Nota delle insegnanti Genny Colelli, Franca Morgia, Adele Cardinali Il quaderno, il libro e tutti gli altri elaborati realizzati dai bambini in quest’ultimo anno di scuola dell’infanzia hanno permesso lo svolgimento del processo educativo. Gli itinerari didattici affrontati hanno preso in considerazione alcune aree educative, isolandone analiticamente le tappe, assunte come obiettivi di lavoro. Essi si sono soffermati, in particolar modo, su alcune aree della dimensione intellettiva e della personalità del bambino e hanno affrontato la costruzione dei ->
prerequisiti per l’avvio all’alfabetizzazione logicomatematica e della letto-scrittura programmate per la scuola primaria. Le situazioni attuate di precalcolo, prescrittura e prelettura sono state sempre finalizzate ad attivare i necessari requisiti per sollecitarne la migliore motivazione agli apprendimenti della matematica, della lettura e della scrittura. Gli argomenti trattati negli anni pregressi e in quest’ultimo anno si collocano come punto di arrivo di approcci polivalenti agli obiettivi didattici, che si sono svolti sul piano operativo nella successione delle ->
tre fasi: a) Attività corporea b) Attività manipolativa c) Attività rappresentativa Questi percorsi sono stati programmati in riferimento ad obiettivi didattici ordinati e sistematici, con difficoltà progressive; hanno accompagnato i bambini a strutturare abilità grafico-pittoriche, percettive, motorie, logiche, topologiche, spazio-temporali, numeriche, espressivo-verbali, espressivo-estetiche. Gli elaborati hanno consentito a noi insegnanti di conoscere di ogni bambino ciò che fa e perché lo fa.
IL TEMA DELL’HANDICAP All’inizio dell’anno scolastico, una delle bambine venute quest’anno nella nostra sezione, non essendo abituata a convivere nel contesto con un bambino autistico, ha manifestato difficoltà di accettazione, dichiarando che quel bimbo era un problema. Noi insegnanti, per far superare il disagio sentito come “problema” dalla bambina, abbiamo trattato l’argomento servendoci del racconto “La bambola diversa”. La bambola, senza occhi, invita i bambini a non arrendersi di fronte alle difficoltà e ad accettare le diversità proprie e degli altri.
CON IL CORPO CON IL CORPO POSSO FARE TANTE COSE DIVERTENTI: CAMMINARE, CORRERE, STRISCIARE, ROTOLARE E FARE TANTI SALTI ALTI, ALTI, ALTI. Il bambino impara a percepire il proprio corpo con il movimento essendo proprio quest’ultimo il primo mezzo che egli ha per apprendere attraverso l’uso dei cinque sensi. È nella scuola dell’infanzia che assume un significato del tutto nuovo e più ->
profondo. Qui il bambino, attraverso l’intenzionalità dei molteplici giochi individuali e di gruppo, impara a conoscere meglio il proprio corpo e la propria identità, a rafforzare la propria sicurezza e acquisire la percezione di sé e degli altri. In questo modo riesce a padroneggiare gli schemi motori di base e relativi concetti spaziali, propedeutici per avvicinarsi alla letto-scrittura con minore difficoltà.
UN BIMBO DISTRATTO Mamma mi dice che sono distratto: smonto la testa e la do al gatto. Mamma mi dice:<<Fai attenzione!>> Regalo le braccia al capostazione.
Smonta i pezzi, smonta tutto, smonta il mento perché è brutto. Smonta i pezzi, smontali in fretta, smonta anche la bicicletta. Smonto il collo e anche le mani e le regalo al re dei nani. Smonto le gambe e i piedini: li presterò agli uccellini.
LA FESTA DEI NONNI L’idea di un giorno dedicato ai nonni è venuta la prima volta a una casalinga del West Virginia, Marian Mc Quade, mamma di 15 figli e nonna di 40 nipoti. Nel 1978 l’allora Presidente americano Jimmy Carter proclamò che il “Granndparents Day” fosse celebrato ogni anno la prima domenica di settembre. In Italia questa festa è stata istituita dal Parlamento nel 2005. Per celebrarla è stato scelto il 2 ottobre. Questo giorno, non a caso, è anche il giorno dedicato agli Angeli Custodi. I nonni sono, infatti, come degli angeli protettori sempre vicini ai loro nipoti.
DEDICATA AI NONNI Vorrei dire a tutti voi che i miei nonni sono eroi. Instancabili e perfetti mi riempiono di affetti. Sono unici e speciali, solo baci e regali e riempiono il mio cuore con il loro grande amore!
FACCIAMO IL VINO Quest’attività ha permesso ai bambini di conoscere l’argomento della vinificazione con un’analisi del processo in sequenze logiche, dalla raccolta dell’uva al prodotto finito. L’attività si è svolta così: alcuni bambini hanno portato a scuola dei grappoli d’uva. Li abbiamo analizzati, abbiamo distribuito dei piatti con alcuni acini. Con le manine li hanno spremuti; il succo raccolto, insieme agli acini, è stato messo in una caraffa a fermentare: ecco il mosto. Il mosto è stato poi filtrato e ogni bimbo ha bevuto un poco di vino nel proprio bicchiere. ->
Dalla pergola nasce l’uva: prima è acerba, poi matura. La raccoglie il contadino e la schiaccia dentro al tino. Bolle il mosto giorno e notte poi finisce nella botte. Nella notte si riposa finché è un vino color rosa. Dopo tante settimane va a riempir le damigiane, ma lì dentro non vuol stare: ora è pronto da infiascare. Per la festa di famiglia passa poi nella bottiglia, nei bicchieri vien versato e da tutti ben gustato.
LA FESTA DI HALLOWEEN La parola “halloween” è la contrazione di “all hallows’even” (la sera di Ognissanti), che nella tradizione cattolica antica indica la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre. La celebrazione di Halloween ha però origini pagane remote: i Celti credevano che in questa notte, che segna il passaggio tra la stagione calda e quella fredda, i morti tornassero sulla Terra per impadronirsi del corpo dei vivi. Per questo le persone si travestivano in maniera grottesca o spettrale , per confondersi con i morti stessi, ->
e preparavano cose buone da offrire agli spiriti, lasciandole a loro disposizione fuori dalla porta. Da tali usanze nasce la tradizione del mascheramento e del “Dolcetto o scherzetto?”. L’usanza di intagliare le zucche deriva invece dalla leggenda irlandese di Jack O’ Lantern. Jack, noto baro e malfattore, era riuscito a ingannare il persino il Diavolo che, per punirlo, non lo fece entrare all’Inferno, posto che gli spettava perché il Paradiso non se l’era certo guadagnato. Jack fu condannato perciò a vagare in eterno sulla Terra, illuminando le tenebre con un tizzone chiuso in una zucca.
I SIMBOLI DI HALLOWEEN La strega C’è una strega molto brutta che ha perduto la parrucca, è rimasta tutta pelata ed è anche arrabbiata. Cerca di qua, cerca di là. <<La mia parrucca dove sarà?>> Guarda in su, guarda in giù, ma è sparita e non c’è più. Prende allora la sua scopa e fa un giro per l’Europa. Ma al ritorno, verso sera, perde anche la dentiera. Siede allora sopra un vaso ma le si stacca pure il naso ->
e mentre si toglie le scarpe vecchie le si staccano anche le orecchie. Prende allora i cerotti per attaccare i pezzi rotti. Ma la iella non è finita… Le si staccano anche le dita! Allora la strega, fuori di sé, si guarda allo specchio e sapete che c’è?
Ci sono io che la guardo in faccia, le faccio la lingua e la boccaccia. Poi all’improvviso le grido “BU!” Lei scappa via e non torna più. Ecco perché adesso le streghe anche a cercarle non le si vede.
IO PITTORE Dalla creazione del mondo, i colori hanno sempre determinato stati d’animo nell’uomo. Oggi è ancora così: il colore è il nostro mondo, il nostro modo di essere. È un biglietto da visita con il quale ci presentiamo. La conoscenza dei colori primari e derivati, associati a elementi che costituiscono e fanno parte integrante del mondo circostante, consente ai bambini di sviluppare soggettivamente abilità percettive e sensoriali che gli permetteranno di affrontare serenamente le fasi di sviluppo successive, nonché di acquisire competenze e conoscenze->
più approfondite. Nel trattare questo argomento abbiamo preso in considerazione tre aspetti trasversali, ma riconducibili allo stesso tema. Essi sono: l’emozione, la paura e l’estetica. L’URLO di Munch ci è sembrato adeguato all’obiettivo che volevamo raggiungere in quanto estremamente connotato dal colore. Lo studio dei colori è di grande importanza perché interviene nello sviluppo dell’emotività del bambino. Associare un colore a uno stato d’animo, a una sensazione, a una situazione crea nel bambino legami emotivi e lo aiuta a riconoscere le proprie emozioni.
È AUTUNNO Una coperta colorata l’autunno regala alla terra addormentata. Le foglie danzano e spariscono col vento in un momento. Il percorso didattico relativo alla stagione dell’autunno parte essenzialmente da due momenti scientifici: l’osservazione e l’esperienza. Attività congeniali al bambino, che avverte dentro di sé sempre più forte l’esigenza di scoprire il perché dei fenomeni che lo circondano. E fa ciò attraverso i sensi. Compito dell’insegnante sarà dare ->
ordine alle esperienze sensoriali e rivestirle del giusto significato. L’autunno è la prima stagione dell’anno che il bambino scopre attraverso l’osservazione dell’albero e delle foglie, la loro trasformazione durante il trascorrere dei giorni nei primi mesi di scuola. Le foglie, creature vive, ingialliscono, rosseggiano, si seccano, cadono, si accartocciano, entrano in aula portate dal vento...
LA STORIA DELL’OLIO Comprendere la trasformazione di un prodotto Una mattina di novembre, la maestra Adele ha portato a scuola un ramo di ulivo e raccontato che, proprio in questo periodo, le olive giungono a maturazione e quindi vengono raccolte per produrre l’olio. Con i bambini abbiamo trattato questo tema raccontando “La storia di Olivetta”. Facendo leva sull’interesse suscitato, abbiamo poi effettuato una visita guidata a un frantoio di Acuto ed esplorato coi cinque sensi tutto il processo di trasformazione dall’oliva all’olio.
LA FESTA DI NATALE senso di pace, bisogno di amore Il Santo Natale è soprattutto la festa dei bambini. Nasce Gesù; i bimbi lo vedono come uno di loro, lo sentono piccolo, indifeso, bisognoso di cure. È giusto che nelle case, per le strade, nella scuola ci si prepari a festeggiare Gesù Bambino, piccolo tra i piccoli. Quest’anno l’atmosfera di attesa si è arricchita del senso di festa dato da un recital dal titolo “STELLE COMETE” e il divertimento non è mancato!
SORRIDI È NATALE
La neve che scende si posa sui tetti, imbianca la strada e la coda dei gatti. È un giorno speciale, sorridi, è Natale! La gente si abbraccia, son tutti più buoni, nell’aria risuonano allegre canzoni. È un giorno speciale, sorridi, è Natale! Sapore di cibo, profumo di festa, le risa, gli auguri ti riempion la testa. È un giorno speciale, sorridi, è Natale! Un sacco, la barba, le renne, la slitta, è Babbo Natale che arriva in gran fretta. È un giorno speciale, sorridi, è Natale! Negli occhi dei bimbi scintille di gioia, scartano i regali, scompare la noia. È un giorno speciale, sorridi, è Natale! Tenersi per mano è bello, ci piace... un gran girotondo dà forza alla pace. È un giorno speciale, sorridi, è Natale!
BABBO NATALE VESTITO DI ROSSO Babbo Natale, che ti è successo? Ma il tuo vestito non era rosso? E allora, dimmi, per favore, perché il tuo vestito ha cambiato colore? <<Mi sono incastrato nel camino, non prendermi in giro, caro bambino! Anzi, saresti così educato da farmi fare un bel bucato? Come faccio a portare i doni a tutti quanti i bimbi buoni?>> Babbo Natale si mette in mutande e lava i vestiti in un istante. Poi riparte in tutta fretta con la slitta che lo aspetta, Gridando <<Auguri>> a più non posso, Babbo Natale vestito di rosso.
LA STAGIONE DELL’INVERNO L’inverno è la stagione del freddo, delle giornate brevi, degli alberi spogli. Ma ai bambini piace perché qualche volta, col freddo, viene anche la neve. A febbraio a Fiuggi ce n’è stata tantissima. La scuola è rimasta chiusa per 15 giorni! Nonostante le difficoltà vissute, i bambini si sono comunque divertiti con le palle di neve, con i pupazzi, con le inaspettate vacanze. Tra le attività relative a questa stagione c’è la storia di “Mago Inverno”.
LA FESTA DEL CARNEVALE “Innanzi tutto l’emozione. Soltanto dopo la comprensione.” (Paul Gauguin) Nulla di più vero quando arriva il Carnevale. La scuola è tutta colorata di addobbi e stelle filanti. I bambini vivono questo periodo in modo entusiasmante; raccontiamo storie, recitiamo filastrocche e canzoncine, drammatizziamo scenette con i personaggi della commedia dell’arte o improvvisiamo. Il piano di lavoro prevede il consolidamento della conoscenza delle forme geometriche.
LA FESTA DEL PAPÀ La festa del papà ricorre il 19 marzo in concomitanza con la festa di San Giuseppe. Rappresenta un periodo di transizione dall’inverno alla primavera, una festa fatta di rituali di purificazione: si bruciano i residui dei raccolti dei campi, si incendiano enormi cataste di legna. Mentre il fuoco si sta per spegnere, alcuni lo scavalcano con grandi salti; si intonano inni a San Giuseppe. Si preparano dolci tipici: le zeppole, gustose frittelle con crema e marmellata. Per questa occasione i bambini di Fiuggi hanno costruito con il cartoncino un veliero da regalare al papà...
IO E TE Io e te papĂ alla scoperta del mondo sopra un veliero nel mare profondo. Io e te a rincorrere il tempo in sella a un cavallo piĂš veloce del vento. Io e te su strade e sentieri raccontandoci i nostri pensieri, equipaggio in ricognizione di qualche nuova costellazione. Io e te con tanto coraggio, esploratori in un lungo viaggio. Con la mano nella mano sicuramente andremo lontano. Ti voglio un mondo di bene, papĂ .
LA PRIMAVERA Con la Primavera arriva la Pasqua, la celebrazione cristiana della resurrezione di Gesù, la cui data è legata al ciclo lunare. La festa si lega anche al risveglio della natura. L’evento viene ri-conosciuto, a scuola, con attività varie, sempre più spesso libere e giocose. Anche l’aula cambia aspetto, addobbata di colombe, fiori, uova colorate, rondini e pulcini. La scuola è in fermento proprio come la natura, e i bambini scoprono il piacere del lavorare insieme, della collaborazione, dell’aiuto reciproco. Così vengono colti a pieno i significati “vivi” della Pasqua.
L’UOVO ARCOBALENO La mattina di Pasqua nel mio prato un uovo arcobaleno ho trovato. Era un uovo profumato e strano, non più grande di una mano. Quando l’ho aperto, con stupore ho trovato sorprese d’ogni colore: giallo il sorriso di un cinesino, rosso il canto di un algerino, azzurro il sorriso di uno svedese, verde la capriola di un portoghese, violetta la danza di mille bambine, indaco i suoni di mille ocarine. E arancione rotondo e paffuto un sole caldo di benvenuto, un sole caldo, paffuto e rotondo uguale per tutti i bambini del mondo.
LA FESTA DELLA MAMMA La nascita della festa della mamma risale al XVII secolo e proviene dall’Inghilterra. Nel “Mothering Sunday” si usava donare alle mamme rose rosse; si preparava il tipico dolce, il “Mothering cake”, a base di frutta. Nel 1900 questa usanza arrivò anche in America e in alcuni paesi europei. In Italia viene festeggiata la seconda domenica di Maggio. Come negli anni precedenti, i bambini della nostra sezione hanno sentito l’importanza di questa festa, vivendo pienamente le emozioni legate al pensiero della propria mamma e l’affetto che ci lega alla famiglia.
PER TE MAMMA Mammina mia carissima, ascolta per favore la piccola poesia che mi ha dettato il cuore. C’è dentro un mazzolino di fiori colorati, c’è la luce del sole ed il verde dei prati. Ho disegnato le ali di una farfalla che ti porta il profumo di una rosa gialla; in fondo alla poesia ho disegnato un cuore che ti dice “Mamma, quanto è GRANDE il mio amore”. E per farti gli auguri ci sono due rondinelle e poi tanti baci quante sono le stelle.
PROGETTO TRASVERSALE DI EDUCAZIONE ALIMENTARE L’obiettivo del progetto è stato quello di far acquisire un corretto approccio all’alimentazione, intesa come nutrizione per crescere in buona salute; contestualmente abbiamo svolto la lettura e l’analisi del racconto “L’omino di biscotto”. Con una filastrocca i bambini hanno riconosciuto le tre categorie alimentari: ALIMENTI ENERGETICI ALIMENTI COSTRUTTIVI ALIMENTI PROTETTIVI Abbiamo fornito principalmente spunti di riflessione per riconoscere i più comuni errori alimentari.
LA MIA FAMIGLIA Ogni volta che lasciavamo disegnare liberamente i bambini, essi si cimentavano nella rappresentazione grafica della famiglia. I nostri piccoli artisti sono proprio bravi! Con i loro disegni ricevevamo in dono la loro autobiografia. Le risposte che i bambini cercano sono tutte nellâ&#x20AC;&#x2122;amore della propria famiglia.
IL DETTATO DI IMMAGINI Alla fine del triennio utilizziamo il dettato di immagini per verificare il grado di comprensione del linguaggio verbale e la capacità di simbolizzare la realtà con il tratto grafico, contestualmente con l’acquisizione dei concetti topologici. L’attività è così articolata: a) si consegna un foglio bianco ciascuno b) si detta un elemento per volta “Al centro del foglio disegnate un albero. A sinistra dell’albero disegnate un bambino. A destra dell’albero disegnate un fiore. In alto a sinistra del foglio disegnate il sole. Sopra l’albero disegnate due uccellini. Vicino l’albero disegnate una palla. Sotto l’albero disegnate cinque fiori.”
STORIE PER CRESCERE Storie di animali Alcune storie ci hanno accompagnato nel percorso didattico: “Nausica”, dalla quale è stata elaborata la filastrocca della settimana; “Vedo chiaro”, storia di un corvo che ha bisogno degli occhiali; “Leonida”, il topo in cerca di casa; “La stellina Elsa” che non ha molta luce; “Il pinguino Gustavo” che cerca altri colori oltre al bianco e al nero. Apprestandoci a leggere la storia creiamo l’atmosfera adeguata al contenuto del racconto. ->
Poi, disegnati i personaggi su un cartoncino, ritagliati e montati su uno stecchino-spiedino, li diamo ai bambini. Seduti in cerchio, nella posizione migliore per favorire l’ascolto e focalizzare lo sguardo sulla prossemia, leggiamo la storia permettendo l’interazione dei bambini che muovono i personaggi. Modifichiamo l’intonazione e il timbro della voce seguendo l’evolversi della storia e l’avvicendarsi dei personaggi affinché sia stimolata l’identificazione e accresca la capacità di comprendere il racconto. Infine la storia deve essere ricostruita riordinandone le sequenze narrative.
Progetto continuità IL MONDO DELLE FIABE Il progetto di continuità tra la scuola dell’infanzia e quella primaria si è svolto secondo queste fasi: •lettura di un’edizione semplificata della fiaba “Pinocchio” presso il teatro della scuola, con i bambini di 5 anni e gli alunni di prima primaria; •drammatizzazione della storia seguendo la melodia e il ritmo della canzone di Benigni; •rappresentazione grafica dei personaggi che hanno suscitato maggiore interesse; •incontro finale nella palestra della scuola tra alunni di prima e bimbi di 5 anni. Ogni bambino indossava il tipico cappello a cono e tutti insieme hanno animato un piccolo spettacolo avente come finalità principale l’allegria.