
6 minute read
PERSONE
from DI COSMO_Dic2022
Autore: Bruno Damini
clicca e leggi l’articolo sul web
Fiorella Belpoggi, una scienziata libera
Per la tutela della salute ambientale e alimentare, perché la mela di Biancaneve è molto bella, però è anche velenosa

Licia Granello
Dietro una corporatura minuta e un timido sorriso si cela un temperamento forte e determinato che l’ha aiutata ad affermarsi come scienziata di fama mondiale. Fra i tanti meriti la dottoressa Fiorella Belpoggi può vantare di avere contribuito alla sconfitta della Exxon in una storica class action intentata dagli abitanti di Jacksonville, nello stato americano del Maryland quando nel 2006 un’enorme quantità di benzina verde inquinò irrimediabilmente le falde acquifere della cittadina. La benzina “verde” contiene l’additivo MBTE, sostituto del piombo che una ricerca effettuata dalla Belpoggi all’Istituto Ramazzini di Bologna aveva certificato come tossico. Questa ricerca fece accreditare la sua testimonianza al processo nonostante l’agguerrito studio legale del colosso petrolifero avesse cercato in tutti i modi di screditare lei, l’attendibilità dello studio e del Ramazzini. A ricostruire la vicenda umana e scientifica di questa donna mai doma ci ha pensato la giornalista Licia Granello, per quarant’anni firma prestigiosa di Repubblica, scrivendo a quattro mani con lei il volume Fiorella Belpoggi. Storia di una scienziata libera, edito da Terra Nuova.
Un laboratorio dell’Istituto Ramazzini
Nell’ampia introduzione Granello racconta il Ramazzini e il suo fondatore, Cesare Maltoni, che fece proprio il motto “Prevenire è meglio che curare” di Bernardino Ramazzini (1633-1714), padre della medicina del lavoro. Si parte dalla nascita dell’Istituto nell’Italia di cinquant’anni fa per ripercorrere le tappe delle ricerche sugli inquinanti ambientali e alimentari. Poi è Belpoggi in prima persona a raccontare sei case history: pesticidi, aspartame e Acesulfame K, 5G, MBTE, glifosato, fanghi tossici, inquinamento dell’acqua e dell’aria. L’ultimo capitolo si intitola “Domani”, seguito da un intervento che Cesare Maltoni tenne in un consesso internazionale nel 1992: “La scienza tra la limitatezza delle risorse e domanda dell’uomo”. La postfazione è di Manlio Masucci, portavoce di Navdanya International Italia, branca dell’organizzazione fondata 30 anni fa in India da Vandana Shiva a difesa della sovranità alimentare, dei semi e dei diritti dei piccoli agricoltori in tutto il mondo. La vocazione alla ricerca sul cancro nasce in Belpoggi a vent’anni, quando suo padre muore a causa di un mesotelioma. Si laurea in Scienze Biologiche e prende la specializzazione presso l’Istituto di Anatomia Umana e Istologia Patologica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. Inizia a lavorare in anatomia patologica all’ospedale Sant’Orsola, poi decide di proporsi al professor Maltoni, oncologo di fama internazionale. Partecipa a un concorso convinta di non avere chance ma arriva prima e il professore l’incarica di riordinare gli archivi del Ramazzini, un patrimonio di informazioni unico al mondo. Seguono quarant’anni di studi scientifici liberi da ingerenze esterne nello stesso istituto di cui diviene vice direttrice e poi direttrice, forte della struttura di una cooperativa sociale che vive solo coi contributi dei 32.000 soci. I loro studi cercano le connessioni tra inquinamento ambientale e salute in una battaglia, mai urlata, contro i dolcificanti artificiali, l’acetato di vinile, i pesticidi in agricoltura, gli inquinanti dell’aria e delle falde acquifere, e contro i residui di lavorazione dell’industria che sarebbero rifiuti speciali da smaltire con ogni cautela ma vanno a finire nei terreni coltivi come fanghi “ammendanti”, perché alla logica del profitto poco importano i costi ambientali e in salute umana. La frequentazione fra la giornalista e la scienziata è ventennale, da quando la prima comincia ad occuparsi sulle pagine di Repubblica di alimentazione con un taglio etico, ecologista, perché le interessa sapere cosa c’è dietro il cibo, non fare la critica gastronomica. Scopre di poter contare sulle ricerche del Ramazzini e comincia con l’Aspartame che, assieme all’Acesulfame K (E951 ed E950), è un dolcificante artificiale tra i più utilizzati dall’industria alimentare. Belpoggi sottopone l’aspartame a una lunga sperimentazione che ne conferma la cancerogenicità. Ma l’Unione Europea e la Food and Drugs Administration in America, sotto la pressione dei grandi potentati industriali, si inventano un limite di soglia. Allora l’Istituto dimostra che l’aspartame è cancerogeno anche a quella soglia. Granello scriverà una pagina su questo studio su Repubblica nonostante i tentativi dell’associazione italiana industria dolciaria di farla desistere rassicurandola sull’innocuità dell’aspartame e insinuando dubbi sull’attendibilità scientifica del Ramazzini.

Le ricerche di Belpoggi hanno riguardato anche i pesticidi di sintesi più usati al mondo in agricoltura, quelli che finiscono nella catena alimentare umana, individuati ad esempio in certe paste industriali. Il Glifosato, un erbicida i cui effetti anche a basse dosi possono interferire con l’attività ormonale aumentando il rischio di cancro al seno, pericoloso anche per le donne incinte, e il Mancozeb, un fungicida di cui sono state rivelate le proprietà di interferente endocrino per gli esseri umani e gli animali. Grazie anche a questi studi la Commissione Europea ha deciso di ritirare dal mercato dell’UE il Mancozeb dal giugno 2021. Nel capitolo dedicato al futuro Fiorella Belpoggi mette al centro l’agricoltura e la filiera alimentare che arriva fin sulle nostre tavole perché il futuro del pianeta passa dalla presa di coscienza delle persone, e di chi le rappresenta, di prendere in mano questa situazione disastrosa e farne una piattaforma di sviluppo equo, etico, sostenibile. La “rivoluzione” deve partire dalla terra, soprattutto dai contadini che sono i custodi del pianeta, coinvolgendo le nuove generazioni. Ma la riorganizzazione del modello produttivo – dichiara Belpoggi - non possiamo farla pagare ai contadini, che già hanno dei guadagni molto risicati. Il ministero della transizione ecologica dovrebbe cominciare ad assegnare loro un salario di sostegno a fronte di un comportamento etico affinché la terra non venga più avvelenata, incentivando le coltivazioni biologiche per avere del cibo sano nel piatto. Come dice Papa Francesco: come facciamo a pensare di vivere sani in un pianeta malato? Perché non esiste un’altra specie vivente che sopravviva a discapito delle altre. Quando parliamo di sostenibilità dobbiamo mettere la salute al primo posto. Si tratta di incidere sulla percentuale di persone che si ammalano di cancro e di patologie neurologiche come il Parkinson, l’Alzheimer, patologie del sistema nervoso nei bambini piccoli, soggetti a rischio di malattie rare. Questa recrudescenza di patologie deriva anche dal fatto che siamo esposti dalla gravidanza fino alla morte. In tutto questo l’alimentazione svolge un ruolo cruciale superato solo in ordine di importanza dall’inquinamento dell’aria. Il suo appello si rivolge anche alla coscienza etica dei cuochi e dei ristoratori (Belpoggi è lei stessa una cuoca sopraffina nella cui cucina troneggia una Molteni taylor made). È indubbio che serva un consumatore sensibile e che i cuochi possano orientarlo decidendo di comprare solo biologico, abbattendo gli sprechi e aderendo all’economia circolare, ad esempio.
“È tempo di comprendere di più, così possiamo te-
mere di meno”. Fiorella Belpoggi ha preso in carico le parole di Marie Curie e ne ha fatto una filosofia di vita.

Parte dei proventi di questo libro andranno a sostegno delle attività dell’Istituto Ramazzini
www.istitutoramazzini.it
Un laboratorio dell’Istituto Ramazzini
Il castello di Bentivoglio (BO) sede dell’Istituto Ramazzini
