anni, conquistando 8 titoli nazionali nei 400 piani (pb 47"8) e nei 400 ostacoli (pb 53"1). Nel 1939 oro alle Universiadi. All’Olimpiade di Londra ’48 si è piazzato sesto nei 400 ostacoli. Ha continuato a gareggiare con i Master.

SOLDATO Missoni ha preso parte alla battaglia di El Alamein del 27 ottobre 1942. Fatto prigioniero dagli Alleati, ha passato 4 anni in un campo di prigionia in Egitto.

STILISTA Dopo la guerra, Missoni ha aperto a Trieste un laboratorio di maglieria con l’amico Giorgio Oberweger. Poi con la moglie Rosita Jelmini ha spostato la produzione a Sumirago, in provincia di Varese. Il successo è arrivato negli Anni 60 e continua con le boutique Missoni in tutto il mondo.

Aria di derby?

«No. Semmai antiche storie di confine».

Un trauma?

«Macché. Zara era la città più bella del mondo. L’avevamo trasformata in un immenso parco-giochi. Ogni giorno organizzavamo un’Olimpiade. Il mare per gli sport d’acqua, prati, panchine e ponti per tutte le altre discipline. E poi si faceva il Giro di Zara, due chilometri di corsa a piedi per la città. Non si faceva in tempo ad accusare qualcuno di aver tagliato la strada o preso una scorciatoia, che si allestiva immediatamente la rivincita. A rotazione, c’erano quelli che facevano i corridori, o i commissari della giuria, o gli spettatori. Ci davamo perfino i premi. La corsa è un gesto naturale. E la corsa era guardie e ladri. Quando la corsa divenne atletica, ci dicevano di correre come un ladro che scappa davanti a una guardia. Ci riusciva benissimo».

Le altre?

Ottavio Missoni. 91 anni BOZZANI

lingua strana, ma affascinante. Ma il nostro era un croato imbastardito dal mare e dalla cultura veneziana di Zara. Adesso lo parlo ancora, qualche volta, con il mio amico giornalista e scrittore Enzo Bettiza, che però è di Spalato».

È NATO A RAGUSA, L’ATTUALE DUBROVNIK

«Per fortuna, o forse per sfortuna, non vedo grandi squadre. La Spagna campione d’Europa e del Mondo ha pareggiato con noi, un risultato striminzito. Francia e Inghilterra mi sono sembrate mediocri. Perfino l’Olanda, che mi ha sempre colpito per il suo gioco collettivo, mi è parsa impoverita. Finora l’unica a impressionarmi è stata la Russia». Perciò?

E a scuola?

In casa?

«Si parlava italiano, ma la mamma si raccomandava che non dimenticassimo il croato. D’estate andavamo a Sebenico, dal nonno materno, e lì imparavamo questa

GDS

«Frequentavo poco o niente. Godevo della complicità di mia mamma. Diceva che la troppa educazione è diseducativa. Più andavo avanti, come classi, più andavo indietro, come rendimento. Finché, dal ginnasio in poi, la scuola divenne un calvario. Sempre ripetente. Anche agli esami. Non fui mai bocciato, ma solo perché non mi presentavo mai. L’unica materia in cui me la cavavo era il disegno. Ma la spiegazione c’è: mi era facile perché non me lo in-

«Come rispondeva il mio amico Nereo Rocco, a chi si augurava che vincesse il migliore: "Speremo de no". Altrimenti addio Italia». Dove vedrà la partita?

«A casa, con la Rosita, che è mia moglie, e con i miei amici, che io chiamo gli abbonati, perché s’impadroniscono del divano e dei bicchieri come se abitassero lì, e poi pontificano come se ne sapessero più di Pelè e Crujiff». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA TIFOSA LA MORIC, EX DI CORONA: «AMMIRO GIGI, MARIO NON MI PIACE. E VI DICO PERCHE’ VINCIAMO NOI»

Gazzetta.it

Nina: la mia Croazia, Buffon e Balotelli

Gazza

DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO VELLUZZI POZNAN (Polonia)

Nina non ha paura di azzardare un pronostico: «Vince la Croazia. E raramente mi sbaglio. Mi dispiace per voi, perché vivo a Milano, ma batteremo l’Italia». Nina Moric, 35, è nata a Zagabria. Papà matematico, mamma economista, che ora vive con lei, due sorelle. «Ma Zagabria la sento ancora mia, mi sento fortemente legata al mio popolo». Era così bella da ragazzina che a 20 anni lasciò il suo paese per andare a fare la modella. Il concorso «Look of the year» le aprì la strada, poi 5 anni dopo arrivò l’Italia, Panariello, il lancio

con «Torno sabato», il matrimonio con Fabrizio Corona, finito male, la nascita di Carlos. «Che ora, a 10 anni, è tifoso dell’Inter come il papà e come me. Anche se il mio attuale fidanzato, Pasquale, è milanista». Oggi guarderanno in tv Italia-Croazia. «Non la posso perdere. Voi avete grandi individualità e campioni. Ammiro in particolare Buffon. Ma vinceremo perché siamo un gruppo vero. Visto che carattere con l’Irlanda? La nostra nazionale non ha super stelle, ma ha armonia e gioco di squadra ed è molto unita. I giocatori si danno una mano a vicenda. I croati giocano più per loro stessi, per il paese che per dimostrare che sono i migliori.

Siamo pochi, ma forti dentro. E diamo sempre il meglio in ogni cosa che facciamo». Amici Nina non si cura delle discussioni sugli azzurri gay: «Vivi e lascia vivere. E basta distinzioni». Non cade nel gossip, dice di non esser mai stata con un calciatore. «Pur facendone parte, non frequento l’ambiente sport-spettacolo. Non ho mai incontrato i giocatori croati, ma ho conosciuto Boban e Ivanisevic». Nina ride quando le parliamo di Mario Balotelli, incallito latin lover. Se si procurasse il suo numero e le facesse una corta spietata? «Non scherziamo, io non ho 20 anni. E non mi piace». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tvf

TUTTO SULL’EUROPEO: ALLENAMENTI, INTERVISTE E GOL IN 3D Grande copertura dell’Europeo su Gazzetta.it: dal nostro inviato i video con le interviste, le conferenze stampa e gli allenamenti degli azzurri. E inoltre potete gustarvi tutti i gol della manifestazione ricostruiti con una speciale grafica in 3D.

IL DEBUTTO DI RONALDINHO CON L’ATLETICO MINEIRO

Ronaldinho, 32 anni REUTERS Nina Moric, 35 anni LAPRESSE

Sul nostro sito tutti i gol e le immagini più belle del calcio sudamericano, con gli highlights delle partite più importanti dei campionati argentino e brasiliano. In particolare, occhi puntati sul debutto di Ronaldinho con la maglia dell’Atletico Mineiro.


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4 Pirlo, la Croazia non è tabù

SCONTRI DIRETTI

S L’unico successo italiano con la Croazia risale al 5 aprile 1942, primo confronto, un’amichevole giocata a Genova e finita 4-0 per gli azzurri

S Finita l’era della Jugoslavia, i croati ritrovano l’Italia il 16/11/94 a Palermo, eliminatorie europee, e vincono 2-1. Ritorno a Spalato (8/10/95): 1-1

S Segue un’amichevole nel 1999, a Zagabria (0-0), e poi l’incrocio al Mondiale 2002 (8 giugno), in Giappone: 2-1 dei croati. Infine l’amichevole del 16/8/2006 a Livorno: altro k.o. 0-2

«Sono sicuro: avanti noi»

L’AZZURRO PIÙ SEXY

Thiago Motta ha fiducia: «Ci siamo preparati bene, lo dimostreremo» Buffon concentrato, per De Rossi l’ottimo precedente con l’Under DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE POZNAN (Polonia)

Aspettiamo da settant’anni, e Gigi Buffon aspetta da dieci. Perché questa è la nostra Croazia: una specie di tapis roulant in salita. Comodo a inizio corsa (un 4-0 a Genova nel 1942) e poi scivolosissimo. Le ultime cinque volte lì sopra è andata così: siamo caduti tre volte e due volte siamo rimasti a metà strada, in molto precario equilibrio. E quando contava, abbiamo perso due volte su tre: oggi pomeriggio conta, altro che. Per questo Buffon, che è l’unico dei nostri ad averla affrontata due volte, nel 1999 e nel 2002, ieri si è chiuso in un insolito (per lui, che prima delle partite raramente sta muto) silenzio. «Parlo domani», ha detto solo. Cioé stasera. E sperando di raccontare un’altra storia, finalmente. La fiducia di Thiago Motta Con

la Juve una volta gli andò bene contro la Dinamo Zagabria, ma la Croazia che gli è rimasta addosso davvero, dopo il grigio pareggio azzurro di tre anni prima, è quella del Mondia-

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le in Giappone, Ibaraki, 8 giugno 2002: oggi Buffon rivedrà solo due facce di gente che c’era anche quel giorno, quelle di Pletikosa e Simunic; ma sarà difficile non pensare almeno per un attimo a quel cocktail di rimpianti, per un arbitraggio disastroso, ma anche rimorsi, per un evidente passo indietro rispetto alla prima gara. Quello da evitare stasera, «perché ci si gioca tantissimo — ha detto Thiago Motta — e chi vince questa fa un gran passo avanti: l’abbiamo preparata bene, ora è il momento di dimostrarlo». Ma Andrea Pirlo non ha dubbi a riguardo: «Ho sensazioni molto positive, ancora di più dopo aver affrontato la Spagna: andremo avanti di sicuro». De Rossi sa come si fa Alla faccia del tabù Croazia, insomma. Contro il quale Buffon evitò perlomeno di andare a sbattere anche una terza volta, l’ultima per noi: il 16 agosto 2006, a Livorno, amichevole persa 2-0, prima in panchina per Roberto Donadoni e anche per il c.t. croato Bilic. Dei 23 di questo Europeo c’erano solo Chiellini, titolare, e Di Natale, che entrò a cinque minuti dalla fine: nessuno dei due ieri si

Appunti di viaggio

2

C’è Super Mario davanti a tutti POZNAN Con il 24% Mario Balotelli è stato eletto il più sexy degli azzurri all’Europeo dal sito Gledden.com il sito di incontri extraconiugali. Le donne sposate che lo hanno votato lo hanno preferito a Marchisio (secondo col 17%) e Giovinco (terzo col 14%). Poi Maggio (il più grande ai primi sei posti), Bonucci e De Rossi. Settimo Totò Di Natale. Insomma, piacciono i giovani.

TURNOVER ROSA

Via la Montolivo ecco altre mogli 3

Tre azzurri di lungo corso 1 Daniele De Rossi, 28 anni BOZZANI 2 Andrea Pirlo, 33 anni IMAGO 3 Thiago

Motta, 29 anni PEGASO

è fermato a ricordare, quasi che l’evitare parole potesse essere il colpo di spugna migliore, aspettando di dare il definitivo stasera. In fondo quella era una Nazionale sperimentale, dunque senza i freschi campioni del mondo di Berlino. E dunque Daniele De Rossi non si rovinò il buon ricordo che

ha di una sfida con la Croazia: Europeo under 21 del 2004 in Germania, 1-0 nella terza gara decisiva, suo il gol vittoria. Fu il momento chiave per andare poi a vincere quel titolo: almeno lui sì che ha una Croazia da ricordare. E non come un incubo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

POZNAN (fr.vell.) Turnover anche tra le compagne azzurre. Dopo la partita con la Spagna sono rientrate in Italia la Montolivo, la Marchisio e la Maggio, ma ieri sono arrivate Carolina, livornese compagna di Chiellini e Dania moglie di Giaccherini che ha lasciato in Italia la bimba di 4 mesi. Prima della partenza per Poznan curioso siparietto tra Cassano e la moglie: Antonio è uscito dall’aereo, ha rifatto le scalette, ha dato un bacio a Carolina e si è preso in braccio il figlio Christopher portandolo vicino a lui. Non sarà in tribuna neppure oggi Ilenia Di Natale. Che guarderà la partita a Forte dei Marmi, come contro la Spagna. Questione di scaramanzia. Totò cura i particolari e l’ha fatta desistere.

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Arrivano gli ultrà Polizia in allarme DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI POZNAN

Stavolta niente abbracci fra tifosi prima e dopo la partita, come è successo con la Spagna: stavolta è allarme rosso. I sostenitori croati, in maggioranza rispetto ai nostri (10 mila contro 3 mila), porranno due seri problemi: i circa 200 ultrà nazionalisti e l’arrivo di mille persone senza biglietto. Daspati C’è grande apprensione tra le forze dell’ordine, con 250 poliziotti (in genere sono 150) ad affiancare 850 steward: molti ultrà croati sono afflitti dall’equivalente del nostro Daspo, ma la legislazione del loro Paese, a differenza della nostra, non impedisce la vendita dei biglietti per le partite della Nazionale all’estero.

L’identikit li descrive fra i 30 e i 40 anni, provenienti soprattutto da Zagabria, aggressivi, amanti dell’alcol, in cattivi rapporti coi polacchi. Le ruggini storiche con l’Italia poi non mancano. Dalla Croazia anche una task force di 16 poliziotti, che collabora costantemente con gli esperti italiani. Consigli dal Viminale Gli uomini del Viminale, coordinati da Roberto Massucci (security officer della Nazionale e dirigente del Centro sulle manifestazioni sportive del Viminale), lanciano un appello: «Seguite i percorsi prestabiliti, evitate gli assembramenti». Per fortuna, i cosiddetti «Ultrà Italia» non saranno più di una quarantina (identificati), ma occhio ai borseggiatori. Ne sono in azione parecchi. Persino messicani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taccuino FUNZIONARIA CROATA

DOPO IL TRAPIANTO

Foto a seno nudo Sarà sanzionata

Per Svezia-Francia invitato Abidal

Una giovane signora fotogra fata in curva nel corso di Irlan da Croazia, a seno nudo. Ma Jele na Miksa, immortalata così assie me alla cugina Viktorija, è funziona rio statale, al Ministero della Cultu ra croato. Ora rischia sanzioni. «Ma non mi pento», fa sapere. Spie ga un tifoso irlandese: «Abbiamo in tonato un coro chiedendo a quelle ragazze di mostrare il seno. Non credevamo di finire sul web».

Il presidente della federazio ne francese, Noel Le Graet, ha invi tato Eric Abidal ad assistere alla partita tra Francia e Svezia, in pro gramma martedì 19 a Kiev. Il difen sore del Barcellona è in convale scenza dopo il trapianto di fegato. «Ha espresso il desiderio di fare un viaggio, aspetta solo l’autorizzazio ne dai medici», ha spiegato Le Gra et annunciando l’iniziativa pensata per l’ex nazionale francese.


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La Croazia di Suker «Una piccola terra con grande talento» L’ex campione del Real sarà presidente federale E ha già scelto il successore di Bilic: Stimac la scheda DAVOR SUKER 44 ANNI EX ATTACCANTE

«

1999 Lascia la Spagna per trasferirsi in Inghilterra, all’Arsenal. Solo una stagione, prima di passare al West Ham e chiudere in Bundesliga disputando due campionati con il Monaco 1860

Da giocatore era super: centravantone, movimento, gol, un cobra. Da qui, l’appellativo di Sukerman, anche quando col Real Madrid vinse (pur giocando poco, ma 4 gol) la Champions contro la Juve di Lippi. Oggi è un ex ragazzo che dal 5 luglio prossimo si siederà sulla poltrona più alta della Croazia calcistica e che al posto dell’attuale c.t. Bilic (promesso alla Lokomotiv Mosca) insedierà Igor Stimac. «Diventerò presidente federale al posto di Markovic - ammette Davor Suker, classe ’68 -: conto

«Abbiamo una statistica buona contro l’Italia, e questo non ci dispiace affatto (la Croazia non ha mai perso contro gli azzurri da quando è diventata Stato indipendente, ndr). Siamo un Paese piccolo ma con grande talento: allora c’erano Prosinecki, Boban e altri, quindi da sempre la nostra terra fa nascere giocatori di grande qualità. Piccola terra (ripete a mo’ di ipnosi, ndr) grande talento».

«Perisic è un giovane interessante, ma è chiaro che la nostra stella è Luka Modric. Bilic? Sta lavorando bene, è uno studioso di calcio e sono con-

1998 Gioca nel Real Madrid. È all’apice della carriera. Vince la Champions (Juve battuta in finale) e segna 4 reti in Europa. È secondo nella graduatoria del Pallone d’oro

MATTEO DALLA VITE WROCLAW (Polonia)

Lei rifilò una doppietta all’Italia di Sacchi il 16 novembre ’94, a Palermo: quella partita è stata definita da Bilic la prima, vera dimostrazione di forza della Croazia.

A quel tempo Prosinecki, Boban, Suker e altri grandissimi. Oggi Modric, Mandzukic, Jelavic e soprattutto ci sembra bravo Perisic.

Il miglior croato di sempre. Suker detiene il record dei gol realizzati con la maglia della nazionale: 45. Ed è stato protagonista a Francia ’98, quando la Croazia conquistò il 3˚ posto al Mondiale e lui fu capocannoniere (6 gol)

DAL NOSTRO INVIATO

non solo sarebbe importante per il nostro Paese ma ci porterebbe a raggiungere ciò che vogliamo, il passaggio del turno, magari anche da primi del girone».

« Suker sta per essere eletto nuovo presidente federale. Nella foto a lato, quando faceva gol per la Croazia ANSA

di poter dare l’impulso giusto per un calcio croato sempre più forte. Quindi, proprio perché sarei di parte, non posso sbilanciarmi troppo... », sorride con la mascella ancora tesa come un bomber. Giacca, cravatta, qui all’Euro Suker fa il Giurato che sceglie e (nel post-gara) premia il miglior giocatore di una certa partita. «Il vostro è Pirlo, il nostro Modric», dice versando idealmente l’aperitivo di Italia-Croazia. Davor preferisce parlare spagnolo: «Es una final» dice. Si parte da qui. Suker, metta la sua cornice su questa grande sfida: chi deve aver più paura di chi?

«E’ una partita molto complicata. Diciamo che si tratta di una finale per l’una e per l’altra squadra: l’Italia deve cercare di fare punti, noi con i tre punti saremmo ai quarti, e credo che ce la possiamo fare a vincere». L’Italia s’è comportata bene contro la Spagna, la Croazia alla grande contro l’Irlanda.

«L’Italia è una squadra con forza e talento: un equipo peligroso, pericoloso, ed effettivamente contro i campioni del mondo ha fatto davvero una buona gara. E’ una di quelle squadre che nelle grandi competizioni può sempre arrivare a vincere. Noi? Siamo in un buon momento, ma vincere

Prima c’erano Prosinecki e Boban, adesso la stella Modric e il giovane Perisic

4

I NUMERI

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i gol segnati da Davor Suker nelle due sfide di qualificazione a Euro ’96 contro gli azzurri.

95

le presenze del 34enne Josip Simunic, difensore, il più anziano dei suoi. Seguono Pletikosa e Srna con 92 presenze a testa

3

le vittorie ottenute dai croati a Euro 2008, tre successi utili per conquistare i quarti di finale in SvizzeraAustria: miglior piazzamento, come nel 1996 in Inghilterra

Tutto il gioco azzurro passa da Pirlo: bisogna bloccare lui per fermare l’Italia

vinto che saprà trovare le mosse giuste». La prima mossa che lei farebbe?

«La chiave di tutta la partita sarà il centrocampo: è in quel settore che si deciderà il vincitore. Credo sia fondamentale tappare le fonti di gioco degli azzurri». Conseguenza facile: bisogna mettere il bavaglio a Pirlo.

«Passa tutto da lui: l’importante è che l’Italia non giochi, quindi va fermato». Chi vince l’Euro?

«Voto Spagna. Ma non è male nemmeno la Germania». © RIPRODUZIONE RISERVATA

UN C.T. PARTICOLARE I MISTERI DELLA FEDE DI UN TECNICO CHE SI TIENE IN TASCA LE IMMAGINETTE E SI AFFIDA AL PADRE PIO CROATO

Bilic tra Wojtyla, il santone e Modric «Il mio playmaker è meglio di Pirlo» DAL NOSTRO INVIATO

SEBASTIANO VERNAZZA POZNAN

Slaven Bilic, c.t. della Croazia, è un tipo particolare. Ha lo sguardo luccicante di Jack Nicholson in «Shining». Suona rock duro in una banda. Tiene in tasca un santino di Papa Wojtyla, porta una catenina acquistata a Lourdes ed è devoto a un santone croato, Zlatko Sudac, che si è fatto incidere la croce di Cristo sulla fronte. Come faccia a conciliare tutte queste cose è un mistero della fede. C’è chi ha annunciato la presenza del «Padre Pio di Croazia» stasera in tribuna a Poznan, ma da Zagabria e dintorni non arrivano conferme. Anzi, fioccano smentite. Non ce la sentiamo

Il c.t. Slaven Bilic, 43 anni, in allenamento con Mario Mandzukic, 26 AFP

però di escludere che Sudac si presenti per una benedizione dell’ultima ora, si parla pur sempre di un prete con la stimmate: sembra che le piaghe gli vengano quando dipinge. Modric numero uno Bilic è abile a

«Balotelli è di livello mondiale ma è come se fosse dentro a un cerchio»

dribblare le domande scomode, «next question, please» (prossima domanda per favore) è una frase che gli piace molto, ma alla vigilia di Italia-Croazia il c.t. dei «croatoni» non si è sottratto al quesito del giorno: chi è più forte tra Pirlo e Modric? «Due grandi playmaker. Sono i perni delle rispettive squadre, i compagni vanno dietro a loro. Modric però è il migliore». Dichiarazione in linea con le puntate precedenti. Anni fa disse che soltanto Kakà era superiore al regista del Tottenham. Ha capito che l’Italia è cambiata - niente più catenaccio: «Il centrocampo azzurro è di assoluta qualità» - e chiederà ai suoi di adeguarsi: «Non sarà facile attaccare. Dovremo essere pazienti, aspettare l’occasio-

ne giusta. Voglio una squadra solida e compatta». Probabile che ci si trovi di fronte a una Croazia all’italiana, chiusa con serratura a doppia mandata, pronta a ripartire, e di spirito guerresco: «I miei li voglio aggressivi su ogni pallone». Balotelli gli ispira un’immagine poetica e misteriosa: «Attaccante di livello mondiale, ma è come se fosse dentro un cerchio». Cioè? «Genio e sregolatezza, cosa tipica di tanti campioni». Formazione In attesa di scoprire

se la Croazia potrà contare o meno sui poteri ultraterreni di Sudac, vi diciamo che Bilic non è contento della difesa. In linea di massima contro l’Italia giocheranno gli undici che hanno battuto l’Irlanda. Non si escludono però novità davanti a Pletikosa, tipo Simunic al posto di Schildenfeld o altri rimescolamenti, però sono congetture. Bilic fa le cose con calma: «Io la formazione la decido un’ora prima dell’inizio». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Zupping DI VINCENZO CITO

Lui non voleva portare jella... Gianni Bezzi «Nel Portogallo Bento è subentrato a Queiroz che aveva fallito la qualificazione al Mondiale 2010». Così il Portogallo al Mondiale 2010: 0-0 con Costa d’Avorio e Brasile, 7-0 sulla Corea del Sud. Negli ottavi: Spagna-Portogallo 1-0. Con Queiroz in panchina. Vincenzo D’Amico «Erano due situazioni nelle quali Ronaldo poteva chiudere la partita. Non l’ha fatto e in questi casi si rischia sempre, non vorrei portare jella». Gianni Bezzi «Jacobsen a Bendtner, ed è gol!» A Talla, paese di Giaccherini, Saverio Montingelli fra un collegamento e l’altro fa due volte la stessa domanda all’assessore Porcellotti. Poi capiamo perché «Qui si beve, si beve, si beve il vino più che la birra! E’ il paese dove il vino è davvero eccezionale!» Fulvio Collovati in Germania-Olanda: «Hummels, miglior difensore dell’Europeo fino a questo momento». Tre minuti dopo, Stefano Bizzotto: «Gol di Van Persie e qui ha pagato dazio Hummels! Ha macchiato la sua grande prestazione con una ingenuità nell’azione del gol!» Rep. Ceca-Grecia, esce Baros, entra Pekhart. Marco Lollobrigida «E ora Bilek si sta giocando una carta interessante, David Lafata, 25 gol nello Jablonec, dopo i 20 segnati due anni fa». Sul video scorre la scritta Pekhart. «Col petto Lafata lavora un buon pallone». Un minuto dopo «Lotta Lafata», lotta anche la regia per ristabilire la verità e dopo 2 minuti mostra il nuovo entrato in primo piano, con tanto di numero di maglia. Seguono trenta secondi di gelido silenzio. «Ed è Pekhart l’attaccante inquadrato ora! Sulla distinta avevo scritto Lafata...». E’ stato l’unico a credere a Lafata.

VECCHIA GUARDIA

Dieci i croati presenti anche a Euro 2008 POZNAN (fr.vell.) Sono otto gli azzurri presenti in Polonia che hanno partecipato anche a Euro 2008. Buffon, Cassano e Pirlo, in campo anche a Euro 2004, Chiellini, Barzagli, De Rossi, Di Natale e De Sanctis. Dieci, invece i superstiti croati di Euro 2008: Pletikosa, Corluka, Pranjic, Kranijcar, Modric, Rakitic, Vukojevic, e Kalinic. Simunic e Srna sono al terzo europeo. Tra gli azzurri ci sono sette juventini che hanno vinto lo scudetto e Balotelli, campione col City. Tra i croati, oltre ai 5 della Dinamo Zagabria, Kelava, Vida, Simunic, Badelj e Vrsaljko, hanno vinto il titolo Perisic col Borussia Dortmund, Srna ed Eduardo con lo Shakhtar Donetsk in Ucraina. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012


GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

EURO 2012 GRUPPO C

CROAZIA

IRLANDA

ITALIA

DICE DEL BOSQUE

S

di LUCA CALAMAI

Giuan rischia di rimanere inTrappolato Aveva immaginato un’altra trama per il film da girare all’Euro. Dietro il «never say never», cavallo di battaglia, c’era la consapevolezza che sarebbe servito un miracolo per superare la fase a gironi. Ma il Trap non avrebbe mai pensato di rischiare di finire fuori già dopo la sfida con la Spagna. Non sono giorni facili per Giuan, ancora adorato dai tifosi, ma punzecchiato dalla stampa di Dublino. Lo accusano di aver puntato su un Given malconcio, di non avere il coraggio di lanciare il giovane McClean e di aver presentato una nazionale bruciata dalla tensione. E il peggio potrebbe ancora venire. In caso di k.o. con la Spagna, Giuan potrebbe finire «inTrappolato». L’Irlanda già eliminata con quale spirito affronterebbe gli azzurri? Qualsiasi risultato potrebbe costare caro al Trap. Immaginatevi la dietrologia di chi lo descriverebbe come il killer degli azzurri o come amico del suo ex allievo Prandelli. Ma come strappare almeno un punto a Iniesta e soci? Giuan ci sta pensando da giorni. Alla fine ha scelto di non snaturare un lavoro che dura da 4 anni. Keane e gli altri non avrebbero capito il perché di una rivoluzione nel segno della paura. L’Irlanda cercherà di imitare gli azzurri: squadra cortissima, pressing alto, protezione dei due difensori centrali che dovranno fronteggiare i gioielli di Del Bosque. Poi, servirà anche quel pizzico di fortuna che è mancato all’esordio. Eppure il Trap l’acqua benedetta l’aveva. Come sempre. «Never say never» ripete ancora più deciso Giuan. O, solo: proviamoci. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GRUPPO D

Llorente o Torres La battaglia dei 9 è tra i Fernando Del Bosque dopo le critiche pronto a mettere un centravanti vero: più il basco che il Niño tuale. Se usi i bassotti manca l’altezza. Se metti quelli alti sembra che disprezzi quanto fatto finora con i bassi». Come dire, qualsiasi mossa viene criticata. Aggiungiamo noi: se non si vince. Ieri Fabregas e Xabi Alonso, come già aveva fatto Del Bosque, hanno puntato i fari sul valore dell’Italia, «una delle favorite al titolo». Anche Vicente è tornato sulla partita di domenica: «Ho schierato Cesc perché volevo frenare l’uscita con la palla di De Rossi e Pirlo. Pensavo che il suo movimento ci potesse aiutare in quel senso. Non so quanto ci siamo riusciti, il gol è nato proprio da un’incursione di Pirlo, ma quella era l’idea». Fernando Llorente, 27 anni, e il suo c.t. Vicente Del Bosque, 61 AFP DAL NOSTRO INVIATO

FILIPPO MARIA RICCI Twitter @filippomricci DANZICA (Polonia)

Trapattoni è sicuro: «Gioca un centravanti vero, Torres, Llorente o Negredo». Del Bosque gli dà credito, «è un uomo di esperienza, di calcio ne sa», ma di fronte al ripetuto domandone fa un catenaccio che nemmeno il Trap dei bei tempi. Perché l’ambiente è ottimo, ma quello di Vicente è pur sempre difensivismo a oltranza: «Non do mai la formazione, nemmeno eventuali cambi rispetto alla partita precedente, non vedo perché dovrei cambiare le mie abitudini». Però Vicente ha le idee chiare: «Sì, formazione decisa». L’aveva detto anFRANCIA

INGHILTERRA

che prima dell’Italia, quando ha sorpreso tutti schierando il falso nueve, impersonificato da Fabregas. Decisione che in Spagna ha scatenato un acceso dibattito, acuito dalla ricerca storica: le due volte che Del Bosque aveva provato col falso 9 (sempre Silva) con Scozia e Venezuela, Villa era comunque in campo. In posizione defilata ma c’era. Con l’Italia no. Del Bosque ha risposto a critiche e dubbi con la consueta bonarietà: «È un dibattito calcistico, ed è giusto e normale che ci sia. È qualche anno che sono nel giro, so come funzionano queste manifestazioni e ciò che le circonda». Saggezza Alla tv Cuatro l’altro

ieri aveva detto: «Se giochi con le ali ti allontani dallo stile abiSVEZIA

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SPAGNA

A

l’Analisi

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Indicazioni Il Trap non ha né Pirlo né De Rossi, e per quanto il gentile spagnolo cerchi di trovare meriti e valore alla scanzonata e un po’ raffazzonata banda irlandese l’idea è che il lavoro svolto da Cesc con l’Italia stasera non sia granché utile. Ecco perché ha preso corpo l’idea Llorente, bistecca potente che potrebbe arrivare accompagnata dall’osso Jesus Navas, uomo adibito ai cross. Del Bosque ha detto altre due cose: che stanno lavorando per far spingere di più i terzini, dando quindi più credito all’idea della presenza del centravanti classico, e che sono preoccupati dal potenziale aereo irlandese sui calci piazzati. Di nuovo, Llorente è l’uomo giusto anche per difendere. Che poi sia così, lo vedremo stasera.

Su Cesc Fabregas «Con l’Italia l’ho schierato perché volevo frenare l’uscita con la palla di De Rossi e Pirlo. Pensavo che il suo movimento ci potesse aiutare in quel senso. Non so quanto ci siamo riusciti, il gol azzurro è nato proprio da un’incursione di Pirlo, però quella era l’idea»

Sotto, la divisa ufficiale spagnola della casa italiana Brooksfield

IL C.T. IRLANDESE POSSIBILI DUE CAMBI

Orgoglio Trap «Spero che non piova...» «Loro si esaltano sul bagnato. Niente miracoli ma si può vincere: non siamo morti» DAL NOSTRO INVIATO

DANZICA (Polonia)

Non bastavano Iniesta, Xavi e magari Torres. «Che, vedrete, alla fine sarà tra gli 11 titolari. Del Bosque stavolta schiererà una punta vera». Il Trap ha scoperto di avere contro anche le previsioni del tempo. «Per l’ora della partita è prevista pioggia (pur se debole, ndr), proprio ciò che volevano gli spagnoli. La loro tecnica si esalta sul bagnato. Speriamo che i meteorologi non l’abbiano azzeccata. Capiterà anche a loro di sbagliare. Comunque anche in Irlanda piove spesso, l’unico che potrebbe avere problemi è Keane che gioca a Las Vegas...». Il solito gradevole misto frutta. Tra sorrisi e inesattezze. Robbie, infatti, gioca a Los Angeles. Ma poco importa. Importa, invece, e molto il risultato. L’Irlanda rischia di uscire subito dall’Europeo. «I bookmaker ci danno 11 a 1? Per noi è vietato scommettere ma non siamo morti. Possiamo vincere. È difficile ma ci proveremo, giocando con coraggio e cuore. Non abbiamo niente da perdere? Se la traduzione di questa domanda è che vi aspettate una squadra che andrà tutta all’attacco siete fuori strada. Non voglio partire 5-0 per gli avversari, ho ben chiaro in testa contro chi giochiamo: contro i campioni del mondo». No rivoluzioni Cambierà qualcosa dal punto di vista tattico passando dal 4-4-2 a un più prudente 4-5-1 o 4-1-4-1. «Niente rivoluzioni, al massimo cambierò 1-2 giocatori». Giuan ha trascorso la vigilia vedendo il filmato dell’amichevole Spagna-Cina. «Ho trovato indicazioni interessanti». Solo lui poteva imparare qualcosa dal calcio cinese. Diavolo di un Trap. Di sicuro uscirà Doyle, grande delusione con la Croazia. L’idea è di infoltire il centrocampo dove gli spagnoli sono micidiali. «Se attaccheremo con palla alta? Il campo è di cento metri e l’Irlanda non è paragonabile a una delle squadre che ho allenato. Non è la Juve, il Milan, l’Inter, il Barcellona... No, il Barcellona non c’entra, volevo dire il Bayern. Se gli spagnoli ci prendono il pallone quando siamo troppo avanti sono guai». Gli chiedono se, invecchiando, non sia diventato troppo buono. Dove è finito il Trap del caso Strunz? «Le parole le porta via il vento. Alle volte è meglio non dire banalità. Il c.t. deve avere il 101% di pazienza. Il tedesco Löw ha ricordato la mia frase: "L’allenatore non è un idiota". Gli allenatori non possono fare miracoli, i miracoli li fanno i giocatori. E io sono orgoglioso di guidare l’Irlanda. Non aspettatevi una nazionale barricata in difesa, noi crediamo nel nostro potenziale, non vogliamo regalare campo alla squadra del mio amico Del Bosque». In chiusura Cassano e i gay. «Qui non mi va di commentare la frase di un ragazzo che ha solo risposto a una domanda che c’entrava poco con l’Europeo. Parliamo di calcio. Però se volete in privato vi spiego cosa penso di questo argomento, di sicuro non mi nascondo». lu.cal.

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UCRAINA

L’Inghilterra è tanto di Capello: «La sento mia» L’ex c.t.: «Mi è rimasta nel cuore» Svezia: paura per Ibra, ma ci sarà DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO BOLDRINI CRACOVIA (Polonia)

Politici no, mogli sì. I ministri inglesi disertano l’Ucraina come forma di protesta per due questioni, diritti umani e massacro di cani e gatti randagi, un crimine di Stato sul qua-

le la comunità internazionale ha vergognosamente taciuto. Mogli e fidanzate dei calciatori, le wags (acronimo di wife and girlfriend, mogli e fidanzate), sono invece in viaggio verso l’Est. Messe fuorigioco da Capello al Mondiale sudafricano, sono state riabilitate da Hodgson, nel segno di quella politica permissiva che fa molto Inghilterra: birra, sesso e calcio. Ieri è sbarcata a Cracovia, dopo un viaggio di lusso su un aereo privato, la più importante: Coleen Rooney. In braccio, il figlio Kai. Il bambino indossava la maglia n. 10, con la scritta Daddy. Lui può giocare, pa-

pà Wayne ancora no: deve scontare il secondo turno della squalifica rimediata per il calcione rifilato a Dzudovic, difensore del Montenegro, il 7 ottobre 2011. Ibra malconcio Peccato: domani salterà il duello a distanza con Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese del Milan ieri non si è allenato per una contusione al quadricipite femorale della gamba destra rimediata contro gli ucraini, ma contro l’Inghilterra sarà al suo posto. In mancanza di Rooney, Ibra dovrà accontentarsi di Danny Welbeck, che Hodgson vuole

confermare, nonostante la prestazione modesta contro i francesi. Dice Welbeck: «Il pareggio con la Francia è un buon punto di partenza. Ora non possiamo che migliorare. Siamo pronti per battere gli svedesi». Sarebbe anche ora, visto che gli scandinavi sono la bestia nera degli inglesi, a secco nelle ultime 7 gare ufficiali tra le due squadre. Il lungo digiuno, che riguardava anche le amichevoli, è stato interrotto a Wembley da Fabio Capello il 15 novembre 2011, dopo ben 43 anni: 1-0 firmato da Barry, con deviazione-autogol di Majstorovic. E proprio Capello, di-

missionario l’8 febbraio scorso, per la rimozione della fascia di capitano a Terry, decisa dalla federcalcio inglese, in un’intervista concessa al Daily Mail, ha confessato: «Mi sono emozionato quando l’Inghilterra ha giocato contro la Francia. Dopo quattro anni di lavoro, sento ancora mia quella squadra. Mi è rimasta nel cuore. Sarei contento se Roy Hodgson, un mio amico, riuscisse a festeggiare il passaggio del turno». Abbiamo contattato Capello per avere una conferma: tutto vero. L’Inghilterra gli è rimasta nel cuore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Danny Welbeck, 21 anni AFP


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

EURO 2012 GRUPPO B

DANIMARCA

GERMANIA

OLANDA

PORTOGALLO

CORAZZATA TEDESCA BASTANO 38 MINUTI PER AFFONDARE I VICECAMPIONI DEL MONDO

24’ primo tempo Prima perla di Gomez: 1-0 Schweinsteiger pesca Gomez sul filo del fuorigioco. Piroetta con carezza di suola al pallone e piattone a botta sicura REUTERS

38’ primo tempo Stesso asse, stesso Gomez: 2-0 Stesso asse verticale Schweinsteiger-Gomez. Il diagonale del centravanti è delizioso e bacia quasi l’interno del palo LAPRESSE

28’ secondo tempo Rabbia Van Persie, l’Olanda accorcia Robben trova Van Persie sulla trequarti. Controllo con il sinistro e botta di collo destro. Niente da fare per Neuer AP

Chiamatelo Golmez La Germania mette il turbo e l’Olanda resta a zero Tedeschi a punteggio pieno con 2 reti dell’attaccante del Bayern, già a segno col Portogallo. Segna Van Persie, ma la rimonta non riesce OLANDA GERMANIA

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GIUDIZIO 7777 PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Gomez (G) al 24’ e al 38’ p.t.; Van Persie (O) al 28’ s.t. OLANDA (4-2-3-1) Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Willems; Van Bommel (dall’1’ s.t. Van der Vaart), N. De Jong; Robben (dal 38’ s.t. Kuyt), Sneijder, Afellay (dall’1’ s.t. Huntelaar); Van Persie. PANCHINA Vorm, Krul, Bouma, Vlaar, Schaars, Strootman, L. De Jong, Narsingh, Boulahrouz. ALLENATORE Van Marwijk. GERMANIA (4-2-3-1) Neuer; J. Boateng, Hummels, Badstuber, Lahm; Khedira, Schweinsteiger; Muller (dal 46’ s.t. Bender), Özil (dal 36’ s.t. Kroos), Podolski; Gomez (dal 27’ s.t. Klose). PANCHINA Wiese, Zieler, Gündogan, Schmelzer, Höwedes, Schürrle, Mertesacker, Götze, Reus. ALLENATORE Löw. ARBITRO Eriksson (Sve) ESPULSI nessuno. AMMONITI N. De Jong (O) e Willems (O) per gioco scorretto, J. Boateng (G) per comportamento non regolamentare NOTE spettatori 37.750. Tiri in porta: 8-4. Tiri fuori: 1-4. Angoli: 5-6. In fuorigioco: 4-1. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.

DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO CONDO’ KHARKIV (Ucraina)

Anche se il solito sudoku di calcoli e classifiche avulse mantiene aperto il girone B, la qualità del calcio — giudice più sbrigativo — conferma la Germania come favorita dell’Europeo. Dopo l’1-0 al Portogallo, questo 2-1 all’Olanda è la seconda tappa di una campagna dell’est che da Lviv ha portato a Kharkiv, e se Gomez continuasse a timbrare così il cartellino si potrebbe proseguire in gloria fino alla Kamchatka. Gli oranje chiudono in ginocchio, perché la ripresa è una lunga apnea offensiva, e in senso metaforico, perché per non tornare a casa dovranno battere Ronaldo con almeno due gol di scarto e poi sperare che i tedeschi evitino l’aiutino di un pareggio alla Danimarca. La formazione di partenza di Van Marwijk è sbagliata, e certi mammasantissima tipo Robben sono arrivati svuotati a giugno; ugualmente, la squadra bene organizzata da Low sembra ormai fuori portata per i vicecampioni del mondo. Adulta Due anni dopo il Sudafrica, dove aveva entusiasmato

per la freschezza e il piacere del gioco, la Germania del 2012 pare diventata adulta, con il molto di bene che la cosa comporta e — va da sé — qualche piccolo rimpianto. La struttura di squadra è più solida in ogni reparto grazie a Hummels dietro e Gomez davanti (il terzo titolare nuovo è Badstuber), gente come Ozil e Khedira ha aggiunto al talento due anni pesanti di esperienza al Real Madrid, l’utilizzo delle energie è più ordinato e regolare. In quest’ultimo

laFotonotizia

plus si nasconde fatalmente ciò che è andato perduto, perché ora i palloni impossibili non si rincorrono più ed è inevitabile che la presenza a centro-area di un ariete dai piedi educati come Gomez calamiti ogni manovra, con relativa sindrome da abbandono per gli esterni Muller e Podolski. Al cambio i tedeschi ci hanno guadagnato, come dimostra la sicurezza con la quale reggono i pruriti iniziali degli olandesi per poi colpirli senza pietà di pura scherma tecnica, tic-tic-tic dei letterati sulla trequarti e palla al terminale col nome da torero, che poi è il nickname di Mario Gomez. Il ruolo di Schweini Ingolosito

La Merkel sfida la scaramanzia C’è Olanda-Germania, ma Angela Merkel, cancelliera tedesca sfida la scaramanzia e veste di arancione ANSA

dal successo pomeridiano del Portogallo, Van Marwijk non riesce però a tenere assieme la sua squadra. Anche per gli olandesi sono passati due anni dal Sudafrica, ma nel loro caso qualcosa non è maturato, è marcito. La spaccatura si crea fra i quattro giocatori offensivi e le retrovie: Schweinsteiger parte molto prudente, lasciando a Khedira (e Lahm) il compito di spingere, e di conseguenza Van Bommel dovrebbe salire a fronteggiarlo per assistere Sneijder. Niente di tutto ciò, l’ormai ex

milanista non ha più le gambe per fare su e giù; così quando avanza di trenta metri come tatticamente è costretto a fare, la rapidità delle ripartenze tedesche lo taglia inesorabilmente fuori. Lo splendido Schweinsteiger è per due volte l’uomo-assist, grazie ad associazioni pulite con Muller e Ozil. Gomez è una sentenza in entrambi i casi elegante e implacabile, ma ricevere in area simili bonbon è una gran vita. Per rimontare una squadra dove funziona tutto, l’unica è aumentare il volume di fuoco fregandosene dei rischi connessi. Van Marwijk aggiunge Van der Vaart, che ha ben altra scienza per sostenere Sneijder (che infatti decolla), e Huntelaar, che ne combina poche ma in compenso sveglia il bomber: una grande girata parata da Neuer e il gol col piede sbagliato sono risposte all’invocazione «fai qualcosa da Van Persie» che si alza da tutta Olanda. Ma è un’isola nella corrente. Dopo uno scontro fra capocce con Badstuber, Robben la passa persino a Robin. Van Marwijk lo sostituisce, forse preoccupato. Ha passato il pallone? Fatelo vedere da un medico.

la Moviola DI D.ROM.

Giallo a Boateng Diffidato, salta la Danimarca Direzione di gara senza macchie quella di Eriksson. Al 13’ del primo tempo è bravo a non fischiare per l’intervento in area di rigore di Mathijsen su Özil. Al 24’ la Germania passa: Gomez servito da Schweinsteiger non è in posizione irregolare, lo tiene in gioco Van der Wiel. Lo svedese non sbaglia nemmeno quando ferma Robben al 27’: sul servizio di Van Bommel è in fuorigioco. Al 26’ del secondo tempo Robben per Sneijder che calcia a colpo sicuro ma Boateng, in area di rigore ci mette il corpo e non il braccio. Eriksson, giustamente, non interviene. Al 33’ del secondo tempo Hummels in area interviene su Van Persie. Non è rigore. Nel finale giallo per Boateng che, diffidato, salterà la gara con la Danimarca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

le Pagelle

di PIERFRANCESCO ARCHETTI

VAN DER VAART RESTITUISCE UNA LOGICA AGLI ARANCIONI, SCHWEINSTEIGER MISTER SEMPLICITA’ OLANDA 5,5 STEKELENBURG 6 Sul secondo gol si accuccia prima del tiro, poteva restare in piedi. Tre respinte su Badstuber, Schweinsteiger e Hummels evitano l’umiliazione, quasi frittata (di piede) verso la fine. VAN DER WIEL 5 Non sono gli sprint rari di Podolski a metterlo in ansia ma l’organizzazione difensiva: tiene in gioco Gomez sul primo centro, quello che apre la corrida. HEITINGA 6 Ansimante sui danni che combinano gli esterni. MATHIJSEN 6 È al debutto perché con la Danimarca era infortunato, mette qualche rattoppo. WILLEMS 5 Il più giovane dell’Europeo (18 anni) prende la paga da un ex giovane come Müller: sul suo fianco la Germania costruisce il doppio vantaggio. Anche ammonito nel finale.

GLI ARBITRI:

VAN BOMMEL 5 A 35 anni è al primo (e ultimo) Europeo. Sconta l’età, la poca freschezza, le girandole altrui. Un lancio assist per Van Persie è il solo trillo. Un tempo e il suocero c.t. lo cambia.

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IL MIGLIORE 6,5 VAN DER VAART

Nella seconda parte, accanto a De Jong; riattiva le connessioni olandesi. DE JONG 6 Anche lui in difficoltà nella costruzione, però lo soccorre la ruvidità dopo un’ora quando i tedeschi hanno tanti spazi. ROBBEN 5,5 Ha 8 compagni del Bayern come avversari: il più vicino è Lahm, ma a un certo punto lo circondano anche Gomez e Badstuber. Bloccato sulla destra, trova un assist in centro. Più le volte che viene fermato che quelle in cui passa, solo se va a sinistra.

(Kuyt s.v.). SNEIJDER 6,5 La personalità cresce quando tutto sembra perduto e si sposta sul centro sinistra. Da lì mette più di un brivido ai tedeschi. AFELLAY 5 Confermato, combina nulla e il cambio nell’intervallo è spontaneo. HUNTELAAR 5,5 Il capocannoniere della Bundesliga non dà più concretezza sotto porta. VAN PERSIE 6 I problemi non sono i difensori, che lo lasciano scivolare fino a Neuer, ma le conclusioni, sballate o deboli sul portiere. Spostato sulla fascia nella ripresa, va a prendersi una rete molto bella. Ma doveva essere devastante prima. ALL. VAN MARWIJK 5 I centrali non aiutano, il quartetto di solisti è più efficace nella ripresa, con Van der Vaart che li dirige. Troppi errori.

LAHM 7 Capitano (della nazionale, del Bayern) contro ex beniamino (della nazionale, del Bayern). Il duello con Robben è spesso a suo favore.

ÖZIL 6,5 Passa spesso attraverso le tenaglie di Van Bommel e De Jong, manca il tris per un ricamo di troppo.

J. BOATENG 6 Patisce nella seconda parte quando Sneiijder e Robben si spostano spesso nel suo angolo destro. Sarà squalificato.

KHEDIRA 7 Ha più condizione rispetto a Schweinsteiger, che gli ha passato il compito del comando: un paio di recuperi mentre gli altri sono in asfissia testimoniano la bontà dei dati sul suo fisico.

PODOLSKI 5,5 Presenza numero 99, sabbia negli occhi quando attacca, sacrificio nei rientri.

HUMMELS 6 Incontrò Van Persie in Champions: l’olandese infilò tre volte la difesa del Borussia. Stavolta lo gabba ancora, il secondo errore di una gara a tratti ottima. Ma le macchie restano.

SCHWEINSTEIGER 7,5 I due assist, con passaggi semplici, precisi e profondi, gli servono per recuperare la sicurezza mentale dopo il black out della finale di Champions.

BADSTUBER 6 Va anche lui talvolta a chiudere Robben sul centro sinistra e gli stampa un bozzolo sulla testa: il fatto che non si degni di chiedere scusa testimonia l’affetto verso il collega. Altra zuccata prodigiosa in area, il portiere gli toglie l’urlo.

MÜLLER 6 Rischia anche il posto alla vigilia, lo tiene grazie all’enorme corsa e merita la maglia per il modo in cui mette scompiglio nell’appartamento di Willems: ritaglia lo spazio per l’1 0, poi cala.

GERMANIA 7 NEUER 6,5 Nato vicino al confine olandese, sa bene quanto velenosa sia la rivalità: si stende su Van Persie e rimanda il 2 1.

(L. Bender s.v.).

(Kroos s.v.).

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IL MIGLIORE

8 GOMEZ

Ha più critici che estimatori: se non segna sono guai perché Klose preme in panchina. Il Torero allora volteggia due volte, anche con delicatezze tecniche: 47 stagionali. KLOSE 6 Nel finale: quasi vince un derby con Stekelenburg quando lo impegna in un tackle rischioso. ALL. LÖW 7 Non cambia la squadra del debutto, recupera anche come prestazione un big come Schweinsteiger. Qualche sbandamento nella ripresa, fase difensiva da richiamare.

ERIKSSON 6,5 Risparmia un giallo a Müller, bene sull’1-0 con Gomez in gioco. Fa correre molto e vede bene in area. Wittberg 6-Klasenius 6; Strombergsson 6-Johannesson 6


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l’Olanda arrivò in semifinale. Mario Gomez, 26 anni, esulta dopo il gol del vantaggio ACTION IMAGES

Il caso DECLINO OLANDESE

Arance spremute Sneijder & co. svalutati dall’Euro Wes, Van Persie, Huntelaar, Van der Vaart e Robben galoppano verso i 30 anni. Ora la qualificazione dipende pure dagli altri: vicecampioni del mondo alla fine di un ciclo?

DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI KHARKIV

clic GLI ORANJE NON SONO ANCORA FUORI GIOCO MA SERVE UN MIRACOLO Olanda desolatamente a 0 punti. Ma se i tedeschi battessero la Danimarca, agli

oranje potrebbe bastare una vittoria sul Portogallo per arrivare ai quarti. A quel punto la Germania sarebbe a 9, Portogallo, Danimarca e Olanda a 3. Conterebbe quindi la differenza reti nella classifica avulsa fra le tre seconde. La Danimarca è a 0, il Portogallo parte da +1, l’Olanda da -1.

MONDO

Stupro: arrestati Benalouane e Gomis PARIGI (a.g.) L’accusa è di stupro e ieri, Yohan Benalouane, difensore francese del Cesena, è finito agli arresti insieme all’amico Bafetimbi Gomis, oggi attaccante del Lione. I due giocavano insieme nel Saint Etienne. La vittima, una donna di Lione di 38 anni, ha denunciato i due calciatori per abuso sessuale che sarebbe avvenuto nel pieno della notte tra martedì e mercoledì e direttamente nell’appartamento di Gomis che ieri pomeriggio ha negato le accuse via facebook: “Smentisco formalmente tutto”. Ieri sera però, i due gioca-

Yohan Benalouane, 25 anni AP

tori sono finiti agli arresti nell’ambito di un’inchiesta finalizzata a verificare la tenuta della ricostruzione fatta dalla donna che inizialmente aveva identificato solo l’attaccante, ma non direttamente Benalouane.

BRASILE 2014

ARGENTINA

Zona Concacaf: il Messico vola, frenata Usa

Gabriel Milito annuncia il ritiro «Due gare e stop»

Seconda giornata del 3˚ turno di qualificazione ai Mondiali 2014, zona Concacaf. Le prime due all’ultima fase eliminatoria. GRUPPO A: Antigua Giamaica 0 0; Guatemala Usa 1 1. Class.: Usa e Giamaica 4; Guatemala e Antigua 1. GRUPPO B: El Salvador Messico 1 2; Guyana Costa Rica 0 4. Class.: Messico 6; Costa Rica 4; El Salvador 1; Guyana 0. GRUPPO C: Canada Honduras 0 0; Panama Cuba 1 0. Class.: Panama 6; Canada 4; Honduras 1; Cuba 0.

Ultimi 180’ di carriera per Gabriel Milito. A 31 anni l’ex difensore di Barcellona e Saragozza ha annunciato il ritiro: «Ci stavo pensando da inizio anno e adesso mi sono finalmente convinto». Il fratello di Diego (attaccante dell’Inter), lascia dopo aver collezionato 42 presenze con la maglia dell’Argentina. Negli ultimi due turni del campionato Clausura, Milito giocherà con l’Independiente — squadra con la quale ha debuttato a 17 anni nel 1997 — le sue ultime due partite della carriera.

Spicchi d’arancia sul prato di Kharkiv. L’Olanda favorita, quella infallibile e debordante nelle qualificazioni, non c’è più. La squadra vicecampione del mondo è quasi eliminata, ancora appesa a un filo, ma i pesi addosso sono troppi per sperare in un finale da funamboli. Gli oranje non hanno saputo sfruttare il potenziale dei suoi cannonieri, Robin van Persie, primo in Premier League, e Klaas-Jan Huntelaar, il migliore in Bundesliga. Pagano la scarsa coesione e una sconcertante mancanza di idee oltre che di carattere. Il problema del gol era stato coperto in Sudafrica dallo scintillare di

Sneijder, ma in questo Europeo si è riproposto intero. È il paradosso di una cultura votata all’attacco e di una rosa piena di piedi buoni che ora penzolano nel nulla. Dopo una partita e mezzo di scena muta, Van Persie si riscatta con un gol che tiene parzialmente a galla gli oranje. L’Olanda può qualificarsi, ma deve restare con l’orecchio attaccato all’altro campo: se batte il Portogallo con almeno due gol di scarto e la Germania supera la Danimarca, è dentro. Può sperare, perché la Germania non è qualificata e deve giocarsi la partita. Ma la combinazione è difficile, anche se c’è il precedente del 2004, quando l’Olanda si salvò all’ultima giornata perché la Repubblica Ceca già qualificata batté la Germania eliminandola. Quella volta

Robin van Persie, 28 anni AFP

Cambiamenti Però il bilancio resta poverissimo. I meccanismi che hanno funzionato bene per anni, consentendo la coesistenza di anarchici come Van Persie e Robben e di personalità spiccate come quella di Sneijder, si sono dissolti, e il tonfo arancione coinvolge l’allenatore. La ricostruzione potrebbe partire dalla panchina: via van Marwijk, anche se ufficialmente la federcalcio lo conferma, l’incarico potrebbe passare a Koeman. Nella stagione appena finita, Koeman ha guidato la resurrezione del Feyenoord, portandolo dallo sfacelo dell’ottobre 2010, quando subì la sconfitta più pesante della sua storia (0-10 con il Psv) al secondo posto. Koeman dovrebbe rinnovare parecchio, perché alcuni posti resteranno vacanti: Van Bommel aveva annunciato il ritiro, ma potrebbero lasciare anche Boulahrouz, Mathijsen, Bouma e forse Kuyt. In difesa c’è già stato un ricambio sulle fasce, con Van der Wiel negli anni scorsi e con Willems ora. Pensando al Mondiale, si avvicinano i 30 per le star: Van Persie, Huntelaar, Sneijder, Van der Vaart, Robben. L’Olanda coltiva il sogno di una qualificazione last minute, ma pensa al futuro. Il risveglio dopo la finale persa a Johannesburg è stato amaro e per Sneijder, che cercava il riscatto a una stagione sfortunata, la delusione è doppia. Ma lo scontento Huntelaar ci crede ancora: «Ci troviamo nella situazione dell’Italia nel 2008, quando doveva sperare in una nostra vittoria. Dobbiamo vincere, poi sono sicuro che la Germania farà la sua partita». Un inciso sugli azzurri di Prandelli: «Finora mi hanno impressionato». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

GRUPPO B IL DUELLO

NUOVA KIA CEE’D

NUMERI E CURIOSITA’

Gomez è una certezza Aiuta gli altri e segna Oltre alla doppietta il tedesco mette sul piatto anche 2 sponde e 3 recuperi. Van Persie è l’ultimo olandese ad arrendersi

le cifre POSSESSO PALLA

GERMANIA

51% PASSAGGI POSITIVI

OLANDA ANDREA SCHIANCHI

90%

la Sfida

Un vecchio adagio del calcio che fu (valido pure oggi) recita: lascia perdere schemi, tattiche e altre diavolerie, per andare lontano ti bastano un buon portiere e un attaccante che fa gol. Saggezza popolare, ma anche semplicità applicata a un gioco che troppi pseudo-scienziati vogliono rendere complicato. La Germania di Löw ha in Neuer (portiere) e in Gomez (punta centrale, 3 reti finora) i pilastri che danno senso a tutta la costruzione. Poi ci sono Schweinsteiger, Özil, Muller, Lahm e gli altri, d’accordo, ma alla lunga sono quei due a dare polpa al racconto. La doppietta di Gomez, nel primo tempo, è la pietanza che va di traverso all’Olanda, e non basta la sassata di Van Persie a correggere il menu. Quando è il momento, nonostante un po’ di sofferenza nel finale, Neuer tira giù la saracinesca e... bye bye olandesini.

MARIO GOMEZ 26 ANNI GERMANIA

ROBIN VAN PERSIE 28 ANNI OLANDA

KHEDIRA

8

43 4

Gran faticatore in mezzo al campo, Khedira vince il premio come miglior recuperatore di palloni: ben 8. E poi è pronto a tuffarsi nello spazio per andare in attacco.

1

PALLONI PERSI

TIRI EFFETTUATI

3 GOL REALIZZATI

2

A che serve essere precisi nei passaggi se questi passaggi sono effettuati in modo troppo lento e troppo scontato?

PALLONI RECUPERATI

PALLONI TOCCATI

33

Abbastanza equilibrato il dato sul possesso palla. Ma va detto che la Germania è più veloce e più efficace.

PALLONI RECUPERATI

SNEIJDER

3

15

2

PALLONI PERSI

10

3

La Germania sale in cielo: niente da fare per l’Olanda. Questa immagine di Badstuber che svetta su Robben è lo specchio della partita LAPRESSE Quattro tiri Anche Robin Van Persie prova a mettersi la squadra sulle spalle, ma proprio non ce la fa. Nel primo tempo va a colpire su un lancio di Sneijder e la parata di Neuer è facile. Nella ripresa, quando si sposta sulla fascia destra e fa spazio a Huntelaar al centro dell’attacco, piazza un sinistro velenoso che il portiere tedesco devia a fatica. E poi, con un bel destro da fuori area, il centravanti oggetto del desiderio di tanti club (la Juve su tutti) tiene accesa la fiammella. In tutto tocca 43 volte il pallone, sono 4 le conclusioni (di cui 3 in porta), 23 i passaggi riusciti e soltanto 2 quelli sbagliati. Ma ciò che manca è il contorno: Van Persie è troppo solo, mai sostenuto a dovere dai compagni. I crossatori non si accendono mai, né Affelay, né Robben, i centrocampisti dormono sonni beati, non ci sono suggerimenti filtranti e allora è notte fonda. Il problema dell’Olanda è che la manovra parte con

Tanto lavoro Gomez è un cen-

travanti che si sbatte tantissimo: corre, aiuta i compagni, si presta a fare la sponda, detta il passaggio in profondità, va persino in pressing. E poi, quando suona la campanella, lui è pronto: è sempre Schweinsteiger a innescarlo. In occasione del primo gol l’attaccante sfrutta la dabbenaggine dei difensori olandesi, si piazza in mezzo ai due centrali, riceve il passaggio, lo addomestica e, con il piede destro, lo spedisce alle spalle di Stekelenburg. Il 2-0 nasce da un’altra intuizione di «Schweini»: poi Marione piazza la botta con un diagonale di destro. Così l’Olanda è a terra, i tedeschi sono padroni del campo e Gomez continua a fare quello che vuole. Alla fine i suoi tocchi sono 33, 3 i tiri effettuati, 2 i palloni intercettati, 3 quelli recuperati, 2 le sponde. Un uomo al servizio della causa.

A Van Persie si oppone due volte il portiere tedesco Neuer: ottimi interventi il freno a mano tirato, nel senso che prima i difensori e poi Van Bommel vanno piano, troppo piano e subiscono il pressing tedesco. La Germania, invece, per fare un paragone, sa sempre quello che deve fare e Schweinsteiger, in mezzo al campo, è un punto di riferimento costante. Ovvio che, in queste condizioni, Gomez si trovi più a suo agio di quanto non accada, dall’altra parte, a Van Persie. La Germania è squadra, l’Olanda è un’accozzaglia di talenti (almeno quattro) che sono mai in sintonia tra loro. E questa differenza è la spiegazione più chiara e più logico del risultato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Quante occasioni buttate al vento! Quanti palloni lasciati agli avversari! Sneijder non è riuscito a inventare nulla di buono e l’Olanda ne ha sofferto.

FALLI COMMESSI

MÜLLER

3 Utile sulla fascia in fase offensiva e bravo anche a contenere le iniziative degli avversari. Müller è risultato il più falloso della partita.

FALLI SUBITI

MÜLLER

4 DRIBBLING RIUSCITI

ÖZIL

3

E’ Müller a risultare il giocatore più tartassato: giocando sulla fascia destra, va via spesso e viene steso ben 4 volte. Non in forma smagliante, il trequartista del Real Madrid, ma che spettacolo quando s’infila tra gli avversari e li salta!

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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

EURO 2012 GRUPPO B

DANIMARCA

GERMANIA

OLANDA

la Moviola

EuroVisioni

DI MA.FA.

di ALESSANDRO DE CALÒ

DI FABIO LICARI

Bene Thomson L’1-2 danese è regolare

KJAER BEFFATO ERIKSEN DELUDE NANI LAVORA POSTIGA SEGNA, MA NULLA DI PIÙ

Buona la prima dello scozzese Craig Thomson: riesce a tenere in pugno la gara, che è stata combattuta ma mai veramente cattiva. Sul primo gol di Bendtner, si fa trovare pronto il primo assistente Ross: quando parte il primo lancio, l’attaccante dell’Arsenal è al di là dei difensori portoghesi, ma la palla è diretta a Krohn Dehli, che è in posizione regolare; quando il numero 9 danese effettua il passaggio, Bendtner è rientrato, rete regolare. Thomson decide bene anche sui cartellini, tutti giusti, anche se grazia Agger al 23’ del primo tempo: la sua entrata su Postiga è da giallo, richiamo solo verbale. Infine, al limite la posizione di Ronaldo sull’occasione fallita nella ripresa, quando la gara era sul 2 2, ma CR7 parte in linea.

DANIMARCA 6 ANDERSEN 6 Salva su Ronaldo, incolpevole sui tre gol. JACOBSEN 6 Molto «alto», lascia spazio a CR7. KJAER 5 Beffato sottorete da Postiga: non il massimo. AGGER 6 Con lui Postiga (e non solo) sbatte sempre duro. S.POULSEN 5,5 Controfigura dell’esterno offensivo visto contro l’Olanda. Sul 3 2 chiude troppo timido. KVIST 6,5 Porta avanti la Danimarca, chiude su Moutinho, detta i tempi. Gli manca l’appoggio degli esterni alti. ZMILING s.v. K.o. dopo 15’.

ROMMEDAHL 5 Quasi non tocca palla, sembra solo abbia il compito di restare davanti per tener basso Coentrao. MIKKELSEN 5 Sbaglia l’ultimissima occasione. ERIKSEN 5,5 Dopo 180’, da stella a delusione: evanescente, mai un’idea diversa, un tiro, una cosa da ricordare. KROHN-DEHLI 6 L’assist del 2 1 di Bendtner, poco altro. Passo indietro rispetto al movimento e al gol con l’Olanda (Schone s.v.).

h

IL MIGLIORE

La coordinazione di Silvestre Varela, 27 anni, che con questo gran destro trova il 3-2 per il Portogallo REUTERS

Disastro Ronaldo Ma il jolly Varela salva il Portogallo

8 BENDTNER

Due gran gol di testa, sempre nella manovra, moderno anche nell’arretrare. Ma non basta. All. OLSEN 6 Per poco gli riesce il pari, ma invece di insistere con il 4 2 3 1 avremmo dato un aiuto a Bendtner.

PORTOGALLO 6,5 RUI PATRICIO 6 Sui gol non c’entra, normale il resto. PEREIRA 5 Anonimo, eppure Khron Delhi non è mostruoso. ALVES 6 Non il più responsabile dietro. Insuperabile di testa. PEPE 6 Solito gol da centravanti, però si fa schiacciare al volo da Bendtner sul 2 2. COENTRAO 6 Sotto ritmo. Fuori Rommedhal, va e serve Varela. MEIRELES 5 Anonimo, lento: insomma, poteva uscire prima. IL MIGLIORE h 7,5 VARELA Come con la Germania: entra ed è il più pericoloso. Qui segna anche. Fuori con l’Olanda? No, dai… VELOSO 6 Ordinato nella ripartenza e nella gestione, per lampi di genio rivolgersi a Paulo Sousa. MOUTINHO 5 Sul ritmo non regge Kvist. Ah, se il Portogallo avesse due mezzali tipo Shirokov e Marchisio…

La Danimarca rimonta con due gol di Bendtner CR7 sciupa, nel finale la rete dalla panchina DANIMARCA PORTOGALLO

2 3

GIUDIZIO 7777 PRIMO TEMPO 1-2 MARCATORI Pepe (P) al 24’, Postiga (P) al 36’, Bendtner (D) al 41’ p.t.; Bendtner (D) al 35’, Varela (P) al 42’ s.t. DANIMARCA (4-2-3-1) Andersen; Jacobsen, Kjaer, Agger, S.Poulsen; Kvist, Zimling (dal 16’ p.t. J.Poulsen); Rommedhal (dal 13’ s.t. Mikkelsen), Eriksen, Krohn-Dehli (dal 45’ s.t. Schone); Bendtner. PANC. Lindegaard, Schmeichel, C.Poulsen, Bjelland, Okore, Silberbauer, Pedersen, Wass, Kahlenberg. All. Olsen. PORTOGALLO (4-3-3) Rui Patricio; J. Pereira, Pepe, B. Alves, Coentrao; Meireles (dal 39’ s.t. Varela), Veloso, Moutinho; Nani (dal 44’ s.t. Rolando), Postiga (dal 19’ s.t. Oliveira), Ronaldo. PANC. Eduardo, Beto, Custodio, H. Almeida, Quaresma, R. Costa, Micael, M. Lopes, Viana All. Bento. ARBITRO Thomson (Scozia) AMM. J. Poulsen e Jacobsen (D), Meireles e Ronaldo (P). NOTE spett. 31.840. Angoli 7-6. In fuorigioco 2-0. Recuperi 2’ p.t. e 4’ s.t.

DAL NOSTRO INVIATO

NICOLA CECERE LVIV (Ucraina)

A tre minuti dal 90’, il Portogallo torna in vita: il rianimatore si chiama Silvestre Varela, punta del Porto con scarsa frequentazione della nazionale. Era l’ultima carta del disperato Paulo Bento che aveva dovuto ingoiare, attonito, le due incornate con le quali il bisonte danese Bendtner (ai veronesi avrà ricordato il mitico Elkjaer) era stato capace di annullare il doppio colpo Pepe-Postiga. Una rimonta agevolata però dagli incredibili errori commessi sotto rete da Cristiano Ronaldo, il quale per due volte ha avuto il pallone del 3-1 e ha fallito grossolanamente l’esecuzione. Soprattutto nella seconda circostanza, liberato da un geniale

tocco di Nani a pochi metri da Andersen con i difensori tagliati fuori, il madridista ha stupito tutti per la scelta di calciare subito laddove avrebbe potuto/dovuto controllare e saltare il portiere. Il tiro affrettato si è perso a lato nell’incredulità generale. Intuizione Qui (32’) come spesso capita nel calcio al gol mangiato è subito seguita la replica vincente degli avversari. Bendtner ha bruciato sullo stacco Pepe spedendo in rete a fil di palo il pallone che metteva in carrozza la Danimarca e distruggeva i portoghesi. Sul 2-2 Ronaldo ha vissuto i minuti conclusivi col cuore in gola, cosciente che con i suoi sbagli (il primo in contropiede al 49’: una conclusione di destro molle e prevedibile davanti al portiere) stava elimi-

nando la sua squadra. Cristiano vagava per il campo come in trance, incapace di reagire. Per fortuna al c.t. Paulo Bento è venuto in mente Varela che già contro la Germania aveva avuto nel recupero il pallone del pareggio (neutralizzato da Neuer). Stavolta la sorte è stata benevola: Varela sul cross di Coentrao ha ciccato il primo tiro, di sinistro, ma poi visto che il pallone gli era rimasto a distanza di sparo, ci ha provato d’istinto col destro, sorprendendo Simon Poulsen e il portiere. Complessi Il Portogallo ha meritato il successo in virtù di un primo tempo gestito con decisione e premiato dalle reti di Pepe (una torsione alla Shevchenko, su angolo) e di Postiga (che molti in patria non avrebbero voluto in campo) fulmineo nel girare di piatto sotto la traversa il suggerimento rasoterra del solito Nani. A mitigare lo strapotere degli avversari è arrivata un’azione perfetta dei danesi, culminata in un assist intelligente e preciso di Krohn-Dehli per l’irruzione di Bendtner. Ripresa col Portogallo prudente ma lesto a costruire in contropiede le azioni più pericolose, vanificate poi da CR7, uno che nei grandi impegni della nazionale sembra avere il complesso che soffre Ibrahimovic in Champions. Ad ogni modo adesso il Portogallo è padrone del suo destino: se batte l’Olanda, passa. Ricavando quella convinzione nei propri mezzi che può portarlo in alto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

N el circolo vizioso che rischia di affondare le ambizioni portoghesi una cosa resta illuminata bene: Cristiano Ronaldo è un corpo estraneo in questa Selecçao. Gioca quasi per conto suo, con sbiadita sufficienza, come una nota a margine. Il distacco è palpabile, anche se non si capisce bene quanto dipenda da una crisi di rigetto dei compagni oppure da un suo atteggiamento di supponente inadeguatezza. Molti anni fa, nelle stagioni dorate con l’Argentina, Diego Maradona viaggiava in top class sullo stesso aereo che trasportava i compagni, spalmati in classe turistica. Poteva permetterselo, perché con lui — e grazie a lui — gli argentini diventavano campioni del mondo. Non è chiaro se, ora, alcuni nazionali portoghesi non sopportano che Ronaldo occupi una suite e sia scortato da guardiaspalle personali mentre loro consumano le notti in camerette normali. Certo, anche all’Europeo non li fa vincere. Forse solo Mou, se dovesse fare il citì, potrebbe salvarlo. Per ora a salvarlo ci ha pensato Varela, cognome che evoca il mitico Obdulio e promette rivincite. Ma l’inseguimento al Pallone d’oro, a questo punto, sembra finito: pura utopia. Sta calando il sipario, invece, su una formidabile generazione di olandesi che messi male assieme diventano una sottrazione di valore per la nazionale arancione. Robben, Sneijder, Van Persie, Van der Vaart: la qualità è alta, ma gli anni passano. Contro la poderosa Germania di Löw, si sono rivisti tutti i limiti della gestione di Van Marwijk. Questa Olanda non c’entra col calcio totale insegnato da Michels, ma fatica a particare anche il modello base, difesa-contropiede, esibito in Sudafrica 2010. Nei momenti difficili gli olandesi implodono, tornano alle origini, si dividono in scuole e clan. E’ successo in altri tornei che li vedevano tra i favoriti. Stavolta la situazione è precipitata. E anche se l’aritmetica la tiene in vita, è meglio che l’Olanda guardi avanti e pensi a un cambio radicale, per non perdersi anche nel Mondiale in Brasile.

PREMIO «DI STEFANO»

Bento: «Non è facile farne tre...»

Ma nella Liga il portoghese è il migliore

POSTIGA 6,5 Incredibile al Lviv: segna Postiga. E quindi più del «6» politico. Ma sotto il gol, niente.

DAL NOSTRO INVIATO

N.OLIVEIRA 6 Sarà il modulo: anche lui s’affanna con poco esito. C.RONALDO 4 Sbaglia tutto, ma proprio tutto. Non può permetterselo. Senza Varela ora sarebbe in croce.

Quell’urlo «Messi Messi» dalla tribuna (non soltanto) danese deve avergli fatto male. Però, per l’ennesima volta, Cristiano Ronaldo non è riuscito a reagire, a fare esplodere la rabbia in un gol, a trascinare la squadra. Il peggiore in campo, e non è soltanto questione di aspettative. Ogni volta che prendeva palla — e spesso finiva con l’andare al tiro ignorando chi gli stava accanto — i compagni lo seguivano con occhi incantati, per poi disperarsi. Ma ieri CR7

GLI ARBITRI: THOMSON 7 Preciso in tutte le decisioni, il replay dà ragione all’assistente su CR7: sbaglia ma era in gioco. Ross 7-Rose 6,5; Collum 6,5-Norris 6,5

NUOVO FLOP DI CRISTIANO E IL SIPARIO SU ROBBEN

I TECNICI IL DANESE OLSEN SI DISPERA: «ORRIBILE PERDERE COSÌ, DOVEVAMO SFRUTTARE IL POSSESSO PALLA»

NANI 6 Tanto lavoro, non sempre concreto (Rolando s.v.).

All. BENTO 6 Mister, ci spiega perché tiene Varela in panchina?

19

PORTOGALLO

le Pagelle

J.POULSEN 6 Bel motorino di centrocampo.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

LVIV (Ucraina)

ha fallito occasioni inaccettabili anche per uno non considerato il secondo giocatore al mondo, rischiando di far eliminare il Portogallo. L’impressione è che il modulo complichi la vita del Portogallo. E che, se non hai Super Mario Gomez davanti, un 4-4-2, togliendo un mediano (Moutinho?), con lui e Nani esterni, più Varela e un’altra punta, potrebbe essere più utile. Bento contento La risposta la conosce il c.t. Paulo Bento. Che per ora si limita al più scontato: «Non meritavamo di soffrire tanto». Certo, quel Varela in

panchina, come contro la Germania, è un peccato mortale. Almeno in un Portogallo con un centravanti non irresistibile (Postiga) e l’attaccante vero che sbaglia l’impossibile (Ronaldo). Non sarà facile escluderlo un’altra volta, per poi ricorrere alla sua prepotenza atletica nel finale. «Ma il successo è giusto. Abbiamo giocato bene nel primo tempo con grande organizzazione difensiva: il loro gol è nato nell’unica occasione che abbiamo concesso. E non è facile segnare tre reti in un Europeo». Dal 1996 il Portogallo supera sempre la fase a gruppi.

Disperazione Olsen Dietro la soli-

ta flemma si nasconde la disperazione di Olsen: la Germania non infierirà sulla Danimarca? L’Olanda si opporrà al Portogallo? «Una sensazione orribile subire gol all’ultimo. Non pensavo avremmo perso punti. Siamo stati sfortunati». Trova la sua spiegazione per la sconfitta: «Non aver sfruttato il nostro possesso palla (58%, ndr)». Quindi uno scatto: «Se sono stato orgoglioso del successo con l’Olanda, lo sono ancora di più del secondo tempo col Portogallo». Se accontentarsi aiuta… f.li. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Non ha ancora segnato all’Europeo, ma Cristiano Ronaldo può consolarsi con l’elezione a numero 1 della Liga 2011-12. Il portoghese ha vinto il premio «Di Stefano», assegnato al miglior calciatore della Liga. Con 35 voti, ha battuto Messi (30) e Iniesta (4). Lo stesso Alfredo Di Stefano, leggenda del Real Madrid e presidente onorario dei blancos, ha avvisato il portoghese, che ha detto: «È la prima volta che vinco un premio così da quando sono al Real».


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012


GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

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EURO 2012 IL PROVVEDIMENTO nalizzazione. Dunque, in guardia. Il periodo di prova inizia da oggi, la Russia avrà tre giorni di tempo per presentare appello, ma con scarse speranze di ridurre la botta.

Violenza, Russia stangata -6 con la condizionale

Putiferio È lo stesso presidente

della federcalcio russa Sergei Fursenko a temere il peggio. «Faremo appello — ha detto ieri — ma accetteremo qualsiasi decisione dell’Uefa». Fursenko qualche giorno fa aveva onestamente lanciato l’allarme, ma lo avevano trattato da Cassandra: «Certi comportamenti dei nostri tifosi sono inaccettabili, occhio che così ci squalificano». Non l’avesse mai detto. Ieri, poveraccio, è toccata a lui la difesa d’ufficio: «La decisione mi sembra piuttosto severa, come peraltro è costume dell’Uefa. Ci dispiace che la squadra debba pagare dazio per le intemperanze di qualche isolato violento». Una dichiarazione misurata. Ma nel giro di poche ore la polemica in Russia è salita di livello, e la frittata come da tradizione è stata rigirata. Un crescendo che ha coinvolto prima il ministro dello Sport russo Vitaly Mutko, dopo scambio epistolare con l’omologa polacca Joanna Mucha («Tutelate i nostri ti-

Punita per i pestaggi degli steward nella gara d’esordio: se capiterà di nuovo saranno scontati nelle qualificazioni a Euro 2016 DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRO CATAPANO VARSAVIA (Polonia)

Il day after procedeva sui binari classici del politically correct, tra commenti minimizzatori («Abbiamo tenuto la situazione sotto controllo», il sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz) e reazioni ufficiali piuttosto soft («La Uefa condanna gli incidenti isolati, il nostro obiettivo è agevolare il godimento delle partite dei veri tifosi e isolare la piccola minoranza di violenti», il comunicato dettato da Platini). Solo da Mosca, sui fatti di Varsavia giungeva una ricostruzione spionistica (dell’opposizione), in perfetto stile Urss: «Una provocazione geniale ordita da Putin», non si sa bene per quale motivo. Insomma, 184 arresti e dieci feriti, di cui tre gravi, venivano derubricati a un «piccolo incidente di percorso», come fatto intendere pure dal premier polacco Tusk. Mazzata È stato a quel punto,

più o meno all’ora del tramonto, che tra capo e collo della Russia è arrivata la mazzata dell’Uefa: 120.000 euro di multa (bruscolini per gli oligarchi...) e sei punti di penalizzazione da scontarsi durante la fase di qualificazione al prossimo Europeo (in Francia), questa sì una bella botta. Volevate la tolleranza zero? Eccovi serviti. Ma Varsavia non c’entra. La sentenza emessa ieri dall’Organo Disciplinare e di Controllo dell’Uefa colpisce le

La storia

DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI KHARKIV (Ucraina)

Alle finestre hanno messo delle sbarre bianche. Inutili, a meno che si voglia evitare un suicidio, perché difficilmente Yulia Tymoshenko potrebbe uscire da lì, all'ultimo piano della clinica Ukrzalinytsia, blocco numero cinque. «Non la lasciano andare da sola neppure in bagno», informa Tamara, una delle protestanti che non la abbandona mai. A distanza, perché nessuno si può avvicinare alla detenuta Yulia. La figlia va a visitarla tre giorni alla settimana. Appoggio Cuori di carta e ban-

diere appesi ai cancelli, qualche foto. Una sciarpa ricamata come i vestiti della tradizione ucraina. Un mazzo di rose rosse. Sono i segnali dell'avamposto Tymoshenko, un gruppo di donne di varia età che si danno il cambio davanti ai cubi di cemento dell'ospedale. Il caldo è intenso, il gruppetto si è sistemato sotto gli alberi, seduto su casse e seggioline da picnic. «Non ce ne andiamo mai, qualcuno c'è sempre». Problemi con la polizia? «La polizia è

GLI EPISODI LE RISSE A VARSAVIA E WROCLAW 2

1

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Interviene Putin: «Sono molto preoccupato per i nostri tifosi, vanno tutelati»

1. Gli scontri tra russi e polacchi a Varsavia il 12 giugno IPP 2. Ultrà russi bloccati dalla polizia IPP 3. Un frame del video in cui i tifosi russi aggrediscono 4 steward, durante la gara con la Rep. Ceca

VICINO ALLA FAN ZONE

Falso allarme bomba a Kiev Falso allarme bomba a Kiev. Una telefonata anonima è arrivata alla polizia ucraina attorno alle 16.30 locali per avvertire che un ordigno era stato piazzato proprio accanto alla Fan Zone della capitale. Le forze dell’ordine hanno verificato, ma non hanno trovato bombe.

violenze dei tifosi russi a Wroclaw, in occasione dell’esordio europeo con la Repubblica Ceca: il pestaggio ai quattro steward (finiti all’ospedale), il lancio di petardi e fumogeni, l’esposizione di simboli proibiti (contenevano messaggi politici riconducibili all’estrema destra). Sui presunti insulti razzisti rivolti a Gebre Selassie (ceco di origine etiope), invece, un’altra indagine Uefa è ancora in corso. Perciò, potrebbe arrivare qualche altra sorpresa, anche se il rapporto della

Fare al riguardo è piuttosto deboluccio.

fosi e turisti!»), poi direttamente il presidente Putin, pure lui previo contatto col premier polacco Tusk. «Sono molto preoccupato per la condizione dei nostri tifosi all’Europeo — ha fatto sapere attraverso il suo portavoce Dimitri Peskov —. Gli organizzatori del torneo si sentano tutti pienamente responsabili della sicurezza dei tifosi delle squadre partecipanti». Verrebbe da rispondergli: altrimenti? (ha collaborato Giorgio Kudinov)

In guardia Ma il tutto è stato

emesso con la condizionale. Cioè, la pena comminata ieri dall’Uefa è sospesa per un periodo che parte oggi e termina al fischio finale dell’ultimo spareggio per Euro 2016. In questa fase, però, sarà sufficiente che un solo russo ubriaco lanci una lattina in campo o agiti un vessillo vietato perché la pena diventi immediatamente esecutiva, con il sovraccarico, a quel punto, di un’ulteriore pe-

L’UEFA CHIARISCE

«Non contano gli incidenti di Varsavia» VARSAVIA Ci si era posti il dubbio: come valutare le intemperanze russe di martedì all’interno dello stadio di Varsavia (quelli durante la partita con la Polonia, per intenderci) dopo la sentenza dell’Uefa emessa per gli incidenti di Wroclaw? Già decisivi per penalizzare Arshavin e compagni? Il chiarimento No, ha chiarito in serata l’Uefa: quanto successo a Varsavia non rientra nel periodo di prova che la Russia dovrà attraversare da oggi. Però, tanto per non farci mancare nulla, i fatti di martedì sono sufficienti ad avviare un’altra indagine disciplinare, su cui l’Uefa farà il punto domenica. I fatti Ma cosa è successo a Varsavia? I fatti sotto indagine sono il lancio di petardi, l’invasione di campo di un tifoso e, anche in questo caso, l’esposizione di striscioni illeciti. Trattasi, probabilmente, del gigantesco lenzuolo esibito all’ingresso delle squadre, apparentemente innocuo. In realtà, oltre alla scritta facilmente traducibile «This is Russia», conteneva pure l’effige di Dmitrij Pozarskij, eroe russo che nel 1612 liberò Mosca dall’occupazione polacco lituana. L’Uefa lo ha riconosciuto? E, nel caso, come valuterà il messaggio, storico o politico? Pure la Polonia è finita nel mirino della Disciplinare dell’Uefa, ma i tifosi biancorossi si sono macchiati «soltanto» del lancio di alcuni petardi. Mal comune mezzo gaudio? a. cat.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ospedale di Kharkiv, avamposto Tymoshenko «Nemmeno in bagno può andare da sola» lì». La donna indica un camioncino senza insegne. Poliziotti in divisa azzurra pattugliano il cortile dell'ospedale e i parcheggi, ma non si avvicinano. Lasciano che le donne stiano lì, con la loro protesta muta.

la scheda

L’UCRAINA DI YULIA 1

2

Attese «Siete tedesche?». È la

prima cosa che Tamara chiede, forse perché la Germania è stata la nazione che più duramente si è pronunciata contro la detenzione della Tymoshenko e soprattutto contro il trattamento al quale l'ex primo ministro ucraino è sottoposta. La Merkel ha deciso di non presenziare alle partite della sua nazionale (chissà se farebbe uno strappo per la finale a Kiev) e secondo la stampa tedesca avrebbe impedito anche ai suoi ministri di presentarsi al campionato europeo. «Yulia libera», c'è scritto sulla maglia che le donne portano. Dietro, sulla schiena, un pallone in mezzo alle sbarre: «Football fest in prison». A Kiev, i gazebo dei sostenitori dell'ex primo ministro sono piazzati ai limiti della Fan Zone. A Kharkiv, sulla enorme piazza centrale, non c'è traccia di Yulia, ma all'ospedale le fedelissime resistono. «Dobbiamo lottare tutti insieme«.

3

YULIA TYMOSHENKO 51 ANNI EX PRIMO MINISTRO UCRAINA

Yulia Tymošenko è nata a Dnipropetrovsk, il 27 novembre 1960. È la leader dell'Unione di Tutti gli Ucraini «Patria» e la più grande alleata di Viktor Juschenko. Fu anche una delle guide della Rivoluzione Arancione in Ucraina.

1996 Entra in politica. 2005 Diventa Primo Ministro. 1. A Kiev, la protesta per Yulia proprio fuori dalla Fan Zone AFP 2. Un’immagine di Yulia Tymoshenko, ex Primo Ministro EPA 3. La figlia di Yulia Tymoshenko, Eugenia, fuori dall’ospedale AP Controversie Yulia è stata la pa-

sionaria della rivoluzione arancione nella quale sono convogliati anni fa sentimenti nazionalisti, tradizionalisti, indipendentisti, progressisti, un crogiuolo di energie che ha portato al potere per breve tempo lei e una classe politica che ha messo insieme successi e critiche. Yulia è stata accusa-

ta di corruzione, abuso di potere e evasione fiscale. È finita in carcere con gravi problemi alla schiena, ha cominciato lo sciopero della fame, ha messo in circolo foto di se stessa con lividi ed escoriazioni. L'Europa si è ribellata, la Merkel ha alzato la voce, ma uno scherzo del destino vuole che alla Germania tocchi giocare contro l'Olanda, la rivale più accesa,

proprio a Kharkiv, nello stadio del Metalist, a pochi chilometri dalla stanza-cella della Tymoshenko. Le donne di Yulia si aspettano che il problema venga inserito nei taccuini dei politici prima della fine della festa del calcio. «Tornate presto». E si mettono in posa accanto ai cuori di cartone stesi al sole. © RIPRODUZIONE RISERVATA

È la prima donna in Ucraina. 2007 Fino al 2010 è di nuovo Primo Ministro. 2010 Si ripresenta alle elezioni contro il candidato rivale Janukovic, che vince al ballottaggio. 2011 In agosto, il tribunale di Kiev ne ordina l’arresto per aver trattato gas con la Russia senza il consenso del governo. Lei sostiene che sia una sentenza politica. Viene arrestata ed in Ucraina iniziano le rivolte. Il 22 novembre viene ricoverata in ospedale per le percosse subite in carcere.


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EURO 2012 LA GUIDA TUTTO L’EUROPEO IN UNA PAGINA

UNA TRAPPOLA PER LA SPAGNA

GDS

MARCATORI E PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

Gomez raggiunge Dzagoev Sono in testa a quota 3 reti 3 gol: A. Dzagoev (Russia, foto AP); M. Gomez (Germania). 2 gol: A. Shevchenko (Ucraina); N. Bendtner (Danimarca); V. Pilar (R. Ceca). 1 gol: R. Lewandowski e J. Blaszczykowski (Polonia); D. Salpigidis e T. Gekas (Grecia); R. Shirokov e R. Pavlyuchenko (Russia); M. Krohn Dehli (Danimarca); A. Di Natale (Italia); C. Fabregas (Spagna); N. Jelavic e M. Mandzukic (Croazia); S. St Ledger (Irlanda); J. Lescott (Inghilterra); S. Nasri (Francia); Z. Ibrahimovic (Svezia); P. Jiracek e V. Pilar (Rep. Ceca); Pepe, H. Postiga e S. Varela (Portogallo); R. Van Persie (Olanda). I provvedimenti disciplinari: ESPULSIONI: S. Papastathopoulos (Grecia); W. Szczesny (Polonia). AMMONIZIONI: J. Holebas e G. Karagounis (Grecia); M. Van Bommel, N. De Jong e J. Willems (Olanda); S. Poulsen (2), W. Kvist, L. Jacobsen e N. Zimling (Danimarca); H. Postiga, F. Coentrao, R. Meireles e C. Ronaldo (Portogallo); H. Badstuber e J. Boateng (2) (Germania); M. Balotelli, L. Bonucci, G. Chiellini e C. Maggio (Italia); A. Arbeloa, R. Jordi Alba e F. Torres (Spagna); K. Andrews (Irlanda); L. Modric e N. Kranjcar (Croazia); A. Young e A. Oxlade Cham. (Inghilterra); K. Kallstrom e R. Elm (Ucraina); T. Rosicky, P. Jiracek, D. Kolar (Rep. Ceca); E. Polanski e R. Lewandowski (Polonia); A. Dzagoev (Russia).

la guida

Diamo i numeri

In caso di parità al termine del girone vale la differenza reti nelle sfide dirette

FASE FINALE

Al termine della fase a gruppi, se più squadre si trovano a pari punti, per determinare la classifica il regolamento del torneo prevede nell’ordine: A) maggior numero di punti ottenuti nelle partite giocate tra le squadre in questione (scontri diretti);

E) miglior differenza reti in tutte le partite della fase a gironi;

Italia

20

F) maggior numero di gol segnati in tutte le partite della fase a gironi;

B) miglior differenza reti derivante dalle partite tra le squadre in questione;

G) posizione in classifica Uefa per coefficiente delle nazionali, ottenuto con le qualificazioni e la fase finale di Euro ’08, qualificazioni e fase finale al Mondiale ’10 e le qualificazioni di Euro ’12.

C) maggior numero di gol realizzati nelle partite tra le squadre in questione;

H) classifica fair play delle squadre nella fase finale del torneo;

D) se, dopo avere applicato i criteri da a) a c), 2 squadre sono ancora appaiate, i criteri da a) a c) si applicano esclusivamente alle partite tra le 2 squadre in questione. Se tale procedura non dovesse produrre un verdetto, s’applicano i criteri da e) a i):

I) sorteggio. N.B. Se due squadre che hanno gli stessi punti, gol segnati e subiti, si affrontano nell’ultimo match del gruppo e sono ancora in parità al termine della gara, la classifica delle due squadre è determinata dai calci di rigore.

L’ESORDIO

La prima di Bilic

2006 SCONTRI DIRETTI

Spagna-Irlanda

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Gli anni da cui la Nazionale non manca una fase finale di un torneo internazionale — Mondiale o Europeo — l’ultima volta fu nel 1992 nell’Europeo in Svezia vinto dalla Danimarca. L’ultimo incontro tra Italia e Croazia segna il debutto dell’allenatore croato che riesce a battere gli azzurri per 2-0 all’Armando Picchi di Livorno. Le statistiche danno ragione agli spagnoli che hanno vinto 13 incontri pareggiandone 7 e perdendone 4. Nelle sfide ufficiali, domina la Spagna con 8 vittorie su 14 partite.


GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

ITALIA-CROAZIA

Ansia Chiellini, Abate 5 punti Bilic si lamenta della sua difesa Le ultime dai ritiri di Italia e Croazia. Qui Italia Ansia Chiellini. Il difensore alla fine dell’allenamento ha accusato un risentimento muscolare. Lo staff medico è ottimista sulla sua presenza, ma è logico che questo sarà un problema in più per Prandelli al momento delle scelte. Qualora non ce la facesse, toccherebbe a Ogbonna. Cinque punti sul sopracciglio destro di

Abate, suturato dal professor Enrico Castellacci dopo una brutta testata con Nocerino. Da segnalare, poi, come Barzagli abbia ufficializzato una buona notizia: «Da venerdì (domani, ndr) posso tornare ad allenarmi in gruppo. Sto lavorando tantissimo». In allenamento brillante Andrea Pirlo nella consueta veste di «assist man». Qui Croazia Slaven Bilic fa

pretattica e non regala un’indicazione. I media croati riferiscono del suo scontento per la prestazione della difesa — ma sarebbe meglio allargare il discorso alla fase difensiva — nella partita d’esordio contro l’Irlanda, che pure è stata vinta. Rischia di lasciarci le penne Schildenfeld, difensore di origini austriache: lo sostituirebbe il 34enne Simunic (che però non attraverserebbe un momento di grande forma). C’è chi ipotizza gli impieghi di Vida e/o di Pranjic, ma l’opzione più gettonata vuole che Bilic, alla fine, confermi l’«undici» che ha battuto gli irlandesi di Trapattoni.

SPAGNA-IRLANDA

I campioni con una punta vera? Il Trap potenzia il centrocampo Le ultime dai ritiri di Spagna e Irlanda. Qui Spagna Il c.t. Del Bosque non ha svelato la formazione. Il dubbio che assilla gli spagnoli è se stavolta metterà in campo una punta di ruolo (probabile) o se confermerà lo schieramento senza attaccanti e con Cesc Fabregas nell’insolito ruolo di punta centrale. Proprio il centrocampista del Barcellona, a segno contro l’Italia all’esordio, è

convinto che questo Europeo possa rappresentare la svolta della sua carriera in nazionale. «È vero che sfondare nella Spagna è stato più difficile che da altre parti. Sono in nazionale da sei anni e non ho mai smesso di pensare che prima o poi il mio momento sarebbe arrivato» ha detto. Qui Irlanda Il Trap sceglie di potenziare il centrocampo. L’idea

GOL ITALIA

L’OVER

1,27

1,80

Per due volte, negli ultimi tre scontri diretti con la Croazia, gli azzurri non sono riusciti a segnare. Oggi la lavagna da buone chance.

A occhio si direbbe il contrario, ma in realtà la tradizione dei confronti tra Spagna e Irlanda è decisamente da Under (8 nelle ultime 10 partite).

CASSANO GOL

TORRES GOL

2,10 Con l’Italia ha sbagliato un’occasione clamorosa, ma Torres è il primo nome nella lista dei possibili marcatori.

LA GIOCATA SUL RISULTATO

Svezia: per chi sbaglia c’è il tiro alle natiche... Un errore, anche se solo in allenamento, può costare caro nella nazionale svedese... E la punizione può essere anche dolorosa: giù i pantaloncini e di schiena (prima in ginocchio e poi in piedi) verso i compagni che, muniti di pallone, cercano di centrarti le natiche. E' successo a Kiev al secondo portiere Johan Wiland, 31enne che vanta 8 presenze in Nazionale. La causa di tutto questo? Un errore durante il torello al volo IPP

del tecnico di Cusano Milanino è quella di togliere il deludente centravanti Doyle e inserire Walters con il tentativo di infastidire i registi spagnoli. Un ballottaggio c’è anche tra Andrews e Gibson ma il primo dovrebbe spuntarla. «Abbiamo digerito la batosta contro la Croazia ora faremo vedere a tutti la vera Irlanda» è lo slogan che regna dentro il gruppo dei verdi. Robbie Keane non è preoccupato dall’idea di operare da unica punta: «Sarebbe una novità rispetto alle ultime gare ma non avrei difficoltà ad adattarmi. L’importante è non rinunciare ad attaccare».

Le quote

Balotelli e Di Natale sono i favoriti per segnare: entrambi sono a 2,80. Poi c'è Cassano...

laFotonotizia

23

Le quote

3,00

GDS

LA GAZZETTA DELLO SPORT

1 2.10

X 3.25

LA GIOCATA SUL RISULTATO

2 3.50

GDS

CONCORSO BETTER

Italia-Croazia Di Natale andrà ancora a segno? Né Balotelli, né Cassano: il protagonista fin qui è stato Di Natale. Potrebbe capitare anche stavolta, quindi occhio alla scelta per il concorso di Better «Lui Segna e Tu Vinci». Chiunque scommetterà su un qualsiasi evento degli Europei potrà anche puntare sul marcatore di Italia Croazia. In caso di pronostico esatto, sarà possibile partecipare all’estrazione dei premi giornalieri. Tra le varie opzioni, anche la previsione dello 0 0 o un autogol.

1 1.25

X 5.50

2 11

Gazzetta.it «GAZZA OFFSIDE» SPECIALE DEDICATO AGLI AZZURRI Riecco «Gazza Offside» in edizione speciale dedicata all’Europeo con gli approfondimenti dei nostri inviati in Polonia e Ucraina e i commenti in studio con Diego Antonelli e Alberto Cerruti. Un appuntamento che vi terrà compagnia dopo ogni partita giocata dagli azzurri di Prandelli e in ogni caso fino alla finale del torneo, con una puntata per ciascun turno. In quella di oggi, servizi sulle stelle, sulle grandi favorite per il successo e sulla storia della manifestazione con numeri e statistiche.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

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MERCATO

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SU MILAN CHANNEL

LE TAPPE

L’appello sulla schermata di Milan Channel

Appello in tv «Presidente lo tenga!» In rete continua la protesta dei tifosi. El Shaarawy: «Spero resti sino a fine carriera» MARCO PASOTTO MILANO

Resta da capire se Berlusconi abbia fatto in tempo a sintonizzarsi, ma l’impatto visivo studiato da Milan Channel è stato comunque altamente scenografico. Ieri il canale tematico del club rossonero ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente: una schermata fissa dalle 13 alle 13.30 con la foto del Cavaliere, di Thiago e la scritta «Presidente noi la preghiamo... Lo tenga!!!». Il tutto con l’inno societario in sottofondo. Avanti così per mezz’ora filata. Poi la diretta con la consueta rassegna stampa, dove il direttore Mauro Suma ha spiegato: «Una preghiera a volta vale più di mille proteste». C’è già chi si dice sicuro che se il canale ufficiale del Milan si è sbilanciato a tal punto, significa la quasi certezza di vedere ancora Thiago in rossonero. Insomma, il popolo rossonero ha riacceso la fiammella della speranza e Milan Channel se n’è fatto portavoce. Una sorta di pubblico appello per dare la parola ai tifosi, dopo aver sentito persone disposte ad autotassarsi pur di non perdere il brasiliano, o a vendere tutti tranne lui.

1 GIUGNO Galliani vola in Francia per assistere a una partita del Roland Garros. Viene scovato in compagnia di Leonardo e Ancelotti e inizia così il tam-tam di mercato

Thiago Leonardo, 42 anni, d.s. del Psg LIVERANI

Thiago Silva, 27 anni difensore ANDREOLI

5 GIUGNO Intervistato a Malpensa al termine della Crociera rossonera Galliani dichiara: «Ibra e Thiago restano al 99,9%» 11 GIUGNO Si diffonde la voce che Thiago Silva è già a Parigi. Il Psg offrirebbe 50 milioni per il brasiliano, l’accordo sembra imminente 12 GIUGNO Galliani vola a Parigi e si vede con Leonardo per trattare Thiago. Manca solo l’ufficialità, ma appare già tutto deciso

Tutti in bacheca Fra la gente spunta dunque un raggio di luce. Ma ovviamente le forme di protesta sui social network continuano. Su Facebook i gruppi in «difesa» del brasiliano ieri erano saliti a nove (fra cui anche un «Se vendono Thiago andiamo tutti in via Turati a protestare»), per un totale di oltre 4.500 iscritti. Ed è stata presa d’assalto anche la bacheca della pagina ufficiale rossonera (che conta oltre 10 milioni e mezzo di fan), dove hanno scritto più o meno da tutto il mondo alternando rabbia, ironia e speranza. Fino alla fine Dalla rosa rossonera intanto arriva un’altra voce. In questo caso decisamente più conciliante rispetto ai malumori di Cassano e ai dubbi di Boateng. Stephan El Shaarawy, ieri a Marassi per una premiazione, ha detto a Sky: «Sappiamo tutti che Thiago per noi è un giocatore fondamentale, un grandissimo campione che può fare la differenza. Mi auguro che rimanga al Milan sino alla fine della carriera e faccia la storia di questa società». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutto fatto con il Psg ma Galliani ammette «Berlusconi vuol tenerlo» L’a.d. del Milan trova l’intesa con Leonardo: 42 milioni più bonus In serata confida ai tifosi: «Di solito le preghiere funzionano...» DAL NOSTRO INVIATO

CARLO LAUDISA twitter@carlolaudisa PARIGI

Thiago nelle mani di Silvio per restare rossonero. A Parigi ieri mattina il Psg ha definito tutti i dettagli per l’acquisto del difensore brasiliano, ma il presidente rossonero non ha autorizzato

Adriano Galliani a controfirmare i contratti. L’intesa parte da una cifra di vendita per 42 milioni di euro a cui vanno aggiunte altre postille. Ad esempio il Psg s’impegna a contribuire per la clausola di solidarietà Fifa che ammonta a 2,1 milioni e ha pattuito pure le procedure per i bonifici. Il giocatore A ciò si aggiunga che

la società parigina ha disegnato anche l’accordo con il giocatore, disposto a cambiar maglia per un quinquennale da 7,5 milioni di euro netti a stagione. Un’opzione gradita anche al suo sponsor tecnico Nike, interessato a sfondare sul mercato francese. Insomma anche nell’entourage del giocatore si vede di buon occhio questo maxi-trasferimento.

E ciò pone delle nette differenze con i precedenti voltafaccia rossoneri per Pato (sempre con il Psg) e Kakà (quando saltò il passaggio al City). E’ anche vero, però, che Thiago Silva si è sempre rimesso alle decisioni del Milan con cui è sotto contratto sino al 2016. E c’è da mettere nel conto l’idea di restare non lo deluda per nulla. Intanto è in vacanza a

A PARIGI CRONACA DI UNA GIORNATA PIENA DI SORPRESE

Ma Leo non molla: «La trattativa continua» Il d.s. del Psg: «Molti dettagli da definire. Magari alla fine non se ne farà niente...» ALESSANDRO GRANDESSO Twitter @calciofrancese PARIGI

Nella Ville Lumière, la trattativa tra Psg e Milan per Thiago Silva ha assunto ormai toni quasi metafisici, tra sensazioni di ottimismo e pessimismo dosate stoicamente da Leonardo, filosofo del tutto è pos-

sibile di fronte alle imprevedibili variazioni dello spread emotivo-finanziario rossonero. Sbalzi di umore che il d.s. parigino si limita a considerare normali, come un’eventuale rinuncia al difensore brasiliano. Stallo Insomma, un vero enig-

ma cominciato ieri alle 9,57 quando Leo è arrivato in sede del Psg alla guida dell’Audi nera con cui la sera prima con il sorriso sulle labbra aveva accompagnato lo stesso Adriano Galliani al prestigioso Hotel Bristol, dopo quattro ore di intensa trattativa. Negoziato che sembrava prossimo a un accordo. Ma per dirla come Galliani,

una volta nella hall del Bristol, «domani è un altro giorno». E così, in effetti, è stato. Perché ieri l’amministratore delegato rossonero non si è fatto vivo al Parco dei Principi da cui Leo, più tirato in volto, se n’è andato alle 16,52, però con a bordo due consiglieri di Thiago Silva, mentre da Milano arrivavano segnali di stallo. Lavezzi Segnali ignorati da Leo: «Mi occupo soltanto del Psg, il resto non mi riguarda, la trattativa con il Milan va avanti». Nonostante la scelta di Galliani di restarsene in hotel. Niente di strano: «L’incontro con Galliani era fissato da tempo, prima ci siamo visti in se-

Il colpo Lavezzi arriva

Se per Thiago Silva c’è stato l’inaspettato stop nell’affare, non ci saranno sorprese invece per l’arrivo di Lavezzi al Psg: Leonardo ha l’accordo sia col Napoli che col giocatore ANSA

de, poi abbiamo continuato a parlarci. Ma mancano molti dettagli e cose da discutere e magari alla fine si può anche decidere di non fare niente». Nonostante l’offertona del Psg che Leo ridimensiona: «Non sono 46 milioni e trattiamo solo Thiago Silva». Niente Ibra quindi, nonostante l’insistenza delle voci che ieri indicavano l’accoppiata da 85 milioni. In ogni caso, Leo si sente così: «Né ottimista né pessimista, si cerca di arrivare a un accordo. Ma non si andrà per le lunghe, prenderemo presto una decisione». Magari di rinuncia, appunto, anche se ieri dalla sede del Psg trapelava un certo ottimismo. E Lavezzi? «La trattativa continua, ne riparliamo la settimana prossima». Maicon? «Non c’è solo lui, la lista è lunga». E mai dire mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Silvio

I NUMERI

42 Dal vertice

milioni di euro: è la cifra offerta al Milan dal Paris Saint Germain per il cartellino di Thiago Silva, a cui vanno aggiunti i bonus

Adriano Galliani, 67, a.d. del Milan LIVERANI

Silvio Berlusconi, 75 IMAGOECONOMICA

7,5

milioni di euro: ecco quanto guadagnerà il difensore brasiliano per i prossimi cinque anni se cambierà maglia

3

gol segnati da Thiago Silva nell’ultima stagione con la maglia del Milan: due in campionato e uno in Champions League

Rio de Janeiro, mentre proprio ieri sera i suoi agenti hanno lasciato Parigi. Anche loro nelle stesse condizioni di Galliani... I colloqui A Parigi la mattina trascorre in maniera surreale. Adriano Galliani resta in albergo e lavora al telefono. I contatti con Leonardo sono numerosi, logica coda dell’overdose negoziale del giorno precedente. In un clima disteso, protrattosi a cena sino all’una di notte, l’a.d milanista ha ritrovato il feeling con il suo ex collaboratore. Insomma il Psg ha fatto tutto il possibile per persuadere i venditori. Mai era stata investita una cifra così alta per un difensore. E il Milan da questo punto di vista non ha potuto che prenderne atto. Ma a fare il resto è il silenzio di Silvio Berlusconi. Nel salutarsi con Leonardo l’a.d. milanista ha strappato una sospensiva di quasi una settimana. Una cautela necessaria per lasciare i tempi giusti alla pausa di riflessione presidenziale. L’attesa E’ chiaro che più giorni passano più possibilità ci sono che il maggior azionista opti per

DOPO LA LITE E LE SCUSE

Il presidente Garrone replica a Cassano «Un ritorno alla Samp? Non è possibile» GENOVA (fi. gri.) Premessa d’obbligo: mai dire mai. Nella vita o nel calcio, non fa differenza. Resta il fatto che per Antonio Cassano (foto Pegaso) la porta del Mugnaini (di nuovo da giocatore della Samp) rimarrà chiusa, dopo la puntualizzazione di ieri del presidente Riccardo Garrone. Così disse Fantantonio, due giorni fa nel burrascoso pomeriggio di Cracovia: «Ho un sogno. La Samp sarà sempre nel mio cuore». Considerando, poi, che il milanista era stato riaccolto con il sorriso a Bogliasco durante i playoff, sembrava che lo spiacevole episodio che aveva portato al divorzio fosse stato superato. Tutto vero, anche se Riccardo

Garrone ieri è stato chiaro: «La dichiarazione d’amore di Antonio per la Sampdoria risponde ai miei sentimenti nei suoi confronti, ma un ritorno alla Samp non lo vedo possibile. Ritengo che rimarrà un sogno». Il motivo? «Sono un uomo di calcio e so che la cosa fondamentale è che uno spogliatoio sia tranquillo mentre Antonio ogni tanto mette schegge impazzite. È un bravo ragazzo, lo fa in modo inconsapevole». E pazienza se Iachini ha avuto parole positive: «Un giocatore che qualunque tecnico vorrebbe avere». «Lui non l’ha mai allenato e non sa che cosa significa...», la chiusura del presidente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

il retroscena

tenersi il gioiello più conteso. Il clamore intorno alla vicenda ha reso spasmodica l'attesa. Anche gli interventi pubblici rossoneri vanno in un’unica direzione: resistere alle tentazioni per Thiago. Ma l’impressione è che il maggior azionista voglia prendere la decisione senza condizionamenti. Anche perché è lui il primo a tifare per questa soluzione. Ieri, intanto, Galliani s’è concesso una serata di stacco, andando a cena con il vecchio amico Flavio Briatore. E durante la serata da «Giannino» ha fatto un commento da cui traspare un possibile lieto fine: «Le preghiere a Berlusconi di tenere Thiago? Di solito le preghiere funzionano, il presidente vuole trattenerlo». Ad ogni modo una risposta a Leonardo va data. Non è solo una questione di educazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

S La prima pagina della Gazzetta dello Sport del 13 gennaio 2012, che annuncia il no di Pato al Psg

ad Arcore arriva la strategia Il crocevia è sempre ad Arcore. È lì che Silvio Berlusconi e Adriano Galliani lunedì scorso hanno concordato la linea da tenere su Thiago Silva. All’insaputa di tutti, il presidente onorario e l’amministratore delegato rossonero hanno messo nel conto tutte le opzioni dell’imminente missione parigina per la cessione del difensore brasiliano. Una strategia silente di cui solo ora si possono comprendere gli effetti. In pratica il proprietario del club rossonero ha autorizzato il suo vice a vedere l’offerta del Psg senza dare per scontata la vendita del top player della difesa di Max Allegri. E il manager ha eseguito a puntino il compito. Il prezzo strappato al club francese garantirebbe alla società una plusvalenza di circa 36 milioni di euro, visto che era stato pagato 10 milioni e quella spesa in questi tre anni è stata già in parte ammortizzata. Un sollievo evidente per i conti di via Turati. L’ultimo rosso di 67 milioni impone sacrifici significativi. Non solo nella gestione, ma soprattutto per l’inevitabile ricorso all’ormai ricorrente ripianamento a opera della proprietà.

Questione di conti Ed è chiaro come Silvio Berlusconi sia di nuovo di fronte a un bivio. Rinunciare alla vendita di Thiago Silva comporta un suo nuovo intervento finanziario. Un’eventualità che evidentemente lui mette nel conto, anche perché è spinto sempre dalla voglia di tenere alto il profilo delle ambizioni milaniste. E in questa direzione non vanno sottovalutate neanche le considerazioni di sua figlia Barbara, convinta a trattenere anche Thiago Silva. Ma c’è dell’altro. A confortare Berlusconi (anche se solo parzialmente) sono i progressi dell’ultimo periodo nella politica retributiva del club. Negli ultimi sei mesi Adriano Galliani è già riuscito ad accumulare risparmi per 25 milioni di euro. E guardando alla prossima stagione può essere già messo in preventivo un dimagrimento per altri 50 milioni negli stipendi ai tesserati. Un’opera di risanamento che va di pari passo con la politica dei parametri zero o dei low cost in genere. Così il canovaccio è presto fatto. Tenendo Thiago Silva e Ibra il mercato rossonero non avrà particolari sussulti. A meno che, ad esempio, non giungano delle offerte interessanti per Robinho. Allora sì che qualche fuoco pirotecnico potrebbe essere acceso. Di tutto questo s’è parlato nell’ultimo summit di Arcore. E tutto ciò può spiegare come il dietro front di ieri debba sorprendere solo sino a un certo punto. c.lau. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I PRECEDENTI PER ALTRI DUE BRASILIANI ILLUSTRI C’È STATO UN DIETROFRONT ALL’ULTIMO MINUTO

Kakà e Pato, affari saltati con gli sceicchi Nell’inverno 2009 Ricky disse no ai soldi del City. E la storia si è ripetuta con il Papero FABIANA DELLA VALLE MILANO

Chissà se anche stavolta finirà a tarallucci e vino, con un addio annunciato ma mai concretizzato. In fondo non sarebbe una novità: quello degli affari saltati tra il Milan e gli sceicchi è un film già visto che fa ancora sperare i tifosi rosso-

neri. Tutto cominciò tre anni e mezzo fa, quando lo sceicco Mansour degli Emirati Arabi era da poco diventato il proprietario del Manchester City e aveva deciso di renderlo grande acquistando Kakà. Kakà ci ripensa Riccardino era stato protagonista nella Champions 2007, l’ultima vinta dal Milan, e nello stesso anno aveva ricevuto il Pallone d’oro. Era l’idolo della curva e il preferito di Silvio Berlusconi, ma lo sceicco mise sul piatto 105 milioni di euro per il club più 19 per il giocatore: impossibile non vacillare di fronte a tutti quei soldi. Sembrava tutto fatto, c’erano state le lacrime del brasilia-

no a San Siro, gli striscioni d’amore e le proteste dei tifosi. Pochi giorni dopo arrivò il colpo di scena: Berlusconi diede l’annuncio («Kakà resta») e il diretto interessato certificò il dietrofront dalla finestra dell’ultimo piano della sua casa in corso Magenta, sventolando la maglia numero 22 e battendosi il pugno sul cuore. «I soldi non gli interessano — spiegò il patron — si è tolto dal mercato per restare al Milan». Peccato che sei mesi dopo Ricky e il Milan cedettero alla corte del Real Madrid.

Il Pallone d’oro però sei mesi dopo lasciò il Milan per andare al Real Madrid A gennaio sembrava tutto fatto per Pato, ma Berlusconi bocciò il trasferimento

Contrordine Pato Sei mesi fa al-

tro brasiliano, altro affare sfumato. In ballo c’era il passaggio

Kakà, 30, con la maglia del Milan AP

di Pato al Paris Saint Germain degli sceicchi del Qatar. C’era l’accordo per 28 milioni più 7 di bonus (e 7 per il giocatore) e Galliani era già a Londra per chiudere la trattativa con il City per Tevez quando arrivò il contrordine da Milano: «Pato ha deciso di restare al Milan», annunciò l’a.d., che tornò a casa senza Tevez. In realtà l’operazione era stata bocciata dal presidentissimo, che considerava poco intelligente cedere un giocatore di 22 anni per prenderne uno di 27. Ora la palla è di nuovo tra i piedi di Berlusconi: spetta a lui l’ultima parola sulla cessione di Thiago Silva al Psg. Curiosità: il difensore sbarcò a Milanello tre anni e mezzo fa, nei giorni in cui saltò l’affare City-Kakà. Per i tifosi è un motivo in più per sperare in un altro dietrofront. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

MERCATO

v Ufficiale: Di Matteo

Jovetic, l’assalto di Abramovich Offerti 25 milioni

identiKit & CARRIERA

INTESA BIENNALE MA GUARDIOLA È BLOCCATO PER IL 2013

Il Chelsea esce allo scoperto in maniera ufficiale per la punta della Fiorentina: oggi incontro Pradè-agente vic sono stati avvistati al Franchi. Convincere la Fiorentina non sarà affatto facile, con i viola forti della durata del contratto. La stessa Fiorentina non ha mai fatto un vero e proprio prezzo per il calciatore, evitando di dare una valutazione al cartellino. Considerando Jo-Jo il perno del nuovo ciclo viola, con i 14 gol messi a segno nel campionato scorso, il primo dopo il tremendo infortunio al ginocchio del 3 agosto 2010, intesi come solo l’inizio di una carriera straordinaria. Una cosa è certa. Il Chelsea fa sul serio. E Jovetic è in cima alla lista della spesa del magnate Roman Abramovich in considerazione di valore, forza ed età.

ALESSANDRA GOZZINI GIOVANNI SARDELLI FIRENZE

Da oggi i tifosi della Fiorentina hanno venti milioni di motivi per iniziare a preoccuparsi. Uno a sterlina. Perché venti milioni di sterline è l’offerta che oggi il procuratore di Stevan Jovetic porterà a Milano all’attenzione del neo diesse viola Daniele Pradè. Dall’Inghilterra filtra infatti la notizia che il noto e forte interesse del Chelsea per il talento della Fiorentina si è trasformato in richiesta ufficiale da parte del club di Roman Abramovich. Ed a suon di sterline i campioni d’Europa proveranno a convincere la Fiorentina a cedere il proprio gioiello.

Su e giu’ Detto di Jovetic, un’altra storia. Dal Perù fanno sapere che il recente comportamento di Juan Manuel Vargas non è stato irreprensibile, con il calciatore (comunque infortunato) a spasso in orario poco consono durante il ritiro della propria Nazionale. Infine una novità in chiave mercato: i viola avrebbero messo gli occhi su un altro sudamericano, il brasi-

Avvisaglie Che il rapporto tra

Jovetic e la Fiorentina fosse meno saldo di quanto il contratto recentemente prolungato (fino al 2016) potesse far pensare, era nell’aria. «Noi desideriamo ripartire da Jovetic costruendo su di lui la nuova squadra: ma insieme al nostro

I campioni d’Europa da tempo hanno messo gli occhi sul montenegrino allenatore vogliamo solo gente fortemente motivata a vestire la nostra maglia», ha detto pochi giorni fa il direttore sportivo Pradè sull’argomento. Chiosando. «Il ragazzo deve farci sapere cosa ha intenzione di fare». Montella «Voglio parlarci — ag-

giunse Montella — e poi guardarlo negli occhi. Per capire se i fatti danno seguito alle parole». Il silenzio delle ultime settimane da parte del calciatore sull’argomento futuro, non fa-

Ora tocca al club viola rispondere alla decisa offensiva del club inglese Stevan Jovetic, 22 anni, è arrivato alla Fiorentina nell’estate del 2008 dopo due stagioni col Partizan Belgrado, dove ha fatto anche parte delle giovanili PHOTOVIEWS

ceva dormire sonni tranquilli alla tifoseria viola. Adesso toccherà alla Fiorentina rispondere ad un’offerta che, cambio alla mano, parla di quasi 25 milioni di euro messi sul piatto. Oggi Già in giornata quindi, Ra-

madani (l’agente del calciatore) sottoporrà la proposta del club di Londra a Pradè. Il Chelsea del resto segue il ragazzo da moltissimo tempo: ed in alcune circostanze, anche durante la stagione appena conclusa, gli osservatori di Abramo-

liano Marcelinho. Il passaporto comunitario ed una valutazione che si aggira sui 2 milioni di euro hanno attratto la Fiorentina, anche se l’impressione è che la trattativa ancora non sia stata avviata. Marcelinho è un classe ’87 e gioca in Grecia, nello Skoda Xanthi. Campionato, quello greco, seguito con interesse dagli osservatori viola che già avevano messo gli occhi su Leto, attaccante esterno del Panathinaikos. © RIPRODUZIONE RISERVATA

resta al Chelsea Con l’ombra di Pep Cifra record per il nuovo accordo tv della Premier: 3 miliardi di sterline per tre stagioni DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO BOLDRINI CRACOVIA (Polonia)

Alla fine, notizia nella notizia in un Chelsea dove la ragione va spesso a farsi benedire, ha prevalso il buon senso: Roberto Di Matteo resta alla guida dei Blues. L’annuncio è arrivato ieri pomeriggio, rispettando il copione elaborato qualche giorno fa. Si attendeva il ritorno dell’allenatore italiano dalle vacanze, accoppiata di sole Barbados-Miami, per la firma sul contratto e comunicazione ufficiale. Di Matteo ha siglato un accordo biennale, con una penale in caso di rottura anticipata, evento probabile visto che Abramovich ha già bloccato Guardiola per la stagione 2013-2014. Il retroscena Di Matteo (nella foto Epa) è stato abilissimo nella gestione di questo momento. Paradossalmente, la conquista della Champions League e della Coppa d’Inghilterra, consegnate alla bacheca dei Blues in appena 76 giorni di lavoro, non avevano garantito la conferma. Abramovich è innamorato di Guardiola e ha cercato di convincere l’allenatore catalano a rinunciare all’anno sabbatico. Di fronte alla resistenza di Guardiola, gli uomini di Abramovich si sono messi alla ricerca di un mana-

ger disposto a scaldargli il posto. E’ stato questo particolare a far saltare la candidatura di Capello. Alla fine della giostra, è stato confermato Di Matteo, al quale Abramovich ha già consegnato Hazard e Marin. Il prossimo colpo potrebbe colmare il buco aperto dall’addio di Drogba: il centravanti brasiliano Hulk, costo 38 milioni di sterline. Le parole Stanco per il viaggio, giacca e cravatta, ecco Di Matteo: «Sono ovviamente contento di essere rimasto. La scorsa stagione abbiamo ottenuto un successo che è entrato nella storia del club, ma nel calcio non si vive di ricordi. Bisogna guardare avanti e migliorare in campionato, colmando il gap con le squadre di Manchester. Sono arrivati Hazard e Marin. Ci saranno acquisti e perderemo qualche giocatore, ma non ci saranno rivoluzioni. Ho trascorso una vacanza da favola con la famiglia, ora si torna al lavoro». Di Matteo sa che avrà il vento contrario. L’ombra di Guardiola sarà onnipresente. Roberto ha solo un modo per rimettere in discussione il progetto di Abramovich: vincere la Premier. Premier e tv E a proposito di Premier, ieri è stato annunciato il nuovo contratto televisivo, valido per il 2013-2016, siglato con il consorzio BSkyB e Bt per la cifra record di 3,018 miliardi di sterline. L’aumento rispetto all’accordo precedente è considerevole: + 1,254 miliardi. Il pacchetto prevede la trasmissione di 116 gare a stagione da parte di Sky e 38 a cura di Bt. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ACCORDO BIENNALE

Vilanova, domani la firma sul contratto Il Barcellona dà inizio al dopo Guardiola BARCELLONA Adesso è arrivata anche l’ufficialità: sarà Tito Vilanova l’erede di Pep Guardiola sulla panchina del Barcellona. Già in occasione della conferenza stampa d’addio del tecnico di Santpedor, il club blaugrana aveva annunciato che sarebbe stato il suo vice a

prenderne il posto. Ora la conferma, con il Barça che ha trovato l’intesa con Vilanova per un contratto biennale. La firma dell’accordo arriverà domani alle ore 12 nell’ufficio del presidente Rosell. Subito dopo, alle 13, la presentazione alla stampa.


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MERCATO

A Juve, Asamoah-Isla

SUL TACCUINO

S Marco Verratti, 19 anni, è cresciuto nel settore giovanile del Pescara. Nell’ultima stagione in B ha totalizzato 31 presenze

S Omar El Kaddouri, 21 anni, è nato a Bruxelles ma ha anche il passaporto marocchino. Ha scelto di giocare per la nazionale africana

sono affari fatti Ora tocca a Giovinco Oggi l’incontro con il Parma per discutere dell’azzurro e con il Pescara per accelerare l’acquisto di Verratti zione comune. E il tanto atteso confronto dovrebbe avvenire oggi. Sarà di preparazione. Però di base c’è l’interesse della Juventus a riprendersi tutto Giovinco, evitando le buste perché qualcuno potrebbe appoggiare la candidatura del Parma e soffiarle il gioiellino.

MATTEO BREGA MILANO

Ieri la Juventus ha trovato l’accordo con gli agenti di Kwadwo Asamoah e Mauricio Isla per definire la doppia operazione con l’Udinese. Settimana scorsa i bianconeri avevano raggiunto il punto di equilibrio con i friulani (15 milioni per le due metà, altrettanti l’estate prossima per il trasferimento completo), ieri sono stati sistemati i dettagli con i procuratori dei giocatori. La giornata Da una parte Clau-

dio Vagheggi, dall’altra Leo Rodriguez, rispettivamente i rappresentanti di Asamoah e Isla. Dopo una visita in zona stazione Centrale, via per ripararsi da occhi (e orecchie) indiscreti in un altro albergo milanese. La notizia dell’accordo è filtrata nel corso del pomeriggio. I primi a essere informati sono stati i diretti interessati perché l’intenzione della Juventus è quella di sottoporli quanto prima alle visite mediche. Così quest’oggi Asamoah raggiungerà Torino per gli esami, mentre Isla si è imbarcato ieri sera (ora italiana) sul primo aereo diretto in Italia. Difficile che riesca a mettersi a disposizione oggi, più logico pensare che lo faccia domani. Ormai, comunque, si attende solo il comunicato ufficiale. Capitolo Giovinco Un giorno

è trascorso e un giorno in meno separa il Parma e la Juventus dalla data del 22 giugno. Alle ore 19 scade il termi-

Sopra il ghanese Kwadwo Asamoah, 23 anni. A sinistra il cileno Mauricio Isla, 24 LAPRESSE

Mercato: in arrivo il centrocampista brasiliano Anselmo ALESSIO DA RONCH GENOVA

«I tifosi della Sampdoria? Non li vediamo nemmeno». Pietro Lo Monaco non ha certo paura delle sfide, dopo aver puntato l’obiettivo della stella mette nel mirino la superiorità nella campagna abbonamenti e, nonostante una stagione travagliata, conta di superare abbondantemente la quota di tessere di un anno fa: «Erano poco più di 17 mila? Supereremo le ventimila. Ne sono sicuro. Io non sono qui a inaugu-

S Manolo Gabbiani, 20 anni, Nazionale Under 21: nell’ultima stagione, la prima in Serie A, ha realizzato un gol in 23 partite

Pietro Lo Monaco, 57 anni CEBRELLI

rare la campagna abbonamenti (che è partita ieri con 200 tessere vendute in un pomeriggio) buttando lì un nome importante per fare cassa. Io ho rispetto dei tifosi, non li uso. La Samp fa prezzi più bassi? Forse perché loro sono più ricchi». Qualche battuta

Edinson Cavani, 25 anni, al Napoli dal 2010 MARMORINO

Marotta senti Cavani: «Futuro? Mai dire mai» Dichiarazioni dall’Uruguay E a Milano arriva l’agente MIMMO MALFITANO NAPOLI

L’agenda di Riccardo Bigon ha pochi spazi liberi. I prossimi, saranno giorni intensi per il direttore sportivo del Napoli che dovrà costruire un organico in grado di soddisfare l’allenatore e, quindi, di vincere. Ieri pomeriggio, il dirigente ha avuto una prima discussione con Pierpaolo Triulzi, il procuratore di Edinson Cavani. La questione ha riguardato l’adeguamento economico del contratto che il giocatore pretenderà, a partire già dalla prossima stagione. In questa trattativa, lui è sicuramente più forte, ha i numeri dalla sua parte e proprio per questo non vorrà fare sconti a De Laurentiis. Al tavolo della discussione, lo staff dell’attaccante uruguaiano si è seduto partendo da un dato inequivocabile: in due anni di Napoli, Cavani ha realizzato 66 reti, un rendimento da brividi, che ha convinto la Juve a provarci, se il rapporto tra il giocatore ed il Napoli dovesse incrinarsi, allora il club bianconero sarebbe pronto ad inserirsi presentando un’offerta di 40 milioni di euro. Si tratta d’ipotesi, ovviamente. Attualmente, Cavani guadagna 2,2 milioni di euro a stagione e per quest’anno vorrebbe arrivare a quota 3 milioni: non è escluso che De Laurentiis lo accontenti. «Col Napoli ho 4 anni di contratto, sono felice, ma nel calcio non si sa mai», ha detto il giocatore. Intanto, il nome dell’attaccante del Napoli è nella lista dei pre-convocati di Oscar Tabarez al torneo olimpico di Londra.

Capitolo giovani L’affare El Kaddouri è congelato, ma non è una pausa di riflessione. Il presidente del Brescia Corioni e Marotta torneranno presto a parlarsi per limare quel milioncino tra domanda e offerta. Il trequartista, che si è già promesso alla Juve, non rinnoverà e non resterà a Brescia. Al massimo sarà parcheggiato un anno lontano a Torino, ma in A. Nell’offerta della Juve rientrerà la metà del cartellino di Fausto Rossi. Intanto per il futuro è stato preso Vykintas Slivka, lituano dell’Ekranas, centrocampista del ’95.

Insigne Bigon ha poi incontrato Andreotti e Otta-

iano, gli agenti di Insigne: c’è la volontà del Napoli di adeguargli il contratto. Comunque, andrà in ritiro con Mazzarri che ne deciderà il futuro. Per la fascia sinistra, si continua a seguire Cissokho e Simon Poulsen, nazionale danese.

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PRESENTATA LA NUOVA CAMPAGNA OBIETTIVO SUPERARE LE 20 MILA TESSERE

Genoa, la prima sfida è con gli abbonati «Surclassare la Samp»

S Sebastian Giovinco, 25 anni, è cresciuto nelle giovanili della Juve, ora è in comproprietà col Parma: nell’ultima stagione in Emilia 15 gol in A

con l’Atalanta non c’è stato. Pierpaolo Marino, presente all’Hilton, ha parlato con molti ma non con la Juventus per Peluso e Gabbiadini. E a quanto risulta sembra che anche oggi nell’agenda bianconera non ci sia spazio per l’argomento. to della giornata juventina è stato dedicato a Verratti, precisamente al suo entourage. L’incontro è servito alla Juve per ribadire concetti già espressi con ampio anticipo. Ossia che la volontà di prendere tutto e subito il centrocampista è forte. Non ci sono dubbi, il ragazzo non ne ha. Oggi il Pescara parlerà con la Juve. In uscita Melo, per il quale lo Spartak Mosca è pronto a offrire 11 milioni.

NAPOLI OK L’INCONTRO PER INSIGNE

SUL TACCUINO

Atalanta Alla fine l’incontro

Pescara L’ultimo appuntamen-

ne per dirimere la questione comproprietà. Ghirardi valuta Giovinco non meno di 25 milioni e con Leonardi ne ha parlato all’Inter (a stretto giro di posta è arrivata anche l’ammissione del d.s. Ausilio). I nerazzurri sul tavolo mettono Faraoni, Juan, Jonathan e — difficile — Coutinho. La Juve non si scompone e attende. Anche ieri c’è stato un contatto telefonico tra il Parma e l’entourage di Seba, però è stato un contatto come tanti. Al massimo si può catalogare come interlocutorio. Il contatto vero, quello pesante, dovrà avvenire tra Juventus e Parma perché le due metà devono cercare una solu-

A

però se la concede: a chi gli chiede della trattativa con l’Atalanta per cedere Mesto risponde sorridendo: «Noi eravamo lì per comprare Denis». Poi esalta Barrientos: «Lui è il calcio, non ho mai detto che ci interessa, però il prossimo anno andrà in scadenza di contratto. Quindi...». Grandi sconti La campagna abbonamenti parte con un’immagine nuova: lo stadio Ferraris disegnato come una fortezza inespugnabile, con la scritta: «Leggendario e sconfinato. È il nostro regno». Nei fatti i prezzi sono stati drasticamente ridotti, anche del 33 per cento. Sono state istituite facilitazioni per i giovani, le donne e gli over 65. Poi c’è l’opzione family che mette a disposizione di una coppia di coniugi con abbonamento la possibilità di fare la tessera dei figli a 100 euro. In più il merchandising propone agli abbonati l’acquisto di una maglia personalizzata, con foto di gruppo con la squadra. Mercato: in arrivo dal Palmeiras il centrocampista brasiliano Anselmo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’AGGRESSORE INTERROGATO IN PROCURA

VIA AL PROCESSO

Gli ultrà rossoblù in ospedale dai sampdoriani accoltellati: «Vogliamo un derby di pace»

Breno non parla Tare: «La Lazio lo aspetta»

Un segnale di distensione. Finalmente. Dopo tre giorni sospesi fra rabbia e timore di vendette, ieri mattina un gruppo di ultrà genoani (guidati da uno dei leader della protesta durante Genoa Siena) ha fatto visita in ospedale ai tre giovani tifosi sampdoriani che alle 23 di sabato scorso erano stati accoltellati da un ultrà rossoblù di diciannove anni, elettricista disoccupato, che si è costituito martedì sera. Tutti uniti Lo scopo dell’iniziativa era ben chiaro nella mente di tutti: far sì che la follia del giovane aggressore (denunciato per tentato omicidio e lesioni) rimanga un fatto isolato e non favorisca il rischio di ritorsioni o vendette future fra le due opposte fazioni del tifo cittadino. Questo affinchè i prossimi derby tornino ad GENOVA

essere, nelle intenzioni di tutti, un esempio e un modello di convivenza civile a livello nazionale, cancellando anche le tensioni degli ultimi anni. L’invito Non è tutto: i tifosi genoani presenti in ospedale hanno invitato la mamma di uno dei ragazzi feriti (tifosa del Grifone...) ad assistere ad una delle prossime partite della squadra di De Canio in gradinata nord, in mezzo a loro. Ed a lei, all’apertura della campagna abbonamenti, doneranno presto una tessera per il prossimo campionato. Interrogato L’aggressore, intanto, scarcerato nella serata di martedì, ieri è stato di nuovo interrogato in Procura, confermando la sua versione dei fatti: «Ho agito da solo». Filippo Grimaldi © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONACO DI BAVIERA (m.d.i.) Si è avvalso della facoltà di non rispondere Breno, ormai ex Bayern, quando nella prima udienza del processo davanti al tribunale penale di Monaco che lo vede imputato di incendio doloso aggravato, il p.m. gli ha chiesto se avesse nulla da dire circa l’accusa di aver dato volontariamente fuoco, il 20 settembre scorso, alla sua villa. All’udienza non c’erano rappresentanti del Bayern, né tifosi. Solo l’ex attaccante del club tedesco, Giovane Elber, era in aula per assistere moralmente il connazionale. Sul sito Sport 1, intanto, il d.s. della Lazio Igli Tare ha dichiarato: «Conto su Breno, deve avere una nuova occasione nella vita. Se esce da questa faccenda lo attende una grande squadra».


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MERCATO

Destro-Inter, Longo-Genoa La polemica a sorpresa Lo Monaco: «La casa dei due è qui». Branca: «Decidono i presidenti, certezze strane». Stretta per Debuchy. Baby Caballero: quasi fatta ANDREA ELEFANTE LUCA TAIDELLI MILANO

NEL MIRINO

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ATTACCANTI TRA PRESENTE E FUTURO 2

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Per costringere Marco Branca a una dichiarazione ufficiale ci voleva Pietro Lo Monaco. Il nuovo direttore generale del Genoa ieri ha inquadrato a modo suo la situazione di Mattia Destro e Samuele Longo, il primo a metà col Siena e nel mirino dell’Inter, il secondo col cartellino diviso tra Grifone e nerazzurri.

Mathieu Debuchy Il 27enne esterno destro del Lilla e della Francia è il potenziale sostituto di Maicon. Nell’esordio all’Europeo è stato il migliore dei suoi

SIMBOLO «INTER A VITA»

Zanetti: «Io e Totti ormai uniche bandiere...» MILANO

Un po’ di vacanza tra Como e la Sardegna, prima di un blitz in Argentina e della ripresa con l’amata Inter, all’inizio di luglio. Javier Zanetti storicamente fatica a staccare la spina anche quando è in ferie e a Sportal.it parla della sua seconda pelle nerazzurra. Lui e Totti «Il mio obiettivo è

S Botta e risposta Queste le frasi

di Lo Monaco a margine della presentazione della campagna abbonamenti rossoblù: «Vedremo come andrà il mercato. Ma Destro ha già una casa, che è il Genoa. Su Longo posso garanti-

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Chiesto al Palermo di trattare Silvestre separatamente da Viviano

Matias Silvestre Il difensore argentino del Palermo, 27 anni, piace e l’Inter intende trattarlo separatamente da Viviano, in comproprietà tra i due club

quello di continuare a rendermi utile nell’Inter — spiega il capitano, che in agosto compirà 39 anni ed è arrivato a Milano nel ’95 — Il giorno che vedrò di non essere più utile, allora cercherò di rendermi utile, sempre nell’Inter, in un altro modo. Non vorrei mai diventare un problema per il mio club, questo deve essere chiaro. Dopo Maldini, se ne è andato anche Del Piero. Ale è un uomo e un giocatore straordinario, per la Juve, il calcio italiano e quello mondiale. Ora si trova nella condizione di voler continuare a giocare e lo farà. Resta il fatto che io e Totti siamo rimasti le uniche bandiere...». Largo ai giovani Interessante la

re che l’anno prossimo giocherà con noi. La sua valutazione è salita, ma questo non ha ostacolato le nostre intenzioni, crediamo in lui come ci credono i nerazzurri». Questa la replica del dt dell’Inter: «Sulla situazione di Longo e Destro non è certo ancora nulla. Sono sorpreso che qualcuno abbia certezze. I due presidenti (Moratti e Preziosi, ndr) ne stanno parlando già da diverso tempo». Quel precedente con Mou Le uscite di entrambi riportano alla memoria la famosa lite del 2008 tra l’allora ad del Catania e il club nerazzurro. Dopo la sconfitta per 2-1 a San Siro (13 settembre), Lo Monaco disse che «Mourinho è uno da prendere a bastonate fra i denti». Il portoghese, al tempo sulla panchina dell’Inter, scelse una replica tra l’ironico e il piccato: «Lo Monaco? Io conosco il mo-

1. Mattia Destro, 21 anni, attaccante in comproprietà tra Genoa e Siena. 2. Samuele Longo, 20, attaccante a metà tra lo stesso Genoa e l’Inter. 3. Mauro Andrès Caballero, 17 anni, paraguayano. Possibile centravanti del futuro AFP/PIERANUNZI

naco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco e il Grand Prix di Monaco. Non ne conosco altri». La situazione Resta il fatto che a modo loro Branca e Lo Monaco dicono cose giuste. Perché è vero che i presidenti dei due club parlano da tempo dei due attaccanti ventenni e che il dt interista di recente è stato a cena con Ausilio e il ds del Genoa, Capozucca, per impostare l’affare. Ma Lo Monaco, che pure appena insediatosi ha voluto fare quello che ha tutto sotto controllo, non sbaglia nel dire che Longo resterà a Genova, come deciso da tempo dopo l’accordo sul rinnovo della comproprietà. Il tutto in un piano che mira però a (ri)portare Destro a Milano, anche se prima il Genoa dovrà trovare un’intesa col Siena, che detiene l’altra metà del cartellino.

Seba e Gaby L’Inter resta in atte-

sa che venga sciolto il nodo comproprietà (entro il 22 giugno) anche per quanto riguarda Giovinco. L’incontro di oggi tra Juve e Parma dovrebbe chiarire lo scenario. Ma i dirigenti nerazzurri per l’attacco tengono d’occhio altre situazioni, che — con Lucas sempre più difficile — vanno da Ramirez a Gomez. Il tutto privilegiando affari in cui poter inserire contropartite tecniche. Idem per il centrocampo, con Gaby Mudingayi di fatto già bloccato. Anche se si aspetta di capire la possibilità di un colpo tra M’Vila e De Jong. In difesa invece si attendono offerte concrete per Maicon. Il Real prende tempo, sperando di scendere sotto i 10 milioni, cifra minima richiesta dai nerazzurri. Che intanto stringono per Debuchy, prima che il buon Europeo faccia impennare le quotazioni del terzi-

AFFARI IACHINI IN BILICO. I BLUCERCHIATI PUNTANO AL TECNICO DELL’ESPANYOL

Pochettino: la Samp stringe Il Parma pensa a Diamanti Atalanta su Darmian Il Bologna rilancia per Elkeson D’ANGELO-DI FEO

Giornata importante per la panchina della Sampdoria: Iachini aspetta la conferma ufficiale e l’argentino Pochettino, ora all’Espanyol, è la principale insidia. Pochettino ha un ingaggio di 1,2 milioni e ha una clausola rescissoria da 1,5 milioni: la Samp intende affidargli un triennale. A proposito di panchine: a Siena manca l’ufficialità per Cosmi, Antonelli sarà il nuovo d.s. e Magnoni (Monza) dovrebbe essere il d.g. Punto Palermo Giornata di in-

contri per il Palermo. A centrocampo nodo Migliaccio: se non dovesse partire l’affare Bradley potrebbe subire uno stop e Kurtic rimarrebbe in rosanero. Miccoli va verso la conferma, il Genoa ha offerto l’esterno Mesto ma l’operazione è complessa, per Viviano si va verso il rinnovo della comproprietà con l’Inter e Fiorentina e Udinese sono in agguato. Mosse Bologna Nuova offerta

per Elkeson: 4 milioni più bonus, 10% sulla futura vendita; non c’è intesa per Belfodil col Lione, in avanti si pensa a Straqualursi. Acquafresca rischia di restare a Genova: né Torino né Chievo sembrano disposti a versare 3,5 per la metà; la Lazio dice no allo scambio Morleo-Kozak, oggi si decide per Gillet-To-

rino. Fernandes, rientrato al St. Etienne, punta alla rescissione prima di parlare col Bologna. Varie Il Catania punta forte su

Silva (Universidad Catolica), ufficiale il prestito di Salifu (Fiorentina), per il portiere si pensa a Frison o a riavere Carrizo. Parma: idea Diamanti (a metà tra Brescia e Bologna). L’Atalanta vuole Darmian, a metà tra Palermo e Milan. Pescara: passi avanti per Elyounoussi (Fredrikstad), piacciono Paloschi e Caraglio (Rangers), in mezzo sondaggi per Blasi e Cigarini, ma prima c’è il nodo Verratti. Lazio: Tare ufficializza Ederson; manca solo l’annuncio per la comproprietà di Candreva (1,7 milioni all’Udinese); attesa per Yilmaz. © RIPRODUZIONE RISERVATA

no del Lilla. Capitolo Silvestre: l’Inter ha chiesto al Palermo di separare la posizione dell’argentino da quella di Viviano, per il quale si punta a rinnovare la comproprietà, per poi essere girato (a Firenze?). Caballero, il futuro Il tutto senza dimenticare il futuro. Branca, Ausilio e gli scout interisti sono vicinissimi a piazzare un gran colpo in prospettiva. Sta infatti per sbarcare a Milano Mauro Andrès Caballero, talentuoso attaccante paraguayano esploso un anno fa, quando nel Sudamericano under 17 segnò 5 reti in sette gare. Su Maurito, centravanti classico, c’era forte anche il Benfica. Manca la firma, ma per 3 milioni di euro l’Inter ha in pugno un grandissimo prospetto. Che potrebbe anche rientrare nell’operazione Giovinco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PUNTA INTER E PSG ALLA FINESTRA

Borini è diventato un caso Ghirardi: «La Roma lo prenda o lo vendiamo insieme» Dove giocherà Fabio Borini? La Roma spera di tenerlo in virtù di una vecchia promessa, il Parma punta a venderlo. Il rischio, alla fine, sono le buste del 22 giugno. «La Roma è una società amica, presto ci sarà un incontro con Sabatini e la situazione sarà chiarita ha detto Ghirardi, presidente degli emiliani . Borini non può tornare a Parma, sebbene i risultati ci abbiano dato grandi soddisfazioni. La Roma deve valutare: tenere il giocatore o monetizzare, visto che lo vogliono club importanti». A cominciare da Psg e Inter. Fabio vuole restare a Roma e i giallorossi puntavano a tenerlo in virtù di un accordo (ma l’a.d. Leonardi ha detto di non aver fatto promesse) con il Parma per il rinnovo della compartecipazione (accordo in cui finisce anche la Borini, metà di Okaka, per cui il Parma 21 pagherà 300mila euro). Poi sono anni cambiati gli scenari e allora la Roma (che manderà via Franco Tancredi come preparatore dei portieri) o compra anche l’altra metà (a gennaio versò al Parma 2,3 milioni) o rischia davvero di perderlo. Andrea Pugliese

S Gaby Mudingayi Il centrocampista belga del Bologna, 30, è di fatto bloccato in attesa di valutare le situazioni di M’Vila e De Jong

presa di posizione sui giovani, anche perché la Primavera nerazzurra ha appena conquistato scudetto e Champions di categoria: «Condivido che si debba puntare sui giovani, su un’Inter più giovane. È giusto dare spazio a loro, io cercherò solamente di dare una mano a questi ragazzi e porterò in dote la mia esperienza, ma senza mai diventare un problema. Di certo chiuderò la carriera in nerazzurro. Non posso immaginarmi con un’altra maglia». Brividi Madrid Spazio anche ai

ricordi. Quello più bello è datato 22 maggio 2010. «La vittoria che terrò sempre nel cuore è quella in Champions. Un successo fatto da noi e noi solamente. Un’impresa che, da qui a dieci anni, vivrò con ancora più emozione». lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

nuovoCatania

Maran è arrivato in Sicilia: «Ho realizzato un sogno» CATANIA (f.c.) «Ho finito il campionato solo pochi giorni fa e già non vedo l’ora di ricominciare. Questo la dice lunga sulla voglia che ho di allenare il Catania. Per me si realizza un sogno». Così Rolando Maran durante la presentazione di ieri pomeriggio. Ha firmato un biennale con una clausola rescissoria piuttosto alta. Il vice sarà Christian Maraner già con Maran a Varese.


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IL CASO

«Spiato pure Moggi L’Inter cercava prove su frodi sportive» Tavaroli torna sul Dossier Ladroni: «Prima incontrai Moratti e Facchetti, poi diedi il report a quest’ultimo» MARCO IARIA twitter@marcoiaria1 MILANO

Inter, Moggi, Dossier Ladroni, frodi sportive. Sta in questo intreccio di parole la nuvola nera che avvolge Calciopoli, e che ieri Giuliano Tavaroli ha contribuito a rendere ancor più densa. Nel corso della sua deposizione-bis al processo sullo spionaggio Telecom, nell’aula bunker di San Vittore, l’ex capo della sicurezza del gruppo (che ha patteggiato 4 anni di carcere) è tornato a parlare delle indagini illegali che, come lui stesso aveva rivelato una settimana fa, gli furono commissionate da Massimo Moratti per poi essere gestite con Giacinto Facchetti. Una conferma della versione che rese ai pm milanesi nel 2006, e contorni circostanziati. Excursus Incalzato dalle do-

mande dell’avvocato Paolo Gallinelli, legale dell’ex arbitro Massimo De Santis, Tavaro-

Moggi, oltre che di De Santis, non ricordo se pure su quello di Antonio Giraudo». Infine, «i report furono consegnati integralmente a Facchetti (allora vicepresidente dell’Inter, ndr), non so se lo stesso riferì le risultanze a Moratti». Una parte dell’attività spionistica venne delegata all’agenzia Polis d’Istinto dell’investigatore privato Emanuele Cipriani, che si era già occupata di spiare alcuni giocatori nerazzurri come Vieri, Jugovic e Ronaldo. «Ma l’operazione "Care" era completamente diversa, perché riguardava dipendenti dell’Inter — la precisazione di Tavaroli —. Quella fu la prima volta in cui l’Inter si rivolse a Tronchetti Provera e quindi a me per un supporto professionale. Pagò la società nerazzurra, mentre il Dossier Ladroni venne pagato da Pirelli per un errore amministrativo». Scenari Mentre nel procedi-

Massimo Moratti, 67 anni, proprietario dell’Inter dal febbraio del 1995 ANSA

li ha spiegato che tutto partì da «un incontro a tre con Moratti e Facchetti». Il motivo del Dossier Ladroni, confezionato tra il 2002 e il 2003? «Trovare conferma alle notizie su possibili frodi sportive che l’Inter aveva ricevuto da un arbitro

(Danilo Nucini, ndr)». Quindi la fase esecutiva: «Non svolsi le indagini io personalmente, ma fu il dottor Adamo Bove (ex dirigente della sicurezza Tim, morto suicida, ndr) a fare le analisi sui traffici telefonici, anche su quello di Luciano

mento sullo spionaggio Telecom — come riferito dal Corriere della Sera — sono state archiviate le posizioni dei manager Tronchetti e Buora, De Santis aspetta l’udienza autunnale per la causa di risarcimento danni nei confronti dell’Inter: la richiesta è di 21 milioni, sulla scia dell’istanza di Vieri. Dal punto di vista sportivo, gli eventuali reati sono ormai prescritti. Il 3 ottobre 2006, ascoltato dal capo dell’ufficio indagini Figc Francesco Saverio Borrelli, Moratti raccontò di essersi rivolto a Tavaroli ma di non avergli dato alcun mandato per redigere dossier su De Santis né di aver visto alcun documento in merito. Il 22 giugno 2007 la procura federale archiviò il caso. Le parole di Tavaroli riaccendono il dibattito e riportano alla ribalta la questione etica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE TAPPE

S 2002 Scatta il Dossier Ladroni che, come racconta Tavaroli, viene commissionato da Moratti e mira a trovare conferma alle rivelazioni di Nucini su possibili frodi sportive e sui legami tra l’allora d.g. Juve, Luciano Moggi, l’arbitro De Santis e altri. Lo spionaggio illegale si conclude nel 2003

S 2006 Calciopoli, scoperchiata con l’indagine della Procura di Napoli iniziata nel 2004, porta alla retrocessione in B della Juventus e alla revoca di due scudetti (quello 2005 non assegnato, quello 2006 andato all’Inter)

NEL 2005

Pc di Tavaroli ispezionato dai carabinieri di Calciopoli MILANO

Tra le carte del processo sui dossier illegali Telecom, l’avvocato Paolo Gallinelli, rappresentante di De Santis come parte civile, ha scovato un atto della Procura di Milano risalente al 9 giugno 2005. È un decreto d’ispezione che riguarda materiale informatico di Tavaroli sequestrato il 3 maggio di quello stesso anno negli uffici Telecom. Viene deciso di far monitorare quel computer, a partire dal 15 giugno 2005, ai carabinieri della seconda sezione del nucleo operativo di via in Selci a Roma, guidata dal tenente colonnello Attilio Auricchio. L’avvocato Rileva Gallinelli:

«È una coincidenza strana che il computer di Tavaroli sia stato ispezionato, nell’ambito delle indagini su Telecom, dallo stesso ufficio dell’Arma che si occupava di Calciopoli, sul finire della stagione sportiva 2004-05, quando le indagini su Calciopoli non erano state chiuse e le informative sulle schede svizzere dovevano ancora essere realizzate». Il legale di De Santis è al lavoro per studiare il verbale dell’operazione e capire a cosa portò quell’ispezione dei carabinieri. m. iar. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CALCIOSCOMMESSE

Pepe: «Udinese-Bari? Non so nulla di combine o proposte al telefono» Il giocatore della Juve respinge le accuse di Andrea Masiello Stellini, vice di Conte, contro Carobbio. Oggi Di Vaio da Palazzi 1

GAETANO IMPARATO ROMA

Non c’entriamo niente: pensieri e deposizioni di Simone Pepe e Cristian Stellini. Tirati in ballo dai pentiti, Andrea Masiello (per Pepe) e anche Carobbio (per Stellini), hanno risposto in maniera categorica ai collaboratori del procuratore Stefano Palazzi, durante le audizioni di ieri. In un pomeriggio da caccia al tesoro nell’area via Allegri-via Po presidiata da telecamere, cronisti e curiosi. Pepe e Stellini, con i loro legali, hanno infatti dribblato ogni domanda pubblica, usando entrate secondarie ed uscite lampo negli uffici della Federcalcio, e non quelli della Procura.

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Il vice Conte Più lungo il collo-

quio con Stellini, che era presente anche nel famoso Udinese-Bari. Stellini è stato sentito per la seconda volta dagli inquirenti, in pratica gli si chiede anche del Siena, match citati da Carobbio, compreso quel Novara-Siena che ha portato all’avviso di garanzia ad Antonio Conte. Fra l’altro Stellini era stato già sentito dalla procura federale, quando però il quadro accusatorio non si era completato con i nuovi documenti provenienti da Cremona. Il collaboratore del tecnico juventino, però, ha negato tutte le circostanze chiave sia su Bari-Udinese sia le accuse di Carobbio, compreso il contenuto della riunio-

1. Simone Pepe, 28 anni ANSA 2. Cristian Stellini, 38, collaboratore di Antonio Conte dal 2010 LAPRESSE 3. Marco Di Vaio, 35 FORTE

Il d.s. dei pugliesi Angelozzi attacca: «Il club è parte lesa in questa storia» All’ex capitano del Bologna gli 007 chiederanno del k.o. per 4-0 contro i biancorossi ne tecnica prima della partita a Novara, cuore delle accuse del calciatore «pentito». Bari truffato Anche sull’altro

fronte, quello barese, gli inquirenti hanno raccolto soltanto un coro di «siamo innocenti e, soprattutto, parte lesa, abbia-

mo ancora le ferite aperte»: dal segretario Doronzo, al d.g. Garzelli e il team manager Claudio Vino. In particolare, è stato il d.s. Guido Angelozzi (sentito per circa tre ore) a prendere la parola all’uscita dagli uffici dopo la lunga audizione: «Quello che avevo da dire l’ho ribadito in Procura, non ho altro da aggiungere, ma confermo che il Bari è stato truffato». Nella giornata di oggi è prevista un’altra lunga lista di interrogatori, fra cui quello con Marco Di Vaio. Si parlerà di un Bologna-Bari, che da tempo figura nella collezione delle gare sospette. Siamo però lontanissimi dal traguardo finale delle sentenze, ci sono oltre 100 tesserati ancora da sentire. Ma se Palazzi, con i suoi procuratori, è costretto agli straordinari, la Commissione Disciplinare è anch’essa assediata dai documenti. Fatto sta

che la pubblicizzazione delle sentenze, le prime del calcioscommesse bis, prevista per oggi, subirà un nuovo rinvio. Se ne potrebbe riparlare lunedì, a meno che non ci sia un’accelerazione nelle prossime ore per diffondere il dispositivo domani sera. Il fatto è che le posizioni sono tante e il contesto estremamente delicato.

nati a 10 anni e mezzo tre ex dirigenti di calcio giudicati colpevoli di aver intascato tangenti. Nan Yong, ex capo della Federcalcio cinese, è stato condannato per aver accettato 17 mazzette per un totale di 235.000 dollari e Xie Yalong, predecessore di Nan, ha subito la stessa condanna per aver preso 273.000 dollari in 12 tangenti. Xie ha sostenuto di essere stato costretto ad ammettere reati più gravi di quelli realmente commessi in seguito a torture, ma la polizia del Liaoning ha smentito l’accusa. L’ultima condanna ha riguardato Wei Shaohui, ex team manager della nazionale cinese, condannato anche lui a dieci anni

e mezzo di reclusione. Scandalo scommesse E sempre ieri sono state condannate, tra ex giocatori e funzionari, anche altre sette persone. Tra questi calciatori di livello internazionale come Shen Si, Qi Hong, Jiang Jin e Li Ming, condannati per aver intascato complessivamente 1,27 milioni di dollari nella partita truccata del 2003 tra Shanghai Guoji e Tianjin Teda. Shen è stato condannato a 6 anni di carcere mentre gli altri tre ex giocatori a cinque anni e mezzo. Come se non bastasse, lo scorso febbraio quattro dei migliori arbitri cinesi sono stati condannati a 7 anni di carcere per corruzio-

OGGI Belmonte (Siena), Ghezzal (Levante), Di Vaio (Mls Montreal), Moras (Cesena), A. Esposito (Lecce), Siligardi (Livorno), Mutarelli (Atalanta), Lupatelli (Genoa).

S 26 GIUGNO M. Rossi (Cesena)

Cristian Bertani, 31 anni, lascia il carcere ANSA

Bertani passa ai domiciliari Dal gip parole dure Scarcerato per la gravidanza a rischio della moglie. Salvini scrive: «Rifiuta il confronto» FRANCESCO CENITI

Sedici giorni, ma nessuna apertura. Ieri Cristian Bertani ha lasciato il carcere di Cremona: era entrato il 28 maggio dopo l’arresto per l’inchiesta sul calcioscommesse. Il gip Salvini lo ha mandato ai domiciliari, accanto alla moglie in attesa del terzo figlio e alle prese con una gravidanza a rischio. Per gli inquirenti la posizione dell’attaccante è fin troppo chiara: accuse dirette da parte dei pentiti e diversi riscontri. Anche per questa ragione si sarebbero aspettati un atteggiamento diverso, se non subito almeno dopo la lettura delle carte. E invece Bertani si è avvalso della facoltà di non rispondere e quando martedì scorso ha incontrato di nuovo il gip ha ribadito la sua scelta con questa frase: «Io e la mia famiglia possiamo andare in giro a testa alta». Più «tecnico» il commento dell’avvocato Mattia Grassani: «Cristian continua a dichiararsi innocente. È un suo diritto».

Doni e il Tnas Ieri il TNAS avrebbe dovuto discutere il ricorso presentato da Doni contro la Federcalcio per avere uno sconto di pena. Doni, nelle udienze della Disciplinare, aveva preannunciato al Tnas di rinunciare all’arbitrato. La Federcalcio non ha ritenuto completa la sua rinuncia e, quindi, nell’udienza di ieri ha comunicato alle parti che si sarebbe andati avanti. La prossima udienza il 26 giugno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cina, condannati dirigenti corrotti

Il calcioscommesse è un fenomeno transnazionale. Lo sa bene la Procura di Cremona che da un anno conduce l’inchiesta italiana e si è imbattuta in personaggi chiave provenienti da Paesi dell’est e da Singapore. Proprio in Asia gli inquirenti hanno individuato la vera regia delle combine. Ieri una prova indiretta è arrivata dalla Cina: sono stati condan-

Continuano senza soste le audizioni della Procura relative al filone di Bari del calcioscommesse. Subito dopo Palazzi dovrebbe dare il via ai tesserati implicati nelle inchieste di Cremona e Napoli. Alla fine potrebbero essere oltre cento le persone ascoltate. Il processo, che potrebbe interessare diverse società di A, dovrebbe tenersi a luglio. Ecco le audizioni già fissate, rinviata a data da destinarsi quella di Albin Ekdal (Cagliari)

Bastonate Di sicuro il gip non ha usato metafore nell’ordinanza che lo ha rimandato a casa. Scrive Salvini: «Ha rifiutato di confrontarsi con i gravi elementi di accusa raccolti a suo carico in relazione ai suoi rapporti con gli Zingari e alla sua partecipazione con un ruolo di rilievo alla manipolazione di Chievo-Novara, Novara-Ascoli e Novara- Siena, riferendosi anche con un certo sprezzo alla posizione di chi, come Gervasoni, ha scelto di collaborare con l’Autorità giudiziaria. La posizione di Bertani è peraltro passibile di un ulteriore approfondimento posto che Gegic Almir, in una lunga intervista resa a La Gazzetta dello Sport e non smentita, ha fatto specifico riferimento proprio ai suoi rapporti con Bertani in relazione alla combine. E lo stesso Gegic ha preannunziato la sua scelta, peraltro ancora da verificare, di costituirsi entro breve tempo». Insomma, un quadro accusatorio grave. In ogni caso la situazione della moglie ha reso possibile l’attenuazione della misura cautelare. Resta «il divieto di comunicare in qualsiasi forma con persone diverse dai familiari conviventi e dal difensore».

LO SCANDALO SECONDO I MEDIA DI PECHINO, IL GIRO D’AFFARI SULLE GARE COMBINATE È DI 160 MILIONI DI DOLLARI

Dieci anni e mezzo per aver intascato mazzette. Pene severe anche per quattro calciatori

L’INCHIESTA DI CREMONA

L’AGENDA DI PALAZZI

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Niente telefonata Pepe doveva ri-

spondere per Udinese-Bari, una delle partite sotto le lenti di ingrandimento dell’inchiesta. Era stato Andrea Masiello (da non confondere con Salvatore, che invece aveva scagionato martedì pomeriggio la punta bianconera) a fare il suo nome. Ma tutta l’impalcatura accusatoria sarebbe stata respinta da Pepe al mittente in 40 minuti. Come la telefonata ricevuta in ritiro in cui si sarebbe rifiutato di truccare il match.

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ne e per combine di partite. Secondo una stima fatta dai media cinesi, le scommesse illegali sulle gare di calcio e su altri sport portano in Cina un traffico annuo di circa 160 miliardi di dollari. Nonostante i tribunali cinesi negli ultimi tempi stiano mandando in carcere decine di funzionari, di calciatori e di arbitri, da oltre un decennio il calcio cinese è vittima del gioco d’azzardo e delle sfide truccate. «Ci vorrà molto tempo per risolvere il problema perché l’attuale sistema calcistico è un focolaio di corruzione», ha dichiarato Chen Peide, ex dirigente sportivo da lungo tempo impegnato nella lotta alla corruzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO

Tifosi dell’Atalanta contro Doni: class action per risarcimento danni I tifosi dell’Atalanta vogliono avviare una class action contro Cristiano Doni: allo stadio o davanti alla tv erano convinti di assistere a partite vere e non combinate, pertanto sono pronti a chiedere i danni all’ex capitano. Circa 30 sostenitori nerazzurri hanno dato mandato all’avvocato Silverio Vitali per valutare se ci siano i presupposti dell’azione legale. «Sotto il profilo strettamente civilistico — ha spiegato l’avvocato — sia per l’abbonamento a Sky, che per la tessera allo stadio o il biglietto della singola gara, c’è un contratto che prevede che l’incontro si svolga secondo i crismi della correttezza, non che si svolga per arrivare a un

risultato predeterminato. In pratica lo spettatore non ha ricevuto quello per cui ha pagato». Pertanto, secondo Vitali, i tifosi potrebbero vedersi riconoscere un risarcimento oscillante tra i 500 e i 2000 euro, comprensivo anche dei danni morali. Vitali ha spiegato di essere già stato contattato anche da chi ha scommesso in ricevitoria e non ha azzeccato il pronostico a causa delle combine. «Per loro sarà più difficile stabilire le possibili spettanze perché non c’è prova di come sarebbe potuta finire altrimenti la gara. Però il danno c’è tutto: pure chi ha scommesso lecitamente sugli incontri risultati taroccati ha diritto a un risarcimento».


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di ENRICA SPERONI

er la serie facciamoci del male. L'incidente CecP chi Paone-Cassano invita a riflettere sui nostri comportamenti e sulle motivazioni che li sostengono. L'uscita del giornalista sui gay in Nazionale non crediamo sia casuale, anzi. Come trovare un modo (e un momento) migliore per promuovere il proprio libro sull’omosessualità nello sport, per giunta con la prefazione scritta da Prandelli? La tavola è apparecchiata alla grande: Europeo in corso, azzurri ben messi dopo il pareggio con la Spagna e riflettori puntati lì 24 ore su 24. Cecchi Paone (nella foto) sa bene come funziona il meccanismo dell’informazione e sa scegliere pure l'interruttore adatto ad ac-

dallaPrima

librio e competenza: ostacoli per una crescita corretta. Cerchiamo di capire se è giustificata questa euforia dopo il buon pareggio ottenuto contro i campioni del Mondo e d’Europa della Spagna. Prandelli si è dimostrato, se ancora ve ne fosse bisogno, un ottimo allenatore, un profondo conoscitore della psicologia e un bravo stratega. Il cambio del sistema di gioco ha permesso a quasi tutti i giocatori di sentirsi più a proprio agio. Sembrava un azzardo dopo avere sempre giocato con il 4-3-1-2, ma si è trattato solo del cambio del sistema, non dei concetti generali. Cesare aveva capito che Maggio, Chellini e Bonucci si sentono più protetti nel 3-5-2. Così come De Rossi poteva fare la differenza aggiungendo tecnica e personalità al reparto difensivo. Però, al di là della grande prova difensiva di Daniele, il nostro c.t. desidera che in quella posizione si partecipi maggiormente alla costruzione del gioco, integrandosi di più con il centrocampo. Purtroppo i giocatori italiani in generale interpretano il proprio ruolo in modo specialistico: chi fa il difensore difende, così come l’attaccante attacca e basta. Inoltre Prandelli desiderava coprire le fasce, con Maggio e Giaccherini, per evitare gli sganciamenti dei terzini spagnoli e avere al contempo tre centrocampisti per evitare gli uno-due e le puntate centrali degli avversari. La strategia è stata perfetta contro gli spagnoli, ma potrà diventare stabilmente il nostro sistema di gioco? Io credo di sì, anche se quando gli azzurri sono calati, nell’ultima mezzora, si sono notate smagliature difensive causate

cendere le luci su di sé. Il caso gli dà anche una mano: chi meglio di Cassano, noto ai più per il linguaggio raffinato, poteva rilanciare la provocazione su gay, bisessuali e metrosexual in Nazionale? Il giocatore — che si aspettava la domanda perché messo in preallarme dal c.t. — attinge dal suo vocabolario un paio di froci, spera che tra gli azzurri non ce ne siano e chiude con un «problemi loro» da apriti cielo. Invece del comunicato di scuse non sarebbe stata meglio una mossa preventiva della federazione, tipo mandare in conferenza stampa un giocatore meno grezzo di Cassano nella forma e nei contenuti? Da questa storia, comunque, non esce

laPuntura

BRAVO PRANDELLI A CAMBIARE MODULO MA CON LA CROAZIA CI VORRÀ ALTRO li azzurri sono passati in pochi giorni dalle G critiche più feroci all’esaltazione. Purtroppo nel nostro mondo c’è, in generale, scarso equi-

dal minor filtro dei tre centrocampisti e dai difensori preoccupati più di seguire gli avversari che di cercare il collegamento con i compagni. Se i reparti non sono integrati fra loro si pratica un calcio individuale che non beneficia di collaborazione e sinergia. Ora gli azzurri si dovranno ripetere contro l’ostica Croazia. E’ una squadra che ci ha quasi sempre fatto soffrire e che ci precede nel ranking Uefa. Abbiamo necessità di vincere (e convincere) con una coordinazione sempre più sviluppata, mantenendo però la forte motivazione e il senso di collaborazione di tutti gli undici sia in fase offensiva che difensiva. La partita con gli uomini di Bilic sarà diversa: si dovrà giocare un calcio più di possesso e d’attacco (a meno che non si segni subito). Sono componenti che, ad alto livello, non hanno mai fatto parte del nostro bagaglio. Prandelli però vuole rompere questo schema e lavora da tempo per colmare la lacuna. In ciò possono aiutarlo i giocatori della Juventus, del Milan e della Roma, squadre dove si cerca di praticare un calcio di dominio e di iniziativa. I croati non hanno la nostra qualità e la nostra esperienza. Però sono calciatori con buoni fondamentali, con un campioncino come Modric e tante motivazioni. Inoltre giocano un calcio collettivo, fisico ed agonistico. Gli azzurri dovranno essere assai corti per non finire in inferiorità numerica nei pressi della palla e giocare in velocità con palla rasoterra (se saremo lunghi ciò è impossibile). Perché una vittoria in questa partita non solo potrebbe aprirci la porta per il passaggio del turno, ma sarebbe anche la conferma della crescita, in attesa che Balotelli si sintonizzi maggiormente con i compagni e Cassano recuperi la migliore condizione. In bocca al lupo.

f Che stupidi a non averci pensato. Bastava dire che la Juve ha vinto trenta scudetti, di cui due metrosexual.

laVignetta di STEFANO FROSINI

M

In questo momento, quindi, Balotelli è un talento senza essere un campione. Ha tecnica, fisico, personalità, tre delle quattro componenti di un fuoriclasse. Gli manca la quarta: la statura mentale. Quando la raggiungerà, quando maturerà? Secondo me, mai. Mario sarà sempre genio e sregolatezza. Mi ricorda Adriano, che a un certo

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di ROBERTO BECCANTINI http://www.beckisback.it/

Perché Zeman piace più ai tifosi che ai dirigenti Meriti e demeriti di un tecnico che è molto più di un allenatore

Zdenek Zeman, 65 anni, ceco ma in Italia da 44 REUTERS

CAROLINE WOZNIACKI Campionessa di tennis

Allenamento finito! Giusto in tempo per il calcio! Forza Danimarca... @CaroWozniacki

DAMIANO CUNEGO Campione di ciclismo

Foto archivio!!! agahhahaha @DCunego

MICHAEL PHELPS 14 ori olimpici nel nuoto

Sembra che i miei sorteggi antidoping siano come i controlli di sicurezza negli aeroporti... 6 volte in tre settimane?? Davvero? @MichaelPhelps

MARCIN GORTAT Polacco dei Phoenix Suns di Nba

Abbiamo dunque esagerato, noi osservatori, a dare la patente del campione al giovane Balotelli? Sì, se ripenso ai miei tempi: ci voleva di più di una buona stagione o di un paio di giocate spettacolari per diventare un campione. Servivano conferme e poi altre conferme ai più alti livelli. Oggi c’è più faciloneria, per via della moltiplicazione dei media e quindi dei giudizi, c’è quasi una corsa a creare il fenomeno. Faccio un esempio: parliamo con fervore di Destro, di Insigne, di Immobile... Giovani, appunto, reduci da una buona stagione in provincia che dovranno però confermarsi a più alti livelli. Ci vorrebbe quindi maggior equilibrio nelle lodi. Anche per il loro bene.

laRovesciata

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

ABBIAMO BISOGNO DI BALOTELLI PERÒ MARIO NON MATURERÀ MAI i iscrivo al partito dei sostenitori di Balotelli: deve partire titolare anche contro la Croazia. La motivazione è puramente tecnica: ci servono la sua forza fisica e la sua imprevedibilità, qualità che possono portarlo al ruolo di protagonista di questo Europeo. Quanto a Di Natale, mi sembra ideale l’utilizzo part-time, che ne preserva la freschezza atletica e la lucidità sotto rete, come contro la Spagna. Detto ciò, aggiungo che considero fondate le osservazioni sull’immaturità di Balotelli, sia per quanto riguarda l’aspetto puramente calcistico sia per quanto attiene alla sfera privata, che incide sempre sul rendimento di un atleta. Non dimentico né sottovaluto la sua età: a vent’anni si ha il diritto di commettere qualche errore, in campo e fuori. Ma molti giocatori poi migliorano con gli anni, fanno cioè tesoro di questi errori raggiungendo quella maturità che è parte ineludibile del bagaglio dei veri campioni.

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TwitTwit

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punto ebbe il coraggio di autofustigarsi in pubblico per gli eccessi di una vita privata senza regole e con troppe birre. Lo ascoltavi e pensavi: ecco, l’ha capita, da domani sarà un vero atleta. E rigava dritto per un paio di mesi, al termine del quali però ricadeva puntualmente nel vizio. Certi difetti sono caratteriali e il carattere non lo cambi, ti accompagna per tutta la vita. Balotelli vivrà a modo suo anche fra dieci anni. Si dirà: oggi Cassano è totalmente affidabile. Capisco il paragone, ma non lo ritengo calzante. Sì, Antonio a vent’anni e oltre si era segnalato per comportamenti sbagliati, definiti appunto «cassanate». Oggi, da marito e padre, è molto più posato e professionale. Ma Antonio e Mario sono molto diversi.

bene nemmeno Cecchi Paone, paladino di sé e della sua vanità. Lui racconta compiaciuto di avere avuto una relazione con uno dei 23 azzurri e con l'aria di chi la sa lunga fa la conta: 2 gay, 1 bisex... Chi gli ha dato il diritto di entrare a piedi uniti nella vita degli altri? Chi l'ha autorizzato a devastare l'esistenza di un ragazzo che ha deciso di vivere la sua sessualità senza coming out e che in questi giorni si sta giocando uno dei momenti più importanti della carriera? Ogni uomo (e ogni donna) prima di essere eterosessuale o gay è persona. E merita rispetto. Ma in questa vicenda, da qualunque parte la guardi, per il rispetto non c'è proprio posto.

di ROBERTO PELUCCHI

dai retta allo zio

di BEPPE BERGOMI

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FEDERCALCIO, CASSANO, CECCHI PAONE NESSUNO ESCE BENE DA QUESTA STORIA

ilCaso

di ARRIGO SACCHI

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Non posso crederci... Ettore Messina è andato? Il miglior allenatore europeo in NBA. Qualcuno dovrebbe dargli una chance come coach! @MGortat

RICCARDO MONTOLIVO Centrocampista azzurro

Rifinitura al Miejski di Poznan completata... carichi e concentrati per domani @OfficialMonto

uai ai vinti. Antonio Conte lo disse per spronare la G Juventus all’inseguimento del Milan. Non sono d’accordo. La storia la scrivono i vincitori, sì, ma ci si ricorda anche degli sconfitti. Di alcuni, almeno. Penso alla grande Ungheria del 1954, lo squadrone di Puskas, Bozskic e Hidegkuti, sopravvissuta, nella memoria e nella gloria, alla sconfitta mondiale di Berna contro la Germania Ovest di Fritz Walter. Zdenek Zeman è la nostra eccezione. A 65 anni, non ha vinto che un paio di campionati di serie B — l’ultimo, fresco fresco, con il Pescara — e uno di C-2 ai tempi del Licata. Eppure il suo ritorno a Roma e alla Roma, nel segno di quel «ritornismo» che ci tiene prigionieri, ha scatenato entusiasmo e smosso pregiudizi, come se in ballo non ci fosse soltanto l’intransigenza di un «mister» speciale, ma una somma di ruoli, una raffica di dogmi: allenatore più maestro più censore più precettore più oracolo più missionario più visionario. Uno, nessuno e centomila. Maestro, soprattutto. Non c’è squadra del boemo che non andrei a vedere; mai nella vita, però, gliene affiderei una da scudetto. E la politica non c’entra. C’entra la sua maniera di vivere il calcio, sempre all’attacco, in campo e fuori. Più mi guardo attorno, tra una puntata di X Factor e una degli zingari, meno mi sento di affermare che il marcio sia riconducibile tutto a Giraudo e Moggi, «scomparsi» nel 2006. Sono passati sei anni, appunto, e non risulta che, nel frattempo, l’opposizione diventata governo gli abbia affidato un’ammiraglia: la serie A, Zdenek se l’è sudata e guadagnata in provincia. E quando la Roma di Fran-

co Sensi si aggiudicò lo scudetto nel 2001, dopo la rinuncia a Zeman e l’arrivo di Capello, «più caro al palazzo», non ho notizie di Circo Massimo deserto e bandiere a mezz’asta. Zeman pratica un calcio che seduce e tortura i cuori, capace com’è di vincere le partite perse e perdere le partite vinte (oggi, per la verità, un po’ meno). Punte e puntine stravedono per lui, ma attenzione: gli deve molto anche Nesta, un difensore che termina quando finisce l’attaccante, come gli stopperoni di una volta. Zeman non è una moda, è un modo; e se talvolta le due cose coincidono, la colpa o il merito è di questo Paese, prodigo di capriole e sempre incollato alle stesse natiche, al medesimo guano, dal toto nero a calciopoli a scommessopoli. Ecco allora che a Zeman basta calibrare il brontolio del sermone per uscire dalla nicchia dentro la quale lo sbattiamo non appena lo esonerano o si esonera. A Pescara sono ancora lì che si leccano i baffi. Mai dimenticherò Parma-Real Madrid, amichevole dell’estate 1987, con Zeman in panchina. Due a uno targato Turrini e Gambaro, calcio d’alta scuola. Di lì a poco, l’allenatore sarebbe stato licenziato, un classico anche questo. Fossi il suo presidente, gli affiancherei sempre uno specialista di tattiche difensive. Così facendo, però, temo che ne perderemmo gli eccessi giovanilisti, l’armonia dell’esagerazione, la caccia al brivido: in parole povere, il meglio. Preferisco rimanere testimone del suo gioco. Con l’auspicio che, dopo il ritorno del «vecchio», un giorno o l’altro possa nascere un nuovo Zeman. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE BWIN UNA SOCIETA’ IN CRISI

Empoli, il bel giocattolo adesso ha fatto crac

MERCATO

La B Italia è travolta dall’Iran

Il d.g. Vitale lascia dopo 13 anni, Corsi vuole vendere il club In ballo la conferma di Aglietti e l’arrivo di Buso, poi il giallo 1

Fulvio Pea, 45 anni LAPRESSE 2

GIACOMO CIONI EMPOLI (Firenze)

Probabilmente qualcuno scriverà un romanzo su questa stagione dell’Empoli. Si pensava che l’ultimo capitolo fosse stato scritto con il playout contro il Vicenza, in un secondo tempo che ha visto passare la squadra toscana dalla retrocessione alla salvezza con una rimonta incredibile. A distanza di neanche cinque giorni si aggiunge un’appendice che trasforma quel romanzo in una sorta di giallo. Gli allenatori Nel giro di 48 ore il direttore generale Pino Vitale, dal 1999 in azzurro, ha prima proposto il rinnovo del contratto ad Alfredo Aglietti, poi ha contattato l’alternativa Renato Buso, infine si è dimesso. Scelta irrevocabile nonostante le insistenze del presidente Corsi, che di fronte all’addio del d.g. annuncia di esser pronto a cedere il club: «Da oggi l’Empoli è in vendita». Parole da coup de théâtre. Il precedente Ma andiamo per

ordine. Vitale aveva annunciato 4 mesi fa le dimissioni. Il 13 marzo l’Empoli richiamò Aglietti in panchina e il manager fece un mea culpa dicendo: «Quando dopo l’ultima retrocessione dalla A detti le dimissioni, il presidente me le bocciò. Oggi rimango perché è un momento difficile, poi farò anch’io un passo indietro». Detto, fatto. Come già spiegato «è una decisione maturata nel tempo. Dopo una stagione tribolata, avevo deciso che in caso di salvezza me ne sarei andato. Così ho fatto, sono stanco, ho bisogno di una pausa».

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1 Fabrizio Corsi, 52 anni, presidente dell’Empoli dal 1991 OMEGA 2 Giuseppe Vitale, 65 anni, ex direttore generale della squadra toscana CGE 3 Alfredo Aglietti, 51 anni, l’allenatore che ha evitato la retrocessione non è sicuro della conferma SCOLPINI 4 Renato Buso, 42 anni, candidato alla panchina dell’Empoli FOTOPRESS

Vitale: «Me ne vado, sono stanco e ho sbagliato. Per me parlano solo i risultati» E Corsi: «Sono stanco anch’io. Ho visto il baratro e senza Pino non posso continuare»

essere d’accordo col proprio presidente e forse la voglia di Corsi di ridimensionare ha fatto riflettere Vitale: «Ho sbagliato tanto ultimamente — ha detto — ma chi non fa non sbaglia. I miei risultati sono sotto gli occhi di tutti. Me ne vado con alle spalle 5 anni di serie A, 8 di serie B, una qualificazione in Coppa Uefa, i successi del vivaio e, non ultimi, 150 milioni di euro incassati dalle cessioni. Tutto frutto di un lavoro di squadra, ma alla guida c’ero io». La svolta La vera sorpresa è stata però la decisione di Corsi: ci si attendeva il nome del sostituto di Vitale (si è parlato di Andrea Gazzoli) e invece è arrivata la bomba: «Sono frastornato. Speravo di poter continuare con Pino, che considero un fra-

L’annuncio Sarà anche così, ma in 48 ore qualcosa dev’essere accaduto. In 13 anni si può non

UNDER L’AMICHEVOLE

tello maggiore, e con Marcello Carli (il direttore sportivo si è preso una pausa di riflessione fino a lunedì, ndr). Ho deciso di vendere l’Empoli». Il futuro Le motivazioni di Corsi:

«Non credo di poter più garantire un impegno costante. Adesso che Pino va via, anch’io mi sento stanco». Ma Corsi potrebbe tornare sui suoi passi. Anche perché serve un acquirente, e da queste parti non se ne vedono, nonostante girino voci sulla famiglia Bagnoli che guidò il club a metà anni 80. Intanto c’è una squadra da costruire, un allenatore da mettere sotto contratto e un mercato da avviare. Anche per questo Vitale si è detto comunque disponibile «a dare una mano, se servirà».

Test a Coverciano: sconfitta per 6-2

Nuovo Padova: Pea, Salvatori e budget ridotto Ambizioso, ma con un occhio attento alle spese di gestione. Il nuovo Padova con Fulvio Pea in panchina e Fabrizio Salvatori come d.s. riparte da qui. Il presidente Marcello Cestaro vorrebbe più di una tranquilla salvezza, ma senza cifre da capogiro: «Spenderemo la metà». Il suo consulente Luca Baraldi spiega: «Dobbiamo ragionare con la logica di costi e ricavi». Pea la serie A l’ha sfiorata con il Sassuolo (da dove arriva il vice Tarozzi): «Condivido il progetto che mi è stato presentato. Non sono legato a sistemi di gioco. M’interessano i valori dei giocatori e lo spirito di squadra». Salvatori si è detto «orgoglioso di essere tornato a Padova» dove aveva giocato negli anni 80. Altre panchine Il Sassuolo a giorni ufficializza l’arrivo di Di Francesco. Ad Ascoli nuovo incontro tra Benigni e Silva, il tecnico s’è preso qualche giorno prima di decidere, pare che alla base del mancato accordo ci sia un problema economico, ma il presidente preme affinché accetti. Giocatori Dopo Bardi (Livorno, via Inter), il Novara sta per chiudere con Libertazzi, che arriverebbe dalla Juve come contropartita per il riscatto di Beltrame. Il Cesena ha chiesto Ardemagni (Modena) all’Atalanta (che in cambio potrebbe prendere Ceccarelli) e Cofie (Sassuolo) al Genoa, che offre anche Parfait (Ascoli). Il Varese tratta con l’Atalanta il ritorno di Carrozza e l’arrivo di Ferreira Pinto. Verdun (Palermo) interessa al Verona.

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Massimo Piscedda, 50 anni LIVERANI 2-6

B ITALIA-IRAN

MARCATORI Sadeghian (Ir) al 3’, Garibi (Ir) 7', Khanzadeh (Ir) all’11’, Garibi (Ir) al 33’ e al 34’ p.t.; Imani (Ir) al 24’, Viola (It) su rigore al 25’, Laribi (It) su rigore al 32’ s.t. B ITALIA (4-2-3-1) Fiorillo (dal 1’ s.t. Viotti); Masi (dal 1’ s.t. Di Lorenzo), Brosco, Cappelletti, Regini; Rizzo (dal 1’ s.t. Guitto), Maiello; Caprari, Bellomo (dal 1’ s.t. Laribi), De Luca (dal 1’ s.t. Viola); Falcinelli (dal 1’ s.t. Ceccarelli). All. Piscedda. IRAN (4-4-2) Beiravand; Esmaeilbeige, Shirvand, Khanzadeh, Hajmohamdi; Pouraliganji, Karimi, Sadeghian, Tabarizi; Imani, Garibi. All. Mansurian. ARBITRO Pinzani di Empoli.

FIRENZE Una partita di fine stagione. Forse conviene catalogare così l’amichevole giocata ieri a Coverciano fra l’Italia B e la Under 22 dell’Iran. Una sconfitta pesante di fronte ad un amareggiato presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi. L’Iran sfrutta una migliore condizione fisica dovuta alla preparazione per i campionati asiatici in Malesia, i ragazzi di Piscedda invece sono in vacanza già da alcune settimane. E la differenza la si è vista sin dalle prime battute di gioco. Dopo appena 11 minuti infatti la partita era sul 3-0 per l’Iran. All’intervallo invece i gol subiti da Fiorillo erano addirittura 5. Il secondo tempo è stato più equilibrato. Dopo una girandola di cambi che ha permesso a tutti i 17 convocati azzurri di scendere in campo, l’Italia B ha retto meglio il campo ed è andata a segno con due rigori di Viola e Laribi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGA PRO I VINCITORI DEI PLAYOFF DI SECONDA GIRONE B

Grassadonia, un trionfo figlio della coerenza

Rossi alla Salernitana. Devo qualcosa a Karel Zeman? Non so, fu una gara rocambolesca. Ma il tecnico al quale devo tanto è Ventura, a Cagliari mi insegnò molto». Moduli e segreti Con la rabbia

L’allenatore della Paganese si era dimesso. La svolta dopo il suo ritorno: «Grazie a Ventura» GAETANO IMPARATO

Si può vincere un campionato stravincendo anche in coerenza. Gianluca Grassadonia ne è la prova. Chiamato dalla Paganese l’estate scorsa per riportarla in Prima divisione, dopo 22 gare (40 punti, 5˚ posto, playoff sicuri con +8 dalla settima) a gennaio sbattè la porta e se ne andò. «Il motivo? Semplice: creai un gruppo, col d.s. D’Eboli, in cui credevo, ma il bilancio impose tagli. Prima si pensò a ridurre gli ingaggi, lasciando intatta la ro-

sa. Poi il club ritenne indispensabile privarsi di tre pedine: Russo, Rinaldi e Acoglanis. Per coerenza, mi dimisi. Non tolleravo che tre miei ragazzi pensassero: noi a casa e il mister lavora». Ribaltoni Bel coraggio, valutando come per Grassadonia questa fosse la sua prima vetrina importante da tecnico. Al suo posto arrivò Pino Palumbo, i tagli e due innesti (De Martino e Nigro): in 17 gare però solo 22 punti, scivolando fuori dai playoff. E nella penultima del torneo, in casa, per poco non perse 0-1 contro il Fano di Karel Zeman, che era in vantaggio a fine primo tempo (pareggio e raddoppio al 42’ e al 48’ della ripresa). Così partì l’ordine di richiamare Grassadonia: «Gli Zeman? Ho giocato due anni a Foggia, avevo 19 anni, poi andai a vincere con Delio

Gianluca Grassadonia, 40 anni, tecnico della Paganese CAFARO

del gruppo, che l’accolse con uno caloroso «ben tornato», Grassadonia ha raddrizzato la Paganese. «Prima di tornare in panchina chiesi il permesso a quei tre giocatori tagliati. Il resto l’ha fatto il gruppo, composto anche da ragazzi che ebbi nella Primavera della Salernitana. La promozione la dedico a mio padre, morì dieci giorni dopo le mie dimissioni». È tornato in sella il primo maggio, la festa dei lavoratori: la Paganese proletaria e vincente è nata proprio da lì. Martedì sera l’ultima cena dell’annata: ringraziamenti e programmi. Grassadonia è ufficialmente il tecnico anche del prossimo torneo. «Abbiamo stilato un piano, due innesti a reparto sfruttando la vecchia struttura». La Paganese passerà a quel 4-2-4 già sperimentato e che ha fatto vincere Ventura al Toro. Da... avanti tutta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PANCHINE BOLLENTI

Frosinone, la promozione di Stellone Alto Adige: Vecchi. Lumezzane: Festa Sistemate altre panchine in Lega Pro. La notizia più importante arriva a Frosinone, dove è stato scelto il sostituto di Corini: sarà l’ex attaccante Roberto Stellone, 35 anni, che ha bruciato sul filo di lana Ugolotti ed è reduce dalla vittoria nel campionato Berretti. L’Alto Adige invece, al posto di Stroppa (andato al Pescara), ha scelto Stefano Vecchi, che nell’ultima stagione era alla Spal. La scelta del Lumezzane è invece caduta sull’ex difensore Gianluca Festa, che debutta così su una panchina professionistica: prende il posto di Nicola, andato al Livorno. Il Gubbio ha contattato Alberto Bollini, che però resta alla Primavera della Lazio, e ieri sera ha visto Alessandro Dal Canto (ex Padova). A Treviso non è certa la conferma di Diego Zanin, dopo la promozione: arriva Agenore Maurizi? In Seconda la Pro Patria sceglierà

l’erede di Cusatis (andato all’Alessandria) tra due tecnici Primavera: Fabio Gallo (Atalanta) e Tonino Asta (Torino). L’Aquila invece, in attesa di novità societarie, è vicino ad Archimede Graziani, ex Mantova. Non ha ancora un allenatore invece il Foligno, che però ha un nuovo d.g.: è Roberto Damaschi e prende il posto di Federico Cherubini, andato alla Juventus. TRIESTINA E’ andato deserto anche il secondo esperimento di vendita a prezzo ribassato della Triestina (75 mila euro, oltre a 650 mila euro per debiti sportivi) rispetto alla prima scadenza del 25 maggio. D’intesa con il curatore fallimentare Giovanni Turazza e allo scopo di favorire un ulteriore tentativo di vendita della fallita Triestina, è stata decisa la continuazione dell’esercizio provvisorio.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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MOTOMONDIALE GP GRAN BRETAGNA SPECIALE PER GAZZETTA

Piove e Valentino prende quota Il meteo dà una mano a Rossi: la pole è pagata a 15, la vittoria a 12. Favoriti Lorenzo e Stoner IL CIRCUITO

il programma Domenica si corre in diretta su Italia1 a partire dalle 14 Tempo reale su gazzetta.it Warm-up e qualifiche su Italia2 Domenica si corre in Gran Bretagna, 6a tappa del Motomondiale: sul circuito di Silverstone da 5.900 m, 20 giri per 118,000 chilometri. ORARI E TV (ora italiana) DOMANI Libere 1 su Italia2 ore 10.15 Moto3; 11.10 MotoGP; 12.10 Moto2. Libere2 ore 14.15 Moto3; 15.10 MotoGP; 16.10 Moto2. SABATO Libere 3 su Italia2 ore 10.15 Moto3; 11.10 MotoGP; 12.10 Moto2. Qualifiche su Italia1 ore 14 Moto3; 14.55 MotoGP; 16.10 Moto2. DOMENICA Warm-up su Italia2 ore 10 Moto2; 10.30 MotoGP; 11 Moto3. Gara su Italia1 ore 12.20 Moto2; 14 MotoGP; 15.30 Moto3. CLASSIFICHE MotoGP 1. Lorenzo p.115; 2. Stoner 95; 3. Pedrosa 85; 4. Dovizioso 60; 5. Crutchlow 56; 6. Rossi 51; 7 Bautista 45; 8. Bradl 43; 9. Hayden 40. Moto2 1.Luthi p.88; 2. Marquez 86; 3. Espargaro 71; 4. Iannone 71. Moto3 1. Cortese 87; 2. Viñales 80; 3. Salom 55; 4. Fenati 52.

IL CALENDARIO Sabato 30 si corre in Olanda

ILLUSTRAZIONI MIRCO TANGHERLINI - INFOGRAFICA LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il duello continua. Sono anche questa volta Stoner e Lorenzo i favoriti per la vittoria del GP dI Gran Bretagna. Sono in testa al Mondiale e sono anche i vincitori dei due GP precedenti (prima del 2010 si correva a Donington). Stoner per la pole è dato a 2,50 (Lorenzo a 3) e Lorenzo per la vittoria a 2,50 (Stoner a 3). Terzo sempre e comunque Pedrosa, che paga 3,50 per la pole e 5 per il podio. Piove e quindi prende quota Valentino Rossi che paga 12 per la vittoria e 15 per la pole. Se amate le scommesse da brivido, fatevi avanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TITOLOMOTOGP

1,70 Lorenzo SPAGNA YAMAHA

2,40 Stoner AUSTRALIA HONDA

9,00 Pedrosa SPAGNA HONDA

POLE MOTOGP PILOTA (TEAM) STONER (HONDA) LORENZO (YAMAHA) PEDROSA (HONDA) CRUTCHLOW (YAMAHA) ROSSI (DUCATI) SPIES (YAMAHA) DOVIZIOSO (YAMAHA) HAYDEN (DUCATI) BAUTISTA (HONDA) BARBERA (DUCATI) BRADL (HONDA) ABRAHAM (DUCATI) ALTRO

VINCENTE MOTOGP QUOTA 2,50 3,00 3,50 12 15 30 30 50 75 100 100 200 200

PILOTA-TEAM LORENZO (YAMAHA) STONER (HONDA) PEDROSA (HONDA) CRUTCHLOW (YAMAHA) ROSSI (DUCATI) DOVIZIOSO (YAMAHA) SPIES (YAMAHA) BAUTISTA (HONDA) HAYDEN (DUCATI) BRADL (HONDA) BARBERA (DUCATI) ABRAHAM (DUCATI) ALTRO

VITTORIA MOTO2 QUOTA 2,50 3,00 5,00 12 12 16 25 50 75 100 200 250 150

PILOTA (TEAM) MARQUEZ (SUTER) IANNONE (SPEED UP) LUTHI (SUTER) ESPARGARO (KALEX) REDDING (KALEX) ZARCO (MOTOBI) KALLIO (KALEX) CORSI (FTR) ELIAS (SUTER) SMITH (TECH 3) RABAT (KALEX) NAKAGAMI (KALEX) DE ANGELIS (SUTER) ALTRO

Queste le prossime gare: 30 giugno Olanda (Assen) 8 luglio Germania (Sachsenring) 15 luglio Italia (Mugello) 29 luglio Usa (Laguna Seca) 19 agosto Indianapolis 26 agosto Rep. Ceca (Brno) 16 settembre San Marino (Misano) 30 settembre Aragon 14 ottobre Giappone (Motegi) 21 ottobre Malesia (Sepang) 28 ottobre Australia (Phillip Island) 11 novembre Valencia

VITTORIA MOTO3 QUOTA 2,40 5,00 6,00 7,00 11 16 25 25 30 30 30 30 30 11

PILOTA (TEAM) VINALES (FTR HONDA) CORTESE (KTM) OLIVEIRA (SUTER HONDA) ROSSI (FTR HONDA) FOLGER (IODA) FENATI (FTR HONDA) SALOM (KALEX KTM) KENT (KTM) RINS (SUTER HONDA) MASBOU (HONDA) FAUBEL (KALEX KTM) MONCAYO (KALEX KTM) ANTONELLI (FTR HONDA) ALTRO

QUOTA 1,90 3,75 8,00 10 12 16 16 20 25 33 33 33 33 20


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AGOSTINI 70

MOTORI L’INTERVISTA FILIPPO FALSAPERLA

Giacomo Agostini, come si sente un ragazzo di 70 anni?

«Orca miseria... Piango: ho capito che non posso più ritornare a correre. Avevo qualche speranza, sa domenica sarò ufficialmente un ex pilota. Amo la vita, corro e salto, non mi vedo "vecchio". Da ragazzino pensavo che uno di 70 anni... Ora ci sono». È bello che il Mondiale, sabato a Silverstone, le si stringa intorno per fare festa.

«Volevo fare qualcosa con gli amici, in Italia. Però mi sono detto che questo è il mio mondo, dove ho avuto le gioie più belle. Lo amo, non sono come Stoner, ma come Valentino che non vuole mai smettere». Cos’è stata la moto per Ago?

«Il grande amore, oltre mia moglie Maria, ovviamente. Quando ho iniziato non mi fregava di niente altro. Partivo con quattro pagnotte, due salami e un paio d’amici-meccanici. Per quattro giorni mangiavo solo quello. Sono questi i miei ricordi, la mia vita».

«Il grande amore non stanca mai Capito Stoner?» Compie gli anni tra le sue moto: «Come Vale non voglio smettere»

«È sempre un grande spettacolo, mi emoziona anche se ne ho viste tante. Mi piace la gara, l’ambiente non lo critico, ma forse potrebbe essere meglio. Però è il mondo che va così: ho visto la F.1 con decine di tecnici davanti ai PC. Toglierei un po’ di tecnologia e darei più umanità ai GP, al pilota». Di solito i campioni di ieri dicono sempre, ai miei tempi...

S Binomio vincente Giacomo Agostini con la Mv Agusta al Tourist Trophy: gara che ha vinto 10 volte MARTINO

Ha detto che la domenica si correva e lunedì si andava al funerale di un amico: si convive con la morte?

«La accetti perché sei innamorato del

tuo mestiere e pensi che a te non succeda: questa è la forza che fa continuare tutti. Del resto, quando cade un aereo il giorno dopo gli aeroporti sono ancora pieni». Ha corso l’ultima gara nel il 14 agosto ’77 proprio a Silverstone, eppure quando entra nel paddock i tifosi la riconoscono più di molti protagonisti di oggi.

«Ho dato gioie alla gente e quando mi ringraziano per questo mi commuovo. Sono stato molto vicino al pubblico». Era una stella...

«Vincevo a raffica e con la Mv. C’era l’orgoglio dell’inno. In Belgio sotto il podio c’erano immigrati che piangevano e mi dicevano che l’indoma-

«

Oggi nel paddock c’è meno umanità Per il Mondiale vedo favorito Lorenzo su Casey

ni, quando sarebbero tornati in miniera, avrebbero avuto l’orgoglio di essere italiani». Era anche uno scapolo d’oro, le donne facevano la fila...

«C’erano anche quelle, le ho sempre trattate bene». Cosa le piaceva di più delle corse: vittoria, soldi, fama?

comprato la mia prima "motorina", di quando ho chiesto la moto ufficiale alla Morini, quando fregavo la macchina a mio papà per andare a correre. Poi la gioia di firmare per la Mv Agusta: era come andare alla Ferrari e non è che dicevi "io voglio tot". La prima volta che vidi il Conte mi chiese che cosa ero andato a fare lì. Immaginate oggi...». Quindi niente vittorie?

«Beh, ho iniziato presto: alla prima gara, la Trento-Bondone eravamo in 50 e arrivai secondo. Mi sembrava strano: cosa stava succedendo?».

«La vittoria è una cosa... Dopo giorni di tensione arrivi sul podio, la gente che applaude: sensazioni meravigliose».

Jorge Lorenzo ha appena rinnovato con la Yamaha e farà almeno 6 anni con la stessa Casa: lei è per il pilota bandiera o per le nuove sfide?

Carriera inarrivabile: si può selezionare «il» momento?

«Ha fatto la scelta giusta. La Yamaha è una moto che va bene e lì si vive come in famiglia. La Honda è più industria».

«Non ce la faccio. Ho ricordi meravigliosi di quando ho

Monza indagata per il drenaggio Perderà il Mondiale Superbike mo per irregolarità nella gestione e reati fiscali.

Monza non era in regola per ospitare il Mondiale Superbike. Fonti ben informate confermano i sospetti che hanno indotto la Procura ad aprire un’indagine per omissione dolosa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Che sarebbe partita da intercettazioni disposte per un’altra inchiesta sull’autodro-

Pioggia Sotto accusa il drenaggio nel tratto riasfaltato dall’Ascari alla Parabolica dove mancano le canalizzazioni necessarie per far defluire la pioggia. La prima delle due gare del GP d’Italia, sospesa per un breve scroscio, era stata poi annullata causa un temporale che ave-

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Giacomo Agostini è nato il 16 giugno 1942 a Brescia. Gli inizi Debutta nel 1961 su Morini 175 Settebello: 2˚ alla TrentoBondone. L’anno dopo è ufficiale, ma a fine 1963 passa in Benelli, quindi alla MV Agusta

Le vittorie In totale conquista 122 vittorie, 54 in 350 e 68 in 500. L’ultimo successo al GP Germania ’76 con la MV, con cui chiude la carriera Le auto Nel 1978 corre in Formula 2 con la Chevron, nel ’79-’80 con la Williams nella F.1 Aurora. Manager Ritiratosi dalle gare nell’80, nell’82 diventa team manager Yamaha: in 11 anni conquista 6 titoli (3 piloti con Eddie Lawson e 3 costruttori). A fine ’92 passa alla Cagiva, fino al ritiro della Casa nel ’95.

1. Primi anni ’60: le prime gare con la Morini Settebello; 2. Salto spettacolare al TT 1969 con la MV Agusta; 3. Con la Yamaha a Imola 1975, anno del 15˚ e ultimo titolo ANSA; 4. Team manager Yamaha dall’82 al ’92: qui è con Eddie Lawson, 3 volte iridato 2

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Invece Casey Stoner lascia a 27 anni. Cosa ne pensa?

«Ha tutte le ragioni, non si trova, vuole stare con la sua famiglia, le sue mucche. É giusto, ma con la mia testa non l’avrei mai fatto, visto quanto ero innamorato del mio mestiere». Rossi è alla svolta, rilanciare la sfida o alzare bandiera bianca: che consiglio gli darebbe?

«Dal lato economico solo dov’è ha uno sponsor che può soddisfarlo. Ma Rossi che non vince diventa difficile. Io quando ero secondo dicevo che ero finito» Pronostico per il Mondiale?

«Prima dell’annuncio di Stoner avrei detto 50-50. Adesso do un 60 a Lorenzo». Cosa fa oggi Agostini?

«Continuo a correre... in cantiere. Faccio il costruttore, per divertirmi un po’. E la moto la uso tutti i giorni. Mi serve e mi piace». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ANNIVERSARIO

SOTTO ACCUSA INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA. SENTITO MELANDRI

PAOLO GOZZI

LA CARRIERA

HA VINTO 15 TITOLI

Il Mondiale Al debutto nel 1965 è vice campione 500 alle spalle del compagno Mike Hailwood e 350 dietro Jim Redman. L’anno dopo conquista il primo titolo 500 infilando un filotto di 7 titoli consecutivi. In 350 è campione dal 1968 al 1974. Quello del ’74 è il primo dei 2 titoli Yamaha: il secondo, nel 1975, è l’ultimo in 500. Con la Casa di Iwata vince all’esordio la 200 Miglia di Daytona 1974

E cos’è adesso il Motomondiale? Le piace?

«No, ai miei tempi non era meglio. Dopo una gara in Austria con la pioggia tremavo dal freddo. Ho messo i piedi in una bacinella d’acqua calda, poi ho rimesso calzini e stivali bagnati e sono ripartito per la 500. Noi mangiavamo il panino con la salsiccia, oggi c’è l’hospitality... Ma ora forse questo "meglio" ci ha portati un po’ oltre. Vorrei più amicizia. Noi in pista ce le davamo, ma ho una foto in cui prima del via siamo seduti sul prato, uno vicino all’altro io Hailwood, Read e Ivy».

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va inondato quello specifico settore. Anche gara-2 era stata sospesa a metà, sempre per pioggia. Sul sistema di drenaggio i commissari Fim si erano evidentemente fidati delle garanzie di idoneità fornite dall’ufficio tecnico dell’autodromo. Il responsabile Stefano Tremolada è iscritto nel registro degli indagati e per ora si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Testimoni Anche Marco Melandri è stato sentito come testimone lunedì della scorsa settimana. I magistrati hanno acquisito anche le ricostruzioni di Gianfranco Carloia, direttore di gara permanente del Mondiale, e del croato Igor Eskinja, commissario della Federmoto Internazionale e nelle prossime settimane verranno sentiti altri piloti e organizzatori. Prima conseguenza: Monza perderà il round del Mondiale che si disputava dal 1990. Ulteriore beffa per il pubblico che aveva ottenuto in risarcimento l’ingresso gratis per l'edizione 2013. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Canada 1982: al via del GP moriva Riccardo Paletti Il GP del Canada ha ricordato i 30 anni dalla morte di Gilles Villeneuve ma il 13 giugno 1982 proprio a Montreal perse la vita il nostro Riccardo Paletti. Milanese, 24 anni, era alla prima stagione in F.1, correva con l’Osella e prima del Canada si era qualificato solo a Imola e a Detroit (dove però non aveva gareggiato per aver sbattuto nel warm up). La tragedia al via: la Ferrari di Pironi (in pole) resta ferma e Paletti lo tampona a 150 km/h, l’Osella prende fuoco, ci vuole mezz’ora per estrarre Riccardo che morirà in ospedale. Con lui in Canada c’era mamma Gianna: era la prima volta che lo seguiva a un GP.


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MONDOMOTORI AUTO ALESSANDRO GIUDICE

La bellezza non conosce crisi. O meglio, giustifica con il suo valore estetico (e, in questo caso, sostanza tecnologica) impegni economici importanti come l’acquisto di un prodotto che ha un posto d’eccellenza tra i classici a quattro ruote. Succede alla GranTurismo, il modello di punta di Maserati che, forte di un +10% di vendite nel primo quadrimestre 2012 rispetto al 2011, presenta al prezzo di 126.820 euro (132.430 il modello con cambio elettro-attuato) la Sport, più recente evoluzione della coupé che sostituisce la S e la S Automatic.

Comoda come un sofà Ma ha l’anima da corsa Interni eleganti e spaziosi e prestazioni da vera supercar Passa da 0 a 100 km/h in 4"7. Cambiate in 60 millisecondi

Linea Oltre al potenziamento

del motore e ad alcune migliorie telaistiche, i punti di forza della Sport sono quelli che, dal 2007 ad oggi, hanno decretato il successo della GranTurismo. Su tutti la linea, firmata Pininfarina e sviluppata dal team coordinato da Lorenzo Ramaciotti, a capo del Design del Gruppo Fiat: classica e aggressiva, ha quel tipico andamento sinuoso ma deciso creato dal lungo cofano, dai parafanghi muscolosi e dalle spalle solide, che sostengono una coda corta e affilata. Esteticamente, alla tradizionale calandra a bocca di pesce con tridente bordato di rosso, la Sport affianca elementi hi-tech come i nuovi fari allo xeno, di forma allungata e arricchiti da LED (le luci posteriori, con vetri oscurati, ne contano addirittura 96), dotati dell’Adaptive Light Control per seguire con il fascio di luce la direzione impostata dallo sterzo. Di sapore racing l’equipaggiamento aerodinamico con minigonne, estrattore posteriore e muso aggressivo, dominato da due grandi prese d’aria e dallo splitter maggiorato. Prestazioni La Sport non di-

mentica una missione che il nome stesso di GranTurismo le impone: essere la compagna ideale e comoda anche per lunghi trasferimenti — come hanno dichiarato di volerla i clienti che la guidano tutti i giorni e che Maserati ha sentito nella fase preparatoria — con la capacità però di stupire nel momento in cui viene richiesta potenza, grinta e dinamica di guida da supercar. In questo caso, il V8 aspirato da 4,7 litri e 460 Cv (10 in più della precedente S e 20 rispetto alla versione con cambio automatico), spinge a fondo, con una coppia piena e pastosa (520 Nm a 4.750 giri) che il rombo secco del motore fa sembrare infinita.

Maserati GT Il volante della GranTurismo: dietro le palette del cambio

I sedili in pelle Poltrona Frau con il fregio Maserati

Cambio Per gli amanti della guida è irrinunciabile quello elettro-attuato, montato sull’assale posteriore secondo lo schema transaxle (l’automatico è invece montato dietro il motore, pesando sull’assale anteriore). Comandato dalle grandi palette poste dietro il volante, è già veloce (100 millisecondi) nella cambiata normale ma può scendere a 60 millisecondi nella modalità superveloce, che si ottiene con l’80% del gas aperto e giri motore oltre i 4.500. La Sport accelera da ferma a 100 all’ora in 4"7 e la velo-

cità massima tocca i 300 km/h: l’efficienza e la sicurezza sono garantite dal sistema di sospensioni Sport Skyhook, che adatta costantemente gli ammortizzatori al continuo mutare delle condizioni di marcia e di fondo. Con una lunghezza di 4,88 metri e un peso che sfiora 1.8 tonnellate, la nuova GranTurismo è perfetta per ospitare quattro persone sui suoi nuovi sedili in pelle Poltrona Frau, comodi e avvolgenti. Con un fregio che, sullo schienale, ricorda la mascherina Maserati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NUOVA TENDENZA LA V40 HA UN SISTEMA DI AIRBAG ESTERNI PER LA SICUREZZA IN CASO DI URTO E UN MOTORE DALL’ANIMA ECOLOGICA

Volvo, la compatta che rispetta i pedoni e l’ambiente PAOLO LORENZI

Sembra una copia in piccolo della Volvo V60. La nuova V40 ha però grandi ambizioni: punta al segmento C premium, dove cercherà di farsi largo sfoderando un «curriculum» invidiabile, improntato alla sicurezza. Per dirla con le parole di Michele Crisci, amministratore delegato di Volvo Italia, la nuova compatta svedese (di proprietà cinese) «ha tanta tecnologia utile». Primizia In primo piano spicca

il Pedestrian Air Bag, una primizia a livello mondiale. È un air bag che protegge il pedone, l’ultima risorsa di una catena di protezioni che comprende radar e avvisatori acustici, e so-

prattutto il Pedestrian Detection che attiva i freni dell’auto per evitare l’incidente. L’air bag interviene in caso estremo: i sensori del paraurti anteriore rilevano il contatto e attivano il gonfiaggio del sacco d’aria, sistemato sotto il cofano, che ricopre in una frazione di secondo parte del parabrezza e del montante per attutire l’impatto. La V40 colpisce anche per le forme da Hatchback sportiva, con la linea del tetto che ricorda un coupé e il posteriore scolpito. È una compatta 5 porte, di 4,37 metri, che dovrà vedersela con Audi A3, BMW serie 1, Alfa Romeo Giulietta e Mercedes Classe A. In Italia arriverà con due motori diesel e un benzina, cilindrate di 1.6 e 2.0 litri, potenze comprese tra 115 e 180 Cv, cambio manuale o automatico (preferenza al Power-

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VOLVO V40 1.6 DIESEL

La V40 ha una linea da hatchback sportiva con motore «verde»

shift). In particolare convince il 1.6 diesel da 115 cv, pronto ai medi regimi e solo un pochino carente di spunto in partenza. È un propulsore dall’anima «verde»: dichiara un consumo

di 3,6 litri per 100 km e 94 gr di Co2 emesse al km. Con questi numeri potrebbe sfruttare gli incentivi in discussione al Parlamento, se confermati. In chiave risparmio, la nuova Volvo of-

LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri a L Cilindrata 1.560 cmc Trazione anteriore Alimentazione Diesel Potenza 115 Cv a 2.500 g/m Coppia Nm270 a 1750 g/m Lun/larg/alt 437/180/145 cm Peso 1.282 kg Capacità vano carico 233/876 litri Velocità max 190 km/h Accelerazione 0-100 km/h 12"3 Consumi urb/extra/misto (l/100 km) 4/ (l/100 km) 3.4/(l/100 km) 3.6 Prezzo 26.300 euro

fre anche start&stop, recupero dell’energia in frenata e l’indicatore di eco guida. In arrivo a settembre con prezzi compresi tra 24.450 e 34.000 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NOSTRO GIUDIZIO

SÌ NO Assetto Impostato per il comfort di guida Sterzo Il servosterzo elettronico è preciso e modulabile Cambio Il manuale è ben rapportato

Spunto Il 1.6 diesel è un po’ carente in partenza Rumorosità Il 5 cilindri diesel è un po’ rumoroso Sedili Quelli posteriori non offrono molto spazio


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MOTO MASERATI GT SPORT LA SCHEDA TECNICA Motore V8 a 90 gradi Cilindrata 4.691 cmc Potenza 460 Cv Coppia 520 Nm a 4750 giri/min Cambio elettro-attuato o automatico a 6 marce Peso 1.780 kg Lun/lar/alt 4.881/1.915/1.353 mm Consumo medio 15,5 l/100 km (14,3) Emissioni 360 g/km (331) di Co2 Velocità massima 300 km/h (298) Accelerazione 0-100 km/h 4"7 (4,8) tra parentesi i dati della versione automatico

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IL NOSTRO GIUDIZIO

La Vespa 3V in versione LX con il faro rotondo, in basso il modello S più sportivo

SÌ Motore Potente e con coppia infinita Interni Sedili comodi e avvolgenti Look Bella la tinta e il nome del nuovo Blu Sofisticato

NO Navigazione Il sistema è un po’ datato Specchietti In quelli laterali manca la telecamera posteriore

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Vespa 3V Raffinata e hi-tech La tradizionale linea della GranTurismo impreziosita dai nuovi fari allo Xeno che sono arricchiti da LED

IL NOSTRO GIUDIZIO

È sempre tempo di Vacanze romane Stesso stile, ma con i moderni motori a tre valvole percorre fino a 55 km/litro. Prezzi da 3.620 euro gio, uniscono un’anima sportiva al rispetto dell’ambiente e al taglio dei costi di esercizio. Al 30% in meno di emissioni di CO2 si uniscono ottimi consumi (55 km con un litro a 50 orari), migliorati costi di esercizio (manutenzione ogni 10 mila km, sostituzione della cinghia a 20 mila), ma pure un incremento delle prestazioni: la potenza cresce del 7,1% per la 125 e del 6,3% per la 150.

MASSIMO BRIZZI ROMA

Il motore V8 di 4,7 litri ha ben 460 Cv di potenza

LA 24 ORE PROVE LIBERE

Due Audi ibride davanti a Le Mans Ha preso il via con le prove libere la 80ª edizione della 24 Ore di Le Mans a cui partecipano 56 vetture. Come da pronostici l’Audi ha piazzato le R18 diesel ai primi 4 posti, con le due E tron ibride a tradizione integrale davanti a tutti: sulla numero 2 c’è Dindo Capello, già vincitore di tre 24 Ore. Alle loro spalle le due R18 Ultra a trazione posteriore non elettriche: sulla numero 4 c’è l’esordiente Marco Bonanomi. Il quartetto se la dovrà vedere con le inseguitrici Toyota TS030 ibride che in gara (partenza sabato alle 15) potranno beneficiare di un serbatoio più ampio, 75 litri contro i 65 delle Ultra e i 63 delle E tron quattro. Nove le Ferrari 458 impegnate nella GTE mentre gareggia fuori classifica la Nissan DeltaWing. Giovanni Cortinovis

TEMPI: 1. Lotterer Faessler Treluyer (Svi Ger Fra/Audi R18) 3’25"163, media 239,100 km/h; 2. McNish Capello Kristensen (GB Ita Dan/Audi R18) 3’26"494; 3. Gené Dumas Duval (Spa/Fra/Fra Audi R18 ultra) 3’27"494; 4. Jarvis Bonanomi Rockenfeller (GB Ita Ger/Audi R18 ultra) 3’27"885. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tradizione e innovazione. La Vespa lancia le 125 e 150 3 valvole e si rinnova, restando fedele a se stessa, con quel design unico e inimitabile con cui ha percorso le strade del mondo con oltre 17 milioni di unità. Una storia che si evolve dal 1946, e che per farlo sceglie di ripassare per una culla del suo mito: Roma, cui è legata a doppio filo da tanti ciak illustri, da «Vacanze romane» a «Caro diario». Motori Il vernissage della Capitale riguarda le nuove Vespa LX e S, 125 e 150, con inediti motori monocilindrici 3 valvole, 2 di aspirazione, una di scarico, raffreddati ad aria e iniezione elettronica: progettati, prodotti e sviluppati a Pontedera, cuore del Gruppo Piag-

VESPA 3V LX-S LA SCHEDA TECNICA Motore Monocilindrico 4T i.e. Alesaggio/corsa 52/58,6 mm-58/58,6 mm Cilindrata 124 cmc-155 cmc Potenza 8,5 kW (11,6 Cv)-9,5 kW (12,9 Cv) Coppia max 10,7 Nm a 6.500 giri-12,8 Nm a 6.250 giri Freni anteriore disco da 200 mm; posteriore tamburo da 110 mm Lunghezza 1.770 mm Larghezza 740 mm Altezza sella 785 mm Passo 1.280 mm Capacità serbatoio 8,3 litri Prezzi da 3.620 a 4.050 euro

I monocilindrici 4 tempi da 125 e 150 cc hanno 3 valvole, iniezione elettronica, potenze accresciute e consumi di 55 km/l a 50 all’ora

In sella La Vespa 3V è brillante e divertente: il motore è pronto, ha un’ottima coppia e spinge bene da subito. Il comportamento è sicuro, il baricentro basso conferisce stabilità e una maneggevolezza senza uguali. I freni però sono un po’ spugnosi: l’azione bloccante si avverte subito, ma occorre una forza decisa sulle leve per assicurarsi lo spazio di arresto desiderato. In sella si sta comodi e il comfort è buono, anche se sul pavé cittadino, la ruota da 11" mostra i suoi limiti. Design La linea della Vespa non stufa mai pur sapendo aggiornarsi. In questa versione ecco interventi sulla mascherina e alla strumentazione, nera per la S. Faro e specchietti tondi per la LX, più classica; quadrati per la S, più sportiva, priva anche del vano portaoggetti sul davanti. Cinque i colori per la LX, 4 per la S. La Vespa 3 V è già disponibile sul mercato: si va dai 3.620 e per la 125 LX (3.820 la 150) ai 3.970 per la 150 S (3.770 la 125). © RIPRODUZIONE RISERVATA

SÌ Motore Brillante e pronto, divertente da guidare. Consumi Bassi, al pari dei costi di esercizio.

NO Frenata Spugnosa: serve tanta forza sulle leve. Tenuta Sul pavé la ruota da 11" resta inadatta.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

GAZZATRAINER LO SPORT PER CHI LO FA SPECIALE PER GAZZETTA

Radio corsa

Che spettacolo sulle Dolomiti foto MOSNA

di LINUS

Mi preparo in Romagna, la terra di Pantani Meno di venti giorni alla Maratona delle Dolomiti. Per me è la quarta volta, ma è anche l’unica gara ciclistica che faccio nell’arco della stagione e quindi la sento sempre molto. Come tutti gli anni, per una ventina di giorni farò il mio programma alla radio dalla Romagna, solo che quest'anno ho anticipato il periodo al mese di giugno. Così potrò allenarmi più facilmente. Furbo! Girando in bicicletta tra le colline care a Marco Pantani, si capisce perché questa è una terra che di corridori ne ha creati tanti. Basta valicare la statale Adriatica e partono infinite varianti di percorsi, morbide colline che nascondono strappi violentissimi o ascese più lunghe e morbide. Forse mancano le interminabili salite dell’Alto Adige, ma i panorami non sono da meno. E c’è sempre qualcuno pronto ad arricchirli con qualche pillola di saggezza popolare. Ieri un mio amico riccionese, più o meno coetaneo ma molto più vitellone, mi ha spiegato che non stava pedalando tanto perché era molto preso, e invece «la bicicletta è come una bella donna, non vuole pensieri...». Un altro, incontrato sbuffando sulla salita di Montescudo, da sotto il caschetto ha ansimato «la bicicletta è un attrezzo al quale devi dare tutto quello che hai, puoi mica risparmiare». Il succo è sempre lo stesso, ci vuole dedizione, applicazione, spirito di sacrificio. Tutto vero, ma viene più facile tirarle fuori mentre pedali in cima a una collina con il mare come orizzonte. Provate ad allenarvi nelle periferie industriali, dove l’unica salita è il cavalcavia della tangenziale.

In breve a cura di ENRICO ARCELLI medico sportivo e dietologo

Lo studio La caffeina aiuta l’uso dei carboidrati

Maratona -18 Manuela, non solo sci «Mi alleno pedalando» Granfondo sulle Dolomiti L’azzurra Moelgg al via il 1˚ luglio nel percorso corto (55 km): «E mio fratello Manfred va forte» PIERANGELO MOLINARO

Bella e veloce. Non ha mai vinto in Coppa del Mondo per mera sfortuna, qualche volta anche solo per un centesimo di secondo, ma è sempre stata protagonista. Perché Manuela Moelgg sugli sci è forte, fra le migliore al mondo in gigante e slalom, attaccante per natura. Ladina di San Vigilio di Marebbe, sta preparando a 29 anni la decima stagione nel circuito maggiore della neve. Una stagione che culminerà con i Mondiali di Schladming, in Austria: una pista difficile, come quelle che piacciono a lei. Ma il primo luglio si alzerà sui pedali nella Maratona delle Dolomiti, a due passi da casa. «Sarà la mia quarta volta. E’ una manifestazione splendida, al di là dei luoghi che percorre, per la gente che partecipa». Manuela, quale distanza affronterà?

«Quella corta, 55 chilometri». Manuela Moelgg, bolzanina, 29 anni: nessuna vittoria in Coppa del Mondo, ma 6 secondi posti e 4 terzi FOTO MARIO CURTI

Che rapporto ha con la bicicletta?

«Mi piace e la uso per allenar-

mi. Prima preferivo la mountain bike, dalle mie parti ci sono percorsi bellissimi, ma da qualche tempo vado sulla strada. Pedalando alleno la resistenza, di norma lo faccio per due ore e mezzo, al massimo tre. Mio fratello Manfred è molto più appassionato di me. Va forte in salita e fa giri incredibili». Cadute?

«Come sugli sci, qualche volta succede. Una l’ho fatta l’anno scorso in mountain bike. Werner (Heel, il discesista azzurro con cui è fidanzata da tre anni, ndr) mi ha portato su un percorso che, diceva, potevano fare tutti. Sì, tutti, solo sassi e radici... Ma Werner in mountain bike non lo batte nessuno, va in discesa come un pazzo, come sugli sci». La schiena, che la tormenta ormai da molti inverni, come va?

«Sto facendo una cura preventiva per non aver problemi quando entreremo nel vivo della preparazione. Devo convivere con certe situazioni, spero solo che mi permetta di iniziare la stagione in buone condizioni».

Tante volte la schiena l’ha condizionata, se non fermata. In bici come si trova?

«Sulla strada hai una posizione fissa, quindi non ho problemi. La mountain bike mi serve proprio per far lavorare di più i muscoli della schiena». Che programmi d’allenamento ha?

«Ho già lavorato molto sulla neve. Subito, a fine stagione, visto che era abbondante. Poi ho curato la preparazione atletica. Ogni pomeriggio faccio o bici o corsa». La Nazionale l’ha già convocata?

«Questo periodo è tutto dedicato all’allenamento fisico. Il 22 luglio partiremo per Ushuaia, l’ultima città della Terra del Fuoco in Argentina, dove con le compagne lavorerò sul ghiacciaio per 20 giorni. Poi andremo a casa, prima di tornare nella stessa località per altri 20 giorni serrati sulla neve. La Coppa del Mondo inizierà l’ultima domenica di ottobre a Sölden, in Austria. Speriamo sia un grande anno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Un carico di energia «corretto» alla caffeina? Niente di strano. Lo dicono le ricerche. Se ad una miscela di carboidrati vengono infatti aggiunti bassi dosaggi di caffeina — inferiori a quelli che aumentano la produzione di urina e che, dunque, causano la riduzione delle scorte di acqua — è nettamente favorito il loro assorbimento a livello intestinale anche mentre si sta pedalando. Recenti studi britannici hanno dimostrato che vi è anche un analogo aumento del consumo di carboidrati da parte dei muscoli e hanno eliminato definitivamente il dubbio che la caffeina facesse sì aumentare l’arrivo dei carboidrati nel sangue, ma che non ne favorisse un incrementato utilizzo da parte dei muscoli impegnati nella pedalata. Stranamente però va detto che il caffè non è altrettanto efficace della caffeina da sola, ma sembra anzi ridurre l’assorbimento dei carboidrati. In definitiva, quindi, si può concludere questo: niente di più sbagliato che pensare di cavarsela con due o tre caffè.

Salita&salute Ossa fragili? Non sempre L’osteoporosi rende le ossa così fragili che si fratturano anche per sollecitazioni di ridotta entità. Lo stimolo più importante per rafforzare lo scheletro è, in effetti, il dover vincere la gravità, come succede se si cammina o si corre, ma non se si pedala o si nuota. Il ciclismo, dunque, non combatte l’osteoporosi e qualcuno aveva sostenuto che, addirittura, la favorisce. Uno studio recentissimo ha però dimostrato che una densità ossea del 9-18% inferiore a quella dei sedentari, specie al collo del femore, può verificarsi soltanto in professionisti che fanno 22-25 ore di ciclismo settimanale. Per loro il rischio scompare se praticano corsa o palestra, ma anche se pedalano in salita, o fanno sprint o mountain bike. Sono comunque garantiti molti benefici per la salute per chi pedala abitualmente: si abbassa la pressione del sangue, aumenta il colesterolo buono (HDL), si combatte il diabete e si riduce il rischio di malattie del cuore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CICLISMO

A Appunti

L’Usada accusa

I QUATTRO FAVORITI GIRO DI SVIZZERA, QUINTA TAPPA

«Ha fatto uso di doping Fermate subito Armstrong anche nel triathlon»

Puccio e Oss vanno in fuga ma sono beffati dal russo Isaychev

Nuova sfida tra l’Usada, l’agenzia antidoping americana, e Lance Armstrong. A febbraio, il magistrato aveva archiviato le accuse penali di doping; ieri l’Usada ha accusato formalmente il texano, 40 anni, di doping/manipolazione del sangue per «prove evidenti» nei campioni ematici 2009 e 2010, e gli ha ordinato di ritirarsi subito dal triathlon. Lance: «L’ennesima caccia alle streghe» AP

S Cadel Evans Australiano, 35 anni, vincitore 2011

Schleck out Annuncio in lacrime: «Non sarò al Tour» Frattura dell’osso sacro per la caduta al Delfinato: dopo Contador, la Grande Boucle perde anche Andy gionali diventano altri, su tutti la Vuelta (dal 18 agosto). «Ritroverò il mio amico Alberto Contador», ha detto Schleck. E il team manager Johan Bruynee abbozzava: «In Spagna ci saranno 10 arrivi in salita e molti meno chilometri a crono rispetto al Tour».

CIRO SCOGNAMIGLIO twitter@cirogazzetta

Si è sentita anche questa: il Tour de France senza Alberto Contador e Andy Schleck è come Parigi senza il Louvre e la Torre Eiffel. Un’esagerazione. Però è un fatto che la Grande Boucle 2012, già «orfana» dello spagnolo (squalificato), ieri abbia perso anche il suo rivale per eccellenza.

Prospettive Di certo finora è

Lacrime «E’ la più grande delu-

sione della mia carriera. Avrei preferito arrivare ultimo, piuttosto che non essere a Liegi il 30 giugno», ha detto ieri pomeriggio il 27enne lussemburghese di RadioShack in una conferenza stampa organizzata in fretta e furia a Strassen (Lussemburgo). Era commosso, nell’ufficializzare una decisione che non è giunta inattesa. Non dopo il ritiro di sabato scorso al Giro del Delfinato, arrivato in seguito alla caduta di due giorni prima nella maxicrono di Bourg en Bresse: esami clinici approfonditi hanno evidenziato una frattura dell’osso sacro. Tempo di recupero: dalle 4 alle 6 settimane. «L’ultimo tentativo l’ho fatto martedì. Ho pedalato quasi un’ora sotto la pioggia, ma ho capito che era impos-

S Tutta la delusione di Andy Schleck, 27 anni. Il lussemburghese ha vinto a tavolino il Tour 2010 (a destra, in giallo), più 2 volte secondo (2009 e 2011); re della Liegi 2009 AFP

sibile», ha aggiunto Andy, tre volte secondo negli ultimi tre Tour. Ma la piazza d’onore del 2010, a causa della squalifica di Contador, si è trasformata in un successo a tavolino: e giusto un paio di settimane fa Andy aveva ricevuto la maglia gialla. Grinta «Ho già voglia di tornare

e di tornare più forte, perché la gente e i giornalisti fanno in fretta a dimenticare. Wiggins, Evans e gli altri favoriti del Tour? Sono fortunati, perché io non ci sarò». Gli obiettivi sta-

stato un anno nero per Schleck, mai nei primi venti (!) di un ordine d’arrivo. E non può sorridere neanche lo squadrone RadioShack, appena 3 successi (2 Cancellara, 1 di Fuglsang) nel 2012. A tenere alta la bandiera della famiglia Schleck in Francia dovrebbe pensarci Frank, 3˚ l’anno scorso, che dopo il polemico ritiro dal Giro d’Italia non sta andando male in Svizzera (per ora è 2˚). Bruyneel aveva appena chiuso la grana-Horner, che si era lamentato per non essere nella preselezione del Tour: «Sono in forma». «Mi ha detto che non era pronto per correre in Svizzera e allora il discorso si è chiuso», la risposta del team manager. E ora la rinuncia di Andy Schleck. Tempi duri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Italiani protagonisti, però senza fortuna nella 5ª tappa del Giro di Svizzera, con arrivo a Gansingen: via libera del gruppo alla fuga di 7 uomini con i nostri Salvatore Puccio e Daniel Oss, ma successo di giornata al russo Vladimir Isaychev (Katusha). Puccio terzo, Oss sesto. Il plotone, regolato da Elia Viviani (8˚), è arrivato a 11’07". Nessuna variazione di rilievo nelle prime posizioni della classifica generale: il portoghese Rui Costa è sempre leader con 8" su Frank Schleck e 15" su Kreuziger. Primo degli italiani, G. Caruso: 15˚ a 41". Cunego è 17˚ a 57", Moreno Moser 19˚ a 1’01". Oggi la sesta tappa: Wittnau Bischofszell, 198 km. Tv: diretta Sky Sport 2 dalle 15.30.

DA OGGI IN SLOVENIA

Occhi su Pozzato, S Ulissi e Malori Bradley Wiggins Inglese, 32 anni, 4˚ nel 2009: è il favorito

S Vincenzo Nibali 27 anni, 7˚ nel 2009: il nostro asso

S Robert Gesink Olandese, 26 anni, 6˚ 2010 FOTOSERVIZIO BETTINI

Comincia oggi con la Celje Novo Mesto (164 km) il Giro di Slovenia. Ulissi, vincitore 2011, ha il numero uno. Al via anche Malori, Agnoli, D, Caruso, Goss, Brajkovic, Pozzato, Rabottini, Di Luca, Napolitano, Brambilla, Battaglin e Pozzovivo. Conclusione domenica a Lubiana con una crono di 17,8 km.

SABATO E DOMENICA

Provate a Lucca le bici di Cipollini Dovrà essere una gran festa di sport e passione, più che una giornata agonistica. Domenica c’è a Lucca la 2ª Granfondo Mario Cipollini e Re Leone porta le sue superbici tra il pubblico: andate su www.granfondomariocipollini.it e iscrivetevi. Sabato e domenica potrete avere il piacere di provare fuoriserie uniche a due ruote.

GIRO BIO DILETTANTI DOPO IL GIORNO DI RIPOSO

Si riparte con il russo Zakarin leader Sabato l’arrivo sul leggendario Gavia (l. guerra) Riparte oggi il Giro Bio dilettanti dopo la giornata di riposo a Figline Valdarno, utile per sottoporre i 121 corridori ai controlli medici previsti. Ancora 4 giornate per arrivare domenica al traguardo finale di Asiago, e sabato la tappa regina con il durissimo arrivo in salita sul Gavia, inedito per i dilettanti: oggi Greve in Chianti–Perignano di Lari (163 km), domani Monticelli Terme–Lonato del Garda (147 km), sabato Rovereto–Gavia (168 km) e domenica il circuito di Asiago (123 km). In classifica guida il russo Ilnur Zakarin, con 43” sul giovane bolzanino Pierre Paolo Penasa (Zalf) e 2’12" su Matteo Di Serafino (Vega); 6˚ Aru a 2’41".

LUTTO

E’ morto a 93 anni Aldo Ronconi Due giorni in maglia gialla nel 1947 (past.) Martedì, a Faenza, è morto Aldo Ronconi. Era nato povero a Santa Lucia delle Spianate di Brisighella (Ravenna) il 20 settembre 1918, ma ha sempre vissuto a Faenza, con un negozio di biciclette (e articoli sportivi) diventato un punto di riferimento: aveva 93 anni. Lo chiamavano «e’ paruch», il parroco, da quando nel Giro d’Italia 1940 (il primo vinto da Coppi, partito come gregario di Bartali) Eberardo Pavesi, ds della Legnano, per riconoscere più facilmente i suoi corridori in corsa, gli aveva assegnato un berretto nero. Si sarebbe riconosciuto comunque, perché Ronconi era piccolo, commovente perché irriducibile, scalatore, amava il

Aldo Ronconi, 4˚ al Tour 1947 caldo e anche il pavé, ma in volata era fermo. Respirò tutta l’epopea di Bartali e Coppi, coabitò con il concittadino Ortelli, ma gli mancava — come scriveva Roghi — «la teatralità». Vinse solo 7 corse (fra cui una tappa al Giro 1946 e una al Tour 1947, e il campionato italiano 1940), fu 5˚ al Giro 1946 e 4˚ al Tour 1947 (due giorni in maglia gialla).


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BASKET FINALI SCUDETTO: GARA-3 VISTI AL FORUM 1

2

1 Prima della partita Giorgio Armani, a destra, consegna a Sandro Gamba la maglia numero 80, come gli anni appena compiuti 2 In tribuna, Danilo Gallinari, 23 (sin.) e Marco Belinelli, 26 IPP/CIAM CAST

Mani sullo scudetto Gigantesca Siena Milano si ferma sul rimbalzo finale L’ Mps, trascinata da Stonerook che cattura l’ultima palla, va sul 3-0: domani può chiudere MILANO SIENA

79 82

(15-14, 29-39; 55-56) EMPORIO ARMANI MILANO: Cook 12 (0/1, 3/6), Hairston 25 (8/8, 0/2), Mancinelli 8 (4/5, 0/2), Fotsis 3 (1/2, 0/2), Bourousis 3 (1/2, 0/1); Giachetti, Rocca (0/1), Melli 4 (2/3, 0/1), Bremer 3 (1/4 da 3), Gentile 13 (3/7, 1/3), Radosevic 8 (3/3, 0/1). N.e.: Filloy. All. Scariolo. MONTEPASCHI SIENA: McCalebb 7 (3/4, 0/3), Aradori 4 (2/4), Thornton 6 (0/2, 2/3), Stonerook 13 (1/2, 3/6), Andersen 11 (5/7, 0/1); Zisis 9 (2/4, 0/1), Carraretto (0/1 da 3), Lavrinovic 17 (3/8, 0/2), Ress. N.e.: Michelori, Lechthaler. All. Pianigiani. ARBITRI: Cerebuch, Sahin e Begnis. NOTE — T.l.: Mil 20/29, Sie 22/32. Rim.: Mil 32 (Gentile 7), Sie 34 (McCalebb 7). Ass.: Mil 12 (Cook, Gentile 5), Sie 12 (McCalebb 15). Prog.: 5’ 7-9, 15’ 22-24, 25’ 42-49, 35’ 63-63. Usc. 5f.: Thornton 37’31" (69-69), Carraretto 39’48" (77-80), Fotsis 39’57" (79-80). Spett. 10.300.

LUCA CHIABOTTI MILANO

Come si ferma Shaun Stonerook? Stavolta Milano ha limitato Bo McCalebb, il dominatore delle prime due partite, ma la differenza in attacco l’ha fatta il capitano, il difensore per eccellenza, l’uomo su cui l’EA7 ha provato a speculare in difesa, lasciandolo spesso tirare da solo. Ma come dice Shaun: «Se per vincere devo essere un tiratore, faccio il tiratore». Così segna tre triple e quando, a 9" dalla fine, sul +1 per Siena, sbaglia due liberi, va a prendersi il rimbalzo che dà ai campioni il 3-0 e virtualmente il sesto scudetto di fila. Milano gioca una buona partita, riesce a fermare McCalebb, dimostra che con Fotsis sano e in campo sarebbe stata molto più compe-

titiva anche nelle prime due gare, cambia il tipo di difesa ma: «La loro scelta di passare dietro ai blocchi e di uscire molto col pivot sul play mi ha lasciato l’opportunità di tirare. Lo sto facendo bene da un po’, non ne ho approfittato sempre perché non è un buon basket, ma avevo grande fiducia». Partenza e sorpasso Il Forum è pieno ma l’effetto sperato da Scariolo sulla sua squadra tarda a vedersi. Milano parte esattamente come aveva finito a Siena con due palle perse nelle prime tre azioni. La cosa diversa è che Fotsis non fa toccare la palla a Andersen e un paio di contropiede di Mancinelli e Hairston propiziano l’8-0 del vantaggio Milano (13-9). Esce McCalebb, su cui c’è maggiore attenzione nei pick and roll che non sono la specialità della ca-

« «

Se per vincere devo essere un tiratore, bene, faccio il tiratore Abbiamo vissuto tanti momenti così. Non abbiamo mai avuto paura di perdere SHAUN STONEROOK CAPITANO SIENA

sa ma sono stati altamente produttivi nelle prime due gare. Entra Zisis ma, soprattutto, Pianigiani per la prima volta nella serie utilizza Andersen e Lavrinovic in campo assieme stanando definitivamente Bourousis.

Con questo assetto arriva un contro 8-0 senese (15-20). Milano è in campo col secondo quintetto, viene tenuta in piedi da due canestri di Melli ma quando Gentile difende due volte su Kaukenas con lo sguardo a distanza (come se non sapesse chi è...), il lituano segna due triple di fila, che diventano tre con la seconda si Stonerook sfidato a tirare. E’ un nuovo 11-0 per i campioni che se vanno (22-33), le 12 palle perse nel primo tempo, con 0 recuperi dei giocatori di Milano, regalano al solito 9 tiri in più ai campioni. Essere 10 punti sotto è grasso che cola per Milano. Aggressività Incredibile, Mila-

no con Radosevic (al posto di Bourousis) ruba la prima palla della gara. Non è un caso: l’aggressività si trasferisce in attacco, con penetrazioni e pick and

roll il croato e Hairston vanno a tirare nel cuore della difesa. Due triple di Thornton (40-49) e una rubata magica di Stonerook piegano le gambe all’EA7 che si impegna anche in difesa e sembra non ottenere nulla. Ovviamente non è così: le prime due giocate di Gentile da giocatore vero riaprono la gara, ma Radosevic arriva a 4 falli e la rimonta di Milano si ferma a -1 (50-51) perché Melli fa tre falli stupidi di fila in bonus e Siena capitalizza dalla lunetta. Milano ha 4 volte la palla del sorpasso prima della fine del terzo quarto, ma sbaglia sempre. Arriva però il pareggio al 31’ con la tripla di Gentile (58-58) che però poi forza inseguendo il possibile momento magico. Lunetta Lavrinovic, come una formichina dalla lunetta, rimet-

IL DOPO PARTITA PARLANO GLI ALLENATORI

Pianigiani: «Abbiamo vinto con il cuore e l’anima» Scariolo: «Puniti dalle nostre ingenuità, ma non dobbiamo perdere la fiducia» MILANO

Se è vero, come si dice, che le serie dei playoff iniziano con una vittoria esterna, l’impressione è che in questo caso la finale sia avviata alla conclusione. Le uniche due sconfitte di Siena in finale dal 2004 a oggi sono arrivate nelle gare-4 (al

meglio di 7), a Roma nel 2008 e lo scorso anno con Cantù. Cuore e anima «Ovviamente sono contento del risultato — dice Simone Pianigiani — questo è il primo vantaggio nella serie ed è arrivato perché abbiamo vinto fuori casa. Non abbiamo giocato bene, abbiamo prodotto tanto senza concretizzare. Ci siamo costruiti un bel vantaggio nel primo tempo ma ci siamo lasciati innervosire troppo presto. Non pensavo di poter accumulare più di 10 punti di vantaggio anche qui a Milano. Lo dovrò ripetere ai miei: non possiamo andare fuori controllo. Ho notato cose che non mi sono piaciute e che dovrò rivedere.

Cosa? Letture, situazioni in cui abbiamo perso il controllo. Se andiamo nel casino contro una squadra come Milano, abbiamo da perdere noi. Invece, in questi casi, dobbiamo continuare ad eseguire». Alla fine, però, la Mens Sana ha vinto. «Sì, ma con il cuore e giocate di anima — continua il tecnico senese — come alcuni rimbalzi decisivi importanti. Abbiamo poi tenuto in difesa quando è cambiata l’inerzia. Per vincerne un’altra dobbiamo giocare meglio, essere più cinici. Abbiamo due partite per chiudere, per tenere il vantaggio reale che ci siamo costruiti». «Ne abbiamo vissute tante insieme — dice Shaun Stonerook —

to solo uno sbandamento nel finale del secondo quarto. Poi la partita è stata decisa da alcune ingenuità. Uno di questi errori è stato sul canestro più fallo su Andersen, un gioco da tre punti decisivo insieme ai rimbalzi d’attacco concessi nel finale. Va detto che la differenza di mestiere ed esperienza esiste. Impareremo. Non dobbiamo essere sfiduciati, ma mettere ancora più grinta. Peccato, abbiamo giocato una partita tonica, intensa. Non abbiamo perso neanche una palla nel secondo tempo. Potevamo vincere noi, hanno vinto loro. Questa è la fotografia della situazione delle due squadre a oggi».

recuperando anche svantaggi più pesanti. Non ci arrendiamo mai e alla fine con qualche giocata importante siamo in grado di vincere. Importante è giocare duro e con intelligenza». Ingenuità Chissà se fischieranno

le orecchie a Ioannis Bourousis. «È chiaro che non sta giocando la miglior finale — dice Sergio Scariolo — ma oggettivamente è nella situazione tattica per lui più difficile, contro lunghi che stanno lontano dall’area. Per questo preferiamo centri più dinamici». E sulla partita: «Sapevamo che se fossimo riusciti a limitare McCalebb, avremmo avuto eccellenti possibilità di vincere. Abbiamo avu-

Simone Pianigiani, 43 anni

p.b.


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le Pagelle

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di PAOLO BARTEZZAGHI

SI RIGIOCA DOMANI

I NUMERI

13

Punti di Stonerook, eguagliano il suo record stagionale contro la Benetton, ne aveva realizzati 6 nelle due partite precedenti di finale.

11

Partite di finale vinte consecutivamente da Siena contro Milano, considerando 2009, 2010 e 2012. Ultimo successo milanese in una gara scudetto, gara-2 del 2005 con la Fortitudo.

7

Rimbalzi di McCalebb che eguaglia il suo record in Italia

Le finali scudetto si giocano al meglio di 7 partite. Anche per la gara di domani al Forum di Assago i biglietti sono esauriti.

S Malik Hairston, 25 anni, guardia/ala di Milano CIAM/CAST

te spazio tra le due squadre, torna McCalebb ma Hairston prende il potere contro Kaukenas e la riapparizione di Radosevic porta Milano in vantaggio (65-63) al 35’. La Mps è più esperta e tosta, va a prendersi i rimbalzi d’attacco sugli errori, e nel massimo sforzo degli avversari che con un coraggioso Gentile e Radosevic sono ancora avanti a 86" dalla fine (73-72), trovano una tripla di Stonerook con effetti ancora più devastanti, perchè Alessandro, dopo un brutto colpo al polso, sbaglia due liberi. E’ finita, sul fallo sistematico, Zisis e Kaukenas non tremano. «Sono tanti anni che giochiamo assieme, abbiamo vissuto tanti momenti come questi. E’ stata tosta ma non abbiamo avuto paura di perdere». Parola di capitano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rimantas Kaukenas, 35 anni, guardia dell’Mps CIAM/CAST

Hairston eroico Zisis-Kaukenas danno la svolta MILANO GIACHETTI N.G. Meno di tre minuti senza infamia e senza lode. MANCINELLI 6 Parte tra i primi 5 per la prima volta nelle finali e con due palle perse nei primi tre attacchi. Funziona soprattutto quando la squadra riesce a correre.

h Il capitano Mps Shaun Stonerook, 34 anni, penetra nella difesa dell’EA7 CIAM

y

IL MIGLIORE

8 HAIRSTON

È l’unico attaccante di Milano nella prima parte dove segna 10 punti senza uno sbaglio al tiro. Chiude con solo due errori da tre. Sette falli subiti.

SIENA MCCALEBB 7 Il primo lampo in attacco è all’ultimo attacco dei primi 20 minuti. Si mangia la difesa e segna. Miglior rimbalzista: 7 di cui 3 offensivi. Ed è sempre più basso di 180 cm. ZISIS 7 Sblocca Siena, che ha subìto uno 0 8 nel primo quarto, con un assist a Kaukenas. Peccato per quella scena a metà campo nel secondo quarto. Subisce un colpo, come diceva Gianni Brera, «fa lazzi da morituro», poi si rialza improvvisamente quando l’azione si ferma e a Milano hanno già annullato una tripla. Splendido canestro in allontanamento nell’ultimo quarto e notevole il recupero a 30" dalla fine dopo l’errore di McCalebb. Liberi finali.

GARA-1 Siena-Milano 86-77

S GARA-2 Siena-Milano 86-58.

S GARA-3 Milano-Siena 79-82

S GARA-4 Milano-Siena, domani 15 giugno. ore 20.30. Arb.: Cicoria, Paternicò, Lanzarini. Tv: Rai Sport 2.

S EV. GARA-5 Siena-Milano, domenica 17 giugno.

S EV. GARA-6 Milano-Siena, martedì 19 giugno.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Taccuino LEGADUE

Finale promozione stasera gara-4 (cam.ca.) Stasera alle 20.45 ga ra 4 Pistoia Brindisi Oggi alle 20.45, in diretta su Rai Sport 2, ga ra 4 delle finali promozione Giorgio Tesi Pistoia Enel Brindisi. La serie, al meglio di 5 partite, è sul 2 1 per Brindisi. L’eventuale gara 5 è in programma domenica in Puglia. In tanto Giulio Griccioli va a Veroli con Betti g.m.

TERAMO

Club messo in mora dai giocatori La maggior parte dei giocatori di Teramo, che non ricevono gli sti pendi dallo scorso febbraio, hanno avviato i decreti ingiuntivi metten do in mora la società. Secondo il giornale Il Centro, il patron Lino Pel lecchia avrebbe offerto una transa zione, proponendo il 70% di quanto avrebbero dovuto percepire.

MONTEGRANARO

Sutor, ciao Ivanov Si tratta con Valli (a.p.) Dopo 4 stagioni a Montegra naro, il bulgaro Dejan Ivanov ha fir mato con i lituani del Lietuvos Rytas con un contratto annuale con opzione per la successiva. La Sutor al momento ha sotto contrat to, Valerio Mazzola e Fabio Di Bel la. Per quanto riguarda il ruolo di nuovo d.g. dopo Crovetti si fa il no me di Lorenzo Marruganti, mana ger in uscita da Teramo. La società sta trattando il rinnovo con coach Giorgio Valli (sotto, foto LaPresse). Intanto la neopromossa Reggio Emilia ha prolungato fino al 2014 il contratto con il tecnico Max Menet ti, che aveva un accordo in scaden

FOTSIS 6 Tornato in quintetto, riprende il buon lavoro difensivo su Andersen interrotto in gara 1 per la distorsione alla caviglia sinistra. Nei primi 7 minuti, l’australiano non tira neanche una volta. Bene a rimbalzo, in attacco non c’è ancora.

ANDERSEN 6 Primo canestro, splendido, a inizio secondo quarto quando Fotsis è seduto. Importante azione da tre punti a 1’49" dalla fine.

COOK 7 In difesa lavora bene su McCalebb. In attacco entra in partita nel terzo quarto alimentando la rimonta con assist e punti.

THORNTON 6.5 Forza una conclusione e sta fuori a lungo. Poi mette due triple nel terzo quarto quando Milano si avvicina.

ROCCA 5.5 Taglia coi tempi giusti, riceve e sbaglia da un centimetro il sottomano. Era il suo canestro.

LAVRINOVIC 6.5 Sbaglia tanto al tiro (3/10, subisce 10 falli.

BOUROUSIS 4 Ancora una volta completamente fuori partita. Un esempio: riceve in post basso, la sua posizione di partenza preferita, palleggia, raccoglie la palla, non sa più cosa fare, è raddoppiato. La perde.

KAUKENAS 7 Entra con Siena sotto di 4 punti ed è la svolta. Mette due triple di fila per il +8 nel secondo qu arto.

za al termine della prossima stagio ne.

RESS 6 Entra solo nel terzo quarto, vista la serata di Stonerook. IL MIGLIORE 8 STONEROOK

PESARO

GENTILE 7.5 Entra e commette fallo dopo 3 secondi su un raddoppio. In difesa lascia troppo spazio a Kaukenas, in attacco non segna fino al terzo quarto quando anima la rimonta con coraggio, assist e rimbalzi. Peccato per lo 0/2 ai liberi a 53" dalla fine.

Quest’anno 13 punti li aveva segnati una volta. Sfrutta lo spazio che la difesa di Milano gli concede e segna già due triple nei primi 20 minuti. Sul 4 nel terzo quarto segna e recupera palla sulla rimessa di Milano: altri due punti dalla lunetta. Sbaglia i due liberi finali ma recupera il rimbalzo smanacciando la palla fuori area.

RADOSEVIC 7 Sfrutta bene lo spazio che ha vista la sostanziale assenza di Bourousis. Ha 4 falli già al 26’ ma resiste e incide. Liberi a parte (2/6)

ARADORI 5.5 In quintetto come in gara 2, trova un paio di conclusioni in transizione. Torna solo per un minuto nel secondo quarto.

(cam.ca.) Ieri è avvenuto davanti al notaio il passaggio gratuito delle quote della Vuelle da Scavolini, Sivi glia e Ifi al Consorzio Pesaro Basket, che ora detiene il 100% del le stesse e comprende anche i tre imprenditori suddetti. Si cerca sempre uno sponsor da affiancare a Scavolini sulle maglie.

MELLI 6 Buon impatto anche in attacco con due tiri dalla media distanza. Peccato quei falli evitabilissimi, terzo e quarto in fila soprattutto. BREMER 5 Si prende le sue triple, purtroppo per Milano ne entra solo una.

CARRARETTO 6 Gomiti e mestiere.

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S EV. GARA-7 Siena-Milano, giovedì 21 giugno.

E’ nato il Consorzio Ieri le firme


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012


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BASKET FINALI NBA GARA-1 OKLAHOMA CITY MIAMI

105 94

INTERNET

Su Gazzetta.it la Nba è in esclusiva

(22-29; 47-54; 74-73) OKLAHOMA CITY THUNDER: Westbrook 27 (10/20, 0/4), Sefolosha 9 (2/3, 0/2), Durant 36 (8/12, 4/8), Ibaka 10 (5/10), Perkins 4 (2/2); Fisher 6 (3/4, 0/1), Collison 8 (4/5), Cook, Harden 5 (1/4, 1/2). N.e.: Mohammed, Ivey, Hayward, Aldrich. All.: Brooks. MIAMI HEAT: Chalmers 12 (3/3, 2/4), Wade 19 (7/17, 0/2), James 30 (10/21, 1/3), Battier 17 (2/3, 4/6), Haslem 4 (2/6); Miller 2 (1/1, 0/1), Bosh 10 (3/8, 1/3), Anthony. N.e.: Howard, Jones, Turiaf, Harris, Cole. All.: Spoelstra. ARBITRI: Stafford, Malloy, Mccutchen. NOTE - T.l.: Oak 20/27, Mia 14/18. Rimb.: Oak 43 (Collison 10), Mia 35 (Haslem 11). Ass.: Oak 22 (Westbrook 11), Mia 20 (Wade 8). Spett.: 18.203. Serie (al meglio di 7): 1-0. Gara-2: stanotte a Oklahoma City (ore 3, diretta SkySport 3).

Immagini di gara-1: Durant, il migliore, Wade guarda male LeBron, Spoelstra davanti al muro dei tifosi Thunder e Pat Riley, presidente Heat, in mezzo a loro in serenità. E Westbrook scatena l’entusiasmo REU-AFP

I due uomini chiave, Thabo Sefolosha e Nick Collison si oppongono a LeBron James AFP

Sul sito Internet www.gazzetta.it/nba ogni giorno il nostro inviato vi racconta da Oklahoma City e da Miami tutte le notizie e i retroscena della sfida da Thunder e Heat. Si potrà seguire la partita in diretta con il «play by play» ufficiale. E poco dopo la fine di ogni sfida, la cronaca del match, con le pagelle giocatore per giocatore, che da quest’anno sarà arricchita dagli highlights con le azioni più importanti e dai video con le interviste a caldo dei protagonisti e con le giocate più belle viste da ogni angolazione. Tutta l’Nba è in esclusiva per l’Italia sul nostro sito internet Gazzetta.it che offre una copertura della finale mai vista al di fuori degli Stati Uniti.

Tuoni e lampi: la legge di Durant Oklahoma City si affida al suo fenomeno che nell’ultimo quarto oscura LeBron: 1-0 per i Thunder DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO ORIANI OKLAHOMA CITY

Tutti in piedi, a battere le mani, sgolarsi, una marea umana vestita di blu, che solleva di peso i suoi giocatori e li porta in alto, là dove non erano mai arrivati. La Chesapeake Arena, dolcissima casa dei Thunder, non smette mai di far casino, anche quando Miami va a +13 e i ragazzi di casa sembrano storditi, travolti da un qualcosa che per 24 minuti sembra essere più grande di loro. Fai presto a dire «abbiamo giocato tante partite importanti, le finali non ci spaventano», come aveva fatto Kevin Durant alla vigilia. Quando si alza la palla a due e ti rendi conto di cosa c’è in palio, è inevitabile che le gambe tremino un pochino. Belli e brutti Ma poi son Thun-

der e lampi. Che inceneriscono gli Heat, traditi dalle loro superstar, con LeBron che infila l’ennesimo quarto periodo da pulcino bagnato, merito di Thabo Sefolosha che lo manda fuori giri, marcandolo che meglio non si può. E Wade che blocca la circolazione di palla che così bene aveva fatto a Miami nel primo tempo, quando trovare l’uomo libero sull’arco per le triple incontrastate di Chalmers e Battier (29 inaspettati punti in due) era stato un gioco da ragazzi. Mentre Durant fa il Durant (nei playoff viaggia a 8.3 punti di media col 55% dal campo e il 43% da tre nell’ultimo periodo, ovviamente numero uno nella lega): diciassette punti nei 12’ conclusivi contro i 7 di James, 31 per Oklahoma City, 21 per Miami. E fa 1-0. Non solo per merito dell’ex Texas Longhorn,

Miami va anche a +13, ma nel terzo periodo un grande Westbrook ricuce lo svantaggio Decisivi due gregari: Sefolosha con la difesa su James e il tuttofare Collison Gara-2 di domani già cruciale per gli Heat: in casa i Thunder sono 9-0 nei playoff

INIZIATIVE GAZZETTA

Dal 20 giugno le stelle Nba ai raggi x Dal 20 giugno, sarà in edicola a 4.99 euro, il primo volume della collana «Le stelle della Nba ai raggi x» dedicato a Michael Jordan con articoli di Dan Peterson, Flavio Tranquillo e Federico Buffa

peccato che da queste parti gli hanno già perdonato da tempo (sono gli storici rivali della Oklahoma University). Sorprese Ci sono infatti un paio

di gregari che hanno inciso il loro nome nella pietra della prima vittoria in una finale nella giovane storia dei Thunder, arrivati qui da Seattle nel 2008: Sefolosha, madre svizzera, padre sudafricano, moglie camerunese cresciuta in Francia, una stagione a Biella, vero cittadino del mondo, e il pretoriano Nick Collison, ottava stagione con i Thunder, che lo avevano scelto quando ancora erano a Seattle con il numero 12 nel draft 2003, unico reduce Sonics con Durant (che però disputò una sola stagione, la prima, nella Città Smeraldo). Collison ha giocato quasi tutto il quarto periodo (in panchina per soli 29") catturando un paio di rimbalzi offensivi fondamentali e facendosi trovare sempre pronto in quello che coach Brooks ha definito il «dunker spot», ovvero quel punto dell’area dove può ricevere un assist e schiacciare facilmente. «Sacrifica sempre il suo corpo — spiegava poi Durant — non gliene potrebbe fregare di meno delle cifre personali, è un fantastico compagno di squadra. Abbiamo bisogno di lui per vincere». Nick è il colletto blu dei Thunder, all’apparenza un manovale dei canestri, in realtà un giocatore di grande intelligenza cestistica e di spaventosa utilità, il perfetto complemento alle superstar di Oklahoma City. E ha anche un notevole humor. Durante la stagione ha infatti tenuto un blog per GQ assieme a Royal Ivey, secondo play di riserva, col

la Sfida KEVIN DURANT OKC THUNDER 23 ANNI, 2.06 ALA

LEBRON JAMES MIAMI HEAT 27 ANNI, 2.03 GUARDIA-ALA

PUNTI REALIZZATI

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30

PUNTI PRIMO QUARTO

11

4

PUNTI SECONDO QUARTO

2

10

PUNTI TERZO QUARTO

6

9

PUNTI QUARTO QUARTO

17

7

quale, finita la stagione, vorrebbe fare un viaggio in camper dalla sua città natale, Iowa City, sino a quella di Ivey, New York, il Queens per la precisione. Nel blog sostiene che in caso di un’invasione di zombie, il primo a morire dei Thunder sarebbe la matricola Reggie Jackson, «perché si addormenta ovunque appoggi la testa».

IN PILLOLE

a

Chi vince gara-1 conquista il titolo nel 72.3% dei casi

Trascinatore Non sarebbe giu-

LA CHIAVE

sto però non ricordare quanto ha fatto anche Russell Westbrook, che ha sfiorato la tripla doppia con 27 punti, 8 rimbalzi e 11 assist, ed è stato il trascinatore dei Thunder nel terzo periodo, quello della riscossa. «Non so perché ma nel primo tempo non abbiamo giocato con sufficiente impegno — diceva l’ex play di Ucla —, ma nella ripresa abbiamo alzato l’intensità e la difesa più solida ci ha permesso di giocare maggiormente in contropiede e segnare canestri facili». Che hanno affossato Miami, ora davanti a una partita, gara-2, che non può permettersi di perdere. Andare sotto 0-2 vorrebbe dire riportare i suoi talenti a South Beach e obbligatoriamente vincere tutte e tre le partite all’AA Arena, per poi ritornare nel mezzo delle praterie per vincerne una delle ultime due. Su un campo dove i Thunder sono 9-0 nei playoff, mentre gli Heat sono solamente 4-5 in trasferta. Il mantra di coach Spoelstra è lo stesso, banalissimo, ripetuto ad nauseam da (quasi) tutti gli allenatori perdenti: «E’ solo una partita, mettiamocela alle spalle e pensiamo alla prossima». Sperando che stavolta Durant non faccia il Durant nel quarto periodo. Ma soprattutto che LeBron non faccia il LeBron.

La marcatura di Sefolosha su LeBron, che ha tirato 2/7 per 7 punti marcato dallo svizzero e 9/14 (17 punti) quando su di lui c’era Durant (2/5 per 6 punti contro altri difensori).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MIGLIORE Kevin Durant, 36 punti al debutto in una finale, gli stessi di Jordan alla sua prima partita. Solo Iverson nel 2001 fece meglio con 48.

IL PEGGIORE James Harden, mai in partita. Ha giocato 22’, solo 7 nella ripresa.

LA STATISTICA Miami ha iniziato la partita con 9/15 nei tiri da oltre 3 metri e 5/6 da 3. Nel resto del match è scesa a 9/31 e 3/13. Oklahoma City ha dominato in area (56 punti a 40) e in contropiede (24 4).

LA CURIOSITÀ La storia dice che chi vince gara 1 conquista poi il titolo il 72.3% delle volte (47 18). L’anno scorso però proprio Miami vinse gara 1 sui Dallas Mavericks ma poi perse la serie finale 4 2.


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

OLIMPIADE MENO 43

ANDREA BUONGIOVANNI

Secondo in Europa e quinto al mondo: a Daniele Greco è bastato esordire all’aperto per catapultarsi ai vertici delle gerarchie 2012 del triplo. Il 17.47 di sabato a Potenza, personale migliorato di 19 cm in una volta sola, apre a prospettive eclatanti: passando per la rassegna continentale di Helsinki di fine mese, persino in chiave olimpica. La sua crescita, sin dall’oro europeo under 23 di Kaunas 2009, è costante, ma i progressi recenti, con anche il 5˚ posto ai Mondiali indoor di marzo, addirittura clamorosi: qual è il segreto? «E’ tutto figlio di un progetto partito un paio di anni fa: coinvolge me, il mio allenatore Raimondo Orsini, le Fiamme Oro e Roberto Pericoli, tecnico federale, coach pure del mio amicone Fabrizio Donato, col quale ora collaboriamo molto da vicino». Cosa ci mette di suo?

«La gran voglia di fare e un po’ di spavalderia. Mi accompagnano sempre, anche quando gioco a ping pong: sono piuttosto forte...». Nel marzo 2008, a 19 anni appena compiuti, dichiarò che la sua Olimpiade sarebbe stata quella di Londra. Manca un niente: conferma?

«Resto coi piedi per terra. Ma quando ho ottenuto i migliori risultati, per un motivo o per l’altro, non ero mai in condizioni ideali. Sabato mattina, per esempio, avevo 38 di febbre». Vuol dire che, in passato, avrebbe potuto far di più?

«Nel 2010, dopo un incidente d’auto, ho sofferto alla schiena. Nel 2011 mi hanno limitato uno stiramento e uno strappo. E quest’inverno, ai Mondiali indoor, ho preso una botta a un metatarso. Ora un alluce ne risente».

ATLETICA

Bolt irrintracciabile dopo l’incidente «No a trattamenti di favore per lui»

telefono a cui non risponde nessuno. La Polizia stradale assicura che Bolt nonostante la sua fama non riceverà un trattamento di favore. In ogni caso trattandosi di un reato stradale e non criminale Bolt rischia al massimo 5000 dollari di multa per guida incontrollata.

Intanto ad Addis Abeba si è risolto il caso di Haile Gebrselassie che era accusato di aver cambiamo impropriamente la serratura di un appartamento del suo Haile Building per impedire agli affittuari inadempienti di occuparlo. Ma le parti hanno trovato un accordo prima del processo.

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Daniele Greco, 23 anni, pugliese di Galatone, salta per le Fiamme Oro AFP

domande a... FIONA MAY di GABRIELLA MANCINI

«Commentare i Giochi sarà un po’ come essere in gara»

Sogno Triplo Greco pronto a stupire nel nome del Signore La fede, gli infortuni e all’improvviso una misura che lo lancia tra i migliori al mondo (17.47): «Ora sto bene e posso volare»

«

Anche Francesca Lanciano, la mia ragazza, è triplista: vale il tricolore junior

Come si superano tanti contrattempi?

«Facendo leva sulla parte più spirituale di me, affidandomi al Signore. Sono credente per tradizione, ma soprattutto per un fatto personale. La fede dà molte risposte: un giorno mi farà anche capire il perché della morte di mio fratello Davide

Casi extrasportivi per Bolt e Gebrselassie. Il primatista dei 100 dopo l’incidente d’auto che lo scorso weekend ha distrutto la sua Bmw è accusato di atteggiamento elusivo e lacunoso. Anche se i test anti acohol e antidroga sono risultati negativi il velocistha fornito ai vigili un numero di

DANIELE GRECO SALTO TRIPLO

a 17 anni dopo un incidente sul lavoro. Siamo una famiglia molto unita: appena posso aiuto mio papà a lavorare il suo ettaro di terra». Come si manifesta la sua religiosità?

«Cantavo nel coro della parrocchia di Galatone, il mio paese nel Salentino. Ma tra gare e raduni non riuscivo a seguire sempre le prove. Ho sentito che non lontano, a Lido Conchiglie, frazione di San Nicola, le funzioni erano senza accompagnamento. Così mi sono "trasferito" lì, dove, da solo, presto servizio alla comunità». Scusi la provocazione: garantisce sulla prestazione di Potenza, ottenuta lontano dalle ribalte internazionali?

«Assolutamente: era presente Pericoli, ho saltato anche un 17.25 e specialisti come Sardano e Boni, che valgono di più, sono arrivati appena a 15.63 e 15.47». Ha risolto i problemi dell’impianto di allenamento?

«Sono sempre a Taviano, a 25 km da casa, senza luce e senz’acqua, ma non mi lamento più. Due volte ho ricevuto un set nuovo di ostacoli, uno fatto da un tubista e due volte l’hanno rubato. Ora ne ho dieci in ferro... E poi è lì che ho conosciuto la mia ragazza, Francesca Lanciano, 18enne, triplista con un personale di 13.08. Sabato l’accompagnerò a Misano: può vincere il titolo italiano junior». © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic QUANDO GENTILE OTTENNE IL BRONZO A MESSICO ’68

1 Fiona May, ex regina del lungo, per la prima volta telecronista di atletica per l’Olimpiade su Sky: come si sta allenando? «Sto studiando, vado ai meeting, seguo gli atleti anche su twitter. E ho preso "lezioni" da un mio amico, un telecronista della Bbc. Mi ha detto: "Devi sapere tutto per dire il meno possibile. Seguirò il suo consiglio». 2 Che cosa farà? «A volte interverrò nelle telecronache con informazioni curiose accanto ai super tecnici Stefano Baldini e Stefano Mei, più spesso farò le interviste agli atleti dopo le gare e quando sarà possibile anche qualche minuto prima. Mi piace il contatto diretto».

3 Si è preparata anche per le interviste? «Un po’ sì. Diciamo che mi sono spianata la strada. Ho conosciuto Usain Bolt e gli ho detto. "Mi raccomando, quando sei a Londra ricordati di me, dammi cinque secondi alla fine della gara!" Non sarà facile. in certi momenti lo vuole tutto il mondo... ». 4 Farà qualcosa di partico-

Un precedente beneaugurante per Greco. A Messico ’68 Giuseppe Gentile a 25 anni stabilì il record mondiale in qualificazione (17.10) e nel primo salto di finale (17.22 ) conquistando il bronzo.

lare per il salto in lungo? «Dirò la mia, sarò più partecipe alla telecronaca, ma sarà così anche per il salto in alto con la nostra Antonietta Di Martino».

5 Ha fatto anche l’attrice: un parallelo tra le due esperienze? «Sul set è diverso, ero serena. Per l’Olimpiade c’è più tensione, sarà come gareggiare». © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

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PALLANUOTO FINALI WORLD LEAGUE

Settebello sprecone Ci pensa Tempesti Col Kazakistan l’Italia si fa rimontare (da 9-4) e risolve ai rigori: il n. 1 ne para 3. Campagna: «Mi aspetto progressi» DAL NOSTRO INVIATO

la guida

FRANCO CARRELLA ALMATY (Kazakistan)

Se non ci riesce col bel gioco, il Settebello sa ugualmente come farci divertire. Per esempio rimandando ai rigori la sfida col Kazakistan, a cui non pare vero di pareggiare coi campioni del mondo. Dopo il sofferto esordio con la Cina (10-9), un’altra prova poco brillante degli azzurri, nella seconda giornata delle finali di World League: «Ma ho visto dei passi avanti, per due tempi una buonissima qualità di gioco. Poi un po’ di stanchezza fisica e mentale, unita alle cattive percentuali con l’uomo in più e con l’uomo in meno, ci ha frenato» spiega Sandro Campagna. È una «mezza vittoria» (due punti anziché tre) che lascia gli Stati Uniti da soli in testa al girone: oggi, nello scontro diretto che chiude la prima fase, dovremo necessariamente vincere per conquistare il primato e disputare un agevole quarto di finale col Brasile. Altrimenti ci toccherà un osso più duro: Australia o Spagna. Illusione e rimonta Campagna

lascia in tribuna Gitto (riposo previsto a causa della ferita al labbro riportata il giorno prima) e il portiere Pastorino, l’avvio sembra promettente (1-4, 2-5) anche se il c.t. non risparmia ramanzine a qualche giocatore fuori posizione e talvolta si incorre in eccessivo... altruismo. Con difese che privilegiano la zona, il Settebello vola sul +5 (4-9) in avvio del terzo tempo. Poi si spegne la luce e la grintosa formazione di Drodzov ne approfitta, sospinta dagli elementi di maggiore esperienza (il portiere Maximov s’avvia a compiere 40 anni): un break di 4-0 a cavallo dell’ultima frazione riaccende il match

In caso di vittoria per domani c’è il Brasile Così la seconda giornata delle finali di World League. GIRONE A Usa-Cina 6-4, Kazakistan-Italia 10-13 rig. Classifica: Usa 6; Italia 5; Kazakistan 1; Cina 0. Oggi Italia-Usa (ore 11.30 italiane, 15.30 locali), Kazakistan-Cina (14.15). GIRONE B Croazia-Spagna 7-6, Australia-Brasile 13-6. Classifica: Croazia 6; Spagna, Australia 3; Brasile 0. Oggi Croazia-Brasile (ore 10.10), Australia-Spagna (12.50). LA FORMULA: dopo la prima fase, nei quarti si giocano gli incroci prime contro quarte e seconde contro terze. Sabato le semifinali, domenica le finali.

Alex Giorgetti, 24 anni, due reti contro il Kazakistan REUTERS

Oggi contro gli Stati Uniti serve un successo per avere quarti facili (8-9 di Ukumanov, 6 su 6 con l’uomo in più!)) e il pubblico si scalda. Presciutti ci fa rifiatare in superiorità numerica, ma una doppietta di Ushakov negli ultimi 2’ vale il pareggio e quindi la soluzione dai rigori. Nei tiri dai 5 metri si esalta Tempesti: il capitano ne para tre su tre, mentre Figlioli, Gallo e Felugo non sbagliano. «Pararne tre di fila non è cosa di tutti i giorni — commenta il numero uno azzurro — ma mi considero anche fortunato perché queste prodezze mi riescono nei momenti decisivi, come la finale mondiale di Shanghai. Quan-

to alla gara nel complesso, avanti di cinque gol, abbiamo accusato un calo di tensione. Deve servirci da monito. L’aspetto mentale è fondamentale per ambire a grandi traguardi». Oggi, contro gli americani, lo verificheremo: «Una gara tosta — osserva Campagna — dovremo dare il massimo. Mi aspetto progressi e chiedo umiltà: i ragazzi devono capire che non è un disonore vincere di un gol con la Cina e soltanto ai rigori col Kazakistan». Ospitalità Quanto ai kazaki, li ritroveremo il 4 agosto ai Giochi di Londra, nella quarta partita della prima fase. E lasciateci spendere due parole su di loro anche per l’organizzazione di questo evento: l’ospitalità non ha eguali, anche grazie a un esercito di volontari. Una lezione per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SETTEROSA Nel triangolare femminile di Barcellona, Italia-Gran Bretagna 12-6. Oggi, alle 19.30, le azzurre sfidano la Spagna.

KAZAKISTAN ITALIA

10 13

(1-3, 3-5, 3-1, 3-1; 13-10 rig) MARCATORI: 1'27" Deserti s.n., 5' Ushakov s.n., 6'10" Giorgetti, 7'13" Perez s.n.; 8'48" Rizzo s.n., 10'04" Manafov s.n., 11'35" Giorgetti s.n., 12'02" Zhilyayev, 12'17" Felugo rig., 12'48" Premus, 13'10" Zhilyayev, 14'55" Figari s.n.; 19'02" Figlioli, 19'35" Ruday s.n., 20'30" Manafov s.n., 22'47" Schmider s.n.; 24'55" Ukumanov s.n., 28'25" C.Presciutti s.n., 30'43" e 31'19" Ushakov. KAZAKISTAN: Maximov, Gubarev, Kokorin, Panfili, Ushakov, Ukumanov, Manafov; Shakenov, Schmider, Zhilyayev, Ruday, Gorovoy, Shvedov. All. Drozdov. ITALIA: Tempesti, Felugo, Figari, Gallo, C.Presciutti, D.Fiorentini, Deserti; Perez, Rizzo, Figlioli, Giorgetti, Premus, Marcz. All. Campagna. ARBITRI: Peris (Cro) e Moller (Arg.). NOTE: sup. num. Kazakistan 7 (6 gol), Italia 13 (6). Usc. 3 f. Gubarev 21'30", Ukumanov 28’22". Spett. 1.000. Sequenza rigori: Figlioli gol, Panfili parato, Gallo gol, Ushakov parato, Felugo gol, Schmider parato. Tempi regolamentari 10-10.

TENNIS AL QUEEN’S DI LONDRA

Squillo Bolelli, fa fuori Simon Eliminati Murray e Roddick Buone notizie dall’erba del Queen’s, il tradizionale torneo londinese che precede Wimbledon, dove Simone Bolelli, numero 120, elimina il 13˚ giocatore del mondo e quarta testa di serie Gilles Simon in oltre due ore di battaglia tirata e divertente. Il bolognese, che l’anno scorso a Wimbledon batté Wawrinka raggiungendo il terzo turno dalle qualificazioni, è stato solido al servizio e molto concentrato nei momenti chiave del terzo set, annullando una palla break sul 4-3 per il francese e poi conquistando cinque punti di fila dal 2-2 del tiebreak. Ora trova il belga Malisse. Il torneo perde a sorpresa il campione in carica Murray, ormai avvitato in una crisi senza fine, eliminato da Mahut, finalista nel 2008 e come sempre a suo agio nei prati e il quattro volte vincitore Andy Roddick, sempre più declinante: (non vince un match dal torneo di

Simone Bolelli, 27 anni, numero 120, conferma buone attitudini sull’erba AFP

Miami): l’americano si arrende al francese Roger-Vasselin malgrado 22 aces. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo turno: Ito (Giap) b. LORENZI 7-6 (6) 4-6 6-2; 2˚ turno: Mahut (Fra) b. Murray (Gb) 6-3 6-7 (4) 7-6 (1); Dimitrov (Bul) b. Muller (Lus) 7-6 (1) 6-4; Anderson (Saf) b. Stakhovsky (Ucr) 7-6 (5) 2-6 3-4 rit.; Lopez (Spa) b. Darcis

(Bel) 6-3 3-6 7-5; BOLELLI b. Simon (Fra) 4-6 6-3 7-6 (2); Malisse (Bel) b. Bogomolov Jr. (Rus) 6-3 4-6 6-0; Roger-Vasselin (Fra) b. Roddick (Usa) 6-4 4-6 7-5; Cilic (Cro) b. Ebden (Aus) 6-2 6-1; Rosol (Cec) b. Baghdatis (Cip) 6-3 4-6 6-4; Lu Yen-Hsun (Taiw) b. Karlovic (Cro) 6-7 (3) 7-6 (6) 7-6 (7); Querrey (Usa) b. Istomin (Uzb) 7-6 (4) 6-3; Tsonga (Fra) b. Baker (Gb) 6-3 6-2; Dodig (Cro) b. Soeda (Giap) 6-3 7-6 (3); Benneteau (Fra) b. Ito 5-7 6-4 7-5.

A PARIGI

Nadal, ritrovato l’orologio rubato Il ladro è un barman PARIGI È stato ritrovato l’orologio da 300.000 euro rubato lunedì nella stanza d’albergo di Parigi di Rafa Nadal. Il ladro, secondo la polizia francese, è uno dei barman della hall ed è stato arrestato. A tradirlo il badge: il dipendente ha confessato di essere entrato nella stanza del giocatore grazie al tesserino e di essersi impossessato dell’orologio, che la Richard Mille aveva prestato al tennista spagnolo. È stato proprio il ladro a condurre gli agenti della polizia sul luogo dove lo aveva nascosto, vicino ai binari del treno. Oggi Rafa debutta a Halle (Ger, 750.000 e, erba). Secondo turno: Raonic (Can) b. Zhang (Cina) 6 1 6 1; Youzhny (Rus) b. Dolgopolov Jr. (Ucr) 6 4 3 6 6 3; Berdych (Cec) b. Troicki (Ser) 6 3 6 2; Stepanek (Cec) b. Stebe (Ger) 6 4 6 4.

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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

NUOTO SETTECOLLI A ROMA

Dopo il flop Europeo Pellegrini subito nei 400 sl. Il tecnico Rossetto: «Gli allenamenti sono andati bene, ha solo bisogno di sicurezza» paura della francese: «E poi aspettiamo anche i Trials americani, certo nei 400 il campo sarebbe sulla carte più facile per Federica, ma purtroppo lei non ha gareggiato tanto contro avversarie difficili come la Adlington. Non è una novità: il passato insegna che conta essere al top al momento giusto». A Roma come a Londra, la gara più problematica arriva subito: «Tolto il dente, tolto il dolore, è meglio che i 400 li nuoti subito: se vanno bene di conseguenza si crea l’effetto traino e se vanno male lei non si fa mai condizionare. Fino al 4 luglio sarò ottimista anche per i 400». Rossetto ha cercato di utilizzare il fattore-serenità di Filippo Magnini, dopo l’oro europeo nei 100: «E’ chiaro che questo momento di entusiasmo si sta riflettendo su di lei».

STEFANO ARCOBELLI ROMA

Dov’eravamo rimasti? A quell’enigmatica, sconclusionata eliminazione agli Europei di Debrecen, in batteria, l’ultima domenica di maggio: la campionessa e primatista mondiale Federica Pellegrini fuori dai 400 stile libero aveva fatto più rumore di un’attesa Fede d’oro. Era deflagrata, inattesa, una crisi apparentemente senza origini. Flop, mistero e lacrime, con troppi perché e un solo timore: che ci fossero conseguenze fisiche, subito dissipate dai controlli medici. «Dopo due giorni ha ripreso a lavorare tranquilla e motivata» raccontava ieri Claudio Rossetto, l’allenatore, alla vigilia di un altro 400 assai atteso nel 49˚ Settecolli, il meeting più antico che servirà a definire la nazionale olimpica, e a capire come sta Federica, ancora sotto pesanti carichi di lavoro. Punto E dopo i 400, quali altre

gare farà disputare a Fede? «Partiamo dai 400, poi faremo il punto della situazione: di sicuro ha bisogno di gareggiare — insiste

«La Muffat? Sta andando forte, ma Fede ha carisma e maggior esperienza» gli allenamenti sono andati bene. Ha solo bisogno di una gara che le dia sicurezza e convinzione». E’ inevitabile che il dualismo a distanza tra la francese e l’italiana creato dagli eventi stagionali, faccia crescere l’attenzione. Certezze di là, dubbi di qua: come la mettiamo, Rossetto? «La Muffat nuota bene, è veloce, è un’avversaria che rispettiamo, ma Fede ha carisma e

maggior esperienza e queste caratteristiche di solito mettono soggezione. E poi le gare bisogna farle a fianco». Il senso di Rossetto è: la Muffat questi 1’54"66 o 4’02"97 deve ripeterli in gare tirate, che assegnano medaglie, non nella tranquilla solitudine di Canet o Montecarlo. «Sta pure cambiando tattica per fare come Fede?» si chiede il tecnico. Insomma, rispetto ma non

Federica Pellegrini, 23 anni, con il fidanzato Filippo Magnini, 30 INSIDE

Messaggio Anche l’altra primadonna azzurra, Alessia Filippi, cerca a Roma, soprattutto nei 200 dorso. «Non vi aspettate temponi, sì a Debrecen mi sono presa un po’ di arrabbiature, ho sbagliato agli Europei perché cercavo la medaglia, e invece devo pensare al lavoro in proiezione Londra, alla finale olimpica. Pago due anni di non gare ad alto livello, ho bisogno di recuperare, di fare gare su gare: tanto non smetterò neanche dopo Londra. Voglio regalarmi un’Olimpiade divertente». La romana a 25 anni non ha l’ansia di cercare la scena: «Mi sento migliore anche come donna, adesso: non devo dimostrare nulla». E dall’alto della maturità, manda un messaggio a Cassano: «Non doveva dire certe cose, ha fatto bene a scusarsi: noi atleti dobbiamo dare l’esempio e rispettare tutti. Quando sento certe cose credo ci sia molta ipocrisia: e quando si gioca, si va in campo, è importante essere bravi, non importa se sei gay o altro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SFIDA IL TEST CON IL BRASILIANO CAMPIONE DEL MONDO

la guida

Dotto sotto esame contro super Cielo «Voglio un 22"3»

Scozzoli ritrova Van der Burgh Batterie dalle 9, finali dalle 17 Diretta su RaiSport 2

Stasera i 50 sl: «Non sono scomparso, pago solo il ritardo di condizione per l’infortunio alla schiena». C’è anche Orsi ROMA

E ora contro questo Cielo. Tornato deluso da Montecarlo, Luca Dotto ritrova il brasiliano col quale ai Mondiali di Shanghai ha condiviso il podio dei 50 sl, in programma stasera. Il campione del mondo ha voluto essere a Roma, e va bene anche al vice cercare certe sensazioni nella sfida più difficile: «Battere Cielo? Onestamente no, adesso: devo solo pensare a recuperare il tempo perduto per l’infortunio alla schiena». Dotto cerca riscontri cronometrici: «Tra qui e Milano voglio testarmi, non so se

servirà andare anche a Parigi, ma di sicuro ho bisogno di avere dei segnali. E comunque non sono scomparso». Come prima Non è uno sprinter che ha ballato per una sola stagione: «Non mi sono montato la testa con l’argento di Shanghai, ho avuto questa stagione tribolata e ora penso solo a Londra con una speranza: arrivare su quel blocchetto consapevole delle mie possibilità. E poi, ci vedrete almeno altri otto anni...». Lui e Orsi, l’altro sprinter che stasera cerca il podio sfuggito agli Europei: «Cielo va sempre sotto i 22" — riprende lo sprinter della Larus — io vor-

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TENNISTAVOLO

Fede, cancella i misteri «Serve una gara di cuore»

Rossetto —. Io la vedo abbastanza sicura, nonostante i tempi della francese Muffat al Mare Nostrum siano sotto gli occhi di tutti: aspettiamo a dare per spacciata Federica, certo se Camille continua con questi margini, ai Giochi si farà dura. I conti si fanno a Londra. Adesso pensiamo a questo test: vorrei che Fede disputasse una gara tutta cuore, anima, una gara delle sue, perché

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Luca Dotto, 22 anni

rei passare da 22"7 di Montecarlo a 22"3». Si confronterà con l’altro emergente francese, Florent Manaudou: «Ha la mia età, è un talento, è potente: siamo in 10 per una finale olimpica. Per ora penso solo a questo». E agli australiani? «Fisicamente ci sovrastano, ma anche gli americani se è per questo: sono altre "razze" rispetto a noi europei. Ma ricordate quando Magnini batteva i sudafricani col suo fisico normale? Devo inventarmi qualcosa. Ora, Magnussen può solo perdere, magari arriva troppo tranquillo e rischia. Per il resto i Giochi li vedo aperti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il programma del Settecolli (batterie dalle 9, finali dalle 17), diretta RaiSport2. Oggi: 400 sl donne (Pellegrini, Friis, Dan, Nesti, De Memme), 400 sl uomini (Glaesener, Dan, Pizzetti, Detti, Di Giorgio, Sciocchetti), 100 rana D (Suzuki, Gia, Boggiatto, Fissneider), 100 rana U (Scozzoli, Van der Burgh, Saf, Bizzarri), 100 farfalla D (Sjoestroem, Sve, Di Pietro, Di Liddo), 100 farfalla U (Czerniak, Pol, Verlinden, Ola,), 50 sl D (Kromowidjojo Ola, Alshammar, Sve, Ferraioli), 50 sl U (Cielo, Fratus, Bra, Dotto, Orsi, F.Manaudou Fra) Domani: 200 farf. D, 200 farf. U, 100 dorso D, 100 dorso U, 400 mx D, 400 mx U, 100 sl D, 200 sl U. Sabato: 800 sl D, 200 dorso U, 200 dorso D, 200 rana U, 200 rana D, 100 sl U, 200 sl D, 200 mx U, 200 mx D, 1500 sl U. AZZURRI E LONDRA Qualificati individuali (9): Federica Pellegrini 200 e 400 sl; Luca Dotto 50 sl; Fabio Scozzoli 100 rana; Alessia Filippi 200 dorso; Sebastiano Ranfagni 200 dorso; Marco Orsi 50 sl; Gregorio Paltrinieri 1500 sl; Ilaria Bianchi 100 farf.; Arianna Barbieri 100 dorso. Qualificati via staffette: Filippo Magnini, Mirco Di Tora, Matteo Rivolta, Michele Santucci, Riccardo Maestri, Gianluca Maglia, Samuel Pizzetti, Chiara Boggiatto, Alice Mizzau, Alice Nesti, Diletta Carli. Probabili: Andrea Rolla; Erica Buratto, Erika Ferraioli, Martina De Memme. In dubbio/ripescabili: Pesce, Di Pietro, Bizzarri, Detti, Marin, Turrini, Di Giorgio, Zofkova o Gemo, Polieri, Belotti, Pizzamiglio; Colbertaldo, Milli, Pirozzi, Fissneider; Rosolino; Cassio, D’Arrigo. STAFFETTE La Fina ha ufficializzato che la 4x100 e 4x200 sl azzurre femminili rientrano tra i migliori 16 tempi degli ultimi 15 mesi, in base al ranking che tiene conto delle prime 12 staffette classificate ai Mondiali 2011. L’Italia ha qualificato tutte e 6 le staffette ai Giochi.

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LE STELLE

S Cesar Cielo torna a Roma a 3 anni dalla doppietta iridata nella velocità: l’olimpionico e iridato dei 50 sl sarà sfidato da Florent Manaudou e dagli italiani Dotto e Orsi

S Alessia Filippi dopo la qualificazione nei 200 dorso e la delusione europea, cerca un test convincente nei 200 dorso, opposta a Zueva e Terakawa

IL CASO

Tesseramento irregolare per 32 stranieri Violazioni in A-1: la Procura le riconosce ma archivia tutto GENNARO BOZZA

Per 32 atleti stranieri, sui 90 in totale dei campionati nazionali di tennistavolo, dall’A1 alla C1, il tesseramento è stato irregolare, non completato nei termini stabiliti dal regolamento. Ma prima la Fitet, addirittura con una «confessione scritta» del segretario generale Giuseppe Marino, e poi la Procura federale, pur riconoscendo che le leggi non sono state rispettate, dicono che i campionati sono stati regolari. Con buona pace di tutte le società che hanno rispettato i termini. Chi li ha violati, e si parla pure di importanti società di A1, avrebbe dovuto avere partite perse a tavolino e punti di penalizzazione, che avrebbero portato anche a retrocessioni eccellenti. Termini scaduti Il tesseramento

S Fabio Scozzoli ritrova Van der Burgh nei 100 rana: argento contro bronzo mondiale, uno dei duelli più attesi del meeting, che perde per lutto Mattia Pesce

degli stranieri per la A1 scade il 10 settembre, per le altre serie il 16. Quando si gioca la prima di campionato, molti di loro giocano «sub judice», non hanno ancora la tessera. Ma a un torneo nazionale, il 22 ottobre a Cortemaggiore, non sono ammessi. Nei tornei individuali, a differenza delle gare a squadre, c’è un sistema automatico di iscrizione on-line, che rifiuta chi non ha la tessera. Un consigliere federale chiede spiegazioni al segretario generale della Fitet, Giuseppe Marino. Nella risposta, per e-mail, Marino dice che la Federazione «per andare incontro alle difficoltà burocratiche che molte società incontrano nel produrre la documentazione, oggi, come negli anni passati, ha cercato di andare incontro alle società... consentendo di far giocare quegli atleti per i quali non fosse stata perfezionata, al momento di inizio del campionato, tutta la pratica». Quindi, non solo l’ultima stagione, ma anche le precedenti sono state falsate. Denuncia inascoltata Una socie-

tà, la TT Universitaria, denuncia tutto questo, investendo il Coni e inserendo anche un’altra questione: una casa di proprietà della moglie del presidente federale Franco Sciannimanico, data in affitto alla Fitet. Inoltre, c’è da registrare la squalifica del romeno Illi (Refrancorese, serie B2) per tesseramento irregolare. Per lui nessun salvacondotto. La risposta della Procura è il deferimento della TT Universitaria per essersi rivolta al Coni. Poi, il Procuratore federale, Di Ruocco, archivia il caso. Riconosce che «le pratiche sono state completate nei giorni immediatamente successivi alle scadenze previste», ma sostiene che non è dipeso dalle società ma «dalle tempistiche degli organi amministrativi statali» e che non c’è stato «pregiudizio per la regolarità dei campionati». Ma se è vero che sono state completate nei «giorni immediatamente successivi», perché il 22 ottobre, 42 giorni dopo le scadenze del tesseramento, quegli stranieri erano ancora senza tessera? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

GOLF US OPEN

ENTRATO COME RISERVA

Zhang a 14 anni è il più giovane della storia McIlroy dai Giants

SAN FRANCISCO Quando Paul Casey ha dato forfait per infortunio, il 14enne Andy Zhang, genitori cinesi, arrivato come riserva, è diventato il più giovane giocatore di sempre dello U.S. Open. Con la benedizione di Tiger Woods: «Se ha ottenuto la qualificazione, vuol dire che non

è troppo giovane: si merita di giocare con noi». All’Olympic Club ci sarà anche Casey Martin che, dopo sei anni di ritiro, è riuscito a qualificarsi. Come sempre, per via di un grave problema di circolazione alla gamba, girerà con il cart, speciale privilegio che si era

Povero Woods tutti chiedono il 15˚ Major Tifosi e stampa mettono sotto pressione il miglior Tiger degli ultimi tempi DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO LOPES PEGNA SAN FRANCISCO

Come al solito, la conferenza stampa è affollata e rumorosa. Fino a quando non entra lui, il professor Tiger Woods. E allora la classe ammutolisce di colpo. La domanda ripetuta più

«Se vincessi il 18˚ Major, chiedereste il 19˚. E’ sempre stato così. Per fortuna ho diversi anni davanti» volte è sempre la stessa: Tiger, pensa di essere tornato finalmente al top? Lui scruta la platea come fosse una scolaresca di asini, che non riesce ad afferrare il senso delle sue spiegazioni, e sbotta: «Anche se vincessi qui a San Francisco e poi il mio 18˚ Major, qualcuno di voi continuerebbe a chiedermi quando potrei arrivare al successo numero 19. Con voi è sempre stato così fin dall’inizio della mia carriera e nulla è cambiato». E’ il destino dei grandi.

Risollevarsi Per quattro anni

Woods — uomo e giocatore — è stato travolto da eventi epocali: scandali sessuali, un costosissimo divorzio dalla moglie e due separazioni zeppe di polemiche dal suo storico caddie, Steve Williams, e dal coach-guru Hank Haney, e una serie di gravi infortuni. Chiunque altro ne sarebbe rimasto schiacciato. Lui piano piano ha rialzato la testa. Anche quest’anno ci sono stati alti e bassi: dopo una vittoria a Bay Hill (la prima dopo due anni di digiuno) è arrivato 40˚ al Masters, poi un taglio e un altro 40˚ posto al Player, i suoi tre peggiori risultati nel circuito Usa. Ma un paio di settimane fa, Tiger ha vinto il Memorial: alla sua maniera. E’ quando ha acciuffato Jack «Golden Bear» Nicklaus a quota 73 trionfi nel Pga e si è ripreso con rabbia il ruolo di protagonista. Ma è 18 il numero che lo tormenta, il record di Major di Jack, quello che teneva appeso in cameretta fin da bambino, affinché non scordasse mai la missione della sua vita. Ancora una domanda che lo infastidisce: Tiger, ma per dimostrare

Tiger Woods (sopra), 36 anni. è numero 4 al mondo. In carriera ha conquistato 14 major e insegue il record di Nicklaus a 18. Sotto Rory McIlroy, 25 anni, numero 2 del ranking e vincitore dello Us Open 2011 primo titolo Slam della carriera per il nordirlandese. REUTERS

definitivamente che è tornato un vero fuoriclasse deve vincere in un Major? La risposta scocciata: «Ve l’ho detto, è una discussione destinata a non finire mai». Bisogna anche capire il punto di vista della scolaresca un po’ zuccona: Woods non trionfa in un torneo del Grande Slam da quattro anni, quando conquistò lo U.S. Open del 2008, il 14˚ Major, ottenuto giocando su una gamba sola, perché gli era appena saltato il legamento di un ginocchio. Dubbi Ma il tempo passa e i dubbi che possa arrivare al record dell’Orso d’Oro riempiono i giornali ogni volta che si arriva alla vigilia di uno di questi super tornei. In questo caso, la risposta sembra rivolta a se stesso, come per autoconvincersi: «Ehi, Jack ha fatto 18 a 46 anni e quelli erano altri tempi. Ho almeno dieci anni davanti e oggi con la palestra, i pesi, la dieta, ci siamo garantiti una carriera più lunga. Bob Watson a 59 anni quasi vince il British Open. Vijay ha trionfa-

to in una trentina di tornei e ne aveva più di 40». Il percorso dell’Olympic Club, a un passo da San Francisco, è lungo e complesso: serve soprattutto precisione. Dice sicuro: «Più difficile è il campo, meglio è per me». Ma per tornare il re assoluto (da novembre è sceso dal 58˚ posto al 4˚) non deve più battere solo Phil Mickelson (con il quale affronterà i primi due round, insieme a Bubba Watson) e pochissimi altri. Ora la concorrenza è formata da una lista molto più lunga rispetto agli anni Duemila. Basta un’occhiata all’albo d’oro degli ultimi 14 Major con 14 nomi diversi. Come il 23enne Rory McIlroy, il più giovane a conquistare uno U.S. Open (2011) dal 1923 o il 32enne Bubba Watson (Masters 2012), più una agguerrita schiera di sudafricani (Schwartzel e Louis Oosthuizen) ed europei. Come il numero uno del ranking Luke Donald, o Lee Westwood, il miglior giocatore in circolazione a non aver mai vinto un Major. Una cosa è certa, l’incertezza del pronostico è una vera benedizione per la popolarità di questo sport.

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SU SKY SPORT 2

All'Olympic Club di San Francisco, in California, prende il via la 12ª edizione dell'US Open sul percorso del Lake Course (6.556 metri, par 70). I tee time dei migliori (ora italiana): 16.33 Mickelson, Woods, Watson; 17.32 Scott (Aus), Bradley (Usa), W. Simpson (Usa); 17.54 F. MOLINARI, Van Pelt (Usa), Hanson (Sve); 22.29 McIlroy (N.irl), Donald (Ing), Westwood (Ing); 23.24 MANASSERO, Baddeley (Usa); Jimenez (Spa). Montepremi 8.000.000 di dollari, prima moneta 1.440.000. In tv: diretta Sky Sport 2 dalle 22.

conquistato in aula di tribunale nel 1997. Intanto, il campione uscente, Rory McIlroy si è preparato per l’esordio lanciando la prima pallina alla partita di baseball dei San Francisco Giants, dove allo stadio hanno distribuito le bobble head, statuine con la sua immagine.

SPERANZE AZZURRE

F. Molinari e Manassero «Abbiamo fiducia»

Matteo Manassero, 19 anni a sinistra, e Francesco Molinari 30 AP SAN FRANCISCO

Francesco Molinari e Matteo Manassero hanno provato l’Olympic Club per quattro giorni e si sentono pronti anche se con ambizioni diverse. Il 19enne di Verona ha messo su un bel po’ di muscoli e dice: «Bisogna essere realisti: è il mio secondo U.S. Open (quinto Major, ndr) e ho poca esperienza. Inutile dire top 5 o top 10. Diciamo che mi faccio l’augurio di trovarmi domenica in una situazione divertente. Insomma, con l’opportunità di fare un ottimo risultato». Spiega Francesco, l’unico qualificato di diritto e dispiaciuto per l’assenza del fratello Edoardo, che il 25 si opererà al polso sinistro: «Sono molto contento per come sto giocando in questa stagione. La vittoria in Spagna, poi, mi ha restituito fiducia. Ad aprile, ho finito il Masters nei top 20: sarebbe bello ripetere un piazzamento del genere». Difficoltà Il campo è tosto, ma a Matteo piace: «Lo trovo bello, divertente. Devi studiare bene le traiettorie dal tee e avere molta precisione nei secondi colpi, perché i green sono molto duri e veloci. Posso assicurare che sarà difficile procurarsi occasioni da birdie e solo i primi del tabellone andranno sotto il par». Chicco dice: «E’ un campo complicato per tutti, ma si adatta alle mie caratteristiche e a quelle di Matteo. L’anno scorso il Congressional era roba per bombardieri: qui conterà piazzare bene la pallina». m.l.p.

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TUTTENOTIZIE & RISULTATI Pallavolo MEZZAROMA: «NESSUNO MI AIUTA, NON E’ PIU’ POSSIBILE CONTINUARE»

Sci

Varie

Anche Roma lascia: niente A-1 Giani: «E’ un colpo al cuore»

CONSULENTE

A CUCCIAGO

Discesa: Ghedina aiuterà Kostelic

Convegno sulla propriocezione

Kristian Ghedina sarà il consigliere di Ivica Kostelic per la velocità nella prossima stagione. Il primo contatto in galleria del vento a Dresda, dove Ghedina ha affiancato Kostelic che studiava assetto e stabilità. «Ho aiutato in galleria per la posizione e la stabilità Ivica — ha spiegato Ghedina —, poi il mio lavoro proseguirà per consigliarlo dal punto di vista della scorrevolezza, della sensibilità».

Si svolgerà il 30 giugno a Cucciago (Como) presso la Ngc Arena (Strada per Cantù 10) l’importante convegno «Propriocezione, prestazione, infortuni nello Sport». Dario Riva ne è il presidente. Sei le sessioni previste nell’intensa giornata di lavori a partire dalle 9. Per le iscrizioni tel. 0117724887 o mail secretariat@ispp.eu.

FEDERICO PASQUALI

La pallavolo subisce un altro duro colpo, purtroppo nell’aria. Dopo Monza e Belluno, un’altra società importante: la M. Roma del presidente Massimo Mezzaroma, patron anche del Siena calcio, ha lasciato il volley che conta. Le ragioni Con una lunga lettera Mezzaroma ha spiegato le ragioni dell’addio. «La M. Roma Volley non si iscriverà al campionato di serie A . Ripartirà dalla B. Ho preso questa decisione a poche ore dalla scadenza, perché fino all'ultimo ho sperato che il lavoro certosino iniziato più di un mese fa e con il quale mi auguravo potessero essere trovate soluzioni (...) desse il suo frutto». Nella lettera Mezzaroma lancia qualche frecciata. La prima è verso le istituzioni. «Già quattro anni fa — prosegue la lettera — lanciai un grido d’allarme, che è rimasto inascoltato, e sono andato avanti. Avendo investito milioni e milioni sempre da solo nella pallavolo, oggi mi rendo conto che non esistono le condizioni affinché si possa trovare a Roma un supporto, se non a parole, per fare pallavolo ad alti livelli». Qualche settimana fa l’imprenditore aveva incontrato il sindaco

Alemanno. Era emersa la possibilità di far intervenire l’azienda comunale Acea, la quale però non ha firmato alcun contratto di sponsorizzazione. Da quanto risulta non ha proprio preso in considerazione l’idea, almeno per adesso, vista la situazione di crisi che sta attraversando. Punture Tra le righe, la lettera lancia qualche frecciata a giocatori, tecnico («a tutti gli attori») e ed ex dirigenti (Sacripanti?). «Sicuramente ho commes-

so molti errori — scrive Mezzaroma —, anche nella scelta di chi collaborava con me, e me ne prendo la responsabilità…». Letta la lettera, alcuni giocatori hanno preferito non commentare, e restano in attesa di diverse mensilità non pagate. «Chiuderemo al più presto le vicende che riguardano la stagione passata — prosegue il presidente — con la stessa serietà dimostrata fino ad oggi, ricordando però a tutti gli attori di questo mondo, che da Roma hanno sicuramente

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Isernia non si iscrive all’A-2 (f.c.) Isernia ha gettato la spugna. Il club molisano ha comunicato che non s’iscriverà al prossimo torneo di A 2 maschile per problemi economici. MERCATO (an.gal. a.r.) Primo acquisto per la New Mater Castellana: arriva il giovane nazionale portoghese Alexandre Ferreira detto Alex, Città di Castello ha ingaggiato l’opposto belga Gert Van Walle, da Macerata. Anche Valentina Fiorin torna in Italia, giocherà ancora a Conegliano. La Kucerova a Flero.

Mosop, no Londra Moses Mosop dà forfeit per i Giochi. Il 26enne keniano, selezionato per la maratona di Londra con Kirui e Kipsang, non recupera l’infortunio al tendine d’Achille: era sceso a 2h05’03" ad aprile a Rotterdam. Al suo posto Mutai, vincitore a Londra nel 2011. Intanto la federazione keniana ha iscritto il primatista degli 800 David Rudisha anche per la 4x400.

Andrea Giani tra i giocatori Zaytsev, Maruotti (al centro) e Sabbi TARANTINI

Greta & Marta subito bene

Barbieri, Giochi Italia: 7 cambi da ripescata per il Canada

Erica Barbieri, spezzina, 31 REUTERS

(e.d.d.) C’è anche Erica Barbieri nella squadra azzurra che parteciperà all’Olimpiade di Londra: la nostra rappresentativa è perciò salita a quota nove. L’inserimento della trentunenne spezzina, già bronzo agli Europei del 2011, è avvenuto in seguito ad un processo articolato in cui la Commissione tripartita del Cio ha assegnato soltanto 17 delle 20 wild card a disposizione per il judo, restituendo tre posti alla Federazione internazionale, che li ha assegnati ai primi atleti in classifica. Nell’ordine, si tratta appunto della Barbieri nei 70 kg con 466 punti, della Melancon (Can) nei 57 kg e della Sundberg (Fin) nei 52 kg, entrambe a quota 454. Solo per caso si tratta di tre donne. Con la Barbieri, l’Italia porta a Londra Elio Verde, Francesco Faraldo, Antonio Ciano, Roberto Meloni, Elena Moretti, Rosalba Forciniti, Giulia Quintavalle, Edwige Gwend, lo stesso numero di Pechino dove arrivò l’oro della Quintavalle.

Atletica Avellino, nel lungo Tremigliozzi a 7.90 (l.z.-si.g.) Ad Avellino, Stefano Tremigliozzi fa 7.90 nel lungo, miglior prestazione italiana 2012 a 10 cm dal minimo per gli Europei. Marzia Caravelli a 23"8 nei 200, il 16enne Luigi Colella a 4.62 nell’asta. Uomini. 100 (0.0): Tomasicchio 10"4. 200 (+1.7): Valentini 21"26. 400: 1. Cisneros (Cuba) 46"00; 2. Juarez 46"92. Asta: 1. Colella (’96) 4.62. Lungo: 1. Tremigliozzi 7.90 (+1.0); 2. Guarini 7.52 (+0.4); 3. Formichetti 7.44 (+1.5); 4. Dacastello 7.09 (+2.5). Donne. 200 (+1.4): 1. Caravelli 23"88. Giavellotto: 1. Bani 56.60. A Sasso Marconi (Bo). Donne. Alto/Peso: Capponcelli 1.78/14.61. Giavellotto: Carli 52.49. A Potenza. Uomini. 200 (+1.4): Haliti (Alb/Ita) 21”58. Giavellotto: Romano 69.70. Donne. 200 (+1.5): 2. Pasquale (a) 24”68.

Judo GLI AZZURRI SALGONO A 9

G. Cicolari, M. Menegatti TARANTINI

Giani Amareggiato, l’ormai ex tecnico Giani: «Ero già preparato, era nell’aria, ma mi dispiace perché dopo aver lavorato tre anni, centrato una promozione, aver fatto crescere dei giovani, su tutti Zaytsev, fa male al cuore. Una città grande che perde una squadra di A-1 è una ferita per tutto il volley».

L’ALTRO CASO

Beach volley A ROMA

(c.f.) Buona la prima per Marta Menegatti e Greta Cicolari al Foro Italico, dove ieri è decollato lo Smart Grande Slam dello Swatch World Tour (600.000$). Le aviere, teste di serie n˚ 5 e due volte sul podio nel 2012, hanno iniziato liquidando 2-0 Mouha-Gielen (Bel) ed oggi completano la pool con la doppia sfida alle elvetiche Goricanec-Graessli e Kuhn-Zumkehr. Avvio in salita e passaggio del turno lontano invece per Gioria-Momoli, k.o. 2-0 con Borger-Büthe (Ger), ed ora opposte a Hansel-Montagnolli (Aut) e Kolocova-Slukova (R. Ceca). Poco hanno potuto Giombini-Orsi Toth contro le più accreditate del torneo, le cinesi Xue-Zhang Xi. Nelle qualifiche maschili (subito out Casadei-Ficosecco), colpaccio sfiorato da Tomatis-D'Avanzo, 2-1 a Geor-Gia (Geo) e poi 1-2 da Bogatov-Prokopiev (Rus). Restano tre le coppie italiane nel tabellone finale: Nicolai-Lupo, i gemelli Ingrosso ed i campioni d'Italia Fenili-Giumelli.

preso molto ma, sfortunatamente, non sono riusciti portare i risultati sperati».

Rugby DOMANI A TORONTO

Sette novità rispetto al k.o. coi Pumas e due esordienti nell’Italia che domani a Toronto (ore 19, l’una di notte in Italia) sfida il Canada. L’estremo Benettin vince il primo cap sostituendo Toniolatti, così come Andrea Pratichetti, secondo centro per Quartaroli. Brunel sceglie Tebaldi col 9 — Gori in panchina —, Favaro eredita il 7 da Mauro Bergamasco, Furno sostituisce Bortolami in 2ª (con Fuser pronto all’esordio dalla panchina), mentre davanti Castrogiovanni, per la prima volta capitano, sarà affiancato dal n.2 D’Apice (per Festuccia) e da Rizzo (per De Marchi). «Con l’Argentina abbiamo dominato in conquista, concedendo 5 punizioni — spiega il c.t. —, ma non si possono concedere 19 possessi e 13 scelte sbagliate al piede. Mi aspetto progressi». ITALIA: Benettin; Venditti, A. Pratichetti, Sgarbi, Benvenuti; Burton, Tebaldi; Barbieri, Favaro, Zanni; A. Pavanello, Furno; Castrogiovanni (cap.), D’Apice, Rizzo. All. Brunel. A disp. Festuccia, Romano, Fuser, Ma. Bergamasco, Gori, Bocchino, Toniolatti. ALTRE Ieri a Kimberley (Saf), Barbarians sudafricani-Inghilterra 26-54.

Ippica SABATO BALLIÈRE A PARIGI

Varennina Lana buon sorteggio

AZZURRI IN EUROPA Stasera a Velenje (Slo), sfida Kozmus-Pars nel martello, Borges nell’asta, Nancy Lagat nei 1500 donne e 13 azzurri al via. Uomini. 400: Vistalli. 800: Scapini, Benedetti. Asta: Piantella, Boni, Stecchi. Martello: Lingua. Donne. 400: Spacca, G. Arcioni. 1500: Romagnolo, Berlanda. Triplo: D’Elicio. Martello: Salis. Mario Bassani (200), Martina Giovanetti (100/200), Giulia Pennella (100 hs) sono a Goteborg (Sve), con l’iridata jr Bengtsson nell’asta, Carolina Kluft nel lungo ed Emma Green con Ebba Jungmark nell’alto.

Lana del Rio e Santo Mollo DE NARDIN

Come previsto, Lana del Rio sabato sarà al via nel Prix Ballière, corsa faro dell’estate parigina. La figlia di Varenne, che a Vincennes ha vinto il Prix Tenor de Baune 2011, ha sorteggiato un buon 2 di lancio che gli permetterà di essere subito nel vivo di una corsa in cui ci saranno Texas Charme, reduce dal successo di sabato a Vincennes in 1.10.5 (record della pista sui 2175 metri con avvio da fermo), Roxane Griff (Paris) e l’italiano Main Wise As (Atlantique). Al via anche altri due azzurri: Leben Rl e Nalda Nof. Prix Ballière - m 2100: 1 Quoumba de Guez (Bazire); 2 Lana del Rio (Santo Mollo); 3 Renommee d'Obret (D. Locqueneux); 4 Roc Meslois (P. Belloche); 5 Paradis Cordiere (B. Piton); 6 Rodrigo Jet (P. Vercruysse); 7 Texas Charm (Jul. Dubois); 8 Main Wise As (S. Ernault); 9 Roxane Griff (E. Raffin); 10 Nalda Nof (F. Nivard); 11 Leben Rl (J. Verbeeck); 12 Juggle Face (Duvaldestin).

Alberto Benettin, 21 anni BREGANI

CHE LANCI (si.g.) Bielorusse in grande condizione martedì a Minsk, con 2 mpm ’12: nel peso record nazionale di Nadzeya Ostapchuk (21.13), nel martello primato eguagliato di Oksana Menkova (78.19). Nel lungo due atlete sopra i 7 metri. Uomini. Peso: Lizhyn 20.48. Martello: Krivitsky 80.25; Vorontsov 80.25; Devyatovski 79.60; Marshin (Aze) 79.45 (r.n.); Shayunov 79.19. Donne. 400: S. Usovich 51”00. 800: Aydin (Tur) 2’00”23 (r.n.). Lungo: Mironchik-Ivanova 7.08 (r.n.); Shutkova 7.01; Sudareva 6.85. Peso: Ostapchuk 21.13; Mikhnevich 19.72. Martello: Menkova 78.19; Matoshko 76.56.

PENSIONI IPPICHE Nella gravissima crisi del settore, coinvolta anche la cassa di previdenza degli allenatori di trotto e galoppo e di driver e fantini che ha annunciato, stante anche il taglio dei contributi Unire, il taglio delle pensioni in una percentuale superiore al 30%

Baseball Liddi nelle Minors Si interrompe l’avventura di Alex Liddi in Major League, almeno per ora. I Seattle Mariners hanno deciso di rimandarlo nella loro squadra di AAA, il livello più alto delle Minors, a Tacoma, dove aveva giocato nel 2011, stabilendo il record del club di punti battuti a casa. Liddi paga i tanti cambiamenti di ruolo difensivo, compreso quello per lui inedito di esterno e l’impiego saltuario. Quest’anno ha giocato 31 partite (46 in tutto in Mlb), battendo 231 (24/104) (229, 33/144), con 3 fuoricampo (6), 10 punti battuti a casa (16). In qualsiasi momento della stagione i Mariners potranno richiamarlo in Mlb. RODRIGUEZ Nella vittoria 6-4 dei NY Yankees ad Atlanta, Alex Rodriguez ha battuto il 23˚ Grand Slam in carriera, eguagliando il record di Lou Gehrig. ANTICIPI SERIE A (m.c.) Così gli anticipi dell’11˚ turno: Grosseto-Parma (diff. Rai Sport Due 22,45); Rimini-Bologna. Class.: Bologna 733 (22-8); Rimini e San Marino 700 (21-9); Nettuno 667 (20-10); Parma 467 (14-16); Godo 367 (11-19); Grosseto 267 (8-22); Novara 100 (3-27).

Hockey ghiaccio PIANO KHL PER L'EUROPA (m.l.) Il presidente Khl, Alexander Medvedev ha annunciato ieri al Forum dell'Hockey di Barcellona il piano di allargamento della Khl all’Europa. Le squadre diventeranno 64: due conference da 32, la stessa Khl e l’European Conference. Con l'ingresso di R. Ceca e Ucraina, i Paesi rappresentati saranno 7. Quindi forse già dal 2013/14 nascerà l'European Conference con la lega scandinava che comprenderà Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e la lega centroeuropea con i club di Germania, Svizzera, Au-

stria, R. Ceca, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Francia, Italia (H. Milano Rossoblu), Gran Bretagna, Olanda e Belgio.

Ippica Montecatini 10-16-7- 5-11 7ª corsa - m 2040: 1 Latest Deimar (B. Renzulli) 1.15.2; 2 Nino el Matto; 3 Glauco; 4 Mammabella Cocks; 5 Lintrepide Vol; Tot.: 20,52; 4,03, 2,46, 1,92 (185,88). Quinté: n.v. Quarté: e 25.392,64. Tris: 537,62. OGGI QUINTÉ A BOLOGNA All’Arcoveggio (inizio convegno alle 15) scegliamo Olmo del Sauro (15), Original Font (13), Omero Roc (10), Omero de Mura (12), Oilcan (14) e Olivia Cocks (4). SI CORRE ANCHE Trotto: Napoli (14.25), Treviso (16.15) e Taranto (16.05). Galoppo: Varese (15.35).

Nuoto DI NINO RUSSO OLIMPICO Prima volta di un allenatore italiano nello staff della nazionale russa per Londra: è Andrea Di Nino, che segue il delfinista Korotyshkin e il velocista Fesikov, che si allenano in Italia con il team transnazionale.

Rugby MERCATO (ri.te.-e.sp.) Prato ha ingaggiato l’apertura dell’Italia under 20 Riccardo Della Rossa, 19 anni, tra 15 giorni in campo dopo l’operazione a un menisco che lo ha escluso dal Mondiale jr in Sudafrica. Parte Riccardo Bocchino (Zebre?). Mogliano annuncia il pilone Laert Naka da Padova. Lovotti e Maistri restano a Calvisano.

Scherma Azzurri a Legnano Domani via a Europei Domani al via gli Europei, da ieri a Legnano sono arrivati gli atleti impegnati il 1˚ giorno di gare individuali: gli sciabolatori (Diego Occhiuzzi, Giampiero Pastore, Luigi Samele e Massimiliano Murolo) e le spadiste (Bianca Del Carretto, Nathalie Moellhausen, Mara Navarria e Rossella Fiamingo). Al PalaBorsani, che ospiterà la fase a gironi e gli assalti fino ai quarti, allestite 20 pedane per le eliminatorie, le fasi finali saranno al Castello Visconteo.

Tennis Crisi Schiavone Fuori a Birmingham Esordio amaro per Francesca Schiavone a Birmingham (Gb, 167.000 e, erba): l’azzurra, testa di serie n. 1 è stata eliminata dalla giapponese Doi, 115 mondiale, cui ha concesso ben 14 palle break. Passa la Vinci, dopo il ritiro della Razzano. Primo turno: Babos (Ung) b. Riske (Usa) 6-4 4-6 7-6 (2); Baltacha (Gb) b. Chang (Taiw) 4-6 6-4 7-5; Hsieh (Taiw) b. Dushevina (Rus) 4-6 7-6 (5) 6-4; Panova (Rus) b. Dubois (Can) 6-7 (2) 6-1 7-5; 2˚ t.: Doi (Giap) b. SCHIAVONE 7-5 6-4; Foretz (Fra) b. Rodionova (Aus) 7-5 6-2; Jankovic (Ser) b. South (Gb) 6-1 7-6 (3); VINCI b. Razzano (Fra) 6-3 rit.; Makarova (Rus) b. Karatantcheva (Kaz) 7-6 (4) 6-3; Erakovic (N.Zel.) b. Robson (Gb) 6-4 3-6 6-4; Vesnina (Rus) b. McHale (Usa) 6-1 1-6 7-5; Falconi (Usa) b. Babos (Ung) 6-0 6-4; U. Radwanska (Pol) b. Lisicki (Ger) 6-3 6-4. CHALLENGER ALL’HARBOUR (m.l.) Presentata ieri la 7a edizione dell’Aspria Tennis Cup Atp Challenger (terra, 30.000 euro) in programma dal 23 giugno al 1˚ luglio all’Harbour Club Milano. Annunciato lo spagnolo (ex top ten) Tommy Robredo vincitore della Coppa Davis nel 2004.

Tuffi NOVE CARTE Approvato dalla Fina il contingente azzurro per Londra: 9 tuffatori con 2 per ogni specialità individuale e un sincro (3 metri, Cagnotto-Dallapè). La squadra per Londra. Donne: Batki, Cagnotto, Dallapè, Spaziani; uomini: Benedetti, Rinaldi, Dell’Uomo, Chiarabini. INFORTUNIO DESPATIE Il canadese Alexandre Despatie si è gravemente infortunato in allenamento a Madrid. Durante un triplo e mezzo ha colpito il trampolino con la testa ed è stato operato per ricucire un taglio di 12 centimetri. E’ ottimista per un ritorno per Londra.


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012


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_il voto a Montecitorio

DI GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Le fiducie sulla corruzione provano che l’Italia è unita? Il disegno di legge del governo ha ottenuto tre sì dalla Camera: era ciò che chiedeva Monti ai partiti per dimostrare che il Paese sta andando nella direzione giusta Ieri il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia per tre volte, una specie di record che ci fa capire: quanto in realtà è forte Monti; quanto in realtà sono deboli i partiti (in questo caso il Pdl); quanto era importante che questo disegno di legge passasse intanto l’esame della Camera; il contenuto più probabilmente autentico del vertice improvviso di martedì sera con i tre leader ABC, convocato dal presidente del Consiglio.

1Di che legge stiamo parlando? Il disegno di legge anti-corruzione. Le resistenze del centrodestra erano forti (soprattutto per l’aumentato potere dei pm). All’Italia dei Valori di Di Pietro invece il testo pareva (e pare) ancora debole. Si sono rifiutati di votare una delle tre fiducie anche quelli di Fli (Fini). La Lega è sempre contro. E tuttavia... Hanno dovuto tutti piegare il capo.

2 Come mai? C’è la regola generale che il governo non può cadere. Lo spread non è lontano dai 500 punti. Gli attestati di stima e — mi passi la parola — di indispensabilità verso Monti non si contano. Parlo degli Stati Uniti e della Germania, contro i quali le forze politiche che contano e che domani sperano di governare (Pdl e Pd) non possono evidentemen-

siano stime prudenziali. Il procuratore generale della Corte dei conti, nel suo ultimo discorso, ha detto anche che il fenomeno è in aumento. Transparency International, che agli inizi degli anni Novanta (epoca di Mani Pulite) ci collocava al 33˚ posto dei Paesi virtuosi, ci mette adesso tra il 69˚ e il 73˚, più in basso del Botswana e appena prima della Grecia. All’inizio degli anni Novanta la corruzione ci costava 15-30 mila miliardi di lire, cioè 8-16 miliardi di euro. Da allora il suo valore è si è moltiplicato per otto.

4 Perché è stato necessario mettere la fiducia tre volte?

Il ministro della Giustizia Paola Severino ieri in aula a Montecitorio durante le votazioni alle tre fiducie insieme al collega per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ANSA

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IL NUMERO

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Gli anni del processo Nella bozza al decreto sviluppo, il governo ha stabilito che un processo deve finire con una sentenza definitiva entro 6 anni: non più di 3 per il primo grado, 2 per l’appello e uno per la Cassazione

te muovere un passo. Ma stavolta c’è un elemento in più: il disegno di legge anti-corruzione punisce chi corrompe e i pubblici ufficiali che si lasciano comprare, sono previsti anche nuovi reati, come «il traffico di influenze», eccetera. Ebbene, non si tratta solo di regolare una questione ad altissimo profilo etico e di grande risonanza tra i cittadini. C’è anche un problema di soldi. Tra le ragioni per le quali gli imprenditori stranieri non vogliono investire in Italia c’è anche il verdetto tremendo pronunciato all’estero: siamo un Paese di corrotti, siamo un posto di gente inaffidabile anche perché corrotta, non c’è modo, per un’azienda che viene da fuori, di mettere in piedi una squadra di comando perché non c’è nessuno di cui ci si possa fidare. Da Mani Pulite in poi è stato un subisso. Lasciamo perdere per un momento il garantismo: non c’è dubbio che il Parlamento è affollato di inquisiti e che i giornali ogni giorno sono pieni di storie

notizie Tascabili E intanto continuano le scosse

Solidarietà in Emilia: raccolti oltre 13 milioni Più di un milione di euro versati nel conto attivato dalla Regione, più di 12 milioni grazie agli sms solidali e 105 mila euro donati dalle comunità di emiliani nel mondo e da Paesi esteri legati all’Emilia-Romagna da progetti di cooperazione internazionale. Sono le cifre, aggiornate a ieri, della solidarietà scattata già all’indomani della prima scossa del 20 maggio, per aiutare le popolazioni della zone colpite dal sisma. Intanto, l’Esercito ha messo in campo un raggruppamento di 300 uomini per svolgere compiti di sicurezza, mentre continua l’opera di assistenza della Protezione civile alla gente del posto. Compito non facile perché, da mar tedì notte a ieri pomeriggio, sono state registrate altre 16 scosse, di magnitudo tra 2,1 e 2,8. Altra paura per gli sfollati il cui numero totale è 16.126.

Il ministro Elsa Fornero, 64 ANSA

Polemiche sui numeri

Sul caso esodati la Lega e l’Idv contro la Fornero Dopo le polemiche dei giorni scorsi contro i vertici dell’Inps in seguito all’uscita dei dati parziali sugli esodati, il ministro del Lavoro Fornero è ancora sotto attacco. La Lega e l’Italia dei Valori hanno depositato alla Camera una mozione di sfiducia individuale

imbarazzanti che riguardano manager e uomini politici. Come vuole che vengano a farsi rubare il portafoglio da noi? Le ricordo che fin dalla prima conferenza stampa, il presidente del Consiglio spiegò che una delle strade per uscire dalla crisi era quella di far venire in Italia capitali stranieri. Di ricreare quindi le condizioni minime di fiducia per chi volesse investire... La corruzione di manager e uomini politici è parente stretta di mafia e camorra. Monti l’altra sera a Palazzo Chigi deve averglielo detto chiaro e tondo (rivolgendosi specialmente ad Alfano): non sognatevi di fare scherzi sul disegno di legge che voteremo domani, perché la speculazione non aspetta altro per darci il colpo di grazia.

3 Oltre tutto questa corruzione ci costa un sacco di soldi.

Tra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno, ma ho l’impressione che nei suoi confronti: «Serve una presa di posizione contro la superficialità con cui si sta occupando della drammatica questione degli esodati», dice il presidente dei deputati leghisti Gianpaolo Dozzo. La mozione porta anche la firma di alcuni deputati del Pdl. Non voteranno la sfiducia «per senso di responsabilità» ma l’attacco di 7 deputati del Pd alla Fornero, in una lettera a Monti, è durissimo: «Il ministro ha atteggiamenti arroganti che sfiorano a tratti il disprezzo». Anche la leader della Cgil Susanna Camusso torna a polemizzare con la Fornero: «Eviti invettive contro la trasparenza e trovi soluzioni». La replica: «Mi comporto in modo corretto». Intanto il testo definitivo del decreto sugli esodati fissa in 65 mila i lavoratori salvaguardati per un costo di 5,07 miliardi (dal 2013 al 2019). Per l’Inps sarebbero 390 mila.

La fiducia è stata messa su tre articoli ritenuti essenziali: ineleggibilità dei parlamentari, concussione e corruzione tra privati. Maggioranza compatta, se si esclude l’uscita dall’aula dei futuristi sull’articolo 10. Questo articolo stabilisce che il governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità.

5 Non ho capito niente. È una delega: la legge dà al governo il potere di scrivere in un decreto quando un tizio non è candidabile perché corrotto o concusso. Siccome il governo ha un anno di tempo per decretare, e tra un anno saremo già nella legislatura 2013-2018, le nuove norme non entrerebbero in funzione che a partire dalla legislatura 2018-2023. Su questo l’Idv ha tuonato e il Fli s’è astenuto. La legge stabilisce che chi è stato condannato definitivamente per un reato contro la pubblica amministrazione non può più essere eletto. Stia attento alla parola «definitivamente»: significa che finché il processo si svolge nei primi due gradi di giudizio, l’eventuale onorevole coinvolto può restare al suo posto.

d lafrase DEL GIORNO

Il fatto del giorno

PRONTI A CEDERE BENI PUBBLICI «Non solo non escludiamo la cessione di una quota del settore pubblico, ma la stiamo preparando e presto seguiranno atti concreti. Abbiamo predisposto veicoli, fondi mobiliari e immobiliari, attraverso i quali convogliare in vista di cessioni, attività del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale»

SPREAD FERMO A 470

Asta Bot: il tasso vola al 3,972% Giù la Borsa Il caso Spagna, la recessione e le cruciali elezioni di domenica in Grecia agitano ancora i mercati. Piazza Affari rimane la peggiore in Europa anche se lima le perdite sul finale chiudendo con un -0,65%. A pesare sulla Borsa è soprattutto l’asta dei Bot a scadenza annuale, piazzati però con un tasso lordo troppo alto. Tutti venduti dunque i 6,5 miliardi di titoli di Stato ma a caro prezzo: il tasso venuto fuori dall’asta di ieri è volato al 3,972%, dal 2,34% dell’ultima distribuzione di maggio. È il rendimento più alto per i Bot annuali finora quest’anno. Oggi, invece, tocca ai collocamenti di medio-lungo termine: sul piatto ci saranno i Btp triennali a marzo 2015, per 2-3 miliardi con un rendimento ipotizzato al 5,28%, a fronte del 3,91% registrato nell’asta del 14 maggio. L’effetto «tassi» ha influenzato gli scambi di ieri con la Borsa di Milano che ha anche toccato il -1,29% per poi riprendersi ma senza il rimbalzo in positivo. Londra guadagna lo 0,18%, mentre Francoforte arretra dello 0,14% e Parigi dello 0,55%. Madrid, invece, sull’onda degli aiuti Ue, chiude gli scambi con un +1,42%. Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è in calo dopo il picco di 490 punti toccato due giorni fa. Lo spread ha chiuso a 470 punti (471 martedì) con un rendimento del 6,18%.

MARIO MONTI PRIMO MINISTRO

La Grecia Dopo la secca pre-

cisazione del premier Monti sulla «non necessità» di aiuti, avallata dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaueble («L’Italia non corre rischi se segue la strada di Monti»), si guarda comunque con apprensione alle elezioni di domenica in Grecia, che ha fondi per garantire stipendi e pensioni fino al 20 luglio. Dovesse vincere il fronte antieuropeista, la Bce potrebbe riprendere a comprare titoli italiani e spagnoli (si parla di 500 miliardi nei prossimi nove mesi) per attutire l’uscita della Grecia dall’euro.

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Ha scritto un e-book

Le indicazioni della scatola nera

Furia Formigoni: Concordia, Schettino «Attacco militare «sentì due forti colpi» alla mia giunta» Con la pubblicazione di un e book dal titolo «Il buon gover no», il governatore lombardo Roberto Formigoni è tornato sulle vicende giudiziarie che riguardano la sua giunta per denunciare «un attacco di carattere militare, qualcosa di più della somma di effetti fra naturali processi politici, impellenti necessità investigative e incomprimibile diritto della libertà di stampa. Fatto per liqui dare chi non si vuole omologare». Poi Formigoni polemizza a distanza con il sindaco di Milano Pisapia, dimessosi da commissario straordinario per l’Expo: «Coraggio Giuliano, fai un gesto di coraggio e responsabilità e ripensaci». La replica: «Non capisce o non vuole capire».

La fiancata della Costa Concordia, affondata il 13 gennaio davanti all’isola del Giglio REUTERS

I primi esami sulla scatola nera della Costa Concordia hanno rivelato che il comandante Francesco Schettino sentì per due volte l’urto contro i fondali del Giglio prima del naufragio. Secondo le registrazioni due forti botti, a distanza di pochi secondi, sono stati uditi in plancia. Ora gli investigatori vogliono stabilire nel dettaglio quale fu il comportamento di Schettino tra i due colpi. Il primo sarebbe stato dato contro gli scogli a largo dell’isola e avrebbe causato lo squarcio sulla fiancata. Il secondo, più rumoroso, sarebbe stato tirato contro Le Scole, lo scoglio di cui un grande frammento è rimasto incagliato nella nave.


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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

ALTRI MONDI

PER FERMARE LE VIOLENZE

Siria, Parigi chiede l’intervento armato Sale la tensione diplomatica sulla Siria. Ieri la Francia si è appellata al capitolo 7 della carta Onu e ha chiesto un intervento

armato per scongiurare l’allarga mento della guerra civile. Il regime di Assad (nella foto Epa) ha replicato: «Non è guerra civile, ma sono azioni contro i terroris ti». Gli Usa invece sono tornati a premere sulla Russia: «Sbagliato sostenere Assad», ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton.

Blitz tra gli anarchici: 10 arresti in tutt’Italia In cella uomini della Fai e del Fri legati ai pacchi bomba Il gip: «Sono vicini a chi ha sparato al manager Adinolfi» STEFANIA ANGELINI

A meno di un mese dall’allarme lanciato dai servizi segreti su possibili nuovi attacchi anarchici, ecco una prima svolta nelle indagini. Dopo l’attentato di Genova al dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, lo scorso 7 maggio, gli 007 italiani avevano previsto una nuova grande «offensiva delle sigle Fai». E così, ieri, è stato dato un grosso colpo alla rete insurrezionalista: dieci persone sono state arrestate con l’accusa di terrorismo con finalità internazionali per ordine della magistratura di Perugia. Le persone finite in manette in varie regioni d’Italia apparterrebbero proprio alla Federazione anarchica informale (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri) e sarebbero vicine al gruppo che ha organizzato l’attentato in Liguria al manager. In primo luogo, però, gli arrestati sono accusati di aver effettuato i più recenti attentati con pacchi bomba in Italia e all’estero, come quelli

UNA 87ENNE A BENEVENTO

Morta da un mese: era dentro una busta Si chiamava Nunziatina Perna l’87enne il cui cadavere, in stato di decomposizione, è stato trovato ieri a Benevento, nella

«più cellule decentralizzate che si relazionano in modo informale, anche attraverso l’utilizzo della Rete Internet». Con gli stranieri Per i carabinie-

ri del Ros, inoltre, è stato riscontrato uno stretto collegamento tra i gruppi anarchici greci e quelli italiani: «È la vera novità dell’indagine — ha spiegato il comandante Gianpaolo Ganzer —: queste cellule non hanno la pesantezza organizzativa delle Brigate Rosse, ma hanno una regia che ha permesso loro di effettuare più azioni contemporaneamente, in Italia e all’estero». E ancora: «Il gruppo era pronto a utilizzare sia bombe sia armi da fuoco per attentati». Nell’operazione di ieri, chiamata «Ardire», risultano inoltre in-

Gli investigatori: «Hanno rapporti coi greci e negli anni hanno colpito anche all’estero» La sede romana di Equitalia colpita da un attentato degli anarchici nel dicembre 2011 ANSA

del 2009 all’università Bocconi e al Cie di Gradisca d’Isonzo (Gorizia); e nel 2011, al direttore generale di Equitalia a Roma, alla Deutsche Bank di Francoforte e all’Ambasciata greca di Parigi. È il gip di Perugia, Lidia Brutti, a rimarcare i legami tra gli anarchici arrestati e i responsabili dell’attentato di Genova: «L’evidenza emerge dal raffronto tra i documenti contenenti le rispettive rivendicazioni». Nel descrivere l’organizzazione, il gip parla di

VENDUTI 33 QUINTALI IN NERO

Contrabbando d’oro a Vicenza Una truffa da 70 milioni di euro Commercio clandestino di oro: è la truffa scoperta dalla Guardia di finanza di Vicenza. In tutto, erano coinvolti alcuni rappresentanti doganali della città veneta e sei aziende orafe: 15 le persone denunciate. I finanzieri hanno accerta to vendite in nero di oro per 33 quintali, masche rate da false esportazioni in Russia, a Hong Kong e in Croazia per un danno al Fisco da 70 milioni.

dagate 24 persone, di cui sei di nazionalità greca. Tra i «possibili obiettivi» del gruppo anarchico al centro dell’inchiesta — scrive ancora il gip — ci sarebbero Eni e Finmeccanica, le università ma anche le principali istituzioni bancarie, come Unicredit. Soddisfatta per il blitz il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri: «Un’importante affermazione dello Stato contro la minaccia anarco-insurrezionalista». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO PER SALIRE BISOGNA FARE UN GIRO DI 300 METRI. L’A.D. DI NTV SCIARRONE: «CI DANNEGGIANO, ABBIAMO FATTO RICORSO»

Italo è «in gabbia»: polemica a Roma Il treno privato sbarca alla stazione Ostiense, ma una cancellata blocca l’accesso ai binari Italo prende casa nel cuore della stazione Ostiense, a Roma: ieri è stato inaugurato il Centro Servizio di Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori), la società privata dell’Alta Velocità. La nuova «Casa Italo», dopo quella di Tiburtina, è costata 1,5 milioni, ma ha trascinato subito la

La gabbia che limita l’accesso a Italo a Ostiense ANSA

polemica: Ntv se l’è presa, infatti, con Ferrovie dello Stato, la concorrente pubblica, per una cancellata che impedisce l’accesso diretto ai passeggeri. In pratica, nonostante Italo sia a pochi metri dagli utenti, per salirci bisogna deviare e farne almeno 300 tra scale mobili, tapis roulant e ascensori (alcuni fuori uso). Per Ntv sarebbe uno sgarbo nella guerra dei super treni: «Dopo 40 anni di onorato lavoro non mi aspettavo di finire in gabbia. Per ragioni di sicurezza non precisate e incomprensibili non si può accedere al treno direttamente ma biso-

gna fare un lungo giro, ciò penalizza non solo il nostro servizio ma i cittadini. Abbiamo fatto ricorso e speriamo che questa prigione venga rimossa», ha detto l’a.d. di Ntv Giuseppe Sciarrone, aggiungendo che a giugno il numero dei biglietti di Italo rispetto a maggio si è raddoppiato. In ogni caso, è passato quasi in secondo piano che da oggi tre treni Ntv al giorno porteranno a Milano — e ritorno —, partendo da Roma Ostiense (saranno 6 dal 26 agosto e diventeranno 14 a fine anno).

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sua casa, avvolto in tre buste di plastica. La morte risale a circa un mese fa e la polizia, che indaga soprattutto all’interno dell’ambito familiare, lavora su due ipotesi: omicidio o occultamento di cadavere dopo morte naturale, per continuare a ris cuotere la pensione della donna.

L’EX GUARDASIGILLI

IL MARE CAMPANO FA FLOP

S Classifica delle acque balneabili: Veneto ok Maglia nera a Campania, Abruzzo e Liguria per la qualità della acque di balneazione di mari, laghi e fiumi. Al contrario il top si trova in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna. La fotografia l’ha scattata il «Rapporto 2012 sulle acque di balneazione», presentato ieri al ministero della Salute e relativo ai dati 2011. Nelle regioni con la migliore qualità si è registrata una percentuale di non conformità ai valori europei di salubrità delle acque pari allo 0%. In Campania la percentuale di non conformità tocca il 2%

Giovanni Conso, 90 anni, ministro della Giustizia nel 1993-1994 ANSA

Trattativa Stato-mafia È indagato anche Conso Dopo Nicola Mancino e Calogero Mannino, un altro ex ministro entra nell’inchiesta della procura di Palermo sulla trattativa tra lo Stato e la mafia. Si tratta del 90enne Giovanni Conso, ex ministro della Giustizia, che deve rispondere di false informazioni a pubblico ministero. Il 41 bis Guardasigilli dal feb-

braio del 1993 all’aprile del 1994, Conso non rinnovò, il 1˚ novembre 1993, 140 decreti di carcere duro (il 41 bis) e altrettanti vennero fatti scadere tra fine novembre dello stesso anno e gennaio del 1994. Sul perché di questa decisione, l’ex ministro, sentito più volte dai pm e dalla Commissione Antimafia, ha sempre spiegato «di aver agito in solitudine, con una scelta totalmente autonoma», ma per la Procura invece l’alleggerimento del carcere duro sarebbe stato uno dei punti al centro della trattativa Stato-mafia. «Attendo di saperne di più. Non so come si concretizzi l’accusa. Qui c’è un grosso equivoco: un conto è l’accusa di aver in qualche modo trattato con la mafia, che non esiste assolutamente, un altro è l’eventuale contestazione di qualcosa che posso aver detto negli interrogatori. Finché non ne saprò di più non potrò dire altro». Nell’inchiesta è indagato anche Giovanni Brusca: il boss mafioso deve risponde dell’accusa di violenza o minaccia a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato.

cont.

v.d.s.

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ALTRI MONDI

NEL REMAKE DEL FILM

Il Dr. House diventa il cattivo di Robocop Nei panni del Dr. House era scontroso, ma adesso Hugh Laurie (nella foto Reuters) diven terà perfido. Per l’Hollywood

Reporter, l’attore inglese diven terà Richard «Dick» Jones, lo storico antagonista di Robocop nel remake del film del 1987, All’atteso progetto partecipe ranno anche Gary Oldman, Abbie Cornish e Samuel L. Jackson. Le riprese inizieranno a settembre a Toronto, l’uscita ad agosto 2013.

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Il vecchio del rock Adriano dal vivo dopo diciotto anni

DA MORTI SUL PALCO

IL FUMETTO DISNEY SU IPAD

Topolino interattivo con una nuova app È sbarcata sull’iPad una nuovissima versione del setti manale Topolino: nell’App Store, infatti, è adesso disponibile una

la storica serie

Riecco J.R. «Con Dallas torno a casa e mi diverto»

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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applicazione grazie alla quale lo storico fumetto di casa Disney diventa interattivo. Il lettore non si limiterà quindi a sfogliare il settimanale, ma potrà giocarci, grazie anche alla copertina animata. E il clou sarà la «storia interattiva» fatta di animazioni e suoni pensati per il tablet.

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domande a... CANDIDA MORVILLO EX DIR. NOVELLA 2000

CARLO ANGIONI

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La sorpresa: il 74enne l’8 e 9 ottobre si esibirà all’Arena di Verona. L’ultimo live nel ’94, quando 8 milioni di persone lo seguirono in televisione

CELENTANO ELISABETTA ESPOSITO

Ha aspettato diciotto anni. Ora Adriano Celentano ha di nuovo voglia di cantare davanti alla gente. Ieri il Clan ha annunciato due date evento, l’8 e il 9 ottobre all’Arena di Verona. Il Molleggiato, 74 anni, torna sul palco dopo una vita. L’ultimo tour risale al 1994, tante tappe tra Italia e Europa, migliaia di applausi, poche invettive e una chiusura a Milano trasmessa in diretta dalla Rai e vista da otto milioni di spettatori. Poi basta concerti, se si escludono le partecipazioni al Meeting eucaristico di Bologna nel 1997, quando cantò tre brani per Giovanni Paolo II, e quella a San Siro nel 2008 per il centenario della sua Inter. Celentano, mentre l’Italia scopriva e riscopriva il Berlusconi politico, ha pubblicato nove album e fatto parlare di sé soprattutto per quanto detto (e non detto) in tv. Da Francamente me ne infischio a Rockpolitik passando per qualche illustre ospitata. E poi Sanremo 2012, gli attacchi violenti alla stampa clericale e le polemiche, infinite. Finalmente musica La musica c’è

sempre stata. Ma erano le parole ad essere pesate una ad una. Adriano il predicatore, prima

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Adriano Celentano, 74 anni, sul palco di Sanremo a febbraio, nell’ultima uscita televisiva ANSA

di tutto. Ora però vuole tornare a cantare. Impossibile credere che nelle due tappe veronesi non dia spazio anche al suo pensiero, ma se ha deciso di tornare sul palco dopo tutto questo tempo sicuramente ha voglia di fare musica. Claudia Mori aveva fatto capire qualcosa durante la presentazione dell’ultimo album, Facciamo finta che sia ve-

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l’ultimatournée

Lui suona per tutti: se canterà, lo farà dove può essere ospitata tanta gente CLAUDIA MORI NEL NOVEMBRE 2011

Nel 1994 i suoi concerti divisero critica e pubblico Nel 1994, dopo l’uscita dell’album «Quel punto» Celentano girò l’Italia e l’Europa con un tour che finì al Forum di Assago, a Milano. La critica, però, si divise sul valore del suo live

AL CINEMA ESCE DOMANI «PAURA 3D»: «È UN OMAGGIO AD ARGENTO»

Horror all’italiana Ora ci provano i Manetti Bros. I Manetti Bros., i fratelli registi della serie tv L’ispettore Coliandro e del fortunato L’arrivo di Wang, apprezzato in molti festival cinematografici internazionali e in procinto di un remake hollywoodiano («Le idee di sviluppo della sceneggiatura che ci hanno inviato per adesso sono ridicole — ammette il duo — per fortuna che l’originale non si tocca»), firmano il primo horror. E non poteva intitolarsi in maniera più emblematica: Paura 3D (nelle sale da domani). I brothers italiani seguono uno schema classico: tre

ro: «Non escludo un evento dal vivo nel 2012. Lo so, lo avevamo detto anche per i dischi precedenti, ma sapete com’è Adriano... Stavolta però qualcosa potrebbe succedere sul serio. Di certo non alla Scala o in qualche luogo d’élite. Lui suona per tutti, quindi semmai sceglieremo un posto che possa contenere più gente possibile». E l’Are-

La locandina di «Paura 3D»: tra gli attori c’è anche Peppe Servillo

ragazzi della periferia romana, Ale (Domenico Diele), Marco (Claudio Di Biagio) e Simone (Lorenzo Pedrotti), decidono di trascorrere un weekend diverso dal solito intrufolandosi nella mega villa del marchese Lanzi (Peppe Servillo), fuori città per una sfilata di macchine d’epoca. Ma le cose non vanno come dovevano, tipico di un film dell’orrore. Lanzi rientra a casa, mentre Simone scopre che in cantina qualcuno viene tenuto prigioniero, si tratta della giovane Sabrina (Francesca Cuttica). Chi la scamperà? I punti di riferimento cinematografici sono molti: «Da John Carpenter a Sam Raimi, ma su tutti svetta Dario Argento, siamo cresciuti con i suoi film». E perché la scelta di Servillo? «Aveva la faccia giusta». e.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA

na di Verona, gestita dall’amico Gianmarco Mazzi, ospita circa quindicimila persone. Dunque Celentano ci pensava da tempo. Del resto oltre cinquant’anni fa era riuscito a emergere dalla mischia di cantanti e vocette proprio grazie alle sue originali performance live. Come il primo, storico concerto del 1957 al Palazzo del Ghiaccio di Milano, quando molleggiando regalò al rock italiano una nuova immagine, finalmente moderna. Si divertiva. E ha voglia di divertirsi ancora. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DA NOVEMBRE SU SKY

Arriva il canale dedicato all’arte del Belpaese Arriva un nuovo canale sulla piattaforma Sky e a presentarlo è addirittura il presidente di News Corpora tion Rupert Murdoch. Si tratta di Sky Arte Hd, una rete interamente dedicata all’arte che debutterà il primo novembre. Il canale vuole promuovere il talento italiano, dando grande visibilità al nostro patrimonio, raccon tando le migliori espressioni artistiche: dalla letteratura alla fotografia, dalla musica alle arti digitali, dalla grafica alla pittura e alla scultura. «Racconteremo l’arte e gli artisti italiani», ha detto l’a.d. di Sky Italia, Andrea Zappia.

Gli ologrammi di Morrison ed Hendrix Due miti della musica mondiale, scomparsi da oltre quarant’anni, torneranno sul palco. Jim Morrison, storico leader dei Doors morto nel 1971, e Jimi Hendrix, il grande chitarrista morto nel 1970, potrebbero riapparire grazie alla tecnologia degli ologrammi, utilizzata da poco per fare resuscitare il rapper Tupac, che ha cantato con Snoop Dog. Altre due leggende pronte a ritornare sono Elvis Presley e Marilyn Monroe, anche se per l’attrice ci sono problemi con chi gestisce i suoi diritti

«Interpretare di nuovo J.R. è stato facile, perché non so in lui quanto c’è del personaggio e quanto c’è di me: è stato come tornare a casa». Anche se con 21 anni di più sul groppone, Larry Hagman, ovvero J.R. (all’italiana Gei Ar), il perfido (e più famoso) petroliere della televisione globalizzata, è di nuovo in giro. E con lui Dallas, lo storico telefilm spacca-ascolti (negli Usa il record è 85 milioni di spettatori) che ha portato la serialità americana nella nostra tv all’inizio del 1981, prima su Rai 1 (con scarsi risultati) e poi su Canale 5 (dove c’è stato il botto). Il seguito degli intrighi della famiglia Ewing e di Southfork Ranch ha debuttato ieri negli Stati Uniti — nel canale via cavo Tnt —, anticipato da un grande battage pubblicitario e accompagnato da enormi poster con il cast sparsi nelle metropoli (da Los Angeles a New York), e dall’autunno sarà di nuovo da noi, sempre su Canale 5, sempre in prima serata. In crisi Tra i protagonisti, ap-

punto, c’è ancora il quasi 81enne Hagman-J.R. (nella foto in basso), che durante le riprese ha combattuto contro il cancro, e con lui altri due personaggi diventati strafamosi negli Anni 80: Sue Ellen (Linda Gray, oggi 69enne) e Bobby (Patrick Duffy, oggi 62enne), moglie e fratello del cattivo con il cappellone da cowboy sempre in testa. E la storia sarà una sorta di secondo episodio: insieme ai volti noti, con qualche ruga in più, ci saranno molti giovani bellocci. Su tutti John Ross III, figlio di Gei Ar, e Christopher, figlio adottivo di Bobby, che qui sono cresciuti e adesso si scontrano per decidere le sorti della famiglia texana, anche lei colpita dalla crisi economica. «Sono sicuro che il nuovo Dallas sarà un grande successo — ha raccontato qualche giorno fa Hagman all’agenzia Reuters —: grazie all’audience che abbiamo lasciato tanti anni fa ma ritroveremo adesso un po’ cresciuta, grazie ai giovani e bravi attori che si sono uniti a noi personaggi "vecchi", e a un’ottima storia, avremo lo stesso appeal della serie originale. E se non succederà, sarà stato comunque molto divertente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Flavio Briatore con Elisabetta Gregoraci al «Billionaire» ANSA

«II Billionaire? Chiude perché non è più tempo di ricchi cafoni» Non un locale, ma una chiesa, almeno per gli arditi del gossip. Con un drink e una paparazzata si officiava la liturgia da star system: vip (o presunti tali) passavano dal Billionaire per «esistere». Ma Flavio Briatore, proprietario del posto più esclusivo della Costa Smeralda, ha spiazzato tutti: «È l’ultimo anno, poi chiudo». Insomma, «la fine di un’era», come diceCandida Morvillo, firma Rcs, ex direttore di Novella 2000.

1 Era davvero l’ultimo baluardo dell’Italia berlusconiana? «Era sinonimo di lusso gradasso, per non dire cafone, mentre adesso la sobrietà è quasi un bisogno. La ricchezza non si esibisce più, anzi in tanti la nascondono per pudore. Così, chi al Billionaire pagava bottiglie di champagne Cristal da mille euro, adesso ha operai in cassintegrazione e deve pensare ad altro. E se gli è rimasto qualche soldo, magari preferisce non farsi vedere mentre spende. Oggi Berlusconi è una figura tra il tragico e il patetico, il suo mondo è tramontato: non è più tempo di cafoni e squinzie, dello sfoggio di fama e di ricchezza. Tra l’altro, la finanza ora è sempre dietro l’angolo» 2 Lo sfoggio di cui parla lo stiamo pagando ancora adesso? «C’è stata una parte del Paese che si è compiaciuta della propria ricchezza senza pensare alla vera crescita. Ci tocca ricadere nel cliché berlusconiano, a quel «i ristoranti sono pieni» mentre tutto crolla. Siamo stati per anni storditi da un mondo facile: facile andare in televisione, fare soldi, evadere le tasse. Di quel tempo è rimasto a tutti un senso di colpa». 3 Col Billionaire si estingue anche una centrale di gossip. Come sopravviveranno i giornali che di questo campano? «Negli ultimi anni tanti vip avevano preferito Formentera alla Costa Smeralda, sia per i troppi paparazzi sia per il declino di Lele Mora, sacerdote di quel mondo con la Santanché. Ma la gente non ha più voglia di guardare alle vicende dei ricchi e dei famosi. E c’è diffidenza per il denaro altrui: se vedi una Bentley, magari pensi che il proprietario non ha pagato le tasse». Filippo Conticello © RIPRODUZIONE RISERVATA


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22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

24/8 - 22/9

LE PAGELLE

Ariete 7,5

Toro 6

Gemelli 7,5

Cancro 5,5

Leone 8

Vergine 5,5

DI ANTONIO CAPITANI

La Luna chez vous può tradursi in successi solidi e nella felice inaugurazione di percorsi nuovi. Energie (pure suine) ottime, lavoro OK.

Certa gente intorno a voi vi gasa come l’anticipo dell’IMU. Ussignùr, state su e organizzate con rigore il vostro tempo. Sudombelico fattivo.

Lavoro, amore e soldi brillano e spaccano. Benché sia doveroso che dosiate la fiducia che concederete. Attività suina sperimental-vorticosa.

Non strillate come antifurti. Negoziate. Così lavoro e soldi vi premieranno. Malumore incipiente, sudombelico intermittente.

Gli zebedei ciondolano, una rogna di soldi ci mette l’asso di briscola. Il lavoro, poi, arranca e la fornicazione è povera di spunti nuovi.

23/9 - 22/10

23/10 - 22/11

23/11 - 21/12

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

IL MIGLIORE. La fortuna cresce e rende sia il lavoro sia l’amore bacini densi di successi. Il sudombelico vostro e quello altrui, intanto, si fan vicini vicini…

Bilancia 5,5

Scorpione 6

Sagittario 7,5

Capricorno 5,5

Acquario 7+

Il lavoro stressa: non fidatevi dell’oro, potrebbe esser latta riverniciata. State attenti, inoltre, ai suini travestiti da santarelli: sono i peggiori.

Il lavoro oggi annaspa. E voi siete tentati di azionare il rottweiler automatico. Ma vi nuocerebbe. Evitate. Sudombelico volenteroso, però.

Luna foriera di riuscite concrete nel lavoro, di fortune, di buona forma fisica. Avete pure ormoni come caciocavalli: siete magnifici.

Il morale scende sotto gli zebedei, per via di rogne domestiche, familiari, di lavoro. E, suinamente, fate fatica a insaccare. Migliorerà.

La rapidità dei riflessi mentali vi rende schegge nel lavoro. E coi suggerimenti dell’esperienza fate faville. Pure fornicatorie. Grandi.

Pesci 6-

DANIELE DE ROSSI

Il centrocampista della Roma e della Nazionale è nato a Roma il 24 luglio 1983 (Leone)

LA 7

NASH BRIDGES SENTINEL MONK RICETTE DI FAMIGLIA TG4 TUTTI PER BRUNO DISTRETTO DI POLIZIA FORUM WOLFF MY LIFE SABATO DOMENICA... TG4 TEMPESTA D'AMORE LE INDAGINI DI PADRE CASTELL 23.05 CRIMINAL INTENT 23.50 SOGNANDO ITALIA 0.40 I BELLISSIMI DI R4 0.45 ATMOSFERA ZERO 1.45 TG4 NIGHT NEWS

7.00 7.30 9.45 11.10 12.30 13.30 14.05 14.10

RAIDUE

RAITRE

CANALE 5

RAI PARLAMENTO TG1 UNOMATTIN STORIE VERE LA PROVA DEL CUOCO TG1 VERDETTO FINALE IL PARADISO ALLA... RAI PARLAMENTO CHE TEMPO FA STADIO EUROPA ITALIA - CROAZIA TG1 EURO 2012 SPAGNA - IRLANDA 23.05 RAI SPORT NOTTI EUROPEE 0.35 TG1 - NOTTE 1.05 CHE TEMPO FA 1.10 SOTTOVOCE

7.30 10.25 11.25 12.10 13.00 14.00 14.45 15.30 16.15 17.00 18.15 19.35 20.30 21.05

CARTONI TG2 INSIEME CRAZY PARADE LA NOSTRA AMICA... TG2 DRIBBLING EUROPEI SENZA TRACCIA GUARDIA COSTIERA THE GOOD WIFE ONE TREE HILL TG2 GHOST WHISPERER TG2 PRIVATE PRACTICE Telefilm 22.40 BROTHERS & SISTERS 23.25 TG2 23.40 FRATELLI D'ITALIA 0.35 RAI PARLAMENTO

7.00 8.00 10.10 11.15 12.00 14.00 15.00 16.00 17.10 19.00 20.00 20.25 20.35 21.05

TGR BUONGIORNO AGORÀ LA STORIA SIAMO NOI AGENTE PEPPER TG3 - TG3 TGR LA CASA NELLA... QUESTION TIME GEOMAGAZINE 2012 TG3 - TGR STADIO EUROPA BLOB UN POSTO AL SOLE SULLE TRACCE DEL CRIMINE 23.00 NANUK SHORT GLI ORSI 0.00 TG3 LINEA NOTTE 0.10 TG REGIONE 1.00 METEO 3

8.00 8.35

Film sul Digitale Terrestre

Lo Sport in chiaro, sul satellite e sul digitale terrestre

PREMIUM

IN DIRETTA

13.20 100 RAGAZZE STEEL 13.50 2 FAST 2 FURIOUS PREMIUM CINEMA 15.40 HOLLYWOODLAND PREMIUM CINEMA 17.20 CHATEAU MEROUX IL VINO DELLA VITA MYA 17.55 L'ORSO YOGHI PREMIUM CINEMA 19.20 FAST AND THE FURIOUS 3 PREMIUM CINEMA 21.15 WATERWORLD STEEL 21.15 OSCURE PRESENZE A COLD CREEK PREMIUM CINEMA 23.25 SHELTER - IDENTITÀ PARANORMALI PREMIUM CINEMA

CALCIO

20.45 SPAGNA - IRLANDA Euro 2012. Da Danzica, Polonia Rai Sport 1, Rai 1

1.15

BOCA JUNIORS UNIVERSIDAD DE CHILE Coppa Libertadores. Semifinale Sky Sport 1, Sky SuperCalcio

AUTOMOBILISMO

TEXAS RANGERS ARIZONA DIAMONDBACKS

22.00 US OPEN

18

23

ANCONA

16

27

min max

AOSTA

10

21

BARI

22

26

BOLOGNA

17

25

CIELO

VENTI

CAGLIARI

15

27

Sole

Deboli

CAMPOBASSO

11

23

Moderati

CATANIA

19

27

FIRENZE

16

24

Prima giornata. Batterie. Da Roma Rai Sport 2

17.00 TROFEO SETTECOLLI Prima giornata. Finali. Da Roma Rai Sport 2

SuperTennis

Trento Aosta 11 21

Torino 13 23

11 23

Milano

Venezia

13 24

Perugia

12 24

10 23

16

22 20

MILANO

13

25

ROMA

NAPOLI

18

23

13 26

Neve

Mossi

PERUGIA

10

24

Nebbia

Agitati

Il sole oggi MILANO

ROMA

POTENZA

13

21

REGGIO CALABRIA

24

27

ROMA

15

24

TORINO

12

25

10

25

TRENTO

Sorge

Tramonta

Sorge

Tramonta

TRIESTE

5:33

21:12

5:33

20:46

17

23

VENEZIA

13

23

Test Match

14.00 RUGBY: AUSTRALIA - GALLES Test Match

SKY SPORT 3 AUTOMOBILISMO: TROFEO 500 ABARTH

Da Totti a Marchetti Miami diventa la spiaggia della A

10.15 CALCIO: SANTOS CORINTHIANS Coppa Libertadores

12.00 CALCIO: BARCELLONA RAYO VALLECANO

Sul nostro sito i video con i campioni di serie A in vacanza. Miami è la meta preferita con Totti, Quagliarella e Marchetti.

14.00 BASEBALL: NEW YORL METS SAINT LOUIS CARDINALS

IL BLOG

MLB

16.00 RUGBY: SUDAFRICA INGHILTERRA

Premier League: punto sul mercato dei club inglesi

Test Match

17.00 CALCIO: SAMPDORIA VARESE

Nel blog «In the box» dedicato al calcio inglese il punto sul mercato delle squadre di Premier dopo il rinnovo di Di Matteo.

Serie B. Playoff

18.45 CALCIO: SANTOS CORINTHIANS Coppa Libertadores

www.gazzetta.it

Dal Mugello

Domani

Dopodomani

Alta pressione nordafricana in espansione sul Mediterraneo centro orientale. Cieli sereni o poco nuvolosi sull'Italia con qualche annuvolamento sui rilievi piemontesi e sulle Dolomiti ma con basso rischio di pioggia. Caldo in aumento ovunque.

Altra giornata stabile con cieli sereni e limpidi pressoché ovunque. Solo qualche annuvolamento lungo l'arco alpino ma con rischio di pioggia molto basso. Temperature in ulteriore aumento nelle pianure interne con punte di oltre 30 °C diffuse.

Ancona

Firenze

10

24

11.30 RUGBY: GALLES BARBARIANS

IL VIDEO

13 27

16 22

L'AQUILA

22

Quinta tappa. Olten/Trimbach-Gansingen

Grande ottimismo tra i lettori di Gazzetta.it: il 60% dei votanti prevede una vittoria dell’Italia sulla Croazia, il 21% dice pari.

Bologna Genova

GENOVA

PALERMO

23.05 0.50 0.55 1.00 1.55

Italia-Croazia: il 60% dei lettori punta sugli azzurri

12 24

Molto forti

Calmi

20.00 20.30 21.10

OMNIBUS TG LA7 COFFEE BREAK LÍARIA CHE TIRA I MENÙ DI BENEDETTA TG LA7 MOVIE FLASH TARAS IL MAGNIFICO L’ISPETTORE BARNABY TG LA7 OTTO E MEZZO DUE AMICHE ESPLOSIVE IN & OUT TG LA7 TG LA7 SPORT (AH)IPIROSO MOVIE FLASH

Liga

10.00 CICLISMO: GIRO DELLA SVIZZERA

9.30

16.20

IL SONDAGGIO

13 24

Coperto

Temporali

PGA European Tour. Da Stoccolma, Svezia

Nuvolosità stratificata su buona parte del Centronord ma con schiarite comunque diffuse e ampie. Addensamenti tra Piemonte e Lombardia come sull'Alto Adige con qualche rovescio. Più Trieste sole al Sud e sulle isole maggiori con caldo estivo.

Forti

MARI

GOLF: NORDEA MASTERS

Oggi

Rovesci

Pioggia

7.30

Coppa Libertadores

TROFEO SETTECOLLI

12.00 ATP HALLE

ALGHERO

11.00 CALCIO: NAPOLI BAYERN MONACO

Eurosport

9.00

TENNIS

Ieri

SKY SPORT 2

13.30 ATP QUEEN'S

NUOTO

Sesta tappa. Wittnau-Bischofszell Sky Sport 2

SKY SPORT 1

15.00 CALCIO: FAN CLUB MILAN 15.30 CALCIO: FAN CLUB ROMA 16.00 CALCIO: FAN CLUB INTER 16.30 CALCIO: FAN CLUB LAZIO 17.00 CALCIO: FAN CLUB NAPOLI 17.30 CALCIO: FAN CLUB JUVENTUS 21.00 CALCIO: SANTOS CORINTHIANS

15.45 GIRO DELLA SVIZZERA

A CURA DI

7.55 8.50 10.05 10.45 11.30 12.00 12.55 13.50 15.10 16.05 16.25 18.55 19.45 21.10

Champions League

Prima giornata. Da San Francisco Sky Sport 2

OKLAHOMA CITY THUNDER MIAMI HEAT

GazzaMeteo

Nuvolo

GOLF

CICLISMO

MLB. ESPN America

3.00

Australian League Eurosport 2

Finali NBA. Gara 2 Sky Sport 3

18.30 CINCINNATI REDS CLEVELAND INDIANS

0.30 1.55 2.45

11.30 WEST COAST CARLTON

Lega Due. Finale. Gara 4 Rai Sport 2

3.00

CARTONI DAWSON'S CREEK STUDIO APERTO STUDIO SPORT CARTONI GOSSIP GIRL LE COSE CHE... MAMMONI SHORT FRIENDS MERCANTE IN FIERA STUDIO APERTO STUDIO SPORT C.S.I. NEW YORK MISTERO Documenti MAGICLAND SAVING GRACE STUDIO APERTO LA GIORNATA HIGHLANDER

8.10 10.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 16.45 17.10 17.35 18.30 19.00 19.25 21.10

FOOTBALL AUSTRALIANO

20.45 PISTOIA - BRINDISI

22.00 24 ORE DI LE MANS

Legenda

1.30 2.00 2.45

BASKET

Qualifiche Eurosport 2

BASEBALL

23.20

MLB ESPN America

19.00 24 ORE DI LE MANS

Qualifiche Eurosport

11.00 13.00 13.40 14.45 17.00 18.06 20.00 20.30 21.10

MLB ESPN America

2.00

TG5 - MATTINA MIRACOLI DEGLI ANIMALI LA LEGGENDA DEGLI ANIMALI MAGICI FORUM TG5 SOAP POMERIGGIO CINQUE TG5 MINUTI ROSAMUNDE PILCHER TG5 VELINE SOLO UN PADRE Film QUANDO MENO TE LO ASPETTI TG5 - NOTTE VELINE QUAI

8.46

21.30 SAN FRANCISCO GIANTS HOUSTON ASTROS

18.00 ITALIA - CROAZIA

ITALIA 1

RETE 4

RAIUNO

Euro 2012. Da Poznan, Polonia Rai Sport 1, Rai 1

L’economia chiede cautele: occhio a imbrogli e azzardi. L’amor è una mezza palla, il suino inside you s’annoia. Ci vogliono diversivi.

Gazzetta.it

Televisioni in chiaro 7.35 8.00 10.10 11.00 12.00 13.30 14.10 15.15 16.50 17.10 17.15 17.45 20.00 20.25

20/2 - 20/3

17 24

L’Aquila 8 21

Campobasso

Bari

10 24

17 28

Napoli

Potenza

15 28

9 23

Cagliari

Catanzaro

17 26

13 27

Palermo

Reggio Calabria 18 31

17 31

Catania 19 27

Il sole domani MILANO

La luna ROMA

Sorge

Tramonta

Sorge

Tramonta

5:33

21:13

5:33

20:46

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4 lug.

11 lug.


GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

TERZO TEMPO

LA GAZZETTA DELLO SPORT

59

LETTERE

GazzaFocus

E’ scattata da St. Tropez la classica targata Rolex

Bianco e Nero A CURA DI ANTONIO DI ROSA Fax: 0262827917. Email: gol@rcs.it

Thiago, Ibra e le ragioni del cuore rossonero L'unico giocatore da vendere al Milan per necessità di bilancio è Ibra. Guadagna 12 milioni all' anno, ha quasi 31 anni, crea disagio negli spogliatoi, non va d'accordo con Pato ed El Shaarawy, si comporta come fosse il padrone del Milan. Matteo Favaro

Ma come possiamo accettare la vendita di Thiago Silva? 50 milioni possono risanare il bilancio ma al nostro cuore chi ci pensa? Basta, dopo Kakà è un'altra pugnalata. Gabriele Piva

A sinistra, dall’archivio dello Yacht Club Italiano il via della seconda Giraglia, quella del 1954: la prima edizione si era corsa nel 1953. A destra il via di ieri che è stato dato dall’attore francese Jacques Perrin protagonista tra gli altri di Nuovo Cinema Paradiso ARRIGO/ROLEX

Giraglia, compie 60 anni la regata nata nel bistrot L’idea fu di Beppe Croce in un locale di Parigi. Nonostante l’età è un appuntamento sempre attuale: da quest’anno si arriva a Sanremo 20-30 miglia più avanti. Normale, come in tutte le cose, la tecnologia ha tolto un po’ di romanticismo, un po’ di avventura. Ma, nonostante questo, la Giraglia ha 60 anni ottimamente portati. Il segreto? Penso che sia semplicemente nell’idea. Era una regata azzeccata, che dava la possibilità a due regioni rivolte verso il mare (come Costa Azzurra e Liguria) di avere un grande evento. E ancora oggi quali sono le grandi regate d’altura del Mediterraneo? Questa e la Middle Sea Race. Prevedo molti alti anni di successo».

DAL NOSTRO INVIATO

GIAN LUCA PASINI twitter@GianLucaPasini ST. TROPEZ (Francia)

Si chiudono bene le cerate anche se il sole scotta, ma quell’onda fuori dal porto e soprattutto quei 30 nodi di Maestrale (qui lo chiamano Mistral) promettono un impegno serio, per le prossime ore, alle centinaia di velisti più o meno professionisti, che hanno deciso di partecipare alla 60ª Regata della Giraglia, da oltre quindici anni targata Rolex, una classica della vela d'altura.

Esimit Come quello che si sono

Bistrot La leggenda tramanda-

ta da uno dei due inventori (Beppe Croce) è che questa regata sia nata in un bistrot di Parigi, una sera di dicembre del 1952, davanti a qualche bicchiere di whiskey. Come in altri sport, erano alla ricerca di una manifestazione che – dopo la Seconda Guerra Mondiale – facesse riavvicinare Francia e Italia. Di più si cercava una regata che assomigliasse al Fastnet (britannico), con uno scoglio da usare come terzo apice del triangolo; gli altri sarebbero stati in Costa Azzurra e in Liguria. Spulciando la cartina la scelta è caduta proprio su questo isolotto davanti

Punta al record Esimit Europa con il pluriolimpionico tedesco Schuemann alla Corsica che poi, con gli anni, è diventato il cuore della competizione. «Arrivare a girare lo scoglio in buona posizione e soprattutto dalla parte giusta era decisivo — racconta Gianluigi Lagorio Serra, storico membro dello Yacht Club

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DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Giulio Lattanzi

Italiano, uno dei circoli organizzatori. A quante Giraglia ho partecipato? Scusatemi, ma non sono più sicuro, 29 o 31 — continua l'arzillo ottantenne —, comunque tante. E quasi sempre mi sono divertito, anche se adesso è tutto molto diverso. Una volta, per "puntare" allo Scoglio, quindi scegliere la rotta giusta, ci si serviva di uno strumento che si chiama mi pare radiogoniometro, per usarlo ci voleva un’abilità particolare. Oggi tutti gli yacht da regata sono dotati di strumenti e tecnologia che ti danno le previsioni esatte,

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contesi nella notte i più veloci della flotta. Potrebbe anche arrivare il record (stabilito nel 2008 da Alfa Romeo con 18 ore 3 minuti e 15 secondi) ed è quasi scontata la vittoria in tempo reale di Esimit Europa (il vecchio Alfa Romeo, che ha girato lo scoglio poco dopo le 21 di ieri sera), affidato al pluriolimpionico tedesco, Jochen Schuemann (a bordo del quale si è registrato anche un incidente e con un velista italiano sbarcato e curato in ospedale). Ma per tutti quelli che arriveranno a Sanremo, indipendentemente dal piazzamento, sarà un’altra Giraglia da non dimenticare.

La strada è stretta. I soldi da spendere sono pochi per tutti. Bisogna vendere per acquistare. Anche il Milan dovrà piegarsi a questa nuova realtà. Immagino che Berlusconi non abbia intenzione di sborsare più di 60 milioni all'anno per ripianare il bilancio della società. I giocatori guadagnano troppo, qualcosa di spropositato rispetto al mondo che li circonda. Dunque, tutti tenderanno a ridurre gli ingaggi e i costi. In questa logica il Milan deve decidere di quale prezzo pregiato fare a meno: Ibra o Thiago? I tifosi, nella stragrande maggioranza, vogliono tenere il difensore e cedere l'attaccante. L'atteggiamento del bosniaco-svedese, anche agli europei, è talvolta irritante. Quando gioca fa cose importanti, per lunghi tratti sembra fuori dal campo. Con i soldi ricavati dalla sua cessione il Milan potrebbe tenere Thiago e acquistare giocatori importanti.

I grandi colpi dell’Inter Dopo i grandi colpi di Tevez, Sanchez, Lavezzi, Isla etc., noi tifosi interisti non finiremo mai di ringraziare il nostro amato presidente e i suoi collaboratori. Ma quale sarebbe l'acquisto sensazionale da tempo promesso? Lucas? Altri milioni buttati al vento per l'ennesima speranza del calcio (non è bastato Alvarez?). Noi interisti siamo abituati da sempre alle vittorie, accettiamo con sportività le sconfitte, ma non tolleriamo le umiliazioni. Antonio Marcucci

Anche qui, come sopra. Non è semplice dare addosso alle società in un periodo come questo. Semmai potremmo criticarle per i troppi soldi spesi fino ad oggi. I tifosi dovranno abituarsi a scambi, cessioni per acquisti e investimenti sui giovani. Se varrà per tutti, come ha promesso la Uefa, gli equilibri non cambieranno di molto. Quanto all'Inter siamo ai lavori in corso. Lavezzi e Isla sono sfumati, vediamo cosa riuscirà a fare da qui alla fine del mercato.

Il ruolo di Branca Condividete la mia opinione su Branca che da alcuni sbaglia la campagna acquisti della mia amata Inter? E' il responsabile di tutto. Non è adatto al suo compito. Giovanni Mastrolonardo

Io non credo che acquisti e cessioni li decida Marco Branca da solo. In una società che si rispetti le responsabilità sono comuni. Certo, se Branca segnala un giocatore giovane al presidente garantendo sulle sue qualità e poi si rivela un bluff, diventa l'unico responsabile. In questi anni l'Inter ha fatto acquisti importanti e raggiunto risultati importanti. Adesso è in stand by e cerca il guizzo per ripartire. Giudizio sospeso.

Le cessioni dell’Udinese Parlo a nome di migliaia di tifosi dell'Udinese delusi. Conosco i grandi meriti del presidente Pozzo e la sua competenza, ma non voglio essere preso in giro: qualche settimana fa Pozzo aveva dichiarato che non avrebbe ceduto i suoi gioielli: Isla e Asamoah andranno alla Juve. Posso dare un consiglio? Presidente venda un solo fuoriclasse e con i soldi ricavati rinforzi la squadra. Ci sono i preliminari di Champions che ci aspettano. Gabriele Bellosta

Capisco la sua delusione ma la invito a fidarsi del presidente Pozzo. Quasi mai ha fallito le operazioni di mercato. Tenga conto di due cose: spesso i giocatori, per guadagnare di più e per crescere, hanno voglia di cambiare aria. Fa bene la società ad accontentarli. Taider è un giovane centrocampista francese in comproprietà tra Juve e Bologna. E' molto promettente. Io mi fido del naso dei Pozzo e di Guidolin.

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La tiratura di mercoledì 13 giugno è stata di 348.462 copie

COLLATERALI * Con Soldatini d Italia N. 54 e 11,19 - con Indistruttibili N. 32 e 11,19 - con Paperinik N. 19 e 11,19 - Capolavori delle grandi civiltà N. 16 e 11,19 - con Holly e Benji N. 15 e 11,19 - con War Movies N. 12 e 11,19 - con Alberto Sordi N. 24 e 11,19 - con Aerei Collection N. 9 e 14,19 - con Gilles Villeneuve e 14,19 - con Avengers N. 8 e 8,19 - con Grande Alpinismo N. 7 e 12,19 - con Panini N. 6 e 6,19 - con Libro Juve e 9,19 - con la Grande Storia del Giro N. 4 e 8,19 - con Libro della Salute e 14,10 - con Lupin N. 5 e 11,19 - con Alessandro Del Piero e 11,19 - con Grandi Club Raggi X N. 1 e 4,19 - con T-shirt Invincibili e 16,19 con DVD Inzaghi e 14,19 - con Magic Europeo Card e 11,19 - con SportWeek e 2,70 - con Max e 3,50 PROMOZIONI Non vendibili separatamente in Calabria: La Gazzetta dello Sport e 1,00 + il Domani dello Sport e 0,20 ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure ad A.S.E. Agenzia Servizi Editoriali - Tel. 02.99049970 - c/c p. n. 36248201. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.

PREZZI ALL’ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 8,70; Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Brasile R$ 7,00; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro e 2,00; Croazia Hrk 15; Danimarca Kr. 18; Egitto e 2,00; Finlandia e 2,50; Francia e 2,00; Germania e 2,00; Grecia e 2,00; Irlanda e 2,00; Lux e 2,00; Malta e 1,85; Marocco g 2,20; Monaco P. e 2,00; Norvegia Kr. 22; Olanda e 2,00; Polonia Pln. 9,10; Portogallo/Isole e 2,00; Romania e 2,00; SK Slov. e 2,20; Slovenia e 2,00; Spagna/Isole e 2,00; Svezia Sek 25; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Tunisia TD 3,50; Turchia e 2,00; Ungheria Huf. 600; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012


GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012 In collaborazione con ACI/CSAI

SPECIALETricoloreRALLY in vetrina/1

JUNIOR E PRODUZIONE

CITROËN CONTRO CITROËN

Giornata cruciale per i giovani Campedelli comanda ma Nucita può mettere la freccia

Sono due titoli molto ambiti, il Campionato Italiano Rally Junior e il Campionato Italiano Produzione, e sulle strade della Sicilia vivranno forse un appuntamento decisivo. Nello Junior la battaglia è tra Citroën e Renault: la prima ha nella Citroën Ds3 e nella C2 R2 le due armi da guerra, la seconda quest’anno ha affidato i suoi destini alle New Twingo R2. Al momento è al comando Simone Campedelli con la sua Citroën C3 ds3. Dietro di lui, il siciliano Andrea Nucita (foto), Citroën C2, che potrebbe essere l’uomo indicato per vincere nella Targa. Più indietro, tre piloti sulle piccole ma agguerrite Renault NewTwingo, Fabrizio Junior Andolfi, Michele Tassone e il finlandese Mikko Pajiunen. Per quanto riguarda il Produzione lotta ancora a due tra Ivan Ferrarotti, Renault Megane Rs e Max Rendina, Mitsubishi Lancer Evo X.

in vetrina/2 LA NOVITÀ CAMBIA IL PERCORSO

Come ai tempi della Stratos ecco due prove speciali che ricordano i mitici Anni 80

Dopo alcuni anni la Targa Florio Rally cambia volto con l’innesto di nuove prove, che poi tanto nuove non sono dato che tanti appassionati le ricordano come terreno di battaglia delle Lancia Stratos, delle 131 Abarth e delle Porsche negli anni ’80. Il lavoro degli uomini dell’Automobile Club Palermo ha permesso di aggiungere alle collaudate prove «Targa» e «Cefalù», pilastri di quel periodo, altri due tratti: la Castelbuono Geraci e la Collesano Piano Zucchi Portella Colla, due speciali lunghe, in salita e spettacolari. Ne è uscito un percorso tecnico, meno veloce delle precedenti edizioni, e con estrema varietà di condizioni, asfalto, altimetria e ampiezza della sede stradale. Il programma completo della gara e la diretta testuale sono e saranno sul sito www.acisportitalia.it. Con essi anche la completa copertura tv e stampa.

Andreucci, la grande sfida Al via a Palermo la 96a Targa Florio: il campione d’Italia contro i big della serie intercontinentale

4 protagonisti

LUCA BARTOLINI

Ci siamo. L’unica, vera, inconfondibile Targa Florio, quella organizzata dall’Automobile Club Palermo, sta per mollare gli ormeggi verso la sua 96a edizione. Un’edizione resa particolarmente accattivante dalla validità oltre che per il Campionato Italiano Rally, anche da quella per l’IRC, l’Intercontinental Rally Challenge. Il primo atto ufficiale sarà questa sera con la partenza da Piazza Politeama a Palermo, alle ore 20.00, e poi via, verso la super speciale serale all’Aeroporto di Bocca di Falco, ore 20.44, e le due tappe di venerdì e sabato, che regaleranno spettacolo al pubblico presente lungo le prove speciali del rally.

TUTTI I RISULTATI

Umberto Scandola e Federico D’Amore su Skoda Fabia: se vincono la Targa Florio riaprono il campionato PHOTO4 Che sfida sarà Dai nomi dei pri-

mi iscritti si prospetta una gara che metterà a confronto i quotati rallisti dell’IRC, come il norvegese Andreas Mikkelsen, attuale leader della serie, il suo inseguitore, il ceco Jan Kopecky, il tedesco Sepp Wiegand, tutti su Skoda Fabia, o l’irlandese Graig Breen su Peugeot 207, vincitore lo scorso anno della Fia Academy, con la pattuglia dei principali contendenti del campionato tricolore, il CIR, che annovera gente come Paolo Andreucci in coppia con Anna Andreussi su una Peugeot 207, presente in Sicilia per puntare alla vittoria assoluta. «Credo sarà uno dei

più difficili rally che io abbia mai affrontato qui — dice il pilota di Peugeot Italia Andreucci —. Ho avuto modo di vedere la bravura dei piloti IRC in Sardegna, sarà dura ma grazie ai nostri ingegneri e al supporto di Pirelli, siamo sicuri di avere le armi per puntare alla vittoria!». Tra chi lotterà per conquistare la mitica Targa anche Giandomenico Basso, già vincitore quest’anno del Rally 1000 Miglia con la sua Ford Fiesta RRC impegnato su tutti e due i fronti, e Umberto Scandola, alla ricerca di una vittoria che rilanci lui e la sua Skoda Fabia nella corsa al tricolo-

re. A questi piloti si aggiungono i nomi di Alessandro Perico e Matteo Gamba, entrambi su Peugeot, anche loro protagonisti di vertice del Campionato Italiano Rally. Corrono in casa Attesi ad una

grande prova sulle strade di casa sono il pilota di Cerda Totò Riolo, che disporrà di una Punto Abarth, e il cefaludese Marco Runfola, brillante terzo lo scorso anno, al volante di una Peugeot 207 Super 2000. Iniziative Sono numerose quel-

le collegate con l’edizione numero 96 della Targa Florio.

La corsa più antica del mondo esprimerà ad esempio solidarietà verso l’Emilia Romagna, terra gemellata da un uguale intensa passione per i motori, tormentata dal terremoto. Così tutte le vetture in gara porteranno un adesivo con il numero 45500 creato dalla Protezione Civile per devolvere fondi alle popolazioni colpite. In particolare su due vetture il messaggio di vicinanza sarà ripetuto più volte, sulla Ford Fiesta del veneto Giandomenico Basso e sulla Abarth Grande Punto dell’idolo di casa Totò Riolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Classifiche Cir prima della Targa Florio Assoluta 1. P.Andreucci (Peugeot 207 S2000) 68 punti; 2. U.Scandola (Skoda Fabia S2000) 51; 3. M.Gamba (Peugeot 207 S2000) 39; 4. G.Basso (Ford Fiesta S2000 RRC 1,6T) 25; 5. S. Campedelli (Citroen DS3) 24 CIR Junior 1. S.Campedelli (Citroen DS3) punti 125; 2. A. Nucita (Citroen C2) 109; 3. Andolfi (Renault New Twingo) 97 CIR Produzione 1. I. Ferrarotti (Renault Megane RS) e M. Rendina (Mitsubishi Lancer Evo 10) punti 25 Cir Costruttori 1. Peugeot 86; 2. Skoda 63; 3. Ford 25

Specialisti a confronto

SU PEUGEOT

Il re e la regina del Cir Paolo Andreucci ed Anna Andreussi con la loro Peugeot sono al comando del Cir con due vittorie ed un secondo posto su tre appuntamenti disputati PHOTO4

SU FORD FIESTA

Ma attenzione a Basso Giandomenico Basso e Mitia Dotta, Ford Fiesta, sono tra i protagonisti di spicco sia del Cir che dell’Irc ed in terra di Sicilia puntano al successo PHOTO4


II

LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012

SPECIALETricoloreMONTAGNA

l’album

ECCO I PROTAGONISTI

IL PODIO

L’ESORDIO

IL PRIMATO

GRUPPO N

I migliori della Coppa Selva

Leo...grande sulla FA30

Cannavò brilla tra le GT

Montanaro in casa domina

Lanciato alla rincorsa della prima posizione nel CIVM, Faggioli firma l’8o trionfo alla Coppa Selva di Fasano. I protagonisti premiati da Laura de Mola e Oronzo Pezzolla MORETTI

Anni di successi nelle categorie delle «piccole», fanno grande il pugliese Francesco Leogrande all’esordio con la potente Osella FA 30 MORETTI

La nitida affermazione sul veloce tracciato di Fasano, consegna ad Ignazio Cannavò ed alla Ferrari F430 il primato tra le vetture GT MORETTI

Il fasanese Oronzo Montanaro domina la gara del Gruppo N al volante della Honda Civic Type R ed ora è secondo nel campionato di categoria MORETTI

Faggioli toccata e... record A Fasano l’asso toscano dell’Osella sfiora un rail ma vince fissando il nuovo limite del tracciato ENZO BRANDA

la guida

Simone Faggioli si aggiudica la quinta tappa della stagione, Merli è stoppato da una rottura, Magliona controlla, ma la classifica della serie Tricolore Csai non cambia al vertice. È l’ottava vittoria della Coppa Selva di Fasano, in carriera, per Faggioli: dopo aver rischiato grosso con una spigolata contro il rail d’uscita della «Yuppa» nella prima manche il portacolori della Best Lap si è ripreso alla grande nella successiva demolendo il record del tracciato di gara che già gli apparteneva, portandolo a 2'05"62. «Ho sfiorato il rail e toccato il cordolo di cemento. È stato proprio quell’errore a darmi la spinta per andare ancora più forte nella seconda salita». Sul podio Secondo Carmelo Scaramozzino, unico pilota a bordo di una Formula 3000 Lola Zytek, terzo l’idolo locale Francesco Leogrande, rallentato dalle bizze della gestione elettronica del cambio al volante dell’Osella FA30, fermato in seconda manche Christian Merli, da un problema d’elettronica alla Radical Pro Sport Vimotorsport: hanno solo potuto sperare di avvicinare le prestazioni del campione toscano. Gli altri È un quarto posto asso-

luto, abbinato all'affermazione nel Gruppo CN, che permette a Magliona, Osella PA 21 Honda Ateneo, di mantenersi al secon-

Stoppato nella seconda salita Merli con la Radical Pro Sport resta al comando del CIVM

do posto assoluto di campionato a cinque lunghezze dal leader trentino Christian Merli. Il duello nel Gruppo CN porta il portacolori della Publimedia Iaquinta a posizioni di vertice della Top Five della gara e di campionato. Sesto assoluto, primo della classe 2000 della E2M, è il ragusano Samuele Cassibba, che precede nella generale la rivelazione della gara fasanese: il 20enne Scola Jr. su Osella PA 21. Nappi, Ferrari 550, vince il duello con Gramenzi, Alfa Romeo 155 GTA, aggiudicandosi la gara della E1

Italia. Terzo al traguardo Giuliani, Lancia Delta Evo, ancora leader della serie ma con Gramenzi. Usciti di scena Luca Cassol, Capitan Ventosa, e Luca Capuano: è Flavio Montrucchio ad aggiudicarsi la gara degli attori al volante delle Seat Ibiza. È Sambuco, Mitsubishi lancer, ad essere rallentato nella salita e poi a vincere la gara fasanese del Gruppo A, recuperando su Bicciato con problemi d’alimentazione alla Mitsubishi. Il catanese della scuderia Etna, Salvatore D’Amico chiude terzo con Renault Clio, primo della Clas-

se 2000. In Gruppo N vittoria di Montanaro che regola il piemontese della Vimotorsport Giovanni Regis (al secondo posto con 10"55 di svantaggio), andando però con la Peugeot 106 R a battere uno stuolo di agguerriti piloti locali nella classe 1600. Sesto ma ad acquisire i punti del secondo posto del tricolore di classe è il salernitano Cosimo Rea. Loffredo primo nella gara della Racing Start con la Opel Corsa Opc, davanti al leader Chiavaroli su Mini Cooper. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la Osella FA30 Faggioli sfiora i rail alla ricerca del primato MORETTI

CLASSIFICA GARA PRIMI 10: 1. Faggioli (Osella Fa30) in 4’13"92; 2. Scaramozzino (Lola Zytek) a 11"05; 3. Leogrande (Osella Fa30) a 13"02; 4. Magliona (Osella Pa 21/S) a 23"54; 5. Iaquinta (Osella Pa 21/S) a 27"07; 6. S. Cassibba (Formula Master) a 27"27; 7. Scola D Jr. (Osella Pa 21/S) a 27"75; 8. Cassibba (Picchio P4/E2) a 28"81; 9. F. Conticelli (Osella Pa 21 Evo) a 31"35; 10. V. Conticelli (Osella Pa 30 Zytek) a 38"50. CLASSIFICHE DI GRUPPO IN GARA Gruppo Racing Start: 1. Loffredo (Opel Corsa Opc) in 5’55"35; 2. Chiavaroli (Mini Cooper S) a 4"68; 3. Giuliani (Peugeot 106) a 29"73; 4. Mirabile (Citroen Saxo) a 37"12; 5. La Linga (Honda Civic Type R) a 40"22. Gruppo N: 1. Montanaro (Honda Civic Type r) in 5’34"62; 2. Regis (Peugeot 106 R) a 10"65; 3. Martelli (Peugeot 106 S16) a 13"23; 4. Liuzzi (Peugeot 106) a 14"76; 5. Vivone (Peugeot 106) a 15"13. Gruppo A: 1. Sambuco (Mitsubishi Evo VII) in 5’11"71; 2. Bicciato (Mitsubishi Lancer Evo) a 3"15; 3. D’Amico (Renault Clio) a 16"28; 4. Giobbi (Alfa Romeo 156 Gta) a 20"19; 5. Mancin (Citroen Saxo Vts) a 26"77. Gruppo GT: 1. Cannavò (Ferrari F430) in 5’33"04; 2. Pace (Porsche 996 Gt3) a 11"39. Gruppo E1 Italia: 1. Nappi (Ferrari 550 Gti) in 4’56"05; 2. Gramenzi (Alfa Romeo 155) a 2"15; 3. Giuliani (Lancia Delta Evo) a 5"59; 4. Aragona (Peugeot 106) a 33"66; 5. Tagliente (Honda Civic Type R) a 34"05. Gruppo CN: 1. Magliona (Osella Pa 21/S) in 4’37"46; 2. Iaquinta (Osella Pa 21/S) a 3"53; 3. F. Conticelli (Osella Pa 21 Evo) a 7"81; 4. Carbone (Osella Pa 21/S) a 23"05; 5. Cardone (Osella Pa 21/S) a 52.18. Gruppo E2B: 1. Scola Domenico Jr. (Osella Pa 21/S) in 4’41"67; 2. Cassibba (Picchio P4/E2) a 1"06; 3. Conticelli (Osella Pa 30 Zytek) a 10"75; 4. Lombardi (Radical Sr4) a 14"78; 5. Ritacca (Osella Pa 20/S) a 18"53. Gruppo E2M: 1. Faggioli (Osella FS30) in 4’13"92; 2. Scaramozzino (Lola Zytek) a 11"05; 3. Leogrande (Osella FA30) a 13"02; 4. S. Cassibba (Formula Master) a 27"27; 5. Berardi (Lola Honda) a 39"83. Classifica CIVM (dopo 5 appuntamenti) Gruppo Racing Start: 1. Chiavaroli punti 55,5; 2. Tacchini 45; 3. Loffredo 40,5. Gruppo N: 1. Vardanega 57; 2. Montanaro 41,5; 3. Regis 31,5. Gruppo A: 1. Sambuco 55,5; 2. Bicciato 43,5; 3. D’Amico 37,5. Gruppo E1 Italia: 1. Giuliani e Gramenzi 50,5; 3. Nappi 39,5. Gruppo E1 Superstars: 1. Antonicelli 33; 2. Pancotti 15. Gruppo GT: 1. Cannavò 50; 2. Forato 43,5. Gruppo CN: 1. Magliona 60; 2. Iaquinta 46; 3. F. Conticelli 19. Gruppo E2B: 1. Merli 60; 2. G. Cassibba 27,5; 3. Bottura 23,5. Gruppo E2M: 1. Faggioli e S. Cassibba 30; 3. Pedrotti 25,5. ASSOLUTA CIVM: 1. Merli punti 41; 2. Magliona 36; 3. Faggioli 32; 4. Iaquinta 18,5; 5. Camarlinghi 16.

RUSHOUR 2012 IL SECONDO APPUNTAMENTO

Duelli senza fine: le MINI danno spettacolo al Mugello Le Cooper S regalano emozioni. A Tramontozzi e Ferri le vittorie, Gagliardini è il nuovo leader ROSARIO GIORDANO

Secondo weekend del MINI Rushour 2012 al Mugello Circuit ad alta emozione. Ivan Tramontozzi ha vinto gara-1, avvincente sui 5.245 metri dell’impegnativo tracciato toscano, dove la testa della corsa è cambiata più volte. Il giovane laziale di Priverno del Team Dinamic Promodrive, sul finale bagnato, ha attaccato il poleman romano dell’Autoè by Progetto E20 Roberto Gentili, 2o al traguardo, davanti al funambolico portacolori MINI Roma by Progetto E20 Andrea Gagliar-

Calcagni-Ferri ottimi protagonisti del WE BETTIOL

Il giovane laziale Tramontozzi ha vinto gara 1 BETTIOL

dini, tallonato da Gianluca Calcagni. Duelli con vetture divertenti di ultima generazione come le Cooper S, anche in gara-2. Il romano Fulvio Ferri è stato il quarto vincitore in 4 gare del MINI Rushour. Il portacolori Monaco Motors by Progetto E20, ha preso il posto di Calcagni sulla Cooper S ed è passato in testa alla quarta tornata. Entrata la Safety Car, tutto deciso all’ultimo giro. Secondo il nuovo leader del MINI Rushour Gagliardini, seguito da Tramontozzi, entrambi hanno passato il vicentino alfiere Roal Motorsport Alessandro Tolfo, 4o al traguardo.

CLASSIFICHE GARA 1 MINI RUSHOUR 1. Tramontozzi in 28’59"232; 2. Gentili a 0"253; 3. Gagliardini a 1"683; 4. Calcagni a 1"816; 5. Nember a 7"224; 6. Ceccato a 7"867; 7. Tolfo a 13"845; 8. Liberati a 25"662; 9. Fanari a 26"412; 10. Gori a 33"534. GARA 2 MINI RUSHOUR 1. Ferri in 28'36"552; 2. Gagliardini a 1"528; 3. Tramontozzi a 1"647; 4. Tolfo a 2"409; 5. Menapace a 3"262; 6. Ceccato a 5"969; 7. Presti a 6"135; 8. Mosca a 8"721; 9. Nember a 9"601; 10. Gori a 1 giro. MINI RUSHOUR DOPO 4 GARE 1. Gagliardini punti 48; 2. Tramontozzi 41; 3. Gentili 40; 4. Calcagni-Ferri 38; 5. Nember 34. CALENDARIO MINI RUSHOUR 2012 6-8 luglio, Misano (RN); 20-22 luglio, Magione (PG); 31 agosto-3 settembre Imola (BO); 14-16 settembre Vallelunga (RM).


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

III

SPECIALETricoloreGT

4 zoom

TUTTI I RISULTATI

Le due BMW Z4 del ROAL Motorsport sono state le grandi protagoniste del weekend con Biagi-Colombo e Cerruti-Liberati PHOTO4

La BMW prende tutto con la Cerruti e Biagi Dominio della Z4 nelle due gare del 2 round Gran Turismo Prima volta di una donna: Michela in coppia col baby Liberati o

GAUDENZIO TAVONI

È stato un autentico dominio quello evidenziato dalla BMW Z4 nelle due gare del secondo round del Campionato Italiano Gran Turismo andato in scena nello scorso weekend al Mugello. La vettura della Casa di Monaco, infatti, si è aggiudicata entrambe le frazioni con gli equipaggi Michela Cerruti-Edoardo Liberati, autori e protagonisti di un duplice record: quello della prima donna e del pilota più giovane ad imporsi in una gara del tricolore GT, e Thomas Biagi-Stefano Colombo, che nella classifica generale GT3 allungano sugli immediati inseguitori. Alle spalle dei portacolori del ROAL Motorsport adesso sono saliti Di Benedetto-Frassineti (Audi R8 LMS), secondi e quarti nelle due gare, che precedono i compagni di squadra di Audi Sport Italia Sonvico-Montanari, che sono stati penalizzati da ripetuti problemi alle gomme.

Porsche e Ferrari In evidenza

sull’impegnativo tracciato toscano sono state anche la Porsche GT3R di Balzan-Barri (Ebimotors), ottimi secondi in gara-2, e le due Ferrari 458 Italia di Mancini-Lancieri (Easy Race), terzi al debutto stagionale, e di Comandini-Fornaroli (Vita4One Team Italy), ad un passo dal podio nella gara d’apertura. Ancora sfortuna, invece, per la seconda Porsche, quella di Monti-Passuti (Antonelli Motorsport), che sta sempre più soffrendo l’adattamento alle nuove coperture Avon, mentre la Corvette Z06 di Del Castello-Benedetti (RC Motorsport), alla prima gara quest’anno, ha dimostrato grandi potenzialità da confermare nei prossimi appuntamenti. Classe GT2 Qui Porsche e Ferra-

ri si sono divise le vittorie. Al successo in gara-1 della RSR tedesca dei fratelli Coggiola (CVG S.A.), ha risposto prontamente la F430 della Casa di Maranello con i nuovi arrivati

Al Mugello bene anche Ferrari e Porsche che si dividono le vittorie nella GT2 Piero Necchi ed Andrea Palma. I piloti del Black Team, dopo il ritiro per un problema elettrico nella frazione di apertura, in gara-2 si sono ampiamente rifatti salendo sul gradino più alto del podio davanti ai compagni di squadra Rocca-Romanini (Ferrari 458 Italia). Questi ultimi mantengono la leadership della classifica generale con otto lunghezze di vantaggio su Victor e Giovanni Coggiola, ma la lotta per il titolo italiano con l’arrivo della seconda Ferrari potrebbe guadagnare altri due protagonisti e, tenuto conto dei due risultati da scartare, Necchi-Palma potrebbero ancora puntare in alto. GT Cup Su questo fronte si è po-

tuto assistere ad un duello tutto in casa dell’Antonelli Motorsport. Assente la Lamborghini Gallardo dei campioni in carica Sanna-Stancheris, sono stati Granzotto-Cicognani (Porsche 997) a fare la parte del leone. Nonostante il ritiro in gara-1, i piloti della squadra bolognese hanno allungato al comando della classifica di 1a Divisione, grazie alla bella vittoria in gara-2 ottenuta davanti ai compagni di squadra Macori-Donativi. Questi ultimi, forti dei due successi nella 2a Divisione, hanno fatto bottino pieno ed ora Vincenzo Donativi è solitario al comando della classifica generale. Al Mugello, infatti, assente il suo coequipier Alberto Bellini, il pilota romano ha condiviso l’abitacolo della Porsche 997 con Marco Macori, al debutto nel tricolore GT. Sul tracciato toscano, infine, sono andati a punti anche Gaiotto-Magli, che mantengono la scia del leader in vista dei prossimi impegnativi appuntamenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Classifica gara-1 1. CerrutiLiberati (BMW Z4-GT3) 50'22.480; 2. Di Benedetto -Frassineti (Audi R8 LMS-GT3) a 1.332; 3. BiagiColombo (BMW Z4-GT3) a 20.728; 4. ComandiniFornaroli (Ferrari 458 Italia-GT3) a 23.306; 5. ManciniLancieri (Ferrari 458 Italia-GT3) a 30.128 Gara-2 1. BiagiColombo (BMW Z4-GT3) 50'25.887; 2. Balzan-Barri (Porsche GT3R-GT3) a 5.980; 3. ManciniLancieri (Ferrari 458 Italia-GT3) a 5.981; 4. Di Benedetto -Frassineti (Audi R8 LMS-GT3) a 6.765; 5. Comandini -Fornaroli (Ferrari 458 Italia-GT3) a 11.317 Classifiche generali Classe GT2 1. Rocca e Romanini 70; 3. V. Coggiola e G. Coggiola 62 Classe GT3 1.Biagi e Colombo 67; 3. Di Benedetto e Frassineti 43 Classe GT Cup 1a Div. 1. Granzotto e Cicognani 55; 3. Sanna e Stancheris 20 Classe GT Cup 2a Div. 1. Donativi 75; 2. Gaiotto e Magli 65; 4. Macori 40; 5. Bellini 35 Calendario La prossima a Misano 7-8 luglio

Sorrisi e sorpassi I momenti salienti del weekend scorso

SU FERRARI F430

Necchi-Palma, che debutto Al debutto nella GT2, Necchi-Palma (Ferrari F430) hanno colto una bella vittoria davanti ai compagni di squadra del Black Team Rocca-Romanini PHOTO4

SU PORSCHE GT3R

La grinta di Balzan-Barri Balzan-Barri (Porsche GT3R) sono saliti sul secondo gradino del podio nella GT3 dopo una gara entusiasmante e ricca di sorpassi PHOTO4

SU FERRARI 458

Mancini-Lancieri sono terzi Dopo aver preso le misure in gara-1, Mancini-Lancieri (Ferrari 458 Italia-GT3) all’esordio stagionale hanno conquistato il terzo posto in gara-2 PHOTO4

SU PORSCHE 997

Cicognani-Granzotto in fuga Cicognani-Granzotto (Porsche 997), vincitori di gara-2, consolidano la leadership della GT Cup 1a Divisione e attendono a Misano il rientro della Lamborghini PHOTO4


IV

LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012


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