Editoriale
L’ingegnere nella società
Alekos Garivalis
Realizzato con il Contributo del Consiglio degli Studenti dell’Universita di Pisa
O
ggigiórno ogni oggetto che adoperiamo, ogni telefonata, ogni casa che abitiamo devono la propria esistenza anche a ingegneri che li hanno progettati direttamente o in parte. L’ingegnere è una figura che nei confronti della società ha grandi responsabilità. Ed è proprio questo il punto: visto che saremo gli ingegneri del futuro dobbiamo chiederci come vogliamo che sia il nostro mondo. ’ingegnere si trova spesso all’interno di industrie, enti, società, università a ricoprire anche ruoli di rilievo e decisionali. La grande responsabilità civile e sociale in questi casi è evidente: la distribuzione del lavoro, la sostenibilità economica e ambientale, le scelte strategiche, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la correttezza nei confronti dello Stato e dei lavoratori si trovano sovente sotto la diretta supervisione dell’ingegnere di turno. Per non parlare degli appalti, i permessi, le valutazioni nel caso di enti pubblici. In tutti questi casi si p ossono sviluppare situazioni in cui è necessario compiere una scelta: il bivio è tra l’onestà e la disonestà, tra l’interesse di tutti e quello di pochi, e fare la cosa giusta sarà probabilmente la strada più difficile. l mestiere che attende noi studenti di ingegneria comporta importanti dilemmi e riflessioni che ci auguriamo ognuno di noi faccia: le nostre azioni, che siano circoscritte all’interno di una piccola azienda o in un contesto globale, dovranno avere come fine il progresso dell’umanità, inteso come la realizzazione di una società fondata sulla giustizia e uguaglianza. Basti ripercorrere gli ultimi millenni di storia e constatare che l’evoluzione della società sia andata di pari passo a quella della tecnica e della tecnologia (nulla ha portato tanto benessere come le rivoluzioni industriali); in quanto ingegneri del futuro la nostra responsabilità sarà indirizzare i nostri sforzi e le nostre azioni a tale obiettivo; la speranza è che chi in futuro avrà il potere di fare, faccia la cosa giusta!
L
DSU: la storia infinita Anonimo
A
vete mai letto “La Storia Infinita”, il bestseller di Michael Ende? Immagino che da piccoli abbiate visto almeno il film, altrimenti avete avuto un’infanzia terribile e mi dispiace tanto. Ecco, il DSU (Diritto allo Studio Universitario Toscana, azienda regionale che gestisce tutti i servizi legati alla erogazione di borse di studio e alle mense) è stato protagonista della stessa storia.
L
a nostra avventura inizia a Novembre 2016, momento in cui l’Agenzia delle Entrate decide di equiparare tutte le aziende regionali come esenti IVA, cioè le aziende non possono più detrarre l’IVA per tutti i beni e servizi relativi a vitto e alloggio per studenti universitari. In italiano corrente questo vuol dire meno soldi in cassa per l’azienda e quindi abbassamento dei servizi. [Continua a pag. 5]
Opening space
pag. 3
Se inattività vuol dire non essere uno studente modello
pag. 4
Discrepanza tra design e utilizzo pag. 6 DII Chiuso per restaurazione pag. 2 Universitari: semplici studenti o anche cittadini? pag. 3 Un passo alla volta pag. 4 Peace & love pag.6 Innovazioni tecnologiche: nuovi materiali pag.7
I
2
Che Diotisalvi Times
Il diritto all’accesso ad Ingegneria Chiara Lombardi
A
livello nazionale in questi anni si è assistito ad un continuativo impoverimento dell’università. La mancanza di risorse e la poca lungimiranza politica hanno portato al diffondersi di blocchi all’accesso e numeri programmati in moltissimi corsi di studio. ’Italia, all’interno dei piani europei di sviluppo, si è impegnata ad aumentare progressivamente il numero di laureati. Una cultura diffusa, infatti, è alla base di una partecipazione politica più consapevole, di una vita sociale e culturale più ricca e di una migliore capacità di occuparsi della propria salute. n questo quadro è anche importante l’argomento economico: l’Europa è chiamata ad investire in capitale umano altamente qualificato per poter essere competitiva a livello internazionale.
L
I
L
a possibilità di accesso all’istruzione è un valore così fondamentale per la collettività da essere sancito nella Costituzione stessa, dove, nell’articolo 34, viene detto che è dovere della Repubblica dare la possibilità ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi. iò è fondamentale affinché il singolo possa affermarsi senza che le sue origini condizionino il suo futuro e quindi potendo attuare una vera mobilità sociale.
C
L
’università è chiamata quindi a dover comunque adottare un comportamento virtuoso e lungimirante, affinché non danneggi né le nuove generazioni, né la società tutta adottando soluzioni sbagliate.
L
’ammissione ad ingegneria, da legge, è subordinata all’aver sostenuto apposite prove di cultura generale, basate sui programmi delle scuole secondarie superiori, inerenti le conoscenze preliminari necessarie per le discipline dei corsi di laurea. Dall’anno scorso, queste conoscenze previste si sono tramutate da orientative a vincolanti con l’introduzione del numero programmato al DII, dipartimento di ingegneria dell’informazione.
L
a decisione dell’introduzione di questo numero programmato era stata fortemente criticata dai rappresentanti degli studenti: per quanto i numeri di iscritti fossero consistenti, era infatti possibile una programmazione più attenta che potesse tutelare la situazione esistente. L’ateneo ha comunque deciso di proseguire su questa strada con l’introduzione di un numero programmato con sistema di trabocco. L’effetto di questo numero programmato nel nuovo anno accademico non ha tardato a mostrarsi: perdita di attrattività con una conseguente perdita di studenti che ha portato, di fatto, a rendere inesistente alcun tipo di trabocco. Non solo i posti non sono stati esauriti, ma si è proceduto ad una riapertura continua dei termini massimi di iscrizione (attualmente ancora aperti), per cercare di dimostrare l’efficacia di uno strumento inefficace. i è creata quindi una situazione paradossale: gli studenti che non avevano potuto immatricolarsi nel corso di studio di prima scelta con la prima scadenza del bando perché non arrivati nei primi 225 posti, possono farlo ora senza nessun criterio se non la velocità ad immatricolarsi dopo che molti di quei posti sono rimasti vuoti. Con buona pace di quel poco di “meritocrazia” portato a supporto della propria tesi da chi ideologicamente vede l’università chiusa come meritoria.
S
Q
uesto ottobre, in aggiunta, il corso di studio triennale in ingegneria meccanica ha deliberato l’introduzione del numero programmato dal prossimo anno, con un numero massimo di 150 posti, notevolmente sottodimensionato rispetto all’attuale numero di iscritti e alle capacità delle aule dei nostri poli e dettato da un criterio solo ideologico. uesta delibera, votata in consiglio di corso all’unanimità tranne che dalla componente studentesca, è poi passata in Scuola di ingegneria, dove il dibattito è stato molto acceso. Gli studenti hanno messo in luce tutte le criticità che contiene, dall’effetto devastante che potrebbe avere sugli altri corsi dell’area, al suo carattere escludente, al fatto che i problemi del corso si riscontrano nel percorso e non di certo nell’accesso. Questa discussione si è conclusa, in sostanza, con la spaccatura della Scuola, che, sebbene l’abbia approvata a maggioranza, non ha potuto negare le criticità di una scelta miope, che preferisce limitare l’entrata a futuri ingegneri invece che ottimizzare le risorse disponibili e le strutture per la didattica. a palla passa ora al Senato Accademico, che ha il compito di decidere in ultimo se legittimare questa richiesta, e solo nei prossimi mesi si potrà vedere se la netta contrarietà degli studenti sarà stata in grado di tutelare i diritti dei futuri studenti.
Q
L
3
Che Diotisalvi Times
Opening Space Daniele Catanzaro
T
utti, ormai da tempo, sanno dei grandi problemi legati agli spazi che affliggono la nostra facoltà di ingegneria. Problemi che scaturiscono dalla mancanza di luoghi oltre che dalla mala gestione di quelli esistenti. nfatti, capita spesso che piccole aule o stanze, imboscate nei meandri dei dipartimenti e nascoste alla vista di studenti curiosi che cercano un posto dove studiare, vengano dimenticate a lasciate inutilizzate per anni permettendo al tempo e alla polvere di sedimentarsi lasciandole coperte da un alone di mistero e malinconia. questo l’esempio dell’Aula Poggi: un’aula posizionata al piano terra dell’Imponente Polo A, appena dopo la porta a vetro che fa da ingresso agli spazi del dipartimento del DESTEC di cui i più probabilmente non sanno nemmeno della sua esistenza.
I
È
L
’aula che fungeva da piccola biblioteca, prima che tutto venisse spostato in quella odierna, ad oggi non ospita più libri e a parte quelle poche volte in cui si svolgono le riunioni di qualche corso di laurea, resta li abbandonata nelle mani del tempo e del silenzio. a anni “Ingegneria in Movimento” ha cercato di riprendere in mano le sorti degli spazi e della sfortunata aula Poggi senza troppi successi, dovuti alla mancanza di disponibilità dei professori o a causa di strutture fuori norma come nel caso del soppalco della Poggi stessa. on la nuova “magnifica” amministrazione e il lavoro del prorettore all’edilizia però si sono aperti spiragli di cambiamento. Infatti, oltre alle nuove costruzioni e alle diverse ristrutturazioni già previste nel Piano Edilizio d’Ateneo,
D C
i militanti del sindacato studentesco, grazie al lavoro di corridoio e a svariati incontri sono riusciti a far inserire il rifacimento e la riconversione dell’Aula Poggi in aula studio. Un grande successo politico per i rappresentanti e logistico per gli studenti che avranno un nuovo posto adeguato per il loro studio. l lavoro da fare sugli spazi è ancora tanto: si dovrà tenere sotto controllo l’evolversi della situazione e poi mancano ancora all’appello il polo di Idraulica, che e stato inserito nel piano edilizio per la ristrutturazione ma di cui ancora non si sanno le sorti e la miriade di lavori per la messa in sicurezza del poli A, B e C a cui “Ingegneria in Movimento” starà molto attenta.
I
Universitari: semplici studenti o anche cittadini? Francesco Secoli
L
C
Q
T
G
A
a vita dello studente universitario è articolata, al contempo, sia all’interno dell’università sia nella città stessa. Come accade in moltissime delle realtà italiane, su Pisa non vi è una divisione netta tra la zona universitaria e quella non: i poli, i dipartimenti e le biblioteche sono sparsi ed immersi nella città. uesto, insieme al fatto che migliaia di studenti sono fuori sede e quindi vivono per anni tra case in locazione e serate nei locali rende la presenza della comunità studentesca effettiva all’interno del tessuto economico e sociale della città. li studenti sono, infatti, quasi 50.000 e contribuiscono attivamente alla crescita sociale ed economica, in alcuni settori anche in maniera preponderante.
iononostante non è raro vedere come gli studenti siano spesso e volentieri visti da una fetta di popolazione autoctona come un problema: tutto viene riassunto nella movida studentesca, come se quella fosse l’unica relazione tra studenti e città, ed essa viene quindi demonizzata e resa oggetto di ordinanze restrittive. utte le ordinanze che nel tempo si susseguono hanno il medesimo scopo: criminalizzare la vita di piazza, senza offrire alcuna soluzione alternativa e senza intavolare un confronto sui bisogni di socialità degli studenti. l contrario di molte realtà anche europee, Pisa non si cura dei suoi studenti e difficilmente ammette che essi siano la sua risorsa e la sua ricchezza. Ancora più difficilmente vengono adottate soluzioni per miglio-
rare la vita cittadina, sia con un miglioramento dei servizi di trasporto pubblico, sia con un’attenzione all’emergenza abitativa. Il fatto che quasi l’intera comunità studentesca sia esclusa dal voto amministrativo per la mancanza di una residenza stabile in città a conti fatti non aiuta ad essere considerati all’interno del panorama politico cittadino. Alla fine viene da chiedersi fino a quando sarà possibile proseguire su questa via: se gli studenti decidessero di trovare un tessuto cittadino più propenso ad accoglierli Pisa ne sarebbe veramente migliorata? Forse ci sarebbero un paio di bottiglie in meno la sera per terra, ma sicuramente ci sarebbero anche molte attività lavorative in meno connesse alla vita studentesca ed una possibilità di molto inferiore di mettere in locazione immobili.
4
Che Diotisalvi Times
Un passo alla volta Chiara Lombardi
I
ntraprendere il cammino della rappresentanza studentesca è una scelta personale spesso impegnativa, soprattutto quando tale rappresentanza si concretizza in organi più grossi del “semplice” corso di studi. Allo stesso tempo, però, si tratta del mezzo più efficace e significativo per avere voce in capitolo sulla vita della comunità accademica tutta e per proporre modifiche e cambiamenti necessari al suo miglioramento. opo più di un anno dalle elezioni i due più grandi successi ottenuti sono stati sicuramente l’introduzione del doppio libretto e della figura dello studente part time. Sono entrambe battaglie non puramente ideologiche, ma che affondano le proprie radici su effettive necessità di riconoscimento da parte degli studenti. l percorso del doppio libretto, iniziato molti anni fa, ha avuto finalmente una degna conclusione. Si tratta di uno strumento amministrativo grazie al quale gli studenti e le studentesse che stanno intraprendendo un processo di cambiamento di genere possono ottenere un documento con il nuovo
D
I
nome scelto prima della conclusione legale di tutto l’iter. Il processo di riattribuzione del genere è, infatti, molto lungo e per la legge italiana il nome sui documenti può essere cambiato solo quando il tutto si è concluso, lasciando chi lo sta affrontando in una condizione di imbarazzo amministrativo costante. Ritenendo che non sia giusto doversi costantemente spiegare al mondo, l’introduzione di questo strumento è stato un atto di civiltà doveroso che ha seguito l’esempio di quanto avvenuto in altre realtà d’Italia. o studente part time, invece, va a riconoscere quella che è la realtà della vita dello studente. Tutto nell’università sembra costruito considerando una misura del tempo fittizia: si certifica una durata “normale” di una triennale in tre anni e poi, però, i tempi medi di laurea sono quasi il doppio. Il tutto in un quadro nazionale che sembra voler invogliare le università a punire gli studenti fuoricorso. E’ necessario uscire da questa ottica e affermare chiaramente che ogni studente ha tempi di apprendimento propri e una sua storia. C’è chi fa l’università ed
L
intanto lavora, chi vuole anche viaggiare, chi sta recuperando lacune pregresse, o chi, ancora, ha una passione ulteriore che non vorrebbe per nessun motivo tralasciare. La figura dello studente part time serve per riconoscere tutte queste situazioni e altre ancora. Lo studente, così, può riappropriarsi del proprio tempo e decidere in tutta serenità di intraprendere il percorso universitario in tempi più dilatati. l lavoro negli organi ha affrontato poi molti altri temi, dall’utilizzo degli spazi universitari, alla formulazione delle tasse studentesche, dal concetto di decadenza, ai nuovi numeri programmati comparsi. Purtroppo non sempre le posizioni portate dagli studenti sono state ascoltate, però ciò era inevitabile: il ruolo della rappresentanza, con una rappresentatività all’interno degli organi inferiore al 20%, non può essere quello decisionale, ma l’impegno di tutti quelli che fanno questa scelta di dare voce agli studenti si concretizza in una forza potente e creativa, in grado, talvolta, di correggere la rotta.
I
Se inattività vuol dire non essere uno studente modello Riccardo Cangelosi
G
eneralmente, quando si parla di “studente inattivo”, quello che si para davanti nell’immaginario sia degli studenti che dei docenti è uno studente svogliato, un perdigiorno che ha scelto l’università più per passatempo che come impegno da portare a termine. Di fronte a quest’immagine sembra naturale trovare una soluzione a questo problema: aiutarli a capire che l’università non è roba per loro. lcune Università hanno scelto un sistema di tutoraggio o di consulto, altri Atenei hanno preferito la linea dura: blocchi agli accessi, vincoli nel percorso e aumento della tassazione per inattività.
A
M
a siamo proprio sicuri che tutti gli inattivi siano dei perdigiorno? Tenendo conto di tutte le inefficienze e ingiustizie a cui siamo soggetti in questo Ateneo, il numero di studenti che impegnano il loro tempo nel lavoro
(riconosciuto o meno come tale), in altre attività per loro di eguale importanza, si pensi allo sport, alla musica, alle attività di volontariato, o in questioni più gravi, come problemi di salute personali o di una persona cara, sono, nel totale, più degli studenti che potremmo definire dei semplici perdigiorno.
accademico 2017/2018, una maggiorazione della tassazione variabile, a seconda dell’ISEE, tra i 267 e i 150 euro.
U
’ quindi importante non fare “di tutta l’erba un fascio” e più che disprezzare e punire, provare a capire perché uno studente, di cui spesso non si conosce la storia, risulti inattivo.
na maggiorazione che non tiene conto della storia e della vita degli studenti ma che crea anche disparità tra le varie aree di Ateneo. Non è infatti una novità che in alcune aree, Ingegneria su tutte, il conseguimento di CFU nei tempi previsti sia molto complesso, tanto più che essi vengono calcolati come multipli di 3, quindi la soglia dei 25 si configura almeno come 27.
A
U
E
questa riflessione non sono però giunti né il Governo che, con la Legge di Stabilità per il 2017 (L. 16 dicembre 2016, n. 232), ha stabilito l’assenza di tutele per gli studenti inattivi - che non maturano almeno 10 CFU al 1° anno, o 25 CFU agli anni successivi -, né l’Università di Pisa che agli studenti inattivi ha imposto, dall’anno
na soluzione punitiva ed inefficace non di certo per i soli perdigiorno, ma per quasi la maggioranza degli studenti pisani, molti dei quali potrebbero essere costretti a rinunciare agli studi universitari, in un paese, l’Italia, penultimo in Europa per numero di laureati.
5
Che Diotisalvi Times
DSU: la storia infinita Redazione
[Continua da pag. 1]
S
olo per la regione Toscana, il cambio di regime ha avuto un impatto di 2.8 milioni di euro sul bilancio per questo anno, di cui solo 2 mln sono stati stanziati dalla Regione Toscana, mentre per la parte rimanente è stata diminuita la quota destinata alla borsa servizi e, nel tentativo di ottenere un maggiore profitto, sono state aumentate le tariffe mensa.
I
l deficit poteva essere molto peggiore considerando anche gli arretrati che l’azienda avrebbe dovuto pagare, stimati a circa 45 milioni di euro, se non fosse stato per l’emendamento Cenni-Parrini, passato a giugno alla Camera dei Deputati, che ha sventato questo rischio.
R
imangono comunque 2.8 milioni di deficit in entrata ogni anno che in qualche modo devono essere coperti. Per mesi gli studenti hanno chiesto che sia la regione a sopperire a questa mancanza ma la stessa non ha mai operato secondo questo indirizzo e ha invece presentato delle linee guida del Bando Borse 2017/2018 con riduzioni ai servizi per gli studenti così da poter abbassare le spese.
T
ramite mobilitazioni studentesche e il lavoro all’interno degli organi di quest’estate, il Consiglio Regionale si è visto costretto ad impegnarsi, in una mozione, a sopperire a quelle che saranno le necessità economiche del DSU nel momento in cui saranno chiari i prossimi finanziamenti statali. L’attiva partecipazione studentesca è stata fondamentale nel portare l’attenzione di tutti sulla faccenda, portando la Regione a fare un passo avanti rispetto alle sue posizioni riguar-
do all’impegno per quest’anno.
I
n ogni caso la disputa tra enti pubblici e la mancanza di lavoro della Regione Toscana per recuperare le risorse all’interno del proprio bilancio ha portato solo ripercussioni sugli studenti, costretti a vedersi ridotti servizi e ad aumentare i costi della mensa.
R
itornando alla Storia Infinita, sembra proprio che il Nulla, malvagia entità che espandendosi attira dentro di sé tutto ciò che la circonda, sia alimentata dagli enti statali e si nutra di qualsiasi servizio le aziende e le università promuovano per gli studenti. Questo si trasforma di fatto in un circolo vizioso, per cui la riduzione dei servizi genera una università meno attrattiva che quindi potrà ricevere meno finanziamenti e che quindi dovrà ridurre an-
cora i servizi, e sempre così in un ciclo infinito verso l’annullamento del diritto allo studio stesso.
A
l contrario del film non basta che un bambino ribattezzi il nome di un’imperatrice per salvare i servizi universitari. Come studenti e come cittadini, abbiamo la responsabilità di lavorare per la salvaguardia del diritto allo studio, per noi e per il futuro dei saperi, che “creano speranze e sogni, contro il vuoto e la disperazione che distruggono il mondo”. Atreyu: Che cos’è questo NULLA? Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo. Atreyu: Ma perché!? Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di con-
6
Che Diotisalvi Times
Il binario della guerra Valentino Parronchi
I
n molti forse non conosceranno l’esistenza tra Pisa e Livorno di Camp Darby, una base militare dell’esercito statunitense nata nel 1951 derivata da un accordo tra Italia e Stati Uniti. uesta base nell’ultimo anno è stata sotto il mirino di molte critiche riguardanti un accordo tra amministrazione americana e Ministero della Difesa italiano che a dicembre darà il via a un progetto che intende costruire una nuova linea ferroviaria per il trasporto di armamenti che collega il porto di Livorno direttamente a Camp Darby; con come unica motivazione quella che il trasporto su ferro è più sicuro di quello su gomma. l progetto della ferrovia comprenderà la costruzione di due nuovi terminal, di cui uno alto 18 metri, un ponte girevole e l’ampliamento del molo ”tombolo dock”. Inoltre permetterà di far transitare fino a due treni al giorno quando,
Q
I
fino ad adesso, i carichi su strada si limitano ad uno ogni due-tre mesi. el potenziamento della base militare si sa comunque poco, ad eccezione della futura costruzione; nonostante le richieste del comune di Pisa di partecipare al tavolo decisionale sulla pratica è stata posta riservatezza. Anche dopo l’interrogazione regionale di Sì-Toscana a Sinistra, la cui risposta è stata positiva a patto che si avessero tutti i nulla osta e le autorizzazioni vigenti per il progetto. Il nuovo binario prenderà il posto di quasi mille alberi che verranno abbattuti nonostante il parere negativo dell’Ente Parco di San Rossore, a cui è stato risposto che
D
è un’infrastruttura strategica necessaria. Anche se verranno piantati lo stesso numero di alberi tagliati, i danni all’habitat del Parco saranno comunque notevoli. l 2 giugno il Comitato territoriale No Guerra – area Pisa e Livorno ha lanciato un presidio contro questa opera di militarizzazione a cui hanno partecipato sigle politiche e ambientaliste che denunciano l’abbattimento degli alberi e del passaggio del treno carico di armi ed esplosivi attraverso una zona popolosa.
I
Discrepanza tra design e utilizzo
Alessandro Sorcinelli
Q
uante volte vi siete sentiti stupidi cercando di aprire una porta spingendo anziché tirando? Beh, sappiate che la colpa non è vostra, bensì di come è stata progettata quella porta, spesso senza indizi evidenti di come dovrebbe essere utilizzata. Si tira o si spinge? E da quale lato?
M
a come si risolvono questi problemi? Non certo mettendo una targhetta con scritta un’istruzione: si deve tornare indietro alla progettazione. Occorre rivedere il design della porta per facilitarne l’uso da parte degli utenti. Recentemente si stanno diffondendo sempre di più porte che non lasciano spazio all’immaginazione, con un pannello rialzato nel lato in cui si spinge e una maniglia sul lato in cui si tira. Sembra una banalità, ma siamo dovuti passare attraverso decenni di errori per arrivarci. Se oggi indaghiamo questi fattori quando si progetta un oggetto all’apparenza semplice come una porta è anche grazie ad un libro, la Caffettiera del Masochista, di Donald Norman, libro che si prefigge l’obiettivo di studiare e far conoscere la cosiddetta psicopatologia degli oggetti, ovvero il modo in cui la nostra mente e il nostro corpo si relazionano con gli oggetti di uso quotidiano,
tramite la cosiddetta interfaccia, elemento che prima di quelli prestazionali tende a determinare il successo o meno di un nuovo prodotto. E quindi il progettista deve inserire vincoli ed inviti, affinché sia possibile capire ed intuire il modo di utilizzo dell’oggetto. Se questo non avviene ci esponiamo al rischio di oggetti mal progettati, porte difficili da usare, manici di pentole che scottano, finanche a ciò che dà il titolo al libro: una caffettiera con il beccuccio di uscita del caffè dalla parte del manico, esempio lampante di un errore di progettazione, che rende completamente inutile l’oggetto. n bravo ingegnere dovrebbe sempre tener di conto di tutti questi fattori quando si trova a progettare qualsiasi cosa: un impianto, un software, un sistema di gestione. Così facendo le porte del successo gli saranno aperte. Ovviamente con sistemi di apertura a prova di errore!
U
7
Che Diotisalvi Times
Inovazioni Tecnologiche: Nuovi materiali Benito Lazzari
Innovazioni Tecnologiche
C
ome molti pensano o sono portati a credere, le nuove tecnologie non sono altro che delle moderne scoperte di ricercatori. Ma non tutti sanno né si interessano realmente ai processi e alle elaborazioni che portano al miglioramento dell’esistente. olto spesso il lavoro di fondo che c’è dietro ogni grande innovazione viene mascherato dall’applicazione dell’innovazione stessa. Questa realtà, infatti, porta alla disinformazione e ad uno sconsiderato sfruttamento del progresso tecnologico, non considerando le vere e proprie potenzialità della scoperta. Siamo portati ad accorgerci di una nuova tecnologia solo quando essa ha acquisito una reale applicazione nel mercato. Molti, infatti, sono i traguardi che gli studiosi sono riusciti a raggiungere nel campo tecnologico, ma poche sono le applicazioni reali rispetto alle scoperte. ossiamo intuire quindi che spesso grandi scoperte portano ad un consistente miglioramento dell’esistente, molte altre invece non sono altro che un piccolo passo verso una nuova tecnologia. iporto due esempi di avanzamento tecnologico che si sono avuti negli ultimi anni, “Canapa e calcestruzzo” e “Transistor in grafene”, rispettivamente uno a titolo applicativo mentre l’altro ancora in via di sviluppo. reen Building: canapa e calcestruzzo
M
P
R
G
U
no degli elementi che ha trovato un posto nell’applicazione di nuove tecnologie è niente di meno che la Canapa che fa il suo ingresso nella bio-edilizia spiazzando i più moderni metodi di costruzione. primi studi avvennero nell’ultimo decennio del ‘900 in Francia. I test nacquero a causa di un problema fondamentale del calcestruzzo, il peso, ed erano mirati al risparmio energetico ed alla riduzione del consumo di energia fossile nelle costruzioni moderne. A conclusione del progetto si affinò una tecnica che prevedeva l’utilizzo del canapulo o della fibra del fusto di canapa che miscelata in percentuali variabili ad un legante creava una sostanza di riempimento con grandi proprietà isolanti e una notevole resistenza alla compressione. I ricercatori francesi studiarono accuratamente le proprietà della pianta e riuscirono a comprendere che la massa termica intrinseca nelle pareti con canapa agisce come condensatore di calore creando degli ambienti confortevoli sia in inverno che in estate. isti i prodigiosi risultati, la canapa-calcestruzzo è entrata a gamba tesa nel settore della coibentazione in campo edilizio. Tant’è che molti stati europei, poco dopo la sua comparsa sul mercato, hanno puntato su questo prodotto. Persino l’Italia ha investito molto su questa tecnologia realizzando nel 2014 il complesso più grande in Europa, impiegando esclusivamente
I
V
canapa e calce. uesta tecnologia e la sua applicazione hanno portato dei benefici nel campo edile oltre ad aver innovato un settore di cui si pensava sapere ormai tutto.
Q
Transistor in grafene
U
na scoperta eccezionale nel campo dell’elettronica è proprio quella dei transistor in grafene. Un team di ricercatori dell’University of California ha messo a punto un transistor al grafene compatibile con i tradizionali processi produttivi. Potenzialmente molto più piccolo, centinaia di volte più veloce e meno affamato di energia rispetto ai transistor tradizionali, questa soluzione si distingue anche per la sua progettazione. Il grafene è un materiale eccezionale è riunisce in sé una quantità di pregi sorprendentemente vantaggiose. Le sue proprietà elettroniche sono uniche nel vero senso del termine, perché in nessun altro materiale è possibile osservare le cariche elettriche muoversi come in questo, con mobilità molto maggiore di quella del silicio e con effetti quantistici misurabili persino a temperatura ambiente. La sua enorme area superficiale, unita alle eccellenti proprietà elettroniche, permette di creare sensori di vario genere, capaci di rilevare persino singole molecole. Lo studio di questa tecnologia ancora in via di sviluppo, sta portando grandi risultati e si teorizza che a breve troverà un ambito applicativo sostituendo i metodi tradizionali.
Che Diotisalvi Times
Parole Crociate
ORIZZONTALI 1. E’ alla moda a Boston; 3. Segue il fa; 6. Tumore di tessuto muscolare; 10. L’accordo trovato; 13. Pari in para; 14. Voragini, abissi; 16. Una incognita breve; 17. Foro della pelle; 18. La coppiera degli dei; 19. Un insetto o un motociclo; 22. La bocca latina; 23. Avvelenarsi lievemente; 27. Riforma iniziata da Gorbaciov nel 1985; 28. Insegnamento riservato a pochi ; 30. Tra do e mi; 31. Altare pagano; 32. Lo dice il dubbioso; 33. Una sconfitta per il pugile; 35. Sconfinati, smisurati; 38. Rimbalzo di suono; 40. Città svizzera; 42. Ognuno propugna le proprie; 43. Sigla di Vicenza VERTICALI 1. Zero a zero; 2. Inizio di novembre; 3. Circuito automibilistico in Belgio; 4. Oppure inglese; 5. Parte penzolante dell’orecchio; 6. Semplice, puro; 7. Una nota Merlini; 8. Tiene la merce in cantina; 9. Esagerata e ossessiva; 11. L’insegnante degli alunni; 12. S’immolano per una causa; 15. Comune in provincia di Ancona (J=I); 16. Nativo di Siena; 17. Uccelli molto comuni; 19. Serpente velenoso; 20. Scrive in versi; 21. Sono simili ai coccodrilli; 24. Si dice di un tipo al di fuori dal comune; 25. Arte che cura la conservazione della bellezza; 26. Un’antica casa cinematografica; 29. Lettera dell’alfabeto greco; 33. Capitale dell’Ucraina; 34. Si mettono ai piedi in montagna; 36. L’uomo inglese; 37. Dispari di sale; 38. Iniziali di Petrolini; 39. Una posizione dell’interruttore elettrico; 41. Preposizione articolata
Vuoi scrivere sul prossimo numero? Se hai qualcosa da raccontare o sei appassionato di qualche argomento, CONTATTACI | Pagina Facebook: Ingegneria in Movimento - Sinistra per... | Sito: www.sinistraper.org