White CIrcus #3

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ISSUE # 03 ANNO 2

Magazine of Sinetica Industries - Novembre/November 2011

Magazine of Sinetica Industries - Novembre/November 2011

Sinetica Industries Srl via Plinio Fabrizio, 20 31046 Oderzo TV, Italy T +39 0422 501611 F +39 0422 501679 info@sinetica.com www.sinetica.com

Malick Sidibè il ritratto del Mali Malick Sidibè. A protrait of Mali

Cambio ufficio e vivo meglio I changed my office and live better!

White Circus

Pausa caffè nell’orto Coffee break in the market garden


CAPTAIN DESIGN: BALDANZI E NOVELLI

Sinetica Industries Srl via Plinio Fabrizio, 20 31046 Oderzo TV, Italy T +39 0422 501611 F +39 0422 501679 info@sinetica.com www.sinetica.com

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Editorial

Quel po' d'Africa che siamo noi

That little bit of Africa that is in us all... L'Africa è un luogo comune, un'intuizione di fantasia, uno scherzo fallace della memoria scolastica. L'Africa è una convenzione a cui appellarci per immaginare un altrove, la distorsione estrema di un grandangolo che prova ad impressionarla in una fotografia. L'Africa non esiste, troppo estesa, troppo variegata, troppo «qualcosa» ed il suo contrario. Geograficamente respira come enorme zolla di terra separata dagli altri continenti ma l'Africa dell'Egitto, della Libia, del Marocco hanno poco a che vedere con quella della Nigeria, del Congo o con quella del Sud Africa. Siciliani ed islandesi, al confronto, hanno comunanze più intense da buoni vicini di casa. È impossibile parlare d'Africa. La possiamo solo evocare in motti proverbiali stereotipati come il «voi possedete gli orologi, noi il tempo», in canzoncine frivole a cui corrispondere il coro del «paraponzi ponzi pò», in ricordi vacanzieri di villaggi all inclusive, leone compreso. La nostra nuova colonizzazione è tutta qui, turistico-nostalgica del «mal d'Africa», invettivorazzista del «ciapa su el camel e turna indrè» (prendi il cammello e torna indietro) ignorando, prima di tutto, che nessun cammello ha mai solcato il suolo africano. L'Africa, se mai la si potesse generalizzare, è invece cosa seria, è la suggestione di una metafora perché è la nostra memoria del già vissuto, il nostro istinto, qualcosa di primordiale, la matrice della nostra identità prima che ci illudessimo di essere evoluti. L'Africa è l'inconscio. L'Africa è ciò che ci resta e ciò che resta di noi. Con un po' di presunzione, attraverso voci e visioni d'Africa, vorremmo parlarvene in questo numero di White Circus.

Africa is a cliché, an imaginative intuition, a fleeting reflection from our school day memories. Africa is a convention to which we resort to imagine “an elsewhere”, the extreme distortion of a wide-angle lens trying to capture it in a single shot. Africa doesn’t exist: too extensive, much too diverse, too much of «something» and its contrary. It geographically “breathes” much like an enormous clod of earth separated from the other continents; but Egypt’s Africa, or the Africa of Libya and Morocco have very little in common with that of Nigeria, or the Congo or with that of South Africa. In comparison, Sicilians and Icelanders have more intense community traits, much as if they were good neighbours. It is impossible to simply speak of Africa. We can only conjure it up with stereotype proverbial witticisms such as «you have watches, we have the time», in frivolous jingles to which a chorus responds with «tum-dee-dum dee-dum», evoking memories of all inclusive holiday villages (lion included …). Our new colonisation is all here, «nostalgia for Africa», the racist-invective «ciapa su el camel e turna indrè» (jump on your camel and get back to where you came from), no doubt ignorant of the fact that no camel has ever trodden upon African soil! If it were ever possible to generalise about Africa, it would instead be a very serious thing; it is a suggestive metaphor since it represents our memory of the already lived, our instinct, something primordial, the matrix of our identity before we nurtured illusions of being highly civilised. Africa is the unconscious. Africa is what is left for us, and what remains OF US. With a little presumption, through the voices and views of Africa, we would like to tell you about it in this issue of White Circus.

Sinetica Station Nel 2005 Sinetica ha creato «White Station», un reparto, interno all’azienda, che si occupa di Marketing, Comunicazione e Design. Da qui le idee partono per il loro viaggio e prendono forma al susseguirsi delle stazioni nelle quali accogliamo i nostri compagni di viaggio, professionisti, collaboratori e fornitori specializzati che contribuiscono alla definizione di un progetto, di un prodotto o di un’iniziativa marchiata Sinetica. Un viaggio di idee dalla lontana destinazione, un viaggio che incrocerà nuovi paesaggi, nuove suggestioni, nuove riflessioni e si nutrirà, lui stesso, di altre ed innovative idee. // In 2005, Sinetica created «White Station», an internal department of the company , which deals with Marketing, Communication and Design issues. From here ideas start their journey and take shape, one station after another. These are the stops where we welcome our travel mates: specialized professionals, collaborators and suppliers who contribute to defining either a project, or a product, or an initiative by Sinetica. A journey of ideas, to a far destination. A journey where new landscapes, suggestions and considerations will meet. And the journey itself will feed on further, innovative, ideas.

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Contributors

Francesco Guazzoni affaticato copywriter pordenonese. Ritiene che non ci siano più le mezze ragioni e che il caffè sia un sentimento. Crede nel valore dell’epico, del grottesco e dello struggente. Considera «La sventurata rispose» il miglior slogan letterario della storia. È pigro, reduce di un dubbio e triscaidecafobico. // a weary copywriter from Pordenone. He thinks there are no more half-rights and that coffee is a feeling. He believes in the value of epic, grotesque and torment. He considers «Misfortune replied » as the best literary slogan in history. He is lazy, a doubt survivor and a triskaidekaphobic.

Romina Gobbo

Belinda De Vito il mio nome è Belinda , scenografa e artista: mi divido fra teatro, cinema, allestimenti, interior design e arti visive. insieme a Domenico Redavid ho anche fondato Artelier Mécano, un atelier sperimentale dedito alla creazione di pezzi unici e piccole serie di oggetti luminosi ed elementi d'arredo. E non solo... // My name is Belinda, set designer and artist: my interests range among theatre, cinema, staging, interior designing and visual arts. Together with Domenico Redavid I have also founded Artelier Mécano, an experimental atelier aimed at creating unique pieces and limited series of lighting articles and furnishing elements. And that’s not all ...

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laureata in Scienze politiche all’Università degli Studi di Padova, è giornalista professionista. Attualmente lavora come caposervizio al settimanale diocesano di Vicenza, ed è collaboratrice di testate quali Famiglia Cristiana e Jesus, con servizi dall'estero (in particolare dai Paesi in via di sviluppo), e Avvenire. In passato si è occupata di cronaca per quotidiani e mensili e per due emittenti televisive locali. Ha svolto attività di ufficio stampa per enti pubblici e ditte private. Ha all’attivo una prima pubblicazione relativa a tematiche sociali. // graduated in Political Science from the University of Padova and is a professional journalist. Currently she works as head of the weekly publication for the Vicenza diocese and she also collaborates with the magazines Famiglia Cristiana and Jesus, with foreign services (especially in developing countries) and with Avvenire. In the past she has worked in news for daily and monthly publications and for two local television stations. She has carried out press office roles for public institutions and private companies. She is in the process of working on a new publication on social themes.

Emilia Prevosti

Bruno Lardera romano di nascita e brianzolo di adozione, ha sempre prediletto l’ambito commerciale e si è specializzato nel marketing e nell’organizzazione aziendale. Per 25 anni ha lavorato nel settore dei pneumatici; dal 1986 si occupadi mobili per ufficio e inizia l’attività in Sedus Italia, di cui sarà Consigliere Delegato per 18 anni. Dal 30 luglio 2004 Bruno Lardera va in pensione e comincia una nuova vita, coltivando le sue passioni… // Bruno Lardera, Roman by birth and “Brianzolo” by adoption, was always attracted to the commercial sector and thus specialized in Marketing and Business Management. He worked for 25 years in the tyre sector. In 1986, he started working at the office furniture company Sedus Italia, where he held the position of Managing Director for 18 years. On 30th July 2004, Bruno Lardera retired and started a new life, cultivating his passions… brunolardera@katamail.com

Norma Poletto cuoca per passione ed abilità, autodidatta per gioco. Dall’esperienza culinaria casalinga attinge la base per i suoi piatti reinterpretandoli con estro personale e nobile arte gastronomica. Al gustoso tributo per la sua terra friulana concede incursioni e contaminazioni con le ricette della tradizione italiana. // chef for passion and skill, self-taught for play. From her home cooking experience she draws the basis for her dishes and reinterprets them with personal inspiration and noble gastronomic art. Her delicious tribute to her Friulian homeland is allowed incursions and contaminations by traditional Italian recipes.

architetto e giornalista, è partner e AD di Edimotion. Si occupa da tempo di strategie di comunicazione per le aziende che operano nell’ambito dell’arredamento e dell’architettura, sviluppando servizi integrati di marketing, web e graphic design, editoria, PR, iniziative promozionali e ricerche di mercato. Tra gli altri collabora con Ottagono, Architonic e Koelnmesse. // architect and journalist, she is partner and Managing Director of Edimotion. She has long been dealing in corporate communication strategies for companies working in furniture and architecture, developing integrated marketing services, web and graphic design, publishing, PR, promotional activities and market research. She collaborates, among others, with Ottagono, Architonic and Koelnmesse.

Beppe Raso dall’ 87 professionista, nel ‘90 comincia a lavorare nel mondo dell’arredo e dell’architettura, fotografando alcune importanti location in Asia, Europa e Canada. Entusiasta ogni volta che si deve racchiudere in un frame, qualcosa che sta già in una sua sintesi architettonica. Il piacere di rispettare le forme e valorizzarle. Il colore della luce è il suo colore. Si tratti di un’aeroporto o di una piccola casa, la luce comanda. Chiedetegli cose impossibili, vedrà cosa si può fare. // he has been a professional since 1987, and in 1990 he starts working seriously in furniture and architecture, taking pictures of some important locations in Asia, Europe and Canada. His career thus walks a path where he is still excited every time he frames anything that is already in an architectonic synthesis. The pleasure of respecting and valorising shapes. The colour of light is his colour. Whether it is an airport or a small house, light commands. Ask him to perform impossible things, he will see to it.

Miguel Oliveira Imprenditore, ingegnere informatico ed MBA, è da sempre appassionato di tecnologia e design. Portoghese DOC, ha lavorato per anni negli Stati Uniti nel settore dell'arredo e dal 2003 vive in Italia dove lavora come partner e general manager di EasternGraphics Sud Europa. La sua missione è aiutare i commerciali e interior designer a migliorare la creazione e comunicazione dei loro progetti. // Entrepreneur, IT engineer and MBA, has been a technology and design enthusiast ever since the beginning. A true-blood Portuguese, worked for years in the United States in the furnishing sector and, since 2003, he lives and works in Italy, as partner and general manager of EasternGraphics Southern Europe. His mission is to assist marketing personnel and interior designers in improving the creation and communication of their designing projects.

Fabrizio Todeschini architetto e giornalista, vanta una lunga esperienza nel settore dell’editoria, dell’organizzazione fieristica e della promozione all’estero di aziende italiane del settore arredamento. Partner di Edimotion Srl, è direttore della rivista Habitat Ufficio e sales & marketing manager di Koelnmesse Srl. È specializzato in comunicazione mirata nel settore del design. // architect and journalist, boasting a long-standing experience in publishing, organisation of fairs and promotion of Italian furniture companies abroad. Partner of Edimotion Srl, he is director of the magazine Habitat Ufficio and sales & marketing manager of Koelnmesse Srl. He is specialised in design-targeted communication.


NEWS

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è giornalista, critico e curatore indipendente nel campo dell’arte contemporanea. Con il suo team di lavoro cura mostre, cataloghi ed eventi per musei, gallerie, Enti pubblici e aziende. Dal 2002 è direttore artistico della rassegna Maravee, di arte, design, moda e teatro, che si svolge in castelli e ville storiche del Friuli Venezia Giulia. // is an independent journalist, critic and curator in the field of contemporary art. Together with her team she oversees exhibitions, catalogues and events for museums, galleries, public bodies and companies. Since 2002 she has been art director for the art, design, fashion and theatre festival Maravee, which unfolds in castles and historical villas in Friuli Venezia Giulia.

TREND Malick Sidibè un viaggio nel sogno sinetica Malick Sidibè a travel in the Sinetica's dream STYLING BELINDA DE VITO

Sabrina Zannier

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ART

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INTERVIEW L'Africa ovvero la riscoperta delle nostre radici Africa re-dicovering our roots EMILIA PREVOSTI

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ARCHITECTURE

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CASE HISTORY La nuova sede Tecnoclean: un tributo alla trasparenza The new Tecnoclean headquarters a tribute to transparency. FABRIZIO TODESCHINI

ARCHITONIC.COM

Fabio Zoratti lavora professionalmente come freelance per aziende private, case editrici ed enti pubblici, curando ogni aspetto della comunicazione: web design e grafica, art direction e fotografia. È docente di computer graphic presso Diskos (Scuola di comunicazione e pubblicità) di Schio. // works professionally as a freelancer for private companies, publishers and public bodies, taking care of every aspect of communication: web design and graphics, art direction and photography. He is a computer graphics trainer at Diskos (Communication and advertising school) in Schio.

HI-TECH pCon.planner, l’applicazione professionale e gratuita che consente di creare in maniera semplice complessi ambienti arredati. pCon.planner, the professional and free application that allows you to easily create complex furnished environments. MIGUEL VALE OLIVEIRA

FOOD Africa in cucina African-style cooking NORMA POLETTO

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EVENTS Bando di concorso Concorso Internazionale di Industrial Design Competition announcement International Competition of Industrial Design SINETICA

ECO Pausa caffè nell'orto Coffee break in the market garden EMILIA PREVOSTI

HOW IT’S MADE Sinetica & Planet Design Sinetica & Planet Design EMILIA PREVOSTI

Malik Sidibé. Il ritratto del Mali Malik Sidibé. A portrait of Mali SABRINA ZANNIER

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PEOPLE Cambio ufficio e vivo meglio! I changed my office and live better! EMILIA PREVOSTI & FABRIZIO TODESCHINI

Sinetica e Universal Selecta: un Progetto Industriale Sinetica and Universal Selecta: an Industrial Project

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Index

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BOOK

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WELLNESS

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Il manager va a lezione di rugby The manager takes rugby lesson FABRIZIO TODESCHINI

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12 Colophon Art Direction Sinetica Station Concept e coordinamento editoriale: Publishing concept and coordination: Edimotion Progetto Grafico e impaginazione: Graphic design and DTP: Fabio Zoratti Comitato scientifico: Scientific Committee: Adriano Baldanzi, Emilia Prevosti, Beppe Raso, Fabrizio Todeschini, Sabrina Zannier, Team Sinetica Traduzioni: Translations: Linguae Mundi Stampa: Printing: GFP White Circus è una pubblicazione di: White Circus is a publication by Sinetica Industries S.r.l.

SPORT Romano Fenati campione europeo Niccolò Antonelli campione italiano Romano Fenati European champion and Niccolò Antonelli Italian champion. FABRIZIO TODESCHINI

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TRAVEL La piramide perfetta The perfect pyramid BRUNO LARDERA

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ETHICS

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L'Africa "cammina" con i piedi delle donne, ma anche con la loro testa e il loro cuore Africa "walks" on women's feet, but also with their head and their hearts ROMINA GOBBO

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style Belinda De Vito photo: Beppe Raso

Trend

Malick Sidibè un viaggio nel sogno Sinetica Malick Sidibè a journey into the Sinetica dream

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Trend Partendo dall’idea di viaggio legato alla collana di libri Sinetica landscape by Skyra, viviamo un percorso immaginario attraverso i suggestivi scatti di Sidibè, in cui il bianco e nero, caldo ma grafico, la forte presenza delle textures maliane, e il solare azzurro di cui sono dipinte le pareti del suo celebre studio diventano un ricordo indelebile. Starting from the idea of a journey linked to the series of books Sinetica landscape by Skyra, we live an imaginary journey through the evocative shots taken by Sidibè, where black and white, warm but graphic, the strong presence of Malian textures and the sunny sky blue used to paint the walls of his famous studio, become an unforgettable memory.”

SCRIVANIA / Frame + Direzionale / DESK Frame + Direzionale SEDUTA Captain Manageriale / SEATING Captain Managerial VASO Giotto nero / VASE Giotto nero OROLOGIO Guess / CLOCK Guess

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Trend TAVOLO Glamour total Black/ DESK Glamour total Black SEDUTA Queen rossa / SEDUTA Queen red LAMPADA Cartool Cylinder rossa/ LAMP Cartool Cylinder red OROLOGIO Guess / CLOCK Guess

Malick Sidibè un viaggio gg nel sogno Sinetica 8 WHITE CIRCUS


Trend LIBRERIA Wire bianca / BOOKSHELVES Wire bianca SEDUTA Luise + Peg nera / SEATING Luise + Peg nera LAMPADA Cartool Cone rivisitata per l’occasione / LAMP Cartool Cone

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Trend TAVOLINO Multitask total White/ COFFEE TABLE Multitask total White SEDUTA Hung up bianca / SEATING Hung up LAMPADA Cartool Cylinder / LAMP Cartool Cylinder OROLOGIO Mess / CLOCK Mess

ib

e

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ibè

Trend TAVOLINO Kuadra total White/ COFFEE TABLE Kuadra total White SEDUTA Ice nera / SEATING Ice black VASO Giotto nero / VASE Giotto black OROLOGIO Guess / CLOCK Guess

etica

Malick S un viaggio gg nel sogno g S Malick Sidibè un viaggio gg nel sogno Sineti

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A portrait of Mali

Malik SidibĂŠ Il ritratto del Mali

Art

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by Sabrina Zannier


Art

Sinetica Landscape è il titolo di una collana editoriale edita da Skira, ma è soprattutto un progetto sulla fotografia contemporanea internazionale, incentrato sul tema del viaggio, che di anno in anno presenta lo sguardo di un grande fotografo sul proprio paese, dall’Africa all’Europa, dall’Asia al Medio Oriente. E’ bene sottolineare la valenza progettuale perché per produrre un buon libro d’arte, oltre ad affrontare una ricerca di levatura internazionale, che conduce alle scelte degli autori, è necessario affondare nel vivo della poetica e della vita dell’artista con il quale s’intende lavorare. Ciò significa incontrarlo nel suo studio, per selezionare direttamente dall’archivio le fotografie da pubblicare, significa attivare una progettualità in

Anno/ Year of release: 2011 Pagine/ Number of pages: 184 ISBN: 978-88-572-1309-5 I-E, -1125-1 E-I Formato/ Format: 24x28 Euro/ Price in Euros: 29,00

piena sintonia e collaborazione con l’autore, condividendo pensieri e quotidianità. Solo così si può giungere a una pubblicazione capace di distinguersi, dove oltre alla presentazione delle opere fotografiche affiorano sentimenti, emozioni, identità, insomma il mondo e il pensiero dell’artista, che pulsa anche dal progetto grafico e da tutto ciò che si può mettere in scena per comunicarlo. Seguendo questo criterio progettuale, dopo Viaggi in Italia di Olivo Barbieri, pubblicato lo scorso anno, è nato il volume Malick Sidibé. Il ritratto del Mali. Prima monografia italiana del grande artista africano - considerato la memoria vivente del Mali e premiato con il Leone d’Oro dalla Biennale di Venezia nel 2007 – è un libro che raccoglie 90 fotografie inedite, selezionate a Bamako insieme a Laura Serani e Laura Incardona, co-curatrici del volume. Per la prima volta nel nostro Paese, questa pubblicazione offre una carrellata sull’intera produzione di Sidibé, che è stata suddivisa in tre capitoli. Ai ritratti in studio, caratterizzati dalla particolarità della posa e agli scatti che restituiscono la vivacità e l’entusiasmo delle feste nei club della capitale del Mali, votate al bianco e nero, che complessivamente hanno portato l’artista alla riconoscibilità internazionale, si affiancano fotografie meno note, se non addirittura sconosciute. In particolar modo quelle della vita quotidiana a Soloba, il villaggio a circa 300 chilometri da Bamako dove Sidibé è nato. Immagini delle capanne, del lavoro nei campi, della preparazione del cibo, dei rituali religiosi, della vita di gruppo, che aprono nel libro WHITE CIRCUS 13


Art il capitolo sul colore e un diverso registro compositivo, non più votato alla ferrea costruzione della singola fotografia ma, piuttosto, alla messa in scena di ciò che amo definire come un “album di famiglia plurale”, una sorta di archivio delle attività del villaggio, dei modus vivendi, dell’immersione dell’uomo nel paesaggio e della sua relazione con il gruppo sociale, la famiglia e l’abitazione. Tutti intesi come frammenti quotidiani di una stessa storia. Tra fotografia d’esterno e d’interno, tutto il lavoro di Malick appare come una grande attenzione e dedizione alla vita, al suo popolo e al suo territorio, tradotti in immagine all’insegna del sorriso e dell’entusiasmo cavalcato a ridosso delle speranze verso il futuro instillate nella gente dall’indipendenza del Mali, avvenuta in quei lontani anni Sessanta, quando Sidibé aprì il suo studio a Bagadadgji, il quartiere più antico di Bamako, così detto perché

fondato da gente venuta da Bagdad. Fermo restando questa sorta di collante umanistico votato all’ottimismo, è interessante constatare la relazione fra queste due tipologie d’immagini entrando nel vivo della cifra stilistico-poetica che contraddistingue l’opera di Sidibé. Innanzitutto marcando il parallelismo tra il bipolarismo insito nel suo lavoro fotografico (tra interno ed esterno, ritratto e paesaggio, fotografia in bianco e nero e fotografia a colori) e quello che connota diversi aspetti della cultura africana, che tende a classificare ogni cosa in coppie opposte e complementari, quasi vi fosse l’emergenza di quel registro di riferimento ascrivibile alla relazione fra uomo e donna. Malick Sidibé. Il ritratto del Mali è un libro intenso, che mette in luce il grande valore dato da Sidibé all’identità umana e attraverso volti, figure e paesaggi antropizzati, restituisce il ritratto di un intero Paese. Un “ritratto” che l’omonimo evento, tenutosi il 26 novembre nelle prestigiose sale della Fondazione Claudio Buziol di Venezia ha amplificato attraverso l’emozione e il piacere generati dall’incontro con il grande artista in un’atmosfera tesa all’evocazione di immagini, suoni e sapori del suo Paese d’origine, dove Sidibé continua a risiedere e operare. Un evento costruito con il preciso intento di presentare il volume all’interno di un contesto e di uno spirito sorti come per magia dalla poetica visiva di Malick, recuperando, dentro e dietro le sue 14 WHITE CIRCUS

fotografie la realtà maliana effigiata. Una “magia” costruita in gruppo, grazie alla capacità di altri artisti e professionisti creativi di leggere l’opera di Sidibé reinterpretandola con linguaggi diversi. Riprendendo le textures grafiche dei tipici tessuti degli abiti maliani, dei fondali e dei parterre che caratterizzano le fotografie di Sidibé, la designer Belinda De Vito ha ideato le scenografie della sala e realizzato dei cadeaux in cui frammenti di tessuti portati dal Mali dialogano con i ritratti dell’artista. Francesco Morosini ha invece riletto Malick creando per l’occasione la colonna sonora in cui dialoghi, sonorità della vita quotidiana o di strumenti musicali, registrati in Mali e magistralmente reinterpretati, ha tessuto la serata, insieme ai profumi e ai sapori del menù ideato e realizzato da Anna Coquina facendo leva sulla relazione fra “Venezia come via delle spezie” e la cucina speziata del Mali. In quest’atmosfera di molteplici relazioni, umane e creative, Malick Sidibé si è ritrovato all’opera nel suo studio di Bamako, ricostruito per l’occasione a Venezia, con maniacale fedeltà. Dalle pareti azzurre alle mensole per l’esposizione della collezione di macchine fotografiche, fino alla pedana e al fondale dalle tipiche texture grafiche, questo “angolo di mondo” è il luogo in cui l’artista ha realizzato tutti i ritratti in studio. Anche a Venezia. Anche per il progetto Sinetica Landscape.


Art

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Art

Sinetica Landscape is the title of a book series published by Skira, but is also an international project on contemporary photography, which focuses on the theme of journeys, which every year presents a great photographer's eye on their country, from Africa to Europe, from Asia to the Middle East. It 'worth noting this project value, because a good book of art requires research of international standing, which leads to the choices of the authors, but it also must plunge into the heart of poetry and life of the artist to work with. This means meeting him in his study, to select the photographs to be published directly from his collection; it means to activate full planning in tune and in collaboration with the author, sharing thoughts and everyday life. Only then, can we come to a publication that stands out, where, in addition to the presentation of the photographs, emerge feelings, emotions, identities; in short, the artist's world and thoughts, which beat even on the graphic design and on everything that can put on stage to communicate it. Following this design criterion, after Viaggi in italia by Olivo Barbieri, published last year, the volume Malick Sidibé was born. A portrait of Mali. First Italian monograph of the great African artist - regarded as the living memory of Mali and awarded the Golden Lion at the Venice Biennale in 2007 - it is a book that brings together 90 previously unpublished photographs, selected in Bamako with Laura Serani and Laura Incardona, co-editors of the volume. For the first time in our country, this publication provides an overview of the entire production of Sidibé, divided into three chapters. Together with the studio portraits, characterized by peculiarity of pose and shots that return the vivacity and enthusiasm of the parties in the clubs of the capital of Mali, in black and white, which together have brought international recognition to the artist, there are also less known photographs, if not unknown. Particularly those of the daily life in Soloba, the village about 300 km from Bamako, where Sidibé was born. Images of huts, of work in the fields, of food preparation, religious rituals, group life, opening the chapter on colors in the book, as well as a different composition register, no longer devoted to strict construction of the single photograph, but rather to the staging of what I like to call a "plural family album", a sort of archive of the activities of the village, of the modus vivendi, of men diving into the landscape and their relationship with the social group, family and house. All seen as daily fragments of the same story. Between exterior and interior photography, all the work of Malick appears as a focus and dedication to life, his people and territory, translated into smiling and enthusiastic images, as a testimony of the hopes for the future instilled in the people after the independence of Mali, which took place in the sixties, when Sidibé opened his own studio in Bagadadgji, the oldest district 16 WHITE CIRCUS

of Bamako, so called because founded by people from Baghdad. Subject to this sort of humanistic glue devoted to optimism, it is interesting to note the relationship between these two types of images, when deeply examining the poetic style that distinguishes the work of Sidibé. First of all, marking the parallelism between the bipolarity inherent in his photographic work (between indoors and outdoors, portrait and landscape, black and white photography and color photography) and what connotes the different aspects of African culture, which tends to classify everything in opposite and complementary pairs, as if there was an urge for the reference register due to the relationship between man and woman. Malick Sidibé. A portrait of Mali is a heavy book, which highlights the great value given by Sidibé to human identity and returns the portrait of an entire country through faces, figures, and anthropic landscapes. A "portrait" that the homonymous event, held on Nov. 26 in the prestigious halls of the Claudio Buziol Foundation in Venice has amplified through the excitement and pleasure generated by the encounter with the great artist in an atmosphere aimed to the evocation of images, sounds and flavors of his native country, where Sidibé continues to reside and operate. An event built with the specific intent to present the book in a context and a spirit, arisen as if by magic from Malick's visual poetry, catching up, inside and behind his photographs, the reality of Mali portrayed. A "magic" built in collaboration, thanks to the ability of other artists and creative professionals to read the work of Sidibé reinterpreting it with different languages. Taking up the graphic textures typical of the Malians clothing fabrics, the parterres and seabeds that characterize Sidibé's photographs, designer Belinda DeVito has created the setting for the room and realized the gifts in which fragments of fabric from Mali interact with the portraits of the artist. Francesco Morosini has reread Malick instead, creating the soundtrack for the occasion in which dialogues, sounds of everyday life or musical instruments, recorded in Mali and masterfully reinterpreted, have filled the event together with the scents and flavors of the menu designed and built by Anna Coquina, leveraging the relationship between "Venice as the spice route" and the spicy cuisine of Mali. In this atmosphere of multiple relationships, human and creative, Malick Sidibé has found himself at work in his studio in Bamako, rebuilt for the occasion in Venice, with maniacal loyalty. From the blue walls, to the shelves for displaying his collection of cameras, up to the platform and the background with the typical graphic texture, this "corner of the world" is the place where the artist has made all the portraits in his studio. Even in Venice. Even for the Sinetica Landscape project.


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Eco

Pausa caffè nell ' orto Coffee break in the market garden by Emilia Prevosti L’orto “in ufficio” è l’ultimo trend della green economy made in Usa, e molte delle più grandi aziende si stanno attrezzando per crearlo. E da noi? Notizie di “orti aziendali” al momento non se ne hanno, ma con un po’ di iniziativa, complicità e collaborazione da parte dei colleghi (confidando nell’approvazione del “capo”) si può coltivare un orto, anche piccolo, sul terrazzo dell’ufficio. Una moda che già ha preso piede sui balconi delle case di molti italiani: i prodotti sono più naturali, si risparmia, e ci si rilassa. Senza parlare dell’impatto benefico del verde dei terrazzi sull’ambiente urbano: i vegetali ripuliscono l’aria e creano microclimi salutari per chi vive circondato dal cemento. Attrezzarsi per creare un orto sul terrazzo non è complicato, e non richiede nemmeno un “grande investimento”. Le dimensioni dipenderanno ovviamente dall’ampiezza dello spazio a disposizione (occorre l’ok dei responsabili aziendali) e dal numero di colleghi che si riesce a coinvolgere nel “progetto verde”. Prima ancora di decidere cosa coltivare occorre però individuare l’angolo più adatto dove posizionare vasi o cassette: deve essere quello più tiepido e con meno sbalzi di temperatura, l’esposizione migliore è a est (dove arrivano i primi raggi di sole al mattino) o a ovest. Poi la scelta dei vasi, che devono essere abbastanza larghi e profondi (tipo quelli per le piante rampicanti), meglio se di terracotta. Oppure si può creare (o acquistare nei negozi specializzati) un garden box: un contenitore rettangolare di legno con lati di almeno un metro e la profondità di mezzo metro,

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da riempire di terra. Una volta sistemati i contenitori, si può iniziare la “coltivazione”; il periodo adatto è l’inizio della primavera. Ci sono due possibilità: acquistare le bustine di semi da far germogliare prima in un semenzaio (un contenitore largo e poco profondo, da tenere in un luogo tiepido e riparato) e poi trapiantare nei vasi, oppure comprare, nei vivai, le piantine appena cresciute, e per i principianti, senza dubbio, quest’ultima opzione è la migliore. Ma quali ortaggi preferire? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: pomodori, insalate (rucola, lattuga, valeriana) e piante aromatiche (menta, salvia rosmarino, basilico, timo, maggiorana) sono le varietà più facili da coltivare sul terrazzo. Ma anche zucchine, peperoncini, cetrioli, ravanelli, melanzane, cavoletti di Bruxell, broccoli, bietole, carote, aglio, cipolla e fagiolini possono dare molte soddisfazioni, tanto più che attualmente sono disponibili varietà mignon che fruttano piuttosto rapidamente. Senza dimenticare fragole, lamponi, more, ribes. Messe a dimora le piantine, inizia la cura quotidiana - dividendosi i compiti fra colleghi, nell’intervallo per il pranzo e nella pausa caffè - fatta di innaffiature, pulizia dei vasi, concimazione e così via. Indispensabile procurarsi alcuni attrezzi: paletta e piccolo rastrello per appianare la terra; zappetta, utilissima per interrare i concimi o per rivoltare in profondità il terriccio nei vasi; guanti da lavoro (in cotone con palmo puntinato, o in gomma antiscivolo) e capaci innaffiatoi. E poi aspettare, non senza una certa trepidazione, di raccogliere e spartire i “frutti del lavoro”.


Eco Fiori 1 Ortaggi 2

Miscela di terra (45%) terriccio (30%) humus (15%) sabbia (10%) 3

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Flowers

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Vegetables

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Mixture of: Land (45%)

Argilla espansa strato 8 cm

Soil (30%)

4

Sand (10%)

Cassetta 6

Telo impermeabile 5

humus (15%)

4.

Expanded clay 8cm

5.

Tarpaulin

6.

Wooden box

I corporate garden La sede della Toyota a Georgetown (Kentucky) ha un enorme orto di zucchine e pomodori, mentre presso il quartier generale del grande magazzino Kohl, a Milwaukee, si coltivano bietole, spinaci e insalate. Persino PepsiCo, il colosso alimentare ha creato al suo interno un corporate garden, rigorosamente biologico, coltivato dagli impiegati che alla fine della giornata tornano a casa con le borse piene di frutta e ortaggi. Secondo il New York Times, le aziende americane lo fanno per tirare su il morale agli impiegati che, al posto di viaggi premio e bonus, portano a casa frutta e verdura gratis e di primissima scelta. Ma non è il solo motivo: dedicarsi all’orto durante le pause pranzo (o caffè), crea infatti anche una maggiore armonia nei team di lavoro. Questa, almeno, l’opinione di molti manager d’oltreoceano.

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Eco

The market garden “in the office” is the latest trend in the green economy made in Usa, and many of the largest companies are equipping themselves to create one. And here with us? News of “company market gardens” is not to be had at the moment but with a bit of initiative, complicity and collaboration with colleagues (trusting in the approval of the ‘boss’) a market garden can be cultivated on the office balcony. One way which is already popular on the balconies of many Italian houses: the products are more natural, you save and you relax. Without talking about the beneficial impact the green of the balconies has on the urban environment: the vegetables clean the air and create healthy microclimates for those who live surrounded by cement. Equipping yourself for a balcony 20 WHITE CIRCUS

market garden is not complicated and does not even require a “large investment”. The sizes obviously depend on the size of the space available (the ok from the company manager is needed) and the number of colleagues who you manage to involve in the “green project ”. Even before deciding what to grow you need to identify the most suitalbe area to position the vases or cases: it must be the warmest with the least change in temperature, the best exposure is towards the east (where the first rays of sun come from in the morning ) or the east. Then the selection of the vases which must be sufficiently large and deep (like those for climbing plants), the ones in terracotta are best. Or you could create (or buy in a specialised shop) a garden box: a rectangular container in wood

with sides at least 1 metre long and with a depth of half a metre to be filled with earth. Once the containers have been placed you can begin the “growing”, the best period is at the beginning of the spring. There are two possibilities: buy the bags of seeds to germinate first in a seedling house (a large and not very deep container to be kept in a warm and protected area) and then plant these in the vases or buy the plants already grown from a garden centre for beginners this is definately the best option. But which vegetables do you prefer? There is a multitude to choose from: tomatoes, salad (rocket, lettuce) and a aromatic plants (mint, sage, rosemary, basil, thyme, majoram) are the easiest variety to grow on the balcony. But anche zucchini, peppers, cucumbers, radishes,

egg plants, brussel sprouts, brocolli, beetroots, carrots, garlic, onion and beans can also be very satisfying as there are also mignon varieties which grow very quickly. without forgetting strawberries, raspberries, blackberries and black currents Once the plants have been planted the daily care begins - dividing duties between colleagues, in the interval between lunch and the coffee break consisting of watering, cleaning of vases, fertilising etc. It is important to buy a little equipment: a spade and small rake to level the ground; a hoe to cover the fertiliser or to turn the earth deep in the vases; work gloves (in cotton with dotted palm or in anti-slip rubber) and large watering cans. And then wait, not without a sense of trepidation, to collect and divide the first “fruits of labour”.


Eco

The corporate garden The headquarters of Toyota in Georgetown (Kentucky) has an enormous zucchini and tomatoe garden, whilst in the general headquarters of the large Kohl warehouse in Milwaukee beetroot, spinach and salad is grown. Even PepsiCo, the food giant, has created a corporate garden inside, rigorously biological, cultivated by the employees who at the end of the day go home with their bags full of fruit and vegetables. According to the New York Times, the American companies make the gardens to increase the morale of the employees -instead of travel prizes and bonuses, take home first choice free fruit and vegetables. But this is not the only reason: dedicating yourself to the market garden during the lunch break (or coffee break), also creates greater harmony between the work teams. This is, at least, the opinion of many overseas managers.

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Food

Africa in Cucina African-style cooking by Norma Poletto

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Food

coucous di agnello lambs coucous

Ingredienti 175 g. di agnello a pezzi, gamba o simile 50 grammi di risoni o pastina simile 1 cucchiaino abbondante di semi di coriandolo 1 cucchiaino abbondante di semi di cumino 2 cucchiai di olio di semi o altro olio insapore 1 cipolla grande 2 spicchi d’aglio schiacciati con un cucchiaino di sale nel mortaio 1 cucchiaino abbondante di spezie miste 2 cucchiaini abbondanti di peperoncino medio piccante 50-100 gr. di concentrato di pomodoro 2 cucchiaini di zucchero 570 ml. di brodo di agnello (o vegetale) 110 gr. di ceci secchi (lasciati a bagno tutta la notte in acqua fredda) 1 cucchiaio di menta e uno di prezzemolo freschi tritati Sale quanto basta Ingredients 175 g lamb pieces 150 g precooked couscous 1 heaped teaspoonful of coriander seeds 1 heaped teaspoonful of cumin seeds 2 spoons of seed oil, or other flavourless oil 1 big onion 2 garlic cloves with one teaspoon of salt crushed in the mortar 1 heaped teaspoon of mixed spices (cardamom, cumin, curry) 2 heaped teaspoons of medium hot chilli pepper 50-100 g tomato puree 2 teaspoons of sugar 570 ml lamb stock (or vegetable stock) 110 g dry chick peas (left to soak in cold water over night) 1 spoon of freshly chopped parsley and one of mint Salt to taste

riso jollof jollof rice

Preparazione

Preparazione

Iniziare facendo scaldare una padella antiaderente, metetrci I semi di coriandolo e cumino ad appassire per 2-3 minuti, muovendoli nella padella prche’ non si brucino finche’ cambiano colore. Schiacciarli finemetne nel morataio. Scaldare un cucchiaio di olio in una casseruola e cuocere la cipolla tagliata finemente sinche’ soffice e legegrmente dorata per circa 5-6 minuti e poi aggiungerci l’aglio schiacciato con il sale e lasciar cuocere per altri 2 minuti. Dopodiche’ aggiungere I semi schiacciati e tutte le spezie e mescolare con la cipolla. A parte, friggere l’agnello con poco olio fino a che non e’ imbrunito e poi aggiungerlo alla cipolla e alle spezie. Aggiungere la pasta di pomodoro e lo zucchero. Mescolare tutto e aggiungere il brodo e 850 ml. di acqua e i ceci. Mescolare ancora e mettere un coperchio. Fare bollire a fuoco basso per un’ora o comunque fino a che i ceci non siano soffici. A parte far bollire della pastina (tipo risoni) quanto basta per la minestra. Quando la zuppa e’ pronta, aggiungere sale quanto basta, il prezzemolo e la menta tritata e la pastina. Servire con qualche goccia di limone a piacimento.

Riso Jollof (chiamato anche Benachin che significa ‘una pentola’) originario del Gambia ma molto usato in tutta l’Africa occidnetale, in particolare in Nigeria Preparazione Scaldate l’olio sul fuoco medio alto in un capace tegame. Fate rosolare il pollo in due o tre volte, facendolo diventare dorato da tutte le parti. Mettete da parte il pollo. Riutilizzando parte ( 2 o 3 cucchiai) dell’olio usato per cuocere il pollo, soffriggete la cipolla e i peperoncini piccanti e cuocete 4/5 minuti senza farla diventare dorata, solo trasparente, unite l’aglio e cuocete ancora un minuto o due. Rimettere il pollo nella casseruola con il soffritto. Aggiustate di sale, e amalgamate gli ingredienti. Mescolate le verdure e tutti gli altri ingredient (tranne riso e prezzemolo/coriandolo) prima di versarle sopra il pollo senza mescolare. Portare ad ebollizione, ridurre la fiamma e far cuocere per 30 minuti a pentoila chiusa. Aggiungere il riso, senza mescolare ma facendo attenzione che copra tutti gli altri ingredient e sia ben distribuito. Far attenzione che sia coperto da liquido dappertutto. Chiudere la pentola e sobbollire per altri 30 minuti o fino a che il riso non sia cotto e il liquid non sia tutto assorbito. Togliete dal fuoco lasciate riposare per 10 minuti, servite decorando con prezzemolo e coriandolo e magari una banana fritta a pezzetti.

Method

Start by heating up a non-stick pan. Put the coriander and cumin seeds in to soften for 2 to 3 minutes, moving them around so they don’t burn but change colour. Crush them finely in the mortar. Heat a spoon of oil in a pan and cook the finely chopped onion for about 5 to 6 minutes until soft and slightly brown. Add the crushed garlic with salt and cook another 2 minutes. Add the crushed seeds and all the spices and stir in with the onion. Brown the lamb with a little oil in another pan and then add it to the onion and spices. Add the tomato puree and sugar. Stir, add the stock, 850 ml of water and the chick peas. Stir and put the lid on. Boil over a low heat for one hour or until the chick peas are soft. Put the precooked couscous to soak in a bowl with cold water and crumble it well with your hands. When cooked add the chopped parsley and mint, the couscous and salt to taste. Serve with a few drops of lemon as preferred.

Ingredienti 1/2 bicchiere di olio di semi (monoseme di buona qualità, per esempio arachide, comunque non olio d’oliva) 1 pollo tagliato a piccoli pezzi 1 litro circa di brodo o acqua 2 cipolle affettate 3/4 spicchi di aglio tritati 3/4 cucchiai di concentrato di pomodoro 750 g. di pomodori maturi freschi pelati e privati dei semi, o uguale quantitativo di pelati 1 peperone a pezzetti 2 carote pulite e tagliate a pezzetti 250 g. di fagiolini puliti e tagliati a pezzi 250 g. di cavolo pulito e tagliato a pezzi (le verdure si possono sostituire con altre a preferenza) peperoncini rossi piccanti a piacere 2 cucchiaini di polvere di curry 1 foglia di alloro 500 g. di riso a grana lunga sale q.b. prezzemolo e coriandolo fresco a piacere per la guarnizione

Ingredients 1/2 glass of seed oil (a single seed good quality oil, i.e. peanut – but not olive oil) 1 chicken cut into small pieces 1 litre approx. of stock or water 2 sliced onions 3/4 chopped garlic cloves 3/4 spoons of tomato puree 750 g fresh ripe tomatoes, skinned and seeds removed or the same quantity of tinned tomatoes 1 pepper chopped 2 carrots, peeled and chopped 250 g green beans, cleaned and chopped 250 g cabbage, cleaned and chopped (the vegetables can be replaced with others you prefer) red hot chilli pepper, as wanted 2 teaspoons of curry powder 1 bay leaf 500 g long grain rice salt to taste fresh parsley and coriander for garnishing

Method

Jollof Rice (also called Benachin which means ‘a pan’) originally from Gambia but widely used in West Africa, especially Nigeria Heat the oil over a medium to high heat in a big pan. Working in batches add the chicken and brown on all sides. Put the chicken to one side. With some of the oil used to brown the chicken (2 or 3 spoons) fry the onion and chilli peppers and cook for 4 to 5 minutes until translucent, add the garlic and cook for one or two minutes. Put the chicken back in with the fried onion, chilli and garlic mix. Add salt to taste and stir the ingredients. Stir the vegetables and all the other ingredients (except for the rice and parsley/ coriander) before putting the chicken on top without stirring. Bring to the boil, turn the heat down and cook for 30 minutes with the lid on. Add the rice, without stirring but making sure it covers all the other ingredients and is evenly distributed. All parts must be covered by liquid. Put the lid on and simmer another 30 minutes or until the rice is cooked and the liquid has been completely absorbed. Remove from the heat and leave to stand for 10 minutes. Serve using parsley and coriander and even some pieces of fried banana to garnish. WHITE CIRCUS 23


Interview

L’AFRICA ovvero la riscoperta delle nostre radici AFRICA re-discovering our roots La moda, la letteratura, l’arte e il design, sono da sempre affascinati dal Continente Africano: si inizia a intravedere la “tendenza Africa” nel mondo occidentale. Come immagina il futuro dialogo tra i colori e la cultura del Continente Nero e le tradizioni europee? Io immagino un dialogo tra persone. Più che la “tendenza Africa” io mi auguro esista un interesse vero, profondo e umano. Dall’Africa arrivano a noi idee antiche e memorie primordiali profondamente legate alla nostra vita. Memorie, spesso dimenticate in occidente, fatte di rapporti con la natura e con gli altri; è un arricchimento che va alle radici. Quando ho visitato il nostro laboratorio in Africa, dove realizziamo la collezione M’Afrique, ho ritrovato atmosfere e persone un tempo comuni anche in Italia: artigiani che lavorano insieme divertendosi, cantando e ridendo. Sono persone felici che fanno una vita semplice ma molto reale. L’Africa ha molto da poterci insegnare come una vecchia grande mamma. Io mi auguro che il rapporto fra Africa ed Europa sia di mutuo aiuto. Le sue parole sull’Africa sono appassionate tipiche di chi ama una terra, il suo popolo e i suoi colori. Com’è nato il progetto di realizzare artigianalmente in Africa alcuni prodotti? Ho sposato un senegalese, lui viveva a Dakar. A Dakar ci sono piccoli distretti 24 WHITE CIRCUS

di produzioni diverse all’interno della città. Ci divertivamo ad andare a vedere questi oggetti in legno massiccio intarsiato, i grandi cuscini ricamati e gli oggetti riccamente decorati; in Africa la concezione del lusso è quella “araba”. Sono oggetti L’africa come ricchezza, come fonte di idee di gioia e manualità; di quella manualità che stupisce e affascina nell’imperfezione. L’intervista a Patrizia Moroso è un tributo all’Africa, ai suoi uomini e alle sue donne.

incredibili che denotano grande capacità manuale anche se sono molto chic e sovradimensionati. Guidare quella capacità artigianale attraverso il progetto di un designer è una grande opportunità; il design acquista un tocco umano e la produzione artigianale, un po’ semplice e inge nua, acquista la cultura internazionale; allora quell’oggetto si distacca dalla territorialità e diventa cosmopolita. Abbiamo coinvolto nel progetto M’Afrique i designer che fossero in sintonia con la produzione manuale, che vedessero nelle piccole differenze e nel difetto l’opportunità di bello e unico. Un oggetto prodotto attraverso le mani di una persona ha una forza e un’energia incredibile completamente diversa rispetto agli oggetti di produzione industriale. La diversità diventa così un arricchimento? Certo! Mettere cose diverse insieme per me è fondamentale: due pensieri diversi, se ben amalgamati, portano il nuovo; ad un nuovo che non appar-

Intervista a Patrizia Moroso by Emilia Prevosti


Interview

fatto a mano è fatto da una persona; odiano la precisione e la serialità tipica cinese che, per un africano, è noiosa. Questa è la bellezza del fatto con passione; ogni oggetto diventa così unico.

tiene più a nessuna delle due culture. Tra oggetti diversi, per esempio la sedia in plastica prodotta in Italia da una macchina e la sedia fatta in Africa in tre giorni di lavoro, si crea un dialogo eccezionale se alla base c’è una simile esperienza di bellezza. Come vede il futuro del design? Sono appena tornata da Londra, lì si sta discutendo molto sul design e sul suo futuro. Sta tornando tantissimo l’artigianato di alto livello, non basato sullo sfruttamento, ma l’artigianato del “meravigliosamente fatto a mano” che può essere l’intreccio africano o il ricamo indiano, oppure anche il prodotto realizzato da un gruppo di ragazzi che magari si avvale di tecnologie avanzate ma che producono pochi pezzi curati nel dettaglio. Gli estremi si toccano: le punte più avanzate del design europeo sta valutando l’artigianato come metodo di produzione, cosa che in Africa non si è mai smesso di fare. In Africa il

Dal 2009 avete utilizzato per alcuni prodotti la tecnica dell’intreccio a mano di fili di plastica usati tradizionalmente in Africa per la realizzazione di reti da pesca, avete in programma di adottare altre tecniche tradizionali per la produzione Moroso? Si, l’idea è quella di continuare. Le ragazze ad esempio sono bravissime ad intrecciare le perle. Per ridurre il lavoro ma mantenere la tecnica, stiamo valutando di realizzare alcuni prodotti utilizzando delle maxi perle. In Senegal ad uso e consumo del turista sono bravissimi a realizzare pitture raffiguranti scene africane. Pitture queste assolutamente ingenue ma coloratissime e divertentissime. Anche questo può diventare un tema. Un’altra tecnica che probabilmente adotteremo per realizzare dei componenti e dei tavoli è la pittura su vetro di cui sono maestri. Come potrebbe essere un futuro sviluppo dell’Africa? Come le aziende europee potrebbero sostenerlo? È importante stare attenti a che questa ricchezza umana e di grandi risorse non venga ancora una volta defraudata senza criterio e con tanta violenza. Il modo più adatto ad uno sviluppo sostenibile e sereno, secondo me, è l’artigianato. Questa grande tradizione potrebbe espandersi e da sistema di sussistenza del quartiere diventare un bene commerciabile con il mondo. Quello che noi abbiamo fatto è un piccolo esempio di come l’Africa potrebbe progredire. Le aziende della moda, ad esempio, molto spesso realizzano in Africa dettagli e accessori. Questo è molto importante per-

ché è un tipo di artigianato spesso affidato alle piccole cooperative femminili, che dà alle donne la possibilità di evolversi. Le donne tengono in piedi l’Africa. Io sono convinta che noi dobbiamo aiutare l’Africa nei modi più giusti per quella terra, senza imposizione, o prevaricazione, ma incontrandosi a metà strada come abbiamo fatto noi. Africa, seen as a wealth, a source of joyful ideas and manual prowess; that craftsmanship whose very imperfections amaze and fascinate. The interview with Patrizia Moroso is a tribute to Africa, its men and its women.

Since time immemorial, fashion, literature, art and design have been fascinated by the Black Continent: this “Africa trend” is beginning to be glimpsed in the Western World. How do you imagine the future dialogue between the colours and culture of the Black Continent and European traditions? I imagine persons communicating. More than just an “Africa trend”, I am hoping for true, profound and human interest. From Africa we get age-old ideas and primordial memories profoundly linked to own our life. Memories, often long forgotten in our western world, made of relationships with nature and our fellow kin; an enrichment that spreads to our very roots. When I visited our work-shop in Africa, where the “M’Afrique” collection comes to life, I rediscovered atmospheres and persons that were once common to Italy as well: artisans enjoying themselves as they work together, singing and laughing. These are happy people, conducting a simple and yet very real life. Africa, just like an old, great Mother, can teach us a lot. WHITE CIRCUS 25


Interview

My sincere wish is that the relationship between Africa and Europe will prove of mutual help. Your words on Africa are passionate and typical of one that loves a land, its people and its colours. How was the project of crafting some products in Africa born? I married a Senegalese, he lived in Dakar. Within the city of Dakar can be found small districts with different productions. We enjoyed studying the solidwood inlayed objects, large embroidered cushions and richly decorated objects; in Africa, the concept of luxury is the “Arab” one. These are incredible items that denote amazing manual skill, even though very kitsch and oversized. Channelling that craftsmanlike skill through a designer project is indeed a great opportunity; the design takes on a human touch, and the craftsmen’s production, a little simplistic and naive, achieves the ranks of international culture; it is then that these objects detach themselves from territoriality and become truly cosmopolitan. In the “M’Afrique” project, we have involved designers in tune with manual production, that see small differences and slight flaws as an opportunity for creating something beautiful and unique. An artefact, hand-made by someone, possesses a strength of its own and an incredible energy that is completely different from industrially manufactured articles. 26 WHITE CIRCUS

Does difference become enrichment, then? Of course! Putting together different things has become fundamental for me: if well merged, two different schools of thought bring you innovation; innovation that no longer belongs to one or the other of the two cultures. Taking different objects, for example a plastic chair produced in Italy by a machine and a chair made in Africa, taking three days of work, an exceptional rapport is created if at the core of it all there is a similar experience of beauty. How do you imagine the future of design to be? I have just returned from London: there, design and its future are being deeply discussed. High-level craftsmanship is staging a strong return to the scene, not based on exploitation, but true craftsmanship of the “marvellously hand-made” kind, whether African weaving or Indian embroidery, or even something crafted by a group of youngsters that quite possibly uses advanced technologies but that produces just a few pieces with great attention being paid to detail. Extremes touch: the very heights of European design are assessing craftsmanship as a production method, a concept that has never waned in Africa. In Africa, handcrafting is done by one person; they detest the precision and seriality typical of the Chinese which, for an African, is totally boring. This is the beauty of something made with passion; every object becomes unique.

Since 2009, for several products, you used the technique of hand-weaving plastic threads traditionally used in Africa for making fishing nets: do you plan to adopt other traditional techniques for the Moroso production? Yes, the idea is to continue along those lines. Girls, for example, are extremely nimble in threading beads. To reduce labour, but to maintain technique, we are assessing the use of maxi beads for several products. In Senegal, to pander to tourist tastes, they are extremely good at doing paintings depicting African scenes. These are extremely naive paintings but very colourful and attractive. This too can become a theme. Another technique which we will probably adopt to manufacture components and tables, is painting on glass, at which they are veritable masters. How could the future development of Africa be? How could European enterprises support it? It is extremely important to be careful that this wealth of humans and great resources does not become defrauded once again, without principles and with great violence. In my opinion, the most suitable way to attain sustainable and serene development lies in the progress of artisan craftsmanship. This great tradition could expand and, from a simple system of neighbourhood existence, become an asset market-

able throughout the world. What we did is but a small example of the way in which Africa could progress. Fashion houses, for example, very often get details and accessories manufactured in Africa. This is extremely important since it is a type of craft that is often entrusted to small female cooperative outfits, promoting women’s evolution. It is women that keep Africa going. I am firmly convinced that we must help Africa in ways most suited to that land, without impositions or prevarications, but meeting halfway as we have just done.

Profilo Patrizia Moroso Patrizia Moroso, Art-director della Moroso S.p.a., azienda di famiglia specializzata nella produzione di divani, poltrone e complementi d’arredo, entra operativamente nel management alla metà degli anni ottanta e in pochi anni trasforma l’azienda in un brand leader del design internazionale. Dotata di spiccato spirito creativo ed innovativo Patrizia ha nel suo dna una curiosità insaziabile per tutte le forme artistiche che la porta ad essere in anticipo sui tempi. Patrizia Moroso’s profile Patrizia Moroso, Art-director of Moroso S.p.a., a family enterprise specialised in manufacturing divans, armchairs and furnishing accessories, joined management in the mid-Eighties and, in but a few years, transformed the company into an international design brand leader. Endowed with a markedly creative spirit and innovative drive, Patrizia’s dna includes an insatiable curiosity for all art forms, making her a veritable precursor.


SITO + MAGAZINE = WHITE SPACE

White Circus whitespace.com

White Circus sbarca nel web. Un sito che combinerà i contenuti del sito e del magazine cartaceo, più articolo, più immagini, video e audio. E non solo: a contribuire potrai essere anche tu scrivendo articoli per WHITE CIRCUS o segnalandoci i temi che vorresti sul giornale.

White Circus lands on the Internet. A webpage where the contents of the website will be combined with those of the paper magazine and with images, sounds and videos. And this is not all. You will be able to contribute to its creation, by writing articles for WHITE CIRCUS or indicating us the themes you would like to find in the magazine.

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Architecture Bridle Road Residence La Bridle Road Residence sorge a Cape Town in Sud Africa; Antonio Zaninovic Architecture Studio e Rees Roberts + Partners LLC sono i progettisti di questo importante intervento. Immersa nella natura, protetta su tre lati dal profilo del terreno, è costruita ai piedi della Table Mountain, con ampie vedute verso la città e il porto sottostante. Nascosta tra le montagne, a fianco di un burrone dove, tra la fitta vegetazione, scorre un ruscello, la struttura si integra completamente con il suo paesaggio circostante. Un cortile scavato consente l’accesso alla casa, garantendo totale privacy e protezione dai forti venti meridionali. Questo spazio tranquillo, con tanto di laghetto, raggiunge i sei metri di altezza nell’atrio a doppia altezza dal quale si dipanano tutti gli elementi che compongono l’edificio. La progettazione degli interni si ispira all’ambiente circostante: ricchi tappeti e tessuti sono appoggiati su duri pavimenti in cemento; al lineare arredamento moderno si contrappongono pezzi scultorei e opere d'arte. In termini di energia e di programmazione, l’atrio centrale è il cuore di tutti i processi che mantengono energeticamente efficiente la casa. Una vasca d’acqua alimentata dal pozzo contribuisce, grazie alle naturali brezze, al raffrescamento della casa; la vasca alimenta una cascata, che diventa un filtro per la piscina naturale sottostante e un muro d'acqua senza soluzione di continuità per la sauna. Il foyer del tetto ospita anche i componenti solari che forniscono riscaldamento e acqua calda. La casa è stata costruita con materiali di produzione locale per massimizzare il potenziale costruttivo utilizzando l'artigianato e le tecniche tradizionali della regione.

Bridle Road Residence The Bridle Road Residence is in Cape Town, South Africa; Antonio Zaninovic Architecture Studio and Rees Roberts + Partners LLC are the designers of this important project. Immersed in nature, protected on three sides by the terrain’s profile, it is built at the foot of Table Mountain, with wide-ranging views over the town and harbour below. Ensconced among the mountains, next to a ravine where, threading itself through thick vegetation, a stream flows, and the building merges completely with the surrounding landscape. An excavated courtyard leads to the house, guaranteeing total privacy as well as shelter from the strong southerly winds. This tranquil space, with its own small lake, soars to six metres in the double-height entrance hall from which unfold all the elements making up the building. The interior’s design is inspired by the surrounding environment: rich carpets and fabrics are spread over the raw concrete floors; sculptured pieces and works of art contrast the modern linear furnishings In terms of energy and programming, the central entrance-hall is the core of all the processes keeping the house efficient from the point of view of energy. Thanks to natural land breezes, a water basin, fed by a well, contributes towards keeping the house cool; the basin feeds a cascade that becomes a filter for the natural pool below, and serves as a continuous water “wall” for the sauna. Solar components are found in the roof’s foyer, providing heating and hot water. Locally produced materials were used in building the house, in order to maximise the constructive potential, using local craftsmen and traditional techniques typical of the region.

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Architecture Casa Moyo Situata a Bryanston in Sud Africa, la nuova residenza di 1400 mq è stata progettata attorno a tre alberi enormi da Nico & Werner van der Meulen di Nico van der Meulen Architects. L’interior design è stato seguito da Design M Lifestyle Square, e le decorazione, l’arredamento e l’illuminazione sono di M Necessities Lifestyle Square. Una trave di cemento armato a sbalzo incornicia l’ingresso e sovrasta una grande vasca d’acqua a sfioro. La porta d'ingresso è un’enorme lastra di vetro basculante priva di cornice che introduce in una sala a doppia altezza e al soggiorno con vista sul salotto, sulla piscina e sul giardino. Un ponte sospeso da cavi d'acciaio attraversa questo spazio. Un unico muro a doppia altezza, che accoglie il grande camino, è presente in questo ambiente in cui tutte le altre pareti sono di vetro. Dallo studio si accede ad un corridoio che conduce in un altro atrio, alla camera degli ospiti e al garage. Dall'altra parte, oltre l'ingresso, si accede ad una camera, all’ascensore, alla sala da pranzo, alla cucina e alle aree di servizio. Parti del pavimento della sala da pranzo sono in vetro, con vista verso la vasca d’acqua. Nel piano interrato si trova una palestra con centro benessere e spogliatoio, un teatro con angolo bar, la sala degustazione con aree separate per i vini bianchi e rossi, la sala musica e la discoteca. Il primo piano è composto da tre suite per bambini complete di salone informale con mini-angolo cottura, e una suite padronale open space composta da salotto privato, una sala di sicurezza blindata, angolo cottura, tavolo e bagno. Tutte le suite e le sale si affacciano sugli ampi balconi. Grazie al suo orientamento verso nord, alle funzioni di controllo solare e alla ventilazione trasversale, la casa può essere utilizzata quasi tutto l'anno senza riscaldamento o raffreddamento artificiale. Casa Moyo Located in Bryanston, South Africa, this new 1400 sq.m. residence was designed around three gigantic trees by Nico & Werner van der Meulen of Nico van der Meulen Architects. The interior design was the work of Design M Lifestyle Square, and décor, furnishing and lighting are by M Necessities Lifestyle Square. A reinforced concrete cantilevered beam frames the entrance and dominates a large basin brimming with water. The entrance door is a huge tilting, frameless glass plate that leads to a double-height hall and to the living room with view over the lounge, swimming pool and garden. A bridge suspended from steel cables spans this space. A single, double-height wall accommodates the large fireplace, a feature in this room in which all the other walls are made of glass. From the study you enter a corridor that leads from another hall to the guest room and to the garage. From the other side, apart from the entrance, access is gained to another room, the lift, and to dining room, kitchen and service areas. Sections of the dining room floor are in glass, giving you a glimpse of the water basin. In the basement is a gym with wellness centre and change room, a theatre with bar corner, a tasting cellar with separate sections devoted to white and red wines, a music room and discotheque. The first floor consists of three children suites complete with casual sitting room and its own mini cooking area, and an open space master suite consisting of private lounge, a strong room, kitchenette, dining table and bathroom. All suites and halls lead onto spacious balconies. Thanks to its position facing north, to the solar control panels and to the cross ventilation, the house can be used almost throughout the year without heating or artificial cooling. by Architonic

www.architonic.com WHITE CIRCUS 29


People

Cambio ufficio e vivo meglio! I changed my office and live better! “Il cambiamento della casa è anche un cambiamento in positivo nella vita di chi la abita!” Questa è la filosofia di Andrea Castrignano, protagonista di “Cambio Casa, Cambio Vita!”, il nuovo docu-reality in onda su La5 ed autore di “Cambia casa con Andrea”, il suo primo libro in uscita a metà novembre. Selezionato tra 35 professionisti dalla Endemol per “Vendo casa disperatamente”, programma tv basato sulla volontà di migliorare le unità immobiliari per favorire l’acquirente a immaginare l’appartamento al meglio delle sue potenzialità, dopo due edizioni ha deciso di proporre a Mediaset un suo nuovo format. Otto puntate basate su progetti di ristrutturazione e arredamento e clienti reali che esprimono le proprie esigenze e i propri sogni e nei quali è facile identificarsi; nell’ultimo episodio della stagione 2011, Andrea è diventato cliente di sé stesso e ha dedicato la sua professionalità a riorganizzare il proprio ufficio.

by Emilia Prevosti & Fabrizio Todeschini photo Beppe Raso

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People

Sinetica ha arredato l’ufficio di Andrea Castrignano, tailor made dell’architettura, protagonista e autore del programma televisivo di successo “Cambio Casa, Cambio Vita!”. La puntata di chiusura della stagione racconta la storia di questo importante progetto.

Essere clienti di se stessi è più facile o più difficile? È difficilissimo! Si è molto più esigenti di qualsiasi altro cliente. Io sono nato professionalmente in questo ufficio. Ora l’ho finalmente ampliato e rimodernato in base ai miei gusti e alle mie necessità e ho pensato di raccontare questa ristrutturazione durante il mio programma. In effetti si parla troppo poco di ufficio nonostante sia un ambiente così importante. Come dovrebbe essere concepito l’ufficio? Tutti noi passiamo molto più tempo in ufficio che a casa. Io sto cercando di far comprendere quanto sia importante realizzare un ufficio confortevole, funzionale ma mai asettico. In ufficio ti devi sentire assolutamente a tuo agio. Questo è importante anche per migliorare la produttività: se le per-

sone si sentono bene in uno spazio ci stanno più volentieri e lavorano meglio. Io, per il mio ufficio, sentivo l’esigenza di uno spazio open, dove potessero lavorare più persone su una grande scrivania, e di librerie per il ricovero dei materiali, sempre in ordine, o quasi, e sempre a portata di mano. Mi serviva una sala riunioni confortevole e una reception che potesse fare da filtro fra il mondo esterno e il mio ambiente di lavoro. Con la reception in particolare mi sono divertito: l’ho rivestita, personalizzata e decorata. Quanto è importante il decoro per la buona riuscita di un tuo progetto? Personalizzazione e decoro influenzano molto la buona riuscita di un lavoro. È fondamentale tagliare bene gli spazi, però è altrettanto importante vestirli e personalizzarli;

diversamente si corre il rischio di avere una bella struttura però povera di quel vissuto e di quel sapore che rende gli ambienti “tuoi”. Tu da anni sei un’importante progettista; cosa ti ha portato in più la visibilità televisiva? Tanto. Il cliente ti cerca, gli sembra di conoscerti da tempo. C’è fiducia. Questo mi rende più semplice spiegare quanto la qualità degli ambienti che occupiamo influenzi la qualità della vita. Spesso, non occorre trasferirsi, ma è sufficiente far emergere le potenzialità degli ambienti che già si occupano. I tempi sono maturi, un tempo si spendeva di più per l’abito ora invece si è più consapevoli e si investe di più su arredi e oggetti che rendono l’ambiente più gradevole.

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People

Sinetica furnished Andrea Castrignano's office, tailor made architecture, host and author of the successful TV programme “Cambio Casa, Cambio Vita!”. The last episode in the season tells the story of this important project. “Changing the home means positively changing the life of those who live in it!” This is Andrea Castrignano's philosophy, host of “Cambio Casa, Cambio Vita!”, the new docureality aired on La5 and author of “Cambia casa con Andrea”, his first book is due mid November. Chosen by Endemol out of 35 professionals for “Vendo casa disperatamente”, a TV programme based on the desire to improve property so the buyer can image the flat at the best of its potential, after two editions he decided to put his new format before the Mediaset board. Eight episodes based on refurbishing and furnishing projects and real clients that say what they want and what their dreams are and it's easy to put yourself in their shoes; in the last episode of the 2011 season Andrea became his own client and dedicated his professionalism to reorganising his office. Is it easier or harder to be your own client? It's extremely difficult! You're even more demanding than any other client. I was professionally 'born' in this office! At last I've made it bigger and more modern to suit me and what I need and I thought it a good idea to tell this refurbishing story during my programme. As a matter of fact too little is said about the office when you think that it is a very important place. How should an office be conceived? Many of us spend more time in the office than we do at home. I'm trying to put across just how important a comfortable, functional and homely office actually is. You must always feel completely 32 WHITE CIRCUS

at home in your office. This is also important for improving production: if you feel good in the office then you enjoy staying there and you work a lot better. In my case I felt the need for an open space office where several people could work on a big desk where there are bookcases for keeping materials, always tidy - or almost! - and always handy. I needed a comfortable meeting room and a reception that could act as a filter between the outside world and where I work. I really enjoyed myself with the reception: I upholstered, customised and decorated it. How important is decoration in making your projects a success? Customisation and decoration have a big influence of how a job turns out. It's very important to divide spaces well but it's also important to clad and customise them; if you don't you run the risk of having a beautiful structure but poor in that livedin look and that taste that makes an environment "yours". You've been an important designer now for years; what has TV given you? A lot. A client looks you up and seems to have known you for a long time. There's trust. This makes it easier for me to explain just how much the quality of the spaces we live or work in influence the quality of our lives. Often it's not necessary to move but simply bring out the potential of these spaces. Times have matured, once more money was spent on clothes but now we are more aware and invest more in furnishings and objects that make our environment more pleasurable.

Per accogliere i suoi clienti Andrea Castrignano ha scelto Factory, il banco reception di Sinetica che, grazie alle sue linee pulite e alle ampie superfici, comunica un’atmosfera di raffinata funzionalità. Personalizzando la parte frontale con la stessa decorazione utilizzata per rivestire le pareti, ha conferito all’ambiente e al prodotto stesso una forte identità che trasmette un piacevole senso di accoglienza. esclusive lampade a sospensione o integrate nel banco. Andrea Castrignano chose Factory to greet his clients, the Sinetica reception desk that conveys an air of refined functionality thanks to its clean lines and large surfaces. Using the same decoration on the front of the desk as on the walls has given the environment, and the product itself, a strong identity that conveys a pleasant welcoming feeling. exclusive pendant lighting fixtures or integrated in the desk.


People

La reception The reception WHITE CIRCUS 33


People

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People

L’ambiente operativo The working environment L’ambiente operativo, in cui lavorano 4 stretti collaboratori di Andrea, è stato attrezzato con una grande workstation della collezione Diamond di Sinetica, una soluzione perfetta per condividere idee, informazioni e lavorare in team sui progetti dei clienti dello Studio. L’elegante pulizia formale di questo tavolo ben si combina con gli apparecchi di illuminazione di Artemide. Alle estremità del tavolo, i contenitori aperti Libro consentono un immediato accesso ad una delle fonti più preziose dello Studio: i cataloghi delle aziende con cui Andrea collabora per definire i suoi progetti.

This environment, where 4 close collaborators of Andrea's work, has been fitted out with a big workstation of the Sinetica Diamond collection, the perfect solution for sharing ideas, information and working as a team on the Studio's clients' projects. The elegant formal cleanliness of this table goes well with the Artemide lighting fixtures. Open Libro storage units at the ends of the table provide immediate access to one of the Studio's most precious sources: the catalogues of the companies Andrea works with for defining his projects.

Andrea Castrignano nasce a Milano nel 1969. Completa gli studi negli Stati Uniti e qui realizza le prime esperienze professionali come interior designer. Rientrato a Milano, nel 1997 apre uno Studio nella splendida cornice di Piazza del Liberty, a pochi passi da Piazza Duomo. Andrea ha condotto insieme a Paola Marella le prime due edizioni della trasmissione “Vendo casa disperatamente” in onda su Real Time. Dal 5 ottobre 2011 è protagonista del programma “Cambio Casa, Cambio Vita!” di cui è anche autore insieme a Federico Berg. Prevista per metà Novembre l’uscita del suo primo libro “Cambia Casa con Andrea” Andrea Castrignano was born in Milan in 1969. He finished his education in the United States where he also had his first professional experiences as an interior designer. Back in Milan, he opened his Studio in 1997 in Piazza del Liberty, a short walk from Piazza Duomo. Together with Paola Marella he hosted the first two editions of the TV programme “Vendo casa disperatamente” aired on Real Time. He has been hosting the TV programme "Cambio Casa, Cambio Vita!" since 05 October 2011 of which he is also the author together with Federico Berg. His first book is expected to be on the shelves by mid November called "Cambia Casa con Andrea"

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How it’s made

Sinetica & Planet Design un’occasione per progettare ecosostenibile and occasion for eco-sustainable projects by Emilia Prevosti Sinetica è una delle aziende selezionate a partecipare al progetto Planet Design. Il progetto, promosso da un pool di istituzioni e organismi portoghesi, italiani e spagnoli, mira a studiare le tendenze relative all’eco design, da un punto di vista normativo e di scenario. Connesso ai risultati della ricerca è stato sviluppato uno strumento di analisi per le imprese atto a comprendere la propensione all’attuazione delle pratiche di eco design. Sulla base delle verifiche con i produttori, è stato testato lo sviluppo di un concept di eco design: per ogni azienda selezionata sono stati creati due team di studenti provenienti da ogni parte del mondo che, sotto la guida di esperti docenti, hanno sviluppato dei concept di prodotto. In Italia il progetto è stato gestito da Domus Accademy; gli studenti che hanno sviluppato i progetti immaginando di avere come cliente Sinetica sono: Kaan Sengul, Su Li, Songvuth Manachaiyarak, Giacomo Baron, Chichung Hsu, Arush Baluba, Michio Narumniiya; Emmanuel Gallina il loro tutor. Molti gli ingredienti del successo di questo progetto: la determinazione degli studenti di dare il proprio meglio, consapevoli di essere di fronte ad una importante opportunità, la volontà di Sinetica di trasmettere il proprio know how, la gioia di insegnare di Emmanuel Gallina. Docente in Francia e presso il Politecnico di Milano, per lui trasmettere un sapere è fonte di soddisfazione.

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L’esperienza con gli studenti di Emmanuel Gallina Cosa significa insegnare? Dimenticare se stessi per riconoscere e rispettare lo stile e il gusto dello studente. Fare questo è senza dubbio molto faticoso ma si viene ricompensati dalla soddisfazione che ne deriva. Gli studenti sono curiosi, hanno energia e voglia di fare. È uno scambio. In Domus Accademy si lavora con studenti che arrivano da tante parti del mondo. Ciò significa confrontarsi con culture diverse. Spesso le soluzioni che individuano sono sorprendenti perché lontane dagli schemi culturali occidentali. Qual è il metodo migliore per insegnare? Mettere gli studenti nei panni del professionista. E’ importante che capiscano cosa significa assumersi

un incarico, affrontare i progetti avendo come referente un’azienda. Attraverso i vincoli esterni proposti da un committente-cliente è più facile e stimolante esprimere la propria creatività. Sinetica ci ha dato questa opportunità. Cosa comporta affrontare un progetto legato al mondo dell’ufficio? Il mondo dell’ufficio è molto interessante ma, al contempo, molto complesso per i vincoli strutturali, della normativa, dell’ergonomia e dei cablaggi che vanno considerati nella progettazione. Una volta risolti i vincoli, vanno trovate delle soluzioni che diano benessere a chi lavora in ufficio, o quantomeno lo supportino nell’ affrontare al meglio le situazioni di stress. Con gli studenti il mondo ufficio

è stato affrontato attraverso gli accessori che, scevri dai vincoli prima accennati, sono però elementi ideali per dare identità al posto di lavoro. Come si è proceduto? Sono stati creati due gruppi: uno composto da tre, l’altro da quattro studenti tutti provenienti da culture diverse. Il tema affrontato è stato quello degli accessori di completamento all’ufficio. Tra i plus doveva esserci la forte valenza di ecosostenibilità. Entrambe i progetti sono partiti da un’ analisi inerente le condizioni di lavoro medie e degli elementi di stress che coinvolgo gli operatori, e da uno studio dettagliato dell’azienda partner Sinetica, sia sotto il profilo industriale che del posizionamento nella sua fascia di mercato.


How it’s made

Sinetica is one of the companies selected to participate in the Planet Design project. The project, promoted by a pool of Portugese, Italian and Spanish institutes aims at studying the trends in eco design from a normative and scenario point of view. Connected to the research, an analysis instrument for the companies to understand the propensity for the implementation of eco design in practise has been developed. . Base on the checks by the producers, the development of an eco design concept has been tested: two teams of students from all over the world have been created for each company who, under the guidance of expert teachers, have developed product concepts. In Italy the project has been managed by the Domus Accademy; the students have developed the projects imagining that they have : Kaan Sengul, Su Li, Songvuth Manachaiyarak, Giacomo Baron, Chichung Hsu, Arush Baluba, Michio Narumniiya as Sintetica clients; Emmanuel Gallina is their tutor. Many of the ingredients for success of this project: the determination of the students to give their best, aware that they have an important opportunity, the willingness of Sintetica to transmit its know how, the joy of teaching of Emmanuel Gallina. Professor in France and at the Milan Polytechnic, for him transmitting knowledge is a source of satisfaction.

The experience with the students of Emmanuel Gallina What does teaching mean? Forgetting yourself to understand and respect the style and taste of the student. This is undoubtedly very tiring but you are compensated by the satisfaction you derive from this. . The students are curious, have energy and enthusiasm. It's an exchange. In the Domus Accademy you work with students from all over the world. What does comparing yourself with other cultures mean? Often the solutions identified are surprising because they are fart from the the western culture. What is the best method of teaching ? Placing the students in the position of the professional . It is important that they understand what it means to accept a committment, face a project with a company as a reference. through the external restrictions imposed by the customerclient it is easier and stimulating to express your own creativity. Sinetica has given us this opportunity What does it meant to have a project connected to the world of the office ? The world of the office is

very interesting but, at the same time, very complex due to its structural restrictions, the normatives, the ergonomy and the cabling that has to be considered when planning.. Once you have resolved the restrictions you have to find the solutions which facilitate working in an office or at least help to better face stressful situations. The world of the office has been faced by the students through the accessories which are an ideal element with which to give an identity to a place of work. How did you do this ? Two groups were created: One composed of three the other of four students from different cultures. The theme was the auxiliary accessories in an office. Amongst the pluses there had to be the ecosustainability. Both of the projects are part of an analysis inherent to the average work conditions and the elements of stress which involve the operators and by a detailed study by the partner company Sinetica, both under an industrial aspect as well as in the positioning at its market level.

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I progetti/The projects

How it’s made

Il progetto Canvas La collezione di accessori Canvas è fortemente caratterizzata dal materiale adottato: il sughero ricomposto. Questo materiale, risultante dal riciclo dei tappi, è normalmente utilizzato come isolante in architettura. Un materiale naturale, piacevole al tatto dal sapore domestico. Nei prodotti proposti si leggono le tante competenze culturali che sfociano in oggetti semplici, pensati per migliorare il quotidiano di chi lavora. Gli screen divisori, che oltre a fungere da lavagnetta per l’applicazione degli appunti o delle foto, possono essere cablati per avere direttamente sulla postazione le prese elettriche o, in alternativa, dotati di un foro sagomato ideale per il passaggio di documenti da una postazione all’altra. Il vassoio a bobina elettrificato per ricaricare gli oggetti “nomadi” che portiamo sempre con noi: cellulare, lettore mp3, fotocamera e così via. Il contenitore della carta straccia che, completo di un vassoio porta oggetti, diventa un piccolo tavolino di appoggio per scrivanie sempre troppo ingombre. E infine i moduli impilabili per contenere e riordinare i documenti cartacei.

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The Canvas project The accessories collection by Canvas is strongly characterised by the material used: recomposed cork. This material, which is the result of recycled corks, is normally used as an insulator in architecture. A natural material which is pleasant to touch with a domestic flavour. In the proposed projects there are many cultural competences which result in simple objects, thought out to improve everyday life for those that work. The screen dividers, which asides from working as boards for note applications or photos, can also be cabled to have electric sockets directly at the work station or, alternatively, equipped with a shaped hole ideal for the passing of documents from one station to another.. The electrified bobin tray to recharge the 'nomadic' objects which we always have with usi: mobiles, mp3 readers etc The waste paper container which, complete with an object holder tray, turns into a small table for desks which are always full of things. and finally the stackable modules to contain and reorder the paper documents.


How it’s made

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How it’s made

Il progetto Workamp Questa collezione di oggetti nasce da uno studio puntuale atto alla comprensione di come muta la percezione dello stress nell’arco della giornata. Il pomeriggio è la parte del giorno mediamente più faticosa da affrontare. È proprio nelle ore successive alla pausa pranzo che le persone desiderano uscire e ristabilire un contatto con la natura. Sentono il bisogno di evasione, di aria pura e fresca. Dal tentativo di ricreare un ambiente outdoor in ufficio prendono vita gli accessori pensati da questo secondo gruppo di studenti. Il porta abiti che, ispirato ad un albero, sembra germogliare quando l’ufficio è abitato e si spoglia, così come cadano le foglie in inverno, quando il luogo di lavoro si svuota. Il separè, ispirato al nascondino che i bimbi giocano all’aperto, come un cespuglio in feltro scherma le diverse postazioni. Il cestino in feltro modulare da appendere vicino alla scrivania. Il fiore in feltro per camuffare e rendere più allegra la lampada da tavolo e il raccogli documenti: una borsa in feltro agganciabile ai margini della scrivania in cui poter raccogliere e trasportare i documenti o, in alternativa, radunare oggetti come cellulare e iPad per ricaricarli.

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How it’s made

The Workcamp project This collection of objects is born from a study to understand how the perception of stress mutates during the day. The afternoon is the part of the day which is the most difficult to face. It is in the hours directly following the lunch break that people want to go out and reestablish contact with nature. They feel the need to get away into pure and fresh air.. In an attempt to recreate an outdoor environment inside an office accessories specifically thought out for this have been produced by the second group of students. The clothes hanger, inspired by a tree, seems to flower when the office is occupied and is

stripped like leaves fall in winter when the office is empty. The separater, inspired by the hide and seek children play in the open, like a bush in felt separates the different stations. The waste bin in modular felt to hang near the desk . the felt flowers to hide and make the table lamps and the document collectors more joyful: a bag in felt which can be hooked to the edges of the desk in which documents can be collected and transported or, alternatively, collect objects such as mobiles and iPads to recharge.

Emmanuel Gallina Diplomato presso E.N.A.D. di Limoges e I.A.V. di Orléans e, con un Master in design & management ottenuto presso Politecnico di Milano; ha collaborato per diversi anni con Antonio Citterio. Dal 2010 è consulente di varie aziende su strategie di mercato ed identità di marchio come art director, progetta per importanti e prestigiosi marchi. Oltre ad insegnare al Politecnico di Milano, svolge attività di tutor presso la Domus Academy e l’Istituto Marangoni, sempre a Milano, e presso l’Istituto Lima di Bordeaux. Emmanuel Gallina Graduate of E.N.A.D. of Limoges and I.A.V. of Orléans and, with a Master in design & management from teh Milan Polytechnic; has collaborated for many years with Antonio Citterio. Since 2010 he is a consultant with many companies for market strategies and branding as an art director, designs for important and prestigious brands. Asides from teaching at Milan Polytechnic, Gallina is also a tutor at the Domus Academy and the Marangoni institute in Milan and the Lima institute in Bordeaux.

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Events

Bando di concorso Concorso Internazionale di Industrial Design Competition announcement International Competition of Industrial Design

“L’Ufficio di domani: una competizione per giovani designer volta allo sviluppo di sistemi SoHo (Small Office – Home Office).”

“Tomorrow’s Office” (“L’Ufficio di domani”): a competition for young designers aimed at the development of SoHo systems (Small Office – Home Office).”

SINETICA, consapevole che ai giovani appartiene il futuro, intende sostenere i giovani talenti e dare loro l'opportunità di mostrare ciò di cui sono capaci. In collaborazione con il portale Architonic bandisce la prima edizione di un Concorso Internazionale di design per la progettazione di nuove soluzioni SoHo (Small Office – Home Office) ovvero come lavorare in modo efficiente pensando di essere tra le mura domestiche.

SINETICA, fully aware that the future belongs to younger generations, intends providing support to young talents, giving them the opportunity to demonstrate their capabilities. In collaboration with the Ottagono – Editrice Compositori magazine and with the Architonic portal, announces the launching of the first edition of an International Design Competition aimed at creating new SoHo (Small Office – Home Office) solutions, or how to work efficiently thinking to be at home.

Contenuti e obiettivi

Contents and objectives

Tema: SoHo (Small Office – Home Office). Premesso che: la società sta cambiando e con lei le modalità del lavoro. Oggi sono sempre meno le nuove assunzioni, anzi si verifica una riduzione dei posti fissi, a favore dell’ingaggio di forza lavoro in modalità free lance. A questo si aggiunge il perpetuo invecchiamento della popolazione e, di conseguenza, dei lavoratori europei. In questo panorama il mobile per ufficio deve poter essere ben inserito anche in ambiente domestico per favorire il lavoro a distanza e progettato con particolare attenzione al “design for all” soprattutto in previsione del 2012, l’anno europeo dell’invecchiamento attivo.

Theme: SoHo (Small Office – Home Office). Whereas: the company is undergoing changes and, with it, the way of working. Nowadays, new employment opportunities are decreasing, in fact there is a marked reduction in fixed employment openings in favour of freelance workers. To this is added the inevitable ageing of the population and, as a result, of European workers. In this scenario, office furniture must also be able to integrate well in a domestic environment to facilitate this work mode and must be designed with particular attention to the “design for all”, especially considering that 2012 has been chosen as the European year for active ageing.

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Events

Aspetti fondamentali ai fini dell’individuazione dei prodotti meritevoli sono:

Fundamental aspects for the purpose of identifying products worth considering, are the following:

• la modularità e la facilità di riconfigurazione • la praticità d’uso • l’estetica che dovrà essere in sintonia con la realtà dell’ufficio ma facilmente armonizzabile all’interno di una residenza. • il basso impatto ambientale sia nei processi produttivi sia nella scelta dei materiali

• modularity and easy reconfiguration • practicality of use • aesthetics that will have to be in keeping with the office reality but also easily merged with home interiors • low environmental impact both in the productive processes and choice of materials.

Non sono posti limiti circa l’utilizzo di materiali, né di meccanismi di funzionamento, purché approfonditi e concretamente realizzabili. Il concorso si propone di premiare i progetti e i contributi d’idee innovativi sotto il profilo tecnico, estetico e d’uso.

No limits are set for the use of materials, nor for the operation mechanisms, as long as studied in depth and effectively implemented. The competition proposes prizes to be awarded for designs and contributions of ideas that are innovative under the technical, aesthetic and deployment profile.

Partecipazione

Entries

Il concorso è internazionale e aperto a partecipanti di tutte le nazioni. La partecipazione al concorso è riservata ai giovani under 35 (progettisti, inventori, studenti), cioè nati non prima dell’anno 1976. Eventuali coperture con titoli di proprietà industriale dei progetti presentati saranno a cura ed a carico dei partecipanti. Per tutti i concorrenti è ammessa la partecipazione singola o in gruppo. Nella partecipazione di gruppo, pur riconoscendo la paternità dell’opera a tutti i componenti, sarà necessario indicare un “capogruppo” quale unico referente nei confronti dei rapporti con l’organizzazione del Concorso. I concorrenti possono partecipare con una o più proposte, purché presentate separatamente. Per ogni proposta candidata sarà necessario effettuare una singola iscrizione.

The international competition is open to participants from all countries. Participation in the competition is reserved to persons under 35 (designers, inventors, students), i.e. born in or after 1976. Eventual cover for industrial property rights of the designs submitted will be the responsibility and for the account of the participants. For all competitors, individuals or groups can participate. In group entries, even though recognising the paternity of each member’s work, a “group leader” will have to be named as the sole reference contact for interacting with the Competition organisation. Competitors can enter one or more proposals, provided they are submitted separately. For each of the proposals submitted, an individual application is required.

Tutte le informazioni relative all’iscrizione e ai termini di partecipazione possono essere chieste presso: Any further information may be requested from: La segreteria organizzativa istituita presso: The organisation’s secretarial office at: SINETICA INDUSTRIES Srl Spadotto Roberta Via Plinio Fabrizio, 20 31046 Oderzo (TV) Italy tel +39.0422.501611 - fax +39.0422.501679 e-mail: design@sinetica.com

Dal 7 gennaio al 30 marzo 2012 from 7th january to 30th march 2012 Il bando è disponibile anche su: The announcement is available on: www. sinetica.com www.whitespace.sineticaindustries.com www.architonic.com WHITE CIRCUS 43


Hi-Tech pCon.planner, l’applicazione professionale e gratuita che consente di creare in maniera semplice complessi ambienti arredati pCon.planner, the professional and free application that allows you to easily create complex furnished environments

Attualmente uno degli aspetti critici del processo di vendita dell’arredamento da ufficio è la creazione di offerte commerciali e la comunicazione efficace delle soluzioni ai clienti da parte dei venditori. Fornire ai propri clienti un servizio di qualità è oggi fondamentale per essere competitivi sul mercato. I clienti vogliono risposte veloci ed efficaci. Oggi un ufficio commerciale deve possedere conoscenze tecniche di base che permettano di far fronte alle esigenze dei clienti in maniera completa senza la necessità di dover consultare costantemente l’ufficio tecnico. pCon rappresenta oggi la soluzione maggiormente innovativa per rispondere a queste sfide. pCon è sviluppato da EasternGraphics, innovativa azienda tedesca leader in soluzioni per la progettazione di spazi e configurazione di prodotti complessi. Il modulo più importante del prodotto è pCon.planner un’applicazione professionale che consente di creare complessi ambienti arredati e visualizzarli con una straordinaria qualità in maniera estremamente semplice. Il formato nativo di pCon.planner è DWG; questo permette una comunicazione immediata e un’interazione con la comunità dei progettisti. pCon ha due tipi principali di soluzioni per la progettazioni d’interni: Configurazione di prodotti complessi Soluzione focalizzata sulla con44 WHITE CIRCUS

figurazione e preventivazione di prodotti complessi. È la soluzione ideale per i distributori d’arredo che devono creare tutti i giorni progetti e preventivi con il massimo dettaglio e accuratezza - sistemi operativi, sedute per collettività o pareti attrezzate possono essere facilmente configurate in pochi minuti anche dai venditori. La soluzione è basata sul formato dati OFML (Office Furniture Modeling Language) dell’Associazione Tedesca di Fabbricanti di Arredo (BSO). Questo standard è stato creato alla fine degli anni 90 ed è oggi utilizzato da

centinaia di produttori e migliaia di distributori di arredo in tutto il mondo. Il potente configuratore di prodotti permette un’incredibile efficienza e qualità nella comunicazione con i clienti. Operazioni che prima richiedevano parecchio tempo adesso con pCon sono alla distanza di un semplice clic. Idee per la progettazione e il design Che tu sia un designer d’interni che deve arredare un ufficio, un facility manager che deve progettare il trasferimento di un reparto, o se vuoi semplicemente rinnovare il tuo soggiorno pCon.catalog è

la soluzione più adatta. Soluzione focalizzata sulla possibilità di cercare e scaricare soluzioni d’arredo 3D in formato DWG direttamente sulla versione gratuita di pCon.planner. Nel pCon.catalog sono presenti non solo prodotti individuali, ma anche composizioni, case studies, immagini e brochures. Sinetica ha sviluppato il proprio catalogo di simboli e di prodotti tridimensionali disponibili gratuitamente online per i professionisti che utilizzano pCon. planner nella progettazione degli ambienti di lavoro.


Hi-Tech

PLANNER

Currently one of the critical aspects of the sales process of office furniture is the creation of commercial offers, and the effective communication of the solutions to customers by the sellers. Provide its customers with a quality service is now essential to be competitive on the market. Customers want fast and effective answers. Today, a sales office must have basic technical knowledge to cope with the needs of customers completely, without having to constantly refer to the technical department. pCon now represents the most innovative solution to meet these challenges. pCon is developed by EasternGraphics, innovative German company a leader in solutions for space planning and configuration of complex products. The most important module of the product is pCon. planner - a professional application which allows you to create complex furnished environments and display them with an extraordinary quality in a very simple way. The native format of pCon.planner, is DWG; this allows instant communication and interaction with the design community. pCon has two main types of solutions for interior design:

Configuration of complex products Solution focused on configuration and quoting of complex products. It is the ideal solution for interior design distributors who need to create designs and quotes every day with the utmost detail and accuracy operating systems, sessions for community or wall units can be easily configured in minutes by the sellers. The solution is based on the OFML (Office Furniture Modeling Language) data format of the German Association of Manufacturers of Furniture (BSO). This standard was created in the late 90's and is now used by hundreds of thousands of producers and distributors of furniture in the world. The powerful product configurator allows an incredible efficiency and quality communication with customers. Tasks that previously required a long time, with pCon are now a click away.

on the ability to search and download 3D design solutions in DWG format directly on the free version of pCon.planner. In pCon.catalog are not only individual products, but also compositions, case studies, images and brochures. Sinetica has developed its own catalog of symbols and three-dimensional products freely available online to professionals who use pCon.planner for the design of work environments.

La versione gratuita di pCon. planner è stata scaricata da piÚ di 550.000 utenti di 171 paesi - la puoi scaricare anche tu da www.pcon-planner.com/it e utilizzare per la tua prossima progettazione di spazi. Potrai creare dei render foto realistici, animazioni, condividere progetti online o via iPhone/ iPad, inserire oggetti della galleria 3D di Google, creare elementi architetturali e fare tanto altro. The free version of pCon. planner has been downloaded by more than 550.000 users from 171 countries - you can download it too from www. pcon-planner.com/it and use it for your next design spaces. You can create photo realistic rendering, animation, share projects online or via iPhone/ iPad, insert objects of the Google 3D gallery, create architectural elements and do much more.

Ideas for planning and design Whether you're an interior designer who must furnish an office, a facility manager who must plan the transfer of a department, or if you simply want to renew your pCon. living room catalog, this is the best solution. Solution focused

BY MIGUEL VALE OLIVEIRA WHITE CIRCUS 45


Case History

La nuova sede Tecnoclean: un tributo alla trasparenza The new Tecnoclean headquarters: a tribute to transparency. by Fabrizio Todeschini

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Case History

Pulizia e trasparenza, questi gli elementi che caratterizzano la nuova sede di Tecnoclean. Questi i valori che rappresentano l’azienda e che emergono in modo evidente attraverso i nuovi ambienti di lavoro. Tutte di primo piano le aziende scelte da Dado Concept che firma questo progetto: Sinetica per gli arredi e le pareti, Artemide per l’illuminazione, Segis per le poltrone, Blumohito per il verde verticale. Una progettazione rigorosa e concreta che si traduce in spazi e volumi armonici; coerente su tutti i 600 mq divisi su tre piani. Una progettazione accogliente fin dalla reception per cui è stato scelto il desk Luna come unico filtro visivo tra l’ufficio retrostante racchiuso dalle pareti perfettamente trasparenti e l’ingresso. Tutti gli ambienti si sviluppano intorno alla grande scala centrale in acciaio e vetro, leggera, trasparente ed enfatizzata al piano terra dall’ampia parete di verde verticale che fa da sfondo, oltre che dai pavimenti marroni che allegoricamente rappresentano la terra, scelte anche queste dal significato simbolico a sostegno della filosofia ecosostenibile.

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Case History Tutto lo spazio è diviso solo da pareti trasparenti che rivelano al visitatore gli uffici e garantiscono relazioni tra i dipendenti a sottolineare come Tecnoclean intenda il proprio lavoro aperto verso la clientela e le sue esigenze. Il bianco regna sovrano in questa realizzazione, ma mai si traduce in una scelta asettica o anonima: tutte le postazioni, quelle operative allestite con il sistema Ten Up, quelle direzionali realizzate con Glamour, le sale riunione anch’esse attrezzate con Ten Up e le armadiature Standard, tutti prodotti a marchio Sinetica, sono rigorosamente bianche e illuminate dall’avvolgente luce delle lampade. Un edificio questo che non passa inosservato, singolare per il contesto circostante, che di sera, illuminato, lascia intravedere gli interni e trasuda i concetti che stanno alla base della progettazione

Cleaning and transparency, these are the elements that characterize the new Tecnoclean headquarters. These are values that represent the company and that clearly arise through the new workplace. Dado Concept, who has designed this project, has only chosen leading companies: Sinetica for the furniture and walls, Artemide lighting, Segis for the seats, the vertical green Blumohito. A rigorous and practical design resulting in harmonic spaces and volumes; consistent with the 800 square meters surface on three floors. A design so comfortable, right from the reception desk, so that the Luna desk was chosen as the only visual filter between the office behind, enclosed by walls, and the perfectly transparent entrance. All the rooms are built around the central large staircase in steel and glass, light, transparent and emphasized on the ground floor by the wide vertical green wall in background, as well as by the brown floors allegorically representing the earth, also chosen for their symbolic meaning in support of an eco-friendly philosophy. The whole space is divided only by transparent walls that reveal the offices to the visitors and ensure the relationships between the employees, emphasizing how Tecnoclean's work is open to customers and their needs. The white color reigns supreme in this realization, but never translates into an aseptic or anonymous choice: all stations, both the operational ones, set up with the Ten Up system, and the managerial ones, made with Glamour, and the meeting rooms, also equipped with Ten UP and Standard wardrobes, all Sinetica products, are strictly white and lit up by the warm lamplight. A building that cannot be missed, unique for the surrounding context, and which is lit up in the evening, giving a glimpse of the interior and exuding the concepts underlying the design.

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Case History

PIANTA PIANO TERRA - GROUND FLOOR

PIANTA PIANO PRIMO - FIRST FLOOR

PIANTA PIANO SECONDO - SECOND FLOOR

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Case History

Dado Concept

Michela Dolciotti, architetto e Marco Dazzan, product manager, dal 2002 collaborano e nel 2004 fondano Dado Concept. Nel loro studio si occupano di progettare e arredare spazi commerciali e uffici fornendo soluzioni complete e personalizzate sia sotto il profilo estetico che prestazionale. Michela Dolciotti segue la parte creativa. Marco Dazzan quella commerciale. Dal 2010 Marco Dazzan è agente di Sinetica. Michela Dolciotti and Marco Dazzan, one the architect, the other the product manager, have been collaborating since 2002, and founded Dado Concept in 2004. Working from their studio, they design and furnish commercial areas and offices, providing solutions that are complete and customised from the point of view of attractiveness as well as performance. Michela Dolciotti attends to the creative side. Marco Dazzan, the commercial. From 2010, Marco Dazzan has been the agent for Sinetica.

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Book Fotografia Contemporanea da Medio Oriente e Africa Breaking News

Anno/ Year of release: 2010 Pagine/ Number of pages: 208 ISBN: 978-88-572-0840-4 I Formato/ Format: 24x28 Euro/ Price in Euros: 40,00

a cura di Filippo Maggia con Claudia Fini, Francesca Lazzarini Terzo volume della collana dedicata alla collezione internazionale della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Breaking News raccoglie oltre 120 opere – tra fotografie, video e installazioni – provenienti da Africa e Medio Oriente. Queste le due nuove aree geografiche esplorate da Fondazione Fotografia dopo Estremo Oriente, con il volume Asian Dub Photography, ed Europa dell’Est, con Storia Memoria Identità. Come le edizioni straordinarie, trasmesse per lanciare le notizie dell’ultima ora, le ricerche dei ventuno artisti

Archeologia, arte orientale e primitiva

Anno/ Year of release: 2010 Pagine/ Number of pages: 240 ISBN: 88-8491-657-7 Formato/ Format: 24x30,8 Euro/ Price in Euros: 70,00

John Gillow Tessuti africani Colore e creatività attraverso un continente Le impressionanti combinazioni di colori e le ardite fantasie che caratterizzano i tessuti africani hanno sempre colpito l’occhio dei tanti turisti che hanno visitato il continente nel corso degli anni. Questo libro rappresenta la prima indagine completa che, accompagnata da oltre 570 spettacolari fotografie a colori, descrive le stoffe della tradizione artigianale

Architettura contemporanea in Sud Africa

Anno/ Year of release: 2010 Pagine/ Number of pages: 176 ISBN: 978861161238 Formato/ Format: 27x24 Euro/ Price in Euros: 29,00

A cura di Ines Tolic Editore: Motta Architettura Nel corso degli anni si è assistito all’emergere di un linguaggio di tipo evocativo, con il quale si è cercato di fare coesistere molte e diverse realtà culturali nell’ambito di un unico spazio di rappresentazione. L’architettura del Sud Africa offre oggi un’immagine di sé sfaccettata e complessa, riflesso del processo di transizione iniziato con l’ascesa al potere di Nelson Mandela e con l’istituzione di una delle

presenti nel volume richiamano l’attenzione del pubblico su questioni urgenti e quanto mai attuali, come lo sfruttamento del Delta del Niger o la realtà dell’Iran contemporaneo, il conflitto arabo-israeliano o i nuovi disequilibri della società sudafricana. Le opere di Breaking News guardano al presente, senza però trascurare il passato che emerge sia attraverso riflessioni interne alle tradizioni culturali e artistiche dei diversi paesi, sia grazie a immagini che costituiscono vere e proprie testimonianze storiche. I consueti strumenti di approfondimento inclusi nel catalogo – i testi introduttivi alle opere e le biografie degli artisti – contribuiscono a esplorare questa parte di mondo, sottolineando la molteplicità di questioni critiche che la attraversano, tra le quali non ultimo il complesso rapporto con l’Occidente.

Contemporary photography from the Middle East and Africa Breaking News Breaking News

dell’intero continente africano. Illustrando, area dopo area, i manufatti delle regioni occidentali, settentrionali, orientali, centrali e meridionali dell’Africa, Tessuti africani si sofferma sull’ampia gamma di tecniche utilizzate – fra cui la tessitura a strisce e i ricami a rilievo ottenuti con la rafia (in pratica metodi unici nel continente), il tie and dye, la riserva a cucito, le applicazioni, le guarnizioni di perline, conchiglie e piume –, sui diversi tipi di telai in uso, sui filati e sulle tinture che contribuiscono alla realizzazione dei fastosi tessuti.

Archaeology, eastern and primitive art

più giovani e sorprendenti democrazie del nostro tempo. Il volume suggerisce, inoltre, l’occasione per riflettere anche su un intero continente spesso poco considerato dal punto di vista architettonico.

a single representative space. Nowadays, South African architecture offers a multi-faceted and complex image of itself, a reflection of the transitional process that began with Nelson Mandela’s return to power and with the establishment of one of the youngest and most surprising democracies of our times. The book furthermore provides the occasion for reflecting on an entire continent, very rarely considered under the architectural point of view.

Contemporary architecture in South Africa A cura di Ines Tolic Editore: Motta Architettura Through the years we have experienced the emergence of an evocative type of language, with which we have attempted to make many and diverse cultural realities co-exist within

By Filippo Maggia with Claudia Fini and Francesca Lazzarini The third volume in the series dedicated to the Cassa di Risparmio di Modena Foundation’s international collection, Breaking News puts together over 120 works – divided among photographs, videos and installations – coming from Africa and the Middle East. These are the two new geographical areas explored by the Photography Foundation. As in the case of extraordinary editions, posted to launch lastminute news, the research carried out by the twenty one artists featured in the publication directs the public’s attention

John Gillow African fabrics Colour and creativity across a continent The impressive colour combinations and the bold imagination that characterise African fabrics have always caught the eye of the scores of tourists visiting the continent over the years. This book represents the first, exhaustive research which, accompanied by over 570 spectacular colour photographs, describes the whole African continent’s traditional

towards issues that are urgent as well as being topical, such as the exploitation of the Niger River Delta, the reality of contemporary Iran, the Arab-Israeli conflict or the new unbalances of South African society. The works presented by Breaking News look to the present, without however neglecting the past, which emerges from both the internal reflections on the cultural and artistic traditions of the different countries, and from the images that constitute veritable historical testimonies.

handcrafted fabrics. By illustrating, area by area, the handmade textiles of the western, northern, eastern, central and southern regions of Africa, “African Fabrics” delves into the wide range of techniques adopted (among which strip weaving and relief embroidery obtained with raffia - practically speaking, methods unique and peculiar to the continent -, “tie and dye”, appliqués, bead trimmings, shells and feathers) on the different types of looms used, on the yarns and the dyes that contribute in creating sumptuous fabrics.

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Wellness

Il manager va a lezione di rugby The manager takes rugby lesson di Fabrizio Todeschini

Un giocatore di rugby che si prepara alla partita seduto sulla panchina dello spogliatoio, e un top manager (appesi nell’armadietto giacca e cravatta e spento il telefonino) in pantaloncini e t-shirt dopo mesi di lavoro da “12 ore al giorno” che gli sta seduto accanto. Difficile pensare che possano avere qualcosa in comune. Eppure, fisico a parte, si “assomigliano”: hanno ruoli simili, entrambi fanno parte di una squadra che devono far funzionare per il raggiungimento di un obiettivo finale: vincere la partita. Il rugby, lo sport di squadra per eccellenza, sta entrando nella cultura di molte aziende come una innovativa metodologia di outdoor training per costruire e consolidare i team di lavoro. A proporla, alcune società di consulenza, che organizzano programmi di “team building”, vere e proprie full immersion nel mondo del rugby, con applicazioni dei concetti base sul campo da gioco, alternate a sessioni di studio in aula. E così, top manager, dirigenti e impiegati, addetti alle vendite, uomini e donne, senza alcuna distinzione mansione, gerarchia, ruolo si trovano a “giocare insieme” in una vera e propria partita di rugby. Ma perché proprio il rugby? “Perché – ci 52 WHITE CIRCUS

ato da gioracconta Claudio Armeni, un passato catore professionista che con un gruppo di a aziendale manager affermati nella consulenza nt di A&M ha dato vita a Rugby&Management a perfetta Network Out-Door training – è una dale: il ragmetafora dell’organizzazione aziendale: giungimento dell’obiettivo, la meta, avviene attraverso il superamento della concorrenza, il placcaggio, con l’analisi del mercato e quindi della disposizione in campo degli avversari e la conseguente migliore scelta strategica tra i diversi schemi di gioco”. La capacità di scegliere la tattica in funzione dello schieramento avversario con velocità di reazione e esecuzione significa nel proprio lavoro in azienda, imparare a cogliere i mutamenti del mercato e rispondere tempestivamente con soluzioni efficaci. Da non sottovalutare poi è la fiducia verso (e fra) tutti i componenti della squadra. “Un momento chiave del gioco è quello in cui dalla mischia si passa la palla indietro - continua Armeni - senza alcuna possibilità di vedere se c’è qualcuno a riceverla. E che ci sia un compagno pronto è una certezza. È tutta una questione di fiducia nell’altro e nel gruppo”. L’altra ragione, così insegnano in alcune


Wellness Cosa leggere

Definito”sport Re” dagli addetti ai lavori, il rugby non solo è un gioco appassionante; è anche portatore di un insieme di principi e strumenti che possono essere applicati a qualsiasi realtà organizzativa complessa, in particolare al mondo aziendale. Nel volume Rugby: dal campo all’azienda. Oltre il semplice fare squadra (edito da Guerini) gli autori Cavaliere, Mulazzi e Paterni, supportati dalle testimonianze di sportivi della palla ovale, accompagnano il lettore alla scoperta dei valori che orientano il gioco del rugby e degli strumenti che può offrire alla teoria del management: evoluzione, adattamento situazionale, etica, identità, obiettivi condivisi, leadership. Altre utili letture: Andare avanti guardando indietro di Marco e Mirco Bergamasco, Ponte delle Grazie Editore; L’arte del rugby di Spiro Zavos edito da Einaudi. What to read

società di rugby (a Roma, Mantova) che in questi mesi hanno organizzato corsi di team building “sul campo d’erba” dedicati ai manager aziendali, è che il rugby è anche una filosofia di vita. Si basa sul rispetto dei compagni di squadra e degli avversari e sull’onore, le regole vengono seguite e mai contestate dai giocatori. L’allenatore, al pari del manager di un’azienda, prepara i suoi uomini a gestire il conflitto e a ricavarne opportunità di successo, nel rispetto di regole condivise fondate sulla responsabilità e sul sostegno dei compagni di squadra. Non esistono i singoli fuoriclasse, si gioca tutti per un obiettivo comune, senza egoismi e protagonismi. Ed è uno sport che unisce: alla fine dell’incontro c’è infatti “il terzo tempo” in cui le due squadre diventano una sola e scompare l’antagonismo, anche fra i tifosi, e si va insieme a divertirsi . Il parallelismo tra il rugby e la realtà aziendale può essere così riassunta: questo sport guarda ai momenti di crisi come a preziose occasioni di crescita; una lezione strategica in un contesto come quello attuale, in cui la capacità di adattarsi a scenari in continua evoluzione assume un’importanza determinante per la sopravvivenza dell’organizzazione.

A rugby player who is preparing the game sitting on the bench in the dressing room, and a top manager (his jacket and tie are hanging in the locker and is mobile is off) in shorts and t-shirt after months of "12 hours a day" work sitting next to him. Hard to think that they can have something in common. Yet, apart from the physical aspect, they are "similar": they have similar roles, both are part of a team that must work to achieve a final goal: win the game. Rugby, team sport par excellence, is entering the culture of many companies as an innovative method of outdoor training to build and strengthen the work team. To propose it, some consulting firms that organize "team building"programs, real full immersion into the world of rugby, with applications of the basic concepts on the playing field, alternating study sessions in the classroom. Thus, top managers, executives and employees, sales people, men and women, without distinction of task, hierarchy, role, are to "play together" in a real rugby game. But why rugby? "Because - Claudio Armeni tells us, a former professional player who, with a group of established managers in business consulting, has created & Rugby

Defined as "the King of Sports" by insiders, rugby is not only an exciting game, it also carries a set of principles and tools that can be applied to any complex organizational reality, particularly in the corporate world. In the volume Rugby: from the field to the company. Besides teaming up (published by Guerini), the authors Cavaliere, Mulazzi and Paterni, supported by the testimonies of the oval ball players, take the reader to discover the values that guide the game of rugby, as well as of tools that the theory of management can offer: evolution, situational adaptation, ethics, identity, shared goals, leadership. Other useful reading: Moving forward looking back by Marco and Mirco Bergamasco, Published by Ponte delle Grazie, The Art of rugby by Spiro Zavos published by Einaudi.

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Wellness Management A&M Network Out-Door Training - it's a perfect metaphor of the organization: the goal is achieved overcoming the competitors, tackling them with the analysis of the market and thus the layout of the opponents on the field and the consequent better strategic choice between the different patterns of play". The ability to choose the tactics depending on the opponents' layout with fast reaction time and performance in their company work, the ability to learn to understand market changes and respond quickly to them with effective solutions. Not to be underestimated is the confidence towards (and among) all team members. "A key moment of the game is when you pass the ball back - Armeni continues - with no chance to see if there is someone to receive it. And a teammate is certainly ready. It's all a matter of trust in others and in the group". The other reason, as some rugby societies (in Rome, Mantua) that in recent months have organized team building classes "on the grass" dedicated to corporate managers have taught us, is that rugby is also a philosophy of life. It is based on respect for teammates and opponents, and honor; the rules are followed and never challenged by the players. The coach, like a business manager, prepares his men to handle the conflict and obtain opportunities for success, in compliance with rules based on shared responsibility and support of teammates. There are no individual champions, everyone plays for a common goal, without selfishness and grandstanding. And it is a sport that unites: at the end of the game there is, in fact, "a third half" when the two teams become one and antagonism disappears, even among fans, and everybody has fun together. The parallels between rugby and business can be summarized as follows: this sport sees the moments of crisis as valuable opportunities for growth; a strategic lesson in a context like the present, where the ability to adapt to changing scenarios is vital for the survival of the organization.

In campo e in azienda Queste le regole del gioco di squadra.

Non ci sono leader: tutti partecipano allo stesso modo al raggiungimento dell’obiettivo finale.

Sostegno: nelle dinamiche di gestione dei team di lavoro (come nel rugby) ognuno ha le proprie mansioni, ma sa di lavorare in un gruppo.

Fiducia: fondamentale abbondonarsi con fiducia ai compagni di squadra (e del team di lavoro) sapendo che ci sarà qualcuno pronto a dare sostegno alla nostra iniziativa.

Rispetto: in azienda (come in campo) si “gioca” insieme una stessa partita, non uno contro l’altro.

On the field and inside the company These are the rules of teamwork.

There are no leaders: everybody participates in the same way to achieve the final goal.

Support: within the dynamics of team management (like in rugby) everybody has their own tasks, but knows they're part of a work group.

Trust: the key is let oneself go with confidence to the teammates (and work team) knowing that someone is there to support our initiative.

Respect: in the company (and on the field) everybody is "playing" the same game, not against everyone else.

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Wellness

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Sport

Romano Fenati campione europeo Niccolo Antonelli campione italiano Romano Fenati European champion and Niccolò Antonelli Italian champion. by Fabrizio Todeschini

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Sport

Grande soddisfazione per Sinetica che sostiene i due giovani talenti del Gabrielli Racing Team, scuderia veneta che rappresenta il Team Italia nel Campionato Italiano (CIV), Spagnolo (CEV), Mondiale (Wild-Card) e nella Finale Europea di Motociclismo categoria 125 cc. Il 23 ottobre scorso, giorno funestato dalla tragica scomparsa di Marco Simoncelli durante la gara di Motogp a Sepang, sul circuito del Mugello i due giovanissimi compagni di squadra Romano Fenati e Niccolò Antonelli, che gareggiano con le Aprilia RSW, si sono dati battaglia per la conquista del titolo italiano …con il 58 nel cuore. L’ha spuntata Niccolò al fotofinish, tagliando il traguardo con solo 3 millesimi di vantaggio sul compagno, fresco campione europeo, portandosi così a casa vittoria e titolo. Solo 2 settimane prima, il 9 ottobre sul circuito di Albacete in Spagna, era stato proprio Romano Fenati a trionfare nel Campionato Europeo 125 GP. Fenati è stato autore di una prova superlativa sul tracciato iberico, battendo il leader del Campionato Spagnolo e idolo di casa Alex Rins e proprio il suo compagno di squadra Niccolò Antonelli, giunto terzo. Scattato dalla pole position, Fenati nel corso del quinto delle 18 tornate previste ha passato Rins per il comando delle operazioni, involandosi verso una vittoria senza discussione come dimostrano i 2" effettivi di margine all’esposizione della bandiera a scacchi. Sinetica è estremamente fiera dei due giovanissimi campioni e augura loro un futuro ricco di tantissime altre vittorie e grandi soddisfazioni!

Great satisfaction for Sinetica that supports the two young talents of the Gabrielli Racing Team, the Venetian stable that represents the Italian Team in the Italian (CIV), Spanish (CEV) and World (Wild-Card) Championships and in the 125 cc category European Motorcycle Finals. Last 23rd October, that terrible, tragic day that marks the death of Marco Simoncelli during the Motogp race at Sepang, the two young team mates, Romano Fenati and Niccolò Antonelli, racing with Aprilia RSW, fought it out on the Mugello racetrack for the Italian title …with 58 in their hearts. Niccolò’s won with a photo finish, racing across the finish line just 3 thousandth of a second in front of Romano, the neo European champion, taking home both victory and title.

Only 2 weeks earlier, on 9th October on the Spanish Albacete racetrack, it was Romano Fenati who triumphed in the 125 GP European Championship. Fenati’s race was sublime around the Spanish track, beating the leader of the Spanish Championship and local idle, Alex Rins, and his team mate Niccolò Antonelli who came in third. Racing off from pole position, during the fifth of the 18 laps Fenati overtook Rins to take the lead, literally flying to victory with absolutely no doubt in mind with his 2 lead, proved with the raising of the checkered flag. Sinetica is extremely proud of these two very young champions and wishes them a future brimming with many other victories and great satisfaction!

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Travel

La piramide perfetta The perfect pyramid

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Text and Photos Bruno Lardera


Travel

È quella di Snefru, la più antica del mondo

el desertico sito di Dahshur, a una trentina di chilometri da Il Cairo, si erge la Piramide Rossa, ovvero la “piramide perfetta” fatta costruire dal faraone Snefru, padre di Cheope, che regnò per circa 21 anni, dal 2630 al 2609 a. C.. Durante questo periodo Snefru perfezionò quello che il suo predecessore Djoser (2680-2660) e il suo grande architetto Imhotep (anche sacerdote, medico e inventore del calendario) avevano iniziato utilizzando per la prima volta blocchi di pietra, anziché mattoni di fango in uso fino a quel momento, nella realizzazione della piramide di Sakkara. A questo faraone “instancabile” e intraprendente - organizzò anche una discreta flotta navale per importare legno di Cedro dalla Fenicia di cui l’Egitto era sprovvisto – si deve la costruzione di due capolavori dell’Antico Regno: la Piramide Romboidale e la Piramide Rossa.

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Snefru, per la necropoli di Dahshur, fece costruire una prima piramide - detta Piramide Romboidale, la prima versione di questo tipo di edificio - riconoscibilissima da lontano per il suo insolito aspetto: la parte superiore è di diversa inclinazione rispetto a quell’inferiore. Sembra che l’architetto Imhotep sbagliò i calcoli ed ebbe timore che, con un’inclinazione di oltre 54 gradi, la piramide sarebbe crollata sotto il troppo peso; diminuì quindi l’inclinazione a poco più di 43 gradi. Il faraone però non fu molto soddisfatto del risultato e decise di farne realizzare un’altra che venne poi considerata “perfetta”: la Piramide Rossa, dai successori presa come esempio da copiare e da superare in bellezza e maestosità. Il sito di Dahshur è bellissimo e particolarmente tranquillo. Zona militare inaccessibile fino al 1996, è esente dal mercato del turismo e si può così godere in pace lo spettacolo dei monumenti scendendo soli e soletti nelle tombe dei faraoni. Basta una giornata per visitare il luogo anche individualmente, partendo dall’Il Cairo con un’auto a noleggio o in taxi. La Piramide Rossa, cosi chiamata per il graffito usato sul rivestimento esterno, è la piramide vera e propria più antica del mondo ed è di soli 10 metri più bassa della Grande Piramide di Giza L’ingresso è collocato in cima ad una scalinata di 125 gradini, a circa 28 metri di altezza. Un cunicolo lungo 65 metri bene illuminato con puntapiedi e corrimano, vi farà raggiungere le tre camere, due delle quali hanno magnifici soffitti a cassettoni che raggiungono i 15 metri di altezza e sono ben conservati. La terza stanza, invece, è più difficile da raggiungere e non è ben conservata come le altre, probabilmente per la sua difficile ubicazione. Del faraone però non vi è traccia: il luogo del suo eterno riposo non è stato ancora scoperto. Che Faraone gente, che Faraone!

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Travel

This is that built by Snefru, the most ancient in the world

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Travel

The Red Pyramid, or rather “perfect pyramid” rises in the desert site of Dahshur thirty kilometers from Cairo, built by the Snefru, father of Cheope, who ruled for approximately 21 years from 2630 to 2609 a. C.. During this period Snefru perfectioned that which his predecessor Djoser (2680-2660) and his great architect Imhotep (also a priest, medic and inventor of the calendar) had started, using the first blocks of stone instead of bricks of mud used up to that time to create the pyramid of Sakkara. This “untirable" and enterprising pharaoh - who also organised a small naval fleet to import cedar wood which Egypt did not have from the Phoenicians - is also responsible for the two masterpieces of the ancient realm: the Romboidal pyramid and the Red pyramid. For the necropolis of Dahshur Snefru had a first pyramid built - the so called Romboidal pyramid, the first version of this type of building - recognisable from afar due to its unusual aspect : the upper part has a different inclination compared to the lower part. It seems that the architect Imhotep made a mistake in the calculations and, fearing that with an inclination of over 54 degress, the pyramid would collapse under the weight, decreased the inclination to less than 43 degrees. The pharoah was not very satisfied with the result and decided to have another, later considered perfect, pyramid built: the Red pyramid, taken by successors as an example to copy and exceed in both beauty and majesty. The site of Dahshur is beautiful and particularly peaceful. A military zone which was inaccessible until 1996, it is without a tourism market and you can enjoy the peace of the spectacle of the monuments in peace descending into the tomb of the pharoahs on your own. A day is enough to visit the locations even individually, starting from Cairo in a car or hiring a taxi. The Red Pyramid, so called because of the graffito used for the external coating, is the oldest pyramid in the world and is only 10 metres smaller than the Great pyramid of Giza. The entrance is located at the top with a staircase of 125 steps and approximately 28 metres in height. A 65 metre long tunnel well lit and with handrails enables you to reach three rooms, two of which have magnificent panelled ceilings which reach 15 metres in height and are well preserved. The third room is the most difficult to reach and is not as well preserved as the others possibly due to its difficult location. There is, however, no trace of the pharoah: the location of his eternal rest has still not been discovered. What a pharoah, what a pharoah! WHITE CIRCUS 61


Ethics

L’Africa “cammina” con i piedi delle donne, ma anche con la loro testa e il loro cuore Sarà consegnato, il 10 dicembre, il Nobel per la pace 2011 alle liberiane Ellen Johson Sirleaf e Leymah Gbowee e alla yemenita Tawakkul Karman Text and photos by Romina Gobbo

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Nel continente nero è cominciata la rivoluzione rosa. E non è solo una questione di abito, anche se non c’è dubbio che il mondo delle donne africane sia un mondo a colori. La vera rivoluzione comincia dal nord – dalla Svezia – e raggiunge il sud – l’Africa. Ed è così che sabato 10 dicembre, nella Giornata mondiale dei diritti umani, con la motivazione “per la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per il loro diritto a partecipare alla costruzione della pace”, riceveranno il Nobel per la pace 2011, la presidente della Liberia, nonché prima donna eletta presidente in Africa, Ellen Johnson Sirleaf, arrivata al potere dopo 14 anni di guerra civile, e che per questo dice: «Nel mio Paese mi considerano la madre della nazione», e la sua compatriota, la militante pacifista Leymah Gbowee (con loro a ricevere il Nobel, anche Tawakkul Karman, attivista yemenita), che non ha dubbi: «Il futuro dell’Africa è nelle mani delle donne». Un futuro a cui ha contribuito la campagna Noppaw (Nobel Peace Prize for African Women), ideata dalle associazioni Cipsi e Chiama l’Africa, proprio con l’intento che il prestigioso riconoscimento fosse assegnato alla fatica delle donne africane. «Grazie al Nobel, il mondo “riscopre” la Liberia», ha detto la Sirleaf. «La condizione delle donne, le loro esigenze e priorità non potranno più essere ignorate da nessuno», le ha fatto eco Leymah Gbowee. Pelle color cioccolato e labbra carnose. Bimbi sulle spalle, un cesto sulla testa, che ne enfatizza il portamento regale. Piedi scalzi che percorrono ogni giorno 10, 15 chilometri per andare al pozzo a prendere l’acqua. Mani callose che hanno conosciuto il lavoro fin da piccole. Ma anche corpi sinuosi che danzano al ritmo del djembé. Tutto questo è la donna africana, spina dorsale di un continente di oltre un miliardo di persone, impegnata in tutti i settori: dalla cura della casa e dell’infanzia all’economia (le donne in Africa rappresentano il 70 per cento della forza agricola,

producono l’80 per cento delle derrate alimentari e ne gestiscono la vendita per il 90 per cento; ma, ironia della sorte, l’80 per cento di loro vive sotto la soglia di povertà), dalla politica all’arte, dalla cultura all’impegno ambientale. Senza l’oggi delle donne non ci sarebbe un domani per l’Africa. Eppure, le donne rimangono spesso ai margini della società a causa del loro insufficiente accesso a due risorse chiave, l’educazione e la salute. Il tasso di scolarizzazione delle bambine alle elementari resta estremamente basso (67%). E i progressi in termini di mortalità materna sono ostacolati dal fatto che poco più della metà dei parti beneficiano dell’assistenza di personale qualificato. Perché in generale i governi africani destinano poche risorse economiche alla sanità, ma anche, più banalmente, perché le distanze sono enormi: in Sud Sudan, per esempio, solo il 30-40 per cento della popolazione vive a un solo giorno di cammino da una struttura sanitaria. Così succede che, ogni anno, nell’Africa subsahariana, 265mila donne muoiano dando alla luce un figlio, e un milione e 200mila bambini non arrivino al primo mese di vita. A questo si aggiungano i ritmi di lavoro durissimi (in media, 17 ore al giorno), le precarie condizioni igienico-sanitarie, le carenze nutrizionali. Aiutare una donna significa aiutare l’intera comunità. «Ecco perché il Nobel non rappresenta un punto d’arrivo, bensì un punto di partenza - spiegano gli ideatori della campagna Noppaw (www.noppaw. org) -. Le donne africane chiedono di continuare a costruire relazioni, a raccontare le loro storie, a far conoscere il loro protagonismo quotidiano e umile». Donne di qualsiasi etnia, cultura, religione e generazione. Ellen è una settantenne, Leymah quasi una quarantenne e poi c’è Tawakkul, la ragazza che, al grido di «Guardate all’Egitto, vinceremo», ha guidato la rivolta in Yemen. Perché non solo le donne africane sono a un punto cruciale, ma anche le donne arabe. Ma questa è un’altra storia.


Ethics

Africa "walks" on women's feet, but also with their head and their hearts On December 10th, the Nobel Peace Prize 2011 be delivered to Liberians Ellen Johson Sirleaf and Leymah Gbowee and to Yemeni Tawakkul Karman

In the Dark Continent the Pink Revolution has begun. It is not just a matter of clothes, even if there is no doubt that the world of African women is a colorful world. The real revolution starts from the north from Sweden - and reaches the South - Africa. And so Saturday, December 10, on the Human Rights World Day, "for their non-violent struggle for the safety of women and for women’s rights to full participation in peace-building work", the Nobel Peace Prize 2011 will be given to the president of Liberia and first woman to be elected president in Africa, Ellen Johnson Sirleaf, come to power after 14 years of civil war, and for this reason she says: "In my country I am considered the mother of the nation", and her country fellow, the militant pacifist Leymah Gbowee (to receive the Nobel Prize with them, also Tawakkul Karman, Yemeni activist), who has no doubts: "The future of Africa lies in the hands of women". A future helped by the campaign Noppaw (Nobel Peace Prize for African Women), designed by the associations Cipsi and Chiama l'Africa precisely with the intent that the prestigious prize awarded the hard work of African women. "Thanks to the Nobel prize, the world "rediscovers" Liberia," Sirleaf said. "The status of women, their needs and priorities can no longer be ignored by anyone," she was echoed by Leymah Gbowee. Chocolate brown skin and full lips. Children on their shoulders, a basket on her head, which emphasizes their regal bearing. Walking barefoot for 10, 15 miles every day to go to the well to fetch water. Calloused hands who have known work from an early age. But also sinuous bodies dancing to the rhythm of the djembÊ. All of this is the African woman, the backbone of a continent of over one billion people, engaged in all areas: from house and child care to economy (in Africa, women account for 70 percent of the agricultural

workforce, producing 80 percent of food and managing its sale for 90 percent, but, ironically, 80 percent of them live below the poverty line), from politics to art, from culture to environmental commitment. Without the women there would not be a tomorrow for Africa. Yet, women often remain on the margins of society because of their inadequate access to two key resources, education and health. The schooling rate of girls in primary school is extremely low (67%). And progress in terms of maternal mortality are hampered by the fact that slightly more than half of them shares benefit from the assistance of qualified personnel. Because in general, African governments devote few resources to health, but also, more simply, because the distances are enormous: in South Sudan, for example, only 30-40 percent of the population lives a single day's walk from a health facility. So, every year, in sub-Saharan Africa 265,000 women die giving birth to a child, and a million and 200 thousand children do not survive after the first month of life. Add to this the very hard work pace (on average 17 hours per day), poor health conditions, nutritional deficiencies. Helping a woman is helping the whole community. "That's why the Nobel prize is not a point of arrival but a point of departure - explain the originators of the campaign Noppaw (www.noppaw.org) -. African women want to continue to build relationships, to tell their stories, to make known their daily and humble protagonism. " Women of any ethnicity, culture, religion and generation. Ellen is 70, Leymah almost 40, and then there's Tawakkul, the girl who led the revolution in Yemen shouting "Look at Egypt, we will win". Because not just African women are at a crucial point, but also Arab women. But that's another story. WHITE CIRCUS 63


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ISSUE # 03 ANNO 2

Magazine of Sinetica Industries - Novembre/November 2011

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