150 estati fa a Lodrino. I nostri occhi sul colera dell'anno 1855

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Comunità Montana Valle Trompia Sistema Bibliotecario Archivistico

Comune di Lodrino Assessorato alla Cultura

Scuola Media Statale beato A.Tadini Lodrino Classe I E a.s. 2004-2005

Cooperativa A.R.C.A. Gardone Valle Trompia

“150 estati fa a Lodrino” Il nostri occhi sul colera dell’anno 1855

Nell’estate del

1855, durante i

mesi più caldi di luglio e agosto, a Lodrino si diffuse una malattia contagiosa chiamata “Colera” che provocò danni notevoli al paese. Gli abitanti credevano che l’ubriachezza, i luoghi malsani e la poca igiene fossero causa della diffusione della malattia, mentre


altri attribuivano al caldo la capacità di trasmettere più facilmente il morbo. Il medico condotto del tempo, Agostino Arici, si impegnò a contrastare la malattia con medicinali somministrati ai poveri gratuitamente, con la disinfestazione e con i suffumigi praticati a persone e averi. Su una popolazione di 736 abitanti si ammalarono 106 persone e di queste 67 morirono.

Siamo partiti dalla fine perché questo è ciò che abbiamo scoperto; ora vi raccontiamo come lo abbiamo scoperto.

Noi siamo Marco Belleri, Maria Bartussi, Luca Bettazza, Claudio Bettinsoli, Daniel Bettinsoli , Daria Bettinsoli, Elisa Bettinsoli, Erica Bettinsoli, Giorgio Bettinsoli, Matteo Bettinsoli, Elena Bonusi, Fabio Branbani, Giada Cinelli, Sidorella Daka, Alessio Ghisla, Mattia Ghisla, Alfredo Prela, Orsi Qarri, Alessia Scalvini, Mahdi Amen Sejdani, Sara Serlunghi, Leandro Tahiri, Micaela Timpano, Elena Trappa, Chiara Zubani, (alunni); Luisa Cottali, Serenella D’Antona (insegnanti); Francesca Curti, Massimo Galeri (operatori cooperativa A.R.C.A. – Sistema Archivistico Comunità Montana di Valle Trompia).

buona lettura


Sommario p. 1 Premessa p. 2 L’esperienza in archivio – suggestioni, visita e lettura di documenti

1° parte La ricerca in archivio p. 5 Le domande p. 6 La ricerca delle risposte sui documenti 2° parte i Racconti p. 8 Le nostre “storie” Appendici p. 17 I tre tipi di documenti sui quali abbiamo condotto la nostra ricerca p. 18 L’Archivio storico del Comune


Premessa I documenti conservati nell’archivi storici comunali in quanto fonti di ricerca possono divenire opportunità di conoscenza del territorio in cui si vive, ma sono anche occasioni di esperienze singolari: dopo una analisi di carattere storico possono divenire spunti per narrazioni di vario genere. Questa interpretazione delle testimonianze scritte che ci giungono dal passato sono alla base della proposta didattica del laboratorio”Tra la parola scritta e la parola narrata” svolto a Lodrino nella primavera del 2005. I due insegnanti che si sono resi disponibili, i 25 ragazzi che hanno svolto il laboratorio ed i due operatori hanno provato a dimostrare che questo è possibile.

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L’esperienza in archivio – suggestioni, visita e lettura di documenti “A chi lavora negli archivi accade spesso di immaginare il suo percorso in termini di tuffo, immersione, addirittura naufragio…il mare insomma è presente” Arlette Farge

L’impostazione del laboratorio che abbiamo condotto è stato caratterizzata dal felice connubio di emotività e rigore. In un primo tempo, la lettura

“drammatizzata” di un episodio tratto

dall’archivio storico comunale ci è servita da spunto per capire se l’argomento individuato come l’epidemia colerica fosse interessante per la classe : obiettivo facilmente raggiunto, trattando il documento , datato luglio 1855, di un morto, presunto tale, malato di colera, che si sveglia poco prima di essere chiuso nella cassa. Sollecitati dalla curiosa notizia e attivati a porsi interrogativi, piuttosto che cercare risposte preconfezionate “da manuale”, insieme si è deciso di cercare eventuali tracce sul “Colera” a Lodrino fra le carte dell’archivio comunale. Focalizzato l’oggetto della ricerca, abbiamo stilato le coordinate della nostra ricerca: se, come Arlette Farge scrive, l’archivio è come un mare sconfinato, le coordinate sono la rotta sulla carta nautica che permette di non perdere la rotta. Ci siamo poi chiesti cosa cercare fra le carte, come interrogarle per trovare risposte ai nostri interrogativi.

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La visita all’archivio è stato il passo successivo per recuperare le risposte che ci servivano e per emozionarci scartabellando fra i vecchi fogli. Dopo aver scoperto che anche in paese nell’estate del 1855 vi era stata una epidemia di colera, ci siamo divisi in gruppi che avrebbero indagato su tre tipi di documento: • La normativa, le leggi e le disposizioni sanitarie. • La corrispondenza scritta durante l’epidemia. • I dati statistici che riguardavano l’epidemia in paese. La lettura dei documenti l’abbiamo compiuta cercando le risposte a cinque domande: i lavori svolti sono poi stai messi a confronto, così da dare un’idea complessiva dell’evento storico dai vari punti di vista. La tabella riassuntiva dei dati raccolti ci è servita da base per la breve sintesi descrittiva dei fatti così come li abbiamo evinti dalla lettura dei documenti. Da qui prende le mosse la fase conclusiva del laboratorio: l’elaborazione in termini narrativi/fantastici dell’evento descritto. A questo proposito, molti di noi sono stati colpiti da un particolare all’apparenza incoerente dedotto dal confronto di due documenti: la comunicazione scritta della morte di un cittadino 9 giorni dopo il decesso. In alcuni testi si raccontano originali ipotesi di spiegazione, più o meno verosimili . In altri invece si inserisce l’episodio del colera in paese all’interno di un più ampio sguardo sulla malattia , dal punto di vista storico e scientifico.

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Tornando al paragone di Arlette Farge, questo laboratorio è stato utile per prendere confidenza con la ricerca, con i suoi metodi e tempi:un po’ come nuotare al sicuro in una tranquilla baia, prima di prendere il largo in mare aperto.

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Le domande Come abbiamo affrontato il tema dell’epidemia di colera in paese ? Siamo partiti da una data: anno 1855 e abbiamo individuato tre tempi: prima, durante, dopo. Per ogni tempo ci siamo posti alcune domande.

Prima

Epidemia di colera del 1855 Durante

Dopo

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- Vi erano stati in precedenza casi di epidemie di colera ? - Come erano stati contrastati questi casi? - Quanti erano gli abitanti? - Quali furono le cause?

- Quali furono i primi segnali? - Chi si ammalò (età, sesso, condizione sociale) ? - Quanti abitanti si ammalarono? - Quali erano le condizioni igieniche del paese? - Come fu contrastata l’epidemia? - Vi erano medici o infermieri? - Quanti abitanti morirono? - Quanti abitanti guarirono? - Quanto è durata l’epidemia?

- Vi furono altre epidemie?


La ricerca delle risposte sui documenti Dopo una visita in archivio storico comunale durante la quale abbiamo trovato il titolo “Sanità” sui dorsi di alcuni faldoni, abbiamo iniziato a guardare e leggere alcuni documenti storici considerando cinque quesiti: Quando il documento è stato scritto? Dove il documento è stato scritto? Chi ha scritto il documento? A chi era indirizzato il documento? Perché è stato scritto il documento? Insomma, attraverso la data, il luogo, il mittente, il destinatario, il contenuto abbiamo raccolto i dati per avere alcune risposte alle domande iniziali. Abbiamo

compilato

dell’avvenimento.

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una

tabella

per

ottenere

un

panorama


data 9 luglio 1855

luogo Brescia

mittente Delegazione Provinciale

destinatario Deputazioni Comunali

31 luglio 1855

Lodrino

Deputato Ghisla

9 agosto 1855

Lodrino

Medico Agostino Arici

Commissario Distrettuale di Gardone V.T. Deputazione Comunale

24 agosto 1855

Lodrino

Deputato comunale

Commissario Distrettuale di Gardone V.T.

3 settembre 1855

Lodrino

Medico Agostino Arici

Deputazione Comunale

8 settembre 1855

Lodrino

Medico Agostino Arici

Deputazione Comunale

29 settembre Brescia 1855 4 ottobre Lodrino 1855

Medico Provinciale Deputazione Comunale

Deputazioni Comunali Commissario Distrettuale di Gardone V.T.

12 ottobre 1855

Commissario Distrettuale

Delegazione Provinciale

Gardone Val Trompia

contenuto Misure di prevenzione contro l’epidemia del colera Trasmissione di tabelle di colerosi Notizia di morte, summificazione e sepppellimento di un abitante

dati N. 13 regole

Numero di malati e guariti. Un caso di morte: L.F. di 37 anni morto il giorno 1 agosto. Trasmissione del Numero di quadro malati, morti e nominativo dei guariti. colerosi Sostituzione di Personale che una infermiera interveniva. malata. Guarigione di Modi di una colerosa , intervento interventi per sanitario. espurgi e suffumigi Regole per N. 8 regole disinfestazione Guargione di una Modi di colerosa. intervento Espurghi e sanitario. suffumigi. Nota sul costo Modi di elevato delle intervento medicine sanitario.

Con la tabella abbiamo potuto ricostruire, tutti insieme, quello che accadde nell’estate di 150 anni fa in paese. Abbiamo così scritto l’evento con cui abbiamo aperto questo nostro fascicolo. A quel punto la nostra ricerca era finita anche se sappiamo che è solo una piccola ricostruzione poiché non abbiamo risposto a tutte le domande che ci eravamo posti e a molte altre che, continuando nella ricerca, avremmo sicuramente formulato.

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Le nostre “storie” Dopo la scoperta del fatto che vi abbiamo presentato all’inizio abbiamo narrato noi altre “storie” prendendo spunto dalle notizie rinvenute e lasciandoci trasportare un po’ dalla fantasia. A Lodrino, nell’anno 1855 ci fu un grave caso di colera che uccise parecchie persone: 67 morti su 736 abitanti. Grazie ai documenti dell’Archivio Storico Comunale di Lodrino siamo riusciti a stabilire che le cause di questa malattia sono state l’igiene molto scarsa e i luoghi insalubri. Abbiamo scoperto anche che il medico Dottor Arici riuscì a contrastare il Colera, utilizzando i suffumigi, le disinfestazioni e soprattutto somministrando gratuitamente i medicinali adatti alla cura di questa malattia. Il Dottor Arici fu veramente importante: senza di lui il colera avrebbe fatto una strage dato che questa malattia a quel tempo era sconosciuta. Abbiamo scoperto che questo medico registrò la morte di Foccoli Luigi solo 9 giorni dopo l’effettivo decesso. Probabilmente è dovuto al fatto che il Dottor Arici aveva l’incarico di controllare le persone effettivamente morte prima della loro sepoltura. E’ anche accaduto che una persona prima di essere seppellita si sia svegliata e abbia chiesto dell’acqua. Cinelli Giada

“Una malattia sconosciuta” A Milano, nel 1855 le persone incominciarono ad ammalarsi e in seguito a morire. Si diffuse il panico tra la gente perché i medici non sapevano curare questa strana malattia. Alcuni pensavano che fosse una maledizione di Dio, altri che colpisse solo poveri perché sporchi e malnutriti.

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Più di 200 persone morirono. Il primo a essere colpito fu un barbone che viveva sotto i ponti. Il suo corpo venne bruciato perché la strana malattia che lo aveva ucciso aveva contagiato altri barboni. I medici milanesi chiesero aiuto a quelli bresciani e insieme studiarono e prepararono una terapia. Finalmente la malattia venne sconfitta ma costò la vita a molte persone, poveri e ricchi, adulti e bambini; case, oggetti furono bruciati per la paura del contagio. Fu un vero disastro! Bonusi Elena

“Il colera” Nella stagione estiva del 1855 si verificò una epidemia di Colera che è una malattia infettiva ed epidemica.

In Italia il Colera è comparso più volte, dal 1832 al 1910/11. Nell’estate del 1973 un’epidemia partita da Napoli fece registrare molti casi mortali. L’agente infettivo fu scoperto da Robert Koch, nel 1883 e fu indicato con il nome di BACILLO VIRGOLA, per il suo aspetto: infatti questo bacillo ha la forma di un bastoncino curvo, con una delle estremità ciliata(come appunto una virgola). Vive specialmente nell’umido e non resiste all’essicamento; infatti muore a 80°C. Il Colera si trasmette principalmente con le acque e con gli alimenti contaminati. Il bacillo rimane in incubazione per un tempo che varia da poche ore a quattro o cinque giorni, dopo di chesi verifica il primo sintomo detto premonitore e consistente in una diarrea ostinata. Dopo le prime scariche diarroiche si presenta il vomito. La respirazione è difficile, la pelle è fredda e cianotica, la voce è rauca. Tutti questi sintomi si susseguono con grande rapidità, con il nome di STATO ALGIDO. Quando il paziente è arrivato a questo stato, o il suo organismo reagisce, portandolo alla guarigione oppure precipita rapidamente nello stato comatoso, che lo porta alla morte entro 12 – 36 ore dall’attacco.

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A Lodrino, nelle frazioni di Invico, Villa e Dosso resta in cura una sola donna colerosa a Invico. Sempre nelle stesse frazioni sono ammalati 7 uomini e 8 donne: cioè più donne. Sono risanati 3 uomini e 4 donne: cioè più uomini. Il Dottor Arici aveva scritto molte lettere ai Comuni, alla Deputazione di Lodrino, all’Imperial Regio Commissariato Distrettuale di Gardone e all’Imperial Regio Commissariato Provinciale; parlava soprattutto dell’epidemia, ma anche che si cercavaun’infermiera per la sostituzione di un’altra che si era malata, che nell’ottobre del 1855 a Lodrino l’infezione del Colera andava spegnendosi. Inoltre le medicine per curare la malattia costavano molto e quindi, essendo l’Arici un Dottore, aveva diritto ad avere un armadietto farmaceutic: donava gratuitamente le medicine alle famiglie povere che non potevano permettersele. Nel 31 luglio del 1855 a Lodrino erano tanti i morti che vi fu una richiesta di Tabelle per la registrazione dei Colerosi. Nel 9 agosto del 1855 il Dottor Arici scrisse di seppellire il morto dopo 48 ore, per essere sicuri che fosse veramente deceduto e di fare la suffumicazione e la seppellizione per contrastare ed evitare lo sviluppo del colera. Elisa Bettinsoli, Fabio Brambani

“Evento” Nell’estate del 1855 a Lodrino si diffuse una malattia molto contagiosa chiamata CHOLERA, come trovato in una ricerca, si è scoperta solo nel 1883 causata da un batterio chiamato VIBRIO CHOLERAE. Il contagio del Colera avviene attraverso il cibo e l’acqua. Tipiche manifestazioni di Colera sono diarrea e perdita d’acqua e sali minerali con le feci. Sappiamo attraverso gli antichi documenti che questa malattia si credeva fosse dovuta alla poca igiene e all’ubriachezza.

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Il medico Dott. Arici si è impegnato con tutte le cure a far guarire la povera gente con tutti i medicinali gratuiti.Su una popolazione di 736 abitanti sono ammalati 106 persone e ne sono morte 67. Micaela Timpano

Brozzo 15/04/2005 Cara Flavia, ti scrivo questa lettera per informarti su ciò che sto facendo a scuola. Diversamente dal solito, nella giornata di martedì non svolgiamo la normale lezione, ma con l’aiuto di esperti facciamo ricerche su un nuovo argomento : le origini del colera , che nel nostro paese ha provocato molti morti. Abbiamo studiato i danni causati da questa malattia e come si è trasmessa; ma questo morbo come ha fatto a nascere? Noi scolari non abbiamo saputo dare a questo fenomeno una risposta sicura, quindi supponiamo che: 1)Un uomo asiatico arenato sulla nostra penisola chiedeva di essere curato, ma non suscitò alcuna pietà alla gente e, per rabbia, decise di infettare tutta la popolazione che poi fu decimata. 2) I commercianti italiani giunsero in Asia per scambiar prodotti, ma gli asiatici infettarono i nostri connazionali che, dopo il ritorno, infettarono buona parte della popolazione. 3)Il Colera si sia trasmesso per la poca igiene o tramite animali morti o malati. 4)OK? Mi piacerebbe che anche tu ci aiutassi a trovare una risposta, magari anche voi a scuola avete discusso su questa terribile malattia. PS: aspetto con ansia la quarta ipotesi. PPS: ti piace questo nuovo modo di fare lezione? Io lo trovo interessante! Ciao! Marta Bertussi

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ALLA CONGREGAZIONE MUNICIPALE Durante questi ultimi mesi d’estate ove il caldo ormai era insopportabile, si diffuse una malattia: da dove aveva avuto origine il virus? Quali erano i sintomi? La gente del Comune di Lodrino credeva che l’ubriachezza, i luoghi malsani, la poca igiene e il caldo fossero la causa del morbo. Il medico del tempo Arici fece di tutto per far guarire le persone colpite dal virus contagioso , somministrando ai poveri medicinali gratuiti. Quali erano questi medicinali? Facevano davvero effetto? Controllando tra le carte dell’archivio abbiamo scoperto che il Colera aveva avuto origine in Asia e come sia arrivato in Italia non si sa, ma i sintomi erano il mal di pancia e la diarrea. Bisogna infine scoprire quante persone furono colpite su una popolazione di 736 abitanti e quanti furono i morti. Cercando e ricercando tra i documenti di quel periodo abbiamo scoperto chei medicinali erano disinfestazione e i suffumigi praticati a persone e ad averi. Ed infine i colpiti furono 106 di questi i morti 67. Ci rimane ancora una domanda: perché la registrazione del cadavere avveniva dopo 9 giorni? Di questa risposta non siamo sicuri, ma forse si registra dopo 9 giorni per accertarsi che la persona fosse morta davvero e che non fosse in stato di asfissia. La squadra di detectives della 1° E Erica Bettinsoli e Sidorella Daka Marco Belleri e Orsi Qarri

Nell’estate del 1855, durante i mesi più caldi( luglio, agosto), si verificò un’epidemia contagiosa chiamata COLERA che provocò molti casi mortali. Uno di questi era Luigi Foccoli che venne infetto dalla grave malattia che ne provocò la morte. Il Dottor Arici constatò la sua morte l’1 – 8 – 1855, mentre la registrazione della sua morte avvenne il 9-8-1855.

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Su quest’episodio si possono formulare varie ipotesi, ma resta il fatto che non ci sono prove a sufficienza per dichiarare quale di questa sia vera. Perché la registrazione è avvenuta nove giorni dopo il decesso? 1.Perché volevano assicurarsi che fosse morto; 2.Perché il corpo fu tenuto nascosto da qualcuno per vari motovi; 3.Perché la notizia arrivò tardi all’ufficio registrazioni; 4.Perché il corpo fu requisito per analizzarlo, per trovare una cura alla malattia; 5.Perché il corpo fu infettato da una malattia che non era il Colera e venne requisito per eseguire un’autopsia che sarebbe servita a scoprire che malattia fosse; 6.Perché il Dottor Arici essendo l’unico a sapere della sua morte, se ne andò per un altro caso o per altri motivi. Lì, 9 agosto 1855 Claudio Bettinsoli

LA DEPUTAZIONE COMUNALE DI LODRINO Cari parenti di Foccoli Luigi, mentre voi vi trovavate in Polonia per sfuggire al Cholera e mentre il vostro caro è dovuto restare per motivi economici, purtroppo esso è caduto in un sonno profondo il’1 agosto ma non trovandosi prove, soltanto il 9 agosto lo abbiamo dichiarato defunto. I funerali di anch’esso uomo si svolgeranno il 14 di questo mese alle ore 16.30 presso il cimitero del proprio paese. Daniel Bettinsoli

Lodrino, 9 agosto 1855

Cari parenti di Foccoli Luigi, mentre voi eravate in Svizzera per sfuggire al Cholera e mentre il vostro caro è dovuto restare per motivi economici, egli è deceduto l’1 agosto , ma non trovandone tracce soltanto il 9 agosto, l’abbiamo dichiarato defunto solo oggi.

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I funerali si terranno il 14 agosto alle ore 15.00 presso il cimitero del paese di Lodrino. Dott. Agostino Arici Luca Bettazza, Alessio Ghisla , Mattia Ghisla, Matteo Bettinsoli

Lodrino, 18 aprile ’55 Carissima famiglia Ghetti, Vi ricordate di me?Sono il Dottor Arici. Volevo informarvi che i medicinali per combattere quella strana malattia di vostro figlio ve li porterò quando verrò a vederlo in uno di questi giorni. Vorrei anche sapere, prima di recarmi da voi se vostro figlio migliora o peggiora sempre di più… Lo spero sempre bene! Distinti saluti, Dottor. Agostino Arici Luca Bettazza, Matteo Bettinsoli, Mattia Ghisla

Perché Foccoli Luigi è stato registrato dopo 9 giorni? • Il morto era un allevatore e la sua famiglia non voleva far sapere a nessuno che era morto, sennò gli avrebbero fatto uccidere tutto il bestiame. • La famiglia del morto abitava fuori paese e non sapevano di dover avvisare che era morto qualcuno. • Non volevano far disinfestare la casa e buttar via niente perché magari avevano poco. Giorgio Bettinsoli

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Un uomo si recava sempre alle osterie e si ubriacava e si era malato di Colera. Un giorno d’agosto in montagna, non sapeva di essere malato morì. Gli amici lo cercarono a lungo e 9 giorni dopo lo trovarono. Alessia Scalvini

Un signore andò, come tutti i giorni, in montagna. Ad un certo punto cadde una slavina e lui fu una delle vittime. I parenti, dopo vari giorni che non tornava decisero di andare a cercarlo, ma non ci fu traccia di lui. Chiesero aiuto alla Protezione Civile e ai volontari. Lo trovarono e dopo 9 giorni lo registrarono come morto. Un signore decise di andare a fare una gita in un altro stato per 3-4 giorni. E quando fu sull’aereo decise di suicidarsi gettandosi da quel mezzo senza paracadute. Così fu e quando cadde a terra morì sul colpo. Al 5° giorno i parenti chiesero aiuto alle unità cinofile che con il fiuto dei loro cani riuscirono a trovarlo. Arrivò quel momento e i parenti fecero ipotesi sul perché abbia voluto uccidersi. Questo era il nono giorno dopo la sua morte e fu quindi registrato. Chiara Zubani

IPOTESI SULLA MANCATA REGISTRAZIONE DELLA MORTE DEL DOTTOR ARICI 1)Può darsi che sia stato ucciso e portato il cadavere in un luogo sconosciuto. 2))Che si sia suicidato, lasciando un biglietto ai parenti dicendo di non voler essere registrato subito perché credeva di risorgere. 3)Può darsi che i parenti abbiano avvisato un funzionario del Comune e questi sia morto dopo qualche minuto che essi erano andati via.

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4)Può darsi che si sia ucciso e non si era certi della sua identità. 5)Può darsi che i parenti preferivano accertarsi della sua morte. 6)I parenti scapparono con il cadavere per piangere la sua morte. 7)I parenti preferivano aderire al lutto e tener nascosto il cadavere per 9 giorni. 8)Nessuno sapeva della malattia colerosa del Dottore e quando lo trovarono morto non vollero credere all’identità del Dottore perché nessuno sapeva che era malato. 9)Chi era stato avvisato per registrare morto il dottore non volle credere alla dipartita e volle accertarsi personalmente. Sara Serlunghi, Elena Trappa

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I tre tipi di documenti sui quali abbiamo condotto la nostra ricerca

Le normative e le disposizioni sanitarie a stampa

La corrispondenza manoscritta

Le tabelle statistiche compilate a mano

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L’archivio storico del nostro comune è stato riordinato e inventariato in questi anni e chiunque lo desidera lo può consultare ricordandosi che ogni documento conservato è una traccia del passato della nostra comunità. Nell’Archivio storico sono conservati documenti dal 1501 al 1950 che riguardano l’attività del Comune, della Congregazione di Carità, della Latteria Sociale Valtrompia società anonima cooperativa, della Fabbriceria Parrocchiale, dell’Unione delle Famiglie Numerose e del Comitato di Liberazione Nazionale. Una quantità di dati e informazioni di grande importanza per chi voglia interessarsi al passato come nel nostro caso ma non solo. Per consultare l’archivio si deve fare domanda scritta su un modulo allegando la fotocopia di un documento di riconoscimento in Comune o al Sistema Archivistico della Comunità Montana. Successivamente si può consultare l’inventario di tutti i documenti e scegliere quelli che interessano; un archivista prepara i documenti e può aiutare per la consultazione.

Il resto è ricerca come, in parte, abbiamo iniziato a fare noi.


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