Carta - d’identità ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI FIRENZE TESI DI DIPLOMA ACCADEMICO DI PRIMO LIVELLO ANNO ACCADEMICO 2011-12
Carta d’identità L’uso della car ta nell’ar te contemporanea e design
SCUOLA DI DECORAZIONE Prof. Maria Elisabetta Catamo Relatore Prof. Edoardo Malagigi Candidato Sinem Samuray B.
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Carta - d’identità Premessa Sono stata affascinata fin da piccola dall’immenso mondo dell’immagine, della creatività, degli ambienti, dei sensi e della memoria. Il fascino irresistibile dei sensi e dei loro legami con la mente e la memoria mi portava con sé a scoprire il mondo e la vita. Essendo la figlia di una pittrice ero molto curiosa di osservare mia madre mentre disegnava e dipingeva. Ero attratta dai colori, i pennelli, i quadri e libri d’arte che lei usava per i suoi disegni. Ovviamente come per ogni artista, anche per mia madre i suoi attrezzi erano pregiati e intoccabili. Quindi dovevo giocare o con le bambole o con gli amici come tutti bambini. Ma per me non era abbastanza. Così insieme a mio fratello maggiore ho scoperto il mondo del modellismo. Mi piaceva imitare mio fratello e spesso con lui costruivamo i modellini di aereo e di macchine di plastica. Poi un giorno ho trovato il gioco perfetto per me e fu così il mio primo incontro con i modellini di carta. Un mondo di fantasia colorata tutto da tagliare e incollare. Mi ricordo che fra la seconda metà degli anni ‘80 e i primi di anni ‘90 nel canale nazionale Turco TRT1 veniva trasmessa la versione turca del celebre Show Americano dei pupazzi Muppet Show*1 e Sesame street*2 col nome Susam Sokağı. I bambini (compreso me) impazzivano per questo programma e i suoi personaggi, di conseguenza i giornali Turchi approfittando di questo successo hanno cominciato a dare come regalo dei modellini di carta dei personaggi e le casette dello Show ogni giorno per diverse settimane. Io ogni giorno con tanta pazienza e passione mi impegnavo a costruire la città di Sesame Street di carta, sull’unico tavolo della mia piccola stanza che copriva quasi un quinto di tutto lo spazio. Come tocco finale avevo costruito anche un aeroplano legato al lampadario, così che potesse svolazzare sulla mia città. Un giorno però, appena tornata dalla scuola, entrando in camera mia ho scoperto che la Sesame Street che avevo creato io tagliando e incollando appassionatamente non c’era più. Al posto suo c’era una tovaglia pulita e ben stesa da mia madre con la scusa che non c’era spazio nella stanza. Non mi sembrava giusto ma non mi sono mai scordata l’immagine della mia amatissima città creata con le mie mani. Per tanti anni questo ricordo è rimasto come un momento da scordare ma senza dubbio rivela anche qualcosa sull’origine del mio interesse per l’arte e l’artigianato. L’arte con la sua filosofia, l’artigianato con la sua manualità mi affascinavano quindi ho deciso di specializarmi in questi ambiti . Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Marmara a Istanbul in Turchia alla scuola di ceramica partendo dall’idea dell’arte e dell’artigianato. Una materia dove oltre l’insegnamento dell’idea e filosofia dell’arte, era possibile approfondire anche la conoscenza di un materiale e di una tecnica in particolare. La creta diventava una forma artistica tridimensionale e un linguaggio intermediario per i sensi. Così che
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Carta - d’identità un opera d’arte poteva essere osservata anche da una persona non vedente. Col tempo ho cominciato conoscere anche altri materiali per progettare delle opere che mi permettevano di creare un legame fra linguaggi dei sensi. Oggetti artistici che si legavano in qualche modo anche al design. Progetti che portavano il coinvolgimento dello spettatore. Toccando, sentendo il suono oltre che osservarlo visivamente. Durante i miei studi in Italia alle Accademie di Belle arti di Milano, di Carrara e Firenze, ho studiato sempre con diversi materiali in diversi ambiti. Ero emozionata per ogni corso che seguivo tra cui: pittura, grafica, scultura, fotografia, illustrazione e decorazione. Così potevo avvicinarmi all’idea di creare delle opere osservabili da chiunque, anche dalle persone disabili. L’importante era comunicare e dialogare il più possibile. Nell’ultimo anno dei miei studi all’Accademia di Belle arti di Firenze mi sono riavvicinata al mondo della carta come materiale dopo tanti anni, sia per la realizzazione dei progetti per interni, installazioni che per illustrazione e ho scoperto che la carta è un materiale molto usato anche da artisti contemporanei e designer. Diverse tipologie di carta possono rispondere ad ogni esigenza. Dalla scultura alla architettura, alla illustrazione, al design e così via...
Partendo da un ricordo di infanzia oggi ho riscoperto la carta. Ho avuto l’occasione di conoscere gli artisti che usano questo materiale sforzando la loro capacità tecnica e creativa. La carta è uno dei materiali più versatili che usiamo senza accorgercene anche nella vita quotidiana. Dai soldi ai giornali, dai libri alla carta da pacchi, dalla carta igienica alla carta da parati o quaderni ecc... E’ un materiale indispensabile. Con la diffusione delle tecnologie digitali, l’uso della carta in alcuni casi lascia il suo posto ai software, come gli e-book e reader, che vengono usati sempre di più. La carta combatte col suo forte carattere e genialità il consumismo e contribuisce alla ecosostenibilità. E’ un materiale fragile ma è anche capace di avvolgere. Come nel famoso gioco Cinese, “Forbici, Carta, Roccia”. E’ delicata, perde contro le forbici ma vince contro la forte roccia coprendola. E’ un materiale organico e vivo che ha memoria, porta con se qualsiasi segno lasciato su di esso e col tempo si trasforma. La carta ha un significato poetico anche senza avere nessuna forma o colore. E’ un materiale capace di trasmettere l’identità dell’artista che lo usa per le proprie opere. Proprio come una carta d’identità dell’artista.
*L’immagine: Progetto grafico realizzato con la carta per Fedrigoni, l’azienda produttore di carta.
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Carta - d’identità INDICE
Premessa .........................................................2 Capitolo 4 .....................................................73 Carta e tradizione ........................................73 Capitolo 1 ........................................................7 4.1 Origami ..................................................74 Cenni storici ...................................................7 4.2 Kirigami .................................................77 4.3 Paperoles ................................................78 Capitolo 2 ......................................................15 4.4 Wycinanki ..............................................78 Tipologia e tecnologia della carta ..............15 4.5 Parol ........................................................79 2.1 Le tipologie della carta ..........................17 4.6 Sanjhi Art ................................................79 2.1.1 Amatl ...................................................17 4.7 Papel picado ...........................................80 2.1.2 Papiro ...................................................18 2.1.3 Pergamena ...........................................19 Capitolo 5 ......................................................81 2.1.4 Carta di canapa ...................................20 Paper cut .......................................................81 2.1.5 Carta di Amalfi ...................................21 5.1 Paper cuting / Psaligrafia ......................83 2.1.6 Carta ....................................................22 5.2 Silhouette ................................................87 2.2.1 Tecnologia e produzione della carta ..23 5.3 Papertoy e Paperdoll .............................89 2.2.2 Tipi di carta e loro applicazioni ........27 2.3 Tipologie di carta usata nell’arte ........29 Capitolo 6 .....................................................91 2.3.1 Carta pesta ...........................................29 Carta in digitale ...........................................93 2.3.2 Carta da disegno: 6.1 Pepakura /Papertoy ...............................93 a matita, acquarello, incisione ....................31 6.2 Cartone animato ....................................94 2.3.3 Carta riso (carta Washi) .....................32 Interviste con gli artisti ...............................97 Capitolo 3 ......................................................33 Carta, Arte e design .....................................33 Bibliografia .................................................116 3.1 Carta in arte contemporanea ...............35 3.1.1 Carta in Installazione, Land art, Architettura, Scultura, Decorazione .........36 3.1.2 Mail art .................................................56 3.2 Carta nel design .....................................58 3.2.1 Elementi di arredo in carta ...............58 3.2.2 Carta Fashion (Abiti e gioielli di carta) ..............................63 3.3 Carta in grafica ......................................68 3.3.1 Grafica d’arte .......................................68 3.3.2 Illustrazione ........................................69 3.3.3 Libro d’artista ......................................70
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Capitolo I cenni storici
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Carta - d’identità “Nella storia della civiltà, la carta ha un’importanza fondamentale, come supporto primario della comunicazione scritta. L’esigenza innata dell’uomo di trasmettere ad altri il proprio pensiero o di esprimere attitudini artistiche, è infatti confermata già in epoca preistorica, attraverso graffiti su pietre, terrecotte, tavole di legno, pelli. Predecessore della carta fu il papiro - usato in Egitto e Medio Oriente e documentato sin dal 3.000 a.C. - ottenuto con le fibre delle piante di papiro intrecciate, inumidite, battute ed essiccate. Un altro supporto della scrittura era la pergamena, usata nell’Asia Minore, ricavata da pelli di animali (vitello, pecora, capra) inumidite, sciacquate, tenute in bagno di calce, scarnite, tese ad asciugare, raschiate, levigate con pomice, tagliate e piegate. L’invenzione della carta (come la intendiamo oggi) è dovuta, secondo la tradizione, al ministro cinese Ts’ai Lun che, nel 105 d.C., la fabbricò con un impasto di fibre di gelso e bambù ridotte in poltiglia e diluite con acqua. Le fibre, depositandosi durante l’essiccazione, si uniscono l’una con l’altra, formando un foglio (feltrazione). La tecnica di fabbricazione della carta passò dalla Cina al mondo arabo. E’ infatti documentata la prima produzione a Samarcanda nel 751 , dopo che una spedizione militare alle frontiere con la Cina catturò due fabbricanti di carta cinesi. Il perfezionamento, da parte degli Arabi, della tecnica di fabbricazione migliorò l’utilizzo delle materie e la qualità della carta, con la sostituzione, nel telaio dei fili formati da fibre di bambù con fili di ottone. A Bagdad, fra i numerosi tipi di carta prodotti, si trovavano anche grandi formati, come il foglio di Tumar o di Bagdad - nelle misure di cm 73,3 x 109,4 - il Mansuri e mezzo di cm 48,8 x 73,3 (formato prodotto in Europa solo dal XVI secolo), ed il Mansuri diminuito, di cm 44,8 x 67,2. In Arabia veniva inoltre prodotto anche un tipo di carta riservato alla posta, inviata per mezzo di piccioni viaggiatori, con dimensioni di cm 6,1x1 (di minimo spessore e buona resistenza alla piegatura). La tecnica della fabbricazione della carta fu introdotta dagli Arabi in Spagna. Si ha notizia di una prima produzione intorno al 1151 a Xativa, nella provincia di Valençia. Rinomata è la carta Nasri, prodotta nel formato cm 30,5x56 a Granada fra il 1231 ed il 1492, e colorata, dopo l’asciugatura, dal rosa tenue al rosso mattone (colorazione ottenuta con zafferano e succo di fico). Dal XIV secolo la carta italiana esercitò una forte concorrenza nei confronti di quella spagnola, tanto da divenire, nei 150 anni successivi, la più pregiata e richiesta. Importanti furono la cartiera di Fabriano, fondata nel 1276, seguita da quelle di Bologna, Padova, Genova, Amalfi. La cartiera di Fabriano mantenne a lungo la supremazia, grazie ai perfezionamenti apportati: l’uso di pile a maglio, e la sostituzione dell’amido come collante superficiale, con la gelatina (colla animale). Importante per identificare la provenienza, la qualità, le caratteristiche della carta era ed è la filigrana. La prima filigrana fu quella che riproduceva lo stemma dl Valençia, nella
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Carta - d’identità carta prodotta a Campanau. Le cartiere imprimevano nella propria carta il loro marchio in “filigrana”. Il disegno veniva realizzato saldando fili di ottone nel telaio in cui erano prodotti i fogli. Lo spessore minore della carta, in corrispondenza del disegno, determinava l’immagine, visibile in trasparenza. Una filigrana a forma di balestra era presente nella carta prodotta a Fabriano nel 1324 e si diffuse in seguito in Europa con molteplici varianti. Il contrassegno delle forbici da sarto caratterizzò, nel XIII secolo, le carte prodotte a Fabriano e Genova. Si ritiene che per la famosa Cosmographia di Tolomeo, stampata a Ulm nel 1482 e 1486, si fosse utilizzata carta prodotta in Italia. La Francia, confinando nella sua parte meridionale con la Spagna e l’Italia, primi Paesi produttori di carta, tardò ad impiantare la sua prima cartiera. Si ha notizia che anteriormente al 1404 ne sorgesse una a Sorgue, e nel 1431, un’altra a Entrygues. Filigrana tra le più diffuse della Champagne è lo stemma di Troyes, che compare per la prima volta in un libro nel 1445. In Germania l’invenzione della stampa, perfezionata alla meta del XV secolo, costituì un grande incentivo alla proliferazione delle cartiere. La cartiera di Ulman Stomer a Norimberga utilizzava, nel 1390, filigrana con una testa di bue sormontata da un giglio. La produzione di carta in Germania non era fra le più abbondanti, e si ritiene che la celebre Bibbia di Gutenberg, pubblicata a Magonza nel 1455, sia stata stampata su carta fabbricata in Francia, con procedimenti italiani, in uso a Fabriano. Infatti, l’area meridionale della Germania si ritrovava a Venezia, mentre le regioni occidentali e settentrionali si rifornivano in Francia. Le prime cartiere elvetiche vennero installate nel cantone di Friburgo, e a Ginevra, solo nel XV secolo; quella di Belfaux cominciò la produzione nel 1440. La filigrana dell’orso bernese sormontato dalla lettera “T” contraddistingue la produzione delle cartiere di Worblaufen e Thal. La cartiera di Sele, in lnghilterra, fondata da John Tate nel 1495, ebbe breve durata e solo nel 1650 l’industria cartaria inglese, con alterni successi, riuscì ad affermarsi, lasciando però la copertura del fabbisogno di carta del Paese, alle importazioni dalla Francia e dall’ltalia. La prima data ufficiale della fabbricazione di carta in Russia risale al 1565, con l’apertura della “Tipografia di Mosca”. Si ritiene tuttavia che a causa della grande estensione del Paese, l’approvvigionamento avvenisse inizialmente nei vicini Paesi della Mongolia e della Cina, e in tempi più recenti, nel mercato europeo. Da questo breve cenno storico è possibile notare come la diffusione della carta sia stata molto lenta dall’Oriente verso Occidente e molto più rapida tra i vari Paesi dell’Occidente. Questa diffusione non avvenne però in modo uniforme, ma in relazione alle condizioni geografiche, agricole e commerciali di ogni Paese, che favorirono una più o meno rapida diffusione delle tipografie solo in alcune aree. Le tipografie esercitavano un’influenza determinante sulla fabbricazione della carta. Le tipografie richiedevano infatti almeno 3
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Carta - d’identità risme di carta, cioè 1500 fogli (produzione di 3 tine), al giorno. La continua crescita della domanda fece sì che la carta restasse per lungo tempo un prodotto costoso. Fino al 1800 la carta era fabbricata a mano, foglio per foglio, immergendo un setaccio rettangolare in un tino, dove era diluita la pasta di cellulosa, traendone un foglio uniforme di spessore che poi, staccato, veniva pressato e asciugato. La fabbricazione meccanica della carta fu la prima grande innovazione tecnica del periodo industriale. Risale al XIX secolo, periodo in cui venne realizzala nella cartiera di Essonnes, di proprietà di un discendente della famiglia Didot, la prima rudimentale macchina continua dovuta a un progetto del 1799 del francese Louis Robert.” *1 America “In America ritrovamenti archeologici indicano che la fabbricazione della carta era già nota ai Maya non più tardi del V secolo. Chiamata amate (amatl) era largamente diffusa tra le civiltà precolombiane fino all’arrivo dei conquistatori spagnoli. Ancor oggi si fabbrica, in modeste quantità, carta con la tecnica tradizionale maya. Giappone La tecnica della produzione della carta arrivò in Giappone dalla Corea, al tempo parte integrante dell’impero cinese, intorno al 610 portata da un monaco buddista, Dam Jing da Goguryeo. Originariamente prodotta con la rafia di gelso, fu migliorata dai giapponesi e sin dal IX secolo la produzione della carta diventò una vera e propria industria nazionale. Dalla cartiera imperiale di Kyōto uscirono nuove carte fabbricate con fibre di gelso (washi),canapa, dafne e paglia. Furono anche i primi riciclatori di carta sin dal XIV-XVI secolo, sembra per decongestionare gli archivi. Medio Oriente In Medio Oriente la carta era già nota presso i Persiani nel VI secolo, importata dalla Cina con le carovane lungo le vie della seta. Gli arabi ne vennero a conoscenza nel 637 entrando in Ctesifonte, capitale della dinastia sasanide, ma solo nel 751, dopo la battaglia del Talas, con la conquista di Samarcanda fecero prigionieri dei cartai cinesi dai quali riuscirono a carpire i segreti della fabbricazione. La carta di Samarcanda, fatta con canapa e lino, diventò presto famosa col nome di kaghad e assicurò un periodo di sviluppo alla regione. La prima cartiera fu costruita a Samarcanda e immediatamente dopo ne fu costruita una seconda a Baghdad, entrambe per merito dei Barmecidi. Con l’espandersi del mondo arabo-musulmano si diffuse anche la produzione della carta: nell’VIII secolo in Egitto, nei secoli successivi in tutta l’Africa settentrionale e nel X secolo la Sicilia ne era un importante centro per il commercio. Dalle cartiere della siriana Manbij (chiamata dai Bizantini Bambuke), il prodotto uscito divenne noto in Europa col nome di “carta bombacina” che alla
*1 Elementi di tecnologia grafica : carta, caratteri, composizione, fotolito, stampa, legatoria, cartotecnica, impaginazione, procedura, metodi / Franco Nidasio, Massimo Villa. (1993)
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Carta - d’identità fine del X secolo (990) si volle invece attribuire a Morozzi da Fabriano, che aveva anch’egli usato come materiale stracci di lino. Europa La carta giunse in Europa nel XII secolo. Importata da Damasco attraverso Costantinopoli (l’odierna Istanbul), o dall’Africa attraverso la Sicilia, era un prodotto mediocre se paragonato alla pergamena, tanto che Federico II in un editto del 1221 ne proibì l’uso negli atti pubblici. Tuttavia il consumo non fece che aumentare vista la sua decisa economicità, e nel XIII secolo le flotte mercantili del Mediterraneo e dell’Adriatico, finanziate da grossi commercianti (in gran parte veneziani e genovesi), si spartivano il fiorente mercato.” *2 In Italia “Gli Arabi, dopo averne appreso i primi rudimenti di fabbricazione ed apportato alcune migliorie, diffondono la carta in Occidente. Si tratta di un processo lungo e laborioso che trova compiutezza nella seconda metà del XIII secolo e si localizza a Fabriano, cittadina dell’entroterra marchigiano. La ragione di questa localizzazione, che fa di Fabriano il più importante centro di di produzione di carta d’Europa, è con tutta probabilità da legare alla vicinanza con Ancona, porto particolarmente aperto a scambi commerciali con il mondo arabo. La crescente abilità dei sempre più numerosi e qualificati artigiani fabrianesi fa compiere alla carta un vero e proprio salto di qualità, con tre innovazioni che rendono Fabriano la culla della carta intesa in senso moderno. La filigrana dei fogli, consente di inserire segni distintivi che possono essere osservati in controluce, e che inizialmente vengono usati per riprodurre il marchio dei diversi fabbricanti di carta. L’invenzione della pila idraulica a magli multipli (sec. XIII) per battere gli stracci, elimina il mortaio di pietra e il pestone di legno azionato a mano usato dagli Arabi e consente di ottenere fibre più omogenee. L’utilizzo della gelatina animale per la collatura superficiale del foglio, permette una migliore scrittura ed elimina l’inconveniente del facile deterioramento della carta dovuta al collaggio con amido di frumento (causa principale dei divieti di impiegare la carta per atti pubblici delle cancellerie e dei notai). L’importanza e la diffusione è massima nel Rinascimento. Lo provano sia i numerosi documenti rimasti, sia l’uso, in questo periodo di numerose filigrane. Molte di queste si possono anche ritrovare nel carteggio di alcuni grandi artisti dell’epoca, uno tra tutti Michelangelo Buonarroti. Molte testimonianze consentono di verificare il progressivo affermarsi delle botteghe artigiane fabrianesi sia sui mercati delle città italiane (Roma, Genova, Firenze, Venezia) sia all’estero (Provenza, Francia del nord e Spagna).
*2 La carta : avventura quotidiana / Pierre-Marc de Biasi Torino : Electa/Gallimard, 1999.
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Carta - d’identità E’ notevole anche l’attività promozionale svolta nel settore commerciale che vede impegnati i mercanti nel mantenere i contatti con visite periodiche ai propri clienti dislocati nelle più importanti città d’Italia e d’Europa. Nel ‘600 e ‘700 l’attività cartaria di Fabriano conosce un periodo di declino dovuto con tutta probabilità allo spostamento dei flussi commerciali legati alla scoperta dell’America. È durante la cosiddetta “Rivoluzione Industriale”, quasi contemporanea a alla Rivoluzione Francese, che si ha una decisa ripresa, grazie soprattutto alle capacità imprenditoriali di Pietro Miliani che, nel 1782, fonda le Cartiere Miliani. La nuova azienda, grazie ad un elevato grado di efficienza, assume in un breve periodo la “Leadership” del settore. Sulla stessa linea si muove il nipote Giuseppe Miliani, riuscendo a trasformare una azienda di stampa familiare in un grande complesso industriale, ma soprattutto tornando ad imporre Fabriano nei mercati internazionali, con la riprova dei più prestigiosi riconoscimenti, come la medaglia d’oro, unica per tutti gli Stati Italiani, alla Esposizione di Londra del 1851. Giovanbattista Miliani è l’ultimo grande rappresentante della famiglia. Con lui, che fu tra l’altro eminente politico, Sindaco di Fabriano, Ministro dell’Agricoltura durante la Grande Guerra e Senatore del Regno, le Cartiere Miliani inglobano tutte le altre della zona ed assurgono ad un livello industriale di primaria grandezza, assumendo una risonanza internazionale che consente l’acquisizione di importanti commesse da parte di Istituti di Credito e Banche Centrali, sia nazionali sia estere, soprattutto per l’insuperabile lavorazione della carta valori. Il 6 giugno 1906 viene costituita la “Società Anonima Cartiere Pietro Miliani”. Nel 1928 il pacchetto di maggioranza delle azioni viene ceduto alla Società Portals di Londra. Negli anni trenta con la scomparsa di Giovanbattista, la famiglia Miliani esce dalla direzione della gestione dell’Azienda e il 15 ottobre 1931, per nazionalizzare l’opificio, viene costituito un consorzio formato da Enti pubblici tra i quali spiccano Banco di Napoli, l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, la Banca Nazionale del Lavoro. Il 9 aprile 1947 l’Assemblea straordinaria modifica la ragione sociale in “Cartiere Miliani Fabriano”. Nel 1972 l’I.N.A. diviene azionista di maggioranza sostituito dall’8 agosto 1980 dall’I.P.Z.S Fabriano oggi è parte del Gruppo Fedrigoni dal 2002 che la rilancia con nuovi e importanti investimenti. L’azienda è produttrice netta di energia rinnovabile grazie all’uso intensivo di energia idroelettrica e presenta una gamma completa di prodotti FSC e con fibre di riciclo. La produzione che esce dalle sei macchine continue (tre piane e tre in tondo), di cui una completamente dedicata alla produzione di cartamoneta e prodotti di sicurezza, rende l’azienda una realtà dalle peculiarità uniche nel mondo cartario europeo, e uno dei primissimi attori a livello mondiale.” *3
*3 Fabriano: http://www.fabriano.com/p/it/111/
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Capitolo II tipologie e tecnologia della carta
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Carta - d’identità 2.1 Le tipologie della carta 2.1.1 Amatl L’Amatl (nahuatl: āmatl;spagnolo:amate o papel amate) è un tipo di carta utilizzata nella Mesoamerica precolombiana. Veniva prodotta bollendo la corteccia interna di numerosi tipi di alberi del genere Ficus, come il F. Cotinifolia ed il F. padifolia. Il resistente materiale fibroso veniva pestato con una pietra fino a produrre una carta sottile e delicata, di colore marrone chiaro con la superficie caratterizzata da linee di increspatura. Il suo uso in Mesoamerica è databile probabilmente ad almeno l’inizio del periodo preclassico della cronologia mesoamericana, ovvero nel I millennio a.C.L’iconografia (su pietra) di quel periodo contiene immagini di oggetti ritenuti di carta. Ad esempio, il monumento 52 del sito Olmeco di San Lorenzo Tenochtitlán raffigura un personaggio con le orecchie ornate con pendenti di carta piegata. Nonostante la fabbricazione e l’uso fosse comune in tutte le civiltà mesoamericane, questo materiale viene oggi chiamato con il nome Nahuatl, amatl. Il termine spagnolo amate deriva direttamente dalla parola Nahuatl. Sia nel XVI secolo che nell’odierna lingua Maya Yucatec, la parola equivalente è kopo (nell’ortografia moderna scritta anche come copo). Nella lingua Maya classica, lingua predominante nelle iscrizioni in geroglifici Maya, l’equivalente sembra essere stato huun (o hun), che significava anche “libro” o “corteccia”. Questo tipo di carta veniva usata sia per scopi religiosi che secolari. Poteva essere dipinta con un pennello ed arrotolata o piegata per conservarla. Veniva usata come materiale di costruzione per i libri di molte culture mesoamericane, tra cui i codici Maya ed i codici aztechi. A partire dall’inizio del XX secolo molte tribù messicane di lingua Nahuatl iniziarono a dipingere su carta amate come forma d’arte, soprattutto per motivi commerciali e turistici. Anche oggi questo genere di opere può essere osservato in Messico sud-occidentale, in particolare negli stati di Guerrero, Oaxaca e Jalisco, sia sotto forma di stampa che come dipinti. Come molte altre forme di arte folcloristica, pochissimi pittori hanno acquisito notorietà grazie a questa tecnica. Tra i pittori più rappresentativi ci sono Inocencio Jimenez e Felix Jimenez Chino, Marcial, Juan e Felix Camilo Ayala e Roberto ed Abraham Mauricio Salazar.
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Carta - d’identità 2.1.2 Papiro Il Papiro era ricavato da una pianta acquatica (CIPERUS PAPYRUS) che cresce nelle zone dove una presenza abbondante di acqua è associata alla temperatura calda dell’aria. Ciò agevola la crescita del vegetale che può arrivare fino a un’altezza di 2 o 3 metri. Era molto abbondante ed è ancora presente nel delta del Nilo e Sicilia. La pianta del papiro sta con le proprie radici in acqua e sviluppa un lungo stelo cilindrico che finisce con un ciuffetto di foglie strette ed allungate. Dallo stelo spugnoso di questa pianta, gli egizi ricavavano sottili strisce che affiancavano l’una all’altra sovrapponendole in parte. Successivamente, sul primo strato sovrapponevano un secondo strato di strisce affiancate, disponendole in senso trasversale rispetto a quelle sottostanti. I collanti naturali presenti nei tessuti di questa pianta favorivano l’adesione delle strisce. Ad un foglio, spesso ne venivano congiunti altri, ottenendo strisce che potevano essere lunghe anche diversi metri e che venivano arrotolate in volumi. Costituendo cosi quello che sarebbe stato il pioniere del nostro libro e a cui i romani diedero il nome di “Volumen” (dal verbo volvere, arrotolare). Per migliorare la possibilità di utilizzare questo supporto per la scrittura, gli egizi battevano, raschiavano e lisciavano i papiri durante la loro preparazione. Le più antiche notizie su questo impiego del papiro risalgono alla prima dinastia dell’Egitto protodinastico, dove il papiro era anche il simbolo del regno del Basso Egitto. Gli scribi egizi scrivevano sui papiri usando pennelli ed inchiostri. Il papiro da scrittura, o foglio di papiro, conobbe una rapida diffusione in tutto il bacino del Mar Mediterraneo, in alcune regioni dell’Europa continentale e nel Medio Oriente. Erano note le sue coltivazioni in Sicilia, dove cresce ancora oggi lungo i fiumi Anapo e Ciane, che sboccano nel porto di Siracusa a poca distanza l’uno dall’altro, e alle sorgenti del Fiumefreddo nel catanese. Plinio il Vecchio riporta nella sua Naturalis Historia (XIII, 68 e seguenti) il procedimento per lavorare la pianta e ottenerne i fogli di papiro.
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Carta - d’identità 2.1.3 Pergamena Pergamena può essere prodotta con pelli di pecora, di capra o di vitello opportunamente depilate e fatte asciugare sotto tensione. La pergamena (membrana o vellum in latino) prende nome dalla città di Pergamo (nell’Asia minore) dove, secondo la tradizione riferita da Plinio il Vecchio, sarebbe stata utilizzata attorno al II secolo a.C., in sostituzione del papiro. Pergamo aveva una grande biblioteca che rivaleggiava con la famosa biblioteca di Alessandria. Quando l’Egitto smise di esportare il papiro, a causa della concorrenza culturale fra il sovrano egiziano Tolomeo V ed il re di Pergamo Eumene II (196-158 a.C.), Pergamo reagì ricavando la pergamena dalla lavorazione delle pelli. Nel mondo antico la pergamena non ebbe comunque grande diffusione, a causa della concorrenza del papiro, prodotto molto più abbondante e meno costoso. Soltanto a partire dalla tarda antichità (V secolo) la diffusione della pergamena sembrò aumentare fino a diventare il principale supporto scrittorio durante il Medioevo e prima di essere sostituita definitivamente dalla carta. Sembra esistere una correlazione tra l’area geografica di provenienza dei pergamenai medievali e la specie animale utilizzata. In particolare, mentre in Italia e nel resto del bacino del Mediterraneo era diffuso l’uso di pelli di provenienza ovina o caprina, in area insulare (Irlanda e Inghilterra) si preferivano pelli bovine. La diffusione del monachesimo insulare nell’Europa continentale e in Italia implicò l’utilizzazione di pelli bovine nei centri scrittori di origine insulare (per esempio a Bobbio). L’uso di pergamene bovine a Bobbio fu comunque limitato ai secoli VIII-IX. La scarsità di materia prima portò al riuso alto medievale di più antichi libri manoscritti danneggiati i cui testi venivano cancellati per poter scrivere nuovamente sulle pagine pergamenacee. Questi libri manoscritti sono detti palinsesti (dal greco πάλιν ψηστός, pàlin psestòs, “raschiato di nuovo”) o, in latino, codices rescripti. Anche la diffusione di questa pratica fu limitata nel tempo e geograficamente. Bisogna tener presente che potevano esistere diverse qualità di pergamena, più o meno spessa, ruvida e chiara. A seconda dell’uso un prodotto poteva essere preferito all’altro. Quindi, mentre per le pergamene destinate alla legatoria (un uso che si diffuse dal XVI secolo in poi) erano più spesse e scure, quelle utilizzate per la scrittura di testi erano
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Carta - d’identità generalmente più chiare e sottili. Per documenti di particolare rilevanza (per esempio i brevi pontifici) erano utilizzate pergamene molto bianche e sottili ricavate dal trattamento di pelli di animali giovanissimi o nati morti. Nel XVI e XVII secolo era largamente in uso, nella legatoria, la pergamena suina, particolarmente adatta alle legature di volumi di maggior dimensione. Un aspetto tecnico interessante è la possibilità di tingere la pergamena. Così nell’Alto Medioevo furono prodotte pergamene purpuree, utilizzate per la scrittura di libri o documenti particolarmente solenni redatti con inchiostri d’argento o d’oro: si pensi al Codice Purpureo di Rossano, noto come Codex Purpureus Rossanensis (Museo Diocesano di Rossano) del VI secolo o alla cosiddetta Bibbia di Ulfila(manoscritto DG 1 della Biblioteca Universitaria di Uppsala) e al Privilegium Othonianum (manoscritto A.A. Arm. I-XVIII, 18 dell’Archivio Segreto Vaticano), entrambi del IX secolo. Molto più tardi, nel XVII secolo, la pergamena colorata di verde ebbe una certa diffusione nella legatoria. Sebbene a partire dal XIII secolo, la diffusione della carta in Europa avesse notevolmente ridotto l’uso della pergamena nell’ambito scrittorio librario, ci furono ambiti particolari in cui questa sostituzione non avvenne. Infatti la grande maggioranza dei documenti pubblici emessi da sovrani, imperatori e papi continuarono ad essere scritti su questo supporto ben oltre la fine del XIX secolo. E, anche se più raramente, la stessa pergamena fu utilizzata anche per la tipografia almeno fino alla fine del XIX secolo. 2.1.4 Carta di canapa Con la stoppa della canapa si può fabbricare una carta di alta qualità, sottile e resistente, che in passato sostituiva la moderna carta prodotta dal legno d’albero sminuzzato e sbiancato con processi chimici. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la carta di uso più corrente, come quella di giornale, o il cartone. Fabbricare carta dalla canapa comporta un vantaggio anzitutto per la sua enorme produttività di massa vegetale, e in secondo luogo perché la si può ottenere da un’unica coltivazione, insieme alla fibra tessile, ai semi, alle foglie e al legno del fusto. Un altro vantaggio è costituito dalla bassa percentuale di lignina rispetto al legno di albero, che ne contiene circa il 20%, oltre a un’analoga percentuale di sostanze leganti. Il processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa dal legno di
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Carta - d’identità alberi, e quindi la pasta per la carta, prevede l’uso di grandi quantità di acidi, impiegati per macerare il legno. Questa operazione, ad un tempo costosa ed inquinante e che si serve di derivati del petrolio, non è necessaria con la carta di canapa, ottenuta dalla sola fibra; mentre per ciò che riguarda il legno occorre meno della metà di acidi a base di cloro. Inoltre la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco, e la carta che se ne ottiene è dunque già stampabile. Per renderla completamente bianca ad ogni modo è sufficiente un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli alberi, altamente inquinanti. Grande pregio della carta di canapa è di non ingiallire con il passare del tempo, come accade invece alla carta da legno. Ciò è dovuto alla sua bassa concentrazione di lignina: nel processo di fabbricazione della carta dal legno di alberi invece il legno spappolato è trattato chimicamente per annullare le proprietà coloranti della lignina, ma con il tempo questo trattamento tende a degradare e la lignina, se esposta alla luce, torna a riflettere le lunghezze d’onda riconoscibili nella fascia del giallo dello spettro visibile. In sintesi, il vantaggio principale di una produzione di carta da piante di canapa piuttosto che dal legno degli alberi è in primo luogo che la canapa non necessita dell’impiego di acidi sbiancanti, che possono produrre diossina e inquinare i fiumi, e in secondo luogo fornisce in un anno una quantità di cellulosa sedici volte maggiore di quella ricavata dal legno d’albero. 2.1.5 Carta di Amalfi La carta di Amalfi, detta anche Charta Bambagina, è un particolare e pregiato tipo di carta prodotto fin dal Medioevo nella città campana. Si ne hanno notizie a partire dal XIII secolo sebbene pare che le cartiere della repubblica marinara fossero attive già in precedenza. Proibita nel 1220 da Federico II per gli atti notarili in quanto meno duratura della carta pergamena, ha tuttavia continuato ad essere prodotta e utilizzata, tanto che, nel XVIII secolo ancora una ventina di cartiere risultavano attive ad Amalfi e nelle vicine città. Fogli antichi di carta Amalfitana, a dispetto dei timori che ne comportarono il divieto d’uso, sono tuttora conservati e riportano documenti del ‘400. In seguito ad un’alluvione che colpì Amalfi nel novembre 1954, quasi tutte le cartiere
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Carta - d’identità furono distrutte, lasciandone intatte tre. Rimasero attive soltanto due famiglie di cartai: i Milano, che riconvertirono la loro cartiera in museo, e gli Amatruda, che ancora oggi continuano a produrre la carta a mano. Attualmente la carta di Amalfi viene frequentemente utilizzata in occasione di annunci di cerimonie. 2.1.6 Carta “Per ottenere una carta che abbia i requisiti richiesti dall’uso cui è destinata e quindi: resistenza, peso, volume, colore, flessibilità, incarto, trasparenza, opacità, occorre anzitutto fissare convenientemente la composizione dell’impasto fibroso, la qualità delle materie di carica, degli additivi, delle colle e dei coloranti costituenti l’impasto. La grande varietà dei tipi di carte e cartoni posti oggi in commercio per soddisfare gli innumerevoli usi e le loro funzioni, non si possono fabbricare con un singolo tipo di fibra, ma quasi sempre per soddisfare tutte le necessità si richiedono fibre di paste diverse. Stabilire l’impasto è un’operazione delicata e complessa alla quale si perviene soltanto dopo una lunga esperienza ed una serie ininterrotta di prove e di osservazioni. E’ naturale che non soltanto la qualità delle materie prime impiegate influisca sul prodotto finito, ma anche il sistema di raffinazione adottato, le materie di carica aggiunte, ecc. e le successive operazioni di finitura. Necessario di conseguenza conoscere a fondo le proprietà e i caratteri delle diverse fibre che si impiegano quali le paste di conifera, le paste di latifoglia, di paglia, di sparto, di pioppo, le paste di legno, le cartacce, il lino, la canapa, il cotone, ecc. Così pure è necessario conoscere il comportamento delle diverse paste durante la raffinazione per correggerne o attenuarne i difetti o per esaltarne i pregi.”*1
*1 Kollar, R. - Cio che un cartaio deve sapere ... / R. Kollar. (1968) Pagine 15
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Carta - d’identità 2.2.1 Tecnologia e produzione della carta “Materie prime La carta è composta essenzialmente da: materie fibrose e non fibrose. Materia prime fibrose Sono le materie più importanti e sono costituite da fibre vegetali di cui il legno (composto sostanzialmente da cellulosa e lignina) è l’elemento principale. Le materie prime fibrose si dividono in: - pasta chimica o cellulosa - pasta stracci - pasta meccanica o pasta legno - pasta rigenerata (cartacce e cartoni). Pasta chimica o cellulosa Il legno, scortecciato e ridotto a pezzetti, viene fatto bollire e, con l’aiuto di sostanze chimiche, viene depurato dalla lignina e dalle resine. Dopo Questa prima fase di “cottura”, i pezzetti di legno vengono scomposti in singole fibre mediante un procedimento di decomposizione acida o di decomposizione alcalina. Con la decomposizione acida (bisolfito di magnesio e acido solforico libero) si ottiene la cellulosa al solfito. Con la decomposizione alcalina (soda caustica e solfato di sodio) si ottiene la cellulosa al solfato, che si distingue per le sue doti di maggiore compattezza. La cellulosa viene infine lavata, assortita, candeggiata e asciugata. La carta prodotta esclusivamente con cellulosa viene denominata “priva di legno”. Pasta stracci Viene prodotta con il recupero di stracci a base di cellulosa, come tessuti in cotone, lino, canapa. Gli stracci vengono battuti e spolverati, quindi tagliati a pezzetti e lavati con lisciva. Dopo un’ulteriore lavatura e sciacquatura, vengono sfilacciati, recuperandone le fibre vegetali. Pasta meccanica o pasta legno Si ottiene per “sfibratura” del legno mediante pressione contro una pietra rotante a supèrficie ruvida, in uno sfibratore. Con l’aggiunta di un’abbondante quantità di acqua si ottiene una pasta composta da acqua e da frammenti di fibre di legno. Con questo procedimento di decomposizione, tutte le sostanze componenti del legno (cellulosa, lignina, resine) restano nella miscela. La carta prodotta con pasta di legno viene detta “carta con legno”.
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Carta - d’identità Pasta rigenerata Si ottiene con un riciclo della carta e dei cartoni. Oggi il recupero della carta ha una particolare importanza, perché consente di non utilizzare il legno, garantendo la tutela del patrimonio boschivo. Materia prime non fibrose Per dotare la carta delle necessarie caratteristiche qualitative e di stampabilità vengono mescolate alle materie fibrose delle sostanze chimicamente inerti. Carica Sono sostanze chimiche, quasi sempre minerali, allo stato di polveri finissime. Questi minerali hanno proprietà e funzioni diverse: - riempire gli interstizi nel fascio di fibre della carta - compattare e spianare la superficie della carta - aumentare l’opacità della carta (riduzione della trasparenza) - aumentare la ricettività per l’inchiostro da stampa - aumentare la morbidezza e la flessibilità della carta - aumentare il peso in gr/m2 senza aumentare lo spessore. Collante La carta ha la proprietà di assorbire liquido in gran quantità. L’assorbimento dà origine ad un processo di rigonfiamento delle fibre, che rappresenta il più importante fattore di influenza della stabilità dimensionale della carta. La collatura è essenziale per ridurre in misura notevole la capacità di assorbimento e unire le fibre, altrimenti si presenterebbe come un foglio di carta assorbente. Nella collatura si utilizzano colle a base di resine naturali e colle sintetiche. Le colle resinose, allume, vengono mescolate alla sospensione acqua/fibre, questa additivazione favorisce l’unione delle fibre che formano la carta. Le colle sintetiche si combinano con la carta senza aggiunta di allume. Oltre alla collatura dell’impasto si può effettuare anche la collatura in superficie, stendendo un velo di collante sul foglio già asciutto e formato. Coloranti Possono essere minerali od organici, di origine naturale o artificiale. Minerali naturali sono le terre colorate; minerali artificiali, gli ossidi di ferro; organici naturali (non più usati) la poropra e I’indaco; organici artificiali diretti, basici o acidi. Esistono inoltre coloranti fluorescenti e correttori ottici. Utilizzati nell’impasto o in superficie, i coloranti conferiscono alla carta la colorazione desiderata.
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Carta - d’identità L’uso dei coloranti nelle carte colorate è necessario; ma è altrettanto indispensabile nella produzione della carta “bianca” che, all’origine, non è affatto bianca. Le materie prime e quelle ausiliarie hanno infatti differenti colorazioni; per ottenere una tinta costante della carta è dunque obbligato il ricorso a sostanze coloranti. Si spiega così il fenomeno per cui tutte le carte “bianche” hanno in realtà una tendenza al rosso, al celeste, al verde, o al giallo. Oltre ai coloranti vengono impiegati i cosiddetti sbiancanti ottici, che sfruttano l’apporto di luminosità proveniente dalla parte invisibile delle lunghezze d’onda de!la luce, dando alla carta un bianco più marcato. Preparazione dell’impasto L’impasto è un insieme di materie fibrose e ingredienti, preparalo mediante trattamenti meccanici e chimici di miscelazione, in sospensione d’acqua ad altissima percentuale. Spappolamento Consiste nel trasformare la materia fibrosa da foglio o da panni umidi a sospensione omogenea, con tutte le singole fibre ben separate le une dalle altre, senza grumi o fasci. L’operazione di spappolamento viene eseguita mediante trattamento meccanico con molazza, olandese, idroapritori. Raffinazione La raffinazione è un trattamento meccanico in acqua che produce sulla fibra cellulosica un’azione di taglio e sfibrillatura. L’”impasto grasso” è caratterizzato da minimo taglio e massima sfibrillaura; l”’impasto magro”, da prevalente azione di taglio rispetto alla sfibrillatura. Il trattamento meccanico può essere eseguito mediante olandese, raffinatore conico o raffinatore a disco. Miscelazione È il composto di operazioni che servono a mantenere omogenea la sospensione acquosa dell’impasto (in movimento), dosandone in modo continuato gli ingredienti mediante proporzionalizzatori. Macchina continua La trasformazione dell’impasto in carta avviene nella “macchina continua”. L’impasto, molto diluito, esce dalla cassa d’afflusso e cade sul telo di formazione, o telo di macchina, costituito da una rete metallica o di fibre sintetiche, con una densità variabile tra i 25 e 40 fili per cm2. Il telo viene scosso di continuo allo scopo di ottenere una distribuzione e un infeltrimento delle fibre uniformi.
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Carta - d’identità L’acqua dell’impasto scola attraverso le maglie del telo e le fibre si avvicinano e si intrecciano. Durante questa fase di lavorazione vengono definite le proprietà della carta: - orientamento delle fibre (loro disposizione nel senso di rotazione) - bilateralità della carta (lato telo-lato feltro) - peso e spessore (per mezzo della cassa di afflusso e la velocità di avanzamento del telo). Orientamento delle fibre Le fibre di cellulosa hanno una lunghezza di ca. 3-4 mm ed una larghezza di 0,040’05 mm. L’aumento di volume provocato dall’assorbimento di liquidi può arrivare fino al 30% e si manifesta solo in senso trasversale, mentre la lunghezza della fibra rimane invariata. Tale fenomeno spiega perché, nella carta da stampa, vengono sempre distinti un senso di macchina e un senso trasversale. Grazie alla uniforme disposizione delle fibre è infatti possibile determinare in quale direzione il foglio subisce la maggiore dilatazione. Bilateralità della carta L’impasto, scosso è battuto, lascia cadere l’acqua dal lato che poggia sul telo di macchina. L’impasto, con l’espulsione dell’acqua, perde anche, sul lato della tela, una certa quantità di materiale fine e di riempimento (carica). Di conseguenza, il lato del foglio a contatto con la tela sarà sempre leggermente più poroso e con una più debole colorazione. Dopo questa prima fase, il foglio si stacca dal telo di formazione e, appoggiato su un feltro, viene compresso attraverso varie “presse”, composte da due cilindri, uno dei quali ha il compito di assorbire l’acqua “spremuta” dalla carta. Alla fine di questa operazione, il foglio raggiunge un grado di “secco” tra il 30 e il 40%, che e il massimo ottenibile meccanicamente. Per ottenere una maggiore essiccazione, la carta, per mezzo di feltri, viene premuta contro una serie di cilindri riscaldati a vapore in una apposita sezione della macchina continua, detta “seccheria”. A questo punto è stata prodotta “la carta” vera e propria, che viene arrotolata in bobina. Le fasi di bobinatura e taglio sono realizzate contemporaneamente sulle bobinatrici.”*1
*1 Nidasio, Franco - Elementi di tecnologia grafica : carta, caratteri, composizione, fotolito, stampa, legatoria, cartotecnica, impaginazione, procedura, metodi / Franco Nidasio, Massimo Villa. (1993)
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Carta - d’identità 2.2.2 Tipi di carta e loro applicazioni Le carte si dividono essenzialmente in due grandi gruppi: - carte per scopi di comunicazione e culturali; - carte per scopi tecnici e altri usi. Le qualità di carte che si trovano in commercio sono svariate e sono state fin qui sempre suddivise in classi in base all’impasto fibroso, al loro peso e al loro uso. Secondo l’impasto si sono distinte in: - carte finissime di straccio o di cellulose speciali, - carte fini sempre di tutta cellulosa, - carte mezzo fini di cellulosa e di quantità variabili di pasta legno, - carte ordinarie di cellulosa, con quantità maggiori o minori di pasta legno e cartaccia. Inoltre, in base al loro peso sono divise in: - carte da 5-150 g./mq. - cartoncini da 150 a 400 g./mq. - cartoni da 400 a 1200 g./mq. In base al loro uso si distinguono in: - carte da scrivere; - carte da stampa; - carte assorbenti; - carte da avvolgere; - carte per scopi tecnici ed usi vari. Carte da scrivere: sono fabbricate con paste più o meno idratate e in generale poco caricate, ben collate alla resina o alla gelatina, satinate o calandrate. Le fondamentali proprietà di queste carte sono: la collatura, che deve essere perfetta per evitare che l’inchiostro si spanda e passi sul retro del foglio, la levigatura della superficie e la resistenza alla cancellatura. Appartengono a questo gruppo, le carte per documenti, per registro, da lettera, le carte moneta, da quaderni, da musica, ecc. Appartengono inoltre alla stessa classe le carte per dattilografia, veline e vergatine per macchina da scrivere, le carte pelures al di sotto di 40 g./ mq. liscie e calandrate, le carte per posta aerea. Carte da stampa: l’impasto destinato alla fabbricazione di questa carta è poco idratato perché in generale si richiede un foglio poco rigido e morbido, in modo che possa adattarsi facilmente ai caratteri delle macchine da stampa.
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Carta - d’identità L’inchiostro da stampa è molto più denso di quello usato per scrivere, una mezza collatura è di conseguenza quasi sempre sufficiente. Talvolta si preferisce un potere assorbente relativamente elevato, nel quale caso non si colla affatto. Secondo il sistema che si segue nella stampa, la carta può essere lisciata in macchina, leggermente calandrata o patinata. Nelle carte da stampa, si raggruppano le carte valori, per calcografia, per edizioni, per illustrazioni, da giornale, per affissi, le carte bibbia, carte per giornale aereo, per titoli, francobolli, per matrici, per duplicatori e le carte da parati. Carte assorbenti: la loro caratteristica è la porosità: si fabbricavano un tempo con paste di straccio di cotone; oggi si fabbricano con cellulose morbide di abete o di sparto, raffinate magre e senza colla, ma leggermente caricate. Non si calandrano e si evita sempre di sottoporle a pressioni durante la fabbricazione, per cui si presentano morbide al tatto e floscie. Questo gruppo annovera le carte asciuganti, quelle da filtro senza carica e di determinata porosità, e il supporto greggio destinato alla fabbricazione della pergamena vegetale. Carte da avvolgere: sono di varie qualità e si fabbricano con paste di composizione e di valori molto diversi, raffinate, collate, lucidate in vario grado secondo il loro impiego. Si commerciano sotto varie denominazioni: - carte da imballo, - carte da impacco, - carte da avvolgere: veline e monolucide. Una categoria speciale è rappresentata dalla pergamena e dalla finta pergamena vegetale prodotte con cellulosa di abete al bisolfito fortemente idratate, sia calandrate che in macchina. Un altro gruppo è rappresentato dalle carte “kraft “ fabbricate con cellulosa al solfato, che si usano particolarmente per la confezione di sacchi in generale. Anche le carte da sigarette sono carte finissime da avvolgere si raggruppano sotto questa classe, anche se la materia prima é rappresentata da canapa fortemente ingrassata, non collata e fortemente caricata, trattata con reattivi come si dirà in seguito. Appartengono inoltre a questo gruppo le carte smaltate, porcellane, opaline, pelleaglio e gli impacchi calandrati vari. Carte per scopi tecnici ed usi vari: sono quelle carte che non si usano solitamente tali e quali, ma che si sottopongono successivamente ad ulteriori lavorazioni. L’impasto e le
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Carta - d’identità proprietà di queste carte sono variabilissime secondo il trattamento subito e lo scopo cui sono destinate. Appartengono a questo gruppo le carte sensibilizzate per fotografia, eliografia, cianografia, fabbricate spalmando su una delle facce del foglio una sostanza sensibile alla luce. Richiedono un impasto fine e molto puro privo di qualsiasi traccia di sali o particelle metalliche. Appartengono inoltre le carte patinate in macchina o fuori macchina bianche e colorate, usate per scopi diversissimi e sulle quali si distende uno strato di sostanze minerali e additivi che rendono la loro superficie molto unita e liscia e lucidissima se calandrata. A questa categoria appartengono pure le carte per illustrazioni artistiche, per copertine e quelle che si impiegano per accoppiamenti metallizzati o marmorizzati, come pure le carte smerigliate, vetrate, ecc., unitamente alle carte impregnate che si ottengono per assorbimento di determinate sostanze quali: le carte paraffinate, le veline colorate, le oleate, le carte reattive e le incombustibili. Appartengono inottre a questo gruppo le carte speciali per cavi di energia e telefonici, per usi dielettrici, per laminati plastici, da bachelizzare, da filare, per monotype, le carte amianto, le carte da crespare, da gommare, per cerini, carte rosso-nere per fotografia, ecc.”*1 2.3 Tipologie di carta usata per scopo artistico. 2.3.1 Carta pesta La cartapesta è una tecnica povera di lavoro plastico. Si prepara utilizzando la carta a stracci aggiungendo la colla vinilica o, in alternativa, di colla di farina. Per soggetti piccoli, come maschere o simili, è meglio utilizzare della carta assorbente che si possono trovare nei negozi d’arte e nelle cartolerie. I realizzatori di carri di carnevale invece usano la tecnica della carta da calco, che permette realizzazioni di grandi dimensioni. Maestri in questa tecnica sono i carristi dei famosi Carnevali. La cartapesta, una volta essiccata, diventa molto leggera e viene anche utilizzata per realizzare burattini. Una delle applicazioni più singolari è il recente tentativo di tappare una falla nel reattore n.2 della centrale nucleare danneggiata di Fukushima in Giappone, dove i tecnici della Tepco, gestore dell’impianto, hanno versato 8 kg di polimeri, 60 kg di segatura e 3 sacchi di giornali sminuzzati nel pozzo di sfogo collegato all’edificio delle turbine, dopo l’utilizzo inefficace di calcestruzzo, pur di chiudere la crepa di 20 centimetri, limitare la fuoriuscita di radiazioni e il disastro ambientale
*1 Kollar, R. - Cio che un cartaio deve sapere ... / R. Kollar. (1968) Pagine:15,16,17,18 / Franco Nidasio, Massimo Villa. (1993)
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Carta - d’identità Le fasi principali per arrivare ad una scultura in cartapesta sono: 1. Ideazione del soggetto 2. Bozzetto su carta 3. Progettazione della struttura portante e degli eventuali meccanismi per il movimento delle parti 4. Modellazione della scultura originale in creta (se di grandi dimensioni supportata da strutture in legno e/o ferro) 5. Produzione di una “forma” o “calco” che viene realizzato in gesso, scagliola o alabastrino 6. Stampaggio della carta nella forma 7. Essiccazione 8. Montaggio sulla struttura definitiva 9. Eventuale impregnazione con sostanze consolidanti 10. Colorazione 11. Lucidatura L’utilizzo della cartapesta a fini artistici è noto in Italia sin dal Cinquecento, dato che già allora si realizzarono statue a carattere sacro a somiglianza di quelle di legno. Però fu l’Inghilterra il paese dove questo materiale riscosse maggiore successo, a partire dalla seconda metà del Settecento. Infatti, da quel momento, la cartapesta venne impiegata al posto
Le maschere veneziane vengono realizzate con la carta pesta
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Carta - d’identità dello stucco nelle decorazioni di soffitti e muri. Intorno al 1760, per i lavori di costruzione e rifinitura della chiesa di West Wycombe vennero chiamati operai italiani e questo evento fu una delle saldature fra la tradizione italiana più antica e le nuove diramazioni che l’attività sviluppò in Inghilterra successivamente. Lo stesso Robert Adam fece ampio ricorso a finti stucchi di cartapesta, e verso la fine de XVIII secolo si costruirono astucci, vassoi e persino mobili. Per rinforzare e rendere più durevoli i mobili si utilizzò una rivestitura impermeabile atta a laccare la superficie, mentre grazie alla plasticità del materiale si ottennero fogge pregevoli e originali. 2.3.2 “Carta da disegno: a matita, acquarello, incisione Gli strumenti e i materiali per disegnare che si possono trovare in commercio sono molto numerosi e si differenziano sia per le loro caratteristiche tecniche/tecnologiche che per la loro qualità. Bisogna distinguere tra carta opaca e carta trasparente; la prima è la carta da schizzi e la carta da spolvero, la seconda è la carta lucido e il poliestere. In genere la carta opaca è maggiormente usata nella fase preliminare di un progetto dove si disegna con la matita e i colori, mentre la carta lucida è impiegata nella rappresentazione grafica finale del progetto dove il disegno è generalmente eseguito a china, con le righe e le squadre. Sia la carta da schizzi che la carta lucida sono disponibili in diverse grammature; in tutti e due i casi, più alta è la grammatura, maggiore è la resistenza della carta. Si trovano in commercio in rotoli di diverse dimensioni o in blocchi di formato unificato. La carta per acquarello è importante la grammatura è il peso della carta in grammi per metro quadrato, e la grana, che fa riferimento alla rugosità. La consistenza dipende dalla colla presente nella carta che potrebbe determinare l’assorbimento del colore, si possono trovare carte a fogli grandi che poi si possono tagliare secondo la necessità o in blocchi incollati alle estremità per evitare di farla increspare quando si bagna. Ci sono carte fabbricate a mano molto pregiate che si usano per lavori particolari. Il diverso grado di rugosità consente effetti differenti. La carta fine non è molto adatta per l’acquerello in quando non avendo rugosità il colore non viene trattenuto sulla superficie e
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Carta - d’identità scivola via creando delle scolature. La carta a grana media forse è quella più comune e per la sua struttura è buona per ogni genere di lavoro. Per quanto riguarda il peso e lo spessore non deve essere inferiore a 300 grammi. La carta a grana grossa è senza alcun dubbio quella più interessante si produce ad alta grammatura in modo artigianale, ne esistono vari tipi ed essendo di qualità alta viene riservata per lavori speciali. Le carte per incisione di ottima qualità vengono prodotte per diversi tipi di stampa. Secondo il grado di collatura sono più o meno assorbenti ed ad alta stampabilità. Le carte per incisione sono prodotte pH neutro ed hanno la superficie leggermente marcata.”*1 2.3.3 Carta riso (carta Washi) I Washi (chiamato anche carta giapponese), è un tipo di carta utilizzata in Giappone; si tratta di carta fatta a mano, di buona consistenza, resistente e anche traslucida. La sua buona consistenza permette a questa carta di essere utilizzata in molte applicazioni, come nelle arti tradizionali giapponesi Origami, Shodo e Ukiyo-e. Si dice che resista anche ai danni procurati dagli insetti. La parola washi è composta da wa, che significa “giapponese”, e da shi che significa “carta”. Si riferisce quindi alla carta giapponese fatta a mano secondo il metodo tradizionale, derivato dall’antica arte cinese di produzione della carta. Il washi viene tradizionalmente prodotto utilizzando le fibre vegetali del gelso da carta o di altre piante locali come diplomorpha sikokiana,edgeworthia papyrifera e euonymus sieboldianus. Si possono però utilizzare anche fibre di bamboo, canapa,riso e frumento che conferiscono una mano e caratteristiche differenti alla carta così prodotta. Una variante di questa carta viene utilizzata dall’Opificio delle pietre dure di firenze per assorbire gli strati di inquinanti sulle superfici dei quadri in fase di restauro, siccome questo tipo di carta non cede collanti.
*1 Mario Docci “Teoria e pratica del disegno” Edizioni Laterza - pag. 14-26
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Carta - d’identitĂ
Capitolo III carta in arte e design
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Carta - d’identità
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Carta - d’identità 3.1 Carta in arte contemporanea L’uso della carta nella storia dell’arte inizialmente aveva un posto limitato. Per esempio, Albrecht Dürer o Piranesi per citarne solo alcuni, usavano diverse tipologie di carta per acquarello, schizzi o incisione. Quindi usavano ancora questo materiale come una superficie dove disegnare. In Oriente invece la carta veniva usata per creare elementi decorativi per rituali religiosi usando la tecnica del ritaglio. A partire dagli anni sessanta, con l’avvento dell’Arte Povera e Concettuale, dove i concetti e le idee espresse erano più importanti del risultato estetico e percettivo dell’opera stessa si comincia a trovare la carta anche nelle opere d’arte come installazioni tridimensionali o nel collage. Insieme ad altri materiali come legno, vetro, scarti industriali, stracci, ferro e terra che venivano usati in questo periodo artistico, la carta era divenne un oggetto con il quale l’artista poteva creare le proprie opere senza limiti di dimensione, forma o di materiale. Le opere artistiche creati usando la carta variano da piccoli progetti artigianali a opere di architettura di grande dimensioni. Gli artisti o designer che usano la carta spesso si identificano con l’anima versatile, sensibile ma forte di questo materiale, quindi è come se le loro opere di carta fossero una sorta di “Carta d’identità”.
Scultura di carta di Nick Georgiou
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Carta - d’identità 3.1.1 Carta in Land art, Installazione, Architettura, Scultura, Decorazione Installazione e land art sono forme artistiche degli anni ‘60-‘70. L’idea era quella di unire le varie forme di espressione artistiche in una sola opera d’arte, includendo anche il coinvolgimento dello spettatore nel luogo specifico dove viene esposta. La casa – studio dell’artista Kurt Schwitters detto anche Merzbau è stata un’ importante fonte di inspirazione per gli artisti di questi movimenti. Un installazione può essere esposta in una galleria d’Arte, un museo, una strada, un parco, una piazza o nelle vetrine dei negozi. L’opera può essere composta usando sia i mezzi più tradizionali sia quelli tecnologicamente avanzati. Può impiegare materiali grezzi o modificati, elementi meccanici o digitali, suoni, video, luce, proiezioni, performance, purché in fra il progetto e luogo ci sia un’affinità concettuale o estetica. Nell’arte contemporanea di oggi, Installazione, Land art, Architettura e Scultura seguono percorsi intrecciati. Una scultura può essere parte di un installazione a sua volta parte di un opera Land art in una struttura architettonica. La carta, negli ultimi anni grazie alla sua versatilità, è diventata uno dei materiali preferiti dagli artisti contemporanei.
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Carta - d’identità Satsuki Oishi Artista giapponese nata ad Osaka. Ha studiato moda e ha lavorato in uno studio di interior design in Giappone, prima di trasferirs in Italia nel 2003. E’ un’artista versatile, lavora in diversi campi come art direction, visual design, windows display, art installations, set design per la moda ed il cinema. Nelle sue opere fa riferimento allo spirito e arte tradizionali giapponesi usando immagini dal forte impatto visivo al posto delle parole. Come materiale usa principalmente la carta passando delicatamente da uno spazio piatto e bidimensionale ad un mondo fatto di tre dimensioni, più profondo ed espressivo. Attualmente divide la sua attività tra Milano e Tokyo, dove è impegnata nello sviluppo di diversi progetti di interior e visual design. La tecnica usata dall’artista per la realizzazione di questa opera ricorda quella del paperoles.
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Carta - d’identità
Hayakawa Katsumi Artista giapponese nato nel 1970 alla prefettura di Tochigi. Ha sviluppato la sua carriera come artista a Tokyo e New York ed è conosciuto in tutto il mondo. L’immagine è dell’opera esposta alla sua mostra alla Galleria Momo Roppongi. Si tratta di una serie di installazioni realizzate con pezzi di carta intagliata e piegata creando pattern e volumi geometrici dove ci si perde nelle migliaia di sfaccettature della superficie.
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Carta - d’identità
Anouk Vogel Nata e cresciuta a Ginevra, Svizzera (1977). Ha studiato in Inghilterra presso l’Università Metropolitan di Manchester architettura del paesaggio. Dopo la laurea si è trasferita ad Amsterdam dove vive e lavora attualmente. I suoi progetti variano tra design e arte. Nell’immagone un opera commissionata dalla World Cup Giardinaggio nel 2011 realizzato a Nagasaki. Un’antica leggenda giapponese promette che a chi piega mille gru di origami sarà concesso un desiderio, con una lunga vita o la salvezza da una malattia o infortunio. Ispirato a questa credenza popolare, il giardino origami per la Pace è il rimedio concreto di un desiderio per la pace mondiale. Tutte le piante che compongono il giardino sono fatte con la carta bianca. 41
Carta - d’identità Karen Sargsyan Scultore nato nel 1973 in Armenia. Vive e lavora ad Amsterdam. Nel 2008 ha soggiornato a Villa Romana come artista ospite. Nell’immagine di sculture di carta che rappresentano la ricostruzione artistica della storia del prigioniero politico Mikhail Khodorkovsky.
Alexandra Deutsch
Artista Tedesca nata nel 1968 in Germania. Crea sculture di carta che vengono definite spesso come degli organismi: piante, creature marine. Usa la carta pigmentata e la carta moul-mad, la più prestigiosa tra quelle in commercio, che è dotata di una struttura molto consistente e marcata, ideale per le tradizionali Cit. “Penso che la carta sia un materiale molto tecniche ad acquerello. Con la sua tecnica interessante con cui lavorare. Un gran numero di personalizzata, da un materiale fragile elementi chiave nella storia dell’umanità sono collegati alla carta. In pratica, informazioni di ogni genere si come carta, crea forme resistenti. sono tramandate di generazione in generazione grazie alla carta.” Karen Sargsyan
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Carta - d’identità Takashi Kuribayashi Artista è nato nel 1968 a Nagasaki in Giappone. Kuribayashi è un creatore di installazioni complesse. Nelle sue opere si ispira all’arte tradizionale giapponese. Nella sua installazione del 2010 intitolata Forest from the Forest, alberi, terra, piante, ghiaia, acqua e la carta tradizionale giapponese Washi sono i materiali fondamentali.
Angela Glajcar Nata a Mainz nel 1970. Ha studiato scultura all’Akademie der Bildenden Künste di Norimberga. Considera la carta come una sostanza appassionante, in grado di cambiare continuamente e assumere qualsiasi forma voluta. Nelle sue opere si osserva il gioco di ombra e luce creati con la carta bianca di grande dimensioni, semplicemente giocando con la forma e ambientandole in grandi spazi pubblici e privati.
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Carta - d’identità Alighiero Boetti Artista italiano nato a Torino nel 1940. Insieme a Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, ha fatto parte del gruppo dell’Arte Povera. Boetti propone a sé stesso dei sistemi nei quali agire, spesso coinvolgendo altre persone. Spesso sono la geografia, la matematica, la geometria, i servizi postali, a fornire la piattaforma delle proprie scelte. Il suo lavoro mette in discussione il ruolo tradizionale dell’artista, interrogando i concetti di serialità, ripetitività e paternità dell’opera d’arte. Nel 1968 ha realizzato la “Colonna di carta” usando una pila di sottotorta.
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Carta - d’identità Michelangelo Pistoletto Artista italiano nato a Biella nel 1933. Uno dei protagonisti dell’Arte Povera. Nell’opera intitolata “labirinti” realizzata tra il 1969 e 2008, l’artista inserisce fisicamente il visitatore in un labirinto realizzato con carta ondulata all’interno di una galleria d’arte, dove sono visibili alcune sculture. È un labirinto che porta all’inaspettato, dove il meccanismo della rivelazione è trasformare e ricreare per poter essere sperimentato dal visitatore. L’esperienza personale fa parte della mostra e ne completa il significato. La destinazione finale dopo aver superato il labirinto, è una sala in cui sono esposte altre opere appartenenti alla mostra.
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Carta - d’identità
Paul Cocksedge Studio In questa installazione il materiale non è propria la carta ma la simulazione di essa. 200 pagine di carta in formato A3 sembrano volare, invece sono pezzi realizzati con un materiale electroluminescente. Sullo sfondo si trova il grande cortile del Lione Hotel de Ville, con la sua architettura del 17 ° secolo. Nella sua installazione “Bourrasque”, designer Paul Cocksedge ha unito il suo interesse per la natura e la morfologia di carta con un argomento che è stato a lungo un elemento importante del suo lavoro di progettazione: la luce ...
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Carta - d’identità
Vally Nomidou Artista Greco. Crea le sue sculture usando la carta. Le sue delicate figure di giovane donne e ragazze sono tridimensionali e a grandezza naturali e danno una sensazione della fragilità. Nomidou costruisce e modella le sue opere dall’interno verso l’esterno solo con carta e cartone. Il materiale dominante usato da Nomidou, diventa un componente chiave nel suo processo creativo, indissolubilmente legato alla ricerca dolorosa e sistematica sul piano tecnico, così come su quello della integrazione estetica. Oltre la carta usa materiali aggiuntivi, quali tessuti trasparenti, pietre preziose, merletti di carta e nastri. A livello filosofico, Vally Nomidou sembra avere il suo background nell’esistenzialismo, nalla fenomenologia e in una visione psicoanalitica freudiana dell’inconscio.
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Carta - d’identità John Stezaker John Grenville Stezaker nato nel 1949 a Worcester in Inghilterra. Artista noto per i suoi collages. Stezaker ha frequentato la Slade School of Art di Londra. Ha fatto poche mostre personali, tuttavia, nella metà degli anni 2000, il suo lavoro è stata riscoperto dal mercato dell’arte. Crea i suoi collages usando materiali già esistenti come cartoline, foto di scena dai film degli anni ‘50-‘60, fotografie e pubblicità. Stezaker è sempre stato lontano dalle scene più “scandalistiche” dell’arte inglese. Tra le sue serie più famose c’è Mask, in cui Stezaker sovrappone ai ritratti ingialliti di attori e starlette dimenticate, delle immagini di grotte, borghi, o cascate, o la serie Dark Start, dove l’artista trasforma dei ritratti pubblicitari in sagome ritagliate, creando delle presenze ambigue al posto delle celebrità assenti.
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Carta - d’identità Eriko Horiki Artista Giapponese nata a Kyoto nel 1962. Si ispira all’arte tradizionale giapponese di origami. L’artista crea oggetti decorativi ed architettonici in spazi espositivi o luoghi come ristoranti, alberghi, centri commerciali e residenze private. Usa esclusivamente la carta giapponese washi con una tecnica speciale personalizzata. Nelle sue opere unisce design, creatività ed architettura. Crea oggetti di illuminazione di vari tipi e dimensioni dandogli un tocco artistico e artigianale. La sua carta è attentamente creata per evitare bruciore, strappi e scolorimento e per aumentare la stabilità complessiva.
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Carta - d’identità Brian Dettmer Brian Dettmer è un artista americano contemporaneo nato nel 1974 a Naperville. Attualmente vive ad Atlanta. Durante i suoi studi Dettmer si è concentrato sulla pittura. Quando ha cominciato a lavorare in un negozio di grafica, ha inizato ad esplorare il rapporto tra testo, le immagini, il linguaggio e codici, tra cui dipinti basati su Braille e codice Morse. Così ha cominciato a creare dei collages strappando pezzi e pagine di libri e giornali. L’artista oggi è noto per le sue opere di carta create con libri antichi, mappe, album di dischi, nastri a cassetta e media riciclati per trasformarli in sculture.
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Carta - d’identità Peter Gentenaar Artista, incisore, scultore Olandese nato nel 1946 a Rijswijk. Non era soddisfatto della carta che trovava sul mercato, così si è costruito una macchina speciale per creare delle sculture di carta. La fabbrica di carta olandese Royal Dutch Paper Factory, gli ha insegnato come usare i battitori. Da cui ha imparato che il processo di tirare l’acqua dalla polpa riduce la carta di 40%. E’ stato attraverso questo processo di essiccazione della pasta e della contrazione che Gentenaar ha cominciato a creare le sculture di carta molder, colorante e bambù. Ha realizzato un esposizione presso un abbazia gotica francese, pone uno sfondo perfetto per le creazioni del Gantenaar. Biologica in forma e romantica nel carattere, queste sculture di carta non possono fare a meno di far sentire le persone come se fossero parte di una fiaba
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Carta - d’identità
Mary Burton Durrell Artista Americano, usa principalmente carta traslucida e colla di farina come materiali. A prima vista questi pezzi sembrano essere costruiti su un telaio di filo rigido, tuttavia, il processo è molto più organico e la struttura viene creata a mano. Le singole celle o coni che costituiscono la maggior parte dei pezzi vengono dapprima formati su stampi di varie forme e dimensioni e poi unite tra loro con coll a di farina, cella per cella. Poi vengono aggiunti gli strati di carta e colla per creare una struttura più resistente e forte intorno ad ogni cella. La caratteristica traslucida della carta permette alla luce di creare una dinamica. Questa qualità traslucida crea anche una prospettiva interna ed esterna. Materiale sembra essere più solido come il guscio di ostrica o marmo e vengono spesso descritti come degli organismi sottomarini.
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Carta - d’identitĂ
Chris Gilmour Chris Gilmour artista Inglese nato a Stockport nel 1973. Artista specializzato nella realizzazione di sculture a grandezza naturale fatte di cartone riciclato e colla. Nelle mani di Chris Gilmour, diventa plasmabile come la creta, e si trasforma in oggetti del quotidiano che stupiscono per la loro verosimiglianza con il reale. Le sue opere replicano con una cura incredibile gli oggetti e macchinari della vita quotidiana, spaziando da oggetti comuni, come biciclette, moto, auto, caffettiere, sedie ecc. a piccoli modelli di architettura religiosa, con un ironia data dai segni grafici dell’imballaggio. Gilmour plasma il cartone, lo trasforma, ne tira fuori un potenziale espressivo insospettabile e lo porta ad esaltarsi in sculture di un realismo che lascia senza parole.
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Carta - d’identità Daniele Papuli Artista Pugliese nato nel 1971 a Maglie. Si è diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, si è trasferito a Milano dove vive e lavora. Inizialmente nelle sue sculture usava la pietra, il gesso e il legno. Nel ’93 a Berlino, in occasione di un workshop internazionale, apprende i metodi di fabbricazione del foglio di carta. Afferma che la carta sia la materia più adatta alla propria ricerca e al proprio linguaggio. Sperimenta la produzione di carte a mano e dal ’97 realizza le prime sculture con diverse tipologie di materiale cartaceo. Sibille, Soprani e Volumerie sono strutture e calcolate composizioni lamellari basate sulla ripetitività dei singoli moduli ottenuti con tagli manuali di carta. In occasione della Triennale di Milano nel 2009 progetta e realizza l’allestimento per la mostra internazionale Gioielli di carta e disegna uno dei sei gioielli pop-up in carta fatta a mano. I suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero, ed in pubblicazioni specifiche nell’ambito della Paper Art.
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Carta - d’identità Andres Kocks Artista Tedesco nato in Oberhausen nel 1960. Vive e lavora a New York City e Monaco. Costruisce installazioni sottolineando che con un materiale bidimensionale come la carta si possono creare sculture tridimensionali. Le sue creazioni quasi organiche in forma liquida sono in netto contrappunto alla forma geometrica rettangolare delle pareti su cui sono collocate. Esse mette in evidenza il rapporto fra la scultura e lo spazio circostante. Il motivo per cui l’artista sceglie i colori come nero o bianco è esaltare ancora di più l’impatto visivo. Giochi di ombra e luce danno la sensazione di movimento e coinvolgimento dello spettatore. Kocks crea le sue opere sul luogo della istallazione, il quale si trasforma quasi in una scatola che contiene l’elemento artistico, come il suo involucro.
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Carta - d’identità Chris Kenny Artista Inglese nato a Londra nel 1959. Ha studiato storia all’Courtauld Institute. Ha cominciato la sua carriera con disegni, e poi dal 1990 crea le sue opere tridimensionali, usando pezzi di carta ritagliata, in particolare frasi tagliate da libri o disegni stradali delle mappe. Fa una specie di collage ma senza incollare e sovrapporre ma posizionando separatamente sulle spille. Nei suoi lavori-mappa, usa i colori dei materiali in un modo quasi pittorico, dice di sostituire ‘la logica del cartografo, con un sistema fantasioso assurdo’. I motivi di strade, parchi, campi da calcio, autostrade, parcheggi e innumerevoli altre strade e luoghi sono tagliati dalle mappe di tutto il mondo.
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Carta - d’identità Li Hongbo Artista Cinese nato nel 1974 a Jilin. Vive e lavora a Pechino. E’ un editore e designer ma ha un legame insolito con la carta. Gli piace raccoglierla e si dichiara affascinato da questo materiale e dalle sue potenzialità d’uso. Nella sua installazione intitolata “Paper” si è ispirato alla carta cinese a nido d’ape usata nelle feste tradizionali. Più di 30.000 fogli sono stati attaccati insieme con strisce di colla accuratamente posizionate a formare quelle che sembrano due grandi blocchi di legno di balsa. Nella installazione mentre, una delle figure si trova quasi intatta, l’altra è distesa come una fisarmonica aperta, il suo tronco e parti del corpo intorno allo spazio della galleria come un giocattolo Slinky gigantesco. Hongbo spera che il suo lavoro risveglierà negli spettatori ciò che cattura la sua immaginazione e “Le infinite possibilità della carta”.
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Carta - d’identità 3.1.2 Mail art (Arte postale) Comincia a diffondersi negli anni sessanta. Prevede lo scambio di arte visiva tramite servizio postale e consiste nell’invio di elementi che possono essere disegni, collages, illustrazioni, poesie, citazioni e messaggi rielaborati su una cartolina o su una busta. E’ una forma di arte internazionale che crea una rete fra gli artisti e consiste proprio nell’azione di condivisione dell’artista. È un movimento artistico particolarmente longevo. Le Mail Art sono considerate un regalo. Vengono raccolte, scambiate o collezionate, ma mai vendute o usate a fini di lucro. Esistono siti internet dove si possono trovare indirizzi postali pubblicati dagli artisti di Mail Art per facilitare e aumentare la diffusione di questa forma d’arte. Secondo alcuni la Mail Art nacque quando Cleopatra spedì se stessa a Giulio Cesare arrotolata in un tappeto. Il primo esempio “arte postale” è stato le illustrazioni disegnate dall’artista inglese William Mulready (1786-1863) per la riproduzione di massa a mezzo stampa del primo stock di buste pre-affrancate prodotte per il lancio della Penny Post in Gran Bretagna nel 1840. La creazione di Mulready non fu ben accolta dal pubblico e vari disegnatori e artisti ne produssero delle versioni parodistiche. Comunque si capì che era ormai disponibile una innovativa e potente comunicazione basata sull’elementare servizio postale, e nei successivi cinquanta anni, milioni di buste illustrate con la più grande varietà di temi e motivi passò attraverso i servizi postali di tutto il mondo. La “Mail art” si è ispirata anche al Dadaismo e Futurismo ma nasce con esattezza nel periodo Fluxus con le opere dell’artista americano Ray Johnson. Considerato pioniere dell’uso della lingua scritta nell’arte visuale, Johnson fondò la New York Corrispondance School of Art (Scuola d’arte “per corrispondenza”) nella quale non solo gli elaborati spediti, ma buste, francobolli e timbri confluiscono nell’operazione artistica. Un altro deciso contributo è stato fornito dall’americano On Kawama con le sue operazioni “I got up” nel 1969 e “I am still alive” del 1960. Anna Boschi Artista Bolognese, vive e lavora a Castel S.Pietro Terme. Inizia alla sua carriera artistica verso la fine degli anni sessanta. Dopo un periodo di sperimentazione la sua pittura/ scrittura si orienta sull’arte informale. Dal 1984 entra a far parte del circuito della Mail Art partecipando a mostre internazionali e promuove a sua volta altri progetti. Nel 2000 partecipa alla Triennale di Bologna. Nel 2003 partecipa alla Biennale di Venezia con il gruppo Brain Academy Apartment “Sezione EXTRA 50”. Espone in varie città italiane e all’estero.
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Carta - d’identità Ray Johnson Artista americano nato nel 1927. Noto per i suoi collage e mail art. Ha organizzato e partecipato a eventi d’arte associati con il movimento Fluxus ed è stato il fondatore della rete Mail Art a New York anche se non ha pubblicato nessun manifesto come Breton o Marinetti. Johnson ha sempre preferito lavorare in copia unica e su piccoli formati, precludendosi così l’appoggio del grande mercato dell’arte. Rifiutava spesso di esporre o vendere i propri lavori. E’ stato un artista che ha creato la propria scuola, un collagista e disegnatore dal tratto elegante ed essenziale, un artista alla “vecchia maniera” che ha saputo vedere ben oltre la propria formazione accademica. Il 13 gennaio 1995 Ray Johnson, si è suicidato gettandosi da un ponte a New York. Pochi giorni dopo il suicidio, l’agente di Johnson, Rick Faigen e l’avvocato assunto dai famigliari hanno fatto alcune scoperte impressionanti: tutti sapevano del totale disinteresse di Ray per il lusso e le comodità, nondimeno sono stati trovati quasi 400.000 dollari in un suo conto in banca, intestato a... Luther Blissett. A tre giorni dalla scomparsa, il postino ha consegnato una cartolina indirizzata a Ray, spedita da Los Angeles proprio il 13 gennaio. C’era scritto: ‘Se stai leggendo queste righe, vuol dire che sono morto. Firmato: Ray Johnson’.
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Carta - d’identità 3.2 Carta nel design 3.2.1 Elementi di arredo in carta Uno degli elementi d’arredo più comune sono le lampade di carta. Hanno origine orientale. Fin dai tempi antichi, i giapponesi usavano la carta di riso (washi) semitrasparente nelle porte scorrevoli e nelle finestre interne (Shoji) permettendo il passaggio di luce all’interno delle stanze. Per illuminare gli ambienti invece venivano usati e vengono usati ancora oggi le lanterne di carta che spesso sono anche decorate con inchiostro e hanno la base di legno o di bamboo. La lanterna volantie detta anche mongolfiera di carta o lanterna Kongming veniva usata per riti religiosi nell’ antica Cina. L’uso e forma tradizionale della carta è anche un fonte di ispirazione per i designer dei nostri giorni. La scelta del tipo di carta è molto importante. Può essere carta riciclata ma deve mantenere il corpo trasparente per permettere di passaggio di luce.
Il festival Loi Kratong a Mae Jo, vicino Chiang Mai
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Porte scorrevoli giapponesi Shoji
Carta - d’identità Zipper8lighting La giovane designer newyorkese Allison Patrick, disegna e realizza le sue lampade a partire da semplici oggetti come quotidiani, giornali, vecchi elenchi telefonici, buste di plastica e cartine stradali, di cui sfrutta la qualità materica, esaltando il modo in cui la luce filtra attraverso diversi spessori e colori.
Honeycomb lamp Per la realizzazione di questa lampada viene usata una carta specifica detta Denguri. E’ un prodotto locale della regione giapponese Shikoku. Quando è chiusa il suo spessore è di circa 2 cm e si trasforma in paralume aprendola e unendo i bordi con dei spilli. Il designer è Kouichi Okamoto.
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Carta - d’identità 1-La lampada di carta progettata dal designer Louise Campbell. 2-Lampada di carta progettata per Studio Tord Boontje. 3- Lampada di carta di riso progettata dal designer Sebastian Rohr. 4- Lampada di carta di Kirsten Hassenfeld creata con la carta da regalo.
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Carta - d’identità Carta da parati L’idea di ornare le pareti è antichissimo. Disegni, rivestimenti in legno, stucco, cuoio, tendaggi, terracotta, vetro, tela ect. Sono sempre stati per decorare le pareti. Durante il Medioevo in Europa si diffuse la tradizione araba degli arazzi, cioè particolari tappeti da parete che ornavano tutte le più importanti corti europee. L’arazzo, pertanto, può essere considerato come il più vicino parente della carta da parati. Verso il XII secolo, durante la rivoluzione commerciale, in Europa si iniziò a importare la carta dalla Cina. Proprio in Europa nacque poi l’usanza di dipingere la carta per poi applicarla alle pareti. Fino alla diffusione delle macchine industriali, la carta da parati veniva ornata a mano o con rulli artigianali speciali. Nel corso degli anni anche la carta da parati è stata oggetto di mode che seguono le correnti La carta riciclata o biodegradabile ad artistiche e culturali del periodo. Oltre la carta da parati tradizionale alta tecnologia, permette di progettare anche oggi è possibile trovare sul mercato anche mobili come poltrone, tavole e librerie. Il progetto di poltrona di carta prodotti di design come carta da parati da biodegradabile del designer Danese Mathias dipingere, adesivi o carta da parati ultra Bengtsson è un esempio perfetto di quanto tecnologica con inserimenti di lampade a la carta possa essere versatile. La poltrona led. Quest’ultima idea è di Ingo Maurer è a striscia come una zebra ed è composto da migliaia di fogli di carta incollati tra loro. che ha unito l’ispirazione decorativa più La sedia di carta è un ottimo esempio delle classica alle tecnologie luminose che tra potenzialità di eco-design, senza giunti e circuiti e punti luce creano insoliti effetti senza viti che riesce comunque a vantare una decorativi, sia di giorno che di notte, con splendida, moderna forma. A Bengtsson atmosfere che non ci si aspetta sia in grado piace lavorare prima a mano utilizzando di offrire la sola carta da parati. Questo CAD e poi usa la precisione della tecnologia prodotto ha vinto il premio Best of Best dell’Interior Innovation Award. di taglio laser.
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Carta - d’identità 1-Carta da parati a led Ideato da Design studio Olandese Jonas Samson 2-Carta da parati ideato e disegnato dall’illustratore Jon Burgerman. Si può personalizzare colorandola. 3-Carta da parete tradizionale
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Carta - d’identità 3.2.2 Carta Fashion (Abiti e gioielli di carta) Gli abiti, al di là della necessità di coprirsi hanno sempre avuto una funzione sociale atta a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari. In seguito l’abito è diventato moda, un oggetto estetico e associato ad una tendenza da seguire che si accompagna ad accessori che arricchiscono i vestiti. Oggi gli abiti si associa inevitabilmente anche ad un marchio. Il consumismo e i media hanno creato un concetto di bellezza, che si riflette nel contemporaneo mondo dello spettacolo dove tutto deve sembrare più di quello che è e attrarre l’attenzione dei consumatori attraverso un processo di cambiamento molto veloce.
Molto spesso gli abiti indossati dalle celebrità sembrano vere e proprie sculture, mettendo in competizione i stilisti e designer. La creatività dello stilista si esprime nell’originalità degli abiti che non è necessariamente la loro utilizzabilità. Questi abiti vengono indossati in occasioni specifiche come sfilate o spettacoli che corrispondono a vere e proprie esibizione d’arte. La carta è uno dei materiali più adatti a creare gli abiti da esibire come opera d’arte. Il suo uso al posto del tessuto molto più facile rispetto a qualsiasi altro materiale. La carta da modello è sempre stata importante per la preparazione di un abito ma oggi non è più solo un materiale che rimane dietro le quinte ma anche il soggetto principale degli stilisti-artisti.
Abito di carta creato da Robert Ryan con la tecnica di paper cuting
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Carta - d’identità Jum Nakao Il nippo-brasiliano fashion designer Jum Nakao conosciuto per le sue creazioni innovative di carta. In un suo intervista dice: “La carta è un materiale duttile e flessibile che permette molte possibilità di utilizzo per gli artisti, per l’industria, per l’architettura ecc. Si può disegnare, scrivere i progetti sulla carta. Con la carta si può condividere la propria immaginazione con gli altri, i propri progetti e idee. Tutto inizia per me dalla carta che è uno strumento utilizzato e capito da tutti. Tutti i progetti partono dalla carta. A costura do Invisível, ovvero l’arte di cucire l’invisibile è un’opera che nasce dalla riflessione sulla società in cui viviamo. Una società sicuramente veloce e frenetica dove tutti corrono! Stiamo perdendo il significato e l’essenza del concetto che sta dietro ad ogni cosa. Le persone non si chiedono quali sono i concetti che stanno dietro alla creazione delle cose, hanno perso il concetto dell’invisibile di ciò che non vediamo, del lavoro che ha portato a quel determinato risultato. Per questo ho deciso di creare qualcosa che facesse riflettere sull’importanza dell’invisibile, su ciò che non vediamo e che allo stesso tempo fosse capace di trasmettere dei valori. Ho scelto la carta perché è un materiale familiare a tutti, diventa gialla con il passare del tempo, è facilmente reperibile e soprattutto può assumere un significato. Un foglio di carta bianco non ha un grande significato ma se iniziamo a scriverci sopra, a disegnarci, assume per noi un significato unico, simbolico. Con la carta possiamo fare ciò che vogliamo, dalla carta nascono i progetti ma nessuno può leggere ciò che non c’è scritto. La carta è anche un materiale effimero che si presta per la creazione di una collezione di abiti. Nessuno si aspettava di vedere una collezione di vestiti di carta durante la settimana dedicata alla Moda (Fashion Week 2004, a San Paolo) e che venisse distrutta a fine dei lavori. Per me è stata un’emozione unica e le reazioni sono state inaspettate. Nella vita ci sono molte cose alle quali non diamo valore ma ci rendiamo conto della loro importanza nel momento in cui le perdiamo, capendone il loro valore intrinseco, invisibile al quale non abbiamo mai prestato attenzione e capendo cosa c’è dietro ad ogni singola cosa. È così anche nelle relazioni umane. Ci accorgiamo di quanto vale una persona solo nel momento in cui la perdiamo. Lo stesso è stato per me durante questa installazione. Alla fine della sfilata sono stato fermato dai giornalisti che non si spiegavano il perché avessi distrutto questi lavori bellissimi. Quello che è visibile è importante ma ancor di più quello che è invisibile. La mia opera è stata un esempio di stile per valorizzare l’importanza di quello che c’è dietro alle cose, utilizzando un linguaggio semplice anche per le persone che non hanno una cultura ma capiscono il linguaggio internazionale, non scritto. Il titolo della mia opera era ed è una semplice provocazione che pone l’accento sulla necessità di fermarsi un attimo a riflettere sull’importanza di ciò che ci circonda.”
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Carta - d’identità 1-A destra gli abiti fatti con la carta da parati dal stilista fotografo Damian Fox 2-Le scarpe di carta del Designer Canadese Haider Ackermann 3-Un abito di carta da giornale che adorna la vetrina di un negozio a Newyork. Caterina Crepax 1964 Artista Italiana, ha studiato a Milano dove si è laureata in Progettazione Architettonica al Politecnico. Lavora come architetto d’interni ma contemporaneamente, svolge attività parallele nel settore della grafica e nell’allestimento di spazi espositivi, settori nei quali confluisce il suo lavoro sulla carta. Viene definita come: “Un Architetto che progetta abiti come luoghi dell’abitare del corpo, come scenografie pret-a- porter”.
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Carta - d’identità 3.3 Carta in grafica 3.3.1 Grafica d’arte La carta è uno dei materiali di base della stampa, la natura dell’impasto fibroso e l’intero processo di fabbricazione condizionano la capacità della carta, opportunamente bagnata e resa morbida, di penetrare dentro i segni incisi per asportare l’inchiostro. In base alle sue caratteristiche viene bagnata più o meno a lungo, in seguito viene posizionata tra carte assorbenti per conservarla umida fino al momento della stampa. Le caratteristiche principali sono la grammatura, la ricettività all’inchiostro, l’assorbenza, la igro-espansività, ovvero la tendenza della carta a subire variazioni dimensionali in conseguenza di assorbimento o perdita di umidità . Tale caratteristica può assumere notevole importanza nella stampa a più colori, potendosi manifestare variazioni dimensionali durante la stampa dei successivi colori, con conseguente perdita di registro. Un’altra caratteristica di evidente importanza ai fini della creazione di un opportuno contrasto rispetto al colore dell’immagine è la bianchezza o più in generale, il colore. Per cominciare è meglio provare a conoscere, utilizzandone vari tipi al fine di trovare la giusta corrispondenza tra la qualità della carta e il tipo di lavoro che si vuole realizzare. La carta per la stampa calcografica deve essere povera di colla, meglio se di cotone 100%.
L’incisione dell’artista Piranesi. Una tavola dalla famosa serie di incisione dell’artista. Carceri.
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Carta - d’identità 3.3.2 Illustrazione L’illustrazione è una rappresentazione visiva, può avere la forma di un disegno, dipinto, fotomontaggio o altra tecnica. In genere viene usata in editoria per rappresentare un testo scritto o per descriverlo visivamente, ma può essere anche decorativa o usata in pubblicità o come base per storyboard di film e animazioni. La carta è indispensabile per un illustratore, per i primi schizzi di un progetto l’idea iniziale Libro con illustrazioni pop-up di Anouck Boisrobert viene sempre disegnata su un taccuino e poi applicata sulla superficie scelta o usando mezzi tradizionali o digitali. I libri illustrati per Blanca Helga bambini o i fumetti sono eccellenti esemplari di illustrazione. Illustratrice spagnola. Nata a Salamanca nel settembre del 1972, attualmente vive a Madrid. Ha studiato all’Università presso la Facoltà di Informatica, Università Politecnica di Madrid e Graphic Design e Direzione film d’animazione ICC (Integrated Specialized Centro Studi). Lavora come illustratore e regista per clienti quali il Ministero dell’Istruzione e della Scienza e il produttore di progetti per la TV Documents CienOjos. E’ un Alcuni esempi di carta da pacchi dell’azienda membro di StudioBanana, una piattaforma americana Paper Source fondata da Sue Lindstrom. di creazione artistica multidisciplinare.
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Carta - d’identità 3.3.3 Libro d’artista Il libro d’artista nasce nel XX secolo all’interno del movimento Futurista e si è dimostrato un elemento determinante nello sviluppo dell’arte concettuale. Un libro d’artista può essere di carta ma non necessariamente. Si tratta praticamente di un opera d’arte a forma di libro o di un libro in cui le pagine diventano una scultura. Già William Blake (1757–1827 ) è considerato uno dei primi autori che ha realizzato un libro d’artista: libri come Songs of Innocence and of Experience: Shewing the Two Contrary States of the Human Soul (Canzoni dell’Innocenza e dell’Esperienza: rappresentazione dei Due
Libro d’artista di Alexander Korzer Robinson, creato tagliando pezzi da libri diversi. 72
Stati Contrari dell’Anima Umana) sono stati scritti, illustrati, stampati, colorati e rilegati da Blake e da sua moglie Catherine, e la fusione di testi e immagini fatti a mano creava opere intensamente vivide ed ermetiche senza precedenti evidenti. Queste opere avrebbero poi impostato il tono dei libri d’artista, collegando l’autoedizione e l’autodistribuzione con l’integrazione di testo, immagine e forma. Tutti questi fattori sono rimasti concetti chiave per i libri d’artista fino ad oggi. Per creare un libro d’artista si può utilizzare anche album di schizzi, fotografie e collage.
Libro d’artista di Jessie Chorley
Carta - d’identità Bruno Munari Artista e designer italiano nato nel 1907 a Milano. È stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura,scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco. *1 “Munari, tra i maggiori esponenti del gruppo futurista milanese, partecipa, come pittore impegnato nel dinamismo plastico di matrice aeropittorica, alle esposizioni futuriste sin dalla mostra alla Galleria Pesaro di Milano del 1926. Nella stessa galleria espone nel 1929 in “Trentatrè futuristi” e partecipa a “peintres Futuristes Italiens” alla Gallerie 23 di Parigi. E’ presente con il gruppo futurista alla biennale veneziana del 1930 cui faranno seguito quelle del 1932, 1934 e 1936. Espone alle Quadriennali romane e a tutte le mostre degli anni Trenta e Quaranta. Sperimenta tecniche fotografiche e ricerche nell’ambito della scultura con le prime “macchine inutili”. Con Cesare Andreoni, Mario Duse, Ivanhoe Gambini e Osvaldo Bot firma nel 1930 la dichiarazione di “poetica” del gruppo milanese. Nel 1934 sottoscrive a Milano con Carlo Manzoni, Gelindo Furlan, Riccardo Ricas e Regina Bracchi il Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista, nel quale si enuncia il “bisogno per esprimersi di una manifestazione al di là della pittura e della scultura, che contenga, in sintesi, del cinema (senso cinepanoramico) del ritmo, della materia, dell’aria e dello spazio”
Dal 1929 si dedica alla grafica ed alla pubblicità e nel 1930 apre con Ricas (Riccardo Castagnedi) uno studio che esprime, a programma, le proprie intenzioni estetiche con la pubblicazione nel 1035 della Tavolozza delle possibiltà tipografiche. Nell’ambito dell’editoria pubblicitaria disegna le tavole del Cantastorie di Campari usando una inconsueta spirale metallica come legatura e partecipa alla redazione, sotto la direzione di Oscar Fusetti, dell’Almanacco dell’Italia Veloce (Milano, Edizioni Metropoli) opera mai compiutamente realizzata e della quale rimane soltanto uno straordinario specimen con pagine variamente colorate o di cellophan, impaginato da Diulgheroff con bozzetti e testi, oltre che di Munari, di Marinetti, Prampolini, Balla, Diulgheroff, Dottori e Pozzo. Nella presentazione Marinetti declama: *(1)“La veste tipografica sarà assolutamente originale: nulla di già visto o previsto. Una scelta di carte di inchiostri paragonabili soltanto ai colori cangianti degli aeroplani tra l’aurora e il tramonto. Lanciamento e mitragliatrice. Tiratura a ripetizione” “I primi libri illeggibili sono esposti nel 1950 in una mostra alla galleria salto di Milano. A questi primi esperimenti in esemplare unico, ancora compromessi con l’idea dell’oggetto artistico più che con il prodotto editoriale, Munari fa seguire alcune edizioni in tiratura che già contengono i caratteri dell’opera seriale. Continua intanto, nei primi anni Cinquanta, l’attività espositiva nelle gallerie milanesi Bergamini, Studio b24, Salto e Annunciata dove Munari si spropria di nuovo materiale come plastica, la celluloide ed i laminati.” “Nel 1950-1951 si pubblica una prima raccolta 73
Carta - d’identità di materiali di documentazione, inviti di mostre, testi teorici, piccole opere grafiche: Munari in quel disomogeneo contesto incastona un libro illeggibile realizzato con carte veline colorate attraversate da un filo bianco. Lo intitolerà, deliziosamente, Quelques pages de “libro illeggibile”. “Il libro come oggetto, indipendentemente dalle parole stampate, può comunicare qualcosa? E che cosa? (…) Normalmente la carta è usata come supporto del testo e delle illustrazioni e non come ‘comunicante’ qualcosa (…) Se i formati sono organizzati in modo crescente o decrescente o intersecati o comunque ritmati, si può ottenere un’informazione visiva ritmica, dato che il voltare pagina è un’azione che si svolge nel tempo e quindi partecipa al ritmo visuale-temporale”*1
*1 Giorgio Maffei, Munari i libri Corraini Edizioni 2008 pag. 14, 20, 21, 23
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Capitolo IV carta e tradizione
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Carta - d’identità 4.1 Origami “Determinare la data di nascita dell’origami (dal giapponese ori:piegare e kami : carta) è praticamente impossibile; date le sue caratteristiche dobbiamo comunque adottare, come punto di riferimento, la “costruzione” del primo foglio di carta; infatti il papiro e la pergamena, usati precedentemente, erano materiali adattissimi al disegno e alla scrittura, ma dala la loro fragile consistenza, poco manipolabili, condizione essenziale per la realizzazione di origami. La carta fu “scoperta” in Cina intorno al 105 d.C. da uno sviluppo dei precedenti materiali e dalla necessità/desiderio di perfezionare il mestiere dello scrivere, a quei tempi riservato esclusivamente ai religiosi e ai nobili di casta. Possiamo quindi supporre che anche la piegatura della carta sia nata in Cina, intorno al II secolo. L’approssimazione, in questo caso, è necessaria:a distanza di millenni e in mancanza di sicure testimonianze è impossibile datare con precisione il giorno in cui qualche scrivano si trovò per caso a piegare la carta su cui stava lavorando. Piegare la carta rimase, comunque a quanto ci è dato supporre, un attività casuale e individuale, fino a che non approdò in Giappone, la vera patria dell’origami. Sarebbe troppo lungo, e soprattutto esulerebbe dagli scopi del libro, parlare di questa capacità giapponese di fare ogni Go-hei
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piccola occasione un pretesto per ottenere capolavori di bellezza e perfezione; per far ciò si dovrebbero studiare a fondo le tradizioni e la storia di questo paese. Quello che possiamo affermare e tutta la cultura giapponese è un continuo svolgersi di armonia e bellezza.” “L’ingresso ufficiale dell’origami nella cultura giapponese è databile intorno al IX secolo d.C., quando, durante i rituali religiosi nei templi Shinto, apparvero i primi go-hei (strisce di carta bianca piegate a zig-zag), simboli della presenza di Dio. La carta era già decenni considerata un materiale nobile e la sua introduzione, con i go-hei, nella sfera religiosa ne consolidò il fascino e il rispetto. Infatti, ben presto le complesse regole dell’Orikota (figure di carta piegata) e i modelli originali dello stesso vennero custoditi con religiosa cura dalla casta sacerdotale scintoista. Anche durante le cerimonie nuziali era usanza, e lo è tutt’oggi, attaccare delle farfalle di carta alle coppe di sakè con le quali gli sposi brindavano alla felicità delle loro unione. Queste farfalle di carta (me-cho, per lo sposo e o-cho, per la sposa) avevano un profondo significato augurale e la loro preparazione era considerata un grande onore, solitamente riservato ai parenti più stretti.” “Un altro capostipite delle figure origami fu il noshi, una benda di carta piegata, usata solitamente per accompagnare i regali. Nel XII secolo questa pratica di utilizzazione dei nastri
Carta - d’identità assunse significati particolari: la scelta della carta e la sua piegatura in armonia con il regalo rivelavano il prestigio e la posizione sociale del mittente; mentre la bellezza estetica e la maggiore o minore complessità delle pieghe dimostrano la considerazione che il realizzatore del noshi aveva per il destinatario. Con tali presupposti fu inevitabile, in un momento storicamente collocabile a metà del periodo Edo (1614-1868), il passaggio dell’origami da arte religiosa, prerogativa degli addetti al culto, all’origami quale protagonista di ogni tipo di avvenimento mondano. Quelle che a noi possono sembrare delle belle figure di carta, apparentemente frivole, simboleggiano, nell’origami classico, pensieri, azioni, creatività; non a caso le figure di carta si trovano riprodotte su dipinti giapponesi rappresentati sia gli elementi chiave della poesia classica sia i simboli di parole o termini mitici. Il passaggio dall’utilizzazione sacra a quella profana segnò l’inizio della grande popolarità dell’origami in Giappone, un “successo” che non sarebbe comunque stato possibile senza l’amore di quel popolo per il binomio forma/materia. Piccoli oggetti di uso comune e domestico (come, per esempio, aghi, rocchetti di filo ecc.)erano riposti in piccoli contenitori di carta (toto) piegati opportunamente secondo le necessità. Le erbe medicinali venivano custodite in scatolette o cofanetti (tsu-tsumi) che, realizzati in carta, permettevano di mantenere il giusto grado di umidità naturale e una perfetta traspirazione, senza compiere le erbe stesse. L’arte dell’origami, tramandata di generazione in generazione, veniva, e viene anche oggi, insegnata ai bambini in tenera età, in modo che possano realizzare essi stessi i propri giochi: l’elmetto samurai (kabuto) è una tra le figure più popolari; inoltre, non dimentichiamo che i primi aquiloni nacquero come origami volanti. Allo stesso modo, nel rispetto delle tradizioni, alle bambine venivano insegnate quelle forme di origami che, dopo il matrimonio, avrebbero dovuto abbellire la loro casa. Una tradizione, quindi, quella dell’origami, che in Giappone ha vinto il logorio dei secoli, andandosi oggi ad affiancare al computer sui banchi di scuola. Volgendo lo sguardo al mondo occidentale, non possiamo non rilevare, in riferimento agli sviluppi in determinati ambiti culturali, in primo luogo le grandi discrepanze rispetto all’Oriente: la carta, nella struttura che oggi conosciamo, approdò per la prima volta in Spagna tra l’XI e il XII secolo, quando in Giappone, fondamentalmente, nel caso del cuoio, per il divieto della religione buddista di uccidere animali allo scopo di ricavarne manufatti. Dopo la comparsa della carta, l’Europa dovette attender circa sette secoli prima di conoscere l’origami; infatti, la prima figura in carta apparve “magicamente” nel 1860, quando un prestigiatore giapponese in tournèe in Europa meravigliò il suo pubblico, esibendo una guru di carta (tsuru) che muoveva la testa semplicemente tirando la coda della stessa. Fu così che, timidamente, cominciò a diffondersi la fama dell’origami, anche se, per la verità, pochissime persone arrivarono a interessarsi seriamente dell’argomento.
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Carta - d’identità Friedrich Froebel, illustre pedagogo tedesco, che operò intorno alla metà del secolo scorso, fu il primo filosofo, in un momento di grande vivacità culturale in Germania, a riconoscere all’origami grandi potenzialità pedagogiche che la crescita e l’educazione del bambino.”*1
Sipho Mabona
La sedia creata dai designer di Flux Furniture, si è ispirato all’arte di origami. Durante la procedura di progettazione della flux chair sono stati utilizzati i veri origami di carta. I designer di questo studio usano spesso questa tecnica anche per creare altri elementi di arredo. Questa sedia ora è in vendita nella versione polipropilene.
Klein Bottle House è un architettura di ispirazione origami, progettata da McBride Charles Ryan. Situato tra le dune tee-tree e sabbia della penisola di Mornington, Australia. La casa è come un origami di molteplici strutture geometriche e così, a seconda dell’angolo di vista, nuove forme.
Studio Snowpuppe è composto da Nellianna, “un architetto che ama fare prodotti belli che contribuiscono al benessere del mondo” e il suo compagno Kenneth,”un designer industriale che si ispira alla natura.” Insieme concepiscono e creano paralumi pieghevoli che fanno riferimento a origami.
*1 Manuale degli origami. Mauro milani, Patrizia nastasi. Fratelli Melita Editori 1993 Pagine :9,10,11,12,13
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Artista Svizzera nato nel 1980 di origine giapponese, usa la tecnica tradizionale di origami per realizzare le sue installazioni moderne. La piegatura impeccabile riflettono il suo senso per linee e forme. Il primo origami dell’artista era un aeroplano di carta all’età di 5 anni. E da lì non ha mai smesso. Ha partecipato a numerosi concorsi, come la Finale Mondiale di Ali di carta di Red Bull a Salisburgo nel 006. Ha progettato origami per film aziendali, ed ha esposto le sue opere in gallerie da Tokyo a Vancouver. 4.2 Kirigami Kirigami è l’arte giapponese di tagliare la carta. Il termine deriva dalle parole “kiru” (tagliare) e “kami” (carta). Le forme decorativi preparate con questa tecnica anticamente venivano usati nei rituali giapponesi. I kirigami rappresentavano ricchezza, perfezione, grazia ed eleganza. Dal XVII secolo questa tecnica viene riconosciuto come un arte in Giappone e Cina. Si possono ottenere forme tridimensionali. E’ molto importante la simmetria. Kirigami e origami sono spesso confusi, ma questi due mestieri non sono uguali. Entrambi comprendono l’uso di carte piegati per creare fiori, animali, modelli geometrici, figurativi, strutture architettoniche o altro. Tuttavia, origami non permette di fare tagli o incollaggio sulla carta ma per costruire il progetto, è necessario piegare uno o più fogli insieme. Nei progetti kirigami invece entrambe le tecniche sono accettabili.
L’attrice Americana Diana Agron indossa un abito rosso ispirato all’arte di kirigami. 79
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4.3 Paperoles
4.4 Wycinanki
Paperoles (papier roulés) nasce nell’età barocco nei paesi cattolici in particolar modo, Francia, Italia, Spagna e Austria. E’ una tipologia di reliquario ad uso domestico, tradizionalmente realizzati da suore di clausura. I pezzi di papiroles vengono realizzati con strisce di carta dorata o colorata arrotolando su se stesse secondo motivi per lo più a soggetto floreale. Venivano poi arricchita con altro materiali quali cere, avori, vetri e cristalli. Le peculiarità di questi oggetti - una lunga e laboriosa preparazione, la dedizione al lavoro come atto di preghiera, la semplicità e “povertà” dei materiali impiegati sembrano rappresentare al meglio quella “regola” propria degli ordini religiosi.
Vee-chee-non-kee è la parola polacca per ‘paper-cut design’.Viene aplicata in Ukraina, Polonia e Belarusia. Non si ha la certezza di quando e perché questa forma d’arte abbia avuto iniziati in Polonia. In alcune risorse si dice che al tempo in cui poche case coloniche avevano finestre di vetro, per far entrare la luce ed aria si usava la pelle di pecora ritagliata con dei buchi ed e applicate alle finestre al posto del vetro da allora in poi è considerato anche come arte decorativa. Esistono due tipi di wycinanki: Uno è il Kurpie tagliato. Questo è di solito un disegno simmetrico, tagliato da un unico pezzo di carta colorata, piegato una sola volta, con abeti e uccelli come i motivi più popolari.
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4.5 Parol
4.6 Sanjhi Art
Parol è una lanterna ornamentale, a forma di stella di Natale dalle Filippine. E’ anche un’isola dell’arcipelago di Sulu, nelle Filippine. Le parol sono tradizionalmente fatta di bambù e carta ed è si trova in varie dimensioni e forme, ma in genere l’immagine della stella rimane dominante.Il design del Parol evoca la stella di Betlemme che guidò i Re Magi. Simboleggia anche la vittoria della luce sulle tenebre e la speranza e buona volontà durante il periodo natalizio. La parola parol deriva dal Farol parola spagnola che significa “lanterna”. Un altro nome meno noto è paritaán.Modelli del Parol evoluto dal lanterna di carta di stella a cinque punte.
Sanjhi, l’arte dei disegni di taglio a mano su carta, è l’arte tipica di Mathura in Uttar Pradesh, la leggendaria patria del dio Krishna. Tradizionalmente, i motivi delle storie Krishna vengono creati in stencil e utilizzati per decorare gli spazi durante le stagioni festive, o sono utilizzati per il riempimento con colori in acqua e sui pavimenti dei templi. Il processo di taglio richiede grande abilità, concentrazione e pazienza, e la raffinatezza del dettaglio è realizzato con le forbici appositamente progettati. Di recente, i modelli a traliccio grandi passi di origine Mughal, nonché altri temi contemporanei sono stati introdotti per ampliare il repertorio. Un tempo questa arte si pensava venisse praticato estesamente in Rajasthan, Madhya Pradesh e Gujarat, ma ora sopravvive solo in Mathura. Mr. Ram Soni, vincitore del Premio Nazionale pronunciato dal Presidente dell’India, appartiene l’unica famiglia che è stata coinvolta in questa arte per cinque generazioni.
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4.7 Papel picado Papel picado (“carta perforata”) è un mestiere decorativo fatto di taglio della carta in disegni elaborati. Anche se è un arte popolare messicana, papel picado viene utilizzato come decorazione per le feste religiose in molti paesi. I disegni sono comunemente tagliati dalla carta velina usando una guida e piccolo scalpello, su un mazzo di carta composta da 40 fogli. Papel picado può essere fatta anche da carta velina e l’utilizzo di piccole forbici affilate. I temi comuni includono gli uccelli, i disegni floreali, e scheletri. Essi sono comunemente visualizzati per le occasioni, laiche e religiose, come Pasqua, Natale, il Giorno dei Morti, così come durante matrimoni, quinceañeras, battesimi e cresime. In Messico, papel picado è particolarmente usata negli altari durante il Giorno dei Morti.
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Capitolo V Paper cuting
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Carta - d’identità 5.1 Paper cuting / Psaligrafia La psaligrafia è un’arte. Consistente nel tagliare la carta. Le origini risalgono dalla tecnica orientale del kirigami, che permette di ricavare da un unico foglio, attraverso l’intaglio e piegatura della carta, forme tridimensionali. Quella della psaligrafia è un’arte minuziosa, che richiede pazienza, estrema cura e concentrazione nell’ideare ed effettuare ogni singolo movimento e ritaglio al fine di non compromettere il risultato finale. L’arte del ritaglio della carta, pur essendo nata in Cina e Giappone, ha poi conosciuto diverse manifestazioni anche nei vari paesi europei. Il più antico documento sopravvisuto è un cerchio simmetrico del 6 ° secolo trovato in Xinjiang in Cina. Ottavo o nono secolo è apparso in Asia Occidentale e in Turchia nel 16 ° secolo. Nel giro di un secolo, papercutting veniva usato nella maggior parte del centro Europa. Artisti contemporanei spesso usano questa tecnica tradizionale per realizzare loro lavori. Le opere di paper-cut possono essere installazioni, illustrazioni, quadri, sculture o oggetti decorativi e tanto altro. I paesi famosi per la loro tradizione di carta ritagliata India: Sanjhi, Giappone: Kirie, Kirigami, Indonesia: Batik, Filippine: Parol, Mexia: papel pikado, China: Jianzhi
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“Una Leggenda Racconta….. Molte leggende ci raccontano come sia nata questa forma d’arte, ma una delle più affascinanti è quella di una donna bella e colta vissuta nel periodoTang (936-947)questa signora eccelleva sia nella pittura che nella letteratura e spesso rimaneva seduta fino a tarda notte davanti alla finestra, assorta in contemplazione. Una notte notò stagliarsi contro la finestra l’ombra del bambù che danzava nel vento e, preso il pennello, la dipinse direttamente sulla carta pergamenata della finestra. Alla luce del giorno seguente, il dipinto si stagliava vivo e realistico. Molti artisti cominciarono così a dipingere le ombre in trasparenza e poi a ritagliarle, fino a eccellere in questa nuova forma di arte cinese. Il ritaglio in carta, una delle arti popolari cinesi, è diffuso su larga scala nelle zone rurali, specialmente tra le contadine, perché la materia prima e gli strumenti da usare nel lavoro sono semplici: bastano un paio di forbici e un pezzo di carta. La carta intagliata è difficile da conservare per molti anni essendo poco resistente, per cui è quasi impossibile trovarne reperti archeologici. Però, nel 1959, sono state rinvenute nella “Montagna ardente” della regione Turpan nel Xinjiang, cinque carte intagliate a forma rotonda risalenti al V-VI sec. d.C., con alto livello artistico, di cui una con due scimmie e l’altra con due cavalli. Inoltre, prima che fosse inventata la carta, venivano usate spesso per il ritaglio le foglie della firmiana simplex. Negli “Annali” di Sima Qian della dinastia degli Han dell’Ovest (206 a.C.-8) si dice che il re Zhouchen regalò a suo fratello Jiyu un ritaglio in foglia di firmiana
Nella pagina sinistra: 1-Gail Armstrong , 2-Yulia Brodskaya, 3-Studio Zim and Zou, 4-Rebeka Molnar 85
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simplex a forma di meridiana di giada e lo nominò duca del feudo Tang. Ciò dimostra che quest’arte allora era già conosciuta. A prima vista, la tecnica dei ritaglio è abbastanza semplice, ma diventa molto difficile realizzare un’opera d’alto livello. Di conseguenza, da piccole, le contadine incominciavano a imparare quest’arte dalla loro madre; dall’imitazione alla realizzazione di una bella opera, avevano bisogno di decine di anni di pratica così da arrivare alla perfezione. Sebbene fossero analfabete, certe contadine avevano un’iniziativa stupefacente. Grazie alla loro memoria e alla conoscenza dei costume popolare, oltre che all’affetto verso i loro familiari e alla loro passione per l’arte del ritaglio, di sera, dopo il lavoro, vi si immergevano, realizzando così numerose opere, fini e semplici, dall’espressione vivida che dimostravano il loro ingegno artistico. Inoltre, inventarono metodi innovativi con l’uso di carta stracciata, bruciacchiata, multicolore, punteggiata, dipinta e colorata, arricchendo così il “linguaggio artistico” del ritaglio. Le operatrici di quest’arte non hanno ancora subito l’influenza della plastica e delle visuali scientifiche, conservano il modo di pensare primitivo e cioè guardano gli oggetti da riprodurre, secondo il loro modo di conoscenza; per esempio, sulla testa di profilo di un bue aggiungono due occhi verticali; certo, il bue ha due occhi e le artiste adottano questo metodo espressivo per abbellire l’opera. Nell’addome della mucca è aggiunto un vitellino, perché questo mostra che la mucca ha concepito. Questo modo d’espressione, con la libertà dai limiti dello spazio e del tempo, in una forma semplice e originale, ha costituito una concezione di creazione artistica, per cui le figure e i disegni in ritaglio assumono un’espressione ingenua e attrente. Le tradizioni culturali, le condizioni di vita e di ambiente e la sensibilità estetica delle diverse regioni della Cina si differenziano molto e hanno esercitato la loro influenza sugli stili dell’arte del ritaglio delle varie località. In genere, le figure. ritagliate della Cina del Nord sono rustiche, mentre quelle delle Cina del Sud sono più raffinate. Nella parte settentrionale della Cina, gli stili dell’arte del ritaglio sono rimasti più rustici, perché, come nel nord Shaanxi sull’altopiano del loess, si conservano ancora i costumi tradizionali antichi, per cui ritengono le immagini dei totem primitivi e del culto della vita, con le loro forme rozze e ingenue. Nelle zone costiere meridionali invece, lo stile si è raffinato a causa dello sviluppo economico e
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Carta - d’identità della facilitazione delle comunicazioni. Le loro forme sono più realistiche e concrete, rispetto a quelle concise e semplici del nord-ovest della Cina. Nelle zone delle minoranze nazionali della Cina del Sud-ovest infine i disegni in ritaglio mantengono un sapore primitivo e locale. Oggi, l’arte del ritaglio ha suscitato l’interesse di numerosi intellettuali della città e perciò sono apparse anche produzioni con soggetti che esprimono la vita moderna. Le opere popolari di ritaglio, oltre a conservare ancora il loro gusto tradizionale, hanno cercato anche di esprimere la vita della campagna. Con genialità, alcune artiste sono riuscite a realizzare opere d’alto livello, concentrando in una sola scena numerose persone, con intrecci complicati e giochi di spazi, combinati insieme in modo armonico ed espressivo come in una bella pittura a colori senza sproporzioni nella struttura. Negli anni recenti, sono state introdotte delle innovazioni, come la composizione o il collage con vari pezzi di carta di colore diverso, incollati insieme per esprimere meglio i sentimenti e l’immaginazione umana. L’arte del ritaglio è entrata così nella foresta dell’arte plastica e le sue autrici, donne umili e silenziose della campagna, sono considerate giustamente come artiste popolari.”*1 1* La Cina, Huayuancun. L’arte del ritaglio in carta, Beijing, Casa editrice di Xinxing, 1990 Immagini :Pagina precedente, Jen Stark. Sotto, Brittney Lee.
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Carta - d’identità 5.2 Silhouette di carta La silhouette, è la riproduzione grafica bidimensionale del contorno di un oggetto, di una persona o di ogni altra figura rappresentabile. Il termine nacque in Francia, nella seconda metà del XVIII secolo, per indicare una tecnica di ritratto, eseguito riproducendo i soli contorni del viso, come un’ombra, chiamati “profil à la silhouette”. La definizione è scherzosamente riferita al ministro Étienne de Silhouette, divenuto proverbiale per la sua politica amministrativa essenziale ed improntata all’estrema parsimonia. La parola silhouette è poi divenuta d’uso comune anche in altri Paesi europei, compresa l’Italia dove viene utilizzata, generalmente, per definire il profilo slanciato di una persona, in particolare di una donna, di un’automobile sportiva o di un oggetto d’arte. La silhouette viene spesso usata nei libri illustrati pop-up, giochi di ombra o video
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Lotte Reiniger (Berlino, 2 giugno 1899 – 19 giugno 1981) è stata una regista, animatrice di silhouette tedesca. Reiniger manifesta sin da bambina grande abilità nel ritagliare silhouette di carta. Si introduce nell’ambiente cinematografico facendo da comparsa in alcuni film, poi grazie al suo hobby, un produttore le propone di realizzare un film di silhouette animate. Nel 1919 presenta il suo primo film, “L’ornamento del cuore innamorato”, che ebbe subito gran successo. Nel 1923 ottiene un grosso finanziamento da Luis Hagen per realizzare un lungometraggio a silhouette. Nasce così “Le avventure del principe Achmed”, primo lungometraggio di animazione al mondo, datato 1926. Si tratta di un film muto e in bianco e nero, anche se si utilizzano viraggi colorati per dare rilievo alle emozioni dei personaggi o per suggerire l’alternanza giorno/notte. La trama è avventurosa e riprende le ambientazioni de Le mille e una notte. Nella pagina sinistra: 1-Elsa Mora , 2-Jayme McGowan, 3-Owen Gildersleeve, 4-Hattie Newman 89
Carta - d’identità Tecnica di ritaglio
cappelli. Si parla in questo caso di plotter da taglio vinile. Solitamente sono già dotati Tagli a laser e plotter da taglio di programma tipo CutStudio o possono interfacciarsi ad applicativi vettoriali comuni Il taglio laser è un processo veloce come Corel Draw oppure Illustrator. I e semplice che permette di tagliare plotter a taglio vinile sono molto usati nella rapidamente la carta ed il cartone per grafica pubblicitaria, nell’insegnistica e nella il settore degli imballaggi e per altri comunicazione. Ad esempio si possono settori industriali. I laser si adattano vedere le grafiche degli stand espositivi nelle particolarmente bene alla lavorazione di fiere che si svolgono in varie città. materiali delicati, come la carta. Il taglio laser è anche un processo sicuro e senza Taglio a mano contatto che funziona per combustione, senza modificare il colore e la struttura dei Gli attrezzi principali per realizzare carta ritagliata a mano. materiali d’origine. Alcuni plotter, in cui il pennino o la testina di stampa sono rimpiazzati da Coltelli Xacto : Uno con la testina mobile, una lama pivotante, vengono impiegati uno con la testina rotante per le curve per intagliare disegni, scritte e forme Forbici: Vari tipi su vinile adesivo, solitamente colorato. Richello di metallo Possono sagomare anche materiali Tappetino (piano) di taglio rifrangenti o termotrasferibili, che vengono Vari tipi di carta successivamente trasferiti su maglie e Colla (se necessario)
Un mini plotter da taglio
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Attrezzi per taglio di carta manuale
Carta - d’identità 5.3 Papertoy e Paperdoll Bambole di carta sono figure ritagliate su carta o cartoncino, con i vestiti separate, anch’esse in carta, che di solito sono tenute sulle bambole da linguette pieghevoli. Possono essere una figura di un oggetto persona, animale o altro. Bambole di carta sono stati giocattoli poco costosi per quasi duecento anni. Oggi, molti artisti si stanno trasformando le bambole di carta in una forma d’arte. Bambole di carta sono stati utilizzati per la pubblicità, è apparso in riviste e giornali. Essi sono diventati oggetti da collezione molto ricercato dopo, soprattutto per quanto bambole di carta d’epoca più rare a causa della durata limitata di oggetti di carta. Oggi bambole di carta sono ancora in fase di creazione. Alcune figure di plastica sono simili a bambole di carta, come Colorforms figure e bambole Flatsy. Volti o altri oggetti sono stati applicati alla carta e sono stati utilizzati durante i riti religiosi e cerimonie nelle
culture asiatiche molti secoli fa. La carta giapponese utilizzata per Origami piegato a forma di Kimono. Burattini balinesi in cuoio risalgono da prima dell’era cristiana. In Europa, in particolare la Francia, le prime bambole di carta sono state fatte durante la metà del 18° secolo e venivano chiamate “pantins” ballare o saltare fantoccio jack. Erano destinati a divertire adulti e diffuse in tutta l’alta società. Sono stati disegnati o dipinti come le persone con la moda per ogni bambola. Questi erano più simili a bambole di carta contemporanee occidentali. Rari dipinti a mano serie di figure di carta risalenti alla fine del 1780 si trovano in alcuni musei oggi. Il più grande produttore americano di bambole di carta, Fratelli McLaughlin, è stata fondata agli inizi del 1800 ed è stata venduta a Milton Bradley nel 1920. In questo periodo le bambole di carta è diventato popolare negli Stati Uniti e poi è cresciuto in popolarità nei decenni successivi.
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Capitolo VI carta digitale
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Carta - d’identità Carta digitale
6.1 Pepakura
L’effetto del ritaglio di carta - paper cuting, spesso viene utilizzata anche nel computer grafica e illustrazione digitale. Specialmente nel campo di grafica pubblicitaria, animazione e cartone animato. Esistono tecniche e software speciali per creare questo tipo di lavori.
Il Papercraft, o pepakura, è un metodo per creare oggetti tridimensionali con la carta, simile all’arte degli origami. La tecnica si distingue dagli origami in quanto il prodotto finale è generalmente ottenuto da modelli 3D, ritagliati con le forbici, piegati ed incollati.
The Paper Fox è un progetto dell’illustratore Jeremy Kool. Usa i caratteri 3D digitali nelle sue animazioni. La volpe nell’immagine si ispira all’arte di origami. E’ stata creata al computer usando effetti speciali che lo fanno sembrare un oggetto di carta.
Un dettaglio dal video del cantante italo-inglese Piers Faccini. E’ stato realizzato con la carta ritagliata manualmente e rielaborata successivamente con sistemi di animazione digitale.
Un illustrazione di carta digitale creato dallo studio Bomboland.
Una bambola di carta creata con il software Pepakura. 95
Carta - d’identità 6.2 Cartone animato
Un altra idea che è stato il fonte di ispirazione al cartone animato è quello del Fisico belga Joseph Antoine flip book. Un flick book o flip book è un Ferdinand Plateau (Bruxelles, 14 ottobre 1801 – Gand, 15 settembre 1883) è stato l’ideatore libro fatto con una serie di immagini che del cartone animato. Plateau inventò una cambiano gradualmente da una pagina sorta di stroboscopio, il “phenakistiscopio”. all’altra, in modo che quando le pagine sono Composto di due dischi, uno dei quali con girati rapidamente, le immagini sembrano finestre radiali equidistanti attraverso le animare simulando il movimento. Sono quali l’osservatore poteva vedere il secondo spesso libri illustrati per bambini, ma può disco che conteneva una sequenza di anche essere orientate verso gli adulti e di immagini. Quando i due dischi ruotano alla utilizzare una serie di fotografie piuttosto velocità corretta l’osservatore può vedere che disegni. un’animazione. La proiezione di fotografie stroboscopiche, che creavano l’illusione del movimento, avrebbe poi portato allo sviluppo della tecnica cinematografia.
Un disco phenakistoscope da Eadweard Muybridge. Phenakistoscope macchina inventata da Joseph Plateau (1832)
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Un flick book (flip book)
Carta - d’identità Il termine “cartone animato” (plurale: cartoni animati) deriva dall’italianizzazione del corrispondente termine inglese animated cartoon. Il termine cartoon, diffuso anche nella lingua italiana come sinonimo di “cartone animato”, è a sua volta derivato dall’italiano “cartone” con riferimento ai disegni preparatori per arazzi e affreschi e nella lingua inglese nasce per designare le vignette umoristiche presenti nei giornali, in tal senso utilizzato per la prima volta nel 1843 nella rivista Punch. I cartoni animati oggi vengono realizzati per il cinema, la televisione, per il mercato home video e, negli ultimi anni, anche per il Web. In origine il cartone animato si afferma nel cinema. Nel secondo dopoguerra il cartone animato entra gradualmente in televisione scomparendo al contempo dal cinema ad eccezione dei lungometraggi. Questo passaggio lo trasforma radicalmente nello stile del disegno (con il progressivo abbandono di mimica e surrealismo), nelle tematiche affrontate e nel pubblico di riferimento. I disegni sono realizzati utilizzando differenti metodi: dai primi cartoni animati in frame by frame, comprendenti sia soggetto che sfondo; all’uso del rodovetro, foglio di acetato trasparente, che permette di ridisegnare solamente i personaggi in movimento; fino ad oggi, quando i disegni si effettuano su fogli di carta leggera, semitrasparente, per poi essere scanditi e montati mediante l’elaboratore elettronico. Il processo di animazione può essere realizzato in vari modi: o in animazione tradizionale, o in animazione computerizzata; con l’ausilio di rotoscopio, motion capture, oppure senza. Lo sfondo nel cartone animato tradizionale veniva dipinto su un foglio bianco, dove nel caso, include anche parti dei personaggi. Una delle aziende più conosciute in tutto il mondo Walt Disney Fondata il 16 ottobre 1923 da Walt Disney e suo fratello Roy Oliver Disney. Il disegno di Ub Iwerks dal primo cartone animato a colori e suono “Flip the Frog” creato per Walt Disney.
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Artista Benja Harvey nel suo studio
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INTERVISTA CON GLI ARTISTI le parole del creativo sul suo materiale preferito carta
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Calvin Nicholls
Come definirebbe il suo lavoro ? Un tentativo di catturare la sottile 1957 Oshawa, Canada forma e tessitura delle sculture in bassorilievo in una luce precisa. La conversione di uno Studi Graphic Design Sheridan College schizzo 2D in una scultura in bassorilievo Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta che crea l’illusione di 3d. Presentare in modo convincente tutti questi obiettivi in come materiale ? Ispirato a Jonathan Milne e Reinhard una stampa a due dimensioni in modo che la gente viene fino alla stampa incorniciata negli anni 1980 e toccare il vetro. Quale altro materiale usa per creare le sue opere ? Carton plume, varie grammature di carta, colla per archiviazione metilcellulosa, Colla PVA (Acetato di Polivinile)
Note che desidera aggiungere Il semplice effetto di luce e ombra è assolutamente deliziosa. Per me è un piacere giocare con la luce attraverso i intagli e pieghe, arricciature e carta strutturata. L’esplorazione di strumenti e materiali hanno guidato la mia tecnica. Che tipo di carta preferisce e perché ? 100% cotone, o con buffered Ho una completa ammirazione per gli archival products - la carta di diverso peso artisti passati e presenti di scultura di carta. Continuano a cercare il soggetto perfetto e e spessore. di migliorare costantemente la capacità di osservazione e disegno in modo che le mie Qual è il suo progetto da sogno ? Gesti intriganti, uccelli, mammiferi sculture migliorino.
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Charles Clary
no”. Erano economici e c’erano almeno 20 colori tra cui scegliere e da lì è partito 1980 Morristown, USA tutto. Amo la capacità della carta di essere Studi BFA in Pittura da Middle Tennessee così fragile eppure immensamente rigida State University con un minor in quando a strati. Continuo ad usare la carta Illustrazione e un MFA in Pittura dal a causa della sua versatilità. Mi piace anche il fatto che io possa creare installazioni di Savannah College of Art and Design grandi dimensioni, senza dover disporre di Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta un spazio enorme in studio. come materiale ? Lavorare con la carta in realtà è Quale altro materiale usa per creare le sue accaduto per necessità. Vorrei che ci fosse opere ? La maggior parte del mio lavoro ha un momento romantico di “AH!”, ma ecco la vera storia. Mi era stato assegnato uno un supporto in legno. spazio di studio a New York attraverso Questo sostegno mi permette di creare il dipartimento di pittura SCAD e non lavoro su larga scala senza dover aumentare avevo alcuno strumento per la lavorazione il formato della carta che uso. del legno per rendere i pannelli di grandi Il più grande che posso ottenere è 12 “x dimensioni o oggetti scultorei quindi 12”.Uso i tubi stirene per distanziare ogni ho dovuto su cui sperimentare con qual strato di carta. Ciò consente il lavoro di cos’altro. Ho avuto uno stage presso Galleria distanziarsi dalla parete e di creare una vera Pierogi di Brooklyn e mi successo di uscire dimensionalità. Utilizzo anche una colla rapida da dalla metropolitana vicino alla 14th strada e ho deciso di tornare in dietro fino alla archivio priva di acidi, resistente all’acqua, 38. Mentre camminavo ho incrociato un e senza lino. Uso anche colori acrilici al negozio che aveva una grande selezione di lattice di tutti i tipi per creare interessanti carta dei colori folli ho pensato “perché schemi di colori e luminosità.
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Carta - d’identità Che tipo di carta preferisce e perché ? Uso principalmente carta decorata della Basics Bazzil. La carta è un cartoncino pesante da archivio che ha alta resistenza alla luce UV. E ‘disponibile anche in centinaia di colori diversi così ho un ampia tavolozza di colori. Carta Bazzil ha anche una serie di decorazioni che loro stampano sulla loro carta e questo aggiunge molto al mio lavoro. Quali artisti l’hanno influenzata ? Ci sono troppi artisti per essere menzionati ma per quanto riguardo gli artisti della carta: Noriko Ambe, Bovey Lee, Hunter Stabler, Kara Walker, Jane Sud, Jen Stark, e Kako Ueda, Pittore: Todd Schor, David Ellis, David Zeller, Lee Yoon, Darina Karpov, Takashi Murakami, Jeff Soto, Dalek, Aaron Noble, e molti altri. Scultori: Scott Hove, Jason Frreny, Babtiste Debombourg, Johnston Foster, Anish Kapoor, Keil Johnson, Brendan Lee Tang, e molti altri. Qual è il suo progetto da sogno ? Mi piacerebbe creare una installazione grande quanto una stanza, con pareti, pavimenti e soffitto tutti coperti con i miei lavori in carta.Voglio pavimenti ricoperti di strati di legno e di schiuma da cui sporga la carta e crea qualcosa di coinvolgente e onnicomprensivo.
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Come definirebbe il suo lavoro ? Io lo vedo come una rappresentazione virale del ritmo o della musica. Voglio che lo spettatore faccia un collegamento fra colonie di virus, spore di muffa, topografia, batteri, piastre di Petri con la musica, la ripetizione, il ritmo e il caso. Voglia che il mio lavoro sembri minaccioso ma in un modo giocoso e invitante. Mi piacciono i film dell’orrore “kitsch” e la loro abilita di far mi ridere anche se cercano di essere paurosi e poi finiscono con essere ridicoli, per esempio “The Night of The Comet”, “Killer Clowns From Outer Space”, “Slither”, “Shaun of The Dead” e “Ghoulies”, questo il modo in cui vedo il mio lavoro. I miei lavori non solo ricordano i virus ma anche hanno la fragilità della carta. Cosicché chi gli guarda vuole stare attento ma anche attratta dal lavoro e vuole toccarlo.Alcuni arrivano perfino a leccarlo (senza scherzi) c’è stato effettivamente una donna che ha leccato i miei lavori da quanto le piacevano. Note che desidera aggiungere E stato spesso domandato se io taglio tutto a mano e la risposta è un enfatico, si! Apprezzo quello che la tecnologia ha fatto per far progredire le arti ma c’è qualcosa di speciale nel fatto a mano, dato che uso un coltello da hobby e centinaia di lame e ore di lavoro per tagliare ogni strato meticolosamente fino a creare qualcosa si profondo per 20 pollici.
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Andy Singleton
1983, Nottingham, England Studi 2002-03 Leeds College of Art 2003-06 Manchester Metropolitan University Laurea in Animazione / illustrazione BA Hons Degree
a 160 gsm che è acido libero ed è di buona qualità e con una texture piacevole. Io tendo ad usare carte, Fabriano Tiziano, Canford e Murano e ho anche usato carte da acquarello per alcuni progetti che sono veramente di buona qualità.
Quali artisti l’hanno influenzata ? Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta Direi,senza starci a pensare, gli artista che mi hanno influenzato sono: Vincent Van come materiale ? E’ stato l’ultimo anno della mia Gogh, per il suo movimento e energia nelle laurea. Disegnavo con molti dettagli. Ho sue opere, l’architetto Antoni Gaudi e video iniziato a tagliare i schizzi nel mio quaderno. artista Chris Cunningham influenzato i miei Dopo aver giocato con l’idea, ho deciso di primi lavori, solo per citarne alcuni. produrre immagini solo attraverso il taglio Qual è il suo progetto da sogno ? della carta ed è da lì cresciuta. Non sono ancora sicuro. Ma credo Quale altro materiale usa per creare le sue che mi piacerebbe, in futuro, scolpire opere in materiali più stabili come il legno o la opere ? Mi piace ancora disegnare un sacco pietra. e così continuo a fare delle illustrazioni disegnate a mano. Con il taglio di carta e Come definirebbe il suo lavoro ? Direi che il mio lavoro nasce lavori di sculture utilizzo solo la carta di dall’ o sservazione della natura e delle sue buona qualità, il mio bisturi e la colla. forme fluide. Cerco di iniettare un senso di energia, ritmo e movimento in tutti i miei Che tipo di carta preferisce e perché ? Io uso carte diverse per lavori diversi, lavori. ma la mia carta preferita è qualcosa intorno
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Carta - d’identità Quali artisti l’hanno influenzata ? Mary Blair e Charlie Harper per le loro qualità 1975 Los Angeles, USA grafiche. Davvero, ci sono troppe per poterle elencare. Tutti i miei artisti preferiti ce li ho Studi Laurea in Animazione e animazione nella mia lista dei link sul blog. tradizionale presso a The Academy of Art University di San Francisco in California Qual è il suo progetto da sogno ? Sto per inizare a lavorare su questo, ma Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta non posso parlarne ancora. E’ stato un grande come materiale ? sogno lavorare per Disney Imagineering Ho seguito una classe di design e colore quindi sono entusiasta di aver avuto modo di di un maestro di scultura di carta.Vedergli lavorare con loro su sei progetti. Mi piacerebbe fare delle belle piume di carta mi ha ispirato a fare illustrazione per moda e libri illustrati per giocare con la carta come materiale. bambini.
Megan Brain
Quale altro materiale usa per creare le sue opere ? Polistirolo, legno e vernice.
Come definirebbe il suo lavoro ? Grafico. Inoltre, devo essere molto ispirato dalla materia e cerco dimostrare la passione nei progetti che ho lavorato.
Che tipo di carta preferisce e perché ? Carta bianca di Bristol in diverso spessore. Per lo più quelli in 2,3 e 4 strati. Quelli Note che si desidera aggiungere 3 e 4 strati sono facili da tagliare con una lama La carta è un grande mezzo. E’ l’x-acto e reggono bene la forma. Se non ho accessibile e piuttosto economico per l’acquisto. tempo di dipingere uso carta da album. E’ divertente da giocare e facile da modificare. Il mio obiettivo è quello di cercare di utilizzare diversi tecniche in ogni progetto.
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Stuart Rex McLachlan
Adelaide, South Australia, 30/05/1965 (beh sì, sto invecchiando) Studi Bachelor of Design in illustrazione e grafica Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta come materiale ? Inizialmente era a causa della noia. Lavoro come illustratore freelance, stavo cercando un nuovo approccio a quello che faccio. Avevo bisogno di una sfida nel mio lavoro ed ero frustrato dal fatto di essere sempre più preso dal computer. Desideravo fare di più opere d’arte fatte a mano. Un week-end, mentre facevo lavori in casa con mia figlia, lei mi ha ispirato a provare qualcosa di nuovo. Mi è piaciuto molto quello che stavo facendo con lei, giocare con l’artigianato e la carta, fare le cose. La tecnica della carta sembrava venire molto naturale per me, più di ogni altra tecnica che ho provato prima, così ho fatto alcuni piccoli lavori veloci, gli ho presi con la mia macchina fotografica. I risultati mi hanno sorpreso e per avere una conferma ho chiesto al mio agente che era molto schietto e diretto. Con mia grande sorpresa, pensava che fossero davvero
buoni. Poi ho capito che era una tecnica degna di essere adottata. Ad ogni modo, ho grande piacere come artista a fare quello che faccio, dopo tanti anni penso di aver finalmente trovato il mio particolare ‘stile’. Quale altro materiale usa per creare le sue opere ? Principalmente uso la colla, e carta. A volte uso anche filo di ferro sottile in alcuni lavori in modo che la carta possa essere supportata, ma cerco di mantenerlo puro più che posso. Dato che mi considero un artista della carta mi penso che dovrei provare rimanere in questo àmbito e vedere fin dove posso portare l’uso di questo materiale. Ciò non significa che non l’userò altri materiali come plastica e metallo, per creare il miei lavori. Che tipo di carta preferisce e perché ? Mi piace soprattutto utilizzare carta da acquerello di Arches in varie grammature in quanto è molto resistente e abbastanza solida per piegare la carta e tagliare. Inoltre ha una texture piacevole. Io uso qualunque altra carta che è appropriato per il pezzo che sto facendo. Lo faccio in modo che il mio lavoro non abbia un aspetto limitato, voglio esplorare tutte le capacità
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Carta - d’identità del mezzo e non voglio essere limitato a un piacerebbe fare una grande installazione di vetrina particolare aspetto su una specifica carta. a New York, che presto può esserci una possibilità di disegnare un’intera collezione con pezzi di Quali artisti l’hanno influenzata ? carta usata per la sfilata di un fashion designer A causa del modo in cui mi sono trovata importante. Ci sono alcuni progetti attualmente a fare i lavori di carta, non sono stato influenzato in lavorazione che possono portare al “progetto da da altri artisti nel campo della carta, non ero sogno”. Attualmente sono incaricato di progettare nemmeno a conoscenza che c’era un gruppo di un costume veramente folle e all’avanguardia, persone che stavano utilizzando questa tecnica. per l’uso in un grande evento artistico in Nuova Ero a conoscenza di uno o due illustratori che Zelanda e può essere la progettazione di alcuni in utilizzano la carta, ma questo era tutto quello negozio e presto un lavoro di vetrina per un’altra che sapevo sul suo uso. Mi hanno influenzato azienda britannica dell’abbigliamento. gli illustratori come Marshall Arisman, Brad Holland, Billout Guy, Ralph Steadman. Gli artisti Come definirebbe il suo lavoro ? con quali sono cresciuto amando sono maggior Il mio lavoro è fatto a mano, che è parte Surrealisti come Dalì, Magritte, Monet, importante per me in questo momento. Voglio Sisley e ero affascianato dal genio di Gaudi, e che il mio lavoro sia sottile, e emotivo pur molti dei maestri italiani. Amo assolutamente le mantenendo una semplicità visivo. Il mio pennellate e la concezione non convenzionale lavoro vuole sorprendere lo spettatore con i suoi della pittura di Francis Bacon che considero uno contenuti e possibilmente commuovergli in di più grandi pittori di sempre insieme a Warhol qualche modo. Molti dei miei pezzi hanno lo che ha avuto una grande influenza sul progresso scopo di richiamare semplicemente un tono o dell’arte contemporanea. un sentimento, a volte di una bellezza, oscurità L’altra grande influenza nel mio lavoro è quello o disagio. Il mio lavoro e le idee arrivano da un degli artisti di poster del 1920-1950, l’utilizzo livello più inconscio, lascio emergere le idee e semplice e sobria del colore e della forma era pensieri attraverso schizzi e poi nel pezzo finito. meraviglioso e la tipografia è stata esemplare. L’uso Sono molto attento alla qualità quindi preferisco molto selettivo di forma e colore per descrivere produrre pochi pezzi di buona qualità che molti un’idea in questi manifesti hanno sicuramente lavori mediocri . Concetto è importante per me e influenzato il mio modo di progettare le mie io aumenterò l’uso di narrazioni sociali e politiche immagini in forme di silhouette. Devo dire che il nei miei pezzi personali futuri. Faccio arte perché cinema ha avuto una grande influenza su di me e mi piace e lascio che mi porti ovunque vada, trovo cerco di portare in quella drammaticità e luce nel difficile da definire, perché è una cosa sempre in mio lavoro. evoluzione. Quello che mi eccita come artista è che non so dove andrà il prossimo. Qual è il suo progetto da sogno ? E ‘difficile dirlo, ogni lavoro è così diverso in questo momento e mi piace sfidare tutti. Mi
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Andrea Mastrovito
Dipende sempre dal tipo di lavoro che si fa. Ad esempio non posso certo scegliere la carta dei Bergamo, 1978 libri che utilizzo. Se, invece, parliamo dei collages, Studi Liceo Scientifico F. Lussana, Bergamo, senz’altro prediligo le carte antiacido e le carta 1992-1997. Accademia Di Belle Arti G. Carrara, fabriano, specialmente la murillo, che trovo perfetta sia per le tinte cromatiche che per la texture, che Bergamo, 1997-2001 la rinforza rendendola più solida anche una volta Perchè ha deciso di usare la carta come materiale ? tagliata e ritagliata. La carta è solo uno dei materiali che Quali artisti l’hanno influenzata ? utilizzo. Beh ogni artista è fonte di interesse. Da Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta Giotto a Damian Ortega, da Masaccio a Kentridge, da Picasso e Matisse a come materiale ? Schifano e Cai Quo Qiang, Beh, penso che persino i disegni della qualunque artista utilizzi la Beecroft sono stati fonte di carta. Anche solo per uno ispirazione. E poi, su tutti, schizzo. i maestri giapponesi come Il fatto di usarlo per quello che Hokusai e Utamaro ed è, e non semplicemente come il grandissimo Alighiero supporto, deriva dall’amore Boetti, che racchiude con per le tecniche incisorie sia la sua poetica e la sua calcografiche che xilografiche: semplicità apparente, un la carta ritagliata permette di mondo infinito ogni qual rendere il segno “univoco”, volta che mi tuffo in un suo bidimensionale, quindi più lavoro. semplice (da leggersi) e più diretti.
Qual è il suo progetto da sogno ? Sì ma è top secret, al momento. Forse, se tutto va bene, lo si potrà realizzare l’anno prossimo.
Quali altri materiali usa per creare le sue opere ? I video, il disegno, la pittura, la fotografia, la fotocopia, la performance: sono tutti modus operandi che utilizzo alternandoli uno all’altro, assieme a strumenti e materiali che Come definirebbe il suo lavoro ? Il mio lavoro è sempre una ricerca sul variano di volta in volta. ciclo della vita e sui segni che lo caratterizzano, e un tentativo continuo di ritrovare i fili nascosti che Quale tipo di carta preferisce e perché ? Non c’è un tipo di carta che preferisco. li collegano.
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Riki Moss
Brooklyn, NY, USA Studi University of Chicago, Vermont Institute of Fine Arts, San Francisco Art Institute Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta come materiale ? Alla ricerca di un materiale leggera per scultura da sostituire con argilla. Carta!
Che tipo di carta preferisce e perché ? Carta Abaca, battuta 7 volte,per le sue caratteristiche di forza, traslucidità e restringimento. Quali artisti l’hanno influenzata ? Tanti. Louise Bourgeoise, DeKooning, Roxy Payne per citarne tre
Qual è il suo progetto da sogno ? Avvolgere il mondo col una foresta di carta per sedurre gli spettatori e fargli Quale altro materiale usa per creare le sue notare il pianeta. opere ? Alcuni strutturazione interni e Come definirebbe il suo lavoro ? Scultura, mitico-spirituale, curioso, armature provocatorio in modo dolce, eco-art, transitoria.
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Béatrice Coron 1956, Francia
Studi Cinese Mandarino (2 anni), Beaux Arts de Lyon (meno di 1 anno) Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta come materiale ? Leggero, economico, sia 2D che 3D
Quali artisti l’hanno influenzata ? Specialmente artisti giapponesi di Ukiyo-e Qual è il suo progetto da sogno ? Installazioni di giganti libri d’artista Come definirebbe il suo lavoro ? Astrazione cogente ad entrare sequenze oniriche e realtà parallele.
Quale altro materiale usa per creare le sue opere ? X-acto coltello e piano di taglio Che tipo di carta preferisce e perché ? Preferisco Tyvek perché molto resistente
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Benja Harney
Che tipo di carta preferisce e perché ? Non sono così pignola ad essere Studi Diploma Avanzato in Progettazione onesti. Uso quello che posso trovare nei negozi d’arte locali. A volte se il progetto lo Grafica 2005 richiede, ne ordino qualche carta speciale. Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta Nella mia esperienza la migliore carta del mondo viene dal Giappone. come materiale ? 1977 Sydney, Australia
Nel 2004 mentre studiavo graphic design qui a Sydney abbiamo avuto una classe rudimentale nella costruzione di carta e mi sono ricordato di quanto amavo fare le cose con le mie mani da bambino. La carta era all’improvviso lì e mi sono completamente appassionato. La mia attività Paperform nasce dalla mia passione per paper engineering. Non avevo idea di cosa stessi facendo o nessuno cui chiedere aiuto. E’ stato un processo piuttosto naturale - non avevo mai pensato che si potesse fare una carriera giocando con la carta, ma mi è piaciuto tanto, ero deciso a lasciare il mio segno nel mondo. Dopo aver finito la scuola ho iniziato con la creazione di progetti autonomi per mostre d’arte, lavori personale ecc. Dopo ho finito un po’ di lavori miei amici cominciarano a chiedermi di collaborare a progetti commerciali. Sono passati 7 anni ormai - un viaggio completamente pazzo finora! Quale altro materiale usa per creare le sue opere ? Carta, colla, nastro biadesivo, polistirolo, cartone. Tutto davvero.
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Quali artisti l’hanno influenzata ? Sono sempre stato fortemente influenzato dagli stili classici di arte, design e architettura. In qualche modo le proporzioni come erano elaborate allora sembrano produrre i risultati più piacevoli ai miei occhi. Dal punto di vista moderno, i disegni di Ettore Sottsass e il suo movimento Memphis sono i miei preferiti: tutto il colore del blocco, il modello e la forma che ha impiegato è pieno di ispirazione per me. Qual è il suo progetto da sogno ? Ad essere sincero mi sento vivere il mio progetto da sogno in tanti modi. Riesco a seguire la mia passione e collaborare con tanti talenti molto creativi. E ‘stato un viaggio fantastico fin’ora! Mi piacerebbe spingere le mie capacità verso qualcosa di simile design per prodotto / mobili. Come definirebbe il suo lavoro ? Colore e forma con una dedica a precisione e sfida tecnica.
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Lydia Hirte
foglio di carta che ho usato e lo spessore del metallo. Lavorando con cartone il ricordo dei 1960 Baar, Germania miei studi e della manipolazione della carta mi Studi Ho studiato presso l’Università di Arti è tornata. Ora uso carta da disegno e anche Applicate di Schwäbisch Gmünd, ma questo inchiostro - mi piace l’idea di fare gioielli vere era molto tecnico e così dopo un semestre e proprie opere d’arte con il materiale che di sono andata all’Università di Arti Applicate di solito viene utilizzato per il disegno. Pforzheim per continuare i miei studi in design Quali altri materiali usa per creare le sue opere? del gioiello. Al momento uso solo la carta di disegno e penso lo farò per molto tempo. Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta come materiale? Non c’è una ragione sola per cui ho deciso di lavorare con la carta. E ‘una storia complessa, che mi ha portato al mio lavoro effettivo. Come studente di gioielli all’inizio ho giocato con carta sottile, perché pensavo che non usare il materiale tradizionale per i gioielli avrebbe stimolato la mia l’immaginazione. In questo periodo ho visto la prima volta alcune opere di Lam de Wolf, che mi sono piaciuti molto. Ma dopo diversi tentativi di fare gioielli di carta non avevo trovato una soluzione sodisfacente per creare della gioielleria solida. E così mi sono orientata al metallo. Ma a questo punto le mie idee in metallo erano influenzate dalle strisce di carta e dallo sottile spessore della carta.Molto tempo dopo il periodo di studi ho iniziato di nuovo a fare gioielli e volevo fare i modelli di cartone, prima di lavorare con il metallo. Allo stesso tempo, ho pensato ai miei due periodi di lavoro con carta e lavorazione dei metalli. Ho cercato un materiale tra questo
Che tipo di carta usa e perché? Uso carta da disegno, pressato forte. lo uso, perché posso manipolare molto e in modo da ottenere la tensione e movimenti. Quali artisti l’hanno influenzata ? Non penso che il mio lavoro sia stato influenzato da artisti speciali, ma mi piace il lavoro di Lam de Wolf, mi piace strane forme dell sue opere d’arte . Le opere di Tony Cragg, ma anche Annette Messager ( anni fa ho visto un impressionante mostra personale a Parigi) ... Mi piace vedere le opere d’arte e gioielli d’arte, pensare e parlarne.... Qual è il suo progetto da sogno? Il mio progetto da sogno sarebbe quello di realizzare sculture di grandi dimensioni con la carta da disegno, ma devo fare un tanta esperienza in questa dimensione e non ho possibilità economiche ....
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Carta - d’identità Voglio fare anche grande sculture perche devo trovare un modo per utilizzare il mio stock di cartone. Equesto da altra parte puo influenzare il mio lavoro di gioelleria. Come definirebbe il suo lavoro? I miei pezzi sono gioielli-scultura. Al momento attuale il mio lavoro sono sculture gioelli si possono esibire come opere d’arte sul proprio corpo o si possono porre su una base come una scultura.
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Note che desidera aggiungere Alcune persone pensano un modo semplice lavorare con la carta. Ma non è così. E’ difficile, trovare una propria tecnica e modo autentico... si deve lavorare concentrati e con attenzione quando si prova i limiti del materiale.. quando il tentativo è stato fallimento devi tagliare tutte le forme di nuovo, verniciare di nuovo, strutturare di nuovo ... può essere una sfida utilizzare questo materiale!
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Nadja Schöllhammer
fragilità e vulnerabilità. Inoltre, la carta in grado di catturare le espressioni immediate 1971 Esslingen am Neckar, Germania e movimenti del pennello. La carta Studi Università di belle Arti di Berlino, permette una grande varietà di esperimenti Romanticismo tedesco e studi di lingua e e trasformazioni sorprendenti, come letteratura presso l’Università Humboldt di disegnarla, bagnarla, tagliarla o tenerne delle Berlino e Technische Universität Stuttgart, strutture bruciandola. Letteratura tedesca presso l’Università Humboldt di Berlino e l’Università di belle Che altro materiale usa per creare le sue opere ? Uso inchiostro di china, acquerello, Arti di Berlino, con il primo esame giuridico grafite, acrilico, pastello, colla, legno, filo. dello Stato nel 2004. In alcune opere anche materiali organici, Come / Perché ha deciso di utilizzare la carta come bucce d’arancia o di rami di alberi. Utilizzo anche gli oggetti trovati, come come materiale ? Sono interessata ai materiali fragili frammenti di carta che trovo per strada, o che possono immagazzinare la memoria. In libri che si trovano nei mercato delle pulci o particolare, mi interessa l’aspetto materiale in case abbandonate. Con il taglio o disegno, della carta, che riflette e incorpora un trasformo gli oggetti e le inserisco nelle mie ‘aspetto narrativo, e non può essere separati installazioni. da esso. La carta mantiene un ricordo per la natura dato che proviene dalle piante e può immagazzinare la memoria e l’immaginazione degli essere umani, scrivendo o disegnandoci sopra. La carta è stata da sempre usata per archiviare la saggezza e le narrazioni umani. Uso anche la carta a causa della sua
Che tipo di carta preferisce e perché ? Uso molti tipi di carta. Carta da acquerello spesso per disegnarci con l’inchiostro, perché consente il flusso spontaneo dell’acqua si diffuse meglio di carta normale, e permette di sviluppare strutture spontanee e coincidente con
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Carta - d’identità acquerello e inchiostro di china Carta economica e sottile, perché brucia più rapidamente. Qualche volta ho usato anche la carta che ho trovato per strada, ad esempio frammenti di riviste o giornali, che sono già stati trasformati dall’uso dell’uomo, sporcizia, pioggia, e passi. Sono interessata a questi oggetti, perché contengano la memoria di narrazione umane per esempio le rivista mostrano tracce di uso umano, e sono formati da processi casuali che sfuggono al controllo umano.
di persone che sono al di là dell’influenza del mondo dell’arte contemporanea. Disegni per bambini `anche a volte mi affascinano.
Qual è il suo progetto da sogno ? Molti. Uno di loro è avere una casa intera per fare una installazione dentro, che può durare lì a lungo, più di una vita, non solo per il tempo di esposizione. Persone provenienti da tutto il mondo possono entrare e perdersi negli strati e dettagli dell’installazione. Un altro è quello di bruciare mobili di una intera casa per vedere il processo di trasformazione, e di seguito creare Quali artisti l’hanno influenzata ? Nella maggior parte delle mie opere un’installazione all’interno della casa l’energia proviene da movimenti interiori, i bruciata. desideri, le paure, e le esperienze (le mie o quelli degli altri), quindi non guardo prima Come definirebbe il suo lavoro ? Il mio lavoro oscilla tra il disegno, alla storia dell’arte e poi iniziare a lavorare, ma viceversa. Ma di certo sono affascinata la pittura e l’installazione. Considero la mia da alcuni artisti, per esempio Hieronymos installazione sia il disegno nello spazio. Bosch, Goya, Henry Darger, e alcuni dei Il disegno è per me un modo immediato concetti e sperimentazioni che sono state di esprimere i movimenti della coscienza sperimentate dagli artisti all’interno del umana, compresi i desideri e le paure. Mio movimento surrealista. Sono interessati concetto di disegno si riferisce ad un processo anche ai cosiddetti “Outsider Art”, da parte di trasformazione, che comprende forme
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Carta - d’identità espanse, come taglio e bruciando carta, e l’installazione nello spazio. Per disegno, trasformo storie e immagini che vedo, sento, e immaginare. La mia opera d’arte si occupa di forze naturali e le unità umane. Mi interessa il momento di svolta in cui l’uomo non si perde e non razionale, non controllabili forze scoppiare. Tali unità esistenziali e forze provocare la trasformazione delle materializzazioni della vita. Vi trovano espressione anche nella religione umana, così come nel patrimonio tradizionale e mitologico, e racconti individuali, e nella mia immaginazione. Nel mio lavoro, indago queste forze a livello materiale, e anche per quanto riguarda i contenuti e gli elementi narrativi. Mi avvicino il materiale come uno sconosciuto e spesso sorprendente, materia incontrollabile. Materiali fragili ed effimeri come la carta, le sostanze organiche con caratteristiche tattili, funzione come punto di partenza. Nell’ambito del processo di lavoro, ho incorporare e trasformare le essenze delle narrazioni nelle mie installazioni. Li trasformano da diversi mezzi: disegnando,
tagliando, e recentemente, anche bruciando con il fuoco. Disegnare per me è come un modo di pensare: quando sto disegnando, penso con le mie mani In un processo a lungo termine, mi intrecciare i frammenti trasformati di disegni e documenti con l’altro, gli impianti in via di sviluppo che si sviluppano nello spazio e creare un multi-layered, filigrana corpo materiale. Io sono disegni con scenari narrativi su paure e desideri umani, narrazioni archetipiche che sono stati ribaditi e modificato più e più volte nella storia umana, come si può trovare in miti specifici di una cultura produce. La presenza fisica e l’esperienza immediata è importante nel mio lavoro. Lo spettatore può entrare fisicamente le installazioni, a piedi, al loro interno, cambiare il punto di vista, si avvicina, scoprire dettagli molteplici e collegarli alla sua immaginazione.
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Carta - d’identità
Happycentro
Quali altri materiali usa per creare le sue opere ? Ogni nuovo progetto offre 2001 - Verona - Italia un’opportunità concreta per sperimentare Studi Istituto Salesiano San Zeno, Verona / nuove tecniche e materiali. Ci annoiamo un po’ Istituto Palladio, Verona / IUAV, Venezia / a fare e rifare le stesse cose quindi cerchiamo ogni volta di trovare una soluzione differente. ISIA, Urbino / IED, Milano Certo abbiamo alcune passioni speciali, per Perchè ha deciso di usare la carta come la plastilina per esempio ma ci piace molto anche il legno le stoffe. Nel nostro portfolio materiale ? Usiamo la carta da sempre e di trovate anche cera, farina, caramello, gel per qualsiasi tipo. Quello che da bambini era capelli, petali di fiori finti... e molto altro :) solo un gioco, un hobby, oggi è diventato un lavoro. Come diciamo spesso in queste Quale tipo di carta preferisce e il perché ? Tra le carte, quelle che preferiamo circostanze, ci troviamo a fare circa le stesse cose che facevamo all’asilo, e continuiamo sono le naturali, non amiamo particolarmente a divertirci. La carta è uno dei materiali più la plastica o le superfici patinate. Meglio comuni e più semplici da reperire, la usiamo dunque un buon cartone grigio/grigio da per scrivere, per leggere, per imballare sottoblocco o uno avana in microonda da oggetti, per pulire. Nella semplicità di questo pacchi. A Verona poi abbiamo una tradizione supporto apparentemente inerte, c’è invece cartaria piuttosto nota, quindi non è difficile un potenziale espressivo enorme, basta solo reperire carte di ogni genere. aggiungere qualche idea qua e là.
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Carta - d’identità Quali artisti l’hanno influenzata ? Beh noi italiani abbiamo la fortuna di essere immersi fin dalla nascita in un mare di suggestioni che sono di fatto fonte di ispirazione per chiunque nel tutto il mondo. Quale fortuna più grande? Certo non tutto oggi è bello come la storia ci ha consegnato, è compito di ognuno di noi quindi, fare quanto è nelle proprie possibilità, per perpetuare questa idea di bellezza. Un maestro contemporaneo su tutti che ringraziamo costantemente per la “semplice” profondità dei suoi insegnamenti, è di certo Bruno Munari.
particolarmente è quello della musica, sarebbe quindi estremamente emozionante collaborare con qualcuno degli artisti che più amiamo. Come definirebbe il proprio lavoro ? Siamo sicuramente degli artigiani, di fatto da sempre ma ultimamente sempre di più. È bello che dopo l’egemonia delle macchine e della produzione industriale proposta come unica manifestazione di innovazione, si stia tornando lentamente a riscoprire il valore dell’unicità del gesto. Non si tratta di negare la tecnologia, anzi di testimoniarne il valore certo indispensabile ma con maggiore consapevolezza che il suo ruolo sia ausiliario al potere delle idee.
Qual è il suo progetto da sogno ? Ci riteniamo privilegiati per le bellissime opportunità che ci sono state fino a ora offerte, ci siamo tolti più di una soddisfazione ma di cose interessanti ce Federico Galvani ne sono ancora tantissime da fare. Un libro & Happycentro Team sarebbe certamente una prova stimolante. L’ambito poi che continua ad affascinarci
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Carta - d’identità Bibliografia / Sitografia 1. Giorgio Maffei, Munari i libri Corraini Edizioni 2008 2. Un mondo di carta. Arte e design, a cura di Edoardo Malagigi e Angela Nocentini (Skira 2011) 3. La carta : avventura quotidiana / Pierre-Marc de Biasi, Torino: Electa/Gallimard, 1999 4. Citta sottili. Luoghi e progetti di cartone. Lucca 2001 /2007. Libria 2008. Promossa da LUCENSE. Responsabile culturale pietro carlo pellegrini 5. Unfolded. Papier in design, kunst, architekture und industrie birkhauser . Petra Schmidt und Nicola stattmann. 6. New fashion illustration martin dawber 2005 chrysalis books 7. Papercraft 1: Design and Art With Paper. R. Klanten (Author, Editor) 2009 8. Papercraft 2: Design and Art With Paper. R. Klanten (Author, Editor) 2011 9. Milani, Mauro - Origami / Mauro Milani, Patrizia Nastasi (1993) 10. La carta : avventura quotidiana / Pierre-Marc de Biasi Torino : Electa/Gallimard, 1999. 11. Kollar, R. - Cio che un cartaio deve sapere ... / R. Kollar. (1968) 12. Nidasio, Franco - Elementi di tecnologia grafica : carta, caratteri, composizione, fotolito, stampa, legatoria, cartotecnica, impaginazione, procedura, metodi / Franco Nidasio, Massimo Villa. (1993) 13. Mario Docci “Teoria e pratica del disegno” Edizioni Laterza - (pagg. 14-26) http://blog.ponoko.com/2010/07/26/make-prototypes-for-laser-cutting-at-home/ http://paper-city-inspiration.blogspot.it/2011/03/fedrigoni-brief-ycn-fedrigoni-research.html http://www.venicemask.eu/ http://www.mymodernmet.com/profiles/blogs/prisoners-of-conscience-karen-sargsyan http://www.grazia.it/Stile-di-vita/arte-e-design/Nella-mostra-labirinto-di-Michelangelo-Pistoletto http://it.paperblog.com/patterns-geometrici-da-follia-nelle-paper-installations-di-katsumi-hayakawa-1307010/ http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/05/11/foto/giappone_architettura_con_la_carta_le_opere_di_horiki34924483/1/ http://www.arianeprin.com/index.php?/space/merzbau/ http://www.anoukvogel.nl/indexhibit/projects/paper-garden/ http://www.dezeen.com/2011/12/05/wald-aus-wald-by-takashi-kuribayashi/#more-178591 http://katsumihayakawa.com/top.html http://socks-studio.com/2011/11/16/architectural-paper-sculptures-by-katsumi-hayakawa/ http://archive.nandocosta.com/Laser-Cut-ABC-Poster video laser cutting http://www.andersenm.com/ video http://calvinnicholls.com/ metodo http://www.youtube.com/watch?v=Tkt65G5sKDk intervista con andrea mastrovito http://www.cartacanta.it/ http://w3.uniroma1.it/sdr_corsoa/lezioni/Chiavoni/Materiali_disegno/Materiali_disegno.htm http://www.elisevaldorcia.com/ http://www.caterinacrepax.com/ http://www.happycentro.it/ http://www.andreamastrovito.com/index.php?pagina=works http://www.bomboland.com/index.php?tpl=about_us&lv1=7 http://www.behance.net/zimandzou http://www.behance.net/peopletoo#page=2&sort=creatives_order http://www.behance.net/calvinnicholls calvin@calvinnicholls.com http://pattern-matters.com/ http://www.lydiahirte.de/2010C1.html http://www.helenmusselwhite.co.uk/ http://www.alexandra-deutsch.de/ http://www.andreadezso.com/ http://www.bertsimons.nl/ http://elsita.typepad.com/ http://www.illustrationweb.com/artists/GailArmstrong http://www.meganbrain.com/# http://www.roadsideprojects.com/ Jayme McGowan
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