«Generi in formazione» a cura di C. Cretella

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A cura di Chiara Cretella

Generi in formazione. L’impatto della didattica universitaria sulla cittadinanza di genere


©2022 Settenove edizioni Generi in formazione. L’impatto della didattica universitaria sulla cittadinanza di genere A cura di Chiara Cretella Progetto grafico di Tommaso Monaldi Immagine di copertina di Giulia Piras Impaginazione, immagini interne ed editing grafico di Gloria Maggioli Settenove edizioni via Don Minzoni, 44/E 61043 Cagli (PU) www.settenove.it Isbn 9788898947706 Stampato per conto di Settenove edizioni presso Stibu Arti grafiche, Urbania (PU) nel mese di Agosto 2022 Tutti i diritti riservati.


Sommario

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INTRODUZIONE Formare al genere: un motore per la cittadinanza attiva di Chiara Cretella

PARTE I 13

Capitolo primo - Donne e partecipazione

13

IL COINVOLGIMENTO POLITICO-ELETTORALE DELLE DONNE ITALIANE: TRA LIMITI E OPPORTUNITÀ

di Dario Tuorto 26

DIFFERENZE DI GENERE NELLE FORME DI PARTECIPAZIONE POLITICA E CIVICA

di Serena Stefani 41

Capitolo secondo - Studi di genere in università

41

L’IMPATTO DI GENERE DELLA DIDATTICA UNIVERSITARIA

di Chiara Cretella 53

DIECI ANNI DI CSGE – CENTRO STUDI SUL GENERE E L’EDUCAZIONE

di Elena Luppi 64

Capitolo terzo - Buone prassi in accademia

64

PROSPETTIVE DI GENERE NELLA DIDATTICA DELLE DISCIPLINE: L’ESPERIENZA FORMATIVA DI UN CORSO UNIVERSITARIO TRA URGENZE DIDATTICHE E COSTRUZIONE DI CITTADINANZE

76

di Rosy Nardone e Federica Zanetti «OGNI CITTADINə È IMPORTANTE PER IL PROPRIO STATO»: UN’ESPERIENZA DI STORIA SOCIALE PER LA CITTADINANZA ATTIVA

di Manuela Ghizzoni e Cinzia Venturoli


102

PARTNERSHIP DI COMUNITÀ E CITTADINANZA DI GENERE: CAMBIARE LA FORMAZIONE ACCADEMICA CON IL SERVICE-LEARNING

di Cinzia Albanesi 110

CARRIERA ALIAS: UNO STRUMENTO PER L’INCLUSIVITÀ DI TUTT3

di Maric* Lorusso e Cinzia Albanesi 119

Capitolo quarto – Ricerche sul campo

119

LA PAROLA AGLI/ALLE STUDENTI. UNA RICERCA SU DIDATTICA UNIVERSITARIA, GENERE E PARTECIPAZIONE POLITICA

di Chiara Cretella 141

L’INSEGNANTE E LE CONVINZIONI SOCIOPOLITICHE. QUALI CONSIDERAZIONI PER LA QUALITÀ E L’EQUITÀ NELLA DIDATTICA?

di Andrea Ciani

PARTE II 163

Interviste a donne che fanno politica di Chiara Cretella

163

Emma Bonino

179

Anna Maria Crispino

186

Natalia Maramotti

201

Pamela Fussi

218

Annalisa Rabitti

235

Federica Mazzoni

251

NOTE BIOGRAFICHE


Introduzione Di Chiara Cretella

FORMARE AL GENERE: UN MOTORE PER LA CITTADINANZA ATTIVA Che cosa sono gli studi di genere (in inglese gender studies) di cui oggi si parla tanto, non solo in accademia? Partiamo da lontano: dai women’s studies (studi che hanno approfondito l’assenza delle donne dal canone culturale), in America si sono discostati negli anni Sessanta i gender studies, essi partono dalle premesse filosofiche del post-strutturalismo e del decostruzionismo francese, ponendo cioè l’accento sull’importanza del fattore culturale e sociale nella costruzione del sesso. Per i gender studies vi è differenza tra sesso e genere: mentre il sesso può esser dato come fatto anatomico (ma anch’esso prevede variabili non sempre categorizzabili, si pensi ad esempio ai casi di intersessualità alla nascita o alle persone in transizione), il genere è invece il frutto di una sovrastruttura culturale e come tale deve essere analizzato. I gender studies si caratterizzano per un approccio multidisciplinare, essi non sono dunque solo un settore di studio ma anche e soprattutto un orizzonte teorico: qualsiasi disciplina, dalla medicina alla criminologia, dalla fisica alla musica, può adottare un’ottica di genere nella propria specifica ricerca. Gli studi di genere sono arrivati in Italia a partire dagli anni Ottanta e, a causa della loro recente espansione, negli ultimi anni hanno creato un largo e spesso conflittuale dibattito pubblico che ha visto schierate diverse forze politiche e religiose, contrarie alla loro introduzione nei contesti educativi, specie in quelli relativi alla scuola dell’obbligo e alla prima infanzia. 7


La paura espressa da questi movimenti “no gender” è che i gender studies possano “traviare” la sessualità dei bambini/e e dei ragazzi/e orientando la loro costruzione di genere. Questo fronte del “no” si è compattato in vari paesi europei, appoggiandosi di volta in volta a partiti politici poco attenti all’apertura dei diritti civili. Di fatto il sostrato di questi movimenti d’opinione è anche una crescente sessuofobia e paura delle alterità. Il dibattito italiano relativo al tema formazione di genere nei contesti educativi è stato posto in maniera errata all’attenzione mediatica: dividere il discorso in favorevoli o contrari/e è sbagliato, perché il nostro paese già da diversi anni ha recepito e firmato convenzioni internazionali su questi temi estremamente vincolanti. Dunque oggi la grande domanda non è “sì” o “no” ma “come” fare formazione al genere. L’insieme di contributi qui proposti prova a ragionare sui fattori che tengono le donne lontane dalla politica e dalla partecipazione, focalizzandosi sull’impatto delle tematiche di genere affrontate nei corsi di livello universitario. La domanda che ci siamo postз è questa: esiste una correlazione positiva tra la proposta di corsi e master che applicano un approccio di genere ed il grado di partecipazione politica e di cittadinanza attiva degli e delle studenti che li seguono? Con quali stereotipi e pregiudizi di genere arrivano le giovani generazioni alla fine del ciclo scolastico, quando si approcciano all’università? Coltivano la soggettività politica come possibilità di cambiamento? La didattica e la formazione accademica possono aiutare a prendere coscienza del diritto alla cittadinanza di genere? Partiamo da un dato di fatto: l’Italia, nonostante le donne abbiano acquisito il diritto al voto nell’immediato dopoguerra, conta una bassa presenza femminile in politica, specie nelle posizioni di vertice. Le analisi del World Economic Forum che stimano il Global Gender Gap (divario di genere in diversi ambiti della vita sociale), ci dicono che a livello globale nel 2021, in 156 paesi analizzati, le donne costituiscono solo il 26% di tutti i Parlamenti ed occupano solo il 23% delle cariche ministeriali. L’Italia si colloca al 63° posto nel ranking generale e al 41° posto per quanto riguarda la rappresentanza e il potere politico delle donne. Il ranking globale del gender gap si attesta a 68. Di questo passo si stima che ci vorranno 135,6 anni per colmarlo. Il divario di genere nell’empowerment politico rimane il più importante dei quattro gap 8


Introduzione

rilevati a livello mondiale (salute, politica, economia, istruzione), con solo il 22% colmato fino ad oggi. Il World Economic Forum stima che ci vorranno 145,5 anni per raggiungere la parità di genere in politica1. E in Italia? In settantacinque anni di storia della Repubblica le donne al governo sono state appena il 6,56% del totale (e mai nessuna ha avuto la carica di un dicastero economico), nonostante esse siano il 51,29% della popolazione2. Possiamo aspettare un altro secolo e mezzo? Quali possono essere le strategie da mettere in campo per un vero cambiamento culturale e politico? Noi crediamo che la didattica e la formazione universitaria siano fondamentali per colmare il gap educativo e anche partecipativo, attraverso l’analisi delle discriminazioni e dell’assenza femminile dal canone culturale. Per tale motivo abbiamo interrogato gli/le studenti sulle loro spinte e motivazioni ed abbiamo intervistato in profondità alcune donne che fanno politica, per comprendere le ragioni di una scelta, le difficoltà e la passione che si celano dietro alla partecipazione formale e non formale, al fine di proporre modelli di cittadinanza di genere per le giovani donne di domani. Questo libro, a partire da esperienze virtuose e buone prassi dai territori, cerca di fornire una risposta al perché le questioni di genere debbano integrarsi come sguardo intersezionale, sia nella ricerca che nell’insegnamento. Perché formare al genere è prima di tutto un atto di posizionamento teorico, un situarsi nell’orizzonte dell’apertura invece che della segregazione. Perché crediamo che la libertà, anche quella di insegnamento, sia strettamente correlata alla partecipazione.

1. The World Economic Forum, Global Gender Gap Report 2021, https://www.weforum.org/reports/global-gender-gap-report-2021. 2. Analisi di Pagella Politica elaborate da Lab24, https://lab24.ilsole24ore.com/governi-italiani-dal-dopoguerra-raggi-x/index.php.

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