Che diotisalivi times n.4

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Meritocrazia portami via Riccardo Cangelosi

Attivitá realizzata con i contributi per le attività studentesche dell'Università di Pisa

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a meritocrazia è uno state of mind: di fronte a un premio più concorrenti si sfidano tra loro affinchè uno, il migliore, vinca la sfida e dunque il premio. In Italia però, come risposta esasperata ad una società basata sul clientelismo e nepotismo, si suole dare al termine “meritocrazia” funzioni estremizzate, finendo per supporre che ogni strumento meritocratico sia il più giusto a prescindere. ualche anno fa, proprio a Pisa, si scatenò un futile dibattito sull’argomento. Il tutto riguardava la riduzione delle tasse “per merito”; difatti con una media del 30L, il massimo premio a cui si può aspirare è la riduzione di circa 1/10 sul massimo del contributo richiesto dall’UniPi. oco? Tanto? Credo che una tale agevolazione sia forzatamente collegata al concetto di meritocrazia: essa è la “scelta del migliore”, ed implica che debbano esistere più concorrenti partecipi di una determinata “sfida”. a nelle aule della nostra università, qual è la sfida a cui tutti siamo soggetti? Chi sono gli altri concorrenti? Qual è il premio? a sfida è la solita, laurearsi col massimo dei voti nel più breve tempo possibile. I concorrenti? Non sono di certo i nostri colleghi, spesso e volentieri compagni nelle disavventure universitarie, nè i docenti, che questa sfida l’hanno superata tempo addietro. Il concorrente è solo uno, ed è lo studente stesso, in continuo conflitto con la propria forza di volontà per raggiungere l’obiettivo e vincere la sfida. E il premio? E’ il superamento stesso della sfida, un alto voto di laurea ed una rapida uscita dal mondo universitario assicurano certamente un futuro più roseo di quanto non sarebbe altrimenti. a riduzione delle tasse per merito non può dunque che essere una forzatura concettuale; per coloro che desiderano una dimostrazione pubblica c’è sempre la menzione di merito al Palazzo dei Congressi (con tanto di medaglia), si accontentino.

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Restyling ad Ingegneria pag. 2

I dolori del giovane consigliere di Scuola pag. 3

Mobilità personale e sostenibilità pag. 4

Pisa vs Movida pag. 4

Diritto allo studio in pericolo? pag. 5

Musica e Ingegneria pag. 6

U-PHOS

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Restyling ad Ingegneria Daniele Catanzaro

Da circa metà della sessione estiva, molti si saranno chiesti cosa stesse accadendo al polo C. Rumori di trapano e di scarichi di detriti hanno smorzato la “quiete” dell’area di ingegneria. Molti i curiosi che, passando dalla stradina tra il polo A e il polo C, hanno fatto ipotesi sul perché di questi lavori. La risposta a tutto questo è che, finalmente, dopo anni, il CdA (ovvero il Consiglio d’Amministrazione) ha deciso di stanziare buona parte dei fondi d’Ateneo per ristrutturare alcuni dei poli dell’area di ingegneria inserendo questi ultimi nel Piano Edilizio d’Ateneo con delibera ufficiale del 7 Aprile 2016. I lavori interesseranno i primi 3 poli di ingegneria: lo storico polo A, l’ormai fatiscente polo B, e l’infelice polo C. [continua a pag. 2]


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Restyling ad Ingegneria Tra lavori approvati, sovrintendenze e imprese senza operai. Daniele Catanzaro [continua da pag. 1]

IL POLO A

I lavori per il Triennio saranno caratterizzati da interventi medio-piccoli che permetteranno un adeguamento funzionale e antincendio dei locali alle norme di sicurezza vigenti. Come confermato dall’ex-prorettore all’edilizia, il prof. Sandro Paci, i lavori verranno approvati ma non senza lungaggini burocratiche. Inoltre, la gara d’appalto è partita e nel complesso i lavori per mettere a norma il polo cominceranno nei prossimi anni. el progetto, a cura di un’equipe di 3 ingegneri e di un architetto, nulla balza all’occhio tranne che per gli interventi che interessano l’aula A21 e la famosa aula Poggi. er motivi di sicurezza antincendio l’aula A21 verrà rimpicciolita notevolmente per creare un corridoio che permetta l’uscita di emergenza dalla sede di architettura e urbanistica. Sicuramente si vedranno diminuiti i posti a sedere dell’aula più capiente del polo A ma nonostante le nostre perplessità l’ex-prorettore all’edilizia ha sottolineato la necessità di quel corridoio che, purtroppo, deve essere per forza edificato. er quanto riguarda l’aula Poggi, i lavori coinvolgeranno un soppalco “fuori legge” che dovrà essere smontato e privato della sua funzione. Una serie di imprevisti, dovuti a delle cabine per internet posizionate sul soppalco, hanno però rallentato i lavori di rimozione. Si spera che i lavori verranno completati al più presto, cercheremo di convincere il direttore del DESTEC a far usufruire lo spazio come aula studio per gli studenti di tutta ingegneria. urante un’incontro, il prof. Paci ha inoltre comunicato che altri lavori secondari interesseranno il Triennio. si tratta di due interventi. Il primo riguarda l’unione delle aule A24 e A25 partito a Settembre e già concluso. Il risultato è un’aula da disegno più grande con nuovi banchi e torrette elettriche ad ogni postazione. l secondo riguarda invece l’aula magna. A luglio, imprevisti permettendo, sono stati avviati i lavori di messa in sicurezza delle porte di entrate e delle finestre. Si spera, inoltre, che questo sia un passo in avanti per fare ritornare le proclamazioni al polo A.

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IL POLO B

Il polo come tutti gli edifici di ingegneria dovrà essere messo a norma di legge. I lavori previsti riguarderanno: la costruzione di un ascensore, sul lato strada, che permetterà l’accesso al polo anche ai diversamente abili e la costruzione ex novo di una scala antincendio, anch’essa posizionata sul lato strada, e il completamento di quella presente sul retro, accanto al bar. el nuovo riassetto del Biennio, il vecchio centro stampa verrà ridimensionato ad un piccolo centro plotter. Lo spazio lasciato inutilizzato sarà invece adibito a nuova aula studio. L’aula, che conterà circa 40 posti a sedere, andrà a sopperire la carenza di spazi dove studiare, problema che affligge ingegneria da un pò di anni. Attualmente i condizionatori in fondo ad alcune aule non possono essere utilizzati perché fanno partire una pompa di calore troppo vicina al confine, a causa della quale l’università ha già subito un’ingiunzione a riguardo, per una denuncia dei vicini a causa dell’eccessiva rumorosità. I lavori prevedono anche l’ammodernamento dell’impianto di condizionamento dell’aria e il rifacimento degli arredi delle aule più grandi del polo: la B11 e la B21. noltre la sistemazione degli uffici del SiD, al primo piano del polo, ha dato la possibilità di dar vita ad un grande locale inutilizzato tra gli uffici stessi e l’aula SI1, che potrebbe essere riadattato ad ulteriore aula studio.

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L POLO C La sorte ha voluto che le

vicende del polo C siano quella più sfortunate e buffe allo stesso tempo. lavori previsti per il polo, che sono quelli meno onerosi di tutto il pacchetto, sarebbero dovuti partire già dal 1° giugno, al fine di portare la portineria al piano terra, sistemare gli arredi, adeguare il polo alle norme di sicurezza e aggiungere gli impianti audiovisivi. nico piccolo grande problema è che l’azienda che ha vinto l’appalto fino ad un mese fa non aveva dipendenti. Per sopperire a tale problema l’azienda avrebbe avuto bisogno di almeno 3 dipendenti per legge, o di subappaltare i lavori ad aziende terze. onostante tutte le problematiche legate alla gara d’appalto e quelle legate alla mancanza di dipendenti, i responsabili d’Ateneo sono riusciti, non senza grattacapi, a far partire i lavori

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che da circa 2 mesi interessano il polo C.

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ADIGLIONE PER STUDENTI Ad inizio anno da un progetto di alcuni studenti di Edile-Architettura, seguiti dal prof. Luca Lanini, è partito un progetto molto ambizioso per un intero padiglione per studenti da collocare nel giardino del polo A (lato via Bonanno). Il progetto finale prevede una struttura ecocompatibile in X-Lam, con bagni, portineria, saletta riunioni, sala esposizioni e ben 212 posti per gli studenti. l progetto, accettato dal CdA, rischia di rimanere impantanato a causa della sovrintendenza che non ha dato ancora la propria autorizzazione in quanto teme che possano venir tagliati gli alberi e che il suddetto padiglione non rispetti vincoli paesaggistici e storici dell’isolato. Tutte le preoccupazioni della sovrintendenza sono però infondate dato che il progetto del nuovo padiglione lascerà gli alberi e tutto ciò che lo circonda intatto. Si spera che la sovrintendenza dia al più presto la sua autorizzazione dando così la possibilità di dare inizio ai lavori.

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li interventi previsti dal nuovo Piano Edilizio sono una vera manna dal cielo per l’edilizia di ingegneria che ormai da anni è rimasta in completo stato di abbandono e degrado. Numerosi sono i punti a favore dei lavori ma le lungaggini burocratiche ritardano lavori sempre più necessari. icuramente passeranno anni da oggi fino a che i lavori non saranno ultimati e molti studenti, che frequentano i vari poli, non riusciranno a vedere ultimati i lavori prima della loro proclamazione. Nonostante ciò la speranza è l’ultima a morire e noi rappresentanti resteremo vigili affinché i lavori vengano portati a termine e in maniera ottimale. errebbe da dire: “Meglio tardi che mai!”

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I dolori del giovane consigliere di Scuola 3 Anni di Scuola e sentirli tutti: tra cambiamenti utili e inutili. Valerio Fighera

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ermi tutti! Ma cos’è ‘sta scuola? Perché se ne parla, male, ogni tre per due? Facciamo un piccolo ripasso: quale ne è stata la genesi, di cosa si è occupata e quale sarà il suo futuro.

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a Scuola di Ingegneria è un organo nato 3 anni fa, per sopperire al dissolversi della Facoltà di Ingegneria e far fronte alla nuova ripartizione dei corsi di Ingegneria nei 3 dipartimenti (DII, DICI e DESTEC). La sua esistenza, fortemente voluta anche da noi rappresentanti, ha lo scopo di preservare il substrato culturale comune e tracciare un percorso condiviso per tutti i corsi di Ingegneria ed evitarne le derive. In questi tre anni la Scuola ha cercato quindi di uniformare, a volte senza successo, le disparità e amministrare gli spazi ed i beni comuni.

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n funzione di ciò il primo capitolo, temporalmente parlando, del nostro racconto è quello riguardo il nuovo regolamento accessi. Un percorso per noi agrodolce. L’inizio è stato infatti molto acre poiché caratterizzato dal ritorno, purtroppo, al blocco totale degli esami per gli studenti gravati da Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA), non riuscendo a convincere un numero sufficiente di docenti della nostra idea di un test di ingresso meramente auto-valutativo e non bloccante. Dopo lo shock iniziale siamo però riusciti a garantire complessivamente un numero maggiore di prove: passando dalle 5 precedenti alle attuali 8, di cui 3 anticipate tra aprile e agosto. In più, per compensare l’innalzamento della soglia della sufficienza nei test di

recupero OFA (da 7 a 8 punti su 20 nelle parti di matematica e fisica) siamo riusciti ad ottenere un tempo raddoppiato (dai 30 ai 60 minuti) per la suddetta sezione. Successivamente però in Senato Accademico è stato purtroppo approvato, in maniera del tutto indipendente dalla Scuola, la “decadenza” per gli studenti iscritti al primo anno che non sono riusciti a conseguire almeno 6 CFU nel corso dell’anno accademico.

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cuola, capitolo secondo: appelli di esame per fuoricorso. La diatriba è nata a causa di una interpretazione errata (come confermato poi dal Senato Accademico) e da una consolidata “prassi” per la quale ad ingegneria non erano previsti degli appelli completi, cioè sia scritti che orali, per le categorie protette (fuoricorso, lavoratori, studentesse in maternità) nei mesi di novembre e/o aprile. Questa battaglia ha impegnato i rappresentanti per mesi in un consiglio che cambia la sua posizione come un fuscello d’erba scosso dal vento impetuoso. C’è stato anche il concreto rischio che una frangia di docenti mettesse in discussione non solo gli appelli “straordinari”, ma anche gli attuali 7 appelli d’esame ordinari. A causa di ciò un gran numero di studenti, allarmati da tale eventualità e di fronte al divieto da parte dei docenti di poter assistere alla riunione, si sono mobilitati insieme a noi per bloccare uno di questi fatidici consigli. Questo è stato il primo passo in avanti ma, anche a causa dei pochi spazi della nostra area, a novembre 2015 solo il 5% degli esami di ingegneria prevedeva una prova completa nell’appello straordina-

rio con la previsione di superare 10% nel Novembre di quest’anno. Non riteniamo che ciò sia ancora abbastanza e ci impegneremo per raggiungere una percentuale ben più ragionevole nel prossimo futuro.

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’ultimo capitolo, molto più “fresco” in ordine cronologico, è quello riguardante il tema “cerimonie di lauree triennali”. Dall’anno scorso infatti non c’è più possibilità per noi di coronare il nostro percorso universitario triennale nella nostra sede, con i nostri docenti e con i nostri colleghi, amici e parenti. Il tutto è stato allontanato temporalmente (solo due cerimonie annuali) e fisicamente (al Palazzo dei Congressi) in nome dell’eliminazione del degrado. Ma è stato davvero così? Ovviamente no. Il degrado non è stato combattuto, ma solamente spostato in un’altra sede (lontano dagli occhi, lontano dal cuore insomma) e al modico prezzo di 3000€ annui che ora gravano sulle casse della Scuola di Ingegneria per l’utilizzo del sopracitato Palazzo dei Congressi.

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ra tocca a noi trarre un primo bilancio, purtroppo negativo, dei primi tre anni di esperienza “scolastica”. Ci siamo dovuti scontrare con un consiglio, inquinato anche da un evidente baco nelle norme che regolano la componente docente, poco rappresentativo e che molto spesso ha agito seguendo la pancia ed i sentimenti più che la ragione; un consiglio caratterizzato da una grossa mancanza di leadership in grado di seguire un iter decisionale trasparente, proficuo ed efficace.


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Mobilità personale e sostenibilità Alessandro Sorcinelli

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utti sappiamo di cosa si parla pensando al dieselgate, neologismo coniato in ambiente giornalistico riferendosi allo scandalo che ha colpito l’industria automobilistica tedesca, in particolare la Volkswagen: da anni infatti vigeva la pratica di “taroccare” le emissioni delle automobili diesel durante i controlli antinquinamento al fine di aumentare le quote di mercato negli Stati Uniti, paese che da sempre ha preferito automobili a benzina, snobbando i motori diesel. e conseguenze di questa scelta sono state a dir poco epocali per quanto riguarda l’industria dell’automobile, con la destinazione di 15 miliardi di dollari al fine di risarcire gli automobilisti statunitensi vittime della truffa ordita dal colosso tedesco. el frattempo però in Europa lo sdegno iniziale ha lasciato il posto ad un sentimento di indifferenza, che sfocia a volte in una giustificazione dell’atto truffaldino in favore della “ragione di stato”: al maxi risarcimento accordato agli States infatti si contrappone la strizzata d’occhio dell’Unione Europea verso

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la Volkswagen, che già da tempo ha annunciato, senza troppo scalpore, di non voler risarcire le vittime europee, che senza troppe domande accettano la decisione, temendo più un tracollo finanziario di una delle più grandi industrie europee del triste futuro che attende il nostro pianeta se continuiamo ad accettare modelli di sviluppo ormai non più sostenibili: la mobilità personale è infatti sempre di più nel mirino di chi chiede una svolta ecologista per il nostro mondo, è impensabile continuare a crogiuolarsi nell’idea tipica del XX secolo per cui ogni persona può liberamente disporre di un’automobile alimentata con combustibili fossili. on è la tecnologia a mancare, esistono i motori ibridi ed elettrici per le autovetture, esiste la possibilità di creare reti di trasporto di massa sicure, efficienti ed ecologiche, quello che manca è la volontà comune di governi, entità sovranazionali e privati cittadini in primis di fare un passo in questa direzione, allontanarsi dall’anacronistico modello dei combustibili fossili per abbracciare la causa di un mondo più pulito e meno

inquinato perché, come dice un vecchio proverbio dei Nativi americani, “Non ereditiamo la terra dai nostri avi; la prendiamo a prestito dai nostri figli. Nostro è il dovere di restituirgiela.”

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Pisa vs Movida

Problema reale o specchietto per le allodole? Chiara Lombardi

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l tema della Movida a Pisa torna alla ribalta sui giornali cittadini ogni fine settimana di bel tempo. L’accusa più gettonata è lo stato in cui viene lasciata Piazza dei Cavalieri alla fine di ogni serata, corredata da immagini di bottiglie abbandonate, sporcizia varia e degrado. el tempo il problema ha vissuto un suo sviluppo senza però riuscire ad arrivare ad una soluzione condivisibile per nessuna delle parti coinvolte. inistra Per…, l’anno passato, si è fatta carico di raccogliere dati e analizzare le risposte attraverso un questionario a cui hanno contribuito circa 700 studenti dell’Università di Pisa che vivono normalmente le piazze della città, stilando in seguito un report che ponesse in evidenza i problemi riscontrati dagli studenti come la mancanza di cestini o di bagni chimici, l’assenza di iniziative culturali dislocate nella città e l’inadeguatezza dei servizi di trasporto urbani ed interurbani da e per la città. n questi anni sono scomparse anche quelle esperienze, come l’Ex-Colorificio, che avevano cercato di dare un’al-

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ternativa valida all’esclusiva frequentazione del centro cittadino. noltre la situazione, rispetto a qualche anno fa, è ulteriormente mutata: le autorità sembrano totalmente incapaci di dare risposte reali ai problemi della cittadinanza e preferiscono affidarsi a una politica repressiva, molto lontana dall’idea politica di sinistra che dovrebbero rappresentare. ali politiche stanno, di fatto, svuotando le piazze e le strade, desertificando zone una volta floride e rendendole quindi luoghi oscuri e privi di vita, fulcri per lo spaccio (spesso di droghe pesanti) e per la microcriminalità. entro questo quadro, però, le notizie riportate dai giornali locali non sono minimamente cambiate nei titoli e nei registri. Non c’è stata una presa di consapevolezza a riguardo della politica fallimentare fin ora adottata dall’amministrazione, ma si continua su una strada di criminalizzazione aprioristica dello studente e di miopia su ciò che andrebbe fatto.

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ino a quando, ad esempio, si potranno rinviare delle risposte reali alla necessità di aggregazione nascondendosi dietro a ipotetiche concessioni di spazi, però troppo costosi per la maggior parte delle associazioni studentesche e non? n conclusione, ad oggi rimangono ancora necessari gli stessi bagni chimici che si chiedono da anni, gli stessi cestini, gli stessi spazi, gli stessi trasporti, insieme però a nuovi bisogni non meno impellenti: le problematiche del lavoro non sono solo quelle di chi vende alcool in piazza, ma anche quelle dei giovani che lavorano senza tutele, in nero o a voucher. Sono quelle degli appalti mal controllati che creano sperpero di risorse pubbliche. Il problema della vita in città non è riassumibile solo a Piazza dei Cavalieri, senza un’idea politica ci saranno sempre più quartieri dormitorio in questa città, difficili da tutelare perché non vissuti realmente. Insomma, spunti di lavoro, spunti di denuncia ce ne sono moltissimi, per tutti i gusti e per tutti i giorni della settimana; qualcuno avrà voglia di raccoglierli?

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Diritto allo studio in pericolo?

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Redazione

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urante la seduta del Consiglio d’amministrazione dell’Azienda per il diritto allo studio del 25 Novembre è stata fatta un’analisi preliminare del bilancio previsionale alla luce di recenti novità.

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olte delle Aziende per il diritto allo studio, tra cui il DSU Toscana, hanno detratto l’IVA durante gli ultimi anni, per tutti i beni e servizi relativi a vitto e alloggio e riguardanti gli studenti universitari, interpretando queste operazioni come non esenti dal pagamento dell’IVA.

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’Agenzia delle entrate, dopo che per anni ha trattato in maniera differente le varie aziende, ha improvvisamente dato un’interpretazione univoca dell’art. 10 del DPR 633/72 cercando di omologare il modo di lavorare di tutte le Aziende per il diritto allo studio sia regionali che non, rendendo tutti i servizi offerte da queste ultime come esenti IVA, e supponendo un “collegamento funzionale” cioè strettamente dipendente tra Università (le cui prestazioni

sono esenti IVA) e le Aziende (che in molti casi hanno autonomia e finalità commerciali).

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enza entrare nelle valutazioni sull’opportunità politica e amministrativa di tale trattamento, vogliamo porre in evidenza le conseguenze che questo avrà nel caso dell’azienda del DSU Toscana: Un’interpretazione in tal senso costerebbe infatti al DSU Toscana circa 20.000.000 di Euro per i bilanci a partire dal 2011 ad oggi ed avrebbe un costo annuo di circa 2.833.555 Euro; costo che se non supportato da ulteriori finanziamenti regionali o statali rischia di vedere non solo un taglio complessivo del diritto allo studio toscano in termini di servizi e borse di studio, ma anche la fine degli investimenti futuri.

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i tratta, quindi, di una situazione molto critica che potrebbe mettere in crisi un diritto allo studio già in una quotidiana situazione di precarietà. Sono infatti a rischio gli investimenti futuri e i servizi stessi erogati dal DSU, dai pasti alle borse di studio. Come

Sinistra Per… ci siamo impegnati fin da subito per rimanere costantemente aggiornati sulla situazione e siamo in attesa di ulteriori informazioni che pubblicheremo man mano.

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na considerazione politica, però, è da fare fin da ora: ogni singola borsa, ogni pasto, ogni posto letto vanno a costruire i tasselli della vita di persone. Studenti che, seppur in condizione di difficoltà materiale, decidono di intraprendere un percorso universitario. Al di là delle percentuali, al di là delle cifre e delle leggi alla fine bisogna fare i conti con dei volti, delle facce e dei nomi.È necessario, quindi, che in una situazione così critica questo sia ben chiaro a chi dovrà prendere le decisioni, a qualsiasi livello, e che tutti gli enti preposti si attivino per cercare di arginare il danno e senza sottrarsi alle loro responsabilità.

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necessario che al primo posto vengano messi quegli studenti ed il loro futuro ed il nostro impegno per far sì che ciò accada sarà immediato e costante.


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Musica e Ingegneria Non così lontane.

Elia Bertola, Fabio Saggese

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e la ricordate “Money” dei Pink Floyd? Il suono di tutte quelle monete e dei registratori di cassa che partivano prima del giro di basso. Oppure le batterie de “The XX”, generate dalla registrazione di parti di batterie vere, mischiati a suoni sintetici. O semplicemente tutti i suoni che solitamente sentite in discoteca, creati dalla sintesi sonora digitale, solitamente tramite un normalissimo computer.

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ì, sta parlando di musica, ma anche di ingegneria. Dal connubio tra questi due mondi (apparentemente) così lontani si sono ottenuto strumenti iconici come la chitarra elettrica, fino ad arrivare a strumenti sintetizzati dalle infinite possibilità per creare sempre più modi di esprimersi ed intrattenere. enza l’ingegneria non avremmo mai potuto neanche ascoltare le canzoni con un Walkman, figuratevi poter ballare nelle Silent Disco, dove decine di persone ballano con addosso cuffie wireless, non disturbando nessuno all’esterno.

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alla parte prettamente artistica una persona che vuole intraprendere la carriera può usufruire di un percorso

scolastico più o meno rigido, tramite scuole private o conservatori, in grado di fornire corsi pre-accademici, lauree triennali o specialistiche, riguardanti lo studio di strumenti musicali.

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ome accennato prima però tutta la musica è ormai anche ingegneria, che permette da una parte la semplicità di utilizzo da parte del musicista e dall’altra la fruibilità da parte dell’utente. n Italia esistono vari corsi di formazione per lo studio di tecnologie audio. Un esempio tra tutti è la APM di Saluzzo, scuola di Alto Perfezionamento Musicale, improntata su uno stile conservatoristico, affiancando a corsi specialistici di strumento, anche corsi riguardanti tecnico del suono, visualizzazione del suono, mastering, e tecnologie audio in generale. ltre opzioni sono rappresentate da RCF, un’azienda produttrice di impianti audio, che da poco ha aperto corsi improntati sulla gestioni dell’audio e dall’università di Tor Vergata che offre un master in Ingegneria del Suono.

(Elio e Le Storie Tese, PFM, Dente, Mannarino, ecc…) ci ha confidato che, in Italia si sente la necessità di nuovi corsi che ricoprano ambiti del settore audio non ancora coperti né da un insegnamento riconosciuto né da un riconoscimento lavorativo.

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uesti corsi mettono in luce come le conoscenze in ingegneria possano portare sempre a un nuovo sviluppo tecnologico dell’arte. e conoscenze date di molte triennali della nostra Scuola sono infatti spendibili in questo ambito. Pensate che la macchina che permette alla vostra band preferita di esibirsi live altro non è che un miscelatore di suoni, che prende in ingresso dei segnali, ci applica degli effetti -ormai quasi totalmente digitali- e li somma a varie intensità per portarle sulle casse, sotto cui voi ballate. utta questa catena è stata progettata da ingegneri, come saremo in un futuro.

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onostante tutto Gianluca Cavallini, tecnico del suono di grande rilievo

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on sarebbe bello ritrovarsi a dividere le aule con aspiranti ingegneri del suono? Alla fine se ognuno di noi ascolta della musica tutti i giorni qualcosa vorrà pur dire, no?


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U-PHOS Lorenzo Barsocchi

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Ingegneria un nuovo progetto sta vedendo la luce in questi mesi. Tra le aule e i laboratori, un gruppo di studenti sta lavorando ad un esperimento che avrà una particolare unicità: sarà effettuato in assenza di gravità. Esperimenti del genere solitamente sono accessibili solo a scienziati ed ingegneri di grandi agenzie spaziali, ma grazie al programma REXUS/BEXUS di ESA, in collaborazione con DLR (German Aerospace Centre) e la SNSB (Swedish National Space Board), i nostri studenti si sono guadagnati il posto su di un razzo sonda che porterà l’esperimento in volo parabolico fino ad un’altitudine di circa 90km per poi ricadere verso terra. l progetto si chiama U-PHOS (Upgraded Pulsating Heatpipe Only for Space) ed è un esperimento che studia il comportamento di un dispositivo per lo scambio termico senza organi in movimento: il PHP (Pulsating Heat Pipe) o tubo di calore pulsante, che permette la dissipazione di calore e il raffreddamento di corpi caldi. Questo tipo di dispositivo è già stato approfonditamente studiato e applicato a terra: mai però ancora è stata studiata una sua applicazione in assenza di peso. l progetto U-PHOS è il seguito di quello che è stato PHOS: un esperimento che mirava a scoprire le differenze che esistono tra un PHP funzionante a terra e un PHP teoricamente funzionante solo in assenza di peso. L’interesse da parte dell’Agenzia Spaziale Europea è stato così alto da selezionare il nostro progetto una seconda volta e permetterci così di continuare i nostri studi. n PHP è un dispositivo completamente passivo composto da una condotta di dimensione capillare ripiegata a serpentina riempita con un refrigerante fluido e sigillato. l calore è trasportato dall’azione combinata del cambio fase del refrigerante e dalle forze capillari che si generano all’interno del tubo: grazie a ciò non è

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necessario l’utilizzo di pompe idrauliche per il ricircolo del fluido. uesto permette una riduzione degli spazi d’ingombro ed un dispositivo di più semplice realizzazione e manutenzione dal momento che non ci sono parti meccaniche in movimento. er ottenere un ricircolo del fluido efficiente però è necessario che il diametro della condotta sia sufficientemente piccolo in modo da generare le forze di capillarità: sulla base di studi effettuati a terra, il diametro interno è basato su coefficienti limite di capillarità; al contrario gli esperimenti effettuati in precedenza in assenza di gravità mostrano che in tali condizioni il diametro critico di una PHP è più grande di quello calcolato sulla terra: questo consente una dissipazione di calore maggiore e un miglioramento delle performance della PHP in queste condizioni. iuscendo a dimostrare un incremento di efficienza del dispositivo è possibile ipotizzarne un futuro utilizzo in applicazioni spaziali, campo in cui la sua semplicità costruttiva e la sua completa passività sono molto interessanti dal momento che permetterebbe una manutenzione del dispositivo pressoché nulla. l team di U-PHOS è composto da 19 membri che stanno progettando, realizzando e testando ogni aspetto dell’esperimento, grazie anche al patrocinio dell’Università di Pisa, del supporto dell’Università di Napoli e della University of Brighton. l team ha il compito di rappresentare l’Italia in questo programma di carattere europeo, in quanto U-PHOS è l’unico esperimento italiano selezionato per quest’anno; solo cinque sono stati i progetti italiani selezionati da ESA su un totale di più di 70 esperimenti per 22 lanci del programma REXUS, e l’Università di Pisa è stata selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea per la seconda

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volta consecutiva. li studenti del team hanno il compito di ideare, progettare, costruire e testare il loro esperimento, il quale volerà nello spazio per marzo 2017. uesto progetto, visto sotto il suo aspetto formativo, permette agli studenti di sperimentare un intenso lavoro di gruppo, a rispettare procedure e scadenze stringenti e ad approcciarsi con enti istituzionali ed aziende esterne sviluppando un progetto vero e realizzabile che preveda fasi di progettazione, implementazione, test, analisi dei dati, sviluppo di software specifici e outreach e ricerca di fondi. el suo aspetto tecnico invece U-PHOS intende dimostrare l’incremento delle performance della PHP sotto la condizione di assenza di gravità, progettare e realizzare un particolare scambiatore di calore che avrà utilità in ambito spaziale, per caratterizzarlo e testarlo, utilizzando anche tecnologie all’avanguardia nell’applicazione aerospaziale. I risultati ottenuti serviranno per lo sviluppo tecnologico e spaziale, in modo da aumentare il know-how disponibile alla comunità scientifica.

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www.uphos.ing.unipi.it www.rexusbexus.net


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Vuoi scrivere sul prossimo numero? Se hai qualcosa da raccontare o sei appassionato di qualche argomento, manda il tuo articolo! ingegneria@sinistraper.org www.sinistraper.org/ingegneria Ingegneria in Movimento - Sinistra Per...

Barzellette Veicoli in panne

Ci sono un ingegnere meccanico, un ingegnere chimico, un ingegnere elettronico ed uno informatico in una Cinquecento. Ad un certo punto la macchina si ferma, e si spegne il motore. Allora l’ingegnere meccanico dice: “Lo sapevo io, è sicuramente colpa dell’albero motore”. Allora il chimico: “No no, sono certo che è colpa degli acidi della batteria”. Poi l’elettronico: “Ma figuriamoci, si è sicuramente guastata la centralina elettronica”. Infine l’informatico: “E se invece provassimo ad uscire e rientrare?”

Questione di opinioni

Per una persona ottimista, il bicchiere è pieno a metà. Per una persona pessimista, è vuoto a metà. Per l’ingegnere, è due volte più grande del necessario.

Palle di cannone

Nel considerare il comportamento di un cannone: un matematico sarà in grado di calcolare dove la palla atterrerà, un fisico sarà in grado di spiegare come la palla ci arriva, un ingegnere sarà là a tentare di prenderla.

Anti-Sudoku Oscurare le caselle in modo che ogni numero appaia una sola volta su una riga o colonna facendo attenzione a non oscurare due caselle con lati adiacenti.


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