I doc. raccontano - Collebeato

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Dossier

Chi pagherà la morte presto averà : vicende di un’imposta controversa


I documenti raccontano Progetto di Regione Lombardia, U.O. Portale del patrimonio culturale e valorizzazione degli archivi storici Direttore progetto: Roberto Grassi

Soggetto partner

Partecipazione

Con il contributo

Soggetto realizzatore

Cooperativa A.R.C.A. Redazione a cura di Laura Soggetti

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TITOLO Chi pagherà controversa.

la

morte

presto

averà:

vicende

di

un’imposta

CRONOLOGIA 1864 – 1867 VICENDA Pagare le tasse, si sa, non è mai piaciuto a nessuno. Non si conosce imposizione che, a torto o a ragione, non abbia suscitato se non proprio tumulti almeno qualche mugugno generalizzato. Vita difficile per gli esattori del passato, esecutori materiali di un regime finanziario troppo spesso opprimente verso la povera gente, costretti a passare di casa in casa per convincere i più recalcitranti a mettere mano alle finanze familiari, e, talvolta, a farne malamente le spese. Potrebbe ben raccontarcelo Giovanni Crescini, esattore comunale a Collebeato quasi centocinquant’anni orsono, protagonista suo malgrado di una curiosa vicenda. E’ l’estate del 1865 e precisamente il diciassette di agosto, giornata stabilita per la riscossione di una rata della recentissima imposta sui redditi di ricchezza mobile. Quel giorno Pietro Botticini, segretario comunale, arrivato in municipio di primo mattino, trova affissi sul muro dell’edificio tre biglietti anonimi, scritti, va da sé, nel dialetto locale; due di questi vengono fedelmente copiati e conservati per l’opportuna denuncia all’autorità: “Per dominà el nos paes ga de eser ste quater [calavres], em paes coze bù ga da eser ste 4 ladrù, chi toccha ste cartele son i primi a perder le budelle”.1 “I primi che paga la scheda son spie de prima sfera, e chi pagherà la morte presto averà e te ezetor de gabelle varda de non na via sensa servele”.2 Già l’anno precedente la riscossione dell’imposta di ricchezza mobile aveva creato qualche problema, tanto che la Giunta municipale aveva dovuto pubblicamente deprecare “il contegno inqualificabile di alcuni” che, non avendo “ben compreso l’importanza e lo spirito della legge” avevano rifiutato dal cursore comunale di ricevere la scheda per la dichiarazione dei redditi. Il significato delle missive deve perciò apparire subito chiaro al segretario e di sicuro il loro tenore non lascia presagire nulla di buono per la giornata che sta per iniziare.

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“A comandare il nostro paese ci sono questi quattro [calabresi], in un paese così buono ci sono questi quattro ladroni, chi toccherà queste cartelle sarà il primo a perdere le budella”. 2 “I primi che pagano la scheda sono spie di prima grandezza, e chi pagherà presto la morte troverà, e tu esattore delle gabelle, sta attento di non andare via senza cervella”.

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Infatti, quando verso le nove si presenta l’esattore, davanti al municipio si è già formato “un crocchio di persone” che, “ dopo essere state nella sala dell’Ufficio a imprecare” contro un membro della Commissione di sindacato, si è fermato sulla piazza “nell’intento d’impedire anche con minaccie” la riscossione dell’imposta. Si tratterebbe in particolare di un gruppetto di nove uomini del paese, di cui si rendono noti nome e cognome. Tra i “bene intenzionati” invece, tra quelli cioè che fosse stato per loro la tassa l’avrebbero anche pagata, qualcuno “presentatosi al pagamento pregava di non dire a chicchessia ch’egli aveva pagato pel timore d’essere maltrattato”, qualcun altro “nemmeno si arrischiò di salire le scale dell’Ufficio per le minaccie che gli si imprecavano”. Bilancio della giornata: solo 65 contribuenti su 233 si presentano al pagamento. Qualche giorno più tardi, il ventisei di agosto, verso le nove e mezza di sera, una novantina di persone si è radunata in contrada Sguazzo3, in casa del nobile Giulio de Riva, per assistere, in un improvvisato teatrino, alla rappresentazione di una compagnia comica di passaggio in paese; tra il pubblico si trovano anche il sindaco e il segretario comunale. Tutti aspettano trepidanti che lo spettacolo abbia inizio. Improvvisamente però il vivace mormorio dell’attesa viene interrotto da una voce più alta, concitata: è certo Vincenzo Tabeni, che, levatosi “nel mezzo di tutti”, grida “O voi tutti che venite a teatro a spendere le vostre palanche non sapete che le palanche le vuole il sindaco in pagamento della scheda? Sì le vuole il sindaco le palanche e non bisogna spenderle a divertirsi al teatro anzi che venirci con delle palanche prendetevi dietro due pistole ciascuno e allora...”. Il provocatore viene subito accompagnato fuori dal teatro e ricondotto a più miti consigli. Le sue minacce invece, dietro le quali è facile sospettare lo zampino del già noto gruppo di facinorosi, aleggiano grevi nell’aria, passano di bocca in bocca, rimbalzano di lettera in lettera, e suscitano presto anche l’interesse della Prefettura. Tanto più che, stando a quel che si dice, i “male intenzionati farebbero conto di chiamarsi a raccolta mediante il suono delle campane a martello” anche in occasione della successiva data stabilita per l’esazione dell’imposta. Non resta, a questo punto, che ricorrere alla protezione della forza armata. A nulla varrebbe la Guardia nazionale, “giacché i debitori e pel maggior numero sono i militi dell’Arma medesima”. Il successivo undici settembre, dunque, a scortare l’esattore nel suo difficile compito intervengono i regi carabinieri della stazione di Gussago, per l’occasione aumentata di otto uomini. Ma ci vuole ben altro per scoraggiare una popolazione esasperata e furibonda, e i guai per l’esattore sono tutt’altro che scongiurati. 3

Il nome della località (in dialetto Sguass), ricorda l’antico guado che consentiva il passaggio del Mella in direzione della pieve di Concesio, centro cristiano cui faceva capo il territorio di Collebeato.

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Per ben due volte il sindaco, quell’autunno, tenta, attraverso blande minacce, di ricondurre alla ragione i contribuenti morosi, forse fuorviati “da manifesto errore oppure da consigli o malevolenti insinuazioni di chi è nemico delle patrie istituzioni o nutrente altre basse mire”: pensino bene alle conseguenze cui potrebbero andare incontro le loro “innocenti famiglie”. Ma quando nell’aprile del 1866 il Crescini accompagnato dal suo commesso Scalvini si presenta nuovamente a Collebeato per recuperare le somme non riscosse, di nuovo scortato dalla forza pubblica, viene accolto da un coro di insulti. La manifestazione di malcontento tocca punti di vero virtuosismo quando “da una donna venne morsicato un sergente dei Bersaglieri perché questa con un martello avea cercato di offendere lo Scalvini che venne difeso dal Bersagliere medesimo”. Di conseguenza “in poca parte si ottenne l’incasso delle somme in arretrato”. E non va meglio in agosto al commesso Scalvini, costretto, benché scortato, ad abbandonare qualsiasi tentativo di riscossione e di pignoramento, poiché non appena “si presentava dalle singole ditte debitrici, un’immensità di gente del paese agglomerate assieme imprecavano contro il Governo, e le si conobbero disposti a rivolgersi anche contro la forza che era composta di otto Carabinieri Reali”. Si arriva così al mese di novembre del 1866 senza che si sia potuto giungere in alcun modo alla completa riscossione dell’imposta. Il danno materiale per l’esattore, obbligato comunque a versare le due rate annuali dell’imposta nella cassa provinciale, rischia di diventare insostenibile. Per non parlare naturalmente delle “replicate minacce dalla maggior parte dei contribuenti stessi scagliate contro la vita dell’esattore e del di lui commesso”. E’ necessario quindi che il governo prenda “i più energici provvedimenti”, assicurando “una forza sufficiente che guarantisca l’esattore ed il commesso dagli insulti di quella popolazione” e dando la “facoltà alla forza medesima di procedere all’arresto degli oppositori violenti, ed anche a misure più rigorose a norma dei casi”. La Prefettura risponde disponendo che al successivo appuntamento con i contribuenti l’esattore sia assistito non solo da un drappello di Carabinieri, ma anche da una compagnia di militari. Nel 1868 Giovanni Crescini non è più esattore del Comune di Collebeato. Non sappiamo in che misura gli sia riuscito di esigere gli arretrati d’imposta, né se queste vicende abbiano influenzato la fine del suo servizio a Collebeato. Sappiamo però che tra il 1866 e il 1867 il Comune sostiene una spesa di più di 1360 lire per cibarie ed altre somministrazioni ai carabinieri e ai militari intervenuti in sostegno dell’esattore, e di quasi 636 lire per le quote inesigili di contribuenti “che erano nella assoluta impossibilità di pagare”.

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ELENCO DEI DOCUMENTI 1. Minuta di comunicazione della Giunta municipale di Collebeato al parroco locale (Archivio Storico Comunale [ASC] Collebeato, categoria Finanza, anno 1864); 2. Minuta di comunicazione al Procuratore del re di Brescia, presumibilmente agosto 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 3-4. Allegati al documento 1: copie di biglietti anonimi rinvenuti sui muri del municipio (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 5. Minuta di comunicazione della Giunta municipale di Collebeato al Procuratore del re di Brescia, 27 agosto 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 6. Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 29 agosto 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 7. Minuta di comunicazione alla Prefettura provinciale, 5 settembre 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 8. Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 8 settembre 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 9. Minuta di avviso del sindaco ai contribuenti, presumibilmente 29 ottobre 1865 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anni 1865); 10. Avviso del sindaco ai contribuenti morosi, 5 novembre 1865 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1865); 11. Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 6 giugno 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 12. Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 21 ottobre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 13. Istanza dell’esattore comunale alla Prefettura provinciale di Brescia, 20 ottobre 1866, allegata alla comunicazione della Prefettura in data 21 ottobre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 14. Istanza del commesso dell’esattore comunale alla Giunta municipale di Collebeato, 21 settembre 1866, allegata alla comunicazione della Prefettura in data 21 ottobre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 15. Minuta di istanza del sindaco di Collebeato alla Prefettura provinciale, 8 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 16. Comunicazione della Prefettura provinciale di Brescia al sindaco di Collebeato, 11 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 17. Minuta di comunicazione [del sindaco di Collebeato alla Prefettura provinciale], 14 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866); 18. Comunicazione della Prefettura provinciale di Brescia al sindaco di Collebeato, 18 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866);

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19. Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 74, esercizio 1866, 31 dicembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1866); 20. Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 75, esercizio 1866, 31 dicembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1866); 21. Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 45, esercizio 1867, 22 dicembre 1867 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1867); 22. Conto delle somministrazioni alla forza armata dell’oste Luigi Botticini per il periodo 1866-1867, allegato al mandato di pagamento n. 45 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1867); 23. Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 47, esercizio 1867, 31 dicembre 1867 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1867).

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I DOCUMENTI

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DOCUMENTO 1 Minuta di comunicazione della Giunta municipale di Collebeato al parroco locale (Archivio Storico Comunale di Collebeato, categoria Finanza, anno 1864).

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Il contegno inqualificabile di alcuni che hanno rifiutato dal cursore del comune il ricevimento della scheda per le pratiche sull’imposta della r.m. ha istruito la scrivente g.m. come non si abbia in generale ben compreso l’importanza e lo spirito della legge. Ad ovviare gli inconvenienti purtroppo inseparabili per chi non intendesse ottemperare alle relative disposizioni, la scrivente prega codesto sig. parroco a voler leggere in chiesa l’unito avviso dell’Incaricato speciale Agente delle tasse non senza interessare a scanso di multe acciocché i comunisti di Collebeato strettamente si attengano alle ivi portate prescrizioni.

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DOCUMENTO 2 Minuta di comunicazione al Procuratore del re di Brescia, presumibilmente agosto 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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N. 1196 Al procuratore del Re Brescia Il giorno 17 del mese andante era quello fissato dall’esattore comunale signor Crescini Giovanni di Gussago per l’esigenza delle partite d’imposta sui redditi della ricchezza mobile in questo Comune e ciò siccome anche da avviso dallo stesso esattore debitamente pubblicato nei modi e luoghi soliti. La mattina del suddetto giorno 17, questo segretario nel recarsi verso le ore 6 all’Ufficio ebbe a scorgere tre biglietti incollati sulle pareti della casa del Comune che tosto si diede premura di staccare e due dei quali sono alla presente allegati ed il terzo non fu possibile levarlo e nemmeno si poté rilevare ciò che sopra fossevi scritto. Verso le ore 9 antimeridiane, l’esattore Crescini Giuseppe pel proprio padre Giovanni recavasi in Ufficio, e nel corso di tutta la giornata 65 ditte su 233 si presentarono al pagamento, ma in assai maggior numero i contribuenti avrebbero pagata la tassa se un crocchio di persone dopo essere state nella sala dell’Ufficio a imprecare contro il signor Bonera Giovanni fu Biagio membro della Commissione di Sindacato, non si fossero fermati in piazza nell’intento d’impedire anche con minaccie i bene intenzionati, giacché Bertoni Biagio del fu Giacomo presentatosi al pagamento pregava di non dire a chicchessia ch’egli aveva pagato pel timore d’essere maltrattato, e Capra Agostina vedova Antonelli disse pure che alcuni di quelli che erano in piazza non volevano ad ogni costo che venisse a pagare e Colono Giovanni Maria fu Bortolo nemmeno si arrischiò di salire le scale dell’Ufficio per le minaccie che gli si imprecavano. Diversi che componevano il detto crocchio senza però che lo scrivente possa precisare se tutti o quali di questi fossero che minacciavano, giacché tale particolarità non è per anco venuta a propria cognizione, sono i seguenti: 1 Bonera Luigi di Carlo 2 Bonera Battista di Carlo 3 Veneziani Angelo di Francesco 4 Botticini Luigi di Pietro 5 Botticini Giuseppe di Domenico 6 Brognoli Luigi fu Nicola 7 Nicolini Andrea fu Giovanni 8 Ragusa Giuseppe di Luigi 9 Bontempi Giovanni di Luigi La mattina del giorno 18, Botticini Domenico del fu Modesto venendo da Brescia con alcuni altri di questo comune ove erano stati a vendere le loro frutta, ebbe a dire che ben egli quei quattro ladri li avrebbe fatti andare in Sardegna a condurre la carriola, e testimonio a tale discorso eravi il signor Bravo Giovanni B[attista] da Luca ed abitante in questo Comune. Ora siccome nell’uno degli uniti biglietti si accenna a questi quattro ladroni, così lo scrivente crede bene denunciare anche questo fatto per quei provvedimenti che si credessero del caso.

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DOCUMENTO 3 Allegato al doc. 1: biglietto anonimo rinvenuto sui muri del municipio, senza data (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Per dominà el nos paes ga de eser ste quater calavres. Em paes coze bù ga da eser ste 4 ladrù. Chi toccha ste cartele son i primi a perder le budelle. [A comandare il nostro paese ci sono questi quattro [calabresi], in un paese così buono ci sono questi quattro ladroni, chi toccherà queste cartelle sarà il primo a perdere le budella].

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DOCUMENTO 4 Allegato al doc. 1: biglietto anonimo rinvenuto sui muri del municipio, senza data (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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I primi che paga la scheda son spie de prima sfera, e chi pagherĂ la morte presto averĂ e te ezetor de gabelle varda de non na via sensa servele.

[I primi che pagano la scheda sono spie di prima grandezza, e chi pagherĂ presto la morte troverĂ , e tu esattore delle gabelle, sta attento di non andare via senza cervella].

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DOCUMENTO 5 Minuta di comunicazione della Giunta municipale di Collebeato al Procuratore del re di Brescia, 27 agosto 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Giunta municipale di Collebeato N. 1219 Collebeato li 27 agosto 1865 Al Procuratore del Re Brescia Premettesi che in questo Comune trovasi ora una compagnia comica che munita di licenza dà le proprie rappresentazioni in un piccolo teatro in casa del nobile sig. Giulio De [Riva] contrada Legnazzo n. 5. Ieri sera alle ore 9 ½ circa nel mentre in detto teatro novanta persone circa fra cui anche lo scrivente si stava aspettando si desse principio alla rappresentazione Tabeni Vincenzo fu … si leva nel mezzo di tutti e grida: O voi tutti che venite a teatro a spendere le vostre palanche non sapete che le palanche le vuole il sindaco in pagamento della scheda? Sì le vuole il sindaco le palanche e non bisogna spenderle a divertirsi ed al teatro anzi che venirci con delle palanche prendetevi dietro due pistole ciascuno e allora … = A questo punto il segretario comunale che pure era in teatro corse verso il Tabeni Vincenzo lo prese per un braccio e lo condusse fuori della porta ove poco dopo rientrò calmo e senza più nulla dire. Lo scrivente convinto non essere stato per proprio impulso che il Tabeni in siffatto modo minacciava e che per così dire iniziava alla rivolta, ma sibbene nella quasi certezza che il Tabeni venisse da alcuno comandato e pagato e premesse anche i fatti le antecedenti minacce già denunciate a codesto R. Ufficio, sarebbe del subordinato parere si dovesse tosto consumare l’arresto nella persona del Tabeni sia per non dargli tempo ad ulteriori concerti coi capi se pur vi sono, sia anche per l’importanza stessa del fatto accennato.

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DOCUMENTO 6 Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 29 agosto 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Regno d’Italia Prefettura della Provincia di Brescia Ufficio di pubblica sicurezza N. 8139 Oggetto: assembramento in Collebeato Brescia il 29 agosto 1865 Al signor Sindaco di Collebeato Viene il sottoscritto informato che nel giorno 17 corrente mese in codesto Comune vi fu affissione di scritti contenenti minacce contro quelli che si sarebbero recati n quelle stesse giornate a pagare la tassa sulla ricchezza mobile, e come per parte di alcuni comunisti, in numero di nove, si sia promosso un assembramento minaccioso allo scopo d’impedire di fatto il pagamento di quella tassa, e che per tali motivi molti contribuenti, benché disposti a soddisfare l’imposta, per timore di maltrattamenti, e forse peggio, se ne sarebbero astenuti. Sarebbe anche stato pure riferito alla Prefettura come nella sera del 28 corrente certo Tabeni Vincenzo in codesto teatro abbia proferite parole atte ad eccitare il malcontento fra la popolazione precisamente prendendo argomento dal pagamento della tassa sulla ricchezza mobile, e che le espressioni del Tabeni sarebbero state proferite ad alta voce presente la Signoria Vostra. Fatti del genere di quelli di cui è parole sono di natura tale da interessare l’attenzione del Governo, e chi scrive avrebbe desiderato d’averli appresi pria d’ora anco da Vostra Signoria contemporaneamente alla relazione per lei fatta all’Autorità Giudiziaria, ed in relazione alle vigenti istruzioni. D’altronde i fatti su enunciati riflettendo avvenimenti della specie di quelli previsti dall’allinea 4° della circolare 6 giugno u.s. N. 4305 di questo Ufficio, il sottoscritto interessa il signor Sindaco a voler senza indugio comunicare alla Prefettura i fatti dei quali la medesima venne d’altra parte a conoscenza, non omesse quelle ulteriori notizie e considerazioni che valgano a più chiaramente esporre le cose ed i fatti, non che l’origine loro. Il Prefetto Zoppi

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DOCUMENTO 7 Minuta di comunicazione alla Prefettura provinciale, 5 settembre 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 18651866).

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N. 1268 5-9-1865 Regia Prefettura Provinciale Brescia E’ certo che nell’esigenza delle partite d’imposta sui redditi di ricchezza mobile in questo Comune, l’esattore signor Crescini Giovanni dovrà servirsi della forza pubblica. Ora viene riferito a questo ufficio dal signor Bonera Faustino fu Gabriele, siccome nel giorno che dall’esattore sarà prefisso per tale esigenza i male intenzionati facciano conto di chiamarsi a raccolta mediante il suono della campana a martello. Tanto il sottoscritto si fa premura di comunicare a codesta Regia Prefettura per ogni conseguente effetto non senza avvertire di aver edotto di tale fatto con rapporto d’oggi anche il Regio Ufficio del Procuratore del Re.

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DOCUMENTO 8 Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 8 settembre 1865 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Regno d’Italia Prefettura della Provincia di Brescia Ufficio di pubblica sicurezza N. 8355 Risposta alla nota 5 corr. N. 1268 Oggetto: misure precauzionali Brescia il 8 settembre 1865 Al signor Sindaco di Collebeato In considerazione dei timori espressi dalla Signoria Vostra nella gradita nota a margine citata di probabili disordini in codesto comune pella giornata in cui dall’esattore comunale si darà principio alla esigenza delle partite d’imposta sulla ricchezza mobile, e in seguito anche a quanto ebbe a manifestare personalmente in quest’ufficio lo stesso esattore signor Giovanni Crescini, la Prefettura ha disposto che pel giorno di lunedì 11 corrente mese, fissato per la suddetta esigenza, sia provveduto al mantenimento dell’ordine e della sicurezza delle persone col mezzo dell’Arma dei Regi Carabinieri, facendo oggi stesso gli opportuni concerti col Comando Divisionale dell’Arma perché la stazione di Gussago sia aumentata almeno di otto uomini. Avendo però il signor Crescini manifestato il desiderio di cominciare e vedere di condurre a termine l’operazione coll’opera solo del cursore senza mostrare apparato di forza, così l’Arma dei Regi Carabinieri è officiata a volere concertarsi col prenominato signor Crescini, d’accordo con un Delegato di pubblica sicurezza che verrà spedito per quel giorno sul posto, affinché la forza non abbia a comparire se non nel caso in cui l’ordine fosse turbato e che l’intervento della medesima sia reclamata a tutela della sicurezza pubblica. Ciò si partecipa al signor Sindaco in relazione alla succitata nota, per opportuna notizia e norma, nonché per quei concerti che credesse prende coll’ufficiale di pubblica sicurezza. Per il Prefetto Bosone

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DOCUMENTO 9 Minuta di avviso del sindaco ai contribuenti, presumibilmente 29 ottobre 1865 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anni 1865).

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1474 Il contegno della maggior parte dei contribuenti sulla tassa della ricchezza mobile ha istruito il sottoscritto come detto contegno di fronte alla estemporaneità delle ragioni che si oppongono dai contribuenti stessi sull’importo della tassa stessa ad essi assegnata, di fronte al terreno di esecuzione in cui trovasi addivenga da manifesto errore oppure da consigli o malevolenti insinuazioni di chi è nemico delle patrie istituzioni o nutrente altre basse mire. Il sottoscritto nella falsa posizione in cui detti contribuenti si trovano, non può pretermettere dal ricordare a questi contribuenti i pregiudizi in cui potrebbero incorrere pel bene di loro stessi e delle loro innocenti famiglie. Dettati questi pochi cenni dall’interesse che le desta la posizione dei succitati contribuenti nutre fiducia che smessa l’inconsulta opposizioni si presentino volontariamente all’esecuzione della legge.

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DOCUMENTO 10 Avviso del sindaco ai contribuenti morosi, 5 novembre 1865 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1865).

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N. 1503 Il Sindaco di Collebeato Avviso Sulla fiducia che in esito all’avviso pubblicato col giorno 29 ottobre p.p., i contribuenti morosi al pagamento della tassa sulla r.m. intendano ottemperare i ricevuti consigli, il sottoscritto si fa dovere di partecipare essersi dati li opportuni ordini affinchÊ domani giorno 6 novembre l’esattore ed il di lui commesso si porti in ufficio comunale per la relativa esazione. Li 5 novembre 1865 Il Sindaco

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DOCUMENTO 11 Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 6 giugno 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Prefettura della Provincia di Brescia N. 2267 Divisione 2°/Sezione 1° Oggetto: atto fiscale Brescia, il 6 giugno 1866 Al signor Sindaco di Collebeato Il commesso di codesto esattore comunale ha presentato ancora domanda per l’assistenza della forza armata agli atti fiscali che il medesimo deve consumare contro debitori morosi al pagamento di imposte. Si prega il signor Sindaco di dichiarare allo stesso commesso che le domande di assistenza della forza armata deve essere fatta all’autorità municipale, e deve avere a corredo la relazione del Comune che attesta della opposizione incontrata alla consumazione degli atti fiscali. Se poi il Municipio non credesse poter utilmente far assistere l’esattore della Guardia Nazionale in tal caso il signor Sindaco ne riferisca al sottoscritto per le ulteriori provvidenze. Per il Prefetto [Cammarote]

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DOCUMENTO 12 Comunicazione della Prefettura della Provincia di Brescia al sindaco di Collebeato, 21 ottobre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Prefettura della Provincia di Brescia N. 10498 Brescia il 21 ottobre 1866 Al signor Sindaco di Collebeato L’esattore comunale e suo commesso fecero di nuovo istanza per l’assistenza della forza armata agli atti fiscali che devono consumare contro i debitori morosi al pagamento dell’imposta. Nel rimettere a codesto signor Sindaco tale istanza corredata di altra simile diretta alla Giunta Municipale e da questa munita di un visto deve ripetere quanto è dichiarato colla nota 6 giugno prossimo passato N. 2267 circa l’autorità alla quale deve l’esattore rivolgere le sue domande d’assistenza, la prova della quale vuole essere corredata, onde sia disposto dalla Autorità stessa quanto è a termine della patente 18 aprile 1816. Per il Prefetto [Cammarote]

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DOCUMENTO 13 Istanza dell’esattore comunale alla Prefettura provinciale di Brescia, 20 ottobre 1866, allegata alla comunicazione della Prefettura in data 21 ottobre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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N. 10498 20/10 1866 Regia Prefettura provinciale in Brescia Lo scrivente Giovanni Crescini esattore comunale di Collebeato, fino dallo scorso anno 1865, trovò ostinata renitenza nei contribuenti alla ricchezza mobile del suddetto comune, di maniera che oltre al non voler pagare quanto era dovuto in arretrato alla tassa medesima, proruppero i contribuenti stessi in gridi ed in minacce della vita contro l’esattore medesimo, e contro il di lui commesso signor Orazio Scalvini. Dietro reclamo del Crescini la Giunta Municipale del prefato Comune accordava all’esattore l’aiuto della pubblica forza, ordine che venne sancito anche dalla sullodata Magistratura Provinciale, ma anche la presenza della forza armata non produsse alcun effetto perché la medesima fu spettatrice degli insulti fatti all’esattore ed al commesso, e per di più da una donna venne morsicato un sergente dei Bersaglieri perché questa con un martello avea cercato di offendere lo Scalvini che venne difeso dal Bersagliere medesimo; ciò avvenne nell’aprile del corrente anno, e quindi in poca parte si ottenne l’incasso delle somme in arretrato. Nel mese di agosto del corrente anno, il commesso signor Scalvini chiese ed ottenne di nuovo la pubblica forza, e non appena esso si presentava dalle singole ditte debitrici, un’immensità di gente del paese agglomerate assieme imprecavano contro il Governo, e le si conobbero disposti a rivolgersi anche contro la forza che era composta di otto Carabinieri Reali, ma fu d’uopo abbandonare il pensiero di un ulteriore insistenza per esigere perché a fronte di tanta gente fuoriuscita, non sarebbe stato prudente consiglio l’inveire , e perciò il commesso diede parte di nuovo alla Giunta dell’avvenuto. A questa Regia Prefettura Provinciale è noto che l’esattore comunale è in obbligo di versare le due rate annuali nella cassa provinciale, e quindi se pei casi suesposti non può il medesimo esigere le tasse in arretrato resta esposto a gravissimi danni, e senza i più energici provvedimenti da parte della sullodata Magistratura l’esattore non potrà neppure in seguito ottenere l’incasso delle somme in mora di che trattasi. In vista dell’esposto che comincia dalla verità e dal fatto Giovanni Crescini si produce a questa Regia Magistratura ed implora riverentemente che gli sia accordata una forza sufficiente che guarantisca l’esattore ed il commesso dagli insulti di quella popolazione, data facoltà alla forza medesima di procedere all’arresto degli oppositori violenti, ed anche a misure più rigorose a norma dei casi. L’esattore dunque è fidente che l’Egregia Carica troverà giuste queste sue rimostranze per l’istantaneo provvedimento che sarà di ragione e di legge, fatto infine osservare rispettosamente che l’esattore ha un deposito ed una garanzia fondiaria a beneficio del Comune, e se questi è [cautelato] l’esattore ha pure l’irrefregabile diritto che gli siano accordati tutti i mezzi perché senza pericolo fors’anche della vita possa esigere, ed

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incorrere per ultimo anche nella versamento nella cassa provinciale. Crescini Giovanni esattore Orazio Scalvini di lui commesso

penale

in

caso

di

ritardato

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DOCUMENTO 14 Istanza del commesso dell’esattore comunale alla Giunta municipale di Collebeato, 21 settembre 1866, allegata alla comunicazione della Prefettura in data 21 ottobre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Alla Lodevole Giunta Municipale di Collebeato Essendomi portato il giorno 1° agosto prossimo passato io sottofirmato commesso in questo Comune per dare evasione a diverse partite arretrati di tassa ricchezza mobile prima rata 1865, ma benché scortato da otto Reali Carabinieri, non si poté eseguire né atti appignorativi, né effettuare nessuna esigenza a motivo della generale opposizione dei debitori di detta tassa. Il sottoscritto non potendo di più allungarsi a tale esigenza, si fa dovere di ricorrere a questa lodevole Giunta Municipale, che volesse con suo decreto accordare pei giorni 24.25.26 e successivi occorrendo ottobre 1866 un numero di forza competente onde poter dare piena evasione a tali atti, ed esigenza di già in arretrato di tanto tempo. Certo che vorrà questa superiorità aderire al sottoscritto commesso. Orazio Scalvini N. 1018 Collebeato li 21 settembre 1866 Visto La Giunta Municipale [Saccamani] Frassine

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DOCUMENTO 15 Minuta di istanza del sindaco di Collebeato alla Prefettura provinciale, 8 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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N. 1177 Collebeato li 8 novembre 1866 Alla Regia Prefettura Provinciale Brescia Il Sindaco del Comune di Collebeato; Vista l’istanza 27 ottobre prossimo passato prodotta a questo Ufficio dall’esattore di detto Comune signor Crescini Giovanni; Sentita in merito la Giunta Municipale; Ritenuto essere vera e notoria l’ostinata renitenza dei contribuenti in generale di questo Comune al pagamento delle rispettive tasse d’imposta sui redditi della ricchezza mobile; Constatando delle replicate minacce dalla maggior parte dei contribuenti stessi scagliate contro la vita dell’esattore e del di lui commesso regolarmente riconosciuto signor Scalvini nelle occasioni che si presentarono per l’esigenza della detta imposta; Premesso essere assolutamente assurdo che l’Autorità Comunale possa all’esattore accordare la forza armata della Guardia Nazionale giacché i debitori e pel maggior numero sono i militi dell’Arma medesima; Lo scrivente in considerazione dell’esposto e del diritto che ha l’esattore d’essere in tali estremi assistito per l’esigenza dell’imposta dalla forza armata, si rivolge a codesta Regia Superiore Autorità e Chiede Che all’esattore comunale signor Crescini Giovanni per l’esazione dell’imposta ricchezza mobile in questo Comune vengo di conformità alla sovrana patente 18 aprile 1816 accordata la necessaria forza armata.

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DOCUMENTO 16 Comunicazione della Prefettura provinciale di Brescia al sindaco di Collebeato, 11 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Regno d’Italia Regia Prefettura di Brescia Ufficio di pubblica sicurezza N. 7767 Risposta alla nota 9 andante n. 1177 Oggetto Sulla domanda di forza armata Brescia il 11 novembre 1866 Al signor Sindaco di Collebeato Il sottoscritto ritiene di tutta convenienza che l’esattore signor Crescini Giovanni portandosi costì ad esigere l’imposta sui redditi della ricchezza mobile sia assistito dalla forza armata. Il signor sindaco quindi non avrà che a far conoscere, almeno otto o dieci giorni prima, il giorno che all’uopo sarà destinato. Per il Prefetto [Cammarata] Annotazione Dall’esattore comunale successivi occorrendo.

vengono

fissati

i

giorni

26.27.28

e

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DOCUMENTO 17 Minuta di comunicazione [del sindaco di Collebeato alla Prefettura provinciale], 14 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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N. 1184 li 14 novembre 1866 In risposta alla rispettata … Lo scrivente è a significare, che per l’esigenza della imposta ricchezza mobile in questo Comune coll’assistenza della forza armata, questo esattore comunale avrebbe stabiliti i giorni 26.27.28 e successivi occorrendo, dell’andante mese di novembre.

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DOCUMENTO 18 Comunicazione della Prefettura provinciale di Brescia al sindaco di Collebeato, 18 novembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Sicurezza pubblica, anni 1865-1866).

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Regno d’Italia Regia Prefettura di Brescia Ufficio di pubblica sicurezza N. 7767 Risposta alla nota 14 andante n. 1184 Oggetto assistenza di forza armata Brescia, il 18 novembre 1866 Al signor Sindaco di Collebeato In relazione alla nota contro citata il sottoscritto ha disposto che una compagnia di militari ed un drappello di Regi Carabinieri si trovino nel giorno 26 andante e successivi occorrendo, in Collebeato per prestare assistenza all’esattore incaricato dell’esigenza dell’imposta sulla ricchezza mobile. Il Prefetto Zoppi

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DOCUMENTO 19 Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 74, esercizio 1866, 31 dicembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1866).

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[...] L’esattore comunale di Collebeato Sig. Crescini Gio pagherà coi fondi stanziati in bilancio, e sopra specificati al sig. Perini Francesco la somma di Italiane Lire Ottantasei Cent. Settantasei le quali sono per importare somministrazioni militari in occasione della riscossione dell’Imposta Ricchezza Mobile [...] Dato a Collebeato nell’Ufficio Municipale 31 dicembre 1866 Per il Sindaco L’Assessore Frassine Il Segretario Botticini

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DOCUMENTO 20 Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 75, esercizio 1866, 31 dicembre 1866 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1866).

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[...] L’esattore comunale di Collebeato Sig. Crescini Gio pagherà coi fondi stanziati in bilancio, e sopra specificati al Sig. Botticini Luigi di Santo la somma di Italiane Lire Trent’una Cent. Venti le quali sono per importare cibarie somministrate ai Regi carabinieri in occasione della riscossione dell’Imposta Ricchezza Mobile [...] Dato a Collebeato nell’Ufficio Municipale 31 dicembre 1866 Per il Sindaco Seccamani L’Assessore Frassine Il Segretario Botticini

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DOCUMENTO 21 Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 45, esercizio 1867, 22 dicembre 1867 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1867).

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[...] L’esattore comunale di Collebeato Sig. Crescini Gio. pagherà coi fondi stanziati in bilancio, e sopra specificati al Sig. Botticini Luigi di Santo la somma di Italiane Lire Ottantacinque Cent. - le quali sono per importare somministrazioni in occasione della riscossione della Ricchezza Mobile alla Pubblica Forza. Come da polizza. [...] Dato a Collebeato nell’Ufficio Municipale 22 dicembre 1867 Per il Sindaco Seccamani L’Assessore Frassine Il Segretario Botticini

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DOCUMENTO 22 Conto delle somministrazioni alla forza armata dell’oste Luigi Botticini per il periodo 1866-1867, allegato al mandato di pagamento n. 45 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1867).

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Conto del Comune di Collebeato 1866 Per aver somministrato ai Reali Carabinieri 26 novembre vino L 6 £ Pane 16 C Minestra £ Fritura e mombolo n°2 Polli a lesso Verdura Strachino £ Legna Cena per 6 Vino Pane e polenta £ Un Pollo a frechò Un Pollo a lesso Fritura vitello Strachino gorgonzola Legna e zigare All’oggio per 3 27 detto caffè Vino L 4 £ Pane 13 C Minestra £ 2 Polli a lesso £ Verdura e peperoni Strachino gorgonzola Legna Italiane Lire

4 2 2 3 1 4 2 2 2 1

1 . 3 1 3 1 1 42

80 95 00 25 50 75 00 40 00 20 25 00 25 85 60 50 50 20 80 50 75 00 20 40 65

Somma retro 27 detto sera Cena Vino Lit.5 £ Pane Minestra con pollo Manzo e verdura Fritura £ Strachino £ Legna e zigare £ All’oggio per 3 £ 28 novembre caffè Pranzo. Vino £ Pane 15 £ Manzo per 6 £ Minestra £ Salame e musetti Un Pollo a lesso £ Verdura £ Strachino £ Zigare e legna £ Italiane Lire Lire settantatre C.20 Botticini Luigi Oste 1867 10 maggio all’oggio 28 detto all’oggio 15 giugno idem 1 luglio idem

25 detto idem 20 agosto Italiane Lire

42

65

4

1 2 1 1 1 1 73

00 60 50 50 00 60 70 50 50 60 85 60 00 50 60 00 00 50 20

2 2 2 2 2

00 00 00 00 00

2 85

80

3 2 1 1 5

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DOCUMENTO 23 Mandato di pagamento del Comune di Collebeato, n. 47, esercizio 1867, 31 dicembre 1867 (ASC Collebeato, categoria Finanza, anno 1867).

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[...] L’esattore comunale di Collebeato Sig. Crescini Gio pagherà coi fondi stanziati in bilancio, e sopra specificati al Sig. sé medesimo la somma di Italiane Lire Sessantacinque Cent. Quarantacinque le quali sono per importare Tasse di Ricchezza Mobile pagate dal Comune per ditte diverse che erano nella assoluta impossibilità di pagare. Dato a Collebeato nell’Ufficio Municipale 31 dicembre 1867 Per il Sindaco Seccamani L’Assessore Frassine Il Segretario Botticini

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CONTESTO ARCHIVISTICO La ricerca è stata effettuata presso l'archivio storico del Comune di Collebeato, nell'ambito delle attività del Sistema archivistico della Comunità Montana di Valle Trompia, svolte a cura della Cooperativa A.R.C.A. di Gardone V.T. Per il presente dossier sono state consultate le categorie Finanza e Sicurezza pubblica, anni 1865-1866. CENNI STORICI: COLLEBEATO Comune della bassa Valtrompia, situato 6,5 km a nord di Brescia nella conca delimitata dal fiume Mella e dai monti Picastello, Ratto e Peso, Collebeato si estende su una superficie di 5,30 kmq, parte collinare e parte pianeggiante, ad un’altezza media di circa 200 m. Confina con i comuni di Brescia, Cellatica e Concesio. La popolazione ammonta oggi a circa 4700 abitanti. Il paese è composto da due nuclei abitativi: Villa di Sopra (o mezzo paese di sopra), facente capo in passato al santuario della Madonna di Calvarola, e Villa di Sotto (o mezzo paese di sotto), che si stende intorno alla parrocchiale di S. Paolo. Da questa ripartizione del territorio deriverebbe per qualcuno il nome del paese, dal latino "copulatum" che significa appunto "accoppiato". In origine la zona doveva essere paludosa e boscosa, poi il lavoro dell’uomo (primi fra tutti i monaci benedettini dell’abbazia di Leno, stabilitisi qui nel sec. XI, e i loro coloni) l’ha trasformata in territorio fertile. Dopo di allora, la posizione particolarmente felice ne ha sempre fatto luogo ambito dalle nobili famiglie bresciane, che, nel corso del tempo, vi hanno stabilito la propria residenza (come i Martinengo, i Testori, i Raccagni, i Bono, i Rovetta, i Seccamani, i Franzini, i Bonera, i Pancera di Zoppola); ampi terreni passarono anche, in tempi più recenti, in proprietà all’Ospedale civile e alla Congrega apostolica di Brescia. La natura del territorio, diviso tra la collina e la pianura formata dal fiume Mella, ha fortemente influenzato l’economia del paese, essenzialmente agricola fino a qualche decennio fa. Vi si coltivavano frutta, cereali e gelsi, la vite, l’olivo e, più recentemente, le pesche, di cui Collebeato è stato il principale produttore del bresciano fino agli anni Quaranta del secolo scorso. Già il podestà di Brescia Giovanni da Lezze nel suo Catastico (1609-1610) citava Collebeato, composto allora da 130 fuochi e 650 anime, come comunità dedita alla coltivazione della campagna “in parte buona, et in parte sterile”, dotata anche di un mulino di proprietà comunale, posto “sopra l’acqua seriola tratta dal fiume Mella”. Fino alla fine del XVIII secolo, molto diffuso era il fenomeno dell’affittanza e della mezzadria; poi, specialmente a seguito delle leggi di soppressione delle congregazioni religiose, la proprietà si andò concentrando in grosse aziende basate sul salariato agricolo, come quelle dei Sorelli, dei Quaglieni e dei Giovanardi. Di vitale importanza la presenza del fiume, dal quale si derivavano le acque per irrigare i campi e per animare le

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macine dei tre mulini esistenti sul territorio. Ancora oggi la roggia Cobiada, derivata dal Mella, attraversa il territorio comunale; nel 1934 i suoi utenti si costituirono in consorzio per ottimizzare la gestione delle acque. Le aree montane inutilizzabili per l’attività agricola erano invece sfruttate per il pascolo del bestiame, il taglio della legna, la raccolta dei funghi e per l’attività venatoria. Nel 1828 vengono anche segnalate le proprietà litografiche della pietra presente sulle alture attorno a Collebeato, che verrà presentata all’esposizione di Parigi del 1855. All’inizio dell’Ottocento a Collebeato esistono, oltre a quella agricola, altri tipi di attività produttive: un torchio, tre mulini sul corso della roggia Cobiada, una filanda, una conceria. Ancora nel 1858 il Cocchetti ne sottolinea la felice posizione e la ricchezza “di vigneti e frutti”, oltre alla presenza della conceria che dava lavoro a venti operai.4 I collebeatesi non erano rimasti estranei alla costituzione dell’unità nazionale, dando anzi un contributo non indifferente alle lotte risorgimentali, sia partecipando in prima persona ai moti, sia fornendo sostegno ed ospitalità ai patrioti; truppe rivoluzionarie, sotto la guida di Tito Speri, si allenavano per l’insurrezione contro gli austriaci proprio nei campi attorno al paese. Al primo censimento del Regno, nel 1861, il Comune di Collebeato conta una popolazione di 1.162 abitanti. Ai sensi della legge n. 2248 sull’unificazione amministrativa del Regno del 1865, risulta incluso nel mandamento III di Brescia, circondario I di Brescia, provincia di Brescia; è retto da un sindaco (primo sindaco è l’avvocato Giovanni Calini), e, come previsto per i comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti, da una giunta di due membri (nel 1865 Battista Frassine e Gerolamo Seccamani) e da un consiglio di 15 membri. La situazione del paese pare di poco cambiata alla fine del secolo, quando Collebeato si presenta come un “grosso e bel paese” di 1179 abitanti, “in via di evidente progresso edilizio, con case moderne e signorili” e “molte ville ... sparse nei suoi dintorni”5. La vite rappresenta ancora la maggior ricchezza del suolo, assieme ai gelsi (indispensabili per l’allevamento dei bachi da seta), agli alberi da frutto, ai cereali e alle ortaglie; l’industria è ora rappresentata da due piccole distillerie e dalla già nominata conceria di pelli. Il vero e proprio processo di industrializzazione inizia invece con il Novecento, a partire dall’impianto della fabbrica d’armi Galesi nel 1910, dello stabilimento Cementi Brescia (Cembre) nel 1956 e di altre fabbriche di più recente costituzione.

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Carlo Cocchetti, Storia di Brescia e la sua provincia - Anno 1858, ristampa anastatica, Bornato, Fausto Sardini editore, 1973, pp. 238, 261. 5 Gustavo Strafforello, Brescia e provincia alla fine dell’800. Illustrazione di storia, costumi e arte, Bornato, Fausto Sardini editore, p. 333.

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NOTE ISTITUZIONALI E NORMATIVA VIGENTE Il 1865 è un anno decisivo per il nuovo Regno d’Italia. Pressoché completata l’unificazione territoriale, la nazione era ora impegnata nella costituzione di un proprio assetto istituzionale. Era necessario, per raggiungere la completa unificazione nazionale, superare i particolarismi locali, a livello amministrativo, economico, legislativo, giudiziario, che avevano caratterizzato gli stati preunitari. Il 20 marzo 1865 viene approvata la legge n. 2248 sull’unificazione amministrativa del Regno. L’unificazione amministrativa consisteva sostanzialmente nell’ estensione a tutte le regioni degli ordinamenti piemontesi, provvedimento che per la Lombardia aveva già trovato applicazione con la legge 23 ottobre 1859, n. 3702 sull’ordinamento comunale e provinciale (decreto Rattazzi). Ai pochi articoli che compongono la legge sono allegati sei provvedimenti riguardanti: A. l’amministrazione comunale e provinciale, B. la sicurezza pubblica, C. la sanità pubblica, D. l’istituzione del Consiglio di Stato, E. il contenzioso amministrativo, F. le opere pubbliche. Il Regno viene suddiviso in province, circondari, mandamenti e comuni (All. A, art.1); in ogni provincia erano previsti un prefetto ed un Consiglio di prefettura (All. A, art.2); il prefetto rappresentava il potere esecutivo in tutta la provincia ed era dotato di un’ampia gamma di funzioni: esercitava le attribuzioni a lui demandate dalla legge (ad esempio per le opere pie, per la sanità e le opere pubbliche, per le imposte, ecc.) e vegliava sul mantenimento dei diritti dell’autorità amministrativa, provvedeva alla pubblicazione ed alla esecuzione delle leggi, vegliava sull’andamento delle pubbliche amministrazioni, sopraintendeva alla sicurezza pubblica, aveva diritto di disporre della forza pubblica (guardia nazionale, carabinieri, guardie di polizia) e di richiedere la forza armata (esercito) (All. A, art.3). I prefetti avevano dunque la duplice funzione di rappresentanti del governo e dell’amministrazione provinciale, ma era il carattere di agenti del governo quello dominante. A capo dell’amministrazione comunale era invece posto il sindaco, investito anche lui della duplice funzione di rappresentante degli interessi locali e di ufficiale del governo, da cui gli derivava una duplice serie di attribuzioni e di doveri. Il sindaco era scelto fra i consiglieri comunali su proposta del prefetto ed era nominato con decreto regio; durava in carica tre anni e poteva essere riconfermato. (All. A, artt. 97-98 ); Ogni comune aveva poi un Consiglio comunale (eletto dai cittadini col sistema del suffragio censitario, era composto da 15 membri nei comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti), una Giunta municipale (eletta in seno al Consiglio comunale, era composta, oltre al sindaco, da due membri nei comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti), un segretario e un ufficio comunale (All. A, art.10).

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Per quanto riguarda l’amministrazione e la contabilità dei comuni, la legge stabiliva quali fossero le spese obbligatorie e quali facoltative, quali tasse, imposte e sovraimposte dovessero essere applicate e quali fossero le modalità di riscossione.(All. A, artt. 111-129) I comuni non godevano quindi di autonomia finanziaria, ma erano tenuti ad agire in base agli indirizzi dettati dal governo. Si delineava in questo modo uno Stato fortemente centralizzato e burocratizzato, che non mancò di suscitare critiche e malcontento tra coloro che avrebbero aspirato ad una maggiore autonomia locale. Molti altri erano poi i problemi, soprattutto di ordine sociale, che il nuovo governo si trovava a dover affrontare. L’alto tasso di mortalità infantile, la situazione igienico-sanitaria ancora precaria, l’analfabetismo dilagante, l’arretratezza economica, oltre alla necessità di dotarsi di un esercito stabile per far fronte alle minacce che ancora provenivano da parte austriaca, impongono allo Stato uno sforzo economico non indifferente, che si traduce necessariamente in un forte inasprimento fiscale e che culminerà nella tanto avversata tassa sul macinato del 1869. Per cominciare, nel 1864 il governo Minghetti aveva approvato la legge 14 luglio 1864, n. 1830 che istituiva l’imposta sui redditi di ricchezza mobile, un’imposta diretta che colpiva i redditi non immobiliari prodotti sul territorio dello Stato. La legge determina le diverse tipologie di redditi sottoposti ad imposta, le modalità di riscossione. In particolare, ai fini dell’imposta si considerano i redditi derivanti da capitali (redditi per crediti ipotecari, chirografari, mutui, titoli del debito pubblico, ecc.), i redditi da capitali ed opera dell’uomo (redditi industriali, commerciali, bancari, per lavori d’ogni genere e redditi agrari per fitti, colonie, ecc.), i redditi derivanti dalla sola opera dell’uomo (stipendi, salari, retribuzioni, emolumenti e compensi in viveri, alloggio, ecc.) o da crediti in cui non entri né il capitale né l’opera dell’uomo (pensioni, vitalizi, elargizioni, sussidi, ecc.), i redditi di un beneficio ecclesiastico, “e in genere ogni specie di reddito non fondiario che si produca nello Stato, o che sia dovuto da persone domiciliate o residenti nello Stato”. La riscossione dell’imposta avviene per contingente, cioè l’importo annuale dovuto allo Stato è stabilito a priori e poi

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Quindi, fissato il contingente annuale per i redditi, le modalità e poi ripartito tra le province e i comuni secondo particolari criteri, come ad esempio l’ammontare dell’imposta fondiaria e il numero della popolazione. Ogni individuo o ente morale, anche straniero, è tenuto al pagamento dell’imposta sui redditi della ricchezza mobile che ha nello Stato; così vi sono tenuti, oltre ai privati cittadini, le province, i comuni, le corporazioni, le associazioni, le fondazioni, le società civili e commerciali e così via. L’ammontare individuale dell’imposta era stabilito nella quota fissa di 2 lire per i redditi complessivi inferiori a 250 lire annue; il totale dell’imposizione fissa era detratto dal contingente comunale, il residuo veniva distribuito per quotità sui redditi superiori alle 250 lire. Le giunte municipali erano incaricate di compilare le liste dei contribuenti e degli esenti per indigenza, e, sulla base di queste, l’agente delle tasse predisponeva le schede di denuncia da inviare ad ogni contribuente per la compilazione.

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In ogni comune al di sopra dei 6000 abitanti, o consorzio di comuni per quelli con popolazione inferiore, era istituita una Commissione di sindacato (composta da un presidente di nomina prefettizia, e da un numero di membri variabile da cinque e sette, nominati dal Consiglio comunale o dalla rappresentanza consorziale in caso di consorzio di comuni), incaricata di riesaminare ed eventualmente rettificare le liste dei contribuenti e determinare in prima istanza le somme dei redditi e dell’imposta dovuta da ognuno. Contro le decisioni della Commissione era ammesso il ricorso dei contribuenti. Ai comuni e alle province era poi data facoltà di stabilire centesimi addizionali, nei limiti e colle regole prescritti nella legge comunale e provinciale. Apposite leggi e regolamenti determineranno le modalità di applicazione della legge per gli anni successivi. I regolamenti definivano, tra le altre cose, le sanzioni per i contribuenti che avessero omesso la dichiarazione, l’avessero presentata tardivamente o avessero fornito dichiarazioni non corrispondenti al vero, e stabilivano le date e alcune modalità per il pagamento dell’imposta. Con la nuova legge viene contestualmente abrogata una serie di precedenti tasse, tra cui la tassa personale, la mobiliare, la tassa sulle vetture, quella sulle patenti e quella sulle bevande o derrate non soggette al diritto di vendita al minuto, la tassa sul prodotto delle miniere, e, in Lombardia, il contributo arti e commercio. La legge viene varata dopo una discussione, che aveva impegnato il Parlamento per ben due anni, sull’opportunità di estendere a tutta la nazione l’imposta personale e mobiliare in vigore nel Regno di Sardegna; si sottolineava in particolare come il grosso limite di tale imposta consistesse nel calcolare il reddito imponibile dei cittadini su un principio puramente presuntivo, cioè sul presunto valore locativo delle loro abitazioni. Al termine dei lavori la Commissione finanze della Camera, ispirandosi al modello inglese, arriva invece a proporre un sistema di contribuzione oggettivo, basato sulla dichiarazione dei redditi non fondiari (essendo questi già assoggettati all’imposta fondiaria) di ogni contribuente. La legge trovava il proprio fondamento nello Statuto del Regno d’Italia che all’articolo 25, tra i diritti e i doveri dei cittadini, sanciva: “Essi contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato”. Doveva dunque apparire giusta ed equa al legislatore, poiché intendeva ripartire equamente su tutti i cittadini i carichi dello Stato, e si basava

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sul principio non presuntivo ma oggettivo costituito dalla dichiarazione dei redditi. Tuttavia la legge non mancò di suscitare severe critiche, proprio in merito a questa presunta equità e alle difficoltà derivanti dall’interpretazione delle sue numerose e complesse disposizioni. Non va d’altra parte sottovalutata la portata della novità introdotta da questa nuova tassa, che inizialmente non poteva che suscitare sconcerto tra la popolazione, 22 milioni di abitanti in condizioni di vita e sociali profondamente diverse.6 Pare pertinente a questo riguardo riportare lo stralcio di un manifesto datato 31 ottobre 1864 e reso pubblico dall’Agenzia speciale delle tasse della Provincia di Brescia: “Tra le leggi d’imposta, quella del 14 luglio p.p. portante la tassa sui redditi di ricchezza mobile, è la più giusta, la più saggia, la più morale e logica che un illuminato e savio Governo potesse promulgare, perché con siffatto nuovo sistema, riputato il più proprio per ottenere l’equa ripartizione delle pubbliche gravezze, tutti i Cittadini, tranne coloro che sgraziatamente privilegiati dalla povertà e dall’indigenza devono godere dell’esenzione, concorrono a sopperire in proporzione dei loro averi ai pesi dello Stato, cosa la più conveniente ad un popolo libero e civile. Nell’impianto di nuovi servizi, tanto più in materia di imposte, si presentano a prima vista incagli giganteschi, opposizioni all’evacuo degli incombenti, difficoltà che appaiono insuperabili, ma colla buona volontà nei Contribuenti che abbonda ad oltranza in questa Italianissima Provincia, coi modi urbani, col zelo non fiscale, e colla pratica che è il perno su cui si aggira l’edifizio dell’esecuzione, si riesce a portare i lavori a compimento senza arrecare vessazioni e malcontento”7.

6 Borda Carlo, Manuale dizionario di amministrazione municipale, provinciale e delle opere pie, Torino, Sebastiano Franco e figli editori, 1866, vol. II, pag. 843-845 7 Archivio storico del Comune di Collebeato, categoria V-Finanze, anni 1860-1864.

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Completato l’iter imposto dalla legge, compilati e affissi al pubblico i ruoli definitivi dei contribuenti, la riscossione dell’imposta è affidata all’esattore comunale. Alcune attribuzioni dell'esattore comunale sono specificate dalla già citata legge sull'amministrazione comunale e provinciale n. 2248 del 1865 (art. 120, 123, 124). Tuttavia la prima norma che regola in maniera univoca il servizio dell’esattoria comunale nel Regno d’Italia è la legge n. 192 del 20 aprile 1871. Prima di quella data è ancora in vigore nelle diverse province italiane la normativa degli stati preunitari. Nel Regno Lombardo-Veneto vigeva il sistema per appalto, in cui il servizio esattoriale era ceduto a soggetti privati tramite asta pubblica.

Nel 1865, dunque, in territorio lombardo vige ancora la sovrana patente 18 aprile 1816, successivamente modificata con notificazione governativa 10 ottobre 1839, n. 356454358. In base a questa legge, l’esazione di tutte le imposte dirette e delle rendite comunali d’ogni natura viene in ogni comune appaltata, mediante asta pubblica con deliberazione al miglior offerente, per la durata di un triennio; con decreto 10 ottobre 1839 la durata dell’appalto viene estesa a sei anni. La formalità dell’asta è quella stabilita per le aste in generale dal regolamento 1 maggio 1807. Una volta concluse le operazioni d’asta l’esattore sottoscrive col Comune un regolare contratto che lo vincola, oltre agli obblighi di legge, anche all’osservanza delle clausole contenute nel capitolato d’appalto, prima fra tutte la presentazione di un’adeguata cauzione a garanzia del Comune, che può essere fatta, per mezzo di un fideiussore idoneo o con beni propri del deliberatario, sotto forma di ipoteche su beni stabili (che verranno cancellate allo scadere del contratto se i conti dell’esattore risulteranno regolari) o di deposito di titoli di rendita del debito pubblico. La nomina avviene poi con decreto della Deputazione provinciale.

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Il deliberatario dell’esattoria, nella doppia veste di esattore e cassiere comunale, è tenuto principalmente a: - pagare tutti i mandati che gli vengono presentati, compresi quelli a favore degli impiegati e stipendiati comunali, - esigere tutti i carichi, le tasse o le multe, i depositi ed ogni altra partita per conto dello stato, della provincia o del comune, custodire sotto la propria responsabilità tutte le somme esatte o ricevute, - versare a tempo debito nella Cassa provinciale le somme spettanti allo stato e alla provincia, - tenere regolarmente i registri contabili, - rendere annualmente il conto delle entrate e delle spese del comune. L’esattore può avvalersi della collaborazione di un commesso esattoriale, ed è retribuito ad aggio, cioè in percentuale sulle somme riscosse. All’approssimarsi della scadenza per il pagamento delle imposte, l’esattore, dopo la pubblicazione del relativo avviso ai contribuenti, deve tenere aperta l’esattoria, di persona o per mezzo del suo commesso, “dal levare del sole sino a notte [...] in luogo accessibile a chicchessia in ogni ora e momento”, per un numero di giorni variabile a seconda che risieda nel comune di cui esercita l’esattoria o in altro comune. Cinque giorni dopo la scadenza del termine di pagamento di ciascuna rata d’imposta l’esattore è tenuto a versare nella Cassa provinciale l’intera somma corrispondente alla rata, con obbligo di rispondere del riscosso e del non riscosso (per l’esazione delle imposte, ma non per le entrate e i crediti dei comuni); tale obbligo viene meno solo in caso di guerra guerreggiata, di invasione di nemici, di peste o di alluvioni. In caso di inadempienza l’esattore stesso incorre in una multa proporzionale alla somma che non ha versato. Contro i debitori morosi per imposte o crediti comunali l’esattore gode del privilegio fiscale, cui può ricorrere senza decreto del giudice, né di altra autorità. Viene dapprima emessa nei confronti del debitore un’ingiunzione di pagamento, poi, se questa non ha effetto, l’esattore può procedere al pignoramente e alla vendita all’asta dei beni del debitore. Nel caso in cui “un debitore od altri faccia opposizione agli atti esecutivi, deve la forz’armata, sulla domanda dei podestà o degli agenti comunali, prestare il proprio aiuto ai cursori ed esattori, onde sia garantito il libero esercizio degli atti esecutivi” (art.

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63 della sovrana patente 18 aprile 1816). L’esattore è però tenuto ad anticipare il pagamento della spesa occorsa per l’intervento della forza armata, salvo poi rivalersi anche per essa sul debitore. Il metodo privilegiato d’esecuzione può essere utilizzato dall’esattore ancora per i sessanta giorni successivi alla scadenza del seennio d’appalto, dopo di che “i residui crediti dell’esattore per titolo d’imposizioni diventano a tutti i riguardi crediti meramente privati, come se non avessero avuta origine dalle imposizioni” (art. 81), e questo anche nel caso in cui il contratto gli venisse confermato anche per il successivo triennio.

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BIBLIOGRAFIA Per la storia del Comune di Collebeato: - Collebeato: cenni storici, Collebeato, 1980. - Da Lezze Giovanni, Il catastico bresciano (1609-1610), a cura di Carlo Pasero, Brescia, casa editrice F. Apollonio, 1969 – 1973 (rist. anast., Brescia, Biblioteca Queriniana). - Fappani Antonio (a cura di), Enciclopedia Bresciana, Ed. La Voce del Popolo, Brescia 1989. - Roncaglio Sacchetti Laura (a cura di), Collebeato: materiali per una storia, Collebeato, Comune di Collebeato, 1991. - Cocchetti Carlo, Storia di Brescia e la sua provincia Anno 1858, Bornato, Fausto Sardini editore, 1973 (rist. anast., Milano, editori Corona e Caimi, 1859). - Strafforello Gustavo, Brescia e provincia alla fine dell'800: illustrazione di storia, costumi e arte, Bornato, Sardni, 1981, (ripr. facs., Torino, UTET, 1898). Per il contesto istituzionale e la normativa vigente: - Astengo Carlo, Guida amministrativa ossia Commentario della legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865 e del relativo regolamento con aggiunta di moduli e formulari ad uso delle amministrazioni comunali, Milano, Luigi di Giacomo Pirola editore, 1865. - Borda Carlo, Manuale dizionario di amministrazione municipale, provinciale e delle opere pie, Torino, Sebastiano Franco e figli editori, 1863-1866. - Fontana Leone, Regolatore amministrativo teorico- pratico ad uso degli impiegati amministrativi in genere, Milano, tipografia Civelli e comp., 1846. - Padoin Paolo, L’esattore delle imposte dirette, Firenze, Noccioli editore, 1978. - Spaggiari Pier Luigi, Le finanze degli Stati italiani, in Storia d’Italia, Torino, Einaudi, 1973, vol. I, pp. 810-836. FONTI NORMATIVE - Sovrana patente 18 aprile 1816, archivio storico del Comune di Lumezzane S. Apollonio, Esattoria, anno 1816. - Legge 14 luglio 1864, n. 1830 che istituisce l’imposta sui redditi di ricchezza mobile, Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia 22 luglio 1864, n. 173. - Leggi e regolamento per l’applicazione dell’imposta sui redditi di ricchezza mobile pel 1865, Torino, Tipografia eredi Trotta, 1865. - Capitoli sotto l’osservanza dei quali si appalt[a] l’esattori[a] d[el] Comun[e] di [...], anno 1865.

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