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KYOSS - MENSILE N. 177 APRILE 2015 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/VR - EURO 7,00

Andy Warhol Campbell’s Soup, 1965 Milwaukee Museum of Art Milwaukee, Wisconsin

PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION I MART ROVERETO I MUSE TRENTO I BIENNALE DI VENEZIA I CULT VENEZIE I TRIENNALE DESIGN MILANO I MAXXI ROMA I MAX MUSEO CHIASSO I MAMBO BOLOGNA I GAM TORINO

aprile 2015


PH - Emanuele Tortora I KYOSS.IT

Design Arthesi Design Studio Produzione Laboratorio Arthesi


Le creazioni Arthesi trasformano la cucina in un luogo emozionale

atelier di cucine

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APRILE

Art Director, Direttore Responsabile: Simone Pavan artdirector@kyoss.it Mensile Aprile 2015 anno 15 numero 177 Capo redattore: Elisabetta Badiello redazione@kyoss.it Progetto grafico: Kyoss Agency Fotografia: Simone Pavan Hanno collaborato a questo numero: Cristiana Albertini Guendalina Anzolin Elisabetta Badiello Michele Bertuzzo Wilder Biral Annachiara Brighenti Anna Caldera Andrea Danzo Stefano Danzo Joelle De Jaegher Salvatore Fazia Laura Ferraro Michela Luce Alessandra Plichero Gelindo Pretto Giorgia Riconda Giorgia Toscani

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Edito da: KYOSS agency Agenzia di Pubblicità e Marketing Vicenza - Milano +39 0445 1880522 www.kyoss.it info@kyoss.it Iscrizione al Tribunale di Vicenza n° 1002 28/05/01 numero del Repertorio del ROC 19214. Stampa: DEL GALLO EDITORI - SPOLETO

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expo INTERVISTA STORIA COSA SUCCEDE IN CITTà DESIGN arte - MUSEUM - critica RUBRICHE

kyoss collabora con:

MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO

Museo delle Scienze di Trento

Museo Design Chiasso Svizzera


l’altra copertina

Famous painting Andy Warhol


EXPO milano 2015 Di Elisabetta Badiello

NUTRIRE IL PIANETA - ENERGIA PER LA VITA

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Mancano ormai pochi giorni al taglio del nastro di quello che al momento sembra essere l’Expo più contrastato della storia. Non c’è giorno in cui le cronache non ci rimandino a scandali e corruzione, tanto che in molti si domandano se, prima o poi, ce la faremo a veder realizzato quel progetto il cui tema rappresenta una vera e propria sfida collettiva su cui si gioca il futuro dell’umanità. “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” un proposito impegnativo, ma in un mondo in cui c’è ancora una parte che vive sotto la soglia di povertà e interi paesi che combattono contro fame e malnutrizione, la soluzione al problema diventa una priorità. L’Expo avrà il suo fulcro a Milano, un’area con quasi 10 milioni di abitanti, al pari di Londra o Parigi, che produce il 10% del PIL nazionale, ha un reddito pro-capite che è quasi il doppio di quello nazionale e un tasso di disoccupazione che è la metà di quello italiano.

L’unica città del nostro paese che potremo definire metropolitana, in grado di sostenere una sfida che per 184 giorni, dal 1° maggio al 31 ottobre, accoglierà circa 20 milioni di visitatori e 148 paesi invitati a partecipare. Le esposizioni internazionali, dalla prima a Londra nel 1851, hanno da sempre costituito l’opportunità di presentare le maggiori novità in campo tecnologico, uno stato dell’arte tra invenzioni e ricerca, un’esibizione del progresso umano. Ma varcato il secondo millennio, con sviluppi tecnologici che hanno intrapreso un’accelerazione costante, il diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta è diventata una priorità. L’Expo diventa quindi l’occasione per un confronto tra nazioni, organizzazioni e aziende con l’obiettivo di arrivare a strategie comuni per migliorare la qualità della vita e sostenere l’ambiente.

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Non basterà un solo giorno per visitare quell’area di oltre un milione di metri quadri che si sviluppa su due assi ortogonali, il Cardo in direzione nord-sud e il Decumano, lungo la linea est-ovest. Che cosa andremo a vedere all’Expo? Sicuramente interessanti architetture in quanto 53 tra i paesi partecipanti hanno costruito un loro padiglione legato a storia e cultura del proprio paese. Ma soprattutto curiosità sul cibo e sulle abitudini alimentari dei paesi partecipanti perché nell’area sono 9 le zone comuni, denominati cluster, dedicate ai circa settanta paesi che non hanno realizzato il loro padiglione ma che si raggruppano in base a prodotti senza tempo come cereali e tuberi, frutta e legumi, spezie, caffè, cacao e riso. Altri si uniscono invece secondo precise aree climatiche: bio-mediterraneo, isole, zone aride. Un vero e proprio viaggio attorno al mondo quanto a sapori e sensazioni con l’obiettivo di trasmettere conoscenza ma anche di intrattenere, divertire, in un approccio ludico.

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Lungo il Cardo, per circa 400 metri, la partecipazione italiana, con spazi per l’agroalimentare, un settore che si sta dimostrando trainante per la nostra economia, che culmina in Palazzo Italia. E un’intera area riservata alla produzione vitivinicola, altro prodotto che rappresenta un’eccellenza tutta italiana. Il decumano invece, per la lunghezza dei suoi 1,5 km, è lo spazio riservato agli altri Paesi dove trovano spazio culture che con l’opportunità offerta dall’esposizione internazionale saranno a portata di mano. Sicuramente un’impresa coraggiosa, un’opportunità di riscatto per il nostro paese ma anche una chance per gli italiani: saranno sufficienti una buona dose di curiosità, voglia di conoscere ed esplorare e il mondo sarà a portata di weekend.


Non basterà un solo giorno per visitare quell’area di oltre un milione di metri quadri che si sviluppa su due assi ortogonali, il Cardo in direzione nord-sud e il Decumano, lungo la linea est-ovest.

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l’EXPO di norman foster Di Simone Pavan

IL PADIGLIONE DEGLI EMIRATI ARABI UNITI ALL’EXPO MILANO 2015

Il design del Padiglione progettato da Norman Foster per gli Emirati Arabi Uniti, sorprende per la sua concettualità, nel classico stile “Foster”. Qui sono state ideate una serie di alte pareti increspate. Queste imponenti strutture di 12 metri evocano sia le stradine mezze in ombra degli insediamenti storici degli Emirati che le magnifiche dune di sabbia dei suoi deserti. Scansioni 3D delle superfici delle dune sono state riprodotte sulle pareti per creare un’autentica trama.

Queste sinuose forme curve guidano i visitatori attraverso una serie di spazi intriganti ed esperienze emozionanti e ricche di contenuto. Un paesaggio complementare, che richiama le specie autoctone del paese, offre un accogliente sfondo verde. Studiato per il clima naturalmente fresco di Milano e le belle giornate degli Emirates, il Padiglione sarà smantellato alla fine di Expo Milano 2015 e rimontato a Masdar City, città a basse emissioni di carbonio, in quanto rappresenta i principi racchiusi nell’etica di sostenibilità di Masdar.

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IL PADIGLIONE DEGLI EMIRATI ARABI UNITI ALL’EXPO MILANO 2015

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Il Padiglione degli Emirati affronta le sfide reali che si presentano nel nutrire il pianeta, in particolare nei temi intrecciati di terra, cibo, energia e acqua. Inoltre evidenzia anche alcune delle soluzioni innovative che il paese ha sviluppato in questi settori. Soluzioni che sono arrivate partendo da un bisogno locale, ma che portano a un reale beneficio globale, dal momento che molte parti del mondo vivono le stesse difficoltà degli Emirati a causa degli effetti del cambiamento climatico. Condividendo conoscenze e risorse, gli sceicchi della penisola araba stanno veramente contribuendo a plasmare il futuro.

La cultura tradizionale e i valori che essa ispira, il calore e l’ospitalità degli Emirati, la convivialità del cibo e un tecnologico ambiente multimediale si combinano per offrire un’esperienza che sarà divertente, emozionante, sfidante e stimolante. Obiettivo finale è non solo quello di educare e coinvolgere, ma di ispirare impegno per il cambiamento. I visitatori scopriranno gli interessanti progetti degli Emirati per ospitare il prossimo World Expo nel 2020, così come potranno interagire con le aziende all’avanguardia, le organizzazioni e gli opinion leader attraverso una serie di mostre permanenti, seminari ed eventi.

Norman Foster 15


Esposizioni universali Di Annachiara Brighenti

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un’istantanea che va oltre la tecnologia

Pochi sanno che Expo 2015 non sarà la prima esposizione universale (a volte detta anche mondiale) che ha avuto Milano come sede. Ce ne fu una precedente, nel 1906, quando il capoluogo lombardo era una delle punte mondiali del progresso tecnologico. Il Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano ha inaugurato il 19 settembre 2014 (aperta fino al mese di aprile 2015) Exponendo, una mostra interattiva sull’evoluzione della tecnologia attraverso un percorso segnato dalle precedenti edizioni delle esposizioni universali, dalla prima di Londra nel 1851 all’ultima a Shanghai 2010. La prima esposizione universale fu appunto l’Esposizione di Londra organizzata nel 1851 al Crystal Palace in Hyde Park. Questa manifestazione nacque da un’intuizione del Principe Alberto, marito della Regina Vittoria e divenne il riferimento per tutte le successive, influenzando numerosi aspetti della società quali le arti, l’educazione, il commercio e le relazioni internazionali. La seconda esposizione universale fu l’Esposizione di Parigi che venne accolta dalla Francia come una sfida per superare il grande successo della precedente manifestazione londinese. Per proseguire poi con Montreal, Osaka, Washington, Vancouver, Brisbane, Siviglia, Daejeon, Lisbona…

Ma questa mostra ha un occhio di riguardo nei confronti di quelle che si sono svolte in Italia: Milano 1906, Torino 1911 e Roma 1942 (che non ebbe luogo a causa della guerra, ma lasciò in eredità il famoso Palazzo della Civiltà italiana all’Eur). Modelli di oggetti allora tecnologicamente avanzatissimi (come, per esempio, la macchina da scrivere Remington del 1890), medaglie, manifesti, riproduzioni e filmati d’epoca sono esposti alla mostra, più altri sedici strumenti (dal pantelegrafo alla locomotiva a vapore, dalla telecamera e televisore Magneti Marelli del 1938 ai motori per idrovolanti) legati alle esposizioni passate. E per ogni edizione, un’eredità in ambito scientifico, tecnologico e anche architettonico nelle città che le hanno ospitate. È difficile ricordare tutte le Esposizioni riconosciute dal BIE (Bureau International des Expositions, l’organizzazione internazionale che gestisce le esposizioni, n.d.r) o sceglierne alcune invece di altre, ma in molti casi è possibile rintracciare da una parte i segni che l’uomo ha lasciato sulla terra, dall’altra il seme del cambiamento nel rapporto che ogni popolo ha con il proprio territorio, con i suoi frutti e quindi con il cibo e l’alimentazione. Questo seme di consapevolezza è maturato più di altri fino a far nascere, nei giorni nostri, l’edizione di Expo Milano 2015, Nutrire il Pianeta, Energia per la vita, che esplorerà a fondo l’importanza che l’alimentazione ha per tutti noi e la centralità dell’uomo.

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intervista a leone marzotto Di Elisabetta Badiello

Marzotto è un nome legato da sempre al gruppo internazionale tessile e alla moda. Una dinastia arrivata ormai alla sesta generazione dove uno dei protagonisti nella storia dell’azienda, come si conviene a un imprenditore che non si stanca mai di sognare, ha deciso di scommettere su…altri tavoli. Lui è Pietro Marzotto che ha fatto proprio lo storico marchio gastronomico milanese, quel tempio della tradizione con sede in via Spadari a Milano che risponde al nome di Peck. Abbiamo intervistato il figlio Leone, avvocato, che dopo alcuni anni in uno studio legale ha deciso di affiancare il padre in questa nuova avventura imprenditoriale.

Dal settore tessile al cibo. Un nuovo business o pura passione? Mio padre è conosciuto come un gourmet. Il buon cibo così come la cultura culinaria gli appartengono da sempre. Per lui è stata naturale la scelta di dedicarsi a questo settore che già apprezzava, sebbene la sua vita da imprenditore si sia svolta altrove. Nel mio caso invece, non ho mai avuto esperienza nel tessile o nella moda ma sono entrato in Peck con grande entusiasmo, portando la volontà di rendere sempre più internazionale il marchio, esportando la cultura gastronomica italiana. Direi che nella nostra nuova impresa c’è una gran passione. Peck rappresenta la tradizione gastronomica milanese. Che cosa cambia con il vostro arrivo? Sicuramente abbiamo portato un respiro internazionale. Mio padre si è occupato da sempre di rapporti con i mercati esteri, di vendita di know how. Un’esperienza preziosa che ci ha fatto aprire da subito all’estero, dove siamo in espansione, portando la nostra cultura gastronomica, il nostro modo di utilizzare la materia prima. Per quanto riguarda la sede storica di via Spadari la clientela, anche quella milanese, è sempre più internazionale e, di conseguenza, anche i gusti cambiano, finiscono col contaminarsi. Tradizione rimane la parola d’ordine che oggi però si concilia anche con l’innovazione.

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Intervista a Leone Marzotto

Perché un non-milanese dovrebbe venire a mangiare da voi? Chi non è di Milano viene da noi per mangiare il vero cibo italiano o ciò che è tipico di Milano, come la cotoletta o il risotto. Poi Peck è conosciuto per uno squisito vitello tonnato che produce secondo una ricetta propria e che ha portato molti a credere che si tratti di un prodotto tipico della nostra regione. Così come per la parmigiana di melanzane o le lasagne alla bolognese, che la nostra azienda produce da sempre, per 365 giorni l’anno, e che sono in molti a credere siano milanesi. Anche un crudo di pesce spada o una pasta al pesto diventano decisamente interessanti sotto l’abile interpretazione dello chef Matteo Vigotti (proveniente dal Novecento di Meina sul Lago Maggiore – n.d.r.) che gestisce e dirige uno staff di 40 cuochi. Proprio Vigotti quando era a Meina si è guadagnato una stella Michelin per una cucina senza fronzoli.

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Qual è il prodotto più acquistato? Sembra strano ma in negozio ciò che vendiamo di più è il Parmigiano Reggiano, un prodotto consorziato per il quale i clienti ci riconoscono la capacità di selezionare. E il piatto più richiesto, quello per il quale si parla di voi? Al ristorante sicuramente la cotoletta e il risotto alla milanese. Poi la pasta fresca che produciamo con ripieni di stagione, facendo sempre molta attenzione alla qualità della materia prima. In merito all’Expo, la gestione del ristorante Top di Palazzo Italia è uno straordinario riconoscimento di italianità che vi catapulta sotto gli occhi del mondo, più di quanto non lo siate già. Che tipo di messaggio e quindi di ristorazione vi preparate a offrire? La ristorazione che proporremo sarà decisamente italiana, con particolare attenzione ai prodotti tipici provenienti dalle varie regioni, identificati con la loro origine. Sarà l’occasione per celebrare la cucina italiana con declinazione nelle ricette stagionali e una particolare attenzione alla biodiversità.


Quanto conta la componente conviviale del cibo, l’ambiente e il contesto in cui si mangia? Sono tutti elementi che contano moltissimo. Quando si propone del cibo non si fornisce soltanto qualcosa che serve a nutrire ma si trasmettono calore, accoglienza, cortesia. In una parola, ospitalità. Relativamente al tema dell’Expo “Nutrire il Pianeta” come pensa che dovrebbe cambiare il modo di alimentarsi? Sicuramente il tema del cibo sta assistendo a un crescente interesse che però qualche volta rischia di incanalarsi in percorsi ideologici che portano a seguire in maniera cieca slogan e proclami. Parlo della rincorsa al biologico e ai cibi a Kilometro 0, di alimentazione sostenibile ed etica, concetti un po’ abusati. Sarebbe importante comprendere come buona parte della cucina non è solo nutrizione ma anche cultura della trasformazione del cibo, dove la qualità coincide con l’attenzione al territorio che poi si trasforma in qualità del prodotto. Bisognerebbe anche imparare a sprecare meno. Si butta il 30% di quello che si compra, quando invece bisognerebbe mangiare secondo i propri bisogni e tornare a preparare il cibo con le proprie mani perché cucinare è relazionarsi con la natura.

Crede che la “Carta di Milano”, con il proposito di abbattere lo spreco alimentare nel mondo del 50% entro il 2020, riuscirà a mettere d’accordo nazioni, organizzazioni e aziende che forse in parte dovranno ripensare il loro business? Sicuramente Expo ha già portato dei risultati. Il solo fatto che sia stata scelta una tematica legata al cibo e all’energia ha fatto sì che si prenda coscienza, a livello internazionale, di un problema che è quello alimentare, oltre alla necessità di ripensare allo spreco, anche in campo energetico.

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Kyoss si trova in 121 musei italiani, nei luoghi del design e dell’architettura, in 650 gallerie d’arte, in 92 hotel tra Roma, Milano e Venezia, in 62 golf club e in altri 360 locali nelle maggiori città italiane. Ma per riceverlo a casa, abbonati! www.kyoss.it “cogli l’attimo, cogli la rosa quando è il momento, rendi la tua vita straordinaria” - dal Carpe Diem di Orazio -

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ROMA COSA SUCCEDE IN CITTà?

Guendalina Anzolin Corrispondente da Roma info@kyoss.it

roma verso expo milano

Tenere Roma in disparte sarebbe un grave errore per l’Italia e per i numerosi turisti che ci auguriamo di ospitare nei prossimi mesi. Il protocollo “Roma verso Expo Milano 2015”, firmato lo scorso anno, propone una serie di mostre, conferenze e degustazioni che consentiranno ai paesi partecipanti di sfruttare location esclusive nella capitale. In primo piano si collocano non solo ambasciate e altre sedi rappresentative e culturali ma anche alcuni tra i principali spazi artistici quali il Museo dell’Ara Pacis e il Vittoriano direttamente coinvolti nel progetto. Dopo il Cile all’aeroporto di Fiumicino e Grecia e Repubblica Dominicana al Vittoriano, il mese di aprile ci preparerà a eventi di apertura e presentazione dei paesi partecipanti.

Uno spazio per il Lazio Sarà l’unica regione ad avere uno stand a Palazzo Italia e una delle due, assieme alla Lombardia, ad avere uno spazio permanente durante tutta la durata di Expo 2015. Non si tratta di un semplice stand in cui domina l’elemento culinario, ma di una vera e propria esperienza multimediale per il visitatore che grazie a tecnologie all’avanguardia potrà interagire con le immagini e muoversi tra mappe interattive.

Iniziative Romane A “Roma verso Expo Milano 2015” si affianca l’iniziativa di quattro associazioni impegnate in un potenziamento dell’offerta complessiva sia per i turisti che per le imprese italiane ed estere. Confartigianato, Confcommercio, CNA e Confesercenti Roma organizzeranno corsi di lingua per le imprese, materiale informativo e workshop sui rischi nei rapporti con partner stranieri a partire dai primi mesi della manifestazione.

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milano cosa succede in città?

Milano design week

Fuorisalone SALONE DEL MOBILE Dal 14 al 19 aprile Con la 54a edizione, Milano torna ad accogliere la fiera dell’arredamento più importante dell’anno, che si estende per ben 200.000 metri quadrati alla fiera di Rho. Un evento da non perdere che prevede un’affluenza di 300.000 visitatori provenienti da 160 paesi. Il Salone del Mobile 2015 sarà suddiviso in tre tipologie stilistiche: Classico, Moderno e Design. Il Salone del Complemento d’arredo e il Salone Satellite accoglieranno le biennali Euroluce, nella quale troveremo tutte le novità nel campo dell’illuminazione sia ad uso domestico che industriale, oltre che per usi commerciali e speciali, e Workplace3.0, con tutte le novità d’arredo per l’ambiente lavoro. Da non perdere “Favilla, Ogni luce una voce” proclamata dall’Unesco in occasione dell’Anno internazionale della luce, ideata dall’architetto Attilio Stocchi. Nel Salone del Mobile 2015, il Salone Satellite sarà dedicato al tema “Pianeta vita” in previsione dell’Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Qui verrà dato spazio ai giovani under 35 selezionati da tutto il mondo fra architetti, imprenditori e interior designer.

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Dal 14 al 19 aprile Anche quest’anno, in corrispondenza del Salone del Mobile, ha luogo l’appuntamento più importante al mondo per i design addicted, che conta 400.000 visitatori, 250 milioni di euro il giro d’affari, addetti ai lavori provenienti da 160 paesi, 1.200 eventi registrati in città, 1.000 aziende presenti in fiera al Salone Internazionale del Mobile. Gli eventi del Fuorisalone sono distribuiti in tutta Milano, ma si concentrano in tre zone principali, Brera Design District, Tortona Design e Ventura Lambrate, e in alcuni progetti dedicati. Zona Santambrogio è il nuovo distretto culturale della Milano Design Week 2015, e presenterà un circuito di mostre ed eventi. Urban Gardening è un progetto che mixerà Design e Green Feeling attraverso un’installazione che coinvolge i sensi: un giardino che appare spontaneo nella storica piazza milanese, anche per creare una connessione fisica ed estetica con la vicina mostra-mercato Flora et Decora, all’interno della Basilica. L’evento principale nel quartiere sarà DO UT DESIGN in Via San Vittore 49, una settimana di esposizione, di performances ed eventi musicali di designers italiani e internazionali. Ultima novità: negli spazi di via San Vittore 49 si terrà EAT URBAN FOOD TRUCK FESTIVAL, il primo street food festival dei migliori cibi italiani. La magnifica corte interna ospiterà alcuni tra i migliori Food Truck e Apecar provenienti da tutta Italia. L’iniziativa ambisce a diventare “il ristorante del Fuorisalone”, un luogo dove poter assaggiare le eccellenze del cibo di strada, per tutta la settimana, aperto dalla mattina fino a tarda sera. Dieci realtà diverse, della cucina italiana di strada, che animeranno le giornate, a suon di pentole e fornelli della Milano Design Week.


Giorgia Toscani Corrispondente da Milano info@kyoss.it

Stardust - David Bailey Fino al 2 giugno 2015 Con oltre 300 scatti selezionati personalmente da Bailey, la mostra Stardust celebra uno dei più grandi fotografi viventi e offre al pubblico uno sguardo inedito su un artista iconico, che ha ritratto in modo creativo e sempre stimolante la novità e l’energia della street culture londinese, creando quella freddezza casual che ha contrassegnato il suo stile. www.pacmilano.it

Like a rolling stone Fino all’11 aprile 2015 Da lunedì 2 marzo, Leica Galerie Milano ospita la mostra Like A Rolling Stone - L’epoca d’oro del Rock, nelle fotografie di Jim Marshall, il noto fotografo americano, che raccoglie una selezione di immagini di situazioni e momenti particolari catturati in compagnia dei più grandi esponenti della scena musicale degli anni ’60 e ’70. In Via Mengoni 4, Milano

Memorie di cristallo Fino il 12 aprile 2015 In esposizione alla C/E Contemporary, le opere dell’artista internazionale Federica Marangoni, a cura di Viana Conti. L’artista veneziana coniuga il suo presente con una rivisitazione del passato, creando un significativo percorso di opere in vetro, video, neon, da cui traspare la sua Visione del Mondo, che scorre, come un film, attraverso il filtro della memoria, il filo della narrazione e il momento estetico-discorsivo della comunicazione. www.cecontemporary.com 27


VENEZIA COSA SUCCEDE IN CITTà?

open air expo venice Dal 17 al 19 aprile a Forte Marghera La rassegna ha l’obiettivo di offrire una panoramica a 360 gradi sul naturale e il benessere con idee e stili di vita consapevoli nel rispetto della salute dell’uomo e del pianeta. Saranno presentate, perciò, le proposte del mercato per star bene e vivere meglio attraverso la cura del corpo, l’alimentazione e le discipline sportive. Il salone si comporrà di quattro sezioni tematiche: attraverso i padiglioni sull’alimentazione si avrà l’occasione di provare il meglio

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dell’enogastronomia biologica e tipica; attraverso quelli sul benessere si troverà una rassegna completa di prodotti per la bellezza (medicina alternativa, omeopatia e abbigliamento con tessuti naturali) e di proposte dei centri benessere; nei padiglioni dedicati all’ambiente si troveranno prodotti ecocompatibili e soluzioni di arredo ecologiche in un viaggio “green” per scoprire e valutare interventi migliorativi in termini di efficienza energetica per le proprie abitazioni e, infine, nei padiglioni dedicati al turismo e al tempo libero ci saranno proposte stimolanti per vacanze ecocompatibili.


Giorgia Riconda corrispondente da Venezia info@kyoss.it

Luci, sguardi e zucchero filato Fino al 13 giugno sarà possibile visitare, negli spazi della Videoteca Pasinetti di San Stae, la mostra fotografica “Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia 1957-1962” di Luigi “Gigi” Ferrigno. Il progetto, portato avanti dal fotografo a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 sul “Luna Park” di riva degli Schiavoni e in altri campi veneziani che allora ospitavano le “giostre”, aveva scopi di documentazione sociale e d’intima indagine sull’uomo e sulla dignità della persona, sui suoi riti e sul “tempo lento” che ne scandiva il ritmo della vita. Perciò “non si trattava di esercizio tecnico ed estetico fine a se stesso, ma di vera e propria presa di coscienza di un nuovo modo di fare fotografia, secondo i dettami della fotografia sociale d’oltreoceano ma senza ignorare le correnti sperimentali già affermate a livello internazionale”.

Il Festival del mare Tra il 10 e 12 aprile 2015, la Expo Venice S.p.a. organizza a Forte Marghera il Festival del Mare, un evento che nasce per celebrare la marineria e il diportismo. Curato da Lorenzo Pollicardo, il Festival del Mare, ubicato in uno dei luoghi più affascinanti della laguna veneziana, ha una duplice anima: “Una vetrina delle ultime novità di mercato dedicata a nautica, accessoristica e servizi al diportista, ed una squisitamente culturale con la presentazione al pubblico di imbarcazioni storiche, luoghi di pregio architettonico e naturalistico, mestieri nuovi e antichi legati al mare”. Ricco anche il programma di attività collaterali, fra cui spettacoli, letture, proiezioni e la possibilità di apprendere i fondamenti degli sport di remo e vela seguiti da istruttori professionisti.

Charles Pollock Una retrospettiva Tra il 23 aprile e il 14 settembre 2015 sarà possibile visitare negli spazi della Fondazione Peggy Guggenheim una mostra retrospettiva dedicata Charles Pollock. L’idea è di documentare la carriera dell’artista (fratello del celebre genio dell’Espressionismo astratto americano Jackson Pollock) attraverso opere e documenti, in gran parte inediti, concessi dall’Archivio Charles Pollock di Parigi, grazie alla moglie e alla figlia dell’artista. 29


PECHINO cosa succede in cittĂ

cibo biologico in cina

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Joelle de Jaegher architetto a Pechino joelledejaegher@libero.it

La Cina sceglie il biologico in mezzo agli scandali alimentari Una frenesia per il cibo biologico sta emergendo tra i cinesi delle città, a seguito degli scandali sulla sicurezza alimentare, che spingono le giovani generazioni verso modalità alternative per l’acquisto di prodotti freschi e carne. Finora la diffusione del cibo biologico in Cina non è molto ampia, ma riguarda solo l’1.01% del consumo totale, anche se è quasi triplicata rispetto allo 0.36% del 2007. Una serie di grossi scandali alimentari negli ultimi sette anni ha costituito un catalizzatore primario per la crescita del mercato del cibo biologico. Si prevede che quest’anno la percentuale di cibo bio sul mercato globale cinese arriverà al 2%. La Cina è stata classificata come uno dei peggiori trasgressori delle norme di sicurezza alimentari al mondo. Nel 2013, 3000 carcasse di maiale sono state viste galleggiare nel fiume Huangpu a Shanghai, una delle risorse chiave della città per l’acqua potabile. Alcuni mesi dopo, la notizia che un gruppo criminale di Pechino stava vendendo carne di ratto e di volpe come agnello ha suscitato lo sdegno internazionale, portando all’arresto di più di 900 persone. I problemi sono continuati nel 2014, con la filiale cinese del fornitore americano di carne OSI Group, accusata di utilizzare carne scaduta. OSI rifornisce le maggiori catene di fast food come McDonald’s e Yum Group’s KFC che operano in Cina continentale. L’ascesa nel consumo di cibo biologico attirerà l’attenzione dei funzionari di governo nel dare priorità alla nutrizione e all’ambiente, per spronare il consumo domestico, in un paese dove tradizionalmente si è sempre anteposta la crescita industriale.

Un’opportunità economica Gli scandali alimentari hanno inspirato Zhu Xun, direttore della fattoria di Pechino Noah Organic, a dare avvio alla propria azienda. “ Il mio amico ed io volevamo mangiare in modo più sano. Quando mangiamo al ristorante, non sappiamo da dove arrivano le verdure e la carne”. Adesso, nel suo quarto anno di attività, la fattoria evita fertilizzanti e pesticidi per assicurare la massima sicurezza, affidandosi a metodi tradizionali, come allevare insetti per mangiare altri insetti e per proteggere i raccolti. Però questi prodotti senza chimica non sono molto economici. Una singola consegna di sei chili di verdure da Noah Organic costa 199 yuan, o 29 euro – cinque volte il prezzo di un supermercato normale. Con il potere di acquisto della classe media cinese in crescita grazie a salari più alti e a un tasso d’inflazione al consumo controllato, più consumatori possono adesso concentrarsi sugli aspetti della salute e della dieta. Per attrarre i consumatori della Cina continentale, attenti alle marche e scettici, Zhu ha deciso di utilizzare un sistema in cui i clienti possono prima visitare la fattoria per vedere la carne e i prodotti con i propri occhi. Molti residenti di Pechino hanno talmente apprezzato questa apertura, che hanno deciso di ordinare direttamente alla fonte. Finora la fattoria ha circa 1.500 soci, numero che però, per il momento, aiuta l’azienda solo a mantenersi in pari. Si tratta solo dell’inizio.

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DESIGN

due mostre in triennale per celebrare Expo Milano 2015 Cucine&Ultracorpi e ARTS & FOODS Rituali dal 1851 Due manifestazioni stesso scenario, lo spazio espositivo del tempio meneghino del design, Anche l’occasione è la stessa, l’Esposizione Universale di Milano, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

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Anna Caldera Giornalista e blogger annacaldera@libero.it

cucine & ultracorpi Dal 10 aprile al 21 febbraio 2016 Cucine & Ultracorpi, proposta in occasione dall’ottava edizione del Triennale Design Museum è curata da Germano Celant e s’ispira sin dal titolo al libro di fantascienza, dove la Terra assisteva impotente all’invazione degli Ultracorpi. Analogamente, Cucine & Ultracorpi vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in macchine e automi. Un’armata “di invasori” che, dalla metà del XIX secolo con l’avvento dell’industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche umane del cucinare. L’intento è di tracciare l’evoluzione in Italia dei “cospiratori”, cucine ed elettrodomestici, dalla prima emergenza documentabile fino al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione internazionale e dell’industria estera. Il display espositivo presenta questo universo di ultracorpi – dal frigorifero al microonde, dalla caffettiera al tostapane, dal tritarifiuti alle cappe assorbenti, dai bollitori ai mixer, dalle friggitrici alle gelatiere – che si è sviluppato dalla prima industrializzazione alla diffusione di massa, dall’automazione all’innovazione digitale. In tutto 350 opere disposte su una superficie espositiva di duemila metri quadrati. Un allestimento emozionale e coinvolgente (con suoni, luci e rumori) accompagnerà per tutto il percorso il visitatore.

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Subodh Gupta Dada 2014 Stainless steel, stainless steel utensils 930 x 680 x 930 cm Courtesy the artist - Photo: Ravi Ranjan

Giorgio Morandi Natura morta, 1941 (Vitali n. 310) olio su tela 37 x 50 cm Museo Morandi, Bologna

Tom Wesselmann Still Life #3, 1962 mixed media and collage on board 30 x 30 inches Copyright: Estate of Tom Wesselmann/Licensed by VAGA, NY, NY. Photo Credit: Jeffrey Sturges. 36

Tom Wesselmann Still LIfe #8, 1962 mixed media and collage on board 42 x 48 inches Copyright: Estate of Tom Wesselmann/Licensed by VAGA, NY, NY. Photo Credit: Jeffrey Sturges.


arts & foods Dal 9 aprile al 1 novembre Arts&Foods – Rituali dal 1851 si espande invece tra gli spazi interni ed esterni delle Triennale e analizza la multiforme relazione fra le arti e il cibo. La mostra mette a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, oggettuali e ambientali che dal 1851, anno del primo Expo a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al convivio. Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi. La mostra curata da Germano Celant con l’allestimento dello Studio Italo Rota, documenta gli sviluppi e le soluzioni adottate per relazionarsi al cibo, dagli strumenti di cucina alla tavola imbandita e al picnic, dalle articolazioni pubbliche di bar e ristoranti ai mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio.

Dalla progettazione e presentazione di edifici dedicati ai suoi rituali e alla sua produzione. Il tutto appare intrecciato alle testimonianze di artisti, scrittori, film makers, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designers che, dall’Impressionismo e dal Divisionismo alle Avanguardie storiche, dalla Pop Art alle ricerche più attuali, hanno contribuito allo sviluppo della visione e del consumo del cibo. In pratica un viaggio nel tempo che riflette creativamente il tema dell’Esposizione Universale di Milano, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, attraverso centinaia e centinaia di opere, oggetti e documenti provenienti da musei, istituzioni pubbliche e private, collezionisti e artisti da tutto il mondo.

Sharon Core Apples in a Porcelain Basket, 2007 Chromogenic print © Sharon Core, Courtesy of the Artist and Yancey Richardson

Angelo Morbelli (Alessandria, 1853 - Milano, 1919) Asfissia!, 1884 olio su tela, 159 x 199,5 cm Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris

ARMAN Artériosclérose, 1961 Accumulation of forks and spoons in box Dimensions: 18.3 x 28.5 x 3 in. (47.5 x 72.5 x 7.5 cm.) Unique and Original Arman Studio Archive Number: APA# 8002.61.005

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BEYOND DESIGN

design accessibile Design accessibile al grande pubblico. Questa la parola d’ordine per i trenta oggetti, riedizione di pezzi storici firmati dai grandi maestri del design del presente e del passato, e che fanno parte della collezione De Gustibus prodotta da Design Memorabilia. Expo Milano 2015 è stato lo spunto per questa collezione tutta dedicata alla cultura del cibo. Lo scopo è quello di proporre sì oggetti di design ma per tutte le tasche, ovvero costeranno tutti meno di 100 euro. La distribuzione avverrà in museum shop, negozi di design e librerie. La collezione sarà inoltre disponibile anche su diversi siti di ecommerce e sul sito ufficiale Design Memorabilia.

Nella gallery Alberto Meda_Medamade Oil Dispenser ménage per la tavola Paesaggio italiano di Aldo Cibic piatti Stanza Artistica di Alessandro Mendini vasi Trio Bud Vase di Angelo Mangiarotti posate Flatware di Gae Aulenti formaggera Joe Colombo tazzine Coffee Tete..Tete di Marcello Morandini Portacandela Clip a Candle Flame di Michele De Lucchi

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PROGETTAZIONE PIASTRELLE LEGNO SANITARI ARREDOBAGNO RISCALDAMENTO CONDIZIONAMENTO

PROGETTAZIONE E SERVIZIO CHIAVI IN MANO

IDROFER Cornedo Vicentino - Vicenza +39 0445 403005 idrofer@idrofersrl.it

www.idrofersrl.net

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arte

henri rousseau paradisi esotici raggelati

Il tempo sembra immobile e come raggelato nelle tele di Henri Rousseau, quasi sospeso tra due superfici di vetro. Catturano lo sguardo ipnotizzandolo come al suono di un flauto, e dall’ombra due occhi sfavillanti ammaliano l’osservatore. Non è solo L’incantatrice di serpenti, dipinto-icona della mostra, a sortire quest’effetto, in un controluce che lascia affiorare una giungla immota e seducente. Sono la carrellata di opere del Doganiere, mai prima riunite insieme, esposte nella cornice dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale fino al 5 luglio, grazie alla collaborazione tra Gabriella Belli e Guy Cogeval, che svelano un pittore straordinario, a lungo snobbato dalla critica ed etichettato come naif; amato e apprezzato invece dagli stessi artisti suoi contemporanei. Quaranta tele realizzate tra il 1885 e il 1910, provenienti tra l’altro dal Musée d’Orsay, dall’Orangerie di Parigi e dalla Národní Galerie di Praga, affiancate in un singolare accostamento ad altre sessanta opere in un confronto che spazia nei secoli e tra gli “ismi” all’apparenza più diversi. Divisa in otto sezioni tematiche, ci racconta un maestro della pittura vera per nulla improvvisato che, approdatovi da “pensionato” dopo la carriera al dazio di Parigi, istruito dagli accademici Gérôme e Clémont, matura le sue basi di fronte ai capolavori esposti nei musei parigini. Nel Ritratto-autoritratto c’è quasi tutto il suo amore per la pittura; in un’abile sintesi enciclopedica, si ritrae col basco in testa, tavolozza e pennello in mano, sullo sfondo una nave col gonfalone svolazzante e variopinto, lui imperioso e sproporzionato come la coeva Tour Eiffel, nel cielo una mongolfiera, tributo alla modernità tecnologica.

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Partecipò ai Salon des Indépendants, entrò nelle grazie di intellettuali quali Apollinaire, Jarry; pittori come Soffici, Carrà, Garbari, Delaunay, Picasso, Kandinsky, trassero spunto dal suo “arcaico candore”. Sgrammaticato solo in apparenza per la prospettiva tradita, per la frontalità delle forme, in realtà tutto nelle sue opere è molto ordinato e frutto di una logica visiva. La Guerra o Cavalcata della Discordia è accostata al Trionfo della Morte dello Scheggia, il cavallo, quasi un’aquila ad ali spiegate, è montato da una bimba invasata sguainante una lancia che calpesta corpi straziati: sullo sfondo una foresta infuocata di sangue. La natura, qui nemica, diventa esotico Paradiso in un’altra sala straordinaria che ci irretisce proiettandoci in un immaginario da lui solo sognato - pare leggenda il suo viaggio a combattere in Messico - confermate invece le sue visite alle serre parigine. Scimmie e serpenti si confondono con piante rese in un à-plat steso colore per colore; l’effetto è di arabeschi che introducono con linee decò al Realismo Magico e ai Valori Plastici. Ci risucchia, poi, in una Parigi piccolo borghese di periferia con le sue vedute semplici. Ci invita al banchetto organizzato per lui al Bateau-Lavoire da Picasso in occasione del suo acquisto per 5 franchi da un rigattiere del Ritratto di donna mentre Apollinaire declamava i versi a lui dedicati. Happening alla presenza di collezionisti e artisti, Leo e Gertrud Stein, Willhelm Uhde, Braque, Utrillo. Riunitisi tutti a celebrare il Doganiere... 6


Michela Luce Corrispondente da Venezia info@kyoss.it

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1 - La Guerra-La cavalcata della Discordia, 1894 ca. Olio su tela, cm 1145 x 195 - Parigi, Musée d’Orsay © RMN -Grand Palais (Musée d’Orsay)/Tony Querrec 2 - Transatlantico in tempesta, 1899 ca. Olio su tela, cm 54 x 65 Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J.Walter-P.Guillaume © RMN-Grand Palais (Musée de l’Orangerie)/Franck Raux 3 - Pescatori con lenza, 1908 - 1909. Olio su tela, cm 46 x 55 Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J. Walter-P. Guillaume © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski 4 - Ritratto di Madame M. 1895-1897 ca. Olio su tela, cm 198 x 114,5 Parigi, Musée d’Orsay © RMN- Grand Palais (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski 5 - L’Incantatrice di serpenti, 1907. Olio su tela, cm 167 x 189,5 Parigi, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski 6 - Parco con passanti,1900-1910. Olio su tela, cm 46 x 55 Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection J. Walter - P.Guillaume © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski

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MUSEUM www.mart.trento.it

#collezionemart Viaggio nella storia dell’arte del ‘900. Fino all’8 novembre Nelle due gallerie al primo piano un percorso in un lungo e appassionato racconto per immagini, un viaggio per ritrovare i capolavori e i protagonisti del XX secolo e arrivare con loro ai giorni nostri. La prima sezione di mostra si snoda in un percorso che va da Medardo Rosso a Giorgio Morandi, passando per Mario Sironi, Carlo Carrà, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Massimo Campigli e molti altri. Si prosegue con il secondo ‘900 da Lucio Fontana a Teresa Margolles incontrando, tra gli altri, John Baldessari e Alberto Burri, ma anche Bruce Nauman, Candida Höfer, Robert Mapplethorpe, Luigi Ontani, Cindy Sherman, Wolfang Tillmans. 44

La guerra che verrà non è la prima

ASTRAZIONE OGGETTIVA OLTRE LA TEORIA, IL COLORE

Grande Guerra 1914 - 2014 Fino al 20 settembre Prosegue il progetto, Mart/ Grande guerra 1914-2014, che si sviluppa a Rovereto, nel Museo e a Casa Depero oltre che a Trento negli spazi della Galleria Civica e realizza un programma collaterale di eventi, incontri, convegni e appuntamenti. Il centenario della Prima guerra mondiale, tra gli eventi più drammatici e significativi della modernità, rappresenta per il Mart il punto di partenza per un’indagine più ampia che attraversa la storia del XX secolo fino ad arrivare ai conflitti dei nostri giorni.

Galleria Civica Trento Fino al 17 maggio Maggior movimento artistico trentino del secondo dopoguerra, Astrazione oggettiva viene sottoscritto con un Manifesto nell’autunno del 1976 da un gruppo di sei artisti. Una voce innovativa, in sintonia con il dibattito internazionale del tempo, focalizzato sulla pittura dialogando con le avanguardie, l’astrattismo e il Bauhaus, ma anche con le geometrie del movimento concretista e con le ricerche otticopercettive degli anni Settanta, arrivando fino al minimalismo degli anni Ottanta. Una mostra, quella di Trento, che raccoglie le maggiori opere degli artisti che aderirono al Manifesto, ricomponendo idealmente il sestetto.

Crali. Testimonianze futuriste Casa d’Arte Futurista Depero Fino al 31 agosto Conosciuto soprattutto come futurista e aeropittore, Tullio Crali è stato uno sperimentatore totale, un artista eclettico che consacrò la propria vita alle arti, dalla pittura al teatro, dall’architettura alla moda. Attraverso l’importante nucleo di opere presenti al Mart, frutto di acquisizioni e donazioni, il Museo, che da tempo è impegnato nello studio del futurismo storico e dei suoi interpreti, propone una mostra che offre una panoramica sulla prima fase del lavoro di Crali, legata soprattutto ai bozzetti per il teatro e la moda.


www.muse.it

OLTRE IL LIMITE

LIFE WOLFALPS

Ask the scientist

TINKER FUN

Viaggio ai confini della conoscenza Fino al 14 giugno Un viaggio attraverso il capovolgimento e la trasformazione delle idee su cui si basa la conoscenza della realtà che accompagna il visitatore a comprendere come la stessa tecnologia debba la sua forza a questa capacità di guardare ed esplorare oltre, più che al potenziamento di ciò che già sappiamo fare. Grazie a exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali, i visitatori si avventurano alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo.

Fino al 20 aprile Ancora pochi giorni per il concorso di disegno “Secondo Me…il lupo” rivolto ai bambini dai 6 agli 11 anni ai quali si chiede di rileggere, con i loro occhi, questo affascinante e misterioso animale. Ingressi gratuiti in centri faunistici, parchi naturali e musei per tutti i partecipanti mentre, per i cinque finalisti, la loro famiglia o la loro classe, weekend fra natura e cultura con escursioni e attività di monitoraggio sul lupo. I disegni selezionati saranno esposti al MUSE.

Ogni sabato C’è qualcosa che sei curioso di sapere ma non hai mai avuto il coraggio di chiedere? Vuoi vedere da vicino come si svolge il lavoro di uno scienziato? Ogni sabato, dalle 14.00 alle 18.00, è possibile dialogare con i ricercatori del MUSE all’interno dei laboratori di ricerca.

Tutte le domeniche pomeriggio All’interno del museo, in uno spazio appositamente riservato, i piccoli visitatori possono cimentarsi a costruire strutture e oggetti per poi riadattarli alla luce di nuove “scoperte” fatte durante l’attività. Il tutto, con un approccio giocoso, mutevole e flessibile. Tinkering, significa “armeggiare”, “trafficare” e, in questo caso, vuol dire sperimentare in modo diverso la scienza e la tecnologia, utilizzando prima di tutto la creatività come strumento per relazionarsi e per comprendere ciò che ci circonda. Spazi analoghi si trovano all’Exploratorium di San Francisco e, in Italia, al Museo della Scienza e Tecnologia di Milano.

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MUSEUM www.mambo-bologna.org

Il MAMbo, museo di arte moderna di Bologna, è stato inaugurato a maggio del 2007 convogliando al suo interno le raccolte dell’ex Galleria d’Arte Moderna, il GAM. Nell’autunno del 2012 è stato trasferito al MAMbo anche il Museo Morandi con l’intera collezione. Oggi, grazie a un incremento continuo del patrimonio con nuove acquisizioni, donazioni e prestiti in comodato, la Collezione è oggetto di ricerca e rinnovamento.

live arts week iv Dal 21 al 26 aprile In relazione alla quarta edizione di Live Arts Week, a cura di Xing, il MAMbo sarà sede di un evento speciale per tutta la settimana, mentre gli altri appuntamenti si terranno nel complesso dell’Ex Ospedale dei Bastardini. Evento unico in Italia dedicato alle live arts, Live Arts Week presenta un insieme eterogeneo di performance che ruotano intorno alla presenza e all’esperienza percettiva di corpi, movimenti, suoni e visioni, con un programma-palinsesto di opere dal vivo (performance, ambienti, concerti, live media, expanded cinema, con date uniche, produzioni e anteprime) presentate da personalità di spicco della ricerca contemporanea internazionale.

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Franco Guerzoni Archeologie senza restauro

Morandi e l’antico

Fino al 19 aprile La mostra centra due estremi temporali del percorso creativo dell’artista Franco Guerzoni: gli esordi e la produzione più recente, presentando una selezione di 17 opere rappresentative di questi momenti. Lo sguardo al passato, l’interesse verso ciò che è stato e al contempo consapevolezza della sua irrecuperabilità sono una costante del lavoro di Guerzoni, che ha definito questo percorso “archeologia senza restauro”. Le sue opere sono come reperti - con superfici mutate dal tempo, polvere, parti sconnesse - e raccontano un viaggio dell’immaginazione tra le tracce di ciò che è ormai perduto.

Fino al 3 maggio Un allestimento che indaga sul rapporto di Morandi con l’arte antica attraverso alcuni capolavori di autori del passato, amati e studiati dall’artista, anche a testimonianza di quanto la modernità della pittura di Morandi abbia tratto origine dall’antico. Nel percorso espositivo, opere di Federico Barocci, Giuseppe Maria Crespi, Rembrandt van Rijn e Vitale da Bologna comprese in un arco temporale che va dal Trecento al Settecento e provenienti da altre sedi dell’Istituzione Bologna Musei – Collezioni Comunali d’Arte, Museo Davia Bargellini, Casa Morandi – e dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna.


www.guggenheim-venice.it

La Collezione Peggy Guggenheim è il più importante museo in Italia per l’arte europea e americana del XX secolo con sede a Venezia, Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, in quella che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim. Per l’anno in corso ha preso avvio un progetto espositivo a tema Pollock. Peggy riteneva che aver lanciato la carriera di Jackson Pollock fosse il più grande risultato della sua vita. All’esposizione di Alchimia di Jackson Pollock seguirà, dal 23 aprile, un doppio tributo a Jackson e al fratello maggiore Charles, con le mostre Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile e Charles Pollock: una retrospettiva.

Ph. Matteo De Fina

Charles Pollock: una retrospettiva Dal 23 aprile al 14 settembre Un percorso che documenta la carriera di Charles Pollock, fratello maggiore di Jackson, attraverso una ricca serie di materiali, opere e documenti, in parte inediti, concessi dall’Archivio Charles Pollock di Parigi, grazie alla vedova e alla figlia dell’artista, nonché ai membri della famiglia Pollock. Inoltre lettere, fotografie e schizzi raccontano il rapporto tra Charles e Jackson.

Jackson Pollock, Murale, 1943, olio e caseina su tela, 242,9 x 603,9. Donazione Peggy Guggenheim, 1959. University of Iowa Museum of Art. Riproduzione concessa dalla University of Iowa.

Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile Dal 23 aprile al 9 novembre Commissionata da Peggy nell’estate del 1943 e completata nel novembre dello stesso anno per il suo appartamento newyorkese, Murale è il più grande dipinto di Jackson Pollock, oggi considerato, da alcuni, il dipinto più importante del XX secolo. David Anfam, tra i massimi esperti dell’Espressionismo astratto americano, è il curatore di una mostra itinerante dedicata all’opera di Jackson Pollock Murale, che dopo l’intervento di conservazione e pulitura al Getty Conservation Institute e dopo l’esposizione al J. Paul Getty Museum, Los Angeles e a Sioux City, Iowa arriverà a Venezia, alla Collezione Peggy Guggenheim, prima tappa europea della presentazione. 47


MUSEUM

Ph. Luca Palmer

bellissima l’italia dell’alta moda 1945-1968 Fino al 3 maggio Prosegue l’esposizione che attraverso la lente privilegiata della moda ritrae la cultura italiana in un momento di creatività straordinaria (nel cinema, nell’arte, nell’architettura, nel teatro, nella fotografia) e fa rivivere le atmosfere di un periodo che ha contribuito in modo unico a definire il carattere e lo stile italiani a livello internazionale. Il titolo “Bellissima” rende omaggio al film di Luchino Visconti del 1951, che fissa Anna Magnani in una delle sue parti più intense. LE STORIE DELLA MODA Ancora due appuntamenti per ripercorrere la grande storia della moda italiana del XX e XXI secolo e le vicende dei suoi protagonisti attraverso i racconti di critici e studiosi: l’11 aprile, gli anni Ottanta, i fondamenti del Made in Italy con Simona Segre Reinach e il 9 maggio, in Between, la moda italiana contemporanea con Maria Luisa Frisa.

Ph. Luca Palmer

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www.fondazionemaxxi.it

LOCAL ICONS Greetings from Rome Fino al 7 giugno Un progetto, quello AlcantaraMAXXI, che giunge alla sua quarta edizione. Sette autori, profondamente legati all’Italia, proporranno una piccola collezione ispirata a Roma e alla ricchezza del suo immaginario culturale, storico e popolare rivisitando l’unicità di Roma in chiave contemporanea. Filtrando la propria esperienza della città eterna attraverso simboli, pensieri e immagini scelti da un repertorio tradizionale, saranno in mostra oggetti che parlano linguaggi diversi grazie alle straordinarie capacità di interpretazione di Alcantara.

Gli angeli degli eroi di Flavio Favelli Fino al 7 giugno In occasione della mostra Architettura in uniforme. Il mondo militare è un mondo parallelo coi suoi tempi, luoghi, persone, poteri ed economie. Il progetto pone lo sguardo sugli uomini che ancora oggi muoiono per il proprio Paese. Gli Angeli degli Eroi, che ricorda la preghiera dei parenti di Luca Sanna, è una lista, un grande e semplice elenco, come è tradizione sulle lapidi commemorative, con i nomi di più di 150 militari italiani caduti nelle missioni di pace all’estero per la Patria, nella storia della Repubblica, dalla prima vittima del 1950 fino al 2013.

Architettura in uniforme Fino al 3 maggio Una mostra dedicata all’incredibile attività di ricerca e produzione architettonica e urbanistica degli anni della seconda guerra mondiale. Progettare e costruire per la Seconda Guerra Mondiale è tra le più importanti incursioni nella vicenda architettonica del Novecento. 49


MUSEUM

MODIGLIANI E LA BOHèME DI PARIGI Fino al 19 luglio Attorno alla figura emblematica di Amedeo Modigliani, considerato tra i più affascinanti e influenti protagonisti dell’arte moderna, la mostra presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “École de Paris”, la corrente che ebbe quali protagonisti alcuni artisti attivi nel primo dopoguerra che si raccolsero a Montmartre, uniti dal desiderio di vivere in pieno il clima artistico di Parigi, creando una completa simbiosi tra vita e arte. Divisa in cinque sezioni, in mostra la vitalità parigina del periodo, con uno sguardo non solo alla pittura, ma anche al disegno e alla scultura. Sono 90 le opere che raccontano questa esperienza artistica e oltre a Modigliani sono presenti alcuni nomi eccezionali come Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcousiss

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www.gamtorino.it

GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea È il più antico museo d’arte moderna d’Italia. Aperto al pubblico nel 1863, la collezione comprende oggi oltre 40.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, cui si aggiunge una raccolta ricca di disegni e incisioni e una, tra le più importanti in Europa, relativa ai film e video d’artista. In esposizione i lavori dei massimi artisti dell’Ottocento italiano, come Fontanesi, Fattori, Pellizza da Volpedo e Medardo Rosso come quelli del Novecento, tra cui Morandi, Casorati, Martini e De Pisis. Presenti anche le avanguardie storiche internazionali, tra cui Marx Ernst, Paul Klee e Picabia, e le più importanti raccolte di Arte Povera, come i lavori di Paolini, Boetti, Anselmo, Zorio, Penone e Pistoletto oltre alla più attuale produzione artistica, cui il museo dedica ampi spazi espositivi.

TUTTTOVERO - LA NOSTRA CITTÀ LA NOSTRA ARTE, TORINO 2015 Dal 25 aprile – 8 novembre 2015 I quattro musei di arte contemporanea dell’area metropolitana torinese – la GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Merz – ospitano una grande mostra curata da Francesco Bonami, in collaborazione con un comitato scientifico formato da Danilo Eccher, Marcella Beccaria, Irene Calderoni e Beatrice Merz. Si tratta di un progetto che declina l’interpretazione artistica del concetto di vero, o della realtà, lungo due secoli: dal 1815 al 2015. Per TUTTTOVERO il curatore ha selezionato, dall’immenso e diversificato patrimonio artistico di cui sono ricchi i musei pubblici e privati torinesi, le opere che raccontano come il mondo è mutato, trasformandoci e trasformando il concetto di realtà nella nostra cultura e società. Ognuna delle quattro sedi espone una selezione di opere che meglio rappresenta la propria identità museale.

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arte critica

arte interrogativi Quando un oggetto diventa un’opera d’arte?

Importa sapere che attualmente una definizione dell’arte si può trovare nell’ambito di una teoria istituzionale dell’arte, dove si afferma tout court che sono certe istituzioni che conferiscono all’oggetto lo «status» d’opera d’arte. Sarà lo scandalo dell’orinatoio di Duchamp, esposto nel 1917 alla Società degli artisti indipendenti di New York, che aprirà la questione della istituzionalità o meno dell’arte. Duchamp la negherà a Dickie, essendo una certa essenzialità artistica che li renderebbe artistici, una fattispecie di nonarte, isolandoli in un loro assoluto: ho scelto i miei ready-made in quanto privi di attrattiva artistica, dirà. Anche perché Dickie invece aveva tentato di dire che l’orinatoio era stato scelto da Duchamp in quanto oggetto splendente, ben ricurvo, bianco, come può esserlo una scultura di Brancusi. In questo modo anche Dickie, rischiando di affermarne una certa teoria essenzialista, aprirebbe all’ipotesi essenzialista. Ne evita il rischio solo formulando una tabella di criteri, nella quale in quattro punti chiarisce come sia un certo mondo dell’arte a conferire lo status di artisticità, dicendo questo:

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1) un artista è una persona che partecipa consapevolmente alla produzione di un’opera d’arte; 2) un’opera d’arte è un artefatto di un tipo creato per essere presentato a un pubblico di un mondo dell’arte; 3) un pubblico è un insieme di persone preparate in qualche misura a comprendere l’oggetto che è loro presentato; 4) il mondo dell’arte è un insieme di tutti i sistemi dei mondi dell’arte; 5) in quanto sistema, il mondo dell’arte è una cornice per la presentazione di un’opera d’arte da parte di un artista al pubblico di un mondo dell’arte.


Salvatore Fazia salvatorefazia@alice.it

Muse endormie Constantin Brancusi (1876-1957)

Il difetto starebbe nel fatto che la teoria istituzionale non dice assolutamente nulla circa il significato e l’importanza dell’arte, mentre è proprio questo che ci si aspetta da una teoria estetica, trascurerebbe cioè il principio della valutazione dell’opera, in accordo con le terminologie procedurali che si fermano invece al riconoscimento artistico dell’opera. L’indifferenza valutativa appoggerebbe il proprio ragionamento sul fatto che un’opera d’arte non potrebbe essere che: o di scarso o di nessun valore, perché se l’opera viene identificata come opera d’arte, di essa si possono dire solo due cose: o che è arte o che non è arte, nient’altro. Basta? Vedremo.

Nel prossimo numero manterremo questa concezione istituzionalista dell’arte, a proposito della satira artistica di Charlie/ebdo, perché dovremo giudicare quali istituzioni e teorie istituzionali hanno gridato ai quattro venti la legittimità artistica di Charlie/ebdo e quali no, ricordando da una parte la manifestazione ufficiale del mondo politico a Parigi, e dall’altra in assoluta distinzione contraria la nota posizione del Papa, quando ha detto in nome del diritto alla libertà di percezione: se tu mi offendi la mamma io ti do un pugno. Proveremo a valutare la legittimazione dell’uno e dell’altro caso. 53


storie del tempo

La Conquista

Un centinaio di esemplari emblematici L’esposizione “La Conquista del Tempo” è stata pensata per raccontare in maniera prospettica le invenzioni e le scoperte che hanno costellato la storia della misurazione del tempo, una delle più straordinarie avventure dell’uomo. La mostra presenta un centinaio di esemplari, dai primi gnomoni alle contemporanee meraviglie della micromeccanica, altrettante testimonianze dell’ingegno che l’Uomo ha dimostrato nei secoli nel tentativo di “appropriarsi” del tempo. Strutturata secondo una successione di capitoli cronologici, la Mostra accompagna il visitatore attraverso il lungo cammino dei progressi tecnici e scientifici grazie ai quali è stato possibile raggiungere l’obiettivo della precisione. Questa ricerca è sempre stata accompagnata da un costante interesse per l’estetica che, attraverso i métiers d’art, ha trovato la sua massima espressione. Da sempre, le tecniche dell’alto artigianato hanno contribuito a rendere preziosa la storia dell’orologeria e gli esemplari in mostra a Milano sono autentici capolavori, la quintessenza della conoscenza e del savoir-faire. Da vent’anni a questa parte, i métiers d’art sono il principale centro d’interesse della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, con sede a Milano, che, per l’occasione, si è associata alla Fondation de la Haute Horlogerie per l’evento presso la Biblioteca Ambrosiana.

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la misura del tempo L’idea della mostra nasce dall’omonimo libro di Dominique Fléchon, storico della Fondation de la Haute Horlogerie. Pubblicata inizialmente nel 2011 in versione francese, l’opera è stata successivamente tradotta in inglese e in cinese. Il volume, completato e aggiornato, è presentato oggi nella lingua di Leonardo da Vinci, in concomitanza con la mostra che si terrà alla Biblioteca Ambrosiana e che proprio da quest’opera ha tratto ispirazione. “La Conquista del tempo” è composto da sei capitoli che ritracciano i progressi realizzati dalle prime unità di misura immaginate dai Babilonesi agli esemplari di Alta Orologeria tecnica e preziosa dei giorni nostri; sei capitoli che si ritrovano anche nella mostra milanese. Mai prima d’ora una tale somma di conoscenze e di savoir-faire era stata riunita in un’unica raccolta che ripercorre la storia dell’orologeria dalle origini ai giorni nostri. In questo senso, “La Conquista del tempo”, pubblicato da Marsilio Editori, è venuto a colmare un vuoto bibliografico. Attraverso il libro d’arte e la mostra che ne è scaturita, la lettura dell’ora si trasforma da semplice consuetudine a momento di passione.


Simone Pavan artdirector@kyoss.it

del Tempo

il libro e la mostra la conquista del tempo dal 15 aprile al 14 giugno veneranda biblioteca ambrosiana in occasione di milano expo 2015

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movie

macaroni movie l’italia degli spaghetti

Alberto Sordi

Cibo e film sono da sempre un connubio immediato, carico di simboli e di rimandi sensoriali profondi e tremendamente umani. E così come il rapporto tra cibo e cinema muta a seconda della condizione storico-economica del nostro paese, i cambiamenti sociali si esprimono anche attraverso la tavola. Come non ricordare la scena mitica di don Felice Sciosciammocca in piedi sul tavolo davanti a una zuppiera stracolma di autentici e appetitosi spaghetti? In una povera cucina tutta la famiglia si fionda sull’unica possibilità di cibo nel film del 1954 “Miseria e nobiltà” di Mario Mattoli, una pellicola che ricorda, nel gioco degli equivoci, un problema reale che accompagnava la penisola da molto tempo: la fame.

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Anche il cinema neorealista parla il linguaggio della difficile condizione sociale di un’Italia post bellica, un paese costretto ad arrangiarsi per poter mangiare, come la grande Anna Magnani al grido “fame e pane!” nell’”Onorevole Angelina” di Luigi Zampa del ‘47, e il pranzo in una trattoria romana di lusso di Antonio con il suo bimbo Bruno che, davanti al suo piatto di pasta troppo popolare, continua a girarsi verso il tavolo del bambino ricco che mangia la carne nel film di De Sica del ‘48 “Ladri di biciclette”. Dal pane alla pasta è già un salto di qualità. Negli anni ‘50 si riparte, la battaglia è scegliere il cibo nostrano oppure la novità che viene dall’America: Alberto Sordi è Nando in “Un americano a Roma” di Steno (1954), sul tavolo della cucina il piatto di maccaroni della mamma (celebre la frase “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo”) e lo yogurt, il latte le uova, la scena è uno spasso!


Cristiana Albertini redattore info@kyoss.it

Anna Magnani

Negli anni ‘60, in pieno boom economico, cambia anche il modo di mangiare degli italiani. Sono anni di grande dibattito culturale, per tutti quattro episodi del 1963 firmati Ro.Go.Pa.G. acronimo di Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti, uno dei film tocca l’argomento in modo geniale e del tutto simbolico; è “La Ricotta” di P.P.Pasolini. Stracci, preso dai morsi di una fame atavica, mangia tutti i resti dell’ultima cena, compresa un’enorme ricotta finendo col morire in croce per troppo cibo. Così come, in tutt’altro modo, si voteranno a un laido suicidio per aver troppo ingerito i protagonisti de “La grande abbuffata” di Marco Ferreri del 1973: una tavola enorme con una carrellata di pietanze infinita e lussuriosa, un cibo che non riempie ma svuota l’anima.

E con un salto nel tempo, diverso perché diversa la condizione sociale, dalla ricerca del semplice pane all’abbondanza più folle, dal rifiuto del cibo vero e originario alla riscoperta di quello integro, dai morsi della fame all’ultima dieta del momento. Infine Gianni, unico figlio ultracinquantenne, vive ancora a casa con la mamma e si ritrova a organizzare suo malgrado un “Pranzo di Ferragosto”, di Gianni Di Gregorio, 2008. Per donna Valeria e le sue ardite e simpatiche amiche il pranzo sarà …una vera scoperta.

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cucina con vista

ad expo il vino si scopre hi tec

L’attesa è grande. Expo potrà essere un grande volano per il vino italiano: un settore che ha attraversato la crisi con vitalità, arrivando a rappresentare il 20% del mercato mondiale. Primo in paesi strategici come Stati Uniti, Germania e Russa, dietro solo alla Francia in quasi tutti gli altri mercati. Un mondo tradizionale per definizione, che per Expo cerca di scoprire la sua anima tecnologica. Hi tec sarà il Padiglione Vino, curato da Veronafiere. Duemila metri quadri che disegneranno un percorso emozionale tra le regioni del vino italiano. Oltre che in eventi e degustazioni, i vini saranno proposti in dispenser automatici attivabili da una card distribuita all’ingresso. La selezione del vino attiverà una serie di contenuti multimediali che accompagneranno il visitatore in un tour virtuale sul territorio. Tecnologia che varca i cancelli dell’area Expo. In piazza Duomo a Milano è stata inaugurata la Wine Gallery Experience: uno spazio eventi allestito all’interno del prestigioso Hotel Seven Stars di piazza Duomo pensato per ospitare durante Expo corsi, degustazioni ed eventi esclusivi dedicati al mondo del vino. Il suo cuore si chiama Wine Temple, un vero e proprio tempio del vino con oltre 1000 etichette selezionate da Wineverse, l’e-commerce che percorrendo il modello Amazon si candida a diventare il punto di riferimento per il vino italiano online. Fitto il calendario di degustazioni rivolte ai visitatori di Expo, in particolare a stampa e buyer esteri, ma aperte anche al pubblico degli appassionati. Serate a tema, cene, incontri con il produttore, abbinamenti gastronomici curati dalla brigata di cucina del Seven Stars.

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Tutti i vini degustati potranno poi essere ordinati con un clic, in tempo reale, per essere recapitati entro 48 ore in tutta Italia. La voglia di aprire nuove strade per l’e-commerce sta portando a nuove soluzione tecnolgiche. Axatel, una azienda specializzata in App per la telefonia, ha presentato a Vinitaly Vintag, un sistema basato sulla tecnologia NFC. Basta appoggiare uno smartphone ad un’etichetta abilitata per accedere ad una serie di informazioni. Si può così visionare il certificato di autenticità, visualizzare video, scaricare schede tecniche o interagire sui social network. Ma soprattutto si può acquistare immediatamente il vino, magari scoperto al tavolo del ristorante, per riceverlo a casa entro pochi giorni, senza la fatica di andare a cercarlo in enoteca. E poi c’è Vivino, il social network che a discapito del nome italian sounding è nato in Danimarca e sta spopolando negli Stati Uniti. Basta scattare una foto all’etichetta per accedere alle informazioni e ai giudizi postati dagli altri utenti. Sono già più di 4 milioni gli iscritti nel mondo e c’è da scommettere che ad Expo sarà un fiorire di smartphone e condivisioni.


Michele Bertuzzo Corrispondente da Vicenza mic.bertuzzo@gmail.com

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SOUND AND VISION

carmen consoli Carmen Consoli torna a distanza di cinque anni dal suo ultimo album con il nuovo disco: L’Abitudine di Tornare. Attesissimo il tourlive che partirà nei palasport a partire dal 9 aprile 2015 da Porto San Giorgio (FM) per poi attraversare tutta l’Italia. Unica donna italiana a partecipare nel 2005 in Etiopia alle celebrazioni dell’anniversario della scomparsa del grande Bob Marley, si è esibita come headliner a Central Park segnando ben tre sold out a New York. Fondando una sua etichetta, si è ispirata a Verga e alla mitologia, portando nelle sue canzoni anche l’arabo e il francese. Nella lunga storia del Club Tenco è stata la prima donna a vincere con “Elettra” la Targa Tenco come Miglior Album. Nominata Goodwill Ambassador dell’Unicef e Ambasciatrice del Telefono Rosa, vince il premio Amnesty Italia con il singolo “Mio Zio”.

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Carmen Consoli nasce a Catania nel 1974. A 9 anni inizia a suonare la chitarra elettrica, a 14 si esibisce già con una cover band di rock-blues, i Moon Dog’s Party e nel ‘94 realizza il suo primo album: Due Parole, 22 canzoni per chitarra e voce, che mettono da subito in evidenza quella timbrica naturale e uno stile interpretativo che diverranno le sue caratteristiche. Il singolo “Amore di Plastica” è proposto al Festival di Sanremo del 1996 dove Carmen si impone all’attenzione di critica e pubblico per il suo aspetto aggressivo e fragile al tempo stesso, e per una personalità che buca lo schermo. Nel 1997 torna a San Remo con il singolo “Confusa e Felice”, che anticipa l’omonimo album. Il disco conferma il talento di Carmen presentandola in una veste più elettrica e ‘sporca’ rispetto a quella dell’anno prima. Il successo è immediato. L’anno successivo arriva il terzo album “Mediamente Isterica”, un concentrato di energia con testi graffianti, suoni potenti e melodie purissime. Nel 2000 e già pronta con un nuovo album “Stato di Necessità”, e una canzone per Sanremo intitolata “In Bianco e Nero”.


Gek Folley alias Gelindo Pretto redattore gelindo.pretto@gmail.com

i sogni non svaniscono finchè le persone non li abbandonano

Come dimenticare il tormentone estivo “Parole di Burro”, o “L’Ultimo Bacio”, tema portante dell’omonimo film di Gabriele Muccino. Esce la prima biografia dell’artista: Quello che sento, il mondo, i pensieri, la musica di Carmen Consoli. Continuano i successi e dopo un mini tour di otto date negli Stati Uniti , Carmen parte con un nuovo tour teatrale in giro per l’Italia con la collaborazione dell’autrice e regista siciliana Emma Dante. Un mese più tardi esce “Saturno Contro”, film di Ferzan Ozpetek la cui colonna sonora contiene la cover di “Je suis venue te dire que m’en vais” di Serge Gainsbourg reinterpretata dalla Consoli. Nel 2008 La Consoli pubblica la sua prima colonna sonora originale per il film “L’Uomo che Ama”, di Maria Sole Tognazzi e ripubblica in una nuova versione “Mediamente Isterica” l’album più rock di Carmen, quello che lei definisce il suo “album della vita”. Con “Elettra “ del 2009, la cantante si ispira alle gesta eroiche del personaggio mitologico. Rock, suoni elettronici, ritmi sudamericani, nord

europei e balcanici, si fondono a testi in italiano, arabo e francese. Un successo annunciato e tanti premi illustri. Dopo il tour sold out in Canada e Usa parte in Italia il “Ventunodiecimilatrenta” tour-rock che la vede per la prima volta al basso. Esce “Per Niente Stanca”, una raccolta di trentotto canzoni rappresentative della sua carriera, un ritratto dei nostri tempi, poetico e sognante ma anche crudo e riflessivo. Ma con “L’ Abitudine di tornare”, album di inediti, inizia per la Consoli una “nuova era”: canzoni che ci portano indietro nel tempo, melodie distese e rilassate, pezzi elettronici e sonorità rock, per arrivare alle risonanze gitane. Temi quali il femminicidio, la crisi e l’immigrazione. Una bella fotografia di quella che è oggi Carmen Consoli, una cantautrice di grande classe, capace di sporcarsi le mani e cambiare pur rimanendo sempre se stessa con la sua forte identità. Give peace a chance Gek Folley

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