PORTFOLIO ARCHITETTURA

PORTFOLIO Silvia Possamai

Università IUAV di Venezia Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura A.A. 2013/2014

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PORTFOLIO Silvia Possamai

Università IUAV di Venezia Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura A.A. 2013/2014

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Che cosa è l’architettura in ogni caso?

E’ l’ampia collezione di vari edifici che sono stati costruiti per soddisfare i gusti diversi dei vari signori del genere umano?

Penso di no.

Io so che l’architettura è vita; o almeno, che è la vita stessa che assume forma e perciò è la più vera memoria della vita quale veniva vissuta nel mondo di ieri, quale viene vissuta oggi e quale mai sarà vissuta in futuro.

Così io so che l’architettura è uno Spirito Supremo” Frark Lloyd Wright

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indice

DISEGNARE pag.

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RILEVARE pag.

ANALIZZARE pag.

CONOSCERE, INTERPRETARE, PROGETTARE pag.

PROGETTARE CON FORME MODULARI pag.

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IL PERCORSO COME MATRICE DI PROGETTO pag.

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IL PERCORSO: PONTE TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO pag.

UNA BIBLIOTECA NON CONVENZIONALE pag.

IL MATERIALE COME ELEMENTO FONDAMENTALE DI PROGETTOpag.

SVILUPPARE IL POTENZIALE pag.

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LA CORTE DEL CASTELLO pag.

HUMAN CANTILEVER pag.

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SONNETS IN BABYLON pag. 125

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DISEGNARE

Corso di Elementi geometrici della Rappresentazione prof. Vincenzo Lucchese 7

“Si guarda...

Si disegna affinchè le cose viste possano essere acquisite interiormente alla nostra storia.

Le cose possedute grazie all’opera della matita restano in noi per la vita”.

Le Corbusier

A lato: Schizzo dell’intorno del Campo dei Frari

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Nella pagina a fianco Studio di alcune modanature Studio di alcune volte In basso Studio della volta di S. Ivo alla Sapienza Studio della volta di San Carlo alle Quattro Fontane di Borromini

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Il disegnare mi permette di allenare la capacità di vedere lo spazio, di osservare, analizzare e scomporre, ricomporre, immaginare e prevedere, raffigurare l’inizio di problemi e soluzioni successivi.

Il disegno segue il pensiero.

Il disegno ha come obiettivo privilegiato l’architettura.

D’altro canto, l’architettura necessita del disegno in ogni suo aspetto, dall’ideazione alla progettazione, nell’analisi e nella descrizione.

Disegnare è rendere concreta un’idea, esprimere un’intenzione, esporre o descrivere un programma.

Disegnare è progettare.

Linee, tratteggi e campiture, ombre e chiaroscuri, colori creano relazioni con l’oggetto e costruiscono corrispondenze che evocano l’immagine mentale.

Per questo, il disegno e la rappresentazione sono alcuni dei mezzi che costituiscono l’estensione del pensiero.

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Perché in un’opera vi sia armonia, l’artista si attiene a regole, linee, numeri e proporzioni.

Quando ogni parte ha la giusta altezza, la giusta dimensione e proporzione rispetto alle altre, allora l’opera nel suo complesso diviene armonica.

Come disse Barozzi “…Ordine significa disposizione regolare e perfetta di parti concorrenti tutte alla composizione di un bello insieme: l’ordine, dunque, è opposto alla confusione”.

A lato Capitello a stampella In basso Studio capitello corinzio Nella pagina a fianco Studio colonna dorica Studio capitello ionico

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RILEVARE

Corso di Rilievo e Rappresentazione prof.ssa Gabriella Liva 15

Rilevare è conoscere l’edificio in ogni suo aspetto, disegnare è interpretarlo, rappresentare è farne una sintesi e renderne visibili gli aspetti fondamentali.

A lato: Schizzo della Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli

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La Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, situata in una ramificazione a sud-est della città, fu fondata nel 1315 come punto conclusivo dell’edificio monastico di Santa Marta.

Il complesso era connesso alla terraferma tramite un sottile banco sabbioso e boscoso, detto Ponte o Punta dei Lovi (Lupi), in seguito distrutto nel 1509 perchè ritenuto una minaccia pericolosa all’inviolabile isolamento insulare in quell’epoca di drammatici eventi bellici.

L’originaria struttura urbana dell’area, come si può vedere dalla pianta prospettica del De’ Barbari, si compone di un nucleo isolato delimitato da canali, costituito da un semplice tessuto edilizio, organizzato in edifici a corte [Fig.1] Nella stagione della Venezia industriale postunitaria, si attuò la cancellazione fisica di gran parte dell’edilizia minore dei Mendicoli, operazione poi proseguita in periodo fascista [Fig.2-3-4]

Nella pagina a fianco De Barbari 1500 Baedeker 1800 Catasto Napoleonico 1808 Catasto Austriaco 1838 Catasto Austriaco-Italico 1882

Negli anni 1882-83 è datata la prima insanabile interruzione nel tessuto urbano, dovuta al complesso del Cotonificio Veneziano (ora sede IUAV), una sorta di diga di mattoni e calcestruzzo, che isola e condanna alle demolizioni la punta di Santa Marta,l’ex Campo di Marte ed i nuovi interramenti per la banchina portuale [Fig.5].

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Nella pagina a fianco Facciata della Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli Sezioni della lesena In basso Studio della facciata Confronto con la Chiesa di S.Angelo Raffaele

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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

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scala 1:200 rilievo diretto

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Rilievo

Eidotipo della pianta e del campo

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EIDOTIPO

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scala 1:200 rilievo diretto

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TAVOLA Prospetto e pianta

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Esploso assonometrico

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Restituzione prospettica scala 1:200 Sara Miricola, Silvia Possamai, Lorenzo Vincenti corso di Rilievo e rappresentazione prof. Liva Gabriella a.a. 2012/2013

TAVOLA 4

Restituzione prospettica

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L.O.

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ANALIZZARE

Corso di Disegno Digitale prof.ssa Malvina Borgherini 29

L’essenzialità delle forme, il disegno semplice e pulito, il colore bianco delle pareti di Casa Baron si integrano perfettamente con il contesto.

Ampie vetrate, accuratamente studiate, sono lo sguardo privilegiato che permette di godere e stupirsi del paesaggio circostante.

A lato: Schizzo della corte interna

Planimetra generale Nelle pagine seguenti Piante Prospetto Sezione

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”Il minimum può essere definito come la perfezione che un oggetto raggiunge quando non è più possibile migliorarlo per sottrazione.

E’ la qualità di un oggetto in cui ogni elemento, dettaglio o giuntura è stato ridotto e condensato all’essenziale. E’ ciò che risulta dall’omissione del superfluo. [...]”

John Pawson

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“Cerco un equilibrio fra proporzione, scala, luce e geometria.

Sia la scala che la proporzione sono strumenti che un progettista può utilizzare per creare oggetti, edifici o spazi che possiedono la caratteristica della semplicità. [...]”

John Pawson

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“A me piace l’idea di offrire una vista, di progettare un edificio in modo che vi sia qualcosa da guardare - un giardino, un corridoio o anche la stanza accanto. Solitamente creo muri spessi, e lascio che gli ingressi ne mostrino lo spessore.. E’ una questione di sostanza:passare attraverso muri spessi può essere un’esperienza meravigliosa, in quanto acuisce la sensazione di passare da uno spazio all’altro. [...]”

John Pawson

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CONOSCERE, INTERPRETARE, PROGETTARE

Corso di Restauro prof.ssa Emanuela Sorbo 37

Restaurare è lasciarsi trasportare ed esplorare la vita di un edificio, attraverso le tracce che il tempo ha lasciato.

E’ trovare il potenziale e cercare di valorizzarlo per dare all’edificio e alla gente una nuova opportunità.

A lato: Schizzo dell’ Ex Molino, Parco di Villa Margherita

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L’edificio denominato “ex Molino” è situato all’interno del complesso paesaggistico del parco di Villa Margherita, posto nella prima periferia di Treviso.

Il parco, progettato dal Selva, e, in seguito più volte rimaneggiato, è attraversato dal fiume Limbraga.

L’edificio oggetto di analisi è di modeste dimensioni ed è stato eretto agli inizi del Novecento, nello stesso luogo in cui in precedenza era collocato un mulino per la produzione di farina, e successivamente di carta.

Conseguentemente alla vendita dell’intero complesso e, dunque, alla sua frammentazione, alcuni edifici all’interno del parco, tra cui il mulino, hanno ospitato diverse attività, fino alla chiusura e all’abbandono.

Tale edificio novecentesco fungeva inizialmente da centrale idroelettrica per il parco della villa.

Esso è prospicente ad un laghetto e ad un loggiato, in cui era ospitata una serra.

A piano terra del mulino erano presenti una vasca d’acqua e i macchinari necessari per la produzione dell’energia.

Al primo piano lo spazio era caratterizzato da un unico ambiente e dalla presenza di un ascensore che conduceva al belvedere in cima alla torre.

Tale spazio è stato oggetto, nel corso del tempo, di una progressiva frammentazione.

Anche il rapporto permeabile con il contesto, dato dalla presenza dell’acqua e dal belvedere, è venuto meno nel corso del tempo, essendo stati eliminati questi elementi che caratterizzavano il progetto iniziale.

Nella pagina a fianco Foto Fini - 1800

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Silvia Possamai 273678

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Jing Wang 273622

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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

3.1

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Conoscenza della Fabbrica: Schema Poligonale, Rilievo Geometrico

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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Molino Villa Margherita, Treviso

Nella pagina a fianco Schema della poligonale esterna Rilievo geometrico In basso Foto “ex-Molino� allo stato attuale

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PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT UTODESK EDUCATIONAL PRODUCT

PRODUCED BY AN AUTODESK EDUC PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT

7 Φ12

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INTONACO, sp.15 mm MURO PORTANTE, mattoni pieni 25×12×5.5 mm, sp.510 mm INTONACO, sp.25 mm

7 Φ14 2 Φ8

PAVIMENTAZIONE, ceramica, sp.10 mm MASSETTO DI ALLETTAMENTO, sp.55 mm

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INTONACO, sp.15 mm

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PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT

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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

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PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT

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78

83

86 78

78

101

73

Area: 5.21m² H: 2.80m

-2.70

86

100

Area: 45.03m² H: 2.00m

Area: 59.85m² H: 2.80m

85 78

156

1035

101

86 78

82

702

195

60

156

248

234

Area: 7.50m² H: 2.40m

592 Area: 11.27m² H: 2.80m

164 702

83

60

195

82

195

60

156

248

592

78

96

93 156

78

78

83

84

83

156

78

60

78

83

73

Area: 5.21m² H: 2.80m

580

Area: 5.77m² 1218 H: 2.40m

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

1035

566

164

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

84

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

156

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

732 60

234

580 1218

La fabbrica è costituita da un corpo principale apparentemente simmetrico in muratura portante in mattoni pieni a tre teste, e da una torre in muratura portante in mattoni pieni a quattro teste.

La copertura è realizzata in capriate di legno.

Al primo piano si possono distinguere due solai in legno di epoche diverse.

Il piano di calpestio presenta quindi diversi livelli, conseguenza della struttura dell’edificio, dell’uso e della pavimentazione dell’edificio.

Tale edificio, infatti, è diventato, in seguito, anche magazzino e sede di associazioni, fino alla sua definitiva chiusura.

Sono presenti anche due pilastri in calcestruzzo e quattro travi a vista, non previsti nel progetto originario.

E’ presupponibile che essi siano elementi costruiti successivamente per far fronte all’ammaloramento di alcune travi in legno. In fase di cantiere sarà necessario provvedere alla verifica delle condizioni del solaio e all’esecuzione di interventi puntuali.

Nella pagina a fianco Rilievo architettonico

Momentaneamente il mulino versa in uno stato di totale degrado ed abbandono.

La presenza di numerose alberature attorno ad esso, ha impedito, soprattutto alle facciate est e nord, il soleggiamento delle pareti provocando l’insorgenza di numerosi microorganismi quali funghi, licheni e muschi sull’intera superficie intonacata.

Inoltre sono presenti numerosi graffiti.

La cornice, a motivo tortile e a festoni in formelle di calcestruzzo, motivo fortemente rilevante dei prospetti dell’edificio, presenta efflorescenze, macchie e colonizzazione biologica di licheni. In alcune zone della cornice in gesso superiore si notano fratturazioni, distacchi e lacune. Tali degradi meccanici hanno generato una via preferenziale di ruscellamento dell’acqua piovana, con la conseguente insorgenza di depositi superficiali considerevoli. Ciò ha favorito la crescita di piante superiori, il cui apparato radicale ha comportato il distacco e la fratturazione di parte dell’intonaco. In alcune zone sono presenti fenomeni di efflorescenza. Infine, il muro a due teste in mattoni pieni a vista, presenta una forte colonizzazione biologica di muschi e licheni. Su di esso insistono anche piante superiori quali edera e, nelle immediate vicinanze, sono presenti degli arbusti. I mattoni si presentano fortemente erosi.

43

metria dei coni i 1:200

44

singoli

fotografiche

In basso Fotoraddrizzamento Nelle pagine seguenti Prospetto a linee Fotoraddrizzamento Analisi dei materiali Analisi dei degradi

45

tituto Universitario Architettura Venezia

.A. 2013/2014 Laboratorio di Restauro

rof. ssa Emanuela Sorbo

Ex Molino Villa Margherita, Treviso

Conoscenza della Fabbrica: Rilievo Architettonico, Prospetto e Fotoraddrizzamento

3.4

Verdiana Peron 273926 Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

46

rospetto nord-est rimo piano

cala1:25

prospetto nord-est primo piano

cala1:25

0.57

0.00

-0.58

ANALSI DEI MATERIALI

ANALSI DEI DEGRADI

Istituto Universitario Architettura Venezia A.A. 2013/2014 Laboratorio di Restauro Prof. ssa Emanuela Sorbo

Ex Molino Villa Margherita, Treviso

Analisi e Conoscenza della Fabbrica: Analisi dei Materiali, Analisi dei Degradi

4.0

Verdiana Peron 273926 Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

47

prospetto nord-est primo piano scala1:25

prospetto nord-est primo piano scala1:25

LE PIANTE

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LE PIANTE

MURO PORTANTE, mattoni pieni 25×12×5.5 mm, sp.510 mm

Al primo piano, nel quale viene collocato il museo della botanica del parco, sono state eliminate tutte le partizioni interne per valorizzare l’identità iniziale dell’edificio data dall’ambiente unico.

Sono stati mantenuti i diversi livelli della pavimentazione per valorizzare l’identità frammentata che l’edificio aveva acquisito nel tempo.

E’ stata progettata una nuova scala, più esile per meglio valorizzare lo spazio circostante.

Essa si pone come elemento in dialogo con l’ascensore sito all’interno della torre, che collega i due piani dell’edificio al nuovo belvedere e che

sottolinea la verticalità della torre stessa.

Dall’interno della torre è possibile inoltre vedere l’acqua scorrere dentro all’edificio.

Al piano terra sono previsti i servizi igienici, il vano tecnico, una sala conferenze/didattica e il museo del fiume: una fontana preleva l’acqua del fiume Limbraga dalla vasca originaria, e spiega il funzionamento di un fiume.

Tale fontana è idealmente collegata ad una fontana esterna che sfocia direttamente nel laghetto esterno.

E’ stato quindi rivalorizzato il rapporto stretto tra molino e contesto.

LE PIANTE

49

Nella pagina a fianco LE PIANTE Piante con ipotesi di progetto

In basso Sezione di progetto

50

PROGETTARE CON FORME MODULARI

Corso di Laboratorio Integrato 1 prof. Domenico Bolla prof. Marco Franz 51

Utilizzare la figura modulare semplice come punto di partenza per un progetto spinge a ragionare sulla “misura minima”.

La “misura minima” di uno spazio è sempre in stretta relazione al suo uso.

E’ sempre desiderabile che gli spazi siano dimensionati con eqilibrio e comodi da usare.

A lato: Schizzo di elementi modulari

52

Progetto di una casa residenziale A lato Schema compositivo In basso Foto del modello

53

54

Progetto di un complesso residenziale A lato Schema compositivo In basso Planimetria generale

55

IONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

N LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

N LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

56

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRO

I due edifici ad uso residenziale sono situati in un’area attualmente non edificata, ad uso campo sportivo, lungo la calle larga Santa Marta.

Si tratta di una residenza per studenti, formata da una serie di stanze con servizi minimi, destinate a locatari più o meno stabili, e di un alloggio di maggiore ampiezza e comodità, occupato dal proprietario.

Nella pagina a fianco Piante e prospetti In basso Vista assonometriaca del complesso

Entrambi gli edifici fanno riferimento alla tradizionale casa veneta.

Il progetto si colloca in contunuità alla tradizione per materiali e composizione, mantenendo, però, un linguaggio attuale.

57

58

IL PERCORSO COME MATRICE DI PROGETTO

Corso di Laboratorio Integrato 2 prof. Benno Albrecht prof. Emilio Meroi 59

Progettare in un centro storico comporta l’avere molti vincoli.

Leggere i vincoli come opportunità e non come limitazione permette di sostenere un’idea forte di progetto che si integra con l’esistente.

Il nuovo edificato diviene parte integrante dell’esistente costruendo armoniose relazioni, in aperto dialogo con il meraviglioso paesaggio circostante.

A lato: Schizzo di una vista prospettica del progetto

La strategia di progetto si propone di creare un punto di collegamento diretto tra il nucleo antico della città di Opi, collocata sulla sommità di un colle, e la nuova edificazione, situata alla base.

Il progetto prevede la costruzione di un sistema residenziale rivolto a turisti e di un edificio per la divulgazione di prodotti locali.

Il

60

sistema

insediativo

esistente

è

stato riproposto come punto di partenza progettuale: la nuova serie di residenze si affaccia, da un lato, CREATO verso CON il paesaggio, dall’altro verso il percorso pedonale, godendo della vista privilegiata verso lo scenario naturale e di un collegamento diretto ai due poli della città dai qualipartono percorsi turistici e naturalistici.

I materiali usati sono quelli tradizionali quali la pietra locale e il legno.

LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

In basso Planimetria generale Nelle pagine seguenti Studio del dislivello Piante Prospetti

61

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A lato Schema compositivo In basso Pianta residenza 45mq Pianta residenza 80 mq Pianta residenza 90mq Prospetti

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Viste prospettiche del complesso

67

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Foto del modello

69

70

IL PERCORSO: PONTE TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Corso di Laboratorio integrato 3 prof.ssa Serena Maffioletti prof. Dario Trabucco

71

L’attenta lettura dell’esistente, l’interpretazione delle tracce di un tutto che ora non esiste più, la rielaborazione in linguaggio contemporaneo e il segno leggero sono i primi passi per far rivivere i resti archeologici nel presente.

Non si tende perciò ad una sterile musealizzazione, ma a dare nuova vita a questi oggetti della memoria conferendo loro valore estetico e possibilità di dialogo.

A lato: Schizzo prospettico dell’interno del museo

72

le in Architettura Costruzione e Conservazione

Integrato 3

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi

Silvia Possamai 273678

TAV 1.0 Planivolumetria

Planimetria generale

73

Il progetto, situato nella zona centrale di S. Giorgio di Valpolicella (VR) paese interamente costruito in pietra e di origine longobarda, si articola in due edifici che compongono un percorso, proponendosi come punto di legame e valorizzazione di due aree archeologiche limitrofe la chiesa.

La strategia progettuale è quella di creare un itinerario che possa introdurre e guidare i visitatori alla scoperta degli scavi archeologici e alla conoscenza della storia locale, valorizzandone le tracce.

74

Tale strategia trova attuazione a partire dal museo: l’ingresso, antistante in chiostro romanico, si pone come elemento introduttivo al museo.

Una galleria-lapidarium, visibile anche dall’esterno attraverso le pareti vetrate, porta ad un’ampia scalinata, dalla quale è possibile scorgere un primo scorcio della sala principale.

Proseguendo, si raggiunge una espositiva di piccoli utensili.

sala

Infine si giunge alla sala ipogea nella quale sono conservati i grandi resti di tombe etrusche e are romane.

La sala si affaccia sui resti sottostanti la Pieve, donando loro nuova vita e splendore.

Comunicante al museo è la biblioteca specializzata, luogo piacevole di ricerca e di scabio, dalla quale è possibile ammirare il paesaggio e la natura circostanti.

Nella pagina a fianco Pianta piano interrato del museo Sezione Nelle pagine seguenti Pianta piano terra del museo e biblioteca Sezione Pianta primo piano del museo e biblioteca Prospetto

-4.00

-4.00

-4.00

-4.00

-3.60

75

-3.60

SEZIONE A-A’

SEZIONE A-A’

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

TAV 3.0 Pianta piano interrato e sezione scala 1: 100

TAV 3.0 Pianta piano interrato e sezione scala 1: 100

-0.50

-0.50 -1.00

-1.00 0.03

B

B’

0.03

B

B’

0.00 0.00

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0.00 0.00

A

A’

A

A’ -2.00 -1.90 -2.00 -1.90

-1.00

-1.00

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Laboratorio Integrato 3

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

TAV 3.1 Pianta piano terra e sezione scala 1: 100 TAV 3.1

-1.00

-1.00

0.00 0.00

0.00 0.00

77

1.60 -2.00

1.60 -2.00

-1.00

-1.00

PROSPETTO OVEST

PROSPETTO OVEST

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

TAV 3.2 Pianta primo piano e prospetto scala 1: 100

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

TAV 3.2 Pianta primo piano e prospetto scala 1: 100

78

SUD

Prospetti

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PROSPETTO SUD

PROSPETTO NORD

9

9

2

2

1

1

2

E

3 1 4

E

3 4

6

6

5

E

3 4 6

80

8 7

7

10

10

11

9

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12

7 10

12

16

13

14 18

15

19

16

2018

20

17

17

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16

19

18

19

21

20

17 21

SEZIONE E SCALA1:10

Sezione VerticaleSezione Verticale Scala 1:10

Scala 1:10

SEZIONE E inox del 1 Ancora portante in acciaio inox 1 Ancora portante in acciaio 14 Struttura pavimen SCALA1:10 - pavimentazione di le 2 Tetto piano 2 Tetto piano - strato di collante 3 m - giaia - giaia - strato separatore, m membrana impermeabilizzante - membrana impermeabilizzante - isolamento dal rumo - isolamento termico,pannello termoisolante - isolamento termico,pannello termoisolante pannello isolante in in schiuma di EPS 160mineralizzata mm in schiuma di EPS 160 mm 55 mm

Sezione Verticale

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco Progettazione architettonica e urbana Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Laboratorio Integrato 3

Scala 1:200

1 Ancora portante in acciaio inox 2 Tetto piano -ghiaia -membrana impermeabilizzante -isolamento termoco, pannello ter moisolante in EPS 160 mm -massetto di pendenza 40 mm -calcestruzzo armato 400 mm 3 Parete ventilata -pietra rossa ammonitica veronese 40mm -intercapedine 30 mm -isolamento termico, pannello ter moisolante in EPS 80 mm -calcestruzzo armato 250mm 4 Ancora di fissaggio in acciaio inox 5 Soffitto in cartongesso 15 mm 6 Impianti di condizionamento dell’aria 7 Distanziatore in plastica 8 Guarnizione elastica 9 Profilo di alluminio isolato 10 Traversa di facciata in allu minio 11 Impianti di illuminazione 12 Vetrocamera -Vetro di sicurezza monolitico antisole 8 mm -Intercapedine 10 mm -Vetro di sicirezza monolitico 8 mm 13 Impianto di riscaldamento dia metro 22 mm 14 Pavimento -Pavimentazione in legno 12 mm -Strato di collante 3 mm -Massetto 80 mm -Isolamento acustico, pannello di lana di legno mineralizzata 55 mm 15 Rotaia di fissaggio 16 Isolamento perimetrale 17 Distanziatore in plastica 18 Fondazioni --Calcestruzzo armato 300 mm -Vespaio areato 260 mm -magrone 100 mm -Terra da riporto -Terreno naturale 19 Condotto di ventilazione 20 Griglia in acciaio 25 mm 21 Pozzetto acqua

81

82

Vista prospettica

del museo e biblioteca

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Nella pagina a fianco Pianta del laboratorio Pianta del laboratorio Pianta degli alloggi In basso Prospetto

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Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

TAV 3.5 Piante e prospetto est scala 1: 100

SEZIONE C-C’

SEZIONE D-D’

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PROSPETT NORD

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

TAV 3.6 Sezioni e Prospetto nord scala 1: 100

Dal chiostro, ora protetto da un cubo di cristallo e divenuto elemento cardine di distrubuzione dei flussi, è possibile accedere all’area archeologica retrostante la chiesa.

Il nuovo si integra in continuità con l’esistente, caratterizzato dall’ orizzontalità delle coperture.

Applicando lo stesso principio insediativo, è stato possibile giocare su diversi livelli e altezze e ragionare sul tipo di relazione tra i diversi spazi a seconda delle funzioni.

In questo modo, la parte terminale del percorso esistente è stata ampliata, divenendo una piazza pubblica e belvedere slanciata verso il paesaggio.

La vicinanza con gli scavi archeologici e il luogo appartato rendono ideale e indispensabile la presenza di un laboratorio di restauro, il cui interno è in stretta relazione con l’esterno.

Le pratiche di restauro sono perciò visibili al pubblico, grazie alle diverse altezze delle coperture praticabili.

Ad un livello più basso ed in comunicazione con il laboratorio, si collocano alcuni alloggi per studiosi.

Nonostante le dimensioni siano ridotte all’essenziale, sono attentamente pensati per garantire luminosità naturale, confortevolezza e comodità, godendo sempre della vista sulle bellezze naturali dello scenario circostante.

Il percorso si conclude con un edificio -filtro(bookshop al piano terra e uffici amministrativi al primo piano)che guida il visitatore attraverso giochi di luce e trasparenze.

Nella pagina a fianco Sezioni e prospetto

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1

1

2

2

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3

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7

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8

4

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G

G’

G’

9

SEZIONE G-G’ SCALA 1:10

10

10

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11

5

SEZIONE G-G’ SCALA 1:10

Scala 1:200

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

Silvia Possamai 2 Jing Wang 2

1 Pietra rossa ammonitica veronese 2 Malta di calce 10mm 3 Parapetto in calcestruzzo armato 4 Elemento in tufo 150x110x370 mm 5 Impianto di irrigazione a pioggia 6 struttura del tetto giardino intensivo -prato -DAKU roof soil semina 30mm -DAKU roof soil 150 mm -DAKU stabilifilter SFI 1,45 mm -DAKU FSD 20 62 mm -manto impermeabile anti radice -membrana impermeabiliz zante -massetto di pendenza 50 mm -calcestruzzo armato 400 mm -isolamento termico, pan nello termoisolante in schiuma di EPS 80 mm -barriera al vapore -intonaco interno 10 mm 7 Pietra gallina 40 mm 8 Vetrocamera 9 Struttura del pavimento - pavimentazione il legno 12 mm - strato di collante 3 mm -strato separatore, mas setto 50 mm -isolamento acustico in lana di legno mineraliz zata 80mm -calcestruzzo armato 300 mm 10 terra da riporto 11 magrone

89

1 Vetrocamera -esterno: vetro di sicurezza monolitico anti sole 11 mm -intercapedine 17 mm -interno: vetro stratificato di sicurezza con vetri di sicurezza monolitici 11 mm 2 Vetrocamera -vetro di sicurezza mono litico antisiole 8 mm -intercapedine 10 mm -vetro di sicurezza mono litico 8 mm 3 Pavimentazione in pietra 2 mm 4 Vetro di sicurezza mono litico 10 mm 90

a

a’

SCHEMI DELLA STRUTTURA SCALA 1:100

1

5 Giunto in silicone 6 Angolare in acciaio in ossidabile 150x150x10 mm 7 Tappeto di sughero 5 mm

SEZIONE a-a’ SCALA 1:50

8 Piano d’imposta in acciaio 9 Griglia di acciaio 25 mm 10 Fissaggio in vetro acrilico

Laboratorio Integrato 3

Laurea Triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A.A. 2013/14

Progettazione sistemi Prof. Dario Trabucco

Progettazione architettonica e urbana

11 Pozzetto di convettore 12 -giunto di silicone -weather stripping -blocchi impostazione 13 Viti a testa cilindrica M12x30, 70/A4 DIN6912 14 Stabalux Dichtung Art. Nr.GD6902 15 Acciaio inox piatta 16 Viti a testa cilindrica M10x16-4.6 17 Grondaia 18-Stabalux dado Art. Nr.Z0043 e Z0046 -Stabalux striscia di copertura Art.Nr.DL6067 -guarnizione esterna Art.Nr.GD6024 -Perno filettato Art. Nr.Z0035 30lg.

-bussola filettata Z0046 -Perno saldato M6x36 -Stabalux sigillo Art. Nr.GD6946 19 Bulloni in acciaio in ossidabile, lato preci sione 0.1 mm 20 PVDF anello di protezione

2

3

5 6 7 8

4

ne

- weather stripping (Hinterfüllschnur) - blocchi impostazione 13 Viti a testa cilindrica M12×30, 70/A4 DIN6912 a’

14 Stabalux Dichtung Art.Nr.GD6902 15 Acciaio inox piatta 16 Viti a testa cilindrica M10×16-4.6, DIN7984 17 Gronda per la pioggia 18 - Stabalux dado Art.Nr.Z0043 mit Z0046 - Stabalux striscia di copertura Art.Nr.DL6067 - Stabalux guarnizione esterna Art.Nr.GD6024 - Perno filettato Art.Nr.Z0035 30lg., bussola filettata mit Z0046 - Perno saldato M6×36 - Stabalux sigillo Art.Nr.GD6946 19 Bulloni in acciaio inossidabile,lato precisione 0.1 mm 20 PVDF anello di protezione SEZIONE a-a’ SCALA 1:50

Progettazione architettonica e urbana

Progettazione sistemi costruttivi Prof. Dario Trabucco

TAV 5.1 Nodo costruttivo 2 scala 1: 10

Silvia Possamai 273678 Jing Wang 273622

F

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F’

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SEZIONE F-F’ SCALA 1:10

Sezione Verticale Scala 1:10

2

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5 6 7 8

1 Vetrocamera - esterno vetro di sicurezza monolitico antisole 11 mm - intercapedine 17 mm - interno vetro stratificato di sicurezza con 2 vetri di sicurezza monolitici×11 mm

4 10 9 11

2 Vetrocamera - vetro di sicurezza monolitico antisole 8 mm - intercapedine 10 mm - vetro di sicurezza monolitico 8 mm 3 Pavimentazione di pietra, 2 mm 4 Vetro di sicurezza monolitico 10 mm 5 Giunto di silicone

92

UNA BIBLIOTECA NON CONVENZIONALE

Workshop Estivo 2013 prof. Sandro Marpillero 93

“La Biblioteca è una delle principali istituzioni pubbliche in cui l’incontro con una varietà di punti di vista e sistemi di valori stabiliti può suggerire la loro emulazione e/o contestazione” S. Marpillero La biblioteca non convenzionale è un modo nuovo di ripensare il sistema di relazioni di Marghera, quasi come una “finestra sull’altrove”.

A lato: Collage tratto dalla mostra di Sarah Sze

La scatola è concepita come uno scrigno contenente oggetti che apparentemente non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro, ognuno con la propria storia e provenienza.

La scatola tiene insieme queste differenti realtà e permette nuovi legami tra gli elementi che interagiscono solo grazie all’osservatore.

Chi guarda scoprirà mano a mano questo manufatto solo girandoci attorno, aprendo cassetti o tirando dei pannelli.

La scoperta non ha inizio ne fine, non parte da un punto e finisce in un altro ma è dinamica e non lineare.

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Il dialogo degli oggetti riportato ad una scala maggiore rimanda al nostro sito di Marghera, Pila 40.

Un luogo ricco di realtà molto diverse tra loro come studi di architetti e ingegneri, studi cinematografici, mercati temporanei, eventi collaterali alla Biennale..

Sono tante pile, energie, potenzialità per rigenerare il posto, che attendono solo di essere narrate.

Sono quindi necessari degli interventi trainanti, collegamenti fisici o virtuali, dei fili, nel caso della scatola, che sorreggano e creino nuove connessioni.

La scatola è involucro, è la nostra idea di biblioteca non convenzionale che non è fatta di libri ma di oggetti fisici in attesa.

L’attesa termina quando noi li guardiamo, li prendiamo in mano e immaginiamo una storia.

Ecco a quel punto acquistano una nuova funzione e potenzialità, come gli scheletri dei capannoni di Marghera, diventano oggetti narrativi.

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Sarah Sze colleziona oggetti quotidiani, e li ha riciclati ai Giardini della Biennale 2013 per assemblare una sequenza di cinque ambienti dal forte impatto psicologico ad effetto anti-gravitazionale, i cui stessi processi di immersione narrativa esprimono una posizione critica nei confronti delle convenzioni architettoniche del Padiglione classicista che ne ospita l’installazione “site-specific”.

Applicando lo stesso processo critico-analogico a Marghera, è stato possibile rappresentare l’area di Pila 40 reinterpretando alcuni elementi presi dalla mostra di Sarah Sze. Nell’immagine a fianco possiamo vedere come un’ipotetica Pila 40 possa fungere da fulcro per nuove relazioni.

Due pietre rappresentano la forte potenzialità dell’area verde antistante e la grande opportunità di avere un sistema di scambio sociale e culturale.

Risposta attiva a queste esigenze di recupero degli spazi e delle relazioni sociali è l’istituzione di una biblioteca non convenzionale.

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La biblioteca è intesa come strumento di accesso alla specificità ambientale di Marghera, più precisamente di Pila 40, e come luogo di aggregazione sociale, secondo criteri non convenzionali e in intenso rapporto con le condizioni sociali dell’area.

Visto il contesto industriale in cui si colloca e l’ingente quantità di rifiuti prodotti, si può pensare a Pila 40 come ad una potenziale Officina Creativa, nella quale convergano i materiali di scarto provenienti dalle industrie, che vengono poi rielaborati e reinterpretati da artisti e designers.

Altra possibilità può essere l’apertura di laboratori didattici di riuso e riciclo aperti alla cittadinanza.

Il prodotto di questo processo di recupero e valorizzazione delle risorse trova posto nell’area verde antistante avente il ruolo di Parco Espositivo, luogo di incontro, relazione e scambio.

In questo modo Pila 40 diviene motore attivo di rigenerazione di un nuovo polo sociale e centro di scambio culturale.

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IL MATERIALE COME ELEMENTO FONDAMENTALE DI PROGETTO

Workshop Invernale prof.ssa Donatella Fioretti prof. Josè Gutierrez Marquez 101

“L’architettura è qualcosa di tattile, qualcosa che bisogna toccare”.

Peter Zumthor La conoscenza tecnica e l’uso sapiente dei materiali rende possibile la realizzazione di opere architettoniche dall’anima poetica, ricche di atmosfera e suggestione.

A lato: Schizzo di studio del modello del MASP

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Costruire un modello in grande scala del MASP di Lina Bo Bardi a S.Paolo ha permesso di riflettere sulla grande importanza della scelta di un materiale e della struttura.

Interessante è l’impianto strutturale composto da due pilastri in cemento armato che permettono l’ancoraggio e sostengono, tramite tiranti in acciaio, del solaio inferiore.

L’idea di progetto è risultata così forte che, per riuscire a realizzare il modello, è stato necessario attenersi al progetto, riproducendo lo stesso sistema strutturale con tiranti in acciaio.

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SVILUPPARE IL POTENZIALE

Workshop Estivo 2014 prof. Umberto Napolitano studio LAN 105

CREATO CREATO CON CON LALA VERSIONE VERSIONE DIDATTICA DIDATTICA DI DI UNUN PRODOTTO PRODOTTO AUTODESK AUTODESK

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CREATO CREATO CON CON LALA VERSIONE VERSIONE DIDATTICA DIDATTICA DI DI UNUN PRODOTTO PRODOTTO AUTODESK AUTODESK 5.

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In questa esperienza abbiamo analizzato l’isola dei gasometri di Marghera.

Ogni team ha preso in esame un serbatolio di carburante dismesso e l’area ad esso circostante.

Il progetto, perciò, doveva tenere conto delle preesistenze, esplorando e sfruttando il potenziale in esse celato.

La nuova ipotesi di riuso si è poi confrontata con le altre proposte nelle 14 aree limitrofe, creando così un masterplan generale che getti le basi per una nuova città.

Il serbatoio di carburante è trasformato in contenitore di nuova linfa vitale: l’acqua e la natura si riappropriano, così, di ciò che era stato loro tolto.

La geometria circolare prorpia del serbatoio è stata intersecata con altre geometrie semplici quali il quadrato e il rettangolo.

Il progetto si sviluppa per opposizioni: la parte superiore della copertura è piena e pesante, introspettiva; il piano inferiore è trasparente, a pianta libera, aperto al dialogo con il contesto.

Si accede all’edificio alla quota della strada, attraverso la copertura, elemento che lascia intravedere il paesaggio circostante solo attraverso un’apertura controllata.

Essa racchiude in sè una stanza a cielo aperto, un giardino acquatico, luogo di tranquillità e meditazione.

All’interno, una scala permette di scendere nella corte alberata dell’edificio.

1.Masterplan generale 2.Schema della copertura 3.Footprint 4.Footprint 5.Schema della pianta di progetto 6.Schema della copertura di progetto Nella pagina seguente Pianta e sezione dell’edificio

Il piano terra è organizzato attraverso alcuni volumi vetrati contenenti una biblioteca, un caffè-ristorante e alcune sale polifunzionali che all’occorrenza possono essere adibite a uffici, sale espositive, sale multimediali, per la didattica infantile e per lezioni o conferenze.

In questa atmosfera cristallina, spiccano i volumi bianchi e opachi contenenti i servizi.

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Spaccato assonometrico Nella pagina precedente Foto del plastico Studio della facciata Prospetto con ombre

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Vista prospettica della corte

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LA CORTE DEL CASTELLO

Progetto in collaborazione con RURART

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Perchè un progetto si realizzi, è fondamentale la collaborazione tra diverse figure professionali.

Il confronto e lo scambio tra diverse competenze permette un arricchimento del bagaglio personale, trasformando i limiti di ciascuno in nuove possibilità.

A lato: Foto del team RURART

Il progetto “La Corte del Castello” è il primo realizzato grazie alla costituzione di un gruppo di lavoro composto da studenti, professionisti e operatori del settore edile e artistico.

Il plateatico del risto-bar Il Castello di S. Ambrogio di Trebaseleghe nasce come prototipo realizzato con materiale di riciclo.

E’ stato interessante seguire in prima persona l’intero processo progettuale, dall’ideazione, alla stesura del progetto esecutivo, fino alla realizzazione e all’inaugurazione.

Un’ esperienza di architettura respone condivisa, rivolta ad una sensibilizzazione del consumo critico.

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HUMAN CALTILEVER

Performance alla Venice Art Night 2014

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Human Cantilever (letteralmente: trave a sbalzo umana)è una restituzione realistica della struttura e delle azioni del ponte ferroviario che attraversa l’estuario del fiume Forth in Scozia e che è considerato uno dei capolavori dell’ingegneria del XIX secolo, il più grande mai costruito e il primo con una sovrastruttura in acciaio: “un romantico capitolo di una favola scientifica”.

“Human Cantilever” è il titolo di una celebre immagine fotografica in cui due uomini seduti estendono le braccia e sorreggono delle aste incastrate in un sedile formando due ipotetici pilastri. L’autore è Evelyn George Carey, fotografo ufficiale del cantiere 122 del Forth Bridge.

E’ stato perciò riproposto il medesimo schema compositivo, ricreando un “modello umano” del ponte ferroviario, occasione di studio pratico del sistema di equilibrio e di sforzo delle travi.

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SONNETS IN BABYLON

Progetto fotografico in collaborazione con Daniel Libeskind Esposizione alla Biennale Architettura 2014 125

“Se non ti aspetti l’inaspettato, non lo troverai; è difficile da ricercare e complesso” Erodoto Un progetto fotografico interessante, che pone in dialogo tre strumenti fondamentali: fotografia, disegno e musica.

Una sfida nel trovare una chiave di dialogo e una ricerca di un segno inaspettato nella Venezia contemporanea.

A lato: Foto di una delle ipotesi di allestimento

Utilizzando uno dei sonetti, “No semantics in the Lullaby”, di Daniel Libeskind come una sorta di mappa metafisica della città, si è potuto riscoprire Venezia, ricercando l’inaspettata corrispondenza tra il disegno e la realtà dello spazio fisico, dell’emozione, della luce.

Lo sforzo è stato quello di ricreare l’equivalente poetico tra le foto scattate e il disegno.

Visto il significato e il tema del sonetto shakespeariano, la ricerca si è sviluppata sul tema “Sogno e Realtà”, prediligendo il riflesso e gli incontri inaspettati come tema di riflessione.

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