Anno II - N. 7 - Gennaio/Febbraio 2012 - t 2,50 - Domenica 12 febbraio a Catania e provincia e lunedì 13 nelle altre province in abbinamento con il quotidiano LA SICILIA a t 1,20
SICILIA ROSA IN uomini&donne
SE LA VIOLENZA È DI GENERE
adultescenza RAGAZZINI PER SEMPRE
tendenze
SOCIAL FOOD
Isabella Ragonese
TRASFORMISTA PER PASSIONE
moda
ECCENTRICO PRINTBLOCKING
gen/feb 2012
SICILIA INROSA
16 Nella foto di copertina, di Fabio Lovino, Isabella Ragonese (intervista a pag. 20)
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5 detto tra noi troppe spine sulle nostre mimose
7 quellocheledonne...
34 print blocking 37 questione di stile
dajana roncione «la moda è un gioco»
10 jelodicoaguia
38 photoshoot
11 ci piace 12 violenza di genere
42 make-up
in italia la subisce una donna su tre
14 parola di femminista grazia giurato: «adesso tocca agli uomini cambiare»
16 voglio vivere così adultescenti forever young
20 da donna a donna isabella ragonese «l’italia non è un paese per mamme»
24 siciliane incerti, contadino famà, falco
26 networking tendenza social food
31 tipe da jogging run, baby, run!
32 moda stylist daniele carlotta
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seduzione senza tempo
la primavera sboccia in anticipo
44 beauty
contorni da non trascurare
46 tempopernoi proteggersi dal freddo
38 photoshootlaperla
seduzione senza tempo
48 ecostyle
energia pulita
51 cotto e bloggato voglia di verde
52 arredo
un po’ di privacy
54 designcorner
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dal riciclo all’arte
56 globetrotter
tra pink hostel e romantici igloo
58 happy hour 62 city lounge 65 l’oroscopo
56 SICILIA INROSA
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SICILIA INROSA
detto tra noi
PAROLE_
PAROLE
TROPPE SPINE SULLE NOSTRE MIMOSE di paola pasetti
vremmo voluto trascorrere il prossimo 8 marzo passeggiando, spensierate e rametto di mimosa in mano, con le nostre amiche. Ci sarebbe stato da festeggiare, eccome. Anzitutto perché è passato esattamente un anno dalla nascita di “Se non ora quando?”, il movimento che il 13 febbraio 2011 ha portato in strada un milione di donne e che pare prendere sempre più consistenza. E poi c’era almeno un altro motivo per gioire: il nuovo Governo con tre ministeri tra i più importanti - Giustizia, Interno e Lavoro - affidati a tre donne, una novità per il nostro Paese. Invece una sentenza della Corte di Cassazione di pochi giorni fa è arrivata a gelare qualsiasi entusiasmo: la Suprema Corte, infatti, ha stabilito che nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell’indagato, ma può applicare misure cautelari alternative. Rischiando una pericolosa equiparazione della violenza da parte del “branco” a quella perpetrata da un singolo individuo. Le reazioni non si sono fatte attendere, con tanto di polemiche tra garantisti e chi invece reclama la certezza della pena. L’importante, in ogni caso, è che se ne parli: perché già troppo silenzio è sceso, e per troppi secoli, sulla violenza di genere. Un argomento che affrontiamo in questo numero: violenza fisica, sessuale, psicologica. Forme di sopraffazione quotidiana o occasionale, che si consumano molto spesso tra le pareti domestiche e che fanno registrare numeri impressionanti, persino nella “civilissima” Italia. Oltre 120 le donne uccise nel 2011: tra loro, Stefania Noce, la studentessa di Licodia Eubea accoltellata il 26 dicembre dall’ex fidanzato. Il 2012 fa già contare decine di vittime, un’escalation - in media un femminicidio ogni due giorni - di fronte alla quale non è più pensabile parlare di crimini “passionali”, rintracciare il movente in una forma d’amore frainteso, né liquidare la questione adducendola a generici “raptus”. Scriviamo pensando al piccolo Claudio, a 16 mesi gettato nel Tevere da un padre che, a quanto pare, aveva l’abitudine di picchiare selvaggiamente la sua compagna. Ma anche a Rosalba Siciliano, uccisa (mentre le due figliolette si trovavano in casa) dal marito carabiniere, che poi si è dato la morte. Avremmo voluto festeggiare questo 8 marzo, dicevamo. Ma non possiamo farlo, perché evidentemente è ancora necessario che la Giornata internazionale della donna sia un segno, l’occasione per ricordare a tutti quello che ancora oggi accade alle donne, e ai loro figli, in Italia e nel mondo.
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NON CAPISCO PERCHÉ LA GENTE SI APPASSIONA A LIBRI E TRASMISSIONI DI CUCINA E POI COMPRA CIBO PRONTO
(Natalia Aspesi, “D” del 28 gennaio 2012)
NON PIÙ IL POPOLO, MA È IL PUBBLICO CHE VOTA, ANCHE IN POLITICA (Achille Bonito Oliva, “Il Venerdì” del 20 gennaio 2012)
LE DONNE SI SONO IMPOSTE DI AVERE IL CORAGGIO DI DIRE TUTTO QUELLO CHE HANNO IL CORAGGIO DI FARE
(Rita Levi Montalcini) ALCUNI CAMBIAMENTI RICHIEDONO TEMPI LUNGHI MA SONO INEVITABILI. LA CRISI PUÒ ESSERE LETTA COME OCCASIONE DI CAMBIAMENTO, DI RIVOLUZIONE (Daria Bignardi, “Il Venerdì” del 20 gennaio 2012)
L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI E I SICILIANI LO DIMOSTRANO: A SCAPPARE IN CERCA DI UN FUTURO SONO SOPRATTUTTO LORO, GRANDI TALENTI CHE SPESSO TROVANO PRESTIGIO IN ALTRI PAESI, LONTANI
(Dacia Maraini, “Terrà” ottobre/novembre 2011)
L’ESTETICA È UN FRONZOLO SENZA IMPORTANZA
(Ferzan Ozpetek, “Corriere della sera” del 1 dicembre 2011)
LA BELLEZZA CI PUÒ TRAFIGGERE COME UN DOLORE (Thomas Mann)
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SICILIA INROSA
quellocheledonne(non)dicono
CONTRO CORRENTE
di paola pasetti
forse no
Il viceministro Michel Martone
SFIGATI “ROSICONI” GIUSTO UN PO’
n pochi anni siamo passati dai manifesti ciclostilati e i volantini fatti coi trasferelli, pieni di slogan e di fierezza partitica, alle campagne elettorali coi candidati in maglioncino di cachemire e sorriso che più bianco non si può. Quando Silvio, l’uomo della Fininvest e di Milano 2, scese in campo, accompagnato da quell’ “efforza italia” da convention repubblicana, il cambiamento fu subito chiaro. La comunicazione politica in Italia stava cambiando, e in men che non si dica tutti, a qualsiasi latitudine elettorale, si sono adeguati. Abbiamo fatto nostro quello che ci sembrava l’american style e pure il modo di comunicare tra i politici è cambiato. Non in meglio a dire il vero: tra insulti, parolacce, fette di mortadella e cappi ostentati in Parlamento, negli ultimi vent’anni abbiamo più di una volta rimpianto statisti come La Malfa, Spadolini, Moro, Nenni, Berlinguer. Altri tempi. Il nuovo che avanza è avanzato talmente tanto che non c’è stato più tempo per guardarsi indietro. Chi non la pensa come te è un nemico, e al nemico non si dà neppure diritto di parola. Peggio: lo si infanga. E la “macchina del fango”, com’è piaciuto chiamarla a Roberto Saviano, dagli emicicli istituzionali è arrivata fino a noi, ci è entrata nelle vene. Facebook e gli altri social network sono uno specchio impietoso di questa realtà, in cui ascoltare è diventato un esercizio anacroni-
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stico, approfondire il senso - oltre che la fondatezza - di una notizia è impensabile. Un meccanismo che ha trasformato la Rete, terra promessa della democrazia, in una insopportabile gogna. Si guardi la bufera che si è scatenata dopo le frasi del premier Monti sulla “monotonia” del posto fisso e di Michel Martone sugli “sfigati” che a 28 anni non sono ancora laureati. Sortite infelici, non c’è dubbio, di fronte alle quali però noi italiani non ne usciamo bene. Non ci convince il pulpito, d’accordo. Ma forse la nostra attenzione dovrebbe appuntarsi sul contenuto della predica ed, eventualmente, contestarla. E invece no: stiamo lì a fare le pulci alla figlia della Fornero, a studiare palmo a palmo il curriculum di Martone. Con la conseguenza che non solo sembriamo un popolo di “rosiconi”, ma perdiamo pure l’occasione per riflettere su questioni fondamentali di questo Paese, chiamato a un cambiamento di rotta e di costume. Un invito alla prudenza, però, va anche ai nostri governanti, più sobri di quelli precedenti, ma a quanto pare altrettanto poco cauti quando si esprimono in pubblico. Il rischio, per loro, è quello di apparire odiosi come la regina Maria Antonietta che, davanti al popolo che chiedeva pane, proponeva di sfamarlo con le brioches. O, peggio, di fare la figura del saziu che, come dicevano i nostri nonni, “non cridi o dijunu”.
MUMBLE MUMBLE
IL PESCE FUOR D’ACQUA di gianluca reale
di Maria Enza Giannetto
DALLE NERE DEL MISSISSIPPI AGLI “ITALIANI NON ITALIANI”
NELLA PERCEZIONE DI 75 MINUTI RISIEDE LA DIFFERENZA DI GENERE
e non l’avete ancora visto, precipitatevi. The help è un esempio di grande cinema americano, emozionante e coinvolgente. Un esempio di come anche un microcosmo di donne sappia racchiudere il buono e il cattivo dell’essere umano. Tratto dal romanzo “L’aiuto” di Kathryn Stockett, il film racconta di come, per gran parte del secolo scorso, la discriminazione razziale nello stato del Mississippi sia stata capace di condannare le donne nere all’unico impiego per loro possibile: fare le cameriere in casa di famiglie bianche. Necessarie, indispensabili alla vita domestica e all’educazione dei figli, ma inesorabilmente trattate - e concepite - come esseri umani di categoria inferiore. La rivincita delle donne nere arriva con l’aiuto di una ragazza bianca, giornalista controcorrente, cresciuta a sua volta da una tata di colore. Il tema della discriminazione e di un possibile riscatto affidato alla penna, all’informazione, all’opinione pubblica, è talmente forte che non può lasciare indifferenti. Nel nostro quotidiano non c’è il quasi apartheid degli States del Sud di quegli anni, ma esiste una condizione anacronistica e senza senso. Quella degli italiani senza cittadinanza, extracomunitari di passaporto ma nati in Italia o residenti nel nostro paese da tanti anni. L’appello delle scorse settimane del presidente Napolitano non può essere ignorato. Sono donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini che non “rubano” lavoro e opportunità a nessuno, sono in tutto nostri connazionali. Anche questa condizione di cittadinanza di serie B andrebbe portata all’attenzione dell’opinione pubblica con maggiore determinazione. E cambiata.
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ettantacinque minuti sono, secondo i dati Istat, Banca d’Italia e Isfol presentati in occasione degli “Stati generali sul lavoro delle donne in Italia” del 2 febbraio, quelli che una donna trascorre più di un uomo, ogni giorno, a lavorare. Un arco di tempo in cui un uomo può fare ciò che vuole, mentre una donna si occupa, principalmente, della gestione della casa. Il dato è solo uno di quelli che dipingono un quadro disarmante: Italia al penultimo posto in Europa per l’occupazione femminile, poche donne nei luoghi decisionali, disoccupate che un lavoro, ormai, neanche lo cercano più; madri-lavoratrici che per prendersi cura dei bambini rinunciano alla carriera. Per non dire di quello che non si scrive: lavoratrici costrette a firmare dimissioni in bianco, considerate un peso per l’azienda, pagate meno degli uomini. Disarmante è però, anche la percezione che alcuni uomini hanno di quei 75 minuti (8,75 ore a settimana, 19 giorni l’anno). Ecco, come esempio, una conversazione tra moglie e marito cui ho assistito qualche giorno fa: era un ordinario giorno feriale e la coppia, rientrata a casa per la pausa pranzo, si trovava davanti al tg delle 14 a sentire (in realtà lei sentiva mentre spadellava e apparecchiava, lui dal divano la tv la vedeva benissimo!) il servizio con i dati in questione. Lei: «Sentito? Io lavoro in media 75 minuti in più di te. Anche se, per cucinare, rifare il letto e sistemare casa ci vorranno almeno 2 ore. E poi nel weekend spolvero, passo l’aspirapolvere, lavo i pavimenti, faccio la lavatrice e la spesa...». Lui, fino a quel momento impassibile, la interrompe: «Certo, per te la matematica è un’opinione. Nei fine settimana, le faccende domestiche ti impegnano al massimo per 5 ore, ma visto che non vai in ufficio, la media settimanale si abbassa». Lei, colpita al tallone d’Achille, si ammutolisce e ripassa in testa quei conti, non pensando di ribattere che “in fondo nei fine settimana, lui non lavora affatto”. Allora il marito, gongolante, prova ad assestare il colpo finale: «Poi, in realtà, in quei 75 minuti tu rifai il letto che, se non ci fossi io, faresti comunque; cucini e dovresti farlo comunque per te; lavi, stiri, asciughi... tutte cose che faresti lo stesso». Lei, sedendosi a tavola, borbotta: «Hai ragione se non ci fossi tu, io cucinerei, mangerei, pulirei comunque, ma farei tutto in 37,5 minuti. Se, invece, non ci fossi io, tu per cucinare, mangiare e pulire, dovresti rinunciare a 37,5 minuti di relax al giorno, almeno». SICILIA INROSA
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Chi dice donna... di karen basile
La vita COMINCIA A SETTANT’ANNI arà perché nel calendario Maya il 2012 segna la fine del mondo ma, da quest’anno, noi ragazze siamo un po’ più uguali ai maschietti. Certo, non facciamo ancora la pipì in piedi, ma andremo in pensione, con almeno 20 anni di contributi, alla loro stessa età, 68 anni abbondanti, con possibilità di allungare il periodo occupazionale fino ai 70. Sono soddisfazioni? Mah! Certo la vita media s’è allungata; maggiore è la tutela della salute e si resta attivi più a lungo. Spariti per ragioni anagrafiche gli orfani di guerra, non siamo più “categoria protetta”, come disabili. Seppure le “quote rosa” (termine francamente orribile) dovrebbero garantire la presenza di donne in politica, nella pubblica amministrazione e nei ruoli chiave del mondo del lavoro. La cura della casa,
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della famiglia, degli anziani non è più il nostro vincolo di destinazione dietro cui la piena parità ha stentato a decollare: avevamo un ruolo da vestali, con gran sollievo economico da parte del welfare, in cambio di uno “sconto” di cinque anni sul pensionamento, rispetto agli uomini. Ma con rinunce personali ed economiche che comportavano minor peso sociale e pensioni sensibilmente ridotte, anche a causa di mansioni meno qualificate e salari più bassi. Con tutte le conseguenze del caso, a cominciare da uno stato di pesante condizionamento economico. Bella la parità, anzi doverosa! Ma chi svolgerà il ruolo che prima era nostro? Chi si occuperà dei figli in nostra assenza? Dove sono gli asili che il governo precedente aveva promesso in cambio dell’allungamento della vita lavorativa? Chi accudirà i nostri vecchi amatissimi? Quali reali
possibilità avremo di scegliere il part-time, in caso di necessità familiari, e di tornare alla nostra precedente mansione quando la necessità dovesse cessare? Negli evoluti Paesi del Nord europeo la maggior presenza di asili, il congedo parentale per i padri e la flessibilità nell’orario di lavoro, hanno reso possibile, da decenni, il vero progresso sociale con la conciliazione tra lavoro e famiglia, una reale parità di doveri tra i coniugi ed una maggior presenza di donne nel mondo del lavoro. In assenza di risposte reali, i luoghi di lavoro saranno pieni di vecchi stremati, allacciati alla poltrona con le calze elastiche, la dentiera conficcata al tavolo, livorosi all’idea di ondate di giovani a soffiargli il posto, con la prospettiva di una vecchiaia povera in cui è troppo tardi per reinventarsi nuovi ruoli e nuovi piaceri.
fimminazze di lavinia d’agostino
NAUFRAGHE
trovate un
TRAGHETTATORE e avete gli occhi come quelli di Rocky Balboa e il naso moccioloso da settimane, se per vestirvi vi cospargete di colla e vi infilate al buio nell’armadio, se non avete alcuna voglia di lavorare e di uscire non se ne parla… è chiaro, la vostra storia d’amore è appena naufragata e, ovviamente, state a pezzi. In queste situazioni non solo si sta di merda (e scusate il temine, ma non c’è espressione più adeguata per definire questo stato d’animo!), ma bisogna anche sorbirsi le sorelle, le amiche del cuore e soprattutto la mamma che, certamente armate delle migliori intenzioni, rifilano snervanti perle di saggezza del tipo “meglio ora che dopo”, “non era quello giusto per te”, “morto un Papa se ne fa un altro” e l’immancabile “si chiude una porta e si apre un portone”! Non siete né le prime né le ultime (e certamente anche questo ve lo hanno già detto!), ma è doveroso sforzarsi e reagire. Vi consiglio di leggere, almeno una volta al giorno, “Donne in rinascita” di Diego Cugia (un toccasana per l’umore di questo momento) e poi di trovare un traghettatore, ovvero colui che vi porterà dalla “sponda” in cui sono ammucchiate le macerie della vostra storia, a una “sponda nuova”, quella della ricostruzione. In genere lo si incontra per caso, ma non bisogna pensarci tanto, è necessario lasciarsi andare… Un traghettatore è uno con il quale si parla chiaro, ma non è uno qualsiasi: è uno capace di farti stare bene. E allora riscoprirete quanto può essere stupefacente rinascere insieme con leggerezza, sentirsi nuovamente donne, belle e desiderabili, godere di un abbraccio e di risate che hanno un qualcosa di adolescenziale, come se foste risucchiati da un caleidoscopio di colori. Poi, a un certo punto, con i capelli arruffati vi affaccerete dall’oblò, e vi accorgerete che la spiaggia da cui siete partite è ormai lontana… e non ve ne siete neanche accorte!
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DE GUSTIBUS
di rita la rocca
QUEI PICCOLI PIACERI “RUBATI” DA UN’APP
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empo fa sono rimasta colpita dallo spot del nuovo tablet di una nota azienda americana. Sullo schermo, accompagnate dalle note di una musica rassicurante, si susseguivano immagini di persone intente a leggere il giornale, preparare la cena o partecipare a riunioni di lavoro. La stranezza? Queste semplici attività quotidiane venivano svolte esclusivamente con l’ausilio del tablet, mentre una voce fuori campo annunciava (apocalittica) che il nostro modo di vivere sarebbe cambiato per sempre. A questo punto scenari alla Asimov hanno fatto capolino nella mia mente in cui sopravvivono ancora i ricordi di un’epoca, non troppo lontana, in cui mia madre non si sarebbe mai sognata di farmi raccontare la favola della buonanotte dal computer. Intendiamoci: non mi considero un’antidiluviana “tecnolesa”. Ammetto che, dopo anni da intransigente conservatrice, alla fine anche io mi sono piegata alla moda dello smartphone. E ho anche imparato ad apprezzarne l’utilità: più di una volta il Gps mi ha tirato fuori da grovigli di viuzze ai confini dell’universo (sono geneticamente sprovvista del senso dell’orientamento), e non disdegno neanche la comodità di controllare l’email o chattare in fila alla cassa del supermercato. A tutto però c’è un limite. Mi rifiuto di trasformarmi in una di quelle talpe asociali che preferisce la compagnia del telefonino a quella degli amici. Nessuno spot mi convincerà a scaricare app tanto ridicole quanto inutili (a chi mai verrebbe in mente di usare un’applicazione che traduce i vagiti dei neonati?). La tecnologia ci semplifica la vita, ma ci sono piaceri, come sfogliare un libro o riscoprire una ricetta appuntata dalla nonna su un vecchio quaderno, che non può, e non deve, portarci via. Abbiamo davvero bisogno di apparecchi che ci sostituiscano nelle più banali attività quotidiane o di un navigatore satellitare che ci indichi la strada che sembriamo aver irrimediabilmente perso? Nel tunnel della tecnologia si sta comodi, ma non si deve mai perdere di vista l’uscita. E se proprio non dovessimo trovarla, male che vada c’è il Gps.
ilgiornopiùbello LA FOTOGRAFA: «CERCO SEMPRE DI UTILIZZARE UNO STILE LEGGERO E DI COGLIERE L’ATTIMO E LA BELLEZZA DELLE EMOZIONI PERCHÉ SONO CONVINTA CHE LA FOTOGENIA SIA LA NATURALEZZA»
Anna Scialfa
«LA FOTO MIGLIORE È QUELLA SPONTANEA» «N
VIALE IONIO, 120/134 CATANIA TELEFONO 095536178 MAIL INFOANNASCIALFA.IT WEB WWW.ANNASCIALFA.IT
el giorno più bello, tutto è meraviglioso, stupendo, impeccabile. Il compito del fotografo è solo quello di cogliere questa bellezza spontanea», non ha dubbi Anna Scialfa, fotografa in viale Ionio numero 120/134 a Catania (info@annascialfa.it; telefono 095536178 sito internet www.annascialfa.it), che con 20 anni di professione alle spalle conosce bene il mondo dei matrimoni e soprattutto le aspettative di una coppia sul giorno della cerimonia. Prima tra tutte, che ogni bel momento sia immortalato, per l’eternità. «Ho sempre cercato - spiega Anna Scialfa - di mantenere uno stile leggero, introspettivo che evochi le emozioni dell’attimo vissuto. Evito accuratamente di chiedere ai soggetti di mettersi in posa e cerco di cogliere l’attimo di felicità, di commozione, di sentimento. È una questione di attenzione ai dettagli, all’essenziale e non serve a nulla usare artifici. Anzi, se posso, evito anche di utilizzare le luci artificiali, sfruttando al massimo quella naturale. Sono convinta che, in fondo, la fotogenia sia la spontaneità». Una spontaneità che Anna Scialfa ha imparato a cogliere non solo con la macchina fotografica, ma anche con i video che poi monta lei stessa con tanto di colonna sonora ed effetti originali. «In tutti questi anni - dice la fotografa - mi sono attrezzata per la grafica e per i video e per poter offrire ai clienti una vasta gamma di servizi personalizzati come, per esempio, i libri digitali. Oggi i clienti, sono molto preparati: chiedono consigli, ma hanno già le idee chiare e di sicuro non vogliono nulla di scontato o di riciclato, ma cercano soluzioni originali». Un’originalità che nei servizi di Anna Scialfa viene fuori da tanti anni di esperienza sul campo e dallo stile inconfondibile di chi punta l’obiettivo solo sulle emozioni.
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«Se la redazione mi ha invitato a rispondere alle vostre lettere immagino sia perché conosca la mia sensibilità e il mio culto per il prossimo. Ma, forse, non sa quanto io sia tollerante con l’umanità. L’uomo è fragile ed è per questo che va seguito e sostenuto dagli angeli che possiamo esser tutti, cioè gli altri; nella sua fragilità c’è la forza! Con tutto il mio cuore, sempre». Guia
la posta di guia jelo scrivete a lettere@siciliainrosa.it fax 095 8166139
con chiarezza e determinazione! Che aspetti? Ogni minuto passato senza amore è sprecato! Con tutto il mio cuore! Auguri, auguri, Guia
MAI SPRECARE TEMPO SENZA DICHIARARE IL PROPRIO AMORE ilmimio ex marito presenta ancora Una donna È, DA TANTI ANNI, INNAMORATA
DEL SUO MIGLIORE AMICO MA NON È MAI RIUSCITA A CONFESSARGLIELO: UN UNICO CONSIGLIO, LASCIARSI ANDARE E DIRGLIELO SUBITO ono perdutamente innamorata del mio migliore amico. Ci conosciamo dalle superiori e siamo sempre stati molto legati pur non avendo mai avuto una storia. Ci siamo sempre presentati i rispettivi fidanzati e amici, stando ben attenti a non farli troppo entrare nel nostro rapporto. Persino quando io mi sono sposata, per me lui era sempre il mio grande uomo. Ora io sono separata e lui finalmente di nuovo single. Come faccio a fargli capire che il nostro destino è stare insieme? Con profonda stima Elisa, Enna
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Elisa cara, sono colpita dalla tua
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stima profonda e per il contenuto della tua lettera! Il tuo quesito mi ha molto, molto commosso e ti sono grata per avermi confidato questo sublime tuo sentimento. Penso che non ci sia molto d’aggiungere (tanto meno da parte mia). Hai fatto, detto e deciso tutto tu - giustamente - e con mia somma gioia e approvazione. Non ti dico che ti invidio, perchè non so provare, per mia fortuna, questo orribile stato d'animo: l'invidia. Ma credimi il tuo, anzi, sicuramente il vostro amore, è invidiabile e raro perchè nasce e scaturisce da verità profonde che non si possono assolutamente spiegare. Godetevelo! E sbrigati a prendertelo, subito e
come sua moglie
uia carissima, il mio ex, con il quale abbiamo un rapporto più che civile per via dei figli, si ostina a presentarmi come “sua moglie”. Non ti dico che casino quando una volta mi ha presentato alla “persona sbagliata”! Ne abbiamo parlato mille volte, e anche se sul momento sembra capire, poi fa tutto il contrario. So perfettamente che lui non si sarebbe separato, ma è così ormai da sette anni e, di fatto, io non lo amo più. Mi puoi dare un consiglio? Francesca, Catania
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Francesca cara, ma che bello... Almeno ogni tanto mi inviate lettere con dei quesiti che mi mettono di buon umore! Mi fai sorridere Francesca. Che tenerezza quel “semplicione” nostalgico del tuo ex. Come si suol dire: campa 100 an-
ni... campa. Mi fa simpatia, beato lui! Però dico, gioia mia, ma che problemi ti fai? Ce ne fossero di questi problemi "duri"? I problemi non sono questi, cara. Tra gli ex e i separati sono l’odio, l’astio, i rancori, le ripicche, il risentimento, i figli trattati come pacchi da recapitare e improvvisamente soprannominati “deleteri”. E chi più ne ha, più ne metta! Sai che ti dico, dal mio pulpito profano: non ti fare sevizie mentali, ma porgi la mano a coloro cui ti presenta e sorridi, sorridi sempre! Indossa un’aurea e un profumo personale da “non moglie” e sorridendo - sempre sorridendo - goditi le gaffe del tuo vecchio marito! Ti autorizzo semmai, dall’alto della mia “non autorevolezza”, qualche volta, davanti a commensali avventori “retrogradi” e con elasticità sfibrata, di aggiungere al tuo dolce sorriso, la seguente ribattuta: “ex, prego, ex moglie, ahimè”. Ti saluto col cuore e sempre col cuore ti dico: “impipatene” e sii leggera, leggera! Goditi tutto della vita! Tutto, anche gli sbagli degli altri! Tua Guia
CI PIACE Marella riparte dalla crisi. La stilista catanese Marella Ferrera,
Omaggio alle grandi
SORELLE D’ITALIA e protagoniste della storia d’Italia dal Risorgimento ad oggi. Nomi noti, come Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini, le due sole donne italiane premiate con il Nobel; Lina Merlin, Nilde Iotti e Tina Anselmi, esponenti di primo piano della scena politica; Bice Lazzari, Carla Accardi, Marisa Merz, grandi firme dell'arte italiana. Ma anche nomi meno conosciuti, che hanno compiuto scelte in grado di incidere nell'evoluzione politica e sociale del nostro Paese, come Franca Viola, la prima donna ad aver rifiutato con coraggio un matrimonio riparatore; Alfonsina Strada, prima ciclista al Giro d'Italia in gara con corridori uomini, o Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo italiano e delle lotte per la conquista del diritto di voto alle donne. A queste donne e a molte altre, è dedicata la mostra “Le donne che hanno fatto l’Italia”, inaugurata al Castello Ursino di Catania il 3 febbraio scorso e aperta fino all’8 marzo. L’esposizione, già allestita al Complesso del Vittoriano di Roma nell’ambito delle celebrazioni del 150° anno dell’Unità, si compone di cinque sezioni - “Donne del Risorgimento italiano”, “Le protagoniste”, “Le prime”, “Donne insieme”, “Donne e Arte” - che, attraverso dipinti, foto, filmati, documenti, abiti, giornali e cimeli, ricostruiscono un percorso che attesta come le donne abbiano fortemente contribuito al processo di unificazione, ai cambiamenti e alla crescita del Paese.
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La mostra, a ingresso gratuito, è aperta da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, e la domenica dalle 9 alle 20. Per informazioni: tel. 095345830, email: museocivico.castelloursino@comune.catania.it.
dopo un ventennio di passerelle romane quest’anno non ha partecipato ad AltaRoma AltaMod perché, “ispirata dalla crisi” ha scelto di ridurre le spese per tagliare il costo finale delle sue creazioni. La stilista ha anche annunciato che presenterà la collezione primavera estate 2012/2013 a Catania e che sta pensando a un grande evento volto al Mediterraneo, magari su una delle isole siciliane più ferite, come Lampedusa.
Le Brigate teatrali. Le operaie Omsa portano a teatro e in strada la loro vita da “licenziate”. Sono nate le Brigate teatrali Omsa: forma di protesta culturale che riesce a comunicare molto più di qualsiasi lotta sindacale. “Licenziata!” è il documentario che mostra la battaglia delle operaie di Faenza, cui Golden Lady ha inviato la lettera di messa in mobilità. Ultimalira continua. La campagna “L’ultimalira” va avanti fino al 31 marzo 2012. Nonostante il decreto Salva Italia abbia mandato in pensione anticipatamente la Lira, annullando la raccolta fondi promossa da Prosolidar per Biblioteca Vaticana, Emergency, Terre des Hommes e Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, è ancora possibilie dare il proprio contributo per finanziare i progetti culturali e di solidarietà curati dalle 5 organizzazioni. Info su www.lultimalira.it
Gratis al museo l’8 marzo. Anche quest’anno, il ministero per i Beni e la attività culturali partecipa alla Festa della donna offrendo l’ingresso gratuito a tutte le donne all’interno dei musei, ville, monumenti, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali. Informazioni su www.beniculturali.it.
(Nelle foto in alto, da sinistra, Nilde Jotti, Franca Viola, Rita Levi Montalcini e Alfonsina Strada)
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violenzadigenere
UNA SU TRE fisica, sessuale, psicologica.
UN TERZO DELLE DONNE ITALIANE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA HA SUBITO UNA FORMA DI VIOLENZA DA PARTE DI UN UOMO. STORIE DI SOLITUDINE, MA ANCHE ESEMPI DI CORAGGIO. L’IMPEGNO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA A SOSTEGNO DELLE VITTIME
di paola pasetti
io, fa’ che non sentano. Era questo l’unico pensiero che mi ossessionava ogni volta che si accaniva su di me. Ecco perché credo di non aver mai nemmeno emesso un lamento, né opposto resistenza: per i miei figli. Mi buttavo a terra, fissavo un punto preciso, aspettando che finisse. E poi finiva, in qualche modo, anche se più di una volta ho pensato seriamente che non ne sarei uscita viva». Per anni la casa romana di Maria è stata il suo personale inferno. Suo marito, un ricco imprenditore caduto nel vizio del gioco, di colpo si è trasformato in un carnefice, capace di infliggerle ferite profonde, che tutt’oggi lei cerca di curare. E lo fa, con il coraggio di una leonessa, ogni settimana, quando si ritrova per la terapia di gruppo con le sue “nuove amiche”, come le chiama: Daniela, Valentina e altre giovani donne, ciascuna con un vissuto diverso, segnato però dall’unica matrice della violenza. Il sabato mattina, nello studio della loro psicoterapeuta, si raccontano, ascoltano, piangono, cercano di allontanare insieme il “mostro” che sentono di avere dentro. «La cosa più assurda - continua Maria - è che mio marito mi faceva pena. Lo vedevo frustrato, pensavo a causa del lavoro, e non sapevo come aiutarlo». Poi, un giorno, la decisione. «Avevo il piccolo in braccio, quella sera non voleva saperne di addormentarsi. Io ero disperata, perché per me mettere i bambini a letto voleva dire proteggerli. E in-
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vece accadde quello che mai avrei voluto, presi le botte mentre il piccolo urlava terrorizzato sul pavimento. L’indomani vestii i miei figli e c’infilammo su un treno per Catania, senza niente con noi se non l’indispensabile. Chiesi aiuto al parroco del quartiere in cui ero cresciuta; il necessario, a dire il vero, non ci è mai mancato. Mi sono rimboccata le maniche, ho pulito case, stirato camicie, accudito anziani. Ogni tanto mi è pesato non poter soddisfare le loro normali richieste di ragazzini, ma di aver preso quel treno non mi sono mai pentita, perché so di averli salvati». Ora che quell’uomo è morto, Maria riesce a parlare liberamente di questa storia. «Ho un solo cruccio: troppo tardi ho capito che non bastava mettere a letto i bambini; che, nonostante le mie ingenue precauzioni, loro respiravano ogni giorno la mia paura». La forza di rialzarsi, invece, Daniela non ce l’ha avuta. Violentata da un cugino del padre quando lei aveva appena quindici anni, afferrata come una preda sul letto della sua cameretta ancora piena di poster dei Duran Duran. Oggi che di anni ne ha 39, Daniela lotta ogni giorno con mille irrazionali paure, con i disturbi alimentari, con se stessa. «Ho un lavoro, tanti amici, molti interessi. Pochi sanno quello che ho dentro, la difficoltà che ho ogni mattina ad alzarmi e a scegliere la vita. Quello che per chiunque è automatico - relazionarsi con le persone, lasciarsi amare da un uomo, anche fisicamente - per me è una scelta». Daniela non ha mai denunciato. Una struttura familiare fortemente pa-
triarcale e il timore del giudizio del paese in cui è cresciuta, un grosso centro della provincia di Ragusa, non l’hanno certo aiutata. «La verità è che non sono mai riuscita a perdonarmi. Lui non era armato, non aveva un coltello né mi ha puntato una pistola. Eppure io non sono riuscita a reagire, non ho neppure cercato di farlo. Sembravo come quei gatti che si piantano al centro della strada quando vengono abbagliati dai fari di una macchina». Anni fa, dopo la morte di suo padre, Daniela ha trovato la forza di raccontare l’accaduto a sua madre e ai suoi fratelli, più grandi di lei di parecchi anni. «All’inizio si sono stupiti, mi hanno chiesto perché non lo avessi detto prima. Ma ho avuto la netta impressione che un quarto d’ora dopo il problema non li riguardasse più. E forse questa reazione è stata ancora più dolorosa della violenza in sé». Anche Valentina, 35 anni e un fisico da indossatrice nonostante due gravidanze, non ha mai denunciato. I suoi aggressori l’hanno ghermita in strada. «Ogni domenica tornavo dal mio paese a Palermo, dove allora fre-
MAI PIÙ IN SILENZIO: IL NUMERO VERDE 1522 Le donne vittima di violenza o di stalking possono chiamare il numero 1522, istituito dal Dipartimento per i Diritti e le Pari opportunità nel 2006. Attivo tutti i giorni, 24 ore su 24, è gratuito e copre il territorio nazionale. In Sicilia è stato istituito il Coordinamento regionale dei centri antiviolenza siciliani: ne fanno parte il Centro antiviolenza “Thamaia” di Catania (tel. 095.7223990, www.thamaia.org); “Le
quentavo l’Università. Percorrevo a piedi i pochi isolati che dividevano la stazione centrale da casa mia, un appartamento che condividevo con altre studentesse fuori sede». Dopo lo stupro, un vuoto durato quattro lunghi anni. «Ho rimosso totalmente, è scattato in me un meccanismo di protezione. Ricordare i frammenti di quella sera, riemersi all’improvviso senza una ragione, è stato devastante. Non capivo come la mia mente avesse potuto cancellare tutto. Dopo qualche anno ho scelto di entrare in terapia. È stato dolorosissimo, ma non avevo scelta; sono riuscita in qualche modo a ricomporre un puzzle, a capire perché la mia vita fosse andata alla deriva. Adesso sono madre e moglie, e vivo per la mia famiglia. Ma confesso che ancora oggi ci sono momenti in cui mi sento morta dentro». La “morte dentro”, la solitudine incolmabile sono alcuni dei sentimenti che accomunano le donne che hanno subìto violenza. Donne che si sentono sole finché non scoprono - come Maria, Daniela e Valentina - che il “loro” problema è molto più diffuso di quanto la società non sia disposta ad ammettere. E che la violenza degli uomini sulle donne - che può essere sessuale, fisica, ma che spesso è anche solo psicologica e perciò a volte nemmeno riconosciuta come tale, persino da chi la subisce - è un male sociale che attende di essere chiamato con il suo nome: violenza di genere. Secondo l’ultima indagine Istat sull’argomento (ferma, purtroppo, al 2006) una donna su tre in Italia ha subìto una forma di violenza ad opera di un uomo. La cronaca nera riporta dati impressionanti: nel 2011 nel nostro Paese 127 donne sono state vittima di femminicidio; il 26 gennaio scorso si contavano già dodici donne uccise dall’inizio del 2012 per mano di un uomo, praticamente una ogni due giorni. Un fenomeno trasversale, che non è necessariamente associato al disagio sociale e che investe anche la cosiddetta “società bene”. Ma è la violenza che non finisce sui giornali quella che fa registrare i numeri più impressionanti: in Sicilia, ancora secondo l’Istat, sono 520 mila le donne che hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita. E solo il 3% di loro ha denunciato. Dati che si possono incrociare con quelli più recenti registrati sul territorio dal coordinamento dei Centri antiviolenza siciliani appartenenti all’associazione nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro
Onde” di Palermo (tel. 091.327973, www.leonde.org); il Cedav, Centro donne antiviolenza, di Messina (tel. 0906783035, www.cedavmessina.it). Tutti e tre fanno parte della rete nazionale Di.Re che comprende 54 centri in tutta Italia e che seguono la stessa metodologia. Offrono accoglienza alle donne che vittime di violenza e le accompagnano nel percorso di uscita dalla violenza.
la violenza): Thamaia di Catania, Le Onde di Palermo, Cedav di Messina. «Le cose, seppur lentamente, stanno cambiando - sottolinea l’avvocato Loredana Piazza, presidente della onlus Thamaia -. Quando abbiamo fondato la nostra associazione, nel 2001, la violenza di genere, soprattutto quella domestica, era argomento tabù. Adesso, invece, le donne cominciano a chiedere aiuto, anche quelle dei ceti socialmente più elevati». Attiva dal 2001, Thamaia è nata grazie a un
LOREDANA PIAZZA, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE THAMAIA DI CATANIA gruppo di donne che hanno unito le proprie forze e messo a disposizione le proprie professionalità quando a Catania non esistevano strutture del genere. «Sin dal primo momento - ricorda Loredana Piazza - la nostra volontà è stata quella di creare qualcosa che potesse dare un aiuto concreto. Ci siamo formate in varie città d’Italia e abbiamo dato vita prima al servizio di ascolto telefonico e poi al centro antiviolenza». Oggi le donne che si rivolgono a Thamaia possono contare sul sostegno nel percorso
di fuoriuscita dalla violenza, e possono ricevere consulenza legale, psicologica e pedagogica. «Denunciare è importante - sottolinea Loredana Piazza - ma non è il punto di partenza. Il compito di una struttura come la nostra è quello di fare con la donna un percorso che la accompagni a uscire dal ciclo della violenza, che è la cosa più difficile: dal punto di vista psicologico, perché spesso il carnefice è il marito, l’uomo che si ama, il padre dei propri figli; ma anche da quello pratico, perché nonostante esistano leggi che tutelano le vittime, spesso sono le donne a doversi allontanare da casa, e devono quindi far fronte anche a problemi economici». Per tre anni, dal 2004 al 2007, Thamaia ha avuto pure una propria casa rifugio a indirizzo segreto, che però è stata dismessa per mancanza di fondi: «Gli enti locali - tiene a dire l’avvocato Piazza - non possono più ignorare il problema: ci vuole un aiuto concreto, ci vogliono investimenti per aiutare un settore che oggi si sostiene da sé. Il nostro Centro, per esempio, vive della generosità dei privati, del volontariato, delle donazioni della Tavola Valdese, che per due anni ci ha destinato parte del suo 8 per mille. Ma non si può andare avanti così, le istituzioni devono fare la loro parte». Intanto un segnale positivo è arrivato qualche mese fa. A dicembre l’Assemblea regionale Siciliana ha approvato il ddl che mette ordine nella materia dei centri antiviolenza: una legge, sedici articoli, con una copertura finanziaria di 540 mila euro, da cui potrebbe venire una prima forma di sostegno per i centri siciliani.
VITTIME E CARNEFICI Giovane, con un buon livello d’istruzione, italiana: questo l’identikit di massima della donna vittima di violenza di genere. Secondo i dati raccolti dal Thamaia il 53% delle donne che si sono rivolte al Centro dal 2003 al 2011 è di età compresa tra i 36 e i 65 anni; il 25% ha tra 26 e 35 anni. Una grossa fetta, il 41%, è diplomata o laureata; il 36,4% lavora come impiegata e il 12,5% insegna. Il tipo di violenza subita è soprattutto fisica (38,2%) o psicologica (40,8%), ma spesso i due tipi di violenza sono compresenti. Nel 71% dei casi l’autore della violenza è il marito o convivente; il 42% dei “maltrattanti” ha un impiego stabile o insegna.
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parola diFEMMINISTA il 13 febbraio
DI UN ANNO FA UN MILIONE DI DONNE SONO SCESE IN PIAZZA AL GRIDO DI “SE NON ORA QUANDO?”. CON LORO UN VOLTO STORICO DEL FEMMINISMO, LA CATANESE GRAZIA GIURATO: «NOI SIAMO CAMBIATE - DICE ADESSO TOCCA AGLI UOMINI FARLO. MA I PROCESSI CULTURALI SONO I PIÙ DIFFICILI»
Grazia Giurato mostra alcuni manifesti sulle pareti di casa sua
di paola Pasetti
«LA VERA RIVOLUZIONE è quella QUOTIDIANA» ei c’era quando le donne marciavano per reclamare i propri diritti; quando dovevano bruciare i reggiseni e urlare slogan contro il maschio padrone per affermare una parità troppo a lungo negata. C’era quando ci fu da difendere il divorzio nell’Italia democristiana e quando, qualche anno dopo, la legge 194 fece uscire l’aborto dall’antro della clandestinità. A ben guardare la storia degli ultimi cinquant’anni, Grazia Giurato c’è sempre stata. Negli anni Ottanta fu lei a prendere la prima chiamata al Telefono Rosa di Catania. E c’era anche un anno fa, quando il 13 febbraio le donne, più di un milione, hanno sfilato per le strade di tutta Italia sotto l’unico slogan “Se non ora quando?”. Perché nonostante i suoi splendidi 75 anni, portati senza un filo di trucco né concessioni alla vanità, la Giurato è una di quelle donne che non danno tregua. E che forse non non ne hanno mai data neppure a se stesse, perché chi subisce un’ingiustizia non può aspettare. Volto storico del femminismo, certo, ma soprattutto incarnazione della passione che si fa impegno, che non sa tacere. Sempre attiva, in politica e nel sociale: dal ’76 all’89 all’interno del “Partito”, come lo chiama ancora, con quell’aria di ossequioso rispetto che hanno tutti coloro che hanno militato nel Pci di Berlinguer. “Compagna” e cattolica allo stesso tempo, convinta che non ci sia conflitto tra le due fedi, tra croce e falce e martello. Moglie di un noto medico catane-
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se (l’endocrinologo Turi Lanzafame, venuto a mancare tre anni fa) e madre di tre figli maschi, la sua vita s’intreccia con la storia, non solo di Catania, ma con quella di una società che nell’ultimo mezzo secolo è stata più volte chiamata a mettersi in discussione. Manifesti, fotografie, prime pagine di giornale che hanno fatto la storia d’Italia scorrono sulle pareti della casa di Grazia Giurato. Parlano di rivoluzioni, di giustizia, di conquiste. Di donne che avevano tutto da chiedere. “Tremate, tremate” gridavano; e la società ha tremato davvero sotto l’onda di quelle rivoluzionarie. «Ma la vera rivoluzione, capace di trasformare le menti - dice la Giurato - è quella che si fa ogni giorno». Un anno fa le donne sono scese in strada al grido di “Se non ora quando?”. Che cosa è successo? «È successo che si è sentito il bisogno di venir fuori da un periodo orribile in cui la donna è stata rappresentata in un certo modo, come un pezzo di carne da usare come merce di scambio, come tangente; in cui ci si è abituati a sentire quotidianamente parole come “olgettine”, “escort”, senza che nessuno sentisse il bisogno di ribellarsi. Finché una parte delle donne, quelle più riflessive, più consapevoli, non hanno deciso di scendere in strada e di dire “noi non siamo così”». Negli Anni 70 c’era una parità da conquistare. Che cos’hanno da chiedere le donne dello “Snoq”? «Allora scendevamo in strada per dire “io so-
no mia”. Noi donne eravamo come la società voleva che fossimo, eravamo “sorelle di”, “mogli di”... C’era un’identità da affermare e da difendere. Eravamo tutte compagne. Adesso le cose stanno diversamente, il movimento è trasversale: le donne si sono mosse perché c’era bisogno di mettere un punto, di dire no ad un certo modo di rappresentare la donna che si è affermato specie attraverso la tv, e che ha sottomesso tutti a una insopportabile dittatura estetica. Scendere in strada per dire basta è importante per farsi sentire. Noi donne non abbiamo strumenti, non abbiamo l’attenzione dei media e dunque dobbiamo fare qualcosa per far capire che ci siamo. “Devono inciampare su di noi” dicevamo un tempo. E anche se oggi la tecnologia mette a disposizione altri mezzi, come Internet, l’unico modo per arrivare veramente a tutti è la piazza». Le “olgettine” ce l’avranno qualche responsabilità, o no? «Sicuramente sono donne che hanno scelto la strada più facile. Il problema per tutti i giovani d’oggi, uomini e donne, è che si è perso il senso del sacrificio, della conquista fatta passo do-
po passo. Siamo stati bombardati da trasmissioni e da messaggi che hanno privilegiato l’apparire e abbiamo smarrito tutto il resto. L’imperativo è produrre e consumare, ma così facendo si è perso anche il senso etico del denaro». La parità tra i sessi sulla carta sembra raggiunta, eppure aumentano i femminicidi e i casi di violenza di genere. Perché secondo lei? «Fino a qualche decennio fa la violenza dell’uomo sulla donna era dovuta alla volontà di possesso: io sono maschio e comando. La donna subiva in silenzio e pensava che fosse naturale. Oggi la donna vittima di violenza sa che sta subendo un torto, e quando trova la forza reagisce. È questa nuova volontà di decidere della donna che dà fastidio, la possibilità che possa lasciare il suo compagno, per esempio. E l’uomo si sente offeso, perché se è vero che negli ultimi 40 anni la donna è cresciuta, ha preso consapevolezza di sé, l’uomo è rimasto indietro, non ha fatto lo stesso scatto culturale, non ha interiorizzato il dato che la donna ha una sua dignità e una sua capacità di autodeterminarsi». Lei è tra le fondatrici del comitato Snoq di Catania. A un anno dall’inizio del movimento, che bilancio si può fare? «Il movimento è giovane, ma ha già ottenuto un grande risultato, intanto perché copre tutto il territorio nazionale. Proprio in questi giorni, inoltre, si sta aprendo alle proposte concrete per passare ad una fase operativa. E poi non siamo state a guardare: quando Monti è stato incaricato di formare il nuovo governo le donne dello Snoq gli hanno scritto una lettera in cui lo hanno invitato a tenere conto che in questo Paese ci sono donne, intelligenze femminili di grande importanza. E devo dire che in Italia non era mai successo che tre ministeri così importanti - Interno, Giustizia e Lavoro - andassero a donne. Già questo è un
A sinistra Grazia Giurato durante la prima chiamata giunta al Telefono Rosa di Catania. Sopra, donne del “Se non ora quando?” alla manifestazione del 13 febbraio 2011
dato importante, perché il vero obiettivo è che le donne arrivino nei luoghi dove si decide». Lei nel 2008 ha provato a correre alla poltrona di Primo cittadino di Catania. «Sì, ma è stata una provocazione. È possibile, mi sono detta, che ci siano sei candidati uomini? E poi Catania non ha mai avuto una sindaca». Sindaca? «Sì, le parole sono importanti. Per quattro anni e mezzo ha fatto parte del Consiglio comunale di Catania, e ogni volta che il presidente dava la parola al “consigliere Giurato” io non mi alzavo neppure. Non è un dettaglio: volgere al femminile termini che la nostra cultura ha voluto al maschile è un primo passo per predisporre la società a un cambiamento». Cosa devono chiedere oggi le donne? «Per quanto mi riguarda, io sono al terzo atto della mia vita. Il mio impegno lo immagino ancora più intenso che nel passato, perché non ho più tanti anni davanti a me. Credo che il vero obiettivo, la grande speranza per la società tutta, sia che sempre più donne, donne vere, arrivino nei posti in cui si decide. Le donne hanno migliore capacità di risolvere i problemi, sono più pragmatiche. Nello studio
si dimostrano più attente, costanti: potrei dire che sono più brave, migliori, ma non lo dirò. Il punto è che le donne sono diverse, ed è per questo che anche loro dovrebbero stare nei posti di potere, perché la differenza è una risorsa a cui questa società non deve più rinunciare. In Parlamento giace una proposta di legge “50 e 50 ovunque si decide” presentata nel 2007 dall’Udi, Unione Donne in Italia. Ecco, quello sarebbe un buon obiettivo da raggiungere». Il principio è quello delle quote rosa: non si rischia di creare una riserva indiana? «Concettualmente non amo il discorso delle “quote”. Ma c’è una situazione presente, che è quella che è, e con cui dobbiamo fare i conti. Come si fa a smantellare ciò che si è incrostato per tremila anni? I processi culturali hanno bisogno di tempi lunghi e allora occorre forzare un po’, provocare. Il progetto “50 e 50” vuole fare questo, aprire una discussione e dire: noi siamo la maggioranza, facciamo tanto e bene. Perciò possiamo e dobbiamo stare anche al timone. L’esempio di Paola Severino, Anna Maria Cancellieri ed Elsa Fornero è un tassello importante, perché domani potremo indicare come si sono comportate queste tre ministre. E da lì, chissà, scrivere una nuova storia».
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FOREVER
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ADULTESCENZA.
NON È UNA SINDROME NÉ UN DISTURBO, MA NE È “AFFETTO” IL 50% DELLA POPOLAZIONE. CRONOLOGICAMENTE ADULTI, HANNO UN’IDENTITÀ IMMATURA E SI COMPORTANO COME ADOLESCENTI: NON PRENDONO DECISIONI E NON SI ASSUMONO RESPONSABILITÀ
di lavinia d’agostino
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n America li chiamano kidults, in Francia adultescence, in Italia sono semplicemente adultescenti: una nuova “normalità” sociale di cui ancora forse non ci eravamo accorti, con cui non avevamo pensato di dover fare i conti o, forse, a cui non avevamo ritenuto di dover dare un nome. Chiariamo subito, non stiamo parlando della più famosa e inflazionata “sindrome di Peter Pan”, ma di uomini e donne che vivono in uno stato di permanente adolescenza. Ve la ricordate l’adolescenza? Che bella l’età della crisi, dei cambiamenti, delle contestazioni, della scoperta del mondo e di se stessi, quell’età meravigliosa dell’inserimento sociale e dell’amor leggero, del narcisismo e dell’onnipotenza, quell’età passeggera che… per alcuni non è
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mai finita! Ma chi sono questi “adultescenti”, sono pericolosi? Si tratta di una malattia, magari contagiosa? Oppure sono quelli che, nonostante le rughe ben visibili, si fanno di botox per scimmiottare con le amiche del figlio; che escono esclusivamente con la comitiva di soli single, in cui “tutti si sono fatti tutti”? Insomma, quelli che “la vita è una sola e bisogna godersela” perché “ho una fottutissima paura di invecchiare”? Per cercare di capirci qualcosa, abbiamo interpellato la psicoterapeuta Maria Beatrice Toro che, insieme all’avvocato Maria Giovanna Ruo, ha scritto il libro Adolescenza e adultescenza. Riflessioni su nuove patologie e nuove normalità nel ciclo di vita e nelle relazioni familiari.
Quanto sei ADULTESCENTE?
a cura della dott.ssa Cristina La Rosa - psicologa Ausl 3 di Catania
A “Alla mia età è difficile andare a
vivere da solo…vuoto, ansia, tutti gli automatismi e le cose su cui contavo sono saltati, cose nuove da imparare, nuovi spazi, nuovi tempi… continuare a chiedermi se ho fatto la cosa giusta!”. Chi pronuncia questa frase che età ha?
1 Ancora troppo giovane, non è
2 Chiuderti in silenzio o ironizzare 3 Lasciare che l’altro si sfoghi, ne ha bisogno
4 Ascoltare e poi dire la tua 5 Rispondere a tono
C Un’automobile ti supera
a uno svincolo e ti stringe pericolosamente:
pronto
2 Un’età qualsiasi, ma reduce da un fallimento
3 Non importa l’età, è uno che non si sa adattare Uno troppo grande per riprendere 4 in mano la propria vita
B
Nel corso di una lite, che hai in parte provocato preferisci:
1 Troncare e allontanarti 16
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Un’avventura e ne vale la pena
3 Una liberazione e una conquista 4 5
Una necessità che vivo male
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Ok, ma le cose da stirare le fa mamma!
1 Pensi “chi ha dato la patente
Un momento di passaggio della vita
a questo incosciente!”
2 Ti accosti e lo fai passare, meglio stia lontano
3 Stringi il volante e non lo fai rientrare in corsia
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Gliene dici di tutti i colori
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Vado a vivere da solo! Ma fossi matto!
tue storie d’amore E Le somigliano di più a…
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Uno spot: brevi intervalli tra un tempo e l’altro della vita
2 Una sorsata d’acqua: facili, dissetanti, vitali, non lasciano il segno
3 Un temporale estivo: improvvise,
NUOVE “NORMALITÀ”
Dottoressa, cos’è l’adultescenza? «Il fenomeno è noto dagli Anni 80 e non è una sindrome né un disturbo. Riguarda il 50% degli adulti, per cui possiamo parlare di una nuova normalità statistica. Viviamo in una società liquida in cui si cambia lavoro, città, paese, relazione e famiglia così tanto frequentemente, che è difficile avere un’identità solida». Chi sono gli adultescenti? «Sono coloro che, cronologicamente adulti, hanno un’identità immatura e mettono in atto dinamiche e comportamenti tipici dell’adolescente. Molti di lo-
ro non sono mai entrati nel mondo del lavoro, altri anche a 35 anni preferiscono vivere con mamma e papà. Ma sono anche persone che, pur avendo fatto un un percorso “da grandi”, hanno inaugurato una sorta di adolescenza di ritorno, magari a seguito di una separazione». Qual è l’identikit degli adultescenti? «Rifiutano l’avanzare dell’età e si vestono in modo inappropriato. Hanno un modo di parlare giovanilistico, sono sportivi per status symbol, amano la vita notturna e quella mondana. Nella vita di coppia sono molto litigiosi perché, come l’adole-
Una riflessione sull’adolescenza come forma esistenziale dell’individuo postmoderno. Maria Giovanna Ruo (avvocato, docente di Diritto di famiglia presso l’Università Lumsa e presidente dell’associazione “CamMiNoCamera Minorile Nazionale”) e Maria Beatrice Toro (psicoterapeuta, presidente dell’associazione FederPsi e direttore didattico della Scint) hanno raccolto i risultati di anni di ricerche nel libro “Adolescenza e adultescenza. Riflessioni su nuove patologie e nuove normalità nel ciclo di vita e nelle relazioni familiari” (Casa Editrice Cisu, euro 20,50). Questo lavoro, grazie al contributo di diversi esperti, affronta da più punti di vista la crisi generazionale, la genitorialità fragile (genitori che si comportano come adolescenti e figli adolescenti che restano senza punti di riferimento) e la famiglia “liquida”. Quella tra avvocati e psicologi può sembrare un’accoppiata curiosa, e forse lo è, ma non nell’area della crisi delle relazioni familiari, ove le due professionalità interagiscono per la tutela dei figli minori, soggetti vulnerabili coinvolti nel conflitto dei genitori. Il testo si avvale inoltre del contributo di autorevoli esponenti di diverse discipline per un approccio interdisciplinare che rispecchia la complessità del fenomeno.
RISPONDI ALLE DOMANDE, SOMMA I PALLINI AZZURRI E ROSA ASSOCIATI ALLE TUE RISPOSTE E SCOPRI NELLA PAGINA SEGUENTE QUAL È IL TUO PROFILO
rinfrescanti, impetuose
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F 1 2
Una pianta: si sviluppano nel tempo ed io le curo Un bonsai: complete, armoniose, ma restano piccole Un pomeriggio/sera che ti appartiene:
G La frase che t’infastidisce di più:
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Accetta le conseguenze
2 Fai scelte responsabili 3 Affronta il cambiamento 4 E’ sempre stato così 5 Devi crescere
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Un film in buona compagnia
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Qualsiasi cosa, ma con la persona giusta
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Quattro chiacchiere a casa di qualcuno
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Un buon libro sul divano
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Una bellissima avventura da fare in due
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Una scoperta, anche individuale Mi sento ancora figlio, avrò con loro un ottimo rapporto Non ci penso, per ora c’è altro nella vita Un’evoluzione della coppia
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Con gli amici in giro Gioco, corse, scommesse, videogiochi
I Per te i figli sono…
mai dimenticato una H Hai ricorrenza che riguarda
L La parola “legame” ti evoca…
una persona a te cara?
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1 No, mai 2 Sì, qualche volta 3 È successo, ma ho saputo
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rimediare
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Non bado a queste cose
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I lacci di una scarpa: indispensabili per lo slancio Un vincolo, un ostacolo, un limite Una cravatta stretta: scomoda, ma in alcune situazioni ci vuole! Un sostegno: un aiuto nei momenti di fragilità Un nodo: qualcosa che ti àncora
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voglioviverecosì MARIA BEATRICE TORO «METTERE
IN GIOCO LA PROPRIA VITA È UNA FORMA DI LIBERTÀ, MA POI C’È UN MURO OLTRE IL QUALE NON È PIÙ CONSENTITO ESSERE ADOLESCENTI, ED È QUANDO SI DIVENTA GENITORI» scente, vivono una fase di ribellione. Sono poi caratterizzati da un’ambiguità identitaria, sposano la temporaneità, non si staccano mai dal ruolo di figli e, chiaramente, rifiutano quello di genitore». Avere una comitiva di amici, prendersi cura di sé e uscire la sera, ci fa tutti adultescenti? «Non esattamente. Avere un bel corpo ed essere protagonisti della propria vita sono esigenze assolutamente legittime. L’unico momento in cui però bisogna rivedersi è quando si diventa genitori, perché a quel punto le priorità devono cam-
biare e ai figli bisogna dare una direzione». Quindi l’adultescenza diventa un problema se si diventa genitori? «Può diventare un grosso problema: i primi tempi perché si vivono i figli come una limitazione della libertà, e poi quando il figlio è adolescente perché si entra in competizione. Mettere in gioco la propria vita è una forma di libertà, ma poi c’è un muro oltre il quale non è più consentito essere adolescenti. Per un figlio avere un genitore adultescente è un limite, un problema. Non è un caso se ci ritroviamo, per la prima volta nella storia, davanti a una popolazione minorile (da 0 a 18 anni) così problematica e disturbata... Ed è anche “grazie” al fatto che questi ragazzi non hanno avuto genitori adulti». Oggi l’adulto è isolato? «Non deve sentirsi solo, ma cercare di difendere il proprio punto di vista». Cosa distingue un adulto da un adultescente? «La capacità di prendere decisioni, di mantenerle nel tempo, e di assumersi responsabilità».
L’adultescente può cambiare? «Certamente. Bisogna fargli comprendere i vantaggi dell’adultità, spiegare che uscendo dalla crisi adolescenziale non sempre si perdono delle cose, ma se ne possono acquisire di nuove. Se questo passaggio avviene, la persona avvia un processo di crescita. Diversamente si rimane cronicizzati, cristallizzati in un tipo di vita per certi aspetti molto bella, ma comunque piena di ombre. Perché l’adultescenza, come l’adolescenza, è una maschera con cui si può ingannare chiunque, ma non se stessi».
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Quanto più una cosa è nobile e perfetta, tanto più tardi e più lentamente giunge alla maturità. (A. Schopenhauer)
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Io vivo in quella solitudine che è dolorosa nella giovinezza, ma deliziosa negli anni della maturità. (Albert Einstein)
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Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c’è un’età in cui si sbarca. (Italo Calvino)
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Maturità dell'uomo: significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giuochi. (F. Nietzsche)
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Dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia. (Albert Camus)
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...Ma io sono fiero del mio sognare,di questo mio eterno incespicare e rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai! Non sai che ci vuole scienza, ci vuole costanza, ad invecchiare senza maturità, ma maturo o meno io ne ho abbastanza della complessa tua semplicità... (F. Guccini)
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Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera. (P. Coelho)
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Ho cercato sempre di non deludere gli altri, di non essere un peso o una preoccupazione. (Fabio Volo)
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SOMMA I PALLINI AZZURRI E ROSA CHE HAI TOTALIZZATO E SEGNA IL PUNTEGGIO SUI RELATIVI RIGHELLI GRADUATI. INCROCIA I RISULTATI NEL GRAFICO E TROVA IL PROFILO CORRISPONDENTE
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da donna a donna
bella e sicura di sè
L’ATTRICE PALERMITANA RICEVE OGGI A BERLINO IL PREMIO SHOOTING STAR. ORMAI CONSACRATA TRA LE DIVE ITALIANE PIÙ AMATE. È DETERMINATA E HA LE IDEE CHIARE: «ODIO LA RETORICA DEL VIVA LA MAMMA QUANDO IN QUESTO PAESE UNA DONNA INCINTA, SPESSO, È CONSIDERATA FUORI DAI GIOCHI»
foto di Fabio Lovino 20
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Isabella Ragonese
«L’ITALIA Guia Jelo
NON È UN PAESE PER MAMME» di maria enza giannetto
un’attrice di grande versatilità e profonda intelligenza, con la capacità di esprimere un percorso emotivo a tutto tondo sullo schermo, interprete di volta in volta fragile, intensa, sofisticata e inquieta», così la giuria di Berlinale 2012 - Festival del cinema di Berlino - ha definito Isabella Ragonese proclamandola Shooting star (insieme con altri 9 giovani attori “emergenti” da tutta Europa ospiti della 62a edizione che si svolge questa settimana). L’attrice palermitana, unica italiana della rosa, proprio oggi riceve il riconoscimento che la conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, tra le più interessanti interpreti cinematografiche e teatrali del momento. Eppure Isabella Ragonese, 30 anni, bella e brava, come la definiscono tutti, rimane con i piedi per terra e si imbarazza ancora per qualche complimento, tanto che, appena le chiedo se sa che tra le pagine Facebook create dai suoi fan ce n’è una che... mi interrompe subito, sorridendo e dicendomi: «Ma dai, che bello... Però non mi piace chiamarli fan, preferisco parlare di persone che mi seguono e apprezzano il mio lavoro».
«È
Va bene, allora, sai che un tuo ammiratore su una pagina Facebook scrive: “Actress. Woman you can easily be mad about” (Attrice. Donna per cui potresti facilmente perdere la testa) e ancora, dopo aver sciorinato aggettivi sulla tua avvenenza... “probabilmente, l’attrice più bella del cinema italiano”? «Addirittura.... No, non lo sapevo. Non ho un profilo Facebook e sicuramente non lo creerò mai, però certo i giudizi positivi, anche se restano personali, mi fanno piacere. E poi, mi ricordano che ci sono tante persone che mi seguono con molto affetto, anche se io, con le mie scelte sempre varie, spesso le confondo un po’». Di certo a Isabella piace cambiare. Tanto che, da una veloce ricerca su Google, oltre a bella e brava - gli aggettivi più ricorrenti accanto al suo nome - si trovano anche carismatica, sensuale, trasformista. Già, trasformista. Perché, se l’abbiamo conosciuta al cinema come sicula doc nel film “Nuovo Mondo” di Emanuele Crialese, il suo volto si è impresso nella memoria di molti come quello di Marta, la rossa protagonista di “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì. E poi, solo per dirne alcuni, è stata l’angelica co-protagonista di “Viola di mare” di Donatella
Maiorca, la tenera mamma Elena in “La nostra vita” di Daniele Luchetti e l’alternativa Michela, “fidanzata a tempo” di Giacomo (Fabio Volo) in “Un giorno in più”, film diretto da Massimo Venier nei cinema lo scorso dicembre. Ruoli che l’hanno portata a collezionare 12 film in 5 anni, a vincere un Nastro d’argento, e a qualche nomination al David di Donatello. E poi, è stata sui red carpet dei migliori festival del cinema e non ha, di certo tralasciato il teatro - suo primo amore - scritto e recitato, tanto che in questo momento è impegnata nella tournée dello spettacolo “La commedia di Orlando”, di Emanuela Giordano. «Sono un’attrice - dice sorridendo - . Credo che la divisione netta tra teatro o cinema, sia molto italiana e io non li separerei in maniera così drastica. Ovviamente sono due mezzi diversi ma possono convivere benissimo. In Inghilterra, ad esempio, ci sono attori che passano dall’interpretare Shakespeare sul palcoscenico a una sitcom in tv. Quello che è certo è che bisogna sempre studiare molto, il teatro mi ha aiutato in questo mestiere, mi ha insegnato tempi e rigore, ma a ogni esperienza al cinema imparo qualcosa di nuovo. Comunque, non vorrei mai essere costretta a fare una scelta tra i due». Come madrina al festival di Venezia, nel 2010, hai discusso il ruolo della donna nel cinema dicendo che ci sono poche donne protagoniste. «Beh sì, ma quel discorso è stato spesso travisato. Non vorrei che fosse confuso con una questione di protagonismo o di sessismo. Ero a Venezia anche per presentare “Il primo in carico” di Giorgia Cerere - credo che in Sicilia non sia neanche arrivato - un film che avevo scelto di fare perché nel nostro cinema mancano storie raccontate da personaggi femminili. Tutto ha sempre inizio con “c’era un ragazzo che poi ha una fidanzata, o c’è un uomo che ha un’amante”. È difficile trovare storie che abbiano un punto di vista, sin dall’inizio, al femminile senza che, però, siano considerate storie di genere. Non capisco perché, se c’è una protagonista donna, si debba parlare di “storia al femminile”, mentre non si dice mai “un romanzo al maschile”. Io credo che una donna possa tranquillamente essere protagonista di una “storia normale”. È il nostro atteggiamento che deve cambiare». In effetti nello spettacolo “La commedia di Orlando” il punto di vista è quello della donna. «In realtà il punto di vista cambia, soprattutto quello de-
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1 I MILLE VOLTI di Isabella: Marta in “Tutta la vita davanti” (1); madrina al Festival di Venezia 2010 (2); protagonista di “La commedia di Orlando”, spettacolo iberamente tratto da Orlando di Virginia Woolf, prodotto da Compagnia Enfi Teatro e diretto da Emanuela Giordano. Musiche della Bubbez Orchestra eseguite dal vivo da Giovanna Famulari e Massimo De Lorenzi. In scena anche Guglielmo Favilla, Andrea Gambuzza, Claudia Gusmano, Fabrizio Odetto, Laura Rovetti e Sarah Biacchi nel ruolo di Mrs Virginia Grimsditch. Lo spettacolo, in tournèe in questi mesi, sarà al Teatro Verga di Catania dal 22 maggio (3, foto di Fabio Lovino); l’attrice con Fabio Volo in una scena del film “Un giorno in più” (4) gli altri. Il romanzo di Virginia Woolf è piuttosto atipico: si tratta di una lettera d’amore scritta per un’amica, in cui la Woolf racconta come, attraverso i secoli, Orlando, uomo, diventi donna ma preservi un carattere di individualità che va al di là del genere. Orlando resta Orlando ma gli altri lo vedono in modo
Nel nostro cinema
MANCANO STORIE RACCONTATE DA PERSONAGGI FEMMINILI SENZA, PER QUESTO, ESSERE CATALOGATE COME “DI GENERE”. UNA DONNA PUÒ ESSERE PROTAGONISTA DI FILM “NORMALI”
diverso: per esempio, da uomo può sposare chiunque, da donna è, invece, una vecchia zitella. È uno spettacolo divertente e rocambolesco, ma non c’è nulla di femminista si tratta di una riflessione su cosa resta dell’identità al di là dei generi». In molti film che hai interpretato ricorre il tema del precariato, lavorativo e sentimentale. È lo specchio dei nostri tempi? «“Tutta la vita davanti” è rimasto nell’immaginario di molti perché è stata la prima pellicola popolare che parlasse davvero di qualcosa che tutti sapevano ma che non si era ancora visto al cinema. Il film ha dato voce agli invisibili, a quei giovani pieni di sogni e talento, costretti a barcamenarsi in una società che non li tutela. Il cinema rappresenta la realtà e sarebbe stato fantascientifico parlare di una neo-laureata che trova la propria realizzazione, lavorativamente, nel giro di pochi mesi. Almeno, da quello che vedo tra tanti miei amici, non mi pare funzioni così. Anche in “Un giorno in più”, Michela è una giovane donna che riesce a far carriera nel mondo editoriale solo volando a New York. Ora, non voglio sottolineare alcun messaggio sociale in questa
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commedia, sarebbe una forzatura, ma il libro di Fabio Volo e quindi il film racconta storie di vite contemporanee, storie reali». Sei innamorata, fidanzata, sposata? «Sono innamorata e fidanzata». A proposito di “Un giorno in più” se non fossi fidanzata cominceresti mai una storia a termine come quella dei due protagonisti del film? «No, non ci riuscirei mai. Sono una fatalista e da buona siciliana lascio che le cose facciano il loro corso, senza tanti artifici. Quell’atteggiamento cervellotico è più da Fabio, che riflette e analizza tutto. Io le cose le vivo». Non ami programmare, quindi inutile chiederti se pensi di diventare mamma e quando? «Non ho assolutamente l’ansia della procreazione e mi piacerebbe non dover mai ritrovarmi a fare un figlio solo perché tra “un anno non potrò più farlo”. Certo ho ancora 30 anni e credo di averne di tempo, ma sono consapevole che noi donne siamo spesso pressate dalla società. Solo che, davvero, non credo che si possa essere considerate donne a metà solo perché non si diventa madri. Conosco donne molto gratificate pur non avendo neanche considerato l’idea di avere figli, oppure mamme con tanti bambini ma frustratissime. Odio l’idea di proiettare tutte mie aspettative e soddisfazioni su una terza persona. Un figlio deve arrivare nel momento in cui la coppia ne ha voglia. E poi non sopporto la retorica, molto italica, del “viva la mamma”, quando in fondo questo Paese, le mamme non le aiuta in alcun modo. Anzi. Una donna incinta sembra fuori dai giochi». Qual è il tuo rapporto con Palermo? «Ormai, purtroppo ci torno poco. Sono stata a casa per le feste natalizie e durante le tournée in Sicilia, ovviamente ci passo, oppure vengono i miei a vedermi, ma niente di più. I primi tempi, a Roma, avevo preso una stanza in affitto ed ero decisa, a tutti i costi, a considerarla solo come un appoggio, ma ormai mi sto rassegnando alla capitale... Anche se poi, a dirla tutta, non è che a Roma ci stia tanto, pur odiando l’aereo sono sempre in volo».
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LA NUOVA DIVA sabella Ragonese è nata a Palermo, il 19 maggio 1981. Dopo aver vinto concorsi per artisti emergenti (tra i quali l’Inda, cui ha partecipato con un saggio breve sulla figura di Ecuba nella tragedia euripidea), nel 2000, consegue il diploma di recitazione presso la Scuola Teatès di Michele Perriera. Da lì comincia a dedicarsi a tempo pieno alla carriera di attrice, curando anche la scrittura. Il suo primo film è stato “Nuovomondo” di Emanuele Crialese. Dopo l’indipendente “Detesto l'elettronica stop” di Cosimo Messeri, ottiene il ruolo di Marta, la protagonista del film di Paolo Virzì, “Tutta la vita davanti”, che le vale una candidatura ai Nastri d'argento 2008 come migliore attrice protagonista. Nel 2008 è stata scelta come interprete per il film “Viola di mare”, al fianco di Valeria Solarino e diretta da Donatella Maiorca. Nel 2009 torna sul grande schermo con “Due vite per caso”, regia di Alessandro Aronadio, “Oggi sposi” di Luca Lucini e “Dieci inverni”, regia di Valerio Mieli. Nel 2010 interpreta Elena, la moglie di Elio Germano, nel film “La nostra vita” di Daniele Luchetti per cui vince (e per “Due vite per caso”) il Nastro d'Argento alla migliore attrice non protagonista. Nello stesso anno è stata madrina della 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Per “La nostra vita” riceve la sua prima candidatura ai David di Donatello 2011 come miglior attrice protagonista. Nello stesso anno è protagonista del film “Il primo incarico” diretto da Giorgia Cecere e di “Un giorno in più”, con Fabio Volo. In questi mesi è a teatro con “La commedia di Orlando”, tratto da Virginia Woolf e diretto da Emanuela Giordano.
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IL NOSTRO ZOOM SUI TALENTI NOSTRANI, DONNE CHE SI SONO DISTINTE PER I RISULTATI E I SUCCESSI OTTENUTI NEL LAVORO, NELLO SPORT, IN TEATRO, AL CINEMA. E NELLA VITA X
VALERIA CONTADINO La devozione verso Sant’Agata le ha ispirato il recital “Agata tra cielo e terra”. Ma quella andata in scena il 30 gennaio scorso al Palazzo della Cultura di Catania è solo l’ultima di una serie di prove attoriale che hanno visto la catanese Valeria Contadino impegnatissima sul palcoscenico sin da dicembre. Prima nelle vesti di Carmela Alfallipe in La Mennulara e poi nella parte della criata in La governante. «È un bellissimo momento, sono molto impegnata ma ho sempre molta carica e lo devo soprattutto alla mia famiglia», dice Valeria che a 34 anni concilia benissimo la sua professione con il suo “ruolo” più grande, quello di mamma di 5 bambini (di cui 4 sono 2 coppie di gemelli). «È difficile - dice - è un continuo esercizio X di disciplina e sacrifici ma la gioia che ne ricevi li ripaga tutti».
ANNA INCERTI Anna Carmela Incerti, maratoneta bagherese, medaglia d’argento ai Campionati Europei di Barcellona 2010, rappresenterà l’Italia alle Olimpiadi di Londra 2012. Classe 1980, corpo scolpito di chi passa intere giornate ad allenarsi, la maratoneta è tesserata dal 2004 per il Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, ed è allenata da Tommaso Ticali. Ai mondiali di Osaka 2007, la Incerti si è classificata 17ª nella maratona, miglior piazzamento tra le italiane e poi 14ª alle Olimpiadi di Pechino. La sua principale affermazione è stato il bronzo agli Europei di Barcellona nel 2010 (successivamente argento, a seguito della squalifica della lituana Živilė Balčiūnaitė). Nel 2011 ha ritoccato il suo record personale, correndo alla maratona di Berlino (2h25'32") e strappando il pass per le Olimpiadi assieme alle altre atlete italiane Rosaria Console e Valeria Straneo.
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TEA FALCO Dalla macchina fotografica alla cinepresa. L’obiettivo, però, ora è puntato su di lei: da fotografa ad attrice. La giovane catanese Tea Falco (ha 25 anni), già nome affermato nel mondo della fotografia è la protagonista di “Io e te”, il nuovo film di Bernardo Bertolucci, che arriverà nelle sale il prossimo maggio (parteciperà al Festival di Cannes). Tea ha cominciato ad esprimersi con la fotografia a 13 anni, una grande passione che l’ha portata a vincere, tra gli altri, il Premio Cascella 2011 “Pluribus Unum” e a partecipare a mostre e personali d’arte e fotografia come quella alla Adc contemporany art gallery di Los Angeles. Da Catania si è trasferita a Roma per inseguire l’altro grande sogno: fare l’attrice. Aveva debuttato nel 2005 nel film “Un angelo per amico” di Adriano Chiaramida e poi nel 2007 è stata nel cast di “I Vicerè” di Roberto Faenza. Per il ruolo di Olivia nel film del maestro Bertolucci, Tea è stata scelta tra centinaia di candidati, dopo tre mesi di provini.
SILVIA FAMÀ Grazie al suo progetto “Cucine d’Italia” è stata una delle vincitrici del concorso nazionale “Idee in rosa”, l’iniziativa del Cicas (Confederazione italiana commerciante, artigianato, servizi e turismo) che ha scelto cinque donne che nel 2011 hanno rappresentato il meglio dell’imprenditoria al femminile. Silvia Famà, giovane imprenditrice messinese nel settore dell’arredo, è stata premiata il 3 febbraio in occasione del convegno internazionale “Leadership al femminile: la donna come capitale aziendale” organizzato a Roma. Una iniziativa che fa parte di “Impresa Donna”, il progetto del Cicas che ha come obiettivo la valorizzazione del livello umano e professionale delle donne e per favorire la presenza femminile nel mondo del lavoro. Innovazione, creatività e comunicazione sono al centro di “Cucine d’Italia”, un concept culturale dove protagonista è la cucina intesa come non luogo in cui far incontrare i designer e le imprese con le più svariate forme d’arte.
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Social FOOD obiettivo fare “rete”. DALLE “CENE CLANDESTINE” INVENTATE DA TRE GIOVANI DONNE TORINESI ALLE “DINNER” ORGANIZZATE DALLE GIRL GEEK CATANESI. NUOVI FORMAT PER LA SEMPREVERDE ACCOPPIATA FRA ENOGASTRONOMIA E ATTIVITÀ SOCIALI di GIANLUCA REALE etti una sera a cena dodici persone che non si sono mai viste tra di loro. Aggiungi un menu di qualità curato fin nei minimi particolari e una location tutta da scoprire, ovvero la casa di uno dei commensali, comunicata agli inviatati soltanto all’ultimo momento via sms. Ed ecco servita la “cena clandestina”, un format socio-gastronomico innovativo e dal sapore carbonaro che mette a tavola sconosciuti da far conoscere gli uni con gli altri. Natu-
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ralmente davanti a un piatto gustoso e a un buon calice di vino. Ed è con questi ingredienti infallibili che a Torino da qualche mese hanno preso piede le “cene clandestine”, che mettono insieme a tavola mega manager e studenti, professionisti e impiegati, offrendo una chance in più nelle pubbliche relazioni sfruttando la tentazione del palato. E che tentazione: polpette di melanzane e azuki con crema di sedano bianco, zuppetta di ceci e erbette con spuma di zucca, orecchiette al rosso di cime di rapa, scottata di maialino all'arancia
IN ALTO, UNA “CENA CLANDESTINA” A TORINO. SOPRA, DALL’ALTO, LE TRE IDEATRICI DEL FORMAT AL LAVORO IN CUCINA E I PIATTI IN PREPARAZIONE PRIMA DI ESSERE SERVITI
con salsa viola, cheesecake al lime&menta su coulis di kiwi è, per esempio, il menu della cena più recente. L’idea l’hanno avuta tre giovani donne - è un caso? - che vivono nel capoluogo piemontese: Rossella Tarantino, Elena Bravetta e Francesca Anedda, quest’ultima “l’artista” dei fornelli che sogna di aprire un giorno un ristorante stellato tutto suo. Ne hanno organizzate già sei di cene clandestine, dallo scorso luglio a oggi. «Avevo visto in tv un programma sulle persone che fanno della propria casa un ristorante, organizzando cene a pagamento. La cosa mi ha ispirato, ma l’ho pensata un po’ più “social” – racconta Elena Bravetta, 34 anni -. Cerchiamo ogni volta una casa diversa chiedendo ad amici o conoscenti, talvolta anche a sconosciuti. Organizziamo la cena lì (è tutto cucinato in casa, sul posto, ndr) e invitiamo una serie di persone, ancora una volta cercando tra le nostre conoscenze. Il “lavoro” da fare è mandare l’invito a persone che possano piacersi, stare bene a tavola e dialogare insieme. La regola – aggiunge Bravetta –, è che ogni invitato può portare con se una sola persona. I dodici che si prenotano per primi ceneranno insieme alla data fissata». Ai partecipanti viene chiesto un contributo per coprire le spese di un menu di alto livello. E il bello, oltre al piacere del palato, è che ne nascono serate divertenti, che finiscono anche a notte fonda e creano rapporti di amicizia e magari
di collaborazione professionale. Ci si scambiano mail, numeri di telefono, spesso ci si rivede. Sia chiaro, non è un format per fare incontri amorosi per single. Tutt’altro. Il fine è proprio sociale. Fare nuove conoscenze, ampliare la propria rete di relazioni. E naturalmente mangiare bene. D’altronde, fare networking a tavola è notoriamente più facile. In cantiere c’è già una “festa dei clandestini” per il prossimo giugno, a cui invitare (luogo top secret) tutti quelli che hanno partecipato a una serata. Di queste originali cene torinesi s’è accorto anche Andrea Graziano, appassionato e innovatore ristoratore catanese, che c’ha scritto su un post sul gettonato blog caponataweb.com qualche tempo fa. «Oggi la gastronomia è alla ricerca di formule nuove, non più legate all’andare a mangiare al ristorante fuori casa – dice Graziano –. Da noi le tendenze arrivano un po’ più in ritardo, ma il fenomeno dei cuochi a domicilio c’è già da un po’ (ultimo dei quali, per esempio bad girls kitchen, tre ragazze catanesi che tentano la strada del catering a domicilio, cercare su Facebook, ndr). Anche noi, dal nostro blog abbiamo sperimentato formule originali e toccato la voglia di partecipazione quando abbiamo mandato in streaming web alcune spaghettata a tema tra una decina di amici. Per esempio, quella sulla pasta alla carbonara, quattro chef a misurarsi sulla ricetta con in-
web/1 È ARRIVATA LA MANIA DEL FOODSPOTTING È il fenomeno del momento tra i social network dedicati al cibo. Si chiama “Foodspotting” (www.foodspotting.com) ed è una un social network in cui postare la foto del piatto che ci si ritrova davanti, soprattutto al ristorante, ben presentato e di ottima qualità. Lo slogan è: “Trova e consiglia i piatti, non solo il ristorante”. Funziona in modo immediato, con uno scatto dal proprio smartphone. Basta scaricare l’applicazione – per Windows, iPhone o Android – fotografare il piatto e condividerlo sul social network, accompagnandolo con la localizzazione. Insomma, un modo di consigliare a chi si trova nei paraggi di quel ristorante o ci si ritroverà in futuro, cosa assaggiare. Insomma, una guida gastronomica quasi in tempo reale in modalità user generated content (contenuti generati dagli utenti), tutta da commentare e condividere. Anche questa è nata negli States, in Italia i foodspotter non sono ancora numerosissimi, ma già dalle città più importanti arrivano diverse segnalazioni. (g.r.)
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web/2 SOPRA, A SINISTRA, UN VASSIOIO DI DOLCI ALLA GIRL GEEK DINNER, AL MAMMUTH DI CATANIA LO SCORSO DICEMBRE (FOTO FRANCESCA OLIVA). A DESTRA, UN MOMENTO DEL BRUNCH “TAVOLA PERIODICA”, ANCH’ESSO DICEMBRE, A THE HUB SIRACUSA
gredienti di prima qualità. Sul blog abbiamo ricevuto centinaia di mail di gente che sarebbe voluto venire». Insomma, i tempi sono maturi per introdurre novità in materia di manicaretti e socialità anche qui in Sicilia. Il cibo è anche una delle componenti delle dinner (le cene, ma diciamo piuttosto aperitivi rinforzati) organizzate dalla ragazze appassionate di tecnologia, internet e nuovi media, le Girl Geek, che a Catania hanno un gruppo di riferimento formato da sei “ragazze hitech”: Giuliana, Perla, Violetta, Luisa, Lia e Stefania. Nato nel marzo del 2011, il gruppo girl geek ha già dato vita a due
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C’È UNA RICERCA DI FORMULE NUOVE, DIVERSE DAL SEMPLICE ANDARE AL RISTORANTE “dinner”. Una a giugno e una a dicembre dello scorso anno. «Certo l’elemento gastronomico non è rilevante come in altri format – spiega Luisa Santangelo, blogger conosciuta in rete come “la capa” -. E’ più un’occasione per incontrarsi, mangiare e bere qualcosa, fare networking e parlare di ciò che ci appassiona in un contesto informale». All’evento dello scorso dicembre, le girl geek catanesi (www.girlgeekdinnersicilia.com) hanno invitato la food blogger romana Tania Valentini e le hanno anche chiesto una ricetta per le feste, visto che le feste (o meglio (”No tech, no party”) erano il tema della serata. A ogni evento partecipano in media circa in sessanta, quasi tutte donne. Provenienti anche da Messina, Siracusa, Palermo. «Gli uomini sono ammessi solo su invito delle ospiti, ma finora abbiamo bloccato la loro partecipazione per mancanza di posti, tranne qualcuno che abbiamo ritenuto meritevole perché s’è dato da fare sul web a promuovere l’appuntamento. Gli abbiamo fatto fare il valletto sculettante, dando alla
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serata un tocco di ironia», confessa Santangelo. Le prenotazioni alle dinner vanno sicuramente a ruba. Da quando viene comunicata la possibilità di prenotarsi on line, nel giro di 4 ore tutti i posti sono esauriti. Poi resta soltanto la lista d’attesa. Altra esperienza. C’è chi ha voluto importare un format in cui socializzazione, buona cucina e creatività sembrano aver stretto un patto di ferro. Il format si chiama “tavola periodica” e in fondo è un riadattamento italiano dell’americano Sunday Soup. L’hanno proposto per la prima volta in Sicilia, anch’esso lo scorso dicembre, lo staff di The Hub Siracusa, lo spazio vocato all’innovazione sociale realizzato nel cuore di Ortigia. Obiettivo, finanziare uno di sette progetti creativi selezionati a monte. Progetti illustrati dai rispettivi creatori durante un brunch, insomma un pranzo-colazione. I soldi ricavati dalle quote di partecipazione sono andati al progetto più votato dai commensali. Anche in questo caso la parte gastronomica non è centrale, non c’è forse il fascino della cena al tavolo, ma una delle regole è che a preparare il menu a buffet sia uno chef locale che utilizzi materie prime del territorio. «Il format di tavola periodica è piaciuto molto a tutti quelli che hanno partecipato – sostiene Viviana Cannizzo, pr di The Hub Siracusa –. Ottimo cibo, pubbliche relazioni e l’idea di poter giudicare un progetto creativo hanno fatto il resto». Si innescano dinamiche sociali. Chiamata a organizzare l’evento nel capoluogo aretuseo è stata un’altra donna, la padovana Katia Meneghini per conto di CTRLZack Studio, uno studio di design milanese. «L’accoppiata creatività e cibo funziona molto bene - spiega Katia - ma la formula è utlizzabile per mille altre cose». Dunque, aspettiamoci ulteriori novità.
CHEF A CASA PROPRIA PER GOURMET GIROVAGHI Potevano mancare nell’era dei social network, i social network del gusto? Naturalmente no. In rete ce ne sono tanti, ma bisogna distinguere tra quelli in cui si condividono informazioni su piatti, ricette, locali e recensioni e quelli che hanno invece la finalità di fare incontrare le persone a casa di altre. Di quest’ultima categoria fa parte per esempio “New Gusto” (newgusto.com), la “community del mangiare con nuovi amici in tutto il mondo”. Che cos’è esattamente? E’ un portale che mette in contatto chi è disponibile a cucinare i propri piatti in casa propria e chi, dall’altro lato, non disdegna di provare la cucina casalinga degli altri utenti. Una cartina del globo apre la home page e dei tondini verdi suggeriscono le “offerte” di cena attive al momento. Capita così di scoprire che anche in Sicilia ci sono utenti pronti a scommettersi ai fornelli. Come Costantina, che vive a Mandanici, in provincia di Messina. Sul suo profilo pubblica anche i (cinque) menu che propone e c’è da leccarsi i baffi: da quello “melanzane e spada” a quello “Sale&c.” con maltagliati cozze e ceci, pauro al sale in compagnia di pomodoro Pachino, olive e capperi. Chi sceglie di essere “guest” ovvero ospite a cena, dovrà partecipare alle spese se chi cucina lo richiede. Il resto è un’esperienza vera, fuori dal web, davanti a una tavola apparecchiata. Sul web si torna poi, per assegnare rating, punteggi, a chef e ospiti. Insomma, il giudizio degli utenti del network non permette scherzi. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche “Disharing” (www.disharing.com). Anche in questo network è possibile trovare qualche utente siciliano. Altro progetto, è “Cookhunter” (www.cookhunter.net): pure qui si può scegliere tra essere cook, cioè cuoco saltuario a casa propria o hunter, gourmet “cacciatore” di cene, pranzi, aperitivi ad alto tasso gastronomico fatti in casa. (g.r.)
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di venera coco iovane, giovanissimo, siciliano originario di Ispica, Daniele Carlotta a soli 26 anni è entrato a far parte del fashion system, varcando una delle porte principali per l’ affermazione degli stilisti emergenti, esponendo le sue creazioni nel noto multi-brand store di Dolce&Gabbana: Spiga 2. Dopo anni dedicati allo studio del fashion design, Carlotta ha aperto nel novembre del 2005 il suo primo atelier continuando il viaggio verso l'affermazione della propria identità stilistica. Pulizia e geometrie, vestibilità e volumi, queste le linee guida della sua collezione per la Primavera/Estate 2012. Suggestioni couture rivisitate in chiave contemporanea grazie all’ utilizzo di dettagli inaspettati, raffinati ed essenziali. Futurista e bon ton allo stesso tempo, lo stilista ragusano si riconosce nel rigore delle silhouette, nella palette di colori pastello e nei tagli tridimensionali. Gli abiti sono fittati a modello, i tagli rifiniti alla perfezione e le bordature lavorate secondo la tradizione dell’ alta sartoria. Coerenza di stile per ogni pezzo della collezione, costruita a regola d’arte. Per i giovani è sempre più difficile entrare a far parte del fashion system. Lei a 26 anni come c’è riuscito? «Ho avuto le idee chiare sin da piccolo. Tramite l’educazione allo stile e la determinazione sono riuscito a costruire il mio brand. Mi sono da sempre circondato di stoffe e tessuti che mi hanno guidato nel processo creativo e mi hanno permesso di sviluppare la “mia” donna». Quanto deve a sua madre, la “Signora della Seta”, nota commerciante di tessuti pregiati? «Forse tutto. Non immagino neanche come sarebbe stato il mio percorso senza
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Suggestioni COUTURE make-up philosophy. RIGORE DELLE SILHOUETTE, COLORI PASTELLO E TAGLI SARTORIALI NELLE CREAZIONI DEL SICILIANO DANIELE CARLOTTA. «L’ABITO È COME IL TRUCCO, PROTEGGE L’ESSENZA DI UNA DONNA»
la sua guida. Negli anni ’80, in Sicilia, aveva una boutique di tessuti pregiati; io ho sempre considerato quello store come un parco giochi di creatività. Lì ho avuto modo di conoscere e toccare con mano tutta una serie di stoffe deluxe e ricami preziosi, ho potuto studiarli e analizzarli ampliando, giorno dopo giorno, un discreto bagaglio di conoscenza che è divenuto fondamentale per il mio lavoro».
Far parte di “ Spiga2” , creato da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, cosa significa per un giovane designer? «Naturalmente ne sono lusingato. Credo che sia un contenitore meritocratico di talento. Chi transita per Spiga 2 ha davvero uno spiccato estro creativo ed in più ha il vantaggio di arrivare al consumatore finale e alla stampa in maniera molto più rapida. A me è capitato quasi per caso.
CREAZIONI DI DANIELE CARLOTTA PER LA COLLEZIONE S/S 2012. ORGANZA, CREPE DE CHINE, GEORGETTE E CHIFFON IMPREZIOSISCONO GEOMETRIE E VOLUMI
«esporre a spiga 2 PER ME È STATO
MOLTO IMPORTANTE. IL MULTIBRAND STORE DI DOLCE&GABBANA È UN CONTENITORE MERITOCRATICO DI TALENTO»
Sono andato a curiosare all’interno del concept store, ho proposto il look book della mia ultima collezione e, dopo poco tempo, i miei abiti erano esposti in vetrina». Quanto è importante, a suo avviso, l’apporto di stilisti famosi, come Dolce&Gabbana, e di editor-in-chief, come Anna Dello Russo o Franca Sozzani, per l’affermazione di nuovi talenti? «Non è solo importante, è quasi fondamentale. L’appoggio dei grandi nomi della moda ti presenta con maggiore fiducia al tuo pubblico. Appena ho esposto le mie creazioni a Spiga 2, nella mia casella di posta elettronica trovavo diverse richieste dalle testate di moda più importanti. Tutto questo è accaduto sicuramente perché le mie idee e il mio stile transitano in una delle vie del fashion più importanti al mondo». Quanta “Sicilia” c’è nelle sue creazioni? «Ciò che m’interessa trasmettere attraverso le mie collezioni sono le tecniche sartoriali siciliane, quella raffinata dedizione verso il tailor-made, i tessuti pregiati, le rifiniture sartoriali. Il mio stile, invece, riflette una ricerca dinamica senza però una precisa collocazione geografica».
Dalla Sicilia a Milano. Quanto è stato dil corpo della donna; da qui la scelta di evifficile affermarsi e staccarsi dal territoidenziare i fianchi e di conseguenza anche rio? il punto vita e il punto seno. Gli abiti «Dopo la maturità, ho perfezionato le mie nascondono al loro interno delle crinoline conoscenze stilistiche e accademiche tra ma il loro utilizzo è stato dettato dai vari Roma e Milano. Personalmente non ho fitting, una soluzione che soddisfaceva a mai sentito il distacco dalla Sicilia; questo livello sartoriale le mie esigenze e quelle tipo di lavoro presuppone un dinamismo del mio team». continuo che diventa prerogativa fondaHa affermato che la teoria del suo brand mentale per la formazione di una forte isi basa sul concetto di “Make Up”, inteso dentità stilistica». come maschera, involucro, addirittura Quali sono le sue fonti d’ispirazione? come packaging. Perché? «Cinema e musica ricoprono un ruolo im«La filosofia del “Make Up” lega sempre la portante all’interno del processo creativo collezione attuale a quella futura: è il leitche svela poi le mie collezioni. Quando motiv del mio brand. Per me l’abito è disegno un abito penso a Norma Shearer, come una boccetta di profumo che conad Ava Gardner, a Joan Crawford. tiene l’essenza fragile, ma determinata, di Immagino di conoscerle, mi immedesimo una donna. I vestiti, in quanto trucco e nel loro lifestyle, divago sulla loro vita primascheramento, ci nascondono da chi non vata a tal punto che la mia mente plasma merita di conoscerci, mostrandoci invece un vestito, come se fosse su misura per solo a chi può accedere alla nostra intimloro». ità». Quando ha capito che nella vita sarebbe Come pensa possano reagire gli stilisti diventato uno stilista? emergenti per fronteggiare la crisi eco«Non ho mai pensato di fare nomica internazionale in altro. Tutto è sempre stato atto? E lei come si vede orientato per raggiungere tra dieci anni? quest’obiettivo finale». «Credo fermamente che Nella sua collezione l’aspetto artistico prescinspring/summer 2012, le da da qualsiasi crisi. Tra forme delle sue donne dieci anni o forse più, mi sono molto prorompenti, vedo esattamente come ogli abiti sembrano quasi ra, alla ricerca di nuovi pernascondere crinoline sui corsi e sempre pronto a fianchi. Una scelta esteticarpire tutti gli aspetti evoca che vuole contrastare lutivi e dinamici che la mo“l’effetto anoressia” che da offre. Per me il successo domina sulle passerelle? non è e non sarà mai il «La decisione di usare la risultato finale, per questo crinolina sotto alcuni abiti intensificherò il dialogo non ha niente a che vedere artistico intrapreso con l’anoressia. Le forme qualche anno fa e mi condei miei abiti tendono a cederò il piacere del conDANIELE CARLOTTA valorizzare la femminilità e fronto». SICILIA INROSA
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BLOCKING
COME UN PATCHWORK. È IL NUOVO E FOLLE DIKTAT
MODAIOLO PER LA PROSSIMA SPRING-SUMMER: STAMPE, PATTERN E TEXTURE INSIEME PER OUTFIT CHE NON PASSANO INOSSERVATI 5
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a cura di Venera Coco 1. STAMPE ECLETTICHE SUL PARKA CORTO E SULL’ABITO CHEMISIER ADERENTE, BURBERRY 2. AU JOUR LE JOUR TRASFORMA GRAFICHE TRADIZIONALI IN MAXI VIRGOLE 3. FLASH CROMATICI VIOLA, ARANCIO E TURCHESE PER LE WEDGES DI ANDREA PFISTER 4. ANIMAL E FLORAL DAI TONI BLACK&WHITE, GUCCI 5. MULTICOLOR PATCHWORK SULLE DÉCOLLETÉ DI ERNESTO ESPOSITO 6. DI BURBERRY LA TOTE BAG IN RAFIA E PROFILI IN PELLE 7. ORTAGGI DI STAGIONE SU LONGUETTE E CHEMISIER DI DOLCE&GABBANA 8. SAPORE D’ORIENTE PER LEITMOTIV 9. FLUO IL SANDALO FIRMATO ERNESTO ESPOSITO 10. AZZURRA GRONCHI SOVRAPPONE SU “ELETTRA” LAMPI LIME A INSERTI DI PIZZO 11. DA MALÌPARMI SCIARPE E STOLE COME PIASTRELLE 12. PLATEAU RIGATO PER GLI ANKLE BOOTS BURBERRY 13. ECCENTRICO IL COORDINATO PRADA 14. GEOMETRIE E MACRO PIED-DE-POULE PER IL MINI DRESS MSGM 15. “CILIEGIE” È IL NOME DEL SANDALO DI MICHEL PERRY 16. “TECNOCRAVATTE” È LO STAMPATO ASTRATTO DELLA SHOPPING FIRMATA MALÌPARMI 17. RICORDA I COLORI DEI NATIVI AMERICANI IL COMPLETO PLEATS PLEASE BY ISSEY MIYAKE
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STILE
Dajana Roncione
«LA MODA?
UN GIOCO» FEMMINILE E GRINTOSA. Così piace
essere a Dajana Roncione, che vedremo presto in tv nella fiction dedicata a Walter Chiari “Fino all'ultima risata”, in programma il 27 e 28 febbraio su RaiUno, in cui veste i panni di Alida Chelli. Ampie scollature e tagli che esaltano le curve e definiscono la silhouette caratterizzano gli outfit scelti dalla giovane attrice monrealese. «Non amo lo stile bon ton - dice - trovo che mortifichi la femminilità».
ICONE DI STILE. In fatto di eleganza si ispira
alle attrici francesi Isabelle Adjani e Marion Cotillard. Eccola in total look Fendi al photocall durante l’ultimo Festival Tv di Monte-Carlo (foto a destra): un abito in seta azzurro impreziosito da cintura intrecciata, della Collezione Fendi Resort Autunno-Inverno 2011-2012, décollétes laminati con fiocco e pochette argentata. Ancora Fendi (in alto a sinistra) l’abito a sirena con scollatura sulla schiena scelto per il red carpet.
CREATIVA. La moda è un gioco, sostiene. E allora perché limitarsi? «Amo mischiare molto generi e marchi: amo Fendi, Scervino, Etro, Dior, ma compro pure H&M e Zara. Anche in jeans, se si sceglie l’abbinamento giusto, si può essere trendy». Tra qualche mese, Dajana tornerà su RaiUno con la fiction “Il maratoneta”, la miniserie sulla vita di Dorando Petri, il primo maratoneta italiano che partecipò alle Olimpiadi di Londra del 1908. Nel cast anche Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti e Alessandro Haber.
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1. FURLA SI VESTE DI ROSSO CON LA 6 BORSA BAULETTO “AMALFI” E GLI OCCHIALI DA SOLE DELLA LINEA “CAPRI” 5 2. PER GLI INNAMORATI LA COPPIA DI MUGS "HIS ‘N’ HERS”, DI WILD&WOLF DISTRIBUITE DA GIFT COMPANY ITALY 3. A FORMA DI CUORE LA FIBBIA DELLA CINTURA GUCCI IN LIMITED EDITION 4. DA ANNABAIGUERA LE BALLERINE IN VERNICE CREMISI CON PROFILI E FIOCCO A CONTRASTO 5. SWATCH LOVE COLLECTION GLI OROLOGI “CATCH MY HEART” E “LOVELY MINE” 6. COLLANA-PEN DRIVE LA “USB HEART INDIAN SIAM” DI CASA SWAROVSKI 7. CUPIDO CONQUISTA PIEDI E GAMBE CON LE CALZE GALLO PER LEI&LUI 8. KEITH HARING “PEOPLE&HEARTH” SULLA COVER PER I-PHONE FIRMATA CASE SCENARIO 9. DICHIARAZIONE D’AMORE SULLA T-SHIRT IN JERSEY DI COTONE, DIMENSIONE DANZA (ve.co.)
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setting La Perla foto Mary Rozzi model Jeisa Chiminazzo a cura di Venera Coco
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CENTO ANNI MA NON LI DIMOSTRA. A TRIANGOLO O A BALCONCINO, PUSH UP O MINIMIZER, CON O SENZA FERRETTO: A UN SECOLO DI VITA IL REGGISENO RIMANE UN CAPO CULT, CAPACE DI ANDARE INCONTRO AD OGNI ESIGENZA, SENZA PERDERE NULLA DEL SUO INTRAMONTABILE FASCINO
A SINISTRA: FA PARTE DELLA COLLEZIONE SMOKING DI LA PERLA IL COMPLETINO IN TULLE RICAMATO A MOTIVI FLOREALI CHE CREA EFFETTI SUGGESTIVI ACCOSTATO AL RASO DI SETA VERDE PETROLIO A DESTRA: LINGERIE IN PIZZO CHANTILLY CON BORDI SMERLATI IN TULLE E RASO DI SETA PER UN SOFISTICATO GIOCO “VEDO NON VEDO” (MEZZANOTTE COLLECTION) SOTTO: ALLURE ANNI ’20 PER IL REGGISENO A BALCONCINO E SLIP ALTO, DELLA LINEA LP DESIGN COLLECTION IN LYCRA E TULLE RICAMATO CON RICERCATI MOTIVI CHE RICORDANO IL SOUTACHE, UNA DELLE LAVORAZIONI CULT DI LA PERLA. IN BASSO A DESTRA, REVERS E DETTAGLI RUBATI ALLO SMOKING DA UOMO DANNO UN TOCCO DI GRINTA AL PUSH-UP CON RICAMI BLACK, DELLA LINEA SMOKING
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MISE DA SERA. REGGISENO A TRIANGOLO, STRINGIVITA E PERIZOMA, IN SETA E TULLE ARRICCHITI DA LUCCICANTI CRISTALLI PER LA COLLEZIONE EXCLUSIVE, IN EDIZIONE LIMITATA, FRUTTO DELLA LIAISON CREATIVA TRA LA PERLA E SWAROVSKI ELEMENTS
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SOPRA: IL CLASSICO PIZZO A MOTIVO FLOREALE DELLA LINEA LP CODE COLLECTION, IMPALPABILE E PREZIOSO SI UNISCE ALLA LAVORAZIONE A FRASTAGLIO SU PUSH-UP E PERIZOMA IN MORBIDA CHARMEUSE DI LYCRA CON ELEGANTI "NERVURES” SUL DAVANTI A DESTRA: NELLA COLLEZIONE LULÙ LE PIUME DI MARABÙ, ACCESSORIO PROTAGONISTA DEGLI ANNI VENTI, PRESTANO I LORO DISEGNI AL TULLE RICAMATO PER DARE VITA AD UN COMPLETO INTIMO DI SEDUCENTE LEGGEREZZA GRAZIE A TOCCHI ANIMALIER
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a cura di rita la rocca
essenze L’AMORE SECONDO LA PRAIRIE
LA primavera SBOCCIA IN ANTICIPO
Per festeggiare San Valentino la casa svizzera La Prairie propone tre nuove fragranze che celebrano il mistero, la seduzione e la femminilità della donna. Un pack impreziosito da cristalli rossi come rubini avvolge Life Threads Ruby, un profumo seducente e passionale caratterizzato da un bouquet fiorito e orientale. Pensato per una donna irriverente e sicura si sè, Midnight Rain è un abbraccio di fresia, giglio bianco, orchidea, fiori di prugna e ambra, patchouli, vetiver e note di legno. Impresse indelebilmente nella memoria olfattiva, le note uniche di Silver Rain sono il risultato del virtuosismo del XXI secolo, ma possiedono la magia della foresta esotica del remoto Madagascar.
come in un roseto. e temperature proibitive delle ultime settimane fanno sembrare la primavera ancora un lontano miraggio. Le grandi maison di make-up però non sembrano curarsi del gelo che attanaglia le nostre città e ci proiettano nella stagione calda con collezioni che “rubano” i colori e le forme a un giardino primaverile. Per la collezione Roseraie Des Délices Lancôme ha tratto ispirazione dall’atmosfera incantata del dipinto “Il giardino delle delizie” di Jérôme Bosch. Sembra una rosa appena colta il blush La Roseraie il cui colore rosato rischiara il viso mentre la sfumatura alla pesca riscalda l’incarnato. Romantica e seducente, la collezione Jeans N’ Roses di Pupa fonde sapientemente il fascino del denim alla leggerezza delle
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LA PELLE SI ILLUMINA CON LE NUOVE LINEE MAKE-UP CHE SEMBRANO AVER RUBATO FORME E COLORI A UN GIARDINO IN FIORE
stampe floreali. “Gioiello” della linea il delicato Blush Duo, con illuminante centrale. Nei suoi splendidi giardini in Normandia Dior organizza una festa con la collezione Garden Party il cui pezzo forte sono le clutch impreziosite dall’incrocio di due rose cesellate sulla chiusura e disponibili nelle varianti Milly Garden e Granville Garden. Protagonista della collezione Les Roses et Le Noir di Guerlain è la gardenia che ispira il pezzo forte della linea, Météorites Cruel Gardenia, una polvere illuminante dalla texture leggera. Sembra di vedere i colori dei campi di grano nella linea Instant Bucolique di Givenchy. Must have della collezione Le Prisme Visage Bucolique, una polvere compatta che, con una delicata miscela di colori e di pigmenti nei colori primaverili, illumina tutti i tipi di pelle con un leggero velo glow dinamizzante.
DOPPIA CONVENIENZA CON I KIT PUPA A marzo Pupa dedica un’offerta speciale alle sue fan. I tre trattamenti Volumizzante Seno sono offerti in edizione limitata insieme all’olio ultraelasticizzante che tonifica la pelle contrastando il rilassamento cutaneo. Inoltre, per ogni trattamento seno venduto fino a maggio, Pupa devolverà un euro a sostegno della Fondazione Umberto Veronesi.
APRIL, MAY, JUNE TRE MESI CON CHANEL È un omaggio alla primavera la collezione Harmonie de Printemps di Chanel. Must have della linea i tre smalti che ci accompagneranno fino all’arrivo dell’estate: April, una via di mezzo tra i toni freddi dell’inverno e quelli sparkling dell’estate; May, rosa confetto fresco e sensuale; June, albicocca, vivace dal velvet touch.
hairstylist di antonio morici *
RITORNANO LE MASCHIETTE a settimana della moda parigina ha chiuso la lunga kermesse delle sfilate invernali, lasciando a noi appassionati l’interrogativo su cosa andrà di moda quest’anno. In fatto di capelli, i trend emersi sono diversi, dal ritorno a forme più naturali, a texture più asciutte e mat, quasi a creare un effetto “polveroso”, fino ai tagli sfilati e a forme dall’effetto poco costruito. Non poteva mancare uno sguardo al passato, che stavolta ha posto l’accento sugli Anni 20, con il ritorno del Flapper Style. Rivivono gli anni ruggenti in cui, con l’emancipazione femminile, nasce la moda della “maschietta” (flapper) e da qui il taglio à la garçonne. Ispirato al Flapper Style, ma rivisitato in chiave moderna, nasce oggi l’undercut. Si tratta di tagli più corti sulla nuca e sui lati con lunghi ciuffi che ricadono sul viso. Molto trendy anche i tagli cortissimi diventati per molte star, una su tutte Isabella Rossellini, segno distintivo di eleganza e femminilità. Per le amanti degli intramontabili capelli lunghi, la novità di quest’anno sarà la frangia folta e dritta quasi a coprire gli occhi, elemento di seduzione e di grande fascino!
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shop-it Formulata con la tecnologia Super-Duo Charged Water a base di ioni attivi, la nuova linea di make-up minerale di Mac, la Mineralize Skin Care, è composta da cinque prodotti: il Mineralize Charged Water Cleanser, uno struccante per pelli sensibili; Mineralize Charged Water Moisture Gel, un gel idratante; Mineralize Charged Water Moisture Eye Cream, un contorno occhi; Mineralize Charged Water Face & Body Lotion, una crema viso e corpo, e Mineralize Charged Water Revitalizing Energy, per illuminare il viso.
UNA SCATOLA DI LATTA BLU PER DIRE “I LOVE YOU” Chi l’ha detto che per stupire la persona amata a San Valentino si devono spendere cifre da capogiro? A volte basta poco per conquistare anche il più freddo e indifferente dei cuori. In occasione della festa degli innamorati, Nivea propone un’edizione speciale dell’inconfondibile latta blu, sinonimo di cura e protezione della pelle da oltre 100 anni. Stelle, cuori e fiori in stile emoticon decorano il packaging delle creme Nivea Share Love, tre confezioni pensate per lanciare un messaggio a una persona speciale. Ogni confezione corrisponde infatti a una dichirazione d’amore: “Mi piaci”, “Ti sogno”, “Ti amo”.
Morici è un hair stylist e look maker siciliano. * IlAntonio suo salone romano è frequentato da molte celebrities
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Contorni
DA NON TRASCURARE formulazioni specifiche.
LA ZONA INTORNO AGLI OCCHI, MOLTO PIÙ SENSIBILE DEL RESTO DEL VISO, RICHIEDE COSMETICI LENITIVI E IDRATANTI STUDIATI AD HOC elicato e sensibile come poche altre parti del corpo, il contorno occhi necessita di cure costanti e specifiche, mirate a combattere borse, occhiaie e zampe di gallina, che mettono a repentaglio la giovinezza e la freschezza dello sguardo. In questa zona infatti la pelle è sette volte più sottile che nel resto del viso e non possiede ghiandole sebacee. Inoltre, la muscolatura intorno all’occhio, composta da ben 22 parti di cui 14 coinvolte nei 10.000 battiti di ciglia quotidiani con cui preserviamo la cornea dalla disidratazione, è sottoposta a continui stimoli: movimenti ed espressioni del viso causano contrazioni delle strutture cutanee che, a lungo andare, provocano la formazione delle rughe. A ciò spesso si aggiungono
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ristagno di liquidi e microcircolazione rallentata (provocati da fumo, alcol, caffè e poco sonno) responsabili della comparsa di borse e segni scuri. È importante quindi prendersi cura del contorno occhi con cosmetici idratanti, lenitivi e ipoallergenici specificamente formulati per questa area del viso. Tra le formulazioni più avanzate vi è quella di Superdefense SPF 20 Age Defense Eye Cream di Clinique, da pochi giorni in profumeria, che, grazie una protezione solare avanzata ma delicata, e a un cocktail di antissodanti dalle proprietà dermo-lenitive, difende l’area del contorno occhi da aggressioni esterne quali sole e inquinamento, e interne come lo stress psico-
emotivo. Chi ha qualche minuto in più da dedicare alla cura del viso può provare la maschera Patch Lisse Suprême Yeux Pro3R di Carita: un complesso a base di anice verde limita gli effetti delle microcontrazioni del viso, prevenendo la formazione delle rughe, mentre acque floreali e un derivato puro di liquirizia aiutano ad attenuare gonfiore e occhiaie. A base di caviale, Skin Caviar Luxe Eye Lift Cream di La Prairie fornisce idratazione a lunga durata e, al contempo, contrasta la perdita di liquidi. Inoltre, riduce i gonfiori, migliora la microcircolazione e conferisce turgore alla zona perioculare. Da non sottovalutare neanche la detersione quotidiana da effettuare con uno struccante delicato, a ph isolacrimale come Lotion Douce Démaquillante Pour Les Yeux di Clarins a base di acqua di rosa emolliente, fiordaliso tonificante e proteine di soia.
innovazione SPIRITO MULTITASKING PER LE BB CREAM
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Il mondo del make-up sembra avere un nuovo protagonista: da qualche settimana infatti “spopola” la cosiddetta BB Cream che promette di rendere la pelle del viso perfetta in pochi secondi. Ma cosa ha di particolare questa nuova generazione di creme? La prima BB Cream (la sigla BB sta per Blemish Balm) fu ideata nel 1950 dal dermatologo tedesco Christine Schrammek per i pazienti sottoposti al peeling per il viso. Trent’anni dopo il prodotto conquistò il mondo asiatico per giungere infine in America e in Europa. Il segreto del successo di BB Cream è la sua multifunzionalità: oltre a idratare, copre discromie e imperfezioni grazie a una texture leggermente colorata che esalta l’incarnato rendendolo più radioso. Completano l’azione ingredienti antiossidanti e agenti protettivi contro i raggi Uv.
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1. PRIMA BB CREAM IN ITALIA, 5 IN 1 DI GARNIER È ARRICCHITA CON MICROSFERE DI ACIDO IALURONICO PIGMENTI MINERALI VITAMINA C, GLICERINA E SPF15. 2. PICCOLE MICROCAPSULE. COLORANO LA TEXTURE NEUTRA DI NUDE MAGIQUE DI L’ORÉAL. 3. POTERE ANTIOSSIDANTE E SF35 PER ESTÉE LAUDER DAYWEAR BB IN ARRIVO A MARZO
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a cura di Lavinia D’Agostino
DIFENDERSI DAL freddo SBALZI DI TEMPERATURA, PIOGGIA E VENTO AGGREDISCONO LA PELLE RENDENDOLA FRAGILE E SECCA. Il dermatologo Giovanni D’arrigo: «BURRO DI KARITÈ E OLIO DI JOJOBA AIUTANO A PROTEGGERE LA CUTE»
l freddo non accenna ancora a dar tregua e per la pelle questa non è una buona notizia. Pioggia, vento, neve, sbalzi continui di temperatura sono infatti nemici della cute, soprattutto di quella più delicata, e possono creare fastidi anche molto seri. Ma cosa succede, di preciso, con le basse temperature? «La sofferenza della pelle spiega il dottor Giovanni D’Arrigo, responsabile di Dermatologia dell’Ospedale Piemonte di Messina - è legata all’aggressione della barriera cutanea, costituita dal corneo, da lipidi e da sostanze che mantengono l’idratazione. Il freddo provoca la riduzione di questo schermo per via della disidratazione». Problemi spesso sottovalutati, visto che si continua a considerare il sole il peggior nemico della pelle.
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«È vero – conferma il dermatologo -, ma anche le temperature rigide possono aggredire la cute. Un consiglio per i mesi freddi è quello di non asciugarsi completamente quando si esce dalla doccia e stendere su tutto il corpo un generoso strato di crema idratante». E per le parti più esposte? Cosa fare per proteggere viso, collo e mani? «È sufficiente un’applicazione di crema idratante ed emolliente al mattino a base di olio di jojoba, olii essenziali, cocco, aloe vera o burro di karitè. Chi ha una carnagione molto chiara o è affetto da couperose deve utilizzare le creme più volte al giorno». Anche le labbra vengono “assalite” dagli agenti atmosferici, basta un semplice burro di cacao per difenderle? «Le labbra sono delle semimucose e van-
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no protette con sostanze idratanti e molto grasse, a base di olii. Questo serve come prevenzione sulle labbra sane, su quelle già danneggiate è opportuno applicare prodotti restitutivi e dotati di particolari lipidi naturali». Per mani secche, screpolate, rossastre? «Una buona crema “barriera” e l’applicazione di prodotti che reintegrano le sostanze grasse distrutte dal freddo». A parte la secchezza che colpisce più o meno tutti, ci sono persone che soffrono di patologie più particolari. Cosa bisogna fare in questi casi? «Ognuno può usare le creme e i prodotti che ritiene più adatti. Una volta rilevato un problema di maggiore entità, però, è importante consultare il medico per una diagnosi certa ed evitare cure fai da te, e l’acquisto di prodotti inutili». (meg)
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LA CURA QUOTIDIANA Per proteggersi dagli effetti del freddo bisogna avere una cura quotidiana del corpo, facendo particolare attenzione alle parti più esposte agli agenti atmosferici. Anzitutto è bene evitare l’uso di detergenti aggressivi. Per la detersione del viso si può utilizzare un latte, un gel delicato o una mousse. Per il corpo meglio ricorrere a bagno-doccia in olio o in crema. Dopo la detersione applicare creme protettive piuttosto grasse, tipo emulsioni acqua in olio o anche del burro di karitè puro o creme nutrienti a base di olii vegetali. Le labbra vanno costantemente protette con burro di cacao o con creme apposite. La notte, dopo la detersione, sulla pelle del viso va applicata una crema lenitiva-restitutiva, in grado di ridare alla pelle quello che freddo e vento hanno tolto. Le mani vanno protette con creme a elevata concentrazione di glicerina, che idratano a lungo.
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1. KELYANE BALSAMO LABBRA DUCRAY. L’ASSOCIAZIONE DI AGENTI NUTRITIVI E DI UN COMPLESSO VITAMINICO E-F NUTRE E RIPARA LE LABBRA. 2. COLD CREAM AVÈNE. TEXTURE RICCA, MORBIDA E LEGGERMENTE PROFUMATA. NUTRE, IDRATA E PROTEGGE. 3. BAUME CORPS SUPER HYDRATANT CLARINS. CORPOSA CREMA-BALSAMO CHE IDRATA INTENSAMENTE E LENISCE SUBITO L’EPIDERMIDE. 4. LABELLO. PER TUTTI I GUSTI, CON OLIO DI JOJOBA E BURRO DI KARITÉ NATURALE 5. NEUTROGENA. CREMA MANI CHE SI OPPONE ALLE AGGRESSIONI ATMOSFERICHE MENTRE IDRATA.
make up “protettivo”
ALLEATI FIDATI FONDOTINTA E ROSSETTO ruccarsi è una buona abitudine, serve a farci sentire belle e “a posto”. Farlo nei mesi freddi è ancora più importante perché il trucco, oltre ad avere un valore estetico, svolge una funzione protettiva, bisogna considerarlo come una “maglietta della salute”. Utilizzando prodotti di qualità, infatti, il trucco ci protegge dagli sbalzi di temperatura e aiuta a prevenirne i danni causati dal freddo, tipo la couperose. Prima di uscire di casa quindi sarà bene provvedere a un trucco completo. Cominciate stendendo generosamente un fondotinta, possibilmente nutriente, senza però eccedere nelle dosi. Utilizzando un fondotinta coprente, di quelli in crema pressata da stendere con la spugnetta, eviterete l’effetto naso rosso. Questo tipo di fondotinta, infatti, funge da schermo e idrata la pelle. Le palpebre sono molto sensibili al freddo quindi bisognerà utilizzare l’ombretto ma se abbiamo già messo il fondotinta se ne potrà fare a meno. Si eviteranno così arrossamenti, e le lacrime “da freddo” causate dall'irritazione delle palpebre. Per le labbra utilizzate un buon rossetto morbido e un po’ grasso, e se fa molto freddo aggiungete anche del lucidalabbra che, in genere, contiene vasellina.
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ritocchino Se siete convinte che il freddo faccia sempre male, vi state sbagliando, alcune volte ci aiuta. È il caso della cryotechnology, un trattamento innovativo sperimentato a Los Angeles che permette la distensione delle rughe grazie all’uso del freddo. Efficace come altri trattamenti, la cryotechnology si basa sul congelamento dei nervi grazie ad appositi aghi (criosonde), in seguito al congelamento il segnale nervoso si blocca e i muscoli si rilassano, riducendo le rughe. Si tratta di una tecnica molto più soft e naturale rispetto ad altre - tipo il Botox di cui è concorrente -, ma l’effetto ha la stessa durata, ovvero circa tre/quattro mesi.
LE MILLE PROPRIETÀ DEL KARITÉ Cicatrizzante, emolliente, antismagliature, antirughe, elasticizzante, antiossidante, lenitivo. Ma anche filmante, protettivo e idratante. Il burro di Karité è utilizzato in dermatologia per le sue tantissime proprietà e sopratutto per la sua caratteristica esclusiva: l’altissimo contenuto di insaponificabili (dal 12% al 18%), sostanze indispensabili per il mantenimento della naturale elasticità della pelle. Il burro, estratto dall’albero Karitè, protegge la pelle dall’azione aggressiva del gelo e preveniene arrossamenti e screpolature dovute a freddo e vento. Ottimo rimedio contro irritazioni ed eritemi, rallenta l’invecchiamento cutaneo, attenua le rughe, restituendo alla pelle elasticità e compattezza. Inoltre bastano pochi impacchi per ridonare vitalità ai capelli e per ammorbidire callosità di mani e piedi.
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QUOTEROSA di elisabetta sciotto
UN GARANTE A TUTELA DEI MINORI
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1. BONSAI ELECTREE È PRONTO A “NUTRIRE” LA BATTERIA DEL TELEFONO CELLULARE GRAZIE A 27 PANNELLI FOTOVOLTAICI INSTALLATI SULLE PUNTE DEI SUOI RAMI. (WWW.ULULE.COM) 2. SOLARKINDLE È LA COVER CON GRANDE PANNELLO SOLARE CHE ILLUMINA E RICARICA L’E-BOOK (WWW.AMAZON.IT) 3. DA IKEA UNA SERIE DI LAMPADE DA TAVOLO ALIMENTATE DALLA LUCE DEL SOLE, COME LE COLORATE SUNNAN (WWW.IKEA.IT) 4. SOLIO CARICA LE BATTERIE DI TELEFONI, SMARTPHONE, MACCHINE FOTOGRAFICHE, LETTORI MP3 E NAVIGATORI, SFRUTTANDO L’ENERGIA SOLARE (WWW.SOLIO.COM) 5. VISTO AL CES 2012, POWERTREKK CONVERTE L’IDROGENO SCOMPOSTO DA SEMPLICE ACQUA IN ELETTRICITÀ (WWW.POWERTREKK.COM)
VISTINGIRO SEDOTTI DALLA CERAMICA a danza del tornio, le forme, poi il fuoco, l'attesa, il riposo e infine il colore, la posa inerte per nulla casuale, la seduzione è un gioco che non sai spiegare”. Alessandra Cormaci presenta così sul sito web (www.maniinpasta.it) le sue ceramiche, che colpiscono per i colori vivaci degli smalti e per le forme originali che la ceramista dà alle sue creazioni. Una passione, la sua, che prende forma nel laboratorio di San Giovanni La Punta (Catania) in piatti e ciotole, cachepot, portacandele, ma anche piastrelle artistiche e monili, collane e anelli anche questi rigorosamente in ceramica smaltata.
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pprovato definitivamente nel luglio dello scorso anno, il disegno di legge n. 2631 consegna al nostro Paese uno strumento fondamentale per l’attuazione e la tutela dei diritti di bambini e adolescenti: l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. L’attuale garante, Vincenzo Spadafora, già presidente Unicef Italia, è stato nominato dai presidenti di Camera e Senato con un mandato che dura quattro anni e avrà diverse competenze. Il Garante non solo dovrà promuovere occasioni di sensibilizzazione e di diffusione della cultura dell’infanzia, ma potrà anche raccogliere le segnalazioni di violazioni e situazioni di rischio dei diritti dei minori e avrà il potere di segnalare e denunciare alle autorità competenti abusi e situazioni di disagio. In quanto autorità indipendente, il Garante potrà chiedere ad amministrazioni e soggetti pubblici qualsiasi informazione rilevante ai fini della tutela dei minori e potrà, nelle forme e nelle modalità concordate, visitare le strutture pubbliche dove siano presenti bambini o adolescenti. Infine, Il garante presiede la Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, prevista dalla legge 12 luglio 2011 n. 112 e composta dai garanti regionali per l’infanzia. Purtroppo la Sicilia non ha ad oggi nominato un proprio garante regionale ed è per questo che la recente istituzione rappresenta, per i tutti i minori siciliani, uno strumento ancor più prezioso. Nell’ attesa che vengano attivati canali di comunicazione diretta con il Garante, eventuali segnalazioni potranno essere inoltrate o attraverso i numeri di pubblica utilità o mediante il 114, un numero di emergenza al quale rivolgersi tutte le volte che un bambino ao un adolescente è in pericolo. Il Servizio è gratuito ed è promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito da Telefono Azzurro. È attivo in tutta Italia 24 ore su 24 ogni giorno dell’anno.
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cucina: cotto e bloggato*
a cura di paola pasetti
VOGLIA DI
verde VELLUTATA DI PISELLI
dall’orto alla tavola.
PISELLI, ASPARAGI, CARCIOFI: IN ATTESA CHE ARRIVI LA PRIMAVERA, TRE RICETTE CHE HANNO TUTTO IL SAPORE DELLA NATURA
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UNA PROF AI FORNELLI
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ucinare - scrive - è un atto d’amore verso gli altri ed uno terapeutico nei confronti di se stessi”. Ma Elena Panzavecchia, insegnante palermitana e tra le più attive foodblogger di Sicilia, non si limita solo a sfornare piatti di ogni tipo: lei li fotografa, li racconta, li ama. Il risultato è il suo bel blog, Cooking Elena http://cooking-elena.blogspot.com ricco di ricette siciliane e non solo.
Ingredienti: 1 cipolla bianca, 1 bicchiere di vino bianco, 1 litro circa di brodo vegetale, 500 g di piselli freschi o surgelati, 80 g di parmigiano grattugiato, 4 fette di pancetta, 1patata di medie dimensioni, qualche fogliolina di menta, olio extra vergine di oliva, sale e pepe q.b.. Affettate finemente la cipolla, fatela rosolare nell'olio e sfumate con il vino. Pelate le patate e tagliatele a tocchetti, versatele nel soffritto e fatele cuocere per pochi minuti, quindi, aggiungete i piselli, il sale e lasciate cucinare per circa 5 minuti rimestando di continuo. Aggiungete gradualmente il brodo vegetale caldo e fate cuocere per 10-15 minuti, fino a quando le patate saranno cotte. Una volta pronto, frullate il composto con il frullatore a immersione. Condite con il parmigiano, un po' di pepe e qualche fogliolina di menta. Si può servire con una fetta di pancetta saltata in padella o un crostino.
LASAGNE CON CARCIOFI E RICOTTA Ingredienti: 400 g di lasagne all’uovo fresche, 400 g di ricotta di pecora, 100 g di parmigiano reggiano grattugiato, 8 carciofi, 120 g di pancetta affumicata a cubetti, 1 scalogno, 100 ml di vino bianco, 500 ml di besciamella, 1 limone, una manciata di prezzemolo, timo e maggiorana, olio evo, sale e pepe. Pulite i carciofi, tagliateli a fettine e immergeteli in acqua e limone. Affettate lo scalogno e fatelo rosolare in una padella con un filo d’olio, unite la pancetta e sfumatela con il vino. Fate cuocere per qualche minuto, aggiungete i carciofi, un po’ d’acqua e fate cuocere a fuoco basso con il coperchio per 15 minuti. Lasciate evaporare il liquido e regolate di sale. In una ciotola mescolate la ricotta, un pizzico di pepe, il prezzemolo e le foglie del timo e della maggiorana. Versate un po’ di besciamella sul fondo di una pirofila. Disponete la prima sfoglia di pasta e conditela con uno strato di ricotta e carciofi, una manciata di parmigiano e qualche cucchiaio di besciamella alternando le altre sfoglie. Terminate con besciamella e parmigiano. Cuocete in forno a 180° per 20 minuti.
“GATÒ” CON CORONA DI ASPARAGI Ingredienti: 200 g di asparagi, 450 g di patate, 2 cucchiai di latte, 6 fettine di provola dolce, 5 fette di speck, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, burro (per gli stampi), noce moscata, sale e pepe, pangrattato. Lavate e mondate gli asparagi, cuoceteli in acqua salata per circa 10 minuti. Scolateli; quando si saranno intiepiditi, tagliate le cimette alla stessa altezza delle formine e mettetele da parte. Affettate a rondelle il resto degli asparagi. Lessate le patate, passatele allo schiacciapatate e unite 2 cucchiai di latte. Aggiungete le ron-
delle di asparagi, una buona grattugiata di noce moscata, il parmigiano, l'uovo, un pizzico di sale e pepe e amalgamate il tutto. Imburrate le formine e foderate le pareti interne con le cimette messe da parte (quelle più grosse possono essere tagliate a metà per il lungo). A corona fatta, riempite lo stampo alternando la crema di patate con una fettina di speck e di provola, fino ad arrivare al livello del bordo. A questo punto chiudete con uno strato di crema di patate. Infornate a 180°C per 20 minuti. Lasciate intiepidire i piccoli “gatò”, sformate e servite. SICILIA INROSA
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arredo
a cura di eleonora costa
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DI PRIVACY le mille declinazioni DEL PARAVENTO. LEGGERO E CREATIVO, SCHERMA E QUALIFICA UNO SPAZIO CON ELEGANZA E CREATIVITÀ l paravento fu creato in Cina più di 2000 anni fa, nel Medioevo raggiunse l’Europa, trasformandosi tra il ’500 e il ’600 in divisorio mobile di chiusura leggera. Tra il XIX e il XX secolo diversi maestri del design e dell’arte - da Basile a Fornasetti, da Chagall a Charlotte Perriand - posero la loro attenzione sul paravento, che cominciò ad essere realizzato in materiali nuovi e forme diverse. L’industria del settore oggi propone un vasto assortimento di complementi, dal classico al moderno, adattabili a qualunque arredamento: ante pieghevoli, pannelli ondulati, elementi componibili, con appoggio a terra o a sospensione. Disegnato nel 1930 da Eileen Gray e distribuito da ClassiCon, Folding Screen, precursore di nuove tendenze stilistiche hi-tech, è composto da quattro elementi pieghevoli leggermente curvi e con superficie metallica traforata. Un’altra creazione di Eileen Gray è Brick Screen (1922), divisorio con struttura in acciaio nichelato e bordi, distanziali e terminali in bronzo massiccio rivestito con vernice trasparente. I pannelli sono in MDF laccato lucido a mano. Di Patricia Urquiola è invece By-side, un paravento con pannelli semoventi in mosaico di vetro e d’oro bianco, appartenente alla collezione Bisazza Home. Pratico divisorio o oggetto-scultura, il paravento Screen (Vitra) disegnato da Charles & Ray Eames, si compone di segmenti modellati e fissati gli uni agli altri da fasce in tessuto. Può assumere diverse e numerose configurazioni, grazie alle sue forme dolcemente ondulate.
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ELEONORA COSTA ata a Catania nel 1976, si laurea in architettura a Roma, dove prosegue il suo percorso con il gruppo Stalker/Osservatorionomade. In seguito collabora con lo studio di Francesca Montinaro alla progettazione e realizzazione di allestimenti scenografici per la tv (Rai, Mediaset, La7 ecc.). Oggi vive in Sicilia, dove ha fondato il gruppo Accura sperimentazioni (laboratorio di eventi legati all’arte e al territorio). Coniuga nel suo lavoro fotografia, grafica, design e tradizione, unendo il gusto per la composizione alla conoscenza dei princìpi dell’architettura, allo studio dei colori e della luce e all’amore per le tecniche artigiane.
N 1. IL POSTO DEI GIOCHI DI ENZO MARI, UNA PARENTESI D’IMMAGINAZIONE ALL’INTERNO DELLA VITA DI TUTTI I GIORNI 2. SCREEN DI CHARLES & RAY EAMES REALIZZATO IN LEGNO MULTISTRATO RIVESTITO IN FRASSINO NATURALE, A SEI ELEMENTI 3. XRAYDIO 3_NATURA MORTA È ISPIRATO AL MONDO UNDERGROUND 4. QUASI UNA SCULTURA BRICK SCREEN DI EILEEN GRAY 5. BY SIDE DI PATRICIA URQUIOLA. IL DORSO È RIVESTITO IN SPECCHIO E RAME 6. PARAVENTO DI ROBERTO COLLOVÀ, IN MASSELLO E TESSUTO
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Due telai e uno sportello formano tre pareti per nascondersi, specchiarsi, intravedere, intuire, guardare: è Paravento di Roberto Collovà per Woodesign. Un foglio di cartone ondulato lungo tre metri è trasformato da Enzo Mari in una parete merlata “a difesa” di un posto dove giocare: dieci 7 pannelli con forme e decorazioni diverse per liberare la fantasia, inventare storie e personaggi sempre nuovi. Xraydio 3_ natura morta, realizzato da Moroso in collaborazione con Diesel, è un paravento a tre pannelli in legno con un’immagi9 ne fotografica che gioca con l’archetipo della natura morta secentesca. Extendable Screen è il flessibile muro divisorio in poliestere di Tom Dixon adattabile ad ogni tipo di ambiente e anche in esterno. Entre_deux realizzato dal designer tedesco Konstantin Grcic per l’azienda italiana Azucena, si caratterizza per sobrie superfici curve incernierate che possono ruotare a piacere.
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7. FOLDING SCREEN DI EILEEN GRAY, CON STRUTTURA IN LEGNO E FINITURA LACCATA A LUCIDO, SOPRAVVIVERÀ INTATTO ALLE TENDENZE STILISTICHE DEI PROSSIMI DECENNI 8. ACROBATI DECORATO DA PIERO FORNASETTI, ESISTE ANCHE NELLA VERSIONE A FONDO NERO 9. SCREEN 100 PARAVENTO AVVOLGIBILE DISEGNATO NEL 1936 DALL'ARCHITETTO FINLANDESE ALVAR AALTO, REALIZZATO IN PINO LACCATO NATURALE 10. XTENDABLE SCREEN ESISTE IN TRE DIVERSE VERSIONI DI COLORE: BLU, GRIGIO E VERDE 11. ENTRE DEUX PUÒ ASSUMERE DIVERSE FORME TRASFORMANDOSI IN ELEMENTO DI COLLEGAMENTO, FONDALE O SCHERMO SICILIA INROSA
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CORNER 2 1. GIANBURRASCA È LA POLTRONCINA CON LA SEDUTA RIVESTITA DI PASTELLI COLORATI. 2. MULTISTRATO E PALLET DANNO VITA ALLA LIBRERIA AMSTERDAM. 3. GIRAVOTAEFIRRIA: DUE SEDIE ASSEMBLATE DIVENTANO UN TAVOLINO 4. WOOD MACHINES, SCARTI DI LEGNAME PER GIOCATTOLI ECO 5. ASIMMETRICA LA LIBRERIA GIO, IN MULTISTRATO E PALLET 6. LAMPADA, PORTALAMPADA E SCRITTOIO CROQUIS, CON LISTELLI IN ABETE, LAPIS E TAVOLE DA PONTEGGIO 7. LEGNO RICICLATO E ACCIAIO PER LA PORTA KLEE
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DAL RIFIUTO
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ALICUCIO l suo vero nome è Arcangelo Favata. Nisseno, classe 1977, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Catania nel corso di Scultura. Per Alicucio il concetto di “rifiuto” in natura non esiste, tutto può avere un’altra vita. È il caso delle sue sedute, realizzate interamente con materiali di riciclo e assemblando materiale in disuso trovato per le strade di Torino, città in cui vive da qualche anno. Così pedane in legno recuperate da vari supermercati diventano elementi d’arredo; scarti di legname si trasformano in sedute e librerie; rinasce nell’anima di una sedia il ricordo di una vecchia cassettiera, custodito nella forma dei suoi elementi originari. Info: www.alicucio.com.
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a cura di maria enza giannetto
_I PINK HOSTEL che amano
LE DONNE Da Firenze a budapest, PASSANDO PER LONDRA E MADRID, L’ACCOGLIENZA LOW COST PENSATA SOLO PER LEI PERMETTE DI VIAGGIARE CON POCO SENZA RINUNCIARE AI COMFORT è un modo per girare il mondo spendendo poco ma conservando tutti i comfort irrinunciabili per una donna. Hostelsclub.com ha creato una selezione di ostelli accomunati, ad esempio, da un’estrema cura nell’arredamento e nei dettagli glam, una ricca offerta di servizi ad hoc, bagni più grandi, aree fitness e centri benessere. Una “piattaforma rosa” per una pink-holiday: basta un click per prenotare la vacanza ideale, sul sito bisogna soltanto digitare il Paese, la città o il luogo dove si desidera andare e compariranno innumerevoli proposte in tutto il mondo. Prima novità è la Unidad Women Hostel, nuovissimo ostello a Oaxaca nel sud del Messico. Un ostello dedicato esclusivamente alle ragazze, dove le camerate sono arredate con letti in legno e interni decorati con gusto, in tipico stile messicano. L'ostello si trova nel pieno centro di Oaxaca e ha prezzi molto vantaggiosi: consigliatissimo a tutte le giovani backpackers in viaggio Oltreoceano. Altra new entry il Goldsmiths House di Londra, che sorge nell’esclusiva Regent's Park, zona che vanta ottimi collegamenti con tutta la città, grazie a bus e metro. L’ostello è ideale per rilassarsi dopo una giornata su e giù per le street, poiché dispone di comode zone comuni dotate di internet wi-fi e di un bellissimo giardino. A Firenze l'Ostello Plus Florence, in centro, ha riservato ai suoi ospiti femminili un intero piano, il Plus Girls Only con servizi come piscina, sauna, bagno turco, wi-fi, area fitness e ristorante con menu à la carte tipicamente italiano. Inoltre, le stanze hanno il bagno più grande, con telo da bagno, set doccia e asciugacapelli a disposizione delle ospiti. Stessi servizi e qualità si nell'Ostello Plus di Praga. Se invece la meta è Madrid, dopo una bella giornata tra
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4 tapas, divertimento e musei, l’ideale è il Cat's hostel, uno dei migliori ostelli in Europa. Si trova in un palazzo del diciottesimo secolo con un bellissimo patio interno ed è posizionato in un quartiere molto vivace, l'ideale per vivere nel migliore dei modi la mitica movida madrilena. Marzo è sicuramente il periodo ideale per visitare città europee insolite come Budapest. I Love Budapest è un piccolo ostello molto curato nell’arredamento che offre la possibilità di utilizzare la cucina comune per prepararsi da sè il proprio pasto. Tra le città con ostelli al femminile ci sarebbe anche Parigi... ma forse quella è meglio visitarla con il proprio partner.
SUL LAGO DI GARDA COME THELMA & LOUISE Chi dimenticherà mai quell’inquadratura che si stringe sul volto di due donne sorridenti, con i capelli scompigliati dal vento e occhiali da sole over-size, a bordo di una spider d’epoca che sinuosa macina chilometri? Per una giornata (non per forza l’8 marzo) alla Thelma & Louise con happy end, Slow Drive (www.noleggioautodepoca.eu) dedica a tutte le donne un’esperienza emozionante su quattro ruote nelle atmosfere suggestive del Lago di Garda. Un prezioso cofanetto recapitato a casa, che contiene il voucher (valido 12 mesi) e il kit della perfetta pilota, coroneranno l’avventura. Guantini in pelle, occhiali da sole anni ’60, il decalogo della slow-driver, mappe e itinerari saranno i compagni di viaggio. L’itinerario da regalare (e regalarsi con le amiche) parte dalla sponda bresciana del lago di Garda, attraversando la Valtenesi, ricca di ulivi e viti, punteggiata da dolci pendii e piccoli castelli. Si arriva a Salò e Gardone Riviera (Brescia), con l’imperdibile Vittoriale degli italiani. In alternativa ci si può dedicare alla scoperta delle colline moreniche del basso Garda: piccoli borghi di origine medievale, tra cui l’incantevole Borghetto sul Mincio e il delizioso Castellaro Lagusello, caratterizzano una campagna ricca di colori e sapori. E al ritorno si percorre la strada Gardesana, attraversando famose località come Sirmione e Desenzano del Garda.
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CARNEVALE
al ritmo
DI SAMBA
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assione, colore e allegria: in Sud America la danza è l’espressione più vera dell’anima dei popoli che la abitano. Per farsi un’idea basta andare alla scoperta di Rio De Janeiro, una delle più grandi metropoli sudamericane, proprio durante il periodo di Carnevale. Nessuna città al mondo sa regalare un’atmosfera più gioiosa e travolgente della capitale turistica del Brasile, dove si svolge il Carnevale più famoso del mondo, quattro giornate di danze non stop tra carri addobbati, costumi sgargianti e tanta allegria a colorare le strade. Tante le offerte convenienti dall’Italia (come quelle sul sito www.govolo.it) per trovarsi in Brasile durante l’evento più importante del Paese, quando turisti e abitanti si ritrovano al sambodromo della metropoli brasiliana per ammirare le sfilate delle migliori scuole di samba del Paese, musicisti, stilisti, ballerine e coordinatori impegnati tutto l’anno per dar vita alla più bella performance del Carnevale. Anche quando i bagordi carnevaleschi sono terminati, la città si presenta agli occhi dei visitatori con la sua straordinaria vivacità tutta carioca, un biglietto da visita che non smette mai di affascinare. Tante le attrattive della città: relax in riva mare e divertimento fino a notte fonda sulle leggendarie spiagge di Copacabana, il luogo prediletto dagli amanti della dolce vita, o nella giovane Ipanema, ricca di locali di tendenza. Per gli amanti della tranquillità, è consigliabile invece una visita al Parco Nazionale di Tijuca, la foresta urbana più grande del mondo, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e Riserva della Biosfera. Un must? Ammirare il panorama dalla cima del Corcovado, su cui spicca la celebre e immensa Statua del Redentore, uno dei simboli della città.
WEEK END / FUGA ROMANTICA IN UN IGLOO Un nido d’amore originale per una fuga d’amore d’inverno. Una notte da trascorrere all’interno di un igloo di ghiaccio, ovviamente abbracciati, per riscoprire il contatto con la natura in una dimensione assolutamente fantastica. Elation (www.elation.it) suggerisce agli innamorati itinerari da sogno: Sant Moritz, con una vista mozzafiato sul paesaggio lacustre dell'Alta Engadina, le montagne innevate della Svizzera, a Engelberg, Gstaad oppure Zermatt e il Friuli. Molti i comfort ad attendere la coppia: dall’aperitivo di benvenuto agli speciali materassi termici, coperte morbidissime e sacchi a pelo confortevoli, testati per le spedizioni in Antartide, a prova di freddo. L’atmosfera in ogni igloo è magica, resa particolarmente suggestiva dai giochi di luce delle candele, che si riflettono sulle pareti ghiacciate. E in ogni diversa località si potranno scoprire particolari servizi di cui fruire.
SAN VALENTINO, A TERNI LA FESTA DEGLI INNAMORATI L’amore in tutte le sue forme ed espressioni tra preghiere, concerti, mostre, eventi d’arte e di spettacolo, solidarietà e l’imperdibile fiera del cioccolato “Cioccolentino”. Per tutto il mese di febbraio, Terni si trasforma in città dell'amore e celebra la festa di San Valentino, patrono e protettore degli innamorati di tutto il mondo, sulla scia di un'antica leggenda che vede San Valentino primo religioso a celebrare un matrimonio tra un legionario pagano e una giovane cristiana. Imperdibile l’appuntamento con la festa d'amore di tutti i fidanzati che si scambiano la promessa solenne di matrimonio. Per prenotazioni e informazioni su www.umbriasi.it.
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happyhour TREWQE LET’S GO! UN SUCCESSO LUNGO 10 ANNI Sono passati 10 anni dalla Prima della versione originale (e nove anni dal debutto di quella italiana) Notre Dame de Paris, l’Opera Popolare di Riccardo Cocciante e Luc Plamondon, nella versione italiana di Pasquale Panella. Un compleanno importante da festeggiare con un tour: lo spettacolo dei record sarà al Palaforum Sport Village di Agrigento dal 24 al 26 febbraio e a Catania (Palacatania) dall’1 al 4 marzo.
UNICEF E KLEDI GALÀ “PER LA VITA” on c’è tragedia più grande della morte di un bambino, e ogni giorno nel mondo ne muoiono 22.000. L’obiettivo dell’Unicef è quello di arrivare a zero. Con questo obiettivo il 28 febbraio il Teatro Massimo Bellini di Catania ospiterà il Gran Gala Unicef “Zero… per la vita”, iniziativa organizzata dal comitato provinciale di Catania per la raccolta di fondi a sostegno della campagna Vogliamo Zero che consiste in un pacchetto integrato di interventi e strumenti essenziali per la sopravvivenza dei bambini. La serata, condotta da Carla Previtera, vedrà la partecipazione di importanti nomi del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, tra cui le attrici catanesi Guia Jelo e Donatella Finocchiaro e il ballerino Kledi Kadiu (nella foto), Goodwill Ambassador dell’Unicef in Italia. In scaletta anche esibizioni di ensemble musicali e di cori, performance di importanti cantautori, di danza e di stile, con creazioni della stilista catanese Francesca Paternò. Info: 095.320445; e-mail comitato.catania@unicef.it.
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IL MONASTERO SI SPEGNE Per il terzo anno consecutivo il Monastero dei Benedettini aderisce a “M’illumino di meno”. La sera del 17 febbraio Officine Culturali allestirà le cucine, i magazzini e il giardino dei novizi con illuminazione a “impatto zero”. Le visite guidate all’interno degli spazi, suggestivamente illuminati, partiranno ogni mezz’ora fino a mezzanotte dall’ingresso di piazza Vaccarini. Informazioni: 0957102767; 334.9242464, www.officineculturali.net.
VIAGGIO CON LE MARINETTI Quella delle Sorelle Marinetti è una pièce di teatro musicale, un viaggio a ritroso verso gli Anni 30, anni di grandi inquietudini ma anche di voglia d’evasione e spensieratezza. Lo spettacolo “Non ce ne importa niente”, che vede in scena anche l’Orchestra Maniscalchi diretta da Christian Schmitz, sarà al Teatro Sangiorgi di Catania il 18 febbraio, al Palacultura Antonello di Messina il 19 e al Teatro Montevergini di Palermo il 20.
QUEI CLOWN SENZA CIRCO Uno spettacolo che colpisce per le scene, le musiche e i molti effetti speciali. Arriva al Teatro Metropolitan di Catania (il 15 e 18 marzo) Slava, il grande clown e mimo russo considerato il “migliore clown del mondo”, con il suo Slava’s Snowshow, un classico emozionante che riporta all’Eden perduto dell’infanzia e che da trent’anni è apprezzato in tutta Europa. Grazie all’influenza di grandi artisti (da Chaplin a Marceau) Slava e la sua compagnia danno una nuova valenza al ruolo del clown, estrapolandolo dal mondo circense e portandolo nelle strade prima e nei più grandi teatri del mondo poi. Lo spettacolo raccoglie trovate visive e teatrali, le gag e i numeri più suggestivi della carriera di Slava che definisce il suo lavoro “un teatro in continuo mutamento, che si nutre di improvvisazione”.
sul palco UN’INEDITA LAURA PAUSINI AD ACIREALE Ballerini, musicisti, colori e una scenografia da togliere il fiato. Questa volta Laura Pausini ha davvero fatto le cose in grande, evolvendo dal semplice concetto di concerto. Infatti più che un live, Italy Inedito World Tour è un vero e proprio show in cui il palcoscenico si trasforma continuamente fino a trasformarsi in una vera e propria discoteca open air. La cantautrice di Faenza sarà al PalaTupparello di Acireale il 7 e l’8 marzo per presentare al suo pubblico i quattordici brani del nuovo album (uscito in novembre e anticipato dal singolo “Benvenuto”) ma anche, e ovviamente, i suoi successi storici, in alcuni casi arrangiati in chiave più energica.
sa STORIE DI DONNA IN PROSA O VERSI Un concorso letterario per raccontare le donne e le loro storie. Donne di oggi che si muovono nelle città, o ne rimangono in trappola. Donne che sanno quello che vogliono, o si perdono nella confusione del dubbio. Donne che soffrono e che ridono di cuore nello sforzo per una vita migliore. “Storie di donna” - questo il titolo del concorso - è promosso dal coordinamento femminile dell’Unione degli Universitari di Catania ed è aperto a sole autrici donne. Fino al 28 febbraio si può inviare il proprio componimento, in prosa o in versi. Gli elaborati saranno giudicati da una giuria composta da membri delle varie Associazioni che ogni giorno si muovono nel territorio catanese a tutela della donna e dei suoi diritti. Le storie migliori saranno lette l’8 marzo presso l’Auditorium dell’ex Monastero dei Benedettini e pubblicate in una raccolta apposita. Informazioni all’indirizzo web http://uduct.webnode.it/femminile/storie-di-donna.
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happyhour TREWQQEWTQE LIBRI L’AMORE TRA I FORNELLI
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DOPO IL LIBRO UN FILM SUL BANDITO SCALZO Di ladri gentiluomini ne è piena l’esperienza cinematografica; il primo Robin Hood era un corto, risale al 1908, quando il ladro benefattore non aveva neppure la parola. Da allora, istruiti ed eleganti, ironici, e non sempre in calzamaglia, in una parola charmant, ne sono apparsi altri: di nuovo il principe dei ladri, questa volta interpretato da Errol Flynn (Michael Curtiz, 1938), Cary Grant “il gatto” di Caccia al ladro (Alfred Hitchcock, 1955), David Niven “the phantom” de La pantera rosa (Blake Edwards, 1963), il Diabolik versione pop di Mario Bava (1968), fino ad arrivare al George Clooney della serie Ocean’s (Steven Soderbergh, 2001-2004) e al Leonardo di Caprio di Prova a prendermi (Steven Spielberg, 2001). Sono tutti personaggi che vanno in giro ad annusare il pericolo per seguirne le tracce, non per sfuggirlo. E un alone di genialità, flemma e follia li accomuna. A volte frutto della fantasia, spesso ripescati dalla realtà. Come Colton Harris Moore, 20 anni, che dalla cella in cui si trova, in una prigione dello stato di Washington, si sta preparando a fare il balzo sul grande schermo, in via del tutto metaforica. Detto il “bandito scalzo”, perché non poche volte si è trovato nella fretta di dover abbandonare un luogo, e pare pure le scarpe, ancora minorenne aveva all’attivo il furto di quattro aerei da turismo, auto di lusso, motoscafi e barche, requisite tutte nel nord ovest degli Stati Uniti. Latitante dal 2008, inseguito da Fbi e squadre speciali, la carriera di Colton (che ha imparato a volare da un manuale ordinato per corrispondenza), si è però arenata sull’isola di Eleuthera, alle Bahamas, l’11 luglio del 2010, dove era atterrato con un Cessna 400 rubato nell’Indiana. Dopo il libro ispirato alle sue vicende, Taking flight: the hunt for a young outlaw, è la volta del cinema: la 20th Century Fox ha comprato da Colton i diritti della sua storia per 1,3 milioni di dollari, che serviranno però a coprire i danni causati durante la sua fuga. Nel frattempo, c’è chi ha fatto il calco dell’impronta nuda di Colton per poi metterla in vendita su ebay, e il sospetto che un poliziotto delle Bahamas abbia provato a mettere in vendita le scarpe requisite al ragazzo: 750 dollari il prezzo di partenza dell’asta. Su Facebook ha ormai raggiunto più di 80 mila sostenitori, e qualcuno gli ha pure dedicato canzoni e magliette, con slogan che lo invitavano a scappare di nuovo, volando.
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VOLO ARRIVA IN RAI Dopo Serena Dandini ecco Fabio Volo. Il djscrittore-presentatoreattore (chi più ne ha più ne metta) dal 21 marzo approda alla seconda serata di Rai Tre, in quello che fu lo spazio di “Parla con me”. Non si conosce ancora il titolo della trasmissione né il suo contenuto, ma certamente si tratterà di un programma di intrattenimento che andrà in onda ogni mercoledì, giovedì e venerdì.
TARTUFI BIANCHI IN INVERNO di N. M. Kelby Sperling & Kupfer pp. 384 Euro 18,50
Nella Parigi di fine Ottocento Auguste Escoffier, lo chef del ristorante più chic della città, sta per sposarsi con una donna vinta al gioco. Lei è Delphine, giovane poetessa dallo spirito libero, che incontra il marito per la prima volta il giorno delle nozze. La prima notte la trascorreranno nella cucina del restaurant. Tra utensili e i profumi delle spezie, Delphine conoscerà la sensualità, la passione e l’ebbrezza che un gesto d’amore inaspettato può dare. In libreria dal 14 febbraio.
CD/DVD LE ROSE DI DOLORES
ROSES Cranberries Cd Cooking Vinyl
Dopo 30 milioni di copie vendute, i Cranberries, la band irlandese capitanata da Dolores O’ Riondan, torna al disco dopo 11 anni. Anticipato dal singolo “Tomorrow”, il 27 febbraio esce “Roses”: il brano “Show me the way” è scaricabile gratis dal sito www.cranberries.com. La band, che sabato 18 febbraio sarà ospite a Sanremo, si era sciolta nel 2003 per poi riunirsi nel 2009 in occasione della laurea ad honorem attribuita a Dolores dal Trinity College di Dublino.
I VENT’ANNI DEL LIGA
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multimedia UN FESTIVAL TUTTO D’ORO Una settimana tra musica e cinema. Dal 17 al 21 febbraio il Palazzo Manganelli di Catania ospita il “Gold Elephant World International”, manifestazione culturale che celebra le due arti. Il Festival promuove numerosi premi a personalità del panorama culturale italiano e internazionale, dedicando importanti vetrine anche a tematiche religiose e sociali. Questi alcuni degli ospiti: Alexis Sweet, Paolo Genovese, Fabio Cianchetti, Gianni Nunnari, Doug Claybourne e tanti altri. Sono prviste tante iniziative didattiche e formative oltre ai tanti bandi per le sezioni cinema, musical, istruzione.
L’epocale concerto al Campovolo di Reggio Emilia, quello con cui il rocker emiliano il 16 luglio 2011 ha festeggiato 20 anni di carriera, è stato immortalato in un film che ora è anche un dvd doppio, che uscirà il 7 marzo. Oltre alle immagini del concerto, c’è anche un inedito Ligabue che racconta luoghi e amici di sempre. L’esibizione è una carrellata di brani, nuovi e storici, che vede coinvolti tutti i musicisti con cui ha collaborato il rocker.
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OZPETEK “PARTE” DALLA SICILIA Questa volta Ferzan Ozpetek - nelle sale cinematografiche con “Magnifica Presenza” dal 9 marzo parte dalla Sicilia per raccontare la storia di Pietro, giovane pasticciere con qualche problema di autismo, che arriva a Roma con il sogno di diventare attore. Qui andrà ad abitare in un palazzo popolato da strani personaggi con cui all’inizio non ci saranno rapporti, ma col tempo nasceranno amicizie e forti legami, che lo spingeranno a cambiare atteggiamento nei confronti della vita. Il film annovera come sempre un cast di alto livello: Elio Germano, Margherita Buy, Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Anna Proclemer, Bianca Nappi.
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LOUNGE AL MA DI CATANIA LA FESTA È “FEMMINILE PLURALE”
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Una lunga serata, di quelle divertenti che alla fine pensi “di feste così ce ne vorrebbero almeno una al mese”. Bella musica e bella gente in uno dei locali attualmente più in voga a Catania. Forse anche il più bello, certamente il più gettonato grazie alla varietà di serata proposte. Quella dello scorso 27 gennaio, in particolare, è stata una grande festa, non una qualsiasi, ma una festa glam tutta rosa dove le donne sono state protagoniste assolute. Il Ma - Musica Arte di via Vela a Catania - ha assorbito la “forza d’urto” di un gruppo di tredici donne che sono state definite “fimminazze” per la loro grinta. Una festa organizzata esclusivamente e interamente da donne: fatta da donne, pensata, suonata, ballata, fotografata e servita da donne, e alla quale hanno partecipato, con la loro acclamata spettacolarità ironica sopra le righe, le Lesfreak C’estchic. Ecco in poche righe spiegata Femminile Plurale, la festa che ha trasformato il locale di cartapesta in una grande sala giochi animata dalle Lesfreak C’estchic (nella foto in alto), le bambole di Giuseppe George Bicceri, ovvero l’animazione più freak del momento, insieme a un gruppo di ballerini, cabarettisti e svitati. In consolle la musica della resident dj Sarah Spampinato (nella foto al centro) affiancata da un gruppo di fantastiche donne (nella foto in basso a sinistra alcune di loro: Sara Messina, Sarah Spampinato, Gessica Corsale e Roberta Gennarino).
PALERMO REGINA DEL PRÊT-À-PORTER Ardenti stampe animalier di Cavalli, la donna tecno-guerriera di Byblos, il lusso geometrico di Alberta Ferretti e le cowgirl disegnate da Moschino. Sulla lunga passerella della prima Sicilia Fashion Night che si è svolta lo scorso 22 dicembre all'ex Deposito di locomotive di Sant'Erasmo a Palermo, c’erano anche le creazioni di Coveri, Ermanno Scervino, Krizia, Iceberg e le stravaganze londinesi di Vivienne Westwood. L'obiettivo con cui è nata la prima Sicilia Fashion Night è quello di promuovere il turismo internazionale sul territorio regionale attraverso manifestazioni legate alla moda. Ecco abbinato al glamour delle modelle e alla bellezza degli abiti che sfilano la scoperta di luoghi particolarmente suggestivi della Sicilia. All'interno della lunga serata, presentata da Jo Squillo (nella foto in alto a destra insieme al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio, e all’attrice etnea Barbara Tabita), non c’erano solo le griffe internazionali ma anche quelle made in Sicily come Roberta Lo Jacono, Daniela Cocco, Marzia Donzelli (Mad), Marianna Vigneri e Patrizia Di Dio (Le vie en rose). Di spessore anche gli interventi musicali con Ivana Spagna, Neja, Corona e l’elegantissimo soprano palermitano Desirée Rancatore. Una serata ben riuscita, un tuffo nel prêt-à-porter, a cui ha fatto da sfondo una bellissima Palermo.
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FEBBRAIO VENERE HA APERTO UN 2012 DI SPERANZA. LA PICCOLA FORTUNA DALL’ACQUARIO È UN SMS D’AMORE. LA MAGIA AVVERRÀ QUESTO MESE, NETTUNO ENTRA IN PESCI: “OGNUNO DI NOI HA UN PAIO D’ALI, MA SOLO CHI SOGNA IMPARA A VOLARE”
l’oroscopo di lucia arena www.luciaarena.com
aariete Siete piene di energia, dall’inizio del 2012 avete messo in atto le strategie pianificate dall’anno scorso. Qualcuna è già stata sperimentata e non è andata a buon fine ma molte altre sono nuove di zecca. Vi siete imposte la massima concentrazione e un impegno tosto, adesso sapete bene dove andare e non ci saranno né insidie né coincidenze che vi fermeranno. In amore sarà tutto un rifiorire fino a primavera. Venere a febbraio rapisce il cuore di chi dice di non “aver più l’età”.
btoro Inizio anno fiacco: non sarete soddisfatte di quello che si sta creando intorno a voi, troppe tensioni alle quali non siete abituate. Spesso preferite rinunciare alle cose complesse, anche se di primo acchito potrebbero sembrare più appetibili, e scegliete la sobrietà e la semplicità. Fate bene, poiché da fine gennaio si sono aperti scenari strepitosi e la vostra lucida facilità di discernere sarà l’artefice di grandi eventi. Uno tra questi riguarderà la sfera sentimentale che riprende un piacevole ritmo, novità in amore.
c gemelli Lo sapete che siete il segno favorito del 2012? Non è retorica: anno nuovo vita nuova, per voi sarebbe più azzeccato dire “finalmente anno nuovo e, speriamo, vita nuova”. Non demotivatevi se nei primi giorni dell’anno l’aria non sarà cambiata, abbiate fiducia e soprattutto pazienza, giorno dopo giorno tutto si tingerà di nuovi colori. Stelle come Mercurio, Nettuno, Urano e, dulcis in fundo, Venere vi accompagneranno fino a primavera. Sarete irresistibili: matrimoni e relazioni stabili, prime soddisfazioni di un cielo compiacente.
IL SEGNO FAVORITO
h scorpione corpionesse, suadenti, misteriose, avvolgenti e passionali, il vostro potere coercitivo di amanti, compagne, spose si accentuerà e legherete con inesorabili capacità amatorie uomini “inflessibili” nei confronti dell’amore. Un’alchimia che raggiungerà il top a fine febbraio con una magica Luna nuova. Il 3 febbraio Nettuno entra nel segno dei Pesci, un evento insolito accadrà, sensibilizzerà gli animi, non vedrete più in un'unica direzione ma sarete portate a vivere con impegno il sociale, l’egocentrismo che c’è in voi apparterrà al tempo che fu.
S
l capricorno ANNE HATHAWAY (New York, 12/11/1982) Attesissima l’uscita nelle sale, prevista per la prossima estate, del film Il cavaliere oscuro - Il ritorno, in cui l’attrice interpreta il ruolo di Catwoman
ma Saturno, dissonante per quasi due anni e mezzo, non vi ha reso la vita facile. Sotto certi aspetti è stato come uno scoglio sempre pronto a farvi male, ricoperto di alghe scivolose e insidiose. Ora però Venere farà un giro proficuo, quindi aspettatevi un grande amore, quello che occorre per rendervi finalmente libere di amare e di essere amate come meritate.
peculiarità utile e che potrà servirvi per aggiustare il tiro su tutte quelle faccende che vi trascinate con insoddisfazione e pesantezza. Una tra questa, particolarmente sensibile al transito del pianeta, sarà, qualora la stiate vivendo, la profonda crisi di coppia che non dà più segni di incoraggiamento per salvare una relazione. Se riuscirete a rimanere incolumi fino ai primi di febbraio, ci sarà l’armistizio.
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Un buon inizio anno fatto di eros e sesso non si può dimenticare facilmente. Per molte amiche è stato come un fulmine a ciel sereno: mai nella vita avete tanto desiderato di esserne l’unico parafulmine. Adesso sperate, con apparente rassegnazione, che l’accaduto possa ripetersi più frequentemente. Certo, sarà meglio crederci poiché gli altri settori non saranno ai massimi storici e basterà un leggero peggioramento dell’attività professionale o dell’economia per ritrovarvi a lottare con uno stato d’animo fastidioso e paralizzante. In primavera la rinascita che inizierà con un viaggio.
d cancro
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Ciò che vi ha fatto più disperare negli ultimi anni è stato l’amore, eppure siete sempre disponibili, affettuose e attente al partner. Ogni gesto sa di amore e rispetto,
Avete concluso l’anno con Marte nel segno e inizierete quello nuovo con lo stesso aspetto. Si sa, il pianeta rosso non è portatore di pace né di serenità, ma avrà anche qualche
vergine
calzeranno sempre più a inizio febbraio. Se la causa sarà di natura finanziaria, dovrete trovare un compromesso o si arriverà a una rotture insanabile. Il 9 febbraio un venticello avvolgente e piacevole allenterà la tensione, l’amore avrà il sopravvento, mitigherà gli animi afflitti.
bilancia
Dal momento in cui avete varcato la soglia del 2012, propositi e progetti affollano la vostra mente. Un certo non so che, chiamatelo istinto primordiale o nuova avvolgente atmosfera, dà il senso più profondo dell’ottimismo. Giungono suoni lontani che a distanza v’informano di un prossimo evento importante: Saturno quest’anno va via. Gennaio e febbraio risentiranno del suo transito ma saranno deliziati da eventi piacevoli come nuovi amori, eros e viaggi. Ritornano i successi nel settore professionale.
i sagittario Fatevi coraggio e sfruttate il vostro spirito d’intraprendenza per fronteggiare un inizio anno complesso. Il 2012 comincia con una serie di conflitti in famiglia, sarete disturbate dal fatto di essere sempre sul chi va là con chi vi è vicino. Le discussioni saranno dirompenti e in-
Il cielo brilla su di voi: avete pianeti come Giove, Marte, Venere e Mercurio che continuano a darvi benevolenza. Non ci sarà settore che non né beneficerà e, da parte vostra, sarete pronte a sfruttarne ogni minimo segnale. Piene di forza vitale, impiegherete senza alcun indugio ogni energia in ciò che desiderate raggiungere. Userete tutto l’impegno che occorrerà, volete il meglio e lavorerete incessantemente e con molto sacrificio. L’amore sarà un apostrofo rosa che darà la forza per essere vincitrici.
m acquario Amore, ancora amore, sempre più amore. Era ora! Riscattatevi da anni d’imprevisti, amarezze e instabilità affettiva. Avete iniziato il 2012 con Venere nel segno, non esiste cosa migliore per brindare a un nuovo anno ricco di aspettative, che avete cominciato invocando amore, fortuna, benessere e serenità. Potete cominciare a mettere in pratica qualche idea, gli strumenti li avete tutti e anche le Stelle. A febbraio sarà una girandola di magici diamanti, come li definì Platone, “portatori di successo e amore”.
n pesci Non sarà il caso di esagerare se volete portare a buon fine i vostri progetti. Marte opposto da novembre vi stressa e rende complessa ogni azione, lo avete verificato sulla vostra pelle e sui nervi. Da questo momento e fino al suo passaggio in Bilancia, l’unica maniera per poterlo fronteggiare, senza incappare in alcun guaio, sarà blandirlo e mai osteggiarlo. Massima attenzione alle relazioni in crisi: se siete sul punto di recuperarle usate un atteggiamento improntato alla convenienza, altrimenti non c’è migliore occasione per chiudere. SICILIA INROSA
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