WHITE CIRCUS #5

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ISSUE # 05 ANNO 3

Magazine of Sinetica Industries - Ottobre/October 2012

c e t a g r O e u s s i l a i c e p S

NovitĂ ad Orgatec 2012 News at Orgatec 2012

La nuova sede di Richemont Italia New Richemont Italia headquarters

Nuove superfici per un nuovo modo di arredare New surface for new interior decor


Sinetica Industries Srl via Plinio Fabrizio, 20 31046 Oderzo TV, Italy T +39 0422 501611 F +39 0422 501679 info@sinetica.com www.sinetica.com

FRAME + MEETING DESIGN SINETICA LAB


Editorial

White Circus, black out U

n tuono sordo ed accecante. Il buio, poi il silenzio o la variante virtuosa di qualche tracotante imprecazione. Un black out sorprende sempre. Sorprendeva mia nonna che con sacro timore ed ossequiosa ritualità accendeva una candela e brandiva un rametto d'ulivo intriso di acqua benedetta contro le minacciose intemperie; sorprende giocosi i bambini che ambientano nell'oscurità storie misteriose ed incantate; sorprende oggi ognuno di noi, homo elettrodomesticus, ogniqualvolta vediamo il televisore implodere, le lampadine soffocarsi, le ventole del computer sfiatare esauste ed il ronzio del frigo chiudersi in un inespugnabile mutismo. La nostra selva si fa davvero oscura ma l'abbandono ad un mantra corale declinato in «oh», quando il contatore elettrico schiocca nuovamente la vita, racchiude la risurrezione sonora per lo scongiurato Medioevo. Storie di ordinario black out, di un'oscurità provvisoria e temporanea. E se quella luce non tornasse? Se quel tempo cieco di attesa si tingesse di un'ombra infinita? «Di colpo tutto ciò che era creduto essenziale si rivelerebbe inutile» chiosa Mauro Corona nel suo apocalittico Fine del mondo storto ove ipotizza uno scenario planetario privato di qualsiasi energia, senza più carbone, petrolio ed elettricità. Saremmo smarriti senza il conforto delle moderne scorciatoie in forma di «macchine» e tecnologia. Dovremmo escogitare qualcosa di nuovo, o meglio di antico, riappropriandoci del miglior «gruppo di continuità» che sia mai stato concepito: cultura e manualità, creatività e capacità di relazione. «Scrivere» e non «digitare», «dialogare» e non «twittare», «disegnare» e non «renderizzare» saranno i profeti verbali del nostro lavoro. Non avremmo «correttori automatici» a moralizzare la nostra grammatica, riscopriremmo la «prova del nove» come salvacondotto dei nostri calcoli ma non potremmo più «copiare» ed «incollare», né tantomeno «annullare l'ultima operazione» se non rifacendo il lavoro da capo. Avremmo però un vantaggio inesauribile rispetto alla troppa luce di cui godiamo oggi; qualcosa che i bambini ci hanno insegnato da sempre nel buio di un temporale: la capacità di immaginare un mondo sognante ed alternativo. Questo numero di White Circus è la nostra sfida al black out.

A

deafening and blinding crash of thunder. Darkness and then silence or the virtuous variation of some impertinent curses. A black out always catches us by surprise. It surprised my grandmother who, with sacred fear and obsequious rituality, lit a candle and brandished an olive branch soaked in holy water against the threatening storm; it playfully surprises children that use the darkness to tell mysterious and enchanted stories; it surprises everyone of us, homo elettrodomesticus, each time we see the TV implode, light bulbs dim and fizzle out, the fans of the computer breathing exhaustedly and the buzz of the fridge stop in an impregnable total silence. Our woods become truly dark but letting ourselves go to a choral mantra declined in an “oh!” when the electricity meter flickers back to life, embodies the return of sound and avoiding medieval times. Stories of routine black outs, of a sudden and temporary darkness. But what if that light failed to come back? If that time of blind waiting was tinted with an infinite shadow? “All of a sudden everything that was believed essential would be useless,” comments Mauro Corona in his apocalyptic Fine del mondo storto (End of the crooked world) where he sees a planetary scenario without any energy, with no more coal, petrol or electricity. We’d be lost without the comfort of all the modern conveniences in the shape of “machines” and technology. We’d have to come up with something new, or rather something antique, reappropriating the very best “UPS” that has ever been conceived: culture and manual skills, creativity and forming relations. “Write” and not “type”, “talk” and not “tweet”, “draw” and not “render” will be the verbal prophets of our work. We’ll not have “automatic correctors” to moralise our grammar, we’ll rediscover the “litmus test” as the pass of our calculations but we’ll no longer be able to “copy” and “paste” or even “cancel the last operation” except by restarting from the very beginning. But we will have an infinite advantage compared to the too much light we have today; something that children taught us in the darkness of a storm: the ability to imagine an alternative and dream world. This edition of White Circus is our challenge to a black out.

Sinetica Lab Nel 2005 Sinetica ha creato «Sinetica Lab», un reparto, interno all’azienda, che si occupa di Marketing, Comunicazione e Design. Da qui le idee partono per il loro viaggio e prendono forma al susseguirsi delle stazioni nelle quali accogliamo i nostri compagni di viaggio, professionisti, collaboratori e fornitori specializzati che contribuiscono alla definizione di un progetto, di un prodotto o di un’iniziativa marchiata Sinetica. Un viaggio di idee dalla lontana destinazione, un viaggio che incrocerà nuovi paesaggi, nuove suggestioni, nuove riflessioni e si nutrirà, lui stesso, di altre ed innovative idee. // In 2005, Sinetica created «Sinetica Lab», an internal department of the company , which deals with Marketing, Communication and Design issues. From here ideas start their journey and take shape, one station after another. These are the stops where we welcome our travel mates: specialized professionals, collaborators and suppliers who contribute to defining either a project, or a product, or an initiative by Sinetica. A journey of ideas, to a far destination. A journey where new landscapes, suggestions and considerations will meet. And the journey itself will feed on further, innovative, ideas.

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Contributors

Norma Poletto

Bruno Lardera

Romina Gobbo laureata in Scienze politiche all’Università degli Studi di Padova, è giornalista professionista. Attualmente lavora come caposervizio al settimanale diocesano di Vicenza, ed è collaboratrice di testate quali Famiglia Cristiana e Jesus, con servizi dall'estero (in particolare dai Paesi in via di sviluppo), e Avvenire. In passato si è occupata di cronaca per quotidiani e mensili e per due emittenti televisive locali. Ha svolto attività di ufficio stampa per enti pubblici e ditte private. Ha all’attivo una prima pubblicazione relativa a tematiche sociali. // laureata in Scienze politiche all’Università degli Studi di Padova, è giornalista professionista. Attualmente lavora come caposervizio al settimanale diocesano di Vicenza, ed è collaboratrice di testate quali Famiglia Cristiana e Jesus, con servizi dall'estero (in particolare dai Paesi in via di sviluppo), e Avvenire. In passato si è occupata di cronaca per quotidiani e mensili e per due emittenti televisive locali. Ha svolto attività di ufficio stampa per enti pubblici e ditte private. Ha all’attivo una prima pubblicazione relativa a tematiche sociali. //

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romano di nascita e brianzolo di adozione, ha sempre prediletto l’ambito commerciale e si è specializzato nel marketing e nell’organizzazione aziendale. Per 25 anni ha lavorato nel settore dei pneumatici; dal 1986 si occupadi mobili per ufficio e inizia l’attività in Sedus Italia, di cui sarà Consigliere Delegato per 18 anni. Dal 30 luglio 2004 Bruno Lardera va in pensione e comincia una nuova vita, coltivando le sue passioni… // Bruno Lardera, Roman by birth and “Brianzolo” by adoption, was always attracted to the commercial sector and thus specialized in Marketing and Business Management. He worked for 25 years in the tyre sector. In 1986, he started working at the office furniture company Sedus Italia, where he held the position of Managing Director for 18 years. On 30th July 2004, Bruno Lardera retired and started a new life, cultivating his passions… brunolardera@katamail.com

Francesco Guazzoni affaticato copywriter pordenonese. Ritiene che non ci siano più le mezze ragioni e che il caffè sia un sentimento. Crede nel valore dell’epico, del grottesco e dello struggente. Considera «La sventurata rispose» il miglior slogan letterario della storia. È pigro, reduce di un dubbio e triscaidecafobico. // a weary copywriter from Pordenone. He thinks there are no more half-rights and that coffee is a feeling. He believes in the value of epic, grotesque and torment. He considers «Misfortune replied » as the best literary slogan in history. He is lazy, a doubt survivor and a triskaidekaphobic.

cuoca per passione ed abilità, autodidatta per gioco. Dall’esperienza culinaria casalinga attinge la base per i suoi piatti reinterpretandoli con estro personale e nobile arte gastronomica. Al gustoso tributo per la sua terra friulana concede incursioni e contaminazioni con le ricette della tradizione italiana. // chef for passion and skill, self-taught for play. From her home cooking experience she draws the basis for her dishes and reinterprets them with personal inspiration and noble gastronomic art. Her delicious tribute to her Friulian homeland is allowed incursions and contaminations by traditional Italian recipes.

Emilia Prevosti architetto e giornalista, è partner e AD di Edimotion. Si occupa da tempo di strategie di comunicazione per le aziende che operano nell’ambito dell’arredamento e dell’architettura, sviluppando servizi integrati di marketing, web e graphic design, editoria, PR, iniziative promozionali e ricerche di mercato. Tra gli altri collabora con Ottagono, Architonic e Koelnmesse. // architect and journalist, she is partner and Managing Director of Edimotion. She has long been dealing in corporate communication strategies for companies working in furniture and architecture, developing integrated marketing services, web and graphic design, publishing, PR, promotional activities and market research. She collaborates, among others, with Ottagono, Architonic and Koelnmesse.

Beppe Raso dall’ 87 professionista, nel ‘90 comincia a lavorare nel mondo dell’arredo e dell’architettura, fotografando alcune importanti location in Asia, Europa e Canada. Entusiasta ogni volta che si deve racchiudere in un frame, qualcosa che sta già in una sua sintesi architettonica. Il piacere di rispettare le forme e valorizzarle. Il colore della luce è il suo colore. Si tratti di un’aeroporto o di una piccola casa, la luce comanda. Chiedetegli cose impossibili, vedrà cosa si può fare. // he has been a professional since 1987, and in 1990 he starts working seriously in furniture and architecture, taking pictures of some important locations in Asia, Europe and Canada. His career thus walks a path where he is still excited every time he frames anything that is already in an architectonic synthesis. The pleasure of respecting and valorising shapes. The colour of light is his colour. Whether it is an airport or a small house, light commands. Ask him to perform impossible things, he will see to it.

Fabrizio Todeschini architetto e giornalista, vanta una lunga esperienza nel settore dell’editoria, dell’organizzazione fieristica e della promozione all’estero di aziende italiane del settore arredamento. Partner di Edimotion Srl, è direttore della rivista Habitat Ufficio e sales & marketing manager di Koelnmesse Srl. È specializzato in comunicazione mirata nel settore del design. // architect and journalist, boasting a long-standing experience in publishing, organisation of fairs and promotion of Italian furniture companies abroad. Partner of Edimotion Srl, he is director of the magazine Habitat Ufficio and sales & marketing manager of Koelnmesse Srl. He is specialised in design-targeted communication.


Index

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TREND STYLING SINETICA LAB

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INTERVIEW La “confusione” di linguaggi diventa musicalità! The ‘mix’ of languages turns into pleasant sounds! EMILIA PREVOSTI

Sabrina Zannier è giornalista, critico e curatore indipendente nel campo dell’arte contemporanea. Con il suo team di lavoro cura mostre, cataloghi ed eventi per musei, gallerie, Enti pubblici e aziende. Dal 2002 è direttore artistico della rassegna Maravee, di arte, design, moda e teatro, che si svolge in castelli e ville storiche del Friuli Venezia Giulia. // is an independent journalist, critic and curator in the field of contemporary art. Together with her team she oversees exhibitions, catalogues and events for museums, galleries, public bodies and companies. Since 2002 she has been art director for the art, design, fashion and theatre festival Maravee, which unfolds in castles and historical villas in Friuli Venezia Giulia.

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CASE HISTORY Richemont Italia FABRIZIO TODESCHINI

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PARTNER Una partnership tecnologica per dividere meglio A technological partnership to divide better

NEWS

ART La Documenta di Kassel. Mostra del corpo pensante. The Kassel Documenta. Exhibition of the thinking body SABRINA ZANNIER

HOW ITS MADE Nuove superfici per un nuovo modo di arredare New surface EMILA PREVOSTI

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ETHICS Mary, Susan, Faith... piegate ma non sconfitte Mary, Susan, Faith... bent but not defeated ROMINA GOBBO

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Sinetica e Universal Selecta: un Progetto Industriale Sinetica and Universal Selecta: an Industrial Project

Fabio Zoratti

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TRAVEL Sotto i tetti di Praga Under the roofs of Prague BRUNO LARDERA

FOOD Pic Nic NORMA POLETTO

32 lavora professionalmente come freelance per aziende private, case editrici ed enti pubblici, curando ogni aspetto della comunicazione: web design e grafica, art direction e fotografia. È docente di computer graphic presso Diskos (Scuola di comunicazione e pubblicità) di Schio. // works professionally as a freelancer for private companies, publishers and public bodies, taking care of every aspect of communication: web design and graphics, art direction and photography. He is a computer graphics trainer at Diskos (Communication and advertising school) in Schio.

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GREEN Tisane Break EMILIA PREVOSTI

NEWS pCon Planner

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EVENTS Orgatec EMILIA PREVOSTI

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BOOK PEOPLE

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Nuovo Showroom Sinetica New showroom STYLING SINETICA LAB Colophon Art Direction Sinetica Lab Concept e coordinamento editoriale: Publishing concept and coordination: Edimotion Progetto Grafico e impaginazione: Graphic design and DTP: Fabio Zoratti Comitato scientifico: Scientific Committee: Adriano Baldanzi, Emilia Prevosti, Beppe Raso, Fabrizio Todeschini, Sabrina Zannier, Team Sinetica Traduzioni: Translations: Linguae Mundi Stampa: Printing: GFP White Circus è una pubblicazione di: White Circus is a publication by Sinetica Industries S.r.l.

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Trend

Dialogare in modo nuovo riscoprendo il piacere del dettaglio. Le novitĂ Sinetica dalle discrete forme eleganti si vestono di nuovi materiali. A new way of interacting, while rediscovering the importance of details. The new products by Sinetica with sober and

/ o t a c c a l Bianco

elegant lines are wrapped in new materials.

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Mood


Trend

re L i r e Ins

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Vogue

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Abacus

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Ring

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Trend

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Trend

Delta

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Trend

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Interview

La “confusione” di linguaggi diventa musicalità! The ‘mix’ of languages turns into pleasant sounds! Intervista con/interview with Angelo Micheli Sostenibile, intelligente, esclusiva, ovvero come dovrebbe essere la città del futuro secondo la mostra “Rigenerazione urbana sostenibile” che avete curato insieme a Metrogramma. È possibile applicare gli stessi principi alla progettazione degli ambienti di lavoro? Partiamo dalla città e forse un po’ banalmente, visto che lo facevano già nell’antichità, la sua evoluzione sostenibile deve basarsi sul rispetto dei luoghi, delle persone e dei materiali. Diventare cioè un luogo felice, non caotico o infernale, in cui vivere. Le città sono sempre più grandi – il coraggio vero sarebbe quello di non farle crescere di più - e quindi occorre inserire dei parametri che apparentemente facciano si che siano a misura d’uomo. Dico apparentemente perché definire la città a misura d’uomo è impossibile: per vivere in un luogo davvero tale bisognerebbe non abitare in città. Per i luoghi di lavoro, invece, il sostenibile oggi è legato all’uso di sempre nuove tecnologie, i cui effetti, positivi o negativi, si valutano solo a distanza di tempo, ma che vanno comunque impiegate, dal risparmio energetico alla informatizzazione del lavoro. Quale la possibile evoluzione per l’ufficio? Bisognerebbe pensarlo e progettarlo come luogo dedicato prima di tutto alle persone, visto che ci passano almeno un terzo della loro vita. Sarebbe utile iniziare a interpretare il lavoro e pensare a come si può evolvere il modo di lavorare correlato all’uso di nuove tecnologie. Un ufficio sostenibile è un luogo dove le persone si possano sentire davvero tali, e non solo un numero che deve per forza produrre qualcosa. Non basta dotarle di una bella scrivania, di un computer di ultima generazione, o di un bell’ambiente: occorre pensare e progettare l’ufficio come un luogo dove la convivialità e la collaborazione fra chi ci lavora sia la migliore e la più “affascinante” possibile.

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Interview

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È ancora possibile oggi, dopo tante idee e progetti realizzati, fare del design nuovo per l’ufficio, data anche la difficile situazione economica che sta un po’ penalizzando le aziende del settore? Questo, proprio perché “di ferma”, è il momento ideale per dedicarsi alla ricerca, per capire come fra un anno o due riprenderà il lavoro, come cambierà e come farà cambiare i luoghi dove viene svolto. Di ricercare cioè idee, che si potranno tradurre poi in arredi e oggetti da portare sul mercato, adatti ai nuovi modi di lavorare legati all’evoluzione delle tecnologie di comunicazione. Ad esempio pensare che nei prossimi anni serviranno sempre meno grandi spazi e superfici su cui appoggiare gli strumenti di lavoro: basta pensare ai tablet, piccoli oggetti che contengono in sé tantissima tecnologia. Anche il settore arredo si deve perciò adeguare: negli uffici non c’è più bisogno di grandi scrivanie o di dimensioni differenti a seconda del grado – dirigente, quadro, impiegato che sia. Il mondo del lavoro è uguale per tutti, la “riconoscibilità” va data alle persone e non alla sedia più grande o alla scrivania più lunga. Il modo di fare mobili/arredi per ufficio dovrebbe essere: una buona qualità a prezzi ragionevoli e soprattutto uguale per tutti quelli che ci lavorano.

1. Angelo Micheli e la scultura “Cipresso e la sua amica pioggia”

1. Angelo Micheli and the sculpture ‘Cypress and its Friend the Rain’

2. Divano in cemento alleggerito Queen (Domodinamica)

2. Couch in light cement Queen (Domodinamica)

3. Tavolo e sedia per bambini “Foglio e cuscino” 4. Lampada Kit (Solzi Luce)

Esistono ancora confini tra ambiente domestico, di lavoro, spazi pubblici, luoghi come stazioni e aeroporti? Ora si può lavorare un po’ dappertutto e questo sta influenzando anche la progettazione dei luoghi di lavoro? In realtà i confini non esistono, li chiamerei invece entità architettoniche diverse che hanno e devono avere architettura diversa. Dovrebbero essere luoghi “identificabili”: avere una loro “identità” precisa, ci devono essere dei segnali architettonici cui fare riferimento, per non avere la monotonia di vivere in un luogo o nell’altro senza nessuna differenza, fra casa, ufficio, stazione o aeroporto. Penso infatti che la bellezza delle cose sia la “differenza”, captare cioè la “diversità” dei luoghi. Questo si riflette anche sul futuro dell’interior design per ufficio? Si, certamente. Al contrario infatti dell’ambiente domestico, rimasto il luogo più tradizionale, dove ci sono stati pochi interventi architettonici che ne hanno modificato l’interno e dove di conseguenza anche l’arredo non cambia più di tanto, negli uffici invece, e negli altri luoghi pubblici, l’evoluzione, del modo di lavorare e degli spazi, è stata molto più ampia. E le aziende del settore nello sviluppare nuovi prodotti, nuove soluzioni di arredo, dovrebbero tenerne conto.

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3. Children table and chair ‘Sheet and Cushion’ 4. Light Kit (Solzi Luce) 5. Armchair Paolina

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5. Poltrona Paolina WHITE CIRCUS 15


How Interview it’s made In che modo? Partendo non tanto dall’oggetto in sé, ma dal capire come e quanto la tecnologia nel lavoro d’ufficio sia avanzata, come è diverso il rapporto fra le persone, e soprattutto come ormai la gente è vasta: non ci sono più i milanesi, i romani, i parigini, i londinesi. Non c’è più confine fra le persone - sono molto più avanti delle nazioni che hanno ancora confini. In un luogo di lavoro ci si trova oggi con colleghi italiani, indiani, cinesi, americani che hanno culture totalmente diverse. Questo è il punto: il designer, l’architetto, l’azienda deve conoscere queste persone prima di produrre un qualsiasi oggetto. Può essere il tavolo su cui uno lavora che va realizzato però con un linguaggio che è comune a tutti, che deve essere riconosciuto da tutti quanti. Se un cinese (un tedesco, un messicano e così via) vede un tavolo, questo dovrebbe avere un qualcosa che lui riconosce e gli appartiene. E così per tutte le diverse persone: il tavolo dovrebbe contenere i linguaggi dei vari popoli, come una “Babilonia”, ma assolutamente positiva. Ci spiega questo concetto di Babilonia? Babilonia per me è l’insieme delle persone di culture diverse che fa crescere chiunque; chiunque può approfittare della cultura degli altri, capirla e imparare cose belle. Una “confusione” di linguaggi che diventa musicalità. Proprio per questo motivo, una sedia, un tavolo, una scrivania dovrebbe contenere questa Babilonia, anche di linee, e di esperienze di tutti. Un oggetto di design scandinavo, o italiano, può essere sì perfetto, ma diventa asettico proprio perché parla un solo linguaggio e non entra subito nell’animo di tante persone diverse che arrivano da tutto il mondo. E’ fondamentale adeguarsi a questa bella evoluzione, che è poi il rispetto di chi lavora. Quando si progetta qualcosa si deve pensare che non è più per uno, ma per tutti, occorre capire i loro stilemi in termini di design o interpretazione delle cose, e adattarli al “nuovo”. Questo è importante perché una persona che riconosce qualcosa che gli appartiene si sente “a casa” anche se è nato dall’altra parte del mondo. Babilonia è anche un progetto, una ricerca? Sì, è un insieme di studi che sto portando avanti e che si è tradotto anche nella creazione di alcuni oggetti che ho realizzato senza però disegnare nulla “ex novo”: ho semplicemente messo insieme, assemblate, delle cose che ho trovato sul mercato. Nel mondo ci sono già tante cose belle che bisogna solo avere il coraggio di comprare e utilizzare per creare prodotti nuovi. Anche utilizzando magari elementi, pezzi fatti 20 o 50 e anche molti anni prima: così anche il passato diventa presente non come antichità ma come contemporaneità. 16 WHITE CIRCUS

Sustainable, smart, exclusive: this is the city of the future as shown in the exhibition ‘Sustainable Urban Regeneration’ that you have organized together with Metrogramma. Can the same principles be applied when designing workplaces? Let’s start from the city and, though trivial it may appear considering that this is how it worked already in the ancient times, its sustainable evolution must be based on the respect for places, people and materials. It should become a happy place and not a chaotic or terrible one where to live in. Cities are growing bigger and bigger – we should be brave enough not to let them grow any further – and therefore parameters are necessary that make them apparently people friendly. I am saying apparently because no

city is friendly: if you want to live in a friendly place, you must live far from a city. As for workplaces, their being sustainable depends on the use of the new technologies, whose positive and negative effects can be assessed only later but which must be used anyway, from energy saving technologies to IT for work. What is the possible evolution of the office? It should be conceived and designed as a place for the people first of all since people spend one third of their lives there. Work should be conceived differently now and its evolution should involve the use of the new technologies. A sustainable office is a place where people can feel as actual human beings and not


Interview only numbers that must produce something. A nice desk, a last generation PC or a pleasant environment are not sufficient: the office should be conceived and designed as a place where co-operation and coexistence between those working in its are at best. Is it still possible now, after so many ideas and projects, to develop a new office design also in the light of the difficult economic situation that is affecting this sector? This period of ‘stagnation’ is ideal to concentrate on research to understand how work will recover in one year or two, how it will change and how it will cause workplaces to change. It is time to look for ideas that will then turn into furniture and interior decoration elements suitable for the new working methods linked to the evolution of the communication technologies. For example, in the future large places will no longer be necessary as well large surfaces to host our working tools. Just think of tablet computers, small objects that contain so much technology. The furnishing sector will have to adjust: offices no longer need big desks or different desk sizes according to the position – manager, director or employee. The labour world is the same for everybody and people are ‘recognised’ not through a bigger chair or a longer desk. Office furniture and interior decoration elements should offer good quality at a reasonable price and above all should be the same for all those who work in the office. Are there still boundaries between home, workplace, public spaces such as railway stations and airports? Now we can work almost everywhere: is this influencing the design of workplaces? Actually there are no boundaries. I would call them different architectural entities that have and must have different architectural shapes. These places must be ‘identifiable’ and in order to have their own identity they need architectural elements that become points of reference. Otherwise, all places would be the same and it would be monotonous staying at home, in the office, in a station or airport without any difference. Indeed, I think that the ‘beauty’ of things lies in the differences, i.e. grasping the diversity of places. Does this have an impact on the future of office interior design? Yes, of course. Unlike homes which are still the most traditional places, where interiors have not changed much and where interior decoration cannot change much as a consequence, in offices and in other public places the evolution has been much greater. And the sector companies should take this into account when they develop new products, new interior decoration solutions.

How? They should not start from the object but from the realisation of how and how much technology in office work has advanced, how much the relations between people have changed and above all how people are mixed up. There are no longer citizens of Milan, Rome, Paris or London. There are no longer boundaries between people – progress is faster where borders have disappeared. You can find now Italian, Indian, Chinese, American colleagues on a workplace and these people have totally different cultures. This is the key: designers, architects, companies must now know all these people before producing anything. The table on which you work must be designed with a common language that is recognised by everyone. If a Chinese – or a German, a Mexican, and so on – sees a table, this table must have something recognizable in which people can identify themselves. And this applies to everybody: the table should contain the languages of all peoples, like a positive Babylon. Would you please explain this concept of Babylon? Babylon for me is people of different cultures that make others grow: everyone can take advantage of someone else’s culture, understand it and learn nice things. A ‘mix’ of languages that turns into pleasant sounds. For this reason, a chair, a table, a desk should contain this Babylon, a Babylon also of lines and experiences. An object of Scandinavian or Italian design can be perfect but it becomes sterile because it speaks only one language and does not touch the heart of several people coming from the entire world. Adjusting to this positive evolution is fundamental. It means respecting those who work. When designing something, one should think that it is not addressed to one person but to everybody: the designer must understand their stylistic patterns or the models for the interpretation of things and adjust them to the new approach. This is important because if you consider something as belonging to you, you feel ‘at home’ even though you are thousands of miles from your birthplace. Is Babylon also a project, research? Yes, it is a compound of studies that I am carrying out and has led to the creation of some objects that I have designed without inventing anything new. I simply put together, assembled things that I have found on the market. In the world there are many beautiful things and we just need the courage to buy and use them to create new products. We can even use items made 20 or 50 years before or even earlier, thus making the past present. The objects are no longer antiques but contemporary articles.

Teatro Bambino" realizzato completamente in legno, è un teatro mobile. (Jove) Children Theatre: this is a mobile theatre completely made of wood. (Jove)

Profilo Angelo Micheli Angelo Micheli, architetto ha fatto parte del gruppo I Nuovi 12 Memphis ed è stato fra i fondatori del gruppo Solid. Dal 1988 al 1998 è partner dello Studio De Lucchi, la sua attività prosegue con la collaborazione con Michele De Lucchi. Il suo impegno è anche nella sfera della pura ricerca artistica. Docente all’Istituto Europeo di Design di Milano per alcuni anni è attualmente docente allo IUAV, Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Profile of Angelo Micheli Angelo Micheli architect was part of the group The New 12 Memphis and was one of the founders of the Solid group. From 1988 to 1998 he was partner of Studio De Lucchi and his activity continues in collaboration with Michele De Lucchi. His commitment is also in the sphere of pure artistic research. Teacher at the European Institute of Design in Milan for a few years is currently teaching at IUAV, the University Institute of Architecture in Venice.

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Green

TisanE

break by Emilia Prevosti

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Il capo in ufficio vi stressa? Niente di meglio che prendersi una pausa e sorseggiare una calda tisana di melissa, la bevanda preferita da Carlo Magno per allentare la tensione e rinvigorire la mente prima di affrontare una battaglia. Colazione di lavoro abbondante? Per accelerare la vostra ripresa pomeridiana in modo naturale e gradevole “regalatevi” un benefico infuso con semi di finocchio (digestivo) e menta (rinfrescante), oppure preparato con salvia (energizzante) e camomilla. Il tutto rigorosamente in ufficio, al posto del tradizionale coffee break. La riscoperta delle tisane da bere in ogni momento della giornata, e soprattutto al lavoro, è un vero e proprio “trend verde” abbracciato sempre più da manager, impiegati, uomini e donne. E non solo per le indiscusse proprietà “terapeutiche” delle erbe utilizzate fin dall’antichità, ma anche come momento di relax e “stacco” dal lavoro. Tisane ce ne sono per tutti i gusti e necessità: rilassanti, calmanti, energizzanti, digestive, rinfrescanti. Per scegliere quella più adatta a noi, o alla situazione (stress, digestione difficile, impegni gravosi) o semplicemente come bevanda piacevole in alternativa a caffè e the, il web è una fonte ricca di informazioni. O ci si può far consigliare in erboristeria dove si trovano tisane già mixate, o si possono acquistare le erbe sfuse da miscelare poi a casa o al lavoro. Più comodo e veloce usare le bustine


Green monodose (si trovano anche al supermercato) da preparare come il classico the, o le tisane “istantanee” preparati granulari da sciogliere in una tazza aggiungendo acqua calda. Certo serve che in ufficio l’angolo break sia attrezzato con bollitore per l’acqua: se non è in dotazione ci si può organizzare con un bollitore elettrico da viaggio. Indispensabile anche una teiera e tazze di porcellana o vetro e un colino per filtrare. Meglio ancora portarsi da casa la propria “tisaniera”, un tipo di tazza per preparare infusi in porzioni individuali. Da evitare bicchieri e contenitori “usa e getta” in plastica: non è “green” e poi la tisana non viene a regola d’arte. E perché la “pausa tisana” sia la più efficace possibile, lo spazio break deve essere organizzato e confortevole. Is your boss stressing you? There is nothing better than taking a break and sipping hot Lemon balm (Melissa) tea, the favourite drink of Charlemagne. He drank it to calm tension and focus his mind before going into battle. Was that a heavy working lunch before a busy afternoon? If you want to accelerate your recovery naturally and pleasantly give yourself the pleasure of a restorative infusion with Fennel seeds (digestive) and Mint (refreshing), or with Sage (energizing) and Camomile. They can be taken during the office break instead of the traditional coffee. The return of herbal teas and infusions to drink at any time, especially at work, is becoming a real “green trend” increasingly embraced by managers, middle managers, clerks, men and women alike. Not only for the undisputed “therapeutic” properties of herbs used since ancient times, but also as a relaxing moment and “release” from work useful for refocusing attention. There are tisanes for all tastes and needs: relaxing, calming, energizing, digestive and refreshing. To choose the one most suitable for us, to face certain situations (stress, tiredness, difficult digestion, serious problems) or simply as a pleasant drink to take as an alternative to coffee or tea, the web is a rich source of information. Or we can seek advice from the herbalist, who can provide already mixed ingredients for making tisanes, or loose herbs with which to make our own mix for a cup of herbal tea at home or at work. The quickest and most convenient way is to use one-cup sachets (also sold in supermarkets) to prepare just like a cup of tea. The “instant” tisanes, granular preparations to dissolve in a cup of hot water. Of course, you will need a space somewhere in the office and a kettle: if this is not provided, a small amount buys a travel kettle. Other essential equipment is a teapot, porcelain or glass cups and a sieve to filter. Even better is your own “tisane maker”, a kind of cup for preparing individual infusions. Do not use “throw-away” plastic beakers and containers: it’s not “green” and in any case they do not provide good herbal tea. And let’s not forget that the break area should be organized and furnished in a practical and comfortable way so as to make the most of your “tea break”.

Cosè la tisana? È una mescolanza di due piante/ erbe, o meglio di minimo due: una principale (che conferisce le proprietà alla miscela (per esempio camomilla, rilassante) ed una definita adiuvante (per esempio la passiflora) che ha la funzione di integrarne l’effetto. Spesso viene aggiunta una terza pianta, detta “correttore del gusto” che ne migliora il sapore (per esempio la liquerizia). Come si prepara? In una teiera (o tisaniera) si mette un cucchiaino a persona del preparato e ci si versa sopra acqua molto calda. Si lascia in posa dai 3 ai 5 minuti e poi si filtra l’infuso con un colino e si versa nella tazza (con pochissimo zucchero o meglio con miele). Meno impegnativo al lavoro, usare un “infusore”, piccolo contenitore (in terracotta o metallo) forato che contiene il preparato di erbe, da mettere nella tazza e su cui versare l’acqua. Una tisana per ogni “problema” Per “l’ansia da lavoro” preferite miscele al Biancospino (un vero toccasana contro lo stress) fiori d’Arancio, fiori di Tiglio. Per un momento di relax (tra una telefonata e l’altra o dopo pranzo) è indicata la Malva (calmante) il Finocchio (digestivo), Camomilla (distensiva) e Menta Piperita. Se invece vi serve un po’ di sprint per affrontare una mole di lavoro, o un capo troppo esigente, tisane di Salvia, di Timo, Ribes nero, Menta o Rosmarino hanno un effetto energizzante. E per affrontare preparati i malanni “autunnali” (primi raffreddori, tosse) una tisana al giorno di Rosa Canina ricca di Vitamina C.

What’s a tisane? It’s a mix of two plants/herbs, or better, a minimum of two: one is the main ingredient that provides the properties of the mix (e.g. relaxing Camomile) and an additional one (e.g. Passiflora) that integrates its effect. Often a third plant is added to “correct” the flavour (e.g. liquorice). How is it made? Place a teaspoonful of the leaves of the chosen herb (observing the different proportions of the main and additional ingredients) in a teapot (or tisane maker) and pour boiling water over them. Put the lid on the teapot and leave to stand for 3 to 15 minutes. Filter the infusion with a sieve and pour the liquid into a cup (with just a little sugar, or better still with honey). If you’re making it at work it’s easier to use an infuser, a small perforated container (in stoneware or metal) for prepared herbs, which is simply placed in the container and covered with boiling hot water. A tisane for every “problem” If you’re suffering from “job anxiety” choose mixes with Hawthorn (a real cure-all for stress), orange or lime blossoms. If you need to relax (between phone calls or after a meal) use Mallow (calming), Fennel (digestive), Camomile (relaxing) and Peppermint. If you need a shot of energy to face a pile of work or a demanding boss, tisanes of Sage, Thyme, Blackberry, Mint or Rosemary have an energizing effect. And to prepare yourselves for the typical complaints of autumn (the first colds, coughs) a daily tisane of vitamin C-rich rose hips. WHITE CIRCUS 19


Case history

Il nuovo headquarter di Richemont Italia: prestigio e funzionalitĂ The new Richemont Italia headquarters: prestige and functionality

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by Fabrizio Todeschini Photo Beppe Raso


Case history Recentissimo il nuovo headquarter italiano del Gruppo Richemont: 7.500 mq distribuiti su quattro piani fuori terra e due interrati, costruito secondo canoni all’avanguardia e sostenibili. Un progetto importante per la holding finanziaria che produce prima di tutto qualità, design e valore e che possiede molti importanti marchi nel settore del lusso. Un cliente esigente che lavora per un mercato ed un pubblico altrettanto esigente. Progettare uffici funzionali e dinamici significa non limitarsi al rispetto delle normative, ma individuare soluzioni reali ad

di ufficio presenti all’interno della sede Richemont: ambienti parzialmente aperti in open space e uffici chiusi. La prima è stata adottata nelle situazioni in cui era necessaria maggiore flessibilità per favorire la circolazione e la comunicazione tra le persone, ottenendo contemporaneamente spazi versatili e flessibili, facilmente riconfigurabili al variare delle esigenze. Per questo motivo è stato scelto il sistema Ten Up di Sinetica che consente di creare diverse composizioni operative con piani dritti o sagomati. Il problema della ridotta riservatezza tipica

esigenze concrete volte ad ottenere spazi confortevoli, accoglienti e ospitali in cui lavorare al meglio delle proprie possibilità. Perché quando si lavora per Montblanc o Cartier, tanto per citare un paio dei marchi di proprietà Richemont, si deve offrire il meglio e anche le scelte architettoniche diventano il sipario fondamentale per organizzare al meglio il lavoro. La nuova sede Richemont Italia è un evidente esempio di come si possa progettare uffici efficienti che, partendo proprio dall’analisi delle esigenze degli impiegati, danno vita a spazi piacevoli concepiti per consentire alle persone di svolgere le proprie attività in sintonia con la filosofia del Gruppo. Tutto questo attraverso lo studio dei percorsi, della disposizione delle postazioni, dell’illuminazione, degli arredi, ma anche della scelta dei colori e dei materiali appropriati. Fondamentalmente sono due le tipologie

di un open space è stato risolto inserendo anche a centro stanza dei contenitori di media altezza della serie Use Me di Sinetica per definire aree di lavoro attrezzate. La seconda tipologia, più tradizionale, riguarda uffici chiusi adatti ad ospitare da una a quattro persone. L’ufficio individuale, certamente meno flessibile dell’open space, garantisce però un miglior frazionamento delle funzioni e maggiore privacy permettendo anche lo svolgimento di piccole riunioni informali. Gli uffici semidirezionali sono stati arredati utilizzando Ten Up con struttura in alluminio e finitura in noce, mentre per gli uffici direzionali è stato scelto Frame + Executive, un tavolo in grado di esprimere il fascino minimalista della struttura perimetrale ossidata brillantata in perfetta armonia con le sensazioni cromatiche e materiche della superficie in legno. Accanto agli ambienti operativi per eccellenza, sono state collocate le sale WHITE CIRCUS 21


Case history

riunioni, pensate come luoghi tranquilli, il cui valore simbolico le rende elementi di rappresentanza. L’utilizzo di Frame + Meeting sia con piani in legno di noce che in vetro verniciato bianco. Gli ambienti di supporto, come il cortile centrale ed il bar al primo piano, svolgono un ruolo importante nel progetto e contribuiscono a definire la percezione dell’ambiente di lavoro. Si tratta infatti di aree pensate come luoghi vitali la cui valenza è orientata allo sviluppo delle relazioni ed al miglioramento della qualità ambientale. Richemont ha scelto Universal Selecta come technology partner. Un microcosmo dai confini ben individuabili caratterizzati da un’elevata specificità; questa è la nuova sede italiana di Richemont.

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Case history

The new Italian headquarters for the Richemont Group is brand new: 7,500 sq m distributed over four above-ground floors and two below, built to avant garde, sustainable canon. The project is important for the financial holding that produces above all quality, design and value and owns prestigious trademarks in the luxury business - a demanding customer at the disposal of an equally demanding market and target. Designing functional, dynamic offices means not restricting the project to observing standards, but going beyond to find real solutions to meet real needs in order to provide comfortable, welcoming work areas in which everyone can give of their best. Because when you work for Montblanc or Cartier, to mention just two of the brands owned by Richemont, you have to offer the best, and the architectural solutions involved become a fundamental showcase for organizing work efficiently. The new Richemont Italia HQ is a clear example of how efficient offices can be designed on the basis of an analysis of the workers’ needs to bring to life pleasant areas conceived to let people perform their activities in tune with the Group’s philosophy. This takes place by studying paths, work station arrangements,

illumination and decor, but also the choice of appropriate colours and materials. There are basically two types of office in the Richemont building: partially open space and closed. The former has been adopted where greater flexibility of movement is required to aid the circulation of people and communication between them. This has given rise to versatile, flexible areas that can easily be re-arranged as needs require. The Ten Up system by Sinetica has been chosen because its straight and shaped worktops can be used to create different compositions. The problem of reduced privacy typical of open space arrangements has been solved by defining equipped work areas, also in the centre of the room, with medium height containers from the Use Me series by Sinetica. The second type is more traditional and relates to closed offices suitable for one to four people. Although individual offices are certainly less flexible than open space ones, they do ensure better assignment of functions and more privacy and can accommodate small informal meetings. The managerial offices are furnished with items from the Ten Up range with aluminium structures and walnut finish, whereas executive offices use Frame + Executive, a table WHITE CIRCUS 23


Case history

that expresses the minimalist charm of the oxidized glitter surround in perfect harmony with the colours and texture of wood. Meeting rooms are located next to the operational areas. These rooms are designed as quiet oases whose symbolic value makes them showcase elements. The choice of decor is with Frame + Meeting with both walnut and white painted glass tops. The service areas, such as the central courtyard and the first floor bar, have an important role in the project and help to define perception of the workplace. These are designed as living areas where relationships can develop and the quality of the work environment is improved. Richemont has chosen Universal Selecta as its technology partner. A microcosm with well defined boundaries for specific features; this is the new Italian headquarters of the Richemont Group.

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How Case it’s history made

Richemont Il gruppo Richemont è una holding finanziaria, quotata alla Borsa di Zurigo e con sede a Ginevra, che riunisce marchi del lusso di consolidata tradizione, i quali nel corso degli anni sono stati acquisiti in tutto o in parte dal gruppo, ed ora vengono gestiti in modo sistemico, con metodologie di management avanzate. Il gruppo Richemont diversificato in cinque aree di business: orologi, gioielli, pelletteria ed accessori, strumenti da scrittura e altre aree di business, è uno dei principali attori nel mondo del lusso. Alcuni dei marchi Richemont sono: Cartier, Van Cleef & Arpels, Montblanc, Baume & Mercier , Chloe’, Alaia.

Richemont The Richemont Group is a financial holding quoted on the Zurich Stock Exchange and based in Geneva. It has grouped together brands of wellestablished luxury goods which over the years have been acquired entirely or partially by the Group and are now run with a systemic approach using advanced management methods. The Richemont Group is diversified into five business areas: watches, jewellery, leather goods and accessories, writing instruments and others and is one of the protagonists in the world of luxury goods. Some of the Richemont brands are: Cartier, Van Cleef & Arpels, Montblanc, Baume & Mercier, Chloé and Alaia.

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Food

PicNic Condividere un pasto con i colleghi in cui ognuno porta qualche cosa‌non solo cibo ma anche un pochino di sÊ!

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by Norma Poletto Photo: Beppe Raso


Food

Pesto alle mandorle Almond pesto

Ingredienti: 80 g di parmigiano 100 g di pomodori secchi 50 g di olio extravergine 50 g di mandorle 1 mazzetto di basilico Sale e pepe q.b.

Ingredients: 80 g parmigiano cheese 100 g dried tomatoes 50 g extra virgin olive oil 50 g almonds 1 sprig of basil Salt and pepper to taste

Preparazione Tritare le mandorle, unire l’olio, il sale e il pepe e frullare il tutto.

Preparation Grind the almonds, add the oil, salt and pepper and blend in a mixer.

Frittata di verdure e salsiccia Vegetable frittata and sausage Ingredienti: 100 g di latte 2 salsicce 200 g di zucchine 6 uova

Ingredients: 100 g milk 2 sausages 200 g courgettes 6 eggs

Preparazione Taglia le zucchine a rondelle sottili, sbriciolare la salsiccia e saltare tutto in padella. A fine cottura versare in una ciotola e unire le uova, il latte, sale e pepe. Versare il composto ottenuto in una tortiera foderata con carta forno e cuocere per 30 minuti in forno.

Preparation Cut the courgettes into thin rounds, crumble the sausage and lightly fry all together in a frying pan. When cooked place in a bowl and add the eggs, milk, salt and pepper. Pour the mix into a cake tin lined with greaseproof paper and cook for 30 minutes in the oven.

Orzotto con zucca e porcini Orzotto with pumpkin and porcini mushrooms Ingredienti: 200 g orzo 200 g zucca a cubetti 3 porcini 100 g pancetta Timo e Rosmarino 20 g di grana 20 g di olio di oliva Aglio, olio, sale, pepe

Ingredients: 200 g pearl barley 200 g pumpkin cut into cubes 3 porcini mushrooms 100 g bacon Thyme and Rosemary 20 g grating cheese (grana Padana) 20 g olive oil Garlic, oil, salt, pepper

Preparazione Lessare l’orzo, scolarlo e passarlo sotto l’acqua fredda. In una padella cuocere la zucca tagliata a cubetti con un cucchiaio d’olio e metterla da parte. Nella stessa padella far saltare i porcini econ uno spicchio d’aglio e l’olio e la pancetta. Unire il tutto e condire con il timo, rosmarino, sale, pepe e grana.

Preparation Boil the barley, drain and rinse with cold water. Cook the pumpkin cubes in a frying pan with a tablespoonful of oil, and place on one side. Use the same frying pan to lightly fry the porcini mushrooms with a clove of garlic, oil and bacon. Mix everything together and dress with thyme, rosemary, salt, pepper and grated cheese (grana Padana). WHITE CIRCUS 27


How its made

Nuove superfici per un nuovo modo di arredare New surfaces for new interior decor Pierluigi Giordano interviewed by Emilia Prevosti

uperfici che simulano il legno, pannelli di alta qualità che alterano il nostro modo di percepire le cose e aprono nuove possibilità nell’arredamento. Sono materiali nuovi performanti ed economici; aspetto, questo ultimo da non sottovalutare con i tempi che corrono. Materiali con cui sbizzarrirsi, a basso impatto ambientale, che garantiscono il risultato. Ciò che sembra legno è carta melaminica stampata ad effetto legno; il materiale è utilizzato da anni ma, la grande novità è che oggi è possibile imprimere la struttura, il calore e la poesia del legno al punto da renderlo suo sosia perfetto col vantaggio di essere più duttile e resistente. Per questi motivi anche i brand del design più blasonati stanno iniziando ad utilizzare questo materiale aprendosi così ad una percentuale di mercato maggiore. Pierluigi Giordano, ingegnere e fondatore dello studio A+I, da due anni è a capo di un team di progetto per Kronospan, leader mondiale nella produzione di pannelli in truciolare e in mdf, per sviluppare nuove finiture capaci di rispondere ad esigenze estetiche moderne.

Il futuro sarà la produzione di pannelli a minori emissioni inquinanti con l’eliminazione totale della formaldeide e degli elementi inquinanti. Saranno pannelli sempre più pratici ed economici con caratteristiche tecniche sia sotto il profilo della resistenza meccanica che sotto il profilo degli attacchi chimici perforanti.

S

La sua esperienza lavorativa è legata all’edilizia, alla progettazione d’interni e all’ideazione di decori e strutture per materiali melaminici. Tante scale diverse che coinvolgono varie discipline. Secondo lei in che direzione sta andando lo studio degli spazi in cui viviamo e lavoriamo? Questa è la nostra forza; infatti, in questo modo riusciamo a conoscere e ad affrontare tutti i problemi fin dal cantiere. Oggi si deve fare di necessità virtù! Si riducono sempre più gli spazi e gli elementi di arredo devono essere studiati per sfruttarlo al meglio. In un panorama di questo tipo materiali duttili come il melaminico diventano un alleato importante. 28 WHITE CIRCUS

Legno o nobilitato melaminico? Le superfici sono talmente ben realizzate da rendere impossibile distinguerle dal legno naturale. L’utilizzo del legno sarà sempre più limitato per i problemi di approvvigionamento e trasporto che comporta, per questo motivo sta sparendo nel mobile ma anche nel rivestimento di superfici verticali tipo le boiserie. Il melaminico è un materiale nuovo che consente a tutti di portare a casa il sapore del legno.

urfaces that simulate wood, top quality panels that change our way of perceiving things and open up new possibilities for furnishing our homes: these new materials provide high performance and are economical; an aspect not to be underestimated in these difficult times. They are materials with which to indulge the imagination, with low environmental impact and that guarantee results. What looks to us like wood is melamine coated paper printed with a wood pattern; a material that has been used for years. The latest novelty is that now the structure, warmth and poetry of wood can be imprinted to produce an exact copy which has the advantage of being easier to handle and more resistant. For these reasons even the most important design brands are beginning to use this material to open up to a larger market share. Pierluigi Giordano, engineer and

S Da quali presupposti parte per lo studio dei decori melaminici? Lo studio della superficie e del suo decoro è legato al periodo storico e deve incontrare il gusto del momento. Oggi, ad esempio c’è la tendenza ad usare il legno il più possibile sia per rivestire le superfici orizzontali sia quelle verticali ma, pochi possono ancora permetterselo. Secondo la sua esperienza quale sarà il futuro dei pannelli nobilitati con rivestimenti melaminici?


How its made founder of the A+I studio, for two years has been at the head of a design team whose task is to develop new finishes that meet modern aesthetic needs for Kronospan, a world leader in the production of panels in wood particle board or MDF.

You have gained your experience in the building trade, designing interiors as well as decorations and structures for melamine materials. This involves working on many different scales and with several disciplines. In your opinion, what direction is the study of living and working space taking? This is our strong point; indeed, in this way we can know and face all problems at the outset. Today we have to make virtues out of necessities! Space is increasingly at a premium and furniture must be designed to exploit it to the utmost. In a scenario of this type, easy to handle materials such as melamine become an important ally. What is your starting point for studying decorative melamine? Studies of surfaces and their decoration are linked to the moment and must satisfy the tastes of the period. Nowadays, for example, there is a tendency to use wood as much as possible for facing both horizontal and vertical surfaces, but only a fortunate few can afford it. In your experience what will be the future of panels faced with melamine wraps? The future will be the production of panels with fewer emissions through the complete elimination of formaldehyde and pollutants. Panels will be increasingly practical and economical with technical features that include resistance to mechanical stress and attacks by penetrating chemicals. Wood or melamine faced? The surfaces are so well made as to make it impossible to distinguish them from natural wood. The use of wood will be gradually restricted due to supply and transport problems and for this reason it is disappearing in furniture, but also in vertical surfaces such as boiserie panelling. Melamine is a new material that allows everyone to have the warm flavour of wood in their homes. WHITE CIRCUS 29


Partner

Una partnership tecnologica per dividere meglio A technological partnership to divide better Sinetica ha scelto quale partner tecnologico la società Universal Selecta S.p.A. che si pone ai primissimi posti nel panorama dei produttori italiani di sistemi di pareti divisorie. Per meglio comprendere quali sono stati i criteri che hanno favorito questo accordo incontriamo l’arch. Marco Predari, socio e consigliere delegato di Universal Selecta, responsabile delle relazioni esterne. Ci può raccontare brevemente la storia di Universal Selecta? La nostra società è presente sul mercato dal 1971. Nata da una idea imprenditoriale di Eugenio Pasta ha saputo consolidarsi nel tempo grazie ad intuito e fantasia riposti sia nei prodotti che nella capacità progettuale,in grado di affrontare i più complessi interventi. È dei primi anni ’70 il concept del capostipite sistema MEC 102 ancora in produzione che, costantemente aggiornato, ha permesso la rapida diffusione del marchio US fra i principali utilizzatori e professionisti del settore. Gli anni successivi hanno visto nascere altre linee di prodotto in cristallo monolitico, poi a doppia lastra, in curva o con la possibilità di essere attrezzate direttamente sul vetro. Oggi l’azienda è certificata, dispone della marchiatura CE, risponde ai requisiti Leed e ogni sistema supera agevolmente le prove di resistenza agli urti e di qualità acustica. Il tutto mantenendo linee pulite, disponibili in una vasta gamma di finiture,estremamente leggere ma straordinariamente performanti per quanto attiene l’efficienza acustica, in particolare sui sistemi di porte. Perché un progettista dovrebbe scegliere i prodotti di Universal Selecta? Una buona parete deve essere in grado di assolvere più funzioni: dividere, isolare acusticamente, disporre di porte di ottima fattura, solide ed efficienti, deve essere rapida da installare e facilmente riconfigurabile. La nostra produzione assolve perfettamente queste funzioni riducendo al minimo la componentistica che, addirittura, viene prodotta all’interno del-

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Marco Predari interviewed by Emilia Prevosti

lo stabilimento. Infatti le uniche parti in movimento sulle porte, le cerniere ed i blocchi serratura, sono stati disegnati e sono prodotti autonomamente. Non dovendo dipendere da fornitori esterni siamo in grado di garantire la reperibilità nel tempo oltreché l’ottima fattura. In particolare le porte sono costruite in modo da garantire la perfetta tenuta sui quattro lati. Qual è lo spirito con il quale vengono affrontati i progetti particolarmente complessi? Siamo nati nella “cantieristica” e non ci riteniamo arredatori. Per noi ogni progetto è un campo di sfida dove l’esperienza acquisita ci permette di poter dialogare con i più qualificati progettisti. Pertanto mettiamo a disposizione un patrimonio di conoscenza non comune; analizzando attentamente le difficoltà insite nelle varie tipologie di immobili che ci troviamo ad affrontare, ne interpretiamo le soluzioni più diverse. Il nostro ufficio tecnico è infatti in grado di progettare in piena autonomia ogni accessorio si dovesse rendere necessario per far si che l’integrazione fra manufatto e immobili sia consona e razionale. Come vede la partnership con Sinetica? La struttura organizzativa e commerciale di Sinetica rappresenta la miglior occasione che potessimo incontrare; unita all’ampiezza del catalogo prodotti del quale Sinetica dispone , spaziando dagli operativi ai direzionali, alle sedute ai sistemi di contenitori, in molte varianti di finitura, permette oggi di presentare un pacchetto di offerta completo ed esaustivo che integra perfettamente gli elementi d’arredo con i sistemi di pareti. Una unione operativa a 360 gradi. Da subito, dai primi colloqui, abbiamo infatti ricevuto la percezione di poter collaborare con una azienda dinamica, solida e fortemente motivata alla crescita ed alla distribuzione internazionale. Il programma che ci è stato proposto è sicuramente aggressivo e ambizioso e la cosa ci entusiasma motivando, per quanto ci riguarda, l’impegno che necessariamente entrambe le aziende stanno rispettando per ottimizzare gli sforzi tecnici ed economici profusi.


Partner

Sinetica has chosen Universal Selecta S.p.A., a leading Italian producer of partition wall systems, as its technological partner. To understand better the criteria applied to this agreement we speak to the company’s head of public relations, Marco Predari, architect, shareholder and managing director of Universal Selecta. Can you tell us briefly the history of Universal Selecta? Our company has been on the market since 1971. Founded on a business idea of Eugenio Pasta, it has consolidated over the years due to the intuition and imagination invested in both products and planning ability for extremely complex operations. The concept of our progenitor MEC 102 system was created in the early 70s. This constantly updated system is still in production and has helped to rapidly spread the US brand among users and professionals in the trade. The following years brought other product lines in monolithic crystal, then double pane, curved or with fittings applied directly to the glass. Today the company is certified and authorized to use the CE mark; it meets LEED requisites and each system easily passes shock resistance and acoustic quality tests. All products have attractive uncluttered lines and are available in a wide range of finishes. Although they are extremely lightweight they provide extraordinary performance in terms of acoustic efficiency, especially door systems. What are the reasons for a designer to choose Universal Selecta products? A good wall must fulfil a number of functions: divide, insulate from noise, make use of well-made doors that are solid and efficient, involve rapid installation and be easy to configure. Our production fulfils these functions perfectly, making minimum use of components, which in any case are produced in-house. The only moving parts on doors, hinges and lock systems

are designed and produced by us. As we do not need to rely on external suppliers we are able to guarantee excellent workmanship and availability over time. In particular, doors are built to guarantee perfect air tightness on all four sides. In what spirit do you deal with particularly complex projects? We have always worked in the construction industry and we do not consider ourselves interior decorators. For us every project is a challenge to be faced with the experience we have acquired and which allows us to speak on a par with the most highly qualified planners. We therefore provide a wealth of out of the ordinary knowledge; by carefully analyzing the difficulties inherent in the different types of buildings we deal with, we come up with bespoke solutions. Our engineering office is able to design all the accessories necessary to make the product integrate rationally with the building. How do you consider your partnership with Sinetica? Sinetica, with its organizational and sales structure, is one of the best opportunities we have ever had; the vast catalogue of products at Sinetica’s disposal, which cover operative and executive systems, from seating to storage, with a wide range of finishes, allows us to present a complete exhaustive package that perfectly integrates furnishing elements with our wall systems. A 360 degree working partnership. Immediately, from our first meetings, we perceived that we could cooperate with a dynamic company, sound and strongly motivated to grow and break onto the international market. The proposed plan is certainly aggressive and ambitious and we are enthusiastic; on our part it encourages us to employ the commitment both companies must undertake to optimize our technical and economic efforts.

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News

Sinetica e Universal Selecta: una concreta partnership tecnologica. Sinetica and Universal Selecta: an Industrial Project Le attuali tendenze organizzative degli spazi destinati ad ufficio richiedono l’offerta di prodotti sempre aggiornati tecnicamente ed economicamente competitivi. Tale situazione si manifesta con forza ed incisività soprattutto su mercati esteri dove la presenza dei competitor internazionali è particolarmente attiva. In un momento d’incertezza e di forti cambiamenti ma che lascia intravedere anche grandi opportunità di sviluppo per il futuro, due aziende, Sinetica e Universal Selecta, hanno pertanto deciso di condividere un progetto Industriale mirato a rafforzare la loro presenza sui mercati esteri. Sinetica, leader nella produzione e distribuzione di arredi operativi, direzionali, sedute e complementi d’arredo e Universal Selecta, leader in quello dei sistemi di pareti divisorie, sono complementari tra di loro per linee di prodotto e filosofia industriale. Con piacere oggi informiamo che la Partnership Tecnologica si presenta ufficialmente all’Orgatec. Colonia è un luogo ideale che consente visibilità internazionale e favorisce gli incontri con professionisti del settore che possono valutare la qualità dei prodotti esposti e trarre spunto per nuove iniziative. La collaborazione tra le due azienda ha favorito l’integrazione tra arredo e parete. L’organizzazione di Sinetica e Universal Selecta garantisce la produzione e la reperibilità dei sistemi parete offrendo la migliore assistenza dal progetto all’installazione. Il catalogo rappresenta emozionalmente il risultato di questa partnership facendo risaltare la qualità della proposta congiunta, focalizzando l’attenzione sulle ampie possibilità compositive.

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Modern trends in organizing space for office use require technically up-to-date products at competitive prices. This is strongly evident above all on foreign markets where international competitors are particularly active. At a time of uncertainty and many changes, but also giving the possibility of big opportunities for future development, two companies, Sinetica and Universal Selecta, have decided to share an Industrial project aimed at reinforcing their presence on foreign markets. Sinetica, leader in the production and distribution of operative and executive furniture, seating and complementary furnishing items, and Universal Selecta, leader in the production of partition wall systems, have complementary product lines and industrial philosophy. It is our pleasure today to inform you that this Technological Partnership will be officially present at Orgatec. Cologne is the ideal place: it gives international visibility and aids meetings with professionals in the trade, who can assess the quality of the products on display and find inspiration for new initiatives. The cooperation between the two companies has allowed furniture and partition integration. The Sinetica and Universal Selecta organizations guarantee the production and availability of the Wall Systems and the best assistance, from the space planning to installation. The catalogue represents the exciting path of this partnership showing quality of joint offer and focusing attention on the vast combination possibilities.


News

Dati Sinetica disponibili su pCon.planner

Sinetica data available on pCon.planner

Scopri i vantaggi di utilizzare i dati OFML di Sinetica su pCon. planner - soluzione leader per la progettazione di spazi, configurazione di prodotti, elaborazione delle offerte e comunicazione con i clienti. Il potente configuratore di prodotti Sinetica permette un’incredibile efficienza e qualità nella comunicazione con i clienti. Operazioni che prima richiedevano molti minuti adesso con pCon sono alla distanza di un semplice clic.

Discover the advantages of using Sinetica’s OFML data on pCon. planner – the leading solution for planning space, configuring products, processing estimates and communicating with customers. The powerful configuration software for Sinetica products provides incredible efficiency and quality in communications with customers. Operations that initially required many minutes can now be performed with a simple click.

Con i dati Sinetica in pCon avrai una serie di benefici: • Listino commerciale elettronico sempre aggiornato. I dati saranno automaticamente attualizzati via il pCon.update un servizio facile e semplice da utilizzare. • Configurazione grafica intelligente. Sarai in grado di configurare i prodotti Sinetica utilizzando regole che contribuiranno a velocizzare il lavoro ed evitare errori. Questo significa risparmiare sui costi di progettazione e creazione di preventivi. • Offerte con un click. Con un semplice click sarete in grado di creare una proposta dall'aspetto professionale. • Aumento qualità. pCon.planner ha molteplici funzioni che vi aiuteranno a migliorare la qualità complessiva dei vostri servizi: DWG come formato nativo, la possibilità di creare rapidamente renders ed animazioni, immagini interattive e panoramiche, accesso alla galleria 3D di Google e molto altro ancora.

The following are the benefits of using Sinetica data in pCon: • Constantly updated electronic sales price list. Data will be automatically brought up to date by pCon.update - a simple, easy to use service. • Intelligent graphics configuration. You will be able to configure Sinetica products using rules that contribute to speeding up the job and avoiding errors. This means savings on planning costs and the creation of estimates. • Estimates with a click. Just one click will allow you to create a professionally presented estimate. • Greater quality. pCon.planner has many functions that will help you to improve the overall quality of the services you provide: DWG as native format, the possibility to rapidly create renderings and animation, interactive and panoramic images, access to Google’s 3D gallery and much more besides.

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Events

Orgatec Project by Emilia Prevosti

Forme, materiali, Colori e luci: tutto dialoga in maniera armoniosa e naturale nello stand pensato dal team Sinetica LAB per l’edizione 2012 di Orgatec. Elementi di arredo “vestiti” di nuovo, tappeti in lana, pavimenti in legno, piante che incorniciano le pareti creano e comunicano un’atmosfera calorosa dell’interior ufficio, un senso di naturalezza che scalda l’ambiente e accoglie i visitatori. Le proposte di arredamento di quest’anno vanno a completare la gamma di prodotti della “Interior Collection” Sinetica anticipate nella passata edizione di Orgatec. Tre proposte di nuovi direzionali e un bancone reception, nuovi screen fonoassorbenti, e la nuovissima collezione di pareti divisorie derivanti dalla partnership tecnologica con Universal Selecta. Assoluta novità, i tre nuove proposte di finiture melamminiche, accanto alla riproposta del grigio abbinato alle essenze, e gli inserimenti del cuoio e le finiture laccate per vestire l’intera gamma di prodotti della “Interior Collection” Sinetica. Shapes, materials, Colours and lights: they all harmoniously and naturally communicate on the stand designed by the Sinetica LAB team for the 2012 Orgatec edition. Newly “clad” furnishing elements, wool carpets, wood flooring, and plants framing the walls to create and convey a warm and cosy atmosphere of an office interior, a feeling of spontaneity that warms the environment and receives the visitors. This year’s furnishing proposals complete the Sinetica “Interior Collection” range of products that was anticipated in the last edition of Orgatec. Three new directional proposals and a reception desk, new soundproof screens and the brand-new collection of partitioning walls resulting from the technological partnership with Universal Selecta. And the three melamine finishes proposed are completely new, next to the grey-wood match presented once again and the leather inserts and lacquered finishes to clothe the whole range of products in the Sinetica “Interior Collection”.

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Events

Welcome area

MOOD Moduli curvi e lineari da affiancare liberamente, per comporre geometrie sinuose, questa è la reception Mood. L'accentuata inclinazione verso il centro del fronte consente al pubblico di avvicinarsi al meglio al bancone. Lo zoccolo è rialzato per l'inserimento luce led e il top è a filo. Tra le varie finiture in offerta viene proposta in laccato bianco opaco, abbinata alla libreria WIRE anch'essa in laccato. MOOD Both curved and linear modules that can be matched freely to create sinuous geometries, this is the Mood reception. The’ accentuated inclination towards the middle of the front allows the public to get closer to the desk. The base is raised for inserting the LED light and the top is flush mounted. Out of all the various finishes it is proposed in lacquered matt white matched with the WIRE bookcase’ which is also lacquered.

Nell'area lounge è importante creare un'atmosfera accogliente e rilassante; alleati eccezionali per ottenere un buon risultato sono i colori. La ricerca colorimetrica Sinetica propone: verde, acquamarina e azzurro. Sobrio ed elegante il Divano Allure, abbinato ai tavolini Multi Task, alla libreria modulare Wire e ai versatili pouf di nuova produzione.

It's important to create a welcoming and relaxing atmosphere in the lounge area; colours are the exceptional allies in achieving a great result. Sinetica's colour research proposes: green, aquamarine and pale blue. The Allure divan matched with the Multi Task coffee tables, the modular Wire bookcase and the new and versatile poufs are simple and elegant.

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Events

RING la soluzione per arredare lo spazio direzionale con l'annesso spazio meeting, è Ring, il nuovo direzionale elegante e funzionale con struttura in alluminio chiusa su quattro lati. Disponibili a scelta piani in vetro, in melaminico, legno e cuoio di diversi spessori. Abbinata alla scrivania direzionale Dado Open, con lampada integrata su pedana, mentre nell'area meeting viene proposta la libreria Libro che ritma lo spazio giocando con moduli con ante o aperti. RING RING is the new elegant and functional directional solutio’n with aluminium structure closed on four sides for furnishing the direction space and anexed meeting space. There is the choice of shelves in glass, melamine, wood and leather in different thicknesses. Dado Open with integrated standard lamp is matched with the directional desk while in the meeting area the Libro bookcase is proposed that marks out the rhythm of space, playing with units with and without doors.

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Events

Executive and Meeting area FRAME + Un tocco di accogliente linearitĂ caratterizza le collezioni Sinetica dedicate agli spazi direzionali piĂš prestigiosi. Come il fascino minimalista di Frame + direzionale che viene proposto in una nuova versione con inserimento di piano in cuoio. La nuova libreria Abacus presentata in questa edizione di Orgatec, con ante scorrevoli che mostrano o celano in modo alternato i vani dove poter inserire colorati box fermalibro, arreda e completa lo spazio, creando un ambiente dal sapore living. FRAME + A touch of welcoming linearity characterises the Sinetica collection dedicated to the most prestigious directional spaces. Like the minimalist charm of Frame + directional that is offered in a new version with leather shelf added to it. The new Abacus bookcase presented in this edition of Orgatec, with sliding doors that alternately show and hide the compartments that can house coloured bookend boxes, furnishes and completes the space creating an environment with a living flavour.

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Events

Executive area

VOGUE Vogue è il nuovo direzionale realizzato con innovativa struttura con profilo a T. Alla essenzialità delle linee, abbina la versatilità di rivestimenti realizzabili in pannelli di diverso materiale (legno, melaminico, vetro) inseriti a sandwich. Il telaio così rivestito consente di essere internamente cablato, una sintesi eccellente di estetica e tecnologia. Disponibile anche con piano dattilo integrato. La nuova libreria Abacus presentata in questa edizione di Orgatec, con ante scorrevoli che mostrano o celano in modo alternato i vani dove poter inserire colorati box fermalibro , arreda e completa lo spazio, creando un ambiente dal sapore living.

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VOGUE Vogue is the new directional made with an innovative T profile structure. The versatility of the claddings made in different material sandwich panels (wood, melamine and glass) is combined with the essentiality of the lines. Internal wiring is possible with the frame thus upholstered which is an excellent solution as far as aesthetics and technology are concerned. Also available with an integrated typewriter table. The new Abacus bookcase presented in this edition of Orgatec, with sliding doors that alternately show or hide the compartments that can house coloured bookend boxes, furnishes and completes the space creating an environment with a living flavour.


Events

DELTA Delta, la nuova scrivania direzionale dagli spessori importanti e dalle linee minimali. Sviluppato in melamminico spessore 60 mm è caratterizzato dell'unione a 45° del piano scrivania e dattilo, alla gamba. Proposta con un rivestimento in cuoio che abbraccia il piano, disponibile anche con piano dattilo integrato. Sofisticato il tocco all'ambiente dato dalla nuova Parete Spark 15 proposta con sistema Suite che ritma la parete con moduli chiusi dove inserire mensole in alluminio. Il prodotto è realizzato in partnership tecnologica da Universal Selecta per Sinetica.

DELTA Delta, the new directional desk with thicknesses of a certain significance and minimal lines. Made in 60 mm thick melamine, it is characterised by the 45° u’nion of the desk and typewriter desk with the leg. Proposed with a leather cladding that covers the top, also available with integrated typewriter table. A touch of sophisticatio’n is given to the environment by the new Spark 15 wall proposed with the Suite system that gives movement to the wall with closed modules in which aluminium shelves can be fitted. This product is made for Sinetica by its technological partner Universal Selecta.

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Events

Operative area FRAME + OPERATIVE FlessibilitĂ ed eleganza per Frame + Operative, un progetto trasversale che introduce nel ufficio operativo un nuovo livello di estetica. I tavoli, contraddistinti dal telaio perimetrale con piano integrato, possono essere attrezzati con schermi separatori minimalisti.

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FRAME + OPERATIVE Flexibility and elegance for Frame + Operative, a transversal project that introduces a new level of aesthetics in the operational office. The tables, distinguished by the perimeter frame with integrated top, can be accessorised with minimalist dividing screens.


Events SCREEN PLUS La novità principale presentata in stand è lo Screen Plus, il nuovo sistema per schermare completamente e dividere lo spazio di lavoro. I nuovi schermi offrono la possibilità di garantire totale copertura visiva e acustica utilizzando del materiale fonoassorbente (A destra Screen Plus fonoassorbente in tessuto su tavolo Frame+). È inoltre disponibile con materiale puntinabile come il sughero, comodo per l'organizzazione della attività di ciascuno. (A sinistra Screen Plus in sughero su tavolo Diamond). La barra porta accessori superiore consente di poter agganciare degli accessori per organizzare il proprio posto di lavoro.

SCREEN PLUS The main new product presented on the stand is Screen Plus, the new system for completely screening and dividing the work space. These new screens make it possible to guarantee total visual and acoustic coverage using soundproofing materials (On the right Screen Plus in a soundproof fabric on a Frame+ table). Also available in materials on which drawing pins can be used such as cork, great for organising everyone's work. On the left Screen Plus in cork on a Diamond table). Accessories can be hooked on the upper accessory bar to better organise one's work station.

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Events

Operative area

TWEET Un nuovo livello di estetica nell'ufficio operativo e una nuova soluzione per le più diverse esigenze di spazio e di lavoro: questo è Tweet. Una gamba quadrata con la quale è possibile creare diverse composizioni completate da una barra centrale sulla quale è possibile collocare tanti utili accessori

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TWEET A brand new level of aesthetics in the operational ’office and a new solution for the most diversified requirements of space and work; this is Tweet. A square leg that can be used to make many different compositions, completed by a central bar on which a whole host of useful accessories can found their home.


Events

TEN UP 2 + USE ME Ten Up 2 si distingue per la gamba snella e sottile, espressione estetica dell'estremo dinamismo. Affiancato ai contenitori Use Me, sistema modulare per l'archiviazione, consente di organizzare e suddividere al meglio gli ambienti di lavoro.

TEN UP 2 + USE ME Ten Up 2 is distinguished by its slender leg, an aesthetic expression of ’extreme dynamism. Used together with the Use Me containers, a modular filing system for a far better way of organising and dividing work environments.

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SITO + MAGAZINE = WHITE SPACE

White Circus whitespace.com

Il White Circus è nel WEB. Un sito che combinerà i contenuti del sito e del magazine cartaceo, più articolo, più immagini, video e audio. E non solo: a contribuire potrai essere anche tu scrivendo articoli per WHITE CIRCUS o segnalandoci i temi che vorresti sul giornale.

White Circus is on the internet. A webpage where the contents of the website will be combined with those of the paper magazine and with images, sounds and videos. And this is not all. You will be able to contribute to its creation, by writing articles for WHITE CIRCUS or indicating us the themes you would like to find in the magazine.

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Book Patrizia Pozzi Contemporary Landscape

Editore/Publisher: Skira Anno/ Year of release: 2011 Pagine/ Number of pages: 320 ISBN: 978-88-572-1201-2 Formato/ Format: 16,5 x 21 Euro/ Price in Euros: 30,00

Nuovi racconti e visioni a cura di Luca Molinari Patrizia Pozzi, nota progettista milanese del paesaggio e del verde, interpreta il paesaggio come processo di trasformazione, cambiamento e sviluppo dell’ambiente che ci circonda. Il volume presenta i suoi ultimi progetti suddividendoli in quattro sezioni: Energy landscape (ecosostenibilità e biocompatibilità), Abitare la natura (paesaggio come fonte di ispirazione e integrazione), Nuove tendenze (nuove dinamiche di approccio allo spazio pubblico e alla vita quotidiana) e Nursery (sostenibilità e integrazione tra architettura e spazi aperti). Ne emerge la filosofia di chi vuole “sporcarsi le mani”

Don McCullin La Pace impossibile

Editore/Publisher: Skira Anno/ Year of release: 2012 Pagine/ Number of pages: 252 ISBN: 978-88-572-1388-0, Formato/ Format: 24x28 Euro/ Price in Euros: 40,00

Dalle fotografie di guerra ai paesaggi, 19582011 a cura di Sandro Parmiggiani con la collaborazione di Robert Pledge Don McCullin è uno dei più grandi fotografi del nostro tempo. In questo volume sono raccolte le testimonianze che McCullin ci ha consegnato dal fronte dei conflitti e delle apocalissi umanitarie nelle zone calde della terra. E ancora, le immagini con cui ha tracciato un ritratto impietoso del suo paese, l’Inghilterra, fotografando i volti più contraddittori della società: le gang e i teddy boys; i senzatetto e i disoccupati; i nobili alle corse dei cavalli di Ascot. Completano la monografia le fotografie

Marilyn

Editore/Publisher: Skira Anno/ Year of release: 2012 Pagine/ Number of pages: 320 ISBN: 978-88-572-1419-1 I, -1418-4 E Formato/ Format: 24x28 Euro/ Price in Euros: 42,00

con il progetto, svilupparlo nei suoi più minimi particolari e dare valore alla trasformazione del contesto contemporaneo nel suo lato più poetico, rivolgendo l’attenzione al tema della sostenibilità e dell’uso di materiali innovativi.

Patrizia Pozzi Contemporary Landscape New tales and visions. Edited by Luca Molinari Patrizia Pozzi, well-known Milan landscape and garden designer, interprets the landscape as a process of transformation, change and development of the environment around us. The book presents her latest projects, subdividing them into four sections: Energy landscape (ecosustainability and biocompatibility), Abitare degli ultimi decenni: le nature morte, altari votivi che lui stesso mette in scena nella sua casa; i paesaggi della campagna inglese che la circondano; i popoli primitivi in varie parti del mondo; le antiche rovine della gloria di Roma, cui s’è appassionato frequentando Bruce Chatwin.

Don McCullin The Impossible Peace From War Photographs to Landscapes, 19582011 Edited by Sandro Parmiggiani with Robert Pledge Don McCullin is one of the greatest photographers of our time. This book gathers the testimony McCullin has passed on of conflicts

a cura di Stefania Ricci e Sergio Risaliti

In mostra a: Firenze, Museo Ferragamo 20 giugno 2012 – 28 gennaio 2013

Questa monografia dedicata a Marilyn – a cinquant’anni dalla sua morte – ripropone immagini, abiti, calzature e oggetti dell’attrice, nonché importanti documenti che svelano la complessa personalità della diva. Misurandosi con il mito e con la cronaca i curatori hanno interpretato la suggestiva genesi di alcuni celebri scatti d’autore (Beaton, Stern, Barris, Greene) che ritraggono Marilyn in pose “classiche”. E hanno confrontato questi ritratti con celeberrime opere d’arte del passato che di quelle pose e di quelle espressioni rappresentano la memoria più antica.

Marilyn

Lucio Fontana

Per introdurre e illustrare al meglio questa particolare produzione di Fontana, il libro parte da un po’ più lontano, raccogliendo lavori dal 1931 al 1968 e riproducendo tutte le opere in mostra, rappresentate da disegni, schizzi, ambienti, sculture e dipinti.

Ambienti Spaziali Architecture Art Environments Germano Celant Un volume inedito che illustra il rapporto dell’opera di Lucio Fontana con l’architettura ed esalta un particolare aspetto della sua ricerca linguistica mettendolo in relazione con le opere più conosciute e tradizionali. Lucio Fontana: Ambienti Spaziali presenta per Editore/Publisher: Skira/Gagosian la prima volta negli USA un numero considereAnno/ Year of release: 2012 vole di ambienti spaziali, pensati dall’artista tra Pagine/ Number of pages: 412 il 1948 e il 1968, che si possono considerare ISBN: 978-88-572-1429-0 anticipatori degli environments, da Allan KaFormato/ Format: 24x28 prow a Robert Irwin, e delle articolazioni luminose, da Dan Flavin a Bruce Nauman. Euro/ Price in Euros: 75,00

Edited by Stefania Ricci and Sergio Risaliti

la natura (the landscape as a source of inspiration and integration), Nuove tendenze (new dynamics for approaching public space and daily life) and Nursery (sustainability and integration of architecture and open spaces). The result is the philosophy of a person who wants to “dirty her hands” with a project to develop it down to the smallest detail and validate transformation of our contemporary context in its most poetical form, turning her attention to the subject of sustainability and the use of innovative materials.

and humanitarian apocalypses in the hot spots of the world. It also includes the images he uses to draw a merciless picture of his own country, England, by photographing the most contradictory facets of society: gangs and teddy boys; the homeless and unemployed; the aristocracy at Ascot races. The monograph is completed with photographs taken over the past ten years: still life, chantries set up by him in his own home; the landscape of the English countryside around his house; primitive peoples in different parts of the world; the ancient ruins of Roman glory, his passion for which was fired by Bruce Chatwin.

Marilyn in “classical” poses. They then compare these portraits with universally renowned works of art from the past which even then used the same poses and expressions. On exhibition at: Florence, Museo Ferragamo 20 June 2012 – 28 January 2013

This monograph dedicated to Marilyn – fifty years after her death – re-proposes images, clothes, shoes and items that belonged to the actress, as well as important documents that reveal the complex nature of the star’s personality. Tackling the myth and gossip the editors have interpreted the evocative genesis of some famous shots by celebrity photographers (Beaton, Stern, Barris, Greene) who snapped

Lucio Fontana Spatial Environments Architecture Art Environments Germano Celant This original book illustrates the relationship of works by Lucio Fontana with architecture and exalts a particular aspect of his linguistic research by relating it to better-known and more traditional works.

Lucio Fontana: for the first time in the USA Spatial Environments presents a considerable number of spatial environments created by the artist in the years between 1948 and 1968 and which can be considered anticipators of environments, from Allan Kaprow to Robert Irwin, and luminous articulations, from Dan Flavin to Bruce Nauman. To introduce and illustrate Fontana’s production in the best way possible, the book starts a little further back, presenting works from 1931 to 1968 and reproducing all the works on show, including drawings, sketches, environments, sculptures and paintings.

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People

New Showroom

Ten Up 2, sistema caratterizzato dall’elegante movimento della gamba metallica e dalla barra su cui inserire tutti gli accessori, e la seduta Blue, seduta operativa accogliente, ergonomica e regolabile, danno vita ad un ambiente operativo per lavorare nel benessere e nella funzionalità . Ten Up 2, a system characterised by the elegant movement of the metal leg and by the bar to hold all the accessories, and the Blue seat, an inviting operational seat, ergonomic and adjustable, all giving life to an environment of wellbeing and functionality in which to work.

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Photo: Beppe Raso Style: Sinetica Lab


People

Il fascino minimalista della struttura perimetrale ossidata brillantata di Frame + Executive, il sistema con struttura a telaio perimetrale in alluminio e piano a filo integrato, crea un ambiente direzionale caloroso ma informale in perfetta sintonia con le sedute Captain, dalla personalità decisa e dalle linee avvolgenti, la chaise lounge Luise + Peg, ideale per un momento di meditazione e relax. The minimalist charm of the oxidised polished perimeter structure of Frame + Executive, the system with aluminium perimeter frame and structure plus integrated wire/flush top, creates a warm directional but informal environment, perfectly in tune with the Captain seats that have a strong personality and embracing lines, the Luise + Peg chaise lounge, ideal for those moments of meditation and relaxation.

Una nuova Showroom per presentare tutte le potenzialità di Sinetica a fornire soluzioni complete d’arredo. Non solo arredi, anche pareti, complementi, sedute, lampade e accessori: tutto creato e legato da una connessione armonica di forme, colori, materiali. Un percorso dinamico fra tante proposte diverse che spaziano dalla reception agli ambienti direzionali, dall’area lounge agli uffici operativi, alle aree meeting. Una vetrina, la nuova Showroom, dove presentare le novità Sinetica, i nuovi prodotti che rispecchiano i trend del momento, e dove trova spazio l’intera gamma di prodotti della “Interior Collection”. Elementi integrati che parlano lo stesso linguaggio nella forma, nei materiali, nelle finiture e che consentono di creare soluzioni complete e personalizzate per qualsiasi esigenza progettuale. Qui i clienti possono trovare risposte adeguate per le loro diverse esigenze e i nostri partner ispirazione per la realizzazione di corner e ambientazioni nelle loro showroom.

A new Showroom to show all Sinetica’s potential in providing complete furnishing solutions. But not just furnishings – also walls, complements, seats, lamps and accessories: all created and linked by a harmonious connection of shapes, colours and materials. A dynamic path among different proposals ranging from reception to directional spaces, from the lounge area to the operational office and meeting areas. A window, the new Showroom, for presenting all Sinetica’s new ideas, the new products that reflect current trends and where the whole range of “Interior Collection” products finds plenty of room. Integrated elements that speak the same language in terms of shape, materials, finishes and that allow complete and customised solutions to be created for any design requirement. Here customers can find just what they want for their own personal needs and our partners have all the inspiration they require for creating corners and settings in their showrooms.

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People

Sinetica propone prodotti straordinariamente duttili, senza compromessi estetici nĂŠ limiti tecnici di composizione e di finiture, che consentono di allestire ambienti estremamente funzionali e al tempo stesso accoglienti e calorosi. Sinetica offers extraordinarily flexible products, with no aesthetic compromises or technical limitations as to composition or finish which means rooms can be fitted out in a highly functional manner while still being cosy and welcoming.

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Open space e ambienti chiusi ma trasparenti, postazioni di lavoro operative, uffici direzionali e semidirezionali, aree lounge, sale riunioni, ricevimento e attesa, convivono interpretando in modo sapiente, elegante ed estremamente funzionale le esigenze dei nuovi ambienti di lavoro sempre all’insegna del benessere e della qualità della vita anche in un ufficio.

Open spaces and closed but transparent spaces, operational workplaces, directional and semi-directional offices, lounge areas, meeting rooms, reception and waiting areas live together, skilfully, elegantly and functionally interpreting the needs of new work places, always with wellbeing and the quality of life in the front line even in an office.

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People Mai banale l’operativo Diamond con gamba a sezione triangolare e schermi centrali sostenuti da pinze che oltre a garantire l’adeguata privacy sono belli da vedere. Accanto Use Me che, posizionato al centro stanza, oltre ad essere un pratico armadio da archiviazione divide in modo perfetto lo spazio di lavoro. The desk Diamond with triangular-section legs and central screens supported by clamps. They not only guarantee privacy but also nice to see. Beside the UseMe unit: when located in the middle of the room is a perfect partition in addition to being a practical filing cabinet.

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People

Spark, è il nuovo sistema di pareti mobili e porte in cristallo curvato, che consente di collegare elementi curvi ad elementi rettilinei. È possibile ritmare le pareti con sistema Suite composto da moduli cechi equipaggiabili con pratiche mensole.

Spark is the new system of mobile screens and doors in curved glass. They allow connecting curved and straight elements. The screens can be combined with system Suite consisting of blind modules that can be equipped with practical shelves.

A sinistra – Frame +, sistema dal fascino minimalista con struttura perimetrale ossidata brillantata, o verniciata bianca, è in perfetta armonia con le sensazioni cromatiche e materiche trasmesse dalla superficie in legno oppure in vetro verniciato bianco. On the left Frame +, a system with a minimalist style. Its external structure with oxidized and glittering effect or painted in white is in perfect harmony with the colour and material sensations conveyed by the wooden white glass surface.

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Travel

Sotto i tetti di Praga Under the roofs of Prague

ante le cose che fanno di Praga una città indimenticabile. Certo i monumenti tradizionali, i palazzi e le sue strade sono imperdibili, ma le persone e l’atmosfera che la pervade sono altrettanto affascinanti. I tetti di Praga sono davvero bellissimi! Perfetti nella loro apparente casualità, si sfiorano e incastrano l’uno nell’altro; realizzati tutti in tegole di un vivace colore mattone acceso, osservati dall’alto mostrano una struttura possente come se dovessero assolvere ad un compito più importante rispetto al semplice riparo dalle intemperie e dal sole; una vera e propria mansione di protezione verso la cultura e la storia di questa città dal glorioso passato. Si possono ammirare in tutta la loro perfezione, oltre che dal Castello, dalla cima della Torre del celebre orologio astronomico, un autentico capolavoro di meccanismi che consente una vista a 360 gradi su tutta la città. Fin dal IX° secolo quando iniziò a svilupparsi come piccolo centro posto sulla collina attualmente oc-

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cupata dal Castello, Praga già manifestava la sua naturale vocazione di capitale. Per lungo tempo principale centro del regno di Boemia, con il Re Carlo IV diventa una città prosperosa e capitale culturale dell’Europa Centrale; anche per questo, nel 1355 il Re viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero e due anni dopo inizia la costruzione dell’ormai famoso Ponte Carlo sul fiume Moldava. La strategica posizione geografica ha consentito alla città di essere al centro degli scambi commerciali che interessavano la zona e di arricchirsi di culture filosofiche e arti anche lontane. Questa gloria passata è fortemente percepibile passeggiando tra le affollate strade del centro e tra le facciate dai colori pastello dei suoi palazzi. La città ospita molti teatri d’opera, sale da concerto, club musicali e gallerie d’arte, numerose università tra cui l’Università Carolina, fondata nel lontano1348 e prima università del Sacro Romano Impero e dell’Europa Centrale, e l’Università Tecnica Ceca fondata nell’anno 1707.

by Bruno Lardera

Numerose sono anche le diverse culture religiose che convivono in perfetta armonia; vi si trova, ad esempio, uno dei più antichi centri ebraici dell’Europa Centrale, risalente alla prima metà del 10° secolo. La Sinagoga Vecchia-Nuova, è la più antica conservata in Europa: costruita nel 1270 ca., subì una sola ristrutturazione, mantenendo così parte dello stile gotico originale. Il secolo scorso ha visto Praga drammaticamente protagonista della storia europea: prima con l’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale, dopo con l’insurrezione e la liberazione da parte dell’Armata Rossa. Il “socialismo dal volto umano” di Alexander Dubcek non ebbe fortuna e la famosa “Primavera di Praga” fallì il 21 agosto 1968 con l’invasione della Cecoslovacchia per mezzo dei carri armati dei paesi membri del Patto di Varsavia. Nel 1989 fu instaurata la democrazia e l’ex dissidente Vaclav Havel, morto nel 2011, fu eletto presidente del Paese nel 1990.


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Travel

here are many things that make Prague an unforgettable city. Certainly the traditional monuments, the historic buildings and streets are not to be missed, but the people and its atmosphere are just as fascinating. The roofs of Prague are really beautiful! Perfect in their apparent randomness, they touch and intertwine; entirely in bright brick red tiles, observed from above they have a powerful structure as if they had a more important task than simply protecting from rain and sun; a real duty to protect the culture and history of this city and its glorious past. You can admire their perfection not only from the Castle but also from the top of the tower housing the famous astronomical clock, an authentic masterpiece of mechanisms, which provides a 360째 view of the

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whole city. Right from the 9th century, when it began developing into a small settlement situated on the hill where the Castle now stands, Prague showed its natural vocation as a capital. For a long time the main town in the Kingdom of Bohemia, with King Charles IV it grew into a prosperous city and cultural capital of Central Europe; also for this reason in 1355 the King was proclaimed Emperor of the Holy Roman Empire and two years later construction started on the now famous Charles Bridge over the Vltava River. Its strategic geographical position placed the city at the centre of trade in the area and enriched it with philosophical culture and art even from far away places. Its past glory is strongly felt when strolling through the


Travel

crowded downtown streets and passing by the pastel coloured façades of the buildings. The city has many opera theatres, concert halls, music clubs and art galleries. It is also home to many universities, including the Charles University, founded in 1348 and the first university in the Holy Roman Empire and Central Europe, and the Czech Technical University, founded in 1707. There are also several different religious cultures that co-exist in perfect harmony; there is, for example, one of the most ancient Hebrew centres of Central Europe, which goes back to the first half of the 10th century. The Old-New Synagogue is the oldest still standing in Europe: built in circa 1270 it was restructured just once and therefore maintains part of its original gothic style. In the last century Prague was dramatically to the fore in European history: first with German occupation during the Second World War, then with an uprising and liberation by the Red Army. Alexander Dubcek’s “socialism with a human face” did not meet success and the famous “Prague Spring” failed on 21 August 1968 with the invasion of Czechoslovakia by the tanks of the member states of the Warsaw Pact. In 1989 democracy was established and the former dissident Vaclav Havel, who died in 2011, was elected the country’s president in 1990. WHITE CIRCUS 57


Art

La Documenta di Kassel. Mostra del corpo pensante. The Kassel Documenta Exhibition of the thinking body

La tredicesima edizione di Documenta - una delle più importanti mostre d’arte contemporanee del mondo, fondata nel 1955 dall’artista e studioso tedesco Arnold Bode nella cittadina di Kassel, dove da allora si svolge ogni cinque anni - con la direzione artistica dell’italo-americana Carolyn Christov Bakargiev ha messo in scena un profilo diverso rispetto al taglio curatoriale delle precedenti edizioni. Connotatasi da tempo come una sorta di anti-Biennale veneziana in quanto mostra che privilegia le idee e il pensiero, prima ancora delle opere, quest’anno si è caratterizzata con una forte tridimensionalità, una grande densità di opere, molte fatte quasi a mano, spesso da atelier specializzati. All’insegna del fare e del costruire, la tredicesima Documenta ha puntato l’attenzione sul recupero dell’arazzo, della ceramica e dei materiali naturali, senza per questo dimenticare la tecnologia, ma ponendo l’accento sulla valenza della manualità antica e sulla ricucitura dei pensieri attraverso il fare. Perché, come ha affermato la direttrice, “l’intelligenza non è in contrasto con la materia. Non lo è mai stato. Si pensa con il corpo e il corpo pensa”. La “cento giorni di Kassel”, che ha animato l’estate dal 9 giugno al 16 settembre con le opere di artisti provenienti da tutto il mondo, ma anche con numerosissimi incontri ed eventi, non è certo stata avulsa da idee e pensieri, mantenendo del resto la sua vocazione di mostra-laboratorio. Un laboratorio delle idee di cui la mostra è in realtà l’evento conclusivo, se si pensa che Christov-Bakargiev ha lavorato per ben quattro anni alla sua preparazione, con la collaborazione di scienziati, filosofi, curatori, psicanalisti, antropologi, poeti, scrittori e artisti. Per produrre un’esposizione articolata in una trentina di sedi, comprese quelle off site (in Egitto, Afghanistan e Canada), tra le quali a Kassel le principali si 58 WHITE CIRCUS

snodano tra l’Ottoneum (Museo di storia naturale), la Hauptbahnhof (stazione ferroviaria), la Neue Galerie, la Documenta Halle, l’Orangerie (ora sede del Museo dell’astronomia e della tecnologia) e l’antistante parco di Karlsaue, disseminato di sculture, installazioni e mini esposizioni allestite in casette di legno. Si tratta di una mostra-laboratorio che prende avvio dalla sede espositiva principale, il Museum Fridericianum, considerato una sorta di quartier generale di una mostra che non ha espresso un tema preciso ma, piuttosto, il senso del pensare e il suo intreccio con il fare, occupandosi di momenti di trauma e di svolta, d’incidenti e catastrofi, a ridosso della relazione fra distruzione e ricostruzione, per porre l’accento non tanto sulla crisi quanto sulla rinascita. Anche attraverso un’estensione del pensiero sociale e culturale, che ha messo in scena, anche attraverso il progetto a Kabul, il mondo islamico, con il recupero della narrazione e della decorazione. In tale contesto è emersa la poetica installazione della pakistana Nalini Malani, composta da lampade magiche, cilindri trasparenti ma decorati che proiettano sulle pareti composizioni di forme sempre diverse. Tratto distintivo dell’idea curatoriale sulla quale si è fondato l’intero progetto è quella di svilupparlo attraverso quattro posizioni che tutti noi possiamo assumere e a partire dalle quali agiamo, compiamo le nostre azioni. La prima è la nostra posizione su un palcoscenico, la condizione dell’essere in performance, una condizione contemporanea estrema nel momento in cui twitter o facebook mettono su un palcoscenico la rivoluzione del Cairo dello scorso anno. La stessa Kassel, ovviamente, è un palcoscenico, ma allo stesso tempo un ritiro, in quanto luogo del pensiero. Ecco allora la seconda

by Sabrina Zannier

Fridericianum, Kassel, during Documenta, 1955. Photo: Günther Becker © documenta Archiv


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1. “Doing Nothing Garden” dell’artista cinese Song Dong

posizione, quella dello stato di «esodo», sia che si tratti di un ritiro spirituale, di una ritirata militare, o di un esodo dalle cose. Questa è la condizione di moltissime persone, anche d’intellettuali e di artisti, e si verifica nei momenti storici molto difficili. Le altre posizioni sono quelle dell’assedio, rappresentato dai progetti di Documenta in Stati diversi, e della speranza, con particolare riferimento, a livello territoriale, al progetto al Cairo. Quattro posizioni, queste, che emergono complessivamente dall’intero progetto, affiancati, intrecciati o singolarmente in molte

opere. Una delle più grandi della mostra, l’installazione dell’italiana Lara Favaretto, composta da un accumulo di ferraglie alla fine della stazione ferroviaria quale allegoria del binario morto, in modo tragico e devastante allude all’agonia tormentata del nostro mondo, ma anche alla speranza, radicata nella possibilità di riciclarci, rinascendo dalle macerie. Come del resto appare sotteso nella bella “montagna verde” del cinese Song Dong, una grande installazione composta da piante e fiori, costruita sopra una montagna di rifiuti urbani.

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The thirteenth edition of Documenta – one of the most important contemporary art exhibitions in the world, founded in 1955 by German artist and scholar Arnold Bode in the town of Kassel, where it still takes place every five years – with the artistic direction of Italo-American Carolyn Christov Bakargiev has taken on a different profile from that of previous editions. For some time now seen as a sort of anti-Venice Biennial because it is a show that focuses on ideas and thought rather than the actual works, this year’s exhibition has a strong three-dimensional aspect with many works, a lot almost handmade, often by specialist ateliers. In the name of doing and building, the thirteenth Documenta focuses on recovering tapestries, ceramics and natural materials, without forgetting technology, but placing the accent on the value of ancient manual skills and the act of stitching together thoughts. Because, as the curator states, “intelligence is not in contrast with matter. It never has been. We think with our bodies and our bodies think”. The “hundred days of Kassel” which animated the summer from 9 June to 16 September with the works of artists from all over the world, but also with many encounters and events, was certainly not without ideas and thoughts, maintaining its vocation as an exhibition-workshop. A workshop of ideas where the exhibition is actually the final event, considering that Christov-Bakargiev worked four years on its preparation. With the cooperation of scientists, philosophers,

curators, psychoanalysts, anthropologists, poets, writers and artists she produced an exhibition showing in about thirty venues, including those off site (in Egypt, Afghanistan and Canada), mainly at Kassel in the Ottoneum (Natural History Museum), Hauptbahnhof (railway station), Neue Galerie, Documenta Halle, Orangerie (now houses the Museum of Astronomy and Technology) and the Karlsaue park, which contained sculptures, installations and mini exhibitions set up in wooden crates. This is an exhibition-workshop that starts in the main venue, the Fridericianum Museum, considered a sort of headquarters for a show that has not adopted one precise theme, but focuses on the sense of thought and its link with doing. It deals with traumatic moments and turning points, accidents and catastrophes, close to the relationship between destruction and reconstruction, to place the accent not so much on the crisis as on subsequent rebirth, also through the extension of social and cultural thought it has staged, and through a project in the Muslim world of Kabul that recovers narration and decoration. In this context emerges the poetic installation of Pakistani Nalini Malani, made up of magic lanterns; decorated transparent cylinders that project ever changing compositions on the walls. The distinguishing feature of the curator’s idea, on which the entire project is based, is its development through four positions we can all take and from which we start

to act and perform our actions. The first is our position on a stage, the condition of performing, an extreme contemporary condition as Twitter or Facebook place last year’s Cairo uprising on the world stage. Kassel itself, of course, is a stage, but at the same time a retreat, as it is a place of thought. This leads to the second position, that of a state of «exodus», be it a spiritual retreat, a military retreat, or a retreat from things. This is a condition in which many people find themselves, including intellectuals and artists, and it occurs at extremely difficult historic times. The other positions are of siege, represented by the Documenta project in different countries, and hope, referring particularly to the territory of the Cairo project. These are the four positions that emerge from the entire project, flanked, intertwined or alone in many works. One of the biggest works in the exhibition, an installation by the Italian artist Lara Favaretto, comprising a heap of scrap iron at the end of the railway station to represent an allegory of the deadend track, in a tragic and devastating way alludes to the tormented agony of our world, but also to hope, rooted in the possibility to recycle ourselves and arise from the ruins. This also appears to be the theme of the attractive “green hill” by Chinese artist Song Dong, who exhibits a large installation comprising plants and flowers, built on a mountain of urban waste.

1. Lara Favoretto di fronte all’opera “Momentary Monument IV” 2. La video installazione “In Search Of Vanished Blood” dell’artista Nalini Malani 3. L’artista polacca Goshka Macuga di fronte all’opera “Of what is, that it is; of what is not 1”

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Mary, Susan, Faith...

By Romina Gobbo

piegate ma non sconfitte Mary, Susan, Faith... bent but not defeated uesta volta voglio raccontare la storia di Casa Rut. Perché, nell'essere solidali, a volte il rischio è di guardare sempre altrove. Spesso a suscitare la nostra attenzione è l'Africa, paradigma della povertà per eccellenza. Fior di associazioni sono impegnate a raccogliere fondi, organizzare serate di beneficenza, promuovere le adozioni a distanza... Qualche euro e ciò che è fisicamente lontano, rimane lontano. Non ci turba, non ci compromette più di tanto. Più difficile è guardare alle nostre periferie, molte delle quali parlano dell'Africa di casa nostra. Casa Rut è “un'intuizione vicentina” nel cuore di Caserta, quella Caserta dominata dalla mafia e dal malaffare, con una presenza massiccia di immigrati clandestini; essa è l'esempio di come un “luogo di scarto” può ritrovare dignità, di come anche le ferite più gravi si possono curare. Dal 1995, è casa per centinaia di donne straniere – nigeriane, albanesi, moldave, marocchine, senegalesi...-, raccolte dalla strada. Donne straziate dal do-

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lore per aver dovuto lasciare la famiglia, donne ripetutamente stuprate durante quello che sarebbe dovuto essere il viaggio della speranza, donne picchiate, con bruciature di sigarette su gambe e braccia, cicatrici di lame sulla pelle, vittime di una brutalità inconcepibile, inferni vissuti sulle carrette del mare o durante la traversata del deserto, sonni turbati dai corpi sfigurati delle amiche che non ce l'hanno fatta. Mary, Susan, Iyobosa, Faith, Juliet... “Volti, storie e lacrime si sovrappongono nei miei ricordi. Tante donne ho incontrato, ognuna mi è cara”: racconta suor Rita Giaretta, delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria. È lei l'anima di Casa Rut. Una donna minuta, ma di una forza straordinaria. Occhi penetranti, orecchie tese all'ascolto, nel cuore il rispetto per chi ha tanto sofferto: “Nessuno deve rimanere schiacciato dal proprio passato”. La battaglia delle suore vicentine è cominciata con un fiore. Era l'8 marzo. “Siamo andate sulla strada, per dire alle ragazze che non erano sole”. È una paradossale certezza, la strada, per


Ethics le donne africane. Al loro Paese camminano ore e ore per andare a prendere l'acqua, da noi camminano ai bordi della carreggiata per vendere il loro corpo. In un modo o nell'altro, la strada per loro è sopravvivenza. Ma l'acqua purifica, mentre il marciapiede rende sporche. 15 euro per la prestazione di una ragazza di colore. 15 euro di felicità per un uomo. 15 euro per la perdita di dignità di una donna. E ci chiamiamo Paese civile. “Casa Rut è un nuovo modo di camminare, insieme, verso la liberazione dalle catene della schiavitù della strada - continua suor Rita -. Queste ragazze partono dalla loro terra in cerca di una vita migliore, per sé e per la propria famiglia. Sono la povertà e la sofferenza che portano l'essere umano a

his time I want to tell the story of Casa Rut. Because when supporting a cause we sometimes risk looking far away, our attention is drawn to Africa, the symbol of poverty par excellence. Many associations are committed to collecting funds, organizing charity evenings, and promoting foreign adoptions… A few euros and out of sight, out of mind. It doesn’t disturb us, it doesn’t really involve us. It’s more difficult to observe the outskirts of our cities, many of which narrate our own Africa. Casa Rut is “an intuition from Vicenza” in the heart of Caserta, that Caserta dominated by the Mafia and shady dealings, with a huge population of illegal immigrants; it is an example of how a “slum area” can recover dignity, how even the most

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went into the streets to tell the girls they were not alone”. Paradoxically, the streets are a sort of security for African women. In their country they walk for hours to fetch water, here they walk the pavements to sell their bodies. In one way or another a road is their means of survival. But whereas water purifies, the pavement dirties. 15 euro buys the services of a coloured girl. 15 euro buys happiness for a man. 15 euro buys a woman’s dignity. And we call this a civilised country. “Casa Rut is a new way of walking together towards freedom from the chains of slavery in the streets – continues Sister Rita -. These young women leave their countries to seek a better life for themselves and their families. It is poverty and suffering that make humans

Suor Rita: «Accogliamo donne violate, abusate, annullate come esseri umani. Siamo scomode, ma questo non ci frena» Sister Rita: "We welcome women who have been raped, abused and deprived of their dignity as human beings. We are not well-seen, but this does not stop us."

osare. È il dolore che spinge la vita, proprio come avviene nelle doglie del parto”. Purtroppo, la criminalità internazionale funziona benissimo, sa fare rete tra Paesi di origine, transito e arrivo. E queste donne, in Italia, diventano merce. Casa Rut fino a oggi, ha offerto accoglienza a quasi 300 immigrate. Si comincia con un percorso sanitario, perché è necessario prendersi cura di un “corpo fracassato e dolente”. Poi si passa all'alfabetizzazione. Saper comunicare non serve, quando si deve solo dire il prezzo a un cliente. Ma serve quando si riprende in mano la propria vita. Dall'assistenza all'autonomia: così è nato il laboratorio di sartoria etnica. Denaro che ha il sapore della dignità, denaro conquistato col sudore, mentre sulla strada sapeva di dolore, violenza e sangue. Casa Rut è un approdo, un momento di passaggio, un trampolino verso il futuro. Poi viene il tempo di camminare con le proprie gambe. E le africane, ultime fra le ultime, le gambe ce l'hanno buone, temprate da quel quotidiano andare a prendere l'acqua al pozzo. Assopite per un periodo, ma non in necrosi, piegate, ma ancora capaci di rialzarsi.

serious wounds can be healed. Since 1995 this house has been home to hundreds of foreign women – Nigerians, Albanians, Moldavians, Moroccans, Senegalese...-, taken off the streets. Women racked with the pain of having left their families, women repeatedly raped during what should have been a journey of hope, beaten women with cigarette burns on their legs and arms and knife-scarred skins, victims of unconceivable brutality, the hellish experience of travelling in old unsafe boats or crossing the desert, their sleep disturbed by the tormented bodies of friends who didn’t make it. Mary, Susan, Iyobosa, Faith, Juliet... “Faces, stories and tears crowd my memories. I have met many women and each one of them is dear to me”: says Sister Rita Giaretta, a nun of the Ursuline Sisters (Orsoline del Sacro Cuore di Maria). She is the force behind Casa Rut: a small woman, but extraordinarily determined. Penetrating eyes, ears always ready to listen, in her heart respect for those who have suffered: “No-one must be crushed by their past”. The battle of the Vicenza nuns started with a flower. It was the 8th of March. “We

daring. It is pain that gives impetus to life, just like the pains of giving birth”. Unfortunately, international crime works very well; it knows how to create a network in the countries of origin, transit and arrival. And once in Italy these women become goods for sale. Up to now Casa Rut has offered shelter to almost 300 immigrants. It starts by dealing with health issues, because a “shattered, painful body” must be cured. Then comes literacy. You don’t need to know how to communicate when all you have to do is tell your client the price. But it’s a must when you take your life in hand. From assistance to autonomy: this was the reason for creating a workshop to make ethnic clothes. Money that smacks of dignity, money earned by working, instead of the streets that reserve pain, violence and blood. Casa Rut is a port in a storm, a passage, a place from which to launch into the future. Then it’s time to go it alone. And African women, the lowest of the low, have good strong legs reinforced by that daily walk to the well. A little out of practice, but not dead, knees bent, but still able to straighten up.

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