Kyoss Ottobre 2014

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KYOSS - MENSILE N. 171 ottobre 2014 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N째 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00

ottobre 2014

Composit Punto Ph Simone Pavan Model Maria Tessariol






kyoss si trova nei musei italiani e nei luoghi dell’arte, del design, dell’architettura, della musica, del teatro, della danza e della letteratura Art Director, Direttore Responsabile: Simone Pavan artdirector@kyoss.it

arte & turismo

free press mensile ottobre 2014 anno 14 numero 171 Capo redattore: Elisabetta Badiello redazione@kyoss.it

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il giro del mondo... in cinque serre

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around the world... in five greenhouses

Progetto grafico: Kyoss Agency

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emozioni... offresi

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olmes carretti

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BERLIN east side gallery

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design

in viaggio con il design

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design

BEYOND DESIGN

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arte

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art EVENTS

SELECTED FROM KYOSS

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guggenheim

azimut/h continuità e nuovo

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maxxi

open museum open city

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triennale

africa big change big cHance

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mart

la guerra che verrà non è la prima

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muse

meet your neighbours

Fotografia: Wilder Arley Biral Simone Pavan Hanno collaborato a questo numero: Cristiana Albertini Guendalina Anzolin Elisabetta Badiello Michele Bertuzzo Anna Chiara Brighenti Anna Caldera Joelle De Jaegher Enrica D’Incalci Michela Luce Alessandra Plichero Gelindo Pretto Giorgia Riconda Carlo Stratta Giorgia Toscani

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Edito da: KYOSS CONCEPT Agenzia di Pubblicità e Marketing Vicenza +39 0445 1884135 www.kyoss.it info@kyoss.it www.kyossplus.tumblr.com Iscrizione al Tribunale di Vicenza n° 1002 28/05/01 numero del Repertorio del ROC 19214. Stampa: Veneta Roto Srl Via Torricelli 31 37136 Verona - Italy

art or sound? un hellzapoppin di suoni e immagini

44 books

una venezia insolita

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movie

il cinema e l’arte ovvero l’arte del cinema

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storie del tempo

RICHARD LANGE CALENDARIO PERPETUO «Terraluna»

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lost in communication

the power of fiction in tourism marketing

56 comics

vignette di tutte le forme e di tutte le dimensioni

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anastacia in italy

sound and vision

60 MUSIC EVENTS

SELECTED FROM KYOSS

66 cucina con vista

quanto è chic l’olioturismo

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roma

week and di cultura nella capitale

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milano

pizza art expo 2015

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venezia

artigian expo

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pechino cina è boom turistico


diario del web, un mondo di notizie, immagini e video su Estero, Italia, Politica Economia, Sport, SciTech, Cultura, Donna, Motori e canali dedicati

kyoss collabora con:

l’altra faccia della notizia

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MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO

Museo delle Scienze di Trento

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il giro del mondo... in cinque serre

Dopo 450 anni di vita, ha deciso che serviva un restyling per togliere i segni del tempo e tornare così all’antico splendore. Voluto dall’Università di Padova e dalla Repubblica di Venezia per i suoi studenti, l’Orto Botanico è stato inaugurato nel 1545 con lo scopo di insegnare a riconoscere le erbe medicinali per la salvaguardia della salute dei pazienti, pare fosse sconveniente anche per quell’epoca portali alla tomba per avvelenamento! A distanza di qualche secolo e a pochi mesi dall’apertura dell’Expo 2015, dove curerà al Padiglione Italia una mostra sull’identità botanica italiana, l’Orto ha aperto il nuovo Giardino delle Biodiversità. Una struttura ispirata alla tradizione anglosassone e nord europea dove, oltre a visitare serre e giardini, ci si incontra per un caffè o all’ora dell’aperitivo, godendosi magari una mostra, il tutto in versione 2.0. Nell’epoca del “sempre connesso” anche il restyling dell’antico Orto ne ha tenuto conto e pure le piante comunicano con il pubblico via smartphone! Patrimonio dell’Unesco dal 1997, l’Orto Botanico di Padova era conosciuto anche per quella famosa e tuttora esistente palma di San Pietro, chiamata palma di Goethe in ricordo dello scrittore tedesco che nel 1786, durante il suo viaggio in Italia, si trovò faccia a faccia con il vegetale più antico dell’Orto: datato 1585, ancora oggi mantiene la stessa ceppaia. Ma non basta una palma ad attrarre il pubblico e sebbene l’Orto sia famoso in tutto il mondo per la sua bellezza artistica e naturale, era necessario proiettare questa eredità nel futuro. Con la volontà di valorizzare il patrimonio esistente, anche in previsione dell’arrivo della nuova serra e degli spazi adiacenti, il primo passo è stato rimodulare gli orari di apertura proponendo anche lo spazio per eventi. Una scelta che si è rivelata azzeccata: visite in considerevole aumento e un improvviso risveglio di interesse da parte del pubblico per questa oasi di verde in centro città. Molte aspettative sono alimentate dal nuovo Giardino della Biodiversità che porta a ipotizzare un notevole aumento di visitatori.

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Arrivando dal vecchio ingresso si percorre l’impianto esistente, a quattro sezioni, di ispirazione vitruviana, con un patrimonio di 6000 specie, e si prosegue attraverso un tunnel tra la vegetazione che collega il vecchio al nuovo, per uno spazio verde nel cuore della città di Padova incastonato tra la seicentesca Basilica di Santa Giustina da una parte e le cupole di Sant’Antonio dall’altro. Di fronte un prato verde e la spettacolare serra, cento metri per diciotto di altezza, dove sono racchiuse le 1300 specie che rappresentano l’enorme variabilità del mondo vegetale di tutte le regioni e i climi compatibili con la vita. Il nuovo Giardino non racconta il pianeta dal punto di vista dell’uomo ma pone l’attenzione sulle forme di vita vegetali. Percorrere le serre è come compiere un viaggio attraverso i cinque continenti per visitare a chilometro zero i principali ecosistemi del globo.


La serra è coperta da un tetto, rivestito di un materiale coibentante, che accogliendo il calore del sole e creando un cuscinetto d’aria ne riduce le dispersioni nelle fasi notturne. Entrati negli spazi del Giardino ha inizio l’esplorazione attraversando quelle cinque serre che racchiudono, ciascuna, una fetta di biosfera con la sua tipica vegetazione. Ecco allora schiudersi specie vegetali che popolano la foresta tropicale, le regioni subtropicali e la savana, il bioma temperato, il clima mediterraneo e il deserto. Lo stile espositivo è quello di museologia scientifica più avanzata a livello internazionale. Vale a dire che utilizza diversi linguaggi andando dai reperti antropologici ed etnografici originali, ai modelli e alle ricostruzioni scenografiche, utilizzando video e proiezioni, animazioni e grafiche in 3D. Molti inoltre gli spazi interattivi con un risultato che rende il percorso suggestivo ed emozionante. Sono infatti più di una quarantina i sensori interrati così che disponendo di uno smartphone è possibile ricevere informazioni sulle piante esposte. Una visita che diventa una vera e propria esperienza sensoriale. Elisabetta Badiello

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around the world... in five greenhouses

After 450 years, they decided it needed restyling to return to its ancient splendour. It was promoted by the University of Padua and the Republic of Venice for its students. It opened in 1545 with the aim of teaching them to recognize medicinal herbs for the safeguard of patients. Even in those days it wasn’t convenient to bring them to death by poisoning. A few centuries after and just a few months away from Expo 2015, where it will organize an exhibition about the Italian botanical identity at the Italia Pavilion, the Orto has opened the new Biodiversity Garden. It is a structure inspired by Anglo Saxon and northern European tradition, where besides visiting greenhouses and garede3ns, people meet for a coffee or a drink, perhaps enjoying an exhibition, all in 2.0 version. In the age of “always connected” even the restyling of the ancient Garden took this in consideration and even plants communicate with the audience via smartphone! Unesco heritage since 1997, the Padua Botanical Garden was famous also for the still existing St. Peter’s palm tree, called Goethe’s palm tree in memory of the German writer who in 1786, during his trip to Italy, happened to be face to face with the oldest vegetable of the Garden. Dated 1585, it still maintains the same stump. However a palm tree is not enough to attract the audience and although the Garden is famous worldwide for its artistic and natural beauty, it was necessary to project this legacy towards the future. With the will of endorsing the existing heritage, also in view of the new greenhouse and the neighbouring spaces, the first step was that of changing the opening timetables offering the space even for events. This turned out to be the right choice: more visitors and a sudden awakening of interest towards this town centre oasis. There are many expectations towards the new Biodiversity Garden which lead to envisage a noticeable rise of visitors. Arriving from the old entrance one follows the existing plant, with four sections and a heritage of 6000 species and one continues through a tunnel among the vegetation which connects the old to the new, creating a green space in the heart of Padua, nestled between the sixteenth century Basilica of Santa Giustina on one side and the domes of Sant’Antonio on the other. In front here is a green lawn and a spectacular greenhouse, a hundred metres x eighteen in height, where the 1300 species which represent the enormous variety of the vegetable variety of all the regions and climates compatible with life. The new Garden doesn’t describe the planet from mankind’s perspective but it focuses on vegetable forms of life. Waling through the greenhouses is like travelling through the five continents to visit the world’s main ecosystems without effort.

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The greenhouse’s roof is covered with insulating material, which absorbs solar Energy and by creating an air bearing it reduces night time heat dispersion. Once entered the Garden spaces the exploration begins going through the five greenhouses, each of which contains a part of biosphere with its typical vegetation. So vegetable species that inhabit the tropical forest, subtropical regions and the savannah open up, as well as the ones typical of the temperate bioma, the Mediterranean climate and the desert-. The exhibition style is the one of the most internationally advanced scientific museology. This is to mean that it adopts different languages ranging from anthropological ethnographical original evidence to scene models and reenactments, by using videos and projections, 3D animation and graphics. There are also many interactive spaces with the result that the path is appealing and exciting. In fact there are over forty underground sensors so that with a smartphone it is possible to receive information about the plants on display. It is a visit that becomes a proper sensory experience.


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emozioni... offresi

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Si scrive Italia, ma si legge arte e natura. Poco più di 300.000 chilometri quadrati ad alta densità, con un patrimonio artistico e architettonico che non trova eguali in altri paesi del mondo ma che non sempre è accessibile e talvolta, anche quando lo è, versa in situazione di completo abbandono. In questo panorama ci sono realtà che promuovono in concreto il rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni, tutelando un capitale che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità, facendone addirittura una missione. È il caso del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, una Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. Nata nel 1975 da un’idea di Elena Croce, sull’esempio del National Trust britannico, è stata fondata ufficialmente da Giulia Maria Mozzoni Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli. Oggi a sostenere il Fai sono cittadini privati, istituzioni attente e aziende illuminate che contribuiscono al mantenimento di un patrimonio, frutto di donazioni e affidamenti, che è via via cresciuto.


Grazie agli interventi di restauro e alle iniziative di promozione della Fondazione, molti luoghi sono tornati a vivere, sottratti all’oblio e al degrado. Tra questi castelli, parchi, ville, dimore storiche e giardini ma anche piccoli gioielli che raccontano la nostra storia come il negozio Olivetti di Venezia, importante esempio d’architettura del Novecento, realizzato dall’architetto Carlo Scarpa, o l’edicola di giornali nel centro storico di Mantova, piccolo gioiello dal gusto liberty. O ancora l’Antica Barberia Giacalone, tra gli stretti carrugi del centro storico di Genova dove la vetrina luccicante apre le porte alla Belle Epoque. Perché il patrimonio di cui l’Italia è orgogliosa non è soltanto fatto d’arte e architettura ma anche di quei luoghi dedicati all’attività quotidiana, alla laboriosità di cui andiamo fieri. Il patrimonio gestito dal Fai è aperto al pubblico e spesso disponibile per eventi. Ecco che si può decidere di immergersi nell’atmosfera del Castello di Avio, tra le montagne del Trentino, dove ancora si sente l’eco delle storie di guerra e d’amore, o farsi rapire dalla suggestione di Villa dei Vescovi, in provincia di Padova, edificata nel Cinquecento da Giovanni Maria Falconetto con la collaborazione dell’umanista Alvise Cornaro che rappresenta una delle più preziose testimonianze della romanità nel Veneto. Perché anche il patrimonio artistico, per restare vivo, deve essere visitabile, fruibile. Frequentare da vicino le ricchezze artistiche e le bellezze naturali contribuisce a educare e sensibilizzare. Quale miglior custode, paladino della propria terra, di chi è orgoglioso della sua storia e di quei tesori che solo conoscendoli si riescono ad amare? Elisabetta Badiello

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olmes carretti

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Cosa hanno in comune Consort Henry Lloyd e Felpa Best Company, due pietre miliari del settore fashion targate anni ’80? Oltre al fatto di appartenere alla stessa epoca, ai primordi del vestire comodo, condividono l’ideatore, Olmes Carretti. Nel settore moda ormai da parecchi anni Carretti è indissolubilmente legato alla storia dei jeans Spitfire, alle felpe Best Company e alle giacche Henry Lloyd. Autore di oggetti che rappresentano un’icona nella storia dell’abbigliamento giovanile italiano, rifugge dal definirsi stilista. Da sempre propone prodotti considerando la contingenza territoriale, con un occhio al mercato, precedendo le mode anzi, creandole. E le sue realizzazioni lasciano il segno. Ha vestito migliaia di giovani che ancora oggi conservano nell’armadio quella felpa o quella giacca che ha segnato la loro adolescenza. Dallo spirito saldamente legato alla natura e alla terra che gli ha dato i natali il suo marchio Best Company, contraddistinto dal logo di un pino, già conteneva in se un messaggio ecologista. Nato a San Martino in Rio oggi vive a Reggio e, malgrado abbia girato il mondo, ha conservato le sue radici in quella terra in cui risiede la sua famiglia, i suoi affetti e quella natura selvaggia che tanto ama.

Dove trova ispirazione per i suoi progetti? Si tratta di creatività innata, curiosità, conoscenza? Nella natura e nell’arte. Mi sono formato professionalmente a Milano, quel luogo che da sempre costituisce una fucina di contatti e conoscenze, dove sono stato diversi anni. Senza rinnegare l’importanza di una metropoli come Milano, ho comunque scelto di continuare a vivere in provincia, a contatto con la natura. Parlando di se, si definirebbe un viaggiatore? Lo sono da sempre, anche quando non c’erano finanze. Vengo dalla campagna, la mia origine è contadina e ho sempre sentito l’esigenza di muovermi. Avevo 17 anni quando sono andato in India per la prima volta. Arrivato un discreto successo con il mio lavoro ho avuto poi le risorse economiche per esplorare altri luoghi come New York, Los Angeles, così come la campagna americana. Anche quando sono all’estero cerco sempre il contatto con la natura, vera fonte di ispirazione. Mi muovo non solo per diletto ma anche alla ricerca di fonti produttive di nuovi materiali. Ecco quindi la Cina dove avvengono la maggior parte delle produzioni, anche se il processo di ingegnerizzazione resta sempre in Italia. Oltre che per lavoro le capita di spostarsi anche per piacere? Certamente. In questi ultimi anni ho esplorato i luoghi che si affacciano sul Mediterraneo, affascinato dalla cultura araba. Sono stato spesso a Istanbul, Tunisi, Tel Aviv e in Marocco. Oltre all’abbigliamento ho prodotto alcune linee di tappeti e trovo straordinaria la conoscenza di questi popoli in tal senso. Il lontano Oriente esercita su di lei ancora il fascino di una volta? L’India è stata ispiratrice nel mio lavoro per un certo periodo. Apprezzo il sapere architettonico asiatico e indiano, importantissimo per tutta la cultura che è succeduta, anche quella greca e romana. Sono luoghi dove le forti diversità e i contrasti sono anche ricchezza. Che cosa l’affascina di più dell’Italia? Le architetture, i musei, le mostre. Che cosa le sarebbe piaciuto fare? Se non avessi fatto il mio lavoro avrei comunque desiderato progettare. Architettura o qualsiasi altra cosa, mi piace proiettare la mia visione di futuro ovviamente nel rispetto della natura che per me rimane un elemento fondamentale. Ha un sogno nel cassetto? Non uno ma tanti. Penso al futuro, ai tanti obiettivi da raggiungere e in tutto ciò la famiglia ha sempre un ruolo e uno spazio importante.

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Interview with olmes carretti

Where do you find inspiration for your projects? Is it innate creativity, curiosity, knowledge? In nature and in art. I shaped myself professionally in Milan, a place that has always been a hive of contacts and knowledge, where I lived for several years. Without denying the importance of a city like Milan, I chose to live in a small town, close to nature.

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What do Consort Henry Lloyd and Felpa Best Company have in common? These two landmarks of eighties fashion, a part from belonging to the same age, at the dawn of casual clothing, shared the designer Olmes Carretti. In the fashion field Carretti has been tied in the last years to the history of Spitfire jeans, to Best Company jumpers and Henry Lloyd jackets. He created objects that represent an icon in the history of Italian youngster fashion and prefers not to define himself a stylist. He has always offered products linked to territorial junctures . with an eye to the market, anticipating trends and actually creating them. And his creations leave their mark.

Speaking of yourself, would you define yourself a traveller? I have always been one, even when I had no money. I come from the countryside, my rural upbringing made me want top move. I was 17 when I went to India for the first time. When I had a certain success with my work I then had enough financial resources to explore other places like New York and L.A., as well as the American countryside. Even when I am abroad I always seek contact with nature, true source of inspiration. I don’t travel simply for fun but also to find productive sources for new materials. So this is why I went to China where most of production is carried out, even though the designing process remains in Italy


He has clothed thousands of teenagers who still have in their wardrobe that top or that jacket which defined their adolescence. The Best Company Logo, with its pine tree, shows how he had an ecofriendly spirit from the start, thanks to the strong link with nature and his native land. Born in San Martino in Rio he now lives in Reggio and despite the fact that he has been around the world, he has maintained his roots in the land of his family, his friends and of the wild nature that he loves so much.

Do you happen to travel for pleasure? Of course. In these last few years I have explored Mediterranean countries, fascinated by Arabic Culture. I have often been to Istanbul, Tunis, Tel Aviv and Morocco. A part from clothing I have produced some lines of carpets and I find these people’s knowledge extraordinary in this sense. Does the Far East fascinate you like it once did? India inspired my work for a certain period. I appreciate Asian and Indian architectural knowledge, very important for all subsequent cultures, the Greek and Roman ones too. They are places where diversity and contrasts are also wealth.

What would you have liked to have done? If I hadn0t done this job I would have still wanted to design. Architecture or any other thing, I like to project my idea of the future obviously respecting nature which for me remains a fundamental element. Do you have a childhood dream? Not one but lots. I think about the future, about the many goals to reach and in all this family always has an important role and space.

What intrigues you most of Italy? I like visiting buildings, museums and exhibitions. 17


BERLIN east side gallery

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Oltre a quello cantato dai Pink Floyd c’è un muro che è altrettanto famoso: quello di Berlino, abbattuto venticinque anni fa, assieme alla burocrazia opprimente che era rappresentata dalla nomenclatura comunista. Il pezzo più lungo del muro posteriore di sbarramento sopravvissuto alla demolizione è oggi La East Side Gallery, la “più grande galleria open air del mondo”. Dal 1992 è considerata monumento protetto.


Si tratta di una sezione di 1.316 metri dell’antico muro di Berlino dove sono state dipinte più di 100 pitture da parte di 118 artisti di 21 paesi diversi. Non una collezione spontanea di graffiti su di un muro grigio, ma piuttosto autentiche pitture pensate per esprimere i sentimenti e lo stato d’animo del popolo. Motivi che raccontano la speranza, la libertà raggiunta, il desiderio e la curiosità per la novità. Nel 2009 la East Side Gallery è stata completamente rinnovata perché quasi 20 anni dopo la prima pittura, molte immagini si erano deteriorate a causa del clima ed erano state ricoperte da graffiti.

Per rinnovarle furono invitati gli artisti originari per dipingere nuovamente il muro. Ottantasette gli artisti che risposero alla convocazione e dipinsero per la seconda volta su questa sezione di muro, tra il ponte di Oberbaumbrücke e la stazione di Ostbahnhof. La East-Side-Gallery è un’impressionante testimonianza della recente storia tedesca. Passeggiando lungo le ombre del muro si ha una sensazione di costrizione. Non è possibile guardare verso l’altro lato e nemmeno attraversare il muro. Reportage by Simone Pavan

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BERLIN east side gallery

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Guarda foto / Look at the pictures http://www.eastsidegallery-berlin.de/

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DESIGN

in viaggio con il design

Advertising Leica

Scarlett Johansson with her Leica M6 Silver

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Macchina fotografica Leica D-lux 6


Anna Caldera Giornalista e blogger annacaldera@libero.it

Penna Cassia 264, by Giuliano Mazzuoli

Design da viaggio o in viaggio con il design? Questo è il dilemma. Oggetti di uso comune, esteticamente belli ma soprattutto funzionali e, perché no, pratici da portare in viaggio. Il design oggi è presente in ogni aspetto della vita quotidiana, casa, lavoro e tempo libero. Borse, accessori, tecnologia, tutto può essere reinterpretato in una luce nuova, curando meglio i dettagli e facendo risaltare qualità fino a quel momento rimaste nell’ombra. Questo è il lavoro dei designers, vedere quello che noi mortali non riusciamo a cogliere. Ed ecco che un borsone da viaggio può essere creato con materiali di riuso come la carta, salvaguardando così l’ambiente senza togliere nulla allo stile. Come il borsone per brevi viaggi Weekend della collezione Paola Navone per Essent’ial, resistente, lavabile e dalle ampie misure per accogliere tutto quello che serve

Borsone Weekend Essent’ial design Paola Navone

in un fine settimana di tutto relax. E perché no, tra i vestiti infilarci anche un taccuino da viaggio Quaderno sempre di Essent’ial, frutto del riciclo anch’esso, per mettere nero su bianco i nostri pensieri e le nostre riflessioni in viaggio. E dove c’è carta, c’è una matita o una penna. Lo strumento di scrittura che permette al segno di trasformarsi in design. Come Cassia 264 di Giuliano Mazzuoli, non un semplice strumento per la scrittura ma un omaggio all’italianità, soprattutto quella artigiana. Le sue linee esteticamente eleganti e rigorose richiamano il Razionalismo italiano degli anni Venti e Trenta. Alluminio per conferire leggerezza e resistenza alla struttura ma impugnatura ergonomica per un comodo utilizzo. Praticità unita all’ironia è il messaggio invece di Seletti con le sue scanzonate buste in nylon Smartravel by Selab, perfette per chi è sempre in viaggio o in movimento ma ama razionalizzare il contenuto del proprio bagaglio.

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in viaggio con il design

Contenitori in nylon Smartravel by Seletti

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Segway X2 della Segway Italia

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BEYOND

GO CYCLING G2 Ciclistica compatta ed evo- luta insieme alla più moderna tecnologia in fatto di pedalata assistita, danno vita a questo gioiello pieghevole che si porta a tracolla in un borsone per andare in metrò. La GoCycling G2 assicura un’autonomia di circa 65 Km. Per andare in giacca e cravatta in ufficio, senza sporcarsi e soprattutto senza sudare. Gestibile anche tramite app dedicata. Prezzo a partire da 3.499 euro less is more 1.0 Minimalismo formale a cui giungere attraverso un lavoro di sottrazione, un processo creativo di continua ricerca della semplicità. “Less is more 1.0”, questo è il risultato ottenuto dal designer catanese Raffaele Iannello insieme alla sapienza dello storico artigiano milanese del ciclo, Detto Pietro, con la nuova collezione di biciclette in edizione limitata di 99 pezzi. Prezzo a partire da 1.999 euro.


leaos carbonio Design e tecnologia ingegneristica di livello per questa e-bike dell’altoatesina Leaos con telaio monoscocca in carbonio. In soli 22 kg con un motore elettrico centrale da 250W è adatta per un utilizzo intensivo su tragitti urbani. Display integrato nel manubrio e cambio automatico NuVinci. Tutto rigorosamente nascosto nel telaio, concezione che ricorda la gloriosa Vespa. Prezzo a partire da 4.980 euro.

beach cruiser lucille 7i Ogni bicicletta racconta una storia. La Beach Cruiser Lucille 7i electric del produttore francese United Cruiser, ne racconta due. Una sulla nuova vita delle bici più popolari dell’america degli anni 30. L’altra è l’omaggio a Lucille, la chitarra Gibson di BB King. Bicicletta ideale per lunghe passeggiate sul lungomare e, perché no, anche in città grazie al suo confort di guida. Prezzo a partire da 1.995 euro.

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art or sound? un hellzapoppin di suoni e immagini Cosa ci fa un bimbo dall’aria sbarazzina abbarbicato sull’orlo di un cornicione con un tamburo di latta sulle ginocchia? O un telefono cui non si può rispondere, racchiuso dentro una gabbia per uccelli? O ancora un pianoforte a coda composto da centinaia di rotoli bianchi di carta igienica? Sono solo 3 delle 180 opere esposte a Venezia a Cà Corner della Regina, palazzo settecentesco sorto sulle rovine dell’edificio gotico in cui nacque nel 1454 Caterina Cornaro, Regina di Cipro. Proprietà della famiglia Corner, nel 1800 passò a Papa Pio VII che lo assegnò alla congregazione dei Padri Cavanis. Fino al 1969 sede del Monte di Pietà, dal 1975 al 2010 dell’A.S.A.C. (Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale); infine dal 2011 è divenuto la sede veneziana della Fondazione Prada.

Di grande impatto architettonico - sia nella facciata in pietra d’Istria e bugnato rivolta sul Canal Grande, sia negli interni affrescati e con uno scenografico scalone simmetrico che converge nel mezzanino - ospita la mostra “Art or Sound” fino al 3 novembre, rigorosamente da non perdere! Già dallo scalone d’ingresso che conduce al 1° piano nobile si intuisce l’intento ironico e provocatorio del curatore Germano Celant, affidato in apertura proprio all’alter ego di Maurizio Cattelan che accoglie il visitatore col rullo del tamburo. A seguire un rutilante accavallarsi di suoni e sculture, oggetti d’arte e rumori volutamente spiazzanti in un divertissment che travalica la vista, esposti nei 2 piani del palazzo in una sequenza cronologica

art or sound? a hellzapoppin of sounds and images What’s a child doing clinging onto the edge of a wall with a tin drum on his knees? Or a phone that can’t be answered, inside a bird cage? Or again a piano made of hundreds of white toilet paper rolls? There are only 3 out 180 of the artworks at the Venice Cà Corner della Regina exhibition, in an eighteenth century palace built on the ruins of the Gothic building in which Caterina Cornaro, Queen of Cyprus, was born in 1454. Property of the Corner family, it was passed on to Pope Pious VII in 1800 and it was assigned to the congregation of the Cavanis Fathers. Up to 1969 it was home to the pawnshop, from 1975 to 2010 to A.S.A.C. (the Biennale Historical Archive of Contemporary Arts); finally since 2011 it has become the Venetian headquarters of Prada Foundation. 28

It has a great architectural impact – both on the Istrian stone facade facing the Grand Canal, both in the frescoed interiors with a symmetrical staircase which converges towards the mezzanine floor – and it hosts the “Art or Sound” exhibition until 3 November. Already from the entrance stairs that lead to the first floor one can sense the ironic and provocative aim of Germano Celant, which relies on Maurizio Cattelan’s alter ego that greets visitors with a drum roll. Then a series of overlapping sounds and sculptures, art objects and deliberately unusual sounds that create a divertissement that goes beyond eye sight, exhibited on the 2 floors of the palace in a sequence that aims to surpass sensorial categories. Because the explicit aim of the curator is to “embrace the senses”.


che punta a travalicare gli ambiti sensoriali. Perché l’intento dichiarato del curatore è “l’abbraccio dei sensi”. Il museo deve condurre il visitatore oltre l’esperienza dell’occhio, coinvolgendo anche altri tipi di percezioni, in un gioco globale ed interattivo. Così, mentre un dipinto di Van Doesburg orchestrato sui toni del grigio suggerisce i ritmi che si ballavano sulle note del ragtime, l’occhio fotografato su un metronomo oscillante, dava a Man Ray il tempo per la pennellata. Una cavalcata tra i secoli che parte dall’Allegoria della Musica ad affresco di Nicola Golfino del 1500, raffigurante una fanciulla che intona una “frottola”; di fronte una scatola lignea del coreano Nam June Paik all’apparenza nulla di più visivamente lontano; se

non l’idea della musica come libera improvvisazione. Oggetti d’arte come il Violino spezzato di Arman o le Trombe del Giudizio di Pistoletto, Nouveau Realisme e Art Povera, o strumenti musicali come la Viola Contralto del 1687 realizzata in marmo bianco con intarsi floreali per volere della corte Estense, o la Tromba Naturale a forma di fiore del belga Adolphe Sax realizzata per essere suonata all’Opera di Parigi nel 1885. Concettuale che travalica gli ambiti e si mescola al trionfo del kitch con l’organo da fiera dei primi del ‘900, chiassoso nei suoni e nei colori, per giungere all’apice con The Carnivore di Edward Kienholz, un violoncello “peloso” a memoria della sua gioventù in fattoria. Vedere e ascoltare per credere! Michela Luce

www.prada.com/it/fondazione/cacorner#home!

The museum must lead visitors beyond the experience of the eye, involving also other types of perception, in a global and interactive game. So while a painting by Van Doesburg built with shades of grey can suggest the rhythms that were danced on the notes of ragtime, the eye photographed on a swinging metronome, gave Man Ray time for his brushstrokes. Starting with the Allegory of Music fresco by Nicola Golfino of 1500, representing a girl singing a “frottola”, in front of a wooden box by Nam June Paik which appears to be its visual opposite, a part from the idea of music as free improvisation.

Art objects like the Broken Violin or the Trumpet of Judgement by Pistoletto, Nouveau Realisme and Arte Povera. or musical instruments like the Viola Contralto of 1687 made with white marble and floral decorations on request of the Estense Court, or the flower shaped Natural Trumpet by Adolphe Sax made to be played at the Paris opera in 1885. Conceptual art that breaks boundaries and mixes with the triumph of kitsch with the twentieth century fair organ, loud in its sounds and colours, reaching the peak with The Carnivore by Edward Kienholz, a “hairy” cello to remind him of his youth on a farm. 29


art EVENTS SELECTED FROM KYOSS

7X11 la poesia degli artisti Fino all’8 dicembre 2014 Chiesa di San Fermo Museo Diocesano - Verona

Simone Pavan intervista il curatore Marco Fazzini Come è nata l’idea di “mescolare” registri e differenti arti fra loro all’interno di un un’unica rassegna? Le due discipline, quella dell’arte e della poesia, sono state un interesse che ho coltivato fin dai primi anni Novanta attraverso le riviste “Hortus”, “Origini”, “L’Arco”, ecc. Con amici artisti e poeti si è da sempre tentato di sondare quale fosse la comune poeticità che sottostà a queste forme di espressione artistica. E poi, non è un caso che molte volte le alleanze fra artisti e poeti siano ben radicate, o che addirittura i poeti siano artisti e viceversa. Può un poeta ispirare o contaminare il fare artistico? Può un artista o un quadro fungere da fonte per un passo di scrittura? Sono queste le domande che mi piacerebbe che ogni osservatore si ponesse guardando la Collezione 7×11. Numerologia, pittura e poesia: potrebbe aggiungere qualcosa a questo riguardo? L’aspetto numerologico in questa collezione è sia un elemento giocoso che un’esigenza formale molto seria. Gli artisti sono 77 perché questo è il risultato di 7×11; chi sfoglia il catalogo noterà che le pagine intermezzo sono 7 e cadono ogni 11 artisti. Tutte le opere donate hanno la dimensione di 7×11 cm: l’endecasillabo e il settenario resistono da secoli nella tradizione poetica italiana portando non poche influenze anche all’estero. Non penso sia azzardato aver chiesto agli artisti di sintonizzarsi su questo andamento del respiro poetico e rispettare, nelle misure delle loro opere, un preciso elemento formale che è anche sostanza. Quanto si fermerà la mostra a Verona? Quali saranno le prossime tappe? La mostra di Verona, alla Chiesa di San Fermo, Museo Diocesano, è visitabile fino all’8 dicembre. Dal 2010 le tappe sono state molte, anche grazie al sostegno di Valcucine, della Banca Intesa, Palazzo Leoni Montanari, e a vari partner culturali. Ma ora, più che proseguire con il tour di questa collezione, ne sto pensando un’altra, sarà una sorpresa. 30


VERONA Giusi Naletto Le Città Invisibili Mostra di Grafica Fine al 18 ottobre 2014 aperta tutti i giorni 8.15-23.45 Biblioteca centrale Arturo Frinzi dell’Università degli Studi di Verona

Milano CHAGALL. Un restrospettiva 1908-1985 Fino al 18 gennaio 2015 Palazzo Reale www.comune.milano.it

Venezia Fino al 6 gennaio 2015 L’illusione della Luce e Irving Penn, Resonance Palazzo Grassi www.palazzograssi.it Venezia Fino al 15 febbraio 2015 Prima Materia Punta della Dogana www.palazzograssi.it Torino Dal 7 al 9 novembre Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea www.artissima.it

Padova Fino al 14 dicembre Corcos. I sogni della Belle Époque. Palazzo Zabarella www.palazzozabarella.it info@palazzozabarella.it

torino Fino al 25 gennaio 2015 Roy Lichtenstein. Opera Prima GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Venezia Fino all’11 gennaio 2015 Tommaso Buzzi alla Venini Isola di San Giorgio Maggiore Le Stanze del vetro www.lestanzedelvetro.it

TORINO Fino al 15 febbraio 2015 Avanguardia russa dalla collezione Costakis A Palazzo Chiablese Spazio mostre del Polo Reale www.piemonte.beniculturali.it

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GUGGENHEIM

azimut/h continuità e nuovo

Fino al 19 gennaio 2015 Azimut/h è, rispettivamente, nome della rivista e della galleria fondate a Milano nel 1959 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani. L’esposizione dedica un tributo al contesto delle neoavanguardie celebrando il ruolo che ebbe il movimento nel panorama artistico italiano di quegli anni. Come una sorta di terremoto creativo, fu uno dei catalizzatori della cultura visiva e concettuale italiana ed europea dell’epoca, un ponte ideale tra una nuova generazione rivoluzionaria, ironica e cruciale, e la più stretta contemporaneità. Oggi quello di Azimut/h è riconosciuto come fenomeno sempre più decisivo, contraddistinto da una sperimentazione radicale, rafforzata dai suoi legami con alcuni dei più grandi protagonisti della scena artistica di quegli anni, e da un vivace e dinamico dialogo internazionale. In mostra, oltre ai lavori dei maestri Manzoni e Castellani, trovano spazio le opere degli artisti che ruotarono intorno alla galassia di Azimut/h, da Lucio Fontana ad Alberto Burri, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Yves Klein, Jean Tinguely, Heinz Mack, Otto Piene, Günther Uecker e altri. 32


www.guggenheim-venice.it

Collezione GIANNI MATTIOLI Sono ventisei i dipinti della Collezione Gianni Mattioli, in qualità di prestito a lungo termine, esposti al museo. Tra questi alcuni famosi capolavori del Futurismo italiano, quali Materia e Dinamismo di un ciclista di Boccioni, Manifestazione interventista di Carrà, Solidità della nebbia di Russolo, oltre ad opere di Balla, Severini (Ballerina blu), Sironi, Soffici, Rosai, Depero.

Arte-Coltura Si tratta del laboratorio creativo ideato dal dipartimento educativo della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e OVS per la terza edizione di Kids Creative Lab. In linea con Expo Milano 2015 – Nutrire il pianeta, Energia per la vita – quest’anno Kids Creative Lab intreccia e sviluppa i temi dell’arte e della creatività con argomenti quali ecologia, cibo e natura. Iscrizione entro il 30 ottobre.

BE FAMILY A partire da ottobre un nuovo calendario di attività per l’inte- ra famiglia: un sabato al mese, fino a maggio 2015, sarà dedi- cato ad adulti, ragazzi e bam- bini insieme. Garage San Marco sostiene nuovamente il museo in un originale progetto che fa dell’arte un’esperienza condi- visa. I Soci che si iscriveranno al programma riceveranno uno speciale passaporto pensato per i più piccoli sul quale regi- strare la presenza alle attività.

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LE ARTI AL MAXXI DI ROMA

open museum open city

Dal 24 ottobre al 30 novembre 2014 Suono come chiave d’interpretazione della realtà, un modo speciale per esplorarla creando un museo aperto, esempio condensato di una città aperta. Un progetto che offre la stimolante possibilità di ripensare il rapporto tra la produzione artistica, gli interventi architettonici e la partecipazione del pubblico. Una mostra che coinvolge l’intero museo e analizza alcuni dei più importanti temi dei nostri tempi attraverso il loro suono. Da Bill Fontana a Ryoji Ikeda, da Lee Mingway a Carsten Nicolai, da Cevdet Erek a Jean Baptiste Ganne: il museo diventa un palco unico per il dialogo tra voci diverse e per la proposta di nuovi progetti sociali “svuotando lo spazio” e riempiendolo con i suoni. Dal suono fluido dell’acqua che scorre sotto la città di Roma, alla scomposizione di un pezzo musicale in singole note, dai rumori della città al ritmo della rivoluzione e molto altro ancora. Parte integrante della mostra il calendario degli eventi performativi: musica, danza, teatro, cinema, narrazioni, letture, poesia, incontri improvvisati nello stile dello speaker’s corner. 34


www.fondazionemaxxi.it

Collezione permanente Arte Oltre 300 opere tra pittura, installazioni, video-arte, scultura, net-art e fotografia formano un nucleo di opere in cui le ricerche degli artisti emergenti dialogano con quelle prodotte, tra gli anni Sessanta e il 2000, da alcuni tra i più significativi artisti italiani e stranieri del periodo, come Alighiero Boetti, Francesco Clemente, William Kentridge, Mario Merz, Gerhard Richter.

The Immigrant Songs Fino al 19 ottobre Due notevoli opere danno voce alla memoria, all’immaginazione, alla bellezza e alla gioia degli immigrati attraverso le espressioni musicali di “Citizens Band” di Angelica Mesiti e “4160” di Malik Nejmi. La mostra rivela un’altra faccia dell’immigrazione, più gioiosa e lontana dal classico cliché della sofferenza.

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi - Alcune immagini utilizzate sono d’archivio.

What else is there to see at maxxi in rome?

Collezione permanente Architettura La collezione comprende tutti quei prodotti e documenti che, in forme diverse, rappresentano la complessità materiale e concettuale dell’architettura attraverso i suoi processi evolutivi: dalla produzione ideativa, alla realizzazione fisica, all’uso e al suo inserimento nel contesto fisico e culturale.

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TRIENNALE

africa big change big cHance

Fino al 28 Dicembre 2014 Scarsità di risorse fossili ormai in accertato esaurimento, pressione antropica oggi dotata di un’immensa potenzialità tecnica, situazione demografica in impetuoso aumento, incremento dell’urbanizzazione, della globalizzazione dell’economia e anche del pensiero: il “contesto planetario” sta cambiando. Occuparsi dell’Africa dal punto di vista dell’architettura, intesa nel suo senso più ampio, vuol dire occuparsi di un luogo in cui stanno sviluppandosi alcuni dei fenomeni più interessanti, complessi e anche inquietanti di questi ultimi anni. La mostra AFRICA Big Change Big Chance evidenzia le dinamiche delle trasformazioni in corso in Africa. Una sfida che riguarda il controllo dei grandi numeri, di persone, di pressione dell’urbanizzazione, e la possibilità legata al controllo della grande dimensione, sia urbana sia territoriale. Dallo sviluppo urbano attraverso la presentazione di ricerche sui casi più eclatanti, Lagos, Maputo, Nairobi, Cairo ecc., alle grandi trasformazioni territoriali con i relativi progetti, come lo sfruttamento delle acque, la produzione di energia e l’arresto della desertificazione.

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www.triennale.org

Icone del Design Italiano Fino al 22 Febbraio 2015. Prosegue la presentazione, negli spazi del CreativeSet, di un nucleo di icone dalla Collezione Permanente del Museo, arricchito dalle selezioni di Maestri invitati a indicare gli oggetti per loro necessari e imprescindibili della storia del design italiano. Prossimi appuntamenti: Alessandro Mendini fino al 19 ottobre, Ugo La Pietra dal 21 ottobre al 16 novembre, Michele De Lucchi dal 18 novembre al 14 dicembre, Gaetano Pesce dal 16 dicembre al 18 gennaio 2015, Antonio Citterio dal 20 gennaio al 22 febbraio 2015.

Il design italiano oltre le crisi Autarchia, austerità, autoproduzione Fino al 22 Febbraio 2015. Continua l’esposizione che focalizza l’attenzione sul tema dell’autosufficienza produttiva, declinato e affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni trenta, gli anni settanta e gli anni zero.

Franco Guerzoni Nessun luogo. Da nessuna parte. Viaggi randagi con Luigi Ghirri Fino al 9 Novembre 2014. Una mostra che è il racconto di un’amicizia e di una collaborazione tra due artisti negli anni della loro formazione, dei loro “viaggi randagi” nella campagna modenese a cavallo tra gli anni sessanta e settanta: Franco Guerzoni (Modena, 1948) e Luigi Ghirri, (Scandiano, 1943-Roncocesi, 1992).

Textile Vivant Percorsi, esperienze e ricerche del textile design Fino al 9 Novembre La mostra fornisce un panorama delle innovazioni e degli aspetti più interessanti della ricerca scientifica in ambito tessile in epoca moderna e contemporanea. Cognizione ed emozione si intrecciano in un percorso espositivo che è anche un intreccio di linguaggi. 37


I TRENI DELLA MORTE, cm 300 x 200

LA STORIA, cm 130 x 130

LA TORRE DI BABELE, cm 150 x 150

BISONTE, cm 200 x 150

IL CAVALIERE AZZURRO, cm 130 x 130

IL CAVALLO DI TROIA, cm 250 x 200 38


La guerra attraverso l’arte di Maffeo

MAFFEO DA ARCOLE www.maffeodarcole.com 39


la guerra che verrà non è la prima

fino al 20 settembre 2015 La mostra costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa a Rovereto, nel Museo e a Casa Depero oltre che a Trento negli spazi della Galleria Civica e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni e appuntamenti. La Prima guerra mondiale, di cui ricorre il centenario, tra gli eventi più drammatici e significativi della modernità, rappresenta nel progetto del Mart il punto di partenza per un’indagine più ampia che attraversa la storia del XX secolo fino ad arrivare ai conflitti dei nostri giorni. Ricorrendo a una sorta di complesso montaggio tematico e temporale, l’esposizione evita di seguire un preciso filo cronologico, dimostrando – tramite inediti accostamenti e cortocircuiti semantici – come tutte le guerre siano uguali e, allo stesso tempo, come ogni guerra sia diversa. Installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze, diari condividono gli oltre tremila metri quadrati del piano superiore del Mart e si misurano con sperimentazioni artistiche più recenti, installazioni sonore, narrazioni cinematografiche: documentari originali, video e film. Esposti in mostra anche molti reperti bellici impiegati nella Prima guerra mondiale. 40


Propheta in patria Cavellini 1914 - 2014 Mart Rovereto, alle Platee, Foyer dell’Archivio del ‘900 Fino all’11 gennaio 2015 Contemporaneamente alle commemorazioni della Prima guerra mondiale, ricorre un altro centenario che il Mart di Rovereto è orgoglioso di celebrare. Sono trascorsi infatti cento anni dalla nascita di Guglielmo Achille Cavellini (1914-1990), uno dei massimi protagonisti della mail-art internazionale.

Afterimage Rappresentazioni del conflitto Civica di Trento Dal 26 ottobre al 1° febbraio 2015 Si tratta del progetto vincitore di CXC Call for Curators, il bando nazionale per curatori under 35 indetto dal Mart lo scorso autunno. Inserito in Mart/Grande guerra 2014, si misura con la relazione esistente tra immagini e conflitto nell’epoca contemporanea.

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www.mart.trento.it

Scenario di terra Fino all’8 febbraio 2015 Prosegue il progetto che il Mart dedica al paesaggio, inteso come uno dei luoghi d’elezione dell’esperienza umana, dopo la grande mostra “Perduti nel Paesaggio/Lost in Landscape”. Sviluppata dai curatori del Museo, l’esposizione poggia su un nucleo di opere provenienti dalla collezione permanente e su una selezione di materiali dai fondi archivistici del Mart, completati da prestiti e produzioni inedite. 41


MUSE

meet your neighbours

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Incontra i tuoi vicini...ma chi sono questi vicini? Fino al 16 novembre Una raccolta di 41 immagini di grande formato che raccontano il desiderio di riconnettere le persone alla dimensione “selvatica”, non proprio così nascosta, che si trova a due passi da casa. Autore Emanuele Biggi, naturalista e fotografo, co-conduttore della trasmissione televisiva Geo su Rai 3, che ha fissato in uno scatto la vita di tutti quei piccoli animali che si trovano attorno a noi, che abitano i nostri giardini e di cui spesso ignoriamo l’esistenza. Si tratta di creature e piante, elementi vitali, che rappresentano la prima forma di contatto che abbiamo con il mondo naturale. Percorrendo la mostra nasce spontaneo il desiderio di incontrare questo mondo e di buttarsi a capofitto nell’esperienza, inedita e piena di sorprese, di “incontrare i propri vicini”. L’iniziativa nasce da un progetto internazionale nel 2009 che coinvolge un vero e proprio movimento di fotografi naturalisti interessati a mostrare quello che c’è di bello negli spazi della vita quotidiana. Una sfida open source per citizen documentarist, non necessariamente professionisti della fotografia.


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www.muse.it

Wood Legno, edilizia e tecnologia Fino al 2 novembre Prosegue la mostra dedicata alla ricerca e alle attività di valorizzazione del legno, elemento primario di un vivere ispirato al benessere e alla funzionalità, in armonia con la natura. In mostra le peculiarità di questo materiale, con una visione originale delle sue applicazioni in campo tecnologico, energetico e architettonico.

ESPOSIZIONE PERMANENTE Il Muse è anche esposizione permanente, il racconto dell’affascinante e misterioso mondo dell’alta quota che offre sensazioni uniche. Così come il labirinto della biodiversità con 26 ambienti diversi per rivivere le emozioni della natura. O ancora l’evoluzione degli ambienti geologici del passato, fra antiche montagne, vulcani, deserti, mari tropicali, scogliere coralline e profondità oceaniche per proseguire con un viaggio nel tempo tra i nostri antenati preistorici. La scienza così raccontata può rivelarsi un’esperienza indimenticabile.

Nanna al Museo Nei giorni di venerdì 17 ottobre, 21 novembre e 19 dicembre quando si spengono le luci e i visitatori lasciano le sale, il MUSE si trasforma in un luogo magico. Ecco che le stanze del museo prendono vita aprendosi all’esplorazione dei più piccoli che, nel cuore della notte, possono aggirarsi tra orsi, lupi, balene, dinosauri e antenati preistorici. Per i bambini dai 5 ai 12 anni e le loro famiglie l’opportunità per un’intera notte di trasferirsi al museo e partecipare alle attività laboratoriali, divertirsi con gli spettacoli scientifici, con la caccia al tesoro e, infine, addormentarsi tra dinosauri, linci, orsi e antenati preistorici sognando avventure scientifiche. Info e prenotazioni 0461/270311 43


books

una venezia insolita

Un week-end a Venezia per evadere dal quotidiano, scoprendo nuovi itinerari lontani dal turismo di massa, con una guida d’eccezione: Hugo Pratt e la Venezia di Corto Maltese! Guida originale e inconsueta della città, sette itinerari ben dettagliati, con otto cartine, ricca di indirizzi utili e oltre cinquecento disegni, questa è “Corto Sconto” la guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta, edita da Rizzoli Lizard (pagine 231 - euro 17,00), autori Guido Fuga e Lele Vianello. Il titolo richiama l’espressione veneziana “corte sconta” a indicare una corte nascosta, una piazzetta o una calle frequentata solo da veneziani DOC, dove trovare locali tipici, assaggiare “cicheti” e vivere l’atmosfera della città con un tocco di storia e magia. Lontani dal caos e, scusate se è poco, guidati dal famoso marinaio avventuriero Corto Maltese che ha girato tutto il mondo ma che considera Venezia, come più volte dichiarato dal suo creatore Hugo Pratt, il centro del mondo. Non serve essere appassionati di Corto Maltese per averla, basta amare Venezia e lasciar stare le solite guide per volerla scoprire con occhi nuovi e indiscreti.


Marianna Bonelli Promotrice innovativa di cultura www.mariannabonelli.com www.spritzletterario.com

viaggio in italia tra le pagine

Viaggio in Italia anche per il fondatore del Romanticismo letterario francese: FrançoisRené de Chateaubriand. Un soggiorno di un anno, quello del diplomatico che scese dalle Alpi per arrivare fino agli scavi di Pompei, quando viaggiare nel nostro Paese era considerato un viaggio di formazione. Consigliato a chi ama farsi ispirare dal paesaggio. Edito Carrocci.

Viaggiare per il nostro bel Paese è stato da sempre considerato come un viaggio tra bellezze inestimabili, da fare almeno una volta nella vita, soprattutto da parte di chi italiano non è. Viaggio in Italia di Goethe, scritto tra il 1813 e il 1817 racconta Roma, Firenze, Napoli, Padova e altre città che diedero allo scrittore tedesco un nuovo senso della realtà e una nuova serenità. Consigliato a chi ha bisogno di tornare ad amare il suo Paese attraverso gli occhi romantici di un turista d’eccezione. Edito BUR Rizzoli.

Più recente è il grande classico di Guido Piovene, giornalista e scrittore vicentino, Viaggio in Italia iniziato da Bolzano nel 1953 e proseguito regione dopo regione fino al 1956. Quasi un saggio antropologico il suo, scrupoloso nei dettagli, fedele come una fotografia, che fa emergere un vero e proprio carattere nazionale, che resiste alle mode e alla storia, nonostante tutto. In più edizioni, da Mondadori a Baldini & Castoldi.

Per tornare decisamente ai giorni nostri “Guida alla Roma ribelle”, Voland editore, scritto a più mani. Un vero e proprio percorso inedito della memoria, che parte da Menenio Agrippa e dalla Basilica di Massenzio, passa per Giordano Bruno, il Cimitero acattolico, la Repubblica Romana, fino alle piazze degli artisti e ai luoghi di cultura. Per chi è un po’ nostalgico e per chi non c’era ancora e vuole conoscere i luoghi di un momento storico importante per la nostra Italia.

Per chi ha la passione del Verde come stile di vita “I Love Green” Oltre 100 idee per una vacanza nel Verde”, scritto da Francesca Filippi, edito in aprile di quest’anno da Mondadori. Guida consapevole delle caratteristiche di ogni regione e provincia italiana, ideale per ogni stagione, età e gusti. Da non perdere per chi vuol farsi del bene rispettando tradizioni e ambiente.


movie il cinema e l’arte ovvero l’arte del cinema

Arte figurativa in movimento. Così Federico Fellini definiva il cinema. Ma quella che è citata anche come la settima arte racconta e fa vedere, descrive e suggerisce, fa sentire e suggestiona, a volte crea, molte volte diverte, altre ancora consola o distrugge. Dagli inizi del ‘900, con il bianco e nero e un linguaggio diretto, solo negli anni ‘20 e ‘30 il cinema comincia in Italia, utilizzando come scenografia il patrimonio artistico, culturale e musicale del paese. Luciano Emmer gira documentari in bianco e nero sull’arte italiana, alternando commenti a riprese di luoghi e opere. Ma l’arte è già cinema, a cominciare dai film di Charlie Chaplin. Nel frattempo si inizia a parlare un linguaggio legato ai luoghi dei racconti,allesuggestionichelanatura,le architetturedegliuomini e gli spazi urbani suggeriscono e traducono. Ecco che in Italia, paese tanto ricco di cultura, alcune regioni diven- tano da subito punti di riferimento per natura e storia. Un esempio la Sicilia come focus per il Sud: da Rossellini a Visconti, da Coppola a Giordana,Amelio,Crialese,Tornatore,Dante e,ultimo,PIF. Cittàfan- tasmagorica Napoli, vera metropoli culturale, patria dei De Filippo e di Totò, di Sofia Loren e di Toni Servillo. Una lunga lista riassunta in un film musicale: “Passione” di John Turturro. Più di 1700 luoghi d’Italia sono stati oggetto di riprese cinematogra- fiche. Tra le città più gettonate sicuramente Roma, rappresentante del neorealismo cinematografico con Rosselini “Roma città aperta” e “Paisà”, De Sica e “Ladri di biciclette”, la costruzione di Cinecittà nel ‘38,“Bellissima” di Visconti con l’indimenticabile Anna Magnani, “La dolce vita” e “Roma” di Fellini, Pasolini con “Accattone” e poi

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Moretti, Avati, Martone, Verdone per finire con Paolo Sorrentino e “La grande bellezza” dove Roma gioca il ruolo di protagonista assoluta. In Veneto, Venezia la fa da padrona. Dal citato Pasinetti, con Piazza S.Marco ritratta in modo poetico ma non sdolcinato,“Morte a Venezia” di Luchino Visconti,“Anonimo Veneziano” di Salerno,“Pane e tulipani” di Soldini” nella Venezia minore, Il Mercante di Venezia” di Michael Redford. Ancora i recenti “Dieci Inverni” di Valerio Mieli e “The Tourist” del regista quasi impronunciabile Florian Henckel Von Donnersmark.


Cristiana Albertini Corrispondente info@kyoss.it

Venezia presenta sicuramente location eccezionali e già pronte all’uso rischiando però l’inghippo del “troppo bello e già scontato”. Mirabile “Io sono Li” ambientato a Chioggia e nel 2013 del giovane regista veneziano, Andrea Segre. Non manca Padova con “La lingua del santo” e il recente “La sedia della felicità” con Battiston, raccontati dal regista recentemente scomparso Carlo Mazzacurati. Anche il padovano Alessandro Ros- setto ha raccontato la regione con “Piccola Patria”. Vicenza,

oltre a ospitare sull’altopiano uno dei maggiori registi ita- liani, Ermanno Olmi, si ritrova in “Il comune senso del pudore di Sordi, “La moglie del prete” di Risi e “Il prete bello” ancora di Mazzacurati. Verona infine, offrendo il suo centro storico quasi intatto come set cinematografico a cielo aperto, rimane indissolubilmente legata al- la storia di Giulietta e Romeo: da Zeffirelli del 1968 a Carlei del 2013 e Winick con “Letters to Juliet “ del 2010, e da ultimo “Il mio giorno” dell’esordiente Usardi.

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storie del tempo

RICHARD LANGE CALENDARIO PERPETUO «Terraluna»

Il RICHARD LANGE CALENDARIO PERPETUO «Terraluna» riunisce l’aspirazione alla precisione, lo spirito inventivo ed il design di A. Lange & Söhne in un capolavoro di alta orologeria. Con l’indicazione della fase lunare orbitale, calendario perpetuo con Grande Data, riserva di carica di 14 giorni e meccanismo tenditore, questo eccezionale segnatempo raggiunge l’apice dell’arte orologiera sassone. 48


Simone Pavan artdirector@kyoss.it

La luna orbita intorno alla terra in senso antiorario. Da sinistra a destra: luna nuova, luna crescente, luna piena, luna calante.

Il Terraluna è un segnatempo stupefacente da entrambi i lati. Il quadrante regolatore inserito nella cassa in oro rosa o in oro bianco di 45,5 millimetri, presenta il design degli orologi di precisione scientifici. Il movimento è dotato di un’indicazione della fase lunare orbitale tanto innovativa quanto utile che riproduce al tempo stesso la costellazione della terra, della luna e del sole. Tre contatori circolari per il tempo Nella parte alta del RICHARD LANGE CALENDARIO PERPETUO «Terraluna» si trova il grande indicatore dei minuti. Sotto di esso, decentrati a destra e a sinistra, si trovano i quadranti più piccoli delle ore e dei secondi. In modo analogo al RICHARD LANGE TOURBILLON «Pour le Mérite» presentato nel 2011, il design è ispirato a un grande orologio storico: il «regolatore» di Johann Heinrich Seyffert del 1807 appartenente alla collezione di orologi del Salone della Matematica e della Fisica conosciuta in tutto il mondo . Con la sua geniale costruzione, all’inizio del XIX secolo Seyffert contribuì a fare di Dresda un centro dell’orologeria di precisione. Un grande vantaggio era rappresentato dal formato di tipo regolatore per gli orologi di precisione che venivano utilizzati dai servizi orari e dagli osservatori astronomici, ma anche da manifatture di orologi per sincronizzare i nuovi segnatempo. Consentiva infatti una lettura precisa dei minuti e dei secondi. Quattro finestre per l’eternità Sotto la caratteristica Grande Data – tra l’altro la prima in un modello della famiglia di orologi RICHARD LANGE – due finestre più piccole indicano a sinistra i giorni della settimana e a destra i mesi. Grazie a questa disposizione le indicazioni del calendario sono ben leggibili. Oltre a riprodurre correttamente le diverse lunghezze dei mesi di un anno civile, il suo programma meccanico indica anche gli anni bisestili fino all’anno 2100. In una piccola finestra rotonda a destra accanto al 15 del contatore dei minuti si trova l’indicazione dell’anno bisestile. Tutte le indicazioni del calendario saltano esattamente e sono pertanto sempre leggibili in modo corretto. Per contenere il più possibile la forza indispensabile al processo di avanzamento, l’energia necessaria viene costantemente generata da una camma a disco e liberata in un sol colpo a mezzanotte.

La luna lungo la sua orbita Sul lato del movimento vi è un’avvincente innovazione tecnica tutta da scoprire: l’indicazione della fase lunare orbitale, in corso di brevettazione, mostra per la prima volta su un orologio da polso la costellazione della luna rispetto alla terra e al sole. L’indicazione è composta da tre dischi. Su un disco del cielo costellato di stelle la luna, visibile attraverso un oblò, orbita intorno alla terra in senso antiorario una volta al mese. Segue la rivoluzione sinodica di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi in modo talmente esatto da richiedere una correzione di un giorno dell’indicazione solo dopo 1058 anni. Sotto di esso ruota un disco della luna con due rappresentazioni rotonde del novilunio. Attraverso l’oblò del disco del cielo è possibile leggere la fase lunare. Il bilanciere assume in tale disposizione la posizione del sole. Al novilunio la luna nera si trova tra la terra e il sole. Al plenilunio appare sotto forma di disco chiaro sul lato opposto della terra. In tal modo la posizione e la fase lunare possono essere lette contemporaneamente. Al centro dell’indicazione la terra ruota una volta al giorno attorno al proprio asse. Sul lato rivolto al sole o alla spirale è giorno, sull’altro è notte. La scala delle 24 ore offre un orientamento temporale per l’emisfero settentrionale. La ricerca di precisione dei progettisti di orologi Lange non si rivela unicamente nella costruzione, ma anche nel design dell’indicazione della fase lunare composta da tre massici dischi in oro bianco. Per ottenere una riproduzione al tempo stesso viva ed estetica della fase lunare orbitale, per il rivestimento è stata adottata una procedura particolare. Sul disco del cielo ad esempio, tramite effetti di interferenza, tutte le componenti cromatiche non blu della luce diurna incidente vengono assorbite. Ne risulta una superficie di un blu cromaticamente intenso, sulla quale le oltre mille stelle risaltano perfettamente grazie alla forza del contrasto e alla nitidezza dei contorni. 49


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ALESSANDRO GUARDINI

www.alessandroguardiniarte.tumblr.com 51


LOST IN COMMUNI CATION

the power of fiction in tourism marketing

Montalbano teaches. A part from teaching how to defeat criminal gangs in Southern Italy, it tells how important cinema is a tool for tourism marketing. Lots of British tourists, and probably from all over the world, aim towards Sicily mostly because they want to find Marinella and the Vigata police station, which cannot be found because they are unreal. One can find typical pseudo-Sicilian food with imaginative names on London menus. And who’s going to tell Sicilian product lovers that Montalbano’s Sicilian speech is sometimes made up? How can you disappoint these friendly fans of the glorious national specialities, while there aren’t many national glories lately? I tried once, pointing out how the expression ALFRESCO always used by the English to refer to a Summery terrace of a restaurant, has a second meaning in Italian that one could do without. They were upset by this. Anyway, Chief Montalbano, with his colourful expressions, and the fact that the series on BBC is in Italian with subtitles, has inspired a lot of people to learn Italy, causing discouragement for the impossibility of recognizing any word, a part from CIAO. It is renowned that films function as a marketing factor, but perhaps with less luck for the municipalities of Rome, Paris and Barcelona when it appeared they asked Woody Allen to set his films in their cities. Anyway in principle was “Vacanze romane”, directed in 1953 by William Wyler and casting Audrey Hepburn and Gregory Peck. Cast the first stone whoever never dreamed of a ride on a vespa in the capital, better if holding on to someone slightly looking like Mr. Peck. Obviously even London is a film set and many will try to get a glimpse of Bridget Jones’s flat above The Globe pub. Best to stay away from The Porchester Hall, where Mr. Creosote has his last meal in the Monty Python film The meaning of life. It’s clear that, after bursting after a meal in there, Sicilian cuisine will gain a better reputation, with Montalbano licking his lips and cameras indulging patiently, knowing how to do their subtle work of persuasion.

Luca Zingaretti in “Il Commissario Montalbano”, da un racconto di Andrea Camilleri. 52


Alessandra Plichero Consulente di comunicazione e relazioni pubbliche e membro del Chartered Institute of Public Relations di Londra

a.plichero@gmail.com

il potere delle fiction nel marketing turistico Montalbano docet. A parte insegnare come sgominare con intelligenza e coraggio (e fascino indiscusso) bande di criminali che infestano l’Italia del Sud, istruisce su come sia determinante lo strumento cinematografico nel marketing turistico. Frotte di turisti britannici (ma probabilmente da tutto il mondo, io confermo almeno da Londra), puntano alla Sicilia non tanto per pupi e cattedrali normanne, o vestigia della Magna Grecia, quanto piuttosto all’affannosa ricerca di Marinella e del commissariato di Vigata. Introvabili in quanto località fittizie. Cannoli, arancini e piatti di mare dalle fantasiose denominazioni simil-siciliane fanno ora bella mostra nei menù della capitale britannica. E chi va a dire a questi amanti del Made in Sicily che il siciliano di Montalbano è talvolta un INVENTO del suo autore Camilleri? Come avvilire questi simpatici estimatori delle glorie culinarie nazionali, visto che di glorie nazionali non è che abbondiamo ultimamente? Ci ho provato una volta, facendo notare che l’espressione sempre usata dagli inglesi per indicare la terrazza estiva di un ristorante, cioè ALFRESCO, ha un secondo significato non così augurabile nella lingua italiana. Ci son rimasti male. Comunque, il commissario Montalbano, con le sue colorite espressioni, e il fatto che nella rete principe britannica, la BBC, sia in lingua originale e con sottotitoli, ha indotto molti a studiare l’italiano, gettando i più nello sconforto per l’impossibilità di riconoscere una sola parola, a parte il CIAO. Che il cinema funzioni come marketing turistico è una lezione appresa, ma forse con minore successo, dalle amministrazioni di Roma, Parigi e Barcellona quando pare abbiano chiesto a Woody Allen di sceneggiare le sue trame intellettual-romantiche nei contesti cittadini. In principio fu comunque “Vacanze romane”, diretto nel 1953 da William Wyler ed interpretato da Audrey Hepburn e Gregory Peck. Scagli la prima pietra la donna che non ha mai sognato un giro in vespa nella capitale, tra Castel Sant’Angelo, la Fontana di Trevi, Piazza di Spagna, Trinità dei Monti e il Colosseo, meglio se avvinghiata ad uno almeno un pochino somigliante a Mr. Peck. Anche Londra è set cinematografico, ovviamente, e se molte cercheranno di scorgere sopra il pub The Globe l’appartamento di Bridget Jones, meglio invece per tutti girare alla larga dal The Portchester Hall, dove Mr. Creosote consuma il suo pasto fatale nel film dei Monty Python Il senso della vita. Chiaro che, dopo che uno finisce con l’esplodere dopo un pasto in quel luogo, venga meglio considerata la cucina siciliana, con il Montalbano che si lecca i baffi, e dove indulgono pazienti le telecamere, che ben sanno fare il loro occulto lavoro di persuasione.

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COMICS

vignette di tutte le forme e di tutte le dimensioni

Avete mai visitato il Louvre di Parigi? No? Ma che turisti siete?! Almeno una volta nella vita, varrebbe la pena di percorrere le sue sale, essere parte di quei 7000 visitatori giornalieri che affollano i corridoi di uno dei musei più importanti del mondo, perdersi, guardando le 3500 opere esposte alle pareti. Sì, perdersi. Questo è esattamente quello che succede al protagonista di “La traversata del Louvre”, opera a fumetti del francese David Prudhomme, pubblicato in Italia da 001 Edizioni, nel 2013. In questa storia, il lettore è un accompagnatore silenzioso del protagonista, il quale si aggira per le sale, parlando al telefono con il suo editore e cercando di ritrovare la propria fidanzata, persa tra la folla. La passeggiata si fa veloce e tuttavia il lettore non ha la sensazione di perdersi nulla, perché l’autore non manca di dare ampio respiro alle opere, giocando con gli spazi dell’arte e quelli umani in maniera molto intelligente. Il protagonista stesso è una sorta di cicerone improvvisato: mentre parla al telefono descrive i quadri come “Vignette. Di tutte le forme e di tutte le dimensioni”, aggiungendo poi la descrizione dei turisti, cosa che lo affascina maggiormente. La folla che lo circonda è, come le opere, silenziosa.

Il protagonista li descrive mentre Prudhomme li “mostra”: molti fanno foto o autoscatti nel tentativo di immortalare se stessi alla pari delle opere, altri sono seduti sui divanetti a contemplare le pareti, stanchi e imbambolati. Sono silenziosi, anche quando si accalcano attorno alla Gioconda, costringendo il protagonista a lasciare il posto velocemente ad altri turisti. Il tempo di uno sguardo, di uno scatto e via, verso la prossima sala, chiamati all’ordine dalla guida che ha il tempo contato. “La traversata del Louvre”, con gli spazi e i silenzi sapientemente usati dall’autore, regala al lettore una sensazione della visita al museo più autentica, che come nella realtà, una volta usciti, lascia sempre perplessi e in balia del caos esterno.


Enrica D’Incalci Fumettista enripdincalci@live.it


SOUND AND VISION

anastacia in italy

Torna in Italia, con quattro date importanti, la cantante americana Anastacia. Una delle pochissime artiste che possiedono quel tono di voce assolutamente inconfondibile, che si riconosce all’istante. Quella voce che ti cattura, ti fa venire i brividi, piena di anima e passione, con quel timbro che solo le vere star possiedono. Anastacia esordisce a quasi trent’anni nel 2000, dopo quasi dieci anni di gavetta, con l’album “Not That Kind”, che vende oltre cinque milioni di copie solo nel primo anno. Grazie ai singoli “I’m Outta Love” e “Not That Kind” la cantante diventa subito in tutto il mondo una star e un’icona, merito della sua voce potente e magnetica e del suo sound graffiante. L’album ottiene tre dischi di platino in Australia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Inghilterra e Svizzera e ben cinque in Germania. Un trionfo per Anastacia, ed è solo l’inizio di una carriera di successi. Il secondo album “Freak Of Nature” del 2001, è subito un successo e con più di 10 milioni di copie vendute ottiene il disco di platino in ben 14 paesi. Nel 2002 esce il singolo “Boom”, scelto come colonna sonora nei Mondiali di calcio di Corea-Giappone, dove la cantante si esibisce alla cerimonia di apertura. Nel 2003 registra la canzone “Love Is a Crime” per il film Chicago e dopo l’operazione per un cancro al seno, registra il suo terzo album “Anastacia”. Un’esperienza che rappresenta un giro di boa per la cantante americana che crea un mix musicale tra soul, pop e rock che lei stessa definisce “sprock”. Il primo singolo “Left Outside Alone” diventa subito un successo internazionale, primo nella classifica Europea per 15 settimane. Il tour promozionale è un trionfo. Il più famoso del 2004, secondo solo a quello degli U2. Sold out in tutti gli stadi, con oltre un milione di spettatori, il memorabile concerto del 28 ottobre 2004 al Forum di Assago a Milano. Decide di creare “The Anastacia Fund” fondazione nata per accrescere la

consapevolezza tra le giovani donne nei confronti del cancro al seno. Nel 2005 esce il Greatest Hits “Pieces of Dream”. Ritorna nel 2008 con l’album “Heavy Rotation” definito uno dei migliori dischi del 2008 dalla rivista americana Billboard. Pubblica nel 2012 un album di cover rock maschili: It’s a Man’s World. Conosciuta per la sua potente voce e la sua piccola statura Anastacia è stata soprannominata “the little lady with the big voice”. Immancabili i suoi occhiali colorati che indossa sempre. Un nuovo cancro al seno obbliga la cantante ad annullare tutti gli impegni e dopo una forte terapia e un doppio intervento Anastacia fa la sua prima apparizione all’Humanitarian Award al GQ Men Of The Year Awards nel 2013 dove le viene consegnato L’Humanitarian Award per il suo impegno e la sua dedizione nel campo della prevenzione, diventando la seconda donna ad aver ricevuto il premio, prima di lei solamente Annie Lennox. Esce nel maggio 2014 il nuovo album “Resurrection”, anticipato dal singolo “Stupid Little Things” del 4 aprile . È subito un successo e l’album arriva in testa alle classifiche di mezza Europa. Resurrection è un viaggio tra melodia e cuore, emozionante e pieno di energia positiva. L’appello di una donna che lotta per mandare un messaggio di coraggio a tutto il mondo. Non arrenderti, rimani ottimista, trova la tua forza interiore... quella forza che ha permesso ad Anastacia di condividere le sue esperienze e trasformarle in parole piene di coraggio e speranza. Ed eccola pronta per quattro concerti in Italia nell’ambito del suo nuovo tour Europeo. Sarà al Fabrique di Milano il 27 ottobre, il 29 all’Auditorium Santa Cecilia di Roma, al Teatro Obihall di Firenze il 30 e il 1° di Novembre al Geox di Padova. Se vi piace la buona musica vi consiglio di non mancare ad una delle date...io ci sarò. Give peace a chance Gek Folley


Gek Folley alias Gelindo Pretto corresponding editorial gelindo.pretto@gmail.com


MUSIC EVENTS SELECTED FROM KYOSS

Anastacia 27 ottobre Milano, Fabrique 29 ottobre Roma, Auditorium S. Cecilia 30 ottobre Firenze, Obihall info: www.dalessandroegalli.it

Cesare Cremonini 28 ottobre Assago, Mediolanum Forum 29 ottobre Assago, Mediolanum Forum 31 ottobre Rimini, Stadium 105 info: www.ticketone.it

Subsonica 31 ottobre Jesolo, pala Arrex di Jesolo 1 novembre Pesaro, Adriatic Arena 7 novembre Napoli, Palapartenope 8 novembre Bari, Pala Florio 13 novembre Torino, Pala Alpitour 15 novembre Verona, Palasport info: www.ticketone.it The Raveonettes tour 2014 31 ottobre Bologna, Covo Club Viale Zagabria 1 1 novembre Segrate Milano Circolo Magnolia Via Circonvallazione Idroscalo

Deaf havana 25 ottobre Cesena, Vidia Rock Club info: www.ticketone.it 60

Morgan 25 ottobre Torino, Teatro Colosseo info: www.ticketone.it

Kasabian 31 ottobre Roma, Palattomatica 1 novembre Assago, Mediolanum Forum info: www.ticketone.it


La Traviata Dal 1 novembre al 29 dicembre Auditorium Duomo di Firenze www.vivaticket.it

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

Messa da Requiem Verdi, Bignamini Dal 30 ottobre al 2 novembre Auditorium Milano www.vivaticket.it

La traviata Fino al 29 dicembre ore 21 Firenze, Auditorium Duomo di Firenze www.vivaticket.it

Blandine Rannou 30 ottobre Sala Casella - Roma www.vivaticket.it

Orchestra del teatro le Fenice 3 ottobre ore 20 Venezia, Teatro Malibran www.vivaticket.it

Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi Fino al 30 gennaio 2015 Roma, Chiesa All Saints Anglican Church info: www.vivaticket.it

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cucina con vista

quanto è chic l’olioturismo

Un tempo si diceva: mare o montagna? Poi è arrivata la campagna, con agriturismi e giri a cavallo. Quindi è stata la volta dell’enoturismo, immortalato nel film Sideways e i suoi assaggi in cantina. Ora, l’ultima frontiera si chiama Olioturismo. È un vero e proprio boom quello che stanno conoscendo i frantoi italiani. Un fenomeno che interessa un po’ tutto lo stivale, in particolare l’area del Garda, zona da sempre votata al turismo. Qui le visite nel 2014 sono aumentate mediamente del 30%. Ci ha messo di suo il meteo, convincendo molti turisti a trovare occupazioni alternative alla tintarella, ma la tendenza era già in atto da qualche anno.

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Tantissimi gli stranieri, circa l’80%. Provengono per la maggior parte da Germania, Austria e Gran Bretagna, ma sono in forte crescita i paesi scandinavi e l’Est Europa. Arrivano organizzati in pullman alla Turri di Cavaion, uno dei principali produttori di Olio Garda DOP. “Esiste una grande curiosità intorno al mondo degli extravergine – spiega Laura Turri, produttrice e vicepresidente del Consorzio di Tutela Garda DOP – il turista vuole capire qual è il processo produttivo e fare degli assaggi”.


Michele Bertuzzo Corrispondente da Vicenza mic.bertuzzo@gmail.com

L’azienda agricola Monte Cicogna di Moniga del Garda ha invece dimensioni molto più ridotte e una gestione familiare. Qui vengono a far visita giovani coppie e famiglie. “Circa 100 a settimana – spiega Alessandro Materossi, titolare – e al termine della visita comprano sempre”. Un canale di vendita non trascurabile per le aziende di piccole e medie dimensioni. Per Nicoletta Manestrini, anche lei produttrice sul versante bresciano del lago, “i turisti sono interessati soprattutto agli aspetti salutistici dell’olio, segno che la dieta mediterranea ha fatto breccia nelle abitudini alimentari di molti paesi”.

Anche gli italiani però vanno alla ricerca del tipico. Un recente sondaggio della Coldiretti evidenzia che il 69% degli italiani in vacanza cerca di conoscere meglio la cucina dei luoghi che visita e il 22% torna a casa con un souvenir enogastronomico. In questi giorni inizia la stagione della raccolta e i frantoi si preparano a spalancare le loro porte ai turisti. In Umbria tutti i fine settimana di novembre è di scena Frantoi Aperti, con eventi, tradizioni e degustazioni nei borghi medioevali. E le iniziative si moltiplicano in tantissime realtà: una buona occasione per conoscere come nasce l’olio e capirne di più sulle sue mille proprietà.

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ROMA COSA SUCCEDE IN CITTà? week and di cultura nella capitale

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L’estate finisce e Roma apre le porte alla sua stagione migliore ricca di cultura, mostre e itinerari all’ombra di un piacevole autunno che tarda sempre ad arrivare. Per i molti amanti della Roma antica ha aperto il 27 di settembre Le chiavi di Roma. La città di Augusto. Si tratta di una mostra itinerante organizzata contemporaneamente per la prima volta nelle quattro città del mondo romano: Alessandria d’Egitto, Amsterdam, Sarajevo e Roma. Dai Musei Capitolini alla suggestiva cornice della Fontana di Trevi per l’inaugurazione dell’esposizione fotografica di Chantal Stomal-l’image culte che apre le porte al pubblico il primo di ottobre. L’artista francese cattura l’immagine dell’Italia e della sua capitale con occhi attenti e obiettivi attraverso le lenti della religione cattolica che, specialmente a Roma, è interpretata da “un’iconografia artistica e simbolica che ancora oggi alimenta nel quotidiano la fede”. Infine, i mesi autunnali sono un’ottima occasione per percorrere le infinite strade di Villa Borghese, magari a bordo di un risciò e godersi un tramonto dal Pincio, osservatorio privilegiato della città.


Guendalina Anzolin Corrispondente da Roma info@kyoss.it

Il brunch a km zero. Il rione Monti è uno dei luoghi più suggestivi e tipici di Roma, uno di quei quartieri rimasto in una dimensione fuori dal tempo tra caffè letterari, mercati e ristoranti biologici. Il luogo giusto dove assaporare un ritmo piacevole e rilassato. Ogni week-end, tra le edere rampicanti del quartiere, Urbana 47 organizza un brunch a km zero. Un’atmosfera tranquilla e bohémien dove godersi i sapori e le tradizioni della cucina laziale.

Campo de’ Fiori Tra i vicoli ciottolati che circondano Campo de’ Fiori si trova Roscioli, gastronomia da poco rinnovatasi in un’enoteca-ristorante che offre un’ampia scelta di vini e formaggi. I fine settimana dal giovedì al sabato a partire dalle 20 vengono organizzate in una saletta privata degustazioni con vini, formaggi e diversi tipi di carne. I prodotti, ricercati ed esclusivi, sono una rappresentazione della tradizione e dell’alta cucina italiana. 71


milano cosa succede in città

pizza art expo 2015

Rassegna d’arte collettiva dal 18 ottobre al 4 novembre L’Italia, candidando Milano per ospitare l’EXPO 2015, ha scelto come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, e con questo Milano è alla scoperta dei significati nutrizionali del cibo e delle sue connotazioni culturali, artistiche e letterarie. Quindi che c’è di meglio della pizza, piatto italiano per eccellenza, per dare spazio alla fantasia artistica dando vita a una mostra divertente e dall’inaspettato risvolto sociale ed ecologista. Per partecipare all’evento sarà indispensabile creare la propria opera d’arte utilizzando la scatola di pizza d’asporto, rigorosamente usata. La rassegna d’arte Pizza Art, organizzata alla PassepARTout Unconventional Gallery non solo sarà l’elogio dell’arte, della cucina e della creatività, ma avrà un significato ecologista di primaria importanza, impiegando cartoni per pizza riciclati al fine di realizzare opere d’arte contemporanea. L’arte è anche un divertimento e libera espressione, e questa è l’occasione giusta per mettervi alla prova divertendovi.

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Giorgia Toscani Corrispondente da Milano info@kyoss.it

MilanOltre fino al 12 ottobre MilanOltre torna e rinnova il suo impegno nel portare a Milano danza di qualità. Imperdibile lo spettacolo di apertura, “Rising” di Aakash Odedra, stella nascente del panorama inglese, definito un interprete di «seduzione immediata». Interessante anche la Vetrina Italia, con alcuni nomi già noti al pubblico del festival, tra cui Ariella Vidach e Daniele Albanese. www.milanoltre.org

Light Time Tales fino al 1° febbraio 2015 Pirelli HangarBicocca presenta Light Time Tales, la più ampia mostra mai dedicata a Joan Jonas. Il progetto espositivo, a cura di Andrea Lissoni, riunisce venti opere, tra installazioni e video, di una delle più riconosciute artiste contemporanee che ha inventato nuove forme di narrazione, attraversando i confini fra le discipline. Milano Design Film Festival Dal 9 al 12 ottobre ha inizio la seconda edizione del Milano Design Film Festival, rassegna cinematografica italiana dedicata ai temi di design e architettura. Quest’anno l’obiettivo è raccontare le nostre città, gli oggetti che ci circondano e le persone che lavorano per dar vita ai prodotti di design. www.milanodesignfilmfestival. com

Yves Klein Lucio Fontana Dal 17 ottobre Al Museo del Novecento si inaugura in ottobre una mostra che indaga, secondo una prospettiva inedita, il percorso parallelo – tra il 1957 e il 1962, tra Milano e Parigi – di Yves Klein (1928-1962) e Lucio Fontana (1899-1968), nella piena autonomia dell’originalità artistica di ciascuno. http://www.museodelnovecento.org 73


venezia cosa succede in città

artigian expo

Expo Venice Spa mette in campo una nuova iniziativa che celebra l’artigianato di qualità in ogni sua forma. Negli spazi del Parco di San Giuliano a Mestre (Venezia), tra il 17 e il 19 ottobre, oltre 120 espositori da tutta Italia offriranno il meglio delle produzioni “fatte a mano” nei settori più diversificati, dal tessile al vetro, dalle ceramiche all’oreficeria, al legno. Filo conduttore della rassegna il design dell’arredo casa: bioedilizia e recupero edilizio che presenta al consumatore le nuove tendenze del settore privilegiando l’innovazione nella costruzione, ristrutturazione e impiantistica. Una nuova importante iniziativa che dal centro dell’area metropolitana di Venezia guarda all’Europa. L’artigianato di qualità, incontra il grande pubblico, straordinarie realtà locali fatte di storie, di cultura, di tradizioni, di promozione di territori dove l’economia si intreccia con la bellezza. Infine, la qualità delle produzioni enogastronomiche ci trasporta in un mondo di sapori e profumi, per godere di quanto può offrire il nostro paese in fatto di produzione e trasformazione di prodotti tipici. www.artigianexpo.it

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Giorgia Riconda Corrispondente da Venezia info@kyoss.it

Hiroshige Fino all’11 gennaio 2015, nelle sale del museo di Palazzo Grimani, sarà possibile ammirare l’intero corpus di xilografie policrome di uno dei più conosciuti artisti giapponesi, Utagawa Hiroshige (1797-1858). La collezione presenta le più note e amate immagini del grande interprete dell’ukiyoe (immagini del mondo fluttuante, della vita che passa), indiscusso maestro del paesaggio, definito il “cantore della natura”.

La Divina Marchesa Palazzo Fortuny è la sede della prima mostra interamente dedicata alla figura di Luisa Casati Stampa, una donna che, con il suo trucco esagerato e le trasgressive performance, fu capace di affascinare d’Annunzio e diventare la musa dei più grandi artisti d’inizio Novecento (da Boldini a Marinetti). La mostra, inaugurata il 3 ottobre, sarà visitabile fino all’8 marzo 2015. 75


PECHINO cosa succede in città

cina è boom turistico

Il turismo è in piena espansione in Cina. Il Paese di Mezzo è adesso il terzo paese più visitato dopo la Francia e gli Stati Uniti. Però, diversamente da altre economie sviluppate, in questo paese il turismo è ancora considerato un fenomeno relativamente recente. Ciò nonostante si prevede che la Cina diventerà il paese più visitato del mondo entro il 2020. Tra il 1949 e il 1976 la Cina era chiusa agli stranieri, eccetto una piccola minoranza. In quel periodo il viaggiare e il turismo per qualsiasi motivo erano considerati un’attività politica. Il turismo domestico quasi non esisteva e i viaggi fuori dalla Cina erano limitati quasi esclusivamente ai rappresentanti del governo. Per Mao Zedong il viaggio per diletto era visto come un’attività capitalisticoborghese, e per questo motivo proibita dai principi marxisti. Poco dopo la morte di Mao, il più famoso riformista economico della Cina, Deng Xiaoping, aprì il Regno di Mezzo agli stranieri: in contrasto con l’ideologia Maoista, Deng capì il potenziale monetario del turismo e iniziò a promuoverlo intensamente.

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Joelle de Jaegher Architetto a Pechino joelledejaegher@libero.it

Olimpiadi 2008 Fin dalla Riforma, l’industria turistica cinese ha conosciuto una consistente crescita di anno in anno. I Giochi Olimpici del 2008 hanno favorito un aumento del turismo grazie alla pubblicità a livello mondiale. Non solo hanno posto al centro dell’attenzione il Bird’s Nest e il Water Cube, straordinarie architetture moderne, ma anche le maggiori meraviglie di Pechino sono state messe in risalto. Anche le cerimonie di apertura e chiusura hanno mostrato al mondo quanto siano ricche la cultura e la storia cinese.

Turismo del dopo Mao Il turismo in Cina si è sviluppato moltissimo dopo Mao. Il paese è pieno di meraviglie senza fine, dalla Grande Muraglia all’Armata di Terracotta, da distese di montagne e valli a metropoli piene di luci al neon. Quarant’anni fa nessuno avrebbe potuto prevedere quanta ricchezza poteva essere generata da questo paese. Di sicuro Mao non se ne rese conto. Ironia della sorte è il fatto che proprio l’uomo che detestava il turismo sarebbe diventato un giorno un’attrazione turistica vera e propria, con il suo corpo imbalsamato in bella mostra, a servizio dei guadagni capitalistici. 77


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