LUNGOFIUME luogo d'anime -Concept album, AA.VV., 2014

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crediamo

narrativo,

apparente evidenza, ha

d’anime”.

eterogeneità e limitata

LUNGOFIUME> MuseoRingraziamentidiFotografia Contemporanea Cinisello Balsamo - Milano Museo Storico Minerario - Perticara Unione comuni Valmarecchia Roberta Valtorta Paola Sobrero Ilaria RobertaTestoFrancescoDanieleMontanariCasalboniGoriacuradiValtorta

del

per

degli autori.

La presente pubblicazione anticipa e accompagna l’uscita del cofanetto “LUNGOFIUME luogo d’anime” che raccoglie con il testo di Roberta Valtorta il progetto di fotografia con Piero Delucca, Gianni Gori, Daniele Lisi e Flavio Marchetti.

Questo “concept album”, pur non descrivendolo, evoca in sé, attraverso un frammento, l’intero piano di lavoro di “LUNGOFIUME, luogo Nella sua dilatata corrispondenza, sappia farsi, anche proprio questo, “perfect vehicle” per rappresentare l’insieme progetto. Progetto a livello oltre ogni privilegiato in misura minore il “documentario” spesso in favore dell’aspetto evocativo e diacronico, attraverso il libero e personale pensiero associativo

LUNGOFIUME luogo d’anime Edizione limitata a /500 copie SilverBooksEditore Edizioni Progetto www.silverbooks.itImagesLaStampawww.behance.net/danielelisigraficoPievePoligraficaEditore©SilverBooksEdizioni > > >LUNGOFIUMEluogod’animePieroDeluccaGianniGoriDanieleLisiFlavioMarchetti

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Roberta Valtorta, storico e critico della fotografia, è Direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano.

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delle corrispondenze, dei legami che la fotografia può porre in evidenza. Talvolta secondo un procedere di tipo rizomatico. Dunque non ci aspettiamo affatto che queste fotografie “spieghino” la valle, la “raccontino”, ma prendiamo atto di una serie di corrispondenze, rimandi, tracciati rispetto ai quali esse la restituiscono, a spezzoni, in possibili forme visive. Si tratta infatti di ricerche che costituiscono un ripensamento nei confronti di quella che è stata, a lungo e non sempre opportunamente, indicata con una definizione che, pur nobile, si è però logorata nell’uso: “fotografia di territorio”. Queste fotografie sono come detriti della visione, di visioni avvenute, frammenti sparsi e perduti, collegati tra loro solo dal filo progettuale che ogni autore ha inteso tessere. Così, Piero Delucca costruisce un insieme di figure libere ma tra loro in dialogo grazie a riferimenti di tipo iconografico, compiendo salti nello spazio ma soprattutto nel tempo, come reinventando storie mai esistite, scandite dai momenti di un diario immaginario. Flavio Marchetti ripercorre quella valle nella quale è stato bambino, ragazzo, trovandovi e come vedendo per la prima volta i fitti segni della natura, come texture del luogo ma soprattutto del pensiero. Daniele Lisi indaga le materie, la pietra, la terra, tutti gli elementi della natura, va in cerca dello spazio passando in rassegna le cose fisiche nella loro concreta esistenza. Gianni Gori balzando da un’immagine all’altra, scena di strada, dipinto, paesaggio, afferma che la realtà è irraccontabile, che è solo possibile seguire suggestioni, momenti, cercando immagini, cioè corrispondenze tra la propria interiorità e le sembianze del mondo esterno. Dai quattro percorsi racchiusi in questo progetto per molti versi laconico, nasce il senso di una voluta parzialità, l’idea di un lavoro in corso su un luogo sia geografico sia antropologico che rimane “aperto” alla lettura e all’esperienza, di un’opera colta nel suo farsi.

E anche che, data una questione (come guardare e pensare una valle, la sua storia, identità, attualità, le sue forme e le materie che la costituiscono, come affrontarne la sorda complessità), i quattro autori abbiano ipotizzato dei percorsi mentali che hanno poi trovato nelle fotografie la loro organizzazione formale-grafica, la loro stessa struttura. Non vi è, infatti, in questo progetto, alcuna intenzione di “documentare” il territorio, nonostante gli autori scelgano per la realizzazione delle loro fotografie una modalità descrittiva. Vi sono invece molte tracce che si mescolano a storie di persone, figure, pensieri, tracce che suggeriscono la memoria della miniera di zolfo la cui presenza segnò questo territorio, che ripetono le materie delle quali il paesaggio è formato. E vi sono soprattutto percorsi della mente che individuano nelle sembianze delle cose del mondo

MAPPEdiRobertaValtorta

Mi sembra che, come gli antichi tovaglioli recavano le tracce del pasto avvenuto, o contenevano parti del pasto avanzate e portate a casa dopo il convivio, così questi lavori fotografici raccolgano tracce, detriti, precipitati del territorio della Valmarecchia, scelta dai quattro autori come laboratorio.

Mappa è la prima parola a cui ho pensato e che mi è parsa in collegamento con questo lavoro fotografico articolato nei contributi, potremmo dire nei saggi, di quattro autori, Piero Delucca, Gianni Gori, Daniele Lisi, Flavio Marchetti. Fiduciosa in questa mia prima sensazione e nell’importanza dei significati che le parole trascinano con sé, mi sono sentita libera di andare all’indietro alla etimologia della parola mappa. Nell’antichità la mappa era, oltre che un pezzo di stoffa per coprirsi il capo o il drappo usato per eccitare il toro nel circo, un panno, un tovagliolo usato a tavola per pulirsi le mani dopo il pasto. I commensali ospiti talvolta usavano la mappa per portarsi a casa del cibo rimasto. Ma presso gli antichi agronomi il termine indicava già la rappresentazione grafica di una zona di terreno, che è poi ciò che con il tempo è diventata per noi, principalmente, una mappa. Ma questa, nel nostro attuale linguaggio, designa anche un insieme di concetti, un movimento del pensiero, ed è un disegno che collega le gerarchie e le derivazioni che la mente crea quando si trova a scandagliare un problema.

Cava Cava Cava Perticara Verucchio Miniera dello zolfo Ponte Verucchio Ponte Marecchia Foce Mare Adriatico [Rimini] Portata 10,80 m ^3s Altitudine 1003 m.s.l.m Regioni Toscana, Emilia-Romagna Lunghezza 70Km Origine Alpe della Luna [+][+][+] [+][+][+] MARECCHIAMARICULAARIMINUS Poggio Torriana Santarcangelo di Romagna

LUNGOFIUME> 1 > MINIERA DELLO ZOLFO < > LAT 43° 54’ 14.23’’ N LON 12° 13’ 37.69’’ E Piero Delucca LUNGOFIUME>

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Gori 2 > CAVA < > LAT 44° 02’ 46.25’’ N LON 12° 27’ 49.72’’ E LUNGOFIUME>

Gianni

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LUNGOFIUME> Daniele Lisi 3 > CAVA < > LAT 44° 04’ 04.75’’ N LON 12° 31’ 06.83’’ E LUNGOFIUME>

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di RomagnaVerucchio#7868

Santarcangelo#3392

LUNGOFIUME> 4 > PONTE MESSA < > LAT 43° 49’ 07.44’’ N LON 12° 14’ 45.31’’ E LUNGOFIUME> Flavio Marchetti

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1 > ponte RFI via FAENZA < > LAT 44° 04’ 13.44’’ N LON 12° 33’ 31.62’’ E LUNGOFIUME luogo d’anime 2014 2 > ponte RFI via FERRARA < > LAT 44° 04’ 16.09’’ N LON 12° 33’ 34.14’’ E 6 > CAVA < > LAT 44° 02’ 46.25’’ N LON 12° 27’ 49.72’’ E 4 > PONTE MESSA < > LAT 43° 49’ 07.44’’ N LON 12° 14’ 45.31’’ E 8 > MINIERA DELLO ZOLFO < > LAT 43° 54’ 14.23’’ N LON 12° 13’ 37.69’’ E 9 > FORNACE < > LAT 44° 02’ 33.57’’ N LON 12° 26’ 15.90’’ E 3 > ALPE DELLA LUNA < > LAT 43° 38’ 59.92’’ N LON 12° 10’ 00.00’’ E 7 > PONTE VERUCCHIO < > LAT 43° 58’ 50.86’’ N LON 12° 24’ 31.60’’ E 5 > CAVA < > LAT 44° 04’ 04.75’’ N LON 12° 31’ 06.83’’ E SilverBooks Edizioni - www.silverbooks.it LUNGOFIUME - luogo d’anime - © images 2014 silverbooks.it

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