KYOSS - MENSILE N. 175 febbraio 2015 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N째 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00
febbraio 2015
kyoss si trova nei musei italiani e nei luoghi dell’arte, del design, dell’architettura, della musica, del teatro, della danza e della letteratura
Art Director, Direttore Responsabile: Simone Pavan artdirector@kyoss.it free press mensile
Febbraio tecnologia
Febbraio 2015 anno 15 numero 175 Capo redattore: Elisabetta Badiello redazione@kyoss.it Progetto grafico: Kyoss Agency Fotografia: Simone Pavan Hanno collaborato a questo numero: Cristiana Albertini Guendalina Anzolin Elisabetta Badiello Michele Bertuzzo Wilder Biral Marianna Bonelli Annachiara Brighenti Anna Caldera Andrea Danzo Stefano Danzo Joelle De Jaegher Enrica D’Incalci Salvatore Fazia Laura Ferraro Michela Luce Stefania Michelato Alessandra Plichero Gelindo Pretto Giorgia Riconda Carlo Stratta Giorgia Toscani
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TECNOLOGIA INTERVISTA COSA SUCCEDE IN CITTà MUSEUM DESIGN Architettura RUBRICHE
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MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO
Museo delle Scienze di Trento
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Museo Design Chiasso Svizzera
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l’altra copertina
tecnologia... non solo da indossare Di Elisabetta Badiello
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Veri e propri oggetti del desiderio, i prodotti tecnologici hanno avuto un posto da protagonisti anche sotto l’albero del Natale appena trascorso. A cominciare dai “droni”, oggetti volanti radiocomandati, un regalo piuttosto insolito, quasi un gioco dopo una vita cresciuta con Joystick in mano. Un vero boom anche per gli “smartband” i braccialetti che monitorano i parametri vitali e, una volta indossati al polso, ci dicono quanta attività fisica dobbiamo fare, quante calorie consumiamo, per non parlare delle ore di sonno necessarie per un buon equilibrio psicofisico. Quasi un personal trainer o… un vero incubo.
Nell’ambito dei prodotti definiti “wearables”, i cosiddetti indossabili, immaginate che c’è anche chi ha proposto dispositivi per cani che, attaccati al collare dell’animale, sono in grado di monitorarne i parametri vitali e l’attività. Non siamo certi che simili congegni rendano più smart la vita degli amici a quattro zampe! Grande interesse per gli smartwatch, dispositivi di cui si sentirà parlare sempre di più nei prossimi mesi.
Orologi “intelligenti” basati su Android, che si connettono agli smartphone e fungono da lettore MP3. Hanno connessione internet e consentono di visualizzare messaggi ed email, avviare e ricevere telefonate. Sony e Samsung hanno già lanciato i loro prodotti ma nell’ambiente c’è grande attesa per i due leader, Google e Apple. Soprattutto per l’Apple Watch, delle cui mirabilie già si mormora da mesi. Il prodotto non è ancora stato presentato ufficialmente ma esistono già diversi cloni cinesi dello smarthwatch di Cupertino. Acquirenti online, state accorti! Tra una novità e l’altra è sempre lo smartphone a farla da padrone. Diventano più grandi, talvolta si sostituiscono ai tablet e accompagnano ogni attività della giornata, tanto che sono in molti a credere che ormai non potremo più farne a meno. Proprio agli inizi di gennaio si è tenuto a Las Vegas l’annuale appuntamento con il Consumer Electronic Show, più comunemente noto come CES, definito da Ruffilli ne “La Stampa” come “un gran parco giochi per bambini cresciuti, soprattutto maschi e sopra i trentanni”, ma indiscutibilmente un evento dal quale si misura la temperatura dell’ambiente hight tech.
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Dai resoconti sembra che la vera novità sia la domotica applicata al quotidiano, con conseguente abbandono di chiavi, telecomandi, interruttori il tutto a beneficio di applicazioni che ci consentono di avere, in qualsiasi momento, l’ambiente domestico sotto controllo. Ormai il concetto di “smart home” è entrato nel linguaggio comune e quando pensiamo alla domotica, sappiamo di cosa si parla. Un prezzo non più proibitivo, la facilità di gestione con nuovi sistemi intuitivi e con comandi quali la voce o un semplice gesto, la possibilità di controllo in remoto, quindi da lontano, e una tecnologia aperta ai più diffusi sistemi operativi, c’è da scommettere che contageranno un pubblico sempre più vasto. Proseguendo con la casa anche l’elettrodomestico che, fatta salva la lavatrice, ha cambiato la vita di tutti, è diventato intelligente, assumendo dei ruoli che fino a qualche anno fa erano impensabili. Parliamo di TV, non più un semplice cubo che rimanda immagini ma “smart TV”, un apparecchio con al suo interno un sistema operativo che, grazie alla connessione a internet, permette di scaricare applicazioni di ogni tipo, consente di guardare film in streaming di navigare e interagire con i social network.
Con la smart TV anche i giochi hanno una marcia in più. Schermo dalla qualità cinematografica, in certi casi curvabile a comando, alta definizione delle immagini, audio eccezionale con una percezione tridimensionale del suono, consentono di superare quasi ogni limite fisico! Ma in tutto questo delirio di tecnologia fatto di auto elettriche che viaggiano senza conducente, iperconnessione e continui stimoli audio visivi, c’è una tecnologia che sta facendosi largo anche in ambito domestico, alla quale vengono attribuite le stigmate di una prossima rivoluzione industriale. È la stampante 3D che grazie a prezzi low cost è disponibile, già assemblata, alla portata di tutti, o quasi.
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intervista a sabino pisani di Elisabetta Badiello
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NUOVE TECNOLOGIE CON VOCAZIONE MEDICALE
Non solo braccialetti, orologi, occhiali e smartphone che ci suggeriscono comportamenti virtuosi, controllano e rimandano implacabili i parametri vitali di chi li indossa, ma anche una visione 3D a servizio della salute, e chissà quante altre applicazioni si apriranno ai nuovi software che rendono reale il virtuale. Ne abbiamo parlato con Sabino Pisani, ottico optomestrista cognitivo, una specializzazione che si occupa della percezione che non è il puro atto di vedere ma indaga sull’interpretazione che il cervello fornisce delle immagini. Pisani è CTO (Chief Technological Officier, ndr) e Amministratore della società Realvision di Sesto Calende, in provincia di Varese. Qual è il suo ambito di lavoro? Con la società Realvision abbiamo sviluppato un sistema di visione 3D senza l’occhiale polarizzato quello per intenderci che viene utilizzato nelle sale cinematografiche o di fronte alla TV per le proiezioni in 3D. Come è arrivato a mettere a punto questa tecnologia? Ho applicato le mie conoscenze allo scopo di perfezionare sistemi hardware e software in grado di fornire una visione in 3D. Questa avviene direttamente su appositi tablet e quindi direttamente dall’occhio umano senza necessità della mediazione di particolari occhiali il cui utilizzo, tra l’altro, non è esente da problemi. Se, infatti, una persona ha problemi di vista, indossare per molto tempo occhiali polarizzati per la visione in 3D può portare mal di testa, senso di nausea, capogiri. La nostra tecnologia ha trovato, da subito, applicazione nel settore medicale, nell’ambito della diagnostica, per esempio la Tac e in chirurgia, soprattutto quando si utilizzano sistemi di laparoscopia. Come è nata Realvision? Con il collega e socio Daniele De Molli abbiamo avviato la ricerca circa cinque anni fa. Il primo progetto ha trovato concreta applicazione nell’utilizzo per la diagnosi ottica, un esame visivo che serve a stabilire la qualità nella visione e dove vengono utilizzati strumenti come occhiali piuttosto ingombranti, con una serie di lenti, e schede con figure e colori. Con il prodotto che abbiamo creato sono sufficienti un tablet per il paziente e uno per il clinico che dirige.
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Prevede altre applicazioni? Il 3D senza occhiali sarà utilizzabile da tutti, sia nel campo ottico sia nel settore medicale in generale. Stiamo lavorando a interessanti applicazioni anche in ambito industriale e meccanico, le possibilità sono veramente molte ma, per ora, siamo vincolati alla segretezza nei progetti in corso. Come vede il futuro della tecnologia? Siamo andati come visitatori al CES, Consumer Electronic Show di Las Vegas (la più importante fiera di elettronica e high-tech del mondo, ndr) dove c’erano molte novità tra cui il nuovo televisore con lo schermo flessibile. Era ora che qualcuno pensasse a una tecnologia che non fosse fine a se stessa ma rivolta al consumer! L’occhio, che è sferico, ha da sempre dovuto adattarsi a schermi piatti che non rimandano una visione reale e naturale. Con il monitor flessibile viene quindi eliminata la deformazione dell’immagine. La tecnologia in questo modo migliora la vita e riduce i tempi di lavoro.
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Non pensa che la tecnologia spinta all’estremo possa avere un effetto negativo sull’essere umano? Il problema, se c’è, non sta nella tecnologia ma nell’uomo. La tecnologia è necessaria, l’evoluzione accelerata degli ultimi anni non potrà essere fermata perché la ricerca corre veloce e la tecnologia sarà sempre più presente nella nostra vita. A forza di vivere a portata di schermo, non rischiamo di perdere la possibilità di distinguere tra reale e virtuale? Il 3D che abbiamo messo a punto è talmente reale da risultare meno pericoloso, in tal senso. A mio parere è invece la visione in 2D ad alterare la nostra normalità perché in questo caso la percezione del reale viene modificata.
ROMA COSA SUCCEDE IN CITTà?
google glass per curare il parkinson
Sono quasi un milione le app dedicate alla salute, che si conferma come uno dei campi di maggior interesse in ambito tecnologico. Stare bene è una priorità anche per il business di ultima generazione che attraverso lo studio e la ricerca prova a dare risposte ai pazienti. Grazie al Centro Ricerca sul Parkinson del San Raffaele Pisana di Roma si sta sviluppando una particolare applicazione da inserire nei Google Glass, gli occhiali a “realtà aumentata” messi a punto negli Stati Uniti.
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Il Parkinson colpisce circa 300 mila persone il cui 25% in giovane età. L’app nasce con lo scopo di aiutare proprio i pazienti più giovani nella vita quotidiana, in particolare cercherà di migliorare l’aspetto motorio attraverso stimoli audiovisivi e potrà fungere da promemoria per le medicine. Inoltre, come afferma il dottor Stocchi, essendo dotati di telecamera gli occhiali possono registrare e comunicare in tempo reale lo stato clinico del paziente, accorciando notevolmente i tempi di attesa.
Guendalina Anzolin Corrispondente da Roma info@kyoss.it
Camminando con iDotto L’app intelligente che guida il turista attraverso la città, ne studia gli spostamenti e grazie a un sistema GPS che funziona anche offline è in grado di sapere sempre dove si trova e di raccontare le bellezze circostanti. Ideata tra i dipartimenti dell’Università La Sapienza iDotto è un innovativo strumento “su misura” per esplorare la capitale.
Un’app to you Un team di giovani italiani intraprendenti ha fondato app to you nel 2012 per dare supporto e voce a idee, dubbi e necessità nella realizzazione di app. La società, con sede nella zona Tiburtina di Roma, è in grado di supportare gli ideatori in tutte le fasi del progetto, dallo studio di fattibilità, fino alle diverse attività del processo produttivo e alla gestione del portafoglio clienti. 19
milano cosa succede in città
oltre lo sguardo steve mc curry
Fino al 6 aprile A cinque anni di distanza dalle rassegne di Steve McCurry, Civita e SudEst57 hanno deciso di realizzare un’altra mostra, per presentare il lavoro del fotografo in una nuova prospettiva che, a partire dai suoi inimitabili ritratti, si spinge “oltre lo sguardo”, alla ricerca di una dimensione quasi metafisica dello spazio e dell’umanità che lo attraversa o lo sospende con la sua assenza. La mostra si sviluppa a partire dai lavori più recenti di Steve McCurry e da una serie scatti che sono legati a questa sorprendente ricerca, anche se non mancano alcune delle sue immagini più
conosciute, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, che è diventata una delle icone assolute della fotografia mondiale. Una rassegna che intende raccontare l’avventura della sua vita e della sua professione. Oltre a presentare un’inedita selezione della produzione fotografica di Steve McCurry, la rassegna intende raccontare l’avventura della sua vita e della sua professione, con lo scopo di seguire il filo rosso delle sue passioni. www.mostrastevemccurry.it
Giorgia Toscani Corrispondente da Milano info@kyoss.it
Tra sé e sé Abbracciare il mondo Fino al 28 febbraio A vent’anni dalla morte di Alighiero Boetti, la Galleria Christian Stein dedica all’artista una doppia mostra, che si avvale della gentile concessione delle opere provenienti dalle collezioni di affezionati. Nella mostra saranno esposte circa sessanta delle sue opere più rappresentative e punto di riferimento delle nuove avanguardie. www.galleriachristianstein.com
Vanessa Winship Fino al 15 febbraio La Fondazione Stelline presenta la personale di Vanessa Winship: oltre 100 fotografie in bianco e nero che ripercorrono, attraverso un’ampia panoramica, tutta l’opera dell’artista, dall’inizio della sua carriera di giovane fotografa nei Balcani, fino ai suoi ultimi lavori ad Almerìa, in Spagna. www.stelline.it
Bau bau - Céline Condorelli Fino al 10 marzo Bau bau, la prima mostra personale in Italia di Céline Condorelli, presenta alcuni dei suoi progetti più significativi insieme a un’opera realizzata appositamente per HangarBicocca, nata da un’inedita collaborazione con l’innovativo Polo Tecnologico Pirelli di Settimo Torinese. www.hangarbicocca.org
VENEZIA COSA SUCCEDE IN CITTà?
WITHINlight / inside glass Un’intersezione tra arte e scienza
Dall’8 febbraio al 19 aprile “Within light/Inside glass. Un’intersezione tra arte e scienza” è una mostra ideata e promossa da Vicarte, l’unità di ricerca “Vetro e Ceramica per le Arti” (Lisbona). L’iniziativa si tiene a Venezia nell’Anno Internazionale della Luce in collaborazione con l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. Nelle sale dell’antica biblioteca di Palazzo Loredan, le curatrici dell’esposizione, hanno invitato a esporre 15 artisti internazionali (Teresa Almeida, Mika Aoki, Enrico Tommaso De Paris, Armanda Duarte, Veronica Green, Alan Jaras, AnnaLea Kopperi, Richard Meitner, Éric Michel, Diogo Navarro, Fernando Quintas, Silvano Rubino, Elisabeth Scherffig, Cesare Toffolo e Robert Wiley) che con il loro lavoro esplorano le reciproche influenze tra luce e vetro, nelle loro interazioni di carattere artistico e tecnico-scientifico. Sono tante le tecniche scelte: c’è chi usa il neon o la luce naturale, chi il vetro borosilicato per micro e macro sculture, chi preferisce le tecniche tradizionali di Murano o le nuove tecnologie, chi la fotografia, ecc…
Giorgia Riconda corrispondente da Venezia info@kyoss.it
Mondo Novo Le vedute d’ottica e Olafur Eliasson Fino al 26 aprile Una mostra che crea un parallelo tra due opere avanguardiste d’epoca differente. Da un lato, le vedute del phantoscope o “Mondo Novo” (come l’aveva soprannominato Carlo Goldoni), un proiettore d’epoca illuminista che veniva utilizzato durante le celebrazioni; dall’altro l’installazione caleidoscopica Your Star House di Olafur Eliasson del 2011. È possibile visitare l’esposizione all’Espace Louis Vuitton.
Tre Oci. Tre mostre
Goldoni Experience Tra il 11 e 17 di febbraio Al Teatro Goldoni di Venezia, in occasione del Carnevale, è possibile assistere a un originale spettacolo celebrativo della manifestazione. Goldoni Experience. Affresco di Venezia è sia un affresco teatrale della Venezia settecentesca sia un omaggio a Carlo Goldoni. Nella rappresentazione s’immagina Anzoletto che, nel suo ultimo giorno trascorso a Venezia prima di partire per la Francia, partecipa agli eventi del Carnevale veneziano.
Fino al 12 aprile Tre Oci Tre Mostre è un esperimento di successo già alla terza edizione. Quest’anno il tema centrale è la fotografia, dai linguaggi contemporanei alla grande fotografia veneziana. Al pianterreno della Casa dei Tre Oci, Francesco Maria Colombo presenta “Sguardi Privati”, sessanta ritratti tra bianco nero e colore. Nei saloni del piano nobile, la mostra ospita sei gallerie veneziane che da sempre operano nel campo della fotografia e al secondo piano, tre mostre curate dal circolo fotografico veneziano La Gondola dal titolo “Quel che resta del giorno”.
GUGGENHEIM
ALCHIMIA DI JACKSON POLLOCK VIAGGIO ALL’INTERNO DELLA MATERIA Dal 14 febbraio al 6 aprile Dopo oltre un anno di assenza torna alla Collezione Peggy Guggenheim Alchemy, uno dei dipinti simbolo del museo e della pittura astratta del Novecento. L’opera di Pollock è stata sottoposta a una lunga serie di indagini i cui risultati saranno presentati in un allestimento multimediale e interattivo che offrirà al pubblico un viaggio affascinante all’interno della materia di Alchemy. Sarà l’occasione per vedere l’esplosione dei colori originali riemersi dopo il lungo intervento di pulitura.
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www.guggenheim-venice.it
IL NOVECENTO – L’ARTE CONTRO - GUGGENHEIM ART CLASSES 2015
Da febbraio a novembre Non solo esposizione d’arte moderna ma anche formazione. Ripartita infatti a febbraio una nuova serie di lezioni di storia dell’arte, realizzata dalla Collezione Peggy Guggenheim, in collaborazione con la Fondazione di Venezia. Il ciclo, dedicato all’arte del ‘900, è curato da Alessandra Montalbetti, Soprintendenza di Brera, Milano. Il XX secolo, sebbene definito “breve” dagli storici, ha indubbiamente mutato non solo l’aspetto dell’arte ma, soprattutto, il rapporto del pubblico con la stessa. Gli incontri, suddivisi in tre cicli, si svolgeranno nella sede della Fondazione di Venezia fino a novembre e riguarderanno alcuni dei movimenti artistici più rilevanti del secolo passato intrecciando, con la letteratura contemporanea, alcune sorprendenti liaisons. Le lezioni, per le quali è prevista una quota di partecipazione, sono aperte a tutti previa iscrizione.
La Collezione Peggy Guggenheim è uno dei più importanti musei in Italia per l’arte europea e americana del XX secolo con sede a Venezia nel Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, in quella che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim. Di proprietà della Fondazione Solomon R. Guggenheim che la gestisce insieme al museo di New York e a quello di Bilbao.
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MART www.mart.trento.it
CASA DEPERO Fino al 20 settembre Con l’annessione della Galleria Civica di Trento al Mart, già a fine 2013, si è ampliato il polo museale trentino dedicato all’arte contemporanea: la storica Galleria ha ripreso la propria attività diventando a tutti gli effetti la terza sede Mart, in dialogo con il Museo e con la Casa d’Arte Futurista Depero di Rovereto. Per quanto riguarda la proposta museale, continua nel 2015 il progetto Mart Grande Guerra, con un programma ampio che supera i confini del museo per interessare altri spazi della città fino a Trento.
Calpestare la guerra Fino al 20 settembre Casa Depero In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale 50 tappeti di guerra provenienti dall’Afghanistan, prodotti a partire dal 1979, a seguito dell’invasione sovietica. Una guerra narrata nelle trame e nei nodi dei tappeti tradizionali che diventano strumenti di propaganda, di celebrazione, di resistenza e di descrizione di tragici scenari quotidiani.
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La guerra che verrà non è la prima Fino al 20 settembre Un progetto, Mart Grande guerra 1914-2014, che si sviluppa a Rovereto, nel Museo e a Casa Depero oltre che a Trento negli spazi della Galleria Civica e dà vita a un programma collaterale di eventi, incontri, convegni e appuntamenti. Il centenario della Prima guerra mondiale, tra gli eventi più drammatici e significativi della modernità, rappresenta per il Mart il punto di partenza per un’indagine più ampia che attraversa la storia del XX secolo fino ad arrivare ai conflitti dei nostri giorni.
MUSE www.muse.it
OLTRE IL LIMITE Viaggio ai confini della conoscenza
Fino al 14 giugno Un viaggio attraverso il capovolgimento e la trasformazione delle idee su cui si basa la conoscenza della realtà che accompagna il visitatore a comprendere come la stessa tecnologia debba la sua forza a questa capacità di guardare ed esplorare oltre, più che al potenziamento di ciò che già sappiamo fare. Grazie a exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali, i visitatori si avventurano alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo.
MUSE Fuori orario Ogni mercoledì fino alle 21,00 Una sera a settimana il museo propone una serie di incontri dove approfondire la conoscenza della fauna, così come argomenti scientifici legati al mondo degli animali, della conoscenza e della conservazione della natura. Appuntamenti dove trovano spazio anche tecnologie e innovazioni del nostro tempo. Il tutto per far apprezzare la conoscenza scientifica anche “fuori orario”.
TEMPO DI LUPI
LIFE WOLFALPS
Fino al 1° marzo Il lupo è un abitante schivo e affascinante dei boschi e del nostro inconscio. Al Muse biologia e comportamento del proverbiale carnivoro ma soprattutto il racconto del suo ritorno, con un originale approccio espositivo: sei personaggi umani parlano del lupo partendo dal loro punto di vista soggettivo ed emozionale, per approdare a una visione oggettiva e scientificamente mediata.
Fino al 20 aprile Si tratta del concorso di disegno “Secondo Me…il lupo” rivolto ai bambini dai 6 agli 11 anni ai quali si chiede di rileggere, con i loro occhi, questo affascinante e misterioso animale. Per tutti i partecipanti, ingressi gratuiti in centri faunistici, parchi naturali e musei mentre per i cinque finalisti, la loro famiglia o la loro classe, in palio weekend fra natura e cultura con escursioni e attività di monitoraggio sul lupo. Inoltre, una selezione dei disegni verrà esposta al MUSE. 29
IL GENERALE, cm 155 x 95
La guerra attraverso l’arte di Maffeo
MAFFEO DA ARCOLE www.maffeodarcole.com 30
TRIENNALE
www.triennale.org
ANIMAlità Fino al 22 febbraio Alla Triennale Design Caffè Una mostra a cura di Silvana Annicchiarico, con opere inedite di Sam Baron, Matteo Cibic, GamFratesi, Jaime Hayon, Sebastian Herkner, Lanzavecchia+Wai, Minale-Maeda, Elena Salmistraro, Ionna Vautrin e Nika Zupanc, invitati a creare appositamente per l’occasione una collezione di oggetti in ceramica con caratteristiche apotropaiche, ludiche e animiste il cui tema dominante è quello dell’animalità, interpretato sia in senso letterale che metaforico e fantastico.
Gianfranco Baruchello: Cold Cinema Fino al 22 Febbraio Film, video e opere 1960–1999 Una personale che riunisce, per la prima volta, un’ampia selezione di film e video sperimentali che Gianfranco Baruchello ha realizzato sin dai primi anni sessanta del secolo scorso. Quella di Gianfranco Baruchello è una delle pratiche artistiche più singolari e articolate del panorama italiano dal secondo dopoguerra in poi. Infatti fin dalla metà degli anni cinquanta l’artista ha esplorato pittura, installazione, assemblaggio, film, fotografia, scrittura e sonoro, espandendo la ricerca visiva ben oltre gli ambiti linguistici tradizionali e introducendo nel linguaggio dell’arte le pratiche dell’agricoltura, dell’antropologia e dell’economia come forme di analisi critica della società dei consumi.
Il design italiano Oltre le crisi Autarchia, austerità, autoproduzione Fino al 22 Febbraio Continua l’esposizione che focalizza l’attenzione sul tema dell’autosufficienza produttiva, declinato e affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni trenta, gli anni settanta e gli anni zero.
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LE ARTI AL MAXXI DI ROMA
bellissima l’italia dell’alta moda 1945-1968
Ph. Luca Palmer
Fino al 3 maggio Prosegue l’esposizione che attraverso la lente privilegiata della moda ritrae la cultura italiana in un momento di creatività straordinaria (nel cinema, nell’arte, nell’architettura, nel teatro, nella fotografia) e fa rivivere le atmosfere di un periodo che ha contribuito in modo unico a definire il carattere e lo stile italiani a livello internazionale. Il titolo “Bellissima” rende omaggio al film di Luchino Visconti del 1951, che fissa Anna Magnani in una delle sue parti più intense. LE STORIE DELLA MODA Sei appuntamenti per ripercorrere la grande storia della moda italiana del XX e XXI secolo e le vicende dei suoi protagonisti attraverso i racconti di critici e studiosi. I prossimi incontri: 14 febbraio, gli anni Sessanta, la moda nella strada con Elda Danese; 14 marzo, gli anni Settanta (1968-1978), il bazar e il laboratorio con Luisa Valeriani; 11 aprile, gli anni Ottanta, i fondamenti del Made in Italy con Simona Segre Reinach; 9 maggio, in Between, la moda italiana contemporanea con Maria Luisa Frisa.
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Ph. Luca Palmer
www.fondazionemaxxi.it
Unedited History. Iran 1960 – 2014 Fino al 29 marzo Più di 20 artisti e 200 opere raccontano il paese attraverso la sua arte dal 1960 ad oggi, passando per la Rivoluzione del 1979 e la guerra tra Iran e Iraq degli anni Ottanta. Tra realtà e ideale, politica e poetica, attualità e ricordo la mostra è uno sguardo rivolto in particolare ad alcune figure di spicco provenienti dalle avanguardie più recenti nel campo delle arti visive e del cinema, compresa l’ultima generazione di artisti.
Architettura in uniforme Fino al 3 maggio Una mostra dedicata all’incredibile attività di ricerca e produzione architettonica e urbanistica degli anni della seconda guerra mondiale. Progettare e costruire per la Seconda Guerra Mondiale è tra le più importanti incursioni nella vicenda architettonica del Novecento.
Lina Bo Bardi
The Future is now Fino al 15 marzo Dalla collezione del MMCA, Korean National Museum of Contemporary Art, arriva il progetto dedicato alla video arte in Korea. Con 33 artisti per 41 opere, sono esposti i lavori dei pionieri della video arte, la video generation degli anni Novanta, fino alla generazione di artisti più giovani che operano nella società iperconnessa della rivoluzione digitale.
Fino al 15 marzo La mostra, con bozzetti originali e fotografie, video e filmati d’epoca, riviste e documenti d’archivio, ripercorre a ritroso la storia di Lina Bo, una pioniera dell’architettura italiana, in occasione del centenario della nascita. Oltre a realizzare edifici connotati da una grande forza materica ed espressiva, Lina anima un variopinto mondo immaginifico sui suoi disegni creando un personalissimo universo iconografico che accompagnerà il suo percorso progettuale. 33
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arte critica
arte interrogativi
libertà di espressione e libertà di percezione
In questa rubrica cercheremo di porci problemi relativi all’arte contemporanea, perché se l’informazione dei mass media è abbastanza ricca, tuttavia ci sono aspetti anche importanti che generalmente non vengono posti o vengono supposti come impliciti e comunque già diffusi nella cultura generica del pubblico. Innanzi tutto ci troviamo di fronte a una tale massa di artisti e a una tale complessità di orientamenti creativi, che non sempre il pubblico riesce a riconoscerne forme e tipologie artistiche, a distinguerne le differenze concettuali e le proiezioni di senso e di significato. è vero che sempre più si viene a vivere dentro un mondo nel quale quotidianamente veniamo sollecitati verso pensieri che direttamente e in modalità sistematicamente evolutive ci avvolgono e ci coinvolgono in un immaginario carico di innovazioni continue.
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E tuttavia questo continuo addestramento intellettuale, etico e estetico, non sempre produce effetti induttivi che sviluppano i nostri quadri culturali: anzi, in proposito, ci sono fonti di pensiero che ci avvertono sempre più spesso di un pericolo di alienazione che ci sovrasterebbe. è Paul Virilio che avanza un’idea politica assolutamente imprevedibile e tuttavia pressante: nel rapporto con l’arte, dice, non bisogna più lottare per la libertà di espressione, è un pezzo che l’arte sconfina oltre ogni attenzione e controllo, e la stessa libertà espressiva è andata oltre se stessa, e piuttosto ormai è tempo di lottare per la libertà di percezione, è qui che bisogna darsi da fare. La percezione ormai viene in mille modi anticipata e neutralizzata da quell’azione mediatica che l’autore stesso definisce come industrializzazione dei modi della visione. Colpisce la riflessione di Virilio, veniamo anticipati e surrogati da una molteplice tecnologia di macchine visive, che faranno di noi degli assistiti, degli handicappati dello sguardo. Colpisce l’allarme di una ormai imminente automazione dello sguardo, a rischio di una paradossale cecità dovuta alla ibridazione politecnica del visibile artistico. Ecco dunque un primo grave problema, che fare?
Salvatore Fazia salvatorefazia@alice.it
In primis: avvertire la situazione, complessivamente difficile, da una parte il carico epocale dell’arte, dall’altra il carico epocale dei mass media che ne parlano. La doppia avvertenza mette in evidenza la singola debolezza di chi si pone di fronte alla scena, obbligato a fare il doppio lavoro di riuscire a registrare l’immenso mondo degli artisti e delle opere d’arte, di saperne distinguere le linee storiche, di inquadrarne il campo di operatività, e poi di saperne fronteggiare ricerche e informazioni mediatiche che se ne sviluppano.
è il caso della vicenda Charlie-hebdo, di Parigi, una certa azione artistica nel genere della satira, da quasi tutti (je suis Charlie) in un primo momento questi artisti sono stati difesi e sostenuti come un caso di libertà di espressione, e in opposizione violenta da parte del mondo musulmano la cui frangia più estremista in nome della libertà di percezione ha soffocato tutto nel sangue. Ecco un grave problema appena esploso tra espressione e percezione.
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DESIGN
quando il design diventa arte Edoardo Maria Giusti è un designer, uno di quelli bravi e schietti. La sua è una storia lunga, al design non ci è arrivato con metodica preparazione come si fa di solito. No, lui si è laureato a pieni voti in giurisprudenza, poi ha capito che non era quello il suo futuro e ha cominciato a creare, con le sue mani, oggetti. E gli venivano pure bene.
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Ha iniziato con lampade da tavolo realizzate in carta e foglie. Ha continuato imparando, da solo, il necessario per lavorare i materiali più diversi, legno, ferro, alluminio. Le sue creazioni miglioravano e diventavano sempre più complesse fino a convincerlo ad aprire, insieme a suo fratello Francesco, nel 2009, uno spazio tutto loro Rigodritto (www.rigodritto.it), nel quartiere più antico di Roma, il rione Monti. Lì ha avviato una produzione in serie di articoli di altissimo artigianato, il suo catalogo conta una trentina di articoli divisi tra lampade (da tavolo e sospensione), complementi d’arredo, specchi, tovagliette in alluminio, vassoi e mobili come tavoli e librerie. Tutto rigorosamente fatto a mano.
Anna Caldera Giornalista e blogger annacaldera@libero.it
Foto di Marco Mancini 39
Come Pentolume, una lampada dal design davvero originale, un’idea che gli è venuta guardando le pentole per cuocere la pasta. Ha voluto sperimentare l’accostamento di volumi diversi della stessa forma, il risultato è stato davvero straordinario. Da dove nascono le intuizioni? Trovo parecchi spunti nella vita di tutti i giorni. Gran parte sono oggetti di uso quotidiano. Le pentole sono un esempio. Da cosa nasce cosa e se hai occhi per leggere, anche un imbuto è perfetto come paralume e una padella può diventare un’applique. Oggetti di uso quotidiano per un uso quotidiano, frase che ricorre spesso parlando con Edoardo. Il design per me ha una funzione precisa, migliorare la vita di tutti, ha quindi una vocazione popolare, basta vedere i grandi oggetti di design del passato come la vespa, la cinquecento o la semplice caffettiera. Oggi non sembra essere più così, quello che conta è che sia esclusivo e costoso. Per me quello non è design”. In altre parole prodotti utili con prezzi accessibili a tutti. 40
E qui si tocca un argomento spinoso, la contraffazione. Piaga economica che ogni anno sottrae utili alle aziende e introiti alle casse dell’erario. Potrebbe essere una soluzione ridurre i prezzi? D’istinto mi viene da dire che il problema non si risolverebbe. Credo invece derivi da dinamiche di mercato e paesi che rispondono a logiche economiche prive di etica. Semplicemente vogliono rifare in serie qualcosa guadagnandoci tanto. Una questione puramente economica.
Foto di Marco Mancini
A proposito di altri paesi e mercati esteri, la crisi ha spinto a esplorare nuovi sbocchi, internet in questo può rivelarsi un’arma vincente o il consumatore potrebbe dimostrarsi diffidente? Mi rendo conto che una larghissima parte delle transazioni e delle vendite passa per l’online, e le persone tendono ad acquistare beni standardizzati, il paio di scarpe, la maglietta e così via. Ciò significa che, in una realtà come la nostra, potrebbe esserci una certa diffidenza all’acquisto, d’altronde l’online ci permetterebbe di superare i confini e raggiungere tutti quegli utenti (soprattutto nei paesi del nord Europa, ndr) più abituati all’acquisto in rete.
Giusto. Lasciando da parte le logiche commerciali, e tornando all’anima del design, c’è un oggetto che ancora non sei riuscito a realizzare? In realtà vorrei provare a creare un oggetto primo di funzione. Attuare una metamorfosi, lo sto testando su diverse lampade. Vorrei togliere la lampadina e lasciare solo l’involucro. La scultura. Dal design funzionale alla pura arte.
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BEYOND DESIGN
Bang&Olufsen Basta un tocco e BeoSound Moment diffonde la musica preferita anche in base allo stato d’animo. È il nuovo impianto musicale intelligente nato in casa Bang&Olufsen che integra la possibilità di avere una raccolta musicale e accedere ai servizi di streaming, fusione perfetta di tecnologia e design. Totalmente wireless è diviso in due parti, il diffusore e la console di comando che presenta due volti. Da un lato l’interfaccia in alluminio con touchscreen e dall’altro la prima interfaccia touch sensitive, mai realizzata prima, su legno. www.bang-olufsen.com
Ovopur Il nuovo sistema di purificazione dell’acqua che copia madre natura anche nel design. Grazie a un sistema che simula la caduta gravitazionale, l’acqua contenuta nell’uovo, fatto di porcellana, passa attraverso un filtro che ricrea le stesse condizioni che troverebbe in natura per purificarsi. Il filtro ha una durata di quattro mesi circa e può essere rigenerato. Non necessita di collegamenti idrici o elettrici e a casa o in ufficio potrà sostituire le ingombranti bottiglie di plastica. www.aquaovo.com
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GARMIN Il nuovissimo smartwatch VivoActive di casa Garmin, comodo da indossare e con un design minimale, detta una rivoluzione che è destinata a durare. Uno sportwatch ultrasottile che non si limita a essere solo orologio. Racchiude le caratteristiche di un GPS, con cinque profili preimpostati (golf, nuoto, bici, corsa, camminata), insieme alle funzionalità di una fitness band per aggiornare sempre l’utente sull’attività fisica quotidiana. Display touchscreen a colori e batteria di lunga durata ne completano le molte funzionalità. www.garmin.com
NETATMO La prima telecamera intelligente per la casa è firmata Netatmo. Con il suo sistema di riconoscimento facciale identifica ciascun membro della famiglia, avvisando l’eventuale rilevamento di volti sconosciuti con notifica immediata. Sarà possibile vedere chi è in casa, per chi ad esempio ha necessità di controllare un anziano o verificare quando i bambini tornano da scuola. Facile, intuitiva e con un design che la armonizza in ogni contesto, può essere controllata tramite app dedicata, direttamente dallo smartphone. www.netatmo.com
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archi tettura
Progetto Rhone Efficiente, in legno e antisismica, un edificio multipiano sostenibile, ma anche sobrio e soprattutto economico è la casa che ha rappresentato l’Italia al Solar Decathlon.
L’Università degli studi di Roma Tre ha gareggiato al Solar Decathlon 2014 con il progetto RhOME for denCity, unica rappresentante italiana tra le venti partecipanti. L’edizione che si è tenuta a Versailles a giugno 2014, ha chiesto ai concorrenti di progettare un edificio multipiano, che sia sì efficiente e sostenibile, ma anche sobrio e soprattutto realizzabile. La casa di domani, realizzata dal team capitanato dall’architetto Chiara Tonelli, si inserisce in un progetto di edificio a più piani, pensato per un’idea più ampia di riqualificazione della prima periferia di Roma, area degradata e alla mercé di un dissennato abusivismo edilizio. Riqualificazione ambientale e valenza sociale dunque. La struttura dell’edificio è costruita con pannelli di legno, forniti dall’altoatesina Rubner e scelti per la loro leggerezza, la facilità di trasporto e soprattutto perché dotati di un’estrema resistenza ai terremoti. I pannelli scelti hanno ottime prestazioni antisismiche, mantenendo caratteristiche di flessibilità, duttilità e leggerezza oltre a essere costituiti da un materiale naturale e rinnovabile.
Anna Chiara Brighenti architetto redazione@kyoss.it
Cuore pulsante L’idea, forse più originale, è stata quella di dotare l’edificio di un centro costruttivo e strutturale. Un vero e proprio cuore pulsante, dotato di tutta l’impiantistica necessaria; un unico elemento che possa essere in grado di dialogare con ogni spazio della casa. È un contenitore ad altissima densità tecnologica, con schermature e canalizzazioni. Tutto quello che di impiantistico serve, è contenuto qui. In quest’ottica tutti gli elementi devono essere in sinergia tra loro, ovvero tecnologia a portata di tablet. L’impianto fotovoltaico, ad esempio, non produce solo energia, ma si trasforma in sistema di ombreggiamento, contribuendo ulteriormente a ridurre i consumi energetici.
La sinergia deve esserci anche tra la tecnologia installata nell’edificio e chi dentro ci vive e ha la necessità di avere sotto mano tutte le perfomance della casa, comprese le informazioni per capire cosa accade al suo interno. Ecco allora un’interfaccia accessibile ed estremamente comprensibile. Una sorta di cruscotto digitale, al quale l’utente potrà accedere comodamente con uno smartphone o un tablet e grazie al quale potrà modificare i propri comportamenti, se necessario. La casa di domani non sarà una navicella spaziale costruita con materiali futuristici, guidata da tecnologie sconosciute, ma sarà innanzitutto economicamente realizzabile, edificata con materiali naturali e sostenibili, energeticamente efficiente, luminosa e in grado di comunicare con chi la abita.
foto grafia
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Simone Pavan artdirector@kyoss.it
le immagini vintage di lichena bertinato
Lichena Bertinato, fotografa vicentina, ha esposto le sue immagini vintage presso l’ARTOOMS2015, una mostra internazionale di arte contemporanea tenutasi nell’esclusivo Melia White House Hotel, Regent’s Park, Londra, dal 23 al 26 Gennaio 2015. Lichena Bertinato, ormai londinese di adozione, si sta affermando sempre più nel panorama culturale della città. Le sue opere sono attualmente in esposizione a Londra nelle gallerie d’arte Le Dame e Debut Contemporary.
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LOST IN COMMUNICATION
Alessandra Plichero Consulente di comunicazione e relazioni pubbliche e membro del Chartered Institute of Public Relations di Londra
a.plichero@gmail.com
un requiem per le pr
La tecnologia ha ucciso le PR, o perlomeno le PR come le conoscevamo. Se con internet e l’evoluzione della tecnologia gli altri ruoli aziendali hanno mantenuto bene o male i loro approcci tradizionali, nel mondo delle relazioni pubbliche tutto è radicalmente cambiato. I bei vecchi tempi dei ragionati piani di comunicazione con chiara identificazione dei pubblici, di come raggiungerli dicendo cosa e con quali obiettivi (facendola breve) tramontati a favore, o sfavore, di una convulsa attività di comunicazione che necessita di poca pianificazione ed estrema tempestività. Stabilire contenuti editoriali, ad esempio, per un sito internet aziendale in ottica SEO, quindi per fare in modo che l’azienda sia trovata facilmente in internet dagli utenti e potenziali clienti, ecco che diventa paradossalmente un’ancora, rende pigri, fa aspettare la successiva fase, crogiolandosi nella propria diligenza senza che ciò equivalga ad alcuna efficacia. Del resto, come pianificare contenuti se l’unica cosa certa in un settore sono le date delle manifestazioni fieristiche?
Tutti gli altri argomenti ecco che richiedono una quotidiana ricerca della news del momento, tempestività nel prendere posizione, nel formulare opinioni e nell’interagire con i pubblici che sono lì al momento presenti, dal vivo. A ogni comunicazione, in più lingue, deve essere sempre accompagnata una immagine, meglio ancora un video. Oggi si valuta il lavoro di comunicazione in relazione al “word of mouth” creato, cioè il passaparola e al numero di telefonate a seguito del lavoro di promozione dei brand sul web. Molto di questo si riflette piuttosto rapidamente sul fatturato. In definitiva quindi, ai PR oggi si richiede intanto di saper operare in almeno due o meglio tre lingue, per essere rapidi, di avere buone abilità nell’utilizzare molti software di comunicazione i social assieme a programmi di grafica e di video. Sempre più importanti sono le immagini, sulle parole e l’interattività. Tanto che ci si può anche trovare a dover consigliare come migliore strategia di comunicazione per un nuovo prodotto, un giochino interattivo online. Cose da ragazzini più che da PR. O forse no.
books
le due facce Della tecnologia
Il Cerchio di Dave Eggers, uscito in Italia a fine 2014 per Mondadori, è indubbiamente il libro di cui non si può fare a meno per essere al passo coi tempi e perché, diciamolo, è il romanzo più discusso e citato nei talkshow e nei salotti letterari italiani, europei e statunitensi. Eggers è, secondo i bene informati, uno degli autori preferiti di Barack Obama.
La visibilità 24 ore su 24 sui social network, lo spionaggio della NSA (National Security Agency), le nuove tecnologie con tutti i loro pro e contro, la vita paradisiaca a Googleplex, il quartier generale di Google nella Silicon Valley, sono gli ingredienti della storia, dove Google è chiamato il Cerchio ma il riferimento è lapalissiano, vissuti attraverso le avventure di Mae Holland, la ventenne protagonista appena assunta nel “campus”, dove tutto è paradisiaco, che si sente dire in continuazione “siamo una comunità e come tale tra noi non possono esserci segreti”. Per ben 389 pagine tiene il lettore in una costante suspense, con picchi di tensione non indifferenti.
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Il controllo totale sulla vita di tutti, sempre disponibile in streaming, ha vantaggi come la sicurezza, la prevenzione delle malattie, la trasparenza ad esempio da parte dei politici posta come ricatto: se non accetti hai qualcosa da nascondere. Chi non vorrebbe queste cose, ma il prezzo da pagare è la totale mancanza di privacy, facendo crollare la barriera tra pubblico e privato si è esposti e più manipolabili. Eggers crea un mondo distopico, cioè un futuro aberrante, spaventoso, l’esatto contrario di utopia, dove le informazioni sono il vero potere, in mano a pochi. Il Cerchio include ed esclude, offre e condanna, indirizza le scelte con l’illusione di libertà e quando il Cerchio sarà chiuso, completo, il totalitarismo sarà compiuto. George Orwell e Aldous Huxley sono i precursori del genere distopico, ma Il Cerchio li supera perché il futuro che racconta è già iniziato, pare senza scampo, a meno di non spezzare il Cerchio rimanendo umani.
Marianna Bonelli Promotrice innovativa di cultura www.mariannabonelli.com www.spritzletterario.com
La tregua Mario Benedetti Nottetempo ed. Martín Santomé è il protagonista di questo classico della letteratura sudamericana che, come suggerito dal titolo, è ideale per prendersi una tregua, un momento per sé e vivere un amore, magari clandestino, che rompa inaspettatamente la monotonia del quotidiano, quando tutto sembra ormai deciso, pensione compresa dopo anni da impiegato, vedovo e con tre figli ormai grandi. Ricorda Senilità di Italo Svevo, ma con la delicatezza e la sensibilità tipica dei grandi autori sudamericani, in questo caso i natali sono uruguaiani, La tregua racconta la capacità che ha la vita di stravolgere i piani, di rimettere in movimento il tempo che sembrava immoto, per poi tornare alla quiete iniziale. Questo romanzo ha dato a Benedetti notorietà internazionale, considerato uno dei massimi narratori del Novecento, è stato anche poeta, saggista e drammaturgo. La tregua ha avuto più di cento edizioni, è stato tradotto in una ventina di lingue e adattato per il teatro, la radio, la televisione e il cinema.
Il mondo nuovo Aldous Huxley - Mondadori Prima o dopo Il Cerchio di Eggers sarebbe bene leggersi questo romanzo, forse meno noto ai più rispetto a 1984 di Orwell. Titolo originale Brave New World, dove brave è da tradurre come: eccellente, secondo la tradizione shakespeariana usata dall’autore. Romanzo di fantascienza distopica, scritto nel 1932 e spaventosamente profetico. Il romanzo più famoso di Aldous Huxley, dal quale sono stati tratti alcuni adattamenti televisivi e un saggio dello stesso autore: Mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo (tascabili Mondadori). Lo sviluppo delle tecnologie della riproduzione, l’eugenetica e il controllo mentale, usati per forgiare un nuovo modello di società auspicabile, apparentemente ideale, ma dal risvolto grottesco e drammatico. 51
movie
THE THEORY OF EVERYTHING ovvero
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Cristiana Albertini redattore info@kyoss.it
LA TEORIA DEL TUTTO Stephen Hawking, QI tra 160 e 165 pari a Einstein e Newton, cosmologo e fisico mondiale, si ammala di una sorta di atrofia muscolare progressiva a poco più di 20 anni, la sua vita è segnata e pare possa durare solo ancora due anni, ma Hawking è ancora vivo di anni ne ha 73. Ha al suo attivo molti libri e gira il mondo con una carrozzina piena di supporti tecnologici, non ultimo un lettore facciale a raggi infrarossi che interpreta i pochissimi movimenti degli occhi e li traduce con un sintetizzatore vocale. Lui stesso definisce l’intelligenza come “la capacità di adattarsi al cambiamento”.
Dalla biografia “Travelling to Infinity: My Life with Stephen “ di Jane Wilde, ex moglie di Hawking, lo sceneggiatore Anthony McCarten in 10 anni ha scritto l’adattamento cinematografico per il regista James Marsh che ha diretto il film LA TEORIA DEL TUTTO. La storia racconta la vita di tutti i giorni di Stephen e l’incontro fatidico con Jane, un incontro d’amore che salva l’anima e il corpo. La narrazione è convenzionale ma la storia è eccezionale, lui cerca le verità dimostrabili che diano un senso complessivo all’universo, lei studia Lettere, crede in Dio e crede profondamente nella vita e in Stephen. Il film percorre il rapporto difficile e tenero tra Stephen e Jane in una sorta di altalena tra lo studio visionario e lucido verso lo Spazio dell’Oltre e il tentativo di vivere la realtà quotidiana portando l’Oltre sulla terra: le due identità, quella del fisico illuminato e sovraintelligente ma menomato nel fisico di Stephen e quella profonda, radicata e forte nella fede in Dio di Jane. In vari modi Jane, che non smette di credere, salva la vita a Stephen, l’intelligente, ateo e gli dà la possibilità di continuare. Stephen, con consapevolezza e ironia, accetta e si nutre di questo amore che gli consente di continuare a guardare lo spazio, avere una famiglia e godere i suoi figli. Un che di meraviglioso e magico pervade la narrazione, una dolcezza che si snoda in tutto il film, accompagnata da una musica penetrante e coinvolgente. Speciali i due protagonisti, la solare Jane interpretata da Felicity Jones e l’incredibile Stephen di Eddie Redmayne, straordinario e profondo, talmente bravo da penetrare lo sguardo con l’impercettibile movimento degli occhi come il vero Hawking: già premiato ai Golden Globe e al TorontoFF. “Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi”.
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COMICS
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Enrica D’Incalci Fumettista enripdincalci@live.it
un mondo perfetto... o no?
“La neve se ne frega”, opera a fumetti pubblicata nel 2008 da Panini Comics, è stata sceneggiata da Matteo Casali e disegnata da Giuseppe Camuncoli, ma deve la sua ideazione all’omonimo romanzo di Luciano Ligabue, pubblicato nel 2004 da Feltrinelli. Quest’opera distopica (esprime tendenze portate all’estremo – ndr) è ambientata nel 2166, in una società apparentemente equilibrata e perfetta perché regolata dal Piano Vidor. Tutto è ordinato e senza imprevisti perché sia le persone che i processi naturali avvengono rispettano dettami e meccanismi preimpostati. Una carta di diritti e doveri rassicura i cittadini e previene i disordini. Si nasce da anziani, attraverso delle macchine, per poi morire una volta tornati alla prima infanzia, all’anno zero. L’esperienza della generazione della vita è negata. La storia ha per protagonisti una coppia, DiFO e Natura, che entrano in contatto con un’anomalia, scoprendo qualcosa di sorprendente: le loro emozioni. La loro vita si scuote quando lei rimane incinta per una disfunzione ormonale. Le sequenze, scritte e disegnate da Casali e Camuncoli, seguono delicatamente le vite dei protagonisti, che all’inizio non si rendono conto di cosa stia succedendo. La paura dell’anomalia, la fiducia ansiosa nel Governo, si mescolano alla sofferenza di Natura. Un uomo, un detenuto con esperienza del vecchio mondo, è l’unico che può intervenire per operare l’interruzione di gravidanza ma, né Difo né Natura sono messi a parte del segreto. La cosa si ripete di nuovo e paura e rabbia crescono. Le emozioni trovano infine un’identità nella rivelazione del detenuto, raccontate a DiFo durante una nevicata, unico evento che il Piano Vidor non può controllare e durante il quale le comunicazioni avvengono al sicuro. Tempo e rumori scompaiono ed è allora che la verità sulla vita e su quello che sarebbe potuto accadere scuote silenziosamente i due protagonisti. Da quel momento portano con sé un piccolo sogno, anche se il loro bambino non nascerà mai. La storia si chiude, con la loro infanzia e la loro morte, prima che la vita riprenda di nuovo. In un mondo privo di libere emozioni, neanche porre l’ultimo sigillo sull’esistenza dell’individuo è contemplato, ma l’ultimo pensiero cosciente di Natura riguarda un sogno meraviglioso, misterioso e dolcissimo.
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Immersa nel verde dei Colli Berici, la Moreieta è uno dei locali tra i più antichi e tipici del vicentino. Un locale a misura d’uomo, casalingo e antico. Una cucina incentrata sui prodotti di un territorio generoso e una
qualità che nasce dalla mano leggera degli chef e dalla bontà degli ingredienti usati. Un’atmosfera calda e accogliente, un luogo di incontro e punto di riferimento per le famiglie, le aziende e per tutti coloro che vogliono ritagliarsi
attimi di tranquillità e di gusto in un contesto curato e famigliare. La Moreieta è il risultato lampante di una ricerca aperta a tradizioni enogastronomiche diverse. E di una scelta accurata dei prodotti.
ANTICA TRATTORIA MOREIETA SRL V. Soghe n. 35 - 36057 Arcugnano (VI) Tel. +39 0444273311 moreieta@libero.it www.moreieta.com
cucina con vista
anfore tecnologiche
Una piccola rivoluzione sta attraversando il mondo del vino. Finita l’era delle barrique il consumatore è tornato ad apprezzare prodotti più semplici e immediati. Non più profumi ricchi e opulenti di vaniglia, frutta sciroppata e sottobosco, ma vini più esili e facili da bere.
In fin dei conti anche il mondo enologico non è molto diverso da quello della moda e se scarpe a punta e ballerine si rincorrono negli anni, lo stesso devono fare i vignaioli per prevedere e rincorrere le tendenze del consumatore. Abbandonate le piccole botti francesi, i produttori sono tornati alle grandi botti nostrane e ai tank in acciaio. Qualcuno si sta spingendo più in là pensando di tornare alle otri, ai vasi in terracotta nei quali gli antichi greci e latini conservavano il vino. Non è una stravaganza: ogni contenitore plasma il suo contenuto, consentendo un diverso passaggio di ossigeno che fa evolvere e matura il vino, cedendo o meno particelle aromatiche e tannini. Almeno due aziende italiane sono all’avanguardia in questo campo. A Impruneta, patria della terracotta, l’Artenova costruisce anfore in terracotta.
Michele Bertuzzo Corrispondente da Vicenza mic.bertuzzo@gmail.com
Un materiale che per sua natura consente il passaggio di ossigeno, portando il vino a una lenta maturazione che addolcisce i tannini e sviluppa profumi e aromi. A differenza della barrique però non rilascia al vino quei sentori di vaniglia, cacao e tostato, che tanto sono piaciuti negli anni Novanta e che oggi pochi tollerano. Unico inconveniente, ben noto ai nostri antenati, la porosità della terracotta che si “beve” buona parte del vino: problema risolto con un rivestimento di cera d’api che crea una barriera in grado di evitare perdite di vino. A Savona la Mimitalia ha invece messo a punto un materiale più tecnico per i suoi Clayver. “Clayver – spiega Luca Risso, responsabile Ricerca e Sviluppo – è un gioco di parole tra Clay e Clever, ovvero tra argilla e intelligente”. Si tratta di un particolare tipo di gres omogeneo e compatto, simile per molti aspetti a un granito naturale.
Più forte e resistente della terracotta, che potrebbe facilmente rompersi e già impermeabile ai liquidi, senza alcun tipo di accorgimento. Ma anche in questo caso il materiale è permeabile ai gas e quindi consente uno scambio, anche se molto limitato, con l’ossigeno esterno. Lentamente, anche qui i vini si affinano senza assorbire alcuna sostanza dal contenitore. I vantaggi della barrique, senza il gusto della barrique. Entrambi i progetti sono ancora in fase embrionale, ma le sperimentazioni stanno portando i primi vini sul mercato. Sorpresa: Clayver finora si è diffusa più in Francia che in Italia. Proprio la patria delle barrique sceglie una tecnologia italiana per adeguarsi alla fine della moda che ha creato e diffuso nel mondo.
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SOUND AND VISION
katy perry
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Gek Folley alias Gelindo Pretto redattore gelindo.pretto@gmail.com
Katy Perry arriva in concerto al Mediolanum Forum di Milano il 21 febbraio per l’unica data italiana del suo “Prismatic World Tour”.
Stravagante, divertente e bella, Katy Perry non è la classica popstar americana, tutta finzione e lustrini. In breve tempo è riuscita a costruire una carriera solida puntando non solo sul talento vocale ma soprattutto sulla propria identità e il suo modo di essere. Cantautrice e attrice statunitense, Katy Perry raggiunge il successo mondiale con il singolo “I Kissed a Girl” nel 2008. L’album è subito disco di platino negli USA e raggiunge il 33° posto nella classifica dei dischi più venduti al mondo. Il suo secondo album “Teenage Dream” esce il 24 agosto del 2010 e raggiunge il primo posto della classifica statunitense. Dall’album vengono estratti sei singoli, cinque dei quali raggiungono i primi posti delle classifiche, facendo guadagnare alla cantante il record per il maggior numero di singoli al primo posto, condiviso solo con il grande Michael Jackson. L’album viene ristampato nel 2012 con tre nuovi inediti: Part of Me, Wide Awake e Dressin’ Up. Il 22 ottobre del 2013 esce l’ultima fatica della cantante americana “Prism”. Subito in vetta alla classifica americana, dall’album vengono estratti cinque singoli. L’album è un gioiello di puro divertimento, fantasia e ritmo. Nominata in tre categorie per gli MTV Video music Awards 2014 vince per il miglior video come artista femminile. Agli MTV European Music Awards 2014 viene nominata in sette categorie, vincendo in due di esse. Conosciuta per il suo bizzarro stile nell’abbigliamento, Katy Perry veste spesso estrosamente, con colori chiari, outfit retrò, utilizzando sovente accessori a forma di frutta e dolciumi. Avendo imparato a ballare da piccola, ha sempre voluto distinguersi. La trasformazione di Perry in un’artista vera e propria è iniziata con una revisione dello stile: per fare ciò si è ispirata all’attrice statunitense Dominique Swain nel film del 1997 “Lolita”. Definisce il suo look “un intruglio di cose differenti tra loro”. Johnny Wujek, lo stilista di Perry, quando l’ha vista per la prima volta ha descritto il suo modo di essere come “molto colorato e vintage”. Nella sua originalità, Katy ha catturato l’attenzione di vari stilisti. Oltre all’attività di cantante, è stata giudice ospite della settima edizione del programma britannico The X Factor, ha creato sei profumi ed è stata doppiatrice di puffetta nel film I Puffi. Il suo debutto cinematografico avviene nell’estate del 2012 con il film “Katy Perry: Part of Me”. Su Twitter, a livello mondiale, è l’utente con più follower in assoluto. La cantante fa inoltre parte del movimento per la liberazione omosessuale. Un futuro costellato di nuovi successi per questa giovane tigre dallo sguardo di ghiaccio, sensibile e geniale, una vera regina del Pop. Give peace a chance Gek Folley 63
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